RASSEGNA STAMPA DEL 26 GIUGNO 2019

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Direttore: Marco Travaglio

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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

I Giochi invernali 2026 il Caso

Caccia al top manager Primo banco di prova fra veneti e lombardi È scattato il toto-nomi sulla indicazione del commissario Malagò l’unico sicuro: alla guida del Coni dovrà seguire tutto

Fabio Poletti MILANO, Iniziamo bene. Il giorno dopo aver stracciato Stoccolma, la macchina di Milano-Cortina 2026 deve iniziare a correre. Ma il gioco di squadra lombardo veneto sembra già finito. Giuseppe Sala, il sindaco dell’urlo, parte con una premessa con il botto: «Mi interessa che la politica continui con questo patto. Adesso comincia una partita altrettanto difficile. Vuol dire mettersi d’accordo sulla governance. Dico solo che non tollererò che vengano a gestire una cosa così gli amici degli amici. Devono essere chiamati i più bravi». I giochi sono fra sette an-

ni ma non c’è troppo tempo. Il Cio da Losanna detta il cronoprogramma con un messaggio diretto al presidente del Coni: «Caro presidente Malagò da oggi si lavora, fateci avere la governance di Milano-Cortina entro l’estate». Prima riunione a Milano l’11 luglio. Difficile che si sappia già tipo di governance e management. Il sindaco di Milano, nel logo dei giochi c’è solo il Duomo e si capisce chi comanda, ragiona ad alta voce: «Dopo Expo sono perplesso sulla spa perché vincola molto. Dobbiamo prendere qualcuno che resti fino al 2026». L’idea è che il governo faccia un decreto da tramutare in legge, meglio in autunno

così si saprà con quale maggioranza. E che si trovi poi un commissario. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario con delega allo Sport, giura di avere già un nome in testa, ma ovviamente non lo dice: «Da sogniamo insieme il motto ora diventa lavoriamo insieme». Crederci è bello, ma il Governatore della Lombardia Attilio Fontana dice quello che sanno tutti: «Deve essere uno davvero molto bravo. Io ho in mente i miei nomi, Sala i suoi, Zaia i suoi...». Di nomi ce n’è d’avanzo in queste prime ore. Disegnano i profili più che candidature certe. Si parla dell’ex ad di Vodafone, Vittorio Colao, dell’ex presi-

I festeggiamenti della delegazione Italiana dopo l’assegnazione delle Olimpiadi a Milano-Cortina

dente di Samsung Carlo Barlocco e degli ex top manager di Alitalia, Carlo Sabelli, e di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, Giuseppe Bonomi. Il tira e molla sarà sull’asse Lombardia e Veneto. Qualcuno giura che Matteo Salvini ci vorrebbe mettere il cappello e da lì potrebbe uscire il suo candidato leghista a Palazzo Marino. Una specie di bis di quanto successo con Giuseppe

Sala diventato sindaco dopo i successi di Expo. L’unico nome sicuro in tutta questa baraonda è quello di Giovanni Malagò che alla guida del Coni dovrà «smazzarsi tutte le gare», come dice il Governatore del Veneto Luca Zaia che azzarda pure lui una road map: «Sulla governance non abbiamo nulla da inventare. Servono manager industriali, non mi interessa che diventi un cimitero degli elefanti con politi-

ci di ritorno». A vigilare su tutto ci sarà un Direttorio formato dai sindaci di Milano e Cortina Giuseppe Sala e Gianpietro Ghedina, dai governatori Attilio Fontana e Luca Zaia più il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, sempre che non finisca a fare il commissaario europeo. I giochi sono fatti. Manca solo il nome del commissario. C’è tutto il tempo per scannarsi. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

CORTINA

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si festeggia il decennale

Dolomiti Unesco: il Nordest che conta stamattina a Cortina con l’occhio al 2026 Il tema della sostenibilità ambientale così caro alla Morandini proiettato inevitabilmente sul grande evento a cinque cerchi Francesco Dal Mas CORTINA. Per i 10 anni delle

Dolomiti patrimonio Unesco ci sono un po’ tutti quelli che contano a Nordest. Alle 11, in piazza, sotto al campanile, s’incontreranno gli assessori regionali Federico Caner e Gianpaolo Bottacin (anche a nome del governatore Zaia che per sopravvenuti impegni dovrà disertare); il presidente del Friuli, Massimiliano Fedriga, col suo assessore Graziano Pizzimenti, presidente della Fondazione; Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano; Roberto Padrin di Belluno; il vicepresidente di Trento, Tonella; la sottosegretaria Vannia Gava che, essendo all’Ambiente, si occupa direttamente della Fondazione e che ha voluto una “festa dei popoli” per questo decennale. I popoli dolomitici, ben s’intende. E ci sarà anche Alessandro Benetton, presidente della Fondazione Cortina 2021. Ma è ovvio che oggi, a Cortina, ospiti del sindaco Ghedina, non si parlerà solo di protezione Unesco per le più belle montagne al mondo. Ghedina è reduce da Losanna, quindi è evidente che si parlerà anche di Olimpiadi. E magari Fedriga coglierà l’occasione per offrire al Ve-

E il dibattito potrebbe toccare anche il delicato comparto dei trasporti col “nodo” autostrada

Marcella Morandini, presidente della Fondazione Dolomiti Unesco

neto e a Ghedina qualche opportunità. Il tutto all’insegna di quella sostenibilità che la candidatura olimpica ha fatto sua prendendo spunto proprio dalle Dolomiti Unesco. «La sostenibilità è nel nostro dna», afferma, infatti, la direttrice Marcella Morandini.

pieve di cadore

Picchiano un passante e poi litigano in un bar: in due sono a processo PIEVE DI CADORE. Partite a bi-

liardino, una torta da mangiare in compagnia e un’atmosfera cordiale. Era stata una serata tranquilla, al bar Cristallo di Pieve di Cadore, fino a quando non vi hanno fatto irruzione Sigid Vigani e Michele Coletti. Dopo i fatti contestati il 13 ottobre di tre anni fa, entrambi sono finiti in tribunale per le ipotesi di reato di lesioni, minaccia aggrava-

sciistici con la protezione mondiale? È un altro degli interrogativi cui si farà cenno. Al momento, infatti, il tavolo della Fondazione Dolomiti Unesco è l’unico costantemente aperto e davvero operativo tra il Veneto, il Friuli e le Province di Trento e di Bolzano. Questa mattina non si potrà che parlare anche della tempesta Vaia e dell’urgenza di bonificare quanti più boschi possibili, su tutta la montagna nordestina. Proprio oggi partiranno anche 45 ragazzi dell’alpinismo giovanile delle associazioni alpinistiche di Alto Adige, Friuli, Trentino e Veneto che per una settimana lavoreranno alla sistemazione dei sentieri del Sistema 1 – Pelmo, Croda da Lago. Sotto l’egida del CAI (Club alpino italiano) e della SAT (Società alpinisti tridentini) i giovani lavoreranno per curare segnaletica e sentieri danneggiati dalla tempesta Vaia che si è abbattuta lo scorso 29 ottobre. Incontrarsi, stare insieme, costruire un senso di appartenenza

Una toga in tribunale

Non è escluso che, in questa prospettiva, si parli anche di trasporti, anch’essi ovviamente sostenibili. E che quindi difficilmente possono essere le autostrade. L’accesso ai passi dolomitici sarà un altro dei problemi. E quanto sono compatibili i collegamenti

ta e calunnia. Fino a pochi minuti prima i due imputati si trovavano dall’altra parte della strada, all’altezza dell’enoteca al Check. Uno dei due stava picchiando una persona, che a Pieve è conosciuta da tutti come «Carlo Erba» e questo ha richiamato l’attenzione del gestore del Cristallo. È bastato chiedere loro di smetterla, per fare in modo il clima di tensione abbia attraversato improvvisamente la strada. In particolare, Vigani se l’è presa prima con madre e figlia, apostrofandole con termini volgari e poi anche con il capofamiglia, che è stato afferrato per le gambe e fatto sbattere contro la macchina di Coletti. Sono stati documentati dei danni a una portiera, anche se involontari.

“dolomitico”, costruire relazioni e imparare sul campo l’importanza della cura del territorio. Non basta avvicinare i giovani alla bellezza della montagna, bisogna insegnare loro a prendersene cura. Soprattutto in un momento in cui moltissimi sentieri hanno subito gli effetti della tempesta Vaia: il lavoro volontario dei Club alpini che se ne occupano appare al limite del possibile e comporterà gli “straordinari” per diversi anni. Nelle giornate del campo i ragazzi potranno apprendere, grazie ad esercitazioni teoriche e pratiche, come viene organizzata e gestita la rete escursionistica montana, gestita dalle varie sezioni del CAI/SAT, ed il valore del lavoro dei volontari che contribuiscono alla manutenzione dei sentieri alpini. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Oltre a questo, più di qualche presente ha sentito la frase: «So dove abiti: vengo e ti taglio la gola». Le due donne hanno confermato tutto in aula e il padre di famiglia ha precisato di essere intervenuto soltanto per proteggerle. Non ha colpito Vigani, semmai è quest’ultimo a essersi buttato a terra, mentre si strappava la maglietta. È intervenuta una pattuglia dei carabinieri della stazione di Auronzo. Il militare sentito come testimone del pubblico ministero Gulli ha spiegato di aver trovato Vigani a torso nudo, sotto la giacca a vento. Aveva bevuto. Il giudice Zantedeschi ha rinviato al 22 ottobre, per sentire gli ultimi testi. — Gigi Sosso

borca

Prende la ex per il collo e la segue con l’auto: cadorino è in tribunale

Una donna maltrattata BORCA. Prende per il collo l’ex moglie. Il cadorino R.S. è in tribunale per le ipotesi di reato di lesioni aggravate e molestie nei confronti della convivente separata. L’uomo è difeso dall’avvocato pordenonese Coden, mentre la donna si è costituita parte civile, di conseguenza chiederà un adeguato risarcimento danni quando sarà il momento della discussione finale. La Procura della Repubblica accusa l’imputato di circostanze molto precise. Il 4 marzo 2015, durante una baruffa, l’avrebbe più volte afferrata per il collo e spunta con violenza, provocandole delle lesioni. La donna è andata al Pronto soccorso, dove i medici di turno le hanno refertato «trauma distrattivo alla colonna cervicale e trauma contusivo alla spalla destra». La prognosi complessiva di cinque giorni non sarebbe da lesioni aggravate, ma l’aggravante è contestata lo stesso, perché il fatto è stato commesso contro il coniuge. Ma in un secondo momento ci sono state anche le molestie, nel senso che la magistratura contesta all’uomo il fatto di aver seguito in diverse occasioni la moglie con la macchina.

Sempre secondo l’accusa, si è avvicinato a lei in maniera pericolosa, per di più in un luogo pubblico, in maniera da intimorirla. Con il suo comportamento la molestava e le provocava disturbo. In tribunale non sono mancati i testimoni che hanno confermato il fatto che tra i due c’erano dei litigi, ma è passato diverso tempo e i ricordi non sono più freschissimi. Capitava anche che i rapporti fossero tesi con quella famiglia, ma più che altro per motivi diversi, legati alla convivenza nel condominio. Una coppia ha deciso di cambiare residenza, ma non tanto perché disturbata dalle liti, quanto per il fatto che, in almeno un paio di occasioni, è venuta a mancare l’acqua calda e d’inverno questo era un disagio, a maggior ragione per chi saldava puntualmente tutto quello che c’era da pagare. Di sicuro quel 4 marzo la donna ha chiamato i carabinieri che sono arrivati sul posto e hanno raccolto la sua querela, dopo che l’imputato l’aveva aggredita. Il giudice Cittolin ha rinviato al 24 settembre per gli ultimi testimoni da ascoltare e la discussione, prima della sentenza. — G.S.

circonvenzione d’incapace

Nonna raggirata a Vodo «Sono stata una stupida» VODO DI CADORE. La chiamava Sonia. O anche la triestina. L’anziana raggirata per 41 mila euro pensava di avere a che fare con un’amica, che in realtà si chiamava Nadia Storti ed è accusata di circonvenzione d’incapace. Nell’udienza di ieri è stata sentita come teste di parte civile (avvocato Munerin) la nuova amministratrice di sostegno della vittima, che l’ha descritta come una 89enne fisicamente in buona salute, ma

psicologicamente in difficoltà. Che viveva da sola, piangeva spesso e non si dava pace per la scomparsa di soldi e gioielli: «Sono stata una stupida» diceva. Negli ultimi tempi, un’amica vera c’era. Una donna un po’ più giovane che ha raccolto le sue confidenze e anche i suoi timori: «Ho paura che vanga a farmi del male». Mancano due testi, che saranno sentiti il 5 novembre. — G.S.


MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

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I Giochi invernali 2026

Malagò con il premier Conte durante la audizione

Volano i titoli dell’edilizia le imprese sono fiduciose Da Confindustria agli artigiani tutti vedono le Olimpiadi come un’occasione per rilanciare le attività. Il ministro Toninelli avverte: «Niente speculazioni» Francesco Dal Mas BELLUNO. Il primo effetto delle

Olimpiadi Milano-Cortina si è visto ieri in Borsa. I titoli del settore delle costruzioni e del cemento a Piazza Affari sono schizzati verso l’alto.

L’IMPRENDITORIA

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia sottolinea che «quando facciamo sistema, quando agiamo sulle potenzialità del paese, determiniamo degli effetti positivi, non solo ai fini economici per i finanziamenti che riceveremo, ma anche ai fini di ottimismo e di fiducia del paese». Federico De Ponti, amministratore delegato di Boxeur Des Rues e presidente di Assosport, mette in conto un +10 per cento per il fatturato dell’industria dello sport italia-

na, nell’anno dei Giochi, ma l’effetto trascinamento inizia già d’ora. VOLANO PER IL TURISMO

Il presidente di Enit-Agenzia nazionale del turismo, Giorgio Palmucci, ricorda che la vacanza in montagna ha totalizzato l’anno scorso 3,4 milioni di visitatori stranieri. In crescita anche i pernottamenti, pari a 14,8 milioni (+14 per cento sul 2017). I turisti stranieri in vacanza in montagna sono invogliati a spendere, quasi 1,6 miliardi gli euro investiti. Cortina è tra le mete preferite del turismo active con oltre 112 mila visitatori nel 2018 (+41,3 per cento) per 80 milioni di euro di introiti (+38,3 per cento). INIEZIONE DI OTTIMISMO PER L’EDILIZIA

Spazio alla fiducia, dunque.

Specie nelle costruzioni. I diciotto alberghi in ristrutturazione a Cortina per i Mondiali di sci lo testimoniano. Ma, attenzione: il ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli, ha ammonito: «Io penso che quella delle Olimpiadi sia la vittoria del sistema Italia. È una vittoria sulla carta, ora inizia la vera fatica. Con il M5S al governo dovrà essere sostenibile e senza sprechi. Con lo “Spazzacorrotti” chi crede di fare il furbo e di prendere dei soldini in pochi minuti avrà le manette ai polsi».

GLI ARTIGIANI CATEGORIE ECONOMICHE

«Il mondo delle imprese», ha convenuto Maria Cristina Piovesana, presidente di VenetoCentro Imprenditori Padova Treviso, «è convinto che questa manifestazione potrà essere un’opportunità per costruire, dal Veneto alla Lombardia,

valle del boite

Sindaci concordi: «Occasione per l’economia e il turismo» CORTINA. Le Olimpiadi fanno

sperare i sindaci della valle del Boite in un futuro prospero e di crescita per i territori. «Noi nel nostro piccolo abbiamo collaborato con l’assessore regionale al turismo, Federico Caner, per invitare gli albergatori a garantire l’ospitalità al Cio», esordisce Franco De Bon, sindaco di San Vito. «E ringrazio i nostri imprenditori che hanno risposto all’appello. Se gestite da padri di fa-

miglia responsabili le Olimpiadi saranno uno volano unico. Ho trovato proprio in questi giorni un vecchio filmato che darò a Ghedina in cui mio nonno, Giovanni Del Favero, da sindaco intervistato da Enzo Tortora, parlava nel’ 52 della positività delle Olimpiadi di Cortina del 1956. Io dopo anni la penso allo stesso modo. I Giochi sono un’opportunità per tutta la provincia oltre che per l’Italia».

una formidabile area integrata di classe europea che è parte del nuovo triangolo industriale che abbiamo contribuito a delineare. E un moltiplicatore di investimenti, di qualità urbana e di vita e di attrattività non solo per i nostri territori ma per l’intero Paese. Dopo la candidatura delle colline del prosecco a patrimonio Unesco, un nuovo successo di cui va dato atto alla coerente determinazione del governatore Zaia e di tutta la squadra istituzionale e sportiva».

«Per noi è importantissimo che Cortina abbia ottenuto i Giochi», aggiunge Bortolo sala, sindaco di Borca, «e abbiamo sposato il progetto fin dall’inizio. Un’Olimpiade diffusa, a basso impatto e a basso costo, grazie a Cortina, porterà indubbi benefici. Poi devo ammettere che si sono comportati tutti molto bene: hanno raggiunto l’obiettivo lavorando uniti, senza polemiche». Felicissimo anche Domeni-

Secondo il presidente di Confartigianato imprese Veneto, Agostino Bonomo, questa è un’occasione più unica che rara non solo per il Bellunese ma per tutto il Veneto, che richiederà impegni finanziari importanti, come scelte all’insegna dell’ecosostenibilità.

co Belfi, sindaco di Vodo: «Avere le Olimpiadi a Cortina è soprattutto un’occasione di sviluppo economico e turistico, non solo per la valle del Boite, ma per l’intera provincia. La promozione turistica che deriverà dall’ospitare i Giochi avrà effetti benefici anche negli anni a seguire. È una grande opportunità e non posso che ringraziare chi ha portato in Italia i Giochi del 2026». Un’opportunità che anche Cibiana vuole sfruttare al massimo. «Mi sono emozionato quando hanno detto Milano-Cortina», ammette il sindaco Mattia Gosetti. «È una cosa immensa poter ospitare a pochi chilometri da noi il più grande evento sportivo del mondo. È un’occasione per crescere e per riqualificare anche

I collaboratori di Bonomo hanno fatto il conto che una rete di quasi 18 mila attività sarà al servizio di atleti, staff e pubblico con servizi all’altezza della situazione. Nei sei territori più direttamente interessati dalle gare e dagli eventi dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026 – si tratta delle province di Milano e Sondrio in Lombardia, Bolzano e Trento in Trentino Alto Adige, Belluno e Verona in Veneto – operano 490 mila micro e piccole imprese che danno lavoro a 1 milione e 307 mila addetti, pari al 48 per cento dell’occupazione dei territori in esame. Oltre un’impresa su cinque (21,6 per cento) è artigiana e l’artigianato dei territori interessati dà lavoro a 274 mila addetti. Il peso maggiore di micro e piccole imprese sull’economia si registra a Sondrio (70,5 per cento), Bolzano (69,2), Trento (67,9) e Belluno (65). Scendendo a livello di artigianato veneto, nel perimetro delle attività operanti nei settori a maggiore vicinanza al turismo, sono potenzialmente coinvolte 17.777 imprese pari al 13,7 per cento del totale. Con questo parterre, le imprese locali vanno privilegiate; è quanto raccomandano i presidenti di Cna Belluno e Veneto, Massimo Sposato e Alessandro Conte. «Dobbiamo fare fronte comune soprattutto per

i nostri piccoli Comuni. Tanti miei compaesani alle Olimpiadi del 1956 di Cortina hanno gareggiato e qui a Cibiana si vede la futura olimpiade con uno spirito sportivo incredibile. Per noi è comunque l’occasione per combattere l’isolamento. Le Olimpiadi porteranno turismo e benefici e sarà da stu-

Per i piccoli Comuni il beneficio sarà anche quello di combattere l’isolamento diare anche la viabilità di accesso a Cortina, pertanto chiederemo di rivalutare il progetto Macchietto-Venas che con la realizzazione del ponte che

ottenere che tutti gli interventi che saranno realizzati siano ecosostenibili e a basso impatto ambientale», dicono, mentre il presidente di Appia Cna Cortina d’Ampezzo, Roger Alberti, evidenzia l’importanza che «siano favorite le imprese locali, in un vero gioco di squadra tra le istituzioni e gli attori economici del territorio, in primo luogo le rappresentanze delle imprese». CONFINDUSTRIA

Il presidente regionale di Confindustria Trentino-Alto Adige e vice-presidente di Confindustria nazionale, Stefan Pan, non ha dubbi al riguardo. «Dobbiamo iniziare da subito a programmare investimenti che rendano il nostro territorio raggiungibile e sempre più connesso col resto del mondo: moderni ed efficienti collegamenti stradali, ferroviari e per il trasferimento dati saranno decisivi per la buona riuscita di questo straordinario evento in cui le nostre Province e le nostre imprese sapranno svolgere un ruolo da protagonista». CONFESERCENTI

Per la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, «il riconoscimento dell’Italia olimpica è una grande opportunità, con un impatto economico di rilievo, quasi 5 miliardi che rivitalizzeranno economia ed occupazione». —

unisca Cibiana all’Alemagna ci porterà al centro della valle del Boite in pochi istanti». Per Marianna Hofer, sindaco di Valle, «è una cosa pazzesca pensare a tutta la voglia che avranno i giovani atleti di essere partecipi a questa Olimpiade. E poi non riesco a dimenticare che ho trascorso vari anni a Milano e proprio quest’anno all’adunata degli Alpini, sfilando pensavo a Milano-Cortina assieme per i Giochi 2026. Da sportiva sono emozionata, ho esultato. Da sindaco sono convinta che sia un’opportunità di miglioramento del nostro territorio. Sarà un volano per avere le infrastrutture che mancano e per potenziare il turismo e l’economia». — A.S.


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Primo Piano

Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it

La riforma

Autonomia, M5S frena in Cdm solo una bozza Scontro sulle Camere Vertice serale a palazzo Chigi `La Lega: in Parlamento solo una Pressing di Salvini: testo pronto informativa. Ai grillini non basta `

IL CASO ROMA «Le cose vanno fatte bene». Così, a sera, Matteo Salvini risponde centellinando le parole in diretta tv alla domanda se l’intesa sull’autonomia differenziata andrà oggi davvero in Consiglio dei ministri come la Lega chiede da giorni. «Lavori in corso», spiega ancor più cauto il vicepremier, riferendosi al vertice notturno a palazzo Chigi, «c’è ancora qualche discussione a livello di burocrati ministeriali che la riforma non la vorrebbero, ma noi pensiamo che decentrando a livello locale le cose si fanno meglio». Cautela, appunto. Non proprio i toni con cui si era aperta la giornata. «Stasera abbiamo un’altra riunione sull’autonomia, per carità, facciamola pure, ma noi siamo pronti da tempo. Il testo base è pronto per la riunione di domani del consiglio dei ministri, con grande vantaggio per tutte le Regioni italiane, altrimenti a Roma si ingolfa tutto. Le Olimpiadi ci dicono che dove corrono gli enti locali l’Italia vince». Di prima mattina, ancora di ottimo umore per gli esiti del comitato Olimpico di

IL VICEPREMIER DEL CARROCCIO CITA IL MODELLO OLIMPIADI: SE CORRONO GLI ENTI LOCALI, L’ITALIA VINCE A ROMA TUTTO SI INGOLFA

Losanna, Salvini assicura che l’autonomia regionale cara alla Lega e avversata dagli alleati 5Stelle - è in dirittura d’arrivo. Ed effettivamente in serata, Salvini, con Luigi Di Maio, la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani, il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, il ministro ai Rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro, e il sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni, si riuniscono a palazzo Chigi per fare un punto con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’obiettivo della Lega è tesaurizzare lo slancio olimpico e portare oggi in Consiglio dei ministri l’intesa con le Regioni tanto cara proprio ai governatori vincitori della partita sportiva, Luca Zaia e Attilio Fontana. I 5Stelle, al contrario, anche ieri sera hanno frenato.

PRIMO PASSAGGIO E dunque, quello di questa sera in Consiglio sarà con ogni proba-

MINISTRO Erika Stefani

bilità solo un primo passaggio. Lo spiegano fonti di governo, secondo le quali dopo un via libera solo preliminare alle intese, dovrebbero essere convocate le Regioni. Solo dopo, ci sarà il via libera vero e proprio che dovrebbe arrivare - così chiede la Lega - in una nuova riunione la prossima settimana. Il vertice politico convocato per ieri sera serviva a sciogliere i nodi di merito sui singoli capitoli degli accordi con Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Ma resta centrale anche il ruolo del Parlamento. I leghisti, spiegano fonti governative, spingono perché il passaggio alle Camere sia snello, magari con un’informativa del premier Conte. I Cinque stelle chiedono invece un passaggio più corposo e con tempi più distesi, con il parere di tutte le commissioni parlamentari e la possibilità di emendare gli accordi. Il fronte del Sud, intanto, segue con apprensione l’evolversi della trattativa giallo-verde. «La

ROMA L’ultimo cambio di casacca, quello della pentastellata dissidente Paola Nugnes, che ha annunciato l’addio a M5S, rischia di mettere in seria difficoltà la maggioranza giallo-verde alla vigilia di una serie di voti parlamentare-chiave per la sopravvivenza della legislatura. La coalizione di governo a palazzo Madama si ritrova infatti con appena 3 senatori di scarto: a quota 164, rispetto ai 161 che segnano metà aula. Tra espulsioni e strappi, M5S ha perso per strada da inizio legislatura ben 12 parlamentari: 7 deputati e 5 senatori, passati quasi tutti al Gruppo Misto, con sole due eccezioni verso Forza Italia (Matteo Dall’Osso) e Salvatore Caiata (Fratelli d’Italia). In realtà, un curioso sudoku dovrebbe portare nuovi senatori a vantaggio dei giallo-verdi. A fronte di Nugnes in transito da M5S al gruppo Misto, il Movimento recupererebbe infatti un eletto in Sicilia. Qui i pentastelal-

Regione Campania - fa sapere il governatore della Campania, Vincenzo De Luca - ha combattuto con i denti per bloccare il 12 febbraio scorso un accordo che stavano firmando governo nazionale e governo della Regione Veneto che avrebbe spostato nel Veneto 6 miliardi di euro a danno del

LE TAPPE

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I referendum consultivi A fine 2017 i cittadini di Lombardia e Veneto hanno approvato con referendum consultivo la richiesta di maggiore autonomia regionale

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Si muove anche l’Emilia Anche l’Emilia-Romagna ha chiesto maggiore autonomia ma senza referendum e su una quantità inferiore di materie

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I tempi si allungano A fine 2018 si stabilisce che il dossier sarebbe stato esaminato fin da gennaio ma poi i tempi si sono allungati

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Il ruolo delle Camere Impossibile finora un’intesa nella maggioranza. Inoltre il Quirinale ha ribadito che le Camere dovranno svolgere un ruolo attivo

Sud». Secondo De Luca «il sistema universitario rischia di essere spaccato in due dai processi di federalismo spinto che tendono a valorizzare realtà del Nord e tendono ad affermare il principio che chi ha più soldi ha più servizi». Il governatore sottolinea l’importanza di «combattere per evitare che ci siano università di serie A e di serie B» in quanto «abbiamo dimostrato che pur avendo risorse limitate offriamo servizi di qualità superiore». Per De Luca, però, «c’è un limite oltre il quale ti devi misurare con le risorse. Noi siamo pronti alla sfida dell’efficienza ma a condizione che parliamo chiaro e che ci sia per tutte le regioni lo stesso trasferimento di risorse pro-capite. A queste condizioni non temiamo nessuno. Siamo pronti a qualsiasi sfida» Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA

Esodo M5S, in Senato maggioranza a +3 E Dibba ci ripensa: meglio non votare ora IL RETROSCENA

Matteo Salvini (foto MISTRULLI)

ti avevano ottenuto talmente tanti voti da maturare il diritto a un numero di eletti superiore ai candidati. Proprio ieri la Giunta per le elezioni di palazzo Madama ha stabilito che il seggio siculo va assegnato a un candidato sempre di M5S non eletto di un altra regione (l’Umbria). M5S quindi manterrebbe i suoi 107 senatori. La Lega a sua volta perderebbe un seggio in Calabria, guadagnandone invece uno in Emilia Romagna a scapito del Pd Edoardo Patriarca. In Calabria, infatti, il riconteggio ha chiarito che 2.611 voti sono stati trascritti erroneamente alla Lega anziché a FI: la Giunta dovrebbe quindi attribuire il seggio all’«azzurra» Ful-

COALIZIONE A QUOTA 164 CON IL PASSAGGIO DELLA NUGNES AL MISTO SALGONO A 12 I PARLAMENTARI GRILLINI FUORIUSCITI

via Caligiuri, togliendolo a Matteo Salvini, che risulterebbe eletto nel Lazio 1 (a danno di Cinzia Bonfrisco, eletta a Strasburgo). Insomma, come ha detto Di Maio domenica, «i numeri per la maggioranza sono ben saldi». Almeno sulla carta. Resta però alta la tensione all’interno dei pentastellati con i rischi di nuove defezioni, stavolta non compensate da nessuna new entry. «È vero dopo le elezioni europee pensavo e ho provato a spingere affinché il governo cadesse, ma adesso mi rendo conto quanto sia complicato. C’ho pensato bene, non è una strada percorribile». Alessandro Di Battista, sempre più isolato all’interno del M5S, ingrana la retromarcia. Tanto che ieri mattina si è sfogato con diversi esponenti del Movimento per far arrivare un messaggio di tregua a Luigi Di Maio. Ma il leader dei 5 Stelle al momento non ne vuol sapere. Sono troppi i dossier sulla sua scrivania a dargli pensiero: da una parte i rapporti con l’alleato, Matteo Salvini, dall’altra gli equilibri in-

I gialloverdi al Senato Dopo il passaggio di Paola Nugnes dai Cinquestelle al gruppo Misto

Totale

164

terni ai gruppi parlamentari. La situazione più critica è al Senato, dove la maggioranza gialloverde, dopo l’addio di Paola Nugnes, si regge su tre voti, con una discreta pattuglia di ribelli pentastellati pronta a puntare i piedi.

maggioranza (metà+1)

160 Lega

58

INSOFFERENZA A questa situazione si somma l’insofferenza di vari big non proprio vicini a Di Maio. Uno di questi è Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, che venerdì scorso è andato a Milano per incontrare Davide Casaleggio. Il faccia a faccia fa parte di una serie di “sondaggi” che il il figlio di Gianroberto ha deciso di mettere in campo per capire come intervenire. Morra è da sempre critico con Di Maio: ricopre troppe cariche a discapito del M5S che nasce come intelligenza collettiva. Proprio Morra, dopo la scoppola delle Europee, propose una cabina di regia con 5 saggi per aiutare «Luigi» a superare questa fase. Sempre il presidente dell’Antimafia, che fa parte del 40% che su Rousseau si schierò

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M5S

106 SENATO Se la giunta elezioni riconosce oggi un seggio in più al M5s (tra i 3 mai assegnati), questo torna a 107 (ma la maggioranza sale a 161)

per l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini sul caso Diciotti, ogni “due per tre” nei colloqui privati ripete concetti di questo tipo: dobbiamo puntare sulle nostre battaglie identitarie, costi quel che costi, altrimenti rischiamo di scomparire. Ritornare di lotta, dunque anche a discapito del governo. Morra, infine, ha una posizione molto netta anche

sulle regole: «Il vincolo dei due mandati per me dovrebbe rimanere, solo in caso di crisi si può mettere al voto su Rousseau, ma tendenzialmente sono per mantenere le nostre regole». Il Senato dunque come spauracchio, da tradizione. S.Can. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it

Dal Pd a M5s, in Veneto tante giravolte olimpiche Un anno fa dicevano: il dossier? Solo fumo `Oggi elogiano il «grandissimo successo» Il Veneto? Senza relazioni. I Giochi? Spreco e le capacità di “tessitore” del governatore `

tion Center Zaia e il sindaco di Milano Beppe Sala si abbracciano ed è uno sventolare di tricolori.

LA POLEMICA dal nostro inviato

UNA VITTORIA TRICOLORE Dall’alto, il trionfo della delegazione italiana a Losanna, la gioia di Sofia Goggia, una delle campionesse azzurre protagonista della presentazione olimpica e Luca Zaia ieri a Palazzo Balbi

ne: «Sono tantissimi i ragazzi che ci stanno già chiedendo di poter fare i volontari». E quella rosa: «A dispetto delle polemiche sulla discesa maschile a Bormio, siamo stati noi a volere la femminile a Cortina, perché crediamo nel traino di Sofia Goggia e delle altre atlete». A proposito di neve, Zaia lancia un appello ai bellunesi: «Bisogna che il logo olimpico campeggi su tutte le vetrine, occorre brandizzare l’intera montagna veneta. E anche la città di Verona, che ospiterà la cerimonia di chiusura in mondovisione: sarà lo spettacolo che all’Arena non c’è mai stato». In tema di marchi, pare che non sarà aggiunto quello delle Dolomiti. «Già siamo stati sgridati dai puristi – sorride il governatore – perché in Svizzera le abbiamo chiamate “Dolomites”,

in inglese, anche se non abbiamo trasformato Milano in “Milan”, che pure in lombardo sarebbe suonato bene lo stesso... Scherzi a parte, il logo resta quello, ma indubbiamente la questione del Patrimonio dell’Umanità ha pesato molto sulla scelta del Cio. Lo dico perché siamo in odore di Prosecco». Puro profumo virtuale di colline, a caccia del titolo Unesco il 7 luglio a Baku, perché a Palazzo di brindisi vero non c’è neanche l’ombra. Nemmeno per lavare via l’onta di cinque anni fa, la candidatura ai Mondiali di sci alpino spazzata via dagli arresti del Mose, il 6 giugno 2014 proprio a vantaggio di Åre. «Quella l’abbiamo già sanata a Losanna: questa volta abbiamo vinto noi». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

LOSANNA (SVIZZERA) Come si cambia, cantava Fiorella Mannoia. E, del resto, come diceva il poeta James Russell Lowell, solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea. È cosi che in Veneto, e non solo, sulle Olimpiadi invernali 2026 si è registrata una giravolta di opinioni. Tant’è che qualche maligno navigatore del web si è premurato di sottolinearlo. Lunedì sera, mentre al Lausanne Palace, il sontuoso albergo scelto dal Cio per i ricevimenti della sua 134ma sessione, si festeggiava la vittoria di Milano-Cortina e pure alcuni componenti della sconfitta delegazione svedese si complimentavano con Giovanni Malagò e tutto il resto della squadra italiana, sui telefonini dei veneti rimbalzava un video con il sottofondo musicale di Fiorenzo Carpi, il compositore della celebre colonna sonora di Pinocchio. Un lavoro, peraltro, non recentissimo, datato per la precisione un mese fa, quando il Comitato Internazionale Olimpico pubblicò il rapporto della commissione valutatrice presieduta dall’ex rugbista Octavian Morariu relativo alla candidatura delle Dolomiti. E, come si ricorderà, furono parole entusiastiche. È così che, nella notte dei festeggiamenti per l’assegnazione dei Giochi invernali a Milano-Cortina, quel video ha ricominciato a circolare in rete. Suscitando, tra i veneti in gloriosa trasferta in Svizzera, scontati sorrisini. Si tratta di una carrellata di titoli di giornali risalenti a un anno prima, il 2018, quando all’avventura olimpica - e in particolare alle capacità “relazionali” del governatore Luca Zaia - non credevano tutti. Di sicuro non il Partito Democratico e non il Movimento 5 Stelle. Legittime opinioni. Che però stridono con i commenti del 24 giugno 2019, quando a Cortina le campane suonano a festa per la vittoria, allo Swiss Tech Conven-

IL GRILLINO BERTI AVEVA LIQUIDATO LA CANDIDATURA «UNA SBRUFFONATA». IERI I SUOI GIOIVANO «NOSTRA VITTORIA»

IERI Il video ricorda cosa si diceva il 26 giugno 2018, quando venne presentato il dossier della società WePlan, quello relativo alla candidatura di Cortina all’epoca contrapposta a Milano e Torino. La deputata dem Alessia Rotta: «Za-

ia non riesce a costruire le relazioni per ottenere obiettivi ambiziosi. Oltre la conferenza stampa, il nulla». Il dossier? Solo «fumo». Il deputato bellunese Roger De Menech, Pd: «Il dossier Zaia non va oltre la cartella stampa, non ha basi solide per vincere». La deputata veneziana del Pd, Sara Moretto: «Il dossier di Zaia è in ritardo e ha argomenti deboli, è propaganda senza relazioni politiche a so-

Il sindaco festeggia

stenerla». Rifondazione Comunista si era già espressa alcuni mesi prima: «La candidatura è uno spreco e un danno al territorio». Il consigliere regionale del Pd, Claudio Sinigaglia: «Lo sport è ridotto a propaganda, Zaia promuove una candidatura a livello personale, non è serio». E il consigliere regionale del M5s Jacopo Berti: «Il dossier Zaia è una sbruffonata, il cane di tre padroni muore di fame». Quando i “tre padroni” hanno visto il ritiro di Torino guidata dalla pentastellata Chiara Appendino, mentre Milano e Cortina con Trento e Bolzano hanno unito le forze, il M5s ha mantenuto lo scetticismo. Marzo 2019, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Simone Valente: «In Italia le Olimpiadi sono un grande punto interrogativo».

OGGI

Ghedina mantiene le promesse: bagno notturno nel lago Lemano Dopo aver conquistato le Olimpiadi invernali 2026 per la sua Cortina, il sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina si è tuffato nelle acque del lago Lemano. «Lo avevo detto e l’ho fatto: se avessimo vinto la sfida con Stoccolma, mi sarei buttato in acqua – spiega Ghedina – era notte, era buio, si vedeva poco, ma due bracciate le ho fatte». Egli stesso ha postato la fotografia su facebook, che ha riscosso centinaia di consensi e molti commenti divertiti, oltre a numerose congratulazioni per l’obiettivo centrato. «Lunedì sera abbiamo festeggiato lo straordinario risultato ottenuto, anche per scaricare lo stress accumulato negli ultimi giorni – aggiunge Ghedina – e quella festa l’abbiamo vissuta con lo stesso spirito di gruppo con

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cui abbiamo condotto la candidatura, per un anno, con un grande lavoro di squadra, senza guardare al colore politico, con tutte le amministrazioni coinvolte, assieme al Coni e agli atleti ancora in attività o che hanno assunto ruoli dirigenziali». Ghedina ha una grande familiarità con l’acqua, da appassionato sportivo che, oltre a frequentare assiduamente la montagna, l’estate in sella alla mountain bike e l’inverno con gli sci, ama molto il mare e ha pure la patente nautica. Intanto può riprendere da vincitore il suo posto in municipio e guardare quel totem che dalla piazza ha scandito lo scorrere del tempo fino alle 18 di lunedì e ora ha cambiato “faccia”: «Il sogno si è avverato», c’è scritto. Marco Dibona © RIPRODUZIONE RISERVATA

Assegnati i Giochi a Milano-Cortina con Trento e Bolzano, i commenti sono stati i seguenti. Il dem Sinigaglia: «Milano-Cortina 2026, risultato eccezionale per il Veneto e l’Italia. Servirà l’impegno di tutti per realizzare un’edizione indimenticabile». L’onorevole Rotta: «Grandissima vittoria del nostro Paese, frutto di determinazione di chi non ha paura di andare avanti». Menech: «Il merito va condiviso tra tutti gli attori, ma un ringraziamento speciale va al Comitato promotore e agli operatori di Cortina che ci hanno creduto fin dal primo momento». Esemplare Alessandra Moretti, neo-eurodeputata Pd: «Noi non cambiamo idea a seconda della convenienza politica». L’ultimo comunicato di ieri è a firma congiunta Rotta, De Menech, Moretto: «Un ringraziamento sincero va anche alle Regioni Veneto e Lombardia e ai rispettivi presidenti perché l’incessante attività di comunicazione e pubbliche relazioni svolta ha certamente contribuito a mantenere il tema al centro dell’agenda pubblica». E il M5s? Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, proprio colei che aveva ritirato la candidatura della capitale per i Giochi estivi del 2024, in un tweet: «Le Olimpiadi invernali 2026 si faranno in Italia. Congratulazioni ai colleghi Sala e Ghedina». E la sezione lombarda dei grillini: «Una vittoria del M5s». E’ proprio vero, Mannoia: come si cambia. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it

Milano-Cortina 2026

Zaia: «Giochi aperti a tutti, ma niente politici di ritorno» `«Ci sono le condizioni per un nuovo «Sul pullman delle Olimpiadi c’è posto anche per chi ha cambiato idea» Rinascimento del Veneto e dell’Italia» `

A PALAZZO

In consiglio regionale

VENEZIA «The host is...». Ventidue ore dopo, torna a risuonare la voce di Thomas Bach, con annessa suspense da proclamazione della città scelta appunto per ospitare le Olimpiadi Invernali 2026. Ma qui non siamo nella diretta del trionfo al Swiss Tech Convention Centre di Losanna, bensì in una sorta di replica dell’emozione al (pur addobbato a festa) piano nobile di Palazzo Balbi a Venezia, per cui la platea regionale di assessori e consiglieri, dirigenti e dipendenti, ha già smaltito la tensione della sfida finale contro Stoccolma-Åre e aspetta solo di sentirsi ripetere quello che sa già: «...Milano-Cortina!». E allora via con l’applauso, per l’annuncio in video del presidente del Cio ma pure per l’ingresso in sala del governatore Luca Zaia, che è ancora vestito con l’impeccabile divisa Armani della delegazione italiana e tuttavia non vede l’ora di rompere l’ufficialità con una battuta delle sue: «Massa boni», ringrazia infatti tutti, dicendo che sono troppo buoni.

IL PULLMAN

Mostra di volerlo essere anche lui, quando assicura di non voler fare polemica con nessuno, neanche con quanti sono saliti sul carro dei vincitori soltanto adesso: «Vengano pure tutti nel pullman delle Olimpiadi, è pieno di posti. I nostri nemici sono quelli che continuano a parlare male dei Gio-

«INIZIA UNA FASE DELICATA, MA SIAMO GIÀ OPERATIVI. SERVONO MANAGER VERI, NO AL CIMITERO DEGLI ELEFANTI»

Anche i grillini esultano, poi “disertano” VENEZIA Ieri pomeriggio il Consiglio regionale è stato dichiarato concluso già alle 15.30, neanche un’ora dopo la ripresa della seduta dopo la pausa pranzo. Tutti volevano infatti assistere alla conferenza stampa convocata alle 16 dal governatore Luca Zaia, tanto che i motoscafi si sono incolonnati da Palazzo Ferro Fini al Balbi. Tutti tranne il Movimento 5 Stelle, che dopo aver maturato una mezza idea di partecipare, ci ha ripensato e ha disertato. Pensare che lunedì su Facebook i pentastellati veneti avevano esultato alla notizia della vittoria di Milano-Cortina. «Sono molto orgogliosa di questo risultato», aveva scritto la capogruppo

chi, non chi prima ne parlava male e oggi bene, solo i mone non cambiano mai idea». Di corriere l’Italia ne ha riempite tre in Svizzera, «gente giovane piena di idee innovative, contro la Svezia che ha imbarcato chiunque, mancava solo mister Ikea», ironizza Zaia. La sua idea di coinvolgimento è però un’altra e il leghista la espone riferendosi ai pentastellati, che a livello nazionale sembrano pentiti dell’iniziale contrarietà alla candidatura: «Penso che le Olimpiadi siano di tutti, che non debbano avere colore politico o ideologie. E penso che la porta sia sempre aperta per tutti». O quasi: il Piemonte, per esempio, ormai è fuori. «Sono stato uno che ha lavorato perché rimanesse dentro – puntualizza – tanto che mi sarò sentito al telefono mille volte con

Erika Baldin (in foto). «Oggi si festeggia, da domani tutti a disposizione», aveva promesso il consigliere Jacopo Berti. Invece niente: seppur intenzionata a prendere parte all’incontro, Baldin ha voluto un confronto con i colleghi,

Valter Marin, sindaco (di origine veneziana, ndr.) di Sestriere. Ma con Torino non c’è stato verso: a casa mia si dice che ci vogliono “do schei de mona” per trattare, ma se non vuoi discutere, allora è finita. A questo punto credo che un rientro sia difficile, se non improbabile, perché dovremmo giustificare un dossier con altri costi».

I CONTI Invece i conti di Lombardia e Veneto quadrano, tanto più da lunedì sera, quando con la firma del contratto che Zaia mostra con orgoglio («Lo metteremo sotto una teca di plexiglas, a futura memoria»), il Comitato olimpico internazionale ha staccato un assegno da 925 milioni di dollari per l’organizzazione dell’evento spor-

che a quanto pare ha dato esito negativo. Forse si sono voluti evitare imbarazzi con i vertici nazionali, come ha rimarcato Stefano Casali di Centro Destra Veneto: «Di Maio and Friends festeggiano il “sì” per le Olimpiadi 2026 in Italia e salgono sul carro dei vincitori, ma noi abbiamo la memoria lunga». C’era invece il Partito Democratico, con Stefano Fracasso, Orietta Salemi e Graziano Azzalin. Zaia ha ringraziato «il Consiglio regionale, la Giunta, la maggioranza». Non l’opposizione, ma va detto che «per la stanchezza» si era dimenticato pure del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

tivo. «Nei sette anni da qui al 2026 – sottolinea il governatore – si prevede un incremento del Pil importante, una sorta di nuovo Rinascimento che interesserà l’Italia e il Veneto. Vedo che oggi non si parla più della lettera dell’Europa, o dello spread, ma delle Olimpiadi. Questo dà la dimensione del fatto. E questa è la più bella sfida che tocca al Veneto, insieme all’autonomia. Per questo siamo già operativi, anche in vista della governance, su cui non abbiamo nulla da inventare: dobbiamo solo mutuare le esperienze positive». Il modello è chiaramente l’Expo di Beppe Sala: «Ci sarà una parte operativa che si “smazza” le gare, fa le ristrutturazioni gli e impianti. E poi ci sarà un board esecutivo, composto dalle istituzioni che hanno creduto nelle

«Pensavano fossimo inaffidabili ma noi siamo la Baviera d’Italia»

IL RETROSCENA dal nostro inviato

LOSANNA (SVIZZERA) «Perché la Svezia ha perso? Perché puntava sulla nostra inaffidabilità. Ma non aveva fatto i conti con la caparbietà del Veneto. Questa è la Baviera italiana». Lunedì 24 giugno 2019, manca poco a mezzanotte. I festeggiamenti offerti dal Cio per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano- Cortina sono finiti. Un buffet in piedi, un po’ di musica, tante strette di mano, pacche sulle spalle, l’entusiasmo e l’adrenalina che lasciano il posto alla stanchezza. Perché è da un anno, prima su fronti opposti e poi unite, che Milano e Cortina, con Trento e Bolzano di supporto, lavorano per ottenere i Giochi. L’intera delegazione è arrivata a Losanna sabato. E da sabato, fino

al lunedì della “gara”, è stato un continuo provare e riprovare la presentazione della candidatura. Dicono che il duetto con il sindaco di Milano Beppe Sala, il governatore veneto Luca Zaia l’abbia provato un centinaio di volte. Da solo. Con qualcuno che vestiva i panni di Sala quando il sindaco di Milano non c’era. Prove su prove a leggere sul gobbo l’intervento, facendo attenzione all’inglese e alla calata veneta, cronometrando i tempi, perché l’imperativo era non sforare.

SASSOLINI E adesso che è finita e i delegati italiani si riposano al fresco nel giardino del Royal Savoy, dove il

Cio ha ospitato le delegazioni, Zaia può togliersi qualche sassolino. «Gli svedesi erano convinti di vincere», dice quando gli si chiede se, al momento della proclamazione, ha visto il volto terreo della principessa Vittoria. «Erano convinti di stracciarci, un’altra volta, come a Barcellona nel giugno del 2014, quando la nostra Cortina perse i campionati mondiali di sci a favore di Aare». Quei campionati si sono svolti lo scorso febbraio e le cronache stridono con il video di presentazione della candidatura svedese mostrato poche ore prima ai membri del Comitato Internazionale Olimpico: erano immagini dominate dal sole e dal cielo terso, con-

dizioni climatiche un tantino diverse dalla realtà se si considera che quattro mesi prima gli atleti impegnati ai Mondiali in Svezia sono stati bloccati in aeroporto, i bagagli smarriti, un caos nei voli.

GARANZIE «E poi - dice Zaia - si sono dimenticati dei disabili, non hanno coinvolto un solo atleta paralimpico. Hanno sbagliato strategia. Noi, invece, siamo stati impeccabili, abbiamo studiato e preparato la presentazione in maniera scientifica, siamo riusciti addirittura a risparmiare 15 secondi. Contavano sulla nostra inaffidabilità, senza sapere che noi siamo la Baviera d’Italia».

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Alto Adige

«Arno, l’italiano» l’ira dei tirolesi

Olimpiadi. È una fase delicata e necessaria, a noi non interessa che diventi un cimitero degli elefanti con politici di ritorno. Serve un manager con una visione industriale, che abbia presente come mettere in piedi una macchina operativa mostruosa».

LE VALANGHE Intanto si sono già messe in moto le valanghe. Quella giova-

`La Suedtiroler Freiheit, il

partito fondato dalla pasionaria del Sudtirolo Eva Klotz, attacca il governatore Arno Kompatscher perché immortalato a Losanna. «Arno, il walscher», scrive il consigliere provinciale Sven Knoll in una nota. «Walscher» è un termine dispregiativo, usato dai sudtirolesi di lingua tedesca per apostrofare gli italiani. «Il governo attacca da settimane la nostra autonomia e, invece di difendere i nostri diritti acquisiti, Kompatscher si fa fotografare con il tricolore in mano. È una vergogna»,

LO SFOGO NOTTURNO DEL GOVERNATORE: «LA SVEZIA CREDEVA DI STRACCIARCI. HA SOTTOVALUTATO LA NOSTRA CAPARBIETÀ»

«IL LOGO OLIMPICO DEVE CAMPEGGIARE SU TUTTE LE VETRINE. GIÀ TANTI RAGAZZI SI STANNO OFFRENDO COME VOLONTARI»

Adesso è tempo di lavorare. E trovare i fondi. Il Veneto, così come la Lombardia, ha firmato le garanzie, significa che in caso di ristrettezze finanziarie, i soldi dovranno metterli le due Regioni. Per il Veneto si parla di 250-300 milioni di euro. «Spalmati in 7 anni», rimarca subito il governatore. Bisognerà già stanziarli a bilancio? «Non ce ne sarà bisogno». Era fiducioso anche quando in pochi credevano all’avventura olimpica, lo è tuttora. Dal Cio sono in arrivo 925 milioni di dollari e c’è tutta la partita delle sponsorizzazioni da creare. Chi ci sarà in cabina di regia? «Sarò io a garantire», dice Zaia. Il governatore mangia l’ultima nocciolina, finisce l’acqua, saluta il collega Attilio Fontana e il resto della compagnia. Buonanotte Losanna. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

Mercoledì 26 Giugno 2019 www.gazzettino.it

L’INCONTRO In prefettura il presidente Dall’Ara e trenta sindaci hanno porto al prefetto De Luca la lettera per Mattarella e Conte

I COMMENTI

LETTERA Il documento sottoscritto da trenta sindaci e Provincia

La richiesta

Gaffeo: «La Regione inserisca il Polesine nei circuiti turistici legati alle Olimpiadi» L’effetto delle Olimpiadi di Milano e Cortina arrivi anche in Polesine. A chiederlo è il sindaco Edoardo Gaffeo: «Esprimo soddisfazione per questo importante risultato. Un giusto premio per l’impegno profuso da tutto il comitato organizzatore. Ora si auspica in un dialogo con la Regione Veneto per verificare le modalità migliori di coinvolgimento, anche della nostra provincia, in termini di percorsi di visitazione

turistica». Già in campagna elettorale l’oggi sindaco aveva proposto di coinvolgere la provincia del Veneto meridionale in questa kermesse sportiva e culturale, che infatti è previsto che si svolga non solo nel capoluogo lombardo e nella “perla delle Dolomiti”, ma anche a Verona (per la cerimonia di chiusura) e in Trentino-Alto Adige, dove si terranno alcune competizioni. A.Luc.

ROVIGO «Queste sono le nostre Olimpiadi». Il presidente di Confindustria Vincenzo Marinese non ha dubbi sull’importanza della battaglia che i territori polesano e veneziano portando avanti per l’avvio della Zes, perché l’obiettivo che detta è che «l’Italia diventi così il primo Paese manifatturiero del mondo». Uno dei principali sostenitori di questo pacchetto di agevolazioni economiche e fiscali, in grado potenzialmente di produrre nei prossimi almeno 16mila posti di lavoro con un indotto calcolato di circa due miliardi in Polesine, è proprio Marinese. «Tutto nasce da un accordo che abbiamo firmato mesi fa con il prefetto Maddalena De Luca, che è sempre al nostro fianco. Per noi è un tema molto caro che non riguarda solo gli industriali, ma le diverse categorie economiche e i cittadini. In un contesto in cui si pensa che il Veneto sia ricco, prospero, non ci si rende conto invece che c’è l’esigenza di crescere, di attrarre giovani, farli rimanere e farli crescere, creando un territorio dinamico. Il messaggio che voglio dare come presidente di Confindustria è che questo è un progetto inclusivo. Scrivere al Capo dello Stato vuole esprimere l’esigenza di mantenere l’Italia unita, non ce n’è una del Sud o del Nord, non ce n’è una ricca e una povera».

L’IDEA DELLA MISSIVA L’iniziativa della lettera rivolta al presidente Sergio Mattarella e al capo dell’esecutivo Giuseppe Conte è partita proprio dal presidente della Provincia Ivan Dall’Ara. «La questione è sul tavolo da tempo. Come avevamo detto in precedenza, siamo ad alzare il tiro, ritenendo che la Zes sia un diritto fondamentale per il territorio. Oggi, oltre ai sindaci coinvolti dalla Zes, ci sono anche i colleghi che si sono stretti a loro per un principio di solidarietà, uni-

Confindustria: «Tutto è mirato a dare risposte al futuro dei giovani» Il presidente Marinese spiega gli obiettivi che lo portano a sostenere la richiesta di approvazione della Zona speciale `

IL GRUPPO Dopo aver discusso in Provincia, tutti si sono diretti all’adiacente prefettura

IN POLESINE SONO IPOTIZZATI 16MILA NUOVI POSTI DI LAVORO E UN INDOTTO DI DUE MILIARDI tamente anche a tutti i rappresentanti degli enti locali dell’area di Marghera e Venezia». A parlare a nome dei primi cittadini “non Zes” è stato Edoardo Gaffeo, di Rovigo: «Credo di interpretare il pensiero di tutti i colleghi che non entreranno nella Zes, partecipando in maniera convinta a questa iniziativa. È una strategia di politica economica fondamentale, straordinaria e unica. Non possiamo farcela sfuggire perché è un modello di sviluppo locale che si basa sull’identificazione di alcune aree che saranno oggetto di attenzione da parte del progetto stesso. Ci saranno una serie di ricadute importanti per il territorio, che dovrà essere in grado di lavorare unitariamente per la fornitura di servizi di natura educativa, di terziario avanzato e la costruzione di un modello di sviluppo in grado di guidare le scelte di natura organizzativa delle im-

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prese, che desidereranno utilizzare questi sgravi di natura fiscale e dell’apparato che sarà messo a disposizione con la Zes. Un modello di sviluppo sostenibile a livello ambientale sul medio lungo periodo e per la creazione di posti di lavoro».

GLI ALLEATI A rappresentare il Veneto Orientale è stata il sindaco di Portogruaro, Maria Teresa Senatore: «Abbiamo auspicato a lungo una iniziativa così importante. Siamo qui a rappresentare la necessità di crescita. Marinese ha detto bene che non stiamo lavorando solo per gli industriali, ma per una idea, quella che l’Italia abbia nuovamente grandissime opportunità a livello internazionale. Stiamo cercando di proporre un metodo di lavoro, fatto di collaborazione tra i Comuni del Polesine e altri che nemmeno loro hanno numeri di crescita così alti». A.Luc.

Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari Ancona 071 2149811 Lecce 0832 2781 Mestre 041 5320200 Milano 02 757091 Napoli 081 2473111 Roma 06 377081


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MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2019 LA NUOVA

PRIMO PIANO

I Giochi invernali 2026

Zaia: «Ci siamo preparati bene Assegno dal Cio di 925 milioni» Il presidente del Veneto assicura: «Olimpiadi a impatto zero Ricadute positive per 3 miliardi e 22 mila posti di lavoro» dal nostro inviato Albino Salmaso LOSANNA. Ha vinto l’Italia del

fare, il patto trasversale tra la Lega di Luca Zaia e il Pd di Beppe Sala, con i 5 stelle fuori dalla porta, a mettere i bastoni tra le ruote e ora pronti a saltare sul carro delle olimpiadi. Meglio così. A mezzanotte, dopo la cena di gala, cala il sipario sulla travolgente vittoria dell’Italia. È finita 47 a 34. Il governatore del Veneto sfoglia il dossier finito sul tavolo del Cio, 50 pagine che disegnano la strategia

Nella cabina di regia ci saranno i Comuni le due Regioni e il Coni con un board operativo per i prossimi sette anni. «Un successo travolgente, ieri il Cio ci ha staccato un assegno di 925 milioni di dollari che compensa parte delle spese sostenute da Veneto e Lombardia» dice Zaia mentre brinda sotto le palme del giardino del Savoy. Come avete fatto a battere la Svezia con un risultato così netto? «Ci siamo preparati alle perfezione, per tre volte con Beppe Sala ho provato il discorso in inglese, con le pause perfette. La Svezia si è dimenticata persino di far salire sul palco la delegazione paraolimpica e

puntava sulla solita inaffidabilità italiana. Ma hanno sbagliato il conto. A Losanna il Cio ha giudicato l’Italia migliore, che sa correre alla velocità della Germania». Presidente Zaia, il sottosegretario Giorgetti ha garantito l’impegno del governo dopo l’inerzia della fase iniziale. Come stanno le cose? Da Roma arrivano solo 70-80 milioni, come mai? «Quei soldi arrivano perché hanno dato le gare di tennis al Piemonte. Il Veneto ha offerto 350-400 milioni di garanzie. Il piano finanziario realizzato dalle tre università Bocconi, Cattolica e Ca’ Foscari prevede ricadute positive per quasi tre miliardi, con 22 mila nuovi posti di lavoro creati. Ora si tratta di costruire una cabina di regia efficiente». Chi deve controllare la governance? «Il progetto prevede il coordinamento tra i comuni di Milano e Cortina, il Coni e le regioni Lombardia e Veneto, con una struttura giuridica ad hoc. Poi ci sarà un board operativo, come accade in tutti i grandi eventi. Non c’è nulla da inventare». Il magic team che ha vinto a Losanna? «Certo, il team che si è guadagnato la giornata portando a casa un assegno di 925 milioni. La politica non è solo spreco. Ora vedo che anche il M5 stelle esulta per la vittoria. Meglio tardi che mai. Sa come si dice in Veneto?» No, presidente, dica...

«Solo i “mona” no cambia mai idea. Sono contento che anche i 5 Stelle abbiano capito l’importanza strategica delle Olimpiadi per l’immagine internazionale del Paese e le ricadute economiche positive». Ma il governo gialloverde vi darà una mano o preferite fare da soli? «Il governo si è impegnato a garantire la sicurezza dell’evento e il controllo delle dogane. Ora spero che Giorgetti entri fino in fondo in questa partita. Noi diamo una garanza molto solida: le infrastrutture. Portiamo a casa 925 milioni di dollari e non ci saranno colate di cemento e disastri come i mondiali di Italia ’90». Saranno davvero olimpiadi a impatto zero? «Abbiamo vinto per questo. C’è il vincolo al rispetto dell’agenda 2020 e non sorgeranno cattedrali nel deserto. A leggere qualche commento mi pare che si usino categorie superate. Il Cio ci ha assegnato la vittoria perché nel nostro piano c’è l’impegno a modernizzare le piste da sci già in funzione. Utilizzeremo il vecchio impianto di bob e le strutture di Anterselva e di Baselga di Pinè per il fondo. Ma quale malaffare, sono olimpiadi low cost». Che patto intende stringere con le categorie economiche? «Il mio compito è di offrire agli imprenditori tutte le opportunità per una crescita economica nel rispetto dei vincoli ambientali e culturali del territorio. Economia, turismo e cul-

la struttura organizzativa

Una società di gestione eventi e una per fare le infrastrutture BELLUNO. Inizia a prendere

forma la governance delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. I primi passi riguarderanno la creazione di due diversi organismi. Il primo (Ocog) dovrà occuparsi dell’intera gestione degli eventi sportivi. Il secondo sarà una società veicolo, incaricata di dare il via libera alle gare d’appalto per le infrastrutture da realizzare nei prossimi sette anni. Al cui vertice,

saranno scelti manager di calibro internazionale. Sono le tappe indicate da Luca Zaia, dopo la trionfale assegnazione decisa dal Cio a Losanna. Una conferenza fortemente voluta, come sottolinea il presidente della Regione, per iniziare a rimboccarsi le maniche in vista di un “Rinascimento” che da qui al 2026 (e oltre) investirà il Veneto. Con vantaggi diretti: cinquemila atleti che si river-

seranno tra Cortina e Milano, insieme a turisti, giornalisti, appassionati. Un volano per tutti i settori connessi, dalla ristorazione all’alberghiero, passando per lo shopping e i programmi culturali. Sia con vantaggi indiretti: e cioè l’abbrivio che coinvolgerà la Regione fino a dopo la manifestazione sportiva. Tanto da sviluppare un impatto significativo addirittura sul Pil italiano, come dimo-

tura per consolidare la nostra immagine nel mondo. La premessa per il nuovo rinascimento del Veneto». A proposito di sfide si avvicina il verdetto Unesco sul Prosecco. A che punto siamo? «Il 7-8 luglio a Baku l’Unesco decide con una votazione se assegnare al Prosecco il massimo riconoscimento, vale a dire la tutela a patrimonio dell’umanità dello splendido pae-

saggio di vigneti dei 15 comuni dell’area di Valdobbiadene e Conegliano: io ci voglio essere, per intervenire. Non ci sarà nessun vincolo alla coltivazione del Prosecco. Vogliamo il top, un grande riconoscimento che si dà solo ai monumenti e ad una città come Venezia». Presidente parliamo delle gatte da pelare, la Pedemontana senza la connessione con la A4 a Montecchio Maggiore. Un brutto colpo all’ef-

ficienza? «Problema risolto, l’incontro con il ministro Toninelli ha rimosso gli ostacoli e ora sarà la società A4 Pd Bs a realizzare la connessione con le infrastrutture al servizio dell’alta velocità a Montecchio. Tra qualche settimana apriremo un nuovo tratto». La madre di tutte le battaglie è l’autonomia: i 5 stelle non vogliono mollare. Come finirà?

strano gli studi universitari collegati al dossier italiano. E cioè: 350 milioni di euro annuali nel periodo 2020-2028, con un aumento medio di 5.500 unità di lavoro a tempo pieno ed entrate fiscali per 600 milioni di euro. Oltre ai 925 milioni di dollari ricevuto dal Cio per l’organizzazione dei Giochi, il Veneto dovrà sborsare 56 milioni di euro. Di questi, 50 milioni serviranno per il rifacimento della pista da bob di Cortina. Il nuovo “sliding centre”, come si legge nel dossier con il dettaglio, potrà ospitare competizioni internazionali e avvicinare neofiti. Oltre allo sviluppo del parabob per atleti paralimpici, la riapertura dopo 8 anni della pista garantirà nuove opportunità di lavoro.

In più, sarà messa a disposizione di squadre senza strutture disponibili. Altri 4,6 milioni serviranno per mettere mano all’Olimpico di Cortina. Dopo le Olimpiadi, continuerà ad essere un centro d’allenamento per le società d’hockey e pattinaggio artistico. Proprio il riutilizzo, infat-

manifestazione, e riusato come sede della Protezione Civile. Dal punto di vista alberghiero, palazzo Balbi fa sapere che le strutture sono già pronte. Di più: «Dati alla mano – aggiunge Zaia - il 75% degli atleti saranno ospitati a meno di dieci minuti dalle piste. Il restante non oltre i venti minuti». Se sul tema infrastrutture e mobilità le incombenze da qui al 2026 saranno molte, non è escluso che nella partita possa rientrarci anche il treno delle Dolomiti. «Non abbiamo abbandonato il progetto – spiega il presidente – certo è che bisogna trovare i soldi, 7-800 milioni, per finanziarlo. In vista delle Olimpiadi, però, sarebbe una suggestione bellissima». — Eugenio Pendolini

Il Veneto sborserà 56 milioni di euro per rifare la pista di bob e lo stadio Olimpico ti, è uno dei fattori risultati determinanti alla vittoria italiana. Sempre a Cortina, ad esempio, il villaggio olimpico sarà smontato alla fine della


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I Giochi invernali 2026

Luca Zaia, governatore del Veneto, durante la sessione di Losanna che ha assegnato i giochi 2026

«In queste ore il premier Conte si sta incontrando con Salvini, Di Maio e i ministri per capire a che punto siamo, la verifica sta entrando nel merito. Il clima è positivo, il Veneto i compiti per casa li ha fatti, sono settimane cruciali. Mi auguro di poter firmare la preintesa con Conte prima della pausa estiva e poi la parola passerà al Parlamento. Siamo alla stretta finale». Quindi lei è pronto a scom-

mettere sulla firma? «Siamo di fronte a una svolta storica che coinvolge le tre regioni del nord e le altre 12 che ne hanno fatto richiesta. La Lega al Sud ha superato i 5 stelle e ciò conferma che la strada dell’autonomia ha convinto tutti. Ora manca solo la firma dei tre presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Poi sarà il Parlamento a decidere». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

la chiusura

marco marin, olimpionico e deputato

Nell’Arena di Verona «cerimonia grandiosa»

«C’era chi non ci credeva Ha vinto chi ha scelto di non pensare al partito»

BELLUNO. Con Milano teatro della cerimonia d’apertura, e in misura minore Cortina, gli occhi del mondo saranno concentrati per una notte anche su Verona. La chiusura sarà ospitata all’interno dell’anfiteatro romano. Per uno spettacolo in mondovisione, con centinaia di milioni di spettatori collegati da ogni parte del mondo. «Sarà qualcosa di grandioso, come non ce ne sono mai stati in città», si spinge a dire Zaia. Subito dopo i ringraziamenti a colleghi governatori, media, sindaci e rappresentanti del governo, il presidente del Veneto anticipa qualche particolare sull’evento di chiusura. Dimostrando di avere già in mente diverse idee, anche se di rivelare dettagli precisi, al momento, non se ne parla. Se non che, come si lascia scappare lo stesso governatore, “si svolgerà sul ghiaccio”. Verona stessa, poi, sarà coinvolta. La città infatti vivrà un percorso di avvicinamento allo spettacolo. Magari con un coinvolgimento della stessa cittadinanza. Anche per le scenografie, la scelta sarà di primissimo piano. Saranno selezionate professionalità di altissimo piano, abituate alla regia di grandi eventi internazionali. A questo si aggiunge che sarà scelta una madrina, o un padrino, dell’evento. «La cerimonia di chiusura – aggiunge il presidente non è una cosa da poco. Sarà il biglietto da visita finale di una manifestazione che verrà ricordata negli anni». Per Verona, insomma, non sarà un cameo. «Si tende a pensare che la cerimonia di chiusura sia di minore importanza rispetto all’apertura. Non è così, anzi. È la sublimazione di quello che la macchina organizzativa riesce a fare nel corso della manifestazione». — E.P.

Il deputato di Forza Italia, ex olimpionico, Marco Marin

Era portabandiera a Barcellona poi difensore dei Giochi negli scontri in parlamento «Ora il governo deve garantire ulteriori risorse economiche» PADOVA. «Ho rivisto lo stesso entusiasmo degli atleti che vincono una medaglia olimpica. Anche se, fino a qualche mese fa, non tutti credevano in questa sfida». Parole di uno che lo spirito dei Giochi lo conosce davvero. Da plurimedagliato e portabandiera della squadra azzurra alla chiusura di Barcellona 1992, un’olimpiade presa a modello per capacità di rilanciare un territorio. «E lo sarà anche quella di Milano e Cortina, ne sono certo – afferma Marco Marin – L’Italia che ha il coraggio di accettare le sfide e che crede in se stessa, non è seconda a nessuno anche in queste sfide mondiali. Certo è stato fondamentale il prestigio di cui godono nel

mondo sportivo il Coni, Malagò, Carraro e la nostra delegazione con i presidenti delle varie federazioni». Dallo sport però Marco Marin è poi passato alla politica. Prima assessore a Padova, la sua città natale, poi coordinatore veneto di Forza Italia, oggi parlamentare di lungo corso del gruppo azzurro. «Ma in questi casi bisogna to-

«Quell’abbraccio tra il sindaco Sala e il governatore veneto è il simbolo dell’Italia» gliersi la maglia di partito. Quell’abbraccio tra Luca Zaia e Beppe Sala ha mostrato qual è il vero spirito olimpico. La vittoria è stata del sistema Paese», afferma Marin. Ma non è sempre andata così. Ed è facile ricordare lo scontro in commissione, in

I Mondiali di sci di Cortina 2021 faranno da apripista

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BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ALESSANDRO BENETTON

IL COMMENTO

vere di nuovo le Olimpiadi invernali in Italia, a 20 anni da Torino 2006 e a 70 da Cortina 1956, è un sogno che si avvera. La scelta di Milano-Cortina come sede dei Giochi è una vittoria per tutto il sistema Paese, e dimostra che quando si riesce a fare squadra l’Italia non può che vincere. Il traguardo del 2026 dovrà segnare una svolta: abbiamo bisogno di ritrovare entusiasmo, i giovani devono ritrova-

cui proprio Marin aveva sfidato il sottosegretario Giorgetti e gli esponenti “grillini” a non fare «come Ponzio Pilato», ritirando la firma dal dossier lombardo-veneto: «Ho sempre chiesto al governo di mettere tutte le risorse economiche necessarie perché per un evento così importante come le Olimpiadi c’è quasi un dovere di sostegno. E mi auguro che adesso di risorse ne arriveranno altre anche da Roma», ricorda. Ed a proposito della Capitale brucia anche un’altra sconfitta: «Ricordo l’audizione della sindaca Raggi. È una ferita ancora aperta – ricorda – Eravamo in vista del traguardo e abbiamo rinunciato. Un atleta non si comporta così: bisogna battersi in tutte le sfide, anche quando non si può dare il massimo. Il peccato è che noi con Roma 2024 eravamo anche in ottima forma». A beneficiare di quell’errore adesso sarà il Nord, ed anche il Veneto. «Le Olimpiadi sono una grande possibilità di sviluppo. Cortina è diventata quello che è oggi grazie anche al ricordo del 1956. E Torino ha avuto una trasformazione dopo i Giochi – osserva ancora il parlamentare forzista – Per il Veneto vedo uno sviluppo infrastrutturale e una grande vetrina turistica. Le nostre montagne saranno sotto gli occhi di tutto il mondo. E anche il nostro agonismo sportivo: siamo la regione con più medagliati in rapporto agli abitanti». Di chi è il merito? « Zaia, Fontana, Saia e Ghedina hanno lavorato tantissimo. Al pari della determinazioni di molti parlamentari – è la risposta – Ma l’arma vincente è stato l’entusiasmo degli italiani: l’83% è favorevole a questi Giochi». — Claudio Malfitano

re obiettivi ambiziosi verso cui indirizzare le loro energie e le Olimpiadi di Milano-Cortina rappresentano un’occasione unica per guardare con fiducia al futuro. L’ho detto tante volte, sono profondamente convinto che i grandi eventi possano fare la differenza. I Giochi ci costringeranno a reinterpretare i luoghi, a ripensare il nostro modo di vivere alla luce dei cambiamenti tecnologici e climatici, a immaginare nuovi scenari di sviluppo sostenibile per il terri-

torio montano e modelli innovativi per l’accoglienza turistica. Quella dei prossimi anni sarà perciò una svolta, una corsa al cambiamento che, per quel che riguarda Cortina, non parte certo dal chilometro 0: con l’organizzazione del Campionati del Mondo di Sci alpino 2021, infatti, abbiamo tracciato una direzione grazie ad una piattaforma strategica capace di mettere a fattor comune le migliori capacità, esperienze e conoscenze e alla crescita di

una squadra di giovani esperti nella gestione di grandi eventi, che saranno la nostra eredità culturale più significativa. Molti hanno avuto la sensazione che Cortina sia stata in qualche modo il valore aggiunto della candidatura, abbia rappresentato quel di più di magia (per le sue montagne iconiche) e di infrastrutture sportive già pronte che hanno poi permesso il grande risultato di Losanna. Dobbiamo essere orgogliosi del risveglio che il progetto

Cortina 2021 ha avviato: sulle Dolomiti c’è fermento tra le categorie economiche che stanno facendo importanti investimenti per rinnovare l’offerta turistica, ci sono impianti pronti e nuovi collegamenti, e gli investimenti per le Olimpiadi permetteranno di concludere quanto già iniziato, anche sul piano delle grandi infrastrutture. Ho trovato da subito fantastica e innovativa la formula del tandem con Milano, faremo squadra con più luoghi e

sarà un formidabile volano di marketing verso i mercati internazionali che avranno modo così di conoscere le nostre bellezze, il nostro paesaggio fantastico e vario e il nostro savoir faire declinati all’insegna della sostenibilità che non è semplicemente un termine di moda ma il paradigma dell’unica visione oggi possibile, una forma di rispetto e responsabilità verso le nuove generazioni. Abbiamo davanti a noi un’occasione più che storica per i nostri territori alpini e per il Paese: dobbiamo accelerare e lavorare con rinnovata determinazione per il successo di Cortina 2021!


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