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Le sette balze (I sette peccati capitali)
Sotto il peso di un enorme masso, costretti a fissare sempre in basso, avanzano i superbi che, con presunzione, hanno guardato in alto ignorando le persone. Chi con invidia gli altri ha guardato, ha le palpebre cucite col ferro filato, mentre chi in Terra ha peccato di ira avvolto dal fumo non vede e non respira. È disposta in un sentiero in salita ogni anima peccatrice ora pentita, destinata a un peccato è ogni balza, a seconda la pena che gli calza. Nella quarta balza son presenti gli accidiosi insieme agli indolenti, condannati fin quando loro basta a far corse come fossero in pista. Nella quinta balza, prodighi ed avari, che han tenuto stretti i lor tesori, mani e piedi forte hanno legati, a star con bocca in terra condannati. Han vissuto attaccati ai propri beni, non di spirito, ma a quelli terreni, pagano una pena che è adeguata alla colpa che dev’essere scontata. Nella sesta balza fan digiuno tutti quelli che, ad uno ad uno, al dolcetto e a ogni piatto prelibato non han mai per nulla rinunciato. Ora magri, affamati e derelitti, fan di tutto per afferrare i frutti di alti alberi bellissimi e strapieni di bei pomi succulenti e sani. In due schiere divisi e ordinati, sulle fiamme camminano pentiti quelli che amore hanno vissuto in un modo insano e sbagliato. Ogni volta che fra loro c’è incrocio, fanno scambio di un innocente bacio, che è sincero, rapido e affettuoso, e attendono cantando il Paradiso.