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CRONACA VERONA
Corriere di Verona Mercoledì 1 Maggio 2019
9 VR
I legali: giusto così E torna l’ispettore
Bimbo picchiò la compagna Revocata la sospensione
La vicenda
● Sergio Ramelli, 18 anni fiduciario del Fronte della Gioventù di Milano, è morto il 29 aprile 1975 in seguito a un’aggressione da parte di alcuni militanti di Avanguardia Operaia. Prima di morire restò in coma 48 giorni. ● In occasione dell’anniversari o della sua morte il consigliere comunale di Battiti Andrea Bacciga ha presentato un orgine del giorni alla giunta per l’acquisto di un libro a fumetti sulla storia di Sergio Ramelli (sopra la copertina), da distribuire poi negli istituti scolastici superiori cittadini. Ad appoggiare la proposta l’assessore ai Servizi Sociali Stefano Bertacco
Striscione e corona
Lo striscione e la corona a forma di celtica deposta lunedì dal consigliere comunale Andrea Bacciga in via Sergio Ramelli
Croci celtiche in memoria di Ramelli A Porta Leoni si ricorda Tommasoli L’assessore Donazzan plaude al fumetto nelle scuole. Il Pd: qui va ricordato Nicola Un centinaio. All’imbrunire. La strada, quella che porta da via delle Coste a piazzale Guardini, di fianco alla stazione. È lì che anche lunedì sera, come da 31 anni a questa parte - da quando quella strada porta il nome di Sergio Ramelli - si è tenuta la funzione laica della destra radicale. Quel « camerata Sergio Ramelli presente» che rimbomba ogni 29 aprile. E che racconta anche le divisioni di quella destra a Verona. C’era Forza Nuova, l’altra sera in via Ramelli. C’era chi la fede politica non la imbriglia in formazioni. Non c’era CasaPound, i cui militanti veronesi hanno preferito andare a ricordare Ramelli a Milano. Tant’è. Rito politico vergato con uno striscione. «Onore alla primavera dei tuoi vent’anni», hanno firmato «i camerati». Con il consigliere comunale Andrea Bacciga che sulla targa apposta sul muro in cui si ricorda quel ragazzo milanese ammazzato da Avanguardia Operaia ha deposto una corona, a forma di celtica «a mie spese», precisa. È simbolo e icona della destra, Sergio Ramelli. E anche ieri è spirato il vento della polemica, sulla decisione della giunta comunale di acquistare delle copie del fumetto «Sergio Ramelli. Quando uccidere un fascista
VERONA
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Donazzan Un dovere morale far conoscere ai giovani gli anni di piombo
non era reato» edito da Ferrogallico da regalare agli istituti superiori della città, perché diventi parte delle biblioteche scolastiche. Proposta avanzata dallo stesso Bacciga e fatta propria dall’assessore Stefano Bertacco sulla quale è intervenuta anche l’assessore regionale Elena Donazzan, che già aveva applaudito alla stessa iniziativa fatta per «Foiba rossa», il fumetto dedicato a Norma Cosetto, l’istriana di 23 anni torturata, violentata e infoibata dai partigiani titini. « Abbiamo - ha detto Donazzan - il dovere morale di
far conoscere ai giovani la tragicità degli anni di piombo, pagine di storia d’Italia: va raccontata loro questa vicenda che colpì un ragazzo coetaneo che deve divenire il simbolo non di una sola parte, ma di tutti coloro che non vogliono che odio e violenza tornino ad inquinare il dibattito politico». Ma non trova pacificazione, il libro su Ramelli. E men che meno la sua divulgazione nelle scuole. «Quel fumetto è prodotto con l’intento dichiarato non di educare alla pace e al confronto democratico le
Per Nicola La commemorazione di Nicola Tommasoli ieri a Porta Leoni (foto Sartori)
nuove generazioni, non di condannare l’uso della violenza in politica, ma di riscattare e celebrare i morti “di parte” delle violenze degli anni di Piombo», denuncia il gruppo consiliare del Pd. Che ricorda un altro ragazzo. E un altro assassinio. Tira una scudisciata alla maggioranza, il Pd: «scopo inconfessabile di questa iniziativa è evidentemente un altro: undici anni fa nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, cominciava l’agonia di Nicola Tommasoli, un ragazzo qualunque, non un militante politico, aggredito per futili motivi da un gruppo di estremisti di destra che si sentivano in diritto di spadroneggiare in città. È questa la data che oggi conta a Verona ed è con questa violenza, quella dell’estrema destra, qui ed oggi che devono fare i conti». E se la destra l’altra sera si è schierata in via Ramelli, ieri in porta Leoni è stato ricordato Nicola. Anche lui ventenne. Anche lui morto ammazzato, dopo giorni di agonia. Morì il 5 maggio 2008 Nicola. «Siamo qui per non dimenticare la violenza fascista che ha stroncato la sua vita», è stato detto ieri davanti a una cinquantina di persone. E Verona rimane crepata. Angiola Petronio © RIPRODUZIONE RISERVATA
Poliziotti in classe per prevenire il bullismo
Agenti della questura a Bussolengo per spiegare ai ragazzi i rischi anche in rete
200
Gli studenti di Bussolengo che hanno partecipato agli incontri
VERONA Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni purtroppo sempre più in crescita che coinvolgono soprattutto i più giovani. Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia un adolescente su due in età compresa fra gli 11 e i 17 anni subisce atti di prevaricazione da parte di coetanei. E, in 4 casi su cento, la violenza verbale sfocia in atti di violenza fisica. Per questo motivo, queste tematiche sono state al centro di una due giorni all’Istituto Comprensivo di Bussolengo nella quale i poliziotti della questura hanno incontrato 200 alunni della scuola superiore per sensibilizzarli su questi feno-
meni e spiegare loro l’importanza del rispetto e della condivisione delle regole e dei valori fondamentali della convivenza civile. Due giornate volute fortemente dalla preside dell’istituto, Viviana Sette, e realizzate con la collaborazione del corpo docenti, che hanno permesso ai ragazzi di affrontare, insieme alla polizia, questi argomenti confrontandosi, ponendo domande e raccontando le proprie esperienze personali. Il progetto, messo in piedi dalla Polizia di Stato, nasce dalla volontà di responsabilizzare i giovani insegnando loro a sfruttare le potenzialità co-
La «lezione» Gli agenti della questura con gli studenti
municative del web e delle community online senza incorrere nei rischi più comuni connessi all’utilizzo dei social: dalla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright fino all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé o per gli altri. Questa serie di incontri che mettono al centro la parola «prevenzione», che per gli organizzatori passa dalla conoscenza e dal dialogo, proseguiranno fino alla fine dell’anno scolastico. F. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VERONA Dopo la sospensione dalle lezioni per due giorni del bambino di 9 anni che avrebbe «spintonato, percosso e preso a calci» una compagna di classe in un istituto del villafranchese, la vicenda pareva chiusa. Invece, sul caso delle «botte tra i banchi» che ha fatto finire nella bufera e sotto i riflettori delle cronache nazionali una scuola primaria veronese,va ora in scena un nuovo colpo di scena perché l’istituto, su richiesta dell’avvocato della famiglia del bambino, Stefania Migliori, con un atto in autotutela ha revocato il provvedimento di sospensione del piccolo, che dunque non dovrà saltare le lezioni neppure un giorno. Un dietrofront che viene accolto con soddisfazione non solo dall’avvocato Migliori ma anche dal legale Massimo Dal Ben, che rappresenta i genitori della bimba picchiata: entrambi gli avvocati infatti concordano che «non c’è stato bullismo» e che «la cosa più importante è riportare la situazione nell’ambito della scuola alla serenità, in modo che anche i bambini ritrovino la serenità». Secondo le famiglie di entrambi i minori, le responsabilità della vicenda «non vanno addebitate al bimbo ma a chi avrebbe dovuto vigilare» e infatti, dopo l’apertura di un fascicolo d’inchiesta, il procuratore Angela Barbaglio ipotizza il reato di omessa
vigilanza: «Ci è pervenuta a riguardo una notizia di reato, il che - ha spiegato il capo della procura - comporta l’immediata apertura un’inchiesta finalizzata a far piena luce sull’accaduto. È un atto dovuto». Finora, in mano ai pm, sono giunti la segnalazione dell’ospedale che si è occupato della bimba dopo l’aggressione e nella cui diagnosi si parla di «percosse», e anche la deposizione resa ai carabinieri dalla mamma della piccola. «Il minore non ha alcuna responsabilità, mentre lo stesso non si può certo dire per la scuola coinvolta in questa spiacevole storia. Erano tre anni che la madre della bimba segnalava all’istituto la difficile situazione» osserva il legale Dal Ben. Intanto la piccola è stata trasferita in un’altra sezione e domani,giovedì 2 maggio, nella «scuola delle polemiche» tornerà Luca Bernardo, direttore del Centro di Coordinamento nazionale antibullismo, già inviato dal ministro Marco Bussetti. Un altro colpo di scena all’orizzonte? La. Ted. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA
Corriere del Veneto Mercoledì 1 Maggio 2019
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PD
Il pestaggio e le polemiche
IlPedrooraèsottotiro Zaia:iviolentipaghino Donazzan:climacupo
tori delle violenze, sabato è attesa la passeggiata legista contro la violenza promossa da Paola Ghidoni, candidata del Carroccio alle prossime elezioni europee, alla quale parteciperà anche l’assessore veneta al Lavoro, Elena Donazzan, che alza ancor di più il tiro: «La città del Santo fu teatro nel 1974 del primo omicidio delle Brigate Rosse. E l’aggressione dei giorni scorsi riporta la memoria dei padovani al periodo buio degli anni di piombo. La violenza a Padova ha superato ogni limite e deve essere fermata immediatamente dalle forze politiche e dalle forze dell’ordine». La Lega ha già chiesto alla questura l’autorizzazione al corteo, che partirà da via Gritti e passerà per piazza delle Erbe e piazza dei Signori. Il Pedro ha fatto intendere di voler fare lo stesso percorso della Lega, aderendo provocatoriamente all’iniziativa: nessuna richiesta ufficiale alla questura, che ovviamente non autorizzerebbe. In città, mentre i commercianti si dicono stanchi delle manifestazioni dei centri sociali il sabato, tiene banco l’affermazione del senatore leghista Andrea Ostellari che, all’indomani del pestaggio di via Gritti, ha chiesto che il Pedro
PADOVA L’onda lunga dei fatti del 26 aprile non si
ferma. A cinque giorni dal pestaggio avvenuto nel locale Strasse in via Gritti, dove alcuni attivisti del Pedro hanno picchiato Alberto Bortoluzzi di Casapound coinvolgendo nella lite anche Nicolò Calore della Lega, le polemiche continuano. Sui fatti è intervenuto anche il presidente della Regione, Luca Zaia, che dice, pragmatico: «Chi ha commesso il reato, paghi», focalizzando l’attenzione sul gruppetto che ha agito contro i due esponenti della destra cittadina («In risposta a una provocazione», si difende il centro sociale su Facebook). Mentre la digos lavora per identificare gli au-
venga chiuso in quanto focolaio di violenti. Ufficialmente l’amministrazione non intende commentare. Dall’entourage di Sergio Giordani arriva un’unica indicazione: «Il sindaco non può dar corda ad ogni sbavatura della campagna elettorale della Lega, quello che doveva dire lo ha detto, condannando la violenza». Fatto sta che, da quando è stato fondato 32 anni fa, ciclicamente la città si ritrova ad affrontare il dilemma-Pedro: raderlo al suolo o lasciarlo vivere? «Evidentemente – fa notare Nicola Rampazzo, capogruppo di Coalizione Civica – ci sarà un motivo se, dal 1987, nessun sindaco ha sgomberato il Pedro. Non l’ha fatto la forzista Giustina Destro, che ha governato Padova per cinque anni. E non l’ha fatto nemmeno il leghista Massimo Bitonci, che fortunatamente è stato a capo del Comune soltanto per due anni e mezzo. I problemi, se ci sono, si risolvono col dialogo e non generando conflitti. Per noi, antifascismo è sinonimo di non violenza. Ma non ci piace chi criminalizza l’antifascismo, che è un valore costituzionale e istituzionale. E neanche chi fa campagna elettorale sulla pelle della città». (d.d’a. - r.pol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE
Soldi all’estero, dopo Pipinato un altro imprenditore nei guai
ALL’ARCELLA
Pitbull, in un garage l’allevamento illegale
AnchePierinoDalBello(alimentari)traiclientidelcommercialistaVenuti La vicenda ● L’autodenun cia di Pierino Dal Bello, imprenditore del settore alimentare, che ha confessato di essersi rivolto al commercialista Paolo Venuti e ai colleghi Guido e Christian Penso per far rientrare dei soldi dalla Svizzera, si inserisce nel quadro dell’inchiesta sul presunto tesoro nascosto dall’ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan, per cui la Finanza di Venezia ha avviato, nelle scorse settimane, sequestri per 12 milioni.
Spunta un nuovo nome nella lista di imprenditori che si sarebbero rivolti ai professionisti padovani Paolo Venuti, Guido e Christian Penso. Nel corso dell’udienza al tribunale del Riesame svoltasi ieri, in cui si è discusso del sequestro dei beni collegati a un presunto trasferimento all’estero di contanti frutto di attività in «nero» da parte di alcuni imprenditori, il sostituto procuratore Stefano Ancilotto ha depositato un nuovo verbale contenente le dichiarazioni di Pierino Dal Bello, imprenditore padovano del settore alimentare. Secondo le ipotesi sostenute dall’accusa, Dal Bello si sarebbe rivolto ai professionisti padovani per tentare di far rientrare in Italia delle somme di denaro depositate in un suo conto in Svizzera. Un ostacolo che, sempre secondo il verbale, sarebbe stato aggirato attingendo ai contanti che qualche tempo prima l’imprenditore Damiano Pipinato avrebbe consegnato ai professionisti affinché li portassero oltre confine. Parte di quel denaro sarebbe stato consegnato a Dal Bello che, in cambio, avrebbe ceduto la relativa somma già presente nel conto svizzero e che quindi sarebbe stata successivamente trasferita in quello di Pipinato. VENEZIA
La sentenza di Roberta Polese
PADOVA Nel settembre del 2017
Stefania Stella è andata in palestra per quattro mattine di fila. Molto attenta alla linea, probabilmente doveva recuperare qualche peccato di gola di troppo che si era concessa durante le vacanze. Non era un peccato, ma un reato, invece quello che stava commettendo: Stefania Stella era un’ex manager dell’Arpav, e a quanto pare andava in palestra in orario di lavoro. Ieri il Gup Mariella Fino ha condannato la donna per truffa a un anno e sei mesi con rito abbreviato, la pena è sospesa e condizionata al pagamento di
Il primo Il calzaturificio Pipinato. Il nome dell’imprendito re delle scarpe è il primo emerso nella vicenda di soldi esportati illegalemnte
Davanti agli inquirenti quest’ultimo ha sostenuto di avere l’impressione che i professionisti agissero «totalmente in autonomia», raccontando ad esempio di alcune volte in cui di fronte alla sua necessità di portare soldi all’estero Penso gli avrebbe spiegato che non era il momento perché non avrebbe avuto «contropartite». Sulla base di questo l’imprenditore ha spiegato agli inquirenti di aver ipotizzato che «il trasferimento all’estero non fosse sempre immediato e diretto
a mie posizioni, ma a compensare partite di giro riferibili ad altri clienti dello studio». Si tratta però ancora solo di ipotesi e accuse, su cui si farà luce nelle prossime settimane, ma non a Venezia. Il Riesame ha infatti accolto la richiesta di trasferimento al Tribunale di Padova dei fascicoli contenuta nel ricorso presentato dai difensori di Venuti, commercialista dello studio padovano Pvp, insieme all’istanza di dissequestro presentata contro il provve-
dimento emesso dal gip David Calabria ed eseguita dalla guardia di finanza di Venezia coordinata da Ancilotto. Venuti non è stato però l’unico a fare ricorso: come lui hanno fatto anche sua moglie Alessandra Farina, i soci Guido e Christian Penso, nonché due mediatori finanziari residenti in Svizzera. Tutti sono infatti coinvolti nella vicenda giudiziaria legata al presunto tesoro nascosto dell’ex governatore veneto Giancarlo Galan, per cui nelle scorse settimane la Guardia di Finanza di Venezia, coordinata da procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e appunto su ordine del gip Calabria, ha avviato sequestri per oltre 12 milioni di euro. Ieri, nel corso della lunga udienza al Riesame, non si è entrati specificatamente su questioni di merito poiché gli avvocati hanno chiesto di poter studiare i fascicoli per intero. Gli avvocati difensori hanno però sollevato, oltre alla questione di competenza territoriale, dubbi sull’identificazione dei profitti, che sarebbero riconosciuti come derivanti da reati tributari però presuntamente ottenuti dal riciclaggio, nonché il tema della prescrizione di buona parte dei reati contestati. Andrea Rossi Tonon
PADOVA Uno scantinato di 32 metri quadrati trasformato in un canile per allevare pitbull. La scoperta è dei carabinieri di Padova Principale che ieri mattina, con le guardie zoofile, hanno ispezionato un garage di via Santa Francesca Saverio Cabrini all’Arcella. Lì un padovano di 35 anni aveva allestito una serie di box con l’occorrente per allevare gli animali. La perquisizione ha permesso di rinvenire cinque cani adulti e due cuccioli. L’uomo, disoccupato, ha evitato una denuncia e il sequestro dei cani perché tutti gli animali godevano di ottima salute: ora rischia una multa. (a.pist.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
A NOVENTA PADOVANA
Negozio in fiamme salvato dai pompieri NOVENTA PADOVANA Il fumo che
usciva dal negozio è stato notato da un residente che ha subito dato l’allarme, evitando un disastro. Un incendio all’alba di ieri ha parzialmente distrutto la rivendita di elettrodomestici Service Più di via Risorgimento, a Noventa Padovana. I vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme, innescate da un corto circuito sviluppato da un deumidificatore. Circa 30mila euro l’ammontare dei danni tra lavatrici distrutte e una vetrata da cambiare. Sul posto anche i carabinieri e un’ambulanza del Suem. (a.pist.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Timbrava e andava in palestra: stangata
Manager Arpav condannata a 18 mesi. Licenziata nel 2017, risarcirà l’ente con 50 mila euro 50 mila euro all’Arpav. L’agenzia ha inoltre avviato un contenzioso con la ex dipendente, avviando una causa di lavoro e in quella sede potrà chiedere denaro in più per il danno d’immagine. Stella è già stata licenziata non appena sono stati resi noti i fatti: la legge Madia consente infatti in casi eclatanti come questi di prendere provvedimenti immediati nei confronti dei dipendenti infedeli. E Stella tra il 2016 e il 2017 sembrava fedele solo alla palestra, che frequentava con assiduità in orario lavorativo. La cosa non è potuta rimanere
indifferente ad altri colleghi di lavoro che hanno segnalato tutto ai vertici dell’agenzia regionale, i quali hanno immediatamente avvisato i carabinieri. I militari si sono appostati con le macchinette fotografiche e nel giro di otto mesi le prove sono diventate incontrovertibili: la donna andava in ufficio, timbrava e poi usciva per recarsi alla palestra Enjoy Fitness Club in Galleria Scrovegni, sala pesi che ha frequentato almeno fino all’ottobre del 2017, quando invece cambia abbonamento per frequentare la Show Heal-
th Training di via Umberto, evidentemente sfruttando un cambio d’ufficio al Genio Civile che si trova nelle Riviere, più vicino a via Umberto. Ieri il giudice ha lievemente abbassato la pena richiesta dal pm Maria Ignazia d’Arpa, che aveva chiesto una condanna di un anno e 8 mesi. L’Arpav, costituitasi come parte civile insieme all’avvocato Giovanni Lamonica, aveva chiesto un risarcimento di 95mila euro, che ora potrà chiedere nel corso del procedimento davanti al giudice del lavoro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Mercoledì 1 Maggio 2019
Ruba la pistola alla finanziera e tenta di sparare in ospedale Tra il beep dei macchinari, il vociare sommesso dei pazienti e il via degli infermieri, all’improvviso un urlo: «Ha preso la pistola. Restate tutti nelle vostre stanze. Non uscite». E subito è calato un silenzio gelido, spezzato solo dalle voci concitate e dai rumori provenienti dalla camera di sicurezza del reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Una stanza con le inferriate alle finestre dove, solo per un soffio, non si è consumata una tragedia. Perché lì, pochi istanti prima, una 31enne nigeriana richiedente asilo, arrestata la sera prima perché arrivata dal Belgio con lo stomaco pieno di ovuli di cocaina, ha improvvisamente disarmato una militare della guardia di finanza che la stava piantonando, rubandole la pistola di servizio e provando ripetutamente a sparare a lei e al collega. Non ci è riuscita solo perché l’arma aveva la sicura, ma disarmarla e ammanettarla non è stato facile neanche per gli agenti della squadra volanti arrivati in aiuto dei finanzieri. Ora dovrà rispondere di tentato omicidio. Un episodio gravissimo, sul quale è prontamente intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, per dimostrare «piena solidarietà alle forze dell’ordine, tolleranza zero per i delinquenti che portano droga nelle nostre strade e aggrediscono chi si occupa della nostra sicurezza». Cosa sia scattato nella testa della 31enne non è ancora chiaro. Era arrivata la sera prima all’aeroporto Canova di Treviso con un volo da Charleroi, in Belgio. Un volo regolare, la donna ha infatti un titolo di viaggio per richiedenti asilo, valido. Arrivata in Sicilia nel 2016 dove ha chiesto protezione internazionale (la commissione territoriale l’ha respinta ma ha presentato ricorso), in questi tre anni non
Lo studio di Francesca Visentin
TRENTO Donna-oggetto. Non solo un modo di dire, ma la realtà di come la donna viene percepita dal cervello umano. Lo dimostra la scienza. Uno studio del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive e del Centro Interdipartimentale Mente Cervello dell’Università di Trento svela cosa accade nel cervello quando una donna viene percepita come oggetto. Pubblicati sulla rivista internazionale «Scientific Reports», i risultati dello studio segnano una svolta sul tema dell’oggettivazione sessuale. E mettono in campo nuovi strumenti per indagare la violenza di genere e la violenza razziale. Jeroen Vaes, docente del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento, a
Dall’aeroporto al Pronto soccorso
La spacciatrice nigeriana era arrivata al Canova (sopra), al Pronto soccorso ha tentato di sparare
è rimasta a lungo in Italia, ma ha viaggiato in Europa. Appena atterrata, lunedì sera, ha trovato ad aspettarla i finanzieri, il suo nome era stato segnalato alla partenza per il sospetto che si trattasse di uno dei tanti corrieri che, dal Nord Europa, portano la cocaina in Italia. Così è stata fermata e subito portata in ospedale dove una radiografia ha confermato i sospetti. È scattata la procedura prevista in questi casi, con l’arresto per traffico di droga e il ricovero in ospedale per il tempo ne-
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Salvini Tolleranza zero per gli spacciatori che portano morte sulle nostre strade
cessario a espellere gli ovuli (qualche decina). La 31enne è stata quindi sistemata nella camera di sicurezza del reparto, sempre piantonata da due finanzieri. Fino alle 9 di ieri mattina, quando ha chiesto di andare in bagno. La militare della Finanza, come da prassi, l’ha accompagnata. Improvvisamente la reazione della nigeriana che le ha letteralmente strappato dal fianco la fondina contenente la Beretta semiautomatica di servizio. In una frazione di secondo
gliel’ha puntata addosso premendo il grilletto. Per fortuna la pistola aveva la sicura e il colpo si è limitato a un «click». La militare ha urlato, richiamando l’attenzione del collega che è corso ad aiutarla. Ne è nata una violenta colluttazione, con la nigeriana completamente fuori controllo che cercava di sbloccare l’arma. I sanitari hanno chiamato la polizia e in pochi istanti, gli agenti di una volante che erano in zona, sono corsi nel reparto. Al loro arrivo la 31enne era bloccata sul letto, con i due finanzieri che cercavano inutilmente di toglierle l’arma, mentre lei continuava a premere il grilletto. I poliziotti a fatica sono riusciti a sganciare il caricatore e a disarmarla. La 31enne è stata ammanettata al letto, mentre urlava e scalciava. Finché ha avuto l’arma in mano non ha smesso un attimo di provare a colpire i militari. C’è voluto del tempo perché nel reparto tutti uscissero dai nascondigli in cui si erano rifugiati e la situazione tornasse alla normalità. I finanzieri sono rimasti leggermente feriti nella colluttazione e sono stati medicati. Per la donna invece si sono aperte le porte del carcere della Giudecca a Venezia e ora, oltre che di traffico di droga dovrà rispondere anche di tentato omicidio. Solidarietà alla guardia di finanza è arrivata subito oltre che dal vicepremier Salvini, anche dal governatore del Veneto Luca Zaia: «Il posto dei delinquenti è il carcere. Non merita altro una persona che non solo è protagonista di un traffico di morte ma in più non avrebbe esitato a sparare su un tutore dell’ordine. Tolleranza zero per chi viene qui a fare il delinquente, se è necessario vanno inasprite le leggi ma va fermata questa spirale pericolosa». Milvana Citter
Un altro imprenditore: soldi del «nero» in Svizzera
La vicenda ● Una 31enne nigeriana richiedente asilo, arrestata la sera prima perché arrivata dal Belgio con lo stomaco pieno di ovuli di cocaina, ha disarmato una agente della guardia di finanza rubandole la pistola di servizio e provando a sparare a lei e al collega. ● Non ci è riuscita solo perché l’arma aveva la sicura, ma disarmarla e ammanettarla non è stato facile
Lo studio Immagine «simbolo» di donna oggetto A destra, una ricercatrice del team universitario, la veronese Daniela Ruzzante
tati dello studio, è che l’attività cerebrale misurata con l’elettroencefalogramma ha rivelato che sono sia gli uomini che le donne a percepire la figura femminile come oggetto. «In conclusione, la donnaoggetto non è più solo un gioco di parole - sostiene il professor Vaes - . C’è una pro-
VENEZIA Spunta un nuovo nome nella lista di imprenditori che si sarebbero rivolti ai ai professionisti padovani Paolo Venuti, Guido e Christian Penso. Nel corso dell’udienza al Tribunale del Riesame svoltasi ieri, in cui si è discusso del sequestro dei beni collegati a un presunto trasferimento all’estero di contanti frutto di attività in «nero» da parte di alcuni imprenditori, il pm Stefano Ancilotto ha depositato un nuovo verbale contenente le dichiarazioni di Pierino Dal Bello, imprenditore padovano del settore alimentare. Dal Bello si sarebbe rivolto ai professionisti per tentare di far rientrare in Italia delle somme di denaro depositate in un suo conto in Svizzera. Un ostacolo che, sempre secondo il verbale, sarebbe stato aggirato attingendo ai contanti che qualche tempo prima l’imprenditore Damiano Pipinato avrebbe consegnato ai professionisti affinché li portassero oltre confine. Parte di quel denaro sarebbe stato consegnato a Dal Bello che, in cambio, avrebbe ceduto la relativa somma già presente nel conto svizzero e che quindi sarebbe stata successivamente trasferita in quello di Pipinato. Intanto, il Riesame ha accolto la richiesta di trasferimento al Tribunale di Padova dei fascicoli contenuta nel ricorso presentato dai difensori di Venuti, commercialista dello studio padovano Pvp, insieme all’istanza di dissequestro presentata contro il provvedimento emesso dal gip David Calabria ed eseguita dalla guardia di finanza. Andrea Rossi Tonon
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Donna in bikini? Il cervello umano la percepisce come un oggetto capo del team di ricercatrici donne che ha elaborato l’analisi e la scoperta, spiega: «Attraverso l’elettroencefalogramma di un gruppo di donne e di uomini, abbiamo dimostrato che una donna in costume da bagno viene vista più simile a un oggetto, rispetto all’uomo». Come si è svolto lo studio? A uomini e donne sono state mostrate foto di donne (e di uomini) sia in costume sia vestiti, alternati a foto di bambole (o avatar) di donne e uomini, in costume e vestiti. E dovevano schiacciare un pulsante quando riconoscevano la persona rispetto alla bambola. Nel caso delle foto di donne, difficilmente è stata riconosciuta la persona rispetto alla bambola (quindi all’oggetto). A stupire di più, tra i risul-
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L’inchiesta
Treviso, tragedia sfiorata: c’era la sicura all’arma. Arrestata spacciatrice nigeriana
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C’è la prova scientifica E ora nuovi strumenti contro la violenza di genere
va scientifica. Nessuno potrà più dire che sia uomini che donne non oggettivizzano la donna, anche se per motivi diversi». Il team dei ricercatori è composto, oltre a Vaes, da Carlotta Cogoni, Veronica Mazza e da due studiose venete, Daniela Ruzzante di Verona e Giulia Cristoforetti padovana di adozione perchè ha studiato a lungo a Padova. Spiega la veronese Daniela Ruzzante, 26 anni: «E’ uno studio che farà aprire gli occhi. Abbiamo portato una prova scientifica che le donne sono percepite come oggetto. Sono molto fiera della nostra scoperta, personalmente da sempre mi occupo di questi temi. E’ un punto d’orgoglio anche che sia stata una squadra al femminile a fare la scoperta. Ma ormai
sono sempre di più le donne nella ricerca, protagoniste di studi rivoluzionari e scoperte innovative». L’intero team di ricercatori è giovane, a iniziare dal professor Vaes, tutti attorno ai trent’anni. «Su una scala del grado di umanità che spazia da persona umana a oggetto, il cervello di uomini e donne riconosce un grado di umanità minore e quindi una maggiore somiglianza a un oggetto in una donna, piuttosto che in un uomo in intimo o in costume da bagno - ribadisce Vaes - . I comportamenti tipici del rapporto con le cose, quindi possesso, sessualizzazione della donna nei media e nei videogame, deumanizzazione, caratterizzano sia la violenza di genere che il razzismo». Ecco quindi che da questa scoperta possono partire nuovi strumenti per rilevare stereotipi e indagare violenza di genere e razzismo. Il prossimo obiettivo del team. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Mercoledì 1 Maggio 2019
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● Il caso del Porto di Venezia
Zaia:«Musolinovadaavanti,nonstiamofacendofuorinessuno»
VENEZIA «Non stiamo facendo fuori Musolino, questo no». A domanda risponde secco il governatore del Veneto Luca Zaia. Sospetto legittimo quello dei rumors che hanno accompagnato la turbolenta approvazione del bilancio dell’Autorità portuale, lunedì, giusto in tempo per evitare il rischio commissariamento. Alla prima convocazione del Comitato portuale, il 18 aprile, i delegati di Città metropolitana e Regione non si erano presentati. E lunedì
Il futuro Il presidente del Porto Pino Musolino (a sinistra) è stato scelto dall’ex ministro Pd Delrio. Ma Zaia nega mire politiche
si è presentato, in collegamento dalle ferie, solo il delegato metropolitano, l’imprenditore portuale Fabrizio Giri, che si astenuto. Voto sufficiente a salvare il bilancio e il presidente dell’Autorità Pino Musolino, ma non a dissipare le tensioni in atto Porto e enti e i dubbi che il governo giallo-verde punti a mettere un suo uomo alla guida del Porto di Venezia. Zaia nega che ci sia niente di tutto questo: «I delegati a essere nel comitato portuale sono autonomi giuridicamente — dice — c’è
Il bilancio Ottimi risultati ma è’ stato approvato lunedì in extremis
un confronto politico con chi li ha designati, ma al momento del voto compiono le loro scelte in assoluta libertà in scienza e coscienza, anche perché poi rispondono di quello che votano. L’ingegner Maria Rosaria Anna Capitelli ha un curriculum da paura. C’è sicuramente dibattito — ha aggiunto Zaia — ma è giusto che sia così, stanno gestendo questioni importanti e io non ho mandato lì un politico a svernare, ho mandato un tecnico che fa le sue valutazioni». In realtà l’origine
Vicenda ● Il Comitato portuale ha approvato il bilancio dopo un a seduta a vuoto e con il solo voto del presidente, «salvato» dalla presenza del delegato metropolitano
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Rifiuti sospetti, esposto dei cittadini sequestrato cantiere del Marco Polo Novemila metri cubi di detriti dalle piste. Noe, da gennaio 21 denunciati in Veneto VENEZIA Terra, pietre e vari materiali di scavo. Novemila metri cubi di rifiuti da costruzione e demolizione accumulati in una montagna che non passava certo inosservata. E, infatti, ad accorgersi che c’era qualcosa di strano in quell’ammasso alle porte del cantiere per l’ampliamento dell’aeroporto Marco Polo di Venezia sono stati i cittadini, che hanno presentato un esposto ai carabinieri. L’area, che si trova a Campalto, dopo il controllo dei militari del Noe è stata posta sotto sequestro e adesso i tecnici dell’Arpav stanno analizzando dei campioni dei rifiuti, che non erano stati stoccati correttamente, per comprendere se in mezzo ci siano materiali pericolosi o meno. Il sopralluogo dei carabinieri, guidati dal comandante Roberto Rapino, risale allo scorzo 27 marzo, dopo la denuncia presentata dai residenti preoccupati alla vista di quella montagna di materiale edile che cresceva giorno dopo giorno. In tutta l’area ci sono diversi cantieri, dal rifacimento delle
piste, all’ampliamento dell’area cargo, fino ai nuovi parcheggi antistanti e non a caso i cittadini stanno con il «fucile» puntato su tutto quello che accade. I lavori finiti sotto la lente del nucleo ambientale dei carabinieri sono quelli per il
rifacimento delle piste di volo, che rientrano nel master plan 2012-2021 di Save iniziati a settembre e che prevedono, oltre alla realizzazione di nuove pavimentazioni, l’allungamento della pista secondaria che ad oggi misura 2.780 metri e che
arriverà a 3.300 (al pari di quella principale) e altre opere di manutenzione straordinaria. I lavori sono stati vinti da un’ati che a sua volta ha subappaltato le diverse fasi di lavorazione e adesso l’azienda edile che si stava occupando del movimento di terre e detriti e scavi è finita nei guai. «Le terre stoccate provengono da lavori in corso di esecuzione – spiegano da Save - Ci risulta un verbale nel quale Arpav, a fronte degli esiti di sopralluogo, richiede una serie di analisi tutt’ora in corso per caratterizzare il materiale». Gli esami non si sono ancora conclusi, ma intanto l’area del cantiere è stata sequestrata. E negli ultimi mesi non è stata l’unica. Da fine gennaio i carabinieri del Noe hanno eseguito sopralluoghi in un’ottantina di aziende, capannoni, cantieri edili e per lo più impianti di gestione dei rifiuti tra Il Veneziano e le province di Padova e Rovigo. Il risultato è allarmante: la metà delle ditte non era in regola. Chi per piccole vio-
dello scontro va cercata nel rapporto tra il sindaco Brugnaro e il presidente Musolino, soprattutto intorno al tema della pianificazione urbanistica delle aree a cavallo tra porto e città. Il Vega, investimenti in via Fratelli Bandiera, i Pili (di società del sindaco ora trasferita nel blind trust): sono tutte aree su cui il Porto rivendica il diritto di dire la sua. Lapidario Zaia: «Comunque, il bilancio alla fine è passato no? Quindi che problema c’è. Musolino vada avanti»
La vicenda ● Il Nucleo ecologico dei carabinieri ha messo sotto sequestro il cantiere del Marco Polo dove sono stoccati i detriti dei lavori per l’ampliamento delle piste ● In quattro mesi in Veneto sono state fatte 21 denunce e 35 mila euro di multe per illeciti nella gestione dei rifiuti
lazioni amministrative, chi per motivi più gravi come la mancanza del registro di carico e scarico, chi per l’emissione dei fumi in atmosfera non in regola e chi per stoccaggio di rifiuti non autorizzato. In un caso, sono stati trovati dei solventi con relativi contenitori o, a Rovigo, cinquemila metri cubi di plastica e scarti tessili custoditi in un capannone. Spesso accade anche che i materiali vengano abbandonati in stabilimenti in disuso e talvolta bruciati se l’edificio in questione non è un posto sicuro in cui lasciarli. Il tutto con la complicità di molti imprenditori che mirano a risparmiare sullo smaltimento. Le aziende irregolari nel Veneziano sono una quindicina, tra cui un impianto di raccolta e gestione rifiuti a Marghera e altre ditte tra Musile di Piave, Noale, Marcon e Mira. In quest’ultima i carabinieri hanno sorpreso il titolare di una società del settore pelletteria che bruciava rifiuti, anche pericolosi, come plastica e scarti di imballaggi. Un’altra quindicina di aziende è a Padova e le restanti sono a Rovigo. Nel complesso, in tre mesi i militari del Noe hanno denunciato 21 persone, tra legali rappresentanti e responsabili tecnici di 41 società, dei quali una quindicina sono veneziani. Le multe sono arrivate a 35 mila euro. Tre sono stati i sequestri di intere aree: quella di Campalto, il capannone di Mira e quello di Rovigo. Eleonora Biral © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mose,ricorsodiMantovani «Rilevantipertrovare Viaalbando«sperimentale» ancheglialtriiresponsabili» Il Cvn vuole manutenzione e ricerca per le cerniere
Le motivazioni per lo sconto a Baita, Savioli e Buson
VENEZIA Mantovani ricorrerà al
VENEZIA Il loro contributo per assicurare la prova dei reati contestati e l’individuazione di altri responsabili è stato «rilevante». È per questa ragione che il giudice per le indagini preliminari Gilberto Stigliano Messuti ha concesso le attenuanti all’ex presidente di Mantovani Piergiorgio Baita, ma anche all’ex membro del comitato direttivo del Consorzio Venezia Nuova Pio Savioli e a Nicolò Buson, ex direttore finanziario dell’impresa padovana, contenendo così la durata delle pene applicate nei loro confronti. Le ragioni della scelta sono messe nero su bianco nelle motivazioni della sentenza depositata il 29 aprile, nella quale si chiarisce anche un altro punto fondamentale. Il gip ha infatti concesso agli imputati la sospensione condizionale sia
Consiglio di Stato contro i commissari del Consorzio Venezia Nuova per il mancato affidamento di 163 milioni di euro di lavori alla consorziata e la decisione di mettere le opere a gara. Il Tar del Veneto le ha dato torto spiegando che i commissari «hanno la massima ampiezza» di azione perché devono assicurare il completamento dell’opera «anche se questo può comportare l’adozione di misure che non sempre coincidono con gli interessi privatistici e strettamente imprenditoriali delle singole consorziate». Dall’impresa non trapelano commenti ufficiali ma a Padova si stanno interrogando sui 300 milioni di lavori affidati senza gara alle aziende minori, che comprendono esecuzione ma anche progettazio-
ne. Il dubbio è che i tre colossi del Cvn — Mantovani, Fincosit, Condotte — siano stati via via emarginati perché più pesantemente coinvolti nello scandalo Mose. Dal Consorzio non ci sono risposte ufficiali; c’è qualche apprensione per il fatto che in prima linea a combattere per il completamento del Mose, delle opere accessorie e per gli aggiustamenti sono rimaste solo le imprese minori. Avrebbe fatto comodo la presenza delle maggiori, tutte uscite dal Consorzio o in amministra-
Consiglio di Stato Lavori alle piccole imprese: l’azienda va dai giudici contro i commissari
zione controllata. La defezione che ha più ingarbugliato la manutenzione è quella di Fip, la collegata di Mantovani che ha realizzato le cerniere delle dighe mobili e che è in amministrazione controllata. Il Consorzio contava sulla presenza delle ditte storiche per rimediare ad errori o fornire informazioni sulla manutenzione. Ma ha superato l’ostacolo: presto sarà emanato un innovativo bando per la manutenzione delle cerniere, una gara di partenariato che si rifà alle normative europee: in pratica si cercano imprese disposte a fare ricerca sull’ossidazione delle strutture, dei bulloni, delle parti mobili in modo da poter dir ogni quanto tempo i componenti vanno sostituiti. Mo. Zi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
sulla base della loro condotta processuale sia, e soprattutto, della «funzione deterrente» costituita dalla minaccia di esecuzione delle sanzioni direttamente in carcere. Il timore della reclusione, insomma, in qualche modo garantisce che gli imputati «si asterranno dalla commissione di ulteriori reati». La pena inflitta è stata di due anni a Baita e di un anno e 8 mesi sia a Buson che a Savioli. Nella stessa sentenza, concedendo anche a loro la sospensione condizionale della pena, con riduzione
Il processo Sospensione condizionale: il timore del carcere svolge funzione deterrente
di un terzo per il patteggiamento e dei due terzi per l’attenuante prevista dalla legge Severino, sono stati condannati a due anni anche l’ex amministratore di Adria Infrastrutture Claudia Minutillo, e l’intermediario padovano Mirco Voltazza. Le accuse rivolte agli imputati erano diverse e determinate dal ruolo ricoperto nel «sistema Mose», venuto a galla attraverso le loro dichiarazioni. Le motivazioni danno risposta ai molti che all’indomani del patteggiamento avevano criticato le «pene troppo basse». Dopo la lettura della sentenza il pm Stefano Ancilotto si era detto soddisfatto affermando che «senza queste persone la procura non avrebbe mai fatto il processo Mose». A. R. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
riciclaggio internazionale. Per gli intermediari svizzeri Filippo Manfredi San Martino di San Gemano D’Agliè e Bruno De Boccard, invece, l’accusa è di esercizio abusivo dell’attività finanziaria con raccolta e gestione illecita di investimenti.
giro di 250 milioni, coinvolti molti imprenditori
Fondi in nero portati in Svizzera, la maxi indagine passerà a Padova
PATTEGGIAMENTI MOSE
Il denaro sarebbe andato all’estero tramite lo studio “PVP” Inchiesta Mose, le motivazioni del patteggiamento di Baita Roberta De Rossi VENEZIA. Passa da Venezia alla
Procura di Padova l’indagine sul riciclaggio internazionale del “fatturato nero” dei grandi imprenditori veneti: danaro è l’accusa - portato in Svizzera per il tramite dello studio PVP di Paolo Venuti e dei soci Guido e Christian Penso, ripulito dopo investimenti all’estero e tornato in Italia con gli scudi fiscali e i condoni. Una montagna di soldi che la Guardia di Finanza ha stimato in almeno 250 milioni di euro, scoperto secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto - seguendo le tracce del “tesoretto” di
Giancarlo Galan, sulla scia delle tangenti Mose. Ieri, i giudici del Tribunale del Riesame di Venezia - chiamati a decidere sul ricorso contro il sequestro di 12 milioni di euro in beni e azioni a carico dei soci dello studio commercialista - hanno raccolto la prima delle eccezioni avanzate dagli avvocati Ambrosini e Rampinelli, relativa proprio alla competenza territoriale. Se passaggio di danaro tra imprenditori e commercialisti c’è stato è avvenuto a Padova e, quindi, la competenza ad indagare è dei magistrati patavini. Così tutti gli atti dell’inchiesta passeranno di mano: l’ufficio dei giudici per le indagini preliminari di Padova avrà 20 gior-
bando di cinque milioni
La Regione finanzia lavori di pubblica utilità e di cittadinanza attiva VENEZIA. La Regione interviene per dare lavoro a chi è più in difficoltà rifinanziando i lavori di pubblica utilità e di cittadinanza attiva. Con il bando 2019 da cinque milioni di euro approvato ieri, la Giunta di palazzo Balbi, su proposta dell’assessore al lavoro, Elena Donazzan, invita comuni, enti strumentali e società partecipate a presentare, in partenariato con cooperative, associazioni ed enti del privato sociale, progetti per l’inserimento lavorati-
Elena Donazzan
domani a roma
Pfas nel Po, Bottacin incontra il ministro VENEZIA. L’Assessore all’Am-
biente della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin incontrerà il Ministro dell’Ambiente domani e nell’occasione chiederà venga fatto il punto sulle misure necessarie per contrastare l’inquinamento da Pfas nel Po. Domani il Ministro ha convocato a Roma la Conferenza del Bacino Padano, a cui parteciperanno tutti i responsabili dell’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Come previsto dall’or-
dine del giorno, il vertice affronterà l’inquinamento da smog. Ma l’Assessore veneto ha annunciato che porrà all’attenzione del Ministro e dei colleghi anche quello dei limiti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas). La Regione del Veneto, infatti, ritiene che il problema necessiti di una soluzione da parte di tutte le regioni rivierasche perché i dati dei rilevamenti nelle acque del Po – che il Veneto ha già deciso di depositare alla
ni di tempo per confermare il sequestro dei beni, che altrimenti decadrà. IMPRENDITORI ACCUSATORI
Nel corso dell’udienza del Riesame, il pm Ancilotto ha depositato il verbale con le dichiarazioni dell’imprenditore padovano Pierino Dal Bello - grande importatore di frutta con la sua azienda Sife, ufficiale della Repubblica e tra i finanziatori della campagna elettorale del leghista Bitonci a sindaco di Padova (con 3 mila euro), sentito per sommarie informazioni il 24 aprile - che al pm ha raccontato di essersi rivolto allo studio commercialista PVP perché non sapeva come far tornare in Italia circa un milio-
vo di almeno mille disoccupati over 30, privi di ammortizzatori sociali e di tutele. «Alla vigilia della festa del Lavoro del Primo maggio» commenta «aver riconfermato questa misura decennale della Regione, alla quale hanno aderito quasi il 70 per cento dei comuni veneti e che ha offerto occasioni di impiego ad almeno 3. 400 disoccupati nell’ultimo quadriennio, dà il segno di un investimento concreto e operativo nella dignità delle persone e nel valore del lavoro». Obiettivo dei progetti di cittadinanza attiva e di lavori di pubblica utilità è offrire ai cittadini più in difficoltà, quelli esclusi dalle dinamiche occupazionali e più a rischio di povertà, la possibilità di avere una occupazione e di ritornare con un atteggiamento attivo e propositivo al-
Procura della Repubblica – confermano una presenza di Pfas di nuova generazione a livelli anomali. «I dati – sottolinea Bottacin – ci dicono che qualcuno lungo il Po sta sversando in grande quantità. Nel fiume, infatti, scorrono ogni giorno quattro chili di sostanza inquinante. È necessario che siano definiti subito i limiti da rispettare lungo tutto il corso perché se vengono fissati solo dal Veneto ma non da chi ha competenza su altri tratti del fiume è un lavoro inutile che non porta ad alcuna soluzione. Al tavolo del Bacino Padano convocato dal Ministro saranno rappresentate tutte le regioni interessate, questa è quindi l’occasione adatta per sollecitare una strategia comune a questa emergenza». —
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Lo studio commercialista di Padova coinvolto nell’indagine
ne di euro depositato in un conto in Svizzera. Per tutta risposta avrebbe ricevuto seduta stante una scatola per scarpe, piena di contanti. Per l’accusa, una prova in più del massiccio traffico di danaro di qua e di là delle Alpi, per la difesa un semplice favore e, in ogni caso, un elemento in più a favore della competenza territoriale di Padova. Eccezione accolta dai
la ricerca di un lavoro. «Non si tratta solo di offrire una esperienza di lavoro temporaneo» sottolinea «ma un percorso di accompagnamento, orientamento e rimotivazione morale e professionale che spezza il circuito negativo della disoccupazione e dell’isolamento sociale. Il vero modo di festeggiare il Primo maggio è offrire il giusto lavoro ad ogni persona». Nel 2018 sono stati 66 i progetti di pubblica utilità approvati in Veneto e finanziati dalla Regione con circa cinque milioni di euro: hanno coinvolto 253 comuni creando occasioni di impiego per 689 disoccupati di lunga durata. Il nuovo bando, di prossima pubblicazione, conferma la sinergia tra Regione, Comuni e soggetti pubblici e privati. — M. A.
giudici, senza entrare nel merito delle contestazioni. Ad ammettere pubblicamente per primo di aver portato in Svizzera 37 milioni tramite lo studio Pvp era stato l’imprenditore padovano delle calzature Damiano Pipinato: soldi poi regolarmente “scudati” con i vari condoni. Venuti, la moglie Alessandra Farina e Penso, padre e figlio, sono indagati per
Si chiude intanto ufficialmente l’inchiesta Tangenti Mose, che nel 2014 ha terremotato il Veneto dell’imprenditoria e della politica. Il giudice Stigliano Messuti ha depositato le motivazioni dei patteggiamenti con i quali protagonisti del meccanismo per la creazione del fondi neri del Consorzio Venezia Nuova - Piergiorgio Baita, Nicolò Buson, Claudia Minutillo, Pio Salvioli, Mirco Voltazza - divenuti grandi accusatori a fianco della Procura, hanno chiuso le loro pendenze penali con pene fino a 2 anni. Sospese «potendosi ritenere che in futuro si asterranno dalla commissione di ulteriori reati, valutata la condotta processuale e la funzione deterrente costituita dalla minaccia di esecuzione delle sanzioni detentive». Dei 27 capi d’imputazione, pochi sono sopravvissuti alla prescrizione. Il giudice ha tradotto in danaro il corrispettivo delle tangenti rimaste nel setaccio: 23,2 milioni, sui quali ha disposto confisca. Che resterà solo sulla carta. A Baita, ad esempio, lo Stato può trattenere solo un quinto della pensione. «Saldato il contenzioso fiscale», commenta l’avvocato Rampinelli, «non gli è rimasto nulla: non c’è una riga che provi che lui si sia arricchito». —
IN BREVE Fiere L’assemblea di IEG approva il bilancio 2018
Industria Somec quadruplica utile Ricavi su a 169 milioni
L’Assemblea degli Azionisti di Italian Exhibition Group SpA (IEG) ha approvato il bilancio d’esercizio e consolidato della società al 31 dicembre 2018 e la distribuzione di un dividendo di 18 centesimi . Gli altri dati: fatturato consolidato a 159,7 milioni di euro (+22,2% sui 130,7 mln del 2017), Margine Operativo Lordo (EBITDA) a 30,8 mln (+ 32,6% sui 23,2 mln del 2017). L’Utile Netto consolidato è pari a 10,8 mln (+17,9% sui 9,2 mln del 2017 che aveva beneficiato di un impatto fiscale favorevole). —
Somec, gruppo ingegneristico che opera in ambito navale e civile, ha chiuso il 2018 con ricavi per 168,9 milioni di euro, in crescita del 50% sul 2017, un ebitda salito del 79% a 17,9 milioni e un utile di 7,8 milioni, quadruplicato rispetto agli 1,8 milioni del 2017. Il portafoglio ordini, si legge in una nota, era pari a 431 milioni di euro a fine 2018 e nel corso del 2019 è stato incrementato di ulteriori 182 milioni di nuovi ordini. Il cda della società quotata sull'Aim ha proposto un dividendo di 0,5 euro per azione. —
il progetto promosso dal cuamm
“Treno per la salute”, palazzo Balbi stanzia finanziamento di 80 mila euro VENEZIA. La Giunta regionale del Veneto su proposta dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, ha approvato uno stanziamento di 80 mila euro per la realizzazione del progetto di divulgazione sanitaria denominata “Treno della Salute”, presentato dal Cuamm – Medici con l’Africa di Padova. «Si tratta» sottolinea l’assessore veneto «di una bella iniziativa, con la quale
vengono diffuse informazioni sui fattori di rischio delle principali malattie croniche, a offrire consigli sugli stili di vita salutari e a promuovere e sostenere i valori universali di equità in salute e salute globale, attraverso la conoscenza delle differenze economiche, sociali e culturali tra il Veneto e le zone povere dell’Africa». Non a caso, i promotori dell’iniziativa sono il
Cuamm di Padova, il Gruppo dei Ferrovieri del trasporto regionale del Veneto per l’Africa, la Regione Veneto e le sue Usl. Il primo appuntamento con il Treno della Salute è già fissato per domani, maggio, alle 11, al binario 14 della Stazione di Venezia Santa Lucia, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale ai Trasporti. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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La sfida delle regioni
Zaia sull’autonomia «I 5 Stelle rispettino la volontà popolare Passi indietro? Mai» Salvini: «Confido che a brevissimo il Consiglio dei ministri approvi le bozze d’intesa e le trasmetta al Parlamento» Filippo Tosatto VENEZIA. Chiamiamolo penultimatum. L’autonomia incombe come un macigno sulla litigiosa alleanza gialloverde e il grido di dolore di Luca Zaia assume il tenore di un sussulto: «Io sono l’amministratore delegato del Veneto e ho il dovere di difendere i diritti della nostra gente, non cerco la rissa però non posso accettare che un anno e mezzo dopo il referendum si continui a favellare di sanità di serie B, scuola di serie C, secessione dei ricchi...». Il governatore leghista ce l’ha con il M55, reo di frenare il via libera alla riforma, e si rivolge ai grillini alternando bastone e carota: «Le critiche e le perplessità sono legittime, siamo qui per chiarirle, ma il partito del dubbio non ha mai prodotto nulla. È come ritrovarsi da notaio con un contraente che ritira la firma e non ti spiega perché, faccio appello ai 5 Stelle di buona volontà, non si limitino a dire no, mettano nero su bianco la loro proposta, lo devono a milioni di cittadini e non soltanto del nord perché ora sono 17 le regioni che richiedono maggiore autonomia allo Stato». IL BASTONE E LA CAROTA
Il richiamo è al rispetto degli impegni: «Di Maio parla di forzature elettorali e rischi per la coesione nazionale? Ma in Italia si vota ad ogni pié sospinto e l’autono-
mia, che tutto è tranne un attentato all’unità italiana, è un obiettivo costituzionale, incluso nel contratto che ha consentito la nascita del governo Conte e addirittura previsto dal Def. Il M5S consenta al Parlamento di discutere la bozza d’intesa raggiunta, poi ciascuno trarrà le proprie conclusioni». C’è chi prevede che il mancato traguardo si tradurrà in un calo di consensi alla Lega e chi attribuisce a Matteo Salvini scarso entusiasmo all’idea di un Veneto “bavarese” a trazione zaiana... «Premesso che non facciamo questa battaglia per
dare avanti sul tema dell’autonomia. Visto che c’é l’impegno programmatico dell’alleato e il voto di milioni di italiani che vogliono un paese più efficiente e moderno, spero che il Consiglio dei ministri a brevissimo approvi la pre-intesa e la trasmetta alle camere». Pià sbrigativo, sul versante del Carroccio, il governatore friulano Massimo Fedriga: «Se il contratto viene applicato l’esecutivo avrà vita lunga, altrimenti non ha senso andare avanti, faremmo come il Pd in passato: occupare le poltrone senza vantaggi per il Paese». LEU: SI ROMPE L’UNITÀ
Il governatore friulano Fedriga: se il contratto non è rispettato, inutile prolungare l’alleanza raccogliere voti ma perché risponde alla volontà popolare, credo che gli elettori abbiano ben chiaro chi si batte per l’autonomia e chi la ostacola. Salvini? Si è sempre mosso bene, ha scelto come ministro la nostra Erika Stefani, il suo sostegno alla causa non è mai mancato. Rivalità? Al contrario, in passato mi ha ventilato opportunità importanti, che ho declinato preferendo restare in Veneto». SPADA SUI GIALLOVERDI
Evocato a distanza, Salvini rilancia il mantra: «La Lega è pronta anche oggi ad an-
Tant’è. Con i pentastellati recalcitranti se la prende anche il senatore Antonio De Poli: «Chi rimanda o perde tempo vuole solo fare abortire il processo dell’autonomia, è il caso del M5S, deciso ad impedire alla Lega di incassare un risultato che è, da sempre, obiettivo di tutto il centrodestra», sostiene il presidente dell’Udc. A sinistra però c’è chi oppone un veto di principio: «Zaia fa propaganda, strumentalizza il voto popolare e, trincerandosi dietro la Costituzione, mira in realtà alla rottura dell’unità nazionale», l’accusa di Stefano Fassina (Leu), convinto che «le bozze d’intesa sottoscritte da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna corrodano il patto civile di solidarietà in nome dell’egoismo». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
europee, sostegno dell’indipendentista al candidato svp
E Guadagnini voterà Dorfmann «Autonomisti veri? A Bolzano» VENEZIA. Il consigliere regio-
nale Antonio Guadagnini sposa la causa di Herbert Dorfmann (Sudtiroler Volkspartei) e di quella che definisce «vera autonomia». Ieri mattina all’hotel Bologna di Mestre, Guadagnini per il Partito dei Veneti, ha appoggiato ufficialmente – con lui anche Andrea Bona vicepresidente Bard e Marinella Piazza – la campagna elettorale del parlamentare europeo che si bat-
te per «un’Europa delle regioni e non degli Stati». «Se vuoi essere come Bolzano devi fare come Bolzano» ha esordito il consigliere regionale «in base a questa idea abbiamo stretto un patto di collaborazione con i movimenti autonomisti più forti dell’arco alpino. L’obiettivo è percorrere anche in Veneto questa strada e trattare grazie al consenso più autonomia con Roma».
Una strategia secondo Guadagnini, vincente rispetto a quella di Zaia. «Credo sia l’unico modo per ottenere qualcosa quello di avere forza contrattuale. Serve consenso e servono voti». Diretta la bordata al governatore: «L’autonomia di Zaia non è autonomia, la sua è una trattativa sul decentramento amministrativo, per me si parla di autonomia solo quando c’è il controllo delle entrate,
Matteo Salvini e Luca Zaia: il governatore confida nel pieno sostegno del vicepremier alla causa autonomista
forcolin: regione in buona salute
Sì al bilancio consuntivo del Balbi: 16,4 miliardi debito giù di 300 milioni VENEZIA. La Giunta regionale
ha approvato il Bilancio consuntivo 2018 che, ora, sarà sottoposto al vaglio della prima commissione prima di approdare all’aula del consiglio regionale per il voto definitivo. Il rendiconto generale ha un valore complessivo pari a 16 miliardi e 486,356 miioni di euro con entrate e spese in pareggio. «I numeri fondamentali», sottolinea il vicepresidente e assessore al bilancio Gianluca Forc olin «testimoniano uno stato di buona salute dei conti della Regione so-
altrimenti sei dipendente dello Stato che allunga il guinzaglio». Da qui ad appoggiare l’europarlamentare Dorfmann e il suo progetto, il passo è breve. «Abbiamo tante cose in comune» spiega il candidato «gestire regione e territorio significa avere l’appoggio dell’Europa, una regione deve essere inserita in contesto più alto. Trento e Bolzano sono l’esempio che autonomie e gestione del territorio possono funzionare e penso che questa opportunità vada data anche alle altre regioni che la vogliono avere». Autonomia, per il candidato, non significa chiamarsi fuori da solidarietà nazionale. «Chiaro che in uno stato come l’Italia ci sono territori
prattutto se si considera che le amministrazioni regionali sono sempre più impegnate a misurarsi in un contesto contrassegnato da rigidissime regole di finanza pubblica. Al 31 dicembre, ad esempio, il fondo cassa ammontava a ben 1,178 miliardi, un dato che similarmente a quanto avviene in una buona azienda privata, è indice di rigore e acquisisce particolare rilevanza abbinandolo ai tempi di pagamento della Regione nel 2018 che si sono attestati a circa 20 giorni rispetto ai 30 im-
Antonio Guadagnini assieme a Herbert Dorfmann
che hanno bisogno di aiuto, ma le regioni devono sapere di quanto contribuiscono e su questo punto a Bolzano ab-
posti dalla legge, segnando anche un miglioramento rispetto all’anno precedente, con tempi di pagamento più rapidi di ben 9 giorni». «Il valore positivo del nostro fondo cassa», conclude Forcolin «ci ha messo in condizioni di non dover ricorrere a finanziamenti bancari per gli investimenti già autorizzati prima del 2015, rendendo possibile un altro importante risultato: la riduzione del debito autorizzato e non contratto di circa 303 milioni di euro. Con riferimento, poi, alla spesa corrente pro capite, risulta pari a 2.219 euro, dei quali 1936 pari all’87% sono stati riservati all’ambito sanitario. Per quanto riguarda la spesa in conto capitale, la quota pro capite è pari a 145 euro, la maggior parte dei quali (133 euro) destinati al finanziamento di interventi sul territorio». —
biamo lottato a lungo». Dorfmann ha una idea precisa sull’autonomia di Zaia: «Il Governo del Veneto è in difficoltà perché a Roma non c’è politica di federalismo. La Lega si trova stretta tra un’ala fortemente nazionalista e un’ala federale. Non accuso il governo veneto di non far nulla ma mi rendo conto della difficoltà». Il Governatore deve sciogliere il nodo gordiano, per il candidato. Che chiude: «Zaia deve decidere se continuare a sostenere la politica romana e il governo nazionale che ha fatto altre promesse come il reddito di cittadinanza (che costa), o rompere. Non vedo via di uscita». Non c’è una terza via. — Marta Artico
Belluno Mercoledì 1, Maggio 2019
CALALZO CANE SMARRITO NEL BOSCO A PASQUA TROVATO VIVO IERI
San Giuseppe Nessun dubbio che S. Giuseppe non fosse un operaio vero, un lavoratore, un uomo di fatica. Si ritiene che sia stato falegname, fabbro, carpentiere, carradore.
6°C 19°C Il Sole Sorge 5.54 Tramonta 20.22 La Luna Sorge 4.54 Cala 16.35
Sport
Musica Sabato Corinfesta evento “galattico” a Longarone con 300 bambini
Il setter Tell con la sua padrona e i pompieri Bolzonello a pagina XIV
Mercoledì ricco di eventi tra corse e i Pulcini a Feltre La Champions dei mini calciatori allo Zugni Tauro con 500 giocatori di 36 squadre compresa l’Inter. Il Cavarzano si gioca tutto a Cison
Bridda a pagina XVIII
A pagina XV
Schede sanitarie: attenzione ad ictus e infarti `La V Commissione
consiliare ha approvato il piano 2019-2023 La sanità del futuro è stata “disegnata” ieri in Regione. Sono state approvate ieri dalla V Commissione (Sanità) del Consiglio regionale, le schede ospedaliere 2019-2023. «Confermate quelle bellunesi con più posti letto alla Gastroenterologia di Belluno, ha spiegato Fabrizio Boron, presidente della Commissione, abbiamo inserito reparto di neuropsichiatria infantile con posti letto e primario, specifica l’as-
sessore Manuela Lanzarin. Confermato il punto nascite di Pieve di Cadore». Agordo e Pieve di Cadore sono confermati come ospedali “in zona disagiata”. A Belluno tra le novità anche il centro di senologia, la neurologia per l’ictus, la cardiologia H24 con emodinamica. Le malattie infettive struttura di riferimento regionale per le patologie da zecche. L’ospedale di Feltre confermato riferimento del Primiero e centro di anatomia patologica. La Chirurgia rimane centro di riferimento per la chirurgia oncologica gastrointestinale. Fant a pagina II
Belluno
Aliante precipitato i giudici assolvono l’aeroclub Dell’Oro “Scagionato” l’areoclub Dell’Oro: l’aliante era perfettamente funzionante e non ci sono colpevoli per la morte del pilota Angelo Moresco, 59 anni di Castello di Godego (Tv) che precipitò sul Serva nel giugno 2018. IL SAN MARTINO Di Belluno ieri approvate le schede sanitarie
A pagina V
Salvata la stagione dello sci Impiantisti più forti della tempesta Vaia: «Il settore tiene, risultati in linea con quelli degli anni scorsi»
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Cortina
Tassa di soggiorno albergatori ligi, rifugi e b&b meno Sono stati soprattutto gli ospiti degli alberghi a pagare l’imposta di soggiorno che ha portato nelle casse del comune di Cortina un milione 400mila euro, nel corso del 2018, il primo anno completo di applicazione del tributo, istituito nel dicembre 2017. Gli hotel hanno versato l’82.76% della tassa; gli appartamenti in affitto 6.90; i rifugi 2.68; 0.62 gli agriturismo; 6.37 i campeggi; 0.67 i bed and breakfast. Fra gli alberghi, le strutture a una e due stelle hanno contribuito per il 2.28%. A pagina XIII
Oggi c’è moltissima neve fresca sulle piste del Faloria, sopra Cortina, a garantire le ultime inebrianti sciate di una stagione lunghissima, iniziata 170 giorni fa, lo scorso novembre. La tradizionale chiusura da record della funivia che sale dal centro di Cortina con musica e gastronomia mette il sigillo a un inverno che si è rivelato tutt’altro che facile per gli impiantisti: «Alla fine vediamo comunque più luci che ombre, perché siamo riusciti a produrre dati importanti, in una stagione davvero difficile con risultati in linea con quelli degli anni scorsi», commenta Renzo Minella, che lavora nell’area sciistica di Falcade ed è presidente della sezione Veneto dell’Associazione nazionale esercenti funiviari. «Abbiamo cominciato l’inverno rimediando in fretta e con grande energia i danni causati dalla tempesta Vaia, con un lavoro straordinario per la messa in moto degli impianti, per garantire la percorribilità delle piste. Dibona a pagina III
Dieci mesi di reclusione. È la pena che ha patteggiato ieri in Tribunale a Belluno, di fronte al gup Elisabetta Scolozzi, il responsabile alla sicurezza dell’azienda Pandolfo, Stefano Bedin di Feltre. È lui l’unico che era rimasto nell’inchiesta per la morte di Marcello Di Leonardo, il 39enne operaio di Lentiai che morì in un infortunio sul lavoro il 15 dicembre 2016. Infatti la posizione del legale rappresentante della ditta, Vincenzo Pandolfo, di Padova, difeso dall’avvocato Pietro Someda di Padova, al termine delle lunghe indagini, venne archiviata definitivamente. Bonetti a pagina IX
Santa Giustina
Crollo del tetto nella cartiera De Medici indagine interna per scoprire le cause
LA SEDE dello stabilimento della Pandolfo scenario della tragedia
La produzione è ripresa regolarmente ieri, dopo il crollo che si è verificato lunedì, nella cartiera di Santa Giustina, Reno De Medici Spa. L’azienda ha avviato uno studio sulle cause del crollo di una campata del magazzino e precisa «la struttura è stata giudicata assolutamente sicura. È stato un evento accidentale». A pagina VIII
VIGILI DEL FUOCO Alla cartiera
Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it
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«Abbiamo terminato la fase emergenziale dei disagi sul Nevegal». Lo ha annunciato ieri, intorno alle 17.30, il sindaco Jacopo Massaro, con un aggiornamento sulla criticità al Colle, isolato per ore a causa del maltempo del fine settimana. Da ieri la situazione stava tornando alla normalità e il Coc (il centro operativo comunale per le emergenze è stato chiuso). «I problemi principali - ha spiegato il sindaco Massaro - sono stati causati dalla particolare “pesantezza” della neve, che ha sottoposto gli alberi ad un fortissimo stress. Adesso dobbiamo attendere lo scioglimento della neve rimasta a bordo strada per poter eliminare le ramaglie in vista della stagione estiva. A pagina V
Collegamento alla Pusteria: tutti a Venezia
Asini, pecore: 600 capi nella bufera
Morte alla Pandolfo, dirigente patteggia 10 mesi
Nevegal: l’emergenza è rientrata
Comelico
Alpago Notte in quota nella tormenta
IL SALVATAGGIO All’azienda Pianon hanno lavorato tutta la notte
Belluno
D’Incà a pagina XI
Discesa a Venezia. E poi marcia su Roma. Non sono i gilet gialli francesi, ma i gilet comeliani, con tanto di scritta “sì al collegamento, no ai vincoli”. Il comitato che sostiene i nuovi impianti sciistici Comelico-Pusteria ha deciso: darà vita a un presidio in laguna il 9 maggio e a un altro nella capitale il 15 dello stesso mese. Poi, manifestazione da Candide a Padola. L’obiettivo è uno solo: far capire alla politica che la montagna ha bisogno del collegamento sciistico e che non si tratta di speculazione edilizia. D. Tormen a pagina XIV
VI
Rovigo
Mercoledì 1 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Sanità, la Regione boccia le proposte del Polesine `«Le nuove schede
penalizzano sia Adria che Trecenta» SCHEDE OSPEDALIERE ROVIGO «Per l’ospedale di Adria,
il più colpito dai tagli, avevamo chiesto che rimanesse presidio di rete, spoke, e invece sarà declassato a ospedale di base» commentano amari Patrizia Bartelle di Iic e Piero Ruzzante di Leu, mentre Graziano Azzalin del Pd scuote la testa: «Tutte le proposte fatte per l’ospedale di Adria sono state bocciate, questo è il segno della considerazione del centrodestra verso il Polesine». PRESENTAZIONE L’ex sindaco di Loreo ed ex senatore Bartolomeo Amidei con alcuni dei sostenitori della lista di Fratelli d’Italia
FdI: «Casa popolari solo a chi è a Rovigo da 15 anni» In lista anche l’ex consigliere Pd Moretto: `Sostegno alla candidata della Lega: «Non ho tradito, ma le cose sono cambiate» «Gambardella ha le giuste potenzialità» `
VERSO LE ELEZIONI ROVIGO Fratelli d’Italia cerca di
mettere alle spalle la tempesta con la Lega dei giorni precedenti la presentazione della lista elettorale e guarda alle elezioni del 26 maggio con positività: «È la prima volta che a Rovigo questo partito riesce a presentarsi alle Amministrative», ammette l’ex senatore Bartolomeo Amidei, leader in Polesine del movimento legato alla Meloni. Alla presentazione della lista ai tavoli del Corsopolitan, locale di proprietà del candidato Giacomo Sguotti, era presente anche Mattia Moretto, campione delle preferenze alle sue prime elezioni nel 2015, entrato in Consiglio con il Pd ma che ora ci riprova sotto la bandiera di FdI.
VIA DALLA SINISTRA Sul perché abbia deciso di fare il salto dal centrosinistra alla destra, l’ex consigliere ha spiegato: «È molto semplice: nel 2015 ho accettato di scendere in campo come indipendente con quel partito e per una serie di questioni sono stato eletto. Là all’epoca avevo visto un progetto, una capacità di vincere basata su idee che guardavano alla città. Sono stati quattro anni di richieste di iscrivermi al partito, io sono rimasto fedele nell’opposizione fino all’ultima sera (il 21 febbraio, insieme ad altri 21 consiglieri, ha rassegnato le dimissioni facendo cadere l’amministrazione Bergamin, ndr). Non ho mai tradito nessuno, ho sempre fatto opposizione, ma quando è stato mandato a casa il sindaco si sono aperti diversi scenari. Quello che ho detto all’epoca in au-
la in questi anni non è molto diverso: per me la questione della sicurezza, per esempio, è sempre stata importante».
LA PRESENTAZIONE Domani, al Salone del Grano della Camera di Commercio, alle 18,30, FdI parteciperà alla presentazione di tutta la coalizione che sostiene Monica Gambardella. Una candidata, spiega Amidei, «con le giuste potenzialità, per svolgere questo compito. È una donna, quindi ha una marcia in più». Per quanto riguarda il programma, il capolista, ex sindaco di Loreo ed ex senatore nella passata legislatura, sostiene che «ci vuole responsabilità nel dire cose che sono realizzabili, perché dire che si fa un altro ponte sull’Adige, che si regalano i parcheggi o si fa un casello autostradale in più, mi
sembra un populismo senza senso. Per quanto riguarda le case popolari io cambierei le regole di assegnazione, richiedendo almeno 10 o 15 anni di residenza.
VIABILITÀ Per la viabilità, con i parcheggi ritengo si debba lasciarne una quota gratuita, monitorati con un sistema informatico attraverso dei sensori collegati ad una app per sapere quali sono disponibili».
QUINTA COMMISSIONE L’ultimo passaggio in commissione delle schede ospedaliere, che torneranno ora alla Giunta regionale per la definitiva approvazione, lascia una coda di insoddisfazione in Polesine. Da parte dell’assessore regionale Manuela Lanzarin i toni sono ben diversi: «Con queste schede la sanità veneta può compiere un nuovo passo avanti di efficienza organizzativa e di erogazione delle cure tarata sulle esigenze, storiche ed emergenti, della popolazione». Ma nell’elenco delle modifiche, non compare il Polesine. Anche quando parla della «classificazione come “spoke” degli ospedali di Venezia, Chioggia e Villafranca, e il ripristino come ospedale “spoke a due gambe” dei nosocomi di Montebelluna e Castelfranco». In realtà, citato anche «l’inserimento di un reparto di neuropsichiatria infantile con posti letto e primario in ognuno degli ospedali hub (quindi anche Rovigo, ndr); la conferma di tutti i punti nascita, anche dei tre che non hanno ottenuto la deroga nazionale (quindi anche quello do Adria, ndr)». Per Azzalin, «le schede licenziate in Com-
Amidei poi si è dedicato ai luoghi abbandonati della città, suggerendo l’utilizzo dei due ex palazzi della Banca d’Italia (quello di via Mazzini è del Comune, l’altro di via Domenico Piva) per la sede della Guardia di Finanza. Alberto Lucchin
Candidati al capezzale del commercio nuovo slancio alle attività del centro I NODI DEL COMMERCIO ROVIGO Decine di vetrine vuote.
È lo scenario che si presenta a rodigini e turisti frequentando le vie del centro storico, soprattutto in corso del Popolo. I sette candidati sindaco si sfidano su questo aspetto del commercio, ognuno proponendo ricette di diverso genere per rilanciare gli acquisti tra le vie in porfido del centro e dare così nuova linfa agli esercenti. Il movimento politico di estrema destra CasaPound, con il candidato sindaco Marco Venuto, da domani inizierà un tour tra i negozianti: «Ascolterò eventuali proposte e segnalazioni da parte di chi, col proprio quotidiano impegno, mantiene viva la nostra città». Venuto propone di rendere gratuiti i parcheggi dalle 16 alle 8, di creare un marchio che raduni le aziende locali. L’antagonista di centro Antonio Saccardin (Presenza Cristiana), inve-
MORIA DI ATTIVITÀ Decine i negozi non utilizzati in centro a Rovigo
ce, ha uno spirito più cauto e vuole così evitare proposte roboanti: «Secondo me la prima cosa da fare è incontrarsi con i commercianti, perché dire per esempio “parcheggi gratis sì oppure no” serve a poco se prima non si ascoltano le loro esigenze». Mattia Maniezzo (M5S) si avvicina alla linea di Saccardin proponendo una ricetta ampia: «Non servono misure fini a se stesse, ma una visione d’insieme, coordinando tutti i cittadini». Ezio Conchi, a guida della coalizione di centrodestra con
Cambia Rovigo e Rovigo Futura, sostiene che vada «creata una rete tra commercio, cultura, eventi, sport ed enogastronomia, per creare diversi punti d’interesse. Poi ognuno aiuta, senza volerlo, l’altro. Da parte propria, le associazioni di categoria dovranno essere propositive e collaborative». Di altro parere Monica Gambardella, sostenuta dagli altri partiti di centrodestra, che ritiene che un grande aiuto al comparto arrivi da una «riorganizzazione della tariffazione, per evitare doppi
SAN LUCA L’ospedale di Trecenta
EX BANCA D’ITALIA
Superenalotto, 25mila euro vinti alla tabaccheria Alìper GIOCATA VINCENTE ROVIGO Un, due, tre, quattro:
`Le ricette per dare
missione non hanno spazzato via la sensazione che la sanità polesana sia considerata di serie B: il rischio che l’ospedale di Rovigo, classificato come hub, diventi in realtà lo spoke di una struttura di un’altra provincia non è stato scongiurato, mentre Adria e Trecenta escono fortemente penalizzate. Poi, non basta assegnare un primario in più, se poi per assumerlo devi chiedere un’autorizzazione che magari arriva mesi e mesi dopo». «Avevamo posto quattro questioni di carattere generale – rincarano la dose Bartelle e Ruzzante - raccogliendo le osservazioni dei sindaci, dei rappresentanti dei medici e dei professionisti della sanità: ci è dispiaciuto riscontrare da parte della Giunta Zaia e della Lega una sostanziale chiusura, nonostante l’intento delle proposte fosse assolutamente costruttivo. Il bilancio dei vent’anni in cui la Lega ha governato ininterrottamente il Veneto è chiaro e drammatico, i posti letto ospedalieri totali sono calati da 21.067 (dato 2002) a 17.900 (dato programmazione 2019). Un taglio di ben 3.167 posti letto, pari al 15%, che assume dimensioni ancora più drastiche se si considerano i soli posti letto nella sanità pubblica: -20%, uno su cinque, mentre nel privato accreditato sono aumentati di circa il 16%». F.Cam.
pagamenti per lo smaltimento rifiuti», oltre ad una «promozione di iniziative di attrazione e attenzione al decoro urbano. Centri grandi e piccoli potrebbero lavorare in sinergia, come avviene in altre città, ma serve collaborazione tra enti, commercianti e associazioni». «L’idea è quella già coltivata con ottimi risultati in altre realtà, quella di trasformare il centro città in un vero e proprio centro commerciale a cielo aperto» è la proposta invece del candidato di centrosinistra Edoardo Gaffeo, che spiega che così diverrebbe «un luogo di interazione costante anche grazie ad un’attenta organizzazione di eventi. In coerenza alle linee programmatorie fornite dalla Regione nell’ambito dell’identificazione dei cosiddetti Distretti del Commercio». Mentre, infine, la candidata civica Silvia Menon si affida a «parcheggi gratis nel weekend» e «riduzione della tariffa massima ad 1 euro», oltre a «un secondo piano di parcheggio su piazzale Di Vittorio e un nuovo parcheggio al posto dell’ex caserma dei vigili del fuoco di vicolo Donatoni». A.Luc.
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stella. E fioccano 25mila euro. E’ questa la vincita messa a segno nella tabaccheria Stella del centro commerciale Alìper della titolare Cristina Venturini, lo scorso sabato 27 aprile. E il “baciato dalla fortuna” è un rodigino di mezza età, cliente affezionato della tabaccheria, che, per la precisione, si è portato a casa un bottino di 25.128 euro a fronte di una giocata di pochi euro al “4 stella”: si sfida la fortuna puntando su cinque numeri, quattro cifre più il cosiddetto “superstar”. E’ la stessa Venturini a raccontare com’è andata: «Dopo l’estrazione di sabato sera abbiamo fatto il resoconto delle estrazioni con la stampata dei numeri e delle vincite e ci siamo resi conto che qualcuno da noi si era aggiudicato i 25mila euro». Nei giorni successivi la titolare è stata poi contattata dal vincitore: «Mi ha chiesto qualche informazione su come incassare la somma – prosegue –, visto che in questi casi non è
IL FORTUNATO È UN GIOCATORE ABITUALE DI MEZZA ETÀ: «ERA INCREDULO DELLA FORTUNA AVUTA»
la tabaccheria ad erogarla ma una banca fornendo le coordinate del vincitore». Mantenendo il massimo riserbo sull’identità del fortunato, la titolare della tabaccheria fa sapere che si tratta sì di un giocatore abituale, ma che punta cifre moderate, pochi euro per tentare la fortuna: «Al telefono, quando mi ha chiamata era incredulo – aggiunge –, tanto che mi ha mandato la foto della schedina e abbiamo fatto la convalida della vincita». Non è la prima volta che la tabaccheria Stella si aggiudica grossi premi: «Qualche anno fa – conclude Venturini – sono stati vinti 50mila euro e con il Gratta e vinci più di qualcuno ha portato a casa 10mila euro». E.Bar.
TITOLARE Cristina Venturini
V
Treviso
Mercoledì 1 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Teatro, lo Stabile salva i dipendenti Ufficializzato l’accordo tra Comune, Fondazione e Regione ` Zaia: «Rilanciamo una delle istituzioni illustri del Veneto» Nessun lavoratore perderà il posto. Conte: «Una nuova era» Beltotto: «Un Del Monaco di qualità e dal bilancio sano» `
L’ANNUNCIO TREVISO «L’accordo è stato trova-
to e sarà positivo per tutti». Luigi Garofalo, presidente della Fondazione Cassamarca, ci mette la giusta enfasi per sottolineare una svolta a suo modo epocale: il teatro Comunale Del Monaco torna definitivamente nelle mani del comune di Treviso che, allo stesso tempo, ha chiesto ufficialmente l’ingresso nel Teatro Stabile del Veneto. E il cerchio è quasi chiuso: adesso manca il via libera dei soci dello Stabile (che già comprende il teatro Goldoni di Venezia e il Verdi di Padova) cui verrà presentato piano industriali e bilancio. Ma l’ok è scontato. Tirano quindi un sospiro di sollievo anche i dipendenti : non perderanno il proprio posto di lavoro. Si tratta di 12 persone con varie competenze: «Professionalità di ottima qualità e attaccati al Teatro», sottolinea Garofalo. In sei, ma il numero esatto lo si saprà quando verrà definito il cartellone degli spettacoli, passeranno alle dipendenze dello Stabile, il resto rimarrà con Ca’ Spineda: «Verranno ricollocati nelle attività
culturali e artistiche che la Fondazione sta riattivando», spiega il presidente. Insomma: tutti felici.
A CA’ SUGANA Il più sollevato di tutti è il sindaco Mario Conte. La questione teatro, con le stagioni artistiche in bilico e il pericolo di chiusura imminente vista l’impossibilità di Fondazione a portarne avanti la gestione, è stata la prima vera grana che ha dovuto affrontare una volta arrivato a Ca’ Sugana: «Oggi è un giorno importante per la città - ribadisce - ricomincia il percorso di crescita del nostro teatro che tornerà a essere un punto strategico nel territorio. Il Comune si riprende un De Monaco rimesso a nuovo dalla Fondazione Cassamarca che ha deciso, negli anni, di investirci tanti soldi. Poteva essere un buco nero, invece è diventato un gioiello». Il sindaco non dimentica la tensione e la pressione che lo hanno accompagnato in questi mesi, ma ora si sente su un trampolino di lancio: «Il destino del teatro è stato in bilico, adesso siamo entrati in una piattaforma come quella dello Stabile che ci proietta in una dimensione nazionale e internazionale».
LE TAPPE Ieri sono state Fondazione e Ca’ Sugana a mettere nero su bianco il passaggio di consegne sul Comunale, poi il sindaco ha ufficializzato la richiesta di entrare nello Stabile direttamente al presidente Giampietro Beltotto e all’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, entrambi presenti e sorridenti. «Un passaggio fondamentale ha ribadito l’assessore - che sviluppa la rete di teatri in Veneto e ci rafforza». Beltotto ci aggiunge un po’ di pepe: «Ringrazio la generosità della Fondazione, del presidente della Regione Zaia che ha seguito questo progetto passo dopo passo. Ho letto di gente che criticava i costi, molto probabilmente persone che non sanno leggere un bilancio dove,
IL COMUNE HA CHIESTO L’INGRESSO NEL CIRCUITO VENETO «ADESSO ENTRIAMO IN UNA DIMENSIONE INTERNAZIONALE»
L’indiscrezione
oltre ai costi, ci devono essere anche i ricavi. Non ci sono benefattori che mettono soldi, ma attività che devono produrre cultura e un bilancio sano e a Treviso accadrà questo».
SODDISFAZIONE
Il maestro Marcon per il posto in Cda Una delle prossime partite legate all’ingresso di Treviso nel circuito del Teatro Stabile sarà quello delle nomine. Ca’ Sugana, in quanto nuovo socio, avrà diritto a nominare un suo rappresentante all’interno proprio del consiglio d’amministrazione. Il sindaco Mario Conte vuole una figura esperta, dal curriculum importante. Il nome che gira è quello del maestro Andrea Marcon, maestro d’orchestra, clavicembalista e organista di livello internazionale diventando un punto di riferimento per la musica barocca.
Da Venezia osserva contento il governatore Luca Zaia: «Esprimo un plauso convinto per l’iniziativa di rilancio di una delle più illustri istituzioni culturali di Treviso e del Veneto. L’impegno profuso da tutti nel ricercare la soluzione migliore per valorizzare l’attività del teatro trevigiano, consente di guardare alla futura programmazione con grande aspettativa e interesse. Ho sempre sostenuto la creazione di un ente teatrale unico della nostra regione e con la futura adesione del teatro di Treviso diventano tre le sale gestite dal Teatro Stabile del Veneto, Sottolineo che tale accorpamento non potrà che favorire il prezioso coinvolgimento di finanze private nell’attività dell’ente e assicurare economie di scala nell’acquisto di prodotti, nella gestione del personale, nell’offerta al pubblico». Paolo Calia
Ca’ Sugana spenderà 400mila euro «Investimenti» I NUMERI TREVISO Tutto, adesso, ruota
attorno ai numeri. L’adesione al Teatro Stabile ha un costo, che il sindaco Mario Conte preferisce definire “investimento”. Ca’ Sugana, assieme alla domanda di adesione, dovrà allegare anche un assegno da 220mila euro: a tanto ammonta la quota annua per poter rimanere nel circuito veneto che ha mire anche oltre confine. Oltra a questo dovrà aggiungere i 180mila euro di contributo per mantenere la denominazione di “Teatro di Tradizione” e ottenere così lo stanziamento di 380mila euro previsto dal Ministero per la lirica. In poche parole, il Comune spenderà 400mila euro all’anno: «Questi non sono costi - precisa il sindaco - ma investimenti per la cultura. E siamo lieti di farli». Anche Fondazione Cassamarca, che uscirà definitivamente dalla gestione del teatro nel 2020, ha dovuto sostenere uno sforzo economico non indifferente: rinunciare alla convenzione di durata trentennale per la gestione del teatro (quando mancano undici anni alla scadenza) è costato 17 milioni di euro in mancati rimborsi per i lavori di ristrutturazione eseguiti ancora agli inizi degli anni Duemila.
RISULTATI
PROTAGONISTI Ieri a Ca’ Spineda la firma del protocollo che riconsegna il teatro Comunale a Ca’ Sugana e la richiesta del sindaco Conte di entrare nello Stabile
Cosa produrrà questo sforzo finanziario? La possibilità di ottenere un cartellone fitto di appuntamenti, anche con produzioni straniere di livello. L’adesione allo Stabile garantisce 80 appuntamenti l’anno tra prosa, danza e concerti. Poi c’è la questione della lirica: a oggi si parla di tre eventi per otto repliche. Ma sul punto il presidente dello Stabile Beltotto è molto chiaro: «A pochi chilometri da qui abbiamo uno dei maggiori produttori di lirica a livello internazionale, la Fenice. E il Teatro Stabile dovrà collaborare con la Fenice». P. Cal.
Garofalo riparte dalla cultura: «Apriremo l’Ex Monte di Pietà» IL BILANCIO TREVISO Non solo teatro Comu-
nale, ma anche bilancio. Ieri mattina a Ca’ Spineda il Consiglio d’Indirizzo ha approvato il consuntivo 2018 chiuso con un maxi rosso da 78 milioni di euro. Un voto all’unanimità, senza sorprese, ma alimentato dalla speranza che questa sia proprio l’ultima tappa del dolorosissimo percorso di risanamento dei conti. «Sono molto ottimista - spiega il presidente Luigi Garofalo - moltissima parte di questa cifra è dovuto a svalutazioni e a pesi di cui abbiamo voluto liberarci. E quindi possiamo guardare al futuro con grande serenità».
CULTURA E la Fondazione del futuro sarà molto diversa a quella degli ultimi vent’anni: non si occuperà più di edilizia e urbanistica, ma tornerà a fare solo cultura. «Fondazione riprende la sua attività principale - annuncia Garofalo - che è pensare alla cultura, all’arte e al patrimonio artistico. E di tutto questo vuol rendere partecipe la cittadinanza, perché possa godere delle meraviglie che custodiamo». Il primo passo sarà trasformare Ca’ Spineda in un museo: «Come avevo detto, stiamo lavorando attivamente per adibire il piano terreno e il primo piano a luoghi che ospitino i
nostri capolavori. Al piano terreno abbiamo già tutto pronto, al primo piano invece siamo un po’ più in ritardo ma solo per alcune questioni burocratiche. Poi i cittadini potranno venire liberamente».
NOVITÀ Ma la sorpresa più gustosa è un’altra: «Il mio obiettivo è quello di riuscire a trovare il più presto possibile l’accordo con Unicredit, che occupa l’ex Monte di Pietà. Vorrei che fosse immediatamente aperta alla cittadinanza la magnifica cappella dei Rettori, un gioiello di bellezza planetaria». E infine le conferenze, il pallino di Garofalo che intende portare a Treviso luminari della cultura
LA SVOLTA Il tavolo di Ca’ Spineda presieduto dal presidente della Fondazione Cassamarca Luigi Garofalo
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per serate di altissimo livello: «Il 10 maggio partiranno i venerdì della cultura. Ogni venerdì dalle 18, Ca’ dei Carraresi avrà come ospite una personalità illustre che tratterà temi di due grandi filoni: classico e universo. Il 10 maggio si parte con Roberto Scevola che parlerà del processo di Norimberga; il 17 maggio ci sarà Massimo Cacciari mentre Fulvio Cortese, dell’università di Trento, il 24 maggio parlerà di cosa sono i beni comuni. Vogliamo che tutti i cittadini entrino nei nostri palazzi, che tutti vedano le bellezze che custodiamo. E spero che questi venerdì della cultura riattivino il pensiero della città». P. Cal.
XI
Paese Carbonera Ponzano
Mercoledì 1 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Imprenditrice seguita e rapinata ` La vittima sotto choc: «Come in un film già visto Graziella Zanatta, 70 anni, titolare del magazzino Tubia seguita fino a casa da due malviventi: l’agguato scesa dall’auto mi è tornato subito in mente l’altro assalto di sei anni fa» `
PAESE «Quando quell’auto ci ha sorpassato mi è venuto in mente la rapina dell’altra volta, di sei anni fa, come fosse un film già visto». Quella di Graziella Zanatta, 70enne titolare con il marito Giuseppe Nadaletto del negozio di abbigliamento “Tubia moda” di Paese, era inizialmente solo una brutta sensazione. Non poteva certamente immaginare che quello strano dejà vu fosse davvero un campanello d’allarme. Come centinaia di altre volte nella sua vita da imprenditrice la signora Graziella, domenica sera, era tornata a casa, verso sera, dopo una lunga giornata di lavoro: qui ad attenderla ha trovato una brutta sorpresa. Due banditi senza scrupoli, con il volto travisato da cappucci e probabilmente armati di pistole (anche se le armi non sono state spianate), hanno atteso che il marito entrasse in casa mentre lei si stava attardando nel parcheggio. Sono istanti concitati. I banditi, in un italiano senza particolari inflessioni (ne’ venete ne’ dell’Europa dell’est), hanno sorpreso Graziella mentre stava
scendendo dal mezzo e le hanno chiesto di consegnare spontaneamente la borsa con l’incasso, ma poi, spazientiti, gliel’hanno presa dal sedile su cui era appoggiata per poi fuggire.
LA REAZIONE Graziella Zanatta, pur scossa per l’agguato subito, non ha reso di certo facile la vita ai rapinatori: li ha colpiti più volte con l’ombrello, purtroppo senza ferirli, per evitare che prendessero il bottino. Alla fine la somma sarà quantificata in circa 2mila euro in contanti: si trattava dell’incasso del negozio di via Giuseppe Da Vittorio a Paese, una delle realtà storiche del commercio di abbigliamento della zona e purtroppo già presa di mira in passato sia dai ladri che dai rapinatori. Domenica sera i malviventi, dopo il “sorpasso” al furgone su cui viaggiavano Graziella Zanatta e il marito, avevano posteggiato l’auto poco distante alla loro abitazione, in una stradina laterale, per poi scappare via, facendo perdere le proprie tracce. È in questo frangente che la 70enne si è resa conto che l’auto che aveva effettuato prima quella strana mano-
vra era proprio quella dei banditi. A due giorni dall’episodio l’imprenditrice è ovviamente ancora molto scossa. «Tutto è successo alle 19.45 circa - racconta - dopo aver lavorato in negozio la domenica pomeriggio, come sempre: quando un’auto ci ha superato poco prima di casa mi è subito venuto in mente il film dell’altra volta, solo che questa volta chi ci aveva preceduto aveva posteggiato in una laterale non distante da casa. Una volta arrivati, mio marito è smontato dal furgone ed è andato in casa: erano in due incappucciati e da come parlavano penso fossero nostrani. Ho provato a resistere, li ho colpiti con l’ombrello che avevo in mano ma loro sono subito corsi via con i soldi dell’incasso del pomeriggio».
«ERANO INCAPPUCCIATI, DALLA PARLATA PENSO FOSSERO NOSTRANI. HO PROVATO A COLPIRLI CON L’OMBRELLO MA SONO SCAPPATI»
Carbonera
Sicurezza, incontro con Marcato e Caner (lg) «La sicurezza è uno dei temi cruciali per il futuro di Carbonera». Federica Ortolan annuncia così il convegno di mercoledì alle 20.45 nella Sala Alternativa in Via Cardinal Callegari a Vascon. Tra i relatori ci saranno gli assessori regionali Roberto Marcato e Federico Caner, che illustreranno le novità introdotte dalla legge sulla legittima difesa. «Si tratta di un’occasione importante per i cittadini di Carbonera di poter approfondire le novità sulla legittima difesa, ma anche per riuscire a parlare di sicurezza a 360 gradi».
LE INDAGINI La 70enne, sconvolta per quanto accaduto, non ha potuto far altro che avvertire il marito e lanciare poi l’allarme ai carabinieri della stazione di Paese a cui ha poi, l’indomani, denunciato quanto avvenuto. Le indagini dei militari si preannunciano molto complesse: al setaccio saranno passate le telecamere della zona, per accertare se i rapinatori abbiano o meno lasciato tracce lungo il tragitto scelto per fuggire via. L’ultima rapina subita dai proprietari del negozio “Tubia moda” di Paese risale al marzo 2013. Curiosamente le analogie tra le due rapine non mancano. L’auto della coppia giunse a casa, vennero aperti i cancelli e Giuseppe Nadaletto scese dal mezzo per entrare in casa mentre la moglie, al volante del mezzo, terminò la manovra, per poi andare a piedi verso i cancelli per chiuderli. In quel momento è piombato nel cortiletto un uomo che rapidamente aprì una delle portiere posteriori, afferrando la borsa con all’interno una somma di 10mila euro. Nicola Cendron
SULLA CASTELLANA La sede di Tubia Centri Moda a Paese. La titolare è stata rapinata per la seconda volta, stesse modalità dell’episodio di sei anni fa
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Impianti sportivi: la Lega va dal Prefetto PONZANO Si è concluso con una punta di veleno l’ultimo consiglio comunale dell’era targata Monia Bianchin, sindaco a Ponzano per il centrosinistra, prima delle elezioni amministrative del 26 maggio. L’assemblea è finita al centro di polemiche dal chiaro sapore elettorale. Antonello Baseggio, attuale consigliere di opposizione e candidato sindaco della Lega, ha inviato un esposto al prefetto Maria Rosaria Laganà. Il casus belli è stato l’ultimo punto discusso nella riunione andata in scena ieri sera: l’approvazione del regolamento per la concessione in gestione degli impianti sportivi comunali. Per Baseggio non si trattava di una misura urgente. E di conseguenza non avrebbe potuto essere messa ai voti a ridosso delle elezioni. «Il punto all’ordine del giorno è illegittimo – attacca – quindi potrebbe esserlo l’intera convocazione del consiglio comunale». Ieri i gruppi di opposizione della Lega e di Progetto in Comune hanno protestato platealmente uscendo dalla sala del consiglio. «Il regolamento in questione è già stato sottoposto all’approvazione nella seduta dell’8 aprile. E il consiglio comunale aveva deliberato il ritiro dell’argomento per motivazioni di natura politica – si legge nella segnalazione che Baseggio ha inviato alla Prefettura –. Nel periodo successivo alla pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, i consigli comunali possono adottare solamente atti urgenti e improrogabili, cioè atti per cui è previsto un termine perentorio. Dal testo di approvazione del regolamento per la concessione in gestione degli impianti sportivi nulla si evince in merito all’urgenza di provvedere da parte del consiglio – conclude l’esponente leghista – viene quindi il dubbio che la necessità sia dettata dalla intenzione di deliberare un argomento propagandistico, tale da alterare la par condicio». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
(NuoveTecniche/Bortolanza)
Perseguita la ex che lo aveva lasciato: professionista nei guai IL CASO Notificato il divieto di frequentare i luoghi nei quali abitualmente può trovarsi l’ex fiamma al professionista opitergino che, attualmente, è indagato con l’accusa di stalking. Un copione già scritto tante volte, ma che ha costretto un’impiegata quasi 40enne a chiedere aiuto prima ai carabinieri e poi alla Procura. Gli inquirenti, esaminata la situazione, si sono resi conto che la donna si trovava a convivere con l’ansia e la paura. Hanno così chiesto è ottenuto una misura restrittiva nei confronti dell’ex compagno della donna, un professionista che va per i 50 anni e che abita nell’Opitergino. Negli scorsi
giorni all’uomo è stato notificato il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dall’ex fidanzata e, in particolare, di frequentare una zona che copre in parte la periferia Nord di Treviso, Paese e Ponzano.
LA STORIA Il professionista e l’impiegata si erano conosciuti tempo fa e tra loro era scoccata una scintilla. Un’attrazione reciproca che era sfociata in una vera relazione d’amore. Con il passare delle settimane le incomprensioni, anche a causa del comportamento probabilmente troppo assillante e possessivo del professionista, hanno finito con il rendere sempre più complicati i tesi i rapporti tra i fidanzati. Lei ha inizialmente
sopportato, ma poi si è resa conto che da quel rapporto, già malato ancora prima di trasformarsi in qualcosa di serio, non poteva nascere qualcosa di buono e tanto meno una convivenza, come probabilmente lui già sperava. Ha così cercato di allontanare il professionista che però sembrava non voler sentire ragioni. A quel punto non le è rimasto che farla finita e di-
FINITA LA STORIA D’AMORE LUI AVEVA TRASFORMATO IN UN’ODISSEA L’ESISTENZA DI UNA 40ENNE
chiarare “morta” quella storia d’amore.
L’INCUBO
STALKING Professionista 50enne non aveva saputo rassegnarsi alla fine dell’amore con un’impiegata quasi 40enne
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Ma se lei aveva messo una pietra sopra alla storia d’amore, lui non voleva rassegnarsi. Ha così cercato di riconquistare la 40enne, con modi e metodi che hanno finito per trasformare l’esistenza della ex in un calvario. La donna, ormai costretta a convivere per l’ansia per la presenza assillante dell’ex, è stata così costretta a chiedere aiuto ai carabinieri. Da lì la segnalazione alla procura e la successiva richiesta di misura restrittiva concessa dal giudice delle indagini preliminari. Roberto Ortolan © RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL 1887
il Quotidiano
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del NordEst
ANNO 133- N° 103
VENEZIA MESTRE
Mercoledì 1 Maggio 2019
Domani IL GAZZETTINO, come gli altri giornali, non sarà in edicola per la festa del Primo Maggio. Appuntamento in edicola a venerdì. Oggi il sito Internet www.ilgazzettino.it sarà regolarmente aggiornato.
L’analisi
Venezuela l’epilogo si decide in caserma Loris Zanatta l golpe, al golpe, grida Maduro! Che sia l’ultimo atto? La fine di un incubo? O l’ennesimo sputo controvento? Il millesimo epilogo rinviato? Se le parole hanno un senso, mai la parola golpe fu più inopportuna; mai fu impiegata da figura più improbabile. Golpista è colui che usa la forza pubblica contro l’ordine costituzionale. Chi lo è in Venezuela? Coloro che colmando piazze pacifiche e appellandosi alla pressione internazionale, chiedono ai soldati di spianare la via a elezioni libere e regolari? O il presidente che, complici le baionette sotto suo controllo, esautorò il Parlamento e cucinò elezioni truccate? Ciò che Maduro chiama golpe, altrove si chiama Liberazione. In un mondo ideale, i militari stanno nelle caserme, difendono i confini, rispettano la Costituzione democratica. Ma il Venezuela non gli assomiglia per nulla: i militari hanno dominato la storia venezuelana; sono stati loro a governare dal 1830 al 1945, poi di nuovo tra il 1948 e il 1958. Perfino alle origini delle due stagioni di governi civili e democratici, quella breve tra il 1945 e il 1948 e quella lunga tra il 1958 e il 1998, la libertà politica giunse manu militari: come poteva essere altrimenti, se ad avere in mano il potere erano le forze armate? Tecnicamente furono golpe; i libri li chiamano revoluciones: consegnarono il potere ai civili, consentirono libere elezioni. Segue a pagina 27
A
La storia Dal parquet all’opera d’arte, la seconda vita delle bricole
Volley Duello stellare per l’Imoco: contro il Novara per lo scudetto
Marzo Magno a pagina 19
Anzanello a pagina 23
La crescita c’è, la ripresa no Il Pil torna salire: +0,2%. L’Italia esce dalla `L’economista: «Dal Nordest spinta decisiva» recessione, ma l’economia Ue corre di più Flat tax o blocco dell’Iva? Il governo è diviso `
Il caso. Guaidò invita alla sollevazione
Italia fuori dalla recessione, ma con poca ripresa. L’Istat apre uno squarcio di luce sul Paese in crisi certificando nel primo trimestre 2019 una crescita dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. La leggera ripresa è comunque molto più contenuta rispetto alla media europea. Nel governo si è riaperto il dibattito (con spaccatura tra Lega-M5s) su flat tax e Iva. L’economista Giancarlo Corò resta prudente: «Diciamo che la nostra economia non sta precipitando, è resiliente. E questo grazie anche alla spinta delle industrie del Nordest». Cifoni, Crema, Di Branco e Gentili alle pagine 2 e 3
L’Osservatorio
L’intervento
A Nordest, l’85% è soddisfatto dell’occupazione
Buon 1° maggio, festa del lavoro e delle imprese
Quanto sono soddisfatti i lavoratori nordestini del proprio impiego? Alto apprezzamento per il 57%, il 28% si attesta su valori medi (in tutto l’85%). Sono le analisi di Demos per l’Osservatorio sul Nordest.
Maria Cristina Piovesana*
A (...)
bbiamo ancora vivo il ricordo delle celebrazioni del 25 aprile, con la visita del Presidente Mattarella che ha onorato
Bacchin e Porcellato a pagina 5
Segue a pagina 27
Scatole di scarpe per evadere Così “giravano” i soldi in nero `
Caracas, è scontro finale Blindati sui manifestanti BATTAGLIA Venezuela nel caos: Guaidò invita alla sollevazione, Maduro manda i blindati contro la folla. Spalla a pagina 9
Padova, l’imprenditore Del Bello racconta: «Io e lo studio Pvp»
Un altro imprenditore padovano, Pierino Dal Bello, nome noto del settore ortofrutticolo, ha raccontato di essersi rivolto allo studio Pvp di Padova per gestire soldi in “nero”: doveva far rientrare in Italia denaro dalla Svizzera. E’ emerso all’ udienza del Riesame dell’inchiesta sul riciclaggio di capitali. L’imprenditore ha riferito che lo studio Pvp gli consegnò i soldi in una scatola da scarpe. Il pm Ancilotto ha ricordato che l’imprenditore Pipinato portava il “nero” aziendale allo studio Pvp in scatole da scarpe per trasferirlo all’estero. È probabile che parte del contante di Pipinato sia stato “girato” a Dal Bello. Amadori a pagina 15
Ruba pistola all’agente: terrore in corsia Ruba la pistola al finanziere che la piantona e cerca di sparare. È successo al Ca’ Foncello di Treviso: qui la richiedente asilo nigeriana, piantonata dopo che era stata bloccata la sera prima in aeroporto a Treviso con decine di ovuli di cocaina nello stomaco. Con la scusa di andare in bagno, ha strappato dalla fondina di uno dei due la pistola e ha premuto il grilletto tentando di esplodere un colpo. Solo la sicura inserita ha impedito al colpo di partire. La donna ha cercato di disinserirla per poter fare fuoco e solo dopo diversi minuti di colluttazione, con l’aiuto di altri due poliziotti, è stata disarmata e bloccata. Beltrame a pagina 14
www.gazzettino.it
La polemica
Maratona di Trieste ingaggiati cinque fuoriclasse africani
TREVISO Paura al Ca’ Foncello
Alla fine i corridori africani professionisti ci saranno, alla Trieste Half Marathon, la mezza maratona che partirà domenica 5 aprile da Aurisina, sul Carso, per concludersi a Trieste. L’organizzazione, che inizialmente - sollevando un mare di polemiche - non aveva invitato top runner africani , ha infine ingaggiato cinque top runner africani. A pagina 13
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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Lo scontro
Zaia sfida M5s: decidano cosa fare l’autonomia non diventi un’agonia «Non possiamo andare avanti con un dibattito che diventa lunare e rischia di far diventare questa autonomia un’agonia». E così il governatore Zaia sfida il M5s: «Se hanno cambiato idea sull’autonomia ce lo dicano, altrimenti ci spieghino cosa vorrebbero veder scritto in quel contratto». Vanzan a pagina 16
Il caso
Silvio Berlusconi operato: «Sta bene» Ansia Fi per il voto Mario Ajello i dispiace deludere i nostri avversari, ma io sto bene». È l’auto-certificato medico di Silvio, il Cavaliere che va per gli 83 anni (a settembre). E si minimizza naturalmente. Anche se la vicenda non è leggera. Berlusconi nella notte del 29 aprile ha avuto forti dolori addominali. Ha cercato di placarli con le medicine.
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MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2019 IL MATTINO
REGIONE
la criminalità organizzata
Autoriciclaggio, Veneto primo «Le mafie ancora molto attive» I dati della relazione semestrale della Dia sul 2018: in aumento i “reati spia” Naccarato (Pd): «Nonostante la giustizia, continuano le operazioni sospette»
Claudio Malfitano PADOVA. Il Veneto primo in Ita-
lia per le segnalazioni di auto-riciclaggio, reato introdotto nel 2016 per favorire il contrasto della criminalità organizzata. Valori alti anche per le denunce di riciclaggio e estorsioni, tutti “reati spia” dell’attività mafiosa sul territorio. Sono i dati, riferiti ai primi mesi del 2018, della relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia: «Numeri che confermano quello che dicevamo illo tempore e che poi si sono concretizzati nelle ultime operazioni in Veneto orientale e nel Padovano – sottolinea Alessandro Naccarato, ex deputato Pd che ha molto lavorato in commissione anti-mafia – Sul 416 bis passeremo da un solo caso nel 2018 a una trentina già emersi nei primi mesi di quest’anno. Il fenomeno mafioso è radicato e attivo nel territorio. E non è certo finito
Una delle ultime operazioni anti-mafia nel Veneziano e a destra l’ex parlamentare Pd Alessandro Naccarato
con le ultime operazioni. Dobbiamo tenere la guardia ancora alta». LA RELAZIONE DELLA DIA
Ogni sei mesi la Dia riferisce al parlamento l’attività di lotta alla criminalità organizzata. E nelle statistiche fornite il Veneto è ormai stabilmente
nella parte alta della classifica, tra le 10 regione a maggiore influenza mafiosa. «La ricchezza diffusa del Veneto costituisce un’attrattiva per la criminalità mafiosa, principalmente interessata a riciclare e reinvestire capitali illeciti – si legge nella relazione – Va poi ricordata l'influen-
za che è stata esercitata dalla presenza di un’organizzazione criminale autoctona, la cosiddetta “mala del Brenta”». Dunque il Veneto è territorio di mafia, dove però non esiste il controllo “militare” del territorio, ma la propensione a sfruttare il diffuso sistema di illegalità economica
a vantaggio delle organizzazioni mafiose: «L’alta incidenza di “reati spia” come quelli di riciclaggio ci confermano che siamo uno dei territori al centro delle attività economiche dei sodalizi criminali organizzati – spiega ancora Naccarato – Ci sono organizzazioni criminali presenti e attive da anni che commettono reati tipici delle attività mafiose».
abbiamo visto negli ultimi mesi – ragiona Naccarato – Ma le operazioni delle forze dell’ordine, le evidenze giudiziarie e anche la grande mobilitazione del 21 marzo con Libera a Padova, non bastano. Il fenomeno mafioso è ancora presente e attivo. Serve la massima attenzione sul settore economico, quindi su imprese e banche. Il contrasto dovrebbe aumentare proprio adesso e non certo scemare». —
’NDRANGHETA E ALTRE
La prima presenza mafiosa evidenziata dalla relazione Dia è quella della ’ndrangheta calabrese: «In particolare per i traffici di sostanze stupefacenti, nonché per il reimpiego di capitali illeciti in attività imprenditoriali, specificamente nella ristorazione, nella ricezione alberghiera e nell’autotrasporto», si legge ricordando le operazioni “Fiore reciso”, “Ciclope” e “Picciotteria 2”. «Tentativi di infiltrazione dell’economia legale sono stati registrati anche da parte di soggetti riconducibili a Cosa Nostra – proseguono gli inquirenti – Nella regione operano anche referenti di clan camorristici, anch’essi prevalentemente attivi nel riciclaggio di capitali illeciti, ed anche nello smercio di stupefacenti importati in Italia da sodalizi di origine campana». Presenze accertate anche di mafie straniere, in particolare la nigeriana. GUARDIA ALTA
«La relazione Dia è quasi “preistoria” rispetto a quello che
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i numeri
Ci sono stati 29 incendi sospetti e 129 estorsioni La relazione della Direzione investigativa antimafia fornisce i dati sui “reati sintomatici di criminalità organizzata” registrati nel primo semestre 2018. Il Veneto è in evidenza per i 48 casi di autoriciclaggio, che colpisce chi trasferisce in attività economiche il denaro provente di reato. La Lombardia fa registrare 39 casi, la Campania 42. Per quanto riguarda il riciclaggio il Veneto con 176 casi viene dopo Lombardia (313), Campania (258) e Lazio (211). Si registrano anche 29 casi di danneggiamento con incendio, 192 di estorsione, 8 di usura, 31 di impiego di beni di origine illecita. Assente nel 2018 lo scambio elettorale politico-mafioso. Le ultime vicende di Eraclea hanno scoperto però i legami con la politica.
teatri
il risiko delle multiutility
Il Comunale di Treviso nel polo Stabile del Veneto
Hera va all’assalto di Ascopiave «Siamo pronti per lo shopping»
TREVISO. La rivoluzione al tea-
PADOVA. Con un miliardo e rotti di marginalità quanto shopping può fare un’azienda con poco debito? Tanto, viene da rispondere, soprattutto se l’azienda in questione risponde al nome di Hera, una delle più grandi multiutility del Paese. E così ieri durante l’assemblea dei conti, Stefano Venier l’amministratore delegato del gruppo ha spiegato che l’aggressività del gruppo sul mercato è tornata. «Il rapporto debito Ebitda che raggiunge il livello di 2.5 ci dà lo spazio e la flessibilità per programmare un percorso di investimenti anche più sostenuto di quello degli ultimi anni, o anche per seguire alcune opportunità che dovessero nascere sul mercato in termini di acquisizioni. Come abbiamo già fatto e che è parte della nostra storia» ha detto Venier intervenendo all'assemblea dei soci della multiutility chiamata ad approvare il bilancio di esercizio del 2018. L'obiettivo futuro, ha aggiunto Venier, è quello di passare dagli oltre 2,5 milioni di clienti attuali, «numero significativo ma che non ci soddisfa a livello di piano industriale», a oltre «3 milioni di clienti». Un traguardo che «potrebbe avvenire sia attraverso lo sviluppo organico», ma anche nel caso in cui «dovesse completarsi positivamente una ope-
tro Comunale di Treviso è cominciata. L’immobile torna al comune, che aderisce allo Stabile del Veneto: sarà il terzo polo culturale della rete, con Goldoni di Venezia e Verdi di Padova. La Pa-tre-ve della programmazione e della produzione teatrale sarà una realtà sinergica sin dalla prossima stagione. La prosa a Treviso avrà un cartellone con 80 spettacoli, il triplo di oggi, senza contare concerti e danza. «Un’abbuffata di prosa», è stato detto ieri. E si confida anche nella stagione lirica, ottenendo il disco verde del ministero dello Spettacolo al passaggio della titolarità dalla Teatri spa allo Stabile. No n scontato, ancora, ma si conta di arrivare a una soluzione giuridico amministrativa. Treviso sarà sede di una produzione che volerà all’estero. Ampliando la rete teatrale regionale in grado di esportare «cultura, valori, tradizioni e identità del Veneto», come ha detto l’assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari. Ampliandosi non solo al Sociale di Rovigo, ma anche a collaborazioni con Fenice e Arena nel lirico sinfonico, come ha auspicato Giampiero Beltotto, presidente e ad dello Sta bile. Tutto scatterà entro giugno, il tempo che lo Stabile
Il Teatro comunale di Treviso
recepisca l’adesione di Treviso e il protocollo siglato lunedì dal presidente di Fondazione Cassamarca, Luigi Garofalo, dal sindaco di Treviso, Mario Conte, e dallo stesso Beltotto. Lo Stabile raccoglierà il testimone, assumendo non meno di 6 dipendenti della Teatri spa (ma potrebbero salire a 8-9, se le esigenze lo richiederanno), mentre i dipendenti non assorbiti dallo Stabile testeranno in Fondazione, nel settore arte e cultura nuovo faro dell’attività di Ca’ Spineda. L’accordo è stato illustrato ieri in Fondazione. L’anfitrione Garofalo era affiancato da Conte, Beltotto e Corazzari: presenti anche l’assessore
alla cultura del capoluogo, Lavinia Colonna Preti, e il direttore artistico dello Stabile, Massimo Ongaro, i consiglieri di indirizzo e di amministrazione di Fondazione, che avevano appena approvato il protocollo siglato da Garofalo il giorno prima. Soddisfazione generale, e pioggia di ringraziamenti incrociati. Conte ha sottolineato il «valore del teatro, e l’affetto dei cittadini», ha ringraziato Fondazione Cassamarca «per il restauro e la riqualificazione», (in 20 anni Ca’ Spineda ha investito 100 milioni, nei teatri ndr). E con Garofalo ha sottolineato come l’accordo salva i posti di lavoro di tutti di dipendenti della Teatri spa. —
Il presidente di Hera Tommasi di Vignano e l'ad Venier
razione alla quale partecipiamo, legata alla cessione dei clienti da parte della società veneta Ascopiave che è in corso, rispetto alla quale abbiamo presentato una proposta assieme ad altri operatori la scorsa settimana». Venier ha ricordato che i clienti di Hera sono cresciuti «di quasi 90 mila unità in un solo anno», vale a dire «uno dei tassi di crescita più significativi se non il più significativo a livello nazionale». «Credo sia il terzo o il quarto anno di fila» ha poi sottolineato, in Hera «risulta essere l'azienda italiana con la maggior crescita commerciale sul mercato di tutto il contesto, superiore ai grandi operatori e agli operatori stranie-
ri, testimonianza dell'efficacia con la quale riusciamo a indirizzare questo mercato competitivo, in termine di offerta e di gestione dei clienti». Il bilancio 2018, al vaglio dei soci di Hera, si è chiuso con un utile netto pari a 296,6 milioni, in crescita dell'11,2%, fatturato a 6,62 miliardi di euro, in aumento dell'8% sul 2017 mentre il margine operativo lordo si è attestato 1,03 miliardi di euro con un rialzo del 4,7%. L'assemblea della multiutility ha inoltre dato il via libera alla proposta del Cda di distribuire un dividendo di 10 centesimi di euro per azione. — Roberta Paolini
MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2019 IL MATTINO
REGIONE
riciclaggio internazionale. Per gli intermediari svizzeri Filippo Manfredi San Martino di San Gemano D’Agliè e Bruno De Boccard, invece, l’accusa è di esercizio abusivo dell’attività finanziaria con raccolta e gestione illecita di investimenti.
giro di 250 milioni, coinvolti molti imprenditori
Fondi in nero portati in Svizzera, la maxi indagine passerà a Padova
PATTEGGIAMENTI MOSE
Il denaro sarebbe andato all’estero tramite lo studio “PVP” Inchiesta Mose, le motivazioni del patteggiamento di Baita Roberta De Rossi VENEZIA. Passa da Venezia alla
Procura di Padova l’indagine sul riciclaggio internazionale del “fatturato nero” dei grandi imprenditori veneti: danaro è l’accusa - portato in Svizzera per il tramite dello studio PVP di Paolo Venuti e dei soci Guido e Christian Penso, ripulito dopo investimenti all’estero e tornato in Italia con gli scudi fiscali e i condoni. Una montagna di soldi che la Guardia di Finanza ha stimato in almeno 250 milioni di euro, scoperto secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto - seguendo le tracce del “tesoretto” di
Giancarlo Galan, sulla scia delle tangenti Mose. Ieri, i giudici del Tribunale del Riesame di Venezia - chiamati a decidere sul ricorso contro il sequestro di 12 milioni di euro in beni e azioni a carico dei soci dello studio commercialista - hanno raccolto la prima delle eccezioni avanzate dagli avvocati Ambrosini e Rampinelli, relativa proprio alla competenza territoriale. Se passaggio di danaro tra imprenditori e commercialisti c’è stato è avvenuto a Padova e, quindi, la competenza ad indagare è dei magistrati patavini. Così tutti gli atti dell’inchiesta passeranno di mano: l’ufficio dei giudici per le indagini preliminari di Padova avrà 20 gior-
bando di cinque milioni
La Regione finanzia lavori di pubblica utilità e di cittadinanza attiva VENEZIA. La Regione interviene per dare lavoro a chi è più in difficoltà rifinanziando i lavori di pubblica utilità e di cittadinanza attiva. Con il bando 2019 da cinque milioni di euro approvato ieri, la Giunta di palazzo Balbi, su proposta dell’assessore al lavoro, Elena Donazzan, invita comuni, enti strumentali e società partecipate a presentare, in partenariato con cooperative, associazioni ed enti del privato sociale, progetti per l’inserimento lavorati-
Elena Donazzan
domani a roma
Pfas nel Po, Bottacin incontra il ministro VENEZIA. L’Assessore all’Am-
biente della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin incontrerà il Ministro dell’Ambiente domani e nell’occasione chiederà venga fatto il punto sulle misure necessarie per contrastare l’inquinamento da Pfas nel Po. Domani il Ministro ha convocato a Roma la Conferenza del Bacino Padano, a cui parteciperanno tutti i responsabili dell’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Come previsto dall’or-
dine del giorno, il vertice affronterà l’inquinamento da smog. Ma l’Assessore veneto ha annunciato che porrà all’attenzione del Ministro e dei colleghi anche quello dei limiti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas). La Regione del Veneto, infatti, ritiene che il problema necessiti di una soluzione da parte di tutte le regioni rivierasche perché i dati dei rilevamenti nelle acque del Po – che il Veneto ha già deciso di depositare alla
ni di tempo per confermare il sequestro dei beni, che altrimenti decadrà. IMPRENDITORI ACCUSATORI
Nel corso dell’udienza del Riesame, il pm Ancilotto ha depositato il verbale con le dichiarazioni dell’imprenditore padovano Pierino Dal Bello - grande importatore di frutta con la sua azienda Sife, ufficiale della Repubblica e tra i finanziatori della campagna elettorale del leghista Bitonci a sindaco di Padova (con 3 mila euro), sentito per sommarie informazioni il 24 aprile - che al pm ha raccontato di essersi rivolto allo studio commercialista PVP perché non sapeva come far tornare in Italia circa un milio-
vo di almeno mille disoccupati over 30, privi di ammortizzatori sociali e di tutele. «Alla vigilia della festa del Lavoro del Primo maggio» commenta «aver riconfermato questa misura decennale della Regione, alla quale hanno aderito quasi il 70 per cento dei comuni veneti e che ha offerto occasioni di impiego ad almeno 3. 400 disoccupati nell’ultimo quadriennio, dà il segno di un investimento concreto e operativo nella dignità delle persone e nel valore del lavoro». Obiettivo dei progetti di cittadinanza attiva e di lavori di pubblica utilità è offrire ai cittadini più in difficoltà, quelli esclusi dalle dinamiche occupazionali e più a rischio di povertà, la possibilità di avere una occupazione e di ritornare con un atteggiamento attivo e propositivo al-
Procura della Repubblica – confermano una presenza di Pfas di nuova generazione a livelli anomali. «I dati – sottolinea Bottacin – ci dicono che qualcuno lungo il Po sta sversando in grande quantità. Nel fiume, infatti, scorrono ogni giorno quattro chili di sostanza inquinante. È necessario che siano definiti subito i limiti da rispettare lungo tutto il corso perché se vengono fissati solo dal Veneto ma non da chi ha competenza su altri tratti del fiume è un lavoro inutile che non porta ad alcuna soluzione. Al tavolo del Bacino Padano convocato dal Ministro saranno rappresentate tutte le regioni interessate, questa è quindi l’occasione adatta per sollecitare una strategia comune a questa emergenza». —
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Lo studio commercialista di Padova coinvolto nell’indagine
ne di euro depositato in un conto in Svizzera. Per tutta risposta avrebbe ricevuto seduta stante una scatola per scarpe, piena di contanti. Per l’accusa, una prova in più del massiccio traffico di danaro di qua e di là delle Alpi, per la difesa un semplice favore e, in ogni caso, un elemento in più a favore della competenza territoriale di Padova. Eccezione accolta dai
la ricerca di un lavoro. «Non si tratta solo di offrire una esperienza di lavoro temporaneo» sottolinea «ma un percorso di accompagnamento, orientamento e rimotivazione morale e professionale che spezza il circuito negativo della disoccupazione e dell’isolamento sociale. Il vero modo di festeggiare il Primo maggio è offrire il giusto lavoro ad ogni persona». Nel 2018 sono stati 66 i progetti di pubblica utilità approvati in Veneto e finanziati dalla Regione con circa cinque milioni di euro: hanno coinvolto 253 comuni creando occasioni di impiego per 689 disoccupati di lunga durata. Il nuovo bando, di prossima pubblicazione, conferma la sinergia tra Regione, Comuni e soggetti pubblici e privati. — M. A.
giudici, senza entrare nel merito delle contestazioni. Ad ammettere pubblicamente per primo di aver portato in Svizzera 37 milioni tramite lo studio Pvp era stato l’imprenditore padovano delle calzature Damiano Pipinato: soldi poi regolarmente “scudati” con i vari condoni. Venuti, la moglie Alessandra Farina e Penso, padre e figlio, sono indagati per
Si chiude intanto ufficialmente l’inchiesta Tangenti Mose, che nel 2014 ha terremotato il Veneto dell’imprenditoria e della politica. Il giudice Stigliano Messuti ha depositato le motivazioni dei patteggiamenti con i quali protagonisti del meccanismo per la creazione del fondi neri del Consorzio Venezia Nuova - Piergiorgio Baita, Nicolò Buson, Claudia Minutillo, Pio Salvioli, Mirco Voltazza - divenuti grandi accusatori a fianco della Procura, hanno chiuso le loro pendenze penali con pene fino a 2 anni. Sospese «potendosi ritenere che in futuro si asterranno dalla commissione di ulteriori reati, valutata la condotta processuale e la funzione deterrente costituita dalla minaccia di esecuzione delle sanzioni detentive». Dei 27 capi d’imputazione, pochi sono sopravvissuti alla prescrizione. Il giudice ha tradotto in danaro il corrispettivo delle tangenti rimaste nel setaccio: 23,2 milioni, sui quali ha disposto confisca. Che resterà solo sulla carta. A Baita, ad esempio, lo Stato può trattenere solo un quinto della pensione. «Saldato il contenzioso fiscale», commenta l’avvocato Rampinelli, «non gli è rimasto nulla: non c’è una riga che provi che lui si sia arricchito». —
IN BREVE Fiere L’assemblea di IEG approva il bilancio 2018
Industria Somec quadruplica utile Ricavi su a 169 milioni
L’Assemblea degli Azionisti di Italian Exhibition Group SpA (IEG) ha approvato il bilancio d’esercizio e consolidato della società al 31 dicembre 2018 e la distribuzione di un dividendo di 18 centesimi . Gli altri dati: fatturato consolidato a 159,7 milioni di euro (+22,2% sui 130,7 mln del 2017), Margine Operativo Lordo (EBITDA) a 30,8 mln (+ 32,6% sui 23,2 mln del 2017). L’Utile Netto consolidato è pari a 10,8 mln (+17,9% sui 9,2 mln del 2017 che aveva beneficiato di un impatto fiscale favorevole). —
Somec, gruppo ingegneristico che opera in ambito navale e civile, ha chiuso il 2018 con ricavi per 168,9 milioni di euro, in crescita del 50% sul 2017, un ebitda salito del 79% a 17,9 milioni e un utile di 7,8 milioni, quadruplicato rispetto agli 1,8 milioni del 2017. Il portafoglio ordini, si legge in una nota, era pari a 431 milioni di euro a fine 2018 e nel corso del 2019 è stato incrementato di ulteriori 182 milioni di nuovi ordini. Il cda della società quotata sull'Aim ha proposto un dividendo di 0,5 euro per azione. —
il progetto promosso dal cuamm
“Treno per la salute”, palazzo Balbi stanzia finanziamento di 80 mila euro VENEZIA. La Giunta regionale del Veneto su proposta dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, ha approvato uno stanziamento di 80 mila euro per la realizzazione del progetto di divulgazione sanitaria denominata “Treno della Salute”, presentato dal Cuamm – Medici con l’Africa di Padova. «Si tratta» sottolinea l’assessore veneto «di una bella iniziativa, con la quale
vengono diffuse informazioni sui fattori di rischio delle principali malattie croniche, a offrire consigli sugli stili di vita salutari e a promuovere e sostenere i valori universali di equità in salute e salute globale, attraverso la conoscenza delle differenze economiche, sociali e culturali tra il Veneto e le zone povere dell’Africa». Non a caso, i promotori dell’iniziativa sono il
Cuamm di Padova, il Gruppo dei Ferrovieri del trasporto regionale del Veneto per l’Africa, la Regione Veneto e le sue Usl. Il primo appuntamento con il Treno della Salute è già fissato per domani, maggio, alle 11, al binario 14 della Stazione di Venezia Santa Lucia, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale ai Trasporti. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2019 LA NUOVA
VENEZIA
il reportage del Quotidiano inglese «the guardian»
Città “affondata” dal turismo A giugno scatta l’anti-Airbnb Si chiama «Fairbnb» e investe una parte dei ricavi in progetti per la residenza Il fondatore Dal Carlo: «Possibile un modello diverso di affitti brevi per vacanze» Venezia deve imparare a gestire i suoi flussi turistici, in crescita costante. Il nuovo invito ora arriva da noto quotidiano britannico come il Guardian in un ampio servizio dedicato alla “minaccia” turistica che avvolgerebbe la città con la previsione che i 25 milioni di persone che attualmente visitano Venezia dovrebbero salire a 38 entro il 2025, nel giro di soli sei anni. Ricordando anche le proteste contro il passaggio delle grandi navi in laguna, il Guardian scrive tra l’altro. «La laguna di Venezia si sarebbe dissolta cinquecento anni fa se non fosse stato per un’attenta protezione ambientale, un sensibile intervento tecnico e una rigida regolamentazione commerciale», un precedente storico, secondo il quotidiano, che dovrebbe fornire utili indicazioni anche per affrontare l’invasione turistica di oggi. E ricorda anche i problemi dell’inquinamento da plasti-
Code di turisti per entrare in Basilica e, a destra, il titolo dell’articolo on line del Guardian.uk
ca che colpisce la città e che qualcuno inizia ad affrontare, citando il caso degli alberghi Novecento e Flora che hanno eliminato l’uso delle bottigliette di plastica e incoraggiano gli ospiti a usare fiaschette d’acciaio da riempire
d’acqua nelle storiche fontane di Venezia per le quali forniscono anche una piccola mappa per orientarsi. Ma il Guardian si sofferma anche sul problema sempre più invasivo degli affitti turistici a breve termine, ricor-
dando che sarebbero passati da 2.800 a oltre 9.400, triplicandosi nel giro di pochi anni. Il giornale britannico ricorda anche come altre città europee stanno affrontando il problema, con Barcellona
che persegue gli appartamenti affittati senza licenza e si è garantita l’accesso ai dati di Airbnb per punire i trasgressori e con Palma di Majorca che ha completato bandito gli affitti brevi. E ricorda il prossimo avvio da giugno anche a Venezia di Fairbnb, un sito di condivisione di alloggio senza scopo di lucro, come anticipato mesi fa dalla Nuova di Venezia e Mestre.Una cooperativa con soci internazionali, che si impegna a reinvestire il 50 per cento degli utili in progetti per stimolare la residenza. Gli affittuari dovrebbero essere secondo i proponenti davvero solo famiglie veneziane per garantirsi reddito superiore con una seconda casa, non gestori professionisti. Fairbnb intende investire una parte importante della commissione - del 10-15 per cento - in progetti per i residenti, decisi dalle associazioni dei cittadini: dalla rastrelliera per i monopattini all’asilo fino al social housing. «Non siamo contro Airbnb – dichiara al giornale inglese Emanuele dal Carlo, un veneziano che è uno dei cinque cofondatori di Fairbnb - vogliamo solo mostrare che è possibile creare un modello di affitto turistico che funzioni sia per i locali, sia per i viaggiatori». Il sito metterebbe poi al corrente chi ha affittato un alloggio turistico di come sia stata impiegata quella parte di commissione destinata a favorire la comunità veneziana locale. — E.T.
liceo marco polo
Una mozione per salvare le sezioni del classico Quindici voti a favore e uno contrario, quello del dirigente scolastico. Così ieri sera il consiglio d’istituto del Marco Polo-liceo artistico ha votato la mozione d’indirizzo contro l’accorpamento di classi paventato dall’Ufficio scolastico territoriale. Una presa di posizione che arriva a distanza di un giorno dalla mozione presentata dal consigliere Nicola Pellicani (Pd) e approvata all’unanimità dal consiglio della Città Metropolitana; e in contemporanea a una presa di posizione del consiglio comunale, anch’essa approvata ieri sera all’unanimità. Un fronte compatto, quindi, in difesa dell’istituto nato nel 1812. Per questo il consiglio d’istituto chiede all’ufficio del Miur di concedere la deroga alla normativa ministeriale per salvare le sezioni del liceo classico, anche alla luce di un numero di domande di iscrizioni per il prossimo anno scolastico superiore al 2018 (67 contro 58). Invita poi il dirigente Vittore Pecchini a fare di tutto per evitare l’accorpamento ed a verificare la disponibilità dei locali della scuola XXV Aprile per traslocare lì alcune sezioni dell’istituto Marco Polo. — E.P.
A sinistra l’Assunta di Tiziano nella Basiica dei Frari, uno dei restauri in corso di Save Venice. A destra un momento della serata a New Yotk
Serata di gala a New York con 450 ospiti da tutto il mondo Tra gli interventi selezionati il restauro dell’Assunta del Tiziano
Save Venice, raccolta record Gli amici americani donano 1,2 milioni di dollari LA FESTA
H
araccolto una cifra record di 1,2 milioni di dollari a favori di interventi di salvaguardia artistica su Venezia la serata di gala annuale che il Comitato di salvaguardia statunitense per Venezia Save Venice
ha tenuto venerdì scorsi all’hotel Plaza di New York, con gli sponsor Moda operandi, Oscar De la Renta e Bulgari a sostegno dell’iniziativa in una serata a cui hanno preso parte imprenditori, collezionisti e altre personalità dedicata agli artisti e alle muse del Rinascimento italiano, con 450 ospiti che si erano prenotati per la se-
rata. I fondi serviranno per completare il finanziamento degli interventi che Save Venice - il comitato di salvaguardia più attivo sulla scena veneziana - ha ancora in corso -e su quelli che prenderanno successivamente il via. Tra gli interventi più importanti in corso c’è il restauro dell’«Assunta» di Tiziano nella Basilica dei Fra-
ri, che dovrebbe concludersi entro l’anno. La grande pala, alta quasi sette metri, dipinta a olio su su tavole di pioppo orizzontali e conservata nella Basilica dei Frari è considerata uno dei capolavori assoluti dell’artista, un'opera così innovativa da lasciare attoniti i contemporanei, consacrando definitivamente Tiziano, allora poco più che trentenne, nell'Olimpo dei grandi maestri del Rinascimento . L'opera fu commissionata a Tiziano dai francescani del convento dei Frari come pala d'altare e rivela la volontà del pittore di rinnovare il modo di concepire l'impostazione compositiva dei dipinti destinati agli altari. Per decenni le canne di uno degli organi della chiesa si trovavano direttamente dietro il dipinto di Tiziano, hanno reso impossibile verificare lo stato di conservazione del retro del pannello e della struttura di supporto in legno. Già in passato però i re-
la proposta di legge
«Codice identificativo per alloggi turistici» «Oggi abbiamo fatto un altro passo avanti lungo quel percorso non solo importante dal punto di vista legislativo e organizzativo della ricettività turistica regionale, ma anche fondamentale per contrastare in modo efficace il fenomeno dell’abusivismo». Così l’assessore veneto al turismo Federico Caner annuncia con soddisfazione l’approvazione da parte della competente Commissione consiliare regionale del disegno di legge che disciplina il settore degli alloggi in locazione turistica, che passa ora all’esame dell’assemblea di palazzo Ferro Fini per il definitivo via libera. «Con l’introduzione del codice identificativo della struttura sarà assicurata maggior trasparenza nel settore della ricettività turistica, tutelando il consumatore e favorendo le attività di controllo: obiettivi, questi, irrinunciabili per la principale regione turistica d’Italia. Mi auguro che l’esame del ddl venga celermente inserito all’ordine del giorno del Consiglio regionale». — stauratori avevano osservato un'infestazione attiva di tarli, sugli elementi di legno dell'organo nelle immediate vicinanze del dipinto, mettendolo così a rischio se l'infestazione si fosse diffusa. Nel gennaio dello scorso anno un secondo esame ha confermato che i tarli erano ormai presenti nella struttura di supporto in legno dell’«Assunta», con il rischio potenziale di danneggiare lo stesso dipinto. Con la pressante necessità di salvaguardare questo capolavoro vulnerabile e insostituibile, il trattamento ha affrontato immediatamente l'infestazione dei tarli sia sul dipinto che sull'organo. Si è verificata la stabilità del retro del dipinto e la sua struttura di supporto. Inoltre il restauro prevede la pulitura della superficie del dipinto e l’assottigliamento dei vari residui superficiali non originali che attualmente velano la piena brillantezza cromatica della tavolozza dei colori di Tiziano. Dovrebbe concludersi ebtro pochi mesi anche il restauro del monumentale ciclo delle “storie di Sant’Orsola” di Vittore Carpaccio alle Gallerie dell’Accademia, anch’esso finanziato dal comitato americano e costituito da nove teleri. Prima di iniziare il trattamento conservativo, Save Venice ha finanziato gli studi condotti dall'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) e dal Laboratorio Scientifico della Soprintendenza per verificare la conservazione del Ciclo di Sant'Orsola e il microclima della stanza. Dal 2013 al 2014 i conservatori dell'ISCR hanno restaurato l'arrivo del Carpaccio a Colonia.Le restanti tele del Ciclo di Sant'Orsola sono state restaurate nelle Gallerie. — E.T.
PRIMO PIANO
MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2019 LA NUOVA
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I nodi della sanità il voto favorevole in commissione
Primo sì alle schede ospedaliere «Mantenuti tutti i punti nascita» Confermate le modifiche, Venezia e Chioggia restano “Spoke”. Ma non mancano le polemiche sposizione tutti i posti letto occorrenti. Ancora, si mantengono tutti i punti nascita della rete potenziando il settore materno infantile così come le “Breast Unit” per la lotta al cancro al seno e l’oncologia in generale con un aumento delle degenze riservate allo Iov». Soddisfatta anche l’assessore Manuela Lanzarin che, tra «le novità strategiche», indica «il rafforzamento della riabilitazione con l’indicazione di un centro a valenza provinciale in ogni Usl, l’accesso diretto dal Pronto soccorso al reparto per Psichiatria, Pediatria, Ostetricia e Oculistica» nonché «l’estensione delle reti cliniche e dei poli di riferimento regionali, che favoriscono la massima diffusione della qualità elevata, e lo sviluppo di servizi di supporto alle terapie, come il laboratorio di analisi e l’anatomia patologica».
Filippo Tosatto VENEZIA. Primo via libera alle schede ospedaliere del Piano sociosanitario, destinate a rimodulare il servizio pubblico del Veneto nel quinquennio 2019-2023 agendo su dotazioni di posti letto, primariati, organizzazione dei reparti e riclassificazione dei presìdi. In serata - dopo settimane di audizioni, discussioni e proteste che hanno indotto la giunta Zaia a modificare le scelte di partenza, con la conferma a “Spoke” degli Ospedali di Venezia e di Chioggia - la commissione Sanità del consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza lo schema di programmazione: ora il confronto si sposta in aula e se il sì definitivo pare scontato, non si escludono ritocchi ulteriori. I SOSPETTI DEL BALBI
La sorpresa, in verità, è giunta a latere del capitolo padovano della manovra, allorché è stato definito il ruolo della Casa di cura di Abano Terme, un policlinico privato declassato da presidio ospedaliero a struttura integrativa della rete pubblica, pur confermando il servizio di pronto soccorso (che d’ora in poi sarà finanziato a “funzione”) e reintegrando a 35 la dotazione di posti letto ortopedici. La mossa non altera il ventaglio di prestazioni agli utenti ma le sottopone ad una verifica biennale di congruità e nel frattempo revoca alla proprietà lo “sconto” fiscale del 50% previsto dallo status precedente. Perché tale iniziativa? La risposta è contenuta nel dossier inviato dalla Regione alla Procura della Repubblica di Padova, contenente l’esito
IL CRONOPROGRAMMA
La manifestazione di cittadini per la difesa dell’Ospedale Civile, che è rimasto “Spoke”
Per Boron e Lanzarin «riforma coraggiosa che potenzia i servizi e li rende più moderni» dei controlli disposti dal direttore generale Domenico Mantoan. Di che si tratta? Indiscrezioni politiche trapelate a Venezia alludono ad un flusso “improprio” di pazienti da Abano ad Ancona dove l’imprenditore Nicola Petruzzi, presidente del complesso padovano, possiede la clinica Villa Igea. Il fenomeno riguarderebbe la riabilitazione nutrizionale e, in misura
minore, le cure ortopediche; la circostanza è giudicata inaccettabile dalla sanità regionale (alla quale compete il rimborso delle prestazioni) ma è negata in toni sdegnati da Petruzzi. Non è tutto: la segnalazione ai magistrati includerebbe anche alcuni specialisti dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, che operano nel centro privato in violazione del rapporto esclusivo con il servizio pubblico. Si vedrà. LA DEOSPEDALIZZAZIONE
Tornando alle schede, il presidente della commissione Fabrizio Boron rivendica «una geografia ospedaliera
L’opposizione attacca «La lega discrimina i territori». Per Abano dossier in procura moderna» che esclude tagli dolorosi, «rafforza l’integrazione tra sanitario e sociale e il collegamento con il territorio attraverso le strutture di ricovero intermedie»; «Si potenziano e diffondono ulteriormente le alte specializzazioni», afferma il leghista «si favorisce la deospedalizzazione grazie all’utilizzo delle più avanzate tecnologie, mettendo al contempo a di-
Ben diversa le lettura dell’opposizione, che ha bocciato la proposta. «Il bilancio dei vent'anni in cui la Lega ha governato ininterrottamente il Veneto è chiaro e drammatico», l’accusa di Piero Ruzzante (Leu) e Patrizia Bartelle (Italia in Comune) «in quest’arco di tempo i posti letto ospedalieri totali sono calati di ben 3167 unità, è un -15%, che assume dimensioni ancora più drastiche se si considerano quelli nella sanità pubblica, -20% cioè uno su cinque, mentre nel privato accreditato sono aumentati di quasi il 16%». «Tanta politica e poca programmazione, sono prevalse altre logiche, la protezione di chi ha i “santi in paradiso” di marca leghista ha avuto la meglio rispetto alla rispetto all’erogazione di adeguati servizi a
14.915 Sono i posti letto per pazienti acuti previsti dalle schede ospedaliere approvate in commissione sanità. La cifra, “depurata” dai pl previsti sulla carta ma non attivati. è sostanzialmente invariata rispetto al quinquennio precedente.
2.999 È il totale di posti letto ospedalieri riservati alla riabilitazione a fronte dei 2064 previsti dalle schede precedenti. L’aumento incrementa la dotazione della sanità privata - giudicata più competitiva sul piano dei costi - mentre prevede una flessione delle degenze nel servizio pubblico.
724 Sono le apicalità, cioè i primariati, previsti nelle unità operative degli ospedali: in precedenza erano 734. L’annunciata riduzione non c’è stata, anzi, dopo le proteste, si è previsto un aumento di una decina di incarichi.
58 Sono gli ospedali del Veneto, i 7 classificati Hub (ovvero i capisaldi della rete veneta) corrispondono ai capoluoghi e ad essi fanno riferimento gli spoke, cioè la miriade di presìdi di provincia. A completare la “prima linea” dell’assistenza e cura, le due Aziende universitarie di Padova e Verona.
tutti i territori», rincarano Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia a nome del gruppo democratico «il nostro giudizio non può essere positivo: sono diverse le situazioni eclatanti che testimoniano come non si sia valutato sulla base di criteri oggettivi, preferendo invece guardare al bacino elettorale. La nostra richiesta di garantire adeguati standard nella trasformazione delle lungodegenze in ospedali di comunità ha trovato solo parziali risposte, così come la richiesta di garanzie sul cronoprogramma di attuazione delle schede». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Assemblea Ordinaria dei Soci SABATO 4 MAGGIO 2019, ORE 16,30 - PADOVAFIERE, PADIGLIONE 11
Sabato 4 maggio 2019 tutti i Soci aventi diritto sono convocati all’Assemblea Ordinaria per l’approvazione del bilancio d’esercizio 2018. L’Avviso di Convocazione con l’ordine del giorno è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 13 aprile 2019 (art. 24 dello Statuto) ed è disponibile presso le Sedi e gli Sportelli della Banca e alla sezione “Soci/Assemblee Sociali” del sito www.bancapatavina.it.
www.bancapatavina.it
Mercoledì 1 Maggio 2019
La Voce
ROVIGO
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Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.itItalia
SCHEDE OSPEDALIERE Licenziate le modifiche dalla quinta commissione consiliare
Sanità pubblica: tagli approvati Salvati tre primariati e qualche posto letto in Polesine. Ma l’opposizione insorge comunque Roberta Boldrin
ROVIGO - Qualche modifica, cento, è stata accolta, come promesso. Ma non di certo sufficienti a placare opposizioni, comitati per la difesa degli ospedali e sindacati che ribadiscono come queste schede definiscano pesanti, pesantissimi tagli alla sanità pubblica polesana. “Le schede licenziate ieri in commissione non hanno spazzato via la sensazione che la sanità polesana sia considerata di serie b: il rischio che l’ospedale di Rovigo, classificato come hub provinciale, diventi in realtà lo spoke di una struttura di un’altra provincia non è stato scongiurato, mentre Adria e Trecenta escono fortemente penalizzate. Per questo, nonostante l’accoglimento di alcune proposte, il nostro giudizio è negativo”. È quanto ha dichiarato, infatti, Graziano Azzalin, consigliere del partito democratico commentando le schede ospedaliere che hanno avuto il via libera ieri pomeriggio in quinta commissione. “Per quanto riguarda l’ospedale di Rovigo non ci sono stati grandi cambiamenti, ma i numeri devono trovare conforto nella realtà: la Regione rispetti gli impegni, non faccia come in passato.
Non basta assegnare un primario in più, se poi per assumerlo devi chiedere un’autorizzazione che magari arriva mesi e mesi dopo. E non dimentichiamo che le carenze riguardano anche infermieri e altri operatori. Si concretizzi quanto previsto, l’Ulss si muova immediatamente senza perdere tempo”. Per l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, invece, le schede sono un passo avanti e il taglio di posti letto, negli ospedali polesani come in quelli del resto della regione sarebbero da considerare riferiti a valutazioni e monitoraggi. Ovvero, per la giunta regionale, i posti letto tagliati non servivano. “Il tasso di occupazione dei posti letto è stato monitorato nei singoli ospedali e dall’esito delle verifiche e delle necessità terapeutiche emerse è scaturita la scelta di aumentare i posti letto di area medica, diminuendo quelli di area materno infantile e chirurgica. Una scelta dettata dall’evoluzione della realtà sociale e delle tecnologie interventistiche - ha precisato l’assessore - Da un lato, infatti, negli anni abbiamo assistito a una progressiva diminuzione delle nascite (aspetto che andrà rivisto nel nuovo Patto Nazionale per la Salute in relazione ai tetti
L’ok della commissione alle schede ospedaliere minimi di attività dei centri nascita); dall’altro, le elevate tecnologie chirurgiche, delle quali il veneto è molto ben dotato, hanno ampiamente ridotto la necessità di ricovero per tutta una serie di interventi che possono essere effettuati con le tecniche minin-
vasive e in day surgery”. Rispetto alla prima bozza di schede ospedaliere, quella definitiva, che ora ha finito l’iter in commissione e attende solo che la giunta la licenzi definitivamente, l’ospedale di Rovigo ha recuperato un primario, quello di
neuroradiologia, mentre Adria ne recupera due: chirurgia generale e urologia. Recuperati anche 24 posti letto di psichiatria a Rovigo, 4 di terapia intesiva a trecenta e 25 di riabilitazione ad Adria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL DIRETTORE Il commento sulla ricerca che boccia l’Ulss
“Bocciati? Non so perché”
I direttori dell’azienda sanitaria polesana
ROVIGO - “Sicuramente paghiamo delle carenze pregresse ma stiamo facendo il possibile per colmarle e metterci in pari con i criteri richiesti dalla Regione. E’ un dato di fatto che quando siamo arrivati, ad esempio ad Adria, risposte per il territorio come l’assistenza domicialiare neppure esistevano. Detto questo della ricerca noi non ne sapevamo nulla e neppure sappiamo ora quali siano gli item valutati non mi sento perciò di commentarla”. Ri-
sponde così il direttore sanitario dell’Ulss 5 Polesana, Edgardo Contato alla bocciatura dell’azienda sanitaria secondo una ricerca dell’Università di Padova in merito alla capacità dell’Ulss di risponde con i servizi adeguati alle necessità del territorio. E, purtroppo, secondo la ricerca, l’Ulss Polesana avrebbe totalizzato un più che insufficiete 1 in questo fondamentale item (risposta alle esigenze del territorio), in una scala di valutazione da 1 a 10.
“Stiamo lavorando pesantemente per colmare le mancanze pregresse - spiega Contato comunque al di là della situazione ereditata direi che non rileviamo un grosso problema, anzi, abbiamo attivato anche i posti letto di comunità. Non sono in grado davvero di valutare il perché di questa bocciatura. Una ricerca della quale non eravamo a conoscenza, ripeto, e che non conosco completamente”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ALLARME PFAS La rabbia del presidente della Regione, Luca Zaia
“Chi ha inquinato ora paghi” ROVIGO - L'assessore all'ambiente della Regione del Veneto incontrerà il Ministro dell’Ambiente giovedì 2 maggio e nell’occasione chiederà venga fatto il punto sulle misure necessarie per contrastare l’inquinamento da Pfas nel Po. Giovedì prossimo, infatti, il Ministro ha convocato a Roma la Conferenza del Bacino Padano, a cui parteciperanno tutti i responsabili dell’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Come previsto dall’ordine del giorno, il vertice affronterà l’inquinamento da smog. Ma l’Assessore veneto ha annunciato che porrà all’attenzione del Ministro e dei colleghi anche quello dei limiti all’inquinamento
da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas). La Regione del Veneto, infatti, ritiene che il problema necessiti di una soluzione da parte di tutte le regioni rivierasche perché i dati dei rilevamenti nelle acque del Po – che il Veneto ha già deciso di depositare alla Procura della Repubblica – confermano una presenza di Pfas di nuova generazione a livelli anomali. Il presidente Luca Zaia l'ha definito "l'emergenza nazionale" ricordando quanto in realtà la Regione Veneto abbia già fatto imponendo il limite zero a differenza delle altre regioni italiane. "E' necessario che chi ha sbagliato paghi". "I dati - sottolinea l'assessore regionale
all’ambiente - ci dicono che qualcuno lungo il Po sta sversando in grande quantità. Nel fiume, infatti, scorrono ogni giorno quattro chili di sostanza inquinante. È necessario che siano definiti subito i limiti da rispettare lungo tutto il corso perché se vengono fissati solo dal Veneto ma non da chi ha competenza su altri tratti del fiume è un lavoro inutile che non porta ad alcuna soluzione. Al tavolo del Bacino Padano convocato dal Ministro saranno rappresentate tutte le regioni interessate, questa è quindi l’occasione adatta per sollecitare una strategia comune a questa emergenza”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’assessore regionale porta il caso a Roma
32 Provincia
L'ARENA
Mercoledì 1 Maggio 2019
IL CASO. A Selva spunta la civica che ha per consiglieri nove guardie carcerarie, nessuno è della zona: ma qui il trucco è facile perché non servono firme di presentazione
Carbini alla guida degli agenti penitenziari «Passinel futuro»grazieauna specifica norma consenteai suoicandidati dinonlavorare perilmesedicampagne elettorale, retribuiti Vittorio Zambaldo
Tornano i furbetti delle ferie pagate grazie alla candidatura elettorale. La lista «Passi nel futuro», che candida a sindaco Cristian Carbini, è formata da nove candidati consiglieri, tutti agenti di polizia penitenziaria, nessuno nativo o residente a Selva di Progno, ma che si propongono per amministrare il piccolo Comune della Val d’Illasi. Solo l’aspirante sindaco è nato a Verona nel 1987 e dichiara di non lavorare nelle strutture penitenziarie, ma finora non ha reso pubblico in paese alcun programma elettorale. L’articolo 81 della legge 121 del 1981 garantisce a tutti i poliziotti un’aspettativa speciale, con assegni, dal momento in cui accettano la candidatura e per tutta la durata della campagna elettorale, con l’unica prescrizione di
L’annoscorso erasuccesso aSanMauro con«Albachiara» diAngelo Campanile
non fare propaganda politica in divisa, e nella circoscrizione nella quale sono candidati non potranno entrare in servizio per un periodo di tre anni dalla data delle elezioni. In pratica, hanno diritto ad un mese di ferie pagate, mentre i colleghi che restano al lavoro ammattiscono per i turni e gli straordinari: in più, in caso di elezione, hanno la possibilità di chiedere il trasferimento per l’avvicinamento del lavoro alla residenza. La legge lo prevede, non è dunque un reato e tanti ne approfittano, soprattutto nei piccoli Comuni al di sotto dei mille abitanti in cui non è necessario raccogliere firme per poter presentare una lista di candidati. Così basta un volonteroso con un po’ di tempo e voglia di compilare qualche modulo prestampato, un viaggio all’ufficio elettorale del Comune per depositare la lista entro la data di scadenza e il gioco è fatto: da quel momento, e fino al giorno dello spoglio, è assicurato un mese di riposo retribuito, con poche spese per stampare un programma e fare magari un incontro con la popolazione. Lo scorso anno successe a San Mauro di Saline, con il candidato sindaco Angelo Sebastiano Campanile, sotto il simbolo di «Alba Chiara», li-
sta formata da 11 agenti di polizia penitenziaria della Casa circondariale di Montorio. A parte la distribuzione di un volantino in un bar del paese, accompagnato da bicchierata e rinfresco, da allora non si vide più nessuno, neanche allo spoglio, dove la lista non raccolse neppure un voto dai 392 votanti di San Mauro. Andò meglio nel 2014 a San Giovanni Lipioni, paese in provincia di Chieti, al confine con il Molise, con appena 177 abitanti. La sindaca Catherine Aurore Rossi vinse con 120 voti (98,36 per cento) e Campanile arrivò secondo di due, con 2 voti (1,63 per cento) ma tanto bastarono a mandarlo in minoranza con altri due colleghi. Lui non si è mai presentato, neanche al primo Consiglio comunale di insediamento per la verifica degli eletti e si dimise come gli altri eletti, che furono surrogati da altri tre e poi da altri tre ancora, fino agli ultimi rimasti in carica, ma mai presentatisi alle sedute. Accadde anche nelle precedenti elezioni del 2009, non solo a San Giovanni, ma anche in almeno altri quattro piccoli Comuni limitrofi. Da quello che siamo riusciti a raccogliere, anche le due donne in lista a Selva di Progno con «Passi nel futuro»
Ladifesa
«Nonsiamodelinquenti Celopermettelalegge»
CristianCarbini,candidato sindaco FOTOAMATO
(Miriam Conciatore e Patrizia Tudisco) erano già state candiate nel 2018 a Ripabottoni in Molise, provincia di Campobasso, ma i 381 votanti assegnarono un solo voto all’intera lista, che restò fuori dunque dal Consiglio visto che la competizione era impegnativa: c’erano ben altre cin-
INQUINAMENTO. ARoma laConferenzadel Bacino Padano:l’assessore parlerà diperfluorati
Pfasnel Po, l’assessore veneto dalministro dell’Ambiente Bottacin:«Qualcunoscarica ingran quantitàsostanze inquinanti nelfiume. Occorreuna strategia comuneperfermare l’emergenza» Sono quattro i chili di sostanza inquinante che scorrono ogni giorno nel Po. Lo afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin, che domani incontrerà il ministro dell’Ambiente e gli chiederà che venga fatto il punto sulle misure necessarie per contrastare l’inquinamento da Pfas nel Po. Perché di questo si tratta, di Pfas, trovati in concentrazioni centinaia di volte più elevate di quelle presenti nel sito di Miteni, la fabbrica chimica vicentina considerata la fonte principale dell’inquinamento nelle province di Verona, Vicenza e Padova. Domani il ministro ha convocato a Roma la Conferenza del Bacino Padano, a cui parteciperanno tutti i responsabili dell’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Come previsto dall’ordine del giorno, il vertice affronterà l’inquinamento da smog, ma l’assessore veneto ha annunciato che porrà all’attenzione del ministro e dei colleghi anche quello dei limiti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas). La Regione del Veneto, infatti, ritiene che il problema necessiti di una solu-
zione da parte di tutte le regioni rivierasche perché i dati dei rilevamenti nelle acque del Po – che il Veneto ha già deciso di depositare alla Procura della Repubblica – confermano una presenza di Pfas di nuova generazione a livelli anomali. «I dati», sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, «dimostrano che qualcuno lungo il Po sta sversando in grande quantità. Nel fiume, infatti, scorrono ogni giorno quattro chili di sostanza inquinante. È necessario che siano definiti subito i limiti da rispettare lungo tutto il corso perché se vengono fissati solo dal Veneto, ma non da chi ha competenza su altri tratti del fiume è un lavoro inutile che non porta ad alcuna soluzione». Al tavolo del Bacino Padano convocato dal Ministro saranno rappresentate tutte le regioni interessate. «Questa è quindi l’occasione adatta per sollecitare una strategia comune a questa emergenza», sottolinea Boattcin. L’assessore all’Ambiente del Veneto ha richiamato l’attenzione di tutte le Regioni interessate anche con una lettera, già inviata all’AiPo
Ilfiume Po:nell’acquatrovati Pfasin alteconcentrazioni
(Agenzia Interregionale per il Po). Intanto la Regione Veneto intende opporsi alla mancata ammissione davanti al Tribunale fallimentare di Vicenza di una parte delle proprie istanze di riconoscimento dei crediti al passivo del fallimento Miteni. Lo ha reso noto l’Avvocatura regionale. I termini per la notifica del ricorso in opposizione scadranno il 17 maggio. «Con un atto in corso di istruttoria e di redazione», spiega l’Avvocatura, «la Regione Veneto sta predisponendo l’opposizione al provvedimento con cui la sezione fallimentare
del Tribunale di Vicenza ha in parte escluso per 4.825.000 euro le richieste di riconoscimento nel passivo della Miteni spa delle spese sostenute dalla Regione in relazione all’inquinamento ambientale causato dai Pfas prodotti nello stabilimento di Trissino. Le richieste della Regione saranno dirette a contestare il diniego manifestato dal fallimento nel riconoscere il nesso di causalità e la colpa della società fallita nel provocare lo stato di inquinamento, che al momento non sono state accertate da nessun diverso giudice». •
que compagini. Lo stesso è successo alle elezioni di Alcamo in Sicilia, ad Andrea Giuseppe Corrao, escluso dall’elezione nonostante l’unica preferenza raccolta nella sfida del 2016 con i 30mila votanti del popoloso Comune trapanese. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Brevi PESCANTINA CORSODI BALLO INDIECI LEZIONI ALCIRCOLOANZIANI Inizierà venerdì al Circolo anziani Bocciofila di via Pace 15, il corso di ballo in dieci lezioni che durerà fino al 31 maggio. Il corso si terrà il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 18. Costa 10 euro più 10 di iscrizione e assicurazione da versare al bar del circolo. L.B. MONTEFORTE INCONTRO SULL'INVECCHIAMENTO ALLACASADI RIPOSO Monteforte si può fare, che candida a sindaco Teresa Ros, propone un incontro sull’invecchiamento venerdì alle 18 alla casa di riposo alla presenza di Umberto Bertezzolo (responsabile ufficio servizi sociali del Comune di Mozzecane). Interverranno Ros e i componenti della sua lista. P.D.C. ILLASI «AFRICA: QUALE FUTURO?» INCONTROIN BIBLIOTECA CONINGRESSO LIBERO Domani in biblioteca, Francesco Zampieri farà un’analisi della situazione dell’Africa, presentando un continente in evoluzione, con sfide ambientali, economiche e geopolitiche che l’attendono fra vecchi e nuovi padroni. La serata comincerà alle 20.45. Ingresso libero. V.Z.
Perle cassedelloStato, la consuetudinedelle candidaturedipoliziotti in serviziorappresentaun bel salassovisto che, soloper SelvadiProgno, contandoche lostipendiomensile della poliziapenitenziaria variadaun minimodi1.200 euronetti a un massimodi2.500, l’esborso saràdi circa41mila euro per pagareil personale «inferie»,a cuibisognerebbe aggiungere glistraordinari ei festivi per chi lisostituisce inquestoperiodo elettorale. Unmesedi ferieretribuite fa comodoa tuttiela leggenon contemplachesia unreato: «Nonstabene?»,si erachiesto AngeloSebastianoCampanile, candidatoa San Maurodi Salinelo scorsoanno, «si cambi lalegge,ma nonvenite a mettercila croceaddosso.Non siamodelinquenti.Quando stiamosul lavoro a sputare sanguecon persone dacui riceviamosoloinsulti e violenzepsicologiche, oltrea minaccedidenunceper ogni minimointervento che facciamo,nonviene nessunoa prenderele nostredifese», avevaspiegato egiustificato, addossandolaresponsabilità allegislatore ealle carenze dell’amministrazionedella GiustiziainItalia. «Cisono persone distaccate
Poliziottoaddettoallecarceri daannichenonsi sono mai presentatea lavorareesi vienea fareuncasoper trentagiorni nostri?»,proseguì Angelo Campanile. Delresto, se sièinventatoil redditodicittadinanza perchénon potrebbeesisteregiustamente ancheunreddito elettorale:un nonlavororetribuito emobile, perchécomesi èvisto le candidaturespaziano dalleAlpi allaSicilia:tante,veloci, inutili e semprecostose... per i contribuenti. V.Z.
MARANODIVALPOLICELLA. Festa oggi
Grotteaperte e orchidee selvatiche in località Mazzarino Giornatadiescursioni tra natura ecavitàcarsichedel territorio Per celebrare la bellezza delle grotte di Marano, e non solo, oggi, nell’oasi naturalistica di Malga Biancari, la Pro loco organizza la «Festa delle Grotte» per far conoscere le peculiarità di una zona appartata e ancora intatta, sotto l’aspetto naturalistico. «Dalla costruzione del Ponte Tibetano che attraversa la Valsorda, l’afflusso di turisti è notevolmente aumentato, ma spesso l’escursione è limitata al tragitto malga Biancari-ponte Tibetano e ritorno», dice Dario Degani, presidente Pro Loco di Marano. «La zona che gravita intorno alla Malga è ricca di altri elementi che meritano, come i “Covoli del Diaolo e del Buso Streto", grotticelle carsiche a sviluppo orizzontale, ricchissime di concrezioni e che oggi saranno illuminate a giorno dalla Protezione Civile e potranno essere visitate, con la guida di volontari Pro Loco dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16». Ma le bellezze non finiscono qui: sarà possibile, infatti, visitare su richiesta anche la Sabbionara di Rio Baiaghe e fare un’escursione a Mazzarino alla ricerca di orchidee sel-
vatiche. «La Sabbionara di Rio Baiaghe è una grotta artificiale, formatasi dall’escavazione di una particolare sabbia finissima utilizzata nel corso dei secoli come abrasivo per la pulizia delle stoviglie di rame», spiega Degani. «Questo particolare minerale, di cui non si conosce l’origine, che si sgretola col solo passaggio della mano fino a diventare una polvere impalpabile tipo pomice, in passato veniva scavato e poi venduto nei centri abitati più importanti del veronese». A completare la giornata, la località di Mazzarino dove fioriscono numerose specie di orchidee selvatiche. La festa delle Grotte segna l’apertura domenicale di Malga Biancari da parte dei volontari della Pro Loco. La Pro Loco si raccomanda con i visitatori ad avere molta prudenza nell’affrontare i sentieri della Val Sorda. «In questi ultimi anni, la presenza di fauna selvatica, specie di cinghiali, sta procurando parecchi guai nella sentieristica ufficiale che facilmente si confonde con pseudo sentieri pericolosi per l’uomo», spiega Degani. • A.C.