RASSEGNA STAMPA DEL 19 APRILE 2019

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PRIMO PIANO

Venerdì 19 Aprile 2019 Corriere del Veneto

La politica Le spinte identitarie

Autonomia, Tria frena sul patto fiscale «Incostituzionali alcune richieste» Ilministrogelala Legae definisce«invalutabile»l’impattofinanziariodellariforma.Perònonchiedelostop

● L’editoriale

Iva, scure sul ceto medio

A

SEGUE DALLA PRIMA

ggiungiamo anche che l’inasprimento di questa imposta sui consumi avrebbe un effetto che gli economisti chiamano pro-ciclico, perché deprimerebbe ulteriormente gli acquisti. Dovrebbe essere allora chiaro che al Veneto l’aumento del peso dell’Iva interessa e come. Non solo perché alleggerisce, come si diceva, le tasche delle famiglie di 586 euro. Ma soprattutto perché, sociologicamente, va a colpire in modo particolare quel capitalismo della piccola impresa diffusa che dagli anni sessanta ha fatto la pancia della società locale, una pancia composta da numerose classi intermedie che psicologicamente si ritenevano sicure, premiate da una buona mobilità sociale e dignitosamente al riparo dalle perdite del lavoro, delle contrazioni dei consumi, delle cadute dei risparmi. Ora questa pancia soffre, si è prosciugata e brontola da tempo: come dice una ricerca di Community, quasi due terzi dei nordestini si definisce oggi appartenente al ceto medio-basso mentre l’ascensore sociale sembra prediligere i piani bassi più che quelli alti. Per cui non è più la pancia la forma ideltipica della società veneta, ma la clessidra, una clessidra asimmetrica, in cui la parte bassa deve allargarsi per accogliere chi non ce la fa a reggere una competizione che da economica si fa perfino esistenziale. L’aumento dell’Iva accentuerebbe questa «sofferenza da declino» pesando proprio su quei ceti medio-bassi che «fanno» il capitalismo manifatturiero e turistico del Veneto. Vittorio Filippi

VENEZIA La faccia da professore

vero, un accademico prestato alla politica; le parole - sulla riforma dell’autonomia - usate invece come la clava dei Flintstone nel celebre cartoon della Hanna-Barbera. Protagonista assoluto della giornata politica di ieri è stato il ministro all’Economia, il «tecnico» professor Giovanni Tria. Che dopo aver creato - ieri l’altro - una bufera in seno alla maggioranza di governo sulla questione dell’Iva («senza misure crescerà al 25%», la sua dichiarazione), in Commissione bicamerale sul federalismo fiscale è entrato a piedi uniti anche sulla riforma dell’autonomia, tanta cara alla Lega Nord, al Veneto e al suo governatore Luca Zaia, mettendo in risalto i tanti punti oscuri che ancora stanno accompagnando l’impianto della nuova legge. Il nocciolo della questione viene sviscerato dal ministro Tria alla pagina 15 della sua relazione. Il titolo è già di per sé esaustivo: «Effetti finanziari della eventuale definizione di intese tra Stato e regione ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione». Stona quell’«eventuale», quasi a rimarcare che la riforma sull’autonomia differenziata è ancora molto in là da venire. Ma poi Tria è ancora più tranchant: «Segnalo che in alcuni casi - dice - le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali». Necessario prendere fiato dopo questo incipit, poi ecco la spiegazione: «Tali richieste sono spesso inerenti a materie diverse da quelle elencate nella Costituzione e che, pertanto, vista la tassatività del disposto costituzionale, non possono essere oggetto di attribuzione. In particolare specifica il ministro - tra le norme costituzionali che non possono essere derogate deve ricomprendersi l’art. 117, secondo comma, lettera e, che attribuisce allo Stato la competenza legislativa esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato». Chi era in aula ha raccontato

L’esperto

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La materia è ostica, a dir poco. E a scavare nelle pieghe delle dichiarazioni del ministro Giovanni Tria audito dalla bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, la guida di un avvocato tributarista torna utile. Stefano Artuso, dello studio padovano Moschetti, si è già occupato, in precedenza, di tributi e autonomia. Avvocato, ci spiega qual è il rischio di incostituzionalità paventato dal ministro Tria? «Qui parliamo di un tema delicato e, sì, certamente legato a materia di rilevanza

PADOVA

Tria Sarà possibile conoscere gli effetti finanziari della riforma solo dopo i decreti attuativi

del gelo che è calato, con tutte le forze politiche pronte a intervenire e la Lega in silenzio, quasi all’angolo. Ma l’affondo di Tria era solo all’inizio... «Gli schemi di intesa - ha ripreso non quantificano sin da subito le risorse finanziarie, umane e strumentali, ma costituiscono il quadro generale di riferimento». In pratica, non si sa ancora dove si andrà a parare. E la successiva specificazione di Tria aiuta a capire meglio come intende muoversi il governo: «Sarà quindi possibile spiega il titolare dell’Economia - conoscere gli effetti finanziari dell’autonomia differenziata solo a seguito dell’emanazione dei vari Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm)». Ciò significa che l’esecutivo Conte procederà con un legge quadro cui faranno seguito una serie di Dpcm e così andrà all’esame delle Camere (ammesso e non concesso che venga stabilito che ci debba essere

un passaggio parlamentare). «E non la voteremo», tuonano a stretto giro di posta le opposizioni. Anche perché, ed è il ministro Tria a tornare protagonista, «nell’attuale fase embrionale - dice - non è possibile esprimere una valutazione degli impatti sulla finanza pubblica». Ma perché si è ancora a questo punto? La spiegazione la fornisce ancora Tria parlando dei Livelli essenziali di prestazioni (i famosi Lep) che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. È la legge n. 42/2009 a prevedere la copertura integrale della differenza tra le entrate e le spese standardizzate per le funzioni riconosciute come fondamentali (ovvero sanità, assistenza e istruzione). Ma il ministro, anche su questo punto, entra a gamba tesa. «I Lep - dice - non risultano definiti, se non limitatamente al settore sanitario, con la conseguenza che manca il punto di riferimento per la definizione

La vicenda

● Ieri mattina, il titolare del Mef, Giovanni Tria è stato audito dalla bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale ● Ha avanzato dubbi sulla costituzionalità di alcuni punti della richiesta veneta

I numeri Regione per Regione Dati Sose riferiti ai Comuni monitorati e non alle Regioni (euro per abitanti) Regione Piemonte

Capacità fiscale pro capite, valore medio per regioni a statuto ordinario (in euro)

Spesa Storica Spesa Standard

Regione

500,16353

Abruzzo

476,88351

Capacità fiscale pro capite 474

Lombardia

520,55034

499,11238

Basilicata

268

Veneto

427,12063

460,20824

Calabria

253

Liguria

623,65550

566,48724

Campania

Emilia-Romagna

547,68873

547,92400

Emilia-Romagna

Toscana

534,55593

520,24586

Lazio

Umbria

431,13863

487,20835

Liguria

Marche

474,89134

503,04142

Lombardia

Lazio

649,76105

591,50419

Marche

Abruzzo

465,37240

453,81841

Molise

Molise

357,25412

461,70768

Piemonte

Campania

378,71340

399,87087

Puglia

Puglia

378,43628

410,99380

Toscana

Basilicata

442,87181

468,23789

Umbria

Calabria

383,02516

411,10579

Veneto

481

Italia

490,49046

490,49027

Totale

475

320

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571 402 776 502 406 327 573 354 596 457

L’Ego - Hub

«Ilministroteme unasecessionetributaria mal’intesaèchiara» istituzionale. Vale a dire la ripartizione tra le materie di esclusiva competenza statale e una nuova e diversa declinazione del sistema tributario alla luce dell’autonomia differenziata chiesta dalle prime tre Regioni fra cui, in prima linea, il Veneto». Il ministro cita anche il «coordinamento tributario» e la delegazione trattante ne parla come di una clausola di garanzia in quanto materia concorrente Stato-Regioni... «Esatto, il dualismo fra sistema tributario nazionale, l’intera architettura su cui si

fonda il sistema perequativo, per intenderci, e il coordinamento tributario racchiude un equilibrio molto delicato da preservare». Altrimenti? «Altrimenti, portando il ragionamento alle estreme conseguenze, si potrebbe ipotizzare di giungere a una sorta di “secessione tributaria” del Veneto rispetto allo Stato centrale». Ci fa un esempio? «Pensiamo all’Irpef, finché si discute di addizionali regionali, quindi di un’aggiunta che non modifica la base na-

del giusto livello di risorse per ciascun ente». Finita qui? Macchè... «L’assenza dei Lep - riprende Tria assieme alla carenza di risorse finanziarie e alla mancata riforma del catasto, rende poco agevoli le scelte per il progressivo abbandono del criterio della spesa storica (ovvero quanto ogni singola Regione spende per i servizi di sua competenza, ndr) in favore del criterio dei fabbisogni e capacità fiscale standard (ovvero la definizione del costo di un servizio, prendendo a riferimento la Regione più “virtuosa”, vale a dire quella che presta i servizi ai costi “più efficienti”, ndr)». Una relazione «tecnica» quella del ministro Tria, che ha scatenato una serie di reazioni che hanno alimentato non solo lo scontro tra forze politiche avverse, ma anche tra componenti degli stessi partiti ma di provenienza territoriale diversa. Una concessione, comunque, Tria l’ha fatta. Partendo dal federalismo fiscale, il ministro ha sentenziato: «Ritengo che il disegno della legge delega del 2009 sia ancora ampiamente condivisibile. Il percorso che condurrà alla sua piena attuazione deve quindi continuare, potenziando l’autonomia finanziaria oggi riconosciuta solo in parte agli enti decentrati». Antonio Spadaccino

zionale esistente, il problema non si pone. Se, invece, all’Irpef nazionale si sostituisse o anche solo si affiancasse un’Irpef regionale, il sistema tributario complessivo potrebbe riportare degli scossoni non indifferenti». Lei ha esaminato l’ultima versione della bozza di intesa per il Veneto, intravvede questo rischio? «La bozza di intesa prevede la compartecipazione regionale ai tributi statali ma non modifica l’assetto del sistema tributario e non potrebbe fare diversamente perché tra le materie su cui lo stato ha potestà legislativa esclusiva c’è proprio il sistema tributario. La ratio è garantire a tutti i cittadini la perequazione delle risorse finanziarie. L’applicazione tributaria dell’autonomia è delicata ma possibile». M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNE DI MUSSOLENTE PROVINCIA DI VICENZA AVVISO DI DEPOSITO OGGETTO: Adozione Variante n. 4 al Piano degli Interventi (PI) IL RESPONSABILE DELL’AREA TECNICA RENDE NOTO che con delibera di Consiglio Comunale n. 10 del 10/04/2019 è stata adottata la “Variante n. 4 al Piano degli Interventi” del Comune di Mussolente, AVVISA ai sensi dell’art. 18 della L.R. 11/2004, la variante adottata è depositata presso la segreteria comunale dal giorno 19/04/2019 al giorno 20/05/2019 e che nei successivi trenta giorni chiunque può formulare osservazioni. Le osservazioni vanno presentate in carta semplice all’Ufficio Protocollo del Comune di Mussolente . IL RESPONSABILE DELL’AREA TECNICA Dott. Giancarlo Faresin AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA INTEGRATA VERONA (D.Lgs. n. 517/1999 - Art. 3 L.R.Veneto n. 18/2009)

AVVISO DI AGGIUDICAZIONE Si rende noto che la gara per la fornitura biennale, eventualmente rinnovabile per ulteriori 24 mesi, di materiale di consumo per sistemi a radiofrequenza Ligasure suddivisa in tre lotti, è stata aggiudicata per tutti e tre i lotti alla ditta Waldner Tecnologie Medicali S.r.l. a Socio unico, avente sede legale in piazza Brà 26/D - 27121 Verona, P.IVA 01542210222, per l’importo biennale, al netto dell’eventuale rinnovo di 24 mesi da effettuarsi a discrezione dell’A.O.U.I, pari ad € 830.196,00 oltre Iva al 22%. Avviso completo disponibile sul portale internet aziendale all’indirizzo www.aovr.veneto.it. Numero dell’avviso in GUUE: 2019/S 071 -167469 Verona, lì 11.4.2019 IL DIRETTORE GENERALE Dott. Francesco Cobello


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Corriere del Veneto Venerdì 19 Aprile 2019

3 VE

Le reazioni di Martina Zambon

VENEZIA Chi

pensava che il governatore Luca Zaia sarebbe saltato sulla sedia sentendo il ministro dell’Economia e della Finanze Giovanni Tria usare le parole «incostituzionalità» e «autonomia» nella stessa frase è rimasto deluso. «Tria ha fatto una relazione sulla quale resto assolutamente positivo», ha detto Zaia commentando la relazione alla commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale. Esperto nel vedere il bicchiere mezzo pieno, il governatore non si sottrae, però, al punto cruciale: «Quanto ai temi di costituzionalità quelli sono già stati affrontati, con autorevolissimi costituzionalisti che dicono che siamo in linea con la Carta fondamentale. Ora il vero tema è portare avanti il lavoro. Solo così si affrontano le ultime limature». Dopo le frequenti citazioni da Einaudi e da Napolitano, Zaia in questa occasione opta per Michelangelo che, soprattutto con I Prigioni lavorò con pazienza per «liberare» le figure intrappolate nel blocco di marmo: «Si tratta di fare come Michelangelo - spiega il governatore - togliere tutto il marmo che c’è in più e alla fine verrà fuori l’opera, ma bisogna che qualcuno cominci a scalpellare. Con le sue dichiarazioni Tria ha dimostrato di voler fare così, quindi ben vengano questo approccio e questo metodo di lavoro». Un commento che si allinea, perfettamente aggiungiamo, al parere di Federico D’Incà, il pentastellato bellunese e questore alla Camera oltre che fermo sostenitore del processo autonomista che

Gonfalone Luca Zaia e lo stato maggiore della Lega veneta, a sin. il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, a destra il vicepresidente Gianluca Forcolin e dietro il gonfalone di San Marco

Zaia: ultime limature ma si va avanti così Il Pd: rivedere la bozza

D’Incà (M5S): «È ora e tempo di costi standard»

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Le materie che la Regione Veneto ha chiesto di poter gestire direttamente sono ventitrè, il massimo previsto dalla Costituzione, dalla scuola all’ambiente passando per le infrastrutture

dice: «Finalmente entriamo nel vivo: Tria ha analizzato la situazione e ha messo al centro del dibattito esattamente i temi che in questo momento devono essere disquisiti. È tempo e ora di definire i Lep, i Livelli essenziali di prestazione per una seria prospettiva sui costi standard, vero obiettivo finale per l’intero Paese. Solo poi la discussione potrà e dovrà approdare in Parlamento». Sulla madre di tutte le battaglie, gli schieramenti appaiono trasversali: autonomisti versus resto del mondo. E, in questo senso, un altro bellunese, il dem Roger De Menech sottolinea, ad esempio, come in bicamerale, onorevoli di qualunque gruppo

Verso le Europee

Casapound-Destre Unite riammesse tutte le liste VENEZIA Europee: CasaPound ci sarà. Le liste

di Casapound-Destre Unite sono state infine ammesse in tutte le circoscrizioni. Quattro i candidati per il Veneto. Il capolista e segretario del movimento, Simone Di Stefano sintetizza così il suo manifesto: «L’unica cosa che dobbiamo dire a Bruxelles è addio». In lista a Nordest, fra gli altri, l’avvocato veronese Roberto Bussinello responsabile politico per il Veneto, Stefania Marcante imprenditrice vicentina attivista dei comitati dei truffati delle banche. © RIPRODUZIONE RISERVATA

abbiano bersagliato il ministro di domande tranne i leghisti. Fra questi, l’unico veneto è Roberto Turri, veronese, che la spiega così: «La Lega sta cercando di trovare la strada più breve. Capisco ci sia dell’insoddisfazione ma è colpa di chi, e il riferimento è al premier Conte, ha continuato a fissare delle date». Se in Veneto il M5S continua a far fronte sufficientemente comune con il Carroccio, il Pd ormai attacca a viso aperto Zaia: «Oggi è stato svelato lo stato dell’arte sulla riforma per l’autonomia. - spiega De Menech - Tria con l’assenza di risposte chiare e certe, ha dato conferma che il governo brancola nel buio». La difesa è affidata dalla Regione alla delegazione trattante veneta capitanata dal professor Mario Bertolissi: «Quanto ai profili di costituzionalità deve essere fugata ogni eventuale preoccupazione per il sistema tributario e contabile dello Stato. - si legge nella nota - Nelle bozze di intesa non c’è nulla che comporti invasioni di campo da parte della Regione Veneto. Il Ministro osserva che gli “effetti sulla finanza pubblica” li si potrà quantificare non in sede di approvazione della legge rinforzata ma di predisposi-

zione dei “singoli dpcm” (decreti del presidente del Consiglio dei ministri ndr). Se così è, allora si deve osservare che nulla osta, a che si approvi la bozza di intesa». E prosegue con il suo j’accuse verso lo Stato «inadempiente» nell’attuazione della legge Calderoli su federalismo fiscale e fatidici costi standard. Mancano le copertura finanziarie per Marco Osnato, deputato di FdI e

De Menech (Pd) I rilievi del ministro Tria hanno svelato la verità: il governo brancola ancora nel buio segretario della bicamerale e il capogruppo Pd in Regione, Stefano Fracasso aggiunge: «Alcune richieste del Veneto sono incompatibili con la nostra Costituzione, sia per gli effetti tributari e fiscali, sia per le materie oggetto della proposta. Zaia prenda atto della necessità di rivedere la pre-intesa». E, in serata, arriva un lapidario Giuseppe Conte: «Mi farò garante della coesione sociale perché l’autonomia non danneggi le Regioni del Sud». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aree anti-balordi, il Veneto si divide: «Rischio periferie» Anci contraria alla direttiva del Viminale, Verona la sostiene. Zappalorto: «Se serve, farò l’ordinanza» La vicenda ● Una circolare del Viminale invita i prefetti a valutare l’opportunità di emanare ordinanze antidegrado nelle città. ● L’esempio citato da Salvini è l’ordinanza del prefetto di Firenze che ha interdetto una zona della città a chiunque abbia sulle spalle denunce per spaccio e reati contro la persona

La linea l’ha tracciata l’ex prefetto di Treviso, che oggi svolge lo stesso ruolo a Firenze, Laura Lega: nei giorni scorsi ha emanato un’ordinanza che, per la prima volta, disegna una fetta di città nella quale è proibito stazionare a chiunque abbia sulle spalle denunce per spaccio di droga, per reati contro la persona (risse, lesioni ma anche danneggiamento) e per i venditori abusivi. «L’idea - ha spiegato il prefetto fiorentino - è quella di una complessiva messa in sicurezza, quindi di arginare e tenere sotto controllo tutto ciò che è illegalità». Iniziativa che è piaciuta al ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «In caso di sindaci distratti c’è sempre il supporto dei perfetti. Emanerò a breve una direttiva che verrà applicata in tutta Italia». Poche ore dopo la circolare del Viminale era già sulle scrivanie delle prefetture, ricordando loro la possibilità di ricorrere a VENEZIA

«provvedimenti che vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l’allontanamento...». In sintesi, Salvini invita i prefetti a confrontarsi con i sindaci per definire delle aree cittadine off limits a spacciatori e vagabondi. Apriti cielo. «I sindaci non sono distratti», replica il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. «Se il ministro ci avesse chiamati per affrontare seriamente il problema del degrado urbano nelle città, gli avremmo detto che varare zone rosse non risolve il problema, lo sposta altrove». In Veneto le reazioni sono discordanti. Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, chiede di inserire la circolare ministeriale all’ordine del giorno del prossimo Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza. «Bene la nuova direttiva del ministro - gli fa eco l’assessore alla sicurezza, Daniele Polato - con questo nuovo strumento potremo interveni-

A Vicenza Campo Marzo da sempre zona degradata

re con azioni sempre più mirate nelle aree più delicate e ad alta frequentazione. Chi critica la direttiva non capisce che si tratta di un provvedimento che permetterà alle amministrazioni di lavorare ancora di più in sinergia con le prefetture e di essere più incisivi». Il prefetto di Venezia, Vitto-

rio Zappalorto, assicura: «A breve ne discuteremo in sede di Comitato, con rappresentanti di sindaci e forze dell’ordine. In realtà questo potere è già esercitato dai prefetti, ad esempio in occasione delle partite di calcio. Si tratterebbe quindi di applicare delle limitazioni dopo averle concordate con le amministrazioni: se

si rivelerà necessario sono pronto a firmare ordinanze di questo tipo». Ma Zappalorto non nasconde qualche perplessità: «Francamente non credo basterà la mia firma in calce a un documento per tenere alla larga i balordi. Perché una disposizione del genere risulti efficace occorre affiancarvi l’azione delle forze dell’ordine e l’effettivo rimpatrio di chi non ha titolo per rimanere nel territorio nazionale. Ma soprattutto è uno strumento da utilizzare con molta attenzione: creare delle zone “pulite” può significare spostare il problema altrove, nelle periferie che già sono degradate». Soddisfatto il veneziano Fabrizio Coniglio, presidente dei comitati anti degrado: «Salvini ha intuito il malessere che si respira in molte città. E se alcuni sindaci sembrano far finta di nulla, ben venga l’intervento dei prefetti». Andrea Priante © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Blitz in Trentino: coop sotto inchiesta

Resti umani e bare in un capannone Scoperto business di finte cremazioni Trovati 27 feretri provenienti dalle province di Vicenza, Padova e Treviso. Un caso nel Veneziano. Coinvolte 300 salme

Enrico Ferro PADOVA. Le spoglie mortali dei propri cari accatastate come sacchi d’immondizia in un capannone della zona artigianale della provincia di Trento. Lì le salme venivano separate dalle bare di zinco, prima di essere inviate alla cremazione. Secondo i carabinieri del Noe per gli addetti della cooperativa “Linea Momenti”, specializzata nell’esumazione ed estumulazione, questa era diventata una prassi consolidata. La “centrale” di smistamento dei cadaveri consentiva infatti un duplice guadagno: da un lato l’abbattimento dei costi di cremazione, dall’altro un ricavo per la vendita di tutte le parti metalliche della bara. Nel blitz decisivo sono stati trovati 27 feretri con relativi corpi, provenienti dalle province di Vicenza, Padova e Treviso. Oltre alla gestione illecita di rifiuti viene contestato anche il reato di vilipendio di cadavere. Indagato è il responsabile della coop di Pergine Valsugana, Guido Beber. IL SISTEMA

Questo tipo di servizio riguarda i defunti sepolti da più di vent’anni, per cui il regolamento cimiteriale prevede l’esumazione e la successiva cremazione. Ma anziché cremare le salme all’interno delle bare, le spostavano prima in sacchi di plastica e poi in scatole di cartone e, solo a quel punto, i resti venivano portati all’impianto crematorio. Così riuscivano a ottenere un vantaggio economico dovuto ai minori costi di cremazione, stimato in circa 400 euro a salma. Le bare, invece, dopo essere state sezionate e separate dalle parti metalliche, sarebbero state avviate allo smaltimento in alcuni centri

Alcune bare, con resti umani, trovate dai carabinieri del Noe in un capannone in Trentino. In alto a destra e sotto altre immagini nel macabro ritrovamento

della zona. Chiaramente dietro un compenso. IL BLITZ

Questa l’ipotesi investigativa che ha portato la Procura di Trento a sequestrare il capannone a Scurelle, in Valsugana, dove i carabinieri del Noe hanno trovato le 27 bare contenenti resti umani provenienti dai cimiteri di Abano, Cadoneghe, Cordignano (Treviso), Rosà, Tezze sul Brenta, Bassano e Brendola (tutti della provincia di Vicen-

za). La scoperta è stata fatta in seguito alla segnalazione di alcuni operai che stavano lavorando in un cantiere vicino, i quali si sono insospettiti per gli odori sgradevoli che provenivano dall’edificio. Sul posto sono arrivati per primi gli agenti della polizia locale, che però hanno chiesto aiuto ai carabinieri del Noe quando si sono resi conto che le persone al lavoro all’interno non fornivano spiegazioni esaustive. Durante il sopralluogo so-

la polemica con lombardia ed emilia

Bottacin: «Pfas in calo nel Po? Il C604 deve mettere in guardia» PADOVA. C6O4 nel Po: in Veneto è allarme, in Lombarda ed Emilia Romagna l’emergenza è nulla. Perché? «Me lo sto domandando dal 2015, da quando ho in mano da assessore il rapporto del Cnr che testimonia la presenza di Pfas nel Po, nel Fratta Gorzone, nell’Arno, nell’Adda e nel Tevere, mica solo in Veneto». L’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, risponde così ai colleghi di Lombardia ed

Emilia Romagna che hanno minimizzato l’allarme lanciato proprio dalla Regione Veneto. Attraverso il commissario regionale per l’emergenza Pfas, Nicola Dell’Acqua, l’ente veneto ha diffuso alle Regioni che gravitano sull’asta del Po una informativa dai toni piuttosto preoccupanti: nell’acqua del Po, a valle della centrale di Corbola (Rovigo), sono state rilevate a più riprese importanti concentrazioni di C6O4, un

perfluoroalchilico (Pfas) di ultima generazione. Ogni giorno ne passano 4 chili attraverso il Po, sempre stando alle rilevazioni Arpav. Dell’Acqua ha diffuso i riscontri di Arpav ai colleghi di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna e il governatore Luca Zaia ha colto l’occasione per definire l’inquinamento da Pfas «una primaria questione ambientale nazionale». Lombardia ed Emilia Roma-

no state trovate accatastate, una sopra l’altra, 24 bare contenenti le spoglie di defunti provenienti da differenti aree cimiteriali del Veneto, mentre altre tre casse in zinco erano aperte sul pavimento: 21 provenivano da cimiteri della provincia di Vicenza, quattro da Abano e Cadoneghe e due da Cordignano. IL SOSPETTO

Dalla documentazione amministrativa e ambientale sequestrata nel corso delle indagi-

gna hanno però spento i toni allarmistici del Veneto, ricordando che monitoraggi svolti recentemente hanno sì rilevato presenze di Pfos nel Po, ma con evidenti miglioramenti rispetto al passato e comunque con numeri ben lontani da quelli del Veneto. Insomma, mentre da noi si accendono mille campanelli d’allarme, a qualche chilometro di distanza si dormono sonni tranquilli. «Rimango davvero perplesso, soprattutto se si pensa che Irsa-Cnr nel 2013 aveva rilevato la presenza di Pfas in molti corsi d’acqua d’Italia» ribatte Bottacin «è in atto uno screening regionale che, anche se non definitivo, associa alla presenza di Pfas la concomitanza di alcune patologie. In casi come questi è doveroso affidarsi al prin-

ni, gli investigatori ritengono che negli ultimi mesi siano transitate dal capannone di Scurelle più di 300 salme, con la mappa dei comuni che si allarga a macchia d’olio. Tanto per fare un esempio nell’elenco stilato dagli investigatori comparirebbe anche Pianiga Mellaredo, comune della provincia di Venezia. Verifiche in corso anche su appalti degli anni passati, come quello di Feltre (Belluno) o Selvazzano (Padova). Il sistema non era facile da

intercettare, visto che in molti casi la cooperativa “Linea Momenti” si occupa solo della esumazione delle e della cremazione delle salme, con incarichi ricevuti direttamente dalle società che invece gestiscono i cimiteri. E questo probabilmente è il motivo per cui ieri, quando la notizia si è diffusa, molti sindaci dei comuni interessati si sono affrettati a dire di non aver mai sentito nominare la coop finita sotto inchiesta. –

cipio di precauzione». E sul caso specifico: «Il C604 è un Pfas ed è una sostanza non normata: in base a cosa qualcuno può dire “sono tanti” o “sono pochi”? Manca un valore di riferimento e senza quello anche la sola presenza minima deve renderci cauti e deve portarci ad avviare ogni tipo di monito-

mento del C6O4, è una contromisura doverosa». Aggiunge Bottacin: «Lombardia ed Emilia Romagna sostengono che i Pfas nel Po sono in calo? Io non sarei troppo tranquillo: il C6O4 è un composto di nuova generazione che sostituisce i vecchi Pfas. Trovare questo nuovo elemento per la prima volta e rilevare meno Pfas è a maggior ragione un campanello d’allarme». Si accoda il commissario Dell’Acqua: «In assenza di regole nazionali in materia, non possiamo garantire una completa tutela della qualità delle acque e, di conseguenza, della salute degli abitanti delle zone. Ed è su questo che intendiamo attirare l’attenzione a più livelli solcate dai fiumi». — Nicola Cesaro

Il Veneto ha lanciato un nuovo allarme «Non si può garantire la qualità dell’acqua» raggio e di precauzione. L’utilizzo dei filtri a carbone attivo e la loro immediata sostituzione da parte dei nostri gestori idrici, all’indomani del ritrova-

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VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

il crac delle ex popolari

Risparmiatori a Roma ma il governo convoca i contrari al decreto Ugone e Arman oggi a Palazzo Chigi per il via libera definitivo I favorevoli: «Rimborsi da aumentare fino al 100 per cento»

Nicola Brillo VENEZIA. Erano nuovamente

ieri a Roma i rappresentanti delle associazioni dei risparmiatori della cabina di regia. Davanti alla Camera hanno protestato contro i ritardi nell’attuazione del fondo per gli indennizzi a favore dei truffati delle banche ex popolari. L’appuntamento delle 17 associazioni era stato programmato da tempo per incontrare nuovamente il premier Conte, dopo la riunione dell’8 aprile scorso, ma Conte ieri era in Calabria con tutto il Consiglio dei ministri. «Chiediamo di implementare al 100 per cento i ristori a seguito di una procedura arbitrale, confermando la linea che ci ha presentato il ministro Tria del doppio binario nei risarcimenti», dichia-

Il presidio dei risparmiatori ieri a Roma in piazza Montecitorio

rano i manifestanti. In piazza Montecitorio hanno incontrato i rappresentanti dei diversi gruppi parlamentari. «Tutto il Parla-

mento dalla Lega a M5S, Forza Italia, Fratelli D'Italia, Pd e Leu, concordano che il tempo è finito – commenta Patrizio Miatello (Ezzelino III da

da sabato 20 aprile in edicola con

Onara) -. L'on. Alvise Maniero del M5S e l'on. Dimitri Coin Lega sono d'accordo sul doppio binario come proposto dal Governo». Non erano presenti ieri, ma oggi saranno ricevute a Palazzo Chigi, altre due associazioni. Luigi Ugone di “Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza” e l’avvocato Andrea Arman del Coordinamento don Torta non avevano approvato la proposta dell’8 aprile scorso presentata dal governo, chiedendo un indennizzo senza arbitrato. Una delegazione dei risparmiatori ieri a Roma, composta dal coordinatore della cabina di regia il prof. Bettiol, l’avvocato Franco Conte (Codacons Veneto) e avv. Campanella (Adusbef), ha invece incontrato il segretario del Pd Nicola Zingaretti e alcuni senatori, tra cui il veneziano Andrea Ferrazzi. Nel corso del colloquio al Nazareno, Zingaretti ha assicurato che il Pd «si batterà in Parlamento, anche con azioni eclatanti, per il riconoscimento di un diritto affinchè sia fatta piena giustizia su una rivendicazione legittima». «Il nostro impegno è quello di far ritrovare piena fiducia nel sistema bancario e finanziario da parte dei cittadini - ha spiegato il segretario Zingaretti -. Solamente una battaglia politica e parlamentare a viso aperto può spingere il Governo a far salire in cima all'agenda delle priorità il tema del ristoro ai risparmiatori delle banche». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

IN BREVE Verona Trentenne si ribalta con il trattore e muore Un uomo di 30 anni è rimasto ucciso dopo essersi ribaltato con il trattore a Sant’Anna d’Alfaedo, in località Spiazzo nel veronese. Da chiarire le cause dell’incidente che è costato la vita all’agricoltore. Sul posto, oltre ai sanitari del 118 arrivati in elicottero, sono intervenuti i Carabinieri e i tecnici dello Spisal dell’Ulss 9 Scaligera.

Verona Maltratta la moglie allontanato da casa Avrebbe maltrattato per anni la moglie, arrivando anche a minacciarla di morte. Una serie di violenze e intimidazioni che hanno indotto il Gip del Tribunale di Verona ad emettere nei confronti di un 49enne marocchino, residente a Verona, il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dai figli minori. La misura cautelare è stata eseguita dalla Polizia di stato. Recentemente l’uomo è stato denunciato anche dal dirigenza dell’istituto scolastico frequentato dai figli, dopo che aveva minacciato le insegnanti per prelevare i ragazzi all’insaputa della madre.

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la proposta di pan

«Cinghiali, sì alla caccia nell’area Garda-Baldo» VENEZIA. In via sperimenta-

le, nell’area del Garda-Baldo nel veronese, i cacciatori potranno essere autorizzati nella prossima stagione faunistico venatoria a cacciare anche i cinghiali. Ma l’estensione della sperimentazione venatoria in atto dal 2010 in Lessinia, non dovrà far venir meno la partecipazione dei cacciatori, in qualità di operatori abilitati, al piano regionale di controllo del suide, approvato nel 2017 dalla Giunta regionale, con il parere positivo anche di Ispra. Un piano che prevede azioni e interventi da realizzare in tutto il territorio regionale, compresa anche (con i limiti della relativa normativa) la parte inclusa in parchi e aree protette, durante tutti i 12 mesi dell’anno. Questa la proposta che l’assessore regionale all’agricoltura caccia e pesca Giuseppe Pan ha presentato ieri a Caprino Veronese, nel corso dell’incontro con gli enti, le associazioni venatorie ed agricole ed i rappresentanti degli organismi direttivi dei comprensori alpini dell’area del Baldo, dedicato al caso. —


VENERDÌ 19 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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provincia e sindacato cisl

«Difenderemo il centro di controllo Enel a Polpet» Dopo l’allarme lanciato dal deputato di Forza Italia Dario Bond, il presidente della Provincia Padrin ribadisce l’importanza del centro di controllo a Polpet. «Mi auguro che la decisione di chiuderlo non sia presa e, se invece è presa, che si possa cambiare», afferma. «Avere in loco un controllo di questo genere ci può aiutare in situazioni di emergenza, come si è visto in occasione della tempesta Vaia di fine ottobre. Perderlo sarebbe un colpo che non ci sta bene subire». Nel frattempo, l’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin assicura che «l’ipotesi è stata congelata. Me lo hanno confermato i rappresentanti dell’Enel che ho incontrato lunedì mattina a Marghera. Sicuramente fino a fine anno il centro di Ponte non verrà toccato». Chiudere il centro di Polpet,

Raffaele Scottini BELLUNO. Sindacati e Provincia alzano gli scudi in difesa del centro di teleconduzione a Polpet, che l’Enel vuole chiudere. Per il territorio è un avamposto nel monitoraggio dei bacini idroelettrici, utile nella gestione delle emergenze meteo perché tiene costantemente sotto controllo il flusso delle acque nei laghi e il buon funzionamento degli impianti. Lo dice il presidente della Provincia Roberto Padrin – «è un presidio per noi strategico e che difenderemo in tutti i modi» – e lo ribadisce la Cisl: «Siamo contrari alla chiusura del centro di controllo Enel di Polpet e faremo tutto quello che ci è possibile per impedire una scelta miope e poco lungimirante», tuona il segretario generale Rudy Roffarè.

Il centro di controllo di Polpet

per poi procedere ad un controllo a distanza, sarebbe sbagliato. Ne è convinto il segretario generale Cisl Belluno Treviso, che evidenzia come «tra Auronzo e Treviso ci sono oltre 60 centrali elettriche medio-grandi, tutte controllate dal centro di Polpet, e chiuderlo a favore di un controllo a distanza di migliaia di chilometri è sbagliato perché verranno a mancare il coordinamento e il monitoraggio fisico». Inoltre, prosegue Roffarè, «in cambio di limitate economie di scala aziendali, si rischia di compromettere la presenza sul territorio di tecnici qualificati e professionali, custodi di conoscenze che vanno oltre gli aspetti tecnici: conoscono tutte le vallate e i loro torrenti, riescono a controllare l’intero complesso sistema di dighe e i canali artificiali, molti dei quali attraversano le

montagne in gallerie». «Il sistema Bellunese», aggiunge il segretario della Cisl, «è una grande struttura di vasi comunicanti e in caso di alluvioni eccezionali, come quella di ottobre, è proprio la presenza sul territorio di persone preparate a garantire la sicurezza dei cittadini e limitare i danni a valle, lungo il corso del Piave: non bastano i sensori. I cambiamenti climatici ci impongono di ripensare il modo di consumare e di produrre l’energia, quindi non siamo contrari all’energia pulita come l’idroelettrico. Ma tutto ciò va valutato con attenzione». «Invitiamo tutto il territorio a fare squadra su questo tema», conclude Rudy Roffarè, «perché le scelte non possono essere solo di mera convenienza economica, ma devono avere una regia politica e territoriale». —

riunione del direttivo

passeranno al comune

Estate a tutta bici la Dmo è pronta alla promozione

Il Demanio vende porzioni di terreni Occasione per i privati

Sono moltissimi gli eventi bike previsti in tutta la provincia a partire dalla Corsa Rosa Stanno per uscire brochure dedicate al cicloturismo BELLUNO. Il Giro d’Italia, e

non solo. Sono numerose le gare e le corse cicloturistiche in programma nei mesi primaverili e estivi in provincia di Belluno. Ieri, nel corso della riunione del direttivo della Dmo, è stato messo a punto il regolamento per i prossimi eventi e sono state discusse le iniziative in programma sul fronte della promozione. «La nostra attività nelle prossime settimane è legata al Giro d’Italia», spiega il direttore della Dmo Giuliano Vantaggi. «Ci stiamo preparando per le tappe bellunesi e stanno per uscire due brochure, una dedicata alle “Salite delle leggende del Giro d’Ita-

lia” (si pensi a Merx sulle Tre Cime) e l’altra alle grandi ciclabili, dalla Monaco-Venezia alla Claudia Augusta Altinate. Le brochure saranno portate negli Iat e diffuse nelle fiere di settore, all’estero, in autunno». Il cicloturismo resta uno dei cavalli di battaglia per promuovere il territorio e per attirare visitatori. Insieme al trekking sarà il prodotto di punta dell’estate bellunese. «Il Giro è solo l’inizio di un percorso», continua Vantaggi. L’elenco delle iniziative in programma è lungo. Ci saranno ad esempio il Dolomites bike day, la Sportful Dolomiti race e la 24 Ore Castelli a Feltre, i campionati italiani assoluti di cross country in Alpago, l’arrivo del Tour de friends a Feltre a metà luglio, eventi dove l’agonismo lascia spazio alla passione come la Pedalata rosa, il Giro del La-

Cicloturisti lungo la Via Claudia Augusta

go, il Giro del Piave. E ancora l’Adriatica Jonica race partirà da Quero per arrivare sulle Tre Cime, in Agordino ci sarà il Giro d’Italia Under 23 (due tappe), da Vodo il 30 maggio partirà il Giro E-bike, con le bici elettriche, Zoldo sarà teatro dell’Xtreme trail e il Comelico della Pedalonga. «Puntiamo ad eventi che garantiscano anche pernottamenti», aggiunge Vantaggi. È inoltre allo studio una brochure sugli anelli dedicati alla mountain bike in provincia: «Li stiamo rimappando

tutti, perché gli schianti dovuti a Vaia ne hanno resi molti impraticabili», illustra il direttore della Dmo, «ed è nostro compito promuovere quello che è possibile fare». Prima dell’estate uscirà anche la brochure “Dolomiti convention boureau”, sulle sale meeting presenti in provincia, e nei prossimi mesi la Dmo organizzerà educational per tour operator e press tour per i giornalisti, per portarli alla scoperta dei tesori della provincia. — Alessia Forzin

BELLUNO. Il Comune è pronto ad acquisire alcuni terreni che il Demanio ha messo in vendita. Si tratta di piccole porzioni di terra, a Pra’ de Luni, in via Lungardo e a Visome, che il Comune comprerà e rivenderà ai privati che hanno avanzato richiesta di diventarne proprietari. Tranne l’area di Pra’ de Luni a Bolzano Bellunese: «Quella rimarrà nel patrimonio del Comune», spiega il vicesindaco Lucia Olivotto. «Così andremo a completare la proprietà dell’area, che abbiamo l’intenzione di riqualificare sotto il profilo turistico». Le due aree in via Lungardo e quella a Visome, invece, saranno immediatamente rivendute ai privati che le hanno richieste: «Con questa operazione, possibile in base ad una legge speciale, si vanno a sanare situazioni storicizzate», conclude la Olivotto. Può capitare infatti che una per-

sona abbia una proprietà che confini con una piccola porzione di area demaniale, la utilizzi già e abbia bisogno di acquistare quest’ultima per completare la proprietà stessa. Il Comune deve fare da “tramite”, perché il Demanio non può cedere beni ai privati. Di questa operazione si è parlato ieri sera durante la prima commissione consiliare, presieduta da Walter Cibien. Presente anche il vicesindaco Olivotto, che ha illustrato inoltre il rendiconto di gestione del 2018, in vista del consiglio comunale convocato per lunedì 29 aprile. L’avanzo libero ammonta a 4 milioni di euro circa, ma non è ancora stato deciso come sarà utilizzata questa cifra. Si attendono novità sul fronte del bando periferie, dove il Comune potrebbe essere costretto a impegnare parecchie risorse. — A.F.

Ringraziamento

E’ mancato all’affetto dei suoi cari

ANGELO MARCADENT “ ANGELIN ”

Letizia, Sergio ed Enzo con i congiunti tutti nell’impossibilità di farlo personalmente ringraziano di cuore quanti hanno onorato la memoria della loro amata

di anni 61

PASQUA BURIGO ved. BURIGO

Ne danno il triste annuncio la moglie Emma, la mamma Elena, i fratelli Gigi e Fabrizio, le cognate, i nipoti, Irvin con Luisa, i cugini e parenti tutti. Il rito delle esequie verrà celebrato nella chiesa parrocchiale di Roe, sabato 20 aprile alle ore 10.30. Si proseguirà poi per il cimitero di Peron. Si ringraziano sin d’ora tutti coloro che in ogni forma e modo vorranno onorarne la memoria.

Un particolare ringraziamento rivolgono inoltre alla dott.ssa Lorenzato, al dott. Bratti, a tutto il personale del reparto di Medicina dell’ospedale di Pieve di Cadore, dell’Associazione “ F. Cucchini ”, dell’A.D.I.M.E.D., alla sig.ra Raffaella Sovilla per la professionale assistenza prestata e a tutti coloro che le sono stati vicino.

Roe di Sedico, 19 aprile 2019

Soverzene, 19 aprile 2019

GANZ - Sedico - Mas - Sospirolo - Santa Giustina - Limana - Tel. 0437 852088

CALDART di Antonio e Walter - Belluno - Longarone - Ponte nelle Alpi - Tel. 0437 944754


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CamposampieroVilla del Conte

Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Via Corso, nasce il campo da rugby `Nei piani dell’amministrazione un’area da destinare In programma dopo Pasqua il cantiere che dovrebbe chiudersi prima dell’avvio della prossima stagione sportiva agli allenamenti e alle partite del glorioso “Campetra Calcio” `

CAMPOSAMPIERO Subito dopo Pasqua inizieranno i lavori per la realizzazione del nuovo campo da rugby in via Corso. Una notizia attesa da anni da tutti gli appassionati della palla ovale, in costante crescita nel camposampierese. Nei giorni scorsi una delegazione di amministratori locali, guidata dalla sindaca Katia Maccarrone, dal progettista del campo di gioco, l’ex campione Paolo Vaccari, dal vice presidente dell’associazione “Checco l’ovetto” Enrico Lorenzin nonché dalla ditta specializzata che seguirà i lavori, ha effettuato un sopralluogo sull’area della zona San Marco dove tra pochi giorni partirà il cantiere per realizzare il terreno di gioco di grande qualità esclusivamente dedicato al rugby. L’amministrazione comunale dopo aver stanziato 230 mila euro per lo studio di fattibilità ha approvato il progetto definitivo ed ese-

cutivo della realizzazione di un nuovo campo regolamentare, con misure adeguate all’omologazione per tutte le categorie, previsto appunto in via Corso. L’obiettivo congiunto tra gli amministratori e i dirigenti delle società che giocano a rugby a Camposampiero è quello di avere il campo a disposizione da settembre 2019, con l’avvio della prossima stagione sportiva.

DISCIPLINA Il nuovo terreno di gioco per i sempre più numerosi praticanti della disciplina sportiva che ha un grande impatto tra i giovanissimi, andrà ad allargare l’area sportiva i via Corso dove già insiste il campo da calcio intitolato a “Emanuele Mason”, una tribuna e degli spogliatoi. Il comune, sempre in questa area che dovrà diventare la “cittadella dello sport”, ha in programma di progettare e realizzare più avanti anche un secondo campo da calcio per gli allenamenti e le partite del glorioso

“Campetra Calcio”. L’area della contrada di San Marco diventerà, nelle speranze degli amministratori locali, multifunzionale con la presenza di più sport di squadra. D’altronde, il rugby in città snocciola numeri sempre più interessanti: attualmente la società Asd Checco Rugby Camposampiero conta circa 200 atleti tesserati alla Fir (federazione italiana rugby affiliata al Coni), più 25 tesserati tra dirigenti, allenatori ed accompagnatori. Attualmente la società utilizza il campo dell’area don Bosco, vicino alla chiesa di San Pietro, che non è sufficiente e non ha le dimensioni adeguate

PER GLI ATLETI E I DIRIGENTI DELLO SPORT CITTADINO È IL CORONAMENTO DI UN’AVVENTURA INIZIATA 11 ANNI FA

Camposampiero Dittadi: «Non mi sono candidata a sindaco» (L.Ma.) «Non mi sono candidata a sindaco per il mio rapporto fiduciario lavorativo con l’assessore regionale Roberto Marcato e per miei progetti personali». La leghista Sonia Dittadi spiega il motivo della decisione di non correre alle amministrative. «Ringrazio per la montagna di messaggi di stima ricevuti dopo l’ipotesi della mia candidatura a sindaco - spiega in una nota- Ringrazio il mio capo Marcato per avermi permesso di fare una valutazione in piena libertà. Tuttavia non ho mai dato la mia disponibilità a candidarmi a sindaco perchè l’incarico va onorato con la massima disponibilità di tempo e di energie che in questo momento io non potrei garantire».

per il gioco oltre gli under 14. Un vero e proprio problema per la prima squadra e le altre compagini che sono costrette ad chiedere “asilo” in altre strutture del territorio. Per gli atleti e i dirigenti del rugby cittadino è il coronamento di un’avventura iniziata 11 anni fa a Camposampiero. «I ragazzi e i loro genitori si meritano questo straordinario risultato di avere una casa del rugby dopo tanto girovagare negli anni- afferma con una certa commozione il presidente della società Antonio “Toni” Cavallin - Continueremo a giocare anche nell’impianto dell’area don Bosco ma le partite delle squadre over 14 le giocheremo in via Corso. Sono 10 le compagini che militano nei vari campionati di categoria: il sogno è quello di iscrivere a settembre del prossimo anno, per la stagione 2019-2010 la nostra prima squadra in serie C». Un sogno davvero ad un passo per essere realizzato. Luca Marin

PROGETTO Il sopralluogo con il sindaco effettuato nell’area dove sorgerà il nuovo campo da rugby. Il cantiere dovrebbe aprirsi subito dopo Pasqua

Centro destra, Argenti nella gara elettorale VILLA DEL CONTE Antonella Argenti, 51 anni, sposata e madre di due figlie è la candidata sindaca di due raggruppamenti di centro destra a Villa del Conte che hanno costituito la lista civica “Con Voi”. Nell’intesa non c’è la Lega cittadina, la quale non presenterà alle urne la suggestiva candidatura dell’attuale sindaco di San Giorgio in Bosco Renato “Bobo” Miatello e, probabilmente, correrà da sola. Scontata la candidatura del vice del sindaco uscente Renzo Nodari, Paolo Bevilacqua, non è ancora chiaro cosa farà l’assessore Mario Lago, stretto nell’attuale maggioranza ma ancora lontano da accordi con le altre liste. Ipoteti-

camente, i comitensi alle urne il prossimo 26 maggio potrebbero trovarsi ben quattro candidati sindaci, anche se i tempi e i margini di manovra sono sufficienti per trovare in extremis qualche condivisione. Antonella Argenti, segretaria dirigente dell’ulss 6 Euganea, non è la prima volta che tenta la scalata al municipio di Villa del Conte. Nel 2014 era alla guida della civica “Mi impegno” e si era classificata terza dietro al sindaco Nodari e al gruppo di Giacinto Pecoraro, con il quale alle prossime comunali si presenterà assieme. Argenti abita ad Abbazia Pisani ed è convinta, come lo sono i suoi sostenitori, che questa sia la volta buona. L’esponente forzista si è laureata in scienze giuridiche a Pado-

va ed è una grande appassionata di sport: Antonella ha praticato e insegnato a livello agonistico il nuoto, la danza e il triathlon. Per molti anni capo scout in un gruppo dell’Agesci, da 20 anni lavora all’uls padovana. Cinque anni fa la discesa in campo a Villa del Conte. «In questi cinque anni da consigliera - sostiene la candidata sindaca - ho sempre portato al nostro

«IN QUESTI CINQUE ANNI DA CONSIGLIERA HO SEMPRE PORTATO I VALORI IN CUI CREDO: FAMIGLIA, SOLIDARIETÀ RELAZIONI, IMPEGNO»

CANDIDATA Antonella Argenti. Rappresenta il centro destra

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comune i valori in cui credo fermamente: la famiglia, la solidarietà reciproca, le relazioni, l’impegno. Se Paolo Bevilacqua, nel frattempo, sta già incontrando i cittadini per prepararsi alla prossima imminente tornata elettorale, la Lega ha deciso di presentarsi da sola. Il carroccio cittadino, incassato il ritiro di Miatello che si concentrerà solo su san Giorgio in Bosco al fine di sostenere il “suo “ candidato Pettenuzzo, dovrebbe candidare Fernando Bonaldo, un esponente “storico” della lega comitense. Tre liste sicure, dunque, con l’incognita della quarta. Il leghista Mario Lago, assessore uscente della giunta Nodari, chiede visibilità finora senza accordi conclusi. L.Ma.

Processioni e feste, super lavoro per i vigili CAMPOSAMPIERO Pasqua di super lavoro per la polizia locale della Federazione degli undici comuni del Camposampierese. Da oggi a lunedì dell’Angelo non ci sono soste lavorative per i vigili urbani che si sono organizzati per fornire servizi “straordinari” proprio in questi giorni di festa. Il comando della polizia, guidato dal tenente colonnello Walter Marcato, ha convocato tutti i propri collaboratori per garantire la sicurezza delle numerose manifestazioni religiose organizzate negli 11 comuni e in quasi tutte le parrocchie. Solo oggi sono 28 le processioni che rievocano la passione di Cristo, quasi in contemporanea in tutti i comuni. Sul campo una trentina di vigili tra ufficiali, sottufficiali e agenti sono impegnati a tutela della sicurezza delle migliaia di persone che partecipano. I riti più impegnativi sono a Camposampiero, Loreggia e Trebaseleghe dove si impegnano le strade statali sempre interessate dal traffico importante. C’è grande attesa, inoltre, per il vescovo di Padova Claudio Cipolla in visita Pastorale nelle comunità di Campodarsego. Il presule padovano celebrerà la Passione di Cristo nella frazione di Fiumicello. L’impegno continuerà a pieno regime il lunedì di Pasquetta con l’importante manifestazione di Campodarsego. Saranno più di 10 gli uomini del Comandante Walter Marcato che per tutto il giorno festivo cureranno la viabilità e il regolare svolgimento della festa. «E’ un impegno importante in giorni di festa - ammette il comandante dei vigili della Federazione - ma la nostra azione è indispensabile per la gestione di situazioni che potenzialmente possono essere pericolose. La presenza qualificata dei nostri operatori è un deterrente importante di prevenzione in tutto il territorio». Da giovedì 25 aprile si replica con celebrazioni in tutti i comuni della “Festa di Liberazione” e di San Marco, in particolare nella parrocchia di Camposampiero che celebra come ogni anno il suo patrono. L.Ma.

POLIZIA LOCALE Agenti mobilitati


XIII

Castelfranco Montebelluna

Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Ospedali, il patto Favero-Marcon ` Il San Giacomo ha bisogno di avere una chirurgia propria I due sindaci hanno esposto alla commissione regionale le richieste per creare un polo sanitario unico fra le due città Il San Valentino vuole l’aumento di posti in alcuni reparti `

CASTELFRANCO Castelfranco e Montebelluna per mano attorno al tavolo della V commissione regionale per difendere i loro ospedali. Ieri mattina i sindaci Stefano Marcon e Marzio Favero dovevano discutere delle schede ospedaliere che vedono un importante declassamento dei posti letto dell’ospedale San Giacomo (da 300 del 2013 a 169), appoggiato nella sua battaglia per riottenerli dal San Valentino (303 posti letto). «Ho letto la mozione approvata dal consiglio comunale di Castelfranco – spiega il sindaco Stefano Marcon – ho dato una lettura fedele del testo davanti a tutta la commissione regionale e solo alla fine ho precisato che per il Pd è condizione imprescindibile ottenere 50 posti letto per chirurgia mentre per me lo è l’attivazione del servizio accompagnato dalle risorse che i tecnici riterranno necessarie».

TESTO CONDIVISO Quanto portato all’attenzione

della V commissione regionale da parte di Marcon è aderente a quanto aveva anticipato in consiglio comunale. Il testo era stato condiviso da tutte le forze politiche di Castelfranco e verteva, oltre che sulla richiesta del ripristino degli attuali posti letto per chirurgia, sul mantenimento di radiologia sotto l’Usl, sul ruolo di ospedale spoke (ossia presidio di rete) da riassegnare al San Giacomo (come lo è Montebelluna) affinché i due siano a tutti gli effetti un presidio ospedaliero unico a due gambe, sulla permanenza dello Iov e su terapia intensiva, gastroenterologia e urologia da riportare nell’Usl di Treviso. Le risposte arriveranno a seguito della discussione delle istanze durante il consiglio regionale.

rivolto a tutto il montebellunese e alla castellana che questo reparto dovrà svolgere». L’audizione è però andata oltre alle richieste dei singoli ospedali. «Li abbiamo definiti gli “ospedali dei santi” perché quello di Montebelluna e quello di Castelfranco devono essere intesi come un unico ospedale su due sedi – afferma Favero – Ieri mattina seguendo la logica del buonsenso insieme al sindaco Marcon e dopo aver sentito il primario di chirurgia Maurizio De Luca, ho affermato che a Castelfranco ci devono essere almeno 15 posti di chirurgia generale e almeno 5 di quella vascolare. Questi posti, in una logica unitaria dei due ospedali, gioverebbero a entrambi».

IL POTENZIAMENTO

A SETTEMBRE PARTIRÀ IL SERVIZIO DELLA NAVETTA ELETTRICA PER COLLEGARE LE DUE STRUTTURE

«Ho chiesto per il San Valentino il ripristino da 6 a 8 posti letto di terapia intensiva – spiega Marzio Favero, sindaco di Montebelluna – e l’aumento da 40 a 45 posti letto per ortopedia, quest’ultimo in particolare per la funzione di servizio territoriale

LE NECESSITÀ

Dopo le schede

Rivalità superate trovata l’unità Lo scorso 13 marzo la Regione stilò la bozza delle schede ospedaliere degli ospedali del territorio puntando i riflettori sugli ospedali di Castelfranco e Montebelluna, ritenuti un unico presidio su due sedi. Per le schede, però, solo il montebellunese San Valentino è un ospedale spoke e al castellano San Giacomo viene tolto il reparto di chirurgia. I sindaci, preoccupati per il futuro degli “ospedali dei santi” decidono di unire le forze e chiedere audizione in V commissione regionale.

Citato in commissione anche il primario di chirurgia De Luca che lavora a scavalco tra i due ospedali. «Lo stesso De Luca mi ha detto che con almeno 15 posti letto di chirurgia a Castelfranco si riuscirebbe a rispondere alle esigenze dell’utenza – evidenza Favero – A settembre inoltre partirà il servizio di navetta elettrico che collegherà i sue ospedali distanti solo 20 minuti, questa è un’importante agevolazione». Dopo aver messo a verbale quanto affermato dai primi cittadini, spetterà ora al consiglio regionale decidere se dare un seguito o meno alle istanze con un cambio di rotta sulle schede regionali con un reintegro dei posti di chirurgia al San Giacomo e un aumento dei letti per terapia intensiva e ortopedia nel San Valentino. “Solo unendo le forze e i posti letto che creano un ospedale su due sedi con 673 posti letto contando lo Iov possiamo ottenere l’attenzione regionale» evidenzia Favero. Lucia Russo © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Sono in ritardo, torniamo in piazza» CASTELFRANCO (l.r.) «Il 5 maggio siamo pronti a scendere in piazza». Il monito espresso da diversi anni dal comitato “Difendiamo il nostro ospedale” sul declassamento dei posti letto e delle funzioni della parte generalista dell’ospedale San Giacomo di Castelfranco in funzione dell’arrivo dell’Istituto oncologico veneto, sono state messe nero su bianco nelle schede ospedaliere regionali. «Il sindaco si è accorto con due anni di ritardo che è grave stare senza chirurgie – affermano dal comitato – oggi è impossibile negare le responsabilità politiche. Si parla di un taglio dei posti letto dell’ospedale generalista da 300 a 169, di un’eliminazione di reparti e servizi, di una cessione in blocco di altri reparti allo Iov di Padova, di una perdita netta di attrattività per un ospedale che fino a pochi anni fa era ancora un fiore all’occhiello, di una sconfitta per una città che non molto tempo fa cresceva e non si ripiegava ancora in se stessa». Il comitato, dall’11 ottobre del 2016 ha cercato di sensibilizzare i cittadini e di informare l’amministrazione, con le carte alla mano, di quello che sarebbe successo all’ospedale e che oggi, è possibile leggere sulle schede ospedaliere regionali.

IL CONFRONTO

FRONTE COMUNE Il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, e quello di Castelfranco, Stefano Marcon, durante l’audizione di ieri mattina in commissione regionale

Barriere architettoniche: «Così le elimineremo» CASTELFRANCO “Castelfranco città delle persone”: l’amministrazione abbraccia il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba). Per farlo coinvolge sin dalle battute iniziali i cittadini con un questionario online compilabile fino al 20 maggio, volto a mettere in evidenza le zone che presentano criticità. Alla discussione in Comune hanno presenziato una cinquantina di residenti, rappresentanti delle frazioni e numerose associazioni. «Questo progetto ha un forte impatto sociale - afferma l’assessore Sandra Piva - perché ha come obiettivo l’inclusione di tutti i cittadini». Sbagliato è infatti intendere il Peba come prerogativa delle persone con disabilità.

L’OBIETTIVO

insieme al Comune di Motta, partirà dal centro e si estenderà alle frazioni con progetti a stralcio che uniti formeranno un percorso in grado di garantire autonomia a tutti.

«Non bisogna pensare che quando si parla di eliminazione delle barriere si faccia riferimento solo ai diversamente abili spiega l’architetto Leris Fantini la città deve essere accessibile a tutti, l’obiettivo è quello di creare una rete pedonale fruibile a tutti creando una sorta di ragnatela». La pianificazione degli interventi Peba, che ha ottenuto il finanziamento regionale di 25mila euro

PARTE IL PIANO E L’AMMINISTRAZIONE COINVOLGE I CITTADINI: «IL 4 MAGGIO UN GIRO INSIEME AI VIGILI»

I TEMPI

L’ASSEMBLEA di ieri pomeriggio per la presentazione del piano

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«Faremo un giro sul territorio per effettuare rilevazioni» spiega l’architetto Lucia Lancerin. Il lavoro procederà sulla base di tre fasi: l’analisi dello stato di fatto, la definizione del piano degli interventi e la loro programmazione. Già dall’inizio del percorso saranno coinvolti i cittadini: «Abbiamo pensato di partire con una passeggiata in centro il 4 maggio dalle 15 alle 18 - afferma la Lancerin in compagnia dei vigili per mettere in evidenza le vie più frequentate e le loro problematiche». L. R.

Rispetto al 2013, nelle schede compaiono tagli in tutte le aree sanitarie, eccetto per quella materno infantile che mantiene i 30 posti letto, la medica scende di 17 posti mantenendone 133 e la terapia intensiva ne perde 10 per mantenerne 6, mentre compare un netto zero vicino alla voce chirurgia. «Un tempo tutti negavano che l’ospedale uscisse azzoppato da questo folle piano sanitario – affermano dal comitato – il nostro ospedale non è l’unico del Veneto che subisce in questi mesi tagli drastici a posti letto, reparti e servizi. Eppure è uno di quelli che paga il prezzo più alto, da struttura modello a ultima ruota del carro in provincia di Treviso nonché una delle realtà più declassate dell’intera Regione».

LA MANIFESTAZIONE E per difenderlo, il comitato è pronto a scendere per la terza volta in piazza Giorgione il prossimo 5 maggio alle 16 al grido di “L’ospedale è nostro”. «Dopo aver raccolto 20mila firme, dopo aver chiesto invano di essere ascoltati in Regione, dopo essere stati ignorati dall’amministrazione comunale, dopo aver ascoltato i sindacati torniamo in piazza Giorgione – affermano – Non accettiamo che la Regione smantelli il San Giacomo, non vogliamo barattare un grande ed efficiente ospedale del territorio con una sede distaccata dello Iov di Padova e rifiutiamo una sanità sempre più privata e lontana dal territorio. L’eccellenza dei reparti castellani con un colpo di coda vengono sacrificati in nome di incomprensibili motivi politici, i 300 posti letto sono indispensabili per la popolazione».


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Primo Piano

Venerdì 19 Aprile 2019 www.gazzettino.it

La riforma federale

LA TRATTATIVA VENEZIA Giovanni Tria ieri è stato un’ora in audizione per fare il punto (morto, a giudicare dai risultati) sull’attuazione del federalismo fiscale. Ma sono bastati pochi secondi, dedicati agli «effetti finanziari» dell’autonomia differenziata, per riaccendere il dibattito politico: «Segnalo che in alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali», ha detto il ministro dell’Economia davanti alla commissione bicamerale, riferendosi in particolare alla «competenza legislativa esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato». Un richiamo alla Carta «doveroso», ha sottolineato lo stesso esponente dell’esecutivo, precisando però che nella trattativa «non è stato messo in dubbio che queste intese possano andare oltre» per cui «possono benissimo andare avanti»: un via libera prontamente raccolto dal governatore Luca Zaia.

Tria: «Autonomia, avanti ma rispetto per la Carta» Il ministro: «Ci sono i modi per andare ` «Alcune richieste non costituzionali» nella direzione giusta. La politica agisca» Il Veneto: «Nessuna invasione di campo» `

IN AULA Giovanni Tria (Economia) ieri alla Camera: in mattinata era intervenuto anche in commissione

I commenti

I LIVELLI ESSENZIALI Il problema vero è piuttosto quello di superare lo stallo e questa sì che è una faccenda di finanze. Come ha ricordato in giornata proprio la delegazione trattante del Veneto, a dieci anni dalla legge Calderoli «nulla è stato ancora fatto per la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni». Ha sottolineato Tria: «L’assenza dei Lep, unitamente alla carenza di risorse finanziarie e alla mancata riforma del catasto, rende poco agevoli le scelte per il progressivo abbandono della spesa storica in favore di fabbisogni e capacità fiscali standard». Per questo la bozza dell’accordo prevede, nel passaggio dall’una agli altri, l’adozione di una soluzione temporanea: la media storica nazionale. «Allora – ha spiegato il ministro – è un problema semplicemente aritmetico: se si applica il principio del costo medio, ci saranno delle Regioni che vedranno aumentare le risorse a disposizione e delle Regioni che le vedranno diminuire. Se non si accetta che alcune perdano delle risorse, bisogna evidentemente mettergliene a disposizione delle altre».

(foto ANSA)

Luca Zaia «Si tratta di fare come Michelangelo con la Pietà: togliere tutto il marmo in più e alla fine verrà fuori l’opera. Ma bisogna che qualcuno cominci a scalpellare».

Mario Bertolissi

come ministro – ha concluso – è che ci sono i modi e i tempi di andare nella direzione corretta, ma ci vuole ovviamente la volontà politica di andarci. Non credo ci siano ostacoli ad andare avanti sull’autonomia, ma si dovrebbe

seguire la strada maestra che è implicitamente scritta anche nella bozza. Evidentemente però ci si crede fino ad un certo punto».

LE REAZIONI L’opposizione ha colto nelle pa-

«In discussione ci sono le fonti di finanziamento delle funzioni regionali ed è di esse che ci si occupa. Dopo dieci anni, nulla è stato fatto per la determinazione dei Lea».

LA VOLONTÀ Come detto, però, questo rimedio verrebbe utilizzato solo se dovesse prolungarsi il ritardo nella definizione dei Lep e dei fabbisogni standard, che sarebbero invece «la cosa migliore» secondo il titolare dell’Economia (e non solo lui). «È strano – ha osservato al riguardo – che il dibattito politico si sia subito spostato sulla questione del costo medio e quindi di chi possa perdere e guadagnare risorse, dando per scontato che non si possa andare nella direzione corretta dell’applicazione dei principi di federalismo fiscale e controllo dell’efficienza della spesa pubblica». Così la pensa il tecnico, ma la decisione è della politica. «Il mio giudizio personale

RISOLUZIONE GIALLOVERDE AL DEF: «IL GOVERNO DIA SEGUITO ALLA FASE FINALE DEI PROCEDIMENTI SUL REGIONALISMO DIFFERENZIATO»

A.Maria Bernini «Il ministro ha messo in discussione il cuore stesso della riforma, che se fino a ieri era in alto mare, ora rischia di essere affondata».

Stefano Fracasso «Dal Governo nuovo stop alle velleità di Zaia. Come mai la Giunta ha rifiutato la nostra proposta di fare riferimento ai costi storici nel progetto?».

Il premier Conte

«Garantirò che non danneggi il Sud» REGGIO CALABRIA «Mi farò garante» perché il progetto di autonomia «non vada a creare un nocumento alle Regioni del Sud». Lo ha affermato il premier Giuseppe Conte, ieri in prefettura a Reggio Calabria, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta dopo la seduta in esterna del Consiglio dei ministri. In vista della

trasferta calabrese, il premier Conte aveva scritto una lettera a proposito dei timori del Sud sullo squilibrio delle risorse con il Nord, affermando che l’autonomia differenziata dovrebbe restituire al Mezzogiorno quel 6% di spesa pro-capite in meno che non è stata erogata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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role di Tria i segnali di grossi guai a Palazzo Chigi. A cominciare dal Partito Democratico: «Il Governo brancola nel buio», ha detto il deputato Roger De Menech; «Nuovo stop alle velleità di Zaia», ha rincarato il capogruppo regiona-

le Stefano Fracasso. Critica anche Forza Italia, con la senatrice Anna Maria Bernini: «Il ministro ha messo in discussione il cuore stesso della riforma», ha tuonato la senatrice. Invece il leghista Zaia ci ha letto positività: «Ora il vero tema è portare avanti il lavoro. Solo così si affrontano le ultime limature. Si tratta di fare come sostenne Michelangelo per la Pietà: togliere tutto il marmo che c’è in più e alla fine verrà fuori l’opera, ma bisogna che qualcuno cominci a scalpellare. Con le sue dichiarazioni, Tria ha dimostrato di voler fare così, quindi ben vengano questo approccio e questo metodo di lavoro». E il monito sulle richieste incostituzionali in materia tributaria e contabile di esclusiva potestà statale? Il governatore ha ceduto la risposta alla delegazione trattante guidata dal costituzionalista Mario Bertolissi: «Nelle bozze di intesa non c’è nulla che comporti invasioni di campo da parte della Regione Veneto. In discussione ci sono le fonti di finanziamento delle funzioni regionali ed è di esse che ci si occupa».

IL DOCUMENTO Intanto, com’era già accaduto sei mesi fa per la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, anche in occasione del nuovo Def è stata inserita una risoluzione gialloverde che pone l’obiettivo di portare a termine il percorso imboccato al momento da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Lega e Movimento 5 Stelle invitano l’esecutivo «a dare seguito alla fase finale dei procedimenti avviati» sul regionalismo differenziato, «in considerazione dello stato avanzato delle iniziative per la realizzazione dell’autonomia regionale ed in particolare della condivisione espressa dal Consiglio dei ministri dello spirito delle medesime iniziative». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


34 Provincia VICENZA

IL GIORNALE DI VICENZA

Venerdì 19 Aprile 2019

THIENE

Galleria Garibaldi, 4 | Telefono 0444.396.340 Fax 0445.380.083 red.thiene@ilgiornaledivicenza.it

BREGANZE. Iltrattodi 6chilometri dallosvincoloconl’A31dal 10maggio saràpercorribile

MARANO. Ierialle 13

AprelaPedemontana Complanareinritardo Asollevareidubbièil sindacoCampanache teme ulterioridisagi neicollegamenti tra paese e frazioni Silvia Dal Maso

Arrivato il disco verde per aprire il primo tratto di 6 chilometri della Superstrada Pedemontana Veneta, Breganze si ritrova ad affrontare il problema della complanare non ancora terminata. «Ma inaugurare il tragitto Breganze-Thiene, senza avere ultimata la viabilità alternativa, aggraverà la situazione del traffico che si scaricherà ulteriormente sulla viabilità interna del paese e dei comuni limitrofi», è l’analisi del sindaco Piera Campana. IL DIALOGO. Il primo cittadi-

no fa sapere che negli ultimi tempi c'è un contatto continuo tra il Comune, la Regione e il concessionario Sis che la informano sui progressi in atto. «Fortunatamente da quando ha preso in mano la situazione la Regione Veneto i contatti sono migliori e c'è la massima collaborazione – continua il primo cittadino -. Dalla Regione abbiamo avuto risposte positive sul trac-

ciato della complanare, così come lo abbiamo proposto noi e la sua validità, il fatto che la nostra sia una proposta migliorativa, alla fine è stata anche riconosciuta dal concessionario Sis perché offre risposte anche alle aziende importanti del territorio, penso alla Diesel e ad Agco che sono vicine al tracciato della Spv». TERMINARE L'OPERA. Arrivati

a questo punto, il sindaco Campana, si augura che la questione si risolva il prima possibile, con il completamento della complanare, in modo da avere uno sbocco per la circolazione stradale che altrimenti rischierebbe di andare in tilt quando sarà aperto il casello. «Ormai non posso che sperare in una fine dei lavori nel più breve tempo possibile, anche perché la Superstrada taglia letteralmente in due il nostro paese: da una parte il capoluogo, dall'altra le due frazioni di Mirabella e Maragnole dove gli abitanti vivono i disagi più grandi. E Breganze, lo ri-

peto, ha dato tanto alla Spv prevalentemente in materia di utilizzo del territorio, di espropri e dal punto di vista ambientale. Adesso è arrivato il momento di pretendere che ci vengano date delle risposte celeri e concrete e soprattutto il rispetto dovuto alla nostra comunità». TESTED APERTURA. Intanto è

stata già resa ufficiale la data di apertura del primo tratto della Spv a pedaggio da Valdastico a Breganze (il pedaggio si pagherà allo svincolo di collegamento con l’A31), per un percorso di 6 chilometri. Il geometra Giovanni D'Agostino, direttore tecnico Sis, ha parlato nei giorni scorsi di venerdì 10 maggio. E proprio nei giorni scorsi è stata fatta la simulazione di un grave incidente stradale all’interno della “Galleria artificiale Ca’ Fusa – Vegra – Madonnetta”(in territorio di Sarcedo) per verificare la collaborazione tra i tecnici della società concessionaria e i vari enti di soccorso. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilfurgone infiamme simuove nelposteggio

L’altraviabilità ANCHEIL CASELLO NONÈ PRONTO Ilcasellodi Breganze,è ancoraalgrezzo. A rallentarel'operaè la complanareche deve smaltireiltraffico tanto cheilComune ad oggi non haancora una datacertadi chiusuradel cantiere.«La Regionestaattendendo la determinazionedei tre Ministeridei Trasporti, dell'Ambientee dei Beni Culturali– commenta il sindacoCampana-. Soper certoche dueMinisteri hannogià concluso la procedura,mentre peril terzol'istruttoria è infase avanzata.Visto chenon siamoriuscitiad evitare la Superstradae neppureil pagamentodel pedaggio (iltariffarioprevede peri veicoliinclasseA uncosto di0,1642euro alkm, quelli inclasseB 3-4-5 sborseranno0,29405 a km),oravogliamo vedere gliaspettipositivi perle aziendedelterritorio, ma pretendiamoil rispetto chemeritiamo». S.D.M.

Losvincolodi collegamentotra A31e Superstrada Pedemontana

L’internodelfurgone. VIGILI FUOCO

Lazona delcasellodi Breganze:i lavori nonsono staticompletati

Sistalavorando perla complanarein zonaDiesel. FOTOSERVIZIOCISCATO

I vigili del fuoco di Schio ieri sono intervenuti a Marano per spegnere un incendio divampato in un furgone posteggiato lungo via Stazione. I pompieri, giunti nella località maranese intorno alle 13 circa, hanno estinto le fiamme che stavano avvolgendo un vecchio Iveco Daily. Il fuoco potrebbe essere stato innescato da un guasto elettromeccanico. Durante le operazioni di spegnimento del rogo il mezzo si è spostato dalla piazzola di parcheggio: muovendosi di qualche metro si è andato a scontrare contro un altro furgone posteggiato, danneggiandone la parte anteriore. Le operazioni per estinguere le fiamme e per mettere in sicurezza l'area sono proseguite per più di un'ora. • MA.BI. © RIPRODUZIONERISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA

VENETO

VENEZIA.ViaaitestsulleparatiedelMose

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

Sonoiniziateierileprovediinnalzamentodelleparatoiedel Moseallaboccadiporto diLidoSud-SanNicolò.Le20dighenonsonostatealzatecontemporaneamente,per evitarediinterromperelacircolazionenavale,maagruppidicinque.

tel. 0444 396200 www.publiadige.it

FA_04522

tel. 0444 396200 www.publiadige.it

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Venerdì 19 Aprile 2019

EMERGENZA. Il commissario: «No ad allarmismi, ma servono leggi. Già nel 2013 il Cnr registrava quelle sostanze nei fiumi anche di quelle regioni»

Arpav:«NelPoquattro chili diC604algiorno» Emilia eLombardiadicono chei valorisono diminuiti. Bottacin:«Ma cercano ancoraivecchi Pfas» Emergenza Pfas? In Emilia Romagna e in Lombardia non pervenuta. Questa, in sintesi, è la posizione espressa dagli assessori all’Ambiente delle due Regioni dopo la lettera inviata mercoledì dal Veneto nella quale si rendeva noto il fatto che, nelle acque

del Po, sono state rilevate concentrazioni di C6O4 preoccupanti. «In Emilia-Romagna non si registra alcun inquinamento da Pfas delle falde sotterranee. I limiti risultano in gran parte rispettati anche per le acque superficiali, dove le verifiche sono relative a campioni prelevati in altri sei punti della regione. Gli unici casi di superamento, di bassa entità interessano i Pfos». Sulla stessa linea pure la Lombardia: «Non ci sono ele-

menti di criticità», dicono gli assessori all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, e al Territorio, Pietro Foroni. Da Venezia, però, non si arretra. Anzi. L’assessore veneto all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, è lapidario: «Da noi quelle sostanze ci sono e pure in Piemonte. Evidentemente passeranno in volo sopra le altre regioni visto che dicono di non averle. Peccato che il Cnr nel 2013 - e mostra le tabelle quantificava le significative

presenze di quei prodotti alle foci di numerosi fiumi tra cui il Po, ma anche in altri. Non parliamo solo di Pfas, cioè le uniche sostanze analizzate da Emilia e Lombardia, ma anche di nuove molecole come i C6O4. Ha senso quindi sostenere che i Pfas a catena lunga sono in diminuzione, perché effettivamente sono stati sostituiti nell’industria da altre e nuove sostanze di ultima generazione. Emilia e Lombardia hanno effettuato,

come il Veneto, ricerche su questi ultimi? Al momento pare proprio di no». Continua il commissario straordinario per l’emergenza Pfas: «Le sostanze chimiche si utilizzano vanno quantificate perché siano tollerabili per la salute. Quelle non regolamentate sono, a prescindere, sempre pericolose. I rilievi Arpav quantificano in 4 chili di C6O4 ogni giorno nel Po. Per questo prodotto, come per gli altri Pfas, non ci

GianpaoloBottacin, assessore

sono limiti che possano garantire la completa tutela della qualità delle acque e di conseguenza della salute delle persone. Senza quei limiti anche l’azione dei tecnici e dei politici regionali è limitata». A commento delle dichiarazioni di ieri del ministro all’Ambiente, Sergio Costa, l’onorevole Silvia Benedetti (Sogno Italia) attacca: «Il Governo ha ricevuto delegazioni di comitati ed è in possesso da mesi di informazioni per prendere una decisione. Può introdurre limiti efficaci nazionali senza aspettare quelli dell’Ue». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

COMMISSIONEBICAMERALE. Ilministrosul federalismofiscale

Autonomia Triaprima gela Poifissai paletti «Alcunerichiesteincoerenti».Mapoi:«Sivaavanti Cisono imodi di proseguire nella direzione corretta» Cristina Giacomuzzo

«In alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali. Tali richieste non possono essere oggetto di attribuzione perché lo Stato ne ha competenza esclusiva come per esempio il sistema tributario e contabile». Doccia gelata ieri mattina per l’autonomia tanto voluta dai veneti. Questa dichiarazione del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in audizione alla Commissione bilaterale sul federalismo fiscale,

«Almomento nonsipossono valutare gliimpattisulla finanzapubblica delleintese»

è stata subito battuta dalle agenzie. Politicamente pesa come un macigno sulla strada del regionalismo differenziato. IPALETTI. Alla fine del discor-

so molto tecnico, però, Tria ha ammorbidito la linea rispondendo ad una domanda posta da un componente della commissione. «Le intese vanno avanti. Il richiamo alla Costituzione è doveroso. Non è stato messo in dubbio che queste intese possano andare oltre e incidere magari sulle materie di esclusiva pertinenza dello Stato. È una questione di principio che è stata ribadita dal ministero fin dall’inizio e che non abbiamo riscontrato in nessuna discussione». E poi ha aggiunto: «Sull’autonomia differenziata il mio giudizio, personale e da ministro, è che ci sono i modi di andare nella direzione corretta, anche i tempi. Ma ci vuole una volontà poli-

tica ad andare avanti». Per Tria si deve seguire «la strada maestra» che è «il controllo di efficienza della spesa pubblica, utilizzando le stime sui costi standard. Ma il dibattito non compete del tutto al ministero dell’Economia. È un dibattito politico sulla questione del costo medio e quindi su chi possa guadagnare risorse e chi possa perderne». Infatti, per Tria «se si applica il principio del costo medio, alcune Regioni dovranno avere risorse aggiuntive che, o vengono prese dalle altre, oppure devono ricevere una copertura. Ma questo è un fattore ovvio». LECOPERTUREDISPESA. Il mi-

nistro, va precisato, è stato chiamato in Commissione per fare il punto sull’attuazione della legge delega sul federalismo fiscale del 2009 di Calderoli. Una riforma che avrebbe dovuto avviare i nuovi metodi di valutazione co-

Zaiaottimista.Fracasso,Pd:«Incompatibile»

«Conlaspesastorica nessuncostoinpiù»

Ilministro dell’Economia, GiovanniTria, in Commissionebicamerale

me i Lep, livelli essenziali delle prestazioni, che ad oggi sono operativi solo nella sanità. Una serie di modifiche che sono quindi rimaste sulla carta, ma che sono alla base dell’autonomia chiesta da oltre 2 milioni e mezzo di veneti che hanno votato il referendum nel 2017. Tria lo ammette: «Sarà possibile conoscere gli effetti finanziari dell’autonomia differenziata solo a seguito dell’emanazione dei vari decreti ministeriali. Va posta attenzione nei confronti delle Regioni che hanno difficoltà negli equilibri di bilancio con strumenti tecnici per aiutare la loro capacità di riscossione, causa principale delle situazioni di dissesto e pre dissesto». Insomma, «nell’attuale fase embrionale non è possibile esprimere una valutazione degli impatti sulla finanza pubblica. Solo dopo l’emanazione del provvedimento che comporterà nuovi o maggiori oneri si potranno

stanziare le occorrenti risorse finanziarie. Pertanto, a ciascun Dpcm, dovrà essere allegata una relazione tecnica che dia conto della neutralità finanziaria o dei nuovi oneri da esso derivanti ed eventuale copertura».

previsione di una parte dedicata all’inserimento lavorativo. «Il litorale porta tanto lavoro: attraverso i nostri servizi vogliamo portare qui ragazzi diversamente abili da tutto il Veneto per affiancare alla vacanza un’esperienza lavorativa», ha spiegato Bramezza. Il braccio operativo dell’iniziativa sarà il Sil, il sistema di servizi di inserimento lavorativo della Regione, che selezionerà una 50ina di persone per tirocini lavorativi in cui sono stati coinvolti i consorzi di gestione delle spiagge, i Comuni, ma anche realtà diverse, come l’Outlet di Noventa di Piave che ha previsto 4 assunzioni. I ragazzi, selezionati nel rispetto del percorso di vita individuale, saranno ospitati nelle strutture ricetti-

ve per 50 giorni, in cui lavoreranno, ma anche potranno godersi la vacanza al mare. In più, la Regione garantirà loro delle “borse di lavoro”, finanziate con 40.000 euro ulteriori. «Lo scopo – riprende il dg dell’Ulss 4 – è di promuovere un’autonomia sociale, abitativa e lavorativa a 360 gradi». «Con coerenza – ha confermato l’assessore regionale al sociale, Manuela Lanzarin – seguiamo il filo logico basato sul concetto di autonomia. Non a caso, questo progetto rappresenta una proposta in continuità e sta diventando per noi strutturale». Il budget complessivo è di 394 mila euro, finanziato in gran parte proprio dal sociale della Regione. •

TEMPI. Il ministro, quindi, ha

concluso: «Penso che si debba andare nella direzione di un principio generale di controllo e di efficienza della spesa pubblica per tutte le Regioni, sia che ci sia una devoluzione di competenza sia nei casi in cui lo Stato continui a erogare questi servizi. I tempi? Si dà per scontato che ci voglia chissà quanto. Non credo. È stato fatto un lavoro enorme negli ultimi anni su questo tema e abbiamo una capacità di calcolo e di stima molto forte. Quindi, si può andare velocemente nella direzione corretta di questi principi». • © RIPRODUZIONERISERVATA

«Triafail ministro dell’Economiae,come tale,ha fattouna relazionesulla quale restoassolutamente positivo. Conmoltacoerenza chiudela suaapprofondita relazione dicendochela procedura dell’autonomiaèavviataeche sipuòe sideveandare avanti». Ottimistacomesempre il governatoredelVeneto, Luca Zaia,commenta cosìle dichiarazionidelministro in audizioneallaCommissione bicamerale.«Quanto ai temidi costituzionalità-haproseguito -quellisono già stati affrontati, conautorevolissimi costituzionalistichedicono che siamoinlineacon laCarta fondamentale.Orail vero tema èportareavantiil lavoro.Solo cosìsi affrontanole ultime limature». Inunanota dallaRegione, la delegazionetrattantedel Venetoprecisa: «Nellebozzedi intesanonc’è nullache comportiinvasionidi campoda partedellaRegione: in discussioneci sono le fontidi finanziamentodellefunzioni regionaliedèdiesse checi si occupa.Ènaturale chevisiano ingiocoambitidi competenza statalieragionali, ma ciò avvienenelquadro del "coordinamentodellafinanza pubblicaedelsistema tributario"».Non solo.I super espertidelladelegazione sono convintiche«nellaprimafase

dell’autonomia,applicandosiil criteriodellaspesa storica,nonvi saràalcun onereaggiuntivo.Ma nonvene dovrebberoessere neppurenelle fasisuccessive, dal momentocheil criteriodel fabbisognostandard dovrebbe comportaresemplicemente un riordinonelladirezionedella solidarietà,dell'uguaglianza, del buongovernoedellabuona amministrazionedellafinanza pubblica,attualmente caratterizzata,insenso negativo, peril suo disordine». Pungeil capogruppoPdin Regione,Stefano Fracasso: «Fannosorriderele affermazioni delladelegazionetrattantedella RegionesuTriachevorrebbero spiegarciinvece comesi applicano icostistorici.Credo cheloroe Zaiadovrebberodire comemai hannoavvaloratola possibilitàdi trattenerei 9/10delle tassein Venetoecomemai la Giunta ha rifiutatola nostraproposta difare riferimentoai costistoricinel progettodileggeapprovato in Consiglio.Quantohadetto oggi Triaèchiaro:alcune richiestedel Venetosono incompatibilicon la Costituzione,sia per glieffetti fiscalisia per le materie oggetto dellaproposta.Intema di infrastrutturestradali, portualied energeticheprevalel’interesse nazionale.Zaiariveda labozza di pre-intesasenon vuolefinire in unainterminabilediscussione parlamentare». © RIPRODUZIONERISERVATA

TURISMO SOCIALE. Borse lavoro per disabili negli stabilimenti e non solo

L’inclusione si fa in spiaggia Accessibilitàeoccupazione Alberto Minazzi VENEZIA

Creare non tanto dei “ghetti” (sia pur dedicati) in cui permettere ai diversamente abili di accedere alla spiaggia, ma rendere le spiagge “normali” accessibili a tutti, insieme contemporaneamente, lettino vicino al lettino sulle distese di sabbia. Parlare di “turismo sociale e inclusivo” significa questo. È la strada che la Regione ha intrapreso con un’iniziativa che prende sem-

pre più piede, perché gli stessi imprenditori privati si rendono conto di come una spiaggia inclusiva sia un plusvalore. «Questo progetto – ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner – ha una valenza etico-morale, perché tutti hanno lo stesso diritto di fare vacanza, ma non ci nascondiamo che è anche un’opportunità in più pure dal punto di vista economico». L’iniziativa si ripete da tre anni e ora si arricchisce. Come ha ricorda-

to Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 4 e punto di riferimento del progetto, se la prima edizione ha avuto lo scopo di avere nei nove comuni litoranei (Jesolo, Eraclea, Venezia Lido, Chioggia, Caorle, Rosolina, Bibione, Cavallino Treporti e Porto Tolle) almeno una spiaggia accessibile, se la seconda ha aggiunto a questo l’organizzazione di attività ludico-ricreative e sportive per l’inclusione dei disabili, quest’anno si guarda oltre. La novità è la

© RIPRODUZIONERISERVATA

Dasinistra: Silvia Ceschel(Coordinatore Sil),FrancoVitale (Conferenzasindaci delLitoralee sindaco di Rosolina),Federico Caner(assessore alTurismo),Manuela Lanzarin(assessoreal sociale),CarloBramezza (dgUlss4). MINAZZI


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VENERDÌ 19 APRILE 2019 MESSAGGERO VENETO

ECONOMIA l’iniziativa

la presidente di friuladria

Industriali friulani pro-Ue: basta padroni a casa nostra

Chiara Mio: in regione sforniamo pochi laureati Così il futuro è lontano

Sulla facciata di palazzo Torriani esposte tre bandiere: friulana, italiana, europea Mareschi Danieli: «Serve un’altra Europa, ma abbiamo bisogno gli uni degli altri» UDINE. Da ieri la facciata di palazzo Torriani “parla” ai friulani e non solo. E porta un messaggio importante: «Meno individualismo e più Europa, senza tralasciare chi siamo e da dove veniamo». Quindi la sede di Confindustria Udine espone tre bandiere: friulana, italiana ed europea. La presidente Anna Mareschi Danieli ha lanciato questa proposta durante una recente riunione del Consiglio generale di Confindustria, a Roma, ottenendo il consenso unanime dei vertici della categoria. «In un periodo nel quale i problemi da affrontare sono tanti, gravi e comuni – spiega Mareschi Danieli – è paradossale pensare di potercela fare da soli. Non vale per un singolo Comune nei confronti della Regione, non vale per la nostra Regione nei confronti del Paese e non vale per le forze politiche nazionali nei confronti dell’Europa. Fra Cina e Usa non ci sta l’Italia bensì l’Europa. Quindi Europa sì, ma rivista, con nuove riforme, meno competizione interna e più potere sullo scacchiere internazionale. Ora spetta a ciascuno di noi assumere una posizione chiara e decisa contro chi vuole convincerci che sarebbe meglio tornare ad essere i “padroni a casa nostra”. Europa non significa perdere la nostra identità nazionale, ma riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri. L’Italia, fra l’altro, è in una situazione di debolezza reale, causata da un debito pubblico record che non è il motivo principale per il quale abbiamo bisogno dell’Europa, ma rappresenta

Palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine, da ieri espone le bandiere friulana, italiana ed europea

sicuramente un fatto da non trascurare». Mareschi Danieli non si ferma qui, ma va oltre. «La retorica antieuropea, purtroppo, è diventata il pensiero dominante. Del resto, la lamentazione è sempre stata la strada più fa-

«L’Unione si deve basare su tre concetti: più lavoro, crescita e peso internazionale» cile da percorrere, specie se sostenuta da un certo malcontento popolare, che non si sentiva quando venne applicato il quantitative easing, che ha permesso il collocamento del debito italiano in periodi in cui il

l’anip

Bandi e gare d’appalto Rizzetto: «No ai vincitori con il massimo ribasso» UDINE. «A questo Governo che sta varando l’ennesima riforma del codice degli appalti, diciamo no al criterio del massimo ribasso per l’aggiudicazione delle gare dei servizi e sulla differenziazione delle procedure tra settore edile e settore dei servizi». È il messaggio lanciato durante la tappa friulana del road show che Anip-Confindustria, l’associazione nazio-

Walter Rizzetto

mercato pretendeva rendimenti per noi pressoché insostenibili. Noi non siamo assolutamente d’accordo con chi scarica la sua insoddisfazione sull’Europa (pur consci che qualche responsabilità quest’ultima ce l’ha), e ci assumiamo l’impegno, per quanto ci compete, di raccontare una storia diversa». «L’obiettivo del prossimo Parlamento europeo – prosegue la leader degli industriali friulani – per noi è chiaro: crescita inclusiva, occupazione e benessere per i cittadini. Realizzare un’Europa che diventi il miglior luogo dove vivere e fare impresa, in una sana competizione con gli altri grandi player mondiali. In questo scenario riteniamo dunque necessario invertire il paradigma

del Patto di stabilità e crescita, con politiche forti, che intervengano in maniera decisa sul clima di sfiducia e malcontento che pervade quei cittadini europei convinti che l’Unione non sia in grado di proteggerli dalle minacce esterne e li esponga, sul piano interno, a minori garanzie e diritti, generando impoverimento e precarietà. Riforme che riportino in capo alle istituzioni europee le decisioni e le conseguenti responsabilità. Serve una nuova stagione di riforme, che restituisca il sogno e la speranza ai cittadini. Per farlo, la nostra visione mette al centro tre concetti chiave: più lavoro, più crescita, più peso internazionale». — R.E.

nale delle imprese di pulizia e servizi integrati, presieduta da Lorenzo Mattioli. L’appello è stati condiviso anche da deputato Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro alla Camera. «Le aziende devono aggiudicarsi le gare perché sono brave e lavorano bene, non solo perché offrono meno. Anzi, molti imprenditori onesti vorrebbero cambiare, e subito, questo assurdo paradigma; nuoce, infatti, a loro stessi ed alla loro credibilità. Li voglio invitare presto a Roma – ha detto Rizzetto – per poterli far audire alla commissione Lavoro della Camera e per poter proporre, assieme, delle virtuose modifiche che migliorino le cose per tutti quelli che gravi-

tano in seno a questo moderno ed importantissimo settore». Un tema centrale anche nell’intervento di Alessandro Pedone, componente del Consiglio generale Anip e amministratore delegato di Gsa – Gruppo servizi associati –, che ha portato all’attenzione dei presenti l’esperienza aziendale in rapporto a dinamiche di mercato che troppo spesso vedono prevalere la logica del massimo ribasso, alimentando contenzioni e ritardi. «Con l’attuale quadro normativo diventa difficile, per le nostre aziende caratterizzate da un elevato costo della manodopera, creare valore e margini operativi importanti, stabilità occupazionale, sviluppo». —

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

UDINE. «Il dato dei laureati sfornati dai nostri due atenei regionali non sta aumentando, anzi flette rispetto a dieci anni fa». Ma «un territorio che continua a leggersi solo in chiave tecnica è un territorio che non ha grandissimo respiro». Ne è convinta la presidente di FriulAdria, Chiara Mio, secondo la quale sulla contrazione del numero dei laureati in regione «bisognerebbe fare una riflessione». «È vero che c’è un ottimo numero di diplomati degli istituti tecnici – ha osservato Mio durante un forum all’Ansa –, peraltro molto richiesti dall’economia, però nel lungo termine un territorio che continua con questa visione rinascimentale, perché ci sono le arti, le professioni e i mestieri, non è attuale e soprattutto non ci porta nel futuro, dovremmo aprire una riflessione per insistere invece sulla necessità di una cultura superiore, perché dotiamo i nostri ragazzi di strumenti per affrontare il futuro». Sull’economia la numero uno di FriulAdria registra in Fvg una situazione congiunturale volatile. «Non dobbiamo ignorare i segnali positivi che ci sono». Certo, non si tratta di crescita «a due cifre» ma sono sufficienti per affermare che «ha senso investire, ha senso crederci se non altro per dettare la traiettoria», ha detto Mio. Che da presidente di banca, appena confermata al vertice, ha spiegato di vedere la parte eccellente del territorio. Il Fvg «ha una situazione di bilancio non drammatica come quella del Paese, l’autonomia regionale è stata gestita molto bene e la regione sta rinascendo attorno al rilancio del porto di Trieste che si porta dietro tutti i servizi, così come la terza corsia rispetto a un Paese in cui le opere pub-

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Chiara Mio

bliche faticano a decollare e sono molto controverse. Questa piccola dimensione del Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto Mio – è gestita in maniera virtuosa e permette di trascinare e dare fiducia a tutti gli altri operatori». Sul decreto sblocca-cantieri Mio ha spiegato che si trata di «un contributo importante» all’economia, ma «servono politici che si prendano le responsabilità di non mediare all’infinito. Le opere pubbliche servono, il Paese ne ha bisogno. E servono uomini e donne capaci di assumersi responsabilità». Infine una riflessione sulla Cina e sull’Europa. «Dire di no all’ingresso della Cina a Trieste non serve a molto. Quello che non può mancare è la presenza della politica. Nella negoziazione bilaterale Italia-Cina o peggio, Cina-Trieste, si deve innestare la politica nazionale in quota a quella europea, per non lasciare solo il porto di Trieste, la politica e gli imprenditori locali. Se la Cina è riuscita a concludere accordi con alcuni Stati, abbiamo bisogno di nuovi Schumann, nuovi statisti europei, perché avremo bisogno di pensare all’Europa che superi l’egoismo dei singoli», ha concluso Mio. —


VICENZA

Corriere del Veneto Venerdì 19 Aprile 2019

Con gli snack anche alcolici acquistabili 24 ore da minori: distributori sotto sequestro

Noventa Vicentina

Si apparta per far sesso Scoperto, aggredisce i carabinieri: arrestato

D

Controlliatappeto:sigilliatremacchinette,30milaeurodimultaaigestori notturno: erogavano infatti birra anche nella fascia oraria dalle 24 alle 7, quando è invece vietato, e, in due casi su tre, a chiunque, senza identificare l’età del cliente attraverso la lettura del codice fiscale. Senza quindi le limitazioni previste ai minorenni. Ecco perché due macchinette di corso Santi Felice e Fortunato 360, all’esterno di una tabaccheria, sono state sequestrate e sono state contestate violazioni amministrative al proprietario, un 45enne vicentino, per 10 mila euro a distributore, oltre a 330 euro per altre irregolarità. In tutto più di 20 mila 300 euro.

VICENZA Alcolici a disposizione a tutte le ore, acquistabili anche da minorenni. Sono tre i distributori automatici di Vicenza fuori norma scovati dai poliziotti della questura nel corso di controlli notturni mirati che hanno interessato anche l’hinterland.

Rischio confisca

Le macchinette che erogavano birra senza alcuna limitazione di orario, e per di più anche a non maggiorenni, sono state sequestrate e potrebbero essere anche confiscate, su decisione del prefetto. E con i sigilli sono scattate anche le maxi multe: più di 30 mila euro in totale ai rispettivi gestori dei tre apparecchi, due vicentini. Gli accertamenti della sezione volanti sono di sabato: gli agenti hanno passato al setaccio nel corso dei controlli notturni i distributori automatici di bevande (e alimenti) della città e della prossima cintura, da Altavilla Vicentina a Sovizzo, passando per Torri di Quartesolo. Macchinette che funzionano 24 ore su 24 e che si trovano in locali esclusivi, delle sorte di minimarket, ma anche lungo le strade e nelle piazzole dei

Le sanzioni

Decine di ispezioni

Una trentina in tutto i dispositivi controllati. Tre in partico-

lare (tra San Felice e San Lazzaro) erano irregolari, non conformi alla normativa vigente, per quanto riguarda la vendita di alcolici in orario

Le violazioni I dispositivi non disponevano del lettore di codice fiscale per le identificazioni

Notti vietate Birra e alcolici non dovrebbero essere disponibili dalle 24 alle 7 del mattino

distributori di benzina.

«Guasto» Una delle macchinette sequestrate (Hasho)

Il cyberstalker aveva usato sofisticate tecniche per nascondere l’identità Piantato in asso dalla compagna, nemmeno con il passare del tempo era riuscito ad accettare la fine di quella relazione, anzi, aveva iniziato a covare rabbia, rancore. Arrivando a trasformarsi in un cyberstalker. Questo grazie alle sue conoscenze e alla dimestichezza con i mezzi informatici. Ma quell’incubo a cui per anni ha sottoposto la sua ex amante è finito grazie alle indagini degli agenti del compartimento polizia postale e delle comunicazioni Veneto di Mestre, a cui la procura ave-

va delegato indagini. L’uomo, un professionista vicentino 55enne, nonostante avesse sempre agito in anonimato, è stato individuato e denunciato. A lungo aveva minacciato e molestato la donna, anche lei vicentina, con la quale era stato legato in passato da una relazione sentimentale. Sfruttando le proprie conoscenze informatiche il 55enne era riuscito, utilizzando sofisticate tecniche per non far trapelare la sua identità, a mettere in atto un piano di vessazioni e di terrore con il

L’accusa: trasparenti e invisibili

La Lipu: «Pedemontana, fermate la strage di volatili sulle barriere antirumore»

Piccoli cadaveri di sparvieri, codirossi, rondini. Ma anche di merli, capinere, passeri, allocchi, colombe e verzellini: sono quelli che, denuncia la Lipu di Vicenza, vengono trovati di continuo lungo il tracciato della Pedemontana Veneta, che una volta aperta congiungerà Montecchio Maggiore a Spresiano (Treviso). I «colpevoli», segnalano gli ambientalisti, sono i pannelli fonoisolanti che via via stanno venendo montati ai margini del tracciato: sono trasparenti, gli uccellini non li vedono e vi si schianta-

A quanto risulta entrambe le macchinette erogavano birra 24 ore su 24 e solo uno aveva il lettore del codice fiscale, per identificare l’età dei clienti e quindi rilasciare la bevanda solo a maggiorenni. Altro risultato irregolare il distributore (anche) di birra di viale San Lazzaro 52: anche in questo caso è scattata la sanzione massima di 10 mila euro al gestore, un altro vicentino. Benedetta Centin

ue trentaseienni si sono appartati verso le 20.40 in piazza del Mercato a Torreglia e, mentre lei in macchina stava praticando del sesso orale a lui, sono sopraggiunti i carabinieri allertati dai cittadini che hanno visto la scena. Quando i militari hanno bussato al finestrino dell’automobile, la donna non ha causato problemi, mentre Maurizio Santamaria, residente a Noventa Vicentina, è andato su tutte le furie aggredendo e minacciando i due operatori che hanno faticato per bloccarlo. Per lui è scattato l’arresto con l’accusa di violenza a pubblico ufficiale: in tasca aveva anche sei grammi di hashish. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Montecchio Maggiore

Boccone avvelenato uccide in città il cane di un disabile: è sdegno

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occoni avvelenati per le strade e nelle aree verdi di Montecchio Maggiore. Quelli che hanno ucciso il cane di un anziano disabile rimasto senza compagnia. L’anziano, che si muove su una carrozzina elettrica, martedì mattina aveva portato a spasso il suo fido, tra piazza Carli e Fraccon, e qualche ora dopo l’animale era agonizzante. In seguito è morto. A darne notizia su Facebook un’amica del pensionato, che ha messo in guardia i concittadini. Decine i messaggi di solidarietà all’anziano, che rimasto solo non riesce a darsi pace, e di sdegno a chi ha disseminato quei bocconi di morte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Terrorizza l’ex da falsi profili Facebook Professionista pedinato e scovato online VICENZA

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VICENZA

no contro. «È passato più di un anno dalla prima segnalazione: il ritrovamento di una capinera - segnala Francesco Costa, della Lipu vicentina -. Adesso le vittime stanno aumentando vistosamente in

quale punire la sua ex. Colpevole solo di aver troncato il loro rapporto. Ha continuato a prenderla di mira, a perseguitarla per anni, fino a quando lei, esasperata, incapace di sopportare ancora, ha trovato il coraggio di denunciare i fatti. E se in un primo momento erano stati i carabinieri di Vicenza a portare avanti le indagini, in seguito sono subentrati gli specialisti della polizia postale. Che hanno così dato un nome e un volto all’utente che postava messaggi diffamatori e minatori inviati proporzione al numero di pannelli. Quando l’opera sarà ultimata le barriere saranno lunghe molti chilometri: un muro di vetro che causerà ogni anno la morte di centinaia di esemplari». La Lipu chiede (come già un anno fa) alla Regione di intervenire quanto prima, sospendendo le installazioni e dotando i pannelli delle marcature già testate in altri Stati europei. Sulla vicenda va all’attacco anche il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, che ha depositato un’interrogazione e interessato l’assessore veneto alle Infrastrutture Elisa De Berti: «Mi ha assicurato che chiederà alla Struttura di progetto della Pedemontana, di attivarsi con urgenza. Ma intanto gli uccelli continuano a morire: la giunta Zaia sta brillando per inefficienza». Andrea Alba © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli anni dell’uomo, ora finito sotto accusa per stalking

Arzignano da profili «fake» di Facebook appositamente creati, a colui che continuava ad effettuare telefonate mute da numerazioni straniere virtuali, a chi pubblicava annunci su siti di incontri erotici inseriti a nome della vittima e creati grazie a connessioni estere, a chi accedeva abusivamente ai profili personali dei social network della vittima. E nei giorni scorsi la perquisizione del professionista vicentino da parte dei poliziotti mestrini e dei colleghi della squadra mobile di Vicenza ha permesso di individuare lo stalker e ha portato a raccogliere importanti elementi e riscontri alle accuse che gli vengono mosse. B. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Minacce ed estorsione al commercialista: fidanzati a processo

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rano stati arrestati per aver preteso 400 euro dal loro commercialista, Maurizio Sedda. Lo avrebbero minacciato di divulgare dei fatti che riguardavano la sua attività professionale. E gli avevano dato appuntamento in un bar per la consegna dei soldi, a cui poi avevano aggiunto anche la richiesta di ulteriori 500 euro: a quell’incontro, però, erano saltati fuori i finanzieri che li avevano arrestati. Era il 19 maggio 2017. Ieri i due sono stati rinviati a giudizio: l’inizio del processo ad ottobre. Sono Enrico Chilese, 50enne di Arzignano, e la compagna Ionela Zorzin Gagea, 39enne romena. Estorsione aggravata in concorso la contestazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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VENERDÌ 19 APRILE 2019 LA NUOVA

JESOLO - PORTOGRUARO - CAORLE

gruaro

Abuso d’ufficio, sindaco assolto «Il fatto non costituisce reato» Scagionati Giacomo Gasparotto e il dirigente dei Lavori pubblici di San Michele Al primo cittadino venivano contestati alcuni incarichi ricevuti come architetto

Ilaria Purassanta PORDENONE. Sono stati assolti

perché il fatto non costituisce reato, dall’accusa di abuso d’ufficio in concorso, il sindaco di Gruaro Giacomo Gasparotto, 60 anni, di professione architetto, e il dirigente del settore lavori pubblici del Comune di San Michele al Tagliamento Ivo Rinaldi, 52 anni, residente a Portogruaro. L’indagine della Procura di Pordenone era nata a seguito di un esposto presentato da un politico e altri soggetti. Il gup Eugenio Pegola ha ritenuto che da parte del pubblico ufficiale (in questo caso Rinaldi) sia mancato il dolo intenzionale. L’accusa è pertanto caduta per entrambi. In base alla giurisprudenza di legittimità in materia perché si possa configurare il reato di abuso d’ufficio in questa particolare fattispecie deve essere riscontrata la volontà del pubblico uffi-

L’architetto Giacomo Gasparotto, sindaco uscente di Gruaro

caorle

caorle

Vialetto presidente di Condifesa Venezia

Oggi la processione con i “Baraboi” lungo le vie del centro

Gabriele Vialetto

CAORLE. Entrano nel vivo i riti della settimana santa e qui nella zona, sul litorale che va da Caorle a Bibione, sono sempre spettacolari. Si comincia alle 15.30 a Santa Margherita con una via crucis animata dai ragazzi alle 15.30, per proseguire con quella solenne del centro storico. I Baraboi, con i loro caratteristici cappucci, sfileranno per il centro durante la via crucis dalle 21 in segno di lutto per la morte di Gesù accompagnati dai fedeli. El

CAORLE. È l’imprenditore Gabriele Vialetto il nuovo presidente di Condifesa Venezia, il consorzio provinciale per la difesa delle colture agrarie dalle avversità. Laureato in Scienze Forestali, ha un’attività agricola ad indirizzo seminativo in località Brussa ed una vitivinicola nell’udinese. Vialetto ha ottenuto il voto unanime di tutte le associazioni agricole. Mi sono sempre assicurato», ha spiegato il nuovo presidente, «poiché credo che un lavoro come il nostro, legato alla casualità degli eventi atmosferici, abbia bisogno di essere tutelato dai rischi. In questa ottica il Consorzio deve facilitare l’accesso alla copertura assicurativa, ad un prezzo equo ed accettabile». — A.Con.

Barabao è un essere immaginario considerato nei tempi antichi il protettore delle campagne venete. Nel Medioevo la gente lo tramutò in un essere incattivito e ostile all’uomo. Dalla parola Barabao arriva la parola caorlotta “Baraboi” . Quella dei Baraboi è una storia leggendaria che affonda le radici nella Prima guerra mondiale e che, inaspettatamente, è legata al Sud Italia e alla Basilicata. La tradizione ha 100 anni. Era infatti il 1918 quando

gruaro. contro gli allagamenti

Presentato il progetto del canale scolmatore GRUARO. Allagamenti a Gruaro, il Consorzio di Bonifica realizzerà il canale scolmatore a difesa del centro cittadino. Il progetto definitivo è stato presentato mercoledì sera in sala comunale, di fronte a numerosi cittadini. L’intervento costerà 600 mila euro e i proventi sono stati reperiti grazie ai fondi per l’emergenza della tempesta Vaia che lo scorso autunno ha colpito il Veneto. Presen-

te il direttore generale del Consorzio di Bonifica, Sergio Grego, il vicegovernatore del Veneto, Gianluca Forcolin e il sindaco di Gruaro Giacomo Gasparotto. Il nuovo canale scolmatore Bagnara è un’opera attesa da anni per dare sollievo alle problematiche idrauliche che affliggono il territorio comunale. Il progetto, realizzato dalla struttura tecnica del Consorzio, è il risultato delle indagini idrau-

ciale di far conseguire un guadagno illecito al privato. La Procura aveva ravvisato una violazione del decreto legge 78 del 2010, in base al quale i titolari di cariche elettive, qualora ricevano un incarico da un’altra amministrazione pubblica, possa ricevere solo il rimborso delle spese sostenute. Nel mirino degli inquirenti quattro determine con le quali il Comune di San Michele al Tagliamento ha affidato all’architetto di Gruaro incarchi di progettazione e direzione lavori. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Gianluca Rizzardi e Marco Aventi per Gasparotto e Francesco Benincampi per Rinaldi, ha messo in evidenza come gli incarichi siano stati affidati correttamente e legittimamente. Nelle memorie difensive, già introdotte in occasione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, i legali avevano fatto valere diversi profili. In primo luogo, come

Giovanna Marin, moglie di Francesco Gusso detto “Santamore”, sfollata con la sua famiglia da Caorle a Matera, conobbe questa usanza tipicamente meridionale che in occasione della Pasqua, coinvolgeva tutta la cittadina in una particolare processione dove i principali protagonisti erano cinque uomini incappucciati e vestiti di nero e che, scalzi, portavano in processione una croce e quattro candele. Giovanna Marin fece voto di farla fare anche lei se la sua famiglia fosse riuscita a tornare. Ai Gusso-Santamore ancora oggi viene concesso il privilegio di portare, durante la processione penitenziale del Venerdì Santo, sia la Croce della Passione, che i quattro grossi e pesantissimi ceri che scortano il Cristo crocifisso. — Rosario Padovano

liche che l’ente di bonifica aveva eseguito nell’ambito della predisposizione del piano comunale delle acque, in seguito al quale Comune e Consorzio stipularono un apposito protocollo d’intesa per la realizzazione del canale scolmatore. Lo scopo finale dell’intervento è quello di abbassare il livello delle acque prodotte a monte della strada provinciale 76 tra Gruaro e Bagnara lungo una via preferenziale di scolo tale da garantire un miglioramento della funzionalità idraulica del territorio, riducendo di conseguenza il rischio di allagamenti e limitandone di conseguenza i danni derivanti. — Alessio Conforti

ha spiegato l’avvocato Rizzardi, la difesa ha sostenuto l’insussistenza della violazione di legge. «Non si può sostenere che l’attività libero professionale di un soggetto che riveste anche incarichi pubblici non possa svolgersi nei confronti di amministrazioni pubbliche diverse da quella in cui ha un ruolo. Se sono il sindaco di Gruaro, non posso ricevere incarichi dal Comune in cui opero, ma se li ricevo dal Comune di San Michele al Tagliamento, manca l’elemento oggettivo del reato». In secondo luogo il legale ha messo in evidenza l’assenza di un danno patrimoniale ingiusto o un vantaggio ingiusto correlata alle condotte di sindaco e funzionario comunale. L’incarico è stato affidato in modo trasparente e nel rispetto di tutte le procedure di legge e il pagamento è stato effettuato in base al tariffario professionale vigente: l’esborso sarebbe stato identico se le medesime prestazioni fossero state rese da un altro soggetto. In terzo luogo la difesa ha messo in evidenza l’assenza dell’elemento soggettivo sostanziale. «L’architetto Gasparotto», ha concluso l’avvocato Rizzardi, «ha operato sempre correttamente, le sue prestazioni sono state remunerate in base al tariffario professionale, ha svolto con competenza ed esperienza l’attività libero-professionale per committenti privati e pubblici, senza che siano mai state presentate denunce riguardo a presunte violazioni di legge». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

la reazione

«Sono stati 2 anni molto difficili ma avevo fiducia» «Sono stati due anni molto difficili, nel corso dei quali nonostante tutto, ho sempre avuto fiducia nella giustizia, proprio perché ero assolutamente tranquillo di aver operato in maniera corretta e trasparente». Sono le parole pronunciate ieri dal sindaco di Gruaro, Giacomo Gasparotto, architetto libero professionista, assolto dall’accusa di abuso d’ufficio per alcuni lavori svolti a San Michele . «L’assoluzione evidenzia come sia stato tutto in regola», ha spiegato Gasparotto, «e soprattutto alla luce del sole. Da professionista ho ricevuto degli incarichi, messi nero su bianco sulle delibere, e per gli stessi sono stato poi liquidato. Nel corso di questi mesi», dice ancora il sindaco, ho attraversato momenti duri, perché mi chiedevo che cosa avessi fatto di non corretto. Ho sentito la vicinanza di tanta gente, non solo in questi anni ma anche in queste ore». «Tra qualche giorno ufficializzerò la mia decisione», ha detto ancora Gasparotto, «valutando se candidarmi nuovamente alla guida del Comune».

l’hacker di portogruaro

Querela ritirata da Casaleggio Gubello prosciolto PORTOGRUARO. Alla fine è sta-

to prosciolto, Casaleggio ha ritirato la querela, nessun tentativo di violare la piattaforma Rousseau, ma in fondo quasi un atto di gentilezza verso il Movimento 5 Stelle. Ieri il procedimento si è chiuso sul nascere per Luigi Gubello, studente ventiseienne di Portogruaro, iscritto all’Università di Padova. «Si è risolto tutto bene, esprimiamo soddisfazione, il dialogo tra le parti è stato positivo e Casaleggio ha capito che non c’era nessuna volontà di creare danni, anzi», sottolineano gli avvocati dell’hacker, Giorgio Mazzucato e Luca Carraro. «Abbiamo prodotto una memoria consistente che ha agevolato la remissione. Rubello non ha commesso nessuna violazione». Nell’agosto 2017, Luigi Gubello, studente di Matematica, che si professa un hacker alla ricerca di falle della sicurezza “con lo scopo etico” di proteggere la privacy degli utenti della rete, manda una mail a Casaleggio prima di elencare su Twitter tutti i problemi di Rousseau. Riceve anche un ringraziamento e la promessa di risolvere i “buchi” evidenziati: «Non lo faccio per questioni politiche e sono disinteressato a violare

Luigi Gubello

il voto, ho solo segnalato i problemi», evidenzia in tutte le comunicazioni. La storia sembra finita. Il 3 agosto Beppe Grillo ammette le falle denunciate, annuncia che tutte le vulnerabilità dei server sono state risolte ma anche che Casaleggio sta valutando azioni legali. Ma scatta la querela. Davide Casaleggio, che gestisce la piattaforma e che presentò la querela, aveva preannunciato in pubblico qualche settimana fa che avrebbe ritirato la querela verso Gubello, che si era accorto che la piattaforma del M5S non era poi così sicura, avvisando però i responsabili via mail. — C.Bel. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


Provincia 33

L'ARENA

Venerdì 19 Aprile 2019

RONCÀ. L’agentedi assicurazionitorna nell’agonedelle elezioniamministrativeper evitare chesi presentiun’unicogruppo perguidareil municipio comenel 2014

Bochesevuolerifareilsindacodopo25anni Ha fondato una lista con candidature di giovani ed ex amministratori «Ainuovi insegnerò aportare avantipoliticheperilproprio paese» Paola Dalli Cani

Quasi un quarto di secolo dopo l’ex sindaco Giamberto Bochese torna sulla scena politica di Roncà: «La democraziao o è al plurale o è altro. Se il paese non trova alternative, sono pronto ad un mandato che serva per far crescere qualche giovane al quale passare il testimone dell’amministrazione del suo paese». È da cinque anni, dall’ultima tornata amministrativa alla quale si presentò un’unica lista, che Bochese riflette sul distacco dalla politica «intesa come arte nobile» del suo paese e sulla «facilità della deresponsabilizzazione. Va ricostruito il concetto che la cosa pubblica interessa tutti». E così, fondendo l’esperienza di alcune persone mature, di alcuni ex amministratori ed intercettando la voglia di fare di alcuni giovani del paese «da far crescere», spiega, ha messo insieme il gruppo che è diventato la lista Insieme per il nostro paese-Roncà. Sarà quindi con questo gruppo che correrà alle elezioni amministrative in programma per il 26 maggio. Bochese ha 64 anni, è un agente di assicurazioni, è sposato ed ha una figlia: è stato sindaco tra 1995 e 2004, assessore tra 2004 e 2009 e consigliere di minoranza nel quinquennio successivo, fino al 2014. Se lui da sempre guarda al centro, rispetto alla lista chiarisce: «Non ho cercato partiti, ma persone equilibrate e inserite nella società civile e nel volontariato. Il più giovane ha 25 anni, il più maturo 66. La nostra è una civica trasversale che esclude le frange». A ragionar di priorità, la prima che vede per il paese è quella legata alla cultura: «È un valore che non va relegato

in serie B: Roncà ha bisogno di un centro culturale polifunzionale con una bella biblioteca. Quando parlo di cultura, lo faccio ad ampio spettro e per questo l’altro tema che merita grande attenzione è la candidatura Unesco della Val d’Alpone: è uno strumento di crescita culturale che può sviluppare moltissimo». Il pianeta giovani lo conosce e proprio per questo vuole dar vita ad uno «sportello unico per il lavoro che interessi ad ampio raggio la valle. I Comuni della valle dovrebbero essere in rete per mettere in contatto domanda ed offerta», spiega, «e su questo progetto ho già registrato una certa disponibilità da parte dei paesi contermini a lavorare in squadra». Non gli sfugge il cambiamento che Roncà ha avuto negli ultimi decenni: «Va aggiornato il Piano di assetto del territorio per costruire l’armonia del costruito, va recuperato il bello che a volte può passare anche solo da una diversa scelta dei colori dell’abitato». Bellezza e benessere vanno di pari passo. «L’altro bisogno che sento diffuso è quello di maggior sicurezza. Va incrementato ciò che è stato fatto, potenziando la pubblica illuminazione delle aree periferiche e delle contrade, ma anche mettendo in rete i nostri agenti di polizia locale e le forze dell’ordine». Ultimo, ma non ultimo, il vino Durello: «Roncà ne deve diventare a tutti gli effetti la capitale. Venti delle 30 aziende della Denominazione sono a Roncà», evidenzia, «e va valorizzata questa ricchezza come quella rappresentata dalle tante produzioni di qualità, dal territorio e dalle tante iniziative e manifestazioni che lo promuovono». •

Unrubinettodi casa.Ora sitemono rincariin bolletta

Noallebollettedell’acqua piùcarepercolpadeiPfas ChiestiisoldiallaRegione GiambertoBochese,candidato asindaco FOTO AMATO

Festapasquale aSant’Ambrogio PREZIOSISSIMOSANGUE. Appuntamentoconla Festa votivadel Preziosissimo sangue,lunedìdell’Angelo,a Sant’Ambrogio. «Quest’annolereliquie sarannoesposte daoggi, dopola celebrazionedelle 15»,spiega il parrocodon AlessandroTurrina. «Alla seralaReliquia del Preziosissimosaràportata inprocessionealle 20.30 perlevie principalidel paese».Lunedì, invece,alle 10,messa conostensione dellereliquie conla partecipazionedella Confraternitadel Santissimodella corale polifonica,edesposizione

© RIPRODUZIONERISERVATA

VELO. Itinerario delsabato santoaisimboli dellapietà religiosa

Stelidellafede popolare Escursionetralecontrade Sonocrocifissioniinpietra dirossoammonitico conlafiguradi Cristo con la corona e le pie donne Visita guidata, domani, ai simboli della pietà religiosa legati al mistero del Venerdì santo, con la crocifissione di Cristo. L’itinerario è organizzato dal Centro turistico giovanile (Ctg) Lessinia e riguarderà alcune singolari, ed emozionanti, steli in pietra poste nelle contrade Covel, Campe, Foi, Pozze e Riva, un tempo appartenenti al Comune cimbro di Azzarino. Le steli furono realizzate come testimonianza di devozione, o ex-voto, dai lapicidi Valentino Riva, nel 1668 a contrada Riva, e da Valentino Pozzerle nel 1749 a Pozze, ispirandosi ad un unico modello, ripetuto poi anche nella stele di Cappelletti di Selva di Progno del 1846 e in quella di Covel del 1855.

La visita è un appuntamento che si ripete da oltre vent’anni il sabato santo, con qualsiasi tempo, ed è a partecipazione libera: per informazioni telefonare al numero 045.6260228. Ritrovo in piazza della chiesa, a Velo, alle 9 dove, dopo aver ammirato la cosiddetta «croce nera» restaurata alcuni anni fa e pregevole testimonianza di arte popolare, ci si sposterà alla cappellina della crocifissione di Riva, passando davanti alla gigantesca croce del XIX secolo all’ingresso del paese. Trasferimento in auto, quindi, fino a Campe per l’escursione tra le steli, osservando anche due pitture murali ogni anno sempre più in degrado: un’Ultima Cena a Foi, dalla pellicola pittorica abrasa, e un San Giorgio che uccide il drago a Fontani, sul muro esterno di una grande stalla la cui architettura richiama l’interno di una chiesa gotica.

Blitzdeiprimi cittadiniall’Ato

Il rientro è previsto per le 12.30. «Queste grandi crocifissioni scolpite “a tutto tondo” nella pietra di rosso ammonitico, sono databili fra il XVII e XIX secolo: temi comuni sono le figure di Cristo, delle pie donne e dei simboli della Passione come la corona di spine, il martello, la tenaglia e i chiodi, i dadi. Sono sormontate da un’epigrafe che ricorda i nomi dei committenti e da altri elementi decorativi di contorno», precisa Maurizio Delibori che ne ha studiato e scritto i caratteri salienti. «Le crocifissioni, per la loro unicità storica ed il valore artistico, anche se popolare, andrebbero segnalate, protette e descritte in un percorso turistico-culturale apposito», osserva Gaetano Bonazzi presidente del Ctg Lessinia, «e confidiamo che le amministrazioni di Velo e di Selva, sul cui territorio si trovano, se ne facciano carico». • V.Z.

dellareliquia fino alle 12. La festaèlegata a reliquie (pezzi divelo della Madonnaintrisi di sanguee frammentidel legno dellacroce)che richiamanoil misteropasquale,unito alla PassionediCristo. Sono presentinellachiesa arcipretaleda 294 anni. Nell’attonotarile redatto da GiuseppeBaietasi dicechela comunitàfu sceltafra molte dellaSerenissima Repubblica. Percustodire il sacrotesoro eranoscesi a contesaiComuni vicinima dopo disputee segni prodigiosi,Sant’Ambrogio ebbelameglio.Gli ambrosiani costruironoun’artistica cappellaperracchiuderele reliquie.M.F.

Isindaci veronesinon vogliono chele condottecheporteranno acquapulitanell’area inquinata daiPfas venganopagate dai cittadini.Quegli stessicittadini che,peraltro, giàstanno sostenendo,con le loro bollette,unapercentuale preponderantedeicostilegati aifiltri attualmenteoperativi nellacentraledi potabilizzazionediMadonna di Lonigo,inprovincia diVicenza. Lacentraledacui, varicordato, dipendeladistribuzione dell’acquaanche neitredici Comunidel BassoedEst Veronesechefanno parte dell’areamaggiormente espostaallacontaminazione. Lasi puòtradurre così, senza peraltrocorrere ilrischiodi sbagliare,la presa diposizione chehannosostenuto,a sorpresa,i sindaci dell’Assemblead’ambito ottimale.Unorganismo, questo,chehail compitodi

AVVISI LEGALI CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA LE RONDINI SOC COOP

Sede in: VIA PALLONE 2b - 37121 - VERONA VR Codice fiscale/P.I.:02394250233 Iscritta Albo Coop. A132020 Sez. mutualità prevalente Registro imprese di Verona n.02394250233 N.Iscrizione R.E.A. 236720 E’ convocata l’Assemblea della Cooperativa in prima convocazione per il giorno 29 aprile 2019, alle ore 15.30 in Verona presso la sede legale della Cooperativa in Via Pallone n°2/b e, occorrendo, in seconda convocazione per il giorno 10 maggio 2019, alle ore 19.00 presso la sede di Via Villafontana 239 a Villafontana di Oppeano (VR) per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: 1 - lettura dell’informativa del Consiglio di Amministrazione al 31 dicembre 2018; 2 - lettura della relazione del Collegio Sindacale al 31 dicembre 2018; 3 - lettura e approvazione del Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018; 4 - lettura e approvazione del Bilancio Sociale dell’esercizio 2018; 5 - varie ed eventuali. Il Presidente del CdA

dettarele lineediindirizzo e controllarelagestione del servizio idricointegrato intuttala provinciadi Verona.I primi cittadinihannofatto inserireun emendamentononprevisto nella deliberacon cui èstata autorizzataunamodificadel programmadiinterventidiAcque Veronesi.Sitrattadella richiesta diunintervento economicodella Regioneperi tubi«anti-Pfas». L’istanzaèdovuta alla preoccupazionedi dover aumentarele tariffea causa delle spesechedevono essere sostenuteper farele nuove condotte.L’emergenzaPfas, secondoilpianopredisposto dal commissariogovernativo Nicola Dell’Acqua,dovrebbe essere risoltacambiando completamente l’approvvigionamentodegli acquedottidellazona contaminata.I qualiattualmente vengonoalimentaticon acqua filtratacheviene pescatadalla

faldainquinata. Perquestoil Ministerodell’ambiente hamesso adisposizionedel commissario 56,8milionidi euro.Diquesti, 22 milionidovevanoservire per coprirei costidirealizzazione da partediAcque Veronesi diuna nuovacondotta dalComune di Belfiorea MadonnadiLonigo, i cui lavorisono orainfasediappalto, e dinuovipozzi a Belfiore. Un milioneèpoi stato dirottatosu unadellealtredue opere previste dalpiano, chesono infase di progettazioneeche permetterannodiportareacqua siadal Vicentinochedal Padovano.Edorasi èsaputo chei costidell’interventoveronese sonocresciuti sino a 24,2milioni dieuro.Salvoulteriori incrementi dispesa,a oggi mancherebbero quindi3,2 milionidieuro.E sono soldichei sindaci nonvogliono far pagareai cittadini. «Chiediamo chelaRegione, con unsuo finanziamentoo intervenendo al Ministero,siimpegni affinché vengagarantita la copertura delle risorsechenonci sono”, dichiarail presidentedell’AtoClaudio Melotti.Il quale,peraltro,ricorda chelacondotta Belfiore-Lonigo dovrebbeessere soloil primo trattodiunadorsaleche dovrebbegarantire acqua potabilea tuttii veronesi. «Per questoabbiamomesso a disposizione400milaeuroper il cofinanziamentodeiprogetti», sottolineail presidente. Ieri, comunque,nonèstato soloil giornodelblitz deiprimicittadini dell’Ato.Èstato ancheil giornoin cuiDell’Acqua ètornato a chiedereregolenazionali sulla presenzadei Pfasnell’acqua.Lo ha fattosottolineando chea rendere improcrastinabilitaliscelteèil fattoche«nel Po,inun trattonon correlabilecon l’inquinamento che interessale provincediVerona, VicenzaePadova, scorrono4 chilogrammial giornodel Pfasdi ultimagenerazioneC6O4». Tutto questomentrela deputataSilvia Benedetti,gruppomisto,ha chiestoche, inattesa diparametri europei,«l’Italia fissisubito dei proprilimiti». Èquantohachiesto l’altroieriil presidentedella RegioneZaiarivolgendosial ministerodell’ambiente. LU.FI.

COMUNE DI TORRI DEL BENACO PROVINCIA DI VERONA ESTRATTO BANDO DI GARA MEDIANTE ASTA PUBBLICA PER ALIENAZIONE DI UN IMMOBILE DI PROPRIETA’ COMUNALE DESTINATO A CHIOSCO SITO IN VIA FORNARE 1/C.

AVVISO IL RESPONSABILE DELL’AREA EDILIZIA PUBBLICA RENDE NOTO Che in esecuzione della determinazione n° 237 del 15.04.2019 , è indetta Asta Pubblica mediante procedura aperta ai sensi dell’art. 73 lett.c), del R.D. n° 827 del 23.05.1924 alle condizioni e con le modalità del bando di gara che per estratto si riportano: Importo a base d’asta : € 57.200,00. Inquadramento catastale: Edificio destinato a chiosco sito in Comune di Torri del Benaco, via Fornare 1/c e censite al N.C.E.U. al Foglio 5 mappale n° 1339 sub 1- cat. C/1 – classe 5 – consistenza catastale mq 23,00 rendita 452,54 € , oltre alle aree esterne individuate al catasto terreni al foglio 5 mappali n° 1387-1386-1329; Criterio di aggiudicazione: la gara verrà aggiudicata ai sensi dell’art. 73 lett.c), del R.D. n° 827 del 23.05.1924, mediante asta pubblica con il metodo delle offerte segrete ( offerta in busta chiusa) in aumento o alla pari rispetto al prezzo posto a base d’asta, senza alcuna prefissione di limiti di aumento e con esclusione delle offerte in diminuzione. Termine di presentazione delle offerte: le offerte dovranno pervenire a mano o per posta a mezzo di raccomandata A/R, entro le ore 12.00 del giorno 20.05.2019 all’ufficio protocollo del comune di Torri del Benaco – Viale F.lli Lavanda n° 3 – 37010 Torri del Benaco ( vr). La gara si terrà il giorno 21.05.2019 alle ore 9.30 in seduta pubblica. Il bando integrale , la perizia di stima e gli allegati per la partecipazione sono pubblicati e scaricabili direttamente dal sito internet del Comune all’indirizzo: www.comune.torridelbenaco.vr.it e altresì disponibili presso l’Ufficio Edilizia Pubblica. Il responsabile del procedimento è il dott. Cristiano Pastorello tel. 045/6205820. Torri del Benaco li 16.04.2019

IL RESPONSABILE DELL’AREA EDILIZIA PUBBLICA dott. Cristiano Pastorello


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