Poste Italiane S.p.A. – spedizione in abbonamento postale – Aut. MBPA/LO-NO/045/A.P./2018- ART.1 COMMA 1- LO /MI - P.I. 30/11/2019
D
o ov Nu
R
IZA
ossier
Bimestrale Dicembre2019/Gennaio 2020 n.21 - € 4,90 Italia
SCELGO DI STARE BENE
UN ITALIANO SU DUE HA TROPPI ZUCCHERI NEL SANGUE E NON LO SA
ABBASSA LA GLICEMIA
COSÌ TI SALVI LA VITA Emergenza diabete: la malattia più diffusa Prevenirlo significa evitare cancro e infarto
RICONOSCILO IN TEMPO
Scopri i sintomi subdoli che ti rivelano quando sei a rischio
Ecco la magica dieta a basso indice glicemico In soli 10 giorni elimini sovrappeso e grasso addominale
Super cannella
Magico eucalipto
Le vitamine giuste
Presa prima dei pasti evita i picchi glicemici
Depura l’organismo dagli eccessi alimentari
Quelle del gruppo B prevengono il diabete
Cover MORELLI ok.indd 1
15/11/19 18:21
SOMMARIO l’editoriale di vittorio caprioglio 3 Zucchero e dolcezza?
rimedi verdi e integratori 60 Si usano anche cure naturali? 61 Il mirtillo nero salva
Non sono la stessa cosa
il microcircolo
Le basi scientifiche
22 Il diabete di tipo 1
6
Che cos’è la glicemia?
26 Troppa insulina
8
Gli esami per capire se c’è il rischio diabete
62 La momordica
aiuta l’azione insulinica
crea problemi
28 Ha una relazione con i tumori?
30 Può dare problemi immunitari
32 Gli sbalzi glicemici
influenzano la psiche?
63 L’eucalipto depura dai glucidi 64 Il sambuco attiva
10 12
I fattori che influiscono sulla glicemia Le funzioni dell’insulina
il rapporto con il cibo 36 Gli “indici” alimentari 38 Gli zuccheri
non sono tutti uguali
gli effetti sulla salute 16
Che cos’è l’intolleranza glucidica?
18
Il diabete di tipo 2
20 I fattori di rischio e i sintomi
le funzioni pancreatiche
65 La galega libera il sangue dalle impurità
68 L’opuntia rallenta
l’assorbimento dei glucidi
69 Il mirto chiude la porta agli zuccheri
70 La cannella agisce come un farmaco
42 Attenti soprattutto a quelli occulti
44 Qual è la giusta strategia alimentare?
46 La proposta alimentare 54 Le preparazioni influiscono sulla glicemia?
RIZA Dossier
4
004-005 sommario glicemia.indd 4
18/11/19 15:06
R
IZA
Dossier
Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Direttore generale: Liliana Tieger Progetto grafico: Roberta Marcante Immagini: Adobe Stock, 123rf, Shutterstock Testi a cura di: Giulio Divo Con la consulenza scientifica di: Dottor Raffaele Morelli medico, psichiatra, psicoterapeuta Dottor Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Dottoressa Daniela Marafante medico, psicoterapeuta
72
Le vitamine B bloccano il diabete
73
Il coenzima Q10 salva il pancreas
74
Il ginseng (americano) potenzia l’insulina
Direttore pubblicità: Doris Tieger Ufficio pubblicità: Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Responsabile Amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio Abbonamenti: Maria Tondini, Clarissa Cazzato Autorizzazione del tribunale di Milano n° 4 del 10/01/2017 ISSN 2531-3371 EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Una copia € 4.90. Arretrati: € 9.80. Abbonamento annuale (6 numeri) Italia: € 18.00 Abbonamento 2 anni (12 numeri): € 31.00. Versamenti da effettuare su C.C.P. 25847203 intestato a Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli 1 - 20122 Milano Stampato da Rotolito S.p.a. - Stabilimento di Cernusco sul Naviglio (MI)
le informaZioni che Servono 76
Che cos’è l’ipoglicemia?
78
Le terapie farmacologiche
Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola n° 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI
L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Riza - via L. Anelli, 1 - 20122 Milano. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico Riza verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati vantaggiose proposte commerciali (art. 13 decreto legge 196/2003)
Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
RIZA Dossier
5
004-005 sommario glicemia.indd 5
18/11/19 15:07
GLI EFFETTI SULLA SALUTE
Che cos’è L’INTOLLERAN Viene indicata in questo modo quella situazione in cui eccessivi livelli di glicemia nel sangue possono portare, nel tempo, alla malattia diabetica. Molti ne soffrono senza saperlo perché non dà sintomi e problemi immediati
Q
uando abbiamo dato i parametri di riferimento relativi alla glicemia basale e all’emoglobina glicata, abbiamo anche anticipato che tra i valori ottimali e quelli patologici esiste una sorta di zona grigia (che abbiamo visto corrispondere a un valore compreso tra 100 e 125 mg/dl di glucosio per ciò che riguarda la glicemia basale e alla fascia tra 5,7% e 6,4% di concentrazione di HbA1c). Tale zona grigia indica un sostanziale ec-
cesso di zuccheri nel sangue, ancora compensato da una buona funzionalità del pancreas. Tuttavia questa situazione, nel corso del tempo e se non si corre ai ripari, potrebbe peggiorare, causando una riduzione della funzionalità pancreatica (per ciò che riguarda le cellule beta delle isole di Langerhans) e quindi la malattia diabetica. Una situazione di questo genere viene definita di “intolleranza glucidica” o, in altri casi, “pre-diabete”.
RIZA Dossier
16
016-017 glicemiaGIULIO2.indd 16
18/11/19 15:32
Z
N ZA GLUCIDICA?
“
Questo stato viene definito pre-diabetico per indicare l’aumentato rischio di sviluppare questa malattia
consentire l’ingresso del glucosio nelle cellule. Ebbene il meccanismo di insulino-resistenza impedisce che questa serratura venga sbloccata. In questo modo avremo un aumento dei livelli di glicemia nel sangue, ma anche una minore energia per le cellule. I meccanismi di sabotaggio verso l’azione insulinica sono molti e non ancora del tutto noti. Alcuni agiscono sull’insulina, altri sul meccanismo di apertura dei canali di ingresso del glucosio. Ciò che non cambia è il risultato: una iperglicemia. Una cosa è stata appurata: le condizioni di stress, che determinano un aumento della produzione di ormoni iperglicemizzanti, peggiorano ulteriormente la situazione.
“
È una condizione comune ma poco nota I dati della International Diabetes Federation indicano che l’intolleranza glucidica è un fenomeno assai più diffuso di quanto si possa immaginare: a livello mondiale (stando alle statistiche epidemiologiche) la cifra dovrebbe attestarsi attorno ai 344 milioni di persone, che sono in costante aumento tanto che si stima possano diventare addirittura 472 milioni tra soli 10 anni, cioè nel 2030. Questo dato, unito a quello dei malati di diabete, ci pone di fronte a una situazione addirittura drammatica: nel giro di un decennio un miliardo di persone sono destinate a soffrire di squilibri glicemici. E, di queste, quelle che lo saranno per cause connesse a fattori di tipo ereditario saranno una minoranza, dato che la sofferenza sarà “resa esplicita” (in gergo medico si dice “slatentizzata”) da stili di vita che, lo anticipiamo già, risultano essere decisivi ai fini della conservazione della salute e del recupero di un buon equilibrio metabolico.
È uno stato di sofferenza che danneggia il pancreas Nel lungo periodo queste due situazioni, che sono praticamente sempre abbinate, costituiscono una fonte di rischio per il corretto funzionamento del pancreas il quale, iper-stimolato da una alta presenza di zuccheri nel sangue, finisce con aumentare a dismisura la produzione insulinica. Le cellule beta delle isole di Langerhans sono però piuttosto delicate e dunque tali condizioni di superlavoro possono danneggiarle e portare più velocemente alla loro usura. Peraltro l’insulino resistenza comporta anche una iper-insulinemia, cioè una abnorme produzione di ormone insulinico il quale (come abbiamo accennato nelle pagine precedenti), favorisce l’immagazzinamento degli zuccheri in forma di grassi e ha anche un potere pro-infiammatorio. ■
La correlazione con la resistenza insulinica La resistenza insulinica, o insulino-resistenza, è quella situazione connessa al metabolismo degli zuccheri per cui le cellule si dimostrano meno sensibili all’azione dell’insulina stessa. Abbiamo prima paragonato l’azione di questo ormone a quella di una chiave che apre la serratura per
RIZA Dossier
17
016-017 glicemiaGIULIO2.indd 17
18/11/19 15:32
IL RAPPORTO CON IL CIBO IO ED M
ALIMENTARI
TO AL
Gli “indici”
BASSO
Ci sono parametri che servono a calcolare la velocità con cui un alimento è in grado di innalzare il valore della glicemia nel sangue e anche l’entità della produzione insulinica
D
Attenzione anche alle quantità
opo avere visto che cosa si intende per glicemia e dopo avere anche esaminato quelli che sono i danni provocati da alti livelli di questo valore, vale adesso la pena cominciare a spiegare quali possono essere le strategie di controllo glicemico. Per fare questo sarà necessario familiarizzare con alcuni concetti e il primo fra questi, molto importante (ma non esaustivo) è quello di indice glicemico o, indicato con la sua sigla, IG. Per IG si intende la velocità con cui aumenta il livello di glicemia nel sangue usando come riferimento la velocità di assimilazione di 50 grammi di glucosio, cioè lo zucchero di pronto uso per le cellule. Fatto 100 il valore massimo, che è del glucosio stesso, le cifre esprimono il parametro rispetto alla nostra unità di misura. Per fare un esempio: un alimento con indice glicemico 20, viene assimilato in maniera cinque volte più lenta rispetto al glucosio. Un alimento con valore 50, invece, in metà tempo.
L’indice glicemico di un alimento è un dato importante, ma incompleto. Non dobbiamo infatti dimenticare che alcuni alimenti possono avere un indice glicemico molto alto ma, allo stesso tempo, essere consumati in dosi talmente piccole da non avere un reale impatto sulla produzione insulinica. Al contrario, alimenti che consideriamo a ragione sani (facciamo il normale esempio della pastasciutta), se consumati in dosi eccessive affaticano comunque il pancreas e provocano una abbondante risposta insulinica. Dobbiamo allora integrare l’informazione dell’indice glicemico con quella del “carico glicemico”, cioè (in estrema sintesi), la porzione.
RIZA Dossier
36
036-037 glicemiaGIULIO.indd 36
15/11/19 18:10
“
“
Quando guardiamo una tabella relativa ai valori glucidici, dobbiamo sempre pensare che si tratta di una media statistica. Sono suggerimenti utili, ma non precisi al dettaglio
BISOGNA TENERE CONTO DELLE PIETANZE Se prendiamo solo l’indice glicemico come parametro, rischiamo di trascurare alcune variabili importanti: la preparazione del cibo, la sua cottura, l’uso di oli interferiscono con la secrezione insulinica. L’indice glicemico rappresenta un ottimo punto di partenza. Ma è con quello insulinico che dobbiamo fare i conti nella pratica, se vogliamo controllare al meglio i valori della glicemia.
Adesso si preferisce usare quello insulinico Nel tentativo di perfezionare le possibili “lacune” generate dalla sola attenzione all’indice glicemico, è stato messo a punto anche un altro metodo di analisi delle proprietà glicemizzanti del cibo: l’indice insulinico. Questo va considerato in relazione alle calorie e non al glucosio. E quindi cerca di interpretare quale possa essere l’effetto sulla produzione insulinica di un alimento assunto nella misura di 250 kcal. All’apparenza può sembrare che l’indice insulinico sia più complicato da comprendere rispetto a quello glicemico, ma grazie a un esempio pratico il senso del discorso risulta immediato. Si tratta semplicemente di calcolare la produzione insulinica per metabolizzare l’equivalente di 250 kcal di cioccolato al latte o un pari quantitativo, per esempio, di verdure saltate in padella. È chiaro che nel primo caso la risposta insulinica sarà maggiore a causa della presenza di zuccheri semplici, nel secondo caso (con un maggiore contenuto di fibre) la produzione di insulina sarà più graduale. I due sistemi (indice glicemico e insulinico) potrebbero sembrare interscambiabili, ma non lo sono del tutto. Il primo tiene infatti conto solo dei carboidrati, senza però assumere una realtà importante: grassi e proteine, pur avendo un IG sostanzialmente pari a zero, hanno comunque un impatto non indifferente sulla produzione insulinica, perché il corpo è capace di convertire grassi e proteine in zuccheri, pur eseguendo un lavoro metabolico molto dispendioso. Dobbiamo poi tenere conto, in entrambi
i casi, del fatto che i valori sono suscettibili di ampie variazioni a seconda non solo delle quantità, ma anche della qualità. Dire che una pera ha un indice glicemico pari a 30 è un azzardo statistico: non si tiene conto infatti della qualità della singola pera (più o meno zuccherina?), del suo grado di maturazione e addirittura di alcuni parametri che riguardano l’esposizione al sole (che aumenta gli zuccheri) o la ricchezza biologica del terreno di coltura. I valori vanno quindi intesi come media e non sono una legge. ■
RIZA Dossier
37
036-037 glicemiaGIULIO.indd 37
15/11/19 18:10
rimedi verdi e integratori
Si usano anche
cure NaturaLi? per ridurre i livelli di glicemia è possibile sfruttare le proprietà di erbe officinali e integratori che sono in grado di migliorare l’utilizzo energetico e favorire il consumo dei glucidi. tali prodotti vanno assunti con attenzione in caso di diabete conclamato
S
e i livelli di glicemia sono un po’ alti e si vuole approcciare al problema in maniera naturale, alcuni rimedi verdi e determinati integratori alimentari possono essere utili per dare una spinta decisiva al metabolismo degli zuccheri e, in questo modo, far rientrare il valore nei parametri normali. In queste pagine ne presenteremo diversi tra quelli che godono della migliore letteratura, ma con due raccomandazioni: la prima è quella di non utilizzarli in abbinamento a farmaci o tra loro, a meno che non siate stati consigliati in questo senso da un esperto, poiché esiste il rischio di ipoglicemizzare eccessivamente il sangue, causando disturbi di salute non indifferenti. Il secondo suggerimento riguarda coloro che sono affetti da diabete: se sono già in cura con farmaci ipoglicemizzanti (come la metformina, per esempio), devono confrontarsi con il medico, prima di correre il rischio di interferire con la terapia.
La Gymnena silvestris: una terapia antica ma sempre efficace Il primo rimedio verde che suggeriamo è quello a base di Gymnema silvestris. Questa pianta, originaria dell’India e dell’Africa, possiede proprietà ipoglicemizzanti sfruttate nella medicina tradizionale. E infatti le popolazioni indigene combattevano (e in alcuni casi ancora combattono) la glicosuria masticandone le foglie amare. n
Come si usa Con la gymnema è possibile realizzare infusi e decotti utilizzando un cucchiaio da minestra di foglie essiccate, da lasciare in infusione 5 minuti in 200 ml di acqua bollente. È comunque disponibile anche in forma di estratto secco (da 500 mg fino a 1 g al giorno è la dose suggerita) o come tintura madre, nella quantità di 30 gocce fino a 3 volte al dì. RIZA Dossier
60
060-065 glicemiaGIULIO.indd 60
15/11/19 16:31
RIMEDI VERDI E INTEGRATORI
IL MIRTILLO NERO salva il microcircolo
In questo modo mette al sicuro i capillari e i nervi, che sono le prime strutture del corpo a patire a causa dell’iperglicemia. Ma la sua azione non si esaurisce qui: è utile anche a ridurre i picchi glicemici, specialmente quelli post-prandiali
I
l mirtillo nero ha molti effetti benefici sulla salute. Uno dei più interessanti è stato studiato da Nigel Hoddgard, dell’Università di Sheffield, in Inghilterra, il quale ha avuto modo di pubblicare sul “Journal of Nutritional Science” una ricerca grazie alla quale si è scoperto che le antocianidine e gli antocianosidi presenti nel frutto sono in grado di ridurre il carico glicemico alla fine dei pasti. La ricerca ha preso in esame pazienti obesi con problemi di intolleranza glucidica e ha dimostrato come il mirtillo sia utile per la riduzio-
ne della glicemia post-prandiale e per favorire l’efficacia della risposta insulinica.
Un supporto per i piccoli vasi Uno degli aspetti di maggiore interesse per ciò che riguarda l’azione del mirtillo nero è il seguente: le sostanze antiossidanti contenute nel frutto sono in grado di migliorare efficienza ed elasticità dei vasi sanguigni più piccoli, che sono i primi a risultare danneggiati dagli accumuli zuccherini. In questo modo è possibile intervenire sulla degenerazione dei tessuti periferici, che sono i primi a entrare in sofferenza. Ci si riferisce, nello studio, specialmente a quelli delle estremità (piedi e mani) e della retina. ■
COME SI USA Per controllare il dosaggio dei nutrienti del mirtillo nero si può ricorrere all’estratto secco o alla tintura madre. In genere il dosaggio quotidiano si aggira attorno ai 2 mg per entrambi. Anche il succo di mirtillo può essere un buon rimedio, ma non deve contenere zuccheri aggiunti come purtroppo spesso accade, dato che il frutto, di suo, è acidulo.
RIZA Dossier
61
060-065 glicemiaGIULIO.indd 61
18/11/19 15:21
LE INFORMAZIONI CHE SERVONO
Che cos’è
L’IPOGLICEMIA? Se gli eccessi di zuccheri nel sangue sono dannosi, anche la loro mancanza può creare problemi che vanno da un senso di debolezza e malessere a situazioni più gravi. L’equilibrio alimentare è importante per evitare anche questa evenienza
È
vero che, da un punto di vista epidemiologico, i problemi più seri per la salute vengono da una situazione di costante iperglicemia. Ma non per questo, trattando il grande tema della concentrazione di zuccheri nel sangue, dobbiamo trascurare l’eventualità opposta, cioè la mancanza di zuccheri, l’ipoglicemia. Tale evenienza può essere del tutto occasionale e correlata a un semplice stato di “esaurimento” delle scorte energetiche disponibili, ma potrebbe anche essere il segno di disturbi di altro genere, che (se e quando la situazione si ripete) dovrebbero essere indagati in maniera accurata.
“
I sintomi possono essere molto sfumati e passeggeri ma se trascurati portano a una emergenza medica
“
RIZA Dossier
76
076-077 glicemiaGIULIO.indd 76
15/11/19 16:47
1 Tremori muscolari. Possono essere causati dalla liberazione di ormoni iperglicemizzanti come noradrenalina ed epinefrina, nel tentativo di trovare altre risorse energetiche. 2 Palpitazioni. Anche in questo caso l’azione ormonale può avere la sua importanza. In alcuni casi l’ipoglicemia e il malessere a essa correlato può determinare anche un aumento dell’ansia e provocare sensazioni vicine a quelle delle crisi di panico.
I valori che la definiscono Possiamo parlare di ipoglicemia quando il livello della misurazione basale scende al di sotto di 70 mg di glucosio per decilitro di sangue. Attenzione, però: non è detto che con una glicemia a 69 si accusi immediatamente un malessere: la percezione del fastidio è personale e talvolta è necessario andare fino a quote inferiori a 60 ml/ dl prima di accusare le prime avvisaglie di una crisi ipoglicemica. Fatta salva questa tolleranza individuale, possiamo dire che avvicinandoci al valore di 50 ml/dl si generano sintomi in tutte le persone.
3 Scarsa concentrazione e sonnolenza. Il corpo cerca di mettersi in uno stato di riposo, poiché mancano le energie per portare avanti gli impegni. 4 Irritabilità. È dovuta alle alterazioni ormonali, che agiscono a livello cerebrale. 5 Nausea. In genere è causata dalla produzione di corpi chetonici, i quali sono i prodotti di scarto di grassi e proteine da cui il corpo cerca di ricavare le energie mancanti.
I disturbi che provoca Il malessere ipoglicemico può comparire in maniera abbastanza repentina, e si manifesta quando l’organismo non riesce più a ottenere gli zuccheri che gli servono utilizzando solo le riserve glucidiche, ma non ha tempo e modo per operare efficacemente la trasformazione di grassi e proteine presenti nel corpo. Elenchiamo allora la sintomatologia “classica”, spiegando comunque che questi stessi disturbi all’inizio compaiono in maniera più sfumata e poi, con il passare dei minuti, possono esacerbarsi fino a giungere agli ultimi dell’elenco, i più seri. Che tuttavia, nelle persone in buona salute, sono meno frequenti.
6 Mal di testa e disturbi visivi. In caso di ipoglicemia è comune la sensazione di abbagliamento. 7 Sudorazione fredda. È causata dal nervo vago, che cerca di riportare il corpo a una condizione di minimo dispendio energetico. 8 Perdita dei sensi. Possiamo considerare questo avvenimento non più come un semplice “sintomo” ma come emergenza medica che necessita di un intervento immediato. ■
ECCO I RIMEDI PIÙ COMUNI Se l’ipoglicemia sopraggiunge in una persona sana, è corretto - ai primi sintomi - somministrare un alimento dal tenore zuccherino. Un succo di frutta è l’ideale, poiché consente un rapido reintegro del glucosio senza però provocare un sovraccarico glicemico che potrebbe causare poco dopo una seconda ipoglicemia, data da una impennata insulinica. Le crisi ipoglicemiche frequenti, però, vanno indagate perché potrebbero nascondere una patologia diabetica data da resistenza insulinica e pertanto è necessario non trascurarle. RIZA Dossier
77
076-077 glicemiaGIULIO.indd 77
15/11/19 16:48