5 minute read

avanti insieme, per raggiungere l’autosufficienza di sangue e plasma

Giampietro Briola Responsabile del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Manerbio (Brescia) e donatore di sangue dal 1982. Nel 2018 è diventato Presidente Nazionale AVIS, l’Associazione Volontari Italiani del Sangue ed è stato recentemente riconfermato fino al 2024. La donazione di sangue è un atto di solidarietà e di altruismo che ha trasmesso al figlio, che da qualche anno lo accompagna nelle sedute di trasfusione. Di padre in figlio, con gran senso di responsabilità, per aiutare a vincere la sfida per raggiungere l’autosufficienza dei plasmaderivati. INFORMAZIONE Giampietro Briola intervistato da Lorella Bertoglio Giornalista scientifica

Come è andata la raccolta di sangue durante la pandemia del 2020?

Inaspettatamente è andata bene e oltre le nostre aspettative, perché i donatori hanno risposto in maniera molto generosa, nonostante le difficoltà del periodo e siamo arrivati alla fine dell'anno scorso con un calo del 4%, praticamente insignificante. Abbiamo avuto forte riduzione delle donazioni nel Giugno del 2021, ma va attribuito soprattutto alla carenza degli operatori dedicati alla raccolta del sangue. Negli ultimi mesi la situazione si è di nuovo regolarizzata.

A chi volesse diventare donatore di sangue, ma è ancora indeciso, possiamo ricordare che al donatore vengono controllati periodicamente alcuni parametri? È sempre una buona occasione per tenere sotto controllo la propria salute. In cosa consiste questa visita periodica?

Fare il donatore comporta due aspetti importanti e fondamentali. Il primo riguarda i donatori ai quali chiediamo di condurre uno stile di vita sano e regolare che deve essere mantenuto nel tempo e così facendo cerchiamo di fare un’opera di prevenzione. Il secondo aspetto riguarda l’opportunità che viene data loro di sottoporsi ad una serie di controlli trimestrali su alcuni “marcatori di salute”, come l’emocromo, la funzionalità epatica e renale e le malattie infettive trasmissibili. Questi dati vengono completati una volta l’anno con l’esame della ferritina, del colesterolo e in alcune regioni anche il PSA (Prostate Specific Antigen, Antigene Prostatico Specifico) per gli uomini. Questo ci consente di verificare lo stato generale dei donatori che in più di un’occasione sono diventati pazienti, perché si è scoperto che avevano degli esami alterati.

Ricorda un caso in particolare?

Si, è di 15 giorni fa, riguarda un donatore che ha scoperto di avere la leucemia. Immediatamente è stato trattato, messo in terapia e sta proseguendo le sue cure. Se non fosse stato per la seduta di trasfusione, forse non l’avrebbe scoperto così precocemente, fattore, questo, che molto spesso migliora la prognosi della malattia.

Chi è il candidato ideale?

Si può diventare donatori dai 18 e non oltre i 60 anni (tra i 61 e i 70 anni si può continuare a donare, previa valutazione clinica del proprio stato di salute e dei principali fattori di rischio correlati all’età) e se: • Si è in buone condizioni di salute • Non ci sono patologie particolari • Non si assumono terapie per curare quelle patologie

Il motivo è presto detto. Il donatore ideale deve mettersi a disposizione con una certa periodicità. Se supera l’età indicata, difficilmente potrà mantenere il suo impegno nel tempo, perché spesso può aumentare l’incidenza di malattie croniche o sistemiche.

https://www.avis.it/it/la-donazione

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un suo recente discorso, ha parlato dell'opera preziosa dei donatori durante la pandemia. A proposito di Istituzioni, cosa state facendo per spingerle ad ascoltare le vostre istanze e prendere in seria considerazione il sistema trasfusionale italiano?

Noi stiamo insistendo affinché le raccolte di sangue non siano unicamente a carico delle Associazioni come AVIS. Dati alla mano, ci siamo resi conto che, grazie al nostro aiuto, la raccolta ha mantenuto i numeri di sempre, perché noi teniamo aperti gli ambulatori anche il sabato e la domenica, facilitando la donazione delle persone che lavorano. Questo non viene fatto dal

Servizio Pubblico che ha giorni e orari predefiniti, che tagliano fuori molte persone volenterose, ma che hanno impegni incompatibili. È anche molto importante impegnarsi tutti in insieme per inserire nella raccolta di sangue e di plasma i medici specializzati. La coperta è sempre corta. Con la campagna vaccinale contro il COVID-19, molti medici ed infermieri sono stati cooptati per somministrare le vaccinazioni. E questo ha svuotato di risorse umane molte realtà come la nostra e ci siamo ritrovati senza personale per effettuare i prelievi. Assurdo ma vero!

Lei è stato riconfermato Presidente AVIS fino al 2024. Quali sono le priorità di questo suo secondo mandato e quali impegni vi siete presi per riuscire ad incrementare la raccolta?

Il primo obiettivo è mantenere l’autosufficienza di donazioni di sangue intero e quindi della disponibilità di globuli rossi. Nei prossimi quattro anni il mio sogno è anche quello di raggiungere l’autosufficienza delle donazioni di plasma per la produzione di farmaci plasmaderivati. Non sarà facile, perché ci siamo cimentati con le fatiche della pandemia da COVID, con tutta la riorganizzazione, il distanziamento, la programmazione, ma soprattutto cominciamo a misurarci con il problema legato al calo demografico. Da anni nascono sempre meno bambini e il numero dei giovani potenziali donatori diminuisce di conseguenza. A fronte di un aumento dell’età media dei nostri cittadini nei quali, a causa dell’età, aumentano le patologie croniche e aumenta la richiesta di globuli rossi e di farmaci plasmaderivati. Va aggiunto che la possibilità di diagnosticare precocemente alcune malattie rare, immunodeficienze o patologie neurologiche, richiederà una sempre maggiore disponibilità di immunoglobuline. Il nostro obiettivo è di sganciarci dal mercato internazionale delle immunoglobuline e di puntare il più possibile all'autosufficienza. Questa sarà la nostra scommessa sulla quale dobbiamo lavorare tutti in insieme.

Se dovesse fare un appello alle persone che ci stanno leggendo, cosa si sente di dire?

Richiamerei al senso di responsabilità, perché quando una persona ha problemi di salute e deve andare in ospedale, ha il diritto di trovare tutte le risposte più adeguate alle sue esigenze, che siano di tipo diagnostico o terapeutico.

Il sangue non può essere prodotto artificialmente, ma solo donato.

Per questo, ognuno di noi deve sentire la responsabilità di metterlo a disposizione della comunità.

Non tutti sanno che...

1. Sicurezza La sicurezza degli emocomponenti trasfusi (globuli rossi, piastrine, plasma), oltre alla tutela della salute di chi dona sangue e di chi lo riceve, costituisce l’obiettivo primario del Servizio Sanitario Nazionale e di AVIS. 2. Finalità

Emovigilanza: • Accurata selezione del donatore • Indagini di laboratorio di ultima generazione • Buon uso del sangue • Salvaguardare la salute del donatore • Escludere la trasmissione di malattie infettive • Verificare la corrispondenza del gruppo sanguigno

PER

Per molti pazienti, il sangue e gli emo -componenti (globuli rossi, piastrine, plasma, plasmaderivati, fattori della coagulazione, immunoglobuline, albumina…) sono indispensabili alla loro sopravvivenza: • Nei servizi di primo soccorso e di emergenza/urgenza; • In molti interventi chirurgici, nei trapianti di organo e di midollo osseo; • Nella cura di malattie oncologiche ed ematologiche; • In varie forme di anemia cronica, immunodeficienze, emofilia. Letture consigliate

• https://www.avis.it/it

This article is from: