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L’incontro con Tommaso d’Aquino
Con la mia donna riprendo a volare, nel quarto ciel c’è l’infinito amore, Beatrice diventa ancora più bella, qui, in questo cielo della grande stella. Dodici spiriti ci danzano attorno, mano per mano, si accordano al canto, un sottofondo di rara armonia, ma in Paradiso è normale che sia.
Di una ghirlanda hanno la parvenza, le vesti son petali che muove la danza, con saio e tonaca sono vestiti, tutti gli spiriti che son frati e preti. Emanano divina luce splendente, che di scrutare i pensieri consente, ed è per questo che mi leggono dentro ogni pensiero, quel che provo e che sento. Così questo spirito, che mi danza vicino, mi dice: “Sono Tommaso d’Aquino”; nessuna parola ho pronunciato, ma lui sa bene cosa avrei domandato.
Chiarisce ogni mio dubbio ed incertezza su ciò che non ho colto per mia limitatezza e con tutti gli umani vengo da lui ammonito a non esser nei giudizi troppo affrettato. Sono confuso per tanta emozione, il grande filosofo dell’altra generazione mi sta di fronte e, a dire il vero, ho sempre sostenuto il suo pensiero. Tommaso da sé distoglie l’attenzione e passa a un’altra presentazione: vuole parlarmi del Santo di Assisi che sparse amore, pace e sorrisi.