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Il Paradiso terrestre
Nel bel giardino che fu di Eva e Adamo, siamo arrivati e ancora camminiamo, ricco di verde e di freschi profumi, cantan gli uccelli che han nidi sui rami. Di cosa insolita, però, mi rendo conto, dietro è Virgilio, né davanti o accanto, eppure sono tranquillo e anche sicuro e non ho in testa proprio alcun pensiero. Sosto a un ruscello limpido e fresco, ad ammirarlo per un attimo io resto e la mia vista d’un tratto vien colpita da una bellezza dolce ed infinita.
Io sono certo che questo splendore sia accompagnato da un gentile cuore, con passo di danza ella si avvicina, tra i fiori sorride, è più bella di prima.
Le chiedo chi sia e dov’è la sorgente, “Mi chiamo Matelda” gentile risponde, “Questo fiume non nasce come un fiume terreno, ma per volere del Sommo Divino. E questa pura sorgente, in realtà, a due diversi fiumi origine poi dà: uno per scordare ogni brutto peccato, l’altro perché il bene non sia dimenticato. Lete ed Eunoè scorrono pacati, immergo in essi gli spiriti purificati, perché dimentichino le cose brutte e quelle buone le ricordino tutte”. Lei canta e va e noi la seguiamo, ma non so proprio verso dove andiamo; Virgilio mi guarda, sorride e mi dice: “Credo ti porti dalla tua Beatrice!”