RIZA Dossier

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Poste Italiane S.p.A. – spedizione in abbonamento postale – Aut. MBPA/LO-NO/045/A.P./2018- ART.1 COMMA 1- LO /MI - P.I. 30/11/2018

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Bimestrale Dicembre 2018 - Gennaio 2019 n.15 - € 4,90 Italia

SCELGO DI STARE BENE

SONO ALL’ORIGINE DELLE MALATTIE PIÙ GRAVI

COME ELIMINARE LE

INFIAMMAZIONI Così ti salvi anche dai tumori

LE PIÙ PERICOLOSE SONO QUELLE NASCOSTE Ecco quali sono i sintomi per scoprirle prima che ti facciano ammalare (pag. 18)

I NUOVI RIMEDI NATURALI CHE TI GUARISCONO PERCHÉ IL MAGNESIO È INDISPENSABILE (pag. 38) La salute del microbiota

È lo scudo che spazza via le tossine infiammatorie

Attenti allo stress

Mai più sedentari

La dieta vincente

È pericoloso perché irrita cellule e mucose

Mezz’ora di sport al giorno disinfiamma tutti gli organi

Servono i cibi che eliminano l’acidità

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SOMMARIO L’EDITORIALE DI VITTORIO CAPRIOGLIO 3 Via l'infiammazione e ti salvi la vita

L'ASPETTO SCIENTIFICO 6 Che cosa si intende per infiammazione?

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Le caratteristiche di quella cronica

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Come si presenta quella di basso livello?

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LE CAUSE E I RIMEDI 24 Può dipendere dalla mucosa del colon

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Come blocchi la flogosi dell’intestino?

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Ecco gli alimenti che nutrono la flora

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L’importanza del pH corporeo

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Disinfiamma il corpo con il “cibo PRAL”

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Altri suggerimenti alcalinizzanti

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Via l’acidità grazie alla moringa

Determina anche l’invecchiamento

LE CONSEGUENZE MEDICHE 14 Quali malattie può causare?

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Tutti i fastidi con cui si può riconoscere

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Ecco gli esami per fare la diagnosi

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Magnesio e potassio rendono subito basici

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È colpa anche degli inquinanti domestici

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Stop ai veleni casalinghi con le piante giuste

IL LEGAME CON LA PSICHE 46 Qual è il ruolo dello stress? 48

Così spegni l’incendio della tensione

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Ossigena la mente con la meditazione

I DISORDINI ALIMENTARI 52 Quanto incide il sovrappeso? 54

Abbatti l’irritazione con la massa magra

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La fame nervosa è la peggior nemica

METABOLISMO E INFIAMMAZIONE 58 Tagliare le calorie elimina la flogosi?

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È utile anche mimare il digiuno

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IL RUOLO DEI RITMI CIRCADIANI 62 Il buon sonno riequilibra

Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Direttore generale: Liliana Tieger Progetto grafico: Roberta Marcante Immagini: Fotolia, 123rf, Shutterstock

l’organismo

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Cinque regole per dormire bene

Ha collaborato per i testi: Giulio Divo Con la consulenza scientifica di: Dottor Raffaele Morelli medico, psichiatra, psicoterapeuta Dottor Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Dottoressa Daniela Marafante medico, psicoterapeuta

COME GESTIRE L’ATTIVITÀ FISICA 66 Lo sport è meglio di

un antinfiammatorio

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Dossier

Direttore pubblicità: Doris Tieger Ufficio pubblicità: Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Responsabile Amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Responsabile ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio Abbonamenti: Maria Tondini, Clarissa Cazzato

Ecco un esercizio che ossigena e tonifica

RIMEDI NATURALI 70 Scopri i funghi: una risorsa che depura

Autorizzazione del tribunale di Milano n° 4 del 10/01/2017 ISSN 2531-3371 EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Stampato da Elcograf S.p.a. - Via Mondadori, 15 - 37131 Verona Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola n° 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)

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Ecco la sauna: il rimedio nordico detox

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Anche le alghe spazzano i veleni

Una copia € 4.90 - arretrati € 9.80 Abbonamento annuale (6 numeri) € 18.00 Abbonamento due anni (12 numeri) € 31.00 Versamenti da effettuare su C.C.P. n. 25847203 Intestato a Edizioni Riza S.p.a. - Via Luigi Anelli , 1 - 20122 Milano

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IL PUNTO SUI FARMACI 78 Come bisogna regolarsi

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con le medicine?

IL SUGGERIMENTO VERDE 80 Spegni l’infiammazione

Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

grazie alla galega

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l’aspetto scientifico

Che cosa si intende per infiammazione? È la “reazione” dei tessuti dopo essere stati sottoposti a traumi o infezioni. Rappresenta il meccanismo difensivo naturale grazie al quale, dalle cellule, vengono rilasciate sostanze che servono a stimolare la riparazione delle parti danneggiate

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on il termine infiammazione si intende quel processo fisiologico grazie al quale il corpo reagisce a traumi o infezioni. È, quindi, un meccanismo di difesa che viene messo in atto per proteggere l’organismo da quelli che, in gergo medico, vengono definiti “insulti”. Lungi dal significato corrente del termine, questa parola (seguendo una terminologia scientifica) definisce le aggressioni da parte di virus e batteri così come ferite, urti, contaminazioni da agenti chimici che causano un danno ai tessuti. Se vogliamo tradurre tutto ciò in esempi pratici, possiamo dire che il mal di gola che accompagna il raffreddore, l’arrossamento causato da una scottatura, il fastidio tendineo determinato da uno sforzo eccessivo sono tutti fenomeni infiammatori. Differisce la causa ma non la risposta dell’organismo.

Viene definita anche flogosi Un altro termine che serve a indicare l’infiammazione è quello di flogosi. Questa parola deriva dal termine greco phlogosis, che significa combustione e si riferisce quindi a qualcosa che arde. L’aggettivo che ne deriva (flogistico) indica il processo infiammatorio. È importante familiarizzare con questi termini poiché li incontreremo spesso nella trattazione del nostro dossier. RIZA Dossier

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È come se fosse l’attivazione di un sistema di allarme

ganismo circa il fatto che è necessario correre ai ripari. Ma, come sempre accade nelle risposte di emergenza, la prima risposta non è ben mirata anzi, sempre usando termini medici, la possiamo definire aspecifica proprio perché serve solo a mettere in atto quei processi di autoguarigione che potranno essere sfruttati più avanti, una volta che il corpo avrà compreso come reagire a quello specifico “insulto”. ■

Come mai il corpo reagisce allo stesso modo anche se a monte dell’infiammazione ci sono cause diverse? La risposta va cercata nel fatto che si tratta di una “prima difesa”. Possiamo paragonare questa situazione a un segnale di allarme che serve essenzialmente a circoscrivere l’area in cui si è prodotto il danno e ad allertare l’intero or-

i SinTomi CON CUI SI PRESENTA Uno stato infiammatorio acuto risponde ad alcune caratteristiche di tipo clinico cioè visivamente evidenti, che lo rendono ben riconoscibile anche a una semplice visita medica, senza bisogno quindi di esami specifici. Queste caratteristiche sono cinque. Si tratta del calore. La parte infiammata (come suggerisce anche la parola stessa) è spesso calda e presenta una temperatura superiore al normale. Ciò può verificarsi sia a livello locale che generale. L’infiammazione generalizzata, acuta, causata da un’aggressione virale (come per esempio un’influenza), determina uno stato febbrile.

Si riferisce all’arrossamento della parte infiammata, che dipende da un maggior ristagno di sangue nella parte soggetta all’infiammazione stessa. Anche in questo caso l’associazione tra il rosso vivo della parte lesionata e il termine che ricorda il bruciare di qualcosa è immediatamente evidente.

Si riferisce al gonfiore che a sua volta è determinato dal ristagno di sangue e dalla liberazione, da parte delle cellule, di numerose sostanze che hanno lo scopo di attivare immediatamente i processi riparativi. Ciò crea un “ingorgo” che provoca a sua volta il rigonfiamento della parte malata.

È il riferimento al dolore. Sopraggiunge sia perché si attivano numerosi mediatori chimici che segnalano il danno al sistema nervoso, sia per “sofferenza” delle terminazioni nervose stesse, che vengono imprigionate dall’aumento della pressione causato dal gonfiore.

Calor

Rubor

Tumor

Dolor

Cioè la diminuzione della funzione. Come ben sa chi soffre di una infiammazione acuta, associata ai sintomi sopra descritti c’è anche una minore efficienza della parte dolente. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un meccanismo di difesa attraverso il quale il corpo “impedisce” una piena libertà di movimento per non rischiare di peggiorare la situazione e aumentare il danno subito.

Functio laesa

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Le cause e i rimedi

Può dipendere dalla mucosa del colon L’infiammazione cronica può dipendere dalla cosiddetta “permeabilità intestinale”. Se la parete interna dell’organo non è integra, non trattiene i germi che vi dimorano naturalmente. Così questi entrano in circolo, scatenando una reazione immunitaria

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Lo squilibrio della flora rende le pareti più deboli

er spiegare come si genera l’infiammazione di basso livello sono stati proposti molti modelli. Quello della cosiddetta permeabilità intestinale è uno di quelli più studiati, in quest’ultimo periodo. Tra le ricerche più interessanti, si devono citare quelle effettuate da Matthew Odenwald, del dipartimento di Patologia dell’Università di Chicago, negli Stati Uniti. Odenwald ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature uno studio che mira a dimostrare come sia proprio la mucosa intestinale il baricentro della salute di ogni peresona e ha individuato nella sindrome della permeabilità intestinale la più grossa minaccia pro-infiammatoria che può colpire la nostra salute.

Ma per quale motivo l’intestino perde la sua capacità di tenuta della flora in esso contenuta? Secondo gli esperti questo fenomeno ha la sua origine nella cattiva composizione della flora batterica, cioè il microbiota. In particolare lo stato di disequilibrio (o di-

Lo squilibrio nella composizione del microbiota causa una serie di conseguenze nocive. Tra queste c’è l’attivazione disordinata degli anticorpi, che genera flogosi

Non riesce a trattenere i batteri Quando la mucosa intestinale non è integra e impermeabile, come dovrebbe, ecco che si aprono delle microscopiche porte in grado di far penetrare nell’organismo parte di quella incredibile quantità di batteri e altri microrganismi che sono naturalmente presenti nel nostro intestino. Non si tratta necessariamente di patogeni: quando rimangono nella loro sede possono svolgere anche compiti benefici. Ma se migrano nel circolo sanguigno ecco che le difese immunitarie si attivano immediatamente. Questa “migrazione batterica” è quindi una fonte di infiammazione continua.

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POTreBBe essere aNcHe L’OriGiNe deLLa ceLiacHia Una teoria che trova oggi l’accordo di molti esperti è quella per cui l’intolleranza al glutine, il morbo celiaco, deriverebbe proprio dalla permeabilità intestinale. L’insorgere della celiachia può essere raccontato in questo modo: una persona, a seguito di una infezione o un disordine intestinale, subisce una alterazione dell’impermeabilità delle mucose. Se il primo pasto a seguito dell’infiammazione acuta è a base di alimenti ricchi di glutine (cereali) la proteina passa nel circolo e viene aggredita dal sistema immunitario che ,da quel momento in poi, la riconosce come “nemica” dell’organismo.

VILLI NORMALI

VILLI ATROFIZZATI

sbiosi, come viene definita in gergo) si manifesta quando diminuisce la popolazione di alcuni batteri benefici, quelli che sono in grado di trasformare le fibre vegetali in acido butirrico. Questa sostan-

za, infatti, rappresenta il miglior nutrimento per le cellule della parete intestinale stessa. Lo stato di disbiosi, quindi, può essere considerato una causa fondamentale per ciò che riguarda il fenomeno dell’infiammazione di basso livello.

Spiega anche il rapporto con le malattie autoimmuni Gli studi effettuati da Matthew Odenwald sono in grado di offire una spiegazione valida per ciò che riguarda un grande mistero medico: la genesi delle “malattie autoimmuni”, che sono prodotte dall’infiammazione e ne generano un’altra, a loro volta. La teoria può essere così riassunta; come abbiamo visto, l’intestino permeabile consente ai germi della flora di superare la barriera delle mucose e così facendo il sistema immunitario si attiva contro questi microrganismi. Dato che il sistema immunitario percepisce l’“invasione” riconoscendo non l’intero batterio ma frammenti di esso (gli antigeni), ecco che andrà ad aggredire ogni struttura che presenta quell’antigene. Ma alcune cellule del corpo umano (quelle delle articolazioni, della tiroide, del pancreas, delle fibre nervose) possono a loro volta presentare un antigene identico (o simile) a quello dei germi. Ecco allora che il sistema immunitario si confonde e scambia una cellula utile del corpo umano per un patogeno. E si innesca così la malattia. ■ RIZA Dossier

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LE CAUSE E I RIMEDI

Altri suggerimenti ALCALINIZZANTI I principi di una alimentazione alcalina chiedono di eliminare i carboidrati raffinati e limitare le proteine animali. I grassi “giusti” sono quelli vegetali

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na alimentazione corretta deve seguire le norme indicate con le tabelle PRAL, ma molto si può fare anche con i coindimenti, i dolcificanti, l’uso più o meno moderato del sale. Vediamo come ci si deve regolare in questo caso

Come ti devi regolare con:

GRASSI – Bisogna scegliere quelli pregiati forniti da semi oleosi e olio d’oliva. È consigliato anche mangiare noci, semi di sesamo e mandorle, che contengono molte sostanze benefiche. Sono ricchi di proteine, vitamina E (uno degli antiossidanti più potenti) e di grassi buoni che riducono il tasso di colesterolo. Consumati in quantità moderate, questi semi oleosi non provocano aumento di peso.

ZUCCHERI – Vanno aboliti gli zuccheri raffinati e quelli assunti attraverso i dolci. Sono invece ammessi quelli naturali contenuti nella frutta, quella fresca o contenuta in composte non ulteriormente edulcorate. Tra gli zuccheri si devono annoverare anche le farine raffinate, di ogni origine. Poiché tutte le preparazioni a base di farine lasciano nell’organismo residui acidi, è bene associare ai cereali degli alimenti alcalinizzanti.

MENO SALE CON LE SPEZIE – Il sale, acidificante, può essere sostituito con spezie aromatiche, meglio se aggiunte a fine cottura (da eseguire a temperature inferiori ai 110 gradi). Alcune spezie come curcuma, cannella e chiodi di garofano sono anche ricche di antiossidanti e dunque doppiamente utili per la salute dell’organismo. ■

PROTEINE – Le proteine animali vanno, per gran parte, sostituite da quelle vegetali. Tra le carni è meglio quella bianca al posto di quella rossa. E il pesce, a sua volta, è meglio della carne. Le proteine animali possono essere sostituite da quelle contenute nei legumi, soia compresa. Meglio ridurre anche latte e derivati, ricchi di acidi grassi.

IL GIUSTO RAPPORTO TRA CIBI BASICI E ACIDI In generale si suggerisce di mangiare una maggiore quantità di frutta e verdura, di vari colori, adottando a ogni pasto una formula equilibrata tra cibi acidificanti e alcalinizzanti. Il pasto ideale, in genere, è composto da tre quarti di alimenti alcalinizzanti e un quarto degli altri. RIZA Dossier

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LE CAUSE E I RIMEDI

Via l’acidità grazie ALLA MORINGA Questa pianta possiede proprietà energizzanti e aiuta anche a disinfiammare l’organismo regolarizzandone il pH. Si assume come integratore in polvere o compresse

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SI PUÒ USARE ANCHE COME ALIMENTO

uando il tenore acido del pH della matrice determina stanchezza e uno stato di esaurimento psicofisico, bisogna correre ai ripari con un integratore naturale che sia in grado di restituire subito energie e, allo stesso tempo, operare una profonda depurazione della matrice, resa acida dalle scorie che ne “intossicano” l’ambiente naturale.

Dato che si tratta di una polvere sostanzialmente insapore nulla vieta di metterla, a crudo, sulle pietanze che si consumano. È ottima, per esempio, se utilizzata per arricchire insalate verdi, che possiedono un’azione regolarizzatrice delle funzioni intestinali.

Una eccellente azione detox La moringa svolge un’azione depurativa perché sostiene l’azione detossificante degli organi emuntori. La regolarità intestinale se ne giova particolarmente perché grazie a questo alimento è possibile ridare regolarità all’alvo. Ma non è tutto: grazie a un contenuto molto alto di proteine facilmente bio-assimilabili di origine vegetale è possibile ridare tono a muscoli e tessuti sfibrati senza dover ricorrere a fonti proteiche più acidificanti. La sua azione alcalinizzante è dovuta anche alla presenza di minerali come potassio e calcio. Ma è anche ricca di ferro e zinco, prezioso per le difese immunitarie. A questo proposito

è da sottolineare la sua ricchezza in vitamina C, potente antiossidante.

Come e quanta assumerne Si trova sia in polvere, che può essere aggiunta a bevande (ottimi gli abbinamenti con succhi di frutta o kefir) nella misura di un cucchiaino da tè ogni giorno a orari regolari, oppure in compresse, che in genere vanno assunte una volta al dì. Il ciclo di terapia può durare per trenta giorni e può essere ripetuto ai cambi di stagione. ■

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rimedi naturali

anche le alghe spazzano i veleni Queste “verdure marine” rappresentano la nuova frontiera della medicina naturale. Già usate come alimento fondamentale nella cucina macrobiotica possono essere utilizzate sotto forma di integratori dagli effetti antiflogistici e detossificanti

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n discorso simile a quello fatto per la micoterapia vale anche per le alghe. In questo caso parliamo di alghe edule, quelle che sono per lo più utilizzate nella tradizione culinaria giapponese, ma non solo: anche il modello alimentare macrobiotico ne sottolinea le virtù benefiche, quando vengono usate con regolarità. Le alghe, pur essendo vegetali, contengono nutrienti differenti rispetto alle verdure di terra, ragione per cui sono preziose da un punto di vista nutrizionale: sono generalmente più ricche di proteine (le spiruline per esempio hanno il 35% di contenuto proteico) e contengono molto iodio (fino a 1000 volte in più degli ortaggi) che è il minerale più utile per mantenere in ordine l’assetto della tiroide e, con lei, l’intero metabolismo corporeo. Inoltre le alghe possiedono buone quantità di vitamina B12, praticamente

assente nei vegetali di terra e quindi sono davvero utili per tutti coloro che hanno scelto un regime alimentare di tipo vegano.

Ecco come contrastano l’infiammazione Le alghe sono in grado di spegnere i focolai flogistici grazie alla loro azione detox, che si esprime in modi differenti a seconda del tipo di alga che viene preso in esame. Le alghe brune, per fare un esempio, sono ricche di acido alginico che, a contatto con determinate tossine, crea un legame chimico che produce sali inerti, i quali vengono eliminati per via intestinale. Questo meccanismo depurativo consente soprattutto di rimuovere i metalli pesanti, inquinanti che sempre più spesso finiscono nella nostra catena alimentare e che rappresentano una delle cause dell’infiammazione cronica.

ne parlavano già gli antichi romani Plinio il vecchio, nel primo secolo dopo Cristo, elogiava le virtù depurative delle alghe, specialmente quando si trattava di purificare l’organismo dagli eccessi alimentari. Lo storico e naturalista romano infatti suggeriva l’uso delle alghe per lenire la sofferenza data dalla gotta, una malattia che si sviluppa per accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni, dovuto a una dieta troppo ricca di proteine animali. Oggi sappiamo, come abbiamo potuto vedere, che proprio queste proteine sono (se consumate senza misura) responsabili di numerosi processi infiammatori sistemici. RIZA Dossier

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Una risorsa dimagrante Le “verdure del mare” sono in grado di aumentare il senso di sazietà, dato che sono ricche di mucillagini che si gonfiano con l’acqua e consentono di riempire lo stomaco, diminuendo le calorie. Sono anche capaci di stimolare le lipasi, gli enzimi che servono a bruciare i grassi.

La wakame difende dalle malattie tumorali Tra le patologie direttamente connesse ai fenomeni infiammatori ci sono quelle tumorali. L’alga wakame, secondo alcune ricerche molto approfondite, garantisce una buona protezione contro numerose neoplasie. Jane Teas della Harvard School of Public Health, per esempio, ha studiato il ruolo delle alghe (e di questa in particolare) nella dieta delle donne giapponesi, in assoluto quelle che sono meno colpite dal tumore mammario. Secondo la ricercatrice statunitense laddove la dieta è più ricca di alghe (nelle zone rurali, in contrapposizione con i grandi centri cittadini) le donne sono più protette rispetto a questo tumore. John Burns della Honolulu School of medicine dell’Università delle Hawaii rilancia sugli studi della collega sostenendo che le alghe del genere laminaria sono in grado di proteggere dalle neoplasie polmonari.

Le nori liberano dalle citochine Le alghe nori hanno delle preziose capacità di contrastare le aggressioni di tipo batterico e virale. Sono infatti capaci di proteggere l’organismo da patogeni come L’Escherichia coli, la salmonella, La Shigella, lo Staphylococcus e altri. In tal modo all’organismo non serve produrre una grande quantità di citochine pro-infiammatorie quando deve reagire contro eventuali aggressioni batteriche. Il tutto si traduce, in termini pratici, con una minore risposta di tipo flogistico. ■

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