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T 12 Invito a pranzo per Mecenate (Carmina I, 20) IT
T 12
Carmina I, 20 ITALIANO
Invito a pranzo per Mecenate
Il motivo dell’invito a cena era diffuso nella letteratura ellenistica e neoterica, come dimostrano il carme 13 di Catullo e un epigramma di Filodemo di Gadara (filosofo epicureo e poeta ancora attivo durante la giovinezza dell'autore); Orazio lo utilizza per sviluppare con garbo e delicatezza alcuni dei suoi temi più cari: il convito rallegrato dal vino; un ideale di vita semplice confortato dall’amicizia. Anche il motivo encomiastico, che occupa l’intera seconda strofa e parte della prima, è risolto con discrezione entro un clima di piacevole e scherzosa intimità. L’episodio rievocato permette di datare l’ode oltre il 30 a.C., anno nel quale Mecenate, ricomparso in pubblico a uno spettacolo teatrale per la prima volta dopo una lunga malattia, fu accolto con un caloroso applauso.
Il Sabino berrai di poco pregio in bicchieri modesti; l’ho serbato e chiuso io stesso in un’anfora greca quando in teatro,
5 o caro Mecenate cavaliere, t’accolse quell’applauso tanto forte che l’Eco dalla riva del paterno fiume e dal monte
Vaticano lo ripeté scherzosa. 10 Vino di Cales, Cècubo tu bevi: io non ho vigne a Formia né a Falerno per le mie tazze.
(trad. di E. Cetrangolo)
5-6. paterno / fiume: il Tevere nasce in Etruria, regione d’origine di Mecenate.
9-11. Vino di Cales, Cècubo...
Falerno: tutti vini pregiati: il Cecubo proveniva dal Lazio meridionale; Cales corrisponde all’odierna Calvi, in Campania; campano è anche il Falerno, più volte ricordato da Orazio.
Natura morta da Pompei. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.