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REGIONE
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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La sfida delle elezioni europee
Di Maio lancia la capolista Pignedoli La giornalista antimafia guiderà la lista del M5S a Nordest e supera con 2000 voti il test delle primarie on line Albino Salmaso PADOVA. Luigi Di Maio ha scel-
to le donne a guidare il M5S nelle 5 circoscrizioni del Parlamento europeo e l’ala movimentista di Fico ha disertato il voto on line: il terzo round ha visto 20 mila adesioni alla piattaforma Rousseau, contro i 37 mila del primo turno. I contrari alla linea del vicepremier sono 7.600, oltre il 30%. L’apertura alle “eccellenze della società civile” ha finito per oscurare attivisti storici come Dibattista, che ha ripreso a girare il mondo con la sua motocicletta. A guidare la lista a Nord-Est è stata scelta Sabrina Pignedoli, una giornalista del Resto del Carlino di Reggio Emilia che si è occupata di ‘ndrangheta negli ultimi 10 anni: grazie alle sue inchieste sono nate delle indagini giudiziarie. Sul Blog delle stelle, si legge che la Pignedoli ha analizzato «l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, in Lombardia, in Veneto e ha studiato il fenomeno mafioso anche in altri stati come la Germania. Lei sarà preziosissima per il lavoro di contrasto alle mafie a livello internazionale: la normativa antimafia dell’Italia va estesa a tutti i Paesi Ue». IL VOTO ON LINE
Sabrina Pignedoli è stata “promossa” dalle primarie con 2.063 consensi e 759 contrari ma il Nordest è la circoscrizione che segna il punto più debole di contatti sulla piattaforma Rousseau: qui è la Lega a dettare legge anche tra le fasce giovanili. Il record negativo spetta però ad Alessandra Todde, 49 anni, amministratore delegato di Olidata, che con un “saldo positivo” di appena 388 voti si è guadagnata la pole position in Sardegna e Sicilia con la garanzia del seggio a Strasburgo. Le liste grilline saranno completate in queste ore, appena finirà la maratona on line. Di Maio è in missione ad Abu Dhabi e ha ribadito che il regolamento del M5S gli
consente di scegliere i 5 capilista, mentre per gli altri 14 candidati la battaglia è ancora aperta. Il Veneto ha dovuto fare i conti con l’Emilia Romagna e la più votata al secondo turno con 909 consensi è Viviana Dal Cin, che vive a Trieste, manager del settore assicurativo. Alle sue spalle Alessandra Guatteri, dell’Emilia Romagna e poi Marco Zullo, eurodeputato in carica che in materia
Pizzarotti in campo con + Europa Silvia Prodi e Luisa Calimani con la Sinistra di Pfas proprio ieri ha inviato con 14 colleghi una lettera al vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans invitandolo ad adottare una direttiva unica nell’Ue. GLI ALTRI PARTITI
Depositate anche le cinque liste di “+Europa” con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova ottimisti: «Noi guardiamo la soglia del 4% dall’alto in basso», hanno detto presentando le candidature della formazione che non ha voluto stringere patti con il Pd e Calenda. A Nordest capolista è Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, messo alla porta dal M5S come eretico. «Ho deciso di mettermi al servizio di questo progetto e ogni voto in più per noi sarà un voto tolto a Orban e Salvini, e all’Europa che non ci appartiene. Noi vogliamo un’Europa forte» ha aggiunto Pizzarotti «senza burocrazia e con organi decisionali efficienti». Gianluca Schiavon, segretario di Rifondazione, ha depositato a Venezia la lista “Sinistra” che sarà guidata da Silvia Prodi, nipote di Romano, leader dell’Ulivo. Poi c’è Adelmo Cervi, figlio di uno dei 7 fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia. In corsa anche la padovana Luisa Calimani, architetto, ex deputata dell’Ulivo. —
camera dei deputati
partito democratico
I pentastellati cacciano Cunial
Calenda e 4 veneti
«Questa sera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avviato ufficialmente la procedura di espulsione della deputata Sara Cunial dal gruppo parlamentare della Camera del M5S». Lo hanno comunicato ieri sera i membri del direttivo del M5S a Montecitorio. Sara Cunial, deputata eletta in area bassanese, è più volte entrata in rotta di collisione con la linea politica dei pentastellati. In particolare è stato il tema dei vaccini a creare tensione fra la parlamentare e la leadership del Movimento 5 Stelle. L’ultimo episodio in questo senso è avvenuto a fine gennaio scorso, quando Sara Cunial aveva prenotato la sala stampa della Camera dei Deputati per una conferenza del Corvelva, associazione contraria alle vaccinazioni.
Depositata la lista del Pd. A guidarla è Carlo Calenda, ex ministro di Industria 4.0 che guida il movimento “Siamo Europei”. Alle sue spalle Elisabetta Gualmini, vicepresidente dell’Emilia. Poi Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura che lunedì era all’ortofrutticolo di Padova nelle stesse ore in cui Zingaretti ha presentato Achille Variati, che occupa il quarto posto. La “nomination solitaria” ha lasciato perplessi molti segretari che si aspettavano il debutto in grande stile con il vero capolista Carlo Calenda e tutta la squadra veneta, nel rispetto della par condicio. Nell’ordine gli altri candidati: Isabella De Monte, Roberto Battiston, Cécile Kyenge, Antonio Calò, Cecilia Guerra, Furio Honsell, Alessandra Moretti, Massimiliano Santini, Roberta Mori, Francesca Puglisi e Laura Puppato.
Elisabetta Gardini
Alessandra Moretti (Pd)
Gardini: «FI troppo a sinistra e Tajani mi voleva cacciare» Dialogo con Bitonci in Rai «Porta pazienza tre anni e ti candidiamo a sindaco di Padova», dice il leghista Il no all’accordo con la Svp PADOVA. Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia-Ppe a Strasburgo, a “Un giorno da pecora” ha spiegato perché ha lasciato Berlusconi: «Tajani mi voleva buttare fuori dalla finestra, ho preferito andarmene da sola per le scale». Metafora che ha fatto ridere anche Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, che ha rilanciato.
«Il Po inquinato dai veleni Pfas ora il governo deve intervenire» tare con una legge che fissi il limite zero per le emissioni», dice il presidente del Veneto. L’analisi scientifica porta la firma di Dell’Acqua: «I c6o4, Pfas di nuova generazione, sono stati trovati nel Po, quindi qualcuno sta scaricando o ha scaricati a monte questa sostanza rispetto a dove l'abbiamo trovata. Si tratta di una
Laura Puppato (Pd)
l’eurodeputata pronta al passaggio con fdi della meloni
Il commissario Dell’Acqua lancia l’allarme, Zaia chiede aiuto al ministro L’emergenza riguarda pure Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna
VENEZIA. L’incubo dei Pfas si allarga, dalla Miteni di Trissino coinvolge il Po e ciò dimostra che le fonti dell’inquinamento sono molteplici. A lanciare l’allarme è Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario e direttore dell’Arpav, mentre Luca Zaia perla di «emergenza nazionale che il governo deve affron-
Sabrina Pignedoli (M5S)
concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Nessuno al mondo prima del Veneto aveva mai effettuato un controllo di questo tipo. «I campionamenti sono partiti a marzo e il controllo dei risultati risale alla prima settima-
«Cara Elisabetta, mi sembri la candidata perfetta per la poltrona di sindaco a Padova: porta pazienza tre anni e poi ce la faremo». Lei ha ringraziato tra risate e amarcord ma non ha sciolto l’enigma e solo oggi sapremo se ha accettato la candidatura in FdI con la Meloni e Sergio Berlato, che a Strasburgo è di casa con le sue tre legislature in Forza Italia. La campagna acquisti della Meloni, per un nuovo partito di centrodestra in sintonia con il governatore ligure Toti, prosegue senza esclusione di colpi: l’obiettivo è fare squadra con la Lega di Sal-
na di aprile». Nel frattempo è proseguito lo screening sulla popolazione per riscontrare la presenza di Pfas: nelle ultime analisi, ricorda Dell'Acqua, il 65% dei cittadini controllati (16.400 su 25.288) ha mostrato valori del sangue alterati nei livelli di colesterolo, albumina, creatinina, alterazione della pressione arteriosa o degli esami biotumorali. A tutti è stato suggerito e offerto gratuitamente un percorso di approfondimento di secondo livello. Il problema dei c6o4 non riguarda solo il Veneto ma anche Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna. «Per arrivare nelle acque venete del Po - aggiunge Dell'Acqua, che in passato si è occupato dell'emergenza rifiuti in Campania - vuol dire
vini in un centrodestra orfano di Berlusconi. «Me ne vado da Forza Italia perché si è spostata troppo al centro. Anzi a sinistra e fa le stesse battaglie del Pd. Persino sulla famiglia condivide le tesi delle femministe» ha detto la Gardini che due settimane fa ha partecipato come relatrice alla convention di Verona con il ministro Fontana: lì è nato il patto con la Meloni, che oggi verrà ufficializzato. «Tajani ha svenduto il seggio alla Svp, che rappresenta la minoranza etnica tedesca a Bolzano: loro sono austriaci, non italiani», ha concluso la Gardi-
NICOLA DELL’ACQUA, DIRETTORE ARPAV E COMMISSARIO STRAORDINARIO DEI PFAS
Il direttore Arpav «Bisogna fissare dei limiti zero nelle emissioni, altrimenti non possiamo punire chi rovina la salute»
ni per nulla in vena di gag. Nelle stesse ore, Tajani e Ghedini hanno ultimato le liste delle europee che segnano il ritorno in campo di Berlusconi, dopo la decadenza da senatore per gli effetti della legge Severino. In Europa Forza Italia è da sempre alleata della grande famiglia dei popolari cui fa riferimento anche la Merkel e il fossato con la destra sovranista è netto: Salvini e Tajani, che guida il Parlamento Ue, parlano due lingue opposte. Quanto ai nomi, alle spalle del Cavaliere ci sarà la deputata Sandra Savino, coordinatrice regionale del Friuli Venezia Giulia. Il resto da decidere, ma si pesca tra Teso, consigliere comunale a Verona; Valerio Zoggia, ex sindaco a Jesolo; Matto Tosetto, vicesindaco Vicenza e Roberta Toffanin, senatrice di Padova. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che in qualche altra area d'Italia vi sono in questo momento concentrazioni ben superiori di Pfas di nuova generazione». Da qui la richiesta al governo di porre dei “paletti” più stringenti a livello nazionale. «Il governatore Zaia ha introdotto in Veneto il limite zero per gli scarichi sanitari delle acque potabili, proprio per combattere la presenza di queste sostanze, ma il governo non lo ha mai fissato a livello italiano. Ci manca lo strumento per poter agire, non solo in termini ambientali ma per far pagare chi inquina. I Pfas provocano importanti malattie, stiamo parlando di una sostanza artificiale che nel sangue non ci deve essere», conclude Dell’Acqua. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Belluno Mercoledì 17, Aprile 2019
OLIMPIADI D’ITALIANO: FEDERICA TANCON DEL LICEO TIZIANO SI PIAZZA AL 6. POSTO
SS. Elia, Paolo e Isidoro A Cordoba, ricordo dei Santissimi martiri Elia, Paolo e Isidoro che, durante la persecuzione dei Mori, furono uccisi per aver testimoniato la loro fede
6°C 17°C Il Sole Sorge 6.18 Tramonta 20.04 La Luna Sorge 17.32 Cala 6.15
Belluno
Corsa Dolomiti Trail: è tutto pronto per la gara di Pedavena
La glottologa bellunese
Parco nazionale Dolomiti Padrin a Roma dal ministro No al commissariamento del Parco nazionale Dolomiti bellunesi, per chiedere la nomina del presidente, Padrin andrà dal ministro
Bertolio a pagina XVI
A pagina XVIII
A pagina II
«Grandi opere, noi siamo pronti» Fronte delle categorie economiche compatto, la presidente `Prolungamento della A27, il governatore: «Iter per i fondi Ue di Confindustria Berton da Zaia: «Decisi a fare la nostra parte» complesso, meglio andare avanti con le varianti della Alemagna» `
Le associazioni di categoria fanno squadra e, cavalcando la rinata speranza di poter ottenere uno sbocco viario a nord, grazie ai fondi messi a disposizione dell’Europa per le progettazioni, si rivolgono al governatore del Veneto Luca Zaia per chiedere un «colpo di reni». Lo fanno con una lettera consegnata a mano dalla presidente dei Confindustria, Lorraine Berton, con la quale ribadiscono la cronica carenza infrastrutturale della provincia, sollecitando la Regione a non perdere questa occasione. C’è poi l’altro grande caso: ovvero il collegamento sciistico Comelico-Pusteria bocciato dalla Sovrintendenza.
Il governatore Luca Zaia, accoglie la presidente, ascolta, condivide le esigenze del Bellunese, ma invita a concentrarsi sulle quattro varianti dell’Alemagna, già finanziate nell’ambito dei Mondiali di sci 2021 di Cortina. Zaia, da sempre acceso sostenitore del prolungamento della A27, entra in frenata nelle richieste degli imprenditori. «Abbiamo il veto della Cipra e la contrarietà degli austriaci» spiega il governatore ricordando come «il grande treno della Venezia-Monaco sia stato perso molti anni fa». Una gelata per le speranze bellunesi di sfondare a nord. Fiducioso, invece, sull’impianto sciistico Comelico-Pusteria. Marsiglia e Tormen pagina III
Laboratorio in casa preso lo spacciatore
Belluno
Piandelmonte: strada comunale tagliata in due Tante belle parole per niente. Gli abitanti di Ronce, Tassei e Piandelmonte chiedono di “essere al mondo” ormai da tempo. Ieri però senza nessun preavviso la strada che porta alle frazioni è stata sbarrata da un cantiere del Bim Gsp. AUTOSTRADA A27 Gli imprenditori chiedono il prolungamento a nord
A pagina VII
Sanità Schede ospedaliere contestate dai sindaci
Nell’abitazione di un operaio feltrino trovati panetti di hashish e dosi di coca Feltre
Camionista commette ben 17 infrazioni Camionista serbo al volante di un mezzo pesante sloveno commette tutte insieme 17 infrazioni. Un triste “record” quello incassato venerdì notte da un camion carico di rame, fermato dalla stradale: 3600 euro di multe. A pagina X
Volo notturno “bocciato” in Regione L’AUDIZIONE Ieri mattina dei sindaci bellunesi in V commissione regionale
Dolomitibus: bilancio sano e investimenti in vista Più viaggiatori, più bus, più soldi. Dolomitibus chiude il bilancio 2018 con un utile di poco più di un milione e un’impennata verso l’alto degli utenti: numeri e dati che proiettano la società di trasporto pubblico locale del Bellunese tra le eccellenze in Veneto e in Italia. I tempi bui del segno negativo sono lontani, oggi l’azienda pensa in grande e progetta di sconfinare fuori provincia. Era il 2014 quando l’esercizio era stato chiuso con un buco di 728.424 euro, da quell’anno ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti. Ricavi, investimenti, utenti, utilizzo della app, crescita e assunzioni: i dati hanno tutti il segno positivo. A pagina II
Cortina
Nei progetti per il Codivilla Putti specialità chirurgiche e riabilitative La nuova gestione dell’ospedale Codivilla di Cortina che è stata affidata al gruppo Gvm Care & Research non si avvierà prima della fine del prossimo mese di giugno. Rimane invariato il progetto di gestione. I lavori richiederanno 3 anni, nel frattempo il Putti ospiterà il punto d’urgenza. PULLMAN Dolomitibus in piazza dei Martiri per la presentazione
La Regola di “Valfreda” ora rinasce Al Comune di Falcade è arrivata la richiesta per l’istituzione di una nuova Regola. Si chiamerà: “Regola della Compagnia della Montagna di Valfreda”. Un primo passo formale che in valle del Biois è stato fatto per ripristinare gli antichi ordinamenti. Fontanive a pagina XIII
Belluno
I piani di Poste più bancomat sul territorio
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Ufficialmente fa l’operaio, ma tutti lo conoscevano come il pusher del centro di Feltre. E così, sabato, U.F., 54enne feltrino, sabato è finito in cella a Baldenich con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I carabinieri della stazione di Feltre hanno trovato nella sua abitazione 100 grammi di hashish e 50 di cocaina, oltre a tutto il necessario per il confezionamento delle dosi. Ieri il giudice ha concesso al 54enne i domiciliari. È il terzo arresto in meno di una settimana, dopo le manette scattate martedì scorso per altri due. Bonetti a pagina IX
Falcade
Dibona a pagina XIV
L’OSPEDALE Codivilla Putti
Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it
06b95420-b684-41d0-8e51-74e8e84bec3d
Trentin a pagina II
Rafforzare la presenza sul territorio: Poste Italiane lavora da una parte per attivare alcuni Atm (sportelli automatici Bancomat) nei comuni montani che ne hanno fatto richiesta e, dall’altra, intervenire in quelle strutture che hanno necessità di essere messe a norma abbattendo le barriere architettoniche. Terzo punto, l’abbellimento, ove possibile, degli edifici trasformandoli in piccole galleria d’arte del territorio. Ed è proprio in quest’ultimo aspetto che rientra l’inaugurazione di ieri mattina. Sulle pareti esterne dell’ufficio postale di Lentiai è stato realizzato un murale nell’ambito del progetto “Paint”. Scarton a pagina VIII
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Nordest
«FAVORITE LE AGROMAFIE», IL M5S ESPELLE CUNIAL La vicentina Sara Cunial espulsa dal M5s alla Camera. Il capogruppo D’Uva: «Contraria al provvedimento sull’agricoltura ha detto che favoriamo le agromafie. Inaccettabile». Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Europee, partita la carica dei candidati Lega, Salvini esclude i big regionali soltanto in Veneto. Ora si apre `L’ex leghista Irene Pivetti in lista con Berlusconi da indipendente la fase del commissariamento. I leghisti friulani puntano all’en plein Lo storico Philippe Daverio e l’ex M5s David Borrelli con +Europa `
LE ELEZIONI VENEZIA Elezioni europee, è iniziata ieri in Corte d’Appello a Venezia la presentazione delle liste per il voto del 26 maggio. Un passaggio tecnico che si concluderà stasera e che per alcuni partiti, come il Pd, ha confermato gli annunci dei giorni scorsi (Calenda capolista, il vicentino Variati quarto ma primo dei veneti). E che per altri, come la Lega, ha sancito invece l’esclusione dei big regionali per far posto ad amministratori locali. C’è chi, come l’ex presidente leghista della Camera Irene Pivetti, ha anticipato la presentazione formale della lista di Forza Italia annunciando di essere candidata indipendente. Lo storico dell’arte e saggista Philippe Daverio è nella lista +Europa con il sindaco di Parma Pizzarotti e un altro ex M5s, il trevigiano Davide Borrelli. La padovana Luisa De Biasio Calimani corre invece con La Sinistra assieme al trevigiano Fausto Pozzobon. E oggi si saprà se la padovana Elisabetta Gardini, che ha lasciato Forza Italia, correrà con i Fratelli di Giorgia Meloni, magari in quota Fitto. Complessivamente ieri sono state presentate 9 liste: Popolo della famiglia, Svp, Pd, Lega, Ppe, Partito Comunista, Gilet Arancioni, Partito Animalista, +Europa.
Sardone Nardone e Alessandra Cappellari. Dunque, non è vero che l’esclusione dei regionali veneti era conseguente a quella dei lombardi: Salvini, con somma gioia soprattutto dell’uscente Bizzotto che forse stavolta riuscirà a tornare a Bruxelles senza subentrare a qualche dimissionario (Bossi nel 2009, Salvini nel 2014), ha lasciato fuori solo i veneti, sal-
vo aumentare i candidati “local” da 4 a 6. Tant’è, in Lega si mugugna, ma silenziosamente: «No digo gnente» è l’unica dichiarazione concessa ufficialmente ai cronisti. A porte chiuse, invece, volano stracci: a Treviso sono inferociti per essere stati chiamati a indicare proposte di candidature trovandosi poi in lista l’unico di cui non era stato fatto il nome,
cioè il segretario Da Re, trevigiano. In un simile contesto, rischia di fare “cappotto” la Lega friulana che corre con Marco Dreosto e Elena Lizzi: se il Veneto disperderà i voti (anche se Salvini avrebbe dato il via libera ai “santini” senza il suo nome), un Friuli compatto potrebbe ambire all’en plein. Tant’è, la prossima partita che si giocherà in Veneto sarà sul
commissariamento del partito, non potendolo più lasciare in mano a Da Re che è candidato: fino a poco tempo fa il papabile era il capogruppo in Regione Nicola Finco, ora si parla del sindaco di Treviso Mario Conte se non addirittura di un “foresto”, probabilmente un friulano. Per gli assertori dell’autonomia, sarebbe un gran bella sberla.
La corsa al voto
Nessuna sorpresa in casa Pd: Carlo Calenda è capolista, lo seguono gli emiliani Elisabetta Gualmini e Paolo De Castro, il vicentino Achille Variati, l’udinese Isabella De Monte. Ci sono il trevigiano Antonio Silvio Calò ormai noto in tutta Italia come “quello che ospita in casa i profughi”, la consigliera regionale Alessandra Moretti, l’ex senatrice Laura Puppato. Era stato annunciato l’imprenditore franco-olandese Eric Veron, al suo posto c’è l’emiliano Massimiliano Santini.
FORZA ITALIA
LEGA Mara Bizzotto vicentina
FORZA ITALIA Irene Pivetti indipendente
LEGA Gianantonio “Toni” Da Re, trevigiano
+EUROPA Philippe Daverio
PD Achille Variati vicentino
+EUROPA Davide Borrelli, trevigiano
LEGA Per quanto riguarda la Lega, confermate le anticipazioni pubblicate dal Gazzettino: i candidati veneti sono saliti da 4 a 6, piazzando accanto all’uscente vicentina Mara Bizzotto, al segretario veneto Toni Da Re, alla padovana Paola Ghidoni e al veronese trapiantato a Bruxelles Paolo Borchia anche la veneziana Rosanna Conte e la presidente dell’Ater di Belluno Ilenia Rento. «Tutta gente clamorosamente normale», ha detto Salvini, capolista in tutte le cinque circoscrizioni italiane, commentando le liste. Ma in Veneto si continua a mugugnare, anche perché l’esclusione dei regionali - Ciambetti, Caner, Sandonà, Barbisan - è valsa solo qui. A Nordovest la Lega ha candidato infatti la consigliera regionale piemontese Gianna Gancia, moglie di Calderoli, e le consigliere regionali della Lombardia Silvia
PD
PD Laura Puppato trevigiana
ELISABETTA GARDINI ACCOLTA NEL GRUPPO “CONSERVATORI” A BRUXELLES E OGGI SVELERÀ LA CORSA CON FDI
Sono 38 (sui 47 che erano stati presentati) i simboli ammessi al voto dal Viminale. Ieri e oggi il deposito delle liste
LA SINISTRA SCHIERA LA PADOVANA LUISA CALIMANI E IL TREVIGIANO FAUSTO POZZOBON
FRATELLI D’ITALIA Sergio Berlato, vicentino
La lista di Forza Italia sarà depositata oggi. Capolista Silvio Berlusconi. In lizza come indipendente Irene Pivetti, che peraltro sta portando avanti un nuovo partito chiamato Italia Madre. In corsa anche il vicesindaco di Vicenza Matteo Tosetto, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, la segretaria di FI del Friuli Sandra Savino, la senatrice padovana Roberta Toffanin. Ma se Forza Italia farà un solo eletto, il seggio andrà a Herbert Dorfmann della Svp in virtù di un accordo tra i due partiti. È il motivo per cui la parlamentare uscente Elisabetta Gardini ha lasciato gli azzurri.
FRATELLI D’ITALIA Ma la Gardini sarà o no in lista con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni? Anche se la lista sarà presentata oggi, tutto lascia intendere di sì: ieri, infatti, il gruppo Ecr (Conservatori e riformisti europei) ha accolto, su proposta del vicepresidente Raffaele Fitto, l’ingresso di Gardini. Il passaggio successivo sarebbe la candidatura con FdI in quota Fitto (cioè Direzione Italia che con la Meloni ha fatto un patto federativo), accanto a Remo Sernagiotto. Se ciò avverrà, la padovana Gardini si troverà nelle stesse situazioni del conterraneo Massimiliano Barison quando lasciò FI per FdI e lei lo apostrofò così: «Incredibile, deve tutto a Forza Italia!». In lista con Meloni, al secondo posto, il capogruppo in Regione Sergio Berlato che, da statuto, si è sospeso da coordinatore del partito; il commissario reggente ora è il deputato bellunese Luca De Carlo. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Insulti nella lite “innescata” dalla convertita all’Islam: assolto IL CASO VENEZIA Non ci fu diffamazione aggravata dalla discriminazione per motivi religiosi. Il Tribunale di Venezia ha assolto, perché il fatto non sussiste, Andrea Bonaventura, operaio cinquantenne di Borgoricco (Padova), finito sotto accusa per alcune frasi, un po’ colorite, pubblicate su Facebook e riferite a Silvia Layla Olivetti, la donna di Marghera (Venezia) convertitasi all’Islam più di una dozzina di anni fa, fondatrice del Movimento per i diritti dei mu-
sulmani in Italia. La sentenza è stata letta nella tarda mattinata di ieri, alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma, a Venezia: nella precedente udienza, svoltasi all’inizio di
PER IL TRIBUNALE NELL’ACCESA DISCUSSIONE SU FACEBOOK NON CI FU DIFFAMAZIONE
aprile, lo stesso pubblico ministero, Fabrizio Celenza, si era battuto per l’assoluzione dell’imputato, sostenendo che le parole da lui scritte erano il risultato di un’accesa discussione svoltasi sul social network, in qualche modo “istigata” dalla stessa vittima, la quale è risultata aver partecipato alla discussione sotto falso nome alimentando lo scontro verbale. Inoltre, secondo il rappresentante della pubblica accusa, in quelle espressioni non si ravvisavano offese e neppure vere e proprie minacce.
LE FRASI INCRIMINATE A Bonaventura erano state contestate alcune frasi di questo tenore: «Se la incrocio per strada le sputo in faccia... vediamo se e chi si deve c... addosso... ho i due migliori avvocati che i soldi possono comperare e anche delle armi in caso...». Il difensore del cinquantenne padovano, l’avvocato Carlo Costantini, si è battuto per dimostrare che il suo assistito non ha commesso alcun reato, e il Tribunale gli ha dato ragione, pronunciando assoluzione con formula piena.
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La posizione dell’operaio di Borgoricco faceva parte di un fascicolo inizialmente aperto anche a carico di Luca Ferrari, tassista milanese di 49 anni e amministratore di alcuni gruppi Facebook dal titolo esplicito come “Bruciamo il Corano”, “Movimento per la tutela degli Italiani 2”, “Movimento per la tutela degli italiani e delle italiane” e “Khalid? Ma anche no”, il quale è stato condannato lo scorso anno, in primo grado, a 7 mesi di reclusione (pena sospesa) in relazione ad alcuni post ritenuti offensivi. La vittima, Silvia Layla Olivet-
ti, acquisì notorietà nel 2004 dopo la scelta di convertirsi all’Islam e di indossare il velo: fu invitata ad alcuni talk show televisivi, tra cui “Le invasioni barbariche”, condotto da Daria Bignardi su La 7. La donna di Marghera è anche autrice di “Diversamente italiani”, un libro inchiesta che raccoglie al suo interno 24 storie di donne e uomini italiani cristiani che si sono convertiti all’islamismo; libro e che l’ha trasformata in una figura di riferimento per le donne musulmane. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cittadella Camposampiero
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Elezioni, corre Dittadi: sfida tutta femminile `Vicina al mondo del volontariato, ha operato per anni La segretaria dell’assessore regionale leghista Marcato candidata alla poltrona di sindaco contro l’uscente Maccarrone con il gruppo Arcobaleno nell’assistenza ai disabili `
CAMPOSAMPIERO Si profila una sfida tutta al femminile per la corsa alla carica di sindaco del comune di Camposampiero. Da una parte la prima cittadina uscente Katia Maccarrone, dall’altra Sonia Dittadi, 44 anni, leghista da oltre tre lustri, già assessore al Sociale nella giunta Zanon e attualmente capo segretaria in regione dell’assessore Roberto Marcato. Manca solo l’ufficialità ma i giochi tra il Carroccio locale, Forza Italia e i gruppi di riferimento dell’area di centrodestra, dopo il ritiro da candidato sindaco di Domenico Zanon, sembrano fatti.
BASE Sonia Dittadi, apprezzata e stimata dalla base del suo partito, vive a Camposampiero assieme alla famiglia, alla quale è legatissima e da sempre è vicina al mondo del volontariato. Dittadi ha svolto per diversi anni un’opera di assistenza e accompagnamento con i disabili del
INTANTO IL GRUPPO “CITTÀ PROGETTO CAMBIAMENTO” HA ANNUNCIATO UNA RIUNIONE PER STABILIRE LA PROPRIA STRATEGIA
gruppo Arcobaleno nel camposampierese. Legatissima alla sorella Luisa e al nipotino, è appassionata del lavoro che svolge. Collabora con Roberto Marcato dai tempi in cui il “bulldog” della Lega ricopriva il ruolo di vice presidente della Provincia. La sua sarebbe stata decisione alquanto contrastata: da un lato la base del partito spinge per la sua candidatura, dall’altro c’è la consapevolezza di una sfida difficile, partita tardi rispetto alla Maccarrone dopo cinque anni di governo locale e dall’incerto esito finale. Alla fine Dittadi dovrebbe “sacrificarsi” per tentare il clamoroso colpo di scena a palazzo Tiso: male che vada alcuni consiglieri della lega entreranno in consiglio comunale a Camposampiero, questione quest’ultima tutt’altro che scontata considerato il fatto che nell’ultima legislatura tra i banchi del municipio non c’era alcun iscritto al Carroccio.
Massanzago
Scattolin va in pensione e tenta il mandato bis
IN LIZZA Sonia Dittadi corre per la Lega alle prossime elezioni amministrative e sfida il sindaco uscente Katia Maccarrone
RUOLO L’ex vice sindaco dell’amministrazione Zanon Andrea Gumiero, dal canto suo, esponente di spicco di Forza Italia, dovrebbe entrare in lista ed avere un ruolo importante in giunta in caso di vittoria. Anche Gumiero era tra i papabili candidati sindaci dopo il forfeit di Zanon, ma il consigliere di Rustega per motivi personali e professionali avrebbe declinato l’invito a correre per la poltrona più ambita del municipio. Se con i forzisti e l’Udc di “Toni” De Poli non dovrebbero esserci problemi di al-
La defezione
Il Movimento 5 stelle non si presenta Il movimento 5 stelle di Camposampiero non presenterà alcuna lista alle prossime elezioni amministrative del 26 maggio prossimo. Il portavoce pentastellato Antonio Arcarese ha chiuso definitivamente ogni possibilità di una lista
cittadina con il proprio simbolo, affermando che «i potenziali candidati alla carica di sindaco, a causa degli impegni lavorativi, non avevano a disposizione il tempo necessario da dedicare ad un ruolo così importante». L.M.
Nodo organici, presidio davanti all’ospedale CITTADELLA Sanità dell’Alta padovana, scatta la mobilitazione. «Oggi, nonostante le autorizzazioni regionali alla sostituzione del turn over, stiamo ancora aspettando l’ingresso di neo assunti del quarto trimestre del 2018. Assunzioni subito - chiede Fabio Turato, coordinatore provinciale della sanità pubblica della Cisl Funzione Pubblica - e apertura di un confronto onesto su un piano di fabbisogni veri, per modificare le procedure di assunzione che oggi creano dei vuoti di organico che mettono in crisi l’organizzazione dei servizi». E per oggi a partire dalle 12 è stato organizzato un presidio i cui i sindacati chiamano a partecipare i cittadini, all’ingresso dell’ospedale di Cittadella, co-
me avvenuto nei giorni scorsi nelle altre strutture dell’Ulss 6 Euganea. «I cittadini devono essere consapevoli che non si può fare una buona sanità senza investire nel capitale umano - sottolinea Flavio Frasson, segretario aziendale - Stiamo lavorando abbondantemente sotto i minimi di assistenza maternità e malattie non sostituite, limitazioni che si attestano al 30% del personale impattano pesantemente in un organizzazione spinta come quella in sanità. A farne le spese sono i lavoratori che rinunciano a ferie, alla malattia e agli affetti per garantire i servizi. Il personale amministrativo è ai minimi termini e lavora con la prospettiva di essere spostato a Padova con ulteriori costi a proprio carico». M.C.
Campodarsego
Lotta alle zanzare, iniziata la distribuzione dei larvicidi Il Comune di Campodarsego effettuerà nelle prossime settimane interventi di disinfestazione nelle aree pubbliche del territorio (strade, parchi, aree verdi e giardini comunali, aree cimiteriali). Intanto da ieri è in corso da parte della ditta Triveneta Multiservizi negli appositi stand allestiti in tutte le frazioni del territorio, la distribuzione delle pastiglie antilarvali ai cittadini
residenti, da utilizzare sulle aree private. I cittadini che ritireranno le pastiglie, dovranno essere provvisti di documento di riconoscimento e dichiarare il nominativo e la residenza della persona per la quale provvede al ritiro . Le pastiglie si potranno ritirare fino al 21 giugno a Campodarsego e nelle frazioni di Reschigliano, Bronzola , Fiumicello, Sant’Andrea. G.N.
Camposampiero
Si avvera il sogno di Sofia: oggi inaugurazione del parco inclusivo (l.m.) Oggi alle 10.30 viene inaugurato il parco giochi inclusivo dedicato a Sofia Zella, nel parco San Francesco a Camposampiero. Il sogno dei genitori della piccola Sofia, Silvia e Giuseppe, dopo tre anni di raccolta fondi si è avverato: sono stati realizzati una ventina di giochi inclusivi ai quali tutti i bambini possono accedere, anche quelli con problemi motori. La loro bambina, scomparsa prematuramente, non ha avuto la stessa fortuna. «Quello che è successo a nostra figlia racconta con emozione mamma Silvia - non deve capitare ad altri bimbi malati. Sofia non poteva tenere in mano un gioco e solo quando era con altri coetanei era felice. Per questo abbiamo fondato l’associazione “Giochiamo con Sofia” e ora grazie all’aiuto di tante persone, realizziamo un sogno, in collaborazione con il progettista Leonardo Pravato, ben superiore alle nostre attese». Saranno presenti la giunta municipale, alcune classi, funzionari della fondazione Cariparo. La festa delle famiglie è invece prevista per mercoledi 1 maggio, sempre nel parco San Francesco.
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leanza , l’intesa non è scontata invece con il gruppo civico “Città progetto cambiamento”, il raggruppamento che nelle comunali del 2014 aveva raccolto duemila voti. La civica aveva chiuso un accordo con la Lega con Domenico Zanon sindaco. Venuta meno la disponibilità dell’avvocato, il portavoce Pierluigi Cagnin ha annunciato che, dopo l’ufficializzazione del candidato della Lega, i sostenitori del gruppo si riuniranno per decidere il da farsi. Luca Marin
Stefano Scattolin, primo cittadino uscente, si ricandida sindaco per la civica di centrosinistra per Massanzago, San Dono e Zeminiana. Il 63enne docente di matematica e scienze andrà in pensione il prossimo 1 settembre e ha deciso di continuare ad amministrare la sua cittadina. Primo sindaco eletto nel 1995, riconfermato nel 1999 e nel 2014, Scattolin si rimette in gioco per continuare il lavoro degli ultimi cinque anni. Una scelta non facile la sua perchè in cuor suo sperava in un avvicendamento. In questi giorni in tutte le famiglie del Comune è arrivata una lettera con la quale l’insegnante spiega la propria decisione: «In molti me l’hanno chiesto di ripresentarmi - scrive Scattolin - Vorrei concretizzare, assieme alla squadra che si è resa disponibile, i tanti programmi avviati per far crescere Massanzago e il camposampierese». L.M.
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del NordEst
ANNO 133- N° 91
VENEZIA MESTRE
Mercoledì 17 Aprile 2019
Mestre Nuota in apnea Malore uccide uno studente di 19 anni
Il personaggio Il popolo di Greta baby ecologista: ecco chi muove i fili
Champions La Juve è fuori A Torino lezione di calcio dell’Ajax Mauro a pagina 18
Ajello a pagina 6
A pagina IX
www.gazzettino.it
Notre Dame, un disastro che si poteva evitare `Le
indagini sul primo allarme ignorato Scatta la solidarietà Ore 18.20, scatta il primo allarme a Notre-Dame, nella cattedrale si insinua già il fuoco. Arriva il sopralluogo: niente di anomalo, il responso. Solo dopo venti minuti la seconda allerta, con le fiamme che hanno già raggiunto la struttura. Ruota attorno a questo lasso di tempo l’inchiesta della magistratura parigina per «disastro colposo».
E per fortuna i responsabili della cattedrale hanno evacuato la navata piena di fedeli. Il giorno dopo il rogo la devastazione emerge all’interno delle mura annerite, ma che comunque hanno resistito. Il presidente Emmanuel Macron promette un restauro in cinque anni. Intanto, è partita la gara alla solidarietà: miliardari come Pinault e Arnault, seguiti da Bettencourt e da imprese come Total, hanno donato oltre 700 milioni di euro in poche ore. Evangelisti, De Cicco e Pierantozzi alle pagine 2, 3 e 4
Il commento
L’intervista
Le chiese antiche, patrimonio che la Francia trascura
Il cantante veneto: «Devo tutto a quel luogo, sono ferito»
Claudio Strinati
Vittorio Meucci è il cantante che vive a Padova e che interpreta “Frollo” nel musical Notre Dame de Paris, l’arcidiacono della cattedrale: «È come se fossi stato ferito anch’io».
entre l’ incendio cominciava a svilupparsi, il mondo intero è stato informato che Notre Dame di Parigi appartiene (...)
M DISTRUZIONE Macerie a Notre Dame
Segue a pagina 27
Pipia a pagina 3
Capitali all’estero, 3 nuovi casi Noti imprenditori veneti. Hanno chiesto di essere ascoltati dai pm che indagano sulla lista De Boccard
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Il conto Galan
La versione di Venuti: «I soldi? Già sequestrati» Paolo Venuti rompe il silenzio. Il commercialista di Padova, già prestanome di Giancarlo Galan e ora nuovamente indagato insieme alla moglie Alessandra Farina e ai soci Guido e Christian Penso, espone la sua verità sul famoso deposito bancario della Croazia in cui, secondo la Procura di Venezia, sarebbe stato nascosto il tesoro del Doge. Un racconto dal finale inaspettato, rispetto a quanto finora conosciuti: «I soldi del conto sono in Italia da anni, e già in mano alla giustizia». Pederiva a pagina 8
Tre noti imprenditori veneti hanno chiesto di essere ricevuti e ascoltati dagli inquirenti che stanno indagando sulla cosiddetta “lista De Boccard”, l’elenco di “investitori” italiani e stranieri che avrebbero portato soldi illegalmente all’estero, scoperta in Svizzera dal procuratore aggiunto di Venezia, Stefano Ancilotto, nella prosecuzione dell’inchiesta relativa allo scandalo Mose. I tre imprenditori saranno ascoltati nei prossimi giorni dai magistrati veneziani. Intanto la Guardia di Finanza sta incrociando i dati contenuti nella “lista de Boccard” con i dati rinvenuti nelle perquisizioni effettuate durante l’inchiesta, nel tentativo di individuare altri presunti evasori italiani. Sarebbero oltre un centinaio i nomi italiani contenuti nella lista De Boccard. Amadori a pagina 8
Il personaggio. Potrebbe non fare la campagna elettorale
Osservatorio
Fiducia in calo a Nordest per il Papa apa Francesco aveva suscitato grande entusiasmo anche a Nordest all’inizio del suo pontificato. Un apprezzamento testimoniato dai consensi raccolti tra il 2013 e il 2016. In quegli anni la fiducia in Bergoglio si attestava sopra il 90%. Ma le analisi di Demos per Il Gazzettino mostrano un lento ma costante calo di consensi a Nordest. Nel 2017, per la prima volta il consenso per il Pontefice è sceso sotto il 90% fermandosi all’87% ed è diminuito ancora nel 2018 (80%). Oggi, con il 75% della fiducia, il saldo è negativo di 5 punti rispetto ad un anno fa, ma raggiunge i 18 punti rispetto a sette anni fa. Bacchin e Porcellato a pagina 12
P
Bergoglio fra delusione e disincanto Enzo Pace are il Papa di questi tempi non è facile. Soprattutto, quando chi riveste i suoi panni cerca di prendere di petto i problemi. Papa Francesco, più ancora dei suoi predecessori, dà l’impressione di non volerli nascondere né di nascondersi dietro un’astratta difesa della dottrina cattolica. Sta qui la differenza fra i due Papi che coabitano a Roma. Uno nella pienezza dei suoi poteri, l’altro, Joseph Ratzinger, in pensione. Una situazione inedita e, a volte, un po’ strana. Segue a pagina 27
F Berlusconi ricoverato, allarme-voto TIMORI Un breve ricovero per Berlsuconi, ma è allarme sul voto.
Pucci a pagina 7
Veneto
Veneto
Pfas, veleni nel Po L’altolà di Zaia: «Caso nazionale»
Europee, la carica dei candidati: mugugni e sorprese
Ormai i Pfas sono arrivati fino al Po. A lanciare l’allarme è Arpav, in una comunicazione al commissario delegato all’emergenza Nicola Dell’Acqua. Si tratta del composto C604, trovato per la prima volta ben al di là dell’area contaminata attorno alla Miteni, motivo per cui il governatore Zaia ribadisce «la questione nazionale».
Elezioni europee, è iniziata ieri in Corte d’Appello a Venezia la presentazione delle liste. Per alcuni partiti, come il Pd, confermati gli annunci dei giorni scorsi (Calenda capolista, Variati quarto ma primo dei veneti). Per altri, come la Lega, ha sancito invece l’esclusione dei big regionali per far posto ad amministratori locali per lo più sconosciuti al di fuori dei rispettivi paesi. E c’è chi, come l’ex presidente della Camera Pivetti, ha annunciato di essere candidata indipendente con gli azzurri. Vanzan a pagina 10
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Attualità
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
I numeri
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L’INCHIESTA VENEZIA Il loro nome non è ancora stato collegato a tesori nascosti all’estero, provento di evasione fiscale, ma evidentemente non stanno dormendo sonni tranquilli e così hanno preferito anticipare i tempi, facendosi vivi prima di essere scoperti ed evitare conseguenze peggiori. Tre noti imprenditori hanno chiesto di essere ricevuti dagli inquirenti che stanno indagando sulla cosiddetta “lista De Boccard”, scoperta in Svizzera dal procuratore aggiunto di Venezia, Stefano Ancilotto, nella prosecuzione dell’inchiesta relativa allo scandalo Mose, che ha consentito di trovare in Croazia tracce di un conto corrente ritenuto riferibile all’allora presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ma anche di individuare numerosi imprenditori che hanno investito decine di milioni di euro di “nero” in paradisi fiscali anche attraverso la presunta complicità di “PVP”, un noto studio di commercialisti di Padova, i cui soci, Guido Penso, Paolo Venuti e Christian Penso, sono ora accusati di riciclaggio.
LA CONVOCAZIONE La convocazione dei tre imprenditori è imminente e gli investigatori sono curiosi di sapere cosa vorranno raccontare. Non è escluso che siano i primi di una serie: i nomi di “investitori” italiani contenuti nella “lista De Boccard” (dal nome del consulente quasi ottantenne, Bruno De Boccard, indagato a Venezia per esercizio abusivo di attività finanziaria) sono infatti un centinaio e, poco alla volta, gli uomini della Guardia di Finanza li stanno identificando. Fino-
LA GUARDIA DI FINANZA STA INCROCIANDO I DATI RINVENUTI NEL TENTATIVO DI INDIVIDUARE ALTRI EVASORI ITALIANI
I milioni esportati da Damiano Pipinato attraverso lo studio Pvp
100 Gli italiani nel mirino per aver portato i soldi all’estero
1000 Nomi (anche stranieri) di investitori inseriti nella “lista De Boccard” COMMERCIALISTA Paolo Venuti, al centro dell’inchiesta assieme ai soci dello studio padovano
Soldi all’estero, altri nomi tre imprenditori dai pm Sono noti industriali veneti. Hanno ` Saranno interrogati dai pm a caccia chiesto di essere sentiti dai magistrati degli investitori della “lista De Boccard” `
ra, tutti quelli già “riconosciuti” hanno ammesso di aver investito all’estero, dietro il paravento di società fiduciarie con sede a Panama, piuttosto che a Dubai o alle Bahamas, ma hanno spiegato di aver aderito allo “scudo fiscale”, regolarizzando le consistenti somme illecitamente sottratte al Fisco dietro il pagamento di imposti modesti (nel 2009 fu stabilita una percentuale del 5 per cento, a titolo di imposte, interessi e sanzioni). Tra loro figura l’imprenditore calzaturiero padovano Damiano Pipinato, il quale avrebbe nascosto all’estero circa 37 milioni di euro solo attraverso
lo studio Pvp); gli immobiliaristi Fabio e Mattia Campagnaro (5 milioni di euro), Sergio Marangon (1,2 milioni), Roberto e Luca Frasson (1,5 milioni); l’imprenditore agricolo Luigi Primo Faccia (250 mila euro); i calzaturieri Renè Fernando Caovil-
la (Caovilla Calzature, 2,2 milioni), Ignazio e Filippo Baldan (250 mila dollari); Giovanni Roncato (“Valigeria Roncato”, 13 milioni), Mauro Mastrella (macchinette per sale giochi, 800 mila euro); l’albergatore veneziano Odino Polo (un milio-
VENEZIA Paolo Venuti rompe il silenzio. Il commercialista di Padova, già prestanome di Giancarlo Galan e ora nuovamente indagato insieme alla moglie Alessandra Farina e ai soci Guido e Christian Penso, espone la sua verità sul famoso deposito bancario della Croazia in cui, secondo la Procura di Venezia, sarebbe stato nascosto il tesoro del Doge. Un racconto dal finale inaspettato, rispetto agli atti dell’inchiesta finora conosciuti, tanto da essere così sintetizzato dagli stessi contitolari del suo studio, rilanciandone la lettera sul web: «I soldi del “conto svuotato” sono in Italia da anni, e già in mano alla giustizia».
IL PROFESSIONISTA Nella sua nota, Venuti premette di parlare nella sua «qualità di beneficiario effettivo, o avente diritto economico, del conto». Il riferimento è all’ultima localizzazione della provvista alimentata fra il 2002 e il 2015, quella alla Veneto Banka di Zagabria, il cui sal-
do secondo il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto al 31 dicembre 2014 «ammontava ad euro 1.851.993,48» e al 30 giugno 2015 «a meno di 2.000 euro». Scrive il professionista: «Quelle somme (ma non ne precisa l’importo, ndr.) sono state rimpatriate giuridicamente in Italia sin dal 2009, con intestazione ad un intermediario autorizzato, e poi fisicamente trasferite in Italia, presso la BIM – Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni – in data 17/04/2017, cioè non appena dissequestrate dalle autorità croate che, dopo due anni di indagini, non avevano rinvenuto alcun motivo per prorogare il sequestro». A quel punto, aggiunge il commercialista, è intervenuta la si-
IL MAGISTRATO Stefano Ancilotto
IL COMMERCIALISTA E LA PROVVISTA DI VENETO BANKA SCESA DA 1,8 MILIONI A DUEMILA EURO: «È IN ITALIA DA ANNI»
gnora Farina, formalmente intestataria della riserva: «Mia moglie, con una scelta di completa trasparenza e correttezza, ha all’epoca deciso di revocare il mandato alla fiduciaria e di trasferire le somme presso una banca italiana, pur essendo formalmente al corrente dell’esistenza, sin dal 2013, di indagini a proprio carico per l’ipotesi di reato di riciclaggio. Tali somme sono state integralmente acquisite al FUG (il Fondo Unico Giustizia, ndr.) in data 09/04/2019 per ordine del Procuratore Aggiunto della Repubblica, dott. Stefano Ancilotto». Conclusione di Venuti: «Il conto croato è stato effettivamente “svuotato” da mia moglie, che lo ha consegnato deliberatamente alla giustizia italiana. Della sorte delle somme sequestrate deciderà il Tribunale competente. Queste informazioni erano facilmente acquisibili, senza necessità di rivolgersi alle autorità croate, in quanto si tratta di movimenti tutti bancariamente tracciati in Italia, e quindi disponibili nell’anagrafe dei conti».
IL CONDONO Nessuno di loro è indagato: l’evasione fiscale risale a molti anni fa e quindi è prescritta o è stata “condonata”, attraverso scudo fiscale o con “voluntary disclosure”, la cosiddetta “collaborazione volontaria” con cui il fisco dà la possibilità ai contribuenti che hanno qualche situazione pendente di regolarizzare la propria posizione fiscale. Ma non è escluso che nella lista dei cento vi sia anche il nome di qualcuno che il tesoro all’estero per qualche motivo non lo ha “scudato” e dunque potrebbe essere ancora chiamato a risponderne.
GLI ACCERTAMENTI La “lista De Boccard” contiene un migliaio di nomi, relativi ad investimenti avvenuti tra il 2007 e il 2014: molti i francesi, qualche russo, tedesco e anglosassone. Suddivisa in nove colonne, ogni pagina riporta il nome della società fiduciaria, il gestore, l’amministratore, il nome o la sigla del reale investitore (persona fisica o società) e alcune altre informazioni che le Fiamme Gialle stanno incrociando con dati rinvenuti nelle perquisizioni effettuate durante l’inchiesta nel tentativo di individuare i presunti evasori italiani. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
NELL’ELENCO DEGLI INTERMEDIARI SVIZZERI SONO INDICATE LE FIDUCIARIE E ACCANTO IL VERO TITOLARE
Conto croato, la versione di Venuti: «Mia moglie l’ha consegnato alla giustizia» IL GIALLO
ne) e gli albergatori di Montegrotto e Padova Mariarosa e Stefano Bernardi (3 milioni) e Giovanni Gottardo (500 mila euro). Altre persone coinvolte, per cui gli inquirenti non sono riusciti a ricostruire gli importi, sono il commercialista Agostino Crisanti, Vittorino Pamio (abbigliamento), Giuseppe Vecchiato, Lino e Luca Barillari.
di finanza, in quanto Venuti non ne avrebbe fatto cenno nell’interrogatorio del 2014 e Farina non sarebbe mai stata sentita. Inoltre, in risposta alla rogatoria avviata dall’autorità giudiziaria lagunare, Veneto Banka si sarebbe limitata a riferire che il conto era pressoché vuoto, senza rivelare chi l’avesse svuotato né dove fossero stati trasferiti i soldi. Quanto alla cifra effettivamente sequestrata la settimana scorsa dalla Procura, si tratterebbe “solo” dei 300.000 euro ritenuti il prezzo dei reati di riciclaggio aggravato del presunto tesoro di 1,5 milioni, secondo l’ipotesi contestata agli indagati Farina e Penso. In ogni caso quei denari sarebbero stati rinvenuti dalle Fiamme Gialle consultando di loro iniziativa l’anagrafe tributaria, non perché fossero stati spontaneamente consegnati loro.
SUI SOCIAL EX GOVERNATORE Giancarlo Galan durante la tempesta del Mose
GLI INQUIRENTI Fin qui la versione del professionista. Rispetto agli accertamenti effettuati dagli inquirenti, risultano però alcuni punti da chiarire. Finora la Procura ha sempre spiegato di essere risalita al conto croato solo attraverso le indagini bancarie della Guardia
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MA I FINANZIERI HANNO TROVATO E SEQUESTRATO SOLO I 300.000 EURO RITENUTI IL PROFITTO DEL RICICLAGGIO
Come detto la missiva di Venuti è stata interamente condivisa dai soci Penso, in particolare da Christian, che in serata ha rilanciato sul proprio profilo Facebook il testo, pubblicato sul sito Internet dello studio alla voce «La rubrica delle fake news». Un messaggio evidentemente diretto agli organi di informazione e accompagnato dall’immagine di un cartello stradale con la scritta “Stop”. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IV
Treviso
Mercoledì 17 Aprile 2019 www.gazzettino.it
«Non ha spiato le mail del titolare»: prosciolto ` Dopo il risarcimento fesa, affidata all’avvocato Mas-
IL CASO
similiano Paniz del Foro di Belluno- dopo che l’attività era stata avviata con successo hanno pensato che quel salario fosse troppo pesante». E così, è la tesi dell’avvocato, avrebbero trovato una scusa per farlo fuori.
TREVISO Per i suoi ex titolari era
CAPORETTO
uno “spione” che sbirciava nella posta elettronica del capo, lui invece ha sempre negato tutto ed è passato al contrattacco: «Si volevano liberare di me perché costavo troppo». La vicenda, che risale al 2016, ha fatto rimbalzare le parti dentro al flipper della giustizia per almeno tre anni: prima davanti al giudice del lavoro per la causa promossa dall’uomo -un 50enne di Treviso- dopo che l’azienda lo aveva licenziato per giusta causa; poi in sede penale perché i datori di lavoro lo avevano trascinato in tribunale con l’accusa di accesso abusivo al sistema informatico dell’azienda. Per Massimo Lando, protagonista di questa storia e che oggi ha aperto un’azienda sua che fa concorrenza a quella in cui lavorava, la sfida legale si è conclusa con una doppia vittoria.
La causa di lavoro si conclude però con una “Caporetto” dei titolari, che devono risarcire quasi 400mila euro. E’ a quel punto che scatta la denuncia in sede penale. Per la Procura i “log” nella posta elettronica del capo puntano dritti al pc di Lando. Una prova schiacciante che lo spione sia lui. Ma a dibattimento arriva il colpo di scena: quel computer non lo usava solo l’imputato ma anche altri dipendenti. Se è certo che sia stata quella la macchina che guardava dal buco della serratura informatica nella corrispondenza del titolare non si può invece dire chi, tra quelli che lo utilizzavano, abbia violato la privacy del management. E così sono arrivate assoluzione e causa del lavoro vincente. (de.bar.)
ILLEGITTIMO
LA CHIAVE: IL MONITOR DA CUI VENIVA “SBIRCIATA” LA POSTA ELETTRONICA ERA USATO ANCHE DA ALTRI DIPENDENTI
tecnico informatico vince in sede penale
LA CONSEGNA Il comitato genitori degli alunni delle De Amicis e la preside Mariarita Ventura (al centro) nell’aula informatica
I genitori acquistano i computer per la scuola Il dono alle elementari De Amicis una spesa da 3.600 euro per sei pc `
L’INIZIATIVA Un regalo prezioso quello arrivato simbolicamente ieri alla scuola elementare de Amicis e formalizzato con il passaggio di un assegno da 3.600 euro dal comitato dei genitori alla preside Mariarita Ventura. Un gruzzolo importante visto che servirà per comprare sei computer destinati alla nuova aula di informatica dell’istituto. Una donazione che ha commosso la dirigente e che permette di completare un investimento per la didattica che rischiava di rimanere “monco”. TREVISO
IL NODO La scuola infatti aveva disponibilità economica per acquistare solo quattro computer. Ma le esigenze del plesso era-
no diverse: tra apparecchi vecchi e in cattivo stato c’era assoluta necessità di acquistare dieci pc. Qui sono entrati in campo i genitori presieduti dalla vulcanica Lucia Bortoletto che ha proposto e pianificato l’eccezionale (in quanto prima assoluta per la scuola De Amicis) donazione. «Un grande gesto - ha commentato la dirigente Ventura la dimostrazione che l’unione fa la forza. D’altronde tra forze umane, spirito e voglia di far crescere al meglio i bambini, se c’è una cosa che manca spesso alla scuola sono le risorse economiche per realizzare qualche ambizioso progetto. E’ la riprova che non solo questa scuola funziona bene ma che anche l’ambiente è positivo, sano e c’è una bella intesa. Positività dimostrata dalle iscrizioni che anche per il pros-
Rimessa a nuovo l’aula informatica commossa la preside: «Grande gesto» `
La cerimonia Le borse di studio agli studenti di valore Rekeep per “Un futuro di valore”: consegnate oggi a Treviso 41 borse di studio ai migliori studenti di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Oltre 22mila euro in borse di studio, assegnati a 31 studenti delle scuole superiori e 10 universitari. Alla cerimonia, che si è svolta al Ca’ Foncello, hanno partecipato Francesco Benazzi, dg dell’Usl 2 e i vertici di Manutencoop e Rekeep Spa. Dall’avvio dell’iniziativa, nel 2010, il Gruppo ha già investito oltre 1,2 milioni di euro nel progetto.
simo anno sono andate molto bene».
LA SODDISFAZIONE «E’ vero in questa scuola c’è una bella sinergia tra maestre, genitori e bidelli - ribadisce la presidente del comitato - i mercatini di Natale e le castagnate funzionano: c’è sempre grande partecipazione e le famiglie sono molto generose. Con le offerte raccolte siamo riusciti a mettere da parte una cifra tale da permettere l’acquisto dei computer così importanti per gli scolari di oggi e di domani. Le classi alle De Amicis sono quindici e a ognuna riserviamo 150 euro per le situazioni di disagio e altrettanti per le i corsi di affettività per le classi quinte. Oggi questa donazione è per noi motivo di orgoglio e di soddisfazione». Valentina Dal Zilio
Il giudice del lavoro, un anno fa, ha infatti riconosciuto che quel licenziamento era ingiusto e illegittimo e ieri mattina il giudice penale lo ha assolto non potendosi dimostrare che gli accessi contestati fossero in effetti stati eseguiti da lui. A inchiodare l’uomo, secondo l’azienda, sarebbe state le tracce informatiche lasciate da chi, dopo aver carpito la password, si sarebbe più volte infiltrato nella posta elettronica del titolare. Una pista di bytes che portava diritta al computer utilizzato da Lando, un dipendente “strategico” per il lancio dell’attività, uno con competenze e esperienza e uno stipendio di tutto rispetto. «Proprio per questa ragione -ha sostenuto la di-
Amministratori di sostegno un patto riduce la burocrazia LA CONVENZIONE TREVISO Snellire le incomben-
Anna e Susanna regine di geometria ` Studentesse
del Linguistico Canova al primo e terzo posto TORNEO NAZIONALE TREVISO Le studentesse Anna Ma-
nao e Susanna Pirovano, del secondo anno del Liceo linguistico “Canova” di Treviso, si sono aggiudicate rispettivamente il primo e il terzo posto del IV Torneo nazionale di Geometriko, gioco didattico per l’apprendimento strategico della geometria piana, ideato da Leonardo Tortorelli, responsabile scientifico del progetto per il Centro Pristem dell’Università Bocconi di Milano. Le fasi nazionali del torneo si sono svolte il 12 e 13 aprile in due sedi prestigiose: la splendida cornice storica del Castello Aragonese di Taranto del Comando Marina Militare e il Centro Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana di Matera.
UNA MAREA I finalisti quest’anno sono il risultato di una dura selezione regionale tra ben 22.000 iscritti,
SUL PODIO Anna Manao e Susanna Pirovano del secondo anno del Linguistico sono oro e bronzo
provenienti da tutta Italia. Gli studenti si sono cimentati con entusiasmo in due giorni di partite agguerrite in cui hanno messo a frutto ottime competenze scolastiche, fondate su una soli-
da preparazione di base in matematica, ma anche creatività e capacità strategica. Va ricordato che Geometriko nasce proprio a Treviso nel 2014 con una prima sperimentazione proposta dal
professor Tortorelli in una classe del Liceo “Canova” e diventa in pochissimi anni una realtà nazionale capace di coinvolgere studenti di ogni fascia di età, dalla scuola primaria ai licei.
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UNA VICENDA lunga tre anni
ze burocratiche e sveltire i procedimenti di nomina dell’amministratore di sostegno in modo da rendere tempestiva l’evasione delle richieste in casi di particolare urgenza. Sono questi gli obiettivi della convenzione sottoscritta da Tribunale di Treviso, Comuni della Marca e la Usl 2 per lo sviluppo di sinergie volte a migliorare le risposte e gli interventi a favore delle persone che, prive in tutto o in parte di autonomia, necessitino di misure di protezione giuridica e sociale attraverso l’amministratore di sostegno. L’iniziativa si inserisce in un progetto, promosso dal presidente del Tribunale Aurelio Gatto, che vuole ridurre la distanza tra cittadini e sistema giustizia e che prende spunto dalla collaborazione avviata a partire dal 2014 con la Direzione dell’Azienda Sanitaria, che ha permesso di sviluppare nuove modalità di gestione
TRIBUNALE DI TREVISO COMUNI DELLA MARCA E AZIENDA SANITARIA UNITE PER ACCELERARE I TEMPI DELLE PRATICHE
delle procedure di amministrazione di sostegno che consentono all’utente di recarsi in Tribunale solo per partecipare alle udienze previste per legge. Gli accessi legati a informazioni, ritiro modulistica, richiesta e ritiro copie conformi sono stati eliminati grazie all’attivazione di una rete organizzativa in grado di fungere da supporto e di svolgere attività di informazione e assistenza.
NUOVI SPORTELLI A seguito della convenzione sarà completata la rete degli sportelli già presenti sul territorio provinciale (Conegliano, Vittorio Veneto, Castelfranco, Montebelluna e Treviso con il secondo sportello in avvio in queste settimane) che hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’Usl 2. Nel corso del 2019 prenderanno il via, inoltre, dei corsi di formazione rivolti a persone disponibili a svolgere la funzione di amministratore di sostegno con lo scopo di fornire adeguata preparazione ai volontari che potranno essere inseriti nell’elenco regionale degli amministratori di sostegno. La popolazione principalmente coinvolta nell’iniziativa è quella degli over 65, circa 190 mila trevigiani. ma l’amministrazione di sostegno è prevista anche per le persone disabili e chi è vittima di fenomeni di dipendenza da droghe e alcol o soffre di ludopatia. (de.bar.)
IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 17 Aprile 2019
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VENETO
VERONA.Bimbapicchiataascuola:ispezione
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Ilreport
Massadi nuoviPfasnel Po «Èquestionenazionale» Nonostantelaforza didiluizionedel fiumetrovate quantitàdirilievo diC6O4(ha sostituito altresostanze): “avvisate”Lombardia-Emilia «Se teniamo conto che la falda vicentina inquinata da Pfas viaggia a un metro cubo al giorno, e invece il Po che risulta a sua volta inquinato in media porta 150 metri cubi al secondo (cioè 12 milioni di metri cubi al giorno) capiamo di che differenza stiamo parlando». Parla chiaro Nicola Dell’Acqua, direttore generale dell’area “Territorio-ambiente” della Regione, già dg di Arpav e attuale commissario governativo per i nuovi acquedotti anti-Pfas in Veneto. La Regione infatti lancia l’allerta: proprio Arpav infatti ie-
ri ha ufficializzato un dato che apre di nuovo un quadro molto più vasto e bussa pesantemente alle porte del Ministero dell’ambiente e del Governo: nel fiume Po scorrono in massa anche i “nuovi Pfas”, vale a dire il C6o4 che ha soppiantato negli ultimi anni i temuti Pfos e Pfoa. Questi ultimi hanno una catena di 8 atomi di carbonio legati al fluoro e restano purtroppo a lungo nel sangue umano, mentre il C6o4 (simile al tanto noto GenX) di atomi ne ha sei e ci sono meno notizie sulla sua tossicità, ma «certo non è bene che si trovino questi inquinanti nelle nostre acque», dice Dell’Acqua.
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Laquestione Miteniècertama adessoèevidente checisonoanche fortifontiamonte NICOLADELL’ACQUA DIRETTORE“TERRITORIO”REGIONE
IDATI. È Arpav stessa a chiari-
re in una nota che quest’anno nel fare le analisi di fiumi e corsi d’acqua ha «ampliato il pannello degli acidi perfluoroalchilcarbossilici e perfluoroalchilsolfonici, aggiungendo la sostanza perfluorurata cC6O4». Come noto, è già da un anno che la questione dell’inquinamento da GenX e C6o4 è esplosa per l’industria Miteni, ora fallita. Tanto che la Procura di Vicenza ha in corso una seconda indagine, e la Provincia giusto lunedì ha ritirato l’autorizzazione ambientale Aia perché «ad oggi non sono state ancora individuate le cause della presenza nelle acque sotterranee». E le MammenoPfas in un documento inviato alla Commissione bicamerale contro le ecomafie segnalano che «nel 2018 il GenX è in falda da tre anni ed è arrivato a 7 chilometri dalla Miteni, mentre il C6O4 è in falda da ben 9 anni e lo si trova fino a 13 chilometri». Questo fronte è aperto: «Non c’è dubbio
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ÈarrivatonelVeronesel’ispettoreinviatodalministroMarcoBussetti,dopoilcaso dellabambina di9annipicchiatada uncompagnodi classee costrettaaricorrere alle curedell’ospedale.Perglipsicologinonèbullismomaindoleaggressivadelbambino.
NUOVE RILEVAZIONI DI ARPAV. Zaia: «È la conferma che servono limiti e intervento del Governo»
Piero Erle
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che l’inquinamento in quell’area provenga da Miteni, che utilizzava la sostanza nella produzione a sostituzione dei Pfas tradizionali», ribadisce Dell’Acqua. Ma con Arpav si è cercato appunto di «verificare la presenza da altre possibili fonti». Ebbene, sul Po a Corbola, nel Polesine, sono emersi 42 nanogrammi per litro di nuovo Pfas. Si sono ripetute le analisi (con tutta la difficoltà e il merito di Arpav nell’avere i campioni per poterle fare, visto che in Italia tutto tace). E ne emerge un quadro chiaro: a Taglio di Po e Corbola 65 nanogrammi per litro. Più a monte, a Villanova Marchesana, si sale a 67. Più a monte ancora, a Castelmassa che è già ai confini con la Lombardia, il Po ne porta 85 nanogrammi al litro. Al litro, appunto. Ed è qui che è bene capire di cosa si sta parlando, perché il fiume ha una grande portata media come detto, tipo 1,5 milioni di litri al secondo: un grande potere di
PfosePfoa Allerta:Fratta eRetrone Ilcarico di Pfasverso ilPo indicatodaglistudi Irsa-Cnrdel2013
diluire gli inquinanti. E se in quella massa d’acqua l’Arpav trova lo stesso quantità di nuovi Pfas, vuol dire che a monte c’è chi ne sta rilasciando moltissimi. Tanto che proprio Arpav ha scritto ieri che per i Pfas «la maggior parte dei carichi recapitati a mare» viene dal bacino del Po (800 chili l’anno) e probabilmente da fonti a monte del Veneto. «UN CASO NAZIONALE». «Una
sostanza così poco utilizzata e di nuova generazione, riscontrata in queste quantità nel fiume più grande d’Italia, fa supporre che si possano trovare a monte fonti di inquinamento importanti», sottolinea Dell’Acqua. La Regione quindi ha segnalato il tutto a Lombardia ed Emilia Romagna, e intanto il gestore Acque Venete, che pesca l’acqua dal Po e la potabilizza per l’acquedotto del Polesine, «ha già ordinato nuove batterie di filtri». Da dove vengono quei Pfas? Il pensiero va alla Lombardia e al Pie-
monte (specie al fiume Bormida e al punto di inquinamento di Spinetta Marengo) già indicati dal Cnr nel 2013 (vedi grafico). Di certo è assurdo che per un caso di portata nazionale come è quello dei Pfas il Veneto sia ancora da solo in trincea e non ci sia un’azione in campo del Governo con Cnr, Ispra, Iss e tutte le strutture di ricerca che solo uno Stato può mettere in campo. E il governatore Luca Zaia alza la voce: «Questa è la conferma che la questione Pfas è un tema che interessa tutto il Paese, una primaria questione ambientale nazionale. Per questo è necessario che il Governo, come ha già fatto il Veneto da tempo, intervenga fermamente, ponendo limiti zero. Invitiamo, quindi, il Ministero dell’ambiente a muoversi sulla linea già tracciata dalla nostra Regione, il più rapidamente possibile». A tutela non solo dei veneti «ma di tutti i cittadini del nostro Paese». •
Le misurazioni sono migliorate e il campanello d’allerta suona ancora di più. Proprio ieri Arpav ha divulgato il “Monitoraggio di Pfas nelle acque superficiali del Veneto” e ne emerge «una situazione di presenza diffusa nelle acque superficiali interne del Pfos, i cui limiti standard di qualità ambientale media annua sono molto restrittivi (0,65 nanogrammi a litro)». Nel 2018 sono stati misurati 49 superamenti in vari bacini tra cui Brenta, Fratta Gorzone e Bacchiglione nei quali sono emersi anche 6 superamenti di Pfoa. Sempre per il 2018 Arpav segnala che nel bacino del Fratta Gorzone «si può stimare che lo scarico del collettore Arica (il famoso “tubone”)» contribuisce attualmente solo a circa il 25% del carico complessivo (ed è in calo): il resto viene probabilmente dall’acqua di falda drenata dai canali in superficie. Ed è allerta pure per il bacino del Bacchiglione, a causa del Retrone che drena le falde e trasporta 45 chili di Pfas l’anno. P.E.
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AGITAZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE. Già ieri è iniziato il deposito delle liste: nel Carroccio spiccano Da Re e Bizzotto, ma sono state ignorate le indicazioni provinciali
Corsaalle Europee, rabbiain casa Legapergliesclusi IntantoperFdIcorreranno sia Berlatoche Dotto enellasquadra forzistac’èil vicesindacoTosetto Cristina Giacomuzzo INVIATA A VENEZIA
Le prime liste con i candidati alle Europee del 26 maggio sono state depositate ieri in Corte d’Appello a Venezia. Oggi si proseguirà fino alle 20. I nomi sono certi per la Lega: il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha presentato quello che ormai tutti definiscono “l’elenco della discordia”. Anche il Pd ha deciso la propria lista, come La Sinistra. Lo faranno a ore FdI, FI e M5s. LEGA DI RABBIA. Chi corre
dunque per la Lega di Salvini? Mara Bizzotto, bassanese, attuale capogruppo Lega a Bruxelles. Toni Da Re, trevigiano, segretario veneto. E poi: il veronese Paolo Borchia (vicino al ministro Lorenzo Fontana), la padovana, ma nata a Montecchio Maggiore, Paola Ghidoni (sostenuta dal sottosegretario Massimo Bitonci), la bellunese
Peri5Stelleil vicentinoContro conlagiornalista Pignedoli,nelPd Variati-Moretti Sinistraincampo
Ilenia Rento e la veneziana Rosanna Conte. Per questi nomi i mal di pancia in casa Lega non si contano. Perché, come è stato per i candidati alle ultime politiche, i prescelti non trovano consenso. Insomma, a parte Da Re e Bizzotto, «gli altri nessuno li conosce». Poi perché risultano essere troppi gli esclusi eccellenti, soprattutto tra gli amministratori regionali. Sono nomi di peso come il presidente del Consiglio regionale, il vicentino Roberto Ciambetti, l’assessore al turismo, il trevigiano Federico Caner, e i consiglieri che vantano un bacino di voti importante come Luciano Sandonà e Fabiano Barbisan. Non solo. Ad essere scontenti sono anche i componenti dei direttivi delle province che avevano proposto, come ordinato, i nomi dei papabili in via Bellerio. Nomi che sono stati stralciati. Il caso più eclatante è Treviso. Da lì erano partite indicazioni per l’uscente Giancarlo Scottà, per esempio. Eliminato. È invece sbucato Da Re, neppure nominato dai trevigiani. Così il segretario veneto viene accusato di aver giocato, ancora una volta, male. E, peggio, stavolta di aver pensato troppo a sè. Di più. Negli ultimi mesi su Da Re erano state sollevate forti critiche da parte dei neoeletti in
Parlamento per via di quote da versare al partito non solo federale (3 mila euro), ma anche regionale (mille euro al mese, su uno stipendio di 13-14 mila euro). Ma ora sulle candidature il segretario come si difende? Al Gazzettino ha dichiarato che a imporre la regola dell’esclusione dei regionali alle Europee è stato il Capitano, Salvini. Che invece ha scelto il suo, di nome. E ha aggiunto: «Si lamentano per liste poco qualificate? Potrei capire se avessi davanti un Maradona...». Apriti cielo. Al Ferro Fini ieri i leghisti erano rossi di rabbia. Nessuna dichiarazione in replica, però. Semmai rassegnazione, ma non muta. Più di qualcuno faceva notare che “la scusa” di Da Re non regge. E mostrava i nomi di altri consiglieri regionali in lizza in altre circoscrizioni: Gianna Gancia, moglie di Calderoli, in Piemonte, o Silvia Sardone in Lombardia, per esempio. Non solo. Si racconta che Bizzotto avrebbe fatto pressing su Salvini per evitare di avere in squadra dei consiglieri regionali. Liste depositate e tutto finito? No. Ora in casa Lega si apre un’altra partita: chi e quando prenderà il posto di Da Re alla segreteria veneta? Arriverà un commissario da un’altra regione? L’ipotesi del bassane-
AntonioDa Re eMaraBizzotto
SergioBerlatoe IsabellaDotto
RobertaToffanin,MatteoTosetto
AlessandraMoretti,AchilleVariati
se Nicola Finco, capogruppo in Regione, sembra tramontata a favore di quella del sindaco di Treviso, Conte. Ma è tutto da vedere.
data come possibile candidata - Elisabetta Gardini che ha lasciato FI nei giorni scorsi. Per il M5s: capolista la giornalista emiliana Sabrina Pi-
gnedoli. In pista c’è poi il vicentino Simone Contro. Per la Sinistra ci sono in corsa Elena Mazzoni, ambientalista attivista NoPfas, Maria
Chiara Zandonella di “Non una di meno” di Verona e Fausto Pozzobon di Legambiente Treviso. • © RIPRODUZIONERISERVATA
I VENETI IN CORSA. Tornando
alle elezioni, il Pd ha formalizzato quanto annunciato a Padova dal segretario nazionale Nicola Zingaretti. I veneti in corsa per Bruxelles sono l’ex sindaco berico Achille Variati, la vicentina Alessandra Moretti e la trevigiana Laura Puppato. In casa FI, che ufficializzerà la lista oggi, da segnalare un altro vicentino in corsa: il vicesindaco del capoluogo Matteo Tosetto. Con lui ci sono l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, poi la senatrice padovana Roberta Toffanin, il sindaco di Jesolo Valerio Zottis, la veronese Anna Leso, Emanuele Crosato di Treviso e Cristina Folchini di Rovigo. Fratelli d’Italia conferma capolista Giorgia Meloni e poi il consigliere regionale vicentino Sergio Berlato, l’assessore vicentino Isa Dotto, l’ex assessore regionale Remo Sernagiotto e - viene
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VICENZA.Via dei Pioppi,1 (Loc.PonteAlto)-Tel.0444 345500 THIENE (VI). Via Gombe, 12 - Tel. 0445 365222
MONSELICE - CONSELVE - ESTE - MONTAGNANA
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
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Dalla legge per Venezia i fondi per smaltire tutti i veleni della C&C
È partita la campagna per eliminare le zanzare
L’assessore regionale Marcato prende l’impegno con i comitati Il senatore De Poli chiederà uno stanziamento al governo PERNUMIA. Incontro in Lagu-
na sull’annoso problema dei rifiuti ammassati nei capannoni della ex ditta C&C di Pernumia, venerdì scorso tra l’assessore regionale Roberto Marcato e i rappresentati del comitato SOS C&C e dell’associazione La Vespa, accompagnati dal consigliere comunale di Due Carrare, Giampietro Crivellaro. I comitati avevano chiesto di incontrare Marcato a seguito dell’approvazione della delibera n° 23 del febbraio scorso, in cui la giunta di Palazzo Balbi e si impegnava “a farsi parte attiva con il Governo al fine di reperire le risorse finanziarie, a valere sui fondi della Legge Speciale per Venezia, necessarie alla bonifica dell’area della C&C e delle altri situazioni emergenziali relative ai siti inquinanti del bacino scolante della Laguna
di Venezia”. I rappresentanti dei comitati hanno spiegato che dopo l’ultima rimozione di rifiuti conclusasi nei giorni scorsi, rimangono stoccati negli 11 mila metri quadrati di capannoni 44 mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi. «La struttura dei capannoni è fatiscente: sia il tetto che i tamponamenti laterali presentano delle falle, lo dimostra il fatto che all’interno vi sono numerose pozzanghere causate dalle infiltrazioni d’acqua» affermano gli ambientalisti «Anche dal punto di vista statico la struttura sembra avere problemi. Inoltre è a rischio alluvione trovandosi sull’argine del canale Vingenzone proprio in prossimità della località Ortazzo in comune di Battaglia Terme, che si è allagata nel 2010, 2011 e 2014. Per completare la bonifica
della C&C servirebbero altri 10 milioni di euro. Risorse che il comune di Pernumia, dove insiste il sito, non è in grado di reperire. L’assessore Marcato ha confermato di avere già convocato il Comitatone per Venezia al quale saranno chiesti i fondi per bonificare i siti inquinati che si trovano nel bacino scolante della Laguna di Venezia, tra cui la C&C», fanno sapere i rappresentanti dei comitati «Ha anche proposto, visto che il comune di Pernumia essendo piccolo ha difficoltà a gestire bandi di gara europei, di incaricare una stazione appaltante regionale per evitare sprechi in burocrazia». Si è interessato al problema anche il senatore Udc Antonio De Poli, che intende chiedere fondi per il disinquinamento al governo. Gianni Biasetto
La C&C di Pernumia, al confine con Battaglia: è piena di veleni
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Venditore raggirato invece d’incassare paga l’acquirente Un pregiudicato romano di 40 anni è stato denunciato dai carabinieri per truffa. Vittima un operaio ventottenne del posto, che aveva messo in vendita su un sito internet uno smartphone usato marca
Samsung. C.F., che si era dimostrato particolarmente interessato all’offerta, aveva contattato l’offerente e chiuso verbalmente l’affare. Il truffatore, approfittando della poca dimestichezza dell’operaio con le carte prepagate, era riuscito poi a raggirarlo. La vittima, che credeva di avere ricevuto nella propria carta un accredito con la cifra concordata, si è invece ritrovato con due ricariche fatte proprio a favore del truffatore, per più di mille euro.
SOLESINO. Il Comune ha già iniziato con la disinfestazione contro le zanzare. «Sono previsti» spiega il sindaco Elvy Bentani «interventi in tutte le aree pubbliche, scolastiche, nei parchi, nei tombini e nei reflui fognari. Alcune di queste operazioni sono state già portate a compimento, altre avranno luogo nei prossimi giorni. Stiamo avviando inoltre la consegna a tutte le famiglie delle pastiglie antilarvali e adulticidi da mettere nelle caditoie, scoline e bocche di lupo di ogni abitazione, per evitare la proliferazione di questi insetti». L’assessore all’Ambiente Samanta Baldon, da parte sua, avvierà una serie di incontri informativi su queste importanti tematiche per garantire maggior sicurezza sanitaria a tutta la cittadinanza. «Ho concordato con la Polizia locale» aggiunge il sindaco «controlli in aree private che versano in uno stato di degrado e incuria e ai proprietari delle stesse saranno inviate delle diffide per il ripristino delle condizioni igienico sanitarie». AL.CE.
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Lite in Consiglio sulla strada dedicata a don Giovanni
Niente aziende che trattino rifiuti tossico-nocivi
Tutti d’accordo nell’intitolazione La minoranza ne vuole una nuova per non creare disagi ai residenti La maggioranza punta invece a cambiare nome a via Sottoprà SOLESINO. Una via dedicata a don Giovanni Giraldo? Tutti senza dubbio vogliono ricordare il sacerdote, mancato solo un mese fa, che ha fatto la storia del paese, ma le modalità con cui farlo stanno creando più di qualche discussione, soprattutto in ambito politico. Tutto nasce da una mozione presentata nel corso dell’ultimo consiglio comunale dall’assessore Orfeo Dargenio con la quale ha proposto di modificare direttamente il nome di via Sottoprà in via don Giovanni. Soluzione subito bocciata dal gruppo di minoranza di “Solesino è”. «Giusto l’omaggio al nostro don Giovanni» ha ribadito il capogruppo Nicola Fusaro «ma quella dell’amministrazione è una decisione frettolosa e dannosa, per tempi e modi. La variazione della denominazione di via Sottoprà creerà problemi e oneri ai residenti, assolutamente non coinvolti e sentiti su questa questione. Inoltre il toponimo “Sottoprà” fa parte della storia e della cultura di Solesino. Esistono alterna-
tive concrete: intitolare a don Giovanni qualche edificio o piazza, oppure una via di prossima istituzione». Contro l’amministrazione si è scagliato anche il circolo locale del Pd che ha detto: «Tutti in paese ritengono che si potessero trovare soluzioni diverse. Le proposte sottoposte in Consiglio comunale da parte dei consiglieri di opposizione, come sempre sono state però snobbate dal sindaco. Un atteggiamento chiaramente arrogante, ben distante dagli slogan propagandati da Bentani di essere sempre al fianco dei cittadini, che in questo caso non sono neppure stati consultati». Perplesso sulle modalità scelte dall’amministrazione anche il leghista Sandro Bardozzo di “Nuovi orizzonti”. A cercare di calmare le acque e a fare un po’ di chiarezza ci ha provato il sindaco Elvy Bentani. «Potevamo decidere direttamente in giunta» spiega il primo cittadino «ma abbiamo preferito portare la discussione in Consiglio comunale per condividerla con tutti. Non c’è ancora nulla di deciso. Si sta cercando di trovare con tutte le parti la soluzione migliore per onorare don Giovanni e, al contempo, per non creare disagi di alcun tipo». Alessandro Cesarato
Este sostiene i Nasi Rossi L’operazione “Naso Rosso” porta 550 euro a favore dell’associazione Prislop Onlus, attiva nella clownterapia. La somma è stata raccolta dai commercianti di Este, che hanno regalato un naso rosso da clown a ogni cliente che ha lasciato una donazione per questo progetto.
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Lezioni anti-bullismo curate dai carabinieri CONSELVE. È sempre intensa l’attività di informazione su cultura della legalità e prevenzione del bullismo svolta dai carabinieri della Compagnia di Abano nelle scuole del territorio. A Conselve l’incontro con oltre un centinaio di studenti di quattro classi dell’istituto superiore Mattei e i loro insegnanti. Il tenente Luigi Troiano, comandante del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia, e il comandante
della stazione di Conselve Giuseppe Ferracane, hanno messo in guardia i ragazzi dalle insidie del bullismo, che trova una rapida diffusione anche via social. Si è parlato di legalità e cyberbullismo anche con gli studenti delle medie di Bagnoli e di Anguillara. Il tenente Troiano e il vice comandante della stazione di Bagnoli Luca Nataloni hanno incontrato 50 ragazzi. N.S.
È definitivo il divieto d’insediamento nella zona produttiva L’opposizione si astiene per la procedura seguita BAGNOLI. Secondo passaggio
in Consiglio comunale per la variante parziale al Piano Regolatore che vieta la possibilità di insediare impianti per il trattamento di rifiuti tossico nocivi in zona industriale. Il provvedimento è stato approvato definitivamente con l’astensione delle minoranze, le quali hanno sottolineato le contraddizioni della procedura seguita, compresa la presentazione da parte dell’Ufficio tecnico di una osservazione fuori tempo massimo. Per l’amministrazione invece si è trattato di un atto dovuto «per precisare e migliorare la comprensione del contenuto della variante». Che la materia fosse controversa lo conferma l’attenzione intorno alla delibera che richiama altre prese di posizione degli anni scorsi, proprio sull’insediamento di impianti di trattamento rifiuti in zona industriale. Diego Boscarolo, ex consigliere comunale della lista Terra e oggi voce critica nei confronti della maggioran-
za, ricorda infatti che il divieto vale per i rifiuti tossico-nocivi mentre nella cosiddetta “parte vecchia” della zona industriale è possibile costruire impianti e depositi per il trattamento di rifiuti riciclabili. «Già nel 2010» afferma Boscarolo «in seguito a una osservazione fatta dai consigliere di opposizione della lista Terra e del Partito democratico, venne inserita nella variante allora in discussione l’esclusione da destinazioni d’uso di qualsiasi impianto per il trattamento dei rifiuti, sia riciclabili che tossico-nocivi. Ma questa osservazione non è mai stata recepita nel Piano regolatore. Pertanto andava prima inserita l’osservazione nelle Norme tecniche d’attuazione e successivamente aggiornato il Prg». L’Ufficio tecnico invece ha puntualizzato che c’è «una sostanziale corrispondenza tra le due varianti del 2010 e del 2018. Le modifiche introdotte sono necessarie per una più accurata e precisa definizione delle attività insediabili, che il Consiglio ha voluto distinguere, ponendo attenzione alle attività esistenti anche prima del 2004». «Adesso c’è un divieto che prima non c’era» conclude il sindaco Roberto Milan. Nicola Stievano
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MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL MATTINO
PADOVA
l’audizione in commissione sanità
«Ripristinare le lungodegenze e più posti letto in Psichiatria» I sindaci dell’Usl 6 Euganea chiedono alla Regione la revisione delle schede Giordani: «Sul Sant’Antonio necessario un percorso di integrazione condiviso»
programmazione che hanno causato i vuoti in corsia di medici specializzati: «Chiediamo di valutare con urgenza la possibilità di finanziare nuove borse di studio per gli specializzandi e individuare ospedali per l’insegnamento e la formazione specialistica» la richiesta dei sindaci, «e di prevedere una convenzione con l’Università affinché il medico specializzando possa svolgere attività di formazione negli ospedali affiancati da tutor». IL NODO SANT’ANTONIO
Elena Livieri Ripristino delle lungodegenze, incremento dei posti letto di psichiatria e soluzione alla carenza di personale: sono questi i tre assi su cui poggiano le richieste che hanno presentato ieri mattina in Commissione Sanità del Consiglio regionale i sindaci dell’Usl 6 Euganea. Le loro richieste sono state raccolte in un documento illustrato dal presidente della Conferenza dei sindaci Alessandro Bolis. Tra i primi cittadini intervenuti anche il sindaco di Padova Sergio Giordani che ha ribadito la necessità di un’integrazione graduale fra Sant’Antonio e Azienda ospedaliera. LUNGODEGENZE
«Reputiamo grave la soppressione delle lungodegenze» rilevano i sindaci padovani, «perché viene a mancare la filiera “ricovero acuti-assistenza ospedaliera post acu-
I sindaci dei comuni afferenti all’Usl 6 Euganea ieri a Venezia per l’audizione in Commissione Sanità
ti-ospedale intermedio-dimissioni”. La lungodegenza ha un ruolo sanitario senza oneri a carico del cittadini e garantisce il ricovero dei pazienti impropriamente ricoverati in strutture per acuti». Secondo i sindaci gli ospedali di comunità hanno un ruolo diverso, con ridotta assisten-
za medica e infermieristica. PSICHIATRIA
Il tasso di occupazione dei posti letto di psichiatria dell’Usl 6 Euganea è al 112%. Le schede ospedaliere prevedono 76 posti ritenuti dalla Conferenza dei sindaci insufficienti rispetto alla popolazione che
sfiora il milione di abitanti: «Chiediamo che per rispettare lo standard dell’obiettivo salute mentale nazionale e siano previsti 98 posti, da attivare con urgenza vista la saturazione». CARENZA DI PERSONALE
Indice puntato sugli errori di
Il documento della Conferenza dei sindaci ha fatta propria la mozione vitata dal consiglio comunale di Padova, chiedendo quindi di mantenere l’ospedale di via Facciolati in gestione all’Usl Euganea, ribadendo le diverse vocazioni rispetto all’Azienda ospedaliera universitaria. «Abbiamo detto che non si possono accettare fughe in avanti» conferma il sindaco Giordani, «come il passaggio del Sant’Antonio all’Azienda senza che vi sia un percorso condiviso di integrazione. Non arretrerò sul depotenziamento dei servizi sul territorio: il nuovo assetto della sanità padovana ha una prospettiva di dieci anni, quindi è ragionevole che le schede del Sant’Antonio almeno per i prossimi 5 anni siano previste».
re l’attuale sistema di emergenza-urgenza. Cittadella chiede l’unità di Diabetologia, Laboratorio analisi, Terapia antalgica e Odontoiatria, Camposampiero il mantenimento di Psichiatria e l’incremento di day e week surgery, Oncologia, Radiologia interventistica, chirurgia della mano e senologica, medicina trasfusionale. Chiesto infine il ripristino delle lungodegenze a Montagnana. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
l’affondo
Sinigaglia: «Da Zaia un affronto alla nostra sanità»
Abano cointesta il declassamento del suo ospedale che rischia di non poter più garanti-
«Non è stata data alcuna spiegazione sul declassamento della Casa di cura di Abano Terme da presidio ospedaliero a struttura integrativa della rete ospedaliera pubblica. Perché questa scelta?»: a chiederlo è il consigliere regionale Claudio Sinigaglia. «Venerdì scorso l’assessore Lanzarin, aveva assicurato che oggi avrebbe motivato la scelta, evidentemente politica. Ma oggi era assente e nessuno è intervenuto al suo posto». Sinigaglia denuncia poi la “chiusura” dell’ospedale di Montagnana: «Da polo per lungodegenze e riabilitazione diventa struttura intermedia e potrebbe perdere il punto di primo intervento. Un insieme di decisioni che penalizzano i cittadini di Padova e provincia».
Giorgio Perilongo
Liviana Da Dalt
le, divani, orologi da muro, lavagnette, cestini a forma di animali. «Il Pronto soccorso pediatrico» aggiunge Da Dalt, «registra circa 25 mila accesso l’anno, di cui il 30% di natura traumatologica. Oltre metà dei bimbi ha meno di 4 anni e uno di cinque ha meno di un anno». «Oculistica pediatrica 4.0 è il progetto per fornire al reparto di Oftalmologia alcune delle strumentazioni più d’avanguardia del settore» aggiunge il professor Perilon-
go, «dato che ricerca e sviluppo tecnologico hanno reso disponibili strumenti più efficaci per la diagnosi e la cura delle malattie oculari. La vista è fondamentale per i bambini, basti pensare che l’80% delle informazioni fondamentali per uno sviluppo sano e armonioso sono recepite tramite l’apparato visivo». Il progetto investe su un settore particolare dell’Oftalmologia pediatrica, ovvero il Centro di eccellenza di riferimento (Ern) per le patologie rare dell’occhio. «Questo significa» sottolinea Perilongo, «mantenere all’avanguardia una struttura sanitaria che è stata riconosciuta centro di riferimento in Europa». Svestendo per un attimo i panni di vicepresidente di Salus Pueri e tornando a indossare il camice bianco di direttore della Clinica pediatrica, Perilongo riflette sul futuro della Pediatria: «Sappiamo che anche quando ci sarà il nuovo edificio, quello attuale rimarrà in uso a questa clinica, quindi gli investimenti che si fanno resteranno nel tempo. Per noi è importante continuare a investire in questo che è il più grande istituto pediatrico del nordest. La nuova Pediatria» conclude il professor e, «ci troverà pronti, con reparti e strumentazioni all’avanguardia». — E.L.
IN PROVINCIA
salus Pueri
Pediatria, nuovo look al Pronto soccorso e un’Oculistica 4.0 La Fondazione Salus Pueri continua a sostenere la Pediatria di Padova, per rendere sempre più a misura di bimbo le cure e gli spazi. Due sono i progetti portati a compimento negli ultimi giorni: il primo interessa il Pronto soccorso pediatrico, unico nel Veneto interamente dedicato ai bambini, di cui Salus Pueri ha finanziato con 41 mila euro l’intero restyling della sala d’attesa. Il secondo progetto, per un investimento di 108 mila euro, interessa
invece il Centro regionale per l’ipovisione infantile, un’altra eccellenza di cui può farsi vanto la Clinica pediatrica padovana. I due progetti sono stati illustrati da Giorgio Perilongo, direttore della Clinica e vicepresidente di Salus Pueri e da Liviana Da Dalt, che dirige il Pronto soccorso pediatrico e la Pediatria d’urgenza ed è membro del consiglio direttivo della Fondazione. «Abbiamo ritenuto importante investire per migliorare l’accoglienza
La sala d’attesa tutta colorata del Pronto soccorso pediatrico
dei bimbi e dei genitori, attraverso interventi di umanizzazione degli ambienti» sottolinea Da Dalt, «è una cosa semplice ma ha un grande valore mettersi dalla parte dei bambini che quando arrivano qui sono intimoriti. Si è cercato di rendere l’ambiente più bel-
lo, accogliente, ordinato e rispettoso delle esigenze dei piccoli pazienti ma anche di mamme e papà». Il soffitto è stato tinteggiato come un cielo con tante nuvolette, alle pareti carata da parati colorata, nuovi mobili e altri arredi come separè, tavolini, seggio-
nuovo incarico
l’associazione
Paolo Spinella guiderà Dietetica e Nutrizione
A Rugge la presidenza del Registro tumori
Il professor Paolo Spinella sarà il nuovo direttore della Struttura complessa di Dietetica e Nutrizione clinica dell’Azienda ospedaliera Università di Padova. Il consiglio di amministrazione del Bo ha approvato l’incarico, designato dal Consiglio della Scuola di Medicina e Chirurgia. L’incarico del professor Spinella avrà scadenza al 30 settembre 2019. Paolo Spinella, 65 anni, è profes-
Il professor Massimo Rugge, direttore dell’Istituto di Anatomia patologica dell’Università di Padova e direttore scientifico del Registro tumori del Veneto è stato eletto presidente dell’Associazione italiana Registro tumori (Airtum). L’elezione è avvenuta a Trapani nel corso della 23esima riunione della società scientifica, rifermento per la rete nazionale dei registri tumori che garantiscono la sorveglian-
sore associato afferente al Dipartimento di Medicina. Dall’anno accademico 2017- 2018 è direttore del Master universitario di 1° livello in “Metodologia della ricerca in nutrizione” dell’Università di Padova. Lavora all’Università di Padova dal 2010 quando è stato chiamato in qualità di professore associato di Scienze tecniche dietetiche applicate nella facoltà di Medicina e Chirurgia. —
za epidemiologica della malattia oncologica sul 76% del territorio nazionale. «L’Associazione è una società scientifica interdisciplinare di grande tradizione e accoglie specialisti in Epidemiologia, Oncologia e Anatomia patologica: una mescolanza di competenze che consente il monitoraggio dell’incidenza dei tumori in tutto il territorio nazionale, numeri su cui si fonderà il Registro tumori della
Massimo Rugge
nazione. Per me personalmente e per la sanità del Veneto» il commento di Rugge, «è un riconoscimento che onora anni di buona sanità, certo migliorabile ma certamente fra le migliori della nazione». —
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ATTUALITÀ
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 IL PICCOLO
Regione
Stretta antifurbetti con controlli sulle impronte Presidi in rivolta I dirigenti scolastici bocciano senza appello le nuove misure previste dal ddl Concretezza: «Mossa folle e irrispettosa» Marco Ballico TRIESTE. «Una mancanza di ri-
spetto, una sottovalutazione dei compiti dei dirigenti scolastici, una violazione del contratto di lavoro», dicono i presidi. «Una follia», aggiungono i sindacati. Anche in Friuli Venezia Giulia si è scatenata la reazione contro le misure previste dal Ddl Concretezza che riguardano pure il mondo della scuola. Il provvedimento, che ha avuto il via libera della Camera con 372 voti a favore, contiene misure anti-assenteismo. Una nuova
«Il prossimo passo affermano gli interessati - sarà il braccialetto elettronico» operazione contro i furbetti del cartellino che comprende tra l’altro l’obbligo di controlli biometrici per i presidi: in sostanza, impronte digitali per verificare la loro presenza in sede. Ad averci pensato è Giulia Bongiorno. «La rilevazione biometrica delle presenze non è punitiva, ma tutela i dipendenti che lavorano, quelli che non sono fannulloni», assicura il ministro della pubblica amministrazione. Prima delle barricate minacciate dal sindacato si pensava di estendere l’obbligo impronta anche ai docenti, già
“rilevabili” attraverso il registro elettronico, ma alla fine sono rimasti i presidi, che non l’hanno certo presa bene. «L’obbligo di sottostare a controlli inutili è una misura unicamente vessatoria», denuncia il presidente dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli in una lettera indirizzata ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. «Quali miglioramenti vi attendete se quella disposizione sarà convertita in legge? - domanda Giannelli -. In cosa migliorerà la pubblica amministrazione? Sarà forse più vicina alle esigenze dei cittadini, con dei dirigenti sviliti da forme di controllo superflue e irrilevanti? Vi chiedo pertanto di compiere un vero gesto politico: fate emendare il testo in discussione al Senato, eliminando quella misura inutilmente vessatoria nei confronti dei dirigenti pubblici, fedeli servitori dello Stato». Una linea condivisa in regione. «Ci manca solo il braccialetto elettronico - contrattacca Anna Condolf, preside, a Gorizia, di un polo liceale formato da tre scuole, oltre che reggente del D’Annunzio-Max Fabiani -. La categoria è basita davanti a una soluzione che contrasta con un contratto che non impone un orario di servizio, ma un lavoro finalizzato al raggiungimento di obiettivi. Sotto la nostra responsabilità ci sono più scuole, è impossibile verificare la nostra presenza in sede visto che le nostre mansioni di rappresen-
la scheda
La norma Le nuove misure anti assenteismo sono contenute nel Ddl Concretezza firmato dal ministro della Pa Giulia Bongiorno, che interessano pure il mondo della scuola.
La stretta Tra le novità pensate in chiave anti furbetti rientra anche l’obbligo di controlli biometrici per i dirigenti scolastici. In sostanza introduce l’obbligo di fornire le impronte digitali per effettuare controlli e verificare le presenze in sede.
Le reazioni Il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli ha scritto una lettera ai vicepremier Di Maio e Salvini per prendere le distanze da quella che definisce una «misura puramente vessatoria». Duri anche i giudizi espressi dai presidi del Fvg e dai sindacati della scuola, che parlano di «iniziativa che non sta né in cielo né in terra, che crea solo problemi anziché risolverli»
tanza ci portano pure al di fuori delle mura scolastiche». Anche Cesira Militello, dirigente del Petrarca di Trieste, rileva la «modifica unilaterale di quanto prevede il contratto». Il lavoro da preside, prosegue, «è gravosissimo, ma non si capisce come poter rilevare la presenza visti i molteplici impegni. Vediamo che cosa succederà, di certo mi aspetto che un eventuale provvedimento valga indi-
stintamente per la Pa». Perplessa pure Olivia Quasimodo, preside del Dante Carducci: «Una simile impostazione credo abbia più senso in enti in cui il numero di dipendenti è più alto e la conoscenza dei dipendenti più complicata, non certo per persone che sono inevitabilmente già controllate e che non hanno orari ma obiettivi da centrare». Anche Tiziana Napolitano, dirigente al Deledda-Fabiani e
l’assessore alla cultura
«Il Pd mi attacca perché teme di perdere Tutto in regola su commissioni e bandi» TRIESTE. «Sono preoccupata
per Cristiano Shaurli. Se al Pd temono di avermi tra le scatole pure la prossima legislatura, evidentemente la vedono brutta anche a lunga distanza». Tiziana Gibelli contrattacca dopo essere stata messa sotto accusa per la gestione dei bandi cultura, e non solo. Gestione «confusa, irragionevole e apparentemente svogliata da parte dell’assessore», hanno detto in conferenza stam-
«Sono preoccupata per Shaurli: evidentemente la vede brutta anche a lunga distanza»
«Iacop dimentica che l’organismo da lui chiamato in causa è morto a fine legislatura»
pa, con il segretario regionale Shaurli, i consiglieri del Pd Franco Iacop e Diego Moretti. Gibelli ribatte puntualizzando in primis la questione, denunciata dai dem, della «esau-
torazione della commissione che avrebbe dovuto selezionare i progetti». Niente di tutto questo, rileva l’assessore: «Strano che Iacop se ne sia dimenticato, vi-
sto che, interpellata sul tema, ho già fatto notare che quella commissione non è stata votata, non si è mai riunita ed è spirata comunque a fine legislatura». Una commissione «fantomatica», insiste Gibelli. «Chi ha fatto il presidente del Consiglio - aggiunge rivolta sempre a Iacop -, si dovrebbe ben ricordare sia la legge istitutiva, la 16 del 2014, ma anche le tre successive proposte di emendamento riguardo alla compo-
sizione dell’organismo. Se necessario, gli rispiegherò tutti i passaggi». L’assessore non ha poi dubbi sulla regolarità e sull’opportunità del percorso. «Gli esperti esterni - ribadisce - non sono stati scelti da me, ma ho chiesto alle associazioni di categoria di indicarli. In un solo caso ho indicato direttamente l'architetto Simonetta Bonomi, Soprintendente regionale, come figura istituzionale per i bandi su Aquileia. Se le graduatorie portano naturalmente la mia firma, è altrettanto ovvio che gli esperti abbiano agito in totale autonomia secondo criteri che forse, in alcuni casi, non sarebbero stati i miei. Lo rivendico. Ma, se chiamo gli esperti per avere un loro parere, il loro parere
reggente al Weiss, stronca «un’iniziativa che non sta né in cielo né in terra» e ricorda a sua volta come la giornata dei presidi sia spesso «segnata da appuntamenti fuori sede senza che venga tra l’altro mai meno la reperibilità». Duro anche il sindacato. Donato Lamorte della Cisl parla di «follia». «Come non sapere che i dirigenti scolastici hanno più relazioni dei parlamentari, gestiscono nume-
ATTUALITÀ
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Regione regione e ministero
consiglio
Nuova tranche di fondi per interventi antisismici in licei e istituti tecnici
La legge sui vitalizi slitta a maggio
Andrea Pierini
Il piano lavori verrà aggiornato a giugno entro il 30 giungo il piano In ballo una “torta” da oltre 40 milioni TRIESTE. Verrà aggiornato
Studenti e professori davanti all’ingresso di una scuola superiore a Trieste
rosi plessi, sono titolari e reggenti? - dichiara -. La politica sostiene di voler risolvere i problemi e invece li alimenta. L’unico appello è a maggiori risorse, per il resto speriamo che si lasci la scuola fare quello che sa fare benissimo da sola». Contrari alle impronte pure Adriano Zonta della Cgil («Si crea unicamente paura negli ambienti di lavoro») e Ugo Previti della Uil, che sottoscrive il documento firma-
to dalle segreterie nazionali unite, autonomi compresi: «Poco più di 6 mila dirigenti scolastici in servizio sovrintendono al funzionamento di oltre 42 mila sedi scolastiche, che spesso necessitano di urgenti lavori di manutenzione e ristrutturazione. Singolare che si consideri una priorità la spesa per dotare ognuno di questi edifici di rilevatori biometrici». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
degli interventi di edilizia scolastica da parte della Regione Friuli Venezia Giulia e finanziato grazie anche alle risorse messa a disposizione dal ministero dell’Istruzione. Lo ha reso noto alla giunta l’assessore regionale a Infrastrutture e territorio Graziano Pizzimenti anticipando che i criteri e le modalità verranno però stabiliti in un prossimo decreto. Nel 2018 il Miur aveva assegnato al Friuli Venezia Giulia 38 milioni sul mutuo Bei 2018 a cui si sono aggiunti 2,818 milioni per interventi rivolti all’ottenimento di certificati prevenzione incendi, 1,237 milioni per il piano palestre e 1,982 milioni per interventi di adeguamento sismico con i fondi della Protezione civile. Un cantiere per costruire la scala antincendio in una scuola La ricognizione è ora richiesta dal ministero per deguamento dell’istituto all’Uti Alto Isonzo per l’istiaggiornare la programma- in lingua slovena Voranc tuto professionale manuzione 2018-20, verifican- di San Dorligo della Valle tenzione ed assistenza tecdo quali interventi risulta- con una previsione di spe- nica di Monfalcone, 1,3 mino già finanziati anche con sa di 1,858 milioni di euro. lioni a Gorizia all’istituto fondi regionali (2,5 milio- Per quanto riguarda inve- Ferretti, 2 milioni al Leoni di euro nel 2018) o fon- ce gli interventi a Gorizia nardo Da Vinci di Ronchi di Ppo Fesr solo per l’effi- nell’elenco ci sono: l’istitu- dei Legionari, 1,877 miliocientamento energetico ni per il Peter Butkovic di (13,2 milioni di euro nel Savogna d’Isonzo. 2018), registrando se i Co- A richiedere Nel nuovo documento muni hanno eseguito o me- contributi finora verranno considerati priono le verifiche sismiche in ritari i progetti degli enti lozona 1 e 2 e rilevando even- un plesso di Trieste cali che, negli anni precetuali avanzamenti di pro- e sette a Gorizia denti, hanno ottenuto megettazione o eventuali nuono fondi per interventi sulve verifiche sismiche che le scuole in rapporto con la mostrino situazioni che po- to Galilei di Mossa con un popolazione e che siano di trebbero essere più gravi. importo da 1,5 milioni, 2 particolare impatto sociaIl piano del 2018 preve- invece i milioni previsti le e territoriale, anche per deva interventi antisismici per l’Uti Alto Isonzo per il garantire una rotazione. in 28 istituti di cui uno solo Galilei - Fermi e Pacassi di Va detto che la provincia nella provincia di Trieste, Gorizia, 2,4 i milioni inve- di Trieste è in zona sismica sette a Gorizia, 14 a Udine ce per la De Amicis sempre tre, il livello di rischio più e sei a Pordenone. A Trie- del capoluogo Isontino, po- basso è il quattro. — ste in fase definitiva c’è l’a- co meno di 500 mila euro BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
poi diventa mio». L’accusa degli esponenti del Pd di avere dato troppi punti a chi presentava progetti legati a Leonardo? «Mi pare che le loro battutine siano irrispettose per chi ha lavorato per proporre belle iniziative per la nostra comunità». Quindi una precisazione su un’altra critica, quella del ritardo della pubblicazione delle graduatorie sui bandi sport: «Mi sono andata a vedere quanto successo nel 2018. Il mio predecessore le pubblicò il 20 aprile, noi lo faremo entro la settimana, negli stessi tempi. Capisco che siamo entrati in campagna elettorale, ma mi pare che dall’opposizione ci sia molta povertà di argomentazione». Gibelli fa anche sapere di
Franco Iacop e Cristiano Shaurli. A sinistra Tiziana Gibelli
non avere solo “nemici” tra i dem: «Proprio stamattina (ieri per chi legge) sono andata a Palmanova dal sindaco Francesco Martines. Nel giorno della maratona delle città Une-
sco, occasione in cui ho coinvolto tutti i consiglieri della quinta commissione, e Iacop non mancò, dissi che avrei fatto una legge di tutela siti Unesco. Ne ho parlato con Marti-
TRIESTE. Slitterà a maggio
la discussione in Consiglio regionale per la nuova legge che andrà a cambiare il sistema dei vitalizi, riducendolo per gli ex consiglieri e prevedendo per gli attuali un sistema contributivo. Una proposta di legge sarebbe dovuta arrivare in aula già domani, ma la convocazione proprio su questo tema, dei presidenti dei consigli delle regioni e delle province autonome da parte del governo ha fatto slittare la discussione. «Alla fine - spiega Piero Mauro Zanin presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia - abbiamo deciso, anche d’intesa con il presidente Massimiliano Fedriga, di rinviare la discussione al fine di arrivare a una norma che sia unitaria e condivisa a livello nazionale. In questo modo eviteremo anche il rischio di una impugnazione da parte dello Stato di una eventuale norma del Friuli Venezia Giulia che a questo punto, probabilmente, si uniformerà alla proposta nazionale che verrà adottata anche dalle altre regioni. Domani in Consiglio dovremo comunque fare una legge che prorogherà di due mesi l’attuale sistema di solidarietà per gli ex consiglieri portandolo fino al 30 giugno. Questo ci consentirà di avere un periodo di due mesi per arrivare a una norma definitiva». A maggio ci sarà dunque in aula l'esame delle due proposte di legge rispettivamente sulla rideterminazione della misura degli assegni vitalizi e sull'introduzione dell'assegno vitalizio che sarà calcolato secondo il sistema contributivo. — A.P. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nes, nella prima quindicina di maggio faremo una riunione coi Comuni e il sindaco mi è parso molto contento». Resta infine un proposito già manifestato: «La direzione regionale della Cultura dedicherà sempre il prossimo mese un'intera giornata all'illustrazione dell’Art Bonus, ma anche alle modalità con cui attivare il fundraising, altra importante fonte di finanziamento per dare gambe ai progetti in presenza di risorse pubbliche limitate. Potrei interrogarmi sul perché non sia mai stato fatto prima, come su tante altre cose. Preferisco lavorare senza farmi tante domande, ma fa sorridere che mi si dica che sarei un pericolo per la regione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PRIMO PIANO
MERCOLEDÌ 17 APRILE 2019 LA TRIBUNA
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Vino e ambiente quotazioni
E il crollo del Pinot Grigio allarma anche le bollicine La beffa per chi ha diversificato, valori più che dimezzati. Piazza: ora riequilibrio Si teme il surplus per l’effetto Glera. Nel mirino gli ettari complementari
Le colline della Docg Conegliano-Valdobbiadene e, sotto, un momento della vendemmia 2017 (foto Arcangelo Piai). Da agosto non sarà possibile iscrivere nuovi vigneti alla denominazione
TREVISO. «Avevo deciso di piantare Pinot grigio anche ascoltando i consigli di tutti, mi ricordo bene che lo andava dicendo anche il governatore Zaia: “Diversificate perché se no rischiamo la bolla”. E sa com’è finita? Quest’anno abbiamo triplicato il raccolto, e ci ritroviamo con pochi soldi in più delle scorso anno... una miseria, il prezzo sarà crollato del 60-65%». Lo sfogo, amarissimo, è di un produttore della Sinistra Piave, che aveva imboccato con entusiasmo la strada delle alternative al Prosecco. E invece. Da Giorgio Piazza, ex presidente regionale di Coldiretti, ora presidente del Consorzio Pinot Grigio delle Venezie e Vin Venezia, arriva una conferma: «L’eccesso di produzione del 2018 ha creato i presupposti per il calo del prezzo, il mercato non perdona quando c’è più offerta che domanda, ma contiamo che in futuro si vada a un riequilibrio e a una dinamica più equilibrata», spiega, «non dimentichiamo che ha pesato anche l’eredità del 2017, il cui arretrato di produzione era stato reimmesso sul mercato, innescando inevitabilmente un fenomeno di surplus e restringendo gli spazi alle nuova produzione». Ma quanto sta avvenendo per le nuove Doc agita a distanza di filari e tralci anche il mondo del Prosecco. Anzi, il fattore surplus non fa dormire sonni tranquilli dalla pianura alla collina. Un anno fa il Prosecco Docg era quotato 3,10-3,20 euro, adesso siamo fra l’ 1,40 -1,70, ma sino a pochi mesi fa si era a 1,90. C’è chi punta il dito sugli ettari complementari di Glera: erano 300 nel 2013, adesso siamo a oltre 1300. Coneglia-
I presidenti dei consorzi del Prosecco: da sinistra Innocente Nardi, Stefano Zanette, Armando Serena
nese, Vittoriese, i dintorni di Vidor, il Glera starebbe cannibalizzando sia la Docg che la Doc. E altri 200 ettari incombono solo a Valdobbiadene... Quel Glera che nel 2017 era quotato fra 0,60 e 1 euro, e
Si torna a covare l’idea di riunificare i consorzi, con marchi assai differenziati che adesso è sceso a 0,30. E c’è chi fa rilevare come siano state quasi tutte speculazioni di imprenditori non agricoli, di vip, di industriali famosi in altri settori. E il mondo della Docg, gli storici marchi, le
l’interrogazione del consigliere pd
Zanoni attacca Zaia «Fermare subito le colture intensive» TREVISO. Non solo i vigneti di Prosecco Docg. Per Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd, la Regione dovrebbe fermare «l’espansione di tutti i vigneti sul territorio, siano essi chimici o biologici». Zanoni ha presentato un’interrogazione in Regione portando anche l’appello del Forum Stop Pesticidi, che raccoglie 39 gruppi e associazio-
ni ambientaliste. «La superficie vitata in Veneto è ormai di 94.400 ettari, di cui 40.230 nella Marca trevigiana, con tutto ciò che ne consegue, considerando che si tratta di colture impattanti con abbondante uso di pesticidi. È indispensabile proteggere paesaggio, ambiente, biodiversità e salute dei cittadini, rendendo la viticoltura
grandi dinasty, non hanno mai digerito il fatto che la pianura, meccanizzata e meccanizzabile, offra da almeno due anni più ricavato rispetto ai colleghi delle colline. E chi, invece, fra i grandi marchi, punta il dito sugli agricoltori, che non facevano certo resistenza quando le quotazioni schizzavano, e la Plv – produzione lorda vendibile – una sorta di indice di redditività dei filari, arrivava a 31 euro per ettaro (Docg), o un produttore di pianura guadagnava nel 2017 più del suo collega di collina potendo metter sulla bilancia 216 quintali per ettaro, arrivando a quasi 29 mila euro. E così, tornano a covare vecchie idee. Chi rilancia l’unifi-
cazione dei tre consorzi (il Conegliano Valdobbiadene; l’Asolo-Montello Doc e il Prosecco Doc), e ricorda come ci fossero anche mecenati e big pronti a sponsorizzare la riunificazione delle bollicine. E chi però insiste sulla necessità di creare tre fasce molto ben distinte di prezzo (Cartizze, Docg e Doc) per rispettare storia, valori, e fatica. Hai voglia, sinora non se n’è fatto nulla. Difficile che si blocchino le cose adesso, in un’annata di altissima tensione tra filari e cantine. Chi non ha problemi sono i produttori di Cartizze, schizzato a oltre 6 euro al litro. Ma ce n’è pochissimo, non fa certo “massa”. — Andrea Passerini
più sostenibile. Ormai i vigneti sono dappertutto, anche a ridosso di scuole, ambizioni e impianti sportivi». Le decisioni dei due Consorzi di Tutela delle Docg trevigiane, che hanno chiesto alla Regione di non autorizzare nuovi vigneti, non sono ancora abbastanza. «La Regione - insiste Zanoni - prenda in considerazione le richieste di tutte le associazioni del Forum per uno stop immediato alla espansione dei vigneti in tutto il territorio, siano essi chimici o biologici. Finora Zaia ha giocato su due tavoli: da un lato ha autorizzato e finanziato nuovi impianti dappertutto, anche nei pressi di scuole e ospedali,
dall’altro si rivolge ai produttori inviandoli ad autolimitarsi. Su un tema del genere, però, la giunta non può limitarsi ai consigli, deve dare regole certe. Perché la tutela della salute e dell’ambiente vanno messe al primo posto», conclude Zanoni, che stasera parteciperà all’incontro “E-viti-amo - Per una viticoltura che rispetti la vita” promosso dal comitato genitori di San Giacomo in programma alle 20.30 al Nuovo Palafenderl di Vittorio Veneto, in via San Gottardo 91. Da agosto - sommando le due Docg - saranno intanto 33 i Comuni trevigiani nei quali non sarà possibile rivendicare a Docg i nuovi impianti. —
Provincia 31
L'ARENA
Mercoledì 17 Aprile 2019
L’EMERGENZA. La novitàèemersa durantecontrolli dell’Arpav nelRodigino. Venezia hasegnalato lasituazionealle confinanti Emilia Romagna eLombardia
Pfas di ultima generazione nell’acqua del Po Zaiaavverte: «Ilministero adottilimitinazionalipari azeroeagiscarapidamente» LemammealministroGrillo: «Nellemenseacqua inbottigliaancheper cucinare» Luca Fiorin
Uno dei Pfas di ultima generazione è stato trovato nel fiume Po. Lontano, quindi, dall’unica fonte d’inquinamento sinora nota: l’azienda chimica, ora in fallimento, Miteni spa di Trissino. Per questo il presidente della Regione, Luca Zaia, chiede di adottare i limiti nazionali pari a zero. La novità è emersa dai controlli fatti dall’Arpav. Al commissario per l’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua, l’agenzia ha riferito che ha trovato in tre punti del Po il C604. Si tratta di un inquinante emergente, che era già stato scoperto in agosto nei pressi dello stabilimento Miteni, dove veniva utilizzato in sostituzione dei Pfas tradizionali. Proprio quel ritrovamento, al pari di quello di poco antecedente di un’altra sostanza di recente utilizzo, il GenX, aveva provocato verifiche interne all’azienda e controlli ambientali più estesi. Nell’ambito di questa attività, a marzo è stata riscontrata una positività, per quanto riguarda le acque superficiali del Po, in località Corbola, vicino a Castelmassa, Rovigo, al confine con Lombardia ed Emilia Romagna. Qui sono stati trovati circa 80 nanogrammi per litro d’acqua di C604. Il campionamento è
Unaprotesta dellemamme No Pfas. Orachiedonoacqua in bottiglia nellescuole perbere e cucinare
stato ripetuto il 2 aprile, confermando il ritrovamento sia nella stazione già campionata che a monte e a valle della stessa. Secondo i tecnici regionali, è pressoché impossibile che questa presenza derivi dal sito inquinato di Miteni e, quindi, il composto qua-
si sicuramente arriva dalle regioni del bacino posto a monte delle prese in cui è stato scoperto il contaminante. «Trattandosi di una sostanza poco utilizzata e di nuova generazione, il fatto che essa sia presente in quantità significative nel fiume più grande d’I-
talia fa supporre che ci siano fonti di inquinamento importanti», dice la Regione. La quale sta predisponendo, per questo, una segnalazione alle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. «Non essendovi limiti europei e nazionali, per motivi
precauzionali il gestore della rete potabile Acque Venete ha già ordinato nuove batterie di filtri», continuano a Venezia. «Questa è la conferma che la questione Pfas è un tema che interessa tutto il Paese, e che è una primaria questione ambientale nazionale», afferma il presidente Zaia. «Per questo è necessario che il Governo intervenga fermamente, ponendo limiti zero», aggiunge. «Invitiamo il ministero dell’ambiente a muoversi sulla linea già tracciata dalla nostra Regione, agendo il più rapidamente possibile, a tutela della popolazione dell’intero Paese». Intanto ieri le Mamme no Pfas hanno scritto al ministro della salute Giulia Grillo chiedendole che si attivi per far sì che nelle mense delle scuole presenti nei Comuni interessati dall’inquinamento si usi obbligatoriamente acqua in bottiglia, sia per bere che per cucinare. Tale richiesta è conseguente all’emissione da parte della Regione dei nuovi dati relativi allo screening sullo stato di salute delle persone esposte alla contaminazione. Delle oltre 25mila persone sinora esaminate, il 64,8 per cento presenta valori ematici alterati. La situazione, per quanto in percentuali minori, è stata accertata anche nei bambini. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lereazioni
IlM5Srichiamal’Europa IlPdattaccailVeneto perl’interventoinritardo «Perarrivare nelleacque venetedel Po»,spiegail commissarioNicola Dall’acqua, «vuoldire cheinqualche altra aread’Italia cisono inquesto momentoconcentrazioniben superioridiPfasdinuova generazione».Daquila richiestaal Governodiporre palettipiùstringenti alivello nazionale.«Zaia hapostoin Venetoil limitezeroper gli scarichianche sanitariper le acquepotabili.Se loavessimo alivellonazionale ci sarebbe unostrumento per agire». «L’Europahail doveredi garantirela salute ela sicurezzadeicittadini»,si accodaMarcoZullo, eurodeputatoM5Sche ha inviatocon 14 colleghi una letteraal vicepresidente della Commissioneeuropea, Frans Timmermans.«Ilproblema è soprattuttosanitario.L’Europa cideveascoltare,intervenendo sulladirettiva acquapotabile». Lepolemichenon mancano: «Pesanoiritardi. Zaiarisolvail problemachehaincasa e verifichichi ecome ancoraoggi inVenetostasmaltendo 100 tonnellatediperfluorati l’anno, rilasciandoleneidepuratorie neicampi»,attacca Laura Puppato(Pd):«Resta da
sanare,nonostante gli 80 milioni dieurostanziati dal nostro Governo,la qualità dell’acqua potabiledelle popolazioni colpite. Adistanzadi20 annidalla richiestadel ministero dell’AmbienteallaRegionedi effettuareverifiche sui corsi d’acqua,Zaiatenta diallontanare daséla responsabilitàsul disastro Pfas.La Regionenonhamai fatto unpianoper la difesadelle risorse idriche.Sonotrascorsi sei annida quandoil Cnrrese evidente l’inquinamentoprodotto prevalentementedaMiteni». «Zaiafinalmente siaccorgeche l’inquinamentodaPfas èuna questionenazionale», aggiunge la deputataPdAlessiaRotta. «I governia guidaPdhanno decretatolo stato diemergenza, previstoil commissariamento e investito80 milioni.Zaiachiede al suoGoverno diintervenire,ma dimenticachesono ancorada spiegarele responsabilitàdella provinciadi Vicenzaa cuiera nota giàal 2006la tossicitàela presenzadi Pfas».«Rotta studi le carte»,replica l’assessore all’ambienteGianpaoloBottacin, «perlaRegionei Pfassono questionenazionale dal 2014. Le mieprime sollecitazioni al ministroGallettisono del2015, rimastelettera morta».
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