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L’angelo portinaio
Sembra che l’aquila di mira m’abbia preso, gira e rigira ed io mi sento teso, ce l’ha con me, se no, con chi ce l’ha? Forse va a caccia, ma gira sempre qua. Ora d’un tratto a picco essa si getta, ce l’ha con me e pare una saetta, presto mi afferra con quei curvi artigli per sollevarmi: sembra che mi pigli. Io sono in volo e non sto niente bene, ho le vertigini, speriamo che mi tiene, ha penne d’oro e vola verso un fuoco, lei non si brucia, ma io ho caldo un poco. Non riesco a urlare, son terrorizzato, ma per fortuna or mi son svegliato: accanto a me c’è ancora il mio Maestro, che gran piacere vederlo appena desto. È stato solo un sogno, per fortuna, appisolato mi ero con la luna. “Però quel sogno aveva un po’ di vero” – dice Virgilio – “Lucia è scesa dal cielo”. La grande Santa, con la sua luce forte, del Purgatorio condotti ci ha alle porte; qui mentre dormi può accader di tutto: stavi per terra e ti trovi sopra un tetto. A far da guardia un angelo all’ingresso, con una spada che manda un gran riflesso, rimane immerso in accecante luce e ci domanda cos’è che ci conduce.
Virgilio, con la sua solita flemma, pure se stanco, non ne fa un dramma e ancora, dopo cento, mille volte, risponde alle domande a lui rivolte. Prima della porta ci sono tre gradini, il primo, in marmo, pare abbia i brillantini, il secondo è già più consumato e il terzo rosso sangue è tinteggiato. Mi inginocchio davanti allo splendore, chiedo perdono del mio esser peccatore, l’angelo mi viene incontro con la spada e la usa come fosse una matita: sulla fronte mi incide sette P, sono i peccati da purificare qui. Dalle ferite che mi ha procurato, nella salita sarò poi sanato; questo è posto di purificazione per preparare alla beatificazione. Per entrare in questo nuovo luogo, come vedo, non ci vuole poco: c’è una porta che sembra blindata e ha due chiavi, una d’argento e una dorata. Spiega l’angelo a noi di esser prudenti e nell’inserir le chiavi stare attenti poiché, solo se messe un poco storte, sarebbe cambiata, ahimè, la nostra sorte. E se questo ancor vi sembra poco, vi dirò che non è per nulla un gioco: quelle chiavi, da San Pietro custodite, aprono solo alle anime pentite. Ma volere, si sa, è anche potere, e se le anime, poi, sono sincere, si può aprire davvero ogni porta pur se la chiave sarà un poco storta.