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CITTADINANZA E COSTITUZIONE: UN CAMMINO DI CINQUANT’ANNI
È lo stesso Documento di indirizzo di Cittadinanza e Costituzione a proporre l’analisi di un iter storico che dal lontano 1958 arriva fino ad oggi, a partire dall’insegnamento entrato nella scuola italiana con la legge 169 del 30 ottobre 2008 e citando al suo interno la “storia cinquantennale dei tentativi di istituire un insegnamento di educazione civica nella scuola con successi, intuizioni nobili e soluzioni ingegnose, ma anche vari insuccessi”. Non risulta troppo celata tra le righe del documento l’ammissione di una certa difficoltà a trovare la via giusta per far “decollare” questo insegnamento. Oggi stesso, che abbiamo “Cittadinanza e Costituzione”, nonostante si percepisca una sorta di punto d’arrivo, siamo semplicemente nella fase di una sperimentazione che un po’ tutti, Ministero e insegnanti, staranno a guardare. Ciò che comunque traspare sempre come chiaro e consapevole, fin dall’inizio, è il fatto che gli obiettivi di questo insegnamento sono realmente significativi e necessari: la storia dell’educazione civica nella scuola della Repubblica ebbe il suo prologo addirittura nell’Assemblea Costituente del 1947, dove fu votato all’unanimità “ con vivi prolungati applausi ” un ordine del giorno presentato da Aldo Moro in cui si auspicava: “che la nuova Carta Costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico nella scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sicuro retaggio del popolo italiano ”. Ripercorriamo, brevemente, questi cinquant’anni di storia.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 585 del 13 giugno 1958 per l’Educazione civica Aldo Moro, Ministro della Pubblica Istruzione
Le origini istituzionali dell’educazione civica nella storia della Repubblica italiana si trovano, una decina d’anni dopo l’approvazione della Costituzione, in questo documento presidenziale, intitolato “Programmi per l’insegnamento dell’educazione civica negli istituti e scuole di istruzione secondaria e artistica”. Si noti, quindi, che l’espressione “educazione civica” è presente fin dagli albori di questo percorso storico e lo è, riguardo al contesto scolastico, propriamente con l’accezione di “educazione”. Nella figura di Aldo Moro troviamo, in filigrana, la consapevolezza dell’epoca che una qualche forma di “insegnamento” o “educazione” ai temi “civili” fosse necessaria. Nel documento si ribadisce che tale educazione debba essere “ presente in ogni insegnamento”, con la prospettiva di “ un quadro didattico… con orario e programmi” e con l’indicazione dell’insegnante di storia come esperto incaricato. Si tratta però di due sole ore al mese, senza voto specifico sull’educazione stessa.
Decreto Ministeriale del 9 febbraio 1979 per la Scuola Media Mario Pedini, Ministro della Pubblica Istruzione
In questo decreto l’educazione civica viene descritta “quale specifica materia d’insegnamento, esplicitamente prevista dal piano di studi ” avente come oggetto di apprendimento “le regole fondamentali della convivenza civile ”. Già da quest’anno il nucleo fondamentale dei contenuti è dato dal testo della Costituzione italiana, inteso come legge fondamentale dello Stato e sintetica espressione della civile convivenza. È su questa base che l’educazione civica viene intesa come “ un grande campo di raccordo culturale, interdisciplinare, che ha anche suoi contenuti specifici ”. La sua gestione viene affidata al consiglio di classe,
che deve anche indicare, in sede di programmazione, “tempi specifici per lo svolgimento dell’attività programmata ”. Tutte le discipline vengono intese come articolazioni di una educazione unitaria: “La scuola – vi si legge – attua il suo impegno di educazione civica attraverso il contatto col mondo civile e la presa di coscienza dei valori sui quali si fonda la Costituzione, l’offerta di conoscenza di problemi e di metodologie per la valutazione critica dei fatti, nonché attraverso un concreto esercizio di vita democratica nella scuola ”. Tale impianto, però, manifestava una certa ambiguità circa l’ampiezza della concezione e la gracilità dell’orario previsto, con la conseguente mancanza di un voto distinto.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 104 del 12 febbraio 1985 per la Scuola Elementare Franca Falcucci, Ministro della Pubblica Istruzione
Nei programmi della Scuola Elementare del 1985 comparve, come primo tra gli obiettivi educativi, proprio l’ Educazione alla Convivenza Democratica, descritta come uno dei “principi e fini della scuola primaria”, in quanto essa “ sollecita gli alunni a divenire consapevoli delle proprie idee e responsabili delle proprie azioni, alla luce di criteri di condotta chiari e coerenti, che attuino valori riconosciuti ”. Nuovamente, questi valori vengono individuati nella Costituzione. Quanto all’iter curricolare, questi programmi prevedono, assieme a storia e a geografia, la disciplina chiamata “studi sociali”. Con ciò, la scuola doveva fornire “ gli strumenti per un primo livello di conoscenza dell’organizzazione della nostra società nei suoi aspetti istituzionali e politici, con particolare riferimento alle origini storiche e ideali della Costituzione ”.
Direttiva n. 58 dell’8 febbraio 1996 per la “Cultura civica e cultura costituzionale” Giancarlo Lombardi, Ministro della Pubblica Istruzione
Un passo avanti nella comprensione della questione si fece negli anni 1995 e 1996, nell’ambito di una commissione ministeriale istituita dal Ministro Lombardi per ripensare e rilanciare l’educazione civica, considerata unanimemente come disciplina “debole”. Di fronte al complicarsi e all’estendersi delle problematiche di tipo sociopolitico (dalla caduta del muro di Berlino ai trattati di Maastricht e al fenomeno della globalizzazione) e di tipo esistenziale (il disagio e la demotivazione giovanile e le varie forme di devianza da ciò derivanti), diversi Ministeri, a partire proprio da quello dell’Istruzione, cercarono di affidare alla scuola, sulla base di queste emergenze, la soluzione di queste sfide. Nell’ambito di quella Commissione si chiarì che le “educazioni” ministeriali (da notare l’introduzione della terminologia usata) potevano trovare proprio nella Costituzione una mappa concettuale, valoriale e giuridica essenziale e completa, utile a unificare e ad affrontare le nuove problematiche educative. Approvata all’unanimità dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, questa Direttiva con l’allegato documento Nuove dimensioni formative, educazione civica e cultura costituzionale, diede il via a un “curricolo continuo di educazione civica e cultura costituzionale ”, che però non entrò mai in vigore a causa della caduta del governo Dini.
Legge Delega del 28 marzo 2003 e Decreto Legge n. 59 del 19 febbraio 2004 Letizia Moratti, Ministro della Pubblica Istruzione
Le Indicazioni nazionali relative al primo ciclo del Decreto Legge n. 59 del 2004 articolarono la cosiddetta Convivenza civilein sei “educazioni”: alla cittadinanza, alla sicurezza stradale, all’ambiente, alla salute, all’alimentazione , all’affettività e sessualità. Le prime tre sono basate sulla realtà ambientale e sulle leggi, le seconde tre sono relative agli aspetti esistenziali vissuti dai ragazzi. Nonostante un certo entusiasmo iniziale, la proposta non ebbe un vero e proprio sviluppo, ma rimase e rimane tuttora negli orecchi degli insegnanti la terminologia da tutto ciò iniziata.
Il fatto è che, successivamente al mandato della Moratti, si svilupparono forti critiche a un’impostazione didattica che considerasse tali “educazioni” in maniera separata.
Direttiva del 16 ottobre 2006 sulle “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità” Giuseppe Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione
La Direttiva Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità nacque coerentemente con le direttive internazionali ed europee, proponendo una rilettura dei valori di cittadinanza, di democrazia, di legalità anche in considerazione dei cambiamenti sociali, culturali, economici che caratterizzano la complessità delle società attuali. Non se ne fece, però, un molto parlare in ambito scolastico, per lo meno nel grado della Scuola Primaria. La Direttiva focalizza l’attenzione sulla partecipazione attiva dei giovani alla costruzione dell’Europa, alla comprensione delle diversità culturali delle società multietniche, al riconoscimento dei valori della libertà, dell’uguaglianza, della legalità, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la mafia, il razzismo, la xenofobia e indica le linee guida e gli orientamenti di cui tenere conto nella progettazione e realizzazione delle iniziative di educazione alla legalità.
Decreto Ministeriale del 31 luglio 2007: le Indicazioni per il Curricolo Giuseppe Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione
Il Ministro Fioroni non riportò più nelle sue Indicazioni per il Curricolo le sei educazioni morattiane. Va però considerato che, al di là dell’esistenza di una vera e propria disciplina, nella parte introduttiva del suo documento vi è un notevole spessore analitico del tessuto sociale ed educativo odierno che porta a ad espressioni come “Cultura Scuola Persona” o “nuova cittadinanza” o ancora “nuovo umanesimo”. D’altra parte, nell’ambito dell’area storico-geografica, si legge che “ fra gli obiettivi centrali è lo sviluppo delle competenze relative alla cittadinanza attiva ” e si aggiunge anche che “l’apprendimento della storia contribuisce all’educazione civica della nazione ”. Al di là dei testi analitici introduttivi, queste particolari attenzioni non compaiono poi con altrettanza chiarezza nei Traguardi per lo sviluppo delle competenzee negli Obiettivi di Apprendimento . In questo periodo, una spinta espressamente sottolineata in termini scolastici è venuta proprio dal Presidente della Repubblica, che ha iniziato a sollecitare più volte il mondo della scuola, ricordando proprio Aldo Moro quando chiese che “la Carta costituzionale e le sue disposizioni vengano sistematicamente insegnate, studiate e analizzate nelle scuole italiane, per offrire ai giovani un quadro di riferimento indispensabile a costruire il loro futuro di cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri” . Nella parte di questa Guida dedicata alla programmazione, abbiamo comunque analizzato le Indicazioni per il Curricolo, essendo esse ancora in auge, al fine di evidenziare gli Obiettivi di Apprendimento che maggiormente possono essere sinergicamente collegati con il documento di Cittadinanza e Costituzione.
Linee guida sull’educazione alla pace e ai diritti umani del 4 ottobre 2007 Giuseppe Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione, e Ministri Generali dei Frati Minori
Nell’ambito del Programma Nazionale “La Pace si fa a Scuola”, per la verità poco conosciuto nelle scuole, in occasione della festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, furono redatte delle Linee guida sull’educazione alla pace e ai diritti umani firmate dal Ministro e dai Ministri Generali dei Frati Minori.