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numero 13

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tutte Le nostre Video interviste ringo ivan quaroni ambra marie amelianna loiacono giulia salvi

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mike maric Andy fluon

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Ho considerato seriamente l’ipotesi di mollare tutto e partire in bici per l’estero. Anzi l’ho fatto! Diario di Francesco Angelo Ogliari

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Ho considerato seriamente l’ipotesi di mollare tutto e partire in bici per l’estero. Anzi l’ho fatto, sono partito, e ora faccio il

cuoco a Berlino. La mia della cucina è una passione, non un ripiego o un’opportunità come detta la fama dell’italiano all’estero, ma se v’interessa l’argomento visitate il mio sito http://violentementealdente.tumblr.com/. Se ora sto scrivendo è perché forse interessa l’altra di storia, quella della bici. Bene, la prima cosa che ho pensato una

+49+30 volta arrivato a Berlino, con un carico di 15 kg, senza casa, senza amici, senza una lavoro e affamato è stata: “Ma

perché non ho preso l’aereo?”. Dicendola poeticamente volevo sentire con un mezzo lento tutta la distanza che mi separa da quelle amicizie, da quegli amori e da quei valori che mi hanno cresciuto e accompagnato per gli ultimi anni fino ad ora. Volevo, credevo, o credo ancora che più una cosa richiede tempo e fatica, più è concreta e vicina. Conoscere bene la

strada che da casa porta a scuola, a lavoro o da qualsiasi altra parte mette sicurezza, guardando alle tue spalle ripercorri con la mente il tragitto e questo ti da una sensazione di conforto perché riconosci ancora casa tua. Lo stesso vale per i sentimenti, saper bene quanto asfalto e sterrato li divide accorcia le distanze.

È un controsenso, lo so, con l’aereo ci avrei messo un ora, ma vedetela in senso lirico, funziona.


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Perché poi son partito? Per mettere in discussione che cosa? Non me ne sono andato con la mia bici per cambiare necessariamente vita, in Italia non è che stessi male, anzi, avevo un buon lavoro, un contratto a tempo indeterminato, gente che amo e che tuttora mi ama, una casa accogliente, divertimento e passioni. Sono uno dei pochi che non si lamentava di vivere a Milano. Io a Milano ci son sempre stato bene. Forse un discorso di troppo sull’infanzia mi ha buttato in quella nostalgia di quando ero bambino e la vita da grande sarebbe stata più semplice, senza pensieri e ancora piena di curiosità. Quando sei bambino mica ci pensi che le curiosità col tempo svaniscono. Le curiosità, maturando, trovano soddisfazione negli affetti e nelle certezze che sono proprio quelle cose che ti mancano all’estero.


cessanti domande in di no g so bi o nn Le curiosità ha è forse Beh, ecco, partire . ve vi e er an m ri per che cessanti domande in e ell qu a ta os una risp no persone che mi so pe op tr re olt In ù. pi non ti fai e andare all’estero di za en g si l’e o vicine senton ià fatto e la loro g no an l‘h ti, da fi alcuni,fra i più na da almente tanto vici ss do ra pa è a nz lontana ea una presenza ri m o rd co ri un n no diventare tutto questo anche in e ar g ne ile ut In cheggiante. et, bivalenza di Intern m l’a e za an rt po l’im

il vaso di Pandora che origina sia il desiderio che l’angosciante lontananza da tutto, appunto perché tutto è così accessibile. Visto questo pippone filosofico sul’essere adulto, la soluzione è solo quella di far finta di lasciare il superfluo, ma si tratta semplicemente di una strategia di mercato, e di portarmi in viaggio solo la speranza..

Il Seguito sul sito Progetto-9.com



8 THE-list di Matteo Polli

La vita può essere considerata un viaggio, poi alcune persone vanno, alcune le rivedi, alcune bo?? Il nostro guardaroba ne è da esempio... mentre in radio e ovunque si ascolta Applause di Lady Gaga, io mi soffermo sulla sua antagonista, icona di stile e bellezza e tante ragazze ancora non lo hanno capito... purtroppo. Ascolto infatti Roar di Katy Perry... immagino strade al mattino, sono finiti gli aperitivi con le ragazze-donnebionde-shorts...grazie! Si ricomincia! E io ruggisco! Roar! Tra le macchine e il fresco mattutino... finalmente umani vestiti! L’estate porta bruttissimi consigli... con i finti saldi si muore e con i nuovi arrivi ci si salva, sono più duraturi. Guardate le vetrine... troppe sovrapposizioni anche no. Ma se qualcosa di scozzese vedete... soffermatevi. Cappotti extra large e camice grunge per entrambi, via il tacco (mi sento dire per entrambi). Concediamoci ancora per poco un pantalone skinny! Concediamoci un tuffo negli anni ‘90. No al resto! Carrarmati con fiori nei cannoni come nelle scarpe... capelli corti per tutti... Liberi senza troppe pretese. Riguardarsi allo specchio puliti e senza accessori innutili... quali? Tutti.



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Un aperitivo con Selvaggia Lucarelli Cercavo un Verde smeraldo per scrivere questa intervista, un verde come quello dell’abito di Selvaggia, un verde come quello de “Il gioiello del Nilo” con Douglas, Turner e De Vito. Film sequel de “All’inseguimento della pietra Verde”; grande successo anni ‘80 che incarnava perfettamente la leggerezza e l’euforia del momento storico. Invece “Il gioiello del Nilo”, il sequel appunto, fu un mezzo disastro per mancanza di trama e collegamenti logici. Si dice che durante le riprese la coppia di ATTORI Douglas e Turner erano così divertiti da questa incapacità di regia, che scoppiavano in grasse risate sul set e si divertivano come bambini. Selvaggia Lucarelli nel nuovo mondo mediatico fatto di Ashtag e tag tag tag e tag incarna la coppia Douglas - Turner sul Set. Una mente veloce con le tasche piene di ironia, sarcasmo e schiettezza che traboccano in poco più di 100 caratteri per spostare attenzioni, dire la sua e sconvolgere un mondo che la segue su più fronti; soprattutto un mondo maschile che spesso si sente offeso e fa il ritroso... Ma è tutto un gioco filosofico che Selvaggia dirige ad hoc schiacciando il becerismo e la banalità. Selvaggià fa surf, tra la provocazione e la battuta sottile, ma è tutto un personaggio, è sul Set del suo personalissimo “Il gioiello del Nilo” e ammette che ci sta bene. Ha fatto della sua passione (la comunicazione e il dialogo) la sua professione e mette in guardia: attenti a non far diventare la tua passione un Hobby! E’ certo che la passione è la fune che trascina Selvaggia nella vita, e lei fa di tutto per farsi trascinare. Il tutto però, spiega, deve essere condito da una sana lucidità che ti chiarisca le idee su cosa ti piace e su cosa invece sai e puoi fare: “Cioè a me piace cantare ma non so cantare, mantenere la lucidità di fondo è fondamentale [...] spesso si inseguono per anni cose per cui non si ha talento”. Nella vita privata come durante un aperitivo a “Il Santa” in via M. Gioia a Milano, Selvaggia sembra la vicina di casa alla mano e simpatica che ti dà il consiglio giusto su un libro e che la mattina in 10 minuti si sveglia, si veste, veste il bambino, fanno colazione e corrono a scuola! “Solo chi porta i figli a scuola la mattina quando porto il mio, dopo la “sveglia Fantozziana” , sa veramente chi è Selvaggia Lucarelli”. Salutiamo e ringraziamo Selvaggia Lucarelli, una donna che L’ashtag la mette come la Stella della Senna mette la mascherina con la stella! l’intervista completa su www.progetto-9.com Alan Zeni



Pizza, a t n e v i d o che v i d AY. r R a t B o A v i C t i U r con L a, ape k t n a i r r e i D h i c d c Chia 3 giri e i t n a c ic Nachos p Credo che il vantaggio più grosso, tra 1000 svantaggi invisibili, che un artista riesca ad ottenere nella sua vita sia la completa sincerità emotiva nei propri confronti. Credo faccia parte del processo che probabilmente lo fanno sentire così vicino e immediatamente distante da tutto quello che lo circonda, senza disprezzo e senza volontà alcuna di allontanamento forzato, è semplicemente quello che accade. E allo stesso modo chi si rapporta con l’ artista di turno ha questa immediata sensazione di essere compreso, quasi troppo facilmente svestito delle sicurezze tanto ostentate. Eppure allo stesso modo trova una persona che sente lontana (e non distante),come fosse appena partita.

Video intervista in una calda sera di fine estate 2013 a casa Bray. La casa che Luca ha lasciato qui in Italia. Originario del Cremasco, Luca ha vissuto a ping pong tra Messico (tanto tanto) New York - Tokio -Shangai - Sydney - Italia (poco poco) ed ora in China, nel palazzo Swatch, quello messo a disposizione per i 20 artisti internazionali del momento secondo Swatch. Dice che ormai la scelta annuale è sempre quella: Dove si va a vivere a questo giro? Perchè? Perchè Luca lo dice con certezza. La sua ispirazione, la sua vita lavorativa nasce dal movimento. Non può vivere restando fisso e contaminato dalle stesse cose perchè attraversano il suo lavoro che invece per le spinte che ha è un flusso. Cosa porta un ragazzo di 20 anni a provare ad andarsene e vivere facendo l’artista? Come si vive nel 2013 (e negli ultimi 20 anni) facendo l’artista? Essere riconosciuto lavorativamente e mangiare della propria arte. Chi compra? Chi investe? E che cosa sogna un artista 40 enne italiano che vive nel mondo? Tutto nella video-intervista su progetto-9.com o dal Qr-code in questa pagina.

Alan Zeni








ta sica consiglia ascolta la mu to si l su o i qu da dj ce-rio o-9.com www.progett

1) MOUNT KIMBIE “Home Recording” 2) THE BUG “Dirty ft. Flowdan” 3) JJ DOOM “Bookhead” 4) JESSY LANZA “Kathy Lee” 5) YESKING “Devil Inside” 6) THE CHILD OF LOV “Fly” 7) MARQUES TOLIVER “Control” 8) ALBOROSIE “Who run the dance” 9) MODERAT “Bad Kingdom” 10) TRE MISSION “Brunch”

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SAKURA ‘S PROJECT – DREAMS CREATOR Il “Sakura’s Project”, letteralmente “ progetto dei fiori di ciliegio”. Il fiore di ciliegio nella cultura giapponese viene considerato l’espressione naturale della bellezza che con commozione regala il meglio di sé, rappresenta il costante, naturale mutamento delle cose e delle situazioni, il succedersi dei cicli. Durante il rito dell’Hanani, essi osservano i fiori cadere, con gioia: sanno che dietro a ogni petalo danzante si nasconde la forza della rinascita. L’Hanani diviene pertanto un momento di festa, condivisione e allegria, da trascorrere con gli amici. Sakura nasce come risposta al desiderio di organizzare situazioni di divertimento e creare condivisione, nonché come evoluzione naturale e trasformazione conseguente progetto musicale che ha visto impegnati i djs della scena locale negli ultimi due anni, denominato Clorofilla. Serate dall’identità forte e definita, il nome è sinonimo di musica elettronica di qualità superiore, in un contesto speciale e di nicchia, lontano da logiche commerciali e dalla massificazione. Il “Sakura Project” vuole essere occasione per gli artisti elettronici di esprimere il meglio delle proprie capacità sperimentando e cercando di lanciare oltre la siepe dell’ovvio i propri dj set; si propone di offrire spazio ad artisti visivi e non, per fare arte consentendo allo spettatore di entrare attivamente a far parte di questo processo, come ricevente ma anche come persona che dona. Dona energia, dona divertimento. Perché è nello scambio tra chi si esprime e chi ascolta e riceve che l’equazione della musica trova la propria ragione di esistere. Creare sogni è quello che ci piace fare. Creare sogni e renderli talmente tangibili da poterli toccare allungando una mano. Le foto e il video si riferiscono all’evento del 7 Settembre, presso il parco Belgiardino nei pressi di Lodi. Ospite d’onore del Festival è stato il dj Lele Sacchi (Magazzini Generali, Tunnel, Radio2) Presente anche l’arte con esposizione collettiva di artisti locali (Sabrina Inzaghi, Chiara Granata, Cesare Pannico, Edgar, Ambra Generati, Emanuele Billi, Luca Armigero, Nico Galmozzi, Camillo Quadraroli). Non è mancata nemmeno lo spazio per la danza con la compagnia di danza “Fragile Poesia”, la musica dal Vivo con Sara Raffaldi e lo spazio per l’arte dei trucchi sulla pelle grazie Mua Venusca Mante. Contatto: electronic.culturefestival@gmail.com

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sound&vision

Recensione n.ro9 a cura di fabio varischetti

SOUND&VISION Recensione n.09 “MOTEL WOODSTOCK” Commedia - U.S.A. 2009 Titolo originale: “Taking Woodstock” Regia: Ang Lee Original Soundtrack: Artisti vari Genere: Classic & Psychedelic Rock

Con il finire della bella stagione puntualmente si concludono una serie di concerti, eventi, manifestazioni, che ogni anno riempiono stadi, palazzetti, località, paesi, città… radunando intorno a sé miriadi di persone, che sotto il cielo estivo, si trasformano in un unico corpo danzante e festivo. Un sorta di rituale di massa che celebra la musica e si trasforma in evento sociale. Il più famoso e rappresentativo fra tutti, se non il precursore di qualsiasi evento musicale giovanile di massa, è stato lo storico festival di Woodstock, tenutosi a Bethel (New York) dal 15 al 18 agosto del 1969 all’apice della diffusione della cultura Hippie, che ha riunito un numero impressionante di persone (con una stima intorno ai 400.000 partecipanti, e secondo fonti non certe, addirittura un milione!) con l’idea di trascorrere 3 giorni di pace e musica. Ebbe un enorme carica simbolica per il movimento “Peace&Love” dei cosiddetti Figli dei Fiori, ma fu soprattutto un grande evento nella storia del Rock, ed il film-documentario premio Oscar “Woodstock: 3 giorni di pace, amore e musica” del 1970 diretto da Micheal Wadleigh, ne è la fantastica testimonianza. Si alternarono sul palco i migliori musicisti e band del panorama Rock (e non solo) del finire dei 60’s e della storia, fra i quali: Janis Joplin, Jimi Hendrix, Joan Baez, Santana, The Who, Creedence Clearwater Revival, Ravi Shankar, Joe Cocker e molti altri ancora. Ma il film “Motel Woodstock” è un’altra storia… o meglio, è una storia nella storia: basato sul romanzo autobiografico di Elliot Tiber, “Taking Woodstock: A True Story of a Riot, Concert and a Life”, racconta del ruolo fondamentale che questo giovane artista e scrittore statunitense ebbe nell’organizzazione dell’evento. Grazie al Motel El Monaco, che gestiva insieme ai suoi genitori, Tiber riuscì infatti a trovare il luogo adatto e le licenze necessarie per dar vita al Festival Rock più importante della storia, diventando in poco tempo (ed in maniera molto ingenua!) uno degli organizzatori dell’evento e trasformando il Motel nel quartier generale dell’organizzazione, e base di alcuni degli artisti, salvandolo inoltre dall’imminente rovina economica. La pellicola del 2009, diretta dal regista premio Oscar Ang Lee (“I segreti di Brokeback Mountain”,“Vita di Pi”), riproduce perfettamente l’ambientazione, il clima e lo spirito che testimonia il film-documentario e che caratterizza quegl’anni, ma senza cadere in una ridicola o nostalgica parodia dei bei tempi che furono! Adattandola ad una storia che comunque ruota intorno al festival musicale, senza citare o riproporre nessuna performance musicale o artista, e si sofferma solo alla sua rilevanza sociale e culturale, ed il tutto attraverso gli occhi e l’affascinante vicenda del protagonista. Anche la soundtrack propone un’ottica differente rispetto al famoso concerto: mischia versioni originali e live di brani proposti a Woodstock, con classici legati alla cultura Hippie del panorama di San Francisco (la mecca del movimento Flower Power)… insomma ottima per gli amanti del genere, oltre che a regalare uno spaccato musicale memorabile per la cultura Rock. Ma i primi a comparire nel lungometraggio sono tra i pochi che in realtà non presenziarono all’evento, a causa dei problemi che il frontman aveva con la legge (e non solo!): i Doors, la mitica band di Los Angeles capitanata dalla figura enigmatica e di culto del “Re Lucertola”, “Lo Sciamano del Rock” o “Il Poeta” come preferite, Jim Morrison. E dopo i primi tentativi per rendere possibile il festival, la situazione inizia a prendere forma sulle note di un loro tipico Rock blues: “Maggie M’Gill”. Il brano è tratto dal quinto e penultimo album, “Morrison Hotel”, e segna il ritorno della band alle loro radici, verso atmosfere più Garage blues e con maggiori risultati, dopo un periodo orientato al Rock psichedelico in voga in quegl’anni. Liricamente, secondo molti, il brano sembra “interpretare” la discussa vita sessuale ed affettiva di Morrison: costantemente minacciato dalle diverse donne con cui allacciava relazioni, e dalle quali pare avesse avuto anche dei figli non riconosciuti, il personaggio di Maggie M’Gill racconta per l’appunto di una ragazza che ebbe un figlio illegittimo a causa di una relazione avuta con una Rock’n’roll Star. Pur non partecipando a Woodstock, la loro ultima apparizione in Europa al successivo e altrettanto storico festival dell’Isola di Wight de1 1970 (prima della misteriosa morte del cantante), fu memorabile. L’affluenza di gente fu massiccia e immediata alla città di Bethel, ed al Motel El Monaco, tant’è che bloccò il traffico di strade e autostrade dello stato di New York a lungo, forse anche a causa della falsa voce che l’evento sarebbe diventato gratuito!? Ma da cornice ad una folla di persone che riempie e colora le strade, una delle ballate più rappresentative dell’epoca (e del vero festival), il supergruppo formato dai “quattro moschettieri” della scena Folk Rock statunitense degli ultimi quarant’anni: Crosby, Stills, Nash & Young con “Wooden Ship”.


Spesso contratto nell’acronimo CSN&Y, i componenti sono tutti ex membri di band di importanza altrettanto rilevante nei 60’s, come Byrds, Buffalo Springfield e Hollies. La formazione base era inizialmente costituita dal trio Crosby, Stills & Nash, che nel 1969 pubblicarono il loro primo album omonimo dai cui viene tratto il brano inserito nella soundtrack. Solo successivamente ad essi si aggiunse il più famoso”Hippie elettrico”, Neil Young, proprio in occasione del Festival di Woodstock, e che da allora collabora saltuariamente alla lunga carriera del trio cult della musica West Coast Rock and Folk, in parallelo alla sua straordinaria carriera solista. La canzone è stata scritta al culmine della guerra del Vietnam, in un momento di grande tensione tra gli Stati Uniti e l’ Unione Sovietica, e descrive le conseguenze di un’ipotetica apocalittica guerra nucleare in uno scenario dalle sonorità psichedeliche.

ta sica consiglia ascolta la mu ww. w to si l su o da Fabio qui om progetto-9.c

Album consigliati estratti dalla Soundtrack di “MOTEL WOODSTOCK”: · “Morrison Hotel” The Doors

Appena i musicisti dettero vita al festival, la zona venne immediatamente dichiarata area disastrata dalle autorità, a causa di mancanza di attrezzature per gestire così tante persone: le strutture sanitarie erano insufficienti, il sistema di pronto soccorso in parte impotente; molti partecipanti si trovarono in difficoltà a causa del clima, per la mancanza di igiene e di cibo. Ma il giovane gestore del Motel decide di allontanarsi dal “quartier generale” per poter vedere da vicino quello che era definito “Il centro dell’universo”, venendo completamente rapito dal clima e dall’atmosfera di totale serenità e solidarietà che nonostante tutto regnò tra il popolo di Woodstock. Dal secondo giorno però la storia vuole che una pioggia torrenziale si abbattè sull’evento, trasformando la vasta distesa di verde in una palude fangosa… che venne saggiamente utilizzata come pista per scivoli!! Ed il divertimento mischiato alla musica è grande sul ritmo country - boogie di “Going up the country” dei Canned Heat. Il brano è nell’olimpo dei grandi classici del Rock blues (insieme ad un’altra loro storica hit,“On the road again”), ed è stato definito “l’inno non ufficiale” del festival, presente anche nei titoli iniziali del filmdocumentario del 1970. Tratto come singolo dal terzo album, “Living the blues”, della band californiana che stravolse il genere Blues contribuendo alla nascita del frenetico Boogie rock, diffuso particolarmente tra le truppe impegnate nella guerra del Vietnam.

· “4 Way Street” Crosby, Stills, Nash & Young

L’elettricità che si creò nell’aria, a causa dell’acqua, del fango e dell’attrezzatura musicale, era ovunque! E col terzo giorno pian piano la folla abbandonò la “terra promessa”, mentre Tiber, dopo la splendida esperienza, prese delle decisioni… e sulle immagini dello spoglio, vuoto e devastato spazio che accolse l’evento Rock più famoso di tutti i tempi, giungono le elettrizzanti note dei Jefferson Airplane con “Volunteers”. La band è stata la “bandiera”della fiorente scena musicale Rock psichedelica che si sviluppò a San Francisco. Capitanata dalla vocalist e figura femminile di punta dell’ambiente californiano (insieme alla sua cara amica, la “Perla del Rock Blues” Janis Joplin), Grace Slick. Il brano è la title-track del loro quinto album capolavoro, che portarono dal vivo a Woodstock e che divenne un inno generazionale. Fu il lavoro più politicamente schierato dei Jefferson Airplane, con cui il gruppo espresse la propria avversione per la guerra del Vietnam e dichiarò la contrarietà alla crescente atmosfera di repressione politica negli Stati Uniti. L’album vede la fine della formazione “classica” del gruppo, che negli anni 70 cambiò nome in Jefferson Starship. Tra le partecipazioni speciali all’interno dell’Lp, spiccano i sopra citati Crosby e Stills. La vera storia racconta che, poco dopo Woodstock, Tiber vendette il motel e si trasferì in Europa seguendo la sua carriera. El Monaco è stato abbattuto nel 2004 e ora al suo posto sorge una torre con un orologio che dà il benvenuto ai turisti. L’evento musicale venne ripetuto nel 1994 in occasione del 25° anniversario a Saugerties, e un altro celebrativo nel 1999 a Rome (entrambi nello stato di N.Y.), dove parteciparono vecchie e nuove glorie del panorama Rock, tra cui: Red Hot Chili Peppers, Sheryl Crow, Metallica, Aerosmith, Chemical Brothers, Jamiroquai, The Offspring, Green Day ecc, ecc… ma la valenza del movimento Hippie era ormai un ricordo, e il business musicale il vero filo conduttore… ma basta un po’ di musica, di gente e di cielo per divertirsi insieme ogni estate… è questa “la magia”, no?!

· “Volunteers” Jefferson Airplane


Lei che va a tutti i concerti! a cura di Daniela Raffaldi

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Lo Stato Sociale Festa Democratica di Lodi Venerdì 23 Agosto 2013

Pan del Diavolo Festa Democratica di Crema Sabato, 31 Agosto 2013

Nuovissimo Canzoniere Italiano Circolo Arci Magnolia, Milano Domenica 1 Settembre 2013

Per dirla bene la dirò con loro: “Sono così indie che non apprezzo Lo Stato Sociale, ma li vado a vedere comunque perché ci vuole un giudizio rotondo e completo”. E bisogna ammettere che questi ragazzi hanno cose da dire e una cifra personale con cui farlo, riuscendo a distinguersi e a far parlare. Il loro electro rock poi è divertente, piacevole, giusto. Peccato per una certa politica dello “sputo nel piatto in cui mangio”, che ammanta disco ma anche affermazioni ma anche live ma anche basta dai. Stasera non fa eccezione. E’ chiaro un certo talento da animali da palco di tutti i componenti della band ed in particolare del frontman, Lodo Guenzi, che sfoggia un’eccellente capacità recitativa. Ma perfino nelle parti di intrattenimento del concerto si ritrova una propensione all’ipercritica, quasi mai autocritica, spesso fine a se stessa. Acustica infima e pubblico scarso e disinteressato infine minano quanto di buono rimane: per intuire che i cinque non suonano poi così male bisogna stare ben lontani dagli amplificatori con conseguente azzeramento di pathos e scambio con gli artisti. Spiace, si avrebbe preferito davvero che questo giudizio potesse essere più positivo, ma tant’è. Senza offesa per rotondo e completo.

Due ragazzi di talento. Due chitarre. Una cassa. Luci quanto basta. I Pan del Diavolo raccontano in questo modo cosa è capace di significare la parola semplicità. Perché un conto è il poco, un altro la pochezza. E meno può essere molto, se sai come farlo suonare. Così, anche grazie ad un cantato carico di una grinta mai calante, i testi della coppia siciliana arrivano energici e sentiti al pubblico attento della Festa Democratica di Crema. Certo attenzione non sempre fa rima con partecipazione, e, anche se la performance ha tutte le caratteristiche per risultare coinvolgente, si deve ammettere che, per i non fan, la stessa essenzialità che rende i Pan del Diavolo diversi e apprezzabili, può talvolta sfiorare i rischiosi confini della monotonia. Inoltre, come spesso accade in queste occasioni, anche stasera, l’ascolto sarebbe premiato solo seguendo il live lontano dagli amplificatori, a scapito però dell’impatto emotivo. In generale comunque il duo lascia un ricordo piacevole, un’immagine che non scivola via, nonché un’importamte voglia di andare a riascoltarne i pezzi anche una volta tornati a casa. Rigorosamente su disco, e con ottime casse.

L’entusiasmo è una cosa bella. L’entusiasmo è il motore, delle cose belle. Perché siamo romantici, crediamo nei sogni e no, grazie, che nessuno venga a dirci che esiste la realtà. Ecco il “Nuovissimo Canzoniere Italiano”, 30 rappresentanti dell’attuale scena cantautorale italiana (perché sì, ne esiste una, e no, non annovera Ligabue), raccolti per una sera su un solo palco, quello del Magnolia. Un progetto encomiabile, di quelli che alimentano la passione per la musica, che adilà della radio c’è un mondo, ed è pure bello. Certo viene da chiedersi se servano davvero tutte queste voci, parole, chitarre. Uniche ed indispensabili per i “titolari”, meno, a volte, per il pubblico. Chiedo scusa, ma il cinismo è bello anche se fa male, e qualche artista, nonostante i soli tre pezzi concessi, riesce perfino a risultare noioso, già sentito, ok, bravo, ma anche basta. Indiscutibile però è il piacere di festeggiare tutti insieme la musica amata, sotto la prima pioggia settembrina, allietati da quei soliti noti che riescono sempre a toccare i cuori e da qualche interessante scoperta. L’entusiasmo è una cosa bella. Perché perdere la capacità di giudizio è grave, ma lasciarsi offuscare lo sguardo sul buono che c’è, peggio.


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How much? And what? Nutrire il Pianeta … è un’arte! Il tema per l’EXPO 2015 (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”) pone l’attenzione sul problema della produzione e distribuzione, disomogenee entrambe, del cibo sul pianeta. Quando si parla di alimentazione, le parole qualità e quantità sono spesso intrinseche, così come cibo e salute. Di cosa parliamo quando trattiamo l’argomento alimentazione? Di cosa abbiamo realmente bisogno per sostenerci? Il cibo è un argomento che ci riguarda in molti modi. Cosa ci serve davvero, eliminando gli spechi? Sono questi gli interrogativi che si pongono i 14 artisti dell’ Associazione culturale Anonimartisti, dal 18 al 20 Ottobre 2013, con l’evento culturale e artistico “how much? and what?”, patrocinato dall’Assessorato Moda Eventi Expo della Provincia di Milano, dall’Assessorato alla cultura di Regione Lombardia, dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, oltre che dall’ente EXPO, dal Ministro per l’Integrazione e Cia Lombardia. Si confronteranno, partendo dalla definizione di concetti come quantità e qualità. Quantità/How much, proprietà di tutto ciò che può essere misurato, definito nelle sue dimensioni; numero, mole. L’ammontare di una risorsa. Quantità di cibo come disponibilità e specchio del benessere di una società. Poco per tanti, tanto per pochi. Qualità/What, caratteristiche intrinseche di una cosa, che ne determina le peculiarità, la distingue dalle altre e risponde alle aspettative dell’utilizzatore. Qualità per l’industria del cibo è la standardizzazione del prodotto che deve essere sempre uguale a se stesso. Non solo arte. In linea con il concept del progetto, le aziende agricole coinvolte, promuoveranno i loro prodotti provenienti da un ciclo produttivo sostenibile. Inoltre, all’interno del suggestivo cortile performance live degli artisti, musica dal vivo dal rock (con i Marshmallow e The Carpenters) al jazz (con Luca Mancinelli Quartet e i Calsifer) e dj set a cura di Radio ILR Chill & Groove, degustazioni di prodotti enogastronomici di eccellenza italiana e una interessante lezione, per imparare tutto quello che c’è da sapere, su come attrezzare il proprio balcone per realizzare un orto privato e diventare dei provetti coltivatori e anche una dimostrazione su come rigenerare una vecchia bicicletta, a cura della Bottega Bici&Radici di Milano. Per i più piccini, un laboratorio di riuso creativo dei materiali a cura del Progetto ReMida Varese e, per l’ospite più fortunato, l’opportunità di vincere un soggiorno gratuito in una delle strutture della catena Ecoworldhotel. Un ringraziamento speciale all’Assessore alla Moda, Eventi ed Expo Silvia Garnero che ha reso tutto questo possibile e a chi ogni giorno aiuta le persone in difficoltà: i City Angels di Mario Furlan che supporteranno l’evento. Gli Anonimartisti: Gianluca Quaglia, Matteo Suffritti, B-Maui, Lele De Bonis, Drunkenrabbit, Francesca Lolli, Alessandro Minoggi, Marcella Savino, MimiArtDesign, Strangeman, Alan Zeni, Manu Zuccarotta, Mattia Barf Carne, Lisa Alonzo. 18-20 Ottobre, How much? And what? – Palazzo Isimbardi, Corso Monforte 35, Milano Orari Mostra: venerdi 18 ottobre: vernissage dalle 19 alle 24, sabato 19 ottobre: dalle 10 alle 24, domenica 20 ottobre: finissage dalle 11 alle 18. Ingresso gratuito. Contatti: Media Relation-Press Office Anonimartisti: CAP a.s.d., Chiara Pagano, Mail: chiara@kartrace.it Anonimartisti: www.anonimartisti.it, Mail: info@anonimartisti.it


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capire di econimia con dan. perche' l'economia puo' far ridere tra le lacrime "Nascono i derivati sugli affitti: attenzione agli home banker!"

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Forse certi giornalisti che quattro anni fa invitavano imprenditori raggirati dai derivati nei propri talk show pensano che la finanza creativa sia morta. Forse ritengono che la speculazione sia evaporata assieme alla bava che colava dalla loro bocca quando accusavano le banche di aver bruciato tutti i risparmi mondiali. Ma non è così. Un nuovo strumento finanziario è in fase di rodaggio e, non appena liberato sui mercati, prometterà sogni per poi farci cadere nuovamente nel baratro. Il mese scorso il Wall Street Journal ha annunciato che il fondo di private equity Blackstone Group ha raggiunto un accordo con Deutsche Bank per il design e l’implementazione di titoli garantiti dagli affitti sulle case. Non più mutui e proprietà quindi, ma locazioni. Negli ultimi anni il fondo, grazie al crollo del mattone, ha comprato più di 32mila abitazioni ed ora ha intenzione di rientrare dall’investimento emettendo obbligazioni che verranno commercializzate dalla banca tedesca. Questi bond pagheranno interessi e cedole su una struttura del tutto simile agli ABS o MBS che generarono la crisi: a seconda dei diversi livelli di rischio associato ai flussi, verranno determinati prezzi diversi, con l’aggiunta di diversi rating e diverse forme di protezione aggiuntiva in stile CDS. In questo modo Blackstone recupererà tutta la liquidità investita nel difficile mercato immobiliare, Deutschebank farà soldi con le commissioni, e gli investitori diversificheranno i propri protafogli con un nuovo strumento. Tutti ci guadagnano. O no? Ho creduto di aver trovato un possibile punto debole in questo schema, ovvero il fatto che un rental backed security è “coperto” da un flusso (l’affitto pagato dagli inquilini) e non da uno stock (il valore dell’abitazione). In altre parole il valore del bond in questione è garantito dal valore di tutti gli affitti che verranno (ma potrebbero non venire) incassati nel tempo, e non da un oggetto che contiene già in sé (salvo variazioni sul prezzo) un valore “totale”. Insomma, se i detentori di MBO potevano perlomeno aggredire le case, e i bondholder di un’impresa possono aggredire i beni aziendali, chi investirà in rental backed securities potranno al

limite aggredire gli inquilini morosi (e Blackstone, salvo che questa non abbia nel frattempo ceduto le obbligazioni in un network che l’unica cosa più difficile da scardinare è il reggiseno della tua ragazza la prima volta che lo fate – e la seconda, e la terza…). Mi sarò sbagliato – non conoscendo tra l’altro la disciplina degli affitti in America – ma mi è parso che i profili di rischio in questa operazione siano, se non maggiori, molto diversi da quelli degli MBO. Ho creduto quindi di essermi posto una domanda intelligente ma evidentemente mi son sbagliato, se il WSJ e IlSole24Ore (che ha semplicemente tradotto la notizia) sostengono che gli investitori, oltre alla mancanza di track record sui pagamenti degli affitti, sono preoccupati della mancanza di competenze da parte di Blackstone nella gestione delle manutenzioni e riparazioni degli immobili sparsi per gli Stati Uniti. Già, perché nell’immaginario dell’investitore un fondo – che chiede ad una banca di strutturare un’intricatissima rete per il derivato – non è in grado di affidarsi a qualcuna delle numerose società immobiliari americane, vero?

Di fronte al feroce dubbio esposto dai due giornali, non posso che immaginarmi un futuro dove non ci saranno più imbianchini, idraulici ed elettricisti ma solo home banker specializzati in riparazioni. “Eh guardi qua, mi si è allagato tutto il bagno.”“Vedo Signora, qua c’è troppa liquidità in eccesso, suggerisco di sfruttarla appieno e comprare un canotto.” “Ma insomma che cosa avete combinato? Mi si stanno staccando tutte le tegole!”“Il catalogo era chiaro, Signore. La prossima volta scelga un tetto Zero-Cupon.” “Pronto? Chiamavo perché mi si è fatta nel muro una crepa gigante, avrà la lunghezza di un braccio.” “Mi spiace signora, ma non facciamo quel tipo di intermediazioni.”



De Wallen Industry “Ogni individuo è un sogno fatto di immagini che si compongono nella mente e che creano una personalità unica.” Nel 2012, dall’ immaginazione di due ragazzi Italiani, nasce un nuovo brand di abbigliamento streetwear maschile. Fulcro di questo progetto è il De Wallen Industry HQ, una struttura di ricerca e design nel cuore di Milano in cui i nostri creativi convogliano ed esprimono le emozioni che il Nord Europa ha sempre suscitato. De Wallen (letteralmente: “le mura”) è il più grande quartiere a luci rosse d’Europa e del mondo, Amsterdam, dove si respira arte e vita di strada, dove convivono la prostituzione legale e la chiesa clandestina...dove tutto è possibile. “Proprio dal regno delle biciclette abbiamo preso spunto per la collezione SpringSummer 2014 che è rivolta all’ urban biker” spiegano Niccolò Marco Romano e Filippo Morandotti, fondatori del marchio De Wallen . “I capi di questa collezione sono stati progettati rivedendo il modo tradizionale di pensare e muoversi, prendendo spunto dalle lavorazioni sartoriali e unendole a un’attitudine giovane e fresca, scegliendo rigorisamente tessuti italiani”.

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Parte integrante del progetto De Wallen è la realizzazione di una “De Wallen Family”, una grande famiglia composta esclusivamente da sognatori, creativi ed artisti appartenenti a diversi settori, i quali hanno la possibilità di vivere l’azienda a 360 gradi, interagendo attivamente nella realizzazione delle collezioni. Dall’ Ottobre 2013 il progetto si amplia e De Wallen Industry apre le porte del proprio Show Room anche a giovani artisti contemporanei, offrendo loro la possibilità di usufruire dello spazio a titolo gratuito, puntando sull’interscambio culturale tra arte e moda. La location diventa così sede di mostre, atelier, studio di fotografia, centro nevralgico della creatività e dei sogni. www.dewallenindustry.com www.facebook.com/DeWallenindustry info@dewallenindustry.com http://instagram.com/dewallenindustry#


“Your Judgement is Irrilevant” Drunkenrabbit Solo Exhibition 4 Ottobre-15 Novembre Opening Show Venerdì 4 Ottobre 2013 From 6 pm to 00:00 am De Wallen Industry Via Raffaello Sanzio, 35 20149 Milano – MI Italy Aperto tutti i giorni su appuntamento (tel. +39 02 36.52.17.12)

RACOMMENDED BY

www.drunkenrabbit.jimdo.com http://drunkenrabbit-lindaferrari.tumblr.com http://www.pinterest.com/drunkenrabbit

Il primo di una lunga serie di appuntamenti che De Wallen dedica all’arte parte con Linda Ferrari. L’anima delle Drunken Dolls emerge questa volta con uno spirito ancora più agguerrito, fatevi ammaliare dalle st onze ninfette, nessun giudizio: sarete voi stessi ad essere giudicati da languidi sguardi, forme sinuose e bocche assenti con molte cose da raccontare. Linda Ferrari/ Drunkenrabbit è la sorella cattiva del Bianconiglio che ha deciso di varcare il misterioso buco nel terreno, per finire gettata in una metropoli piena zeppa di architetture effimere, zucchero, graffi, panna, gioie e dolori... e cappellai matti. “Ci sono scrittori, musicisti, autori, artisti, la cui immagine fisica ed esistenza privata sono quanto mai diverse dalle opere che creano. E ci sono invece quelli che loro e la loro opera sono quasi indistinguibili. Confesso di provare molta più sintonia e simpatia con questi qui: per quanto posso ammirare una grande opera, sono ancora più ammirato dalla qualità e dalla stessa funzione umana e vitale. Ecco, Linda Ferrari è così: vedi lei, vedi le cose che fa, e non ti verrebbe mai il sospetto che quelle cose lì possa averle fatte qualcun altro. I suoi lavori la esprimono, la raccontano, la rispecchiano. Sono iperfemminili non semplicemente perché Linda ha scelto il femminile come suo tema elettivo, e neanche soltanto perché è il suo stesso tocco a essere femminile, aggraziato, leggero: credo piuttosto sia questione di biologia, di una relazione diretta fra mente, corpo, mano, sesso, attitudine, modo di parlare e di muoversi e di comportarsi. Se le cose che Linda crea sono esteticamente così deliziose, è proprio perché non sono soltanto estetiche. Alla fine, forma, bellezza, contenuto, talento, tutto queste cose sono innanzitutto espressioni vitali. Ricchezza vitale, è di questo che –al di sopra di tutto il resto- si tratta.” Franco Bolelli




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IT’S FUN TO BE IN … MENORCA Consigliamo il Jeep Safari, un tour dell’isola che vi porterà alla scoperta alla scoperta dell’entroterra selvaggio di Minorca. Tenetevi forte! :)

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Minorca è ricca di calette e spiagge tutte diverse l’una dall’altra, ma questo piccolo angolo di natura è davvero uno spettacolo molto particolare dove tanti giovani si ritrovano per tuffarsi; non c’è sabbia ma roccia, scalette per salire e scendere direttamente in un mare dalle mille tonalità di blu.

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Situata vicino a BinibequerVell, un piccolo villaggio di pescatori che vale la pena visitare, si nasconde la Playa di Binibequer e l’annesso Los Bucaneros: ombrelloni in paglia e tavolini in legno grazzo a pochi metri dall’acqua dove godervi un pranzo easy davanti a uno spettacolo della natura. Attenzione attenzione! Tappa obbligatoria in un locale scavato nella roccia e nelle grotte, a strapiombo sul mare: siamo a Cala En Porter e questa magia si chiama Cova d’en Xoroi. Ideale per un aperitivo al tramonto o per una notte pazza a ritmo di musica in una location assolutamente unica e suggestiva. WOW :)

2 A sud dell’isola si trovano spiagge dalla sabbia bianca e mare caraibico, una di queste è proprio Cala Santandria: piccola e attrezzata con docce e servizi. Per gli amanti della buona cucina e dei panorami mozzafiato, l’attrazione maggiore risulterà essere Cova Sa Nacra, un piccolo ristorante dove potrete degustare il pranzo affacciati direttamente sul mare.

3 Come le espadrillas per Ibiza, le Minorchine sono il vero must have dell’isola: un ricordo senza cui non potrete andar via.

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4 Ses Voltes è allo stesso tempo ristorante, pizzeria, steak house, snack bar... e chi più ne ha più ne metta. Situato nelle vie del centro di Ciutadella, è punto di riferimento anche per i residenti. Mucho gusto!



NOMAITRE.COM visionari

NON GIOCARE COL CIBO

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##titolo cartella## NO STREET NO FOOD ##titolo cartella## NO STREET NO FOOD ##titolo cartella## NO STREET NO FOOD ##titolo cartella## NO STREET NO FOOD


NOMAITRE.COM take away: storie d'asporto di Tommaso Lavizzari

ORDO MAGNI CULATELLO: QUAESIVI ET NONDUM INVENI.

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E’ stata un’estate trascorsa all’insegna dell’antico e obsoleto rito chiamato “Matrimonio”. Antico e obsoleto per chi ha smesso di credere nell’Amore e se non credi nell’Amore arriverai necessariamente a non credere più nel Cibo, nella Tradizione. E’ vero, non è detto che chi non crede nell’Amore non ami il Cibo, è vero che l’Amore di solito rende inappententi, è vero che tutti i quotidiani parlano del Matrimonio di Belen e dell’“autorizzare quello tra persone dello stesso sesso” anche in Italia, ma è altrettanto vero che appena parli di Matrimonio i volti si deformano in smorfie d’ogni sorta accompagnate da lezioni di morale ed emancipazione femminile: “Il Matrimonio è solo un contratto, non ho bisogno di una firma per decidere che starò tutta la vita con la mia anima gemella”. Se, quindi, ci sono ottime basi per ritenere che l’“Anima Gemella” non esista -visto che in pochissimi ormai “stanno insieme tutta la vita”-, resta ancora difficile capire perché, se il Matrimonio ha per tutti così poca importanza, “l’autorizzare il Matrimonio tra persone dello stesso sesso” sia la richiesta più martellante rivolta alla Politica Italiana, come se da questo snodo dipendesse il futuro di un Paese che se monetizzasse tutti i problemi che produce, sarebbe il più ricco del Mondo. Chi non crede nell’Amore arriverà necessariamente a non credere più nel Cibo perché non ha pazienza, non ha fiducia nella ricerca, la prima cosa che trova sarà la migliore sul Mercato, quello sotto casa, almeno finché il Mercato non si sarà trasferito e le proprie papille gustative si saranno uniformate ai Surgelati e al Sushi: “Che al primo appuntamento va sempre bene che si mangia poco e si resta leggeri”. Tutto torna: Chi non crede nell’Amore arriverà necessariamente a non credere più nel Cibo. Sulla strada per Firenze, dove si sarebbe sposato un nostro Amico che crede ancora nel Cibo, ci siamo fermati per recuperare alcuni invitati Parmigiani che, approfittando della sosta, ci hanno ospitato per uno spuntino: “Appuntamento da Trattoria Imelde, Via San Leonardo 106/a”, apparentemente un anonimo luogo di passaggio all’imbocco dell’Autostrada. Le apparenze ingannano: cucina tradizionale parmigiana incredibilmente buona, genuina ed economica. Scaglie di Parmigiano in sostituzione del pane, Salumi e Affettati d’ogni sorta e modello e dei Fiori di Zucca Ripieni in Pastella, hanno composto sulla tavola il nostro spuntino in previsione de “La Due giorni d’Amore e di Cibo”. Chiacchierando durante il caffè ho scoperto che il fratello di un nostro commensale ha aperto, a Milano, “Parma & Co.”, una salumeria-gastronomia che, in quel di C.so Garibaldi, ha portato in città il Culatello e non solo: gnocco fritto servito al posto del pane, salumi e affettati selezionati e ricercati con lo stesso amore che sprigiona un Matrimonio, acciughe marinate secondo un’antica ricetta, e molti piatti da degustare nel pieno rispetto delle infinite variabili della tradizione “emiliana & compagnia”. Troverete grande “Amore per la ricerca”, “Amore per il cibo”, il tutto all’interno di una vera e propria salumeria con tanto di bancone da servizio e prosciutti a penzoloni, e non occorre nemmeno un Matrimonio per fermarsi a mangiare perché è quasi come avere “un mercato sotto casa” e basta preferirlo al Sushi del primo appuntamento… chissà mai che aiuti anche qualcuno a credere di nuovo nel Matrimonio. Una donna, del resto, oltre ad essere bella, elegante, intelligente e affascinante, deve saper fare i Tortellini per essere “veramente da sposare”, Henry dice questo, voi non siete d’accordo? DIGESTIVO MUSICALE: BOB MARLEY – “One Love”



IL NIDO – “I PIEDI DELLA FOLLIA” (Gaiden Records) “Se I Mr. Bungle si dovessero riunire e fare un tour in Italia, la degna spalla dovrebbe essere Il Nido” Testi criptici e sarcastici si spiattellano su ritmi funky, morbide sonorità jazz, temi folk/country e durezze rock. CORDE PAZZE – “L’ARTE DELLA FUGA” (Autoproduzione) Vincitori del Premio Fabrizio De Andrè (2007), guardano alla tragicomicità di Jannacci, alla teatralità del signor G e trovano i suoni giusti, tra delicatezze e ruvidità, tra new wave, rock e canzone d’autore.

PERELMAN – MORRIS – PANDI – “ONE” (RareNoise Records) “One”, con Ivo Perelman (iconico sassofonista free jazz), Joe Morris (chitarrista jazz americano attivo dagli anni 80) e il batterista ungherese Balazs Pandi. Puro free jazz nello spirito di Albert Ayler e John Coltrane.

CANEBIANCO – “INTIGNATO” (CPSR Produzioni) Progetto nato nel 2006 dalle ceneri dei Drunkers e degli InCerimonia, gruppi dei primi anni ’90 che hanno vantato un buon successo e collaborazioni con artisti come Skiantos e Bandabardò, danno alle stampe il disco “Intignato”, che arriva dopo l’ep “Compagni di viaggio”. Muovendo da una base alternative rock, descrivono questi ultimi anni di depressione economica e sociale. Una presa di posizione da parte di chi non rinuncia ad una visione umana e solidale della vita.

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CAMILLORE’ - “IL KAOS DELLA SOLITUDINE” (Materiali Musicali) Metafore mitologiche, suoni e arrangiamenti che spaziano dal rock mediterraneo al folk e un’ironica poetica cantautorale sono gli ingredienti di questo nuovo lavoro di Camillorè. Un surreale viaggio tra le leggende dell’Antica Grecia e il sentimento di solitudine e caos metropolitano dei nostri giorni. IMMANUEL CASTO – “FREAK & CHIC” (www.immanuelcasto.it) A due anni dall’uscita di “Adult Music”, è disponibile il terzo disco di inediti dell’istrionico cantautore Immanuel Casto, anticipato dai singoli “Zero Carboidrati” e “Tropicanal”. Ironia e provocazione allo stato puro per “Il Casto Divo”, in tour da fine settembre.

DISORCHESTRA - “UMANO DISUMANO” “Seahorse Recordings) riferimenti cinematografici (anche con espliciti riferimenti a Morricone e Rota) per un disco spesso dark nell’incedere, con echi di post-punk più’ raffinato, suggestioni di cantautorato, lampi progressive. Band formata da Giulio Marino, musicista disordinato dal passato jazzistico come contrabbassista, dal trapassato postpunk e dal presente da ostinato viaggiatore in semilibertà, di suonare canzoni nate in diverse situazioni come diverse sono le parti di una vita.

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A 25 anni dall’uscita di Fisherman’s Blues, I Waterboys ritornano al completo con una nuova uscita discografica (prevista per il 15 ottobre) e un tour europeo che toccherà l’Italia per ben quattro date. Durante il concerto la band non si limiterà a riproporre l’album-capolavoro uscito negli anni ’80, ma lo rivisiterà, attraverso l’improvvisazione e la libertà giocosa che da sempre ha caratterizzato lo spirito del gruppo.


The Waterboys band. Fisherman’s Blues Revisited. 25th Anniversary Tour 2013. Il grande imperdibile ritorno di Mike Scott con i compagni di un tempo per rivisitare liberamente il repertorio e lo spirito di 25 anni fa. Un nuovo tour e un’uscita discografica con molti inediti. L’ATTESO RITORNO DEI WATERBOYS: FISHERMAN’S BLUES REVISITED TOUR 2013 APPRODA IN ITALIA PER FESTEGGIARE IL 25ENNALE CON 4 DATE A NOVEMBRE E UN’ USCITA DISCOGRAFICA CON MOLTI INEDITI. The Waterboys. Fisherman’s Blues Revisited. 25th Anniversary Tour 2013 21 nov ROMA- Auditorium della Conciliazione 22 nov MILANO - Auditorium di Milano 23 nov BOLOGNA - Auditorium Manzoni 24 nov PADOVA - Gran Teatro Geox Info Tour: www.blueskypromotion.it 0547.600093 www.mikescottwaterboys.com A 25 anni dall’uscita di Fisherman’s Blues, ritornano con la full band, una nuova uscita discografia e un tour europeo The Waterboys, la mitica band degli anni 80 che con formazioni diverse e sempre guidata dal suo leader carismatico Mike Scott ha attraversato le decadi e i generi musicali spaziando dal rock al folk rock. Uscito nel 1988 Fisherman’s Blues è il disco che ha segnato per la rock band il ritorno alle radici della musica folk, britannica ma soprattutto irlandese, con una passione per la musica e cultura d’Irlanda e uno spirito di ricerca che rende l’album un disco vibrante e ispirato e un vero capolavoro. A celebrare l’anniversario il 15 ottobre uscirà per la Warner il box Fisherman’s Blues, che offre uno spaccato unico delle famose sessions di registrazioni tra Dublino e Galway del periodo 1986-88: si tratta di brani editi e molti inediti raccolti nei 6 cd, accompagnati da commenti e note di Mike Scott, foto inedite e nella versione deluxe dal vinile Fisherman’s Roots. Come ulteriore celebrazione, The Waterboys torneranno sui palcoscenici europei e dopo diversi anni si riuniranno in una formazione storica con i musicisti di allora: Mike Scott, il violinista irlandese Steve Wickam, Anto Thistlethwaite e Trevor Hutchinson, affiancati dal batterista Ralph Salmins. Il tour sarà una rivisitazione del Fisherman’s Blues, non solo riproponendo pedissequamente brani del disco originale “non sarebbe nello stile Waterboys” dice Mike Scott – ma riproponendo il vecchio repertorio con lo spirito di improvvisazione e libertà giocosa che caratterizzava quei giorni con i compagni musicisti di allora. Per risentire il vecchio fuoco bruciare ancora. La saga continua con un altro affascinante capitolo per una delle band più carismatiche della storia del rock.


http://kucinadikiara.blogspot.it/

NELLA kucina di Kiara

kucina di Kiara: LE RICETTE Piccola riflessione sul tempo: se vuoi capire che cos’è un anno di vita, chiedilo ad uno studente che è appena stato bocciato all’esame di maturità. Un mese di vita: parlane con una madre che ha partorito un bimbo prematuro e aspetta che esca dall’incubatrice per stringerlo tra le sue braccia, sano e salvo. Una settimana: chiedilo ad un uomo che lavora in fabbrica per dar da mangiare alla propria famiglia. Un giorno: domandalo a due innamorati persi che non aspettano altro che vedersi. Un’ora: chiedilo ad una persona che soffre di claustrofobia, bloccata in ascensore. Un secondo: osserva l’espressione di un uomo che è appena scampato ad un incidente d’auto. Un millesimo di secondo: chiedilo all’atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento e non quella d’oro per la quale si era allenato una vita. Perciò APPROFITTATE DI OGNI SECONDO E DEL SUO VALORE... ANCHE IN CUCINA Il tempo ha il suo valore dicevamo…quanti minuti dedicate al giorno dietro ai fornelli? Avete un timer che vi ricorda l’arrosto in forno? Bastano pochi secondi per vedere bruciato lo zucchero sul fuoco, anziché ricavarne un delizioso caramello, lo sapete? Il tempo è fondamentale, anzi, direi essenziale in cucina…facciamone quindi tesoro.

Apricot & coconut squares Ingredienti (per uno stampo quadrato da 23 cm): • 175 g burro morbido • 150 g zucchero semolato • 150 g farina 00 • 50 g cocco disidratato in polvere • 3 uova • 300 g di albicocche denocciolate • latte qb • 2 g sale

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Preparazione: Accendete il forno a 190°C. Nella planetaria con il gancio a foglia montate il burro morbido con lo zucchero fino a ottenere una crema molto spumosa e bianca; unite un uovo alla volta e i 2 g di sale; se necessario alternate alle uova la farina setacciata e 30g di farina di cocco introducendoli in tre riprese. Dovrete ottenere un composto morbido; se fosse necessario unite anche uno o due cucchiai di latte per stemperare l’impasto. Riducete le albicocche in dadolata fine e unitele al composto con l’aiuto di una spatola. Versate nello stampo rivestito di carta forno e spolverate con la rimanente farina di cocco. Cuocete in forno caldo per circa 40 minuti, abbassate a 170°C dopo i primi 25’; prima di estrarre completamente verificate la cottura con la prova stecchino. Fate raffreddare completamente e a piacere spolverate di zucchero a velo.

Biscottini Alla Lavanda Ingredienti 80 g. di burro 60 g. di zucchero semolato 140 g. di farina 00 2 cucchiai di miele chiaro, meglio se alla lavanda 6/7 spighe fresche di lavanda (vanno spiluccate delicatamente le infiorescenze viola) 3 cucchiai di pinoli un pizzico di sale

Preparazione Inserire nel mixer tutti gli ingredienti (burro a freddo) preparando così la pasta. Dopo averla lavorata leggermente, amalgamarci i pinoli e farla riposare in frigo 15 minuti avvolta nella pellicola. Quindi si formano dei rotolini e si tagliano dei pezzettini come per fare gli gnocchi. Si segnano poi con i rebbi di una forchetta e con l’aiuto di una spatola si dispongono sulla teglia. Cuocere a 180° per 10/15 minuti. Sono pronti quando i bordi iniziano a dorarsi.


Biscottini al Caffè Solubile Ingredienti per circa 25 biscotti: 150 g di burro 100 g di zucchero semolato 50 g di zucchero di canna 3 tuorli 1 cucchiaino colmo di cacao amaro 300 g di farina 00 ½ bustina di lievito per dolci 3 cucchiaini di caffè solubile 1 pizzico di sale Preparazione Lavorate il burro e lo zucchero con un cucchiaio di legno finchè non saranno cremosi, quindi unite i tuorli, il cacao e la farina setacciati insieme con il lievito, il caffè solubile e un pizzico di sale. Lavorate bene l’impasto, quindi formate un panetto, appiattitelo, avvolgetelo con pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo, nella parte meno fredda, per almeno mezz’ora. Riprendete l’impasto, formate delle palline grandi come noci e, con il dorso del coltello, praticate una leggera incisione a metà: dovete ottenere una forma simile a un chicco di caffè. Disponete tutte le palline su una placca rivestita con carta da forno e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 15’. Sfornate quindi i biscottini e fateli raffreddare completamente prima di toglierli dalla placca, in quanto, appena sfornati, saranno ancora leggermente morbidi. Si conservano a lungo in scatole a chiusura ermetica, preferibilmente di metallo. Ricetta tratta dal libro di Anna Moroni

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ombretta 9secondi: LE microRICETTE Tutto cio' che di buono si puo' fare in 9 secondi!! LECCA-LECCA DI CAPRINO Ingredienti: 200gr di caprino 50gr di panna fresca 30gr di pecorino grattugiato sale & pepe 1 pugnetto di noci 1 pugnetto di nocciole 1 pugnetto di uvetta sultanina 1 bicchierino di buon rum

Procedimento: Per prima cosa mettere a mollo l’uvetta nel rum. Mischiare fino a formare un composto omogeneo il caprino, la panna, il pecorino, sale & pepe. Tritare grossolanamente con un coltello la frutta secca e l’uvetta precedentemente strizzata. Formare delle palline, farle rotolare nel trito di frutta secca, infilarle una ad una in uno stuzzicadenti o meglio ancora in stecchi per ghiaccioli. Metterle in frigor fino al momento di.....leccarsi i baffi! Brano e soprattutto video consigliato (con tanto di karaoke!) : Chordettes - Lollipop ^__^


spesa e cucina

beppe, l'amico di sampei

consigli, ricette e segreti del pesce in cucina Pasta con tonno e peperoni Ingredienti per 4 persone: 320 gr di pasta di semola di grano duro (mezze penne o fusilli o farfallette, ecc) 1 trancio di tonno da circa 400 gr 1 peperone rosso 1 peperone giallo 80 gr di cipolla di Tropea tagliata a rondelle 1 ciuffetto di menta fresca Zucchero semolato q.b. Olio extravergine di oliva q.b. Sale q.b. Procurarsi un trancio di tonno freschissimo e tagliarlo grossolanamente . Successivamente, pulire i peperoni , scavarli con uno spilucchino e tagliarli a striscioline In una padella antiaderente oleata, soffriggere la cipolla di Tropea con i peperoni e appena saranno appassiti, salare, zuccherare, unire il tonno, la menta e far cuocere ancora per un paio di minuti . In abbondante acqua salata, cuocere la pasta e, ancora al dente, unirla al condimento precedentemente realizzato . Maneggiare per circa un minuto e servire su un piatto, guarnendo con le foglioline di menta e un filo d’olio extravergine di oliva Spesa per quattro porzioni circa 15€

Filetto di trota salmonata allo zafferano con olive e rucola Ingredienti per 4 persone: 600/700gr filetti di trota salmonata 400 gr di patata lessa a cubetti 100 gr di olive verdi 1 cipolla di Tropea grandezza media 1 mazzetto di rucola fresca 2 bustine di zafferano in polvere 1 cucchiaio di granella di pistacchio Sale q.b. Olio extravergine di oliva q.b

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Tagliare a tocchetti i filetti di trota salmonata . In una padella antiaderente oleata, brasare la cipolla di Tropea con le olive, un po’ di rucola tritata, le patate a cubetti e a fuoco basso, lasciare cuocere fino a che queste ultime non si sciolgano. Durante questo passaggio, se sarà necessario, bagnare con un po’ di acqua di cottura delle patate. Ottenuta una crema sufficientemente vellutata, unire i filetti di trota salmonata, lo zafferano, un pizzico di sale e sempre a fuoco basso, far cuocere per circa 4 minuti. Su un piatto piano ben caldo, servire i filetti col suo bagnetto e guarnire con le olive, un ciuffetto di rucola e della granella di pistacchio Spesa per quattro porzioni circa 15€


di Guido Catalano

da “Piuttosto che morire m’ammazzo” Miraggi Edizioni

Ragazza che mi rendi felice quando ti guardo Ragazza che mi rendi felice quando ti guardo, quando mi guardi mi rendi felice ragazza che mi rendi felice. Ti ho mai detto che mi rendi felice quando ti guardo, ragazza? Sì, lo so che te l’ho detto che mi rendi felice ma forse non quanto mi rendi. Ragazza che mi rendi quando ti guardo felice e che felice quando mi guardi mi fai, tu sai quanto mi rendi felice quando ti guardo, mi guardi? Sto parlando del quanto, ragazza che felice mi rendi al solo guardarti. Sai quanto? Ragazza. Molto. Comunque poi ci siamo baciati davanti alla macchina della Polizia, sotto la pioggia, e tu manco te ne sei accorta perché eri tutta obnubilata dalla felicità di bacio. Dal canto mio, fosse venuto in mente al Mondo di finire in quell’esatto momento, gli fosse mai balenata l’idea cretina di finire in quell’istante, l’avrei guardato fisso in faccia, e gli avrei detto: Ma sei scemo? Ma ti sembra questo il momento di finire? Ma dopo miliardi di anni proprio ora che sono tutto intriso di felicità di bacio con la ragazza che mi rende felice quando la guardo e quando mi guarda? Ma non provarci nemmeno per sogno e continua pure a girare intorno a quella gigantesca palla di fuoco che comunemente chiamiamo Sole, grazie. E credimi quando ti dico che sopravviverà il mondo ai nostri baci e credimi quando ti giuro che io non so se sopravviveranno i nostri baci al mondo ma so che c’erano un giardino e il mare sotto di noi c’era la pioggia c’erano il mare e c’erano giardini sotto di noi e noi manco che ce ne siamo accorti perché eravamo troppo felici e presi nel guardarci.

ESPR ESSI ONI

di Elena Verdelli


ARIETE Avete dalla vostra parte Marte, un alleato impavido che vi aiuterà a risolvere definitivamente tutte le beghe amorose in sospeso. Sarete pronti a ricominciare in modo tutto nuovo, sia rinnovando la vostra relazione storica, sia trovando una nuova persona bellissima e meravigliosa. Tutto potete, siete pieni di amore manco aveste 14 anni e l’ormone impazzito. Anche lavoro e salute voto 10 grazie a questa vostra carica di energia positiva. TORO Che il vostro sia il segno più parsimonioso dell’intero Zodiaco non abbiamo dubbi. Ma finchè parliamo di vile denaro, non posso redarguirvi. Se parliamo invece dei vostri sentimenti, a volte risparmiate con voi stessi per darvi troppo a persone che non lo meritano, perdendovi così grandi emozioni e sì, anche grandi dolori. Ma vi ricordo le splendide parole di Kahlil Gibran “Più a fondo vi scava il dolore, più gioia potete contenere” GEMELLI Come vorreste avere otto braccia stile dea Khalì per poter finalmente fare mille cose insieme come solo a voi piace fare. Sembra che nel delirio voi stiate a vostro agio come una rana nello stagno e Mercurio simpaticone vi accontenta: dopo l’Estate sarete ripagati di tutto l’impegno profuso nei mesi scorsi e in ambito lavorativo si rimpolperanno assai sia prospettive che gruzzoletto. CANCRO Non avete fatto in tempo ad accarezzare nuovi glutei e annusare profumi di libido ed estasi, che il simpatico Mercurio ve li ha portati via. E fino a metà Ottobre non se ne parla più di conquistare prede! Cancro caro, rifuggi in te stesso, concediti viaggi evocativi e spirituali in cui far pace con i tuoi tormenti e cupi pensieri in vista di un Autunno carico di forti emozioni. LEONE Caro Leone, questo mese ti ho tenuto per ultimo perché volevo cazziarti di brutto e volevo trovare le parole adatte. In realtà, sei così sfigato che non mi accanisco più di quanto non abbia fatto tu stesso nei tuoi confronti. In più Saturno è in opposizione e ti affatica come non mai. Ti posso solo dirti che questo periodo ti servirà per diventare un Leone migliore, con maggiore chiarezza e consapevolezza dei tuoi limiti e possibilità. VERGINE Ore liete e gaie emozioni colorano questo Autunno alle porte. Grazie alla combo Venere+Saturno sarete molto più malleabili, abbandonerete la vostra fredda e meticolosa ragionevolezza e userete più il cuore della testa. Giammaaaaai direte voi, il libero arbitrio distingue l’uomo dalla bestia! Infatti nessuno si trasformerà in rana o elefante, ma riuscirete senza problemi a mantenere il controllo vivendo in pieno le vostre emozioni .

acura di inelli elizabeth

oroscopo

BILANCIA Come geli tu le persone nessuno mai, nemmeno la Strega di Narnia. Di solito sei garbato, dolce e affettuoso, attentissimo e sensibile nei confronti di ogni creatura vivente. Questo mese però ti vede insofferente alle altrui parole, quindi particolare attenzione a occhiate varie e battutine dalla lingua biforcuta, prima che le tue già selezionate amicizie diventino un numero pari a zero al quadrato. SCORPIONE Rimuginare sulle scelte fatte e infine contraddirvi è per voi quotidiano come lavarsi i denti o fare pipì. Questo non significa che non siate onesti, ma dovete rendere coerenti dire&fare per non deludere gli altri e non creare false aspettative. Venere è pronta a favorirvi, diradando la nebbia che ultimamente accorcia il vostro orizzonte: potrete quindi vedere esattamente il vostro futuro e decidere senza paure dove andare. SAGITTARIO Non siete anime tranquille, anche se apparite spesso come pacati, carini e coccolosi. Complice Urano, vi sta venendo una voglia pazza di mandare tutto a quel paese: amicizie e relazioni più secche di un ramo morto, lavori soddisfacenti come il tamburello per una scimmia ammaestrata, situazioni da cappio al collo che sentite stringersi sempre più. E’ il momento giusto per far scoppiare la bomba, la guerra la vincerete voi. CAPRICORNO Buon viaggio! Che tu abbia già in mano il biglietto o no, stai per partire. Un viaggio che cambierà il tuo modo di percepire le cose, il tuo approccio alla vita, i tuoi valori e i tuoi affetti. Forse fisicamente starai fermo dove sei, ma dentro di te stai per lasciarti alle spalle le comode rassicurazioni e i punti fermi per un nuovo, sbalorditivo te stesso. Forse sarà un viaggio doloroso, ma ne tornerai arricchito e consapevole che vivere è un regalo stupendo. ACQUARIO Indipendenti, non vi adattate mai a nulla che non sia consono al vostro pensiero. Siete testardi e spesso diventate dei piccoli Hitler che non si possono MAI contraddire. Insomma con voi non si discute, ma vi sarete accorti che da un po’ fate fatica a mantenere la leadership, specialmente sul lavoro. Molti invidiosi vi ostacolano. Voi cercate di dire qualche sì anche se pensate no e mantenete la coerenza solo con voi stessi. Ne uscirete alla grandissima! PESCI Se non hai da condividere almeno un paio di tragedie con il prossimo, non sei felice. Che siano tue o di altri non importa. Il lamento regna sovrano. Bene, voglio dirti che ne avrai a bizzeffe e saranno così tante da raccoglierle in un bel libro. Ma tutte degli altri e specialmente di quelli che odi. La tua parte perversa e cattiva gioisce da pazzi e io insieme a Lei.


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