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L’incontro con Giustiniano
Al ciel di Mercurio adesso siam saliti, son più leggero, non sento più i vestiti: qui stanno spiriti che han fatto cose grandi, ma per la voglia di essere importanti. Ciò che li spinse non fu senza interesse, ma perché onore e gloria a loro desse, più illuminati li vedo e più contenti delle anime al Ciel di Luna appartenenti. Uno di questi spiriti ha voglia di parlare: “Dimmi qual desiderio ti posso soddisfare”, lo spirito assai gentile, di luce risplendente, a me che son sperduto la sua mano tende. “Chi sei?” gli chiedo con fare assai cordiale, disse che in vita ebbe l’aquila imperiale; dunque mi inchino al suo cospetto: è un imperatore e mostro il mio rispetto. “In vita” dice “ho preteso inchini e onore, ma ora so che non hanno alcun valore, ma ormai è acqua passata, mi son purificato e questo mio peccato ora è dimenticato”. Chi mai è costui? Ancor non si rivela e di scoprirlo, adesso, il cuore mio lo spera: “Dell’Impero d’Oriente io fui imperatore, di Costantino potente successore”. Così a me si presenta e mi fa sapere che fece tutto per Divino volere e per non disperdere le leggi romane, lui realizzò un lavoro immane.
Ora ho capito chi è questo signore, è Giustiniano, che fu imperatore, la sua raccolta, ordinata e sapiente, preziosa risulta ancora a tanta gente. Si è dedicato in vita alla cultura più che alla guerra violenta e dura, molte vittorie, afferma, furon vane e causa solo di morte e distruzione.