5 minute read

T 9 Elogio del maestro Anneo Cornuto (Saturae V, 1-51) LAT IT T 10 Sulla spiaggia di Luni, d’inverno (Saturae VI, 1-33) LAT IT 83 ONLINE

T 9

Saturae V, 1-51

ITALIANO

Elogio del maestro Anneo Cornuto

La satira quinta è dedicata all’esposizione della dottrina stoica e alla definizione del concetto di libertas, interpretato come libertà dai vizi e dalle passioni. Persio giunge tuttavia all’argomento solo dopo un lungo proemio dialogico, nel quale compare la figura autorevole e rassicurante di Anneo Cornuto, che lo aveva avviato giovanissimo alla filosofia. Inizialmente (vv. 1-4), l’autore ricorda che è costume dei vati invocare lo stile sublime della tragedia (v. 3) e dell’epica (v. 4). Un interlocutore (probabilmente lo stesso Cornuto) lo ammonisce tuttavia, in versi che assumono il valore di un’esplicita dichiarazione di poetica, a usare un linguaggio semplice, parole comuni (verba togae) atte a colpire il vizio e la corruzione (vv. 5-18). Persio si dice pienamente d’accordo, ma ribadisce la sua aspirazione a uno stile più alto, capace di esprimere tutta la riconoscenza che prova per il maestro (vv. 19-29). Infine (vv. 30-51), rievoca in versi affettuosi e ispirati la propria adolescenza, illuminata dalla guida filosofica di Cornuto, al quale il poeta si sente legato da uno stesso destino.

È abitudine dei poeti di invocare per sé cento voci, di augurarsi per i loro carmi cento bocche e cento lingue, sia che si tratti di una tragedia che l’attore sonoramente declamerà con faccia lugubre, sia che si debbano cantare le ferite del Parto che si strappa il ferro dall’inguine. «Dove vuoi arrivare?1 o che bocconi di così robusta poesia vuoi tu ingoiare per aver bisogno di cento gole? Chi mira al grandioso raccolga nuvole sull’Elicona2, colui per il quale bollono ancora le pentole di Progne e di Tieste, di cui dovrà spesso cenare l’inetto Glicone3. Ma tu non sospingi i venti col mantice anelante, mentre nella fornace cuoce il metallo, né gracchi rauco, fra te e te, con misterioso brontolio, non so che solenni sciocchezze, e neppure ti gonfi le guance per poi svuotarle di colpo con uno scoppio4 . Tu cerchi parole comuni, abile nell’unirle con vivezza tra loro, arrotondando la bocca nella giusta misura, valente nel pungere i costumi viziosi e nel colpire, con scherzo non volgare, le manchevolezze umane. Trai di qui argomento al tuo dire e lascia le mense di Micene5 con le teste e i piedi, né cerca di conoscere altro che i nostri pranzi comuni». Ma certo: io non miro affatto a che la mia pagina sia gonfia di lugubri sciocchezze e tale da dare un peso al fumo. Noi parliamo in disparte, fra noi. Ed ora a te, o Cornuto, spinto dalla Musa, io offro il mio cuore perché tu lo scruti e vegga, o dolce amico, quanta parte della mia anima è tua. Batti, tu che sai distinguere ciò che dà suono pieno dallo stucco di una lingua ipocrita. Per questo io oserei davvero

1. Dove vuoi arrivare?: l’ignoto interlocutore è con molta probabilità Anneo Cornuto, a cui il poeta si rivolgerà fra poco. 2. Elicona: monte delle Muse. «Raccogliere nuvole sull’Elicona» significa scrivere versi vuoti e retorici. 3. Glicone: un attore contemporaneo di Persio, che evidentemente era solito recitare tragedie di genere orrido e truculento. 4. Ma tu… scoppio: immagini di tono grottesco per indicare un genere di poesia roboante ed enfatica. 5. Micene: ancora un’allusione al mito di Atreo e di Tieste, al quale, concluso il fiero pasto, furono mostrati teste e piedi dei figli cucinati.

augurarmi cento gole, per dirti con pura voce quanto io t’abbia dentro di me, nei recessi del mio cuore, e perché le mie parole potessero rivelarti a pieno quanto di indicibile è nascosto nelle mie più intime fibre. Non appena la toga pretesta cessò di custodire la mia timidezza e io donai la mia bolla appendendola ai Lari succinti, quando compiacenti compagni e la toga ormai candida mi permisero di gettare il mio sguardo impunemente per tutta la Suburra6 , in quell’età in cui la strada è ancora incerta e l’inesperienza della vita che spinge all’errore conduce le menti inquiete a sentieri che si diramano in varie direzioni, a te io mi affidai; ché tu sempre accogli, o Cornuto, sul tuo socratico seno7, le teneri menti. Allora il regolo, abilmente dissimulato, corregge col suo contatto le deviazioni viziose e l’animo si lascia sopraffare dalla ragione e si sforza d’esserne vinto e sotto il tuo pollice prende aspetto di opera d’arte. Ricordo che solevo passare con te lunghe giornate e con te dedicare alla cena le prime ore della notte. Così ancora noi due disponiamo insieme le ore del lavoro e del riposo e interrompiamo le severe meditazioni con una parca mensa. Non dubiterai certo di questo, che i nostri giorni corrano, per legge ferma, su di una stessa via, guidati da una stessa stella: o la Parca verace ha sospeso le nostre vite alla Bilancia in equilibrio oppure l’attimo della nascita, propizio alla fedeltà, divide i nostri fati concordi fra i Gemelli e noi, con Giove benigno, spezziamo insieme l’influsso nefasto di Saturno8. Non so quale sia, ma è certamente un astro che mi rende simile a te.

(trad. di E. Barelli)

6. Non appena… Suburra: all’età di diciassette anni i giovani romani abbandonavano la toga pretesta orlata di porpora per vestire la candida toga virile. Nella stessa occasione deponevano anche la bulla, un pendaglio d’oro che portavano al collo, dedicandola ai Lari (detti «succinti» perché solitamente rappresentati come giovani dèi agili in tunica corta). La Suburra era un quartiere popolare fra il Quirinale e l’Esquilino, notoriamente frequentato da gente di malaffare, dedita a loschi traffici. 7. socratico seno: l’espressione sottolinea il carattere maieutico e pedagogico dell’insegnamento di Cornuto. 8. o la Parca… Saturno: le tre Parche reggevano la vita degli uomini. I riferimenti agli influssi astrali erano comuni alla cultura contemporanea: la costellazione della Bilancia indicava equilibrio e armonia; gli influssi di Giove erano ritenuti benefici, quelli di Saturno nefasti.

T 10

Sulla spiaggia di Luni, d’inverno Saturae VI, 1-33

ONLINE

This article is from: