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ATTUALITÀ
MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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ITALIA & MONDO l’odissea di 42 naufraghi
Sea Watch, ai migranti è vietato lo sbarco Appello a Strasburgo L’Ue coinvolge gli Stati. Il vescovo di Torino: «Vengano qui» Salvini: «Metà li prenda l’Olanda, il resto la Germania» ROMA. Dodici giorni dopo il soc-
corso e la lunga permanenza al largo di Lampedusa della Sea Watch 3, l’Europa batte un colpo. La Commissione sollecita gli Stati membri a una soluzione per le 42 persone a bordo. «Facile», replica il ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino». Intanto, i naufraghi si rivolgono alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo chiedendo «misure provvisorie» per spingere l’Italia a farli sbarcare. E disponibilità ad accoglierli è stata avanzata dalla Diocesi di Torino. La situazione sulla nave è sempre più critica. «Le persone a bordo – fa sa-
pere la portavoce della ong, Giorgia Linardi – ci chiedono fino a che punto bisogna sentirsi male per potere essere sbarcate. Alcuni cominciano a minacciare di buttarsi in mare». E, visto il divieto irremovibile di Salvini allo sbarco e l’assenza di risposte da parte dell’Olanda, Stato di bandiera della nave, i migranti hanno fatto ricorso alla Cedu. In base all’articolo 3 della Convenzione, «nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti» come quelli che vivono da giorni i naufraghi salvati dalla Sea Watch. «Si chiede quindi a Strasburgo – spiega Linardi – di indicare all’Italia delle misure che
bufera anche a lione
Abusi su cinque minori Chiesto maxi indennizzo alla Diocesi di Savona CITTÀ DEL VATICANO. Quasi cin-
que milioni di euro. È il risarcimento danni chiesto alla diocesi di Savona per cinque casi di pedofilia. A sette anni dalla condanna di don Nello Giraudo, l’associazione la Rete l’Abuso ha depositato in Tribunale due delle cinque citazioni. Tre dei cinque minori erano stati tolti alle famiglie dai servizi sociali e affidati a don Giraudo. L’iniziativa è arrivata dopo una trattativa che non ha portato a sbocchi. Dall’Italia alla Francia, arrivano novità alla
Barbarin già arcivescovo a Lione
La nave Sea Watch
diocesi di Lione, dove l’arcivescovo titolare, il cardinale Philippe Barbarin, è stato condannato in primo grado, il 7 marzo, con l’accusa di avere coperto alcuni casi di abusi contro i minori. Papa Francesco ha nominato nella diocesi un amministratore apostolico: monsignor Michel Dubost, vescovo emerito di Evry-Crobeil-Essonnes. Barbarin aveva presentato le sue dimissioni al Papa, dopo la sentenza di marzo; il pontefice non le aveva accettate ma aveva concesso allo stesso cardinale «di ritirarsi per un periodo di tempo», come chiesto dallo stesso Barbarin. La decisione di non sostituire l’arcivescovo, ma di nominare un amministratore, carica temporanea (tanto più che Dubost è un vescovo emerito) testimonierebbe la fiducia del Papa nei confronti del cardinale di Lione e l’attesa del giudi-
possano ridurre le sofferenze cui le persone sono costrette in questo momento». La Corte ha inviato richieste di informazioni al Governo italiano e alla ong, in attesa di una decisione. Da Palazzo Chigi, a quanto si apprende, la risposta ricalcherebbe la posizione fin qui tenuta da Salvini: la nave ha violato l’indicazione di portare in Libia i migranti e dunque è stata diffidata a entrare in acque italiane, con un provvedimento del titolare del Viminale controfirmato dai colleghi Elisabetta Trenta (Difesa) e Danilo Toninelli (Trasporti), fermo restando che è stata fornita assistenza medica e 11 persone sono state evacuate a Lampedusa per le precarie condizioni di salute. La Commissione europea, ha detto un portavoce, «pur apprezzando il fatto che l’Italia abbia proceduto ad evacuare un gruppo di persone per ragioni mediche», ha fatto appello «agli Stati membri» per trovare «una soluzione». Bruxelles ha parlato di «imperativo umanitario», ribadendo che l’esecutivo comunitario «continuerà a fare tutto il possibile, nell’ambito delle nostre competenze, per sostenere e coordinare eventuali sforzi di solidarietà». Un’alternativa arriva da monsignor Cesare Nosiglia: «La Diocesi di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della Sea Watch». —
zio di secondo grado, prima di prendere provvedimenti definitivi. «La nomina di monsignor Dubost non comporta la rinuncia del cardinale Barbarin», conferma il direttore della sala stampa vaticana Alessandro Gisotti. La questione della pedofilia è stata anche al centro dell’assemblea annuale del Dicastero dei laici, la famiglia e la vita, con la testimonianza di tre vittime. Infine Papa Francesco ieri ha ricevuto i vescovi della Conferenza Episcopale di Australia, in visita “ad limina”. È verosimile che tra i temi dell’incontro rientrasse anche la pedofilia, piaga che ha investito negli ultimi decenni la Chiesa australiana. Proprio in Australia si attende poi la sentenza del processo di appello contro il cardinale George Pell, condannato per pedofilia in primo grado. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
il sindaco di venezia
Commissario per il Mose Brugnaro in pole per la nomina VENEZIA. Sindaco e commissario. Rispunta l’ipotesi di nominare il primo cittadino Luigi Brugnaro commissario straordinario del Mose, nell’ambito del decreto Sblocca cantieri. Nulla di ufficiale. Ma le quotazioni di Brugnaro, che è anche sindaco metropolitano, sono in aumento. Ne ha parlato con il presidente della Regione Luca Zaia, che non sarebbe contrario all’ipotesi.
Dal 2015 del resto è previsto il passaggio di poteri, uomini e mansioni, dal Magistrato alle Acque – oggi Provveditorato alle Opere pubbliche – alla Città metropolitana. La vigilanza in laguna e la competenza sulle acque. Ma anche il Mose. Grande opera da 6 miliardi di euro in affanno, piena di problemi e destinata a non rispettare il termine più volte annunciato di fine 2021 per la conse-
gna e il collaudo. Adesso il Parlamento approvando il decreto Sblocca cantieri ha previsto di nominare un commissario per concludere i lavori. La procedura prevede che sia il ministro delle Infrastrutture – Danilo Toninelli – a decidere in accordo con la Regione di Zaia. E sentiti gli altri enti interessati, a cominciare dai ministeri dell’Ambiente e dal Comune. Primo incontro sul tema,
Luigi Brugnaro
lo scorso week-end a Roma. Della rosa su cui si discute fanno parte l’attuale Provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti, dirigente
uruguay
Condannato a 30 anni il boss Morabito evade prima dell’estradizione REGGIO CALABRIA. Lo avevano catturato nel 2017, dopo 23 anni di latitanza, e per lui stavano per aprirsi le porte di un carcere italiano dove avrebbe dovuto scontare una condanna a 30 anni. Ma l’estradizione, alla quale ha cercato di opporsi in tutti i modi, adesso non è più un argomento all’ordine del giorno: il «re» del narcotraffico, il boss della ’ndrangheta Rocco Morabito, 53 anni, è riuscito infatti a evadere dal carcere centrale di Montevideo, in Uruguay, paese nel quale era stato arrestato nel settembre di due anni fa. Morabito, originario di Africo, ritenuto al vertice dell’omonima cosca e cugino del boss Giuseppe Morabito, detto «Tiradritto», è scappato insieme ad altri tre reclusi. Il boss era ricoverato con i suoi complici in osservazione nell’infermeria del carcere. I quattro, non si sa bene come, avrebbero creato un passaggio nel tetto, riuscendo poi a calarsi in una fattoria confinante dove hanno ru-
Rocco Morabito
bato del denaro. Una fuga definita «sconcertante e grave» dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che si è preso due impegni: «fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo» e continuare «la caccia a Morabito, ovunque sia». Per gli inquirenti italiani, Morabito era in grado di inondare l’Italia di cocaina sudamericana. —
nocera inferiore
Arrestato il padre della bambina uccisa NAPOLI. Il padre della bimba
di otto mesi deceduta venerdì notte nel Salernitano, è gravemente indiziato di ripetuti maltrattamenti che, secondo gli investigatori, «hanno causato la morte della minore quale conseguenza delle lesioni riportate, aggravate dall’omissione reiterata dei necessari soccorsi». Nella tarda serata dell’altro ieri è stato eseguito un fermo d’indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato nei confronti di Giuseppe Passariello, 37 anni. L’uomo ora è in carcere. La mam-
dello Stato con una buona esperienza in questo settore che andrà in pensione il 1 settembre prossimo. La Regione ha proposto anche Nicola Dell’Acqua, dirigente di palazzo Balbi e direttore dell’Arpav, l’Agenzia regionale per l’Ambiente del Veneto. In pista anche se con minori chances c’è l’ex responsabile dell’Ufficio Salvaguardia in laguna Fabio Riva, anch’egli funzionario del ministero delle Infrastrutture. E infine Brugnaro. Voci consistenti lo danno in queste ore in pole position. Non ha un grande rapporto con il ministro pentastellato Toninelli. Ma esiste un precedente. Pochi mesi fa proprio Toninelli ha nominato commissario straordinario per la ri-
ma della piccola è indagata in stato di libertà per concorso nella commissione dello stesso delitto. Gli accertamenti sono scattati dopo che la bimba è arrivata già priva di vita al pronto soccorso dell’ospedale «Umberto I» di Nocera Inferiore. La piccola presentava varie ecchimosi ed escoriazioni, per le quali – all’esito di un primo esame svolto dal medico legale – si è ritenuto necessario approfondire i fatti ascoltando i genitori, i testimoni e attraverso accertamenti specifici. —
costruzione del ponte Morandi il sindaco di Genova Marco Bucci. Anch’egli estraneo ai riferimenti politici del ministro, essendo un candidato eletto dal centrodestra. Un modo per responsabilizzare le amministrazioni locali sulle grandi opere che investono il loro territorio. Il caso di Venezia è ovviamente molto diverso. Perché la città ha sempre votato contro il Mose – l’ultima volta in Comitatone con il sindaco Cacciari, nel 2006 – ma lo Stato è andato avanti lo stesso. Con la coda di scandali, ruberie, polemiche e ritardi. La nomina del commissario è attesa entro metà luglio. A.V. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
I Giochi invernali
Olimpiadi 2026 a Milano e Cortina Trionfo italiano col patto Lega-Pd La delegazione azzurra complice e vincente supera la Svezia Il dossier sbaraglia la concorrenza e ottiene l’83% dei voti dall'inviata Giulia Zonca LOSANNA. Un’Italia giovane, al femminile e che parla inglese, questa è la faccia con cui il nostro Paese si è guadagnato le Olimpiadi del 2026. Un’Italia unita, trasversale, capace di coalizzare partiti diversi e di trasformare i campanili in sistema, questa è la squadra che ha battuto la Svezia 47-34. Favoriti e vincenti, una combinazione rara e soprattutto «complici» una parola inedita per la patria delle fazioni. Per convincere il Cio, bandiere sventolate senza vergogna e i discorsi vivaci delle nostre atlete, tutte donne. Arianna Fontana, 8 medaglie olimpiche dello short track, si scrive il discorso da sé e lo sciorina nel suo inglese perfetto. Lei è sposata con un italo-americano, va bene, ma Michela Moioli e Sofia Goggia no eppure scherzano in tandem, in un’altra lingua e davanti a un pubblico che tende a distrarsi facilmente. La prova della presentazione, a 24 ore dal giudizio, è un disastro «noiosa, pesante, troppo istituzionale, grigia», così la delegazione la scardina la sera prima del voto: frasi più corte, spazio alle ragazze dopo i messaggi del presidente della Repubblica e del premier Conte, ma stavolta la politica
non si prende la scena, si tiene il merito. Hanno lavorato dietro le quinte, un gruppo variegato e persino improbabile che si è ritrovato a cucire insieme interessi ben diversi e ha trovato un’intesa. Lega e sinistra sintonizzati su un obiettivo comune. Il presidente del Veneto, Zaia, lo chiama «magic team», lui, leghista, che ha letteralmente duettato con il sindaco di Milano, pd, sul palco
del Cio. Sincronia temporanea che Sala motiva così: «La politica si deve sfidare sul modo di vedere la società, non su quelle che sono palesemente opportunità di tutti. Terrò sempre alti i valori della sinistra, non farò mai battaglie su questioni come le Olimpiadi». LA CAPACITÀ DI OSARE
Si è già visto un lavoro concreto, perché questa candidatura è nata senza un pro-
tocollo per portarla avanti, ha unito regioni diverse quando ancora la procedura non lo riteneva possibile. Ha scelto il nome di due città anche se era proibito dalle regole. Ha osato. «Abbiamo inventato questa vittoria dal niente», il capo del Coni, Malagò, si prende la rivincita dopo le porte in faccia del sindaco di Roma, Raggi. C’era una volta una nazione che non voleva i Giochi degli sprechi, che
non si fidava, ora il dossier che ha superato la concorrenza esibisce fiero l’83% dei consensi. Ed è lo stesso popolo del sì che va in piazza per spingere i propri rappresentanti a non boicottare qualsiasi opzione di sviluppo. «Una bella figura dell’Italia davanti al mondo», ripetono in tanti. Le brutte figure non sono mancate ultimamente e gli avversari svedesi ce ne ricordano una sul campo men-
Scelte le montagne più belle del mondo, giusto così
I
L’APPOGGIO FRANCESE
Le Olimpiadi a venire ci cambiano, non faranno ripartire istantaneamente l’economia, ma dimostrano cosa succede quando si esaltano potenzialità spesso
FERDINANDO CAMON
IL COMMENTO
eri si è deciso un grande evento: se le Olimpiadi invernali del 2026 si svolgeranno in Italia o in Svezia. Ha vinto l’Italia. Grande vittoria, al termine di una grande battaglia, incerta e tesa fino all’ultimo. Noi abbiamo proposto Milano-Cortina, la Svezia proponeva Stoccolma-Aare. Per tutta la mattinata e il pomeriggio le previsioni si contraddicevano. Eppure le differenze sono enormi. Assegnazione all’Italia vuol dire San Siro come sede d’apertura, assegna-
tre ci fanno le congratulazioni: «Vi abbiamo battuti nelle qualificazioni dei Mondiali 2018, vi siete rifatti qui». Non proprio e non solo, ma serviva dare un’immagine migliore di noi.
zione alla Svezia vuol dire la Friends Arena di Solna. L’Italia vuol dire la Piazza Duomo di Milano per la consegna delle medaglie, la Svezia vuol dire il Castello di Stoccolma. Che ci sia stata incertezza fino all’ultimo è un buon segno per lo sport? È un indice di libertà di giudizio, d’indipendenza? Ma no, è un segnale ambiguo. Indica idee poco chiare, nessuna visione dell’interesse dello sport e degli spettatori. L’assegnazione non dovrebbe avvenire così, in maniera impreve-
dibile, con accordi sottobanco. L’assegnazione delle Olimpiadi porta notorietà, clienti, turismo, soldi, sia direttamente sia nell’indotto. I soldi vegono calcolati in tre miliardi di euro. Una bella torta. Per questo in Svezia s’è mossa la principessa ereditaria, e in Italia il presidente della repubblica e il capo del governo. Il paese che ha vinto oggi è più ricco di ieri. Quel paese siamo noi. Come dovrebbe avvenire l’assegnazione dell’Olimpiade? Dovrebbe esistere una tabella dei
requisiti, con i punteggi da assegnare voce per voce, palesemente, all’attitudine a svolgere bene i giochi, alla sicurezza per i partecipanti, la qualità delle piste e degli stadi, la vicinanza delle sedi alberghiere, la completezza delle strutture, i servizi medici e ospedalieri. Un punteggio per ogni voce, e si saprebbe in partenza chi vince e chi perde. Cortina è una sede meravigliosa, gli spettatori che vengono a vederla si pentiranno di non averla vista prima, ma è preoccupantemente
lontana dall’altra sede, che è Milano. Milano è una città-mondo, la Svezia non ha l’uguale. Girando per Stoccolma, dove perfino i cani nei metrò si accucciano e stanno muti, ho detto a un amico: “Senti che silenzio civile! ”, ma l’amico mi ha risposto: “Io sento l’urlo di Munch”. È vero, il silenzio dei paesi nordici è un urlo muto. Atleti e spettatori, durante e dopo le gare, ameranno l’esultanza o l’urlo muto? Se l’assegnazione avvenuta fosse una risposta a questa domanda, sa-
rebbe una buona assegnazione. Ma non lo è. È il risultato di una combine di colloqui segreti, amicizie interessate, scambi di promesse fra delegati. Ripeto: intrallazzi. Abbiamo fama di essere abilissimi. Ma quelli che ci attribuiscono questa fama sono più abili di noi. E ci sono votanti, il 50 %, che in tutta la vita non hanno mai visto una gara di sci. La Svezia è il paese dove questi sport sono nati. S’è candidata otto volte e non ha mai vinto. Nessuno scandalo se vinceva. Ma chi non conosce Cortina non conosce una città fusa con le montagne innevate più belle del mondo. Han scelto Cortina. Non se ne pentiranno mai.
MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
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I Giochi invernali colloquio con il protagonista
Esulta Giorgetti: «I minibot? Puntati sulla vittoria svedese» È l’epilogo di una missione che il sottosegretario ha vissuto in prima persona Dalla musica degli Abba alla visita in chiesa, il giorno più lungo del tessitore
dall’inviato Paolo Brusorio
La gioia della delegazione italiana a Losanna dopo l’annuncio sulla sede dei Giochi. A sinistra il presidente del Cio Thomas Bach
sprecate. Malagò sarà il capo del comitato organizzatore e lo dice Giorgetti, la stessa persona che ha litigato con lui per la spartizione del potere sportivo. Si sono detti ogni cattiveria e hanno poi creato insieme le alleanze per i Giochi. Giorgetti sul fronte interno e Malagò su quello esterno. Una raccolta di consensi capillare che ha avuto la conferma della matematica. Pronostico rispettato e una divisio-
ne delle alleanze che non rispecchiano certo quelle socio-economiche. Qui gli americani ci votano sempre contro, anche stavolta e i francesi, che avrebbero dovuto tradirci per le tensioni col governo, ci hanno appoggiato. Qui funziona in altro modo, ma non è detto che non si possa trapiantare un paio di mosse riuscite anche altrove. Magari per altre belle figure. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LOSANNA. «I minibot li abbiamo puntati sulla vittoria della Svezia». Ecco, se c’è una frase che può spiegare lo stato d’animo di Giancarlo Giorgetti, ci sembra questa la più appropriata. L’Italia ha appena vinto la corsa ai Giochi 2026, dentro lo Swiss Tech convention centre di Losanna fa un caldo tropicale e ora che i membri Cio hanno espresso il verdetto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si butta subito sul prossimo obiettivo: «Dove si va a cena questa sera? ». Nel 1996 Giancarlo Giorgetti faceva il sindaco di Cazzago Brabbia, nel Varesotto, e da lì ha cominciato la scalata. Era il delfino di Bossi, quando Bossi era Bossi, e scucirgli una virgola sulla tattica del Senatur era impresa titanica. Ha ripreso la candidatura italiana per i capelli («quando Torino si è sfilata, eravamo praticamente morti») e ora è qui che mette la firma sul contratto olimpico. «Meglio che non guardi che cosa c’è scritto». C’è scritto che il Cio passa ai firmatari la simpatica cifra di novecento milioni di euro. È l’epilogo di una missione che Giorgetti ha vissuto sulla cresta dell’onda, un po’ Richelieu, un po’ Mister Wolf. Divertendosi pure. «C’era molta tensione, ho cercato di sdrammatizzare». E allora ecco fin dal primo giorno il tormentone sugli Abba («meno male che non li portano») culminato da un kitchissimo duetto con una giornalista sulle note di «The winner takes it
Grillini braccia al cielo per il verdetto dopo aver affossato i grandi eventi Da Roma 2024 allo stop di Torino. Fino al salto sul carro del vincitore
La grande retromarcia dei 5 Stelle Dai “no” delle sindache alla festa IL CASO
Ilario Lombardo E Olimpiadi mai! Viva le Olimpiadi!». Nel l’universo relativo del M5S diventa pos-
«L
sibile l’impossibile. Bisogna solo affidarsi a paragoni di fantasia per capire. Immaginate il Napoli che festeggia la vittoria della Juve o Nigel Farage che si ubriaca di gioia in un pub dopo il nuovo referendum che annulla la Brexit e riporta la Gran Bretagna in Europa. Ecco: ora guardate la foto scat-
tata un secondo dopo che dal palco di Losanna viene annunciata la vittoria di Milano-Cortina per i Giochi invernali del 2026. Sotto le braccia alzate verso il cielo del sindaco Beppe Sala si vede Simone Valente esultare. È il sottosegretario del M5S che il 13 marzo disse: «Lo sanno nella Lega come la
all». Il tutto in attesa del verdetto, roba che se il Cio cambia idea la figuraccia fa il pieno su You Tube. Tre giorni di full immersion l’hanno allontanato dai guai romani solo fisicamente, se ne è accorto Borghi, ma pronunciare il nome della Capitale, nel senso della sua gestione, gli provoca bruciori di stomaco. «È la prima grande vittoria delle autonomie regionali? Vero, ma solo perché in gara c’erano Lombardia e Veneto che insieme fanno più del pil della Svezia. Non sempre è possibile, però abbiamo dato l’idea finalmente di un Paese che fa le cose sul serio. L’Europa ci bacchetta per il debito e il Cio ci ha chiesto conto, io ho cercato di spiegare come faremo fronte agli impegni,
pensiamo. Le Olimpiadi portano sprechi». Qualche ora prima che si aprisse la busta, Valente scrive su Insatgram: «Dita incrociate». Subito dopo l’annuncio riscrive: «È la seconda volta, dopo gli Atp di Tennis, che dimostriamo di essere attrattivi per i grandi eventi internazionali». Grandi eventi? Riavvolgiamo il nastro. I 5 Stelle affondano con gaudio la candidatura di Roma 2024 (in realtà nel 2015 Luigi Di Maio aveva detto che se avesse vinto il M5S i giochi si sarebbero fatti, vabbè): «Alla città non servono grandi eventi, ma piccoli aggiustamenti». Torino, governata dal M5S, doveva far parte della triade per il 2026 ma si sfila, con la complicità dei
abbiamo dato le garanzie che chiedevano». Ora toccherà studiare e fare approvare entro fine anno la legge olimpica per distribuire i fondi ai comuni interessati, ma da Losanna riparte una macchina che non ha mai smesso di funzionare: «Anche nei momenti di sconforto il presidente Mattarella non ha mai smesso di darmi sostegno». Ora, che lo stesso schema si possa applicare in altri settori non è scontato: «A volte serve parlare di meno e usare la mia tattica, quella del sommergibile. Stare sott’acqua e ogni tanto emergere in superficie. Sarebbe una buona cosa agire così anche con l’Europa», Il binario è doppio, ovviamente. Con i Cinque Stelle la Lega aveva
strappato sui Giochi dopo la rinuncia di Torino ma ribaltare la questione, e trovare una sponda nel Veneto è stata la trovata vincente. «Merito di San Giovanni della Pigna che mi ha ispirato», scherza Giorgetti che ieri pomeriggio non si è fatto mancare una visita in chiesa, tanto da arrivare in ritardo all’incontro bilaterale con il presidente del Cio Bach. Le strade del signore sono infinite e questa porta fino al 2026: «Non vorrei esagerare, ma abbiamo scritto una pagina di storia, Al Museo Olimpico rimarranno queste firme, per uno che fa politica è una bella soddisfazione». Un bel salto. Dal trampolino, per restare in tema. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
grillini al governo. Lo ricorda velenoso Matteo Salvini: «Peccato pe r chi ha rinunciato». Ieri le sindache Chiara Appendino e Virginia Raggi si sono limitate a fare i complimenti ai colleghi mentre nel M5S si accodavano al premier Giuseppe Conte nel giubilo collettivo. Il sottosegretario Stefano Buffagni spiega: «Io sono prima di tutto milanese...». Il collega Mattia Fantinati si giustifica: «Ci sono garanzie contro i rischi di spreco che questi eventi hanno causato in passato, con la casta». Infine arriva Di Maio: «Potremo vedere da vicino i nostri campioni, ammirare la fiaccola accesa...» . — Le sindache Raggi e Appendino
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REGIONE
MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La riunione ministeriale convocata da Toninelli individua una soluzione per garantire il raccordo a Montecchio Maggiore
“Sblocca casello” Pedemontana-autostrada Rfi cede all’A4 la costruzione del sottopasso VERTICE ROMANO
Filippo Tosatto
IL PERCORSO DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA Il tratto inaugurato il 3 giugno
Bassano del Grappa Mussolente
Bassano O.
al decreto sblocca-cantieri al vertice sblocca-casello. Non è stata una promessa da marinaio quella di Danilo Toninelli. Sabato, a margine dell’inaugurazione del rinnovato ponte sul Piave a Susegana, il ministro per le Infrastrutture aveva garantito un impegno immediato sul versante Pedemontana Veneta dove la costruzione del cruciale casello di Montecchio Maggiore, punto di raccordo fra la superstrada e l’A4, rischia la paralisi a causa dei ritardi “paralleli” accumulati da Rfi sulla linea Tav Verona-Vicenza; cantieri distinti ma “obbligati” a procedere in sincronia da una delibera del Cipe che prescrive loro «la realizzazione in contemporanea dei lavori dei manufatti di sottoattraversamento dell’autostrada in modo da non comportare maggiori oneri per l’opera pubblica». Decripta-
D
Schio
Thiene
Montebelluna O.
Breganze E.
Montebelluna E. Marostica
Thiene-Schio
Montecchio Arzignano
Casello di Dueville A31
Vicenza
A4
A4
to dal lessico burocratico, il rischio segnalato dal governatore Luca Zaia e dai sindaci vicentini è che Pedemontana sia conclusa in tempi più rapidi rispetto ai lavori del nuovo casello-innesto: in tal caso, il passaggio dall’A4 alla nuova strada veloce a pedaggio richiederebbe l’utilizzo della viabilità ordinaria, già gravata dai flussi di traffico e caratterizzata da ingor-
ghi quotidiani, con effetti nefasti facilmente prevedibili. L’INGHIPPO DEL CIPE
«È un inghippo, ma lo risolveremo», le parole dell’esponente di governo a 5 Stelle «lunedì ho convocato le parti al, sono ottimista». In effetti, il tavolo romano riunito in mattinata al Mit ha già discusso e tracciato una rotta utile: «Dal confronto, la solu-
zione apparsa più conveniente è quella proposta dalla Regione del Veneto nella nota inviata la settimana scorsa al capo di gabinetto del ministro Toninelli», informa l’amministrazione di Palazzo Balbi, ovvero «Rete ferroviaria italiana stralci i lavori di sottopassaggio dall’appalto di Alta Capacità/Velocità e li affidi alla società di gestione di A4, al fi-
Nonni medici in ospedale Assomed ricorre al Tar «Annullare gli incarichi» aziende sanitarie del Veneto. Secondo il maggiore sindacato dei camici bianchi ospedalieri, rappresentato nell’occasione dal segretario Adriano Benazzato, la delibera della Regione che introduce su scala generale la possibilità per il servizio sanitario veneto di richiamare in servizio il personale medico in quiescenza per garantire i Livelli essenziali di assistenza, «lungi dal costituire l’extrema ratio, come asseri-
ne di poterli realizzare congiuntamente al nuovo casello». LA MANAGER PELLEGRINI
A sollecitare questa via d’uscita, illustrandone modalità e vantaggi, è stata l’ingegnere Elisabetta Pellegrini,a capo della Struttura di progetto che coordina i lavori del tracciato: «Tutti gli apparati tecnici coinvolti si sono
Ieri, peraltro, l’eco di Pedemontana Veneta è rimbalzato dal Mit alla Camera, ma per ragioni del tutto diverse. Un’interrogazione dem al premier Conte ha dato voce alla campagna intrapresa dal consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd) contro la strage incessante di uccelli migratori che si schiantano sulle barriere di vetro fonoassorbenti collocate lungo il nastro d’asfalto: «Viste inutili le segnalazioni al governatore Zaia e al concessionario dell’opera, ho presentato due denunce penali alla magistratura trevigiana ed una terza alla Procura di Vicenza che, attraverso il pm Alessandra Block, ha aperto un fascicolo per i reati di uccisione di fauna selvatica protetta e uccisione di animali da parte di quella che si può definire la Pedemontana assassina». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
il direttore della sanità veneta
Èquipe in sala operatoria:anche negli ospedali del Veneto i chirurghi scarseggiano in misura allarmante
PADOVA. L’Anaao-Assomed passa dalle parole ai fatti e attraverso un ricorso al Tar impugna l’assegnazione di incarichi di lavoro autonomo ai medici in pensione da parte dell’Ulss Euganea e di altre
A27 A4
Il raccordo tra autostrada A31 e Pedemontana
corsie sguarnite, camici bianchi contro
Secondo il sindacato è illegittima la delibera regionale che autorizza il richiamo in servizio dei pensionati per tappare i buchi in corsia
Treviso
Castelfranco V. Cittadella
Castelgomberto
LE DENUNCE DI ZANONI Spresiano
Riese Pio X
Bassano E.
Breganze O.
Malo
Povegliano
dimostrati fattivi e disponibili, ora sono allo studio degli enti le procedure da adottare e la convenzione da sottoscrivere», il commento della manager «entro questa settimana, dopo il vaglio delle avvocature, verrà sciolta ogni riserva, anche sul piano amministrativo, e si potrà finalmente redigere e sottoscrivere il cronoprogramma dei lavori». Determinanti, dopo i dissensi a riguardo, la convergenza manifestata oggi dai rappresentanti di Rete ferroviaria e del concessionario autostradale.
to nell’atto impugnato, per rimediare ad una situazione emergenziale di carenza del personale, impedisce quelle “pari opportunità di accesso, sviluppo ed esercizio della professione” che la sigla sindacale ricorrente statutariamente mira a garantire lede direttamente la posizione del medico specializzando ricorrente, il quale, in base alla legge statale, può legittimamente partecipare a quei concorsi per
l’assunzione di personale che le aziende dovrebbero prioritariamente indire prima di optare per siffatta scelta». Il ricorso ai “nonni medici”, è la tesi, avviene «in patente violazione della ratio e dei limiti previsti dalla legislazione sul conferimento di incarichi individuali senza previo svolgimento del concorso a soggetti di particolare e comprovata specializzazione; nonché del Piano socio sanitario approvato con legge regionale del 2018». Tant’è. Il dettagliato ricorso messo a punto dagli avvocati Federico Pagetta e Andrea Scuttari, chiede al tribunale amministrativo di Venezia di annullare l’atto dell’amministrazione regionale, ribadendo che la normativa nazionale consente«incarichi e collaborazioni esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione». L’iniziativa non sorprenderà la sanità del Veneto, che si attendeva un contenzioso alla luce dello “strappo alla regola” autorizzato per far fronte alla crescente carenza di figure professionali - pediatri, anestesisti, chirurghi, ortopedici e medici dell’emergenza/urgenza in primis - che rischia di compromettere la funzionalità di interi reparti. «È una situazione d’emergenza provocata dagli errori nella programmazione nazionale, agiamo così per evitare un’interruzione di pubblico servizio», l’argomentazione dell’assessore alla salute Manuela Lanzarin. Ora la parola spetta ai giudici. — Filippo Tosatto
Mantoan, toni sferzanti: «Ministero della Salute vero problema italiano» VENEZIA. Un sondaggio che
ha coinvolto i 58. 354 dipendenti della sanità regionale attraverso questionari destinati ai primari, al personale medico, ai tecnici e agli infermieri, agli operatori socio-sanitari e agli amministrativi: all’Indagine di clima organizzativo delle Aziende sanitarie del Veneto – curata dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e illustrata ieri alla presenza dell’assessore Manuela Lanzarin e del direttore generale Domenico Mantoan – ha aderito il 40% del personale, interpellato circa le condizioni di lavoro, i punti di criticità e quelli di miglioramento. Un monitoraggio che procede di pari passo con l’Osservatorio permanente dell’esperienza dei pazienti, con una prima sperimentazione condotta negli ospedali dell’Ulss 6 Euganea, raccogliendo in sei mesi la valutazione di oltre tremila ricoverati. «Dall’indagine esce premiato il nostro sistema nel suo insieme, i dipendenti si sono infatti detti orgogliosi di appartenere alla sanità del Veneto, dalle singole Aziende emerge invece tra i lavoratori l’esigenza di un maggior coinvolgimento», commenta Lanzarin, annunciando per il 2020 «una grande riforma che andrà incon-
tro alle esigenze della cronicità». E mentre una ricerca della Bocconi segnala «l’elevata appropriatezza dei ricoveri» nel Veneto, Mantoan ricorre a toni assai esplicti: «Nell’ultimo decennio sono stati dati pochi soldi alla sanità, questo ci ha permesso di fare una riorganizzazione e noi dovremo continuare nelle buone pratiche. Il grande tema oggi è che questo siste-
Sondaggio tra i 58 mila dipendenti: sistema promosso ma troppo verticismo nelle Ulss ma, che 10 anni fa ha prodotto 11 miliardi di deficit, ora è efficiente e paga a 30 giorni»; «L’organizzazione ora deve evolvere ma il vero problema dell’Italia è il ministero della Salute: manca chi dà la benedizione, dice che la strada è quella giusta e traduce le buone pratiche in legge, indicando un modello. L’aver fissato il numero di posti letto a 3.6 impone l’organizzazione lungimirante del territorio ma le singole regioni hanno un limitato margine di manovra: l’autonomia, a questo punto e con questo sistema, diventa una strada». —
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Primo Piano
Martedì 25 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Il verdetto di Losanna LA GIORNATA dal nostro inviato
Milano
LOSANNA (SVIZZERA) Ore 18, la piccola Olivia sale sul palco del Swiss Tech Convention Centre. Tra le mani tiene una busta con i cinque cerchi. È lì dentro che c’è il verdetto. Nel salone dove siedono i grandi elettori del Comitato Olimpico Internazionale, la principessa Vittoria con la delegazione svedese, tutti gli italiani con il sottosegretario Giorgetti e i governatori Fontana e Zaia e i sindaci Sala e Ghedina, cala il silenzio. Il presidente del Cio, Bach, prende tempo e ringrazia la piccola hostess. In sala fremono. L’attesa pare un’agonia. Finché, finalmente, mister Bach apre la busta. Estrae il cartoncino. Lo guarda. Poi lo volta. Milano-Cortina. È un boato. Mentre le svedesi scoppiano in lacrime, il presidente del Coni Giovanni Malagò prende in braccio Diana Bianchedi, la coordinatrice del dossier italiano che la sera della vigilia, per la cena di gala, aveva esibito un tubino nero mozzafiato («Siamo alla guerra, no?»). Beppe Sala, solitamente compassato, esibisce un’esultanza da curva. È lui che intona: I-ta-lia, I-ta-lia. Gianpietro Ghedina ancora non lo sa, ma nella sua Cortina le campane stanno suonando a festa. Zaia e Fontana si abbracciano, mentre le telecamere inquadrano il volto della principessa ereditaria. Le manovre sulle teste coronate, tutti i tentativi della delegazione di Stoccolma-Aare di prendersi i voti dell’Italia sono stati vani. Milano-Cortina ha ottenuto 47 voti, cinque in più del quorum. Uno solo degli 82 membri del Cio si è astenuto. I rimanenti 34 voti sono andati a Stoccolma-Aare.
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I Giochi sono fatti
I DUETTI Sarà Thomas Bach a spiegare cos’è stato determinante per il verdetto: il consenso popolare. “San” Marco Balich, lo stratega delle cerimonie olimpiche (Torino 2006, Rio 2016, adesso anche Tokyo 2020), ci aveva azzeccato: «We are ready, 83% support national». Siamo pronti, l’83 per cento degli italiani vuole le Olimpiadi. Così è terminato il video “emozionale” presentato ieri pomeriggio al Cio. Un filmato con i simboli dell’Italia, le Dolomiti, la moda con Giorgio Armani, la cucina con Carlo Cracco, l’arte con il Cenacolo vinciano. E poi gli
MATTARELLA: «L’ITALIA È PRONTA AD ACCOGLIERVI» CONTE: «SOGNIAMO INSIEME È IL MOTTO PIÙ APPROPRIATO»
IL RETROSCENA dal nostro inviato
LOSANNA (SVIZZERA) Quarantasette voti a trentaquattro non rappresentano una vittoria. Sono una sonora sberla a chi non ha rispettato i tempi fissati dal Cio nella presentazione delle garanzie, arrivando addirittura a sfidare i membri del Comitato olimpico mettendo in dubbio la volontà di applicare sul serio le nuove regole dell’Agenda 2020. Ma, soprattutto, è la risposta a chi crede che il parere dei cittadini non conti: a Stoccolma-Aare lo scorso marzo, quando la commissione valutatrice presieduta dall’ex rugbista Morariu andò in sopralluogo, un abitante su due era contrario ai Giochi invernali. Giusto per fare un confronto: il gradimento in Italia era all’83 per cento. E il Cio,
Milano e Cortina conquistano 13 voti più `Determinanti il consenso popolare e la di Stoccolma e ottengono le Olimpiadi 2026 presentazione avvincente della delegazione `
scorci di Venezia, Milano, la Valtellina, la Val di Fiemme, ovviamente Cortina. E le facce degli atleti, i muscoli in primo piano allo start delle gare. Un filmato di immagini e parole. In rima. Come fosse una poesia. Ma anche i politici si son messi di impegno. Mentre Stoccolma-Aare ha proposto la classica carrellata di discorsi, Milano-Cortina ha messo in scena i duetti. Giovanni Malagò con il presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli («Atleti olimpici e paralimpici devono essere al cuore del progetto»). Poi Beppe Sala («Abbiamo preparato Giochi sostenibili sul piano ambientale») con Luca Zaia («Sarà un enorme privilegio poter presentare al mondo un
patrimonio dell’Unesco come le Dolomiti. I Giochi saranno una grande occasione che darà opportunità al nostro territorio»). E a chiudere la passerella dei politici il premier Giuseppe Conte (cui il poliglotta Malagò, nella presentazione iniziale pronunciata in spagnolo, ha cambiato una vocale facendolo diventare “Conti”). La partecipazione del presidente del Consiglio dei ministri a Losanna dura una manciata di ore, giusto il tempo di intervenire alla presentazione della candidatura. «Dreaming together - dice Conte ai membri del Cio che si apprestano a votare - è il motto della candidatura di Milano-Cortina e, onestamente, non riesco
ad immaginarne uno più appropriato. Questo sogno olimpico non è solo il sogno di due città, è il sogno di un intero Paese, il nostro Paese». Il premier parla per quattro minuti. Il discorso originario ne durava cinque. Troppi. La notte della vigilia gli hanno spiegato che avrebbe dovuto tagliare un po’: la sintesi è sempre apprezzata. E così è stato. Poi il videomessaggio del Capo dello Stato: «In un teatro alpino di straordinaria bellezza, l’Italia, con la sua antica tradizione di ospitalità, è pronta ad accogliervi», ha detto Sergio Mattarella. E il microfono è passato alle atlete, Sofia Goggia in duetto con Michela Moioli, poi la testimonial Arianna Fontana, infine la
47 I voti che il Cio ha assegnato al progetto di Milano-Cortina Solo 34 per Stoccolma
giovane Elisa Confortola: «Sarà meraviglioso». Tutto in inglese, leggendo dal gobbo. Ma guardando in faccia i grandi elettori.
I CONTEGGI «Qualche voto in più lo abbiamo guadagnato», diranno poi Sofia Goggia, Michela Moioli e Arianna Fontana, le ragazze
Freddi, misurati e precisi: il rigore “nordico” dell’Italia nella sua votazione ha accontentato gli uni e gli altri: le Olimpiadi del 2026 si faranno lì dove davvero le vogliono. A Milano-Cortina. C’è più di una ragione nella sconfitta svedese rimediata a Losanna, dove a guidare la delegazione si è presentata nientemeno che la principessa Vittoria. La cui presenza non è stata di circostanza: la vigilia del verdetto, dopo la cena di gala, l’erede al trono non ha lesinato corteggiamenti alle teste coronate che fanno parte del Comitato olimpico. Tant’è che tra gli italiani qualche preoccupazione è montata.
RUOLI INVERTITI I “caciaroni” solitamente sono
gli italiani. Simpatici, espansivi, ma con la fama di essere talvolta un po’ cialtroni. Mentre la narrazione degli svedesi è di essere precisi. Professionali. Corretti. Ecco, stavolta, per i Giochi del 2026 i ruoli si sono invertiti. Milano-Cortina ha presentato un dossier “solido” (giudizio di Morariu dopo la visita dello scorso aprile). Ha dato nei tempi prestabiliti dal Cio le garanzie finanziarie. Sì, un po’ ha faticato perché inizialmente il M5s non voleva e infatti la prima votazione in Consiglio dei ministri fu una bocciatura. Ma poi tutti hanno capito che i Giochi rappresentano un’opportunità per il Paese. Tutti hanno inteso che bisognava fare gioco di squa-
dra. Senza parlare male degli altri. La Svezia ha fatto tutto quello che non doveva fare. Ha presentato un dossier intitolato Stoccolma-Aare e poi si è scoperto che Stoccolma manco firmava il contratto di città ospitante, limitandosi ad affittare spazi e impianti. A due giorni dalla votazione, il Cio è tornato a chiedere chiarimenti sulle garanzie. Intanto Gunilla Linberg aveva mandato una lettera ai colleghi del Cio non lesinando commenti poco lusinghieri nei confronti dell’Italia. Madame Linberg poi ha messo la classica ciliegina sulla torta, stavolta indigestissima, quando, al termine ieri pomeriggio della presentazione della candidatura svede-
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DELUSA La principessa Victoria di Svezia assiste al voto olimpico
QUESTA VOLTA LE DUE NAZIONI SI SONO SCAMBIATE I RUOLI E NON SONO PIACIUTE LE PROVOCAZIONI DEGLI SVEDESI
se, si è rivolta ai grandi elettori provocandoli: «Il Cio è pronto per le nuove regole o sono solo chiacchiere?». Della serie: conta davvero l’Agenda 2020 di cui si vantava Stoccolma-Aare o vi piacciono i bei paesaggi delle Dolomiti con la moda di Milano e la cucina italiana?
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Primo Piano
d’oro dei Giochi di Pyeongchang. Forse è stato davvero così, perché poche ore prima del verdetto il timore era di una sostanziale parità. C’era l’incognita dei reali, pressati dalla principessa Vittoria: la Spagna avrebbe potuto votare per Stoccolma-Aare? Nei corridoi per tutta la giornata si sussurrava delle manovre diplomatiche. Sulla Cina si sarebbe mosso l’entourage dell’Inter del giovanissimo presidente Steven Zhang. Sull’Africa si vociferava di ambienti dell’Eni a suo tempo presieduto da Paolo Scaroni. Mentre campioni delle racchette avrebbero tentato di convincere Alberto di Monaco. Quanto alla Russia, quella veniva data in partenza a favore della candidatura italiana. Non così per la Germania, per buona parte dei Paesi nordici e del continente australiano. Ma erano conteggi dettati più che altro dalla paura di non farcrela. Forse aveva ragione Franco Carraro, il membro italiano del Cio di lungo corso: «Secondo me finita la colazione nulla cambia più niente, i votanti hanno deciso e manterranno la loro posizione». In 47 hanno detto sì a Milano-Cortina. Uno solo si è astenuto. Chissà chi sarà stato. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’UNICO TIMORE La Svezia aveva un solo punto di vantaggio sull’Italia. E non è stato certo quando il sindaco di Stoccolma, la biondissima Anna Konig Jerlmyr, si è messa a cantare davanti ai membri del Cio ‘Dancing Queen’ degli Abba. Il vero punto di forza della Svezia era di aver rimediato già otto bocciature dal Cio, di cui sette per i Giochi invernali. «È come quando aveva sintetizzato Franco Carraro - un professore boccia un allievo per otto volte di fila e alla nona, pur sapendo che dovrebbe rimandarlo un’altra volta, lo promuove». Sottinteso: perché non ne può più di trovarselo davanti. Eppure è andata così: Svezia bocciata per la nona volta. Viva l’Italia, così ha deciso il Cio. A. V. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ESULTANZA TRICOLORE Il momento della proclamazione del verdetto dei membri del Cio: esplode la gioia della delegazione italiana
I benefici per l’economia
Cortina
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I nuovi posti di lavoro in Veneto e Trentino Alto Adige secondo la stima di Ca’ Foscari
Impianto realizzato ex novo con fondi privati: il PalaItalia per l’hockey a Milano
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Miliardi di spesa e investimenti attivati dai Giochi invernali a Nordest
Milioni di spesa per lo Stato a fronte di maggiori entrate fiscali per oltre 600
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Milioni di euro di Pil: le ricadute economiche di Milano-Cortina 2026
Miliardi di ricchezza cumulata grazie ai Giochi secondo l’analisi della Sapienza
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Milioni di euro che il Coni conta di incassare dagli sponsor
Miliardi di possibili ricavi in base invece allo studio della Bocconi di Milano
L’intervista Luca Zaia
«Il dossier è stata la nostra forza Riaprire a Torino? Proprio no» Il governatore: «Candidatura puntuale ` «Unico rimpianto: aver perso tempo e rispettosa del Cio: così abbiamo vinto» a discutere in tre per ritrovarsi in due» `
residente del Veneto, Luca Zaia, qual è stato il punto di forza della candidatura di Milano-Cortina? «Il dossier. Un dossier che il presidente della commissione valutatrice del Cio, Morariu, ha sostanzialmente sublimato. E poi siamo stati vincenti anche nella presentazione».
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Alla presentazione i politici sono parsi in gran forma: lei, ma anche Sala e Giorgetti, tutti grintosi. Ci credevate? «Sono le Olimpiadi, eh. Parlo per me, ma io l’ho fatto con impegno, perché qui rappresenti non solo la tua comunità, ma una nazione intera, quindi devi essere assolutamente preparato».
o i bei paesaggi? Lei cosa pensa al riguardo? «Noi non l’avremmo mai fatto. Tant’è che non l’abbiamo fatto». Nella presentazione avete coinvolto le atlete Sofia Goggia, Mi-
chela Moioli, Elisa Confortola, Arianna Fontana. «Sono state eccezionali. La scelta di renderle protagoniste della presentazione l’abbiamo condivisa da subito visto e considerato che sono plurimedagliate. Ci han-
SINDACO Giuseppe Sala, 61 anni, primo cittadino di Milano
GOVERNATORE Luca Zaia, 51 anni, presidente della Regione Veneto
no fatto fare bella figura». Quale adesso sarà il primo atto? «In realtà noi stiamo già lavorando. Avuta l’aggiudicazione abbiamo firmato subito il contratto. E ricordo che noi, come Regione, assieme alla Lombardia, abbiamo messo le garanzie». Che società creerete per l’organizzazione dei Giochi? «Sulla governance dobbiamo ancora ragionare, comunque ci sarà un ente organizzatore - il cosiddetto Ocog - e una società veicolo per la realizzazione». Alla vigilia della sessione di Losanna da Torino sono arrivati segnali di apertura: può essere recuperata? «Oggi il dossier è uno solo ed è quello che conoscete. È stata una avventura travagliata: è partita con Milano, poi si è fatta avanti Torino, poi noi siamo entrati a gamba tesa con Cortina d’Ampezzo e a quel punto sembrava che fosse a tre, dopodiché Torino non voleva più. Oggi c’è Milano-Cortina, io non sono assolutamente disponibile a cambiare il nome». E se fosse solo una estensione degli impianti coinvolgendo il Piemonte? «Oggi direi proprio di no. Bisogna essere seri, noi abbiamo presi impegni con i territori che sono ad esempio quelli delle 49 medaglie per noi, il bob, eccetera».
Secondo lei cos’è che ha colpito i membri del Cio? «Intanto il fatto che è stata una presentazione della candidatura molto friendly, puntuale, non noiosa, non stucchevole. E soprattutto rispettosa dell’autonomia dei membri del Cio. Noi non abbiamo fatto richiami alla responsabilità del Comitato internazionale olimpico o quant’altro. Noi ci siamo presentati e senza fare allusioni “se avremo le Olimpiadi”, “se ci darete i Giochi”. Ho visto invece che Stoccolma ha tirato le orecchie al Cio».
Due cerimonie di apertura? Adesso ne farete una anche a Cortina per agevolare gli atleti l’indomani nelle gare? «Ma è già sdoppiata, c’è la cerimonia a Milano e quella in parallelo a Cortina, sotto il trampolino. È una idea, è tutto da affinare. Così come bisognerà definire bene la cerimonia di chiusura all’Arena di Verona che sarà in mondovisione, uno spettacolo unico». Un rimpianto? «La perdita di tempo iniziale a discutere in tre per essere poi in due, per trovarsi in uno e tornare a due». Al.Va.
La svedese Gunilla Lindberg ha lanciato questa provocazione: «Il Cio è pronto per le nuove regole o sono solo chiacchiere?». Della serie: conta l’Agenda 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Martedì 25 Giugno 2019 www.gazzettino.it
L’ALTRO EVENTO CORTINA La Fondazione Cortina 2021, che sta organizzando i Campionati del mondo di sci alpino, è una componente fondamentale del processo che ha portato all’assegnazione dei Giochi invernali 2026. Ne è consapevole il presidente Alessandro Benetton: «Abbiamo davanti una grande sfida, ma a Cortina non partiamo da zero: per il 2021 ci sono già impianti pronti e nuovi collegamenti, c’è fermento tra le categorie economiche che stanno facendo importanti investimenti per rinnovare l’offerta turistica, ma soprattutto abbiamo messo in piedi una squadra di giovani esperti nella gestione di grandi eventi, che rappresenteranno la nostra eredità più significativa, quella culturale». Sul risultato ottenuto ieri a Losanna, Benetton commenta: «Sono felice ed orgoglioso per Cortina e per Milano: questo è un giorno memorabile per l’Italia! Poter organizzare i Giochi olimpici invernali del 2026 è un grandissimo successo per tutto il sistema Paese che è riuscito a fare squadra e ad essere protagonista sulla scena mondiale. E’ un’occasione straordinaria per Cortina e il suo territorio, che potranno così beneficiare, dopo i Campionati del mondo di sci alpino del 2021, di
Alessandro Benetton: «Grande sfida ma impianti pronti» Valerio Giacobbi: «Gli interventi per il 2021 un punto a favore» `
un ulteriore volano di crescita e sviluppo». L’imprenditore veneto aggiunge: «Il nostro Paese deve ritrovare entusiasmo, i giovani hanno bisogno di obiettivi ambiziosi verso cui indirizzare le loro energie e le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 rappresentano un’occasione unica per guardare con fiducia al futuro e ripensare i nostri modelli di vita in città e sulle nostre montagne. L’impegno per la sostenibilità, per noi da tempo un mantra, deve divenire costume di tutti». Infine riconosce l’impegno di due cardini della candidatura: «I miei complimenti a Giovanni Malagò e a tutti i protagonisti di questa straordinaria avventura; in particolare a Luca Zaia per la determinazione con cui ha avviato questo percorso così vir-
tuoso». Valerio Giacobbi amministratore di Cortina 2021 valuta il risultato e la strada percorsa per ottenerlo: «Con un grande gioco di squadra è stato fatto un lavoro fantastico; la squadra sarà ancora più importante nel periodo che comincia ora. Si sono mosse benissimo le istituzioni a Roma, così come i due presidenti di regione e
«NOI DI FONDAZIONE LAVORIAMO CON UN ORIZZONTE PIU AMPIO, CON MAGGIORE RESPONSABILITÀ»
i due sindaci». In quanto all’attività da svolgere negli anni a venire, Giacobbi commenta: «Tutti i lavori fatti per il 2021, impianti, piste, strutture, sono miglioramenti che serviranno anche per le Olimpiadi. Di certo i Mondiali sono stati un punto a favore, nell’ottenere i Giochi olimpici, soprattutto per il tema della sostenibilità, che consiste nel fare con ciò che si ha a disposizione. Ora però comincia subito un lavoro nuovo, ancora più impegnativo. Noi di Fondazione lavoriamo d’ora in poi, per i Mondiali, con un orizzonte più ampio, con ancora maggiore responsabilità. Abbiamo in mano una grande opportunità: bisogna saperla gestire. Ma è bella quella strada che abbiamo davanti, da percorrere assieme». M. Dib.
Saranno anche i Giochi paralimpici
Il parroco
«Io, milanese, posso gioire due volte: ora diamo spazio alla nostra dignità» INCLUSIONE «Mi commuove l’idea di queste Olimpiadi che uniscono le due città. Nato a Milano, parroco di Cortina, questa situazione muove le corde dei miei sentimenti». Don Ivano Brambilla ha condiviso ieri l’attesa del verdetto di Losanna assieme ai suoi parrocchiani, nella piazza del paese; poi si è fermato a commentare l’esito con diversi capannelli di persone. «Per dirla con papa Giovanni XXIII: quali siano, dobbiamo saper cogliere i segni dei tempi». Poi da pastore ammonisce i suoi parrocchiani: «Dobbiamo tutti mettere in campo la nostra dignità, la nostra cultura, che devono permanere, anche di
«Non si parte da zero: i lavori per i Mondiali serviranno per il 2026»
fronte ad un evento così grande. Ma non mi fa paura: le Olimpiadi possono essere un avvenimento davvero molto positivo, in base a come noi sappiamo affrontarlo. Sono certo che la nostra comunità unita può confrontarsi anche con questa sfida». Nel pomeriggio il parroco ha celebrato il funerale congiunto di due suoi parrocchiani, nella chiesa parrocchiale adiacente il palco. Il corteo funebre è sfilato anche accanto alla piazza gremita di persone che si accingevano alla festa. Tutti hanno osservato il silenzio nel totale rispetto del dolore altrui e della dignità delle persone decedute. (mdib)
CORTINA Va sempre ricordato che nel 2026 i Giochi invernali di Milano e Cortina saranno anche paralimpici. Il campione bellunese Oscar De Pellegrin tiene a sottolineare questo aspetto: «Alla mia ultima Olimpiade fui il portabandiera dell’Italia: fu una grande sorpresa, quando me lo proposero, e un grandissimo piacere, quando sfilai con il tricolore. In quell’occasione ho vinto l’oro, poi ho smesso di gareggiare ed ora il mio ruolo è promuovere lo sport, soprattutto fra i più giovani. Attraverso lo sport paralimpico passa un messaggio di inclusione sociale, spinge molti a conoscere le diversità.
Nel movimento paralimpico, da anni, lavoro per diffondere questa conoscenza». De Pellegrin ricorda una particolarità: «Sino a pochi anni fa si parlava di noi, anche in occasione dei Giochi, come di disabili; oggi siamo atleti paralimpici. Tutto favorisce questo messaggio. L’evento sarà comunque una grande opportunità, per portare messaggi diversi, anche di crescita economica e culturale». A cogliere per primo il messaggio di una gloria dello sport nazionale e bellunese come De Pellegrin è il giovane René De Silvestro: «Sono appena arrivato da Torino, proprio nel momento in cui è stata annunciata la scelta di Milano – Cortina ed ho vissuto il boato della folla: mi sono emozionato, da bri-
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vidi». De Silvestro è rientrato a Cortina da un periodo di allenamento sui ghiacciai francesi e poi di preparazione atletica in Piemonte; è arrivato in tempo per condividere la festa con la gente. Il giovane sciatore paralimpico compirà 23 anni domani e non poteva ricevere un regalo più bello: «Ho la possibilità di gareggiare alle Olimpiadi in Italia a 29 anni, nell’età della maturità agonistica di un atleta. Non capita a tutti». In quanto al valore di queste manifestazioni sportive di alto livello, aggiunge: «I Giochi sono un’occasione straordinaria per promuovere lo sport paralimpico. Questi lo saranno ancora di più, per noi, perché si disputeranno in Italia». M.Dib.
DELIZIE PER IL PALATO la crostata e lo scarpone di cioccolato
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Primo Piano
d’oro dei Giochi di Pyeongchang. Forse è stato davvero così, perché poche ore prima del verdetto il timore era di una sostanziale parità. C’era l’incognita dei reali, pressati dalla principessa Vittoria: la Spagna avrebbe potuto votare per Stoccolma-Aare? Nei corridoi per tutta la giornata si sussurrava delle manovre diplomatiche. Sulla Cina si sarebbe mosso l’entourage dell’Inter del giovanissimo presidente Steven Zhang. Sull’Africa si vociferava di ambienti dell’Eni a suo tempo presieduto da Paolo Scaroni. Mentre campioni delle racchette avrebbero tentato di convincere Alberto di Monaco. Quanto alla Russia, quella veniva data in partenza a favore della candidatura italiana. Non così per la Germania, per buona parte dei Paesi nordici e del continente australiano. Ma erano conteggi dettati più che altro dalla paura di non farcrela. Forse aveva ragione Franco Carraro, il membro italiano del Cio di lungo corso: «Secondo me finita la colazione nulla cambia più niente, i votanti hanno deciso e manterranno la loro posizione». In 47 hanno detto sì a Milano-Cortina. Uno solo si è astenuto. Chissà chi sarà stato. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’UNICO TIMORE La Svezia aveva un solo punto di vantaggio sull’Italia. E non è stato certo quando il sindaco di Stoccolma, la biondissima Anna Konig Jerlmyr, si è messa a cantare davanti ai membri del Cio ‘Dancing Queen’ degli Abba. Il vero punto di forza della Svezia era di aver rimediato già otto bocciature dal Cio, di cui sette per i Giochi invernali. «È come quando aveva sintetizzato Franco Carraro - un professore boccia un allievo per otto volte di fila e alla nona, pur sapendo che dovrebbe rimandarlo un’altra volta, lo promuove». Sottinteso: perché non ne può più di trovarselo davanti. Eppure è andata così: Svezia bocciata per la nona volta. Viva l’Italia, così ha deciso il Cio. A. V. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ESULTANZA TRICOLORE Il momento della proclamazione del verdetto dei membri del Cio: esplode la gioia della delegazione italiana
I benefici per l’economia
Cortina
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I nuovi posti di lavoro in Veneto e Trentino Alto Adige secondo la stima di Ca’ Foscari
Impianto realizzato ex novo con fondi privati: il PalaItalia per l’hockey a Milano
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Miliardi di spesa e investimenti attivati dai Giochi invernali a Nordest
Milioni di spesa per lo Stato a fronte di maggiori entrate fiscali per oltre 600
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2,3
Milioni di euro di Pil: le ricadute economiche di Milano-Cortina 2026
Miliardi di ricchezza cumulata grazie ai Giochi secondo l’analisi della Sapienza
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3
Milioni di euro che il Coni conta di incassare dagli sponsor
Miliardi di possibili ricavi in base invece allo studio della Bocconi di Milano
L’intervista Luca Zaia
«Il dossier è stata la nostra forza Riaprire a Torino? Proprio no» Il governatore: «Candidatura puntuale ` «Unico rimpianto: aver perso tempo e rispettosa del Cio: così abbiamo vinto» a discutere in tre per ritrovarsi in due» `
residente del Veneto, Luca Zaia, qual è stato il punto di forza della candidatura di Milano-Cortina? «Il dossier. Un dossier che il presidente della commissione valutatrice del Cio, Morariu, ha sostanzialmente sublimato. E poi siamo stati vincenti anche nella presentazione».
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Alla presentazione i politici sono parsi in gran forma: lei, ma anche Sala e Giorgetti, tutti grintosi. Ci credevate? «Sono le Olimpiadi, eh. Parlo per me, ma io l’ho fatto con impegno, perché qui rappresenti non solo la tua comunità, ma una nazione intera, quindi devi essere assolutamente preparato».
o i bei paesaggi? Lei cosa pensa al riguardo? «Noi non l’avremmo mai fatto. Tant’è che non l’abbiamo fatto». Nella presentazione avete coinvolto le atlete Sofia Goggia, Mi-
chela Moioli, Elisa Confortola, Arianna Fontana. «Sono state eccezionali. La scelta di renderle protagoniste della presentazione l’abbiamo condivisa da subito visto e considerato che sono plurimedagliate. Ci han-
SINDACO Giuseppe Sala, 61 anni, primo cittadino di Milano
GOVERNATORE Luca Zaia, 51 anni, presidente della Regione Veneto
no fatto fare bella figura». Quale adesso sarà il primo atto? «In realtà noi stiamo già lavorando. Avuta l’aggiudicazione abbiamo firmato subito il contratto. E ricordo che noi, come Regione, assieme alla Lombardia, abbiamo messo le garanzie». Che società creerete per l’organizzazione dei Giochi? «Sulla governance dobbiamo ancora ragionare, comunque ci sarà un ente organizzatore - il cosiddetto Ocog - e una società veicolo per la realizzazione». Alla vigilia della sessione di Losanna da Torino sono arrivati segnali di apertura: può essere recuperata? «Oggi il dossier è uno solo ed è quello che conoscete. È stata una avventura travagliata: è partita con Milano, poi si è fatta avanti Torino, poi noi siamo entrati a gamba tesa con Cortina d’Ampezzo e a quel punto sembrava che fosse a tre, dopodiché Torino non voleva più. Oggi c’è Milano-Cortina, io non sono assolutamente disponibile a cambiare il nome». E se fosse solo una estensione degli impianti coinvolgendo il Piemonte? «Oggi direi proprio di no. Bisogna essere seri, noi abbiamo presi impegni con i territori che sono ad esempio quelli delle 49 medaglie per noi, il bob, eccetera».
Secondo lei cos’è che ha colpito i membri del Cio? «Intanto il fatto che è stata una presentazione della candidatura molto friendly, puntuale, non noiosa, non stucchevole. E soprattutto rispettosa dell’autonomia dei membri del Cio. Noi non abbiamo fatto richiami alla responsabilità del Comitato internazionale olimpico o quant’altro. Noi ci siamo presentati e senza fare allusioni “se avremo le Olimpiadi”, “se ci darete i Giochi”. Ho visto invece che Stoccolma ha tirato le orecchie al Cio».
Due cerimonie di apertura? Adesso ne farete una anche a Cortina per agevolare gli atleti l’indomani nelle gare? «Ma è già sdoppiata, c’è la cerimonia a Milano e quella in parallelo a Cortina, sotto il trampolino. È una idea, è tutto da affinare. Così come bisognerà definire bene la cerimonia di chiusura all’Arena di Verona che sarà in mondovisione, uno spettacolo unico». Un rimpianto? «La perdita di tempo iniziale a discutere in tre per essere poi in due, per trovarsi in uno e tornare a due». Al.Va.
La svedese Gunilla Lindberg ha lanciato questa provocazione: «Il Cio è pronto per le nuove regole o sono solo chiacchiere?». Della serie: conta l’Agenda 2020
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Padova Martedì 25, Giugno 2019
«PERSONAGGIO DELL’ANNO» IL PRIDE VILLAGE CONSEGNA IL PREMIO A SIMONA VENTURA
San Prospero. A Reggio Emilia, san Prospero, vescovo.
21°C 34°C Il Sole Sorge 5.24 Tramonta 21.04 La Luna Sorge 1.25 Cala 13.10
Solidarietà
Miss Mamma Di Tombolo la più bella d’Italia: ecco Emanuela
Luciano, 70 anni, in moto fino a Tokyo per i bambini Luciano Fasolato, motociclista 70enne, da Padova a Tokyo per raccogliere fondi a favore di chi si occupa dei bambini malati.
Cecchetto a pagina XX
A pagina XXII
Noviello a pagina XX
Nuovo ospedale, progetto all’Inail Pronto il piano per chiedere il finanziamento dell’opera: `Il dg Flor: «L’anno prossimo lo studio sulla struttura» entro la fine della settimana l’invio del cronoprogramma Giordani: «Ci siamo, ho fiducia in Zaia al 110 per cento» `
Il fascicolo è pronto e il conto alla rovescia è già cominciato. Entro la fine di questa settimana l’azienda ospedaliera spedirà all’Inail tutte le carte necessarie per ottenere i 450 milioni di euro che serviranno a finanziare il nuovo polo di Padova Est. «Siamo al passo con i tempi e siamo fiduciosi conferma il direttore generale Luciano Flor -. Il 2020 sarà l’anno della progettazione e nel 2022 saranno aggiudicati i lavori». La posa della prima pietra è ovviamente ancora lontana, ma il “semaforo verde” da parte dell’Inail rappresenterà comunque un mattone fondamentale su cui appoggiarsi per compere i prossimi passi. «L’istituto vuol conoscere i nostri dettagli in modo da poter fare
la propria programmazione spiega Flor - . Nell’incontro che abbiamo avuto loro sono stati molto soddisfatti delle spiegazioni che abbiamo dato a voce e ora siamo pronti a darle per iscritto. I documenti sono pronti, quindi si può partire. Noi non siamo fermi all’idea di realizzare il nuovo ospedale, siamo già molto più avanti. Sono state prese delle decisioni e ormai non si torna più indietro». Il sindaco Giordani è soddisfatto: «Stiamo rispettando i tempi. Ho fiducia al 110% in Zaia, sarà l’opera più decisiva che Padova abbia visto da tanti anni a questa parte». Intanto arrivano 600 moderni letti. Cappellato, Fais e Pipia alle pagine II e III
Rapina alle Poste, cliente minacciata
Nuova viabilità
Park Prandina, i commercianti sfilano in corteo È in programma per questa sera la manifestazione organizzata dall’Associazione Commercianti del Centro cui hanno aderito molti residenti, per ribadire la propria posizione in merito al parcheggio nell’ex caserma Prandina e alla nuova viabilità. LA FIRMA Il governatore Zaia, il sindaco Giordani e il dg Flor
A pagina VI
Tram Alla Commissione solo dati sui tempi delle corse
Assalto all’ufficio di Massanzago, coltello puntato alla gola di una donna La sentenza
Bimba abusata, 9 anni di carcere al patrigno È stato condannato a 9 anni di carcere per aver abusato della figlioletta della sua nuova compagna. Dopo la sentenza al processo di primo grado, ieri è arrivata la conferma dei giudici della Corte d’Appello. Lava a pagina XIV
Atti “secretati”, scoppia la polemica PALAZZO MORONI Polemica ieri alla Commissione sugli incidenti del tram.
Salta il Consiglio comunale, le minoranze insorgono Il consiglio comunale salta per mancanza del numero legale e le opposizioni vanno all’attacco. «Non c’è rispetto per i cittadini che ci hanno eletto», tuonano. Molte le assenze in aula, compresi il vice sindaco Lorenzoni e quattro assessori. Unica assenza annunciata quella del sindaco Sergio Giordani. La minoranza e Libero Arbitrio insorgono: «È una inqualificabile leggerezza non tenere conto del consiglio comunale, la maggioranza è convinta che bastino le decisioni della Giunta». L’assemblea è stata rinviata a oggi nel tardo pomeriggio. In discussione l’adesione del Comune alla rottamazione di Tari e multe. Morbiato a pagina IV
Abano
Rubata la panchina dell’amore, i proprietari: «Gesto vergognoso»
PALAZZO MORONI Niente Consiglio, seduta rinviata ad oggi
Al concorso coi cellulari: «Fuorilegge» Trenta candidati denunciano irregolarità al concorsone della sanità indetto da Azienda Zero, il test che ha coinvolto 10 mila operatori socio-sanitari gli scorsi 5 e 6 giugno alla Kioene Arena di Padova. Alcuni partecipanti avrebbero usato i telefonini. A pagina 12 in nazionale
Indagine B&b
Federalberghi: «Far emergere il sommerso»
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Rapinatore solitario ultrasessantenne ha assaltato ieri mattina l’ufficio postale di via Marconi a Massanzago. Il malvivente è entrato in Posta quando all’interno vi erano due clienti e due dipendenti. Travisato con una sciarpa e armato di un coltello, ha puntato la lama al collo di una delle due donne e ha chiesto i soldi contenuti in cassa. «Stia calmo, le diamo tutto quello che vuole - gli avrebbe detto una cassiera - non faccia del male a nessuno». Il bandito ha preso circa 600 euro, poi è uscito dall’ufficio dandosi alla fuga. Arcolini a pagina XVI
Sanità
Rubata la panchina rossa con la scritta “Amore” davanti all’hotel Quisisana di Abano. Su tutte le furie la titolare: «In questi mesi in tantissimi vi siete fermati a riflettere di fronte a quella scritta. Ora è stata rubata. Gesto vile e inqualificabile, al responsabile diciamo semplicemente che deve soltanto vergognarsi». Garzotto a pagina XII
SPARITA La panchina rubata
Redazione Padova: 35122 - Padova, via Squarcione 5 - Tel. 049.8756011 - fax 041.665174 padova@gazzettino.it
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Morbiato a pagina V
«Chi evade deve esser colpito». Dure parole di condanna dal presidente di Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin, nei confronti dei “furbetti” del B&B. Attraverso controlli incrociati tra le recensioni dei clienti lasciate sui siti web specializzati nelle prenotazioni dei soggiorni-vacanza e l’ufficio tributi del Comune, la Guardia di finanza ha messo in luce un mondo sommerso. La metà dei controllati dalle fiamme gialle in città (16 su 30) è risultata fuori legge. In un anno e mezzo sono state evase imposte per 300mila euro. «Il sommerso deve emergere», dice Monica Soranzo, presidente di Hotels Federalberghi. Fais a pagina VII
MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 IL MATTINO
PRIMO PIANO
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I Giochi invernali
La politica veneta balza sul carro vincente «Giornata storica, cambierà la nostra vita» Il parlamentare-olimpionico Marin: successo costruito con tenacia. I dem esultano. L’assessore Bottacin: grande Zaia CORTINA. Il più entusiasta è lui,
il parlamentare olimpionico di scherma Marco Marin, Fi, padovano. Riconosce, prima ancora dell’esito di Losanna, che «meglio di così la candidatura non poteva essere ricostruita».Dopo il voto Marin esplode: «È una grandissima vittoria costruita con tenacia e determinazione insieme al Veneto e alla Lombardia. Per il Coni con il suo Presidente Giovanni Malagò e per tutto lo sport italiano un altro grande successo. Una vittoria dell’Italia con in testa il Presidente della Repubblica, il Parlamento e il Governo. Oggi a Losanna ha vinto l’Italia migliore. L’Italia che accetta le sfide e le vince». Dello stesso tono gli altri commenti dei parlamentari, di destra, di sinistra, di centro. Con qualche specificità. «Per sostenere la nostra economia», afferma Luca De Carlo (Fdi) «dobbiamo fare delle Olimpiadi 2026 un vero evento a marchio tutto italiano. Non solo le opere, ma anche tutti i prodotti commercializzabili, dalle magliette ai cappellini ai vari ricordini, devono essere prodotti in Italia. No all’invasione delle “cinesate”, sì a prodotti di qualità realizzati dai nostri artigiani e dai nostri produttori». Dario Bond, forzista, si dice sicuro che questa «grande giornata» cambierà la vita, l’impostazione economica, l’approccio agli sport invernali per il Veneto e per provincia di Belluno. E ringrazia Malagò, perché «anche nei momenti difficili, quest’uomo, di grande umiltà, ha saputo tessere rapporti e ha saputo creare una rete al Cio che davvero ha fatto la differenza». Roger De Menech del Pd (doppiamente soddisfatto, precisando di aver avuto per primo l’idea dei Giochi sulle Dolomiti) e Federico D’Incà del M5S hanno voluto festeggiare a Cortina. «Questa
Il sindaco di Milano Sala, a Losanna. A destra i festeggiamenti nella conchiglia di Cortina, con il consigliere regionale Gidoni
dev’essere come una fionda che lancia lo sviluppo delle nostre terre».«Sono fiero di essere veneto e italiano», arriva a twittare il senatore dell’Udc Antonio De Poli. «Dobbiamo ora lavorare, tutti, istituzioni a diversi livelli, perché questo traguardo è in realtà un punto di partenza di un percorso che, se sfruttato in tutte le sue potenzialità, può essere un volano per la nostra economia». Il consigliere regionale Claudio Sinigaglia del Pd ricorda che la candidatura era nata male a causa delle continue liti nel governo Lega-Cinque Stelle, ma che «fortunatamente» poi è stata rimessa in rotta, per cui, conclude, «adesso occorre remare tutti dalla stessa parte, a partire dal governo che dovrà garantire i finanziamenti promessi».Alessandro Bisato, segretario regionale dello
stesso partito, si dice convinto, peraltro, che «riusciremo a organizzare dei giochi molto innovativi dal punto di vista della sostenibilità ambientale».Fuori dal coro solo Rifondazione Comunista, per la quale la montagna veneta ha bisogno di altro piuttosto che di grandi eventi, che lasciano pochi soldi nel territorio, nelle tasche dei soliti noti, e che non risolvono le cause strutturali dell’abbandono delle popolazioni nelle aree marginali. Sorride Giampaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione civile. «Da bellunese non posso che ringraziare Zaia. Ci ha scommesso, ci ha creduto, ha pilotato la candidatura in maniera seria e concreta e oggi ha portato a casa un risultato storico». — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
commenti contrastanti
Fondazione Unesco applaude Gli ambientalisti: una sciagura Pizzimenti e Morandini: grande sfida, abbiamo l’opportunità di riscrivere la storia degli eventi olimpici premiando il minimo impatto sull’habitat CORTINA. Due giorni prima
della festa del decennale di fondazione delle Dolomiti Unesco, a Cortina, la Regina delle Dolomiti si vede assegnare i Giochi olimpici. «È una grandissima sfida»,
il commento della Fondazione Dolomiti Unesco, mentre il mondo dell’ambientalismo manifesta, ancora una volta, tutta la sua preoccupazione. «Non ci poteva essere coincidenza migliore: due giorni prima del decennale del riconoscimento Unesco, arriva la notizia che il nostro impegno per la conservazione attiva del territorio dolomitico vivrà un banco di prova straordinario», sottolinea Grazia-
no Pizzimenti, presidente della Fondazione «ci congratuliamo con tutti gli attori che hanno gestito questa difficile partita: il gioco di squadra ha portato a un risultato straordinario, che rappresenterà un’occasione di visibilità e sviluppo per i territori montani», è la convinzione del presidente. «È una grandissima sfida», ribadisce il direttore della Fondazione Dolomiti Une-
l’associazione inondata di mail
Esplode l’entusiasmo dei bellunesi nel mondo CORTINA. In serata la sede
dell’Abm, l’Associazione bellunesi nel mondo, è stata lettaralmente bombardata di telefonate, mail, post, uno più entusiasta dell’altro. Chiamate da ogni parte del mondo, per congratularsi per il ritorno dei Giochi olimpici dopo 70 anni, e a poca distanza dai Mondiali di sci. Ecco, dunque, che la reazione dell’Abm non poteva non rilanciare questo clima. «Complimenti ai rappresentanti del Governo nazio-
sco, Marcella Morandini, «qui si presenta l’opportunità di riscrivere la storia dei grandi eventi, realizzando un’Olimpiade a bassissimo impatto». L’orientamento generale è quello di utilizzare il più possibile le strutture esistenti, limitando al massimo i costi ambientali. «L’impatto di un evento simile è inevitabile, anche solo in termini di afflusso, ma l’auspicio è che i territori montani possano trovare nei Giochi Olimpici un’opportunità per elaborare nuove strategie di resilienza, non legate alle sole settimane in cui si svolgeranno le gare, ma a lungo termine». Morandini mette le mani avanti. Per conservare e valorizzare le Dolomiti, occorre
nale, ma soprattutto ai presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia, ai sindaci di Milano e Cortina, al presidente del Coni e all’intero ambiente italiano degli sport invernali per aver portato a casa questo risultato», è il primo commento del presidente Oscar De Bona «la notizia giunta da Losanna ha reso contentissimi non solo noi della sede centrale di Belluno, ma anche le numerose Famiglie bellunesi sparse nei cinque continenti».
puntare su approcci inediti e per questo la Fondazione c’è ed è a disposizione per individuarli e continuare sulla strada già segnata dalla Carta di Cortina, sottoscritta per i Mondiali di Sci del 2021. L’associazione ambientalista Mountain Wilderness, invece, conferma ancora una
Mountain Wilderness «I luoghi più preziosi e fragili delle Dolomiti ne usciranno distrutti» volta il suo no. «Come avvenuto con i mondiali di sci alpino del 2021 a Cortina d’Ampezzo i grandi eventi sportivi diven-
De Bona ricorda che «come associazione si è sostenuta questa candidatura fin dall’inizio, perché le nostre comunità in Italia e all’estero spingevano in questo senso»; «Ora dobbiamo lavorare in sinergia per arrivare pronti all’appuntamento, e sono sicuro che anche i bellunesi nel mondo da qui in avanti contribuiranno al meglio per questa avventura. Registrata questa enorme soddisfazione, mi auguro che presto si possa vincere anche un’altra battaglia: la realizzazione del collegamento sciistico tra Padola e Pusteria». E a questo riguardo l’impegno sarà “mondiale”, perché ci sarà un pressing via social da parte dei bellunesi di ogni parte della Terra. — F. D. M.
tano occasioni di speculazioni», si legge in una nota del consiglio nazionale di Moutain Wilderness. «A Cortina è già stato annunciato il folle collegamento Cortina – Monte Civetta oltre a quello verso Badia. Si preannuncia la distruzione definitiva degli ambienti più fragili e strategici delle Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco. Oltre a questo il mondo affamato di autostrade è pronto a chiedere il prolungamento della A 27 verso l’Austria. Delle Olimpiadi a noi spaventano questi aspetti. Inoltre la massa di persona che invaderanno il patrimonio è insostenibile. Si è perso ogni riferimento al limite e alla cultura». – F. D. M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 LA NUOVA
PRIMO PIANO
I Giochi invernali
La gioia di Zaia: «Con un fax nel 2016 ho tentato ciò che pareva impossibile» Il presidente della Regione racconta come sono nate la candidatura di Cortina e l’alleanza trasversale con Milano leanze strategiche. Sono stato io con i miei collaboratori di Palazzo Balbi a presentare la domanda all’ultimo secondo, con il fax. È stato un venerdì sera di marzo 2016. Sapevo di tentare l’impossibile, noi come Veneto ci siamo presentati in autonomia. C’era Milano e pure Torino era in corsa con il villaggio 2006, poi il sindaco Appendino con i 5 stelle ha fatto dietrofront e così è nata la coppia Milano-Cortina 2026. Con Sala abbiamo stretto l’accordo sul nome e poi sul dossier che prevede 49 medaglie in Veneto e 47 in Lombardia. Noi portiamo a casa la pista di bob rinnovata che diventerà il punto di riferimento mondiale della specialità. A realizzarla sarà una grande griffe. Poi
dall’inviato Albino Salmaso LOSANNA. Il trionfo ha il sorri-
so contagioso di Luca Zaia, che abbraccia Beppe Sala, con l’affetto di chi ha vinto la coppa del mondo, lo scudetto o la medaglia d’oro. È finita 47 a 34. Miracolo delle Dolomiti, se le conosci te ne innamori. Lo sa anche la principessa svedese Victoria. E il governatore del Veneto trova la battuta che arriva dritta al cuore. «Il patto con Sala del Pd? Nello sport non conta la politica, vince sempre il più forte. Il migliore. Siamo passati dalla valanga azzurra al magic team. Sala, Fontana, Zaia e poi Giorgetti e il presidente Mattarella e il premier Conte. Voi dimenticate che il vero allenatore che ci ha fatto vincere le olimpiadi si chiama Giovanni Malagò. Hanno trionfato il sole, la gioia e l’allegria contagiosa dell’Italia e con la nostra presentazione nel primo pomeriggio, ieri abbiamo spostato 3-4 voti». Zaia, l’uomo delle sfide e delle vittorie impossibili, è cercato come una star dalle tv. Anche i cinesi lo vogliono mandare in onda a Pechino. Il Veneto con le sue splendide montagne diventa “easy e friendly”, quasi sotto casa. Malagò indossa il tricolore come sciarpa e prima di scappare per la cena di gala del Cio, si lascia andare a una confessione che rende giustizia al vero protagonista della vittoria. «Sì, è vero. L’idea è nata dopo l’Expo del 2015 ma se non ci fosse stato Zaia che ha inserito Cortina, credo che il dossier Milano da solo sarebbe stato molto più debole», dice il presidente del Coni. A scavare nelle memoria si scopre sempre la verità. «Malagò va ringraziato per la sua grande capacità di tessere al-
L’abbraccio tra Giovanni Malagò e Luca Zaia
Franco Carraro, Lippi e Zhang tutti in campo per l’Italia
LOSANNA. The winner is?
Franco Carraro, senatore di Forza Italia, che fa parte del Cio, distilla le parole. «Mi pare un fatto acquisito che la nostra candidatura sia nettamente migliore di quella sve-
dell’Arena di Verona per la cerimonia finale. Si abbracciano. Sventolano i tricolori. Mai un governatore della Lega e un sindaco del Pd hanno giocato nella stessa squadra con tanta passione, orgoglio e determinazione. Da Losanna arriva una lezione a tutto il mondo della politica: si amministra solo in nome del popolo italiano, le tessere di partito non contano. Grazie ragazzi, scoppia l’ applauso. Il vero mattatore è Giovanni Malagò, presidente del Coni, che alterna un perfetto francese all’inglese e allo spagnolo, un “poliglotta” che punta a conquistare il cuore dei delegati. Lui è il grande stratega e sottolinea che l’Italia scommette sull’A-
genda 2020 che ha imposto la rivoluzione ecologica: i giochi a impatto zero. Con il 93 per cento della popolazione che li vuole, mentre in
Il Veneto assegnerà 49 medaglie e avremo una nuova pista da bob con una grande griffe
le ore precedenti all’annuncio
Giornata di attesa e timori prima della grande soddisfazione, in molti hanno pensato che fosse l’anno degli svedesi
abbiamo scelto di investire sulla discesa delle donne, il futuro è nelle loro mani. Basta guardare Sofia Goggia, oro della categoria, per capire che sarà lei la regina dello sci alpino. Possiamo contare anche su Michela Moioli e Arianna Fontana, altre due star d’oro. E c’è la chiusura della kermesse all’Arena di Verona», ammicca ancora Zaia,«teatro magico che segna la nostra identità. Ci portiamo a casa pure il villaggio olimpico a Fiammes, che poi verrà smontato dalla Protezione civile. Nessuna cattedrale nel deserto». Zaia li conosce tutti i big della neve, meglio del parterre della politica. E con la montagna bellunese ha un feeling che si è consolidato con l’impegno dopo il disastro di Vaia. Ora la scommessa vinta delle olimpiadi, cinque anni dopo i
mondiali sulla neve, è la premessa per la rinascita. «Sì, questo può essere il nostro Rinascimento. E non voglio parlare dell’autonomia, un capolavoro che assomiglia a una copia perfetta della Pietà di Michelangelo. Siamo riusciti a mettere insieme una squadra da primato». Con Zaia esulta anche Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento, arrivato con Arno Kompatscher, suo alter ego a Bolzano: si trovano sul treno delle Olimpiadi quasi a loro insaputa, perché li ha fatti salire Zaia. «Ho presentato una proposta in grado di coinvolgere Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige che ha superato ogni ostacolo politico. Non guardo mai alle tessere di partito, ho voluto garantire tutti, per un patto di stabilità tra centrosinistra e Lega», spiega il governatore che abbraccia Roberto Daneo con cui ha preparato il dossier per il Cio. E il duetto in inglese con Sala? Zaia sorride. «Lo abbiamo preparato, non si poteva sbagliare nemmeno una virgola. Abbiamo dimostrato di essere i migliori». Passano le tv. La terza star è Giancarlo Giorgetti, che sorride sornione. «Avete visto che con le mie battute sullo stop ai minibot abbiamo vinto le Olimpiadi? Mica potevo lasciare in sospeso il dubbio che i 400 milioni di garanzia al Cio li paghiamo con la carta straccia? No. Quelli sono soldi veri: euro». Sorridono tutti, strette di mano e abbracci. Festeggia anche Roberto Padrin, unico figlio del centrosinistra sopravvissuto al cataclisma Lega. «Brindo alle Olimpiadi e a un 2019 strepitoso: il presidente Mattarella a Longarone e poi la visita a Papa Francesco: anche lui ci ha dato una mano. Questo è un miracolo. Dopo 70 anni trionfa Cortina». —
dese. Ma contro di noi gioca un dato inoppugnabile: nel 2006, appena 13 anni fa, ci hanno assegnato i giochi invernali di Torino. La Svezia che è un grande paese per gli sport invernali non ha mai organizzato le olimpiadi. Mai. Tanti campionati del mondo, i Giochi li attendono da un secolo. Quindi se il Cio ritiene che l’universalità debba prevalere, allora trionferà Stoccolma. Se inve-
ce prevale il giudizio sulla qualità e l’efficienza, allora vincerà l’Italia», spiega Carraro a metà giornata, la lunga giornata di Losanna. In sala, davanti agli 82 delegati del Cio, Beppe Sala e Luca Zaia stanno spiegando le magnifiche lodi di Milano-Cortina 2026. Parlano in inglese, con una sintonia perfetta, per vincere sul filo di lana una lunghissima maratona, iniziata due anni fa, sulle
ali del travolgente successo di Expo 2015 Milano. Le Dolomiti, le montagne più belle del mondo, e Milano unica vera metropoli europea dell’Italia, la qualità come biglietto da visita. Sembrano due tenori, Carrera e Domingo, ma sono due leader del “fare”, due grandi
I politici hanno sfoderato il loro inglese per convincere più delegati possibile star della politica che sanno costruire alleanze e mettere l’interesse dell’Italia al primo posto, senza gelosie per la leadership. Sala parla
REGIONE
MARTEDÌ 25 GIUGNO 2019 LA NUOVA
La riunione ministeriale convocata da Toninelli individua una soluzione per garantire il raccordo a Montecchio Maggiore
“Sblocca casello” Pedemontana-autostrada Rfi cede all’A4 la costruzione del sottopasso VERTICE ROMANO
Filippo Tosatto
IL PERCORSO DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA Il tratto inaugurato il 3 giugno
Bassano del Grappa Mussolente
Bassano O.
al decreto sblocca-cantieri al vertice sblocca-casello. Non è stata una promessa da marinaio quella di Danilo Toninelli. Sabato, a margine dell’inaugurazione del rinnovato ponte sul Piave a Susegana, il ministro per le Infrastrutture aveva garantito un impegno immediato sul versante Pedemontana Veneta dove la costruzione del cruciale casello di Montecchio Maggiore, punto di raccordo fra la superstrada e l’A4, rischia la paralisi a causa dei ritardi “paralleli” accumulati da Rfi sulla linea Tav Verona-Vicenza; cantieri distinti ma “obbligati” a procedere in sincronia da una delibera del Cipe che prescrive loro «la realizzazione in contemporanea dei lavori dei manufatti di sottoattraversamento dell’autostrada in modo da non comportare maggiori oneri per l’opera pubblica». Decripta-
D
Schio
Thiene
Montebelluna E. Marostica
Breganze O.
Montecchio Arzignano
Casello di Dueville A31
Vicenza
A4
A4
to dal lessico burocratico, il rischio segnalato dal governatore Luca Zaia e dai sindaci vicentini è che Pedemontana sia conclusa in tempi più rapidi rispetto ai lavori del nuovo casello-innesto: in tal caso, il passaggio dall’A4 alla nuova strada veloce a pedaggio richiederebbe l’utilizzo della viabilità ordinaria, già gravata dai flussi di traffico e caratterizzata da ingor-
ghi quotidiani, con effetti nefasti facilmente prevedibili. L’INGHIPPO DEL CIPE
«È un inghippo, ma lo risolveremo», le parole dell’esponente di governo a 5 Stelle «lunedì ho convocato le parti al, sono ottimista». In effetti, il tavolo romano riunito in mattinata al Mit ha già discusso e tracciato una rotta utile: «Dal confronto, la solu-
zione apparsa più conveniente è quella proposta dalla Regione del Veneto nella nota inviata la settimana scorsa al capo di gabinetto del ministro Toninelli», informa l’amministrazione di Palazzo Balbi, ovvero «Rete ferroviaria italiana stralci i lavori di sottopassaggio dall’appalto di Alta Capacità/Velocità e li affidi alla società di gestione di A4, al fi-
Nonni medici in ospedale Assomed ricorre al Tar «Annullare gli incarichi» aziende sanitarie del Veneto. Secondo il maggiore sindacato dei camici bianchi ospedalieri, rappresentato nell’occasione dal segretario Adriano Benazzato, la delibera della Regione che introduce su scala generale la possibilità per il servizio sanitario veneto di richiamare in servizio il personale medico in quiescenza per garantire i Livelli essenziali di assistenza, «lungi dal costituire l’extrema ratio, come asseri-
ne di poterli realizzare congiuntamente al nuovo casello». LA MANAGER PELLEGRINI
A sollecitare questa via d’uscita, illustrandone modalità e vantaggi, è stata l’ingegnere Elisabetta Pellegrini,a capo della Struttura di progetto che coordina i lavori del tracciato: «Tutti gli apparati tecnici coinvolti si sono
Ieri, peraltro, l’eco di Pedemontana Veneta è rimbalzato dal Mit alla Camera, ma per ragioni del tutto diverse. Un’interrogazione dem al premier Conte ha dato voce alla campagna intrapresa dal consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd) contro la strage incessante di uccelli migratori che si schiantano sulle barriere di vetro fonoassorbenti collocate lungo il nastro d’asfalto: «Viste inutili le segnalazioni al governatore Zaia e al concessionario dell’opera, ho presentato due denunce penali alla magistratura trevigiana ed una terza alla Procura di Vicenza che, attraverso il pm Alessandra Block, ha aperto un fascicolo per i reati di uccisione di fauna selvatica protetta e uccisione di animali da parte di quella che si può definire la Pedemontana assassina». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
il direttore della sanità veneta
Èquipe in sala operatoria:anche negli ospedali del Veneto i chirurghi scarseggiano in misura allarmante
PADOVA. L’Anaao-Assomed passa dalle parole ai fatti e attraverso un ricorso al Tar impugna l’assegnazione di incarichi di lavoro autonomo ai medici in pensione da parte dell’Ulss Euganea e di altre
A27 A4
Il raccordo tra autostrada A31 e Pedemontana
corsie sguarnite, camici bianchi contro
Secondo il sindacato è illegittima la delibera regionale che autorizza il richiamo in servizio dei pensionati per tappare i buchi in corsia
Treviso
Castelfranco V. Cittadella
Castelgomberto
LE DENUNCE DI ZANONI Spresiano
Riese Pio X
Bassano E.
dimostrati fattivi e disponibili, ora sono allo studio degli enti le procedure da adottare e la convenzione da sottoscrivere», il commento della manager «entro questa settimana, dopo il vaglio delle avvocature, verrà sciolta ogni riserva, anche sul piano amministrativo, e si potrà finalmente redigere e sottoscrivere il cronoprogramma dei lavori». Determinanti, dopo i dissensi a riguardo, la convergenza manifestata oggi dai rappresentanti di Rete ferroviaria e del concessionario autostradale.
Montebelluna O.
Breganze E.
Thiene-Schio Malo
Povegliano
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to nell’atto impugnato, per rimediare ad una situazione emergenziale di carenza del personale, impedisce quelle “pari opportunità di accesso, sviluppo ed esercizio della professione” che la sigla sindacale ricorrente statutariamente mira a garantire lede direttamente la posizione del medico specializzando ricorrente, il quale, in base alla legge statale, può legittimamente partecipare a quei concorsi per
l’assunzione di personale che le aziende dovrebbero prioritariamente indire prima di optare per siffatta scelta». Il ricorso ai “nonni medici”, è la tesi, avviene «in patente violazione della ratio e dei limiti previsti dalla legislazione sul conferimento di incarichi individuali senza previo svolgimento del concorso a soggetti di particolare e comprovata specializzazione; nonché del Piano socio sanitario approvato con legge regionale del 2018». Tant’è. Il dettagliato ricorso messo a punto dagli avvocati Federico Pagetta e Andrea Scuttari, chiede al tribunale amministrativo di Venezia di annullare l’atto dell’amministrazione regionale, ribadendo che la normativa nazionale consente«incarichi e collaborazioni esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione». L’iniziativa non sorprenderà la sanità del Veneto, che si attendeva un contenzioso alla luce dello “strappo alla regola” autorizzato per far fronte alla crescente carenza di figure professionali - pediatri, anestesisti, chirurghi, ortopedici e medici dell’emergenza/urgenza in primis - che rischia di compromettere la funzionalità di interi reparti. «È una situazione d’emergenza provocata dagli errori nella programmazione nazionale, agiamo così per evitare un’interruzione di pubblico servizio», l’argomentazione dell’assessore alla salute Manuela Lanzarin. Ora la parola spetta ai giudici. — Filippo Tosatto
Mantoan, toni sferzanti: «Ministero della Salute vero problema italiano» VENEZIA. Un sondaggio che
ha coinvolto i 58. 354 dipendenti della sanità regionale attraverso questionari destinati ai primari, al personale medico, ai tecnici e agli infermieri, agli operatori socio-sanitari e agli amministrativi: all’Indagine di clima organizzativo delle Aziende sanitarie del Veneto – curata dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e illustrata ieri alla presenza dell’assessore Manuela Lanzarin e del direttore generale Domenico Mantoan – ha aderito il 40% del personale, interpellato circa le condizioni di lavoro, i punti di criticità e quelli di miglioramento. Un monitoraggio che procede di pari passo con l’Osservatorio permanente dell’esperienza dei pazienti, con una prima sperimentazione condotta negli ospedali dell’Ulss 6 Euganea, raccogliendo in sei mesi la valutazione di oltre tremila ricoverati. «Dall’indagine esce premiato il nostro sistema nel suo insieme, i dipendenti si sono infatti detti orgogliosi di appartenere alla sanità del Veneto, dalle singole Aziende emerge invece tra i lavoratori l’esigenza di un maggior coinvolgimento», commenta Lanzarin, annunciando per il 2020 «una grande riforma che andrà incon-
tro alle esigenze della cronicità». E mentre una ricerca della Bocconi segnala «l’elevata appropriatezza dei ricoveri» nel Veneto, Mantoan ricorre a toni assai esplicti: «Nell’ultimo decennio sono stati dati pochi soldi alla sanità, questo ci ha permesso di fare una riorganizzazione e noi dovremo continuare nelle buone pratiche. Il grande tema oggi è che questo siste-
Sondaggio tra i 58 mila dipendenti: sistema promosso ma troppo verticismo nelle Ulss ma, che 10 anni fa ha prodotto 11 miliardi di deficit, ora è efficiente e paga a 30 giorni»; «L’organizzazione ora deve evolvere ma il vero problema dell’Italia è il ministero della Salute: manca chi dà la benedizione, dice che la strada è quella giusta e traduce le buone pratiche in legge, indicando un modello. L’aver fissato il numero di posti letto a 3.6 impone l’organizzazione lungimirante del territorio ma le singole regioni hanno un limitato margine di manovra: l’autonomia, a questo punto e con questo sistema, diventa una strada». —
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.PRIMO PIANO POLESINE
... Martedì 25 Giugno 2019
La Voce
LE REAZIONI Confindustria e Coldiretti esultano. Coni: “Orgogliosi”
“Grande opportunità per l’economia” ROVIGO - Una grande opportunità. Anche dal punto di vista economico. E il presidente di Confindustria Venezia-Rovigo Vincenzo Marinese canta vittoria: “Oggi - le sue parole hanno vinto il Veneto, l’Italia tutta e la capacità di fare squadra. Rappresenta un grande risultato e una preziosa opportunità per l’economia dell’intera regione e delle nostre imprese. Grazie a quanti ci hanno creduto, a partire dal governatore del Veneto Luca Zaia”. Il tifo per Milano e Cortina è arrivato anche dagli imprenditori agricoli di Coldiretti Veneto: “Siamo partecipi e disponibili da subito per far di questo appuntamento mondiale un ricordo indelebile nella memoria dei veneti - commentano Pietro Piccioni e Daniele Salvagno, direttore e presidente regionale di Coldiretti - sa-
remo a fianco della giunta per collaborare alle iniziative legate alla promozione ed organizzazione delle gare, ma soprattutto protagonista dello spazio relax degli atleti che potranno godere di un territorio curato ed accogliente grazie alla presenza degli agricoltori”. Dal comitato olimpico è Lucio Taschin, delgato provinciale di Rovigo a commentare: “La notizia come rodigino, come veneto e come italiano è di quelle che ti aprono il cuore: una notizia fantastica”. “Avevamo bisogno di essere riconosciuti come paese capace di organizzare eventi di questa portata anche a livello sportivo - continua Taschin - E indirettamente credo che queste olimpiadi possano essere un modo per attirare l’attenzione anche sulla nostra città. Credo che non dipenderà comunque dalle
nostre capacità sportive, visto che, chiaramente, negli sport invernali non siamo decisamente protagonisti, credo che sarà necessario lavorare per il coinvolgimento dell’area. Un conto è quello che si fa nelle piste e negli impianti dedicati alle olimpiadi, un conto è quello che può succedere all’interno di un’area intera. Chiaro che non possiamo competere con città come Verona dove sono già previsto degli eventi. Ma non per questo non potrà essere coinvolta tutta la regione almeno in termini di promozione”. “Ma sono davvero contento di poter dimostrare al mondo che l’organizzazione italiana è capace di raggiungere livelli di eccellenza. E questa sarà una fantastica opportunità per dimostrarlo”, commenta infine Taschin. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Confindustria Vincenzo Marinese
DA CORTINA L’assessore polesano Cristiano Corazzari esulta dalla perla delle Dolomiti
“La nostra vittoria per il Paese” La promessa: “Organizzeremo un’Olimpiade indimenticabile, entreremo nella storia” Robeta Boldrin
ROVIGO - “Una vittoria meritata perché ci abbiamo creduto davvero e abbiamo trasformato il sogno in realtà”. Non riesce a contenere l’entusiasmo l’assessore allo sport della Regione del Veneto, il polesano Cristiano Corazzari che esulta alla notizia che le Olimpiadi invernali 2026 si svolgeranno anche in Veneto, a Cortina. Il comitato olimpico ha scelto ieri, nel tardo pomeriggio premiando l’accordo Milano-Cortina rispetto alla proposta di Stoccolma. Corazzari ha accolto l’annuncio del comitato da Cortina dove, nella piazza affollata, si attendeva il verdetto del comitato olimpico in diretta da Losanna, proiettato sul maxischermo. “Non mi bastano le parole per esprimere la gioia che provo: questa è una conquista che regaliamo all’intero paese - ha commentato a caldo l’assessore regionale Una vittoria che è frutto del grande lavoro di tutta la squadra, frutto della grande determinazione che due Regioni hanno messo in campo per portare a casa questo risultato che regaliamo all’intero Paese”. “Devo ringraziare prima di tutto il nostro presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia che ci ha creduto, che ci ha messo la faccia e che ha messo in campo una determinazione incredibile. Ma grazie anche al sindaco di Milano
L’assessore allo sport della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari festeggia da Cortina la buona notizia e al sindaco di Cortina e a tutta la squadra che ha lavorato perché il sogno diventasse realtà - continua Corazzari noi ci abbiamo creduto e il comitato olimpici ci ha premiati. Questo era solo il primo passo, ora dobbiamo lavorare ancora più duramente perché tutto funzioni alla grande continua Corazzari - Noi non vogliamo organizzare solo una buona olimpiade, vogliamo che sia indimenticabile. Lavoreremo perché le olimpiadi del 2026 entrino nella storia”. Anche se, di fatto, è proprio Corazzari ad essere per la delega che detiene - tra i maggiori fautori di questo risultato, non vuole prendersi meriti. “Questo risultato è
merito del presidente Zaia. Io ho lavorato con la squadra ma il merito va assolutamente al presidente: è lui che ci ha sempre creduto tanto”. E sulla proposta del sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, di coinvolgere anche il nostro capoluogo nel sistema Olimpiadi 2026, Corazzari risponde lapidario: “Beh, di questo ne parliamo domani”. Se non altro, non è un secco “no”, come disse Zaia in visita a Rovigo durante il ballottaggio che, rispondendo alla proposta dell’allora candidato, oggi sindaco, Gaffeo disse: “Dai, non diciamo monade”. Chiaramente entusiasta il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina che con un enor-
me sorriso sul volto, subito dopo la decisione del comitato olimpico ha commentato: “Adesso il sogno è diventato
realtà. Ma da domani, subito al lavoro. Questo è frutto di un grande lavoro di squadra che ci ha visti trionfare con un
divario quasi inaspettato contro gli svedesi. E ora avanti, si lavora”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALAZZO NODARI Gaffeo non ha dubbi: “Contesto turistico”
“Bisogna coinvolgere Rovigo”
Il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo
ROVIGO - “Come sindaco mi impegnerò a invitare per una volta al mese Luca Zaia per affrontare problemi concreti mai risolti in questi anni di giunte a lui vicine che non hanno ottenuto nulla dalla Regione se non sue tappe elettorali in ogni campagna” così aveva detto, in campagna elettorale, il neosindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo che tra le proposte operative per il rilancio di Rovigo, al presidente Luca Zaia, aveva lanciato anche la richiesta per il coinvolgimento di Rovigo nelle olimpiadi invernali.
Ed ora che, le olimpiadi in veneto ci arriveranno davvero, il sindaco rilancia: “Sarà una grande opportunità anche per la nostra città - spiega Gaffeo - Ed è molto semplice: Rovigo va inserita nel contesto di visitazione turistica legato alle olimpiadi invernali del 2026”. Dello stesso parere anche il consigliere regionale e capogruppo Pd in consiglio comunale, Graziano Azzalin: “Questa è davvero una grande opportunità per il Veneto e per tutto il Paese - commenta - Ora però il comitato or-
ganizzatore deve essere bravo a coinvolgere tutto il territorio, non solo quello montano”. “Credo che possa essere un’ottima opportunità anche per il nostro capoluogo, Rovigo - aggiunge il consigliere regionale del Pd -che potrebbe essere coinvolto quantomeno a livello promozionale e di collegamento, come fu per l’intero paese l’a vv en to dell’Expo. Ripeto, dipenderà tutto dal comitato che organizzerà l’evento”. R. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA