Susan Lyons
Frizzante passione
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Champagne Rules © 2006 Susan Lyons Aphrodisia Books-Kensington Publishing Corp. Italian language rights handled by Agenzia Letteraria Internazionale, Milano, Italy Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2012 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 57 del 30/05/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Prologo
Quattro anni prima Suzanne era sopra di lui, con le ginocchia piegate ai lati dei suoi fianchi snelli e le braccia tese, le mani aperte sulle sue spalle. Erano spalle muscolose, tornite, coperte da un velo di sudore che le faceva scivolare le dita... proprio come tutto il suo corpo, che scorreva in su e in giĂš, avanti e indietro. Ogni volta che entravano in contatto, sbattendo insieme, provocavano un suono eccitante, come una sculacciata. E, a ogni affondo, il calore pulsante al basso ventre, che la faceva fremere e ansimare, diventava sempre piĂš intenso. Suzanne si muoveva istintivamente, lasciandosi guidare dal desiderio senza pensare a niente, proiettata verso l'appagamento. Ma no, non ancora. Provava sensazioni cosĂŹ straordinarie e incredibilmente sconvolgenti da non voler arrivare alla fine. Era come una fantasia stupefacente. Quel pomeriggio era davvero come un sogno. La luce soffusa all'interno della grotta e, fuori, il cielo di un azzurro intenso, il sole abbagliante, ardente come i loro corpi uniti. La fragranza intensa e pungente di terra, sesso, sudore e mare, con un accenno di spezia esotica. Era un profumo molto mascolino che emanava da lui e le andava dritto alla testa come un vino forte, inebriandola. 5
L'uomo che era sotto di lei era il più sexy che Suzanne avesse mai visto, il più affascinante, virile e statuario su cui avesse mai posato lo sguardo e che non fosse sulle pagine di una rivista patinata, beninteso. Aveva un fisico da atleta, flessuoso e muscoloso ma non massiccio, la pelle scura come il cioccolato fondente, capelli neri acconciati in esotiche treccine rasta, e il tocco trendy del pizzetto ordinato. I suoi occhi e il suo sorriso emettevano lampi come un faro nella nebbia, illuminando la penombra intima e sensuale della grotta. Si piegò in avanti, sfiorandogli il busto con i lunghi capelli biondi, scompigliati dall'aria di mare e dall'amplesso selvaggio. Posò le labbra su quelle di lui, e avvertì il lieve solletico del pizzetto, ma quando lui cercò di baciarla con maggiore ardore sollevò di nuovo la testa protendendo il seno in avanti e sollevando il viso verso l'alto per provocarlo. Lo stava stuzzicando per eccitarlo ancora di più. Non era da lei. Rendendosi conto di quanto fosse insolita per lei quella sensualità spudorata, voluttuosa, ebbe come un capogiro e per un attimo perse il ritmo, ma lui l'afferrò alla vita per aiutarla a mantenerlo regolare, dandole stabilità senza alcuna costrizione. Quell'uomo incredibilmente virile, dal fisico possente, le aveva ceduto il controllo, consegnandosi nelle sue mani. Poteva fare di lui ciò che voleva, usarlo per il proprio piacere. L'idea era così eccitante ed erotica che la faceva godere quanto l'amplesso in sé. Non aveva mai provato sensazioni così intense. Non si era mai sentita così sensuale e femminile, desiderabile, trasgressiva. Non era scontenta del proprio corpo, ma lo considerava uno strumento sano e affidabile, non esattamente una fonte di piacere. Non si era mai sentita sexy. Invece quel pomeriggio Suzanne Brennan era il simbolo della femminilità, era Venere uscita dalle acque! E tutto 6
grazie a lui, a quell'uomo così virile, a quell'amante favoloso. Eh, sì, per la prima volta in vita sua era con un uomo, non un ragazzo, e nel luccichio del suo sguardo Suzanne si vedeva donna, una donna sensuale. Aveva perso la verginità quattro anni prima, a sedici anni, ma in quel momento le sembrava che non avesse segnato l'inizio della sua vita sessuale. Nessuno dei rapporti che aveva avuto fino a quel giorno contava qualcosa, non valeva niente, se paragonato a quel momento. Suzanne aveva l'impressione di essere veramente diventata donna solo allora. Un istinto che si era appena risvegliato nel profondo della sua femminilità la spinse a muoversi più velocemente, con slanci incalzanti, scivolando verso l'alto per poi sbattere giù con foga sul suo corpo granitico, roteando i fianchi in una sinuosa danza del ventre per aumentare l'intensità delle sensazioni fino a esplodere insieme. Tuttavia una parte di lei voleva trattenersi, far durare l'amplesso per prolungare il godimento, non scendere da quella nuvola dorata per tornare con i piedi per terra. Suzanne smise di muoversi e rimase immobile, ansante, impalata sul suo pene rigido. Lo sentì fremere sotto di lei mentre anche lui respirava a fatica. «Tutto bene?» le sussurrò, scosso da un brivido improvviso. «Mmh» annuì lei. Ma il movimento della testa le provocò di nuovo un capogiro. Aveva bevuto troppo vino a pranzo e preso troppo sole. Ma era giustificata; quello era il suo ultimo giorno a Creta. E il suo regalo d'addio era sicuramente indimenticabile. «Volevo solo non finire troppo in fretta» gli spiegò. «Allora distraimi» le propose lui. «Facciamo una pausa. Pensiamo ad altro.» La sua voce era profonda, sensuale, calda; gli si addiceva perfettamente. Pensare ad altro che al sesso? Impossibile! «E, dimmi, che cosa suggerisci?» 7
«Be'...» Lui si guardò intorno. «Raccontami cosa succede fuori, in spiaggia.» «OK.» Suzanne raddrizzò le spalle e spostò lo sguardo verso l'imboccatura della grotta, un anfratto di roccia sulla scogliera che dava direttamente sulla lingua di sabbia. Il sole era così intenso da farle lacrimare gli occhi mentre serrava leggermente le palpebre per ripararli dal bagliore. Le girava la testa. Decisamente non avrebbe dovuto bere così tanto. Per fortuna una leggera brezza asciugò il sudore sul suo viso e l'avvolse con l'aroma salmastro del mare, schiarendole le idee. Gli occhi si erano abituati al riverbero e Suzanne contemplò quel panorama da sogno, poi con un sospiro cominciò a parlare. «La sabbia è così chiara che sembra candida e l'acqua è di un turchese intenso. È un paesaggio da cartolina. Sembra di essere nel paradiso terrestre.» Suzanne pensò che sua sorella maggiore avrebbe apprezzato una cartolina di quel tratto di costa, ma non l'avrebbe mai mandata ai suoi genitori, visto che era una spiaggia per nudisti! Sorrise e continuò a descrivere quel che vedeva. «Ci sono dei ragazzi che fanno il bagno, ridono e si schizzano acqua vicino alla riva. Stanno giocando come bambini, ed è una scena innocente, di allegria infantile, spensierata, ma è anche un'immagine sensuale, provocante, perché sono tutti nudi.» Pensò che, se non l'avesse incontrato, forse a quell'ora sarebbe stata a divertirsi in acqua con quei ragazzi, se avesse avuto il fegato di spogliarsi e unirsi a loro. Mentre Suzanne parlava, lui le accarezzava l'interno della coscia con un movimento lento, dall'alto in basso, per poi tornare a posare le dita vicino al punto in cui i loro corpi erano uniti. Anche il suo gesto era innocente eppure intensamente erotico. Suzanne fu scossa da un brivido e lo sentì tendersi in reazione al suo fremito. 8
«Non muoverti» le intimò lui con voce più roca. «Continua a parlare, così posso concentrarmi su qualcos'altro.» Suzanne era stupita e lusingata. Davvero aveva così tanto potere su di lui che un semplice brivido poteva mettere in pericolo il suo autocontrollo? D'altronde anche lui aveva un immenso potere sulle sue reazioni, visto che le aveva procurato il suo primo vero orgasmo. Cercò di restare immobile mentre era a cavalcioni su di lui, con i muscoli delle cosce indolenziti, il ventre caldo contro il suo pube e le ginocchia arrossate per lo sfregamento contro il telo da mare ruvido sotto di loro e la roccia dura su cui stavano facendo l'amore. Suzanne lasciò vagare lo sguardo lungo la spiaggia. «C'è una coppia distesa su un grande asciugamano rosso.» Aguzzò la vista. «Sono due uomini» precisò. Con un sorriso sognante, aggiunse: «Si tengono per mano. Si capisce che sono innamorati. Si lasciano accarezzare dal sole, e aspettano che scenda la sera. Pregustano già la notte». Lui le prese la mano e se la portò alle labbra, le morse delicatamente la base carnosa del pollice, poi infilò in bocca l'indice di Suzanne e lo succhiò, facendo guizzare la lingua sul polpastrello. Lei trasalì; non avrebbe mai pensato che un gesto così semplice potesse essere tanto erotico. Abbassò lo sguardo verso di lui, che scosse la testa e si staccò dal suo dito per ordinarle: «No, continua a guardare la spiaggia». Lei lasciò spaziare lo sguardo sulla battigia, dove le onde lambivano dolcemente la sabbia. La bocca di lui seguiva lo stesso ritmo lento mentre le succhiava il dito, avvolgendolo nel suo calore umido per poi ritrarsi e lasciare che l'aria fresca della grotta le baciasse la pelle ardente. Suzanne non poteva più restare ferma. Il suo corpo prese lo stesso ritmo, quello della bocca di lui, delle onde. Si sollevò, esponendo il suo membro turgido alla carezza dell'aria, poi si riabbassò inghiottendolo nelle profondità calde e umide del suo ventre. 9
Lui chiuse piano i denti intorno alla falange ed emise un gemito soffocato, poi le lasciò la mano e Suzanne si accorse che aveva il respiro affrettato. L'eccitazione tornava a farsi sentire prepotentemente in lei, alimentandosi a vicenda con quella di lui. Si mosse più in fretta e lui sollevò i fianchi da terra. No! Se avesse accelerato ancora di più i suoi affondi, sarebbero arrivati rapidamente all'orgasmo e Suzanne non era ancora pronta a portare il loro amplesso alla sua naturale conclusione. Se fosse stato per lei, l'avrebbe fatto durare in eterno. Avrebbe potuto amarlo per sempre. Stupefatta dalla direzione presa dai suoi pensieri smise di muoversi, e lui emise un altro gemito, stavolta carico di frustrazione. Abbassò lo sguardo e cercò di mettere a fuoco i suoi lineamenti nella fresca penombra della grotta; si vedevano chiaramente solo i suoi occhi, che però lui serrò mentre cercava di dominarsi. Per sempre? Confusa, Suzanne scosse la testa come per schiarirsi le idee, ma con il solo risultato di avere di nuovo un capogiro. Chiuse gli occhi e rimase immobile, cercando di ragionare. Quel breve interludio non era l'inizio di un amore che sarebbe durato per tutta la vita. Il giorno dopo sarebbe tornata a casa e non l'avrebbe più rivisto. La sua vita da adulta era appena agli inizi, e un legame stabile era una prospettiva ancora molto lontana. Con quell'uomo stava vivendo la sua iniziazione in una dimensione adulta della sessualità; lui la stava aiutando a scoprire se stessa. Quel pomeriggio di passione aveva solo quel significato, e niente di più. Recuperato un barlume di lucidità, si accorse che lui stava tremando ed era aggrappato forte ai suoi fianchi. «Tutto bene?» gli chiese. «Concentrati sulla spiaggia» disse lui in un sussurro roco. «Dimmi cosa vedi.» 10
Pur essendo un uomo forte, dal fisico imponente, non voleva dominarla con la sua prorompente virilità ma le permetteva di seguire il proprio ritmo, attingendo a tutta la sua forza di volontà per controllarsi. Lei rivolse il viso verso il sole e socchiuse le palpebre per schermarsi dal riverbero. Sotto la grotta c'era una coppia matura che si avvicinava passeggiando sulla riva. «Vedo un uomo e una donna. Sono nudi, hanno entrambi i capelli grigi, camminano sulla battigia e si tengono abbracciati. Mi danno l'idea di essere innamorati da sempre.» Sì, pensò Suzanne, ecco come doveva essere un legame di quelli che durano tutta la vita. Un giorno anche lei avrebbe trovato l'uomo con cui invecchiare... ma quel giorno era ancora molto lontano. Però le sarebbe piaciuto vivere un amore così... «Un amore che sopravvive agli alti e bassi, che costruisce qualcosa di solido, che diventa sempre più forte e bello con il passare degli anni.» «Oppure forse sono amanti da poche ore» obiettò lui. «Si sono conosciuti oggi e la loro è solo un'avventura.» Ops!, pensò Suzanne. Non avrebbe voluto rivelare i suoi pensieri. Non si era neanche resa conto che stava riflettendo ad alta voce. Per fortuna lui aveva frainteso il senso della frase e dedotto che si riferiva alla coppia sulla spiaggia e non ai propri sogni, altrimenti avrebbe rovinato l'atmosfera del loro torrido incontro, facendogli credere che cercava qualcosa di più romantico. «Sì, perché no?» annuì sorridendo. «Questo è un posto magico, dove tutto può succedere.» Altrimenti come spiegarsi l'energia magnetica che l'aveva attirata verso quell'uomo? Si conoscevano solo da un paio d'ore; si erano incontrati sulla bellissima spiaggia che Suzanne aveva scoperto l'ultimo giorno di vacanza. Solo una magia avrebbe potuto portare una canadese con la testa sulle spalle come Suzanne Brennan a vivere l'avventura più 11
sconvolgente della sua vita, catapultata da Vancouver a Creta. Sospirò languida, guardando il sole che illuminava di riflessi incantati le onde che s'infrangevano a riva disegnando dei merletti di spuma candida. Non avrebbe mai dimenticato quel pomeriggio... e quell'uomo. Le sarebbe piaciuto sapere come si chiamasse, da dove venisse, cosa facesse. Ma quelli erano particolari prosaici, che non si adattavano al clima fatato della sua fantasia. Lui le racchiuse un seno nel palmo e le accarezzò il capezzolo, pizzicandolo leggermente. All'istante Suzanne sentì di nuovo un calore fremente divamparle nel ventre. «Giusto, magico» annuì lui. «È proprio la sensazione che ho avuto quando ti ho vista venire verso di me.» Suzanne ricordò l'attimo fatidico del loro incontro. Aveva avvolto il costume nel telo da mare che portava sotto il braccio come un fagotto e si era avviata tutta nuda verso la riva per fare una passeggiata con i piedi lambiti dalle onde, i sandali che le pendevano dalle dita. Aveva dimenticato gli occhiali da sole per cui aveva strizzato gli occhi per vedere meglio l'uomo che veniva nella sua direzione. Era leggermente brilla, e anche un po' imbarazzata perché per la prima volta in vita sua era completamente nuda in un luogo pubblico. Ma siccome non c'era nessuno che fosse vestito intorno a lei, aveva preso una decisione audace e si era tolta il bikini, spinta dal coraggio dovuto al vino che l'aveva indotta ad avventurarsi verso la spiaggia per nudisti. Aveva già incrociato altre persone durante la sua passeggiata ma aveva provato un fremito diverso quando aveva visto quell'uomo, come se fosse scoccata una scintilla tra loro, creando una corrente elettrica che li univa, crepitando nell'aria salmastra. Pura magia cretese... Man mano che lui si avvicinava, Suzanne aveva notato la sua altezza. Aveva un fisico così imponente che torreggiava su di lei dall'alto del suo metro e novanta e l'aveva 12
fatta sentire quasi fragile e minuta, una sensazione insolita per una ragazza che era un metro e settantasette senza tacchi. Poi lui si era fermato davanti a lei, coprendo il sole con la testa, e Suzanne aveva potuto vederlo meglio. Il cuore le batteva forte, come se avesse fatto una corsa a perdifiato sotto il sole cocente. Era bello come la statua di un dio greco, ma in aggiunta aveva dei riccioli rasta molto esotici ed era molto più dotato di una statua! Riscuotendosi dai ricordi e tornando al presente, Suzanne lo sentì sussurrare con la sua voce fumosa e ipnotica: «Mi è parso quasi che tu fossi una visione celestiale che si era materializzata davanti ai miei occhi, un vero sogno...». Sì, tutto quel pomeriggio era stato un sogno, sicuramente grazie alla caraffa di vino che si era scolata da sola mentre pranzava seduta a un tavolino all'aperto del ristorante. Stava vivendo una fantasia erotica, anche se il corpo muscoloso e virile sotto di lei non era frutto della sua immaginazione. Era tutto vero. Sentì che le tremavano le gambe e avvertì le contrazioni dei suoi muscoli interni, uno spasmo profondo che le facevano serrare quel membro durissimo dentro di lei. Lui reagì con un gemito roco e passò i polpastrelli in una lenta carezza lungo la linea centrale del suo corpo, tra le clavicole, nel solco tra i seni e poi giù fino all'ombelico, per continuare verso il basso, mentre lei protendeva i fianchi con i suoi slanci ritmici. Lui sollevò il bacino con uno scatto fulmineo che la colse di sorpresa, affondando profondamente in lei. Il grido di Suzanne riecheggiò sotto la volta di pietra. «Shhh, ti sentiranno» l'avvertì lui. Lei soffocò un gemito di piacere. «Dimmi, cosa stanno facendo ora le persone sulla spiaggia?» Come poteva concentrarsi su qualsiasi altra cosa che non 13
fossero le sensazioni erotiche che lui le procurava? «Uno dei due gay...» cominciò lei, ma dovette interrompersi e si morse il labbro per non gridare quando lui le afferrò i fianchi e l'abbassò di colpo contro di lui. «Sta leggendo qualcosa al suo compagno.» «Cosa legge?» Suzanne rise, sorpresa dalla sua domanda. «Non ho la vista tanto acuta!» protestò. «Usa l'immaginazione» la esortò lui mentre giocherellava con i suoi peli pubici. «Dimmi cosa sta leggendo.» Suzanne si sforzò di recuperare un barlume di lucidità, ma era difficile quando le dita del suo provocante amante senza nome s'insinuavano più in basso, facendole uscire le parole di bocca in piccoli ansiti eccitati. «È L'amante di Lady Chatterley nella versione gay. In realtà il protagonista è lord Chatterley che ha una relazione extraconiugale con il guardiacaccia.» «Ho visto il film tratto dal romanzo» annuì lui, divertito. «Sta leggendo la scena in cui il guardiacaccia cosparge di fiori il corpo nudo del suo amante, sfiorandolo con i petali. Lord Chatterley è molto eccitato perché la lieve carezza dei fiori gli provoca dei brividi leggeri, molto sensuali.» «Una sensazione come questa, insomma» disse lui sfiorando le pieghe intime del suo sesso con la punta delle dita, con tocchi leggerissimi. «Esatto» annaspò lei. Evidentemente lui si era stancato di quel gioco, perché premette forte due dita sul suo clitoride, reclamando la sua attenzione. Suzanne sentì la tensione erotica che diventava sempre più intensa, insopportabile. Non poteva più aspettare. «Lascia perdere la spiaggia ora» le ordinò lui, perentorio. «Guardaci, guarda come siamo perfettamente uniti, come stiamo bene insieme.» Suzanne abbassò lo sguardo ma il passaggio repentino dalla luce della spiaggia all'ombra della grotta l'accecò 14
temporaneamente. Disorientata, non si sforzò di cogliere i contorni dei loro corpi ma attese che la vista le si schiarisse. Nel frattempo poteva basarsi unicamente sulle sensazioni che provava e sul calore del pene di lui che la riempiva tutta. Ecco, sì, era proprio così: si stava affidando alle sue sensazioni, non al buonsenso. Era forse impazzita? Non c'era altra spiegazione, visto che stava godendo per la terza volta con uno sconosciuto che aveva appena incontrato. Che fine aveva fatto la razionale e serissima Suzie? Vittima dell'incanto che aleggiava nell'aria di Creta, si era lasciata trascinare in una dimensione di sensualità trasgressiva a cui non era riuscita a resistere. Quando la vista si fu abituata alla penombra, riuscì a mettere a fuoco i loro corpi uniti. Vide le ciocche dei suoi lunghi capelli biondi che le pendevano sul seno, luminosi malgrado la luce fioca. Anche i suoi seni piccoli e sodi spiccavano candidi nella semioscurità della grotta, due triangoli nitidamente delimitati dal segno del bikini, molto più chiari della sua pelle a cui la vacanza aveva donato una bella abbronzatura dorata. Ma la differenza con la carnagione di lui era ancora più netta. Suzanne non era mai stata tanto abbronzata come allora, ma sembrava pallida rispetto alla pelle color cioccolato dell'uomo. Concentrò l'attenzione sul centro, sul punto in cui lui affondava dentro di lei, in cui i suoi riccioli dorati si fondevano con quelli nerissimi di lui. Non era mai stata con un uomo di colore, non aveva mai visto quanto potesse essere eccitante il contrasto tra la carnagione chiara e quella scura. «Smettila di pensare, lasciati andare» le intimò lui. Come se avesse premuto un interruttore, Suzanne sentì che il cervello le si spegneva. Clic. Di colpo, non era più in grado di ragionare e il suo corpo dominava sulla razionalità, procurandole sensazioni pure ed esaltanti, prive di giudizio, di ragionamenti. 15
Aspirò la fragranza inebriante, vagamente muschiata, che aleggiava nella grotta, un misto di sudore, sesso e mare. Aprì le labbra boccheggiando in cerca d'aria, poi emise un gemito di piacere e, senza smettere di guardare verso il basso, si sollevò sfilandosi da lui, eccitata dalla vista del suo pene rigido che emergeva dal nido di riccioli chiari. Era uno spettacolo intensamente erotico, pensò Suzanne, inebriata dalla sua prepotente virilità. Poi, come se non potesse aspettare un solo secondo di più, si riabbassò inghiottendolo nelle profondità calde del suo sesso, reso scivoloso dal desiderio. Assaporò centimetro dopo centimetro tutta la sua lunghezza, la potenza mascolina del suo membro turgido, così grosso da riempirla tutta. La eccitava immensamente vedere il proprio corpo espandersi, elastico, per adattarsi alle sue dimensioni e divorarlo con avidità. Ebbe un brivido di piacere per l'attrito delizioso contro la sua carne tesa mentre lui la penetrava fino al centro più intimo del suo essere. Le sensazioni aumentarono d'intensità, una pressione insistente si accumulò nel suo ventre, come una molla pronta a scattare. Mancava poco all'esplosione. Suzanne irrigidì le cosce, serrando i muscoli interni, e cercò di opporsi, di rimandare l'inevitabile, ma lui aveva cominciato a muovere rapidamente i fianchi e lei non aveva più la forza di trattenersi. Assecondò il ritmo frenetico di lui, ondeggiando con il bacino mentre si alzava e si abbassava per aumentare l'intensità delle sensazioni, combattuta tra l'ansia di raggiungere l'apice dell'estasi e il desiderio di catturare e prolungare quell'attimo di piacere assoluto. Lui si protese con i fianchi il più in alto possibile ed emise un grido strozzato che riecheggiò nella grotta. Il suo piacere esplose dentro di lei, scatenando la sua reazione. Suzanne sollevò il viso verso la volta di pietra e gemette forte, chiuse gli occhi e lasciò che la tensione si liberasse, sciogliendosi in onde lunghe e possenti che s'infrangevano contro il corpo di lui. 16
Si sentì sciogliere, disintegrare, vacillò come se le ossa le si fossero sbriciolate nella carne, ma lui la sorresse, tenendola dritta sopra di lui. Suzanne aprì lentamente gli occhi. Le girava la testa, aveva la vista annebbiata. Guardò in direzione della spiaggia e si accorse che i bagnanti si stavano guardando intorno, sconcertati. Qualcuno aveva sollevato lo sguardo verso la grotta. Suzanne si abbassò di scatto, incollandosi a lui. «Ci hanno sentito» bisbigliò arrossendo. Lui allentò la presa sui suoi fianchi e Suzanne scivolò distesa sopra di lui con un movimento fluido, languido. Lui era ancora dentro di lei quando Suzanne abbassò le palpebre e si abbandonò al sonno. Dopo quello che era successo con la complicità della penombra e della frescura dell'antro, era inevitabile che il ritorno alla realtà fosse brusco e traumatizzante, pensò Jaxon Navarre mentre emergeva dalla grotta con la sensuale bionda e si avviava lungo il sentiero scosceso che portava alla spiaggia. Passo dopo passo, tornavano alla banalità del presente. Era ovvio che tra loro ci fosse un certo imbarazzo. Sarebbe stato molto più semplice sgattaiolare via mentre lei era addormentata, ma Jaxon non avrebbe mai lasciato una donna sola dopo aver fatto sesso con lei, specialmente quando era così fragile e vulnerabile, immersa nel sonno. Non che la bionda gli desse un'impressione di fragilità, tutt'altro. Era l'amante più sfrenata e disinibita con cui avesse mai fatto sesso, e sì che poteva vantare una vasta esperienza in fatto di donne. La sua vita sessuale era sempre stata movimentata, non aveva mai avuto difficoltà a rimorchiare. Trovare una donna che non lo vedesse come uno stereotipo era una cosa ben diversa, però. Tante ragazze gli avevano fatto capire di essere disponibili solo per dimostrare che non avevano pregiudizi razziali, oppure per assaporare il gusto dell'esotico, 17
per scoprire se era vero che i neri erano ben dotati. Quando era più giovane l'avevano desiderato perché era il capitano della squadra di basket, sia alle superiori sia all'università, e ora perché era un avvocato ed era sulla buona strada per diventare ricco e stimato. Quella ragazza era diversa. Non sapeva nulla di lui, neanche il suo nome, e si era comportata con lui con la massima naturalezza, senza insistere sul colore della pelle né adottare un atteggiamento artificioso per fargli capire che non era importante. Era un vero peccato che non potesse metterla in valigia e portarla con sé a San Francisco al termine della vacanza. No, sarebbe stato impossibile. In quel momento non c'era posto per una donna nella sua vita. La settimana successiva avrebbe cominciato a lavorare per un prestigioso studio legale e avrebbe dovuto mettercela tutta per dimostrare di essere in gamba. Non era preoccupato, comunque. Si era sempre impegnato in ciò che faceva e aveva raggiunto tutti i traguardi; non avrebbe fallito neanche questa volta. Al termine del sentiero, si fermarono nei pressi di una piccola macchia di alberelli che separava la spiaggia dei nudisti da quella adiacente. Jaxon si fermò e si voltò a guardare la ragazza. «Credo che sia meglio se ci rivestiamo» le disse con un sorriso complice. Lei gli lanciò un'occhiata di ammirazione, poi sospirò. «Peccato» mormorò, impudente. Cercò di mettersi il bikini e perse l'equilibrio, stando su un piede solo. Sarebbe caduta se lui non l'avesse sorretta. Mentre guardava il suo viso tinto da un leggero rossore, Jaxon pensò che era davvero bella. Con i suoi lineamenti delicati, una massa morbida di capelli biondi mossi, seni sodi e alti e un fisico snello e flessuoso, sembrava una sirena uscita da quell'acqua cristallina per un solo pomeriggio, appositamente per gettare un incantesimo su di lui. Forse era vero, perché la sirena era malferma sulle gam18
be come se fosse abituata ad avere la coda... «Tutto bene?» le chiese, premuroso. Lei scostò i capelli con un gesto improvviso che le fece quasi perdere di nuovo l'equilibrio. «Sì, sono solo un po' stordita per il sole e il vino e... be', quello che abbiamo appena fatto.» «Il vino?» «Sì, l'ho bevuto a pranzo. Dovevo festeggiare il mio ultimo giorno a Creta» gli sorrise lei. Aveva un sorriso spettacolare, ma gli splendidi occhi verdi sembravano leggermente vacui. Sì, forse era un po' brilla. Oppure era colpa del sesso. In effetti anche lui sentiva le gambe molli, nonostante da giocatore di basket fosse abituato agli sforzi atletici. Le tolse di mano l'asciugamano che le era d'impaccio e la sorresse mentre si metteva a fatica il bikini, annaspando per allacciarlo sulla schiena. Lui la fece voltare, tolse di mezzo la massa di capelli appoggiandola su una spalla e legò la fettuccia facendo un bel fiocco, come un nastro su un dono speciale. Peccato, pensò, gli sarebbe piaciuto di più scartare il regalo del suo corpo invece di ricomporre la confezione... Affondò il naso contro il suo collo e aspirò la sua fragranza di pesca. Dio! Si stava eccitando di nuovo... Si affrettò a indossare il costume, poi la prese sottobraccio e si avviò. «Hai detto che è il tuo ultimo giorno?» Non sapeva se esserne dispiaciuto o lieto. Dopotutto un pomeriggio così magico era irripetibile. «Sì, torno a casa domani. E tu?» «Io ho ancora un paio di giorni.» Si era fatto convincere da un amico a fare quella vacanza, anche se non aveva trascorso molto tempo con Chase, che aveva rimorchiato una bella rossa sul lungo volo per Creta. «Il mio albergo è là» indicò lei con voce impastata. 19
Lui si accigliò. Ora sembrava decisamente ubriaca e Jaxon cominciò a sentirsi in colpa. Sperava di non essersi approfittato del suo stordimento. Si fermò e le scrutò il viso arrossato. «Stai bene?» «Una meraviglia!» «E non ti sei pentita di...» «Oh, no!» lo interruppe lei scuotendo la testa e vacillando per il movimento eccessivamente veemente. «Mi hai fatto sentire molto... sexy.» Lui fece una risatina. «Tu sei sexy!» Una sirena ammaliatrice..., pensò. «Quindi non sei pentita?» ripeté, con fare insistente. «Neanche un po'.» Lui sorrise, compiaciuto. Una donna così era il sogno di qualsiasi uomo: bellissima, sensuale, spregiudicata. Si fissarono per un lungo istante e Jaxon pensò che ora lei gli avrebbe chiesto come si chiamava, magari anche il suo numero. Il suo ego avrebbe voluto che lei l'avesse fatto sentire importante, ma la parte razionale di lui sapeva che avrebbe preferito evitare qualsiasi complicazione. «Allora...» cominciò, esitante. Lei rise e gli porse la mano. «Grazie.» Grazie? «Ehm... anche a te.» Jaxon le strinse la mano. Lei gli stava rendendo le cose facili, ma lui era restio a chiudere il loro incontro come se avessero appena concluso un accordo commerciale. Le tenne la mano con un tocco carezzevole. «È stato fantastico, come un sogno.» Lei annuì. «Un sogno, sì...» «Ed è meglio che resti tale, giusto?» azzardò lui, per sondare le sue intenzioni. «Sì, un sogno perfetto così com'è.» Lei soffocò uno sbadiglio. «È ora di riprendere a dormire.» E, senza aggiungere altro, né un saluto né un bacio d'addio, gli voltò le spalle e si allontanò barcollando leggermente ma ancheggiando provocante, dirigendosi verso l'albergo che dava sulla spiaggia. 20
Lui la seguì con lo sguardo finché non varcò la soglia e scomparve alla sua vista. Che strano... Ma, d'altronde, tutto il pomeriggio era stato strano. Mentre si girava per proseguire, si accorse che aveva ancora il suo asciugamano. Pensò di lasciarlo alla reception dell'albergo, ma poi cambiò idea. L'avrebbe conservato come souvenir di quell'incontro insolito, ma assolutamente piacevole.
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Il sapore del peccato di Sarah McCarty Gli Hell's Eight hanno finalmente trovato Ari, ma la missione non è conclusa. Uno di loro, Shadow, sta per essere impiccato. Chi lo salverà? L'aiuto arriva da una fanciulla dagli occhi a mandorla, che racchiude in sé tante sorprese: fascino esotico, sensualità innata, inaspettata disinvoltura nel maneggiare esplosivi e un tesoro segreto. Fei Yen deve salvarsi da un futuro che non ha scelto, ma ha bisogno di qualcuno di forte che la protegga. Quando incontra Shadow Ochoa, uomo dai lunghi capelli corvini e dalla carnagione ambrata, pieno di rabbia e ardore, capisce che lui può aiutarla. Ma il rapporto tra loro non è facile. Fei vorrebbe lasciarsi andare, ora che ha scoperto la dimensione del piacere, ma è restia a fidarsi perché Shadow ha giurato di non farsi portare via niente e nessuno dal destino.
Frizzante passione di Susan Lyons Qual è stata la tua volta più memorabile? Quando questa domanda piccante viene fatta nel corso di una cena tra quattro amiche, Suzanne pensa subito a un torrido pomeriggio di qualche anno prima trascorso tra le braccia di un aitante Adone dalla pelle color cioccolato che le ha fatto conoscere il più sublime piacere dei sensi. Le amiche le consigliano di provare a rintracciarlo tramite Internet. Così, una tranquilla veterinaria amica dei gatti si trasforma in una spregiudicata bomba sexy e, incredibilmente, riesce a mettersi in contatto con l'affascinante Jaxon. Nessuno dei due cerca una relazione seria, solo sesso disinibito e passionale. È per questo che stabiliscono la Regola dello Champagne: tra loro niente è proibito, perché il loro rapporto deve restare sempre frizzante.
ritorna a LUGLIO con 4 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 20 LUGLIO
Un cocktail frizzante di desiderio e trasgressione: storie sexy dal mood contemporaneo.
LASCIATI TENTARE!
Due storie, due vacanze da sogno alle Hawaii... Dove il sole è cocente, ma la temperatura si fa ancora più alta quando scende la notte.
All’improvviso le luci si spengono. E un blackout improvviso fa nascere passioni a cui è difficile resistere. E allora perché farlo?
DAL
7 GIUGNO
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