RIZA Speciale: Come depurare il colon

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Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 225 del 19.07.2017 ISSN 2532-6554

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Riza Speciale + Libro € 19,80

RIZA

Bimestrale Febbraio/Marzo 2022 Numero 28 - € 9,90 Italia P.I. 10/02/2022

COME DEPURARE

IL COLON

COSÌ VINCI STIPSI, COLITE E PANCIA GONFIA ELIMINA SUBITO LE FERMENTAZIONI Il programma completo per disinfiammare l’intestino ALLERGIE E INTOLLERANZE Sono fra le cause tipiche del gonfiore addominale: ecco come affrontarle I RIMEDI VERDI CHE FUNZIONANO Le soluzioni dolci per rigenerare il microbiota

LE NUOVE CURE PER IL COLON IRRITABILE

È il disturbo più diffuso e colpisce soprattutto le donne 001 Cover COLON OK.indd 1

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soMMario

DisintossiCa iL CoLon

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com’è fatto e le sue attività

6 Il colon: i segreti di quest’organo i nostri coinquilini

10 Un popolo di batteri che vivono in simbiosi con noi

previeni il rischio diabete

14 Con un colon sano hai meno zuccheri nel sangue

Dimagrire con i batteri

16 Dalla sua salute dipende anche la nostra linea

la relazione inattesa

18 Se è intossicato anche la mente ne risente Difese più attive

22 Con un intestino forte e pulito, ti ammali di meno Un bersaglio facile

26 Un organo che oggi appare più vulnerabile: perché?

l’importanza della prevenzione

28 Quali esami fare per assicurarsi che stia bene? the big killer

30 Tutto quello che serve sapere sul tumore al colon

CUra La sinDroMe Da CoLon irritaBiLe

in pace con la pancia

34 Quando il colon diventa irritabile Un disturbo misterioso

38 Scopriamo le principali cause le indagini da fare

40 Ecco come si diagnostica il programma alimentare

42 L’alimentazione che lo calma subito cure naturali

46 I rimedi verdi per rilassare il colon

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DepUrati eD eLiMina iL GonFiore

perché la pancia “ingrassa”

50 Fermentazioni e gonfiori: quali sono le cause?

i consigli alimentari

54 Togli i cibi che irritano la mucosa intestinale i fermenti vivi

58 Aiutati con i probiotici: quali scegliere in caso di infiammazione

gli alimenti fermentati

62 Mettili anche nel piatto! I cibi ricchi di fermenti vivi

anche da bere

66 I drink fermentati: un sorso di salute a tavola fai così

70 Gli altri alimenti utili per disintossicare subito il colon

la dieta salva colon

74 Il programma per disinfiammare l’intestino

ci aiutano le erbe giuste

78 I rimedi naturali consigliati per il colon “in fiamme” Un’antica pratica di pulizia

82 Il lavaggio del colon: serve davvero? VinCi La stipsi

e

l’intestino pigro

86 Liberati così dalla stitichezza acqua, fibre e un po’ di regolarità

90 Le regole anti stipsi

il programma riattivante

92 Le idee per sbloccare il colon (e l’ago della bilancia) in ogni momento della giornata

l’aiuto della natura

94 I rimedi giusti per un’azione più intensa ed efficace cosa dice la psicosomatica

96 La lettura simbolica: tendi a non esporti

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COM’È FATTO E LE SUE ATTIVITÀ

il colon:

i segreti di quest’organo

la parola InTesTIno

Viene dal latino “intestinum”, il neutro dell’aggettivo “intestinus”, a sua volta derivato dall’avverbio “intus”, “dentro”. Quindi intestino significa “interno”. Infatti si usa anche come aggettivo: “lotte intestine” significa “lotte interne”. L’aggettivo “enterico” significa invece “intestinale”, “relativo all’intestino”. 6

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al punto di vista anatomico l’intestino è la porzione dell’apparato digerente compresa tra il piloro (che lo collega allo stomaco) e l’orifizio anale. In parole semplici è un lungo “budello”, di diametro variabile e lungo mediamente dai 7 agli 8 metri in totale. È l’organo del nostro corpo che ha la maggiore estensione e superficie. La cavità addominale riesce a contenerlo solo perché è ripiegato più volte e avvolto su se stesso. È suddiviso in due tratti principali: il piccolo intestino (chiamato anche “intestino tenue”) e il grande intestino (“intestino crasso”, che comprende il colon). Queste due sezioni sono poi

ulteriormente suddivise in altri segmenti, ognuno dei quali svolge specifiche funzioni fisiologiche. Il colon, in particolare, è una parte dell’intestino ed entrando più nello specifico rappresenta quella porzione intestinale lunga circa un metro e mezzo che parte dalla valvola ileo-cecale (la parte finale dell’intestino definito “tenue”) e raggiunge la parte ultima dell’intestino stesso, quella del cosiddetto “retto”. A sua volta il colon viene suddiviso, in termini anatomici, in alcune parti che sono il cieco, il colon ascendente, il colon trasverso, il colon discendente e il sigma. Vediamo allora più nel dettaglio queste singole parti e come sono, a loro volta, strutturate.

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sCoPriamo le sUe varie ParTi IL COLON ASCENDENTE È la prosecuzione del cieco e prende il nome di ascendente poiché è in posizione verticale rispetto alle altre parti del colon. Ha una lunghezza di circa 15/20 cm e la sua funzione fondamentale è quella di assorbimento dei liquidi e dei sali minerali in essi disciolti. È stato calcolato che sia in grado di assorbire fino a 1800 millilitri di liquidi al giorno, un volume considerevole, tenendo conto della relativa dimensione di questo tratto.

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IL CIECO Si tratta della parte di intestino che ha la funzione di terminare il processo della digestione attraverso l’assorbimento dei nutrienti, la fermentazione delle parti non digerite e la progessiva eliminazione delle sostanze di scarto. Il suo tessuto è molto elastico e svolge la funzione di una sacca di raccolta rifiuti. Nella parte mediale di questa sezione del colon si distacca l’appendice.

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IL COLON TRASVERSO Se paragoniamo il colon a una “strada” all’interno dei nostri visceri, ecco che il colon trasverso rappresenta una sorta di lungo rettilineo che si srotola dopo l’ansa formata dal piegamento verso destra del segmento rappresentato dal colon ascendente. Ha una funzione di raccordo e trasferimento dei residui intestinali destinati all’espulsione. I movimenti che portano all’avanzamento delle masse di scarto sono definiti “peristalsi”.

APPENDICE

RETTO

IL SIGMA È l’ultima parte del colon propriamente detto ed è quella che delimita la fine di esso e il suo confine con l’intestino retto. Il nome sigma dipende dalla sua forma, che ricorda quella di una S. In questa parte, ormai, le funzioni di assorbimento dei nutrienti sono terminate e, dunque, possiamo considerare quest’ultima parte del colon come una struttura di raccordo che favorisce la raccolta delle feci per convogliarle verso la parte terminale dell’intestino.

Fanno parte del sistema nervoso enterico, il nostro secondo cervello, che produce 40 molecole, fra cui neurotrasmettitori e ormoni, in grado di agire sul cervello e modificare i nostri comportamenti.

39mIla mIlIarDI DI BaTTerI È il totale dei microganismi potenzialmente presenti nell’intestino, che costituiscono il microbiota, un microcosmo che ha un ruolo fondamentale per la nostra salute. Si dice che il totale sarebbe molto più elevato, cioè pari a 10 volte il numero delle cellule del corpo (30mila miliardi).

IL COLON DISCENDENTE Si tratta dell’ultima parte del colon, lunga circa 25 centimetri, e si trova nella parte sinistra della cavità addominale. Qui si collega con l’intestino retto e prosegue, come possiamo intuire avendo letto le funzioni dei segmenti d’organo prima descritti, nell’operazione di espulsione delle sostanze di scarto.

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COM’È FATTO E LE SUE ATTIVITÀ

l’ulTIma BarrIera

Superato il colon, non c’è più possibilità di metabolizzazione e i residui alimentari si trasformano in materiale di scarto, non più sfruttabile dall’organismo. Il buon funzionamento dell’intestino crasso è una questione di ritmi, di velocità e di tempi giusti, altrimenti l’assimilazione dei liquidi e dei minerali non avviene correttamente, così come l’espulsione delle feci. Le feci sane sono formate per il 75% da acqua e per il 25% da materiale solido (batteri, fibre non digerite, grasso, materia inorganica, muco, cellule intestinali desquamate e alcune proteine).

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le funzioni che svolge: raccoglie e assorbe i nutrienti Trattando la suddivisione della struttura del colon abbiamo avuto modo di accennare ad alcune delle sue funzioni, che tuttavia andiamo ad approfondire meglio in queste pagine. I compiti di questa sezione dell’intestino sono fondamentalmente tre: 1. raccolta e compattazione delle sostanze di scarto a seguito dei processi digestivi in vista della loro espulsione. 2. Assorbimento dei liquidi e, con essi, degli elettroliti indispensabili per numerosissime funzioni del nostro orga-

nismo. È qui che possiamo soddisfare il nostro fabbisogno di sali minerali. 3. Una terza funzione, per così dire, del colon è anche quella di rappresentare l’habitat ideale per una straordinaria quantità di microrganismi che, tutti insieme, vengono definiti “microbiota intestinale”. Anche se approfondiremo poi il discorso sul microbiota, è importante sapere che è proprio in questa parte dell’intestino che si svolge una importantissima partita biologica per la nostra salute generale (e ■ non solo intestinale).

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i Diversi sTraTi Del Colon La parete del colon è formata da diversi strati. Vi è una parte più interna, la mucosa, a sua volta rivestita dalla sottomucosa. Al di sopra di essa vi sono cellule di tipo muscolari (che servono per i movimenti peristaltici, cioè di avanzamento della massa di rifiuto da espellere) e in fine uno strato sieroso.

LA MUCOSA Questa parte è costituita da cellule che sono “progettate” per l’assorbimento dell’acqua e dei sali minerali. Sono cellule concave e attraverso questa conformazione riescono ad aumentare la superficie in grado di svolgere il compito di assorbimento dei nutrienti. Sempre nella parte della mucosa abbiamo cellule definite “mucipare”, cioè produttrici di muco, che possiamo considerare come un lubrificante in grado di favorire lo scivolamento della massa dei rifiuti lungo l’intestino.

IL RIVESTIMENTO SIEROSO Eccoci giunti alla parte più esterna del colon e dell’intestino in generale. Qui siamo di fronte a quella struttura chiamata peritoneo, che svolge un ruolo di rivestimento protettivo nei confronti dell’intestino stesso. Il peritoneo comunque (e per precisione) non avvolge e protegge solo la parte del colon, ma contiene tutti i visceri addominali. È una struttura sensibile alle contaminazioni batteriche e, dunque, l’integrità delle strutture interne dell’intestino è di fondamentale importanza per evitare gravi infiammazioni, come le peritoniti, che rappresentano per lo più una complicanza severa di una appendicite trascurata.

la perIsTalsI

LA PARTE MUSCOLARE La muscolatura serve a suddividere la massa di scarto e a spingerla verso il canale di uscita naturale. Il particolare aspetto “ad anelli” del colon è dovuto proprio alla conformazione della muscolatura, che deve assicurare movimenti di restringimento del lume (cioè del passaggio), così come di scorrimento. Ecco perché, guardando di profilo la struttura muscolare del colon, può venirci a mente quella di un treno con diversi vagoni.

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LA SOTTOMUCOSA Si tratta di una parte molto vascolarizzata, poiché serve a portare il nutrimento a tutte le cellule intestinali. Oltre ai vasi sanguigni ci sono anche le terminazioni di cui il nostro sistema nervoso si serve per trasportare gli impulsi alle varie cellule. Vale la pena sottolineare come gran parte di questi impulsi siano diretti verso la muscolatura, in modo da governare i movimenti di contrazione e peristalsi.

È il processo meccanico che consente la progressione del chimo verso la parte successiva dell’intestino, e quindi verso l’espulsione. I movimenti peristaltici sono ottenuti da una contrazione delle fibre muscolari circolari, che stringono e poi rilasciano una zona limitata dell’intestino e poi le successive. Durante la peristalsi, oltre all’avanzamento del chimo, si ha anche la sua rotazione in senso antiorario. Colon

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I NOSTRI COINQUILINI

Un popolo di Batteri

che vivono in simbiosi con noi Grazie agli studi recenti possiamo dire senza timore che la flora batterica condiziona la salute di tutto l’organismo

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ttorno agli anni ’20 del secolo scorso un professore di microbiologia della Northwestern University di Chicago, Arthur Isaac Kendall, diede alle stampe diversi volumi aventi per argomento la presenza di numerosi batteri e altri microrganismi all’interno dell’intestino umano e, segnatamente, del colon. Si tratta dei primi studi sul cosiddetto microbiota intestinale il quale, per molto tempo, è rimasto un mistero biologico 10

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di cui non si riusciva a comprendere né l’importanza per la nostra salute né le interazioni di tipo biologico che poteva avere con altri organi del corpo umano. Oggi lo studio del microbiota (intestinale, in questo caso, ma ci sono anche altri tipi di microbiota, dislocati in diverse aree del corpo) rappresenta una delle direttrici di ricerca più interessanti e si ritiene che aumentando le conoscenze sul suo funzionamento, molte patologie potranno finalmente trovare una loro soluzione.

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Tuttavia è bene procedere con ordine e cominciare a descrivere che cos’è, esattamente, il microbiota intestinale.

Un nuovo organo del corpo

Moltiplica il patrimonio genetico L’aspetto più interessante, per ciò che riguarda il microbiota nel suo insieme, è il

seguente: essendo questo composto da una incredibile varietà di microrganismi, ed avendo ognuno di essi un proprio patrimonio genetico, noi possiamo pensare a ragione di essere il frutto di una interazione biologica molto particolare; ci siamo noi, con i nostri 50mila geni specifici della nostra appartenenza al genere umano, e poi ci sono i microrganismi del microbiota (alcuni calcoli indicano che potremmo ospitare fino a 100mila specie diverse di microbi) che mettono a nostra disposizione il loro stesso patrimonio genetico in aggiunta al nostro, per un totale di circa 500mila geni che sono necessari alla nostra sopravvivenza. Questo è anche il motivo per cui, oggi, viene sempre più spesso utilizzata la dicitura “microbioma” al posto di “microbiota”: serve a indicare l’importanza del genoma microbico che “lavora” insieme al nostro in un regime di mutua collaborazione e aiuto.

Influenzano il peso forma

Più recentemente si è individuata una connessione tra microbiota e peso forma e tra microbiota e benessere psichico, nel senso che i microrganismi intestinali possono influenzare l’accumulo di adipe e partecipano alla sintesi della serotonina, neurotrasmettitore connesso anche al rilassamento e al buonumore.

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Cominciamo allora con il dire che la complessità delle funzioni del microbiota è tale da farci ritenere che questo debba essere considerato come un vero e proprio organo a sé, dotato di funzioni specifiche. Si tratta, in sostanza, di una quantità di microrganismi (tra cui batteri, virus, miceti, protozoi) che dimora nel nostro intestino, colonizzandolo secondo una relazione che viene definita “simbiontica”. Con questo termine si indica quel tipo di relazione biologica per cui i microrganismi citati ricevono da noi calore e nutrimento e, in cambio, producono sostanze che sono utili alla protezione della nostra salute. Se dobbiamo dare delle cifre che ci possono aiutare a comprendere l’entità del microbiota, cominciamo con il dire che se immaginiamo di raccogliere tutti questi microrganismi e pesarli, il loro peso – appunto – non sarebbe inferiore al chilogrammo. Insomma, il microbiota nel suo complesso pesa più dei reni e poco meno di un cervello adulto.

Genoma fisso e variabile Alla nascita un bambino possiede i geni (circa 50mila) ereditati da mamma e papà in un ambiente biologico particolare. Già al momento della nascita, il bambino viene a contatto con l’ambiente esterno e il passaggio attraverso il canale del parto fa sì che immediatamente le sue mucose siano colonizzate da lattobacilli, i quali provvedono subito a proteggere il neonato da possibili infezioni di microrganismi patogeni. I lattobacilli che si ricevono alla nascita rappresentano il primo contatto con il genoma variabile, cioè quello dell’ambiente, che noi andiamo poi a selezionare con la dieta, le abitudini di vita, la nostra stessa storia familiare. Il genoma variabile non si eredita, ma si acquisisce nel corso del tempo e della vita.

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I NOSTRI COINQUILINI

conosciamo i microrganismi chiave per il benessere BATTERI BUONI

BATTERI BUONI

Il TesT CHe mIsura la saluTe

È possibile verificare le condizioni della propria flora batterica tramite il Disbiosi test, un esame che, tramite una verifica su un campione di urine, verifica la presenza di due sostanze, lo scatolo e l’indicano. Sono sostanze che se prodotte in eccesso segnalano una superpresenza anomala di batteri. 12

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Abbiamo accennato a come l’insieme di tutti i microrganismi che colonizzano le anse del nostro intestino (e, quindi, del colon) svolga un’azione insostituibile e positiva per la nostra stessa vita. Ma andiamo a vedere più nello specifico quali sono questi stessi microrganismi. E a dare una prima sbirciata alle loro funzioni.

le dUe FaMiglie prevalenti: BacteroideteS e FirMicUteS Allo stato attuale delle nostre conoscenze, possiamo dire che una flora intestinale normale prevede in primo luogo la prevalenza di due grandi famiglie, quella dei batteroidi e quella dei firmicuti. I primi sono preponderanti nell’intestino umano e sono preposti alla degradazione degli zuccheri e delle proteine. In genere costituiscono un buon 50% del totale della popolazione batterica intestinale. Dobbiamo

BATTERI CATTIVI

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comunque tenere sempre presente che i batteroidi costituiscono a loro volta una famiglia con tanti “rami” differenti, ragione per cui anche all’interno di questa popolazione avremo suddivisioni ulteriori. I firmucuti possono giungere a essere il 40% circa dei microrganismi intestinali. Anch’essi si suddividono poi in famiglie specifiche ma possiamo dire che sono accomunati dal fatto di favorire l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi animali.

altri Batteri iMportanti Anche se queste due famiglie, insieme, possono superare ampiamente l’80% del totale, non possiamo certo trascurare altri ceppi batterici che, sebbene siano minori per numero, non sono certo meno importanti per ruolo. Citiamo allora quelli che appartengono al genere Prevotella, i qua-

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li sono abbondanti soprattutto tra coloro che consumano una grande quantità di alimenti vegetali, ricchi di fibre. I batteri appartenenti alla famiglia Ruminococcus (come forse suggerisce il loro nome) sono per certi versi simili a quelli che abbondando nelle vie digestive dei ruminanti e servono essenzialmente per la digestione degli zuccheri complessi (detti anche polisaccaridi), anch’essi di origine vegetale. Chiudiamo la nostra descrizione delle varie famiglie batteriche con i Proteobacteroides, che non dovrebbero mai essere più dell’8% del totale della popolazione microbica. I proteobatteri, infatti, sono anche indicatori di infiammazione intestinale, poiché proliferano quando c’è una alterazione della qualità delle mucose e, in un circolo vizioso, anch’essi concorrono poi a peggiorare il quadro infiammatorio.

ci Sono ancHe i patogeni (Ma Sono Sotto controllo) Un aspetto importante che deve essere sempre considerato, quando parliamo

Firmicutes di microbiota intestinale, è il seguente: la varietà microbica è la sua ricchezza e, dunque, la distinzione tra batteri “buoni” e “cattivi” è abbastanza arbitraria. Infatti, nel nostro microbiota, ci sono anche patogeni accertati come l’Escherichia coli o il Clostridium difficilis, tuttavia l’equilibrio microbico interno al microbiota stesso fa sì che la loro popolazione rimanga confinata al di sotto del livello di guardia e non possiamo escludere che la loro presenza in piccole comunità possa avere un ruolo positivo per la nostra stessa salute. Ecco perché, contrariamente a quanto si poteva ipotizzare fino a non troppi anni fa, non è desiderabile l’eliminazione dei batteri dal nostro organismo ma, al contrario, si deve cercare di creare le condizioni per l’equilibrio. Tale equilibrio, come dicono i medici, prende il nome di eubiosi, mentre lo squi■ librio viene definito disbiosi.

l’umore ne rIsenTe

Molti disturbi psichiatrici affondano infatti le proprie radici in deficit o squilibri di alcuni “batteri buoni” del nostro microbiota, che hanno il compito di produrre certe sostanze indispensabili per il nostro equilibrio psichico: è il caso, per esempio, di neurotrasmettitori molto noti come dopamina, serotonina, glutammato e acido gamma-amminobutirrico.

LA DISBIOSI COME POSSIBILE CAUSA DI DISTURBI Lo squilibrio tra i batteri della flora può essere considerato un potenziale pericolo per la salute. Mancando i batteri utili alla sintesi delle vitamine (come quelle del gruppo B o la vitamina K) possiamo avere problemi di anemia o di coagulazione del sangue. L’infiammazione delle pareti interne dell’intestino può determinare una maggiore difficoltà nell’assorbimento dei nutrienti e una perdita di liquidi. L’attenzione alla salute intestinale rappresenta una importante chiave di volta per la protezione della salute.

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PREVIENI IL RISCHIO DIABETE

con un colon sano hai meno

ZUccHeri nel SangUe

Anche in questo caso si fanno sempre più numerosi gli studi che vedono coinvolti i batteri dell’intestino

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egli ultimi anni gli studi sul microbiota intestinale hanno portato sotto i riflettori della ricerca medica una questione molto importante: esiste una correlazione tra uno stato di disbiosi e il diabete di tipo 2, cioè quello non insulinodipendente? La risposta è affermativa, anche se va chiarita nei suoi aspetti più importanti. Cominciamo allora con il dire che, attualmente, un individuo su

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14 nel mondo soffre di quella condizione che chiamiamo pre-diabete, intolleranza glucidica o ancora resistenza insulinica. Si tratta di una situazione particolare, dove assistiamo a una difficoltà da parte dell’organismo a metabolizzare correttamente gli zuccheri e che costringe il pancreas a un superlavoro per consentire alle cellule dell’organismo di “aprire le porte” una corretta assimilazione degli zuccheri che circolano nel sangue.

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Una ricerca SvedeSe Ha rivolUZionato le noStre conoScenZe A oggi uno dei farmaci più usati per il controllo di questa situazione è la metformina, che svolge molto bene il compito di ridurre la glicemia. Tuttavia questa medicina ha un effetto collaterale non trascurabile: altera la flora batterica intestinale e, infatti, la sua assunzione è spesso gravata da disturbi addominali di vario genere. Alcuni ricercatori svedesi, guidati da Frederik Backhed dell’Università di Goteborg hanno allora cercato di riavvolgere il nastro della ricerca e hanno notato (studiando un campione di 1500 individui affetti da intolleranza glucidica ma non ancora trattati con metformina) che il loro microbiota aveva subito alcune alterazioni caratteristiche, e risultava impoverito di quei microrganismi che sono naturalmente addetti alla “demolizione” degli zuccheri nel tratto intestinale. Le conclusioni di Backhed sono molto chiare e lo stesso scienziato svedese ha dichiarato che lo studio del microbiota (e in particolare dei suoi squilibri) potrebbe essere la chiave per prevenire lo stato di intolleranza glucidica senza ricorrere alla metformina, farmaco utile per ridurre il tasso glicemico ma che, a sua volta, peggiora la situazione del microbiota intestinale.

BiSogna intervenire SUllo Stato di diSBioSi La ricerca svedese (pubblicata sulla prestigiosa rivista Cell) conferma una volta di più come lo stato di disbiosi intestinale possa essere una causa scatenante del pre-diabete prima e del diabete come diretta conseguenza. Entrando nello specifico gli scienziati scandinavi hanno notato la ridotta presenza di alcuni batteri come Clostridiales, Flavonifractor plautii, Coprococcus eutactus, Alisipes obesi e Intestinomonas butyriciproducens. Tutti questi batteri hanno una caratteristica in comune: nelle anse intestinali sono grandi produttori di una sostanza, il butirrato, un acido grasso che ha un’azione antinfiammatoria.

DISBIOSI INTESTINALE Lattobacilli Bifidobatteri

Batteri normali

Disbatteriosi

l’inFiaMMaZione e l’alterata riSpoSta all’inSUlina Quando le pareti interne dell’intestino si infiammano, si producono molte sostanze che finiscono nel circolo sanguigno. La mancanza di integrità delle mucose intestinali consente il fenomeno della permeabilità intestinale. Se le pareti interne sono infiammate, si comportano un po’ come una calza smagliata, che lascia passare le tossine che determinano uno stato infiammatorio generalizzato. Nei soggetti affetti da diabete di tipo 2 si verifica, a livello intestinale, un’abnorme produzione di un acido chiamato imidazol-propionico che nel tempo altera la risposta cellulare all’azione dell’insulina. ■

GlI esperImenTI mICroBICI

Alcuni esperimenti hanno visto che la massiccia presenza di un batterio gram-negativo, l’Enterobacter cloacae (E. cloacae), era associata a una maggior incidenza di diabete di tipo 2, mentre quando l’Enterobacter cloacae è stato sostituito da batteri benefici, le cellule del pancreas non hanno subito alcuna modificazione.

la risPosTa PraTiCa? CorreGGere il miCrobioma Se i meccanismi appena descritti sono piuttosto complessi da un punto di vista biochimico, la strada che si sta aprendo per la prevenzione e magari anche la cura del diabete di tipo 2 è piuttosto chiara e prevede una decisa correzione della qualità del microbiota, andando quindi ad arricchire la popolazione microbica di quei batteri prima citati, in grado di produrre butirrato e, così, ripristinare l’integrità delle mucose intestinali.

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