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02-GIU-2019 Estratto da pag. 47 3043
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02-GIU-2019 Estratto da pag. 29 3043
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02-GIU-2019 Estratto da pag. 8 3043
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02-GIU-2019 Estratto da pag. 10 3043
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02-GIU-2019 Estratto da pag. 10 3043
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29-MAG-2019 Estratto da pag. 42 6566
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DOMENICA 2 GIUGNO 2019 - ANNO XVIII - N. 130
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it
Il libro
Gardaland
a pagina 21 Chiamulera
LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona
L’inserto
Al Magic Hotel effetti speciali tra alberi fiabeschi
Il Brasile che parla veneto, Romanato narra l’emigrazione
Quasi sereno Vento: SSE 5 Km/h Umidità: 53%
LUN
MAR
MER
GIO
17°/ 25°
19°/ 23°
19°/ 21°
19°/22°
Dati meteo a cura di 3Bmeteo.com
a pagina 22 Peluso
Onomastici: Emilia, Erasmo
VENEZIA E MESTRE
corrieredelveneto.it
LA CORSA ROSA SPETTACOLO SULLE DOLOMITI
Giro, in centomila per la festa in vetta Oggi show in Arena
IN SALUTE MA POCO «FELICI» di Vittorio Filippi
Q
continua a pagina 7
OGGI 25°C
Vivinordest, domani in edicola gratis col Corriere
Veneti e benessere
uest’anno, in Veneto, il nostro «arricchimento collettivo» sarà più modesto di quello del 2018. Molto più modesto: dimezzato nella migliore delle ipotesi. Sempre se ci affidiamo a quel numerino ansiogeno chiamato Pil. Che appunto, dicono, passerà dall’1,1% di crescita del 2018 allo striminzito 0,6 di quest’anno (se ci andrà bene). Ma «Il Pil comprende l’inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta». Così diceva Robert Kennedy già nel ’68, tre mesi prima di venire assassinato. Insomma se il Pil misura tutto, forse non misura niente. Per questo l’Istat ha creato il Bes, uno studio annuale che attraverso 129 indicatori statistici suddivisi per 15 aspetti della vita del Paese (dalla salute al lavoro, dalla sicurezza all’ambiente si propone di fare una fotografia meno rozza ed economicistica del Pil. Tentando cioè di cogliere il livello di benessere equo e sostenibile (Bes ne è l’acronimo) dell’Italia e di farlo tenere in considerazione anche dalla politica economica governativa (infatti il Bes entra nel Documento di economia e finanza). Ma andiamo al Veneto. Dei 15 aspetti della vita collettiva calcolati dal Bes, in tre siamo proprio eccellenti:
Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
CROCE D’AUNE - MONTE AVENA (BELLUNO) Non ce l’ha fatta Vin-
cenzo Nibali a spodestare Richiard Carapaz dalla testa della classifica del Giro d’Italia. E così l’ecuadoregno si appresta a essere il vincitore della 102esima edizione della corsa rosa, che si concluderà oggi a Verona con una cronometro di 17 km con arrivo-show nella magica cornice dell’Arena. Ieri, sulle Dolomiti, lo spettacolo è stato unico: centomila veneti che hanno fatto il tifo per i ciclisti sulle rampe che da Feltre portavano fino all’arrivo del Monte Avena. La tappa l’ha vinta lo spagnolo Pello Bilbao. a pagina 16 Pistore
CALCIO
Hellas e Citta una notte per la serie A VERONA Finale di ritorno stase-
ra tra Verona e Cittadella. L’Hellas deve rimontare due gol, il Citta è avvantaggiato. In palio c’è la A. alle pagine 18 e 19
Le riforme Il voto spinge il Carroccio ad alzare i toni contro il Movimento Cinque Stelle. E a chiedere un dicastero del Nord
Autonomia,treministrinelmirino
La Lega Veneta chiede la testa di Grillo, Toninelli e Costa . Il segretario Da Re: «Cambiamoli» VENEZIA La parola tabù è «rimpasto» ma a Nordest il segretario nathional della Lega veneta, Gianantonio Da Re, alla vigilia del passaggio di testimone per la segreteria e della partenza per Bruxelles, lo dice apertis verbis: cambiare i tre ministri pentastellati anti-autonomisti, Toninelli, Grillo e Costa, servirebbe per portare a casa l’autonomia. Per Da Re il vero grimaldello saranno i costi standard «unica via per allineare all’insù tutte le regioni italiane». Per poi concludere: «altro che ministero del Sud, ne a pagina 2 Zambon serve uno del Nord».
CAVARZERE IN APERTA CAMPAGNA
SCOPPIA LA BOMBOLA DEL GAS
Mamma e bimbe in bici aggredite da due cani Sono gravi all’ospedale
CONCESSA LA SOSPENSIVA
Quote latte, il Tar ferma 176 multe ai produttori Quote latte, il Tar del Veneto concede una sospensiva a 176 allevatori veneti che, nel 2015, hanno ricevuto ciascuno una cartella esattoriale da Agea. I giudici hanno già fissato un’udienza nel merito al 2020. a pagina 5 VENEZIA
Marghera, esplode il furgoncino dei panini: in quattro all’ospedale di Eleonora Biral
a pagina 7
Madre, figlia di otto anni e amichetta sono state aggredite a Cavarzere, nel Veneziano, da due Amstaff sfuggiti al guinzaglio della padrona. Le ha salvate un cacciatore. Il bollettino medico parla di deturpazioni a viso e braccia, hanno già subito due interventi e restano ricoverate. Cani sequestrati, padrona dea pagina 5 nunciata.
Burano e Torcello senza luce per 20 ore
Si rompono due cavi, ristoranti senza frigo: valuteremo se fare causa all’Enel Venti ore senza luce a causa del collasso di due cavi dell’Enel sott’acqua. Tra venerdì e ieri tre isole veneziane – Burano, Torcello e Mazzorbo – sono rimaste senza corrente elettrica per un «guasto accidentale», dice l’azienda. Pare che il primo cavo sia stato tranciato da una barca e il secondo non abbia retto il sovraccarico. Gli abitanti si sono ritrovati nel Medioevo e i ristoranti hanno dovuto fare i conti con i frigoriferi spenti: «Valuteremo se fare causa ala pagina 9 Costa l’Enel». VENEZIA
IL CONTRO «FAMILY DAY»
Padova, in settemila al Gay Pride di Silvia Moranduzzo
a pagina 3
L’INTERROGATORIO
Uccisoapugni, ifratelliincella «Cadutodasolo» di Milvana Citter
a pagina 7
26
CADORE - COMELICO
DOMENICA 2 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La manifestazione contro i vincoli
1
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3
La gente del Comelico invade la piazza «Lottiamo per il futuro» A Padola corteo con 2.500 persone per dire sì al collegamento con la Pusteria Il sindaco Staunovo Polacco: «Accettiamo consigli, ma decidiamo noi» Stefano Vietina COMELICO SUPERIORE. «Amia-
mo il nostro territorio ed abbiamo la consapevolezza delle sue potenzialità. Quindi, se ogni suggerimento è bene accetto, poi la sintesi spetta a noi. E noi abbiamo scelto tutti insieme di fare il collegamen-
to»; così Marco Staunovo Polacco, sindaco di Comelico Superiore. «Andremo a Collesei, non dove vogliono loro (i tecnici del Mibac e della Soprintendenza, OES) , perché è la soluzione che impatta di meno sull’ambiente, la soluzione più bella»; firmato Rinaldo Tonon, esponente del Comitato
popolare per il collegamento fra Comelico e Pusteria. «Siamo per il collegamento, senza se e senza ma. Luca Zaia mi ha appena detto di ridirvelo a nome suo, non una ma tre volte. Ed è quello che faccio, se qualcuno facesse finta di non averlo sentito: la Regione Veneto è per il collegamento»; parole e musica di Giampaolo Botta-
cin, assessore regionale alle politiche per l’ambiente. Davanti ad una folla straripante (gli organizzatori parlano di oltre 2. 500 persone), con delegazioni dal Cadore, Agordino, Nevegal, Val Boite, Feltrino, Zoldo, Alpago, Val Belluna ieri in Comelico si è consumata una giornata storica, sotto molti punti di vista. In-
nanzitutto la folla, appunto: indossata la pettorina rossa ha percorso in maniera festosa la strada che divide il municipio di Candide dalla piazza San Luca di Padola; in perfetto ordine, scandendo slogan a favore del collegamento e contro i nuovi vincoli imposti al Comelico e ad Auronzo dal ministero dei Beni culturali ed ambientali e dalla Soprintendenza di Venezia. Giornata storica poi per la sintonia fra le tante voci che si sono alternate sul palco e la popolazione che gremiva la piazza. E giornata storica per l’acclamazione popolare ricevuta da Franz Senfter. L’avvio della manifestazione, che ha goduto di un servizio d’ordine e di una organizzazione perfetti, lo ha dato Rinaldo Tonon. «Questa è la nostra giornata», ha esordito, «la giornata dei nostri territori che per la prima volta cercano di imporsi alla autorità superiori. Ma al popolo non si può rifiutare quello che il popolo chiede. Siamo pochi, siamo montanari, rispettosi delle regole, ma non dobbiamo sempre accetta-
re tutto supinamente. Non c’è ministro che tenga, non ci sono burocrati che tengano. La politica faccia quello che deve fare e si imponga alla burocrazia di Roma. La soluzione di Collesei (dove è prevista la stazione di vetta di una cabinovia che unirà Comelico e Pusteria, OES) è la più economica e la più rispettosa dell’ambiente e noi andremo a Collesei. Ed ai politici voglio dire: dopo 15 anni anche un santo avrebbe perso la pazienza, ma noi siamo ancora qui a lottare». «È una manifestazione organizzata in maniera impeccabile», ha fatto eco Marco Staunovo Polacco, «che intende ribadire come la nostra comunità abbia bisogno del sostegno di tutti per portare avanti una decisione legittima, presa in maniera democratica. Il territorio non verrà rovinato, ma valorizzato, nel pieno rispetto dell’ambiente. Così come hanno fatto da sempre le Regole. La tutela del territorio deve essere in simbiosi con lo sviluppo economico: non c’è montagna senza l’uomo». —
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REGIONE
DOMENICA 2 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Le grandi opere in Veneto
Pedemontana i primi 7 chilometri per un pedaggio da 1,12 a 2,03 euro Domattina governatore Zaia e vicepremier Salvini di scena all’inaugurazione del tratto fra Breganze e A31 Valdastico
Filippo Tosatto VENEZIA. Non è la fine. Non è
neppure l’inizio della fine. Ma è la fine dell’inizio. Domattina, l’apertura al traffico dei 7 chilometri che separano Breganze dall’A31 Valdastico sancirà il primo step tangibile di un’opera, Superstrada Pedemontana Veneta, giudicata da più parti cruciale eppure bersaglio di dure contestazioni e tuttora accompagnata da dubbi di sostenibilità finanziaria. Maggior cantiere pubblico oggi attivo in Italia, Svp mira a as-
sicurare un’alternativa veloce (120 orari) e più sicura rispetto alla soffocante statale 53 che corre da Treviso a Vicenza; si articolerà in 94, 74 km a pagamento attraverso i territori di 36 comuni sull’asse Spresiano-Montecchio Maggiore (inclusi i distretti industriali di Thiene-Schio, Bassano e Montebelluna, costantemente soggetti a ingorghi e incidenti) per interconnettersi infine ad A4, A31 e A27. I pedaggi? I veicoli leggeri (classe A) che imboccheranno il primo segmento sborseranno 0,16 euro a chilometro (1,12 per la
tratta di i 7 chilometri); per quelli pesanti (classe B, 3, 4 e 5) il ticket al casello salirà a 0,29 (2,03 euro per la tratta). PROJECT DA 13 MILIARDI
La spesa reale è progressivamente raddoppiata, fino a toccare 2, 4 miliardi di euro in virtù delle opere accessorie valse il consenso (pressoché unanime) dei sindaci; ma il project financing spalmato in 39 anni potrebbe comportare oneri aggiuntivi per 13 miliardi a carico della Regione, subentrata al costruttore, il Consorzio Sis, nella riscossione degli in-
mestre, il fuori festival della politica
Diamanti: il Matteo della Lega intercetta il sentiment italiano Il sociologo: «Salvini dà risposta all’inquietudine e alla sfiducia verso i governanti del passato Incarna l’uomo forte radicato nel territorio e miete consenso» MESTRE. «Salvini». È la parola con la quale il sociologo e saggista Ilvo Diamanti sintetizza il significato nazionale del voto europeo: È riuscito a intercettare il sentiment che prevale oggi in Italia, un flusso com-
plesso, di insicurezza e sfiducia nei confronti di coloro che fino ad oggi hanno guidato il Paese». Lo studioso, insieme ad altri politologi e sociologi, è intervenuto alla due giorni del Fuori Festival dal titolo “Dove va l’Europa” organizzato dalla Fondazione Pellicani nell’attesa del vero e proprio Festival della Politica, previsto a settembre. Una serie di eventi e iniziative che avevano come obiettivo quello di approfondi-
re l’esito del 26 maggio e al contempo i risvolti diretti sulla politica nazionale. Un’iniziativa organizzata in collaborazione con il Museo M9 e con Quorum/YouTrend, l'agenzia di analisi e comunicazione specializzata in elezioni, sondaggi, mappe elettorali. « Il leader della Lega», afferma Diamanti «ha saputo interpretare il diffuso senso di inquietudine e difficoltà di guardare al futuro che induce ad af-
troiti e perciò esposta al rischio d’impresa. Un progetto tormentato, sì – la cui conclusione è attesa nel settembre 2020 – che ha visto i costruttori Dogliani battagliare in tribunale con il colosso Mantovani e poi manifestare una crisi d’ossigeno che ha costretto il governatore Luca Zaia a rimodulare i termini del contratto e, pena una paralisi devastante, deliberare d’urgenza un contributo regionale straordinario di 300 milioni in aggiunta ai 615 stanziati dallo Stato. Circostanza che ha evitato il blocco dei lavori, esacerbando ancor più gli oppositori, dal comitato CoVePa ai 5 Stelle, convinti si tratti di uno sfregio al territorio destinata, oltretutto, al disastro economico per l’insufficienza dei flussi di traffico.
Il commissario Marco Corsini
stasse, ci ha messo lo zampino anche il ministro dell’Ambiente: pungolato dagli amici grillini, Sergio Costa Costa, ha annunciato l'invio alla magistratura di un dossier sul trattamento dei rifiuti nei cantieri, con sommo inviperimento del governatore veneto - «È una vergogna, vi tratta come delinquenti, bastava avvertirci, gli avremmo fornito tutte le carte» - inducendo il vicepremier Matteo Salvini ad auspicare che dopo il voto europeo (scandito dal boom leghista e dal tonfo del M5S), «I no e i ni diventino finalmente sì». M5S E PARTITO DEL FARE
RINVII A RIPETIZIONE
Tant’è. A dispetto della gestione commissariale affidata all’autorità vigilante di Marco Corsini e alla competenza manageriale di Elisabetta Pellegrini (la direttrice della Struttura di progetto), l’inaugurazione della tranche di partenza ha riservato una serie di stop and go: annunciata per lo scorso ottobre, è stata più volte rinviata per l’assenza di un’intesa con Aiscat (la potente associazione dei concessionari autostradali) sulla riscossione del pedaggio. Non ba-
La direttrice Elisabetta Pellegrini
fidarsi all’uomo forte (caldeggiato da due terzi degli italiani) radicato al territorio, dal momento che il partito a cui fa riferimento è un partito che ha una lunga storia di militanza e presenza alle spalle. Attenzione, liquidare la questione in modo superficiale «sarebbe un errore», perché quello di cui ci si indigna, è la volontà della maggioranza: «La cosa più sbagliata è affidarsi alla retorica e ai giudizi morali che rischiano di non spiegare ciò che sta avvenendo». Diamanti parla di un Paese strutturalmente vecchio, senza giovani, dove non si guarda più al futuro, bisognoso di una guida e di un riscatto che non lo trova: «Salvini è colui che riesce a personalizzare il partito trasformandolo nella Lds, la Lega di
Salvini, che rischia di diventare una Lega a 5 Stelle, capace di assorbireo nella propria orbita anche il M5S. Certo, il leghismo si è nazionalizzata ma ha mantenuto anche alcune caratteristiche originarie». «Il capolavoro davvero stupefacente di Salvini», ha chiarito Renzo Guolo, «è l’essersi tra-
Il costruttore Domenico Dogliani
Guolo: «Il capolavoro del Carroccio è stato la metamorfosi indolore in partito nazionale» sformato in soggetto nazionale. Il fatto che sia riuscito a transitare da partito locale territoriale a forza politica del Paese, a sfondare anche nel Mezzo-
Perché agli occhi di Zaia e della Lega, quella fatidica striscia d’asfalto è un certificato di idoneità a governatore non soltanto “la piccola patria di San Marco” ma il Paese intero: «Siamo il partito del fare che sbloccherà le grandi infrastrutture fonti di lavoro e sviluppo, siamo i garanti dell’Italia che vuole ripartire», è il messaggio. Perciò domani, al taglio del nastro nel Vicentino, calerà lo stesso Salvini con lo stato maggiore del Carroccio al gran completo, inclusa il sottosegretario Vannia Gava, vice di Costa. Quest’ultimo, nel frattempo, ha mutato repentinamente atteggiamento e oggi assicura che «L’opera è legittima». Misteri della fede gialloverde. —
giorno. Pensiamo ai tempi di Bossi, alla polemica contro i terroni: in un anno, Salvini ha consolidato un tipo di destra che non c’è mai stato in Italia dal dopoguerra e che è destinata a modificare anche il dna del Carroccio. Non credo che Luca Zaia sia molto felice di questa prospettiva, indipendentemente dalla questione dell’autonomia. Siamo di fronte a un mutamento della politica italiana che vede una destra di massa governare da posizioni radicali». Giornata a più voci, quella di ieri: ad alternarsi nella lettura e nel commento del voto, Lorenzo Pregliasco, Davide Policastro, Francesco Maselli, Giovanni Diamanti e poi Alessandra Ghisleri e Nicola Pellicani. — Marta Artico
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Nordest
CHIOGGIA, PARTO NEL PARCHEGGIO DELL’OSPEDALE Una donna di 30 anni ha partorito il suo terzo bambino nel parcheggio dell’ospedale di Chioggia, dove si stava recando, di notte, in preda alle doglie Domenica 2 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Apre la Pedemontana. Senza il ministro Toninelli (M5s), titolare delle Infrastrutture, non sarà presente `Alla cerimonia ci sarà solo il vicepremier leghista Salvini all’apertura del primo tratto. «Ho altri impegni istituzionali» Da mezzogiorno di domani scatta il pedaggio per 7 chilometri `
ta, alla connessione con la A31. All’evento saranno presenti: il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro dell’interno, Matteo Salvini; il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia; il direttore della Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), Elisabetta Pellegrini; il commissario dell’Autorità vigilante della SPV, Marco Corsini; il presidente della SPV Spa, concessionaria per la realizzazione dell’opera, Domenico Dogliani”.
L’ASSENZA VENEZIA È come se all’inaugurazione di una scuola di polizia non ci fosse il ministro dell’Interno. O se a un evento in campo sanitario mancasse il ministro della Sanità. È più o meno quello che succederà domani a Breganze, in provincia di Vicenza, quando sarà inaugurato il primo tratto della Superstrada Pedemontana Veneta. È vero che si tratta di appena 7 chilometri di asfalto su un totale di oltre 94 chilometri (e infatti il Pd ha ironizzato: «La montagna ha partorito un topolino»), ma resta il fatto che si tratta pur sempre della più grande infrastruttura in fase di realizzazione in tutta Italia. E il ministro delle Infrastrutture cosa fa? A Breganze il pentastellato Danilo Toninelli, pur invitato, non ci sarà. Dal suo staff fanno sapere che non si tratta assolutamente di un’assenza polemica: «Il ministro ha altri impegni istituzionali e soprattutto riunioni sul Decreto sblocca cantieri». Così la scena sarà completamente occupata dalla Lega con il vicepremier Matteo Salvini, il primo peraltro ad annunciare che la Pedemontana la prossima settimana avrebbe aperto i battenti.
L’ACCUSA
INFRASTRUTTURE Il ministro Danilo Toninelli
LA CERIMONIA Ieri, mentre Toninelli sottoli-
RISOLTI I PROBLEMI DEI DIFFERENTI SISTEMI DI ESAZIONE. TUTTO È STATO COLLAUDATO
IL CANTIERE Proseguono i lavori, domani l’apertura del primo tratto
neava l’impegno del ministero di rilanciare i cantieri («Con i circa 800 milioni di euro di produzione prevista nel 2019, di cui 150 milioni dovuti al piano accelerazione cantieri, si prevede di rifare la pavimentazione stradale di 6.100 km, risanare 91 viadotti, installare nuove barriere di protezione per 370 km»), l’ufficio stampa della Regione Veneto diffondeva i dettagli dell’inaugurazione di un’opera che, come dichiarato dal ministro pentastellato all’Ambiente Sergio Costa, è perfettamente «legittima». Dunque, “il primo tratto della Superstrada Pedemontana Veneta, sette chilometri tra l’autostrada A31 Valdastico e Breganze, in provincia di Vicenza, sarà aperto al traffico lunedì prossimo 3 giugno, con una cerimonia di inaugurazione che si terrà alle ore 11 al casello di Valdastico della Pedemontana Vene-
La scheda L’intera Superstrada pronta nel 2020 La Superstrada Pedemontana Veneta collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano passando per il distretto industriale di Thiene-Schio, per Bassano del Grappa, per Montebelluna e a nord di Treviso, interconnettendosi a 3 autostrade, l’A4, l’A31 e l’A27. Sarà lunga 94,747 km di cui 50 km in trincea, 26,5 km in rilevato, 7,8 km in gallerie naturali e 5,9 km in gallerie artificiali. L’opera, del costo di 2 miliardi 258 milioni di euro, dovrebbe essere completata per la fine del 2020. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Se ci bloccano la Zes mi incateno al ministero»
È
Sindaco Raito, ora la protesta è annullata? «Niente affatto. È sospesa in attesa di ciò che il ministro dirà al tavolo. Lezzi ha fornito un’apertura al dialogo che è sicuramente importante, ma la protesta dipende dall’esito dell’incontro. Io e gli altri sindaci eravamo pronti con due pullman già prenotati, avremmo indossato le fasce tricolore. Qualora non ci fossero risposte soddisfacenti sia-
mo pronti a iniziative eclatanti come la raccolta di 50mila firme per una legge di iniziativa popolare, azioni parlamentari trasversali, potremmo persino incatenarci». Chi si sta spendendo per la Zes di Venezia e Rovigo? «Noi amministratori siamo stati chiamati a raccolta da Confindustria che con i suoi vertici nazionali e regionali è seduta al tavolo del ministro. Abbiamo coinvolto i parlamentari veneti di tutte le parti politiche per dimostrare che si tratta di un’azione fondamentale per il nostro territorio, non di un’azione a beneficio di una parte». Qual è il messaggio che vorrebbe che venisse recepito? «Che non chiediamo nessuna concessione straordinaria. Vogliamo semplicemente vedere riconosciuto un’opportunità
I PEDAGGI Finita l’inaugurazione, il primo tratto della Pedemontana sarà percorribile a partire dalle ore 12. A pagamento. Dopo mesi di tira e molla, sono riusciti infatti a far “parlare” i diversi sistemi di esazione ed è arrivato l’ok con il collaudo. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO CITTADINO Leonardo Raito, sindaco di Polesella, in provincia di Rovigo
L’intervista Leonardo Raito
in partenza per Roma la delegazione veneta di Confindustria per discutere di una Zes, Zona ad economia speciale, nell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. L’apertura del ministro Lezzi ha scongiurato, per il momento, la protesta in fascia tricolore dei sindaci. Il primo cittadino di Polesella, Leonardo Raito, è pronto a incatenarsi davanti alla sede del ministero.
«Sono sette chilometri su un totale di 94, soltanto il 7% dell’intero tracciato, fatico a capire tutta questa eccitazione per un’opera nata male, con ritardi, sequestro di cantieri, indagini in corso e conclusa peggio visto che l’ultima convenzione con il concessionario è ancora nel mirino della Corte dei Conti», dice il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni. Che rimarca: «Non capisco cosa c’entri Salvini: aspettavamo la presenza del titolare delle Infrastrutture Toninelli, annunciata dal M5S in campagna elettorale ma subito dopo scomparsa dai radar, magari per illustrare l’analisi costi-benefici della Pedemontana. O anche solo i benefici, visto che i costi per le casse pubbliche e l’ambiente sono noti».
I sindaci vogliono posti di lavoro o vantaggi economici sugli insediamenti? «Offrire lavoro significa attirare giovani, future famiglie che avranno figli e avranno bisogno di un sistema di servizi: asili, scuole, zone residenziali, uffici. Il lavoro porterà nuovo dinamismo alle amministrazioni, ma anche famiglie e bambini».
Cgil, Cisl e Uil «Grande opportunità Faremo la nostra parte» VENEZIA «L’istituzione di una Zes collegata al Porto di Venezia, che coprirebbe aree insistenti su comuni a cavallo tra la Città Metropolitana e la provincia di Rovigo, è una opportunità di sviluppo economico e sociale». È quanto affermano le segreterie Cgil, Cisl e Uil di Venezia e Rovigo. La proposta è di un momento di confronto tra tutte le forze politiche, economiche e sociali: «Siamo pronti a fare la nostra parte sulla Zes - dicono i sindacati - unitamente a tutti gli altri temi che riguardano lo sviluppo del territorio e l’interesse dei lavoratori». © RIPRODUZIONE RISERVATA
per rilanciare i territori in difficoltà. I comuni inclusi nella Zes hanno problemi legati allo spopolamento, alla chiusura delle aziende. Sono privi di futuro». Si parla di 26mila posti di lavoro. Realisticamente, ci saranno? «L’opportunità occupazionale è straordinaria. I 26mila posti sono calcolati in tutto il territorio di Venezia e Rovigo. Se per il Polesine fossero anche la metà, quindi 10mila posti, sarebbe comunque una rivoluzione. In comuni come quello che amministro, di 4mila persone, hanno importanza anche 10 posti di lavoro».
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IL SINDACO DI POLESELLA: «NON POSSIAMO PERDERE L’OCCASIONE PER RILANCIARE I NOSTRI TERRITORI»
Lo sviluppo sarebbe anche sostenibile? «La Zes implica investimenti sulle aree dismesse. Non ci sarà una nuova cementificazione. Ci saranno insediamenti di qualità che puntano a recuperare l’inutilizzato. Per quanto riguarda il territorio che amministro, si parla di polo logistico, innovazione tecnologica, delocalizzazione, automotive, componenti impianti elettrici, per ora non ho avuto richieste di insediamenti ad alto impatto ambientale. Poi ci sono le normative regionali sugli insediamenti, ma Zes non significa che diventeremo discariche industriali, significa rilanciare il manifatturiero». Roberta Paulon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Domenica 2 Giugno 2019 www.gazzettino.it
GIORNATA IMPEGNATIVA A destra i sindaci (e un’assessora) delle 4 Repubbliche marinare. Sotto Brugnaro assieme ain veneziani che hanno ricevuto l’Osella (Fotoattualità)
LE AUTORITA’
Il programma di oggi
Questa mattina lo Sposalizio del mare con le regate di voga alla veneta (L.M.) Il corteo acqueo e la messa del Patriarca. Così oggi la Festa della Sensa 2019 arriva al suo momento clou con il rito dello sposalizio di Venezia con il mare. Si inizia dalle 9.45 con il raduno imbarcazioni in Bacino di San Marco poi la partenza del corteo acqueo verso San Nicolò, davanti al quale, in questo specchio d’acqua, ci sarà alle 11.15 circa la cerimonia. A mezzogiorno la messa presieduta dal patriarca Francesco Moraglia. Le regate si svolgeranno al mattino. Dalle 10.30 alle 21.30 nel piazzale a fianco della chiesa il mercatino della Sensa con 60 espositori in collaborazione con la Proloco
del Lido e Pellestrina, area giochi per i bambini e Street Food. Sarà possibile provare l’emozione di volare sopra Venezia in elicottero a prezzi convenzionati. Nel pomeriggio dalle 15 alle 19, nella sede del Tiro a segno nazionale, il gioco di tiro al bersaglio. Questa mattina in programma pure la terza tappa “Mark Sancti - La Porta del mare” – Il Camino del Leon” di Nordic Walking a cura del Nordic Walking Venezia Serenissima e Lilt Venezia . Partenza da terrazza lagunare Malamocco (ore 7.30) o dalla Basilica di San Marco (ore 7.30) o da Lido Santa Maria Elisabetta (ore 9).
VENEZIA «Noi siamo sempre stati dei grandi tifosi dell’Italia e dell’internazionalità. Abbiamo sempre tifato per l’Expo, vetrina dell’Italia, e abbiamo tifato per Genova, per far sì che arrivassero più fondi possibili quando con la tragedia del ponte Morandi l’intera città era stata colpita». Così Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, ha salutato il sindaco di Pisa, Michele Conti, di Amalfi, Daniele Milano e l’assessore al Turismo e al Commercio di Genova, Paola Bordilli. Ospiti nella sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale per il Gemellaggio Adriatico con l’anello dogale tornato ieri a Venezia da Pola (in Croazia) e subito ripartito alla volta di Amalfi, come simbolo di un’unione che lega tutte e tre le antiche repubbliche marinare. Nel nome, unico, dell’acqua. «Ancora una volta – ha spiegato il sindaco Brugnaro - il filo conduttore è l’acqua che ha costituito la difesa di Venezia e il collegamento della città con il mondo. Crediamo molto nel ricordo delle tradizioni millenarie e proprio da queste vogliamo ripartire per rilanciare lo sviluppo. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo»
UN RUOLO NEL MEDITERRANEO L’occasione del Gemellaggio Adriatico, una tradizione per la città in occasione della Sensa, è stato il palco giusto per Brugna-
«Il mare casa nostra, Venezia abbia voce sul Mediterraneo» Brugnaro ai sindaci delle antiche repubbliche marinare «L’autonomia non è contro nessuno, solo opportunità» `
ro per chiarire gli obiettivi futuri della città. «Prima o poi qualcuno capirà che l’idea di autonomia che hanno Venezia e il Veneto non è contro qualcuno - ha continuato Brugnaro, prima di consegnare nelle mani dei rappresentanti delle tre città marinare anche il gonfalone di Venezia - Vuole essere un segnale di modernità per istituzioni più moderne. Noi dobbiamo ripartire dalle città e dal lavoro, dalle tradizioni». Poi, indicando il dipinto della battaglia di Lepanto, Brugnaro ha rivendicato per Venezia un ruolo nei mari. «Quando si parla delle tematiche che riguardano il Mediterraneo, noi non possiamo non dire la nostra - sono state le parole del sindaco - Non possiamo non farlo né come città né come luogo di mare. Non dimentichiamo mai di usare la
tradizione per lanciare un messaggio per lo sviluppo dell’economia, del lavoro, a prescindere dall’appartenenza politica. A Venezia l’abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Noi siamo anche industria, con Porto Marghera: studiamola bene quella storia per ripartire da lì verso il futuro».
GLI OMAGGI Il regalo del Comune di Vene-
«DOBBIAMO ABITUARCI A COMPETERE CON CITTA’ INTERNAZIONALI COME LONDRA E PARIGI E CI SENTIAMO PROFONDAMENTE ITALIANI»
zia - una targa in vetro di Murano consegnato da Brugnaro - è stato solo l’ultimo degli omaggi che i tre rappresentanti delle città marinare si sono scambiati. Da Amalfi, è arrivato un corno della tradizione (con i colori dei galeoni in gara), simbolo di prosperità e fortuna; da Genova, un crest con la Lanterna («il faro che indica la rotta a noi gente di mare», ha spiegato l’assessore al Turismo») e da Pisa un piatto in terracotta con dipinti i galeoni e i colori usati dalle repubbliche durante il Palio. Che sarebbe andato in scena poche ore dopo e che, sotto lo sguardo attento del Palazzo Ducale, avrebbe visto Venezia battere di pochi centimetri l’imbarcazione di Genova. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’Osella della Serenissima a chi si è impegnato per la città I RICONOSCIMENTI VENEZIA Per la prima volta il Gemellaggio Adriatico della Festa della Sensa 2019 allarga il suo sguardo anche al Mediterraneo. Amalfi, Pisa e Genova hanno ricevuto hanno ricevuto, dal presidente del consiglio comunale di Pola che lo ha custodito per un anno l’anello dogale. Gemellata con Firenze nel 2016, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 1966, poi nel 2017 con i 16 comuni che compongono l’Unione Montana Agordina, nel 2018 con le comunità frontaliere della costa adriatica croata, quest’anno Venezia ha rinsaldato lo storico legame della Serenissima con le quattro Repubbliche Marinare. «Un fatto straordinario l’allargamento del
gemellaggio Adriatico anche al Mediterraneo – ha ricordato Giusto – il mare è stato da sempre per Venezia la sua grande difesa, e noi dobbiamo averne grande rispetto. Questo è il significato dello Sposalizio di Venezia con il mare». Come consuetudine, uno dei momenti più attesi era la consegna di tre premi, l’osella d’oro della Sensa a personaggi che si siano impegnati per Venezia nel campo delle istituzioni, della cultura, artigianato e solidarietà. Nomi di spicco sono stati onorati da questo premio: Giovanni Alliata di Montereale “per la personale dedizione quale Presidente della sezione di Venezia dell’ ‘Associazione Italiana contro le Leucemie, fondamentale presenza di sussidiarietà sociale a Venezia, impegnata in simbiosi con le principali strutture universitarie
ed ospedaliere di ematologia per migliorare la qualità della vita e aiutare il malato”, poi Gianni Basso, “ l’ultimo grande stampatore veneziano, per la dedizione e l’impegno di lavoro nel settore del tradizionale ed antichissimo mestiere di maestro stampatore, appreso nella manifattura del Collegio dei Padri Armeni nell’Isola di San Lazzaro. Basso è rimasto ancora l’unico testimone del mestiere artigiano dell’ar-
PREMIATI DA BRUGNARO GIOVANNI ALLIATA (AIL) LO STAMPATORE GIANNI BASSO E L’IMPRENDITORE MARCO VIDAL
te della stampa a caratteri mobili che fu di Aldo Manuzio. Infine Marco Vidal rappresentante dell’ultracentenaria Impresa familiare che ha costituito un fondamento dell’arte della profumeria, diffusa e testimoniata con il nome di Venezia nei mercati internazionali e per l’impegno nella ricerca storica sulle fragranze raffinate delle essenze antiche”. Vidal, che ha raccolto l’impegno della famiglia e di generazioni passate, ha voluto rivolgere una dedica speciale a Piero Bortoluzzi, di cui, proprio oggi, domenica, ricorre il primo anniversario dalla sua scomparsa. E’ stato ricordato l’impegno di Bortoluzzi per la città e così, sul finire della cerimonia, sono scattati gli applausi da parte di tutti i presenti. Lorenzo Mayer MAESTRO STAMPATORE Gianni Bovo, “erede” di Manuzio
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CadoreComelico
Domenica 2 Giugno 2019 www.gazzettino.it
L’urlo dei 2mila: «Sì al collegamento» La bocciatura ambientale del circuito sciistico con la Pusteria `Gilet rossi, applausi scroscianti agli interventi sul palco ieri ha scatenato una protesta che mai si era vista in montagna Boato per l’imprenditore Senfter che ci metterebbe i soldi `
COMELICO SUPERIORE Una cosa mai vista in Comelico: oltre duemila persone hanno marciato ieri da Candide a Padola, lungo la statale 52 Carnica, per affermare il diritto a realizzare le opere di collegamento impiantistico tra Valgrande e Passo Monte Croce a completamento del carosello sciistico che inserirebbe il Comelico nel circuito della Pusteria.
I GEMELLI NOVANTENNI Nata come marcia di protesta in realtà, quella di ieri, è stata una festa popolare tra continui applausi alle univoche affermazioni degli interventi sul palco in favore del progetto. Dai bambini in braccio ai genitori, alle centinaia di giovani con il gilet rosso, ai gemelli Mario e Gino Tonon, 91 anni, in prima fila, che possono essere considerati il simbolo di una
presenza attiva per far crescere turisticamente la vallata. Loro, vittoriesi di Carpesica, saliti in Comelico negli anni Cinquanta, qui ci sono rimasti.
LA RABBIA DEI GIOVANI E poi la giovane Serena, in rappresentanza del gruppo di coetanei, ha urlato dal palco il suo appello affinché questo sogno si realizzi presto. C’erano le rappresentanze di tutti i paesi della vallata, le associazioni con i colori delle loro divise, tantissima gente con addosso il gilet della protesta che esibiva cartelli e striscioni a sostegno del collegamento. Tra i comeliani anche rappresentanze del Bellunese, come quelli del Nevegal, con lo striscione “Nevegal con il Comelico per non spopolare la montagna”, del Cadore, ma anche della Carnia e della Pusteria, come Paola Gigliotti di San Candido, alpinista e da sempre sostenitrice della vita in montagna.
BASTA METTERE DIVIETI «Non è con i divieti che si tutela il territorio - dice - ma con la permanenza ed il lavoro delle persone che vivono in montagna». Se sui gilet e sugli striscioni c’era il “no” ai divieti, dal palco e dalla piazza si è sostenuto soprattutto il “sì” al collegamento. Clamoroso il boato che ha accolto l’intervento dell’imprenditore Franz Senfter, proprietario della società Drei Zinnen, che si è già resa disponibile a cofinanziare le opere del progetto tanto discusso e
IL SINDACO: «SIAMO NOI LA TUTELA DELL’AMBIENTE E PRIMA ANCORA I NOSTRI ANTENATI REGOLIERI»
osteggiato dai funzionari della Soprintendenza di Venezia e del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali.
PIAZZA DA ASCOLTARE «Mi sono innamorato di questi luoghi - ha detto Senfter - e ho iniziato a collaborare prima con il sindaco Zandonella e ora con Staunovo Polacco, e vorrei che il tanto tormentato iter di quest’opera si concluda presto con la sua approvazione». Anche il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, accolto da un’ovazione, ha ribadito la necessità di ottenere il via libera. «E’ gradito l’apporto di tutti - ha proclamato - ma una scelta questa comunità l’ha già fatta ed è quella che oggi si afferma in questa piazza. Non si può dire di essere vicini alla gente solo quando fa comodo. Ora è tempo di decidere e di smettere di affermare falsità. Chi tutela l’am-
biente in cui da secoli le popolazioni vivono? Sono stati i nostri antenati regolieri, siamo noi che lottiamo per rimanere, sono i giovani che gridano il loro “sì” ad un futuro di lavoro e di cura della propria valle». Tanti gli amministratori e i politici presenti a ribadire la il sostegno alla protesta: dalla presidente dell’Unione Montana Alessandra Buzzo, al consigliere provinciale Pierluigi Svaluto Ferro, al presidente della Magnifica Renzo Bortolot, ai deputati Luca De Carlo, Roger De Menech, Paolo Saviane, Federico D’Incà, all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. La soddisfazione per la riuscita della manifestazione è stata espressa da Rinaldo Tonon, coordinatore del comitato per il “sì al collegamento. «Grazie a tutti - ha detto questa piazza è la dimostrazione che la volontà popolare deve essere ascoltata». Lucio Eicher Clere
LA GRANDE SFIDA Un evento storico quello di ieri per dire basta ai vincoli posti dalla Soprintendenza, vincoli che hanno fatto bocciare l’impianto Padola-Pusteria (Quick)
Zaia: «Per noi è una priorità non si metta in dubbio» COMELICO SUPERIORE «Siamo assolutamente a fianco dei cittadini. Non ci piove che noi il collegamento Comelico Val Pusteria lo vogliamo realizzare. Una è la priorità per noi in questo momento. C’è però questo diniego da parte della Sovraintendenza, ho parlato anche con il ministro Bonisioli rispetto alla necessità di prendere in mano questa partita. Io penso che il progetto non sia un progetto di devastazione». Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, tira dritto e ribadisce che la Regione sul punto ha le idee chiare e non ha mai cambiato posizione. Il collegamento è una priorità, si deve fare. «Penso che se teniamo alla vita e alla salvaguardia della montagna la condizione imprescindibile sia la presenza dell’uomo. Questa volta valutiamo i costi e i benefici. Senza quel collegamento la montagna muore, il Comelico muore. Con il collegamento la montagna vive». Sceglie il linguaggio dei 5 Stelle il governatore, tirando in ballo l’immancabile «verifica costi benefici» diventata il refrain del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli. «Noi siamo sempre stati dalla parte del collegamento, che non ci siano dubbi. Perfetto che ci siano le proteste ma che qualcuno non metta in dubbio la posizione della Regione. Noi in tempi non sospetti abbiamo sostenuto questa partita». Poi è lo stesso governatore a indicare la via d’uscita, il modo per superare l’ostacolo: «Siamo nella condizione di convocare la conferenza dei servizi e la si potrebbe fare direttamente con il Comune. Insomma - prosegue sempre Luca Zaia - le istituzioni ci sono tutte, manca il nodo sovrintendenza ma il ministro deve risolvere questo problema e non in maniera peggiorativa ma migliorativa. Andrea Zambenedetti
Concorso sul benessere nel respiro: premiati i video degli studenti AURONZO «#RitornoAlRespiro»: da Misurina parte un progetto per la promozione del benessere respiratorio. Si è tenuta ieri la premiazione del concorso #RitornoAlRespiro, un progetto psicoeducativo, che nasce dall’esperienza maturata nel corso degli anni con bambini e adolescenti affetti da malattie respiratorie. É stato promosso dell’Istituto Pio XII di Misurina, Centro per la cura e la riabilitazione delle malattie pediatriche del respiro (www.misurinasma.it). Parlare di respiro e respirazione, non è (e non deve diventare) un’attività da svolgersi unicamente con coloro che soffrono di asma e allergie. Al contrario, la possibilità di respirare secondo natura, è un dono che meritano tutti, e
che spesso ci viene negato a causa di patologie respiratorie, una vita sedentaria, inquinamento e fumo di sigarette, stress e difficoltà emotive.
SENSIBILIZZARE #RitornoAlrespiro è stato quindi un progetto di sensibilizzazione, promozione del benessere e prevenzione delle difficoltà respiratorie, attraverso un percorso di consapevolezza che ha visto alleati – attraverso il processo creativo – ragazzi e adulti. Al concorso hanno partecipato sette gruppi di studenti delle scuole medie di Auronzo, Lorenzago, Cortina e Conegliano (Tv), hanno realizzato dei video di sensibilizzazione rivolti ai coetanei, sul tema: «respiro e ambiente, respiro e salute, respiro e persona». Durante la giornata di premiazione, il centinaio di
studenti presenti hanno potuto seguire lezioni di approfondimento tenute dagli operatori dell’Istituto e partecipare a giochi educativi a squadre sul tema delle respirazione e dell’ambiente.
I VINCITORI Il concorso è stato vinto dalle scuole di Lorenzago e Cortina (terzo posto a pari merito), Auronzo di Cadore (secondo posto) e Cortina (primo posto). I video
LA CASA DI CURA PIO XII DI MISURINA HA VOLUTO PROMUOVERE UN’INIZIATIVA EDUCATIVA
CASA DI CURA PIO XII Il progetto denominato #RitornoAlRespiro ha coinvolto 100 studenti con l’obiettivo di fare formazione
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vincitori saranno presto disponibili sulla pagina facebook dell’Istituto Pio XII, e potranno dunque divenire un utile strumento di divulgazione della cultura del benessere respiratorio. La giuria del concorso era formata da personale dell’Istituto Pio XII, ragazzi e ragazze ricoverate, rappresentanti dei Comuni di Auronzo di Cadore e Cortina d’Ampezzo, il presidente del Rotary Club Cortina. Tutti i componenti della giuria sono concordi nel dire «avremmo davvero premiato tutti perché il lavoro fatto in questo anno scolastico da studenti e insegnanti è stato davvero eccellente; l’anno prossimo puntiamo a coinvolgere ancora più scuole perché promuovere la salute e proteggere l’ambiente non può che essere un grande lavoro di squadra». Federica Fant
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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
DOMANISULGDV.Isuicidielacrisi:larispostac’è «Lacrisi,oltreaisuicidi,haaumentatoanchelostresselemalattiementali.Mail numerodicasivariarispettoailivellid’investimentoinprotezionesociale».Ilprof. RobertoVogli,docenteaPadova,analizzagliannipiùbuielerispostedomanisulGdv
tel. 0444 396200 www.publiadige.it
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Domenica 2 Giugno 2019
DOMANI L’INAUGURAZIONE DEL PRIMO TRATTO. Il governatore sul «più grande cantiere d’Italia»
«Pedemontana sbloccata Lecartesonofatte,ora altreaperturepiùveloci» Zaia:«Èal60%ecambieràilmondo:portaidistrettiproduttiviveneti aridossodellegrandiarterie.Econquestiprimichilometriilrisparmio èdi20minutiperchivaaBassano:alleggerirannolaMarosticana»
mini ambientali l’impatto è nullo, se pensiamo all’inquinamento da emissioni che generano oggi le code di traffico rallentato o fermo. Lo sottolineo: non soffro di “feticismo infrastrutturale”, non mi innamoro delle opere, sono rispettoso dell’idea di tutti, ma l’arroganza e le offese viste sulla Pedemontana non le comprendo. Si sa: se facciamo un referendum sul tracciato la stragrande maggioranza dei cittadini la vuole. La democrazia esiste o no?
Piero Erle
«Domani è una giornata importante, siamo davanti alla più grande opera in cantiere presente oggi in Italia: 2,258 miliardi di valore. Ed è un’opera che nasce nella notte dei tempi in Regione Veneto: è nelle carte ufficiali dall’inizio degli anni ’90, ha avuto gestazione lunga e travagliata che oggi è giunta alla fase finale». Luca Zaia, presidente della Regione, sa che quel primo tratto di superstrada che apre domani dalle 12, da Breganze alla A31, segna la svolta: nell’estate di 3 anni fa sembrava tutto destinato a impantanarsi, adesso sull’asfalto arriveranno le prime auto.
C’èstataunaguerragiuridicasulla Pedemontana: dura da 20 anni. Ma alla fine le sentenze sono giunte sempre a dar l’ok: l’ultima èdelTarVenetosulricorsodiSalinicontroilvostrodefinitivoattoconvenzionaleconla Sis.
Aprono pochi chilometri, però contano.
Intanto sono 7 chilometri comunque strategici, visto che si risparmiano una ventina di minuti di strada per andare a Bassano e non si passa più per Dueville, con un tempo di percorrenza di quel tratto che diventerà di 5-7 minuti. Ma il tema è che questi primi chilometri sono l’elemento simbolo di un’opera che è in fase di conclusione. E i ritardi sono nati da un fatto burocratico: fatta tutta la trafila delle documentazioni per aprire questi primi chilometri, tutti gli altri tratti potranno essere aperti dalla sera alla mattina. Il nuovo casello adesso “parla” contuttigli altridellarete?
Ora ci sono tutte le convenzioni con i concessionari d’Italia: se domani c’è un altro tratto anche piccolo che può aprire, lo si fa. Mi spiace che c’è chi ha voluto fare polemiche in questi mesi di attesa, ma le persone per bene sapevano benissimo che la strada era conclusa. C’è stata anche la sceneggiata di un video
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Icomitati crearonocaosgià nel2001:iono,ma isindaciscelsero “superstrada”, ora ilimitisonoquelli
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Noncel’ho conchiprotesta manonsipuò travalicareil lecitoeilrispetto dellepersone
Ilgovernatore Luca Zaiain unsopralluogo ai cantieriSpv
che faceva vedere la strada come se fosse ancora indietro, palesemente sbagliando il tratto del cantiere. SiriferiscealvideodiJacopoBerti(M5s)davantialcasellodiBreganze?Ineffettisiècapitodapococheadaprireè soloilcaselloa ridossodella A31Valdastico.
È un segnale. Per capirci, è come quando si costruisce una condotta d’acqua nel deserto: arriva la prima acqua che certo non blocca la siccità, ma è il segnale chiaro che il “fiume” è in arrivo. Luca Zaia entrò in Provincia di Trevisonel’95:quandosentìparlarediPedemontana veneta?
Mi ricordo bene che ed ero presidente e ci fu una famosa Conferenza dei servizi a Castelfranco Veneto, nel marzo 2001: lì tutti i sindaci decisero di trasformare il progetto da autostrada in superstrada a pedaggio. Io, da presidente della Provincia di Treviso, fui l’unico a votare contro: ero per l’autostrada. Perché questa nacque come infrastruttura dello Stato, ma ci fu una battaglia per portare a casa raggi di curvatura meno rigidi e fasce di rispetto più ristrette. L’autostrada prevedeva tre “barriere” per pagare i pedaggi, ma da casello a casello non pagavi. Ora ci troviamo una superstrada, ma coi caselli a pagamento. IlministrodeiLavoripubbliciera deiComunistiitaliani.
Era Nerio Nesi, l’assessore regionale era Chisso, il progetto di “Bonifica spa”. È storia
scritta, io la so tutta: a Castelfranco i sindaci votarono contro l’autostrada, pressati dai comitati che fecero il disastro giù in strada: quella volta, lo ricordo, intervenne la Celere. Isindacivotaronocosìancheper avereunaminorefasciadirispetto che bloccava i terreni. Erano tempidi espansioneedilizia.
Ma si passava da 90 metri a 60: chi va a farsi la casa a 60 metri dall’autostrada? E il famoso “impatto ridotto” è che si passò da 25 metri di larghezza di carreggiata a 24,50: ci rendiamo conto? E adesso quei raggi di curvatura, per motivi di sicurezza, ci portano ai limiti di velocità della superstrada, non dell’autostrada. Cioè110 chilometril’ora?
Al momento è una superstrada, non aggiungo altro. Dev'essere chiaro che questa scelta infelice la si deve ai comitati che hanno fatto il caos. Io non so se sono gli stesi di oggi che non vogliono l’infrastruttura, ma è allucinante il danno fatto allora. Èunprimotratto,mainiziaafunzionare una “tangenziale” che servirà la “città diffusa” del manifatturieroveneto.
Sono 94,5 chilometri e c’è un tempo di percorrenza di 45 minuti circa: cambia il mondo, pensate ai distretti produttivi del Bassanese, del Montebellunese: andranno in autostrada in due secondi. E decollassiamo la strada più pericolosa d’Italia: la Schiavonesca-Marosticana. In ter-
È una sentenza epocale. Ho preso in mano un “cadavere eccellente”, ho chiesto all’Avvocatura dello Stato di darci un parere su come procedere: siamo diventati noi i concedenti e anche i titolari dei pedaggi ed è una novità assoluta, che il concedente incassi i pedaggi. Abbiamo introdotto il principio del canone di disponibilità: l’“affitto” per 39 anni a partire da 153 milioni l’anno. Siamo passati da un “montepremi” per il concessionario di 21 miliardi a 12 miliardi e qualcosa, in 39 anni. Ho coinvolto la Corte dei conti, l’Anac, ho nominato commissario il viceavvocato generale dello Stato: non si può dire che non è stata fatta un’azione di estrema trasparenza. E non mi risultano sentenze negative neanche sugli anni passati. Non ce l’ho coi comitati, sono il sale della democrazia, ma ce l’ho con chi vuole trasformare una difesa legittima di sue idee in azioni oltre il lecito e il rispetto delle persone. Pedaggi: il punto di domanda è se poi gli incassi della Regione pareggerannoil anonechepaga.
C’è qualcuno che ci dà una previsione certa di ciò che accadrà nei prossimi 39 anni in Veneto? Lo scriva: da ingenuo credevo esistesse un ente statale che può certificare serie previsioni di traffico per un’opera, ma non è così: ti devi arrangiare. Comunque negli ultimi anni il trend di traffico sulle autostradeè tornatoasalire.
C’è un incremento. Noi abbiamo incaricato i migliori, che hanno fatto gli studi sul Passante di Mestre senza sbagliarli. Siamo scesi da uno studio del 2002 che prevede 33 mila veicoli equivalenti al giorno a 27mila a regime, ma tutto dipende da come va l’e-
Unoscorciodeltratto diPedemontanaveneta cheda domani dopole12saràpercorribile. STUDIOSTELLA
IlcasoCosta:rifiuti Domanialle11 cisarà Salvinial nastro del trattoBreganze-Thiene dellaSpvPedemontana. Intantoc’è meno tensione colministro SergioCosta (Ambiente).«Partiamo da unfatto -diceZaia - ecioè checisono 485 discariche abusivein Veneto, mi diconochene abbiamo intercettateforse una decinacon la Pedemontana:l’opera è tuttaintrincea, siscava finoinfondo eliminando i rifiuti,e poi sifala parete. Ovviochei rifiutial dilà dellaparete restanoda bonificare,ma la Pedemontananonliha creati,anzi litrovae li bonifica.Non sipuò con unvideofar passare l’idea checisono inRegione “lazzaroni”che nascondonorifiutidi notte:è gravissimo.A Montecchiopoi sonostati trovatirifiutiurbani, non pericolosi».L’ha riconosciutoanche il ministroSergio Costa davantiall’Antimafia, rettificandosueparole e unpost:«Cierorimasto male-dice Zaia -perché credonel rapportotra istituzioni.Costaha preso unabbaglio,neho anche parlatoconlui: speroche i Noefacciano velocie chiariscanolasituazione. Prendoatto chein commissioneAntimafiail ministroha dettolecose comesono». LaProcura peròindaga sullagalleria diMalo:sicurezza e impattoambientale: «È legittimoche laProcurar facciatutte lesue verifiche,abbiamo fiducia neimagistrati: se cisono contestazionici saranno lerisposte,quinon esistonosegreti di pulcinella».
conomia, dal traffico e dalle ordinanze dei sindaci. Avete già avviato un dialogo coi Comunisuquesto.
Stiamo facendo tutto il possibile, ma spero che i sindaci siano convinti del fatto che poi i camion devono utilizzare l’opera e non passare più nei centri dei paesi. Vicriticano comunquesui costi.
Ma bisogna dire le cose come stanno: l’opera costa 2,258 miliardi ma incasserà 12 miliardi perché costruttore-gestore deve anche gestirla per 39 anni: lavori, personale, tutto. E la redditività è prevista dai documenti: è tutto trasparente. Quanto all’aumento da 1,8 miliardi a 2,258 bisogna essere in malafede dire che “aumm aumm” il prezzo è salito: c’è la lista cifra per cifra, perché è diventata una superstrada in trincea e perché ci sono 68 chilometri di opere accessorie per i Comuni in aggiunta ai 94,5 principali. E ci sono leggi cambiate per lavori su gallerie, sottoservizi e altro. Lo diceva anche l’allora commissarioSilvano Vernizzi.
Sì, ma si continua ad andare nelle assemblee a raccontare bugie e alimentare odio sociale, perché finché la causa pende, rende. È ora di finirla. DomanicisaràilvicepremierSalvini, non il ministro delle Infrastrutture:è statauna scelta?
È stato invitato anche il ministro Toninelli: è un lotto piccolo, ma l’invito gliel’ho mandato. Per Salvini mi ero impegnato: è l’unico venuto a vedere i cantieri e ha sempre parlato per l’infrastruttura. Ricordo che altri parlavano contro e forse a Roma c’è chi, non il ministro, pensa si parli ancora di un progetto sulla cart: la Pedemontana ha il 60% dei 2,25 miliardi già tradotto in lavori, e il 98% degli espropriati è già stato pagato, per 330 milioni: non è certo un dettaglio.
Icomitatidiconochedopo7anni siinauguranosolopochichilometri,chissàquando cisarà tutta...
Mi fa piacere che siano interessati come noi a vederla tutta aperta: è una bella notizia. C’è un contratto e sarà rispettato: la finiremo entro il 2020, tranne la galleria di Malo. Il tunnel andrà oltre il 2020, quando si vota. Luca Zaia conta diinaugurarlatutta,laPedemontana?
Non aggiungiamo altri temi. Dico solo che la Pedemontana è uno dei dossier a cui lavoro sempre con l’autonomia, le Olimpiadi, i Pfas, l’Unesco: io sono qui. Sono allergico a parlare di candidature. Dico solo che la mia testa è tutta concentrata sul Veneto. La Pedemontana porterà traffico sul nodo di Bassano e a sull’A31: si pone la questione di progetticollegaticomelaValdasticonord e laValsugana.
La Valdastico va completata, si crea un drenaggio di traffico est-ovest e verso nord di enorme rilievo. E la statale Valsugana va riqualificata: serve un intervento da 120-130 milioni, questo lo dicevo ancora all’ex ministro Delrio. •
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© RIPRODUZIONERISERVATA
Gliespropri sonogiàstati pagatial98%,per untotaledi330 milioni:nonècerto undettaglio
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LaProcura indaghituttociò cheritiene,lecarte sonoadisposizione Quic’èlamassima trasparenza
COMMENTI
DOMENICA 2 GIUGNO 2019 IL PICCOLO
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LE IDEE LA MICCIA CHE CALENDA PUÒ ACCENDERE DA NORDEST
SCENARI TRIESTINI CON UN SINDACO LEGHISTA ROBERTO MORELLI
PAOLO GURISATTI
A
I
vrà dunque Trieste il primo sindaco leghista della sua storia? Pur mancando due anni alla prossima scadenza, che in politica è un’eternità, la domanda è più che legittima all’esito delle tornate elettorali degli ultimi 12 mesi. Nel maggio dello scorso anno il trionfo alle Regionali di Massimiliano Fedriga, con il Carroccio che a Trieste superò il 30 per cento. La scorsa settimana l’ulteriore crescita alle Europee, con la Lega in ascesa di altri tre punti. E tutto ciò, nella città che per almeno vent’anni fu la più “antileghista” del Nord. Ma erano altri tempi, si capisce. La Lega padana di Umberto Bossi, neppure lontana parente di quella sovranista di Matteo Salvini, non poteva che risultare indigesta a una città immersa nel tricolore, e per la quale la Lista per Trieste era stata l’atto d’amore dell’amante tradito, e non certo un precoce anelito secessionista. Nulla a che fare con il “prima gli italiani” con cui Salvini ha tagliato con il burro il consenso anche, e a maggior ragione, nella città più italiana d’Italia. Altri tempi, dunque. E un’avvisaglia dal voto fin troppo chiara. La pressione che la Lega ha già messo sul governo comunale con il rimpasto di giunta la dice lunga sull’accerchiamento a cui il sindaco Roberto Dipiazza sarà sottoposto nei prossimi due anni; e sulle inevitabili (e logiche) intenzioni del governatore Il governatore del Fvg, il leghista Massimiliano Fedriga, e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza Massimiliano Fedriga di puntare, dopo la Regione, anche al Comune di Trieste. blishment a Trieste esista, e perciò forse, ballottaggio. Sarà in ogni caso una lunEsito scontato? Impossibile dirlo og- al momento, la favorita. Ma insomma al- ga partita di poker. gi. È quanto mai probabile che il consen- la fine, dopo i calci negli stinchi che preA beneficiarne – ed è il secondo scenaso per il partito di Salvini non sia un fe- cedono ogni candidatura, un nome sal- rio – potrebbe essere il centrosinistra, nomeno di breve durata, scaturendo da terà fuori. come accadde nel lontano 1993 contro una tendenza epocale che non è solo itaA rompere questo scenario possono un centrodestra diviso (condizione che liana, ma europea e occidentale. In più, esservi due fattori. Il primo è l’eventua- gli elettori non amano: mai). Il 25% ota dispetto dell’avventurile intendimento di Di- tenuto dal Pd domenica scorsa non è afsmo naif dei Cinquestelpiazza, sorretto da For- fatto un cattivo risultato. Ovviamente Mancano due anni le, la Lega ha alle spalle za Italia, di correre per non basta, ma alla sinistra non manca la al rinnovo comunale un ulteriore mandato: capacità di coagulare la cosiddetta “so25 anni da partito strutturato. È plausibile che sarebbe il quarto da cietà civile”. Entrambi i papabili sono in ma già da adesso tra un annetto i papabili sindaco di Trieste più grado di farlo: Francesco Russo, per il si fanno calcoli a sindaco prenderanno a uno di Muggia, un re- suo consenso esteso al di là (e fuori) del ed emergono nomi sgomitare, e ce n’è almecord nazionale. Non partito, anche grazie ai suoi meriti nella no tre: l’assessore regioun boccone facile da di- riconversione del Porto vecchio; Mitja nale Pierpaolo Roberti, il più vicino a Fe- gerire per la Lega: il consenso del primo Gialuz, per il profilo estraneo alla politidriga; il vicesindaco Paolo Polidori, il cittadino è ben superiore a quello attua- ca e la straordinaria spinta che il più più esperto di amministrazione ma za- le di Forza Italia. Né si può escludere grande evento cittadino – la Barcolana, vorrato da passi falsi come il famoso epi- che la propensione di Giulio Camber a che guida – può portare. Le prossime sodio del clochard; la presidente di Friu- scombinare le carte punti a una prova di elezioni recano molte incognite. E la solia Federica Seganti, la meno “leghista” forza al primo turno, con una corsa sepa- la certezza che ci attendono due anni nel profilo professionale e la più vicina rata di Dipiazza contro il candidato le- d’infinita campagna elettorale. – all’establishment, ammesso che un esta- ghista in vista di una riconciliazione al
risultati della consultazione elettorale, incrociati con i problemi economici del Paese, potrebbero agevolare la nascita di un laboratorio interessante a Nordest. Condizione, sine qua non, è che i leader e i governatori delle regioni che appartengono a questa circoscrizione/regione elettorale, europea, si parlino. Vado dritto al sodo del mio ragionamento. Il Paese è allo stremo, nel senso che non riesce a imboccare una via d’uscita dalle proprie ingessature e soprattutto a innescare un percorso di crescita capace di coprire il debito arretrato senza lacrime e sangue, aumentando lavoro e valore aggiunto. L’unico modello in grado di favorire questa strada è quello dei distretti e delle comunità locali produttive, che sono l’anima del Nordest, dall’Emilia-Romagna alla Venezia Giulia. Questo modello non ha una rappresentanza politica unitaria. Ed è un modello che non funziona “in deficit” e con lo spread alto. Grazie all’affermazione, proprio a Nordest, di un candidato anomalo nello schieramento di “sinistra”, vale a dire Carlo Calenda, si potrebbe tentare di aprire una strada nuova. Calenda parla la lingua degli imprenditori, conosce i vincoli di bilancio e i problemi di sviluppo delle imprese. È un leader nazionale, anche se non conosce beL’ex ministro Pd ne la forza dei distretti e campione di preferenze le ragioni per cui l’autonomia (sia pure differenziaalle recenti europee ta) sia un tema così imporha i canali giusti nell’Emilia rossa, coe dialoga col territorio tante me nel Veneto bianco/verde o nel Trentino e nel Friuli autonomisti. Può tuttavia imparare presto e svolgere una funzione ponte tra componenti diverse del territorio che lo ha eletto. Non è un caso che la Terza Italia, il Nordest, sia tenuto insieme da una circoscrizione elettorale europea, in un’Europa che dovrebbe essere in futuro più attenta alle identità regionali. È la sede di un modello di società e di economia di successo, che traina un paese condannato alla produzione industriale, al turismo e all’export, alla stessa stregua delle aree metropolitane più avanzate. Non c’è dubbio, basta guardare il valore dell’export pro-capite, che solo Milano, e in parte Torino e Firenze, raggiunga livelli analoghi a quelli del Nordest e sia in grado di trainare il Paese oltre la crisi, finalmente fuori dalle secche di una contrapposizione Nord-Sud che non ha più senso storico. In tutta onestà la Lega nazionale di Matteo Salvini non lo può fare. Non ha oggi un modello sensato da proporre. Così come già capitò a Matteo Renzi, sta perdendo aderenza con l’asfalto, perché investe troppo su Roma oppure si perde dietro ipotesi ideologiche e rischiose come, per esempio, la flat tax. I leader del Nordest possono invece fare rompere gli schemi e ragionare di un percorso innovativo, a partire dall’autonomia e da un’idea federalista concreta per l’Italia e per l’Europa. Calenda, se vuole, può accendere la miccia. Altri potrebbero dargli il coraggio di partire. –
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MARGHERA - MALCONTENTA
DOMENICA 2 GIUGNO 2019 LA NUOVA
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domani l’incontro con il ministro lezzi
Conto alla rovescia per istituire la Zes entro quest’anno Ma c’e il rischio crisi Restano 212 giorni per approvarla. Confindustria, Porto Regione ed enti locali vogliono certezze dal Governo
Gianni Favarato Giornate decisive per il possibile riconoscimento di una Zona economica speciale, che oltre a introdurre importanti semplificazioni amministrative, consentirebbe vantaggi economici per quelle imprese che effettuano investimenti, nelle province di Venezia e Rovigo, come proposto nel Piano industriale messo a punto alcuni mesi fa da Confindustria e poi condiviso dalle altre associazioni imprenditoriali e da comuni e province interessate. Malgrado le sempre più drammatiche liti tra i due partiti al Governo, M5S e Lega, che potrebbero sfociare in una crisi istituzionale e nuove elezioni, con il conseguente blocco di tutte le attività legislative, comprese quelle relative alla richiesta istituzione di una Zona economica speciale anche a Venezia e Rovigo, come si è già fatto per alcune are del Sud Italia, il ministro per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi, ha accettato di incontrare domani mattina a Roma i presidenti di Confindustria e della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo (Vincenzo Marinense e Giuseppe Fedalto), insieme ai presidenti di Confindustria del Veneto (Matteo Zoppas) e nazionale (Boccia). Secondo Confindustria non c’è tempo da perdere, infatti come indica il cronometro per il conto alla rovescia che capeggia nella pagina web del sito dell’associazione, al termine ultimo per il riconoscimento della Zes mancano 212 giorni e non c’è tempo da perdere. «Dal 2020» spiga Confindustria «nel 2020, infat-
ti, le aree, oggi individuate nella mappa dell’Unione Europa degli aiuti di Stato come “Zone C non predefinite”, dove appunto sono ammessi aiuti di Stato al di sopra della quota dei “De Minimis”, potrebbero non essere più tali. A livello europeo, infatti, gli incentivi fiscali sulle Zes devono essere «conformi alle disposizioni in materia di aiuti di stato in applicazione dell’articolo 107 inserito nel Trattato sul funzionamento della Unione Europea». Il Governo dell’ex premier Gentiloni aveva varato, alle fine del 2017, un decreto che istituiva le prime due Zes italiane, nel porto di Gioia Tauro (Calabria) e in quelli di Napoli e Salerno (Campania) Anche il Veneto, e in particolare Venezia, con il suo porto lagunare e Rovigo , con il disagiato Polesine sulle rive del Po, si erano atti avanti per ottenere la Zes ma erano finiti in coda, insieme; mentre sono tutt’ora in attesa quelle previste, sempre nel Sud Italia, di Bari-Brindisi, Augusta (con Catania e Siracusa), Palermo, Cagliari e Taranto (collegate anche alle zone industriali di Matera e della Basilicata) e un ultimo porto ancora da individuare che dovrebbe unire aree delle Regioni Molise e Abruzzo. Lunedì, dal ministro del M5s, Barbara Lezzi, i dirigenti di Confindustria si aspettano un impegno al riconoscimento della Zes in Veneto, come promesso nei giorni scorsi dalla stessa Lezzi e dal sottosegretario Bitonci, con un decreto entro la fine dell’anno, sempre che non arrivi prima la crisi Governo. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
215 L’estensione in ettari delle aree industriali inutilizzate a Porto Marghera, di cui 40 ettari sono immediatamente disponibili
170 L’estensione in ettari delle aree industriali attualmente non utilizzate e improduttive nel territorio della provincia di Rovigo
560 L’ammontare, in milioni di euro, degli investimenti privati nelle manifestazioni di interesse presentate al ministero dello Sviluppo nell’ambito del sondaggio del marzo scorso per l’area di crisi complessa di Venezia
1,7 Gli investimenti in miliardi di euro necessari per adeguare le infrastrutture e rendere la Zes in grado di competere nell’ambito del progetto “Via della Seta”
1 I miliardi di euro Tali investimenti riguardano principalmente infrastrutture portuali, viarie e ferroviarie e potrebbero mobilitare capitali privati nella richiesta Zona economica speciale di Venezia e Rovigo
Una veduta aerea di Porto Marghera dove si vorrebbe istituire una parte della Zona economica speciale
la proposta presentata
Un’occasione di sviluppo per un totale di 385 ettari di aree improduttive La Zona economica speciale di Venezia e Rovigo proposta da Confindustria – in accordo con le rispettive Province (per Venezia la Città Metropolitana), 18 sindaci, la Regione Veneto e l’Autorità di Sistema Portuale di Venezia e Chioggia – comprende alcune are del Comune di Venezia ( del Comune di Venezia: Porto Marghera, Zona Portuale e Tronchetto, Campalto, Murano, Arsenale) e i comuni di Jesolo, San Donà e Portogruaro. A questi si aggiungono i co-
muni rodigini di Trecenta, Bagnolo di Po, Fiesso Umbertino, Polesella, Canaro, Occhiobello, Stienta, Gaiba, Ficarolo, Salara, Calto, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Melara, Bergantino, Ceneselli. Confindustria ha stimato che nell’area di Venezia e Rovigo vi siano attualmente circa 385 ettari di aree industriali che non producono alcun reddito né per le imprese, né per i cittadini, Aree che non sono redditizie neanche per lo Stato o per gli Enti locali
protesta a tessera
L’accesso in aeroporto Una marcia per la sicurezza Chiedono marciapiedi per arrivare dal centro all’aeroporto, dissuasori e soprattutto la messa in sicurezza dell’incrocio tra la statale e via Triestina vecchia, uno dei punti rossi della viabilità. Ieri pomeriggio una settantina di persone ha passeggiato sulle strisce pedonali davanti al nodo viabilistico, in centro a Tessera, per poi raggiungere la chiesa e proseguire oltrepassando il centro.
Tra di loro molti anziani, i residenti della frazione su cui si allunga l’ombra dello scalo di Venezia, una popolazione in là con gli anni che chiede servizi. E poi tanti bambini con i loro genitori e un uomo e una donna in carrozzina. Una protesta pacifica con tanto di manifesti, cartelli, striscioni colorati che in questi mesi le auto che percorrono la strada per raggiungere l’Aeroporto, compresi i taxi,
hanno visto più di una volta sfilare lungo la statale. Gli abitanti domandano un marciapiede per raggiungere l’entrata di via Galileo Galieli, ossia l’imbocco del Marco Polo, senza rischiare la vita lungo il margine della carreggiata stradale o finire in fosso. Una richiesta più volte fatta presente nel corso degli anni, visto l’elevato traffico della zona. «In questa strada passano 12 mila auto al giorno»
Un moment o della protesta a Tessera
spiega Cesare Rossi «nel tratto da Tessera a San Giuliano ci sono 15 rivenditori e concessionari di auto e una marea di parcheggi, lungo via Triestina transitano camion e autocarri. Siamo stufi di
promesse vuote, vogliamo fatti. Se davvero l’assessore competente ha tutto pronto, ci illustri i progetti e ci dica quando vogliono iniziare le opere. Sono dieci anni che ci dicono di non preoccuparci,
perché non producono entrate fiscali da Iva, Imu e Ires. Oltre a introdurre importanti semplificazioni burocratiche e amministrative, consentirebbe vantaggi economici (fiscali e tributari) per quelle imprese che effettuano investimenti nelle aree in essa inserite, potrebbero creare – secondo Confindustria Venezia e Rovigo – 26.600 nuovi posti di lavoro, ben 2,4 miliardi di investimenti complessivi. Tutto ciò in settori quali quello delle costruzioni, della cantieristica, dell’aeronautica, della “green economy” (con la chimica verde e della produzione di energie da fonti rinnovabili) potrebbero trarne grande impulso. Si svilupperebbe, inoltre la logistica, l’automotive smart, con evidenti vantaggi, anche per il settore dei servizi alle imprese e del commercio. —
specialmente sotto elezioni. L’ordinanza che è stata emessa è ridicola, i 30 chilometri orari non occorreva che li istituissero nelle vie interne a Tessera, sono così strette che è ovvio che nessuno riesce ad andare più forte. In via Pinerolo hanno messo un cartello di variazione altimetrica. Fondamentale? Realizzano la rotonda, ma vorranno farci vedere i progetti?». Nei giorni scorsi, il comitato Tessera Bella, per bocca di Ivano Berto, aveva cantato vittoria sostenendo che il centro abitato sarebbe stato messo in sicurezza con l’arrivo di piste e collegamenti. «Se davvero è così ci convochino per darci tempi modalità, a noi nulla è stato comunicato». — Marta Artico
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CASTELFRANCO
DOMENICA 2 GIUGNO 2019 LA TRIBUNA
il caso dopo il maltempo
Macerie da alluvione ma il Card è chiuso «Il danno e la beffa Noi abbandonati» La protesta di un residente a Salvarosa contro il sindaco «Andava predisposto un piano di aperture straordinario»
Davide Nordio Cinquanta secondi di ritardo, ma inesorabile si abbassa la sbarra di accesso al Card di via dell’Impresa: è la disavventura denunciata da un residente di Salvarosa che ha subito pesanti danni dalla bomba d’acqua che ha colpito Castelfranco martedì scorso e che ha dovuto ritornarsene a casa per poi ripresentarsi alla riapertura del centro. «Dopo quello che è capitato ci aspettavamo un po’ di tolleranza dagli addetti al Card, visto che era prevedibile che ci sarebbe stato maggior afflusso proprio in conseguenza dell’allagamento – spiega Massimo Ferello, tra i cittadini che hanno subito parecchi danni per questa alluvione – invece l’auto prima della nostra è passata e invece noi no. E dietro di noi non c’era nessuno. Ci siamo rimasti male perché nei giorni scorsi invece avevamo trovato molta disponibilità da parte degli operatori».
CASTELFRANCO.
LA ZONA PIÙ COLPITA
La zona di Salvarosa è stata quella tra le più colpite dalla bomba d’acqua: «Le paratie che abbiamo installato per i seminterrati non sono state sufficienti per bloccare l’acqua che arrivava dalla strada – continua Ferello – dopo martedì ci siamo dati una mano tra vicini per eliminare tutto quello che è stato rovinato, facendo avanti e indietro dalla discarica. Purtroppo oggi abbiamo dovuto fare i conti con una “fer-
mezza” che non ha tenuto conto della problematicità che si è creata da martedì. Forse, in riferimento a questo, si doveva pensare a un apertura prolungata del Card, soprattutto sabato visto che c’è chi ha potuto usufruire solo di questa giornata per sistemare le cose dopo la bomba d’acqua». Ferello ha subito molti danni per questa alluvione: «Abitiamo su tre piani, di cui uno nel seminterrato: con l’acqua sono andati fuori uso due computer, una lavatrice e altri elettrodomestici. Ad occhio tre-quattromila euro di danni». IL SINDACO
A tal proposito il sindaco Stefano Marcon invita le famiglie che hanno subito danni di tenerne conto in vista di un possibile risarcimento: «Il governatore Luca Zaia ha inserito anche Castelfranco tra i comuni per i quali è stati chiesto lo stato di crisi – spiega – quindi se questo verrà riconosciuto occorrerà presentare una rendicontazione in Comune». Circa le problematiche per gli sgomberi Marcon sta predisponendo con Contarina un tavolo di concertazione per gli smaltimenti da parte delle aziende: «Si tratta di quantificare prima le necessità e poi procedere, anche con l’ipotesi del ritiro diretto presso le stesse aziende colpite. Circa il caso segnalato del Card di via dell’Impresa ho già comunicato all’interessato che chiederò delucidazioni», conclude il sindaco. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE Riese Pio X “Bimbi al parco” oggi a Villa Eger Come ogni anno, oggi, in occasione del compleanno di Pio X, il parco di Villa Eger a Riese sarà animato dall’evento “Bimbi al Parco” organizzato dalla parrocchia di Riese. Dalle 10 tutta la giornata saranno disponibili giochi gonfiabili e maneggio, mentre alle 16 andrà in scena lo “schiuma party”. Per la pausa pranzo è a disposizione lo stand degli alpini con pasta, panini e patatine fritte.
Albaredo Stasera gran finale per il “Pig party” Gran finale stasera per il “Pig party” di Albaredo con le ragazze del pattinaggio artistico. Agli impianti sportivo alle 20. 30 esibizione dell’Asd Albaredo Insieme (roller) con lo spettacolo “Italia bellezza senza confini”.
Spineda Trattori e Vespe in raduno e sfilata Trattori e non solo protagonisti oggi a Spineda per il raduno di mezzi storici al parco dell’oratorio. Al tradizionale appuntamento con le macchine agricole si aggiunge quello dedicato alla Vespa e ai motorini. Tutte le categorie sfileranno alle 10.
Pulizie dopo la bomba d’acqua che ha mandato sott’acqua diverse zone della Marca nei giorni scorsi
riese
L’ecovandalo beccato dal residente “guardone” Scatta la segnalazione RIESE. Smaschera un “furbetto” della spazzatura intercettandolo con un cannochiale che gli permette di individuare la targa dell’automobile: ora ci penserà la polizia locale a individuarlo e procedere secondo la legge. La “vista lunga” è quella di Claudio Contarin, pensionato di Poggiana e molto attivo nel volontariato, che giovedì sera, poco dopo le 20, ha notato un’automobile che faceva inversione di
marcia di fronte a casa sua in via Masaccio. «Ho guardato chi era ma mi sono subito accorto che all’interno del mezzo c’erano diversi sacchi neri dell’immondizia». A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, diceva Giulio Andreotti: e cosi ha fatto anche Contarin. «Dopo che ha fatto manovra, l’ho seguito con lo sguardo. Poi si è fermato: a questo punto ho preso il cannocchiale e ho controllato quello che faceva: ha
aperto l’auto ed ha buttato i sacchi all’altezza di un rustico. In questo modo ho potuto vederlo in faccia: ma ho potuto vedere anche il numero di targa dell’auto». Per non aver dubbi dopo che la macchina si è allontanata, il pensionato ha preso la bici ed è andato a controllare: «Oltre ai sacchi che gli avevo visto buttare, ne ho notati altri lì vicino, tutti uguali e legati allo stesso modo, probabilmente buttati dalla stessa persona». Contarin ha provveduto ad avvisare Contarina di quanto accaduto e successivamente si è rivolto alla polizia locale di Riese a cui ha consegnato gli estremi dela targa. Per l’ecovandolo, dopo le opportune verifiche, è probabile l’arrivo di una bella multa. — D.N.
lutto a castelfranco san giacomo
Ora la Pala del Piazza si mostra in chiesa Trasferita nella chiesa di San Giacomo la meravigliosa Pala del Piazza che era custodita presso la sala convegni dell’ospedale cittadino. Lo spostamento dell’opera è stato possibile grazie all’impegno del Lions Club di Castelfranco, l’assessorato al turismo, la parrocchia della Pieve e all’Ulss, .
Addio suor Margherita servì Giovanni Paolo II CASTELFRANCO. È morta venerdì alla Fraternità principale di Via Poisolo Suor Margherita, 96 anni, la più anziana della struttura e una delle fondatrici nel 1973 delle Discepole di Vangelo. Originaria di Ponte di Piave, fra le attività che ha compiuto nella sua lunga vita ha seguito per due estati, nel luglio 1992 e 1993, papa Giovanni Paolo II a Lorenzago. I funerali domani alle 15.30 in duomo. — D.G.
Suor Margherita aveva 96 anni
Domenica 2 Giugno 2019
La Voce
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PRIMO PIANO POLESINE ECONOMIA Il governatore del Veneto, da Feltre, sollecita il governo a istituire le zone speciali
Zaia: “La Zes va fatta subito” “Polesine e Marghera hanno peculiarità che non vanno ignorate”. Domani vertice al ministero ROVIGO - Domani il territorio polesano potrà conoscere il suo futuro, e sapere se potrà contare sui benefici della Zes, la zona economica speciale, area individuata dalla Ue come bisognosa di sostegno particolare. La partita decisiva, o almeno l’inizio di questa partita, si giocherà al ministero per il Sud, dove il presidente di Confindustria Venezia -Rovigo si incontrerà col ministro Lezzi. Un vertice che ha bloccato la manifestazione che sindaci e istituzioni avevano programmato proprio per domani per fare pressione sul ministero a sostegno dell’individuazione della Zes. Il ministero, alla fine, ha accolto le richieste del Polesine e del Veneto, ed ha aperto il tavolo di confronto. Fra chi si batte per la Zes, oltre ai sindaci polesani e agli imprenditori, c’è anche il governatore del Veneto Luca Zaia. Ieri il presidente è stato intercettato a Feltre, all’inizio della tappa del Giro d’Italia ed ha risposto ad alcune domande della Voce. “La Zes - ha detto vuol dire competitività. Vuol dire riconoscere una peculiarità che il Veneto ha nelle zone di Rovigo e di Marghera. Non possiamo andare fuori mercato perché altri hanno dei vantaggi. Il governo ha tutti strumenti per agire, e se ci fosse bisogno di cambiare una legge, lo si deve fare. Non si può più perdere tempo, e nemmeno dire non si può fare. Sembra di essere tornati alle polemiche delle quote latte, quando di diceva che era impossibile fare l’accordo. Invece io sono andato in Europa e l’accordo l’abbiamo fatto”. E a sostegno della Zes in Veneto si muovono anche i sindacati. Cgil, Cisl e Uil del Veneto, in una nota, fanno sapere che “l’istituzione di una Zes collegata al Porto di Venezia, che coprirebbe aree insistenti su comuni a cavallo tra la città metropolitana e la provincia
A sinistra il presidente del Veneto Luca Zaia Sopra una serie di capannoni in provincia di Rovigo di Rovigo, è una opportunità di sviluppo economico e sociale. La nascita di una Zes nel nostro territorio - confermano Cgil, Cisl e Uil - sarebbe utile per riconfermare la vocazione industriale e manifatturiera, rafforzando le realtà produttive presenti e facendone nascere di nuove, per realizzare la fase di transizione produttiva oggi parzialmente in atto; per creare le condizioni infrastrutturali e logistiche funzionali alle grandi rotte di scambi commerciali in essere o in divenire, e soprattutto per dare opportunità di sviluppo a quelle aree e comunità oggi fortemente in sofferenza”. I sindacati ricordano che le superfici potenzialmente coinvolte (circa 385 ettari) vedono “già la presenza di aree forte-
mente degradate, con attività industriali dimesse già oggetto di riconoscimento, come ad esempio quelle che insistono nell’area di Porto Marghera; inoltre vi sono aree riconosciute depresse dalla Commissione europea all'interno dell'Obiettivo due, già destinatarie di fondi strutturali europei e riconoscimento del Cipe”. Cgil, Cisl e Uil dicono che “per renderla efficace dovremo immaginare una governante diffusa e condivisa, tra istituzioni, enti locali, forze produttive, mondo del lavoro e sindacati, in tutte le fasi progettuali e realizzative. Dal nostro punto di vista sono prioritarie le questioni occupazionali: qualità e quantità del lavoro, a cominciare dalla manifattura, dalla logistica e nell’ambito
degli appalti operanti nelle aree; il rispetto integrale dei contratti collettivi nazionali di lavoro evitando fenomeni di dumping contrattuale; attenzione alla sicurezza e alla legalità; politiche attive mirate e formazione continua a partire dai percorsi scolastici; una modalità stabile di confronto tra le parti sociali in tutte le fasi della vita della Zes che garantisca la realizzazione degli impegni assunti reciprocamente”. Per questo Cgil, Cisl e Uil di Venezia e Rovigo propongono un momento di confronto tra tutte le forze politiche, economiche e sociali. “Siamo pronti a fare la nostra parte sulla Zes, unitamente a tutti gli altri temi che riguardano lo sviluppo del territorio e l’interesse dei
lavoratori”. Interviene anche il sindaco di Occhiobello, Sondra Coizzi: “L’apertura e la disponibilità del ministro per il Sud Barbara Lezzi a discutere di Zes è già un primo riconoscimento della centralità del tema”. Il sindaco, assieme agli altri 15 sindaci polesani, era pronta a portare a Roma la richiesta di concretizzare l’iter per l’istituzione della Zes: “La compattezza di noi sindaci e degli altri soggetti coinvolti ha un peso che non poteva restare inascoltato, porto avanti un obiettivo già sposato dalla precedente amministrazione e mi auguro che, dopo Confindustria, saremo presto convocati anche noi sindaci per un confronto col ministro”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SCHEDA Interessati 16 Comuni della provincia di Rovigo
Investimenti, lavoro e sviluppo ROVIGO - Una partita da oltre due miliardi di euro. La Zes significa due miliardi e 400 milioni di euro di investimenti in cinque anni. Con la creazione di 7.600 posti di lavoro diretti, e circa 19mila nell’indotto, per un totale di oltre 26mila posti. Cifre colossali, che interesseranno direttamente una parte consistente del Polesine, quella lungo l’asta del Po da Polesella a Melara. Sedici Comuni, e un intero territorio ricco di 284 ettari di aree industriali da rilanciare e riqualificare. Per attrarre investimenti e imprenditori grazie ad un sistema di detrazioni fiscali, sulle accise per l’energia. Certo, sono numeri che farebbero
tremare le vene ai polsi, talmente esagerati da sembrare irreali. Ma si tratta del sistema europeo delle Zes, le zone economiche speciali. Ce ne sono 400 in tutta Europa, due nel Veneto, l’area di Marghera, vicino a Venezia, e la porzione del Polesine che comprende 16 Comuni: Polesella, Canaro, Fiesso, Occhiobello, Bagnolo, Stienta, Gaiba, Trecenta, Ficarolo, Ceneselli, Calto, Salara, Bergantino, Castelnovo Bariano, Castelmassa, Melara. Un sistema capace di realizzare in Polesine, quindi, quello che avviene in molte aree Ue, ad esempio la Polonia, dove tantissime aziende vanno ad insediarsi proprio per sfruttare le
agevolazioni fiscali. Ma attenzione perché tutto questo prevede scadenze rigide. L’Europa ha deciso che quei territori individuati come possibili Zes devono effettivamente diventarlo, attraverso una legge nazionale e un decreto della Regione, entro l’anno. Altrimenti questa possibilità verrà cancellata. Ed è proprio per questo che Confindustria Venezia-Rovigo sta spingendo per cogliere i frutti di queste due Zes. Domani al ministero, quindi, una tappa fondamentale sul cammino della legge che deve istituire la zona economica speciale. © RIPRODUZIONE RISERVATA