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Cani che non amano troppo - Carlo Pirola
Cani che non amano troppo
Il concetto di amore che vivono i nostri cani è molto diverso da quello che abbiamo noi nei loro confronti.
Di questo “amore tra noi” si parla e scrive da tempo, ma resta ancora un tema troppo poco indagato. Considerata la sua attualità, può essere utile conoscerne le dinamiche.
Nel 2016 uscì un articolo di Oscar Grazioli, intitolato “Se gli umani amano troppo i loro amici a quattro zampe”. Era la recensione di uno studio di Stanley Coren, famoso divulgatore cinofilo, che testimoniava quanto i cani non siano quasi mai tranquilli quando ci lanciamo a fionda ad abbracciarli. Girano la testa, sbadigliano, spalancano gli occhi.
Educatore cinofilo, istruttore comportamentalista.
Il tutto è basato su una ricerca per immagini fatta da Coren sul web. Sì, in effetti basta andare in rete e digitare “cane bambino” (giusto per fare un esempio importante) e passare le numerose immagini che dovrebbero testimoniare la tenerezza e l’amore che vorremmo esistesse tra i bambini e i cani. È vero, quasi sempre il cane di turno si mostra infastidito, per non dire a disagio.
Non c’è bisogno di essere dei geni per cogliere queste espressioni di insofferenza. Ma se ne vogliamo avere certezza, basta andare a leggere un bel libro: “L’intesa con il cane: I segnali calmanti”. Scopriremmo allora che, pensa un po’, i cani comunicano e, in barba ai fotografi professionisti o dilettanti, ci mandano segnali estremamente chiari che possiamo cogliere con facilità. Giusto per capirci, lo fanno anche i gatti, i topi, ma anche le balene…
Potremmo poi chiederci se sia amore quello che ci spinge a soffocare grossolanamente degli animali. Quando era piccolo, un mio nipote si lanciò ad abbracciare un grande cane gridando felice “un orso polare!”. Era un maremmano, grazie a dio bonario… Gli fu spiegata una serie di principi generali e non lo fece più. Quando invece è un adulto a prendersi tali licenze, la cosa cambia. E se pensiamo a quante persone esagerano nelle effusioni con cani sconosciuti, viene da dire che: • Il cane si dimostra un animale quasi sempre assai paziente • Esiste il dio dei pazzi • A questo mondo c’è molto bisogno di amore
Già, l’amore. Perché il problema sta forse in questo fraintendimento. Sta nel ritenere che a tutti i cani risultino piacevoli le nostre espressioni amorose più estreme, a prescindere da tutto. Coren ci fa notare che forse è quasi il contrario… con qualche eccezione di individui disposti a qualsiasi manipolazione in qualsiasi momento. Eccezioni, ripeto…
Coren medesimo, già nel 2009, era uscito con il bel saggio “Capire il linguaggio dei cani”, uno dei più bei tentativi di ricordare alla vasta platea che se il cane scodinzola non è sempre contento, se sbadiglia non ha sempre sonno, se ringhia non è necessariamente “cattivo”. Sta soltanto parlando. E spesso sta chiedendo con discrezione di rispettare la sua natura animale. Cambieranno mai le cose? Mah, non ci spero tanto… Dovrebbe mutare, prima di tutto, il modo con cui i media umanizzano con pressappochismo gli animali, e i cani in primis, creando leggende e immaginazioni risibili. Però, almeno noi, non dispregiamo i nostri cani, perché non cantano in coro a Natale, o perché non mettono la zampa sulla spalla dei bambini. Sono loro, quelli normali. Per i cowboy resta poco da fare.
Letture consigliate
• https://www.ilgiornale.it/news/politica/se-umani-amano-troppoi-loro-amici-quattro-zampe-1255178.html • Turid Rugaas. L’intesa con il cane: I segnali calmanti, Haqihana, 2015. • Stenley Coren. Capire il linguaggio dei cani, Franco Muzzio Editore, 2009.
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