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Le sequenze riflessive

Nel rias sunto non sono necessarie le sequenze riflessive, cioè quelle che riportano i pensieri e le impres sioni dell’autore o dei personag gi: devi dunque tralasciarle quando suddividi il racconto in sequenze.

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

Durante le vacanze d’estate Iole e Lorenzo avevano trovato nel garage della casa di campagna dello zio il furgoncino dello zio. Lo consideravano un catorcio rugginoso che non avrebbe fatto mezzo metro neppure se lo avessero spinto dieci uomini fortissimi. Infatti non aveva le ruote né il volante, e gli mancava un pezzo di tettuccio. Con il passare di giorni si erano affezionati al catorcio, lo consideravano quasi un compagno di giochi. Ci giocarono per tutta l’estate inventando sempre nuove situazioni. Immaginavano che ogni giorno il furgoncino diventasse una cosa diversa: una volta avevano fatto finta che fosse un missile spaziale, un’altra volta la carrozza di una principessa. – È come l’Orient Express! Il treno che viaggia verso posti lontani – aveva detto lo zio. Iole gli aveva fatto notare che il “catorcio” non andava verso oriente, stava sempre lì, sempre parcheggiato qui in mezzo alla fuffa! – Che cos’è la fuffa? – aveva chiesto Lorenzo. Lo zio l’aveva guardato con un’espressione assorta, cercando le parole giuste per spiegare la parola a suo nipote: – La maggior parte di quello che la gente compra ogni giorno è fuffa. All’inizio è difficile accorgersene, perché la fuffa è furba e fa finta di essere una cosa utilissima. Quando ci rendiamo conto dell’inganno è già troppo tardi. IL FUFFA EXPRESS

Armadi, scaffali, camere e camerette sono strapiene di paccottiglia inutile. Ma la gente è strana e non si accontenta della fuffa che ha già, ne vuole sempre di più! E quando ce n’è troppa, invece di smettere di fare acquisti, butta via tutto per far spazio a nuove, inutili, carabattole. – E qui entri in scena tu! – indovinò Lorenzo. – Svuoto cantine, soffitte, solai. Traslochi e magazzini! – recitò Lorenzo ricordando a memoria il biglietto da visita di suo zio. Lo zio annuì: – Riciclo tutte le cose che gli altri buttano via… La fuffa, insomma. Iole decise di dare un nome al furgone: Fuffa Express! Allo zio il nome era piaciuto moltissimo e da quel giorno aveva iniziato a chiamarlo così, gli sembrava il nome più appropriato. Aveva intenzione di aggiustarlo, naturalmente. A Lorenzo era sembrata un’idea impossibile. Quel coso era messo troppo male. Era perfetto per giocarci, ma nessuno sarebbe mai stato capace di farlo funzionare.

Miriam Dubini, Lo zio ricicla tutto, Mondadori

Inserisci accanto alle parentesi i simboli per identificare le sequenze riflessive in cui trovi le seguenti situazioni. Come Iole e Lorenzo considerano il furgone dello zio. Il motivo per cui i due bambini si affezionano al “catorcio”. Le riflessioni che fa lo zio sulla “fuffa”. Le riflessioni dello zio sul “catorcio”. Le riflessioni finali di Lorenzo sul “catorcio”.

Sottolinea in rosso il dialogo, cioè la riflessione fatta dallo zio per dare importanza al suo “catorcio”.

Rileggi il testo senza le sequenze riflessive: capisci comunque la trama?

LE SEQUENZE NARRATIVE

Le sequenze narrative sono quelle che ci fanno capire la trama: raccontano ciò che è accaduto, cioè i fatti.

Leggi attentamente il testo, poi colora in rosso le parentesi che racchiudono sequenze descrittive o riflessive e in blu quelle che racchiudono sequenze narrative.

PERDUTI NEL BOSCO Uri vide qualcosa muoversi nel groviglio dei rami. D’un tratto sentì la voce di un ragazzo, una voce con una pronuncia e un dialetto tipico degli arabi della zona: – La pioggia è molto forte… Ho visto un falò.

Il ragazzo uscì dal nascondiglio. Aveva più o meno dodici-tredici anni, la stessa età di Uri. I suoi vestiti erano leggeri, la testa e le spalle erano avvolte in una tipica kefiah araba grande, rossa, che gli si era appiccicata addosso, zuppa d’acqua.

Uri si alzò in piedi con una sensazione di sollievo: – Che bello vedere un’anima viva! E addirittura un ragazzo della mia età!

Uri sorrise per mostrare la sua gioia, ma l’altro lo guardò in un modo strano, che raffreddò l’atmosfera. “Questo ragazzo non vuole scambiare neanche due parole”, pensò.

– Se vuoi scaldarti, vieni, avvicinati al fuoco – e invitò lo sconosciuto.

Uri, sospirando, prese l’armonica e suonò “Oh notte, oh notte, oh mia notte”.

Il ragazzo arabo tremava dal freddo… Piano piano si avvicinò al falò, si tolse la kefiah e la mise ad asciugare al fuoco. La musica, a quanto pare, piaceva al ragazzo sconosciuto che si buttò a terra a sedere vicino a Uri. Dalia B.Y. Cohen, Uri e Sami, Giunti Junior

Se leggi il testo senza le sequenze descrittive e riflessive, capisci comunque la trama?

LE SEQUENZE NARRATIVE

IL LEONE E IL CINGHIALE

In un caldo giorno d’estate, un leone e un cinghiale andarono a bere allo stesso stagno. Subito presero a litigare. – Devo bere per primo, sono il re della foresta – disse il leone. Con un grugnito il cinghiale rispose: – La precedenza è mia. Sono arrivato per primo. La lotta divenne feroce e ciascuno dei due riceveva morsi e zampate dall’altro. Esausti per la fatica, decisero infine di prendere fiato, ma videro degli avvoltoi che li osservavano con attenzione. Avevano già l’acquolina in bocca e si domandavano: – Chi per primo rimarrà a terra senza vita? A questo punto, i duellanti si scambiarono uno sguardo e insieme dissero: – È meglio restare amici piuttosto che diventare un delizioso spuntino per avvoltoi. Favole di Esopo, Einaudi Ragazzi

Trasforma le sequenze dialogiche in sequenze narrative, utilizzando i verbi adatti per volgere il discorso diretto in discorso indiretto.

n un caldo giorno d’estate, un leone e un cinghiale andarono a bere allo stesso stagno. Subito presero a litigare

La lotta divenne feroce e ciascuno dei due riceveva morsi e ampate dall’altro. Esausti per la fatica, decisero infine di prendere fiato, ma videro degli avvoltoi che li osservavano con atten ione. Avevano già l’acquolina in bocca e

A questo punto, i duellanti si scambiarono uno sguardo e

LE SEQUENZE NARRATIVE

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

MARDUK E TIAMAT

Una volta non c’erano né cielo né Terra. L’Universo era abitato da draghi mostruosi e dèi capricciosi. Il più forte e generoso fra tanti dèi era Marduk. Una lunga spada pendeva dal suo fianco e le sue mani stringevano fasci di fulmini che squarciavano di bagliori le tenebre. Un giorno Marduk incontrò sulla sua strada un drago dall’aspetto terribile. Fino a quel momento aveva vagato senza meta, tranquillo nello spazio infinito; ora, vedendo quel mostro, non si sentiva più tranquillo. Pensava tra sé e sé come avrebbe potuto affrontarlo. Il silenzio regnava intorno a lui e Marduk aveva sempre pensato che l‘oscurità lo avvolgeva e poteva proteggerlo da ogni pericolo. Il mostro sconosciuto che si trovò all’improvviso davanti agli occhi aveva grandi ali piumate e scintillanti di metalli preziosi; dalle sue fauci spalancate e irte di denti usciva un ruggito sordo e minaccioso. Marduk non si fece intimorire e chiese: – Chi sei? Qual è il tuo nome? Che cosa vuoi? – Il mio nome è Tiamat – disse l’orribile bestiaccia – e voglio te, Marduk. Così detto, il mostro spiccò un gran balzo verso Marduk. Rapido, il guerriero gli lanciò contro una rete di luce che fermò il mostro a mezz’aria. Rimase sospeso, le grandi ali non si muovevano più e anche la sua orribile bocca aveva smesso di ruggire. Marduk sguainò la lunga spada e tagliò il mostro in due. Appese la schiena del mostro, che era maculata, in alto, perché diventasse il cielo con le stelle. Poi poggiò un piede sul ventre del mostro, che divenne la Terra con i fiumi e gli oceani. Emanuela Collini, Mondo magico, Emme

Per comprendere la trama è importante sapere:

che Marduk aveva passeggiato tranquillo nello spazio infinito. che cosa dice Marduk al mostro. V F che il mostro fa un balzo verso Marduk. V F V F

Segna con parentesi blu le sequenze descrittive, con una parentesi verde la sequenza riflessiva e con parentesi rosse le sequenze dialogiche.

Copia il racconto senza le sequenze descrittive e riflessive trasformando quelle dialogiche in discorso indiretto. Vedrai che resteranno solo le sequenze narrative. Per agevolarti, vai a capo come nel testo della pagina precedente.

LE SEQUENZE PRINCIPALI

Per fare il rias sunto di un racconto devi individuare le sequenze principali, cioè quelle che permettono di riferire brevemente, ma in modo chiaro, la trama. Devi dunque eliminare le sequenze che non servono per comprendere lo svolgimento, cioè le sequenze che lo scrittore usa per arricchire il racconto e per rendere piacevole la lettura.

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

HARRY POTTER E IL DRAGO

Il drago imprigionato ruggì e un getto di fiamme volò al di sopra delle teste di maghi e folletti, spaventandoli. I maghi tornarono indietro di corsa e Harry Potter fu colto da un’ispirazione o forse da un’idea folle. Puntò la bacchetta magica contro i ceppi che incatenavano la bestia al suolo e urlò: – Relascio! I ceppi si spezzarono con un colpo secco. – Harry… che cosa fai? – urlò Hermione. – Sali, dai, fa’ presto. Harry tese un braccio e aiutò Hermione a issarsi a cavalcioni sul drago insieme a lui. Il drago si impennò con un ruggito. Finalmente ebbe spazio per spiegare le ali: allungò la testa cornuta verso l’aria fresca e libera che sentiva oltre l’ingresso. Il drago si rese conto di non essere più incatenato e si librò in volo.

Joanne K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte, Salani

Segna con delle parentesi le parti che si riferiscono alle seguenti sequenze.

Il drago spaventa i maghi e i folletti. Harry Potter libera il drago. Harry ed Hermione salgono sul drago. Il drago allunga la testa verso l’aria. Il drago si alza in volo. Rileggi le sequenze ed elimina quella non fondamentale per comprendere la trama. Ripassa con la matita rossa la parentesi che evidenzia la sequenza che hai eliminato. Leggi il testo senza la parte che hai eliminato.

LE SEQUENZE PRINCIPALI

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

UN’OMBRA LUNGA

Molto tempo fa, in un posto di montagna, viveva una vecchietta. Una notte la vecchietta sentì bussare alla porta. Andò ad aprire e le entrò in casa un’ombra lunga: era la Trud, che era fatta di buio e si divertiva a inghiottire uomini e animali, facedoli scomparire per sempre. La vecchietta, che la sapeva lunga, non si spaventò per niente. Prima che l’ombra potesse inghiottirla tirò fuori una bottiglia vuota, perché quando la Trud ne vedeva una non poteva fare a meno di entrarci. Poi la vecchia mise il tappo alla bottiglia e se ne andò a letto. L’indomani venne a trovarla una donna, che le chiese di stappare la bottiglia, per carità. – Dentro c’è la mia ombra. Se non stappi la bottiglia, la Trud morirà soffocata, e io con lei – le spiegò. Allora la vecchietta si fece promettere che la Trud non l’avrebbe mai più disturbata, e tolse il tappo. In un lampo l’ombra si attaccò ai piedi della sua padrona, e né l’una né l’altra si fecero vedere di nuovo da quelle parti.

Francesca Lazzarato, Oh che Bel Castello, Mondadori

Segna con delle parentesi le parti che si riferiscono alle seguenti sequenze. Una vecchietta viveva in montagna. La Trud, un’ombra, entra in casa della vecchietta. La vecchietta chiude la Trud nella bottiglia. Una donna chiede di stappare la bottiglia per far uscire la Trud. La vecchietta apre la bottiglia. La Trud si attacca ai piedi della sua padrona. Rileggi le sequenze ed elimina quella non fondamentale per comprendere la trama. Ripassa con la matita rossa la parentesi che evidenzia la sequenza che hai eliminato. Leggi il testo senza la parte che hai eliminato.

LE SEQUENZE PRINCIPALI

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

LA STORIA DELL’ASINO INTELLIGENTE

Un uomo aveva la casa in cima alla montagna. Nessuna auto riusciva a arrivare fin lassù. Per questo, l’uomo comprò un asino. Gli sistemò due ceste sulla schiena e s’incamminò per andare a fare la spesa. Dovevano attraversare un ponte, ma l’asino voleva gustarsi della fresca erbetta. “Con la fatica che faccio, mi meriterei di fermarmi per uno spuntino”, pensava l’asino. Ma l’uomo non volle fermarsi. – Ma chi si crede questo somaro? Non ho tempo da perdere dietro ai suoi capricci! Allora l’asino, con i suoi denti lunghi, tirò via di nascosto il denaro dalla borsa dell’uomo e lo gettò per strada. Molte monete, cadendo, rotolarono nel ruscello. Poi l’asino ragliò con tutte le sue forze e l’uomo si guardò intorno. – Acc! – esclamò. – Ho perso i soldi! – e scese veloce al ruscello a recuperare il denaro. Nel frattempo, l’asino poté mangiare a sazietà l’erba fresca. Poi ripresero il cammino. L’uomo disse all’asino: – Sei davvero bravo! Meno male che hai ragliato. Senza soldi non posso andare a fare la spesa. Sei davvero intelligente! L’asino annuì, rise con i suoi lunghi denti e ragliò “Ih oh, ih oh!”. Ursula Wölfel, 28 storie per ridere, Kalandraka

Segna con delle parentesi le parti che si riferiscono alle seguenti sequenze. Un uomo comprò un asino. L’uomo andò in paese con l’asino. L’asino voleva fermarsi. L’asino pensava di meritarsi una sosta. L’uomo non voleva fermarsi. L’uomo pensò che l’asino facesse i capricci. L’asino con i denti buttò per strada il denaro dell’uomo. L’asino ragliò. L’uomo si accorse di aver perso i suoi soldi. L’asino poté mangiare l’erba fresca. L’uomo lodò l’asino. Rileggi le sequenze ed elimina le due che non sono fondamentali per comprendere la trama. Ripassa con la matita rossa le parentesi che evidenziano le sequenze che hai eliminato. Leggi il testo senza le parti che hai eliminato.

LE SEQUENZE PRINCIPALI

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

IL DELFINO E IL PESCE SPADA

Quel giorno il nonno, dopo un abbondante pranzo, era uscito a pesca con la sua barca. Il mare era leggermente mosso, ma tranquillo, e il nonno riposava a poppa. Aveva attaccato delle sarde alle esche e ora le lenze, immerse nell’acqua, aspettavano un pesce. A un tratto, alla lenza di sinistra, un pesce abboccò. Doveva essere grosso, perché la lenza cominciò a tendersi e poi a svolgersi nell’acqua. Infatti era un pesce spada. Il nonno vide la sua forma allungata, nell’acqua trasparente, a pochi metri, e si chiese come avrebbe fatto, da solo, a issarlo sulla barca. Tirò la lenza con le due mani, ma il pesce si dibatteva violentemente per liberarsi. “Non ce la farò mai!” pensò. “Questo pesce è più forte di me!”. In quel momento un delfino si accostò alla barca. Sembrava un’ombra agile e veloce e, prima che il nonno potesse rendersene conto, il suo muso appuntito emerse dall’acqua, vicinissimo. Si guardarono, il nonno e il delfino: si guardarono negli occhi come due persone. Poi il pesce, con un movimento velocissimo, diede un morso alla lenza, spezzandola. Pieno di stupore, il nonno vide il delfino avvicinarsi al pesce spada e spingerlo lontano dalla barca, con colpi delicati, decisi, del muso. Roberta Grazzani, Nonno Tano, Piemme Junior

Segna con delle parentesi le parti che si riferiscono alle seguenti sequenze. Il nonno era uscito a pesca in barca. Il mare era leggermente mosso. Le esche erano in acqua. Un pesce spada abboccò. Un delfino si accostò alla barca. Il delfino sembrava un’ombra. Il pesce spezzò la lenza. Il delfino guidò il pesce spada lontano. Rileggi le sequenze ed elimina le tre che non sono fondamentali per comprendere la trama. Ripassa con la matita rossa le parentesi che evidenziano le sequenze che hai eliminato. Leggi il testo senza le parti che hai eliminato.

LE SEQUENZE PRINCIPALI

Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama.

L’ALTALENA DI BAGUIDARE

Un tempo viveva un giovane cacciatore di nome Baguidare, tanto bello e coraggioso che le ragazze di novantanove villaggi avrebbero voluto sposarlo. Baguidare, però, non voleva una moglie qualunque: la ragazza doveva non solo essere bella, ma soprattutto intelligente e abile nel ricamo e nel cucito. Peccato, però, che fino ad allora non ne avesse mai incontrata una dotata di tutte e tre le virtù. Un giorno, tra le grinfie di un’aquila che aveva abbattuto, il giovane trovò una graziosa scarpetta di stoffa ornata di ricami, rubata chissà dove. Baguidare disse: – Non ci sono dubbi, questa appartiene alla ragazza che sposerò. Sono certo che è fresca e sottile come un bambù e ha i piedi piccoli e delicati, perché altrimenti la scarpa non sarebbe così fragile e minuscola; e deve essere anche intelligente, perché il disegno del ricamo è talmente complicato e fantasioso che una sciocca non avrebbe potuto crearlo. Quanto alla bravura, poi, non ho mai visto punti così leggeri e precisi! Sì, ecco la mia donna ideale: adesso non mi resta che trovarla. Pensò a come avrebbe potuto trovare la proprietaria della scarpetta: chiedere alla gente? Girare di villaggio in villaggio? Costruì una grande altalena dove si poteva star seduti anche in dieci alla volta e invitò le ragazze di tutti i villaggi a provarla, mentre lui controllava le scarpette che si alzavano in aria, confrontandole con quella che teneva in mano. Ma i piedi erano sempre troppo grandi.

Finalmente, proprio mentre l’ultimo gruppo di ragazze si dondolava sull’altalena, ecco spuntare un piedino della misura giusta. Così Baguidare lo afferrò, gli infilò la scarpetta ricamata e vide che calzava a meraviglia. La ragazza rimase sbalordita e si voltò a destra e a sinistra a guardare le sue amiche. – Dunque sei tu la mia sposa! – gridò il cacciatore, tirando giù dall’altalena una bellissima ragazza. Francesca Lazzarato, 100 fiabe venute da lontano, Mondadori

Segna con delle parentesi le parti che si riferiscono alle seguenti sequenze. Le ragazze di novantanove villaggi avrebbero voluto sposare Baguidare. Baguidare voleva sposare una ragazza bella, intelligente e abile nel ricamo. Non ne aveva ancora incontrata una con quelle virtù. Un giorno trovò una scarpetta ricamata. Baguidare capì che apparteneva alla ragazza che desiderava. Si chiese come trovarla. Per trovarla costruì un’altalena, fece salire su di essa le ragazze dei villaggi per controllare le loro scarpe. Tutte avevano i piedi troppo grandi. Finalmente vide un piedino della misura giusta. Infilò la scarpetta nel piedino. Disse alla ragazza che l’avrebbe sposata. Rileggi le sequenze ed elimina le quattro che non sono fondamentali per comprendere la trama. Ripassa con la matita rossa le parentesi che evidenziano le sequenze che hai eliminato. Leggi il testo senza le parti che hai eliminato.

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