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Consigli dOC - Carlo Alfaro

Consigli DoC

Invitiamo sempre i nostri lettori a scriverci i loro dubbi, per essere guidati nell'acquisire informazioni utili a compiere scelte più consapevoli sui loro problemi. In questo modo sarà possibile intraprendere azioni volte a proteggere e promuovere la propria salute e il benessere.

Chi è Carlo Alfaro

Medico pediatra, ricopre l’incarico di Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi, dove è anche titolare di incarico professionale di consulenza, studio e ricerca di Adolescentologia. Consigliere nel Direttivo della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA). Appassionato di divulgazione scientifica e culturale, dal 2015 è giornalista pubblicista.

VACCINI ANTI COVID AI BAMBINI

?È in corso tra i genitori della chat dei nostri bambini un acceso dibattito se sia giusto vaccinare per il Covid i piccoli, qual è la scelta migliore? ! Il punto cruciale nella scelta se effettuare o meno un intervento vaccinale è la valutazione del rapporto tra il rischio della malattia e quello legato ad eventuali effetti collaterali del vaccino. Riguardo al rischio del Covid per i minori, mentre nella prima ondata la proporzione dei bambini e adolescenti coinvolti era molto limitata, a partire dall’estate il numero dei casi pediatrici nel mondo è salito, sia per l’affermarsi della variante Delta, più diffusiva, sia per la minore suscettibilità della fascia adulta sempre più coperta dalla vaccinazione. Naturalmente, crescendo il numero di infezioni, aumentano proporzionalmente i casi più gravi, soprattutto nelle fasce più deboli per malattie preesistenti. Da luglio a settembre, i casi in età evolutiva di COVID-19 sono aumentati di circa il 240% negli Stati Uniti. In Italia, nel periodo 13-26 settembre 2021, nella popolazione 0-19 anni l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) riporta 13.352 nuovi casi con 125 ospedalizzati e 1 decesso. Inoltre, il COVID-19 si può seppur raramente associare in età pediatrica e adolescenziale a sequele a lungo termine quali Long Covid e Sindrome Infiammatoria Multi-organo (MIS). Non ultimo, c’è il problema della trasmissione del virus da giovani pauci-sintomatici agli anziani di casa e dello sviluppo di nuove varianti nel caso il virus si replichi nella fascia dei minori non immunizzati. Riguardo ai rischi dei vaccini, gli studi attualmente in corso, limitatati alle fasce 6 mesi-2 anni e 5-11 anni, sembrano rassicurare sulla mancanza di effetti avversi rilevanti. In virtù di tutte queste considerazioni, le società scientifiche pediatriche si sono espresse favorevolmente alla vaccinazione in età evolutiva. Pfizer ha già presentato alla FDA (l’agenzia americana dei farmaci) domanda di autorizzazione per i bambini tra 5 e 11 anni, in base allo studio di fase 2-3 che mostra un profilo di sicurezza favorevole e una robusta risposta in termini di anticorpi neutralizzanti nei bambini di questa fascia di età. Nello studio è stato utilizzato un regime a due dosi di 10 microgrammi (μg) a distanza di 21 giorni l’una dall’altra (un terzo della dose per adulti, in quanto dopo i 12 anni si usano due dosi da 30 μg). Riguardo alla sicurezza, però, dallo studio emerge solo l’assenza di effetti collaterali non rari (essendo stati testati solo 2.200 bambini), in quanto quelli rari si notano di solito solo nell’uso su larga scala di un vaccino. In conclusione, l’orientamento più condiviso dalla comunità scientifica è che sia giusto estendere la vaccinazione anti-Covid anche ai bambini, perché la vaccinazione universale rappresenta l’unica arma definitiva contro il COVID-19, ma è auspicabile che possano essere effettuati studi su numeri maggiori.

DUBBI SULLO SVEZZAMENTO

Sono la mamma di un bambino di quattro mesi che sta crescendo bene col mio latte, ma mi chiedo quando sia il momento di svezzarlo perché sto ricevendo pareri discordanti.

!Le istituzioni pediatriche raccomandano l’inizio della cosiddetta “alimentazione complementare” non prima dei quattro e non dopo i sette mesi, ma preferibilmente a sei mesi, soprattutto se si usa il latte materno. Se si anticipa molto, il rischio è quello di perdere nutrienti importanti che derivano dal latte materno o da quello artificiale. Se al contrario si posticipa troppo, si può andare incontro a carenze di micronutrienti e allergie. È comunque importante valutare i segnali che il bambino è pronto per introdurre alimenti solidi, come la capacità di stare seduto, di tenere la testa dritta, di prendere i cibi morbidi con le mani e portarli alla bocca. I cibi vanno offerti con il cucchiaino, senza forzare il bambino, consentendogli di toccare il cibo nel piatto e mangiare con le mani. È importante che il bambino mangi seduto con la schiena eretta (preferibilmente nel seggiolone) per evitare il rischio di soffocamento e per permettergli di partecipare attivamente al pasto, anche pasticciando con il cibo. Non si deve insistere se non gradisce qualche alimento, ma alternare cibi diversi per colore, sapore e consistenza. Il cibo inizialmente non accettato va però riproposto con pazienza in giornate successive, eventualmente preparato in modo diverso. Oggi si consiglia moltissimo l’alimentazione “responsiva”, che consiste nella capacità del genitore di recepire e rispondere ai segnali di fame e di sazietà del bambino senza obbligarlo a orari e schemi standardizzati. L’alimentazione proposta deve essere il più possibile simile a quella consumata dagli altri componenti della famiglia, sana, equilibrata, variata e completa, con cotture semplici e nel rispetto della stagionalità e del consumo a kilometro zero.

ASMA E TEMPORALI

Sono una ragazza di Napoli di 24 anni e ho il terrore dei temporali, ma non per un fatto psicologico, bensì perché dopo ogni forte temporale ho un’asma fortissimo e qualche volta sono stata anche? ricoverata, possibile che sia allergica ai temporali?

L’asma da temporale (thunderstorm-related asthma) è una realtà clinica nota: si verificano proprio delle “epidemie” di asma grave, durante e dopo eventi temporaleschi. Questo accade nei periodi di fioritura di piante allergeniche in chi è allergico a parietaria, graminacee, olivo. Si pensa che durante il temporale si verifichi, causa vento, pioggia e umidità, una rottura dei pollini in piccoli frammenti e le micro-particelle liberate, contenenti le molecole allergeniche, siano in grado di penetrare più profondamente nelle vie respiratorie e provocare asma intenso. È importante il buon controllo dell’asma per prevenire queste riacutizzazioni ed evitare di uscire col temporale in corso, oltre a iniziare tempestivamente la cura ai primi sintomi.

PREDISPOSIZIONE GENETICA AL COVID

Ho letto che ammalarsi o meno di COVID-19 - e in quale gravità - dipenda dalla predisposizione genetica, è vero?

Effettivamente la risposta all’infezione da SARS-CoV-2 è estremamente eterogenea da soggetto a soggetto, da casi asintomatici a forme lievi, intermedie, gravi o gravissime, anche nella stessa famiglia. A parte altri fattori, la genetica sembra essere determinante in ciò. Un grande studio genetico su scala mondiale, che ha esaminato il DNA di quasi 50mila persone positive al COVID-19 e 2 milioni di soggetti sani di controllo, pubblicato su Nature, ha individuato 13 regioni del DNA (loci) associate ad aumento della suscettibilità all’infezione e al rischio di sviluppare forme gravi di malattia. Molto studiato per spiegare la suscettibilità individuale al virus è il sistema degli interferoni, molecole ad azione infiammatoria prodotte dal nostro organismo per difenderci da infezioni virali e tumori. Nel caso del Covid, la produzione di interferoni (soprattutto di quelli di tipo I e di tipo III) è diminuita o ritardata, oppure gli interferoni sono distrutti da auto-anticorpi nei soggetti più gravemente colpiti e con una abnorme risposta infiammatoria.

NEOFOBIA ALIMENTARE

Come posso fare, il mio bambino di 2 anni e mezzo rifiuta di mangiare tutto tranne pochissime cose, è una disperazione! ? Per i bambini dai 18 ai 36 mesi circa sono normali la oppositività e la neofobia alimentare, che nascono come meccanismi naturali di difesa dal rischio di ingerire tossici e per strutturare la propria! personalità. È importante che non si scoraggi e mantenga un atteggiamento positivo e rispettoso di fronte ai rifiuti del suo bambino. Cerchi di fargli apprezzare il valore del cibo coinvolgendolo nella spesa, nella cucina, nella preparazione della tavola, facendogli condividere il pasto con gli adulti, in modo da imitare i genitori nella pratica di una buona alimentazione e familiarizzare con forme, colori, odori, consistenze del cibo prima ancora che con i sapori.

Offrire non vuol dire insistere, altrimenti si aumenterà il rifiuto del bambino. Si calcola possono essere necessari anche 20 o 30 assaggi per abituarsi e apprezzare un sapore nuovo!

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