Poste Italiane S.p.A. – spedizione in abbonamento postale – Aut. MBPA/LO-NO/045/A.P./2018- ART.1 COMMA 1- LO /MI - P.I. 30/05/2020 • Riza Dossier + Libro € 14,80
D
vo uo N
R
IZA
ossier Bimestrale Giugno/Luglio 2020 n.24 - € 4,90 Italia
SCELGO DI STARE BENE
BASTANO SOLO DIECI MINUTI AL GIORNO
Ripulisci la mente con la meditazione Così spazzi via subito brutti pensieri, paure, rabbia e insoddisfazione
Cura tante malattie psicosomatiche: • Ipertensione • Tachicardia • Fibromialgia • Stanchezza • Mal di testa • Insonnia • Stipsi e colite • Gastriti AGISCE SUL CERVELLO Migliora efficienza mentale, lucidità e concentrazione
Impara la tecnica
È il miglior antiage
Le posture corrette per meditare bene
Fa ringiovanire le cellule cerebrali
Cover DOSSIER DEF meditazione RAF.indd 1
Usa le essenze Aiutano a creare la giusta atmosfera
18/05/20 17:31
SOMMARIO L’EDITORIALE DI VITTORIO CAPRIOGLIO 3 La meditazione
22
Cura i disturbi intestinali
38
24
È in grado anche di farci restare giovani?
Che cosa dobbiamo aspettarci?
40
Possono affiorare emozioni tristi?
insegna ad ascoltarsi
ALLA SCOPERTA DELLE ORIGINI
LE INDICAZIONI PRATICHE
6
Che cos’è la meditazione?
44
Il giusto atteggiamento del corpo
8
Alla scoperta di questa pratica
46
Come ci si deve posizionare
10
La meditazione fuori dall’Oriente
50
L’importanza della respirazione
LA VALUTAZIONE SCIENTIFICA
COME AGISCE SUL CERVELLO 28
Quali sono gli effetti sulla psiche?
30
È un vero presidio per la difesa delle funzioni cerebrali
LA PREPARAZIONE CORRETTA 34
Come approcciare la pratica
36
Come organizzare bene i tuoi spazi
12
Che cosa ne pensa la ricerca?
14
È efficace per contrastare l’ipertensione
16
È in grado di potenziare il sistema immunitario
18
Funziona anche come anestetico
56
20
Può aiutare contro le patologie di tipo tumorale?
57
TUTTE LE POSSIBILI SCELTE 54
La via dello za-zen
55
La tradizione antica del Vipassana La meditazione trascendentale La variante del Pacifico: Ho’oponopono
RIZA Dossier
4
004-005 sommario.indd 4
18/05/20 17:11
R
IZA
Dossier
Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Direttore generale: Liliana Tieger Progetto grafico: Roberta Marcante Immagini: Adobe Stock, 123rf, Shutterstock Testi a cura di: Giulio Divo Con la consulenza scientifica di: Dottor Raffaele Morelli medico, psichiatra, psicoterapeuta Dottor Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Dottoressa Daniela Marafante medico, psicoterapeuta
58
La chiave moderna: Mindfulness
59
Per rivitalizzare scegli la Kundalini
60
La meditazione dinamica
62
Direttore pubblicità: Doris Tieger Ufficio pubblicità: Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Responsabile Amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio Abbonamenti: Maria Tondini, Clarissa Cazzato Autorizzazione del tribunale di Milano n° 4 del 10/01/2017
Che cosa si intende per meditazione camminata?
ISSN 2531-3371 EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Una copia € 4.90. Arretrati: € 9.80. Abbonamento annuale (6 numeri) Italia: € 18.00 Abbonamento 2 anni (12 numeri): € 31.00. Versamenti da effettuare su C.C.P. 25847203 intestato a Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli 1 - 20122 Milano
RIMEDI VERDI E INTEGRATORI 66
Ecco come puoi aiutare la meditazione
68
La depurazione è importante
70
I minerali e le vitamine che servono
Stampato da Rotolito S.p.a. - Stabilimento di Cernusco sul Naviglio (MI) Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola n° 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI
L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Riza - via L. Anelli, 1 - 20122 Milano. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico Riza verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati vantaggiose proposte commerciali (art. 13 decreto legge 196/2003)
L’APPROCCIO ALIMENTARE 74 78
Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
Per meditare bene come bisogna mangiare?
Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
Ecco i cibi che servono a meditare
RIZA Dossier
5
004-005 sommario.indd 5
18/05/20 17:12
AllA scoPertA delle orIGInI
Alla scoperta di
QUESTA PRATICA La meditazione si afferma storicamente in Oriente ed è collegata all’induismo. Nel tempo è diventata una risorsa comune anche alla tradizione buddista. Oggi non mira a raggiungere il divino, ma a recuperare l’armonia tra mente e corpo
L
i segreti della disciplina. Un piccolo pesce, tuttavia, spiò la coppia divina e apprese tale saggezza, che utilizzò nel proprio percorso di perfezionamento spirituale, diventando il primo yogi della storia.
a storia della meditazione è, in definitiva, antica come l’uomo. Ci sono testimonianze risalenti a settemila anni fa (nell’area dell’odierna India) che ci fanno comprendere come già in quell’epoca le forme di meditazione avessero raggiunto un livello di raffinatezza e di evoluzione che poco ha da invidiare alle pratiche moderne. Curiosa è una leggenda che accompagna la nascita della meditazione, che (in questo caso specifico) è quella yogica: la storia narra di come Shiva decise di insegnare alla sposa Parvati tutti
L’insegnamento dei Rigveda In questi antichi testi sacri, la meditazione è uno strumento che serve essenzialmente a sospendere tutte le attività mentali che distolgono dal vero sé e creano confusione, attaccamento alle cose inutili
RIZA Dossier
8
008-009 MeditazioneGIULIO.indd 8
18/05/20 15:49
Il contributo del buddismo e fanno perdere la propria identità reale. Al contrario, attraverso la pratica meditativa, l’uomo si mette a nudo, può eliminare la tendenza a voler essere diverso da ciò che è, si spoglia delle identità fittizie che crea per vanità o per convenienza e recupera il contatto con la propria divinità interiore. Non dobbiamo dimenticare che in questa fase, il pensiero induista è ancora di tipo religioso e dunque c’è una componente spirituale molto accentuata.
Nel tempo la meditazione è diventata parte integrante del patrimonio buddista e forse, anche se non è storicamente corretto, oggi si tende a identificare le due pratiche. Tuttavia il buddismo ha elaborato una propria modalità di meditazione, cercando di declinarla come sorta di “terapia” al fine di neutralizzare atteggiamenti mentali considerati negativi, distraenti, comunque lontani dalle virtù quali gentilezza, compassione, giustizia, chiarezza, saggezza, solo per fare alcuni esempi. La meditazione buddista ha, come scopo, non il recupero del divino che è dentro di noi ma l’illuminazione, intesa come scoperta della propria dimensione più autentica. Nel tempo ci sono state varie evoluzioni e interpretazioni, ragione per cui ogni “scuola” (anche se è un termine improprio), ha cercato di definire sia la propria pratica, sia la propria specifica finalità. La meditazione, tuttavia, non ha perso la sua caratteristica fondamentale, che consiste nell’eliminazione dei rami secchi del pensiero al fine di trovare una liberazione dalla schiavitù delle cose terrene, in modo da poter raggiungere la piena consapevolezza individuale.
L’influenza degli Upanishad Gli Upanishad sono una raccolta di testi di carattere mistico e filosofico che appartengono all’ultima parte del periodo vedico. Risalgono (almeno la parte più antica) al IX secolo avanti Cristo anche se va ricordato come non ne esista una versione scritta antecedente al 1656. Non si tratta di testi “mirati” a insegnare le tecniche di meditazione, ma questa pratica viene ampiamente citata e se ne suggerisce l’utilità come strumento per l’innalzamento e l’evoluzione del proprio sé. Rispetto ai Veda abbiamo una maggiore definizione della pratica meditativa, che serve a raggiungere l’essenza delle cose; la mente deve disimparare a ragionare per ipotesi e idee astratte, perché queste portano alla sofferenza intesa come angoscia e paura. La meditazione consente di distaccarsi da questa sofferenza. n
RIZA Dossier
9
008-009 MeditazioneGIULIO.indd 9
19/05/20 16:22
COME AGISCE SUL CERVELLO
Quali sono gli effetti
SULLA PSICHE? La meditazione aiuta a combattere gli effetti nocivi dello stress cronico e di conseguenza consente di contrastare in maniera efficace i disturbi d’ansia. Chi la pratica sente minore necessità di assumere farmaci ansiolitici
Q
uando siamo invitati a pensare agli effetti della meditazione, il primo che ci viene a mente è quello legato al recupero del benessere interiore. Fino a ora abbiamo analizzato quelle che sono le conseguenze della pratica sul corpo e in relazione ad alcune malattie (di cui alcune anche molto gravi). Tuttavia dobbiamo sempre pensare che la meditazione è un fatto principalmente mentale e che proprio l’azione sulla psiche permette al corpo di ritrovare il suo equilibrio fisiologico. Potremmo paragonare la sua attività a quella di un impianto di depurazione lungo un fiume: se funziona in maniera efficace restituisce alla corrente acqua limpida, pura, nella quale le specie viventi possono vivere in un ambiente idoneo alle loro necessità. In questo caso, gli inquinanti della nostra metafora sono, essenzialmente, le sostanze biochimiche legate allo stress.
gli stessi meccanismi di allora e avviando quindi la produzione di queste sostanze energizzanti, che hanno la capacità di darci prontezza nel momento di necessità. Tuttavia noi viviamo in una situazione di stress costante che determina un impoverimento organico di nutrienti e zuccheri, alterando così il funzionamento del metabolismo. Ecco allora che si creano stati di ansia
Aiuta a ridurre la produzione degli ormoni dell’aggressività Cominciamo con una notizia che abbiamo già incontrato ma che, in questa sede, torna molto utile: la meditazione è in grado di ridurre i livelli di cortisolo. Il cortisolo è un ormone che viene secreto (insieme a noradrenalina ed epinefrina) nel momento in cui il corpo deve attivare il meccanismo di “difesa o fuga” che, nella notte dei tempi, serviva a cacciare, a combattere o scappare da un nemico o un predatore. Il nostro cervello, oggi, reagisce agli eventi stressanti utilizzando RIZA Dossier
28
028-029 MeditazioneGIULIO.indd 28
18/05/20 16:01
e preoccupazione costante, con un esurimento energetico psicofisico. Tuttavia, nel momento in cui la meditazione riporta la produzione di cortisolo all’interno di valori accettabili, il recupero dalla stanchezza psicofisica diventa più semplice.
del cervello, ovvero l’insieme delle sostanze che servono a mantenere stabile il tono dell’umore. Ma non è tutto: durante la meditazione le cellule cerebrali sono in grado di migliorare le loro attività metaboliche, riducendo il consumo energetico e quindi entrando in uno stato di maggiore tranquillità biologica, che consente una rimozione più efficace delle tossine metaboliche. In questo modo, attraverso la bonifica del terreno biologico cellulare, il cervello è in condizioni ideali per attivare la neurogenesi, ovvero lo sviluppo di cellule cerebrali adulte, partendo dalla riserva di staminali (le cellule “bambine”) che sono presenti nel tessuto encefalico. Di conseguenza avremo più cellule cerebrali, le quali produrranno maggiori quantità di serotonina. E il tono dell’umore tenderà così a stabilizzarsi, consentendo un maggiore controllo dell’ansia. ■
Aumenta la sintesi della serotonina Secondo numerose ricerche condotte da un neurofisiologo dell’Università statunitense di Princeton, Burry Jacobs, la meditazione è in grado di stimolare la produzione di serotonina a livello cerebrale. La serotonina, nota popolarmente come “ormone del buonumore”, è un neurotrasmettitore che permette di “sincronizzare” l’attività degli emisferi cerebrali e, dunque, aiuta anche a restituire un buon equilibrio alla chimica
È UTILE ANCHE CONTRO GLI ATTACCHI DI PANICO L’attacco di panico è l’evento di ansia più acuto che possa accadere a una persona e si tratta di una esperienza fortemente destabilizzante per chi ne soffre. Ebbene la meditazione può essere considerata uno strumento di aiuto contro il panico perché permette di sintetizzare quegli ormoni (come serotonina e dopamina) che hanno una funzione anti-panico. Ma non solo: diminuisce anche la produzione delle sostanze (epinefrina, noradrenalina) che scatenano gli attacchi.
RIZA Dossier
29
028-029 MeditazioneGIULIO.indd 29
18/05/20 16:01
LA PREPARAZIONE CORRETTA
Che cosa dobbiamo
ASPETTARCI?
Che cosa si prova meditando? Passiamo in rassegna quelle che sono le percezioni di tipo psicofisico che vengono riferite più di frequente tra coloro che praticano abitualmente. In modo che non risultino sconosciute e percepite come “sbagliate”
N
oi siamo abituati ad andare in palestra per eliminare la pancetta o per tonificare un muscolo. Andiamo al cinema o a teatro con l’aspettativa di vedere un bello spettacolo, o ancora facciamo un acquisto seguendo lo schema mentale della gratificazione immediata. Questo tipo di aspettativa, nei confronti della meditazione, non serve e non porta ad alcun risultato pratico utile. La meditazione, infatti, non conduce
di per sé a uno stato mentale o fisico che ci fa concludere la pratica con un: “ecco, ho fatto l’esercizio come da programma”. La meditazione è proprio un’altra cosa: dobbiamo definirla come una “osservazione senza intenzione”. Ciò non significa però che non si provi nulla, anzi: durante la seduta è possibile avvertire sensazioni fisiche particolari, che è bene conoscere per non viverle in maniera negativa.
“
La via verso l’equilibrio non è statica ma dinamica: dobbiamo quindi attenderci reazioni da parte del corpo e delle nostre emozioni
“
RIZA Dossier
38
038-039 MeditazioneGIULIO.indd 38
18/05/20 16:07
Una sensazione di solletico Non è rara ed è perfettamente naturale poiché quando la razionalità “molla la presa”, possono affiorare sensazioni spontanee che si producono con l’interazione tra corpo e mente. Il solletico è proprio una di queste.
Spasmi muscolari Questo genere di reazione del corpo può avere due spiegazioni, che non sono però necessariamente in contraddizione tra loro. La prima, di tipo psichico, è relativa al fatto che nella meditazione il corpo “libera” energie soffocate che possono quindi concretizzarsi con movimenti involontari, simili a spasmi muscolari, tremiti del corpo, oscillazioni altrettanto involontarie. Un’altra spiegazione può invece essere di tipo più meccanico e fisiologico e derivare dal fatto che se meditiamo in posizione seduta e non siamo abituati alla postura, i muscoli possono accumulare tensione che poi si libera improvvisamente con spasmi che sono sempre involontari ma perfettamente fisiologici.
dipendono dalle condizioni esterne ma vengono da dentro di noi. A volte queste sensazioni possono anche risultare piacevoli, altre volte, invece, fastidiose. In quest’ultimo caso il suggerimento è quello di interrompere la meditazione cominciando a muoversi in maniera del tutto simile a come faremmo al risveglio mattutino. La respirazione tornerà lentamente alla normalità e la sensazione di variazione di temperatura andrà a scemare. Nel tempo si potrà imparare a controllarla.
Sonnolenza Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una condizione che viene dal profondo. Lo stress accumulato può, nel tempo, determinare la necessità di dormire, che deve essere vissuta come richiesta di riequilibrio delle proprie energie interne. Addormentarsi in meditazione non significa avere “sprecato” una seduta, poiché non si tratta di una lezione. Significa semplicemente avere praticato in un momento in cui il bisogno psicofisico dominante era, appunto, dormire. Ovvero scendere più in profondità per ciò che riguarda il rallentamento delle onde cerebrali.
L’impressione di perdere i propri riferimenti fisici Noi siamo abituati a sapere qual è il “nostro” spazio, cioè quello occupato dal nostro corpo. Ma se per un attimo mettiamo da parte la corporeità ecco che l’espansione della consapevolezza può generare questa idea di “crescita” fisica e di perdita dei propri riferimenti spaziali abituali. Anche in questo caso si tratta di una sensazione normale e che (se dà fastidio) possiamo interrompere semplicemente smettendo di recitare il mantra e iniziando, lentamente, a muoverci per uscire dallo stato meditativo in maniera dolce. Con il tempo impareremo a gestire anche questa condizione in maniera agevole, senza che crei disagi. ■
Ondate di freddo o di calore Vale quanto detto in altre situazioni già espresse. La meditazione può essere accompagnata da ondate di variazioni di temperatura che non
RIZA Dossier
39
038-039 MeditazioneGIULIO.indd 39
18/05/20 16:07
tutte le possibili scelte
La via dello
Za-Zen
deriva dal buddismo e si contraddistingue per la ricerca della vera natura umana. nasce in Giappone e ne ha influenzato notevolmente la cultura nel corso dei secoli
C
non al fine di svuotare la mente e annullare lo stato coscienziale: al contrario tende al ri-conoscersi, inteso come guardarsi dentro e dedicarsi alla contemplazione di sé, alla ricerca della maggiore semplicità possibile. Nello zen ogni cosa è ridotta alla sua essenza e si tratta di una meditazione statica, non troppo profonda.
on il termine zen si intende una particolare forma di buddismo che si è sviluppata in Giappone (anche se è di derivazione cinese) ed è stata poi codificata attorno al V secolo dopo Cristo. La meditazione zen (lo zazen) è basata sull’abbandono dei pensieri, ma
A chi si adatta A coloro che si sentono socialmente costretti e lontani dall’affermazione di sé. A coloro che capiscono di essere troppo accondiscendenti nei confronti degli altri e si impongono inutilmente regole che impediscono loro di vivere al meglio la propria esistenza. Ma soprattutto è utile per tutti coloro che “si perdono” nella mondanità e che sono insoddisfatti della propria vita pur cercando di riempirla con il massimo degli impegni e degli stimoli possibili.
Si può eseguire da soli? La meditazione zen è indicata anche per la pratica solitaria poiché non richiede particolari accorgimenti né a livello respiratorio né mentale. È importante però cercare stabilità nella postura e regolarità nel respiro. In genere le sedute di meditazione zen possono durare anche pochi minuti e si dimostrano particolarmente utili prima di affrontare situazioni o appuntamenti che generano ansia o preoccupazione sproporzionata. Dobbiamo infatti pensare che questo genere di meditazione era tipico anche dei samurai, i quali avevano bisogno di energia, lucidità e concentrazione prima di affrontare una battaglia. n RIZA Dossier
54
054-060 MeditazioneGIULIO.indd 54
18/05/20 16:24
tutte le possibili scelte
La tradizione antica
del Vipassana È una pratica che mira ad elevare la propria componente spirituale, al fine di vedere le cose da una prospettiva differente. Ha origini antichissime e si esegue staticamente
L
e origini di questo tipo di meditazione risalgono addirittura al VI secolo avanti Cristo ed è una tecnica che rientra nel filone delle scuole di tipo buddista. Tuttavia, contrariamente allo za-zen (cioè la meditazione zen), le finalità sono differenti e mirano a una elevazione spirituale, intesa come comprensione della propria natura più autentica. In definitiva si propone di giungere all’illuminazione, così come accadde al Buddha, a cui questo tipo di pratica è ispirata. Il termine Vipassana viene dal sanscrito e significa “vedere chiaramente”. nità per orgoglio, ambizione, desiderio di accettazione sociale. Il distacco dalle cose materiali, che tendono a creare dipendenze e schiavitù, offre una via di uscita nei confronti di tutti quei comportamenti stereotipati che hanno provocato sofferenza e condotti a inseguire illusioni correlate alle idee di successo, di ricchezza e a ciò che è sostanzialmente inutile ma verso il quale proviamo attaccamento, ingordigia e avidità. La visione chiara è quella connessa all’impermanenza, cioè alla trasformazione di tutte le cose, che rende inutili gli sforzi per mantenere tutto uguale. n
L’osservazione delle cose come sono Ciò che contraddistingue la pratica della meditazione Vipassana è il riuscire a vedere le cose per cosa sono realmente. Ciò consente di superare le situazioni che provocano emozioni forti, intense, sgradite, come angoscia e dolore, perché ogni cosa può essere ridotta e divisa, e risulta sostanzialmente impalpabile, di fronte alla vastità dell’universo che ci circonda e verso il quale dovremmo tendere all’armonia.
Chi se ne giova di più Questo genere di meditazione è molto adatta a coloro che si rendono conto di inseguire modelli di comportamento che solleticano la va-
RIZA Dossier
55
054-060 MeditazioneGIULIO.indd 55
18/05/20 16:24