ORANGE |FRANCESCO SARCINA | COSIMO ALEMA' | DANIELE DALLA POLA
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gratis come i sogni, i l r a z z i l a e r e impegnativo com
Progetto-9
Il tuo mondo è fatto di sogni di altre persone realizzati
PAg 12 e 13 Gerenza Luigi Rossetti Direttore Responsabile Editore PROMO PUBBLI PRESS S.r.l. Via Lodivecchio, 39 26900 Lodi
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Redazione Tel. 0371.417.340 Fax. 0371.417.339 e-mail: redazione@progetto-9.com Hanno collaborato Alan Zeni Carlo Minojetti Valerio Vidali Elena.Rebecca.Odelli. Luca Santi Alice Spernicelli Mattia Arioli Linda Ferrari e Francesca Strali Francesco Sarcina Cosimo Alemà Gli Orange
Elisabetta Morano, Sofia Catizone, Elisabetta Paiano, Ilaria Banfi Mirko Volpi Matieuh Molie Daniele Dalla Pola Francesca Regorda Nicola Finotto Luigi Colasanto Matteo Frattini Barbara Brindisi Gabriele Shome Cipolla Barbara Zero3 Michele Sforza Lorenzo Brizzolesi Emiliano Martinelli Elena Verdelli
Progetto grafico e impaginazione Alan Zeni Photoediting pubblicitario Emiliano Martinelli | Labohratorio Studio Concessionaria della Pubblicità PROMO PUBBLI PRESS S.r.l. Via Lodivercchio, 39 26900 Lodi Stampa CSQ S.P.A.. Erbusco (BS) Pubblicazione mensile Registrata al tribunale di Lodi Il 30/3/2011 Autorizzazione numero 4/2011 Distribuzione Gratuita c/o punti selezionati Locali, parrucchieri, negozi Di Lodi e Crema Casalpusterlengo e Codogno Il n° di Giugno è stato stampato in 10.000 Copie Copyright 2011 Promo Pubbli Press Tutti i diritti riservati testi e immagini contenute in questo numero non possono essere riprodotte senza l’autorizzazione dell’editore
Istantanee pag. 4 Art! Vidali Valerio Pag. 5 Pic! Mattia Arioli e Luca pag. 6/8 In The! Pag. 10 e 11 Musica: intervista a f. sarcina pag . 12 e 13 musica: chiacchierata bucolica con gli orange PAg. 14 e 15 PERSONAGGI: cosimo Alema' pag.16 Luoghi Magici: Art on stage pag. 17 pag 18 movie and libro: alfie - il diario di mirko v. advice from nissa pag 19 poesie nel cuore e nella gola pag 20 moda francesca regorda pag 24 kitchen pag 26 pag 24 breathing the trip business: il miele di lodi pag 30 a pochi metri dal sogno: 9rounds pag 31 b.brindisi e il cammino di santiago pag 32 fitness: + in forma pag.33 flashon di carlo minojetti pag.35 locali pag.36/38 Ultima striscia elena verdelli! pag. 40
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istantanee Le Recensioni di A.S.: i gruppi della zona PER I NOSTALGICI IL TEMPO E’ UN LUSSO.
QR Code
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http://www.myspace.com/wearethenostalgics
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Nel meltin’pot della musica attuale dove vige il “dai un nome inglese impronunciabile a ciò che stai facendo e farai strada”, c’è qualcuno che non ha bisogno di affibiarsi aggettivi insensati per farsi notare,perché il loro nome parla chiaro:THE NOSTALGICS. Milanesi,perlopiù d’adozione,Ant onia,Bruno,Corrado e Marco,hanno fatto di questo nome il loro marchio di fabbrica. Nostalgia di cosa?Di tempi ormai trascorsi,per noi che riviviamo il passato attraverso la musica,tra i più proliferi di geni e di belle canzoni. Come restare indifferenti davanti a qualcuno che annovera tra le proprie influenze Smiths (e i capelli di Morrisey), Beatles,Blur,Oasis,Ramones, Shout out louds,Jam(with Mr.Paul Weller,of course!), gli adorati Kinks,Pixies,Luigi Tenco(!),i più contemporanei Glasvegas,the Charlatans e chi più ne ha più ne metta? (SE NON CONOSCETE ALMENO LA META’ DEI GRUPPI APPENA CITATI SPERATE CHE NON VI INCONTRI PER STRADA!) Per questi nostalgici il tempo è prezioso:il loro ep di debutto,”Time is a luxury”,contiene cinque tracce dai suoni vintage,riff orecchiabili e testi immediati (l’adorabile “December” ne è una prova!). Non mancherà l’occasione di apprezzarli durante un loro live,vi basterà passare al Rocket,al Magnolia,al Ligera…e di sicuro nei nostri e nei loro pantaloni strettissimi non riuscirete a tenere ferma la gambetta nemmeno per un minuto.Ascoltare per credere.
ART!
valeriovidali@gmail.com “Sono timido e faccio libri” Valerio Vidali, giovane nato nel 1983 a Lodi si avvicina al mondo dell’illustrazione naturalmente, scivolando dal liceo artistico attraverso lo IED atterrando su una punta di grafite e un foglio. P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V: P-9: V.
Hai scelto l’ Illustrazione perché…..? Perché è un modo per raccontare storie, ed è quello che volevo fare Riesci a mantenerti con questo lavoro? si, da un paio d’anni. Collaboro sopratutto con editori italiani, (Topipittori, Einaudi, Eli readers, LaNuovaFrontiera), anche se poi tramite coedizioni o la vendita dei diritti i libri vengono poi spesso pubblicati anche all’estero, (i miei libri con Topipittori ad esempio, sono stati tradotti anche in Francia, Brasile e Korea). Ho pubblicato anche in Portogallo, Spagna, Messico e Argentina, ogni libro è stato una esperienza diversa e positiva, bisogna dire però che sopratutto nell’ambito del libro illustrato (salvo poche eccezioni) è estremamente difficile vivere a causa delle vendite limitate; migliore è la situazione in paesi come Francia e Inghilterra/stati uniti dove i mercati sono più grandi e le vendite di molto superiori. Quindi tu sei un free lance Esattamente Ed è un lavoro molto remunerativo? direi di no, dando qualche numero: In Italia un Albo illustrato viene mediamente stampato in 2500/3000 copie. Un illustratore normalmente prende il 5% sul prezzo di copertina e il 25 % degli introiti derivanti dalla vendita dei diritti agli editori stranieri, in italia un libro illustrato (a meno che non diventi un best seller) frutta ad un autore me diamente 1500/2000 euro. In parole povere: se per illustrare un libro ci metto una due settimane prendo bene, se ci metto due anni no, muoio di fame. Scrivi anche storie o illustri solo libri altrui? Non sono uno scrittore, però succede spesso di progettare dei libri e di pensare a delle storie, che poi possono diventarelibri senza testo o all’occorrenza si può sempre trovare qualcuno che scrivi per te. L’anno scorso ad esempio quando vivevo a New York, ho illustrato un libro insieme ad una amica, un progetto personale che mi portavo avanti da diversi anni la cui storia era ispirata ad un personaggio storico degli inizi del 1800. Per noi doveva essere un libro senza testo, poi il progetto è stato comprato da un editore inglese che la pensava diversamente, e abbiamo dovuto com missionare un breve testo ad una scrittrice americana. Stai seguendo un cammino per arrivare da qualche parte che già vedi o ti prefiggi? Continuo con i miei libri. Vorrei arrivare ad essere più libero di scegliere quali libri fare quali rifiutare. Essere più io a proporre i miei progetti agli editori piuttosto che il contrario Abbiamo parlato di estero, tu hai viaggiato molto vero? ho la fortuna di fare un lavoro che mi lascia libero di muovermi a piacimento, da alcuni anni alterno lunghi soggiorni di vita e lavoro all’estero; ho vissuto a Barcellona, Lisbona e New York. Attualmente vivo a Madrid. Ma quindi tu ti sposti perché il mercato in quelle parti del mondo è più forte? No, io mi sposto semplicemente perchè viaggiare mi piace, a livello di pubbliche relazioni sono un disastro e raramente ne approfitto per creare nuovi contatti. Nei sei mesi che sono stato a New York non sono neppure riuscito a imparare decentemente l’inglese. I tuoi personaggi mi sembra nascondano sempre un filo di melanconia. Come se avessero anche un velo di riflessione nel loro essere felici, tristi, morti o vivi... … Alla fine gli illustratori assomigliano sempre ai propri disegni e viceversa... Quindi i tuoi disegnano ti somigliano? Parlare di se stessi è sempre imbarazzante, io disegno secondo il mio gusto, sicuramente non sono un “faccia-tosta” o uno scalmanato, e i miei disegni neppure.
Ringraziamo Valerio e il suo ventilatore che per tutta l’intervista a soffiato nel microfono facendoci sentire un gradevole fruscio assordante per una mezzora buona che non capivamo cosa fosse. Curiosate sul sul blog, è un modo di raccontare molto affascinante.
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PIC! Fotographer: Luca Santi
fotografo www.fotosanti.it
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“ “L’immaginazione governa il mondo” (Napoleone Bonaparte)
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Mattia Arioli fotografo www.mattiarioli.com
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“La mia poetica fotografica implica uno scontro col fotoritocco�
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A casa di: Francesco sarcina Occhi e Orecchie in ascolto dell’uomo Francesco
L’intervista di E.R.O. Sentir parlare Francesco è come inserire una moneta da 500 lire in un juke boxe…selezione casuale, poche note , testi curati,armonie che si appiccicano come immagine identificativa. Chiunque conosce il nome della band in questione, chiunque si è trovato a canticchiare una delle loro canzoni, chiunque si è sentito particolarmente legato a un loro brano, chiunque ha sentito gli occhi più umidicci su un testo… Lui si definirebbe in questo periodo “un topo di fogna rintanato in cantina a far musica”…Francesco è molto di più…Francesco un mondo in evoluzione. Chi è Francesco oggi? “Francesco è un uomo di 34 anni Più responsabile perché padre di un bambino di 4, più lungimirante, ma anche più cattivo, più diretto.” Francesco non ha paura di dire quello che pensa. Lo fa di cuore, lo fa di testa, lo fa di voce, lo fa senza la paura o la dietrologia che insegue spesso chi ha un contratto discografico importante. Frontman del gruppo che ha stravolto gli schemi musicali della musica italiana negli anni 2000: le Vibrazioni. “La band rappresenta il momento del sogno. Le Vibrazioni sono una band che è stata anche imitata in questi dieci anni, dove sono stati palesemente copiati i suoni e i modi di…non solo nostri. Diciamo che è stato fatto un pout pourry. Ad un certo punto l’etichetta di “Giulia” ci è andata un po’ stretta quando i peli hanno cominciato a diventare bianchi, le barbe sono cresciute e le pance pure. Oggi come Vibrazioni dico fermi e quando andremo a fare un disco, facciamolo con serenità, seguendo il nostro scopo: far cantare belle canzoni.” E ora cosa stai facendo? “In questo momento sto facendo quello che faccio sempre, ma ancor di più scrivere e registrare da solo nel mio studio. Sto facendo canzoni e musiche per i film. Quando abbracci quel mondo,non hai limiti, segui l’emotività del film, spazi tra generi. E’ una cosa che con le Vibrazioni non avrei mai potuto fare perché è un gruppo con un’identità sonora molto forte e spaziare troppo nei generi e nell’uso di strumenti può diventare caotico e confondere l’ascoltatore.”
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Uomo e Artista
Sicuramente Francesco ha paura di sbagliare umanamente ora che deve essere da esempio a un figlio di 4 anni. “Aperto alle critiche ma + cattivo o diretto” dice lui; ma io direi che è più consapevole di una sua fragilità personale e al contempo ha acquisito una maturità che lo rende conscio della sua presenza e delle sue verità a cui non passa più sopra. Probabilmente come accade ad ognuno di noi. Ci si sente bene ad appartenere a qualcosa di più grande, perché risultato di più cuori, è necessario però non sentirsi solo un insieme ma in qualche modo avvertire all’interno del gruppo di essere differenti da tutto quello. Questo crea indecisioni malumori a volte, sicuramente paure per se stessi e per gli altri. Direi che però il tempo per Francesco è arrivato e come ogni cosa che “spinge” prima o poi esce.. anche questo è avvenuto, dando modo al Signor Sarcina di entrare in un nuovo corpo e di cercarsi in qualcosa di nuovo. E’ “entusiasta come un ragazzino” nel modo di mostrarci “le sue nuove cose”; i nuovi suoni che ha trovato, le nuove contaminazioni che riprendono le sue passioni di ragazzo e gli strumenti non convenzionali che usa come piccozza e martello per aprire nuovi varchi. Piacevole, davvero piacevole queste 2 ore e moneta passate con Francesco. Davvero disponibile e aperto, tanto da farmi usare il suo bagno 2 volte! P-9
Francesco è stato candidato ufficialmente ai nastri d’argento per le musiche di “La scuola è finita” con Valeria Golino. Nella stessa manifestazione partecipa anche per un corto di cui però, questa volta la Golino è regista. “una traccia nascosta durante il corto, fatta a casa. Un brano in sottofondo, una canzone chitarra e voce, alla vecchia maniera.” Fracesco alle prese con il suo estro: “sto facendo pre produzione e mi suono tutto da solo”.
Francesco, artista poliedrico: “ Sicuramente, prima o poi, vorrei fare un disco solista. Pensavo anche di fare una cosa mascherata senza per forza figurare come Francesco Sarcina, anche perché mi sono accorto che molti sono mossi da pregiudizio. Il rischio che corro è che il suond risulti simile alle Vibrazioni, anche per questo molto probabilmente vorrei far seguire la produzione artistica a qualcuno capace di sconvolgere i soliti schemi della canzone italiana. Al momento sto spaziando veramente molto tra generi anche opposti tra loro”. Ti manca la dimensione del live? “Le Vibrazioni sono il più grande misunderstanding, a dispetto di quello che si pensa, i nostri concerti sono sempre molto rock. Il live è sempre stata un po’ la missione del gruppo. Ora non è abbastanza però”. Quanto senti il peso della responsabilità verso i tuoi fan? “Alcune volte c’è bisogno di fermarsi a prescindere. L’attesa farà godere di più il nuovo disco o anche no. Creare è un piacere, un dolore, un’esigenza. Poi quando dallo schizzo, come un pittore, inizi a tirare le linee…beh lì inizia il lavoro, dove è importante una libertà totale nell’operato.” Questo però non preclude il fatto che sento la responsabilità verso il nostro pubblico. Quando fai una canzone, non pensi che andrà a fare da colonna sonora nella vita di qualcun altro. Ma poi, quando succede, è ciò che più mi gratifica”. Il tuo più grosso rimpianto? “Non sono uno che rimpiange, perché caratterialmente sono abituato a rialzarmi e andare avanti. Se proprio devo dire….2 cose.
Mi sarebbe molto piaciuto che mio nonno avesse potuto vedere mio figlio e rimpiango anche di non esser andato oltre con gli studi. Ho fatto un istituto tecnico: perito in costruzione aeronautica. Io odiavo però la matematica e pensa l’assurdità,la musica è totalmente matematica. Io volevo fare il liceo artistico,i miei genitori no. Di quegli anni mi ricordo che suonavo sempre. Il primo concerto fu al “Sorpasso” nel 93 con i Bad Apples. Facevamo brani nostri ma troppo pochi per sostenere un live,quindi anche qualche cover. Io facevo il chitarrista, qualche coro ogni tanto e l’unica canzone che cantavo all’interno del concerto era un brano dei Misfit.: ATTITUDE. Aprimmo anche Pino Scotto per la presentazione del suo album da solista “ il grido disperato di mille band”. All’interno di questo album c’era un brano pazzesco “Dio del blues” che anni dopo( 2008), rifacemmo con lui.” La tua soddisfazione più grande e quella che ti vorresti togliere? “La mia soddisfazione più grande oltre ad aver avuto un figlio sano ed intelligente, cosa che ti cambia, è quella di aver potuto confermare a tutti quei discografici che mi snobbavano e mi chiudevano le porte in faccia, che avevo ragione io, “Le Vibrazioni” ce l’hanno fatta! La soddisfazione che vorrei togliermi è la realizzazione del mio disco e la realizzazione di un’opera teatrale; o meglio la messa in scena di cose che ho già nel cassetto”. Ma questo è un altro capitolo di cui poi si parlerà…
L’intervista è finita, ma il flusso di parole, di musiche, di colori continua…Francesco e il suo progetto che prende forma, Francesco e le parole nuove che risuonano nei timpani come un urlo sordo…con la voce di chi ha sempre saputo raccontare le emozioni con la verità di chi ama, ama davvero quello che fa. Elena Rebecca Odelli
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musica: intervista ORANGE
Chiacchierata Bucolica con Gli Orange “Credici Poveraccio” P9-14
Enrico Buttafuoco e Francesco Mandelli, gli Orange!
Visti casualmente a una mostra organizzata dai ragazzi di R-Evolution allo spazio Concept di Milano sono stato immediatamente rapito e assolutamente stupito da questo duo che vi assicuro, quando suonano sembrano un gruppo molto più folto. Una coppia assolutamente coinvolgente, schiavi musicalmente dell'indie Rock e molto molto complici dal vivo. Alla Batteria è Enrico che quando entra nel ritmo sembra un demonio, mentre Francesco alla Chitarra e alla voce, con un modo di fare più composto ma non per questo meno carico, è come Ken Shiro incazzatissimo che mantiene l'estetica della fisicità ma gli vedi le onde di energia. Mi si passi il paragone la mia cultura è quella che è! I 2 si sono conosciuti nel 2002, mentre gli Orange nascono prima, nel 2000 ed erano in 4. Alla prima formazione viene erroneamente accreditata la nomea di cover band degli Oasis , in realtà la prima volta che andarono sul palco avevano solo 3 pezzi loro, e non erano di certo sufficienti per tenere un concerto di 45 minuti, quindi hanno scelto di fare altre 7 canzoni degli Oasis oltre alle loro ed ecco nata la leggenda. Artisticamente Francesco suona il basso all'età delle medie in un gruppo che si esprimeva con cover dei grandi del rock (Queen, Guns, Spristing), la chitarra è arrivata poco dopo. Mentre Chicco è Sardo e arriva a Milano seguendo il sogno della musica a 20 anni, con un altra formazione e gusti musicali differenti, più verso un Rock pesante (Deftons è un esempio…) Nel 2002 durante una fase di cambio di batterista degli Orange, tra i musicisti provati c'era Chicco ed è stato l'inizio del percorso. Da quattro in poco tempo sono rimasti in 3 e poi nel giro di 2 anni rimangono i nostri 2 eroi. A: Ragazzi 2002/ 2011, sono quasi 10 anni, quanto è cambiata la vostra musica? O: Parecchio, perché avendo perso seconda chitarra e bassista per strada abbiamo dovuto reinventarci un modo di suonare che andasse a riempire i vuoti musicali lasciati dal basso e dalla seconda chitarra, e non è stato facile. A: Cosa è Orange? O: Orange è la passione di suonare in giro, noi ci divertiamo quando suoniamo! A: Ho sentito nell'album una traccia in Italiano, quanta voglia c'è di cantare in Italiano? O: Tantissima, davvero tantissima, ma bisogna trovare il modo. In questo momento ci esce molto + facilmente in inglese ma sarebbe bellissimo riuscire a creare di più in Italiano. Queste che senti in Inglese sono uscite in inglese, abbiamo anche versioni in Italiano ma sono nate in inglese e le teniamo in inglese. F: io credo che la canzone sia un idea, quando uno riesce ad attaccare le parole a una melodia ed entrambe le cose hanno un senso insieme, allora va bene perché hai trovato un bel modo per raccontare una cosa. A: Prossimi progetti? E: Per adesso ci "accontentiamo" di portare in giro questo che per noi è la cosa più bella! A: Una frase per i lettori di P9? O: è una frase che è anche il titolo di una nostra canzone ed è "Credici Poveraccio", è un modo di criticare con un sorriso quei ragazzi che ci provano ma prima di preoccuparsi di dire qualcosa si preoccupano di essere qualcuno e allora: CREDICI POVERACCIO. A volte anche noi ce lo diciamo scherzando quando ci accorgiamo di "fare" qualcuno. Un inno all'umiltà! Ringraziamo gli Orange e per chi non li avesse mai sentiti guardatevi il Q-R code con un extra e una canzone di sottofondo, chiaramente una canzone degli Orange!
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PERSONAGGI: COSIMO ALEMA' Classe 1970, ha lavorato praticamente con tutti, alcuni dei nomi per cui ha reso la musica in immagini nel 2011? Subsonica (Istrice), Fabri Fibra (Tranne Te, Le donne), Gabriella Ferrone (Un pezzo d’estate), Club Dogo (All’ultimo respiro), Casino Royale (io e la mia ombra). Lui è Cosimo Alemà: regista di videoclip, pubblicità, musicista e regista di un film… (www.cosimoalema.co.uk) 1. Quando hai capito che volevi fare il regista e quando il musicista? Ho iniziato prima come musicista, suono da quando ho 14 anni e la musica è sempre stata una costante. Dopo i 20 anni mi sono avvicinato al mondo dei videoclip. Sono arrivato al cinema, passando anche dagli spot pubblicitari. 2. Ok, ricapitolando: regista di videoclip, pubblicità, musicista e regista di un film….Dove trovi il tempo per tutto? Il tempo bisogna trovarlo. Ora mi dedico maggiormente alle cose che mi interessano di più,tra cui il film.
3. Il film in uscita “At the end of the day” ….Anticipazioni?
5. Qual è la differenza che senti tra Film e videoclip , alla fine anche quest’ultimi sono mini storie.
Uscirà il 22 luglio in sala. Il 16 giugno è stato proiettato al Fantafestival in originale. Il film è stato realizzato totalmente in inglese, con attori inglesi e girato interamente a Roma. E’ un film pensato per l’estero e verrà distribuito in 40 paesi. E’ un film indipendente che tratta il tema estremamente attuale della guerra. Parla di un gruppo di giovani che gioca a soft-air. Sono muniti di attrezzature iper- tecniche giocattolo. I ragazzi verranno sfidati da un gruppo di bifolchi muniti di armi vere.
Un film è qualcosa che lascia un segno nel bene e nel male. Il videoclip invece è legato all’influenza del periodo.
4. Progetti per il futuro? Quest’anno lo dedicherò sicuramente alla promozione del film. Inizierò a scriverne anche un altro. Seguirò la regia dei videoclip degli artisti con cui ho sempre lavorato di più e lavorerò parecchio per la realizzazione di spot pubblicitari.
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6. Temi le critiche del pubblico italiano? Sicuramente è un film che non risulterà simpatico, perché l’Italia per certi versi è un paese ottuso. Si tratta di un film italiano, per l’Italia e rivolto anche all’estero. Non è, quindi, un film country specific. Sono 20 anni che il cinema italiano non è più riuscito ad esportare i propri film all’estero. Sono pochi i registi italiani che fanno questo discorso da vent’anni a questa parte. L’Italia ha poco appeal all’estero, i film così come la musica, sono molto auto-riferiti. Vi consiglio un giro sul sito del film e di vedervi il trailer…. http://www.attheendoftheday.it/
Elena. Rebecca. Odelli.
LUOGHI MAGICI:Art|on|stage Entrare all’Art on Stage è come entrare in un piccolo grande paese dei balocchi, volti lo sguardo in questa sala ricca di foto, poltrone e specchi illuminati . Apri un anta e ti si para davanti un piede o una mano, o un viso invecchiato. Elisa Calcinari è una sicurezza in questo settore, un certificato di garanzia per il successo del lavoro svolto (www.artonstage.it). Trick or Treat Fx (consiglio un giro su facebook), un gruppo di ragazze che in questa scuola lavora, ormai da un paio di anni. Quattro ragazze con parecchi sogni ma anche parecchia abilità tra le mani. Un microcosmo artistico, mi piace vederle così Elisabetta Morano, Sofia Catizone, Elisabetta Paiano, Ilaria Banfi. Sono ragazze di poche parole ma di molti fatti, di chi si rimbocca le maniche e non ha paura di sporcarsi, non sente la stanchezza di questo doppio lavoro. 4 persone che brillano di quella luce che solo chi ha la capacità di realizzare il proprio sogno, possiede. Come potrebbe essere descritta La art on stage in poche parole? Elisa: È un’accademia di truccatori e acconciatori per lo spettacolo. Copriamo tutti i settori dalla moda, al teatro, tv, cinema, gli effetti speciali e il body painting. Nota è la vostra Collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Brera Elisa: Si, Siamo stati a Shangai con l’ accademia. Abbiamo portato l’arte degli artisti milanesi a Shangai, siamo stati chiamati per sfilare insieme a Maria Teresa Illuminato che fa abiti con oggetti reciclati. Ragazze come vi vivete in quanto gruppo eterogeneo che viene da altri settori? Elisabetta: Io sono sempre stata legata a questo ambito. Ho sempre fatto parte dell’estetica. Però in quest’accademia la visione del trucco è molto diversa,è un mondo a parte. È un lavoro a sé, l’espressione dell’arte che hai dentro. Siamo un gruppo eterogeneo, ognuna di noi ha una professione diversa al momento ma lo scopo è unico. Siamo molto affiatate e questo si vede nella realizzazione dei nostri lavori. L’espressione del trucco come forma artistica….beh cosa significa creare un make up d’arte? Elisa: In Italia la nostra categoria è stata inserita erroneamente, tra la categoria degli estetici ma noi abbiamo a che fare con artisti,scenografi. E’ tutt’altro tipo di
studio che prevede studio di materiali, storia dell’arte. Quello che ci differisce poi da un pittore è che noi lavoriamo su tre dimensioni, sul corpo umano. Con l’effetto speciale creiamo una tridimensionalità sulla tridimensionalità. Il nostro lavoro viene cancellato in pochi secondi, magari che occupa ore di produzione. Per il bodypainting 12 ore. Stiamo studiando materiali che si avvicinano il più possibile alla pelle umana per colore e consistenza (ndr. Mi fanno vedere un’invecchiamento….fa impressione per quanto sembra vero!) Le aspettative e i progetti che avete a breve e lungo termine Trick or Treat Fx: Inizialmente abbiamo creato un gruppo per gli effetti speciali: Trick or Treat per l’appunto. Stiamo costruendo con sito con i nostri lavori e siamo pronte a varie collaborazioni. Si lavora in gruppo perché per gli effetti speciali si maneggiano trapani, martelli. Siamo quattro ma mosse da un obiettivo unico: fare di questo il nostro unico lavoro e per conseguire ciò ci si rimbocca le maniche parecchio! La scuola supporta il gruppo? TorT: La scuola supporta il gruppo e viceversa. Stiamo collaborando sotto diverse forme. Abbiamo fatto la calotta del genio di Aladin per un’opera teatrale e protesi simil-fiocchi di neve per uno shooting con un famoso stilista. La chiacchierata è finita, passo in rassegna le foto e mi vedo come sarò tra 40 anni…loro hanno anche questo potere! Elena. Rebecca. Odelli.
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Movie & Libro
“Alfie risulta l’ennesima esperienza estetica, di puro packaging, dove tutto è apparenza e nulla è Contenuto. Bello da vedere, sì, molto bello. Per gli occhi, non per il cuore. Forse, è giusto così.” Da mymovies.it Questi di Mymovies non la penserebbero così se avessero 30 anni, fossero single e sempre alla ricerca della svolta. Certo poi l’ossessione di stare alla “larga” da qualsiasi cosa preveda una promessa d’amore aiuta ad identificarsi di più in Alfie; ma questo film ,credetemi, è molto più profondo di quel che a prima vista sembrerebbe a chi non vive questa situazione. Consiglio di vederlo sia a Single convinti (poverini anche solo per la necessità della convinzione) sia a coppie ormai rodate. Non è facile immedesimarsi nella vita di un/una 30 enne che può tutto, soprattutto il lusso di non scegliere. Un film che dà un significato tattile alla parola solitudine ma che, con molta intelligenza nella propria struttura, ci accompagna anche ad essere concordi con Alfie quando decide di evitare Amori malati. Divertente irriverente e vero.
A Voi “la Parodia del diario fintamente autobiografico di un intellettuale moderno”. “Hai presente quelle persone che fanno di facebook il loro diario di vita? quelle che scrivono ogni minima cosa e la scrivono al presente come se parlassero a loro stessi? insomma come se scrivessero proprio un diario. Ecco io non le sopporto e un giorno ho cominciato a prenderle in giro a mio modo, ovvero poco alla volta ho inventato delle situazioni assurde che potessero accendere la curiosità e farsi leggere. Questo ovviamente dandole in pasto agli accaniti di facebook come fatti realmente appartenenti alla mia vita.” Ha cominciato così Mirko Volpi a scrivere il suo libro, ancor prima che lo sapesse! Come? Si perché un giorno viene contattato dalla “Epika Edizioni” che ha notato il suo viaggio di fantasia e gli ha chiesto se non gli andava di provare a farne un libro. Già la storia della nascita del libro sembra un romanzo! Mirko spiega che è un libro scritto a mo’ di diario, come lascia vagamente intuire il titolo, è lungo 366 giorni (26 aprile 2010- 26 aprile 2011), e presenta personaggi carichi di aspetti pittoreschi! Mirko è di Nosadello (CR) ma lavora come ricercatore universitario a Pavia. Mi è facile chiedergli quanti di quei personaggi siano stati ispirati dai vari vicini di casa della sua vita, o dai suoi concittadini. Mirko mi dice che non aveva nessuno in testa di preciso quando creava un personaggio (considerate che l’Esselunga stessa poi diventa un personaggio effettivo del libro) certo che alcuni atteggiamenti sono riconducibili a modi di fare tipicamente di provincia (il panettiere è avvertito!). Una sua grossa ispirazione però arriva da Maurizio Milani, noto per sketch televisivi e Libri comici. P-9: E quanto invece c’è di te stesso in questo libro? (gli chiedo) M: “Mi appartiene un piccolo pezzo che tengo nascosto e che combatto in continuazione. E’ la parte di me di “uomo medio” a cui tento di dare un freno. “(ridendo) Anche al telefono è molto simpatico Mirko. P-9: Quando e dove il libro? M: On line da subito sul sito di Epika, oppure su bol, ibs, o libreria universitaria. Se preferite una libreria basta andare e ordinarlo se non fosse disponibile. Il diario di Mirko V. è stato presentato il 21 Giugno a Pavia, il 30 Giugno a Parma e lo presenterò il 14 Luglio a Voghera alla libreria UBIK, sulla VIa Emilia.
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Bene non mi resta che salutare Mirko, ringraziarlo e fare un salto in libreria. Qualcosa di dissacrante e spensierato (ma che fa riflettere su una delle nostre schiavitù più moderne) potrebbe essere quello che ci vuole in una giornata di sole e reax.
advice from: nissa La SOCCA (tipical french plate from NISSA , la mia ciTtA’ natale !) -
300 g de farine de pois chiches 500ml d’eau 2 cuillères à soupe d’huile d’olive sel et poivre
Préchauffer le four à 300°C Mettre l’eau froide dans une marmite. Y mélanger au fouet la farine de pois chiches, l’huile et une cuillère à café de sel fin. Battre jusqu’à ce que le mélange soit lisse.
This traditional dish is very simple and easy to make, although some practice will no doubt be necessary to get it just right, and modern ovens and implements can replace the wood ovens and copper plaques of yesteryear !! 300 g chick-pea flour 500 ml water 2 Tblsp olive oil 1 teasp salt pepper
Verser 2 à 3 mm de pâte dans une tourtière spéciale en cuivre légèrement huilée et cuire dans un four à bois très chaud. Quand la surface de la socca est bien dorée, couper en petits carrés et bien poivrer
Mathieu Moulie
- Pre-heat the oven to 300°C - Pour the cold water into a pot and use a whisk to mix in the olive oil and salt, beating thoroughly to remove any lumps. The trick is in the batter, which should be slightly more runny than typical crêpe batter (which is thin, like Swedish pancakes). - Lightly oil the plaque. Pour the batter through a conical collander onto the plaque, covering it evenly. - Slide the plaque into the pre-heated oven and cook until the top browns nicely, possibly even going black where the bubbles rise. - Remove, slice and serve hot, peppering to taste So great to eat before lunch with a big beer!!!
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QR code perchè la comunicazione con P-9 ti avvolge, suoni video e immagini extra Fotografi video-maker e grafici perchè la comunicazione va costruita e studiata per “arrivare” Argomenti emotivi ed emozionali che parlano di Voi, perchè la vita è fatta di sogni e come tale va vissuta. P-9: è ora di essere al passo coi tempi...anche in provincia!
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Moda a quattrocchi con Francesca Regorda nuova scoperta di Italia’s Next Top Model
21 anni, 173cm bionda occhi chiari, denti perfetti che sembrano passati con il bianchetto: Francesca Regorda!
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partecipante a italia’s next top model, con la complicità di un amica della mamma che dopo averla informata l’ha iscritta al web casting. Dopo un mese dall’iscrizione partecipa alle selezioni di Bologna e dopo 2 giorni è iniziato il Turbinio… perché di Turbinio si tratta signori e signore! per 3 mesi segregata senza cellulare senza musica e senza tv in un albergo a contatto con le Telecamere del programma. Una sorta di grande fratello legato al mondo della moda. Dopo i 3 mesi e una eliminazione a settimana arriva alle finali dove si classifica terza. Un sogno quello di appartenere a questo mondo avuto fin da giovane, però accantonato a favore dello studio. Francesca studia ancora ed è iscritta alla “Statale di Milano” alla facoltà di “Scienze dei beni culturali”.
Fresca e spontanea Francesca snocciola con gioia e sicurezza la sua esperienza e, mi dice che questo programma le ha già dato modo di lavorare per una puntata di “Camera cafè” (in onda a settembre) e le è valso un contratto con il marchio americano “Donna Karan New York”. Però io non volevo la solita intervista di sogni e speranze. Si vede subito che il carattere di questa ragazza è forte e deciso, che ha una determinazione affascinante. Sicuramente non passa inosservata e questo oltre a donargli attenzioni le da quella sottile aria da Snob, che però devo essere sincero, non sembra proprio essere parlandoci insieme. Quindi dicevo, cambiamo Tono e: “Francesca ora che la tua bellezza è affermata, dimmi tutte le cose più brutte di te!” F: Oddio (ridendo), non saprei A: Beh ti piaci? F: sicuramente si A:Beh cosa hai di pessimo? non avere indugi F: Sicuramente ho delle bruttissime mani e piedi
Francesca è Magrissima A: Mangi? F: mangio tantissimo! Colazione, merenda a metà mattina, pranzo, colazione pomeridiana e poi cena e se ho ancora fame mangio ancora! Altri difetti? su esagera! F:Da piccola mi prendevano in giro e mi chiamavano giraffa! A: non è un difetto Francesca! non lo so, sei pelosa e ogni mattina ti svegli e sei uno yeti! F: SI quello si… hahaha Beccata! a caso, perché non si direbbe ma lei sostiene che ho scoperto il suo segreto! Torniamo a parlare della casa perché Francesca i suoi difetti veri non me li dice tanto! Mi dice che nel programma ha trovato molta competizione; però delle 13 ragazze con cui conviveva (25 ragazze selezionate in tutta Italia poi quasi dimezzate con il televoto) dice che si è affezionata a molte di loro. A: Si dice che per i televoti ci siano società che vendono pacchetti di voti. F: Non ne ho idea A: ok, Hai speso molto? F: hahahha ti assicuro che a me non l’ha comprato nessuno, e ringrazio tutti quelli che mi hanno votato, perché se non fosse stato per il pubblico e gli amici non avrei partecipato. A: Ormai sei entrata nel circuito dei ringraziamenti stile televisivi, ho capito La stuzzico ma F. se la ride, dai è simpatica! A: Invidia? F: Tanta ma chi mi vuole bene c’era e c’è ancora. A: te la tiri? F: un po si e un po no dipende dalle situazioni, se una persona mi piace o non mi piace a pelle modifica il mio atteggiamento, dipende da tante cose. Anche io so di non piacere a tante persone a prima vista ma se qualcuno poi a voglia di conoscermi credo possa trovare una persona umile e simpatica. Sicuramente non mi credo arrivata. A: Se tu fossi un frutto? F: bohhhh A: una banana? F: nooooo A:Se tu fossi un gelato? F: Yogurt! A:Perché? F: Ma che domande mi fai? cosa ne so? mi piace (e ride)
mi le fa vedere, solo le mani. Devo dire che qui pecca di falsità, non sono le mani più belle del globo ma di certo le mani brutte sono altre. A: Francesca più sincera? F: Beh il mio difetto fisico fino a poco tempo fa era che io nona evo seno! Tadaaaaaaaa rivelazione! Però F. non nega assolutamente l’operazione anzi ci ride su dicendomi che insomma “L’ho fatto apposta!”. Effettivamente questa quasi terza che lei vuole convincermi a tutti i costi essere una seconda… si fa notare. A: Quindi sei pro - silicone F: Si se non eccede e aiuta a vivere meglio si
A: più bella dentro che fuori? F: Siiii A: più vera dentro che fuori? F: Siiii A: Sicuramente meno plastica! Anche qui Francesca se la ride dandomi dello Str..anzo, è proprio dura metterla a disagio! ufficiale non è antipatica e nemmeno “menosa”. La finalista di Italia’s next top model mi spiega poi del ritorno a Lodi dopo l’esperienza trimestrale nel mondo Milanese della moda ed effettivamente ammette che gli sta un po stretta, anche per una questione puramente lavorativa, però è a 30 minuti da Milano e qui ha i suoi affetti importanti quindi per ora va bene, poi si vedrà. Se il lavoro crescerà e vorrà che il suo impegno l’obbligherà a trasferirsi, allora si trasferirà. Finisce qui l’intervista con Francesca. Mi ha anche raccontato una barzelletta ma non posso scriverla, fatevela raccontare da lei, è quella del Torrone! Lei ride di certo! Grazie a Francesca una ragazza simpatica anche se ha un po l’aria da Snob :-)
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kitchen
bietole, carote, cavoli, patate, rape, rapanelli, finocchi, rucola, spinaci, cetrioli, melanzane, peperoni, pomodori, zucchine, fagiolini. Mentre per le zucche meglio aspettare il mese di Agosto
angurie, pesche, meloni, fichi susine, fragole, ciliegie e albicocche.
acciuga, cefalo muggine, dentice, nasello, orata, pesce spada, sardina, sgombro, sogliola, spigola, triglia
Dolce…basilico! (dessert al basilico) Semifreddo al basilico, fragole pepate 2 mazzetti di basilico, 600 g di fragole, 60 g di zucchero, 2 uova, 2 cucchiai di zucchero bruno, 250 ml di panna liquida, pepe(meglio se malgascio)
Consiglio *(non comprate quello aromatizzato industriale, meglio farlo da sé lasciando spremendo gli oli essenziali delle foglie, pestandole contro il fondo di un contenitore contentente l’olio extravergine che utilizzerete, lasciando a macerazione il tutto per almeno qualche ora) Potete servirli così o farcirli con una ganache al cioccolato e basilico, da farsi nel seguente modo:un mazzetto di basilico fresco (meglio se ‘cucchiaino’), 300 g di cioccolato fondente, 250 g di burro, 200 ml di panna liquida, 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine al basilico Versate in una casseruola la panna liquida e portate a ebollizione. Versatela poi sul burro, ammorbidito e lavorato pomata, e sul cioccolato. Mescolate delicatamente, poi incorporate l’olio al basilico e il basilico finemente tritato. Riempite con questa preparazione i vostri macaron.
Versate in una casseruola lo zucchero bruno, le fragole lavate e private del picciolo, un po’ d’acqua e qualche macinata di pepe. Fate ridurre a fuoco basso per alcuni minuti. Tenete da parte. Mescolate i tuorli con 50 g di zucchero e lavora teli finché non diventano chiari. Sbattete la panna liquida in modo che abbia una consistenza morbida. Tenete da parte. Mettete in un mortaio le foglie lavate di mezzo mazzetto di basilico, pestatele con lo zucchero rimasto, quindi mescolatele alla panna e ai tuorli. Montate gli albumi a neve soffice e incorporateli delicatamente al composto al basilico. Mettete nel congelatore per quattro ore. Servite il semifreddo con la composta di fragole e il resto del basilico tritato. Macaron al basilico 1 cucchiaio di olio d’oliva al basilico, 375 g di mandorle in polvere, 170 g di zucchero a velo, 180 g di albumi(4/5 uova ca.), 50 g di zucchero montate gli albumi a neve ferma, versando lo zucchero poco per volta. Unite le mandorle in polvere con una spatola, lo zucchero a velo e l’olio d’oliva al basilico*, in modo da ottenere una crema liscia e leggermente morbida. Versate il composto in un sac à poche. Disponete su una teglia coperta di carta forno i macaron, avendo cura di lasciare 5 cm di spazio per non farli attaccare. Cuoceteli in forno già caldo, prima a 200° per 5 min in modo da far rassodare e dare palatabilità alla superficie, poi per circa 10 min a 180°. P9-26
breathing the trip Quarta parte
Luigi Colasanto 02 gennaio
alle ore 11.59 ADVENTURES: LIONS HEAD: iniziative, sono tante, semplici e alquanto nuove ed entusiasmanti per me. Dopo qualche giorno che eravamo qui, ci hanno chiesto di andare sulla montagna a vedere la luna piena. Abbiamo scalato di notte Lion’s head, la montagna che sovrasta Sea Point, con felpa e torce ed abbiamo raggiunto la cima dopo un ora di scalata senza fiato, ma non per la scalata, ma per il paesaggio che si presentava: luna piena, non una nuvola o un velo di foschia, e la citt‡ ai tuoi piedi, la citt‡ più al sud del mondo cazzarola, si vedeva tutto, il centro, Sea Point e Green Point, Clifton e Camps BayÖwow! GROOT KOP: ancora più wow Ë stata la scalata della Groot Kop Face, la montagna che sta dietro a Table Mountain (nostro prossimo obiettivo!). siamo partiti alle 5.30 del mattino per evitare soprattutto il sole che spaccava la testa. Dopo 4 ore di scalata siamo arrivati in cima alla montagna, una sensazione di soddisfazione come poche prima, naturalmente dí obbligo Ë stata per me la foto sul groppone della montagna stile Rocky Balboa!!! Ci siamo inoltrati nei sentieri della montagna con un certo Brian, un signore sulla settantina che a scalare mi faceva mangiare la polvere, che sembrava uno di quei film degli anni settanta, capelli bianchi, baffoni, camicia a quadri e scarponi da combattimento, ne sapeva una più del diavolo, sapeva tutti i nomi dei fiorni e tutti i passaggi segreti, ci ha fatto passare di traverso la montagna per una cava larga 70 cm dove io ci passavo a mala pena, per poi sbucare sull’ altra facciata! mamma mia pensavo di rimanere li per sempre, sembrava la volta buona per cominciare a soffrire di claustrofobia!!! Poi ho scoperto che Brian era un uomo di mondo, skipper per barche a vela, ha girato il mondo, ma lo ha davvero girato tutto, e negli ultimi anni si era dedicato alle montagne di Cape Town e dintorni e scrive su un magazine locale che parla della natura e ciò che circonda la città, il Free Circle! affascinate Ë dir poco, il nonno che tutti vorrebbero! Al ritorno ci ha invitato a casa sua a bere una birra a casa sua, pensavo un birra in salotto, al massimo un giardino,ma che! Siamo andati della sua cantina, arredata ad hoc come se fosse un pub, con tanto di sgabelli, bancone e tutto il resto, piena di foto cí epoca di quando era giovane e di posto inimmaginabili sparsi qua e la per il mondo. Cíera anche la cartina dellí emisfero con tracciate tutte le tratte fatte in barca da Brian, saranno state almeno mille; l’ unico posto dove ho visto che non Ë andato Ë la Siberia!anche un giramondo come lui avrà pensato: cazzen c vado a fare in Siberia a ghiacciare le balls?!? E bravo Brian! P9-28
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business: il miele di lodi
e p A o v i t t e i b O
il Mielario per mostrare la laboriosità di questo insetto davvero affascinante e indispensabile all’ uomo (poi capiremo perché). Potrei spiegarVi le mille cose che ho imparato riguardo alle Api e esser fiero di sapere qualcosa in più rispetto a ieri, ma sono qui per raccontarVi il sogno di questi 5 ragazzi, che non è di certo meno interessante. I nostri eroi del miele (Matteo Frattini, Alberto Felloni, Marco Barlassina,Matteo Zampini e il Maestro Signor Carlo Martelli), la cui associazione dovrebbe chiamarsi, ma non è ancora certo, “Avia Matta”, sperano di produrre l’anno prossimo un miele tipico lodigiano ricavato dal Ladino, detto anche trifoglio. Nello specifico la varietà bianca è appunto nota con il nome di “Bella Lodi” perché tipica delle nostre zone. Sarebbe interessante l ‘ accoppiata Grana Bella Lodi con Miele ricavato dal trifoglio “bella Lodi” … p9: “Matteo perché si dice che quando moriranno tutte le Api per l’uomo inizierà un conto alla rovescia per la sua scomparsa? M: “E’ vero, o almeno si pensa, perché le Api impollinano i fiori, i fiori creano i frutti. Dal frutto il seme e così via.. le piante e la vegetazione cresce. Se così non fosse non ci sarebbe cibo per gli erbivori e poi a catena tutto porterebbe alla fine del genere umano. Matteo vuole chiudere l’intervista con una domanda a me:
“Mi chiamo Matteo Frattini e con altri 4 amici faccio il miele!” Comincia così con semplicità e immediatezza questa intervista, proprio come è Matteo. Siamo a Lodi alla cascina Boccalera del dottor Ramelli Siro e dopo una rapida vestizione con le tutine gialle e magiche per non farci pungere dalle Api ci avviamo verso le 10 arnie che contengono l’oro di questi 5 ragazzi (sia inteso che l’oro è il sogno e non il vil danaro!) Ho praticamente assistito a una lezione di vita dell’universo Ape circondato dalle stesse che curiose e simpatiche ci hanno accolto, abbracciandoci con uno sciame, dopo che Matteo ha aperto
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“Cosa hai provato in mezzo a tutte le api, li a pochi centimetri dal miracolo del miele?” Beh non so chi di Voi l’abbia mai provata ma è una sensazione strana. Ovviamente con le dovute cautele (tutina magica e guanti) che aiutano a mantenere la calma mi sono goduto la visione di questa società operativissima e super organizzata da 30 cm. Inoltre non c’era aggressività da parte loro anche se Matteo, per sua stessa ammissione, ha la mano un po pesante e direi che abbiamo rotto abbastanza “i maroni” alle api. Ho sempre pensato l’ape Maia fosse un po una “sfigata” (mai quanto l’ape magà) e non posso che confermare. Tra circa le 600mila che ci han fatto compagnia stamane non ne ho vista nemmeno una bionda e riccia, figurarsi una con il naso rosso poi!
Un Film
di Gab
Editing:Yuki Flavia Bagnardi Sound design:Paolo Scutti Cameras: Gabriele Shome Cipolla, Yuki Flavia Bagnardi, Tommaso Matteocci, Glenda Petrosino Data managers:Emanuele Klemp, Sirio Vanelli Audio recording: Gianluca Granata
riele S ho
me Cipo
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a pochi metri dalla realizzazione del sogno
27 anni e fare un film. Un film che incrocia 9 vite e nove storie con un binario immaginario comune riassunto dalle parole del regista così: “Un film sulla paura che non si chiede cosa sia la Paura. La vivo io, La vivi tu. La paura c’è..” La voglia e la necessità di reagire a un momento “tosto” della vita! Il primo momento tosto a cui si riferisce G.S.Cipolla appartiene a lui stesso,”9Rounds” è il suo modo di rialzarsi. Shome a ruota libera: “Superficialmente è un film sulla boxe dilettantistica. In realtà è un lungometraggio sul superamento della paura e sulla reazione; sul concetto si svolta e sul “rialzarsi”. La scelta è ricaduta sulla boxe per un serie di incontri. Il mio con Arduino, Il presidente della Grignani Boxe, è stato illuminante. In quel momento ho deciso di usare la palestra come uno specchio. Uno specchio che mi permette di indagare l’essere umano lavorando per sottrazione. Ogni individuo in una comunità acquisisce le caratteristiche che gli porta quella comunità. Se chiedessi a te ora di descriverti penseresti alla tua vita di 360° e avresti mille modi per definirti, probabilmente ora come giornalista (dice a me). Se pensi ora a te come giornalista tra tutti giornalisti ecco che la tua identità di giornalista per sottrazione scompare e resta qualcosa che è più te e meno un ruolo. In questo modo vedo di te l’umano. Ecco perché alla Grignani lavoro e ho lavorato cercando di spogliare il Pugile e cercando l’uomo.” Il lungometraggio non è ancora finito, finirà a Febbraio con la messa in Onda al cinema Fanfulla di Lodi per la prima nazionale. Quel momento sarà la sublimazione del lavoro non solo di Shome ma di tutti gli ICARO PLATFORM, che è il gruppo con il quale Gabriele sta condividendo questa sfida. P-9: “Gabriele la messa in Opera di questo Film ti ha permesso quindi di rialzarti e risolvere in qualche modo la tua situazione umana?” G: “In realtà no perché la situazione che vivevo è cambiata rispetto a quella che vivo ora, e questo rende difficile pensare al film perché devo cercare di non perdere l’idea originaria e lo spirito originaria. Contemporaneamente però a livello creativo il tuo stato emotivo ti condiziona in un momento in cui tu crei quindi essere comunque uscito da quella situazione mentale mi aiuta a guardare il film da una prospettiva differente, così da evitare che diventi un diario, cosa che non vorrei perché il diario non è universale e questo film, non vuole essere il mio diario ma un film che tocchi le sensazioni e le necessità che abbiamo tutti.” In bocca al Lupo a Shome e a tutto il gruppo che lo accompagna. Aspettiamo la prima, sicuri che la fragilità umana è una condizione che appartiene a tutti a noi e che quindi questo lungometraggio probabilmente non ci lascerà indifferenti. La paura ci appesantisce ma affrontarla è indispensabile per ritrovare la vita.
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“camminando camminando”
Barbara, come migliaia di persone ogni anno, ha fatto il cammino di Santiago e P-9 vuole discuterne con lei, cercando di capire attraverso la sua sensibilità, cosa sia stato affrontare questa esperienza, cosa possa averle portato e quale sia la magia che richiama l’attenzione di così tante persone ogni anno. Barbara è partita ad Agosto del 2010 per questa esperienza, da Sarria , che non è l’inizio del cammino (800 km in tutto) ma sono “solo” gli ultimi 120 km, il minimo indispensabile perché i pellegrini possano ottenere la “Compostela”, diploma che certifica la realizzazione di almeno 100 km del cammino. “Non avevo la benché minima idea di quello a cui andavo incontro, però mi aveva parlato una persona che ha saputo trasmettermi qualcosa che non so spiegare. Mi sono incuriosita e …. forse la cosa che più mi ha spinto a farla, in tutta sincerità, non so dirtela. Ma so dirti che non è stata la fede, o almeno non principalmente… Beh è un insieme di cose, forse riassumibili in un classico “mettermi in gioco” e stare nella natura senza tutte quelle necessità e paranoie che, anche se celate, accompagnavano la mia vita quotidiana. La stessa idea di non sapere cosa sarebbe successo era un forte richiamo” P-9:Cosa pensavi e ti aspettavi prima di partire? cosa hai trovato durante e cosa ti sei ritrovata tra le mani dopo? “Le stesse identiche cose! all’inizio non sapevo a che ora fare qualsiasi cosa, dal partire all’arrivare, chi avrei incontrato o cosa avrei trovato. Alla fine però ho realizzato che ho trovato ciò che mi aspettavo.” Barbara spiega che è difficile trovare le parole per trasmettere quella sensazione ma mi dice che di certo stava bene. poi ammette che purtroppo pian pianino ha perso quello spirito che aveva trovato nel cammino tornando nella nostra quotidianità. Ho provato a chiedere a B. di identificare allora il cammino con un colore per darci l’idea e “GIALLO GIALLO GIALLO” è stata la sua risposta. quando Le ho chiesto il colore da abbinare a prima del cammino lei ha titubato ma alla fine mi ha detto che comunque era Giallo ma ..un po più buio. Ci tiene a precisare che per Lei il cammino “non cambia una persona, una persona è comunque formata, e il cammino è un esperienza e come tale va presa. Sicuramente ha rafforzato la mia personalità e mi ha dato un punto di vista differente. Impari ad apprezzare cose diverse da prima, in qualche maniera.” “L’atmosfera che si crea è magica, in quel momento, nel cammino tu capisci che siamo tutti uguali perché siamo tutti nella stessa pozza! Nasce una solidarietà che in genere non vedi, senza essere Samaritani, ci si guarda tutti allo stesso modo, scompaiono certe cose che normalmente ci fanno sembrare diversi.”
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datemi un paio di occhiali, ma non da sole! Abbiamo poi concordato a paragonare questa capacità del cammino a un paio di occhiali con lenti magiche: ti accecano sulle differenze e ti metteno a fuoco l’uguaglianza umana. “C’è gente di ogni età che fa questa esperienza, dal ragazzino di 8 anni al signore anziano ma tutti con un senso di normalità e necessità primarie uguali.” B. è una ragazza come tante di 34 anni, con una cura anche importante del proprio ordine e mi spiega che nonostante questo si è scoperta piacevolmente capace di vivere questo periodo con un paio di pantaloncini e una maglietta che ogni sera si lavava e si rimetteva la mattina successiva. Il concetto è essersi liberata di una necessità legata a una “vergogna” umana di non sentirsi perfettamente “a posto” se non corredata dal giusto abitino e dal ricciolino che sbuca dalle orecchie come da copione. Ora trova più semplice far “uscire” se stessa di questo è certa. “Un altra sensazione strana è che io sono un po’ pigra a livello fisico ma quando sono tornata volevo fare qualsiasi distanza a piedi. So che è assurdo ma capisci che se vuoi con le tue gambe puoi arrivare dovunque.” Da come lo dice, dall’entusiasmo di ogni sillaba, è chiaro che questo non è solo un modo di dire e che non è riferito solo al fisico. e aggiunge: “è incredibile cosa ti si apre nella mente quando questa sensazione ti abbraccia…quando capisci che nel niente hai già tutto!” L’intervista è continuata con racconti ed entusiasmo a profusione, ma è stato più interessante ascoltare che scrivere.... :-)
Non so se siamo riusciti a “far passare” un po’ di tutto quello che B. ha trasmesso a P-9 ma per quello che abbiamo capito è che la vera definizione di questo pellegrinaggio è tutta nel nome o in una sua parte, cioè CAMMINO. E’ un cammino di Vita proprio come la vita stessa lo è. Forse è così libero da false necessità di cui però la nostra realtà è normalmente dipendente (a cui è impensabile rinunciare per far funzionare economia e sistema) che l’attenzione si concentra sul bisogno di dare al tempo la sua importanza, per crescere, pensare, decidere e riposare. Grazie mille a Barbara per la sua generosità, per chi volesse contattarla anche per avere notizie e info per come affrontare le fasi insilai del “Cammino di Santiago” la trovate via mail qui: barby_brindi@libero.it
+ in forma
Rope Skipping….. Salto con la corda…. Pensate alla diversa interpretazione: In italia: sono capace di saltare la corda come Silvester Stallone in Rocky! In Canada e negli Stati Uniti: salti articolati ed organizzati in performance singole o di squadra, competizioni, campionati scolastici…. Il Rope Skipping è il trionfo della fantasia Italiana nel fitness! Quello che nei paesi oltre oceano è un’attività sportiva (a tutti gli effetti), molto in voga nelle scuole, è stata trasformata in Italia, con grande originalità…per le necessità economiche e l’aridità degli stimoli da dare ai propri clienti in palestra, in una lezione di gruppo a ritmo di musica sulla quale far esprimere il singolo individuo o una squadra tramite l’utilizzo più primordiale di quell’attrezzo che noi quarantenni usavamo nei cortili per divertirci quando eravamo adolescenti… la corda! Il salto con la corda in realtà in termini fisiologici/funzionali è uno strumento di grande allenamento. Non a caso è utilizzato nel pugilato per allenare il ritmo, il fiato, la resistenza aerobica dell’atleta. Chi di noi non è mai rimasto affascinato da Rocky! Quando lo vediamo compiere quelle che riteniamo evoluzioni quasi da giocoliere…. Coordinamento, ritmo, energia, vitalità, resistenza. Corsi di formazione specifica per gli allenatori, l’utilizzo dell’attrezzo, teaching di gruppo. Negli Stati Uniti ed in Canada, l’attività di rope skipping viene proposta in due modalità differenti: allenamento di sala propedeutico all’allenamento di carico (utilizzo della corda in sala pesi, quale allenamento alternativo agli attrezzi cardiofitness) e allenamento competitivo individuale o di gruppo che specializza l’utilizzo dell’attrezzo corda (rope skipping in sala fitness e a scuola). Per quest’ultimo caso l’attività, oltre a prevedere un numero impressionante di utenti, ed una specializzazione sorprendente nelle attrezzature in utilizzo e nel mercato di commercializzazione delle stesse, vive di veri e propri campionati che si organizzano in 6 livelli di difficoltà ai quali gli atleti si abilitano. La descrizione tecnica dei salti fa parte della formazione stessa dell’atleta, il quale ottiene il brevetto per il proprio livello quando dimostra di riuscire ad eseguire tutte le evoluzioni richieste per il livello stesso. Dopo il livello 6 si apprendono salti non organizzati in livelli di abilità che presuppongono salti artistici e salti acrobatici codificati, non codificati o liberamente inventati ed interpretati. La tecnica più impressionante è il Double Dutch che è il saldo con due corde lunghe circa 5 metri, una combinazione di salti velocissimi che richiedono una precisione chirurgica per stare al passo con le due corde che girano molto velocemente. E’ caratterizzato da alcune mosse dal nome washing machine, mamba e pop-up che rendono le gare dei veri spettacoli. Il gioco risale al 1600 e il suo nome probabilmente deriva dai primi insediamenti olandesi (Dutch) sul fiume Hudson, precisamente nella città di New Amsterdam (ora New York). Durante la Seconda Guerra Mondiale, i marciapiedi di New York ospitavano spesso gruppi di bambine che saltavano a due corde. Il Double Dutch è tornato in auge nei primi anni dell’Hip-hop (anni ‘70). In questo periodo diventa anche una forma di cultura tanto che i giovani, soprattutto le ragazze, organizzavano feste di strada che vertevano su questo tipo di salto con la corda. Nel 1973, David A. Walker, detective della Polizia di New York City, insieme al collega Ulysses Williams, hanno ufficialmente trasformato il gioco in un’attività sportiva. Nel 1974, con oltre 600 studenti delle classi superiori, si è svolto il primo campionato di Double Dutch. La federazione vede oggi circa 100.000 iscritti negli Stati Uniti. In palestra…. Il rope skipping richiede un alto livello d’investimento a livello di formazione sul personale, una indiscussa e necessaria formazione fisica e didattica, mentre un livello bassissimo di investimento in termini di attrezzature…. Una corda e via! Con tutta l’energia e l’entusiasmo comincia a saltare! Barbara!
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MICHELE SFORZA
“Credo siamo di fronte a un passaggio da una democrazia 1.0 a una democrazia 2.0 che nasce dal basso” Credo sia chiaro che P-9 non si interessa di politica ma vorrei comunque spingere la vostra attenzione verso una riflessione. P-9 ha intervistato via skype Michele Sforza, un ragazzo di 36 anni originario di Bari trasferitosi a Barcellona dal 5 gennaio 2011 dopo un paio di anni di staffetta tra l’Italia e la Spagna. Abbiamo voluto sentire Michele perché circa 1 mese fa abbiamo visto, su portali dedicati all’informazione libera, un filmato da lui montato (contenuto extra q-r code) che documenta quello che è accaduto dal 15 maggio in Spagna e precisamente a Madrid, poi allargatosi in molte città della spagna nei 4/5 giorni successivi, e cioè una Rivoluzione vera e propria. Una rivoluzione nata da 15 persone che hanno cominciato a dormire in piazza a Madrid per dare segno del loro sdegno nei confronti di un paese che non sembra ascoltarli. Mi sono fatto spiegare meglio da Michele come sia stato vivere questo clima di persona e Vi scrivo le sue parole: “Siamo di fronte a una “Rivoluzione intelligente” del popolo spagnolo, per la gran parte giovane e giovanile. Una protesta pacifica che non ha appartenenza politica ma che anzi denigra la scelta di una parte urlando a gran voce la necessità di una ricerca umana e intelligente di gestione del paese. E’ stato stilato un vero e proprio documento organizzato per norme atte a riorganizzare la società partendo dal’ eliminazione dei super privilegi politici, alle tasse... fino a trovare nuovi modi di gestire e regolare le necessità del popolo anche nella piccolezza della vita quotidiana” (ricorda qualcosa ???) “E’ importante capire che non si vuole creare un nuovo partito ma urlare a gran voce: “Noi vi votiamo.Noi vi paghiamo.Voi fate quello che chiediamo e di cui abbiamo bisogno.” tutto questo senza dare necessariamente un nome o un colore alle decisioni.” Michele ci spiega che i media hanno etichettato i vari movimenti falsandone scopi e intenzioni, il tutto è poi documentato nei suoi video liberamente diffusi. Ed ora la riflessione che Vi invito a fare. Non chiedo a Voi lettori di prendere parte a una rivoluzione o di andare come in Spagna a dormire in piazza, ma vi chiedo: la nostra situazione è poi così lontana? E’ così necessaria l’appartenenza a un colore per sentirsi un uomo degno e capace nel 2011? Ma soprattutto quanta colpa ha una gestione politica di una nazione (non giustificata di certo) se una popolazione nei suoi vizi di città, di quartiere o di condomino non ne è che una pallida imitazione? Grazie mille a Michele, che non sa ancora dirmi se qualcosa sia cambiato ma ha saputo dirmi che un popolo non dovendo scegliere se coltivare i pomodori al di qua o al di la della riga hanno cominciato a zappare insieme.
ESTRATTO DAL MANIFESTO DEGLI INDIGNADOS. Noi siamo gente comune. Siamo come te: gente che si alza ogni mattina per studiare, per lavorare o per trovare lavoro, gente che ha famiglia e amici. Gente che lavora duramente ogni giorno per vivere e dare un futuro migliore a chi ci circonda. Alcuni di noi si considerano più progressisti, altri più conservatori. Alcuni credenti, altri no. Alcuni di noi hanno un’ideologia ben definita, alcuni si definiscono apolitici… Ma tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi. Per la corruzione di politici, imprenditori, banchieri … Per il senso di impotenza del cittadino comune. Questa situazione fa male a tutti noi ogni giorno. Ma se tutti ci uniamo, possiamo cambiarla. È tempo di muoversi, è ora costruire insieme una società migliore. Perciò sosteniamo fermamente quanto segue: * Le priorità di qualsiasi società avanzata devono essere l’uguaglianza, il progresso, la solidarietà, la libertà di accesso alla cultura, la sostenibilità ecologica e lo sviluppo, il benessere e la felicità delle persone. * Ci sono diritti fondamentali che dovrebbero essere al sicuro in queste società: il diritto alla casa, al lavoro, alla cultura, alla salute, all’istruzione, alla partecipazione politica, al libero sviluppo personale, e il diritto di consumare i beni necessari a una vita sana e felice. * L’attuale funzionamento del nostro sistema economico e di governo non riesce ad affrontare queste priorità e costituisce un ostacolo al progresso dell’umanità. * La democrazia parte dal popolo (demos = popolo, cràtos = potere) in modo che il potere debba essere del popolo. Tuttavia in questo paese la maggior parte della classe politica nemmeno ci ascolta. Le sue funzioni dovrebbero consistere nel portare la nostra voce alle istituzioni, facilitando la partecipazione politica dei cittadini attraverso canali diretti e procurando i maggiori benefici alla società in generale, non per arricchirsi e prosperare a nostre spese, mentre si dà cura solo dei dettami dei grandi poteri economici e si aggrappa al potere attraverso una dittatura partitocratica capeggiata dalle inamovibili sigle del partito unico bipartitico del PPSOE. (*) * L’ansia e l’accumulazione di potere in poche mani crea disuguaglianza, tensione e ingiustizia, il che porta alla violenza, che noi respingiamo. L’obsoleto e innaturale modello economico vigente blocca la macchina sociale in una spirale che si consuma in se stessa arricchendo i pochi e precipitando nella povertà e nella scarsità il resto. Fino al crollo. * La volontà e lo scopo del sistema è l’accumulazione del denaro, che ha la precedenza sull’efficienza e il benessere della società. Sprecando intanto le risorse, distruggendo il pianeta, creando disoccupazione e consumatori infelici. * I cittadini fanno parte dell’ingranaggio di una macchina destinata ad arricchire una minoranza che non sa nulla dei nostri bisogni. Siamo anonimi, ma senza di noi tutto questo non esisterebbe, perché noi muoviamo il mondo. * Se come società impariamo a non affidare il nostro futuro a un’astratta redditività economica che non si converte mai in un vantaggio della maggioranza, saremo in grado di eliminare gli abusi e le carenze di cui tutti soffriamo. * È necessaria una Rivoluzione Etica. Abbiamo messo il denaro al di sopra dell’Essere umano mentre dovremo metterlo al nostro servizio. Siamo persone, non prodotti sul mercato. Io non sono solo quel che compro, perché lo compro e a chi lo compro. Per tutto quanto sopra, io sono indignato. Credo di poterlo cambiare. Credo di poter aiutare. So che insieme possiamo.
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locali
calore e divertimento sempre Ragazzi siamo qui ci vedete??? Si nel Ghiaccio perchè Al Crocchio dobbiamo raffreddarci continuamente non ce la facciamo a stare dietro al calore che ci trasmettete!! Il clima è quello, si quello dell’inferno sia nel forno della pizza che vicino al banco! C’è voglia di ridere e fare casino, però senza rompere le balle a quelli del gazebo vicino... a meno anche a loro vada di fare festa!!!! Siamo Sempre il Crocchio di San Colombano al Lambro e qui, prima si mangia (e bene) e poi ci si diverte. Perchè si, perchè non si può non divertirsi con i 2 fratelli Lanzani. Un Trancio di pizza o una pizza tonda, un buon bicchiere di Vino o una birra media e inizia la giostra, che magari finirà in un altro locale o a casa ma finchè si è qui... Chiacchiere, battute e un brindisi e la serata comincia subito bene.
Via Giuseppe Mazzini, 21 San colombano al lambro tel.: 037189453 giorno di riposo: lunedì
Se poi volete rimanere di certo non vi mandano via... Nel week end la strada del centro viene chiusa alle macchine e il Crocchio diventa tutta la strada! Imperdibile!
il Crocchio Future Fusion Con la possibilità di mangiare sotto le stelle, nel giardino attiguo, il Fusion unisce la magia di un posto elegantissimo a quell’aria di vacanza che d’estate ti fa rinascere e dimentichi in 5 minuti la tua giornata lavorativa! gustatevi una barca in compagnia di amici oppure una buona cena scambiando attenzioni con una persona speciale, il giorno non è mai quello sbagliato qui al fusion. L’estate l’ambiente perde il sovraccarico di clienti nell’ invernale lasciando godere di questo posto in tutto e per tutto. E’ il Ristorante Fusion di Lodi. Una cucina sofisticata che nel corso degli anni è cresciuta cercando di dare, e riuscendoci, un prodotto di qualità che sia l’incontro di più cucine, asiatiche e non.
incontri di sapori e di sorrisi sotto le stelle
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Via Ferrabini 5 lodi, Tel: 0371 426501 chiuso il lunedì
chiudi gli occhi e fatti attraversare dalla musica
Casello A1 (uscita Lodi) Pieve Fissiraga (LO) Via L. da Vinci 18 Infinitylive.2011@gmail.com
Infinity
Ed ecco un nuovo fungo nato dalle abbondanti piogge, forse meglio dire ecco una novita’ che non ci si aspettava. gradevole novita’. infinity, un live pub nuovo stile, lontano dal legno e dalle tazzate di birra (che intendiamoci c’e’ sempre ed è di qualita’) ma non solo. tanto tantissimo spazio alla musica, dal rock al soul al blues, vero amore della proprieta’. si sta facendo conoscere questo nuovo locale in zona industriale fuori dal casello di Lodi. A settembre l’idea e’ quella di presentare un prodotto ottimo, che manca sul mercato di queste zone e limitrofi. spazio ai giovani che vogliano suonare per farsi scoprire, spazio al rock affermato ma spazio anche al blues per una clientela dal palato fine. intanto infinity è aperto e vi aspetta per darVi un assaggio di novità..Infinity è anche pranzi sotto i 10 euro e una cucina veloce ma curata. Per gli amanti della musica che fa brivare.
un po di miami...anche miami vice!
Sand superclub Restaurant e.. Aperituffi! aperturo tutti i giorni e notti da fine Maggio 2011 bar aperto dalle 9 del mattino , chiusura ore 01 Mancava ancora (Venerdì e Sabato ore 02) perfetto che sta accesso libero (senza alcun tesseramento)
un ingrediente per finire questo Cocktail raccogliendo grandissimi consensi. E allora eccolo: L’ Aperituffo, leggero, sorridente curato ed eleganto proprio come SAND. tutte le sere dalle 18 alle 20 aperituffo: cocktail e tuffo 5 Euro domenica dalle 17 alle 23: aperituffo deluxe con VERO AMORE CAFE’
Romanengo in via XXV aprile al n. 83 a 9 km. da Crema
Sand: Buffet di qualità , musica di qualita , cocktail di qualità , gente di qualità .......... papparappapà , Pappaletterà !! ESTATE 2011:
SAND is up , GREEN is in !!!
www.sandsuperclub.com
Artic
Via Achille Grandi 7, Lodi Tel. 335 533 92 62 - 0371 30759
Tel. 0373-474705
una terrazza spettacolare per mangiare all’aperto Con l’arrivo del nuovo Chef l’ Artic punta sul Pesce e sulla sua splendida terrazza immersa nel verde invita i clienti ad assaggiare le specialità di mare e il nuovo menù che ad ogni modo non si nega costate, filetti e prelibatezze di carne. Il locale ci propone una terrazza immersa nel verde attigua al locale invernale, praticamente invisibile dalla strada, tanto da far sentire gli ospiti su una ventilata terrazza della riviera. Sorprendente è il forno per la pizza ricavato in un cubo di cristallo verde. l’ Artic continua a ricercare prodotti che sposino un cibo di alta qualità (ad un prezzo giusto) Artic è perfetto per colazioni di lavoro e meeting, ma anche a mezzogiorno in pausa pranzo con un ottimo menù al costo di una banconota da 10 euro.
aperto mezzogiorno e sera, Chiuso il Martedì
www.facebook.com/pages/Artic-Lodi-Lounge-Restaurant-Music
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Alternativo di qualità
La Clinica Dell’arte Via San Fereolo 24, Lodi Tel. 0371 94 42 03
Aperti dal mercoledì al sabato dalle h 21.00 la domenica dalle 17.30!
“TRA ARTE E FANTASIA TRA LIBERTA’ E PERSONALITA’ UN CLUB CHE BISOGNA FREQUENTARE PER CAPIRLO” Bar Motta
corso umberto 44, Lodi Tel. 0371 42 31 05
il classico che ha sempre da insegnare Tra gli aperitivi con festa a sorpresa dei Venerdì d’estate, il Motta si sta preparando per la Grande notte bianca di Lodi a ritmo di birra, cocktail e griglia! Prenota il tuo posto per la notte Bianca e passa a brindare con Giusy e Carlo se no avrai un peccato in più da confessare per Natale!
NU-Lounge
Se inciampate nella Rossa Bologna non fatevi mancare di cadere al Nu-Lounge, nella buca di San Petronio (praticamente di fianco alla chiesa in Piazza Maggiore). Un Bar che non è un bar è una miscellanea culturale dove entri da una semplice porta, ti fai accompagnare da un quadro a stuzzicare qualcosa nel buffet multietnico ma prima di arrivarci passi attraverso un cocktail che così...vi assicuro, non ne avete mai bevuti! Non a caso uno dei proprietari, Ma non ci fermiamo solo al bere il Nu Ounge è un locale internazionale per le frequentazioni, per il cibo, per il mood e anche nel suo essere produttivo. Per Miscelare le bevande non si nega attrezzature e arti da tutto il mondo: Giapponesi, Americane, Italiane ecc ecc Un Angolo di piacere che cade nella cateria dei Mixology (è giusto dani? o è Mixology bar? o place?). Non negatevi il piacere di lasciarVi preparare a sorpresa un drink dal Barman, qui sanno meglio di te di cosa hai bisogno!
Kitchen Society
Jamon Serrano come fossero stelle Salumi di cinta senese come strade da seguire sali da tutto il mondo come doni di viandanti grappoli d’uve spremute come pioggia formaggi alla birra come ruote per andare ancora più in la... verso il sapore pieno..e poi sfociare in un lusso quasi peccaminoso di dolci mai sentiti con abbinamenti degni di uno stilista o di un designer. questo è quello che ho provato! sorprendente e non negatevi una chiacchierata con massimo, il padrone di casa... praticamente una cucina che ti parla!
consigliato PROVATO E PIACIUTO P9-38 P9-30
Via Chizzolini - Milano (mi) Tel. TEL: 0233607249 - 3396235436
* Saldi dal 2 luglio al 30 agosto 2011 1.
Saldi Straordinario e quotidiano
Rilassante convenienza.
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L’ultima striscia: di Elena Verdelli
il silenzio è oro!