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Giovedì 16 Maggio 2019 Corriere del Veneto
PD
Rovigo
NUMERI UTILI Municipio Questura Prefettura
rovigo@corriereveneto.it
04252061 0425202518 0425428511
VigiliUrbani Carabinieri Polstrada Servizioveterinario
0425204611 042529381 0425426611 3495836327
CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto Ulss18
0425361388 0426387055 0425363711 04253931
Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi TaxiRovigo
Adria, l’ospedale resta in Serie A
La Regione cambia idea e ritira il declassamento dell’ospedale di Adria. È una delle novità introdotte dalla giunta di Luca Zaia nelle schede ospedaliere, lo strumento di programmazione per la sanità veneta che ha messo sul piede di guerra sindaci e cittadini polesani e anche di altre province. Una modifica che arriva dopo la promessa fatta ai primi cittadini del territorio dallo stesso Zaia, contestato durante la sua visita all’ospedale di Rovigo per l’inaugurazione di un nuovo laboratorio di analisi. Il polo sanitario di Adria resterà «Spoke», ma perderà comunque 5 primariati su 13 passando da 178 posti-letto a 144. Vengono ripristinate Chirurgia e Urologia, viene mantenuto il «Punto-nascite», ma soppressi i posti-letto di Psichiatria. Sono previsti 32 posti-letto di Chirurgia ordinaria, disponibili 7 giorni su 7 e ne vengono aggiunti altri 10 per riabilitazione. All’ospedale di Trecenta confermata la centralità in ambito riabilitativo con 50 letti di cui 10 per le lesioni cerebrali. In totale una contrazione di circa una decina di postiletto, con l’aggiunta però di 4 per la Terapia intensiva. Eliminati invece i primariati delle aree infantile, materna e psichiatrica. A Rovigo aumentano i primariati, salendo a 40 con 374 posti-letto totali. L’ospedale del capoluogo diventerà il Polo unico per Psichiatria, assorbendo quanto tolto da Adria e
Trecenta. Confermata l’apicalità di Neuroradiologia e di Malattie infettive, con l’aggiunta di Psichiatria infantile. Riguardo le strutture intermedie, quelle che non ospitano malati acuti, a Rovigo previsti 40 posti-letto per gli ospedali di comunità. A Trecenta la quota totale salirà a 30, mentre ad Adria, oltre ai 24 normali, ne vengono attivati 14 per le Unità di riabilitazione territoriali e 5 per l’Hospice. Cambiano anche le modalità di funzionamento degli ospedali di comunità, dove ai
Sentenza-pilota in Cassazione
Nata cieca e tetraplegica «Cure estere rimborsabili» ROVIGO Eleonora Gavazzeni, la bimba nata cieca e tetraplegica all’ospedale di Rovigo il 3 dicembre 2008 e vincitrice di una causa di risarcimento danni da 5,1 milioni di euro, «ora potrà usufruire anche di cure iper specialistiche in Florida e avere il rimborso dal Sistema sanitario nazionale usufruendo di trattamenti che nel 2011 le erano stati negati dall’ex Usl 18». A sostenerlo è il legale della famiglia Gavazzeni, Mario Cicchetti, che ha vinto in Cassazione una battaglia simile a quella in corso per Eleonora. La Suprema Corte
Sabato c’è Zingaretti (Pd) Bergamin, 16 mila euro di «liquidazione» in vista «Questo uso disinvolto delle istituzioni da parte della Lega deve finire. Franco Manzato come esponente di partito può sostenere chi vuole, nel ruolo di sottosegretario alle Politiche agricole no». A dirlo Graziano Azzalin, consigliere regionale e capolista dem alle Comunali a sostegno del candidato sindaco Edoardo Gaffeo (Pd, Coalizione civica/Forum dei cittadini, Con Gaffeo Sindaco) che attacca gli avversari per il richiamo ai ruoli istituzionali sui materiali di propaganda. «L’ennesimo episodio, difficile pensare a una disattenzione» chiosa Azzalin. Replica Cristiano Corazzari, assessore regionale e capolista leghista a supporto della candidata Monica Gambardella (Lega, Fi, Fd’I, Monica Gambardella Sindaco, Obiettivo Rovigo, Forza Rovigo) sostenendo si tratti di una polemica strumentale. «Le persone non possono sdoppiarsi — premette Corazzari – siamo al governo del Paese e della Regione e, dunque, le visite manifestano una filiera istituzionale utile alla città, non solo legittimo sostegno politico a candidati e progetti. Chi ha un ruolo, risponda a domande sul proprio
ha, con ordinanza, creato un precedente per i malati bisognosi di terapie all’estero. L’ordinanza stabilisce che una tredicenne toscana, nata tetraplegica per errore medico e assistita da Cicchetti, potrà tornare per le cure negli Stati Uniti venendo rimborsata dal Sistema sanitario nazionale. A opporsi al secondo viaggio in Florida l’Usl di Siena che aveva rifiutato la richiesta. Cicchetti preannuncia che, dopo il diniego dell’ex Usl 18, ripresenterà presto la richiesta per Eleonora. (A.A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
lavoro. Il Pd porti i propri rappresentanti istituzionali e vediamo se hanno altrettanto consenso». Sabato è atteso in città il leader nazionale dem Zingaretti. Chi ha perso consenso, al punto di essere cacciato lo scorso 21 febbraio dal municipio da 22 consiglieri su 32, è Massimo Bergamin che, sparito dalla circolazione da quel giorno, si appresta a ricevere 15.623,59 euro come indennità di fine mandato, come previsto dalle norme. Non solo Gaffeo e Gambardella sono in pista e, tra i candidati, continuano i confronti quasi tutte le sere. Mercoledì i candidati (assente Marco Venuto, Casapound) in Accademia dei Concordi dal presidente Giovanni Boniolo per discutere di politiche culturali. Oggi alle 16 confronto in Cgil, domani alle 20.30 tavola rotonda del Movimento cristiano lavoratori (Mcl). In campo anche Ezio Conchi (Cambia Rovigo, Rovigo Futura), Silvia Menon (Silvia Menon Sindaco, SiAmo Rovigo, Rovigo Più), Mattia Maniezzo (M5S), Antonio Gianni Saccardin (Presenza cristiana). (N.C.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Verso le elezioni comunali
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Finale-scudetto, già venduti 800 biglietti E c’è il maxi-schermo Finale-scudetto tra le rivali storiche Calvisano e Rovigo, oltre 800 biglietti già staccati dalla segreteria dei Bersaglieri. Sale la febbre rossoblù nella «città in mischia», a due giorni dalla finale del campionato «Top 12» sabato alle 17.45 al «Pata stadium» nel Bresciano. Per chi non andrà in trasferta, la Club House del Rovigo ha organizzato allo stadio «Battaglini» una grigliata con maxi-schermo per assistere alla finale (15 euro su prenotazione telefonando al 3277389190). La finale, diretta dall’arbitro internazionale Marius Mitrea, in casa dei gialloneri, squadra capolista nella regular season proprio davanti ai Bersaglieri. Partita in diretta tv su Rai Sport alle 17.45 e sul web su raisport.rai.it dalle 17.35. Anche se in trasferta, i tifosi rodigini faranno mancare il sostegno e il loro calore ai Bersaglieri. «Sono agitato, dormo poco tanto attendo il momento — racconta il super tifoso Moreno Biscuolo del club “Gli amici di Boara” — Abbiamo già due pullman prenotati per la trasferta. Il tifo sarà dei migliori. L’unica pecca che può avere il Rovigo è la panchina corta, ma la squadra è forte, il gruppo c’è: andiamo là per vincere». Super-carichi anche i supporter del club di tifoseria organizzata «Posse Rossoblù». Il presidente Stefano Padoan si carica: «Andiamo a Calvisano, non abbiamo nulla da perdere. I ragazzi si sono meritati questa finale, alla luce delle numerose difficoltà avute da inizio stagione come i problemi societari e il cambio di allenatori. I giocatori hanno dimostrato di essere grandi professionisti e hanno già vinto tutto reagendo così alla grande». Ancora posto sull’autobus (partenza alle 13.45) organizzato dalle «Posse» per la trasferta, costo 15 euro comprensivi di viaggio e «terzo tempo». Possibile aderire con una email a info@posserossoblu.it. Natascia Celeghin ROVIGO
Reazioni Critici i Comitati popolari, meno i sindaci Azzalin (Pd): «Ha pagato la protesta» Il nodo Anche ieri la Cgil mobilitata sulla carenza di medici: incontro col prefetto
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La campagna
ROVIGO
Salvato Il nosocomio adriese
30 giorni di degenza con retta pagata dal pubblico se ne potranno aggiungere altri 30 se necessario, poi si dovrà versare una quota via via maggiore. «Complessivamente un bilancio positivo — afferma Antonio Compostella, direttore generale dell’Usl 5 — Sono felice del riconoscimento di Adria come Spoke e dei 30 milioni di euro erogati dalla Regione per la ristrutturazione di Rovigo». Soddisfazione dai rappresentanti della Conferenza dei sindaci, Michele Domeneghetti e Antonio Bombonato: «È stato un dialogo proficuo». Critici invece i Comitati a difesa della sanità polesana. «Bene il metodo, male i contenuti — afferma Vanni Destro, uno dei rappresentanmti — Siamo soddisfatti del riconoscimento di Adria come Spoke, ma ci sono stati tagli importanti. Abbiamo però visto un cambiamento di metodo, con la Conferenza dei sindaci che ha cercato il dialogo, portando a casa risultati». Resta teso il clima politico, col consigliere regionale dem, Graziano Azzalin all’attacco della giunta Zaia. «La lotta paga — afferma — Ma perché proposte prima respinte ora accettate?». Caldo anche il fronte sindacale, con la Cgil che ha incontrato il prefetto Maddalena De Luca per la carenza di medici. «La riduzione degli investimenti ha portato a condizioni di lavoro inaccettabili». Marco Baroncini
FARMACIE SanBortolo
Rugby «Top 12»
Regione a sorpresa: resta «spoke» il «Santa Maria Regina degli Angeli» Ma la struttura perderà primari e posti-letto. Tagli confermati a Trecenta ROVIGO
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Conchi: «Nel vecchio carcere va allargato il Tribunale» I candidati sindaco: l’avvocato ex Fi che legge Saviano
Candidato sindaco delle civiche «Cambia Rovigo» e «Rovigo Futura», Ezio Conchi, avvocato di 62 anni, è sposato, due figli. Reddito annuo di circa 70.000 euro, vive in una casa singola di proprietà e guida una Volkswagen «Passat» a metano. La sua esperienza politica coincide con quella amministrativa, iniziata nel 2011 a sostegno del sindaco Bruno Piva, prima consigliere del Pdl, poi assessore dal 2012 fino alla caduta dell’estate 2014. Nel 2015 rieletto con la risorta Fi diviene vice di Massimo Bergamin, fino alla rottura nel gennaio 2018. Ama la musica leggera italiana, su tutti Gianna Nannini, Fausto Leali, Zucchero. Lettore onnivoro, sta finendo «La paranza dei bambini» di Savian o . I l f i l m p r e fe r i t o «Duel» di Spielberg. Hobby sportivi ferrate e camminate in montagna.
Già vice primo cittadino Ezio Conchi, 62 anni, sposato, due figli
Conchi, se fosse eletto, su cosa inizierebbe a lavorare nei primi cento giorni? «La messa in sicurezza del bilancio, chiudendo tutte le controversie e debiti a partire dalle piscine. Poi riaprirei il confronto col ministero delle Infrastrutture per sbloccare i 13,5 milioni di euro del Bando periferie per il recupero dell’ex Maddalena. Infine, verificherei la vendita di una quota di azioni Ascopiave tra i 3 e i 4 milioni di euro. Oggi il pacchetto in mano al Comune ne vale circa 38. I ricavi ci permetterebbero interventi su strade, marciapiedi e parchi». La questione più spinosa è il maxi-debito delle piscine. Come affrontarla?
«Va cercata una transazione prima di un giudizio definitivo, con un accordo dignitoso che chiuda il contenzioso dopo il fallimento di Veneto Nuoto e il decreto ingiuntivo di Unipol Banca. La decisione di non chiudere il pre-accordo impostato dall’allora commissario, Claudio Ventrice, è stata presa da Bergamin che, probabilmente, pensava di fare meglio. Cerco soluzioni per il futuro, non giudico il passato. La caduta del sindaco, a opera dei suoi consiglieri, è già un giudizio chiaro». La città è disseminata di edifici pubblici vuoti e si parla di spostare il Tribunale dal centro storico in Fiera... «Per il Tribunale la soluzio-
ne più logica è l’ampliamento nell’ex Casa circondariale di via Verdi. Il ministero della Giustizia può individuare altri immobili per il carcere minorile. Poi serve un censimento degli immobili e una regia condivisa per un piano di riuso che coinvolga, nelle proprie competenze, Prefettura, Regione, Provincia”. Base dell’assetto del centro storico Corso del Popolo. Aperto o chiuso alle auto? «Il Corso è aperto da anni e credo debba rimanerlo, per ragioni di viabilità. Ciò non impedisce la creazione di altre Zone a traffico limitato. La riorganizzazione del centro va studiata con le associazioni economiche e del commercio, con quelle ambientali e culturali». In caso di ballottaggio, disponibile ad alleanze? Se sì, con chi? «Non andrò con la Sinistra, né con questo finto centrodestra. Avevo chiesto con anticipo a Fi di prendere le distanze da Bergamin, uscendo dalla maggioranza. Invece fui accompagnato io alla porta». Nicola Chiarini (1-continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La riforma delle Regioni
Autonomia, Stefani apre alle Camere «Si può emendare» Il ministro leghista: «La bozza c’è `«Il vero confronto si farà dentro la presenterò un’altra volta» il Parlamento, non sui giornali» `
LA TRATTATIVA VENEZIA Erika Stefani arriva a Montecitorio in jeans e dolcevita, una tenuta non propriamente istituzionale anche se in aula l’appuntamento è con il question time, interrogazioni e risposte. Nel giorno in cui il ministro leghista agli Affari regionali ha detto a Repubblica che se non si rispetta il patto di governo è meglio che Lega e M5s si separino, la sua collega pentastellata del Sud Barbara Lezzi se ne è uscita raccontando ai giornalisti che sull’autonomia «non si è raggiunto alcun accordo perché non c’è nessun testo». È così che una palesemente irritata Stefani risponde in aula all’ennesima interrogazione sull’autonomia differenziata dicendo che è pronta a portare una bozza di intesa in Consiglio dei ministri. E scandisce: «Di nuovo». Nel senso di un’altra volta. La novità, semmai, è che l’esponente leghista non dice no alla possibilità che il Parlamento modifichi quel testo: «Sulla richiesta in tema di emendabilità del disegno di legge di approvazione delle Intese, è una decisione che spetta al Parlamento». Può sembrare un passo in avanti, in realtà è sempre stallo. Un dialogo tra sordi, con il Carroccio che insiste e il Movimento 5 Stelle che continua a ripetere di non avere nulla contro il provvedimento, tranne omettere di spiegare perché non lo si
INTANTO IL M5S TOGLIE ALLE REGIONI LE NOMINE SANITARIE CORTELAZZO (FI): «UNA SBERLA AL VENETO»
approva. E non è nemmeno detto che se ne parli a Palazzo Chigi prima del 26 maggio. «Ragionevolmente si farà un Consiglio dei ministri» prima delle europee dice il premier Giuseppe Conte «non abbiamo ancora l’ordine del giorno ma autonomia come altri sono tutti progetti di riforma a cui stiamo lavorando. Se arriveranno o no al Consiglio dei ministri, discuteremo». Della serie: e chi può dirlo?
IN AULA A Montecitorio, intanto, il ministro agli Affari regionali ricorda che «è stata completata - in realtà da tempo - un’intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione. Per la parte fi-
IL DOCUMENTO VENEZIA Nella futura autonomia del Veneto, se e quando verrà concessa, le Province vorranno avere un ruolo di primo piano. La richiesta è stata formalizzata ieri dai loro rappresentanti, peraltro concordandola con la Regione e con i Comuni, attraverso un “Documento condiviso sui criteri per il riordino istituzionale” degli enti diventati di secondo livello con la riforma Delrio. Un’iniziativa che parte da una posizione perentoria: no a qualsiasi idea di ulteriori tagli e anzi ripristino dell’elezione diretta.
nanziaria abbiamo recepito tutte le indicazioni pervenute dal ministero dell’Economia e delle Finanze al fine di garantire un’invarianza della spesa». Ma la bozza di intesa c’è o non c’è? C’è, dice Stefani: «Mi appresto a portarla, di nuovo, in Consiglio dei ministri affinché la si discuta». Quanto al ruolo del Parlamento, Stefani ricorda che la Commissione bicamerale al termine della passata legislatura, il 6 febbraio 2018, aveva approvato all’unanimità dei presenti Pd, M5s, Mdp LeU, Lega - un possibile iter che prevedeva che il Governo una volta definito uno schema di accordo e prima di procedere alla firma, sottoponesse gli esiti della trattativa nel-
foni che poco o nulla servono».
IN COMMISSIONE Ma se i testi sono pronti, perché non si va avanti? «Forse non funzionano le Poste», ironizza il vicepremier leghista Salvini. Che al solito ripete: «Ci aspettiamo che su tasse, sicurezza e autonomia tutti mantengano la parola data». Ma se sull’autonomia non si avanza, sulle nomine dei direttori delle Ulss si retrocede. Già il precedente Governo a guida Pd aveva provato a centralizzare a Roma la nomina dei dirigenti sanitari, trovando l’avversione della Regione del leghista Luca Zaia che aveva ingaggiato, e vinto, una battaglia davanti alla Con-
Le Province: «Ridateci fondi, funzioni ed elezione diretta»
LA PREMESSA È quanto si legge nella premessa del testo firmato a Palazzo Balbi dal vicegovernatore Gianluca Forcolin, da Stefano Marcon (presidente di Treviso) per Upi Veneto e da Roberto Padrin (sindaco di Longarone) per Anci Ve-
la forma di un pre-accordo al Parlamento il quale - testuale “potrebbe con un atto di indirizzo esprimere il proprio avviso eventualmente segnalando criticità del testo esaminato di cui le parti potrebbero tener conto in sede di definizione del testo definitivo dell’intesa”. Al che Stefani puntualizza: «Io dico che le parti devono, non potrebbero, tenerne conto». Ma il ministro non esclude un ruolo più attivo delle Camere: «Il vero confronto sul regionalismo differenziato si farà dentro queste aule, Camera e Senato saranno madre dell’attuazione di un’importante norma costituzionale, e non fuori dalle stesse, sterilizzate magari in polemiche su media e micro-
IN JEANS Il ministro Erika Stefani ieri al “Question time” alla Camera
PRESIDENTE Stefano Marcon (Upi)
neto. I tre livelli «ritengono imprescindibile la presenza di un ente intermedio, nell’assetto istituzionale della Repubblica, tra Regione e Comuni e che pertanto le Province e la Città Metropolitana, in conformità all’art. 114 della Costituzione, vanno rafforzate nella loro autonomia amministrativa, organizzativa e finanziaria, escludendo ogni ipotesi di soppressione o di nuovi progetti di revisione costituzionale in tal senso». Le sei Province e la Città Metropolitana di Venezia, però, «devono essere poste in condizione di esercitare funzioni fondamentali di area vasta ben definite, di avere organi politici pienamente riconosciuti e legittimati, di godere di un’autonomia finanziaria tale da assicurare le ri-
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sorse necessarie per esercitare le funzioni proprie e quelle loro attribuite o delegate dalla legislazione statale e regionale». L’impegno è a supportare i municipi del territorio, «soprattutto quelli più piccoli», nello svolgimento di funzioni in forma associata, fra le quali domandando di ricomprendere anche quella di stazione unica appaltante.
REGIONE, UPI E ANCI FIRMANO UN TESTO CONDIVISO SUI CRITERI PER IL RIORDINO ISTITUZIONALE DEGLI ENTI INTERMEDI
sulta. Stavolta è stato il governo giallo-verde, pur con l’astensione della Lega, a sfilare alle Regioni la materia: ieri in Commissione Affari sociali è passato l’emendamento al Decreto Calabria presentato dal M5S per togliere la discrezionalità dei governatori sulle nomine dei dirigenti sanitari. «Alla faccia dell’autonomia del Veneto, questa è una sberla - ha commentato il deputato Piergiorgio Cortelazzo (Forza Italia) - addirittura si vuole un controllo dello Stato centrale sulle nomine dei dirigenti sanitari. Però per le 600 nomine che deve fare il governo non serve mica il concorso!». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PERCORSO Il riordino istituzionale dovrà comunque integrarsi nel percorso di acquisizione dell’autonomia differenziata, che darà «prevalenti competenze legislative» alla Regione, la quale a sua volta attribuirà alle Province e ai Comuni «le nuove competenze amministrative riconosciute dallo Stato». In quel quadro i firmatari dell’accordo si aspettano che «le Province e la Città Metropolitana vedranno valorizzato il loro ruolo, in quanto ad esse dovranno essere allocate le funzioni di area vasta, e le relative risorse». Ma tutto questo dovrà essere accompagnato «da un rilancio dell’autorevolezza istituzionale e della capacità di coordinamento ed indirizzo del territorio provinciale», perciò viene avanzata un’ultima richiesta: «Il ripristino dell’elezione diretta del presidente e del Consiglio provinciale». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovedì 16 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Le nuove schede ospedaliere
Sanità più qualificata per attrarre medici: «Così si evita la crisi» Il San Martino diventa riferimento regionale per le patologie da zecche `
ULS 1 DOLOMITI BELLUNO La sanità non si misura più in posti letto, bensì in termini di dotazioni specialistiche, fatte di competenze umane, scientifiche e tecnologiche, e multi-disciplinarietà nell’affrontare la cronicità e le polipatologie legate ad una popolazione sempre più anziana. Belluno ha il primato in Veneto. Anche il concetto di reparto va superato nel lungo termine. L’idea di “un ospedale senza posti letto”, teorizzata dal governatore veneto, Luca Zaia, è il binario sul quale intende correre la programmazione.
STANDARD ALTI E a chi dice che la sanità di montagna è in via di smantellamento, Adriano Rasi Caldogno, direttore generale dell’Usl 1, nell’illustrare le nuove schede di dotazione ospedaliera approvate martedì dalla Regione, risponde con un dato: «La Scozia, che in termini di assistenza sanitaria si basa sul modello Beveridge, simile al nostro, e che come popolazione e territorio è analoga a Belluno, ha 2,65 posti letto ogni mille abitanti, contro i 3,5 del Veneto aumentati dello 0,2 per Belluno».
Il numero di posti letto subisce delle modifiche negli assetti, ma complessivamente segna un attivo di 49 unità rispetto alle schede precedenti, grazie prevalentemente al potenziamento di Cortina e alle cosiddette strutture intermedie pensate per assistere i pazienti nella fase tra l’acuzie e il rientro a casa. Complessivamente sono 778 destinati a salire fino a 864 più 34 posti extraregionali, con l’apertura del nuovo Codivilla-Putti. A pesare ci sono anche i 30 nuovi posti extraregionali concessi a Feltre dove gravita il Primiero. I primariati sono 56 di cui 28 su Belluno, 19 a Feltre, 4 ciascuno ad Agordo e Pieve e 1 a Lamon.
SALDO POSITIVO
BELLUNO Ecco come le nuove schede strutturano gli altri ospedali della provincia, ovviamente in una logica di operatività in rete tra loro e con l’hub di Belluno.
SPAZIO AL PRIMIERO L’ospedale di Feltre diventa riferimento extraregionale per il Primiero (10mila abitanti) ottenendo 30 posti letto aggiuntivi; confermato anche il riferimento regionale per la Chirurgia oncologica gastrointestinale e valorizzate le Unità semplici dipartimentali, ovvero con un’autonomia di budget, di Malattie infiammatorie e decadimento cognitivo.
ORTOPEDIA IN CRESCITA L’ospedale di Agordo vede potenziare i posti letto: saranno aumentati in Medicina, Chirurgia e Ortopedia mantenendo i primariati in essere. «Ortopedia in particolare - ha detto il dg - sta mantenendo volumi di attività interessanti».
Al netto della drammatica situazione legata alla carenza di medici, che da qui ad un paio d’anni è destinata a far collassare il sistema, salvo che il Governo non prenda contromisure urgenti e rapide, il saldo della sanità bellunese resta positivo, con un nuovo orientamento: diventare attrattivi per determinate figure mediche che oggi disertano Belluno, ritenuta piazza poco qualificante.
LE NOVITÀ In questa strategia, volta comunque a tenere alti gli standard sanitari, su inseriscono, per l’ospedale di Belluno, confermato hub per specialità di riferimento, il riconoscimento di Unità operatività complessa (Uoc) di Malattie infettive co-
me struttura di riferimento regionale per le patologie da zecche; l’introduzione delle nuove Unità operative di Chirurgia vascolare con apicalità (primariato, ndr) e 6 posti letto; la Neuropsichiatria infantile con apicalità e 2 posti letto; l’introduzione dell’Unità neurovascolare di secondo livello per il trattamento trombotico ed endovascolare presso la Neurologia di Belluno; il riconoscimento dell’Orotopedia come trauma center; la conferma dell’Unità semplici dipartimenti di emodinamica e chirurgia senologica. Sono queste le grandi novità che, da qui al 2020, dovranno essere applicate al San Martino. La Neurochirurgia continua a restare invece sotto il coordinamento di Treviso co-
USL Da sinistra Gian Maria Pittoni e il dg Adriano Rasi Caldogno
PER L’INFANZIA VIENE INTRODOTTA LA NEUROPSICHIATRIA CHE SARÀ DOTATA DI SPAZI DI RICOVERO E UN PRIMARIO
Encefalite da zecche: vaccini gratis PREVENZIONE BELLUNO Vaccini gratuiti contro l’encefalite da zecche per tutti i bellunesi. Lo ha deciso la giunta regionale che riconosce così una delle meno gradite “specificità” bellunesi. Sarà un prezzo agevolato, invece, per i residenti in altre realtà venete a moderata e bassa endemia. La profilassi era già gratuita, e ovviamente resterà tale, per i volontari della Protezione civile e del Soccorso Alpino. «Abbiamo recepito una necessità di profilassi emersa su alcuni territorio, segnatamen-
RASI CALDOGNO: «SIMILI ALLA SCOZIA MA LORO HANNO 2,5 POSTI LETTO OGNI MILLE ABITANTI NOI INVECE 3,7» LA RIORGANIZZAZIONE
Novità nella Chirurgia vascolare e “neuro” «Ma il dramma resta la carenza di dottori» `
te il bellunese - spiega l’assessore regionale alla sanità - dove la diffusione delle zecche è significativa». «Promessa mantenuta», ribadisce l’assessore regionale con delega alla specificità della Provincia di Belluno, ringraziando il collega alla sanità. Un ringraziamento arriva anche dall’onorevole Luca De Carlo il cui partito, Fratelli d’Italia, aveva sollecitato la misura, con tanto di interrogazione al Ministero della salute. «È una vittoria di tutti i bellunesi - afferma -. Anche quando qualcuno era scettico e titubante, adducendo problemi legisla-
tivi o economici, noi abbiamo portato avanti la questione con convinzione». Il virus dell’encefalite viene trasmessa dal morso della zecca ma anche attraverso l’ingestione di latte e latticini non pastorizzati. Il periodo più a rischio va da aprile a ottobre con un picco a giugno. I due terzi dei casi decorre in modo asintomatico, ma nel restante 20-30 per cento si verifica la malattia che può causare disabilità neurologiche e anche il decesso. Ovviamente questo è solo l’annuncio. L’Usl dovrà attrezzarsi per far fronte alla novità.
La nuova struttura Ecco la rete provinciale
Potenziamento di Feltre e Agordo e volo notturno diviso con altre Usl PIEVE TIENE L’ASSETTO
ELISOCCORSO
L’ospedale di Pieve di Cadore mantiene l’assetto attuale, centro di riferimento per la Procreazione assistita, presenza della Chirurgia e prevista un’Unità di anestesia e rianimazione con un’apicalità in tandem con Agordo.
La novità è invece l’aver inserito in scheda la base del Suem quale riferimento per il volo notturno anche per le Ulss 2, 3 e 4. Passaggio necessario sarà la nuova base elicotteristica: «Entro il mese apriremo le offerte per l’appalto - spiega Rasi Caldogno -; mi auguro che prima dell’inverno, Tar permettendo, si possa consegnare il cantiere».
LA BASE CADORINA DI ELISOCCORSO DIVENTA RIFERIMENTO ANCHE PER LE UNITÀ 2, 3 E 4 DEL VENETO MA SOLO DI NOTTE
tata la ristrutturazione, prevista a breve, si arriverà ad una settantina di posti.
STRUTTURE INTERMEDIE Ci sono poi le aziende intermedie tra hospice, ospedali di comunità e unità riabilitativa territoriale, ovvero quelle strutture intermedie destinate ad accogliere quei pazienti che non sono più da ricovero ma nemmeno in grado di tornare a casa. Strutture che andranno a sostituire quella che un tempo veniva chiamata lungodegenza.
RIABILITAZIONE A LAMON Lamon viene confermato con polo di coordinamento riabilitativo aziendale con attività multidisciplinari e guadagna nuovi posti letto. Quando sarà comple-
IMPEGNO Della Regione per gli ospedali di Agordo e Feltre
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AREE OBE In totale l’Usl 1 dispone di 117
me da convenzione. Il dramma è che anche Treviso è a corto di medici.
POPOLAZIONE IN CALO Le nuove dotazioni ospedaliere, come ha spiegato ieri il direttore generale, affiancato da Gian Maria Pittoni, direttore sanitario, si basano su dati demografici, che danno la provincia in calo di 8.090 unità dal 2013 ad oggi con un totale di 204.900 abitanti, e sul forte invecchiamento a cui fa da triste contraltare il perdurante calo delle nascite. Ai numeri si affiancano le nuove frontiere della medicina e rinnovati bisogni di una realtà cambiata che hanno fatto scendere la degenza media soprattutto in area chirurgica e medica.
SODDISFACENTE «Le dotazioni proposte - ha concluso il dg – sono soddisfacenti. Ciò che resta preoccupante è la carenza di medici, ma questo, purtroppo, non dipende da noi». La nuova organizzazione dovrà essere attuata, una volta conclusi i passaggi tecnico-burocratici, da qui a fine 2020. Lauredana Marsiglia posti di cui 87 in gestione diretta tra Agordo (24) Belluno (23), Feltre (22), ex ospedale di Auronzo (21), Lamon (7); altri 20 sono a disposizione nella struttura privata San’Antonio Abate di Alano di Piave. Gli ospedali di Agordo, Belluno e Feltre saranno dotati anche di aree di Osservazione breve estensiva (Obe) dedicate ad un’osservazione ponte del paziente o verso il ricovero o verso la dimissione. Rappresenta inoltre una modalità di accesso diretto all’ospedale.
PRONTO SOCCORSO ALL’OSSO Il grande tema resta tuttavia la carenza di medici che impediscono, ad esempio, anche di attivare un’auto-medica. «Nei nostri pronto soccorso - spiega Caldogno - abbiamo una carenza di 34 medici, con serie difficoltà a garantire le turnazioni». Intanto i bandi di assunzione si ripetono più e più volte, senza riuscire a risolvere il problema. «Se il Governo non prenderà misure drastica - conclude il direttore -, lo scenario è già scritto». E sarà il peggiore. L.M.
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Attualità
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Frode fiscale da 25 milioni, 4 arresti `Sotto inchiesta padovani, trevigiani e veneziani: bonifici all’estero La Guardia di Finanza di Padova scopre un’associazione a delinquere specializzata in fatture false tra società cartiere e soldi fatti rientrare per comprare case, barche e anche Ferrari `
L’INDAGINE
La scheda
PADOVA Ripulivano soldi “sporchi” per comprarsi Ferrari, barche di lusso e case in montagna. La Guardia di Finanza padovana ha scoperto una frode da 25 milioni di euro grazie alle indagini condotte dai baschi verdi del Gruppo, che ieri mattina all’alba hanno eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare per frode fiscale: due sono in carcere, due ai domiciliari e otto obblighi di dimora, più altre 33 persone indagate e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di oltre 8,5 milioni di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata ai reati fiscali, riciclaggio e auto-riciclaggio. Il gip, inoltre, ha disposto anche il sequestro su beni per altri 3 milioni. Sono state eseguite 100 perquisizioni in diverse regioni: oltre al Veneto anche in Tentino Puglia, Campania ed Emilia Romagna.
Il carosello per “ripulire”
IL GRUPPO La cupola dell’associazione a delinquere era composta dal padovano Gianni Mingardo, 60 anni, e dal vicentino Luigi Scudella, 59 anni, entrambi finiti in carcere. Sono stati posti ai domiciliari Raffaele Costa, 46 anni, padovano ma residente a Chioggia, e il veneziano Massimo De Silvestro, 49 anni. In loro supporto agivano il veneziano Dario Dozzi, esperto contabile titolare di uno studio nella città lagunare, e molteplici imprenditori, in particolare il veneziano Ra Sfriso, 40enne di Marcon, il trevigiano Pietro Papes, 55enne ora residente a Mirano, ma anche la padovana Monica Bison, 50enne, il trevigiano Giovanni Giurietto, 77enne, Federica Pittarello, 41 enne di Noventa Padovana, Simone Cardì, catanese di 73 anni, e Silvia Marangon, vicentina moglie di Scudella. Da una parte c’era la facciata “pulita” dell’azienda. La “Mg Group” di Padova con tredici dipendenti e, tra i clienti, anche le forze dell’ordine. Addi-
Se si pensa al carosello viene in mente la tradizionale giostra che gira in tondo. Questo è in parte ciò che accade con il meccanismo della “frode carosello” scoperta dall’operazione “scarica barile”: un meccanismo attivato mediante una serie di passaggi di merci tra società diverse appartenenti a stati differenti. In questo caso, oltre a frodare il fisco, veniva ripulito denaro “sporco”. La Mg, la società perno, emetteva fatture false nei confronti di altre azienda, per forniture di vario materiale, dai giubbotti alle ricariche degli estintori, ma la merce non veniva spedita. In compenso, la “cartiera” rifondeva in denaro quanto previsto dalla fattura, ripulendo, così, i soldi. rittura - ironia della sorte - pure la Guarda di Finanza. Dall’altra, invece, c’è l’abisso che fagocitava milioni di euro “sporchi”, che poi passano, attraverso fatture false, di società in società, finché il denaro - così ripulito - tornava nelle mani dei vertici dell’associazione a delinquere. Il sistema si basava su una società “cartiera” che aveva l’unico compito di generare movimentazioni di beni e servizi emettendo fatture per operazioni inesistenti e operando per circa un anno, senza adem-
LE FIAMME GIALLE: «LA VICINANZA DI CROAZIA E SLOVENIA FACILITA I MOVIMENTI DI DENARO»
sistema di frode.
I FLUSSI DI DENARO
FUORISERIE La Ferrari sequestrata dalla Finanza a Gianni Mingardo in un garage di Abano Terme
Salerno
Pilotavano i procedimenti tributari in cambio di soldi: manette a 2 giudici SALERNO Un sistema ben congegnato, dove tutti gli indagati parlavano in codice, stando attentissimi a non farsi scoprire. Nonostante ciò, e grazie ad una indagine svoltasi in tempi rapidissimi, la Guardia di Finanza di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, ha arrestato 14 persone accusate di corruzione in atti giudiziari. Gli arrestati sono due giudici tributari della locale sezione distaccata della Commissione tributaria regionale della Campania (dei quali al momento non è stato ancora fornito il nome), due dipendenti amministrativi
presso lo stesso ufficio, sei imprenditori e quattro consulenti fiscali, tra i quali un avvocato fiscalista. Secondo l’accusa avevano costituito un efficace sistema per pilotare l’iter procedimentale e condizionare a favore degli imprenditori corruttori l’esito di procedimenti tributari originati da accertamenti dell’agenzia delle entrate della Guardia di Finanza di Salerno. Le indagini hanno consentito di riprendere i trasferimenti di denaro che, tramite i due dipendenti amministrativi che trattenevano la loro quota, venivano successivamente consegnati ai due giudici.
piere agli obblighi fiscali nei confronti dell’Erario. Gli approfondimenti investigativi dei militari hanno consentito di ricostruire l’operatività dal 2012 ad oggi di numerose società cartiere, con sede in tutta Italia, utilizzate per emettere fatture false nei confronti della società perno del sistema di frode, la “Mg Group srl”, con sede a Padova in via della Navigazione, operante nel campo della prevenzione antincendio ed antinfortunistica, che a sua volta emetteva fatture a ulteriori clienti che beneficiavano del
A CAPO DELLA FILIERA LA MG GROUP OPERANTE NEL SETTORE ANTINCENDIO E ANTINFORTUNISTICA
Una volta ottenuto il pagamento, le società cartiere effettuavano bonifici sui conti correnti di tre società estere con sede in Slovacchia, Croazia e Slovenia, tutte gestite dai membri dell’associazione a delinquere e utilizzate per riciclare i proventi illeciti della frode. Una volta inviati all’estero, i soldi venivano fatti rientrare in Italia attraverso una serie di trasferimenti, e infine erano reinvestiti in società immobiliari o mediante l’acquisto di beni di lusso: tra quelli sequestrati ci sono anche delle imbarcazioni e una Ferrari, sequestrata a Mingardo in un garage di Abano Terme. Il comandante delle fiamme gialle di Padova, Fabio Dametto ha spiegato: «In questo modo si possono emettere nel mercato prezzi più competitivi visti anche i risparmi sulle imposte, ma ovviamente si parla di concorrenza sleale, oltre alla questione della frode fiscale». Il tenente colonnello Luca Lettere, comandante del Gruppo, ha spiegato, infine, come l’Europa dell’Est sia la nuova via che percorrono i capitali illeciti. «La vicinanza con la Croazia e la Slovenia permette una grande facilità di movimenti. Ci si può spostare senza nessun controllo e di esportare denaro contante, cose che consentono a questi soggetti di operare con molta libertà». Le fatture false, finora quantificate, ammontano a oltre 25 milioni di euro. Cifra che è destinata ad aumentare man mano che verranno approfondite, anche grazie al materiale sequestrato ieri mattina dalle fiamme gialle sotto il profilo amministrativo- tributario, le ulteriori posizioni rilevate. Le fiamme gialle sono riuscite a monitorare i momenti esatti in cui avvenivano i trasferimenti di denaro liquido, che veniva trasportato con valigette cariche di contanti che venivano portate all’Md. Marina Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le mafie radicate a Nordest, l’economia è nel mirino `Cherchi:
«Ognuno può e deve segnalare attività e iniziative sospette» IL CONVEGNO PADOVA «Più che di infiltrazione, oggi ormai dobbiamo parlare di radicamento delle mafie». Esordisce così Bruno Cherchi, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Venezia, a margine del convegno su mafie ed economia all’aula magna dell’Università di Padova. L’evento è stato organizzato dal Comando interregionale dei carabinieri del Veneto dopo i maxi blitz condotti al Nordest. La distrettuale antimafia di Venezia negli ultimi mesi ha reciso alcuni dei tentacoli della malavita che stavano stritolando settori importanti dell’economia locale. «Si tratta di soggetti che sono aggregati tra di loro da tempo, e sono presenti in territorio veneto da tempo – ha aggiunto il procuratore Cerchi -. La popolazione è in grado di individuare quantomeno le attività, se non le perso-
ne, delinquenziali. Il problema è complesso, bisogna che ognuno faccia il suo dovere nei vari ruoli pubblici: noi facciamo il nostro, ma serve che tutti quanti operino. Le mafie non hanno cambiato le loro modalità di intervento. Il loro obiettivo è sempre stato l’acquisizione di potere e di denaro. Le recenti operazioni sono state stimolate da una nuova organizzazione della procura distrettuale e quindi da una nuova attenzione a questo fenomeno».
guano procedure verificate, a vantaggio di tutti. Ma non c’è solo questo, il mondo accademico può mettere a sistema le proprie competenze economiche, tecniche e scientifiche nel contrasto alle mafie».
LE NORME
LAVORARE INSIEME Presenti all’incontro anche il rettore Rosario Rizzuto insieme al comandante interregionale dei carabinieri, generale Enzo Bernardini, il comandante della Legione Veneto, generale Giuseppe La Gala, il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Venezia Antonio Mura, l’assessore Veneto ai Lavori pubblici Elisa De Berti. «Operiamo in un tessuto in cui queste presenze costituiscono un pericolo – specifica il generale La Gala - è importante lavorare tutti assieme per evitare che questo radicamento diventi pervasivo. Ciò è possibile se si è preparati cultu-
UNIVERSITÀ DI PADOVA La platea al convegno sul radicamento mafioso nel Nordest
I CARABINIERI DOPO I BLITZ CHE HANNO COLPITO ALCUNE ORGANIZZAZIONI: «SERVE UNA PREPARAZIONE CULTURALE»
ralmente. Bisogna riconoscere i campanelli d’allarme, capire che dietro un certo atteggiamento si può nascondere la mafia. Spesso si inizia con la disponibilità a risolvere un problema. Il mafioso dapprima non chiede nulla, ma una volta entrato nel sistema tira fuori la sua vera natura».
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Un contributo alla lotta alle mafie può arrivare anche da ricerche e analisi in campo economico e sociale, condotte da esperti del mondo accademico. «Abbiamo firmato un protocollo in Prefettura – ha detto il rettore Rizzuto – per garantire che tutti i nostri investimenti economici se-
Autorità ed esperti hanno affrontato il tema della presenza della mafia al Nordest, gli effetti economici e le norme antiriciclaggio. «L’indispensabile lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura è concentrato soprattutto sul “dopo”: prima viene commesso un reato, poi si interviene – ha sottolineato Carlo Valerio, presidente Confapi Padova - Ma la lotta è complessa, deve iniziare prima. Ed è qui che possono intervenire le associazioni di categoria. Abbiamo la possibilità di capire se i nostri imprenditori sono a rischio e dobbiamo aiutarli se hanno paura di denunciare. Mentre gli enti pubblici hanno l’obbligo di far svolgere ore formative su questi temi ai propri dipendenti, per i privati questo obbligo non esiste». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
GIRO D’ITALIA, SOLDI DALLA REGIONE La commissione Cultura approva il programma Grandi Eventi 2019. Impegnati 1,3 milioni, di cui 427.000 euro per le tappe della corsa rosa. Giovedì 16 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Mose, ecco quanto costerà mantenerlo Le ultime stime sulla gestione delle dighe alla fine dei lavori: `La manutenzione vale la metà della spesa totale ipotizzata 80 milioni di euro all’anno per le barriere, altri 15 per la laguna dal Provveditorato. E il personale “pesa” per il 15 per cento `
GRANDI OPERE VENEZIA Cento milioni all’anno. Tanto, si dice, costerà la gestione del sistema Mose, una volta entrato a regime. In realtà si tratta solo di stime e nel totale confluiscono le voci più varie: dagli oltre 12 milioni da spendere per la salvaguardia della laguna, con i suoi canali, briccole e barene; alla bolletta elettrica da 8 milioni che servirà per alzare le paratoie; ai 13 milioni per pagare gli stipendi del personale che già oggi lavora al sistema... Un totale che circola da tempo, senza tanti distinguo, e che è stato al centro anche dello scontro della settimana scorsa tra il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, da un lato, il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dall’altro. Con il primo che aveva ipotizzato di istituire una tassa di scopo per finanziare la gestione del Mose. E i secondi che sono insorti, ribadendo come i costi della grande e controversa opera debbano restare in capo allo Stato. Ritirata in meno di 24 ore l’ipotesi di tassa, ancora in attesa che il Governo formuli la sua soluzione per il futuro, vale la pena di entrare nei dettagli di quei 100 milioni per il Mose, che non sono affatto così certi.
SOLTANTO STIME Il primo punto fermo è che siamo di fronte solo a stime. Calcoli che periodicamente il Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto aggiorna, sulla base degli attuali costi della struttura che governa il Mose. Approssimazioni che fino a quan-
UN SALASSO PER UTENZE E TASSE: SOLO PER LA FUTURA BOLLETTA ELETTRICA MESSI IN PREVENTIVO OTTO MILIONI
consumo, affitti e costi di struttura, noleggi di mezzi”.
Le cifre
MANUTENZIONE E GARE
80 milioni di euro all’anno per la manutenzione delle dighe mobili
50% la quota dei fondi destinata ai servizi e ai lavori in appalto
35% utenze, tasse, affitti e oneri vari: pari a 28 milioni di euro
15 DIGHE MOBILI Nella foto d’archivio, una prova delle paratoie alle bocche di porto della laguna di Venezia
do non si entrerà nel pieno della fase di avviamento, potrebbero variare, anche in modo significativo. Il costo ipotizzato per il personale necessario alla sola gestione del Mose, ad esempio, nel giro di un anno, è stato ridimensionato, su un totale di 80 milioni, dal 20% al 15%. Quanto al totale generale, la cifra stimata dal Provveditorato resta quella di 95 milioni, suddivisi però tra i finanziamenti per il sistema Mose, 80 milioni, e quelli per l’ambiente lagunare, 15 milioni. Le due voci, a sua volta, vengono scomposte tra costi legati al “personale”, “servizi e lavori di terzi”, “utenze, tassazioni, rinnovo licenze, materiali di
Dal museo alla pista ciclabile, come sfruttare l’opera pubbliche del Triveneto, Roberto Linetti, nella sua proposta di “Ente gestore della laguna di Venezia”, all’esame in questi giorni del ministero delle Infrastrutture e sul tavolo anche del prefetto di Venezia. Si tratta di una soluzione al problema ormai pressante di come gestire il Mose una volta ultimato ( i lavori sono oltre al 94%), quando verrà meno il concessionario unico, il Consorzio Venezia Nuova,
LAGUNA Una dozzina, invece, i milioni calcolati per la manutenzione della laguna. Qui la percentuale sale all’81% del totale di 15 milioni. Il resto lo fanno gli 800mila euro di personale (il 5%) e i 2,2 milioni di utenze e altro (il 14%). Siamo di fronte a un ambiente particolarissimo e fragile, dove sono necessari interventi ad hoc. Basti pensare alla costosa manutenzione delle briccole, vitale per la navigazione lagunare.
PROFESSIONALITÀ milioni di euro annui Tornando al sistema Mose, preventivati fetta significativa ne va in per l’ambiente lagunare una personale: 12 milioni, il 15% del
Le proposte
VENEZIA Il Mose potrebbe non essere solo un costo, ma anche produrre del reddito. E le idee su come far fruttare il sistema lagunare, con le sue dighe mobili, non mancano: dalla creazione di una città delle arti e della scienza con poli museali e di ricerca, alla creazione di una pista ciclabile che sfrutti i cassoni subacquei del Mose. A mettere nero su bianco una serie di ipotesi di valorizzazione ci ha pensato il provveditore alle opere
La voce più consistente è quella dei servizi, di fatto la manutenzione vera e proprio. Nel caso del sistema Mose pesa per il 50% del totale di 80 milioni: 40 milioni. Una cifra approssimativa che dipenderà molto da come andranno le gare per la manutenzione. La prima, da 18 milioni per tre anni, per le paratoie della schiera di Treporti, dovrà essere rifatta dopo che la commissione ha escluso i tre raggruppamenti in corsa: Cimolai, Brodosplit e Fincantieri. Anche le stime potrebbero variare.
commissariato dopo lo scandalo tangenti. Ebbene, la proposta del Provveditorato è quella di recuperare lo spirito dello storico Magistrato alle acque, cancellato proprio sull’onda dello scandalo, istituendo un ente che assorbendo gran parte del personale del Consorzio, si occupi della gestione della laguna, Mose compreso, in un’ottica unitaria.
totale. In questo caso si tratta di pagare gli stipendi di chi farà funzionare il sistema e già oggi è impiegato tra Consorzio Venezia Nuova, Thetis e lo stesso Provveditorato. Professionalità varie che comunque rischiano un ridimensionamento.
BOLLETTE L’ultimo capitolo è quello delle utenze e delle uscite varie: dal carburante alle assicurazioni. Con un’opera come il Mose tutto si ingigantisce. Per realizzare una nuova cabina elettrica alle bocche di porto, l’anno scorso, l’Enel ha chiesto 6 milioni. E per la futura bolletta elettrica si stima un costo di 8 milioni l’anno. Roberta Brunetti
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Veneto, sì all’unanimità per i tagli retroattivi ai vitalizi IL CASO VENEZIA Sul taglio dei vitalizi a Palazzo Ferro Fini nessuno dei 51 consiglieri regionali veneti se l’è sentita non tanto di votare contro, ma se non altro di astenersi. Qualcuno avrebbe potuto optare per una astensione tecnica, cosa che gli avrebbe consentito di svolgere in aula il ruolo di correlatore del provvedimento. Ma, evidentemente, indossare i panni del difensore dei vitalizi è quantomeno impopolare. È così che ieri mattina, in Prima commissione consiliare, il provvedimento è passato all’unanimità. E il prossimo 28 maggio, quando la proposta di legge numero 435 “Norme per
la rideterminazione degli assegni vitalizi e degli assegni di reversibilità” sarà esaminata e votata dal consiglio veneto, si sentirà la sola voce del relatore, nell’occasione il presidente dell’assemblea legislativa Roberto Ciambetti. Correlatori, manco mezzo.
e degli assegni di reversibilità si aggira sugli 11 milioni di euro. Il provvedimento, ha spiegato Ciambetti, è stato concordato a libello nazionale con il Governo. Si tratta dell’intesa del 3 aprile scorso maturata nella Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano. Il testo di legge do-
I TAGLI Il progetto di legge licenziato all’unanimità dalla Prima commissione punta a ricalcolare in senso contributivo e con effetto retroattivo gli assegni vitalizi e di reversibilità. La manovra si tradurrà in un risparmio annuo stimato in circa 1,8 milioni di euro, forse addirittura 2 milioni, per le casse pubbliche. Va considerato che attualmente il costo dei vitalizi
LEGHISTA Roberto Ciambetti presiede il consiglio regionale
IL PROVVEDIMENTO LICENZIATO DALLA COMMISSIONE IL 28 MAGGIO IL VOTO IN CONSIGLIO REGIONALE
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vrà essere approvato da tutti i consigli regionali entro il mese di maggio. Di qui la fissazione dell’assemblea legislativa veneta per martedì 28 maggio, con l’iscrizione del provvedimento al primo punto dell’ordine del giorno, così da consentire la pubblicazione sul Bur entro i termini stabiliti. Una volta in vigore, la legge determinerà con effetto retroattivo i tagli ai vitalizi e agli assegni di reversibilità. A essere maggiormente colpiti saranno gli ex consiglieri regionali delle prime legislature, quando i contributi da parte dei singoli erano esigui. La diminuzione oscillerà mediamente tra il 12% e il 17%, con punte del 30%. Per gli ex consiglieri regionali eletti a partire dal 1995
la decurtazione si aggirerà attorno al 10-12 per cento. I tagli scatteranno per tutti dal 1° dicembre 2019.
I RISPARMI Cosa succederà dei soldi risparmiati? Inizialmente niente, perché i fondi in questione saranno accantonati. Il rischio di ricorsi di ex consiglieri regionali contrari ai tagli è reale e, quindi, per un periodo iniziale i soldi non erogati ai pensionati saranno messi in un cantuccio. Solo quanto il provvedimento sarà a regime e gli eventuali ricorsi rigettati, le somme risparmiate non entreranno più nei costi della politica di Palazzo Ferro Fini. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
INFRASTRUTTURE VENEZIA «Non ci sono i fondi per realizzare la Tav». Gli imprenditori veneti sono in rivolta, e il leader della Lega Matteo Salvini attacca ancora i 5stelle: «Tutti d’accordo ma l’opera è ferma, sto diventando impaziente». «È inaccettabile che ci taglino fuori dai piani infrastrutturali. Il piano industriale delle Ferrovie dello Stato certifica che l’Alta Velocità a Est di Verona è in grave ritardo e quella da Padova a Vicenza non è stata né progettata né finanziata. È la conferma di un quarto di secolo di inconcludenza, un altro schiaffo al Nord che produce», denuncia Massimo Finco, presidente di Assindustria Venetocentro, la più importante associazione territoriale regionale e tra le prime in Italia. «Mancano i finanziamenti per la Tav veneta - rincara la dose Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato del Veneto, più di 60mila piccoli imprenditori associati - Ferrovie hanno approvato 58 miliardi di progetti per i prossimi cinque anni compreso il tunnel di base del Brennero, e non c’è un soldo per il tratto della Tav da Verona a Padova. È scandaloso che vi siano finanziamenti per tratti secondari e si ignori il Veneto. Già stiamo vivendo la tragicommedia dell’autonomia, già ci hanno tolto il treno delle 6 di mattina da Venezia diretto per Roma e anche il volo Alitalia per la Capitale della prima mattina, e ora nemmeno un collegamento ferroviario in Veneto viene finanziato. C’è la previsione di spesa di 2,713 miliardi coperti per oltre 900 milioni, quelli che servono solo per completare la Brescia-Verona».
COMPETIZIONE Il leader artigiano teme per il futuro del Nordest: «Dobbiamo essere messi alla pari dei nostri colleghi e competitori. L’Emilia Romagna sta superando il Veneto anche perché ha infrastrutture efficienti, un giovane ingegnere va più facilmente a lavorare a Bologna che a Padova anche perché c’è la Tav», l’esempio dell’artigiano, che analizza sconsolato la situazione politica: «Il governo su questi temi è diviso e la Lega è bloccata dai 5stelle. Ma noi non ci arrendiamo, siamo andati in piazza a dicembre per la Tav e se continua-
INDUSTRIALI E ARTIGIANI TEMONO RICADUTE SULLA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO E SONO PRONTI A NUOVE PROTESTE
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Tav, imprenditori in rivolta «Fs ha ignorato il Veneto» Bonomo: «Zero fondi per la Verona-Padova `Finco: «Fronte comune, Regione muoviti» Ci tolgono anche treni e aerei, è scandaloso» Salvini: «Il ministro frena, io impaziente» `
Pedemontana da ricorsi ai risarcimenti Ora si riparte CARTE BOLLATE
ALTA VELOCITÀ FERMA Gli imprenditori denunciano: i piani di sviluppo quinquennali di Ferrovie ignorano il Veneto
MASSIMO FINCO Assindustria Venetocentro
no a prenderci in giro siamo pronti a tornarci». Una levata di scudi che fa scattare la reazione di Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega impegnata nelle elezioni europee che coglie l’occasione per un nuovo attacco ai “soci” del governo 5stelle: «C’è un’altra Tav, che pochi conoscono ma per me è fondamentale: la Brescia-Verona-Vicenza-Padova, su cui non c’è un comitato
ostile e non c’è uno contro. E il ministro delle Infrastrutture sta aspettando a dare all’autorizzazione perché sta facendo l’analisi costi-benefici - attacca Salvini puntando il dito su Danilo Toninelli -. Io sto diventando impaziente perché fra un po’ ci fanno l’analisi costi-benefici anche per andare ai servizi. C’è un limite a tutto. L’Italia ha bisogno di viaggiare». Gli imprenditori veneti però
AGOSTINO BONOMO Confartigianato Veneto
Autobrennero, via libera alla concessione `Arriva
l’autorizzazione del Cipe, la maggioranza al Trentino Alto Adige LA SVOLTA BOLZANO Il rinnovo della concessione dell’autostrada del Brennero è cosa fatta. La gestione della tratta autostradale dal confine a Modena sarà in capo ai territori per 30 anni, attraverso una società interamente pubblica, della quale il territorio del Trentino Alto-Adige detiene la maggioranza assoluta. Ieri il via libera del Cipe. Ora si attende l’autorizzazione per un’operazione simi-
le su Autovie Venete (in questo caso Regione Friuli Venezia Giulia in maggioranza, Veneto al 33%). Gli investimenti nei 30 anni a favore del territorio saranno pari a 4,1 miliardi, nei quali rientrano la terza corsia dinamica tra Bolzano nord e Verona (oltre 1 miliardo) e la terza corsia tra Verona e Modena (740 milioni), nonché il sistema viario Bassa Atesina-Bolzano (contributo di 200 milioni). È prevista la costruzione di barriere antirumore che interessano l’intera tratta autostrade, nonché sostanziali interventi di rifacimento delle stazioni autostradali e dei centri e delle aree di servizio. È prevista inoltre la prosecuzione de-
gli interventi di rifacimento dei sovrappassi autostradali, la realizzazione di parcheggi ed autoparchi e la manutenzione straordinaria su viadotti ed opere d’arte. Sarà introdotta per la prima volta in Italia e tra i primi in Europa della cosiddetta tariffa ambientale, con la quale saranno finanziate opere complementari all’autostrada, funzionali allo sviluppo della ferrovia e dell’intero corridoio del Brennero, tra cui gli Interporti di Trento ed Isola della Scala e l’Interporto fluviale di Valdaro (Mantova) per un totale complessivo di 250 milioni. Un contributo di 1,7 miliardi in 30 anni sarà devoluto per la realizzazione del tunnel del Brennero.
VENEZIA Le carte bollate per bloccare la Pedemontana potrebbero ritorcersi contro i ricorrenti. Detta in altri termini: gli enti che stanno realizzando la superstrada a pagamento che collegherà le province di Treviso e Vicenza non escludono di citare in giudizio per lite temeraria chi ha fatto causa per bloccare l’opera e la causa poi l’ha persa. È quanto emerge da una nota diffusa ieri, attraverso l’ufficio stampa della giunta regionale del Veneto, dalla Struttura di progetto della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). “Riprendono i lavori della Superstrada Pedemontana Veneta sul lotto 3, tratta b, in corrispondenza del “Bosco della Speranza” - recita la nota - È stato, infatti, revocato, dal Tribunale di Treviso, in sede di sentenza definitiva, il decreto emesso dal medesimo Tribunale in data 6 dicembre 2018, di accoglimento dell’istanza di sospensiva avanzata da Giuseppe Piccolotto. Superstrada Pedemontana Veneta spa ed il subappaltatore Costruzioni Generali Santangelo srl hanno disposto l’immediata ripresa dei lavori sulle aree suddette del Comune di Altivole (Treviso). Giuseppe Piccolotto è stato condannato alla rifusione, in favore di Superstrada Pedemontana Veneta spa, delle spese del procedimento”. Non solo: “Il Concessionario congiuntamente con la Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta stanno valutando come recuperare i sei mesi di stallo imposto a causa dell’azione giudiziaria proposta dal privato”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
sanno che per vincere questa battaglia della Tav c’è da creare un fronte comune per premere sulla politica: «A Regione, Comune, Provincia e sistema camerale chiedo un’iniziativa unitaria di confronto con Fs», tuona Finco: «Tutta la regione rischia di diventare marginale, è inaccettabile per un’area che produce il 13,7% delle esportazioni italiane (63,3 miliardi). Questa è solo l’ultima di una serie di scelte indifferenti alle ragioni delle istituzioni locali e mortificanti nei confronti di migliaia di imprese, penso al voltafaccia Fs sul raddoppio del binario dell’Interporto di Padova verso la stazione o a quello sul potenziamento dell’attuale stazione Padova centrale, derubricato a nulla di fatto. Un colpo mortale alle possibilità di sviluppo del Veneto centrale, delle sue imprese, dei suoi occupati».
DIVISIONI LOCALI Finco però non nasconde che anche il Veneto è diviso: «Se da un lato, abbiamo il dovere di una forte pressione su Fs perché riveda i propri piani e l’allocazione delle risorse, dall’altro dobbiamo anche interrogarci sulla nostra debole capacità politica di incidere sulle scelte e se l’approccio usato sia stato giusto e producente. Per troppo tempo tante opere sono state bloccate o ritardate, e ad oggi non sono nemmeno cantierate, per la cronica frammentazione del Veneto e la mancanza di condivisione su scelte importanti (per esempio, sul nodo Alta Velocità di Vicenza). Dobbiamo prenderne atto e cambiare passo, abbandonare particolarismi controproducenti, dare prova di unità di intenti per essere credibili, avere forza negoziale e attrarre investimenti. È su questo terreno che è chiamata a cimentarsi la classe dirigente di questo territorio». Finco chiede al Veneto di riuscire finalmente a fare squadra. «Nell’immediato siamo pronti a chiedere un’interlocuzione con Fs per comprendere le ragioni di queste scelte e sollecitare ogni possibile soluzione - sottolinea il presidente di Assindustria Venetocentro -. Alla Regione del Veneto, al Comune e Provincia di Padova e al sistema camerale chiedo di sostenere con forza queste ragioni e di assumere un’iniziativa unitaria e ufficiale di confronto a Roma». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA
NEL PIANO DA 58 MILIARDI DI FS VIENE FINANZIATA SOLO L’ALTA VELOCITÁ FINO ALLA CITTÁ SCALIGERA
Emergenza zecche, vaccini gratis nelle zone montane SANITÀ VENEZIA Emergenza zecche, la Regione Veneto regala i vaccini a chi abita nelle zone a rischio. Con una delibera approvata dalla giunta è stato infatti ampliato e agevolato l’accesso alla vaccinazione contro l’encefalite da zecche (TBE), mediante l’offerta gratuita o a prezzo agevolato del vaccino. Le novità riguardano l’offerta gratuita per tutti i residenti nell’Ulss 1 Dolomiti (provincia di Belluno), in quanto area ad alta endemia, su richiesta degli interessati; il mantenimento dell’offerta gratuita ai volontari della Protezione civile e del Soccorso alpino; l’offerta a prezzo agevolato (pari a 25 euro a dose) ai residenti nelle zone a moderata e bas-
sa endemia delle altre Ulss del Veneto; infine l’offerta a prezzo agevolato (25 euro a dose) alle persone a rischio occupazionale delle zone a moderata e bassa endemia, con costo a carico del datore di lavoro, come previsto dalla normativa vigente.
I DATI L’encefalite da zecche è una malattia infettiva causata da un virus trasmesso generalmente at-
LA REGIONE VENETO HA AMPLIATO L’OFFERTA PER PREVENIRE I CASI DI ENCEFALITE
L’iniziativa
Il Fai apre le ville, ricavato all’alpeggio VENEZIA Se il futuro è dei giovani è certo che il Fai ha un futuro. Motivati, pieni di entusiasmo e di energia, sono loro i protagonisti della terza edizione dell’iniziativa “Fai un giro in villa” promossa dal presidente veneto Ines Lanfranchi Thomas e dal coordinatore giovani Marco Boscolo, con la collaborazione dell’assessore veneziano Massimiliano De Martin. Duplice lo scopo: raccogliere i fondi per il restauro dell’alpeggio sul Monte Grappa a Quero (Belluno), donato al Fainel 2015, e far scoprire ville
venete, di norma non accessibili. Il calendario: 26 maggio villa Verità Fraccaroli a San Pietro di Lavagno (Verona); 1 e 2 giugno villa Manfrin a Treviso; 9 giugno villa Fabris a Thiene (Vicenza); 15 giugno villa Rigoni Savioli ad Abano Terme (Padova); 22 e 23 giugno Palazzo Malmignati a Lendinara (Rovigo); 27 e 28 luglio Villa Pasole di Pedavena (Belluno). Il tutto con contorno di balli, danze, recite di poesie, letture relative alla storia degli edifici, brindisi e cibi. Lidia Panzeri © RIPRODUZIONE RISERVATA
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traverso il morso di alcuni tipi di zecche, che vivono nei boschi, nelle radure e nelle zone di transizione tra foresta e prati. Talvolta l’infezione avviene tramite l’ingestione di latte e latticini non pastorizzati. L’infezione si verifica soprattutto nel periodo fra aprile e ottobre, con un picco massimo nei mesi di giugno e luglio, quando sono più frequenti le attività all’aperto. Nei due terzi circa dei casi la malattia decorre in modo asintomatico. Nei rimanenti casi, si hanno sintomi simil-influenzali seguiti, nel 20-30% dei pazienti, da un interessamento dell’encefalo e/o del midollo spinale (meningite, encefalite, radicolomielite) che può causare disabilità neurologiche permanenti o addirittura il decesso. Il rischio di morte e di disabilità a lungo termine aumenta con l’età ed è particolarmente
elevato sopra i 60 anni. La prevenzione della TBE può avvalersi, oltre che di accorgimenti comportamentali per evitare di essere morsi dalle zecche, anche di un vaccino ad elevata efficacia e sicurezza. Il ciclo vaccinale è costituito da 3 dosi, con successivi richiami ogni 3-5 anni. La TBE è considerata un problema di salute pubblica a livello globale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la vaccinazione di tutta la popolazione nelle zone ad alta endemia e degli individui a rischio nelle zone a media e bassa endemia. In Veneto, nel periodo 2006-2018 si sono verificati 266 casi di TBE: la provincia con il maggior numero di casi segnalati è Belluno (153 casi), seguita da Treviso (61) e Vicenza (39). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VERSOLE ELEZIONI. IlcandidatoCinque Stelle contro ilcentrodestra
INCONTRI. Sette faccia a faccia, a Bassano il 22
Trevisan all’attacco «SalvinielaLega pensinoallasanità» «Autonomiaecomizioin piazza? Preferiscoilpresidioantifascista cheharicordatochequesta città è medaglia d’oro al valor militare» Enrico Saretta
Il candidato Cinque Stelle parte all’attacco del ministro dell’Interno e di tutta la Lega. E lo fa proprio nel “territorio” del Carroccio, l’autonomia. Il comizio di Matteo Salvini l’altra sera in piazza Libertà ha mandato su tutte le furie Bruno Trevisan, il colonnello dell’Aviazione in pensione che si appresta a sfidare Elena Pavan e Angelo Vernillo. Innanzitutto, Trevisan sceglie da che parte stare: tra la piazza osannante per la presenza del Capitano e il presidio antifascista in viale Dei Martiri, preferisce quest’ultimo, nel quale, comunica, c’erano «studenti e insegnanti
che rimproveravano a Salvini di essersi dimenticato che Bassano è città “medaglia d’oro al valor militare” nel ricordo di un 25 Aprile fondamentale per la fondazione della nostra Repubblica Democratica». In particolare, però, a non essere andate giù al candidato pentastellato sono state le accuse lanciate da Salvini, e dagli altri vertici leghisti, al Movimento Cinque Stelle per i ritardi sull’autonomia. «Salvini e Zaia sono venuti a Bassano per rimproverare ai 5 Stelle la mancanza di procedimenti di legge ai fini di una Regione autonoma - afferma Trevisan -. Pensino piuttosto alla nostra sanità, che sta andando a rotoli».
Quello della sanità è un cavallo di battaglia che Trevisan ha fatto proprio sin dalla presentazione della sua candidatura, avvenuta proprio all’esterno dell’ospedale San Bassiano. «I medici protestano per gli orari impossibili e per la carenza negli organici - riferisce -. Non fanno ferie, che sono a perdere, e per di più non vengono pagate. Di conseguenza, chi può se ne va». Non va meglio sul fronte dell’utenza. «Le prescrizioni mediche non ricevono risposta dagli sportelli ospedalieri - prosegue il candidato sindaco - e così i pazienti si rivolgono ai poliambulatori privati per le prestazioni ambulatoriali». Ecco quindi che Trevisan rispedisce le accuse al mittente. «Quale fiducia si può avere in questa Lega, che chiede autonomia ma non sa gestire ciò che di autonomo ha già?», si chiede, riferendosi ovviamente alla sanità, su cui
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Mercoledì 15 Maggio 2019
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IL GIORNALE DI VICENZA
Tavolodellecategorie ComuneperComune candidatiaconfronto StaseraprimatappaaMussolente La serie si chiude il 23 a Cartigliano
BrunoTrevisan, candidatosindaco delMovimentoCinque Stelle
le Regioni possono legiferare. Dalla sanità, lo sguardo di Trevisan si sposta alla grande opera pubblica destinata a mutare le sorti della viabilità bassanese nei prossimi anni, e cioè la superstrada pedemontana veneta. «La Pedemontana era a carico dei privati ma ora la sta pagando per intero la Regione con il diritto della ditta costruttrice a poter incassare i tickets del pedaggio - accusa - mentre i Comuni si dovranno pagare le opere accessorie». Trevisan tira fuori quindi
tutta l’anima grillina e sentenzia senza mezzi termini. «Si tratta soltanto di un altro tentativo della Regione per avere più soldi con l’invenzione del “residuo fiscale”, dividendo cioè spese ed entrate fra territori dello Stato - afferma -. Così però non funziona: il federalismo e l’autonomia sono un’altra cosa. L’autonomia che vuole la Lega è contraria a una Repubblica Federale Unita. Vogliono solo le imposte dello Stato, senza permettere allo Stato di gestirle con cura e misura». •
Candidati sindaco dei vari Comuni del Bassanese chiamati a un confronto pubblico, per comprendere i loro programmi per le imprese e le attività commerciali, ma anche per i cittadini e il benessere. Il Tavolo di coordinamento delle categorie economiche inizia questa sera a Mussolente una serie di ”faccia a faccia” in vista delle amministrative del 26 maggio. L’appuntamento per il comune misquilese è alle 20,30 all’auditorium Bortolo Busnardo di Casoni, in via Papa Giovanni XXIII. Qui i quattro candidati Manuele Bozzetto, Tatiana Marchesan, Aurelio Marini e Cristiano Montagner si sottoporranno alle domande. «L’attenzione dell’imprenditoria per la crescita della comunità è sempre viva e richiede risposte», spiega William Beozzo, presidente di Apindustria, attuale coordinatore del Tavolo composto anche da Confindustria, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Confcommercio e Confesercenti. Domani sarà
la volta di Tezze sul Brenta: nella sala polivalente di Campagnari si confronteranno Romano Bordignon, Luigi Pellanda e Marisca Scapin. Venerdì doppio contestuale incontro nella sala polivalente di Pove del Grappa: per Pove Alessandra Alessi e Francesco Dalmonte, ma andrà in scena anche la sfida per il nuovo comune di Valbrenta, con Luca Ferazzoli e Loris Marchiorello. La prossima settimana quattro serate: lunedì 20 a Nove (sala Villanova Zanolli, con Raffaella Campagnolo, Walter Marcon e Remo Zaminato), martedì 21 a Cassola (sala consiliare, Mattia Bonin, Aldo Maroso, Egisto Miotti), mercoledì 22 a Bassano (oratorio Santa Croce, Elena Pavan, Bruno Trevisan e Angelo Vernillo), giovedì 23 a Cartigliano (Villa, Guido Grego e Germano Racchella). Tutti gli incontri inizieranno alle 20,30 e saranno condotti da Alessandro Comin, responsabile della redazione bassanese del Giornale di Vicenza. •
LAVORI PUBBLICI. Fino alla fine delle operazioni i residenti con permesso possono tornare a parcheggiare entro le mura ILLUTTO. Ifuneraliquesta mattinaa San Vito
Si asfalta il Terraglio, le auto in Castello Ilrugbydàl’addio I residenti del Terraglio tornano a parcheggiare al Castello. Ma soltanto in via temporanea e per consentire le operazioni di asfaltatura del piazzale. Operazioni iniziate in questi giorni e che mirano a riqualificare tutta quella zona. Per salvaguardare la sicurezza della circolazione e permettere la realizzazione dei lavori, il parcheggio sarà chiuso per tutta la settimana. Chiusura prevista anche lunedì 20 maggio, quando sarà realizzata la segnaletica orizzontale. Il Comune informa quindi che fino al termine
dei lavori i residenti con regolare permesso saranno eccezionalmente autorizzati a parcheggiare in piazza Castello. Le operazioni, affidate alla ditta Giacobbo di San Zenone degli Ezzelini, rientrano nel piano di asfaltature dell’Amministrazione uscente. Le altre strade interessate sono via San Giovanni Bosco, via Trieste, via Monte Canin, via Tre Ponti, via Conco, via Levico, via Breganze, via Chiuppani, via Pellegrini, via Favero, via San Sebastiano, via Cavallare, via Rosmini, via Granatieri di Sardegna,
piazzale Bach, piazzale Cadorna (park Centro Giovanile). I lavori al Terraglio mirano a riqualificare una zona che negli ultimi mesi è stata soggetta a una vera e propria rivoluzione nei parcheggi. Le strisce blu, infatti, sono state rimosse. O meglio, ora la maggior parte dei parcheggi è a uso esclusivo dei residenti, che prima parcheggiavano in Castello, e ci sono soltanto 15 posti auto a strisce giallo-blu, cioè a pagamento di giorno e per residenti la sera, cosa che non ha mancato di provocare polemiche. • E.S.
alvicepresidente RenzoPozzobon Mortodomenicaa80anniSi eraappassionatoalla pallaovaleseguendoilfiglio Abordocampofinoall’ultimo Vincenzo Pittureri
PiazzaTerraglio chiusaper i lavoridi asfaltatura incorso FOTO CECCON
SCUOLA. La rappresentativa delliceosi èclassificata alsecondopostonella finale nazionaledelle Olimpiadidi settore
Al Brocchi danzatori con l’argento vivo Olimpiadi della danza: medaglia d'argento alle finali nazionali per il liceo Brocchi. La fase nazionale si è tenuta domenica scorsa al Palazzetto dello sport di Castenaso a Bologna. Pur gareggiando tra scuole di lunga esperienza e malgrado non si tratti di un liceo a vocazione artistica, il Brocchi si è guadagnato l’apprezzamento della giuria composta da coreografi di fama internazionale. «Non ci aspettavamo un secondo posto – commenta la docente di scienze motorie che coordina il gruppo di studenti, Donatella Garavello –
anche perché la nostra partecipazione è iniziata lo scorso anno e non abbiamo una grande esperienza alle spalle. Ci sono scuole che propongono coreografie ricche di effetti speciali. Noi siamo arrivati in punta di piedi e senza grandi aspettative. Abbiamo scelto la strada della pulizia formale e ora sappiamo che la strada è giusta. Sono emozionata dal risultato e innamorata di questo corpo di ballo. Dobbiamo ringraziare la nostra coreografa Giulia Trento delle Sweet Devils che ha portato i ragazzi al successo ma soprattutto li ha resi un grup-
po solido e motivato». La squadra del Brocchi rappresenta inter-indirizzi di tutto il liceo. Dalla 1A Scientifico provengono Francesca Gargano, Giulia Bizzotto, Fiamma Tellatin, Polyanna Coutinho, AyaTibouti, dalla 1A Scienze umane Anna Romani e Sofia Bergamin. Ci sono poi Beatrice Bonomo e Joshua Contarin (2AL), Gaia Fantinati, Alexandra Dimofte, Ilaria Toso (3AL), Alessia Simonetto (3CL), Valery Facchinello e Asia Ceccato (3CSU), Martina Carollo (4DL), Gioia Carraro (4EL) e Gibellato Giulia (4CS). •
Ilgruppo di studenti-danzatoridelBrocchidopola bellaprova
Si svolgeranno stamane alle 10 nella chiesa di San Vito i funerali di Renzo Pozzobon, imprenditore e vicepresidente del Rugby Bassano che milita in serie C, scomparso domenica all'età di 77 anni. Pozzobon negli anni Novanta si era accostato alla palla ovale per seguire il figlio Alessandro che militava nel vivaio del club giallorosso e col tempo si era appassionato a squadra e società sino a entrare stabilmente nella dirigenza del sodalizio cittadino e a ricoprire il ruolo di vicepresidente a fianco del compianto Paolo Papi. A Pozzobon sono legati i momenti più esaltanti nella storia del Bassano 1976, dalla prima promozione in B vent'anni fa sino al quarto posto in cadetteria all'alba del nuovo millennio quando a Ca’ Baroncello hanno accarezzato il sogno di poter inserirsi nella lotta per la serie A. Finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, non ha mai fatto mancare il suo appoggio a giocatori e staff presenziando a bordo
RenzoPozzobon
campo. Renzo Pozzobon lascia la moglie Linda, il figlio Alessandro, il fratello Roberto, cognate e nipoti. Ovviamente anche l'intera società si è stretta alla famiglia. «Ci mancherà quel sorriso sempre presente nel volto e la sua capacità di aggregare le persone interpretando in pieno lo spirito del rugby - si legge in una nota ufficiale emessa dal club - uno sport che aveva scoperto grazie al figlio e che lo aveva entusiasmato al punto da farlo entrare nella dirigenza della società. Il Bassano porge le più sentite condoglianze alla famiglia». •
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ATTUALITÀ
GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2019 MESSAGGERO VENETO
Il futuro del Carroccio
Nella Lega friulana esplode il malcontento per il patto di Governo col Movimento 5 stelle I big della regione sfogano la loro delusione sui social Il capogruppo Bordin: sono stanco di leggere proposte inutili Mattia Pertoldi UDINE. Il non detto si sta trasfor-
mando in ammissioni esplicite. I mal di pancia manifestati, a bassa voce, per mesi stanno diventando adesso attacchi diretti e pesanti contro un partito che, in poche parole, non si sopporta più – sempre che sia mai stato digerito appieno – come alleato di Governo. L’onda lunga del malcontento leghista nei confronti del M5s, in altre parole, ha superato i confini della Lombardia – dove Attilio Fontana chiede da tempo a Matteo Salvini di staccare la spina all’esecutivo – e del Veneto – terra in cui Luca Zaia vede i freni di Luigi Di Maio sull’Autonomia come fumo negli occhi – ed è arrivata in Friuli Venezia Giulia. Qui in fondo, vuoi per un lignaggio di potere leghista più recente rispetto al Lombardo-Veneto e più legato all’exploit del segretario nazionale e di quello regionale del Carroccio oppure per la presenza di un tessuto imprenditoriale, cioè quello maggiormente irritato dalle politiche grilline come il reddito di cittadinanza, meno sviluppato, la contestazione dell’alleanza di Governo è stata in questo anno decisamente più sfumata. In Friuli Venezia Giulia, insomma, fino a poco tempo fa non sono raramente risuonate parole come quelle del numero uno degli industriali di Padova e Treviso Massimo Finco – «par un barcòn non se còpa l’economia» –, ma la sensazione netta è che qualcosa sia cambiato. La prima dimostrazione
è stata l’intervista di Massimiliano Fedriga rilasciata sabato a “La Stampa”. Il governatore, da sempre un convinto “aziendalista di partito” e allineato alle posizioni del leader, ha spiegato, pur senza alzare eccessivamente i toni, che il Governo andrà avanti soltanto se sarà in grado di proseguire sulla strada tracciata e che interessa in primis la Lega – dalla flat tax alle pensioni – invitando gli «amici del M5s» a capire in fretta l’antifona. Parole che hanno rappresentato una sorta di via libera per parecchi leghisti locali i quali, da quel momento in poi, si sono sentiti quasi autorizzati a certificare un malcontento diffuso, ma sopito da tempo. In realtà qualcuno si è mosso perfino in anticipo, come il consigliere regionale Danilo Slokar. L’eletto triestino, infatti, già venerdì scorso aveva pubblicato un eloquente post su Facebook con la foto del premier Giuseppe Conte e la difficilmente fraintendibile frase «votate Lega, mandiamo a casa questi brutti figuri falsi e bugiardi oltre che traditori e inaffidabili: Conte&Di Maio traditori dei popoli italiani». Certo, si può dire, Slokar è personaggio senza dubbio folkloristico, un po’ guascone e che ama andare sopra le righe, ma il caso è tutt’altro che isolato. Basta prendere, ad esempio, un altro post come quello pubblicato da Pierpaolo Roberti, assessore alle Autonomie Locali e fedelissimo di Fedriga. Anche lui ha infatti scelto Facebook per lanciare un messaggio inequivocabile:
verso le eUropee
Forza Italia “spinge” Savino Gli azzurri a Talmassons fanno il pieno di simpatizzanti e amministratori locali Per sapere se l’energia che si è respirata martedì sera a Talmassons si tradurrà in voti veri e propri alle prossime elezione bisognerà aspettare lo spoglio post-domenica 26 maggio, ma intanto – almeno come colpo d’occhio – si può dire che Forza Italia, soprattutto per quanto riguarda la provincia di Udine, è sicuramente viva. All’appuntamento organizzato nel “feudo” del presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin per spingere la candidatura di Sandra Savino alle Europee si sono, infatti, presentate centinaia di persone con il partito che, tra amministratori locali e semplici simpatizzanti oppure tesserati azzurri, ha davvero fatto il pieno di gente.
«Certo che se vogliono rompere le scatole – scrive – con porti aperti, droga libera e no all’Autonomia, possono direttamente sciogliere il Movimento 5 Stelle e tesserarsi con il Pd. #adessobasta». A corollario del teorema, infine, va aggiunto lo sfogo – anche in questo caso social – di del capogruppo Mauro Bordin in risposta alla proposta grillina di bloccare le nomine politiche in sanità. «Personalmente sono stanco di leggere e ascoltare queste proposte inutili e dannose – spiega –. Ora vogliono togliere ai presidenti di Regione la possibilità di scegliere chi deve gestire la sanità. Vogliono togliere alla politica gli ultimi lembi di autonomia. Non sono bastati gli esiti nefasti delle leggi Bassanini? Non sono bastati i tanti danni fatti dai vari “tecnici” che dovevano salvare il mondo? La politica deve poter decidere. Farlo bene è una sua responsabilità e i cittadini con il loro voto valutano i risultati. La corruzione si combatte con pene più alte, certe e applicate in modo veloce e serio. Tutto il resto sono inutili appesantimenti procedurali. Ma questo lo può sapere solo chi ha esperienza di governo e amministrazione». Difficile, per non dire impossibile, che siano soltanto screzi da campagna elettorale. Perché qui, al netto delle idee di Salvini, cova un malcontento molto più profondo e che al Nord, vero e storico bacino di voti leghista nonostante la svolta nazionale, pare essere ormai difficilmente contenibile. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
I post dell’assessore Pierpaolo Roberti e del consigliere regionale Danilo Slokar contro il M5s
accordi finanziari con lo stato
Intesa inserita nel decreto Crescita Fedriga: «Risultato importante» «Soddisfazione per l’emendamento della Lega al decreto Crescita, volto al recepimento dell’accordo sottoscritto tra lo Stato e la Regione Friuli Venezia Giulia in materia di finanza pubblica.» A esprimerla è stato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che ha voluto rimarcare inoltre quanto il testo depositato «abbia già positivamente su-
perato il vaglio sia del ministero dell’Economia e delle Finanze che della Ragioneria generale dello Stato». «Un risultato importante – ha commentato Fedriga – a riconoscimento del lavoro svolto congiuntamente dall'Esecutivo regionale e dal Governo, che permetterà al Friuli Venezia Giulia di beneficiare di maggiori risorse, pari a 834 milioni sul
triennio 2019-2021, a vantaggio dei cittadini e delle imprese del territorio». L’accordo finanziario con lo Stato, lo ricordiamo, è stato siglato a Febbraio e ha messo fine al precedente accordo siglato tra l’ex governatrice Debora Serracchiani e l’allora ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan. I nuovi accordi finanziari tra Friuli Venezia Giulia e Roma sono validi dall’anno in scorso al 2021, periodo, quest’ultimo, entro il quale ci sarà la necessità di risedersi nuovamente attorno a un tavolo per ridiscutere complessivamente il Patto.
Provincia 29
L'ARENA
Giovedì 16 Maggio 2019
LACAMPAGNA ELETTORALE. A sostegnodeicandidati locali
IlpresidenteLuca Zaia intour daNegrar aLegnago Oggi giornata tutta veronese per il presidente della Regione Luca Zaia, che sarà in tour tra i paesi al voto amministrativo, a sostegno dei principali candidati sindaci che si presentano con la Lega. La prima tappa della giornata sarà a Negrar alle 11.30, in piazza Vittorio Emanuele. È previsto un comizio elettorale con il candidato sindaco di lega e centro destra Marco
Andreoli. Secondo appuntamento a Pescantina alle 12.30, nella sede elettorale aperta al centro commerciale San Lorenzo di via Carlo Alberto Dalla Chiesa, in questo caso al fianco del candidato sindaco Davide Quarella. Il presidente Zaia si sposterà quindi nell’Est veronese e alle 13.45 approderà alla Cantina Battisti di Vago di Lavagno, dove incontrerà alcuni
sostenitori e sarà vicino alla candidata a sindaco Alessandra Sponda, con la lista Lavagno bene comune. Nel pomeriggio alle 17, accompagnato dal deputato scaligero della Lega Paolo Paternoster che sarà al suo fianco per buona parte della giornata, Luca Zaia si trasferirà alle 11 a Montecchia di Crosara, nella sede dell’azienda agricola Ca’ Rugate, per un in-
contro riservato ai candidati leghisti alle amministrative dell’Est veronese. Quindi alle 18 incontrerà gli elettori e i simpatizzanti al bar Centrale di San Bonifacio, per un aperitivo a sostegno del candidato sindaco Emanuele Ferrarese, che si presenta anche con una lista Lega - Salvini premier. Giusto il tempo di spostarsi, e alle 19 Luca Zaia sarà pronto per il comizio elettorale previsto in piazza Garibaldi a Legnago, a fianco del candidato sindaco Graziano Lorenzetti, sostenuto anche dalla lista Lega Salvini Liga Veneta e qui concluderà la giornata pubblica. •
MONTEFORTE. Sabato soloSavoia èdisponibile aincontrare i cittadini insala Zambon
SAN BONIFACIO. Ha il nome del sindaco uscente
Troppiveleni inpaese saltailconfronto a tre
C’è lalista civica chemettein campo gli amministratori
Moltiespertidell’entelocale ec’èchi arriva dalleassociazioni
Costainsiste con l’ideache il vero candidatoèl’assessore Burti Rossi defila:itre incorsaparlerannoinvecedella Casa diriposo Paola Dalli Cani
Al confronto tra i candidati sindaci previsto per sabato alle 11 in sala Zambon ci sarà in realtà solo Andrea Savoia, il candidato di «Tradizione nel futuro». Proprio Savoia aveva lanciato l’idea di un incontro pubblico con gli avversari Teresa Ros e Roberto Costa, ma viste le polemiche dell’ultima settimana si tratta ormai di un confronto impossibile. Ce ne sarà comunque uno, a porte chiuse e sul tema della Casa di riposo: i tre candidati sono stati invitati dai lavoratori della Fondazione Don Mozzatti d’Aprili e dai loro rappresentanti sindacali a un incontro riservato, in programma lunedì. A far saltare tutto è il no che viene ribadito da Costa (candidato per «Monteforte concreta») che insiste a sfidare l’assessore Luigi Burti, il lista con Savoia, che egli ritiene il vero «padre padrone» del gruppo di Savoia. Il forfait di Costa porta a ruota anche quello di Teresa Ros. «Ferma restando la conferma della mia disponibilità, mancando un candidato, per quel che mi riguarda l’incontro salta», dice la candidata di «Monteforte si può fare», «perché l’obiettivo di questo tipo di iniziativa è ga-
Ilmunicipio di Monteforte
rantire l’informazione e permettere ai cittadini di conoscere le differenze tra i tre candidati». Dopo le ultime uscite di Costa, che ha denunciato azioni di intimidazione e di disturbo oltre il tollerabile (ultimo episodio il danneggiamento della sua auto) e la sua insistenza sul «teorema Burti», a prendere la parola è Savoia: «Questa è una tattica per sottrarsi al pubblico confronto da me proposto, forse per paura o forse semplicemente per fuggire da chi ha idee e progetti per la comunità di Monteforte d’Alpone. Ho
promosso l’iniziativa del confronto pubblico perché il dialogo con i cittadini non sia solo un vuoto proclama elettorale». «Il candidato sindaco sono io», ribadisce Savoia, «e quanto è stato detto è un’offesa nei miei confronti. Costa non mi conosce a sufficienza, non conosce nemmeno la mia storia professionale e politica. Se la conoscesse avrebbe capito che non sarò mai la controfigura di qualcun altro». Quanto alla piega che negli ultimi tempi avrebbe preso la campagna elettorale, compreso un volantino anonimo che accusa le due li-
ste per le vicende legate all’Ateneo della Pontara e che, dopo essere stato protocollato in Comune è stato diffuso via chat e nelle cassette della posta, Savoia dice: «Mi auguro che questa campagna torni ad avere toni costruttivi e condanno atti intimidatori e azioni vandaliche fatti nei confronti dei candidati». A un «volantino della vergogna» e a un «clima incattivito» fa riferimento anche Ros: «Noi vogliamo continuare a parlare con tutti i cittadini con la nostra modalità, entrando nel merito delle nostre proposte». •
di Lucio Corradi e Paola Perbellini Loc. Valgatara di Marano Valpolicella VR Via Paverno, 9 - Tel. 045.683.7199 www.anticaosteriapaverno.it - info@anticaosteriapaverno.it
Ilpresidente dellaRegione VenetoLuca Zaia
Il motto scelto per sostenere la corsa bis di Giampaolo Provoli alla fascia tricolore è «Provoli, il sindaco che conosco», e la conoscenza sta tutta nella «Lista Provoli», quella in cui il primo cittadino uscente e ricandidato, tra le tre che lo sostengono, più si riconosce. Dei 16 nomi messi in fila in questa civica, sei sono di persone che, come lo stesso Provoli, concludono l’esperienza amministrativa: si tratta di Antonio Camillo Claudio Verona (assessore a manutenzioni, lavori pubblici e gestione del patrimonio), Cristina Zorzanello (presidente del Consiglio uscente e anima del gruppo), i consiglieri delegati Gino Gozzi (che si occupava di Protezione civile, sta in commissione urbanistica ed in commissione bilancio ed è stato anche capogruppo della Lista Provoli cinque anni fa) e Luca Zaffaina (delegato a nuovo ponte della Motta, rapporti con le istituzioni, associazioni culturali e capogruppo della lista «La Rosa di San Bonifacio». Si ripresentano anche Maria Teresa Tebaldi (eletta con la Lista Provoli e presidente della Commissione statuto) e Alberto Facchin (che era stato eletto con la lista «Mario Nogara per San Bonifacio»). Dalle commissioni consiliari escono anche Daniela For-
naro e Anna Giovannoni ed esperienze amministrative, a San Bonifacio e fuori, sono anche nel curriculum di Daniele Giuseppe Adami e Luca Rossi. Il resto della squadra è composto da persone che debuttano sulla scena politico - amministrativa del paese ma anche da chi sostenne Provoli cinque anni fa (alcuni dei quali candidandosi), persone che per lo più sono impegnate anche nell’associazionismo sambonifacese. «Sento grande entusiasmo e collegialità», sottolinea Gino Gozzi, «ognuna di queste persone ha dato il proprio contributo alla costruzione di un programma sostenibile a partire da piccoli gruppi di lavoro». «Se siamo qui», aggiunge, «è per dare continuità dopo questi primi cinque anni che ci hanno permesso di conoscere la macchina amministrativa del Comune. Personalmente ho condiviso con Provoli la scena politica locale negli ultimi vent’anni e la disponibilità a fare, all’insegna della mitezza che non è arrendevolezza, per il bene del territorio». Una curiosità: l’idea di Europa che accomuna il gruppo sta nella candidatura di Turlough Mary Gallagher, irlandese che vive da una vita a San Bonifacio. • P.D.C.
Lapolemica
Provoli nonincontra Salvini Arrivail vicepremierMatteo Salvinima il sindaconon lo incontra:come già inaltre località,martedìèsuccesso anchea SanBonifacio suscitandoil disappuntodel sindacouscenteGiampaolo Provoli.«Avevochiesto di potersalutare istituzionalmenteil vicepremiereministro dell’internoSalvini,ma miè statoriferitoche nonera previsto»,racconta Provoli rammaricato.Lungi dal fare polemica,ricorda:«Anchequi moltisindacidel territoriosi aspettanounincremento dei mezziindotazione alle forze dell’ordineemaggioreserietà peri rimpatri diquellepersone pluripregiudicateeclandestine equidatantianni che purtroppoancora, anchea San Bonifacio,non sonostate rimpatriatenonostantesia statopiù voltesegnalatoa tutti ilivelli istituzionali».In casa legaèEnrico Corsi, responsabileelettorale della sezione,a spiegare:«Salviniera inzonain formapoliticaenon istituzionale,per questa ragionechele cose sono andatecosì.Sarebbe stato pocoopportuno un incontrotra unsindaco uscentedi orientamentoopposto a quello diuncapo politicogiuntosul territorioa sostegnodiun candidatosindaco alternativo. Quantoalla richiestadel sindacoProvoli», chiarisce Corsi,«sebbenedell’arrivo di Salvinisi sapesse dagiorni,la richiestal’ha fatta pocopiù di dueore prima». P.D.C.
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