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L’incontro con Ulisse

Non più tetri scenari, ma valle illuminata da lucciole cui luce è l’anima dannata; sembra primavera con la natura sveglia, uccelli s’alzan in volo e di cantare han voglia. Andiamo passeggiando sopra un ponticello, ma devo stare attento, pur se sembra bello: quel che fa luce, infatti, non sempre oro è e pure lì io vedo il gran dolor che c’è. Tra le infinite luci, una sembra diversa, pare sia una sola, ma ha due fuochi in testa. Subito il Maestro mi chiarisce ogni dubbio: non una, ma son due le anime in connubio. Ulisse e Diomede insieme stan bruciando, perché presero Troia traendola in inganno; quel cavallo di legno, stupendo e maestoso, scambiato fu per dono, ma assai fu disastroso. Siamo nel cerchio, ora, di quelli fraudolenti, ladri, ruffiani, ipocriti, falsari e gabbanti, che hanno avuto posto nei dieci fossati e vengon suddivisi in base ai lor peccati. I demoni malvagi, intenti a tormentarli, stanno sempre lì, instancabili, a sbranarli e sembra si divertano davvero come matti, di più se poi li vedono tristissimi e distrutti. Son più vicine a noi quelle lucine adesso, e restan sempre unite, passo dopo passo, sono indivisibili e in punta hanno due corni, quello più grande narra a noi dei suoi giorni. Lui è Ulisse, eroe di madre terra greca: tra le avventure sue ci parla di una maga, di nome Circe, bella, però dal cuore sporco, che tramutò ogni suo compagno in porco. Conoscer nuovi posti ed ogni meraviglia era suo desiderio e viaggiò per tante miglia; pure vecchio e stanco ebbe la stessa voglia e giunse in fondo al mondo fino alla soglia. Tutto lì aveva fine, il mare e anche la terra, oltre non c’era nulla, né vita né più guerra; le sue colonne Ercole aveva là innalzato perché quello era il punto di fine del Creato. Ulisse non credeva che questo fosse vero e di scoprire il trucco aveva il desiderio; così volle sfatare il mistero mai svelato e andare alla scoperta del luogo mai trovato. A lungo navigarono vedendo solo mare e un furioso vento li faceva turbinare: prua diretta al fondo e poppa al cielo nero, vennero inghiottiti dal grande mare scuro.

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