RASSEGNA STAMPA 19 OTTOBRE 2020

Page 1

19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-18

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-25

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-25

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 31

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 4-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 4-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-29

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-29

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 42

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 42

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-24

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 11-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 11-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 11-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-OTT-2020 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6

LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: il rischio sanitario

Il Covid galoppa, altri 497 contagi in Veneto I positivi sono 9.525 e 13.809 le persone a casa in quarantena, boom nel Vicentino con 150 ricoveri. Rovigo isola felice dati più alti si registrano nell’ospedale di Vicenza, dove sono ben 40 i posti letto Covid occupati, di cui quattro nel reparto di terapia intensiva. Ma sono preoccupanti anche le cifre dell’ospedale di Padova, con 11 posti letto in rianimazione, cui aggiungere i 36 in area non critica. E poi ci sono 34 ricoveri a Santorso (Vicenza), 30 a Venezia, 28 a Mestre, 27 a Belluno, 26 al Ca’ Foncello di Treviso, 25 a Dolo (Venezia) e 24 a Borgo Roma (Verona). Cifre a cui aggiungere i 100 ricoverati per Covid, ora con tampo-

ne negativo; di questi, otto nei reparti di rianimazione. L’unico balzo all’indietro è quello degli isolamenti domiciliari: erano 13.809 le persone costrette a casa in quarantena, vale a dire 442 in meno rispetto al giorno prima. Del totale, 5.103 sono positivi, 561 viaggiatori di rientro da un Paese a rischio e 7.727 sono soggetti entrati in contatto con un positivo conclamato. Infine, sono 204 le persone che presentano sintomi che potrebbero spiegarsi con l’infezione in corso. —

Parla Luciano Flor, direttore generale: «Un prefabbricato ad hoc per il triage, le sei tende esterne saranno smantellate»

neralizzato ma calato in base all’esigenza del momento. Oggi non prendiamo in considerazione alcun blocco. Non ce n’è proprio bisogno». Uno dei limiti di marzo e aprile è stato il reperimento dei dispositivi di protezione individuale. Azienda Ospedaliera è pronta anche su questo versante? «La competenza è di Azienda Zero, la quale ci ha assicurato non solo ordinativi, ma forniture almeno per i prossimi sei mesi. La copertura è dunque garantita. Siamo davvero lontani dallo scenario di otto mesi fa, quando era davvero impossibile trovare sul mercato guanti, mascherine e camici. In questi giorni stiamo inoltre provvedendo a ordinativi in autonomia, per rimpolpare alcune scorte in via di esaurimento». Per quanto la situazione sia sotto controllo, la definizione di un piano in vista della possibile emergenza è comunque nell’agenda delle priorità? «Certo. Venerdì ci siamo riuniti nell’unità di crisi - una dozzina di figure più o meno interessate dall’impatto di una possibile emergenza Covid nell’ospedale - e lunedì bisseremo l’incontro. Manteniamo 10 posti letto in Malattie infettive e 4-5 in Terapia intensiva per un utilizzo immediato. Abbiamo quattro figure - Navalesi, Vianello, Cattelan e Rosi - che lavorano in un modello a rete pronto ad affrontare qualsiasi esigenza emergenziale. Essere pronti non significa non considerare quello che i numeri ci stanno dicendo. Ma proprio sui numeri voglio ribadire dei concetti. Il primo: assistiamo a un evidente aumento di tamponi positivi, ma non necessariamente di malati. Il secondo: per quanto riguarda la nostra Azienda Ospedaliera, siamo arrivati a curare 150 malati di Covid in contemporanea, un terzo dei quali in Rianimazione. Oggi in Rianimazione abbiamo 11 persone e in reparto 35. Su questi numeri misuriamo l’impatto della pandemia nel nostro ospedale». —

VENEZIA

Continua la sua cavalcata il Covid in Veneto. Ieri sono stati registrati altri 497 casi, che conducono a 9.525 il totale dei positivi in tutta la regione. Parlando delle singole province, i dati più preoccupanti sono quelli del Vicentino, dove nelle ultime 24 ore si sono spente cinque persone e dove, nello stesso arco di tempo, si sono contati 150 nuovi casi. Ma è allarmante anche la situazione del Padovano, dove ieri sono state 101 le nuove positività rilevate, e nel Trevigiano, con esat-

tamente 100 nuovi contagi. Proseguendo con i dati provinciali, sono 49 i nuovi casi nel Veronese, 37 nel Bellunese, 26 nel Veneziano e 22 del Rodigino. Quanto invece al numero degli attualmente positivi, il primato è detenuto dalla Marca, con 1899 casi, seguita dalle province di Verona (1589), Vicenza (1584), Venezia (1548), Padova (1434), Belluno (760) e Rovigo (156). Ancora, si allunga ulteriormente la scia delle vittime causate dal virus. Ieri se ne sono registrate altre sei, di cui appunto cinque nella so-

la provincia di Vicenza, a cui aggiungere un ulteriore decesso nel Veronese.Fino al totale di 2.256 decessi dall’inizio della pandemia. Ma a subire la sferzata più importante sono i ricoveri ospedalieri, con 38 posti letto in più occupati in 24 ore. Mentre rimangono stabili i numeri della terapia intensiva, 44 i ricoveri. Contando anche i reparti di sub-intensiva pneumologica e malattie infettive, 448. Dato che, se confrontato con il numero dei positivi, rivela che una persona contagiata su 21 necessita di cure ospedaliere. I

Il tampone rapido per il Covid

«L’ospedale di Padova è già pronto Sapremo affrontare la nuova ondata» L’INTERVISTA

«I

n vista di questa nuova ondata di contagi partiamo da un vantaggio: non aver mai smesso di curare pazienti Covid dalla scorsa primavera». Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, sta approntando con i suoi vertici «un piano di emergenza che però va calato giorno per giorno, con grande prudenza. Non dobbiamo fasciarci la testa in partenza e tanto meno considerarci in una fase preoccupante: oggi abbiamo in cura 35 pazienti in Malattie infettive e 11 in Rianimazione. Ricordo che qui i numeri dicevano 100 e 40 ricoverati nel periodo peggiore». Direttore, il piano di cui parla ha già avuto inizio? «Giovedì scorso abbiamo destinato 18 posti letto di Rianimazione del Monoblocco al Coronavirus. Domani (oggi, ndr) riapriremo la semintensiva, che era chiusa, per dare sollievo a Malattie infettive e Rianimazione. Stiamo di fatto ripristinando il modello organizzativo dei mesi scorsi. Con tutti gli evidenti vantaggi del caso». Quali? «Ci risparmiamo tutte le criticità che abbiamo riscontrato in avvio, tra febbraio e marzo, a partire da quelle logistiche e strutturali di allestimento degli spazi e di trasferimento di letti, apparecchiature e personale. Sfrutteremo questo vantaggio per elevare la qualità dell’offerta». Ci può fare un esempio? «Sostituiremo le sei tende per i pazienti esterni, quelle per gli accessi al Pronto soc-

Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda Universitaria e Ospedaliera di Padova. Sotto, i medici di Microbiologia che analizzano i tamponi

corso e per le prestazioni ambulatoriali, con un prefabbricato di 200 metri quadri che arriverà a brevissimo. Questo garantirà maggiori comfort, vista la stagione invernale, e alleggerirà i reparti». La sicurezza sul fronte strutturale è confermata anche sul fronte del personale? «Durante l’emergenza scorsa abbiamo potuto assumere almeno cento professionisti per Pronto soccorso, Malattie infettive e Terapia intensiva. Ovvio che in caso di seconda emergenza, siamo

ben coperti attingendo da questi numeri. Stiamo comunque procedendo con l’assunzione di altre dieci figure tra rianimatori e medici di medicina interna e abbiamo già avanzato le richieste per coprire le recenti cessazioni». Durante il picco primaverile, le aziende sanitarie hanno dovuto procedere con il blocco dei piani-ferie. Avete già allertato il personale in questa direzione? «Assolutamente no. Anzi, pure nel periodo scorso il blocco del piano ferie non è stato ge-

«Siamo arrivati a curare 150 malati di Covid, un terzo dei quali in Rianimazione» «Oggi in reparto abbiamo 35 degenti 11 dei quali intubati Attivati nuovi reparti»

LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA

NICOLA CESARO © RIPRODUZIONE RISERVATA


VIII

L’ASSESSORE BORASO

Mestre

«Stiamo collaborando con le Ferrovie interessate anche per la vicinanza con la stazione di Porto Marghera»

Lunedì 19 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Via il binario Per Natale si “sposta” via Libertà

Nuovo bando per gli orti sociali agli anziani POLITICHE SOCIALI MESTRE È stato pubblicato il nuo-

zio per impostare viadotto e galleria. Una volta realizzati questi manufatti, la viabilità vi correrà sopra per consentire di completare i collegamenti a raso, a partire da una nuova rotatoria che si immetterà anche su via delle Industrie. Per vedere tutto questo ci vorrà però ancora parecchio tempo e pazienza, visto che il termine per la consegna dello svincolo finito è fissato per il 4 aprile del 2022. Fulvio Fenzo

vo bando per l’assegnazione degli orti urbani attualmente liberi nelle aree dislocate sul territorio comunale: Venezia centro storico, Campalto angolo tra via Chiarin e via Passo Campalto, Mestre Parco Albanese via Rielta, Mestre Rione Pertini via Flaminia, Zelarino Parco U. Zia, Marghera via Bottenigo angolo via Cafasso. Possono presentare domanda tutte le persone residenti nel Comune di Venezia che compiano 60 anni entro il 31 dicembre 2020, siano pensionati, non abbiano avuto e/o abbiano in corso contenziosi con l’amministrazione comunale in tema di orti, non dispongano di fondi e terreni destinati alla coltivazione di proprietà o appartenenti a familiari conviventi. Sarà consentita la presentazione di una sola domanda per nucleo familiare, verrà tenuta in considerazione per l’assegnazione di un orto nell’area più prossima alla Municipalità di residenza. Per la graduatoria verranno assegnati punteggi diversificati per età: 5 punti per i più anziani, età uguale o superiore agli 85 anni, e così via a scalare fino ad arrivare a 1 punto per i richiedenti di età compresa tra i 60 e 69 anni. Il facsimile della domanda e la copia del bando, pubblicati sul sito internet del Comune di Venezia, possono essere richiesti e ritirati nelle sedi dell’Ufficio relazioni con il pubblico di Mestre (via Spalti 28), di Venezia (San Marco, 4137) e del Lido (via Sandro Gallo, 32/a). La domanda dovrà essere presentata nelle stesse sedi agli sportelli dell’Ufficio protocollo generale dalle 10 di oggi, lunedì 19 ottobre alle 13 di venerdì 30 ottobre 2020. Per informazioni contattare il referente del Progetto Orti al numero 348-9999780, o inviare una email all’indirizzo: progetto.orti@comune.venezia.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Traffico dirottato su una nuova carreggiata per consentire di realizzare il maxi-viadotto `

GRANDI OPERE MESTRE Per Natale via Libertà si

“sposta”. Come in questi giorni si sta smantellando e spostando il binario che costeggia il Parco scientifico dove passano (e continueranno a passare) i treni con le cisterne diretti a Porto Marghera. E, intanto, si iniziano già a vedere le prime strutture in elevazione del futuro svincolo.

DOPPIO CANTIERE «Siamo al 20 per cento delle lavorazioni, un quinto del lavoro è stato fatto per quest’opera da 15 milioni di euro che unirà Mestre, Porto Marghera e Venezia, con collegamenti più fluidi per tutte le direzioni» spiega l’assessore Renato Boraso che, oltre alla Mobilità, ha “conquistato” anche la delega per le Infrastrutture. In via Libertà si lavora su due maxi-cantieri: c’è quello del futuro svincolo sul fronte della ferrovia e l’altro, non meno complesso (anzi, finora è

OPERE REALIZZATE AL 20 PER CENTO LA VIABILITÀ DEFINITIVA SARÀ COMPLETATA ENTRO IL 2022

stato quello che ha dovuto superare i maggiori problemi) per lo spostamento di tutti i sottoservizi e, appunto, della rotaia ai piedi del Vega. Ma uno è collegato all’altro visto che, una volta smantellato il binario, l’area così liberata verrà livellata ed asfaltata per spostare l’intera carreggiata di via Libertà, da cronoprogramma entro la fine di quest’anno, consentendo così all’altro cantiere di avere più spazio per avviare la costruzione del super-viadotto che trasformerà radicalmente via Libertà. La Strada regionale 11, una volta completata l’opera, correrà infatti su un viadotto praticamente dall’ingresso della Fincantieri fino alla fine del Vega: prima in elevazione e poi “abbassandosi” per finire in una finta galleria al di sopra della quale ci sarà una rotatoria che andrà ad innestarsi sul troncone del cavalcaferrovia di via Torino rimasto in piedi dopo la demolizione delle due rampe.

LE PRIME STRUTTURE Nelle ultime settimane si sono iniziate ad abbozzare le prime strutture portanti della futura via Libertà, e quelle che si vedono appena passato il cavalcavia di via Torino quando di proviene da Venezia sono le “spalle” del viadotto in discesa che si “infilerà” nel tunnel davanti al Vega. «Stiamo inoltre

MAXI-CANTIERE Sopra, il cavalcavia di via Torino “tagliato” su cui si innesterà la futura viabilità e, a sinistra, la “base” del futuro viadotto. Sotto, lo smantellamento del binario singolo gestito da Erf, l’Ente raccordi ferroviari di Porto Marghera

collaborando con le Ferrovie, interessate anche per la vicinanza della stazione di Porto Marghera - riprende Boraso realizzando tutte le strutture in cemento armato che proteggeranno il fascio di binari tra Mestre e Venezia». Il tutto, va ricordato ancora una volta, con un’organizzazione certosina che garantirà sempre i collegamenti automobilistici tra la città di terra e quella d’acqua su quattro corsie, due in andata e due in ritorno lungo quella che rimane la principale via di collegamento fra Me-

stre e Venezia.

I TEMPI Il cantiere è partito da quasi un anno con la demolizione del “vecchio” cavalcaferrovia. E, come tutti i cantieri, anche questo ha risentito per qualche mese delle limitazioni del lockdown che ha bloccato i lavori e il rifornimento delle materie prima alle imprese che si sono aggiudicate l’appalto. Ma non si è mai fermato e, una volta spostato l’asse di via Libertà, gli operai della Brussi Costruzioni avranno molto più spa-

«Niente chiusure ma stop alla movida selvaggia» SICUREZZA MESTRE «Noi puntiamo sul conte-

nimento della movida selvaggia, che rischia di diventare malamovida». Sulla stretta aniticovid, in attesa del nuovo Dcpm è intervenuto ieri anche Fabrizio Coniglio, presidente del coordinamento nazionale “No degrado e malamovida” (e del comitato locale “Mestre Off Limits”). «La movida – afferma Coniglio - con tutte le regole, mascherine, distanziamento, igienizzazione, secondo le disposizioni anti-contagio, è parte dell’economia, la malamovida no». A proposito della discussione tra Governo e Regioni sulla riduzione dell’orario di pub e ristoranti, Coniglio sostiene che in questo momento non è

possibile pensare a una chiusura, per non far vacillare il sistema economico. «Morirebbe tutto - dice il presidente del coordinamento nazionale - e sarebbero penalizzati i gestori seri, costretti a mandare a casa i loro dipendenti, come già successo con il primo lockdown. Il modello Veneto e di Venezia ha funzionato, mentre ci sono città come Roma e Napoli dove i comitati sono stati costretti ad appellarsi al questore, al prefetto, al Tar». Coniglio già lo scorso aprile si era fatto portavoce dell’istanza di molti comitati delle città più importanti d’Italia con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, a ministri e governatori, sul ripristino e l’ampliamento delle occupazioni di suolo pubblico per le attività di mescita e

di somministrazione. Al tempo, nella capitale, si discuteva di una possibile “deregulation” sui plateatici. Coniglio aveva spiegato che senza controlli, sarebbe arrivata una seconda ondata, sarebbero scaturite ulteriori conseguenze di una malamovida perenne, senza orari, infrangendo il diritto alla quiete pubblica dei residenti ed a una esplosione del consumo di alcolici (o altro) tra i

FABRIZIO CONIGLIO CHIEDE LIMITI AGLI ASSEMBRAMENTI ALL’ESTERNO DEI LOCALI PIÙ FREQUENTATI

MOVIDA La Polizia locale impegnata in un servizio notturno nella zona del centro più frequentata dai giovani

4d3555f6-e4db-4340-84e0-8f086ed6d85d

giovani. Fenomeno che è accaduto in diverse città d’Italia, ma con un contenimento limitato in Veneto e a Venezia. «Il sindaco Brugnaro - spiega Coniglio - e il governatore Zaia hanno sempre cercato di contenere l’assembramento notturno senza alcun tipo di distanziamento o l’uso di mascherine. I sindaci hanno il potere enorme di chiudere esercizi che non si comportano bene, e li stiamo sollecitando in tutta Italia». A livello locale, a Mestre, il problema per il presidente del comitato “Mestre Off Limits” rimane quello delle baby gang. «Per i gruppi di giovani violenti ribadisce - avevo chiesto un lockdown, perché dovrebbero stare a casa. Vogliamo proporre al Governo l’introduzione dell’educazione civica alle scuole sui rischi devastanti dell’abuso di droghe e alcol». Filomena Spolaor © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Primo Piano

Lunedì 19 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

Emergenza Coronavirus LO SCENARIO PADOVA Da un lato il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, dall’altro le mancate assunzioni stagionali negli alberghi e nelle attività ristorative. Il mix è micidiale e l’effetto è certificato dall’ultimo report dell’ente Veneto Lavoro: in provincia di Padova quest’anno si registrano 6.071 posti di lavoro in meno. «Le conseguenze della pandemia si fanno sentire. Il costo più alto è pagato dalle province dove le attività stagionali hanno un’incidenza maggiore» leggiamo nell’analisi che accompagna il report. Tra gennaio e settembre in provincia di Padova sono state registrate 49.284 assunzioni a fronte di 46.725 contratti terminati. Il saldo è dunque di 2.559 posti di lavoro. Nello stesso periodo dell’anno scorso, però, le assunzioni erano state un numero ben più alto (63.775, che significa 14 mila in più) e le cessazioni dei rapporti erano state 55.125. Il saldo? 8.630. Ecco come si arriva a calcolare gli oltre seimila posti di lavoro in meno. Il periodo più buio ovviamente è stato quello di aprile, maggio e giugno mentre nell’ultimo trimestre la ripresa è stata evidente: 204 posti di lavoro in più rispetto al 2019. Prendendo in esame l’intera regione, nei primi nove mesi dell’anno la diminuzione di posti di lavoro è stata di 44.500. Numeri negativi nonostante il divieto di licenziamento e l’utilizzo ricorrente della cassa integrazione in deroga. «Il dato - proseguono gli analisti di Veneto Lavoro - è frutto prevalentemente del forte calo delle assunzioni avvenuto nel corso dell’anno, con un -47% nella fase più acuta dell’emergenza. Pensiamo soprattutto ai contratti a tempo determinato solitamente attivati nei settori legati al turismo». Tra le province venete quelle più colpite sono Venezia (-14 mila) e Verona (-12 mila). Sul podio negativo c’è poi proprio la provincia di Padova.

I SETTORI Il turismo è il settore maggiormente falcidiato: qui si concentra il 37% della perdita occupazionale. A seguire il metalmeccanico, la logistica e il commercio. Solo editoria-cultura e servizi finanziari hanno mostrato un saldo occupazionale migliore rispetto al 2019, seppure su valori marginali. Guardando al numero di assunzioni, l’editoria-cultura registra comunque uno dei dati più negativi (-64%), superato solo dall’occhialeria (-70%) e seguito da turismo (-40%), moda (-35%) e metalmeccanico (-31%). Risultati positivi si osservano invece nell’industria farmaceutica. Stabili agricoltura e sanità.

POSTI DI LAVORO In provincia di Padova sono seimila in meno rispetto ad un anno fa. Pesa soprattutto il calo delle assunzioni per gli stagionali in città e alle terme

Dai locali agli alberghi: crollano le assunzioni Il confronto con il 2019: tra gennaio e settembre i posti di lavoro in provincia sono seimila in meno. Incide soprattutto il drastico calo di contratti stagionali `

IL RISCHIO

po di cambiare mestiere. Se il turismo non viene aiutato, cosa finora successa in minima parte se consideriamo che questo è il comparto che ha risentito più di tutti della crisi, soffriremo in modo molto pesante anche per gli anni a venire. Qui rischiamo di perdere in un anno duemila posti di lavoro e il dato sull’occupazione è falsato: se non ci fossero la cassa integrazione e il divieto di licenziamento i posti di lavoro persi sarebbero infatti molti di più».

Uno dei comparti dove la crisi si è sentita maggiormente è senza dubbio quello termale. «A soffrire di più sono, nell’ordine, le città d’arte, le terme, la montagna e poi il mare. La situazione è drammatica - conferma l’architetto Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto - Il rischio che stiamo correndo è quello di perdere moltissima professionalità. Tanti lavoratori infatti davanti questa situazione decideranno purtrop-

GLI ESPERTI

EMANUELE BOARETTO DI FEDERALBERGHI TERME: «MOLTI CAMBIERANNO MESTIERE MA COSí SI PERDE LA PROFESSIONALITÁ»

ESPERTI Davide D’Onofrio e Emanuele Boaretto

Per il comparto industriale è ancora presto, invece, per tirare bilanci: «Oggi soffrono turismo e commercio, per quanto riguarda il settore manifatturiero invece dobbiamo attendere l’anno prossimo perché gli effetti si vedono a medio termine e non con gli incassi alla fine di ogni giornata osserva Davide D’Onofrio, diret-

Bus stracolmi di studenti: «Aggiungete i pullman privati» IL NODO PADOVA «Per la prima volta è stato costituito un tavolo permanente tra mondo della scuola, Provincia di Padova e Busitalia, al quale sono invitati i dirigenti scolastici per coordinare le esigenze di trasporto pubblico degli studenti e comprendere il reale fabbisogno di capienza dei mezzi nei vari percorsi». Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio d’istituto del liceo scientifico Curiel, Andrea Rossi, a nome del Coordinamento dei presidenti e dei Consigli d’istituto delle scuole superiori di Padova e provincia, che nei giorni scorsi hanno partecipato ad un incontro col presidente Fabio Bui e l’assessore all’Istruzione Luigi Bisato, assieme ai tecnici

della Provincia e ai dirigenti di Busitalia Veneto. «Durante l’assemblea -riferisce Rossi - abbiamo evidenziato, considerando che il 30-40% degli studenti utilizza mezzi pubblici, le difficoltà che i ragazzi incontrano tutti i giorni, e i rischi che corrono nell’utilizzo del servizio di trasporto, sia nelle tratte di andata che di rientro a casa». In particolare, ha precisato Rossi, «l’elemento di preoccupazio-

UN TAVOLO TRA BUSITALIA, PROVINCIA E MONDO DELLA SCUOLA, I CONSIGLI D’ISTITUTO: «NIENTE GITE, QUEI MEZZI POSSONO TORNARE UTILI»

TRASPORTO PUBBLICO Sempre più pressante la richiesta di nuovi mezzi

8d2097b1-6038-43a0-a6b6-b1dd183bf156

ne che attanaglia tutti, genitori e operatori della scuola, non è tanto la congestione dei mezzi pubblici, che sembra essere cronicizzata da anni, ma è piuttosto la situazione contingente legata alla facilità di trasmissione del coronavirus, a maggior ragione in considerazione degli assembramenti che si creano sui mezzi». Da qui, la proposta dei presidenti dei Consigli d’istituto, che ha incontrato la disponibilità del presidente della Provincia Fabio Bui, «a tentare di risolvere le problematiche legate ai bus, urbani, extraurbani, navette e tram, facendo dialogare assieme in modo efficiente tutti i soggetti ed enti coinvolti». Parola d’ordine: stimolare il confronto e la comunicazione fra istituzioni. «Sembra non esserci stato un

buon dialogo tra questi soggetti –spiega Rossi- con conseguenze come una non performante gestione dei tempi di risposta alle richieste, ed una situazione di crisi economica dell’azienda Busitalia, che ha visto un calo degli abbonamenti del 60%». Il Coordinamento dei presidenti e dei Consigli d’istituto lancia un appello anche alla Regione Veneto. «La Regione, che ha stanziato 12 milioni di euro per il trasporto pubblico, e cui spetta la programmazione e la gestione di tale servizio dovrebbe incaricare le imprese private del settore del trasporto turistico per rafforzare la capacità di trasporto scolastico, visto che i nuovi dpcm governativi hanno vietato le gite scolastiche». Isabella Scalabrin © RIPRODUZIONE RISERVATA


8

LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 IL MATTINO

PRIMO PIANO

Coronavirus: le Rsa nel Padovano

Case di riposo, manca personale «Così non reggiamo l’onda Covid» Il grido di allarme degli operatori. Volpe, Ancora: «In difficoltà anche per l’ordinario. Chiediamo di poter fare test rapidi»

Con i loro 5. 055 posti letto sono attualmente una cristalliera le 43 Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali), più semplicemente case di riposo, di Padova e provincia. Il ritorno dirompente di un’altra ondata Covid 19 si prospetta proccupante. A marzo e aprile oltre il 30% dei decessi per coronavirus sono stati proprio di ospiti di strutture, spesso morti in solitudine, senza neppure passare per l’ospedale, e peggio ancora senza poter vedere per l’ultima volta un familiare. Un ecatombe che non si deve ripetere, motivo per cui nei giorni scorsi l’Usl 6 Euganea ha stabilito la chiusura totale degli accessi nelle case di riposo di parenti e visitatori, tranne eccezioni accordate con la direzione sanitaria della struttura. Ma la domanda vera, quella che tutti si fanno è : le Rsa sono pronte a contrastare una nuova ondata? CARENZA INFERMIERI

La risposta purtroppo non è positiva. A fronte di tanto impegno messo in atto per evitare che il virus entri nelle case di riposo manca la cosa più importante: il personale sanitario. Le Rsa di Padova, come quelle di tutto il Veneto (346 strutture per 32. 588 posti letto) hanno perso centinaia di infermieri che durante l’emergenza di marzo, ma ancora oggi, sono stati chiamati a lavorare negli ospedali. «La carenza degli infermieri per noi è la più grande criticità. A fronte di un fabbisogno a livello regionale di 3.500 infermieri ne abbiamo non più di 2 mila. Da marzo ne abbiamo persi più di mille, chiamati dagli ospedali per l’emergenza Covid 19». È preoccupato Roberto Volpe, presidente di ANCORA (Associazione Nazionale di Coordinamento degli Organismi di Assistenza Pubblica) che a riguardo ha scritto anche una lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte, al ministro della salute Roberto Speranza, al presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome Stefano Bonaccini e a tutti i senatori e parlamentari. «Tendiamo a condannare le case di riposo che si trovano a combattere in prima linea, ma ricordiamoci che lo fanno senza avere i soldati. Siamo in grande difficoltà a gestire l’ordinario, figuriamoci cosa vorrebbe dire se ci dovessimo trovare di fronte a una nuova emergenza». GLI SPAZI

Nell’eventualità si riscontrasse un caso di Covid 19

all’interno di una Rsa la procedura è quella di isolamento immediato. «Le strutture hanno degli spazi predisposti dove possono isolare l’ospite positivo in sicurezza. Nel caso poi in cui necessitasse di un ospedalizzazione verrebbe ricoverato chiaramente in ospedale». Il problema della carenza di personale è però che anche se nelle case di riposo si ricavassero degli spazi appositi per ospiti positivi non gravi, gli infermieri che si occuperebbero di queste persone non sarebbero dedicati solo a loro, ma curerebbero anche

A Padova le strutture sono 43, i posti letti oltre 5 mila. Sono le più esposte al virus gli ospiti negativi. Una promiscuità il cui rischio si cerca di contente grazie all’utilizzo capillare dei dispositivi di sicurezza. Certamente le Rsa stanno cercando di tutelare i propri ospiti in ogni modo. «Seguiamo tutte le procedure sulla base di provvedimenti regionali e nazionali, da aprile facciamo una serie di periodici screening con tamponi molecolari a dipendenti e ospiti. Circa un tampone al mese. Certo con la recrudescenza del virus ci troviamo nuovamente molto esposti». TAMPONI

Nonostante tutte le precauzioni il virus all’interno delle case di riposo, dove ad oggi sono state bloccate le visite, lo porterebbe il personale sanitario. «Su 32 mila posti letto abbiamo 30 mila dipendenti che entrano ed escono dalle strutture, vanno a casa dalle proprie famiglie e hanno una vita al di fuori dell’ambiente lavorativo», dice Volpe. «Per questo motivo la nostra idea sarebbe quella di sovrapporre i tamponi molecolari a test rapidi, così da potenziare il perimetro delle nostre strutture. È evidente che l’anello più debole di questa pandemia sono proprio le case di riposo, ma non tanto per la gestione, quanto per il tipo di popolazione che abbiamo all’interno». I tamponi rapidi sono in corso di introduzione in questo periodo: il neo di quelli molecolari, spiegano i referenti delle strutture per anziani, è che i referti arrivano dopo qualche tempo e questo, naturalmente, rappresenta un problema organizzativo non da poco. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE CASE DI RIPOSO NEL PADOVANO Comune Padova Piazzola sul Brenta Saccolongo Rubano Borgoricco Borgoricco Campo San Martino Bovolenta Conselve Sant'Urbano Solesino Merlara Padova Rubano Cittadella Cittadella Galliera Veneta Pontelongo Noventa Padovana Casale di Scodosia Padova Padova Piazzola sul Brenta Piove di Sacco Conselve Lozzo Atestino Villafranca Padovana Carmignano di Brenta Galzignano Terme Monselice Piove di Sacco Selvazzano Dentro Trebaseleghe Montagnana Padova Este Padova Padova Camposampiero Padova Padova Padova CROMASIA

Alice Ferretti/PADOVA

Struttura Nucleo Pazienti Stato Vegetativo - c/o OIC (gestione ULSS 16) CRA - Casa Protetta Casa Sacro Cuore OPSA - Sede di Rubano CS Anna Maria Bressanin - Ala Est Centro Residenziale Anna Maria Bressanin Villa Breda CS Sereni Orizzonti di Bovolenta RSA DI BASE Sereni Orizzonti Centro Servizi per anziani Valgrande Centro Servizi Villaggio Anziani Tra Noi - Papa Giovanni XXIII Pensionato Pietro e Santa Scarmignan Casa di Riposo Maria Bambina OPSA - Sede di Rubano Centro Residenziale Anziani di Cittadella - Borgo Padova Centro Residenziale Anziani di Cittadella - Borgo Bassano Centro Servizi Villa Imperiale Centro Servizi A. Galvan Casa di riposo di Noventa Padovana Casa di riposo San Giorgio Centro di servizi Villa Altichiero Residenza Breda CRA - Sede di Piazzola sul Brenta RSA di Piove di Sacco Casa di riposo F. Beggiato Centro Servizi per non autosufficienti Le Rose Casa Don Luigi Maran Centro Residenziale Giovanni Botton Residenza Al Parco Centro Servizi per Anziani Monselice Centro Servizi "Casa Soggiorno" Centro Servizi "Giusto Antonio Bolis" Casa Don Orione Centro Servizi "Ex Ospedale di Montagnana" (nuova sede) Centro Servizi Parco del Sole Centro Servizi per Persone Anziane Santa Tecla Centro Civitas Vitae - Sede di Via Gemona Centro Nazareth Centro Servizi per anziani A.M. Bonora Istituto Configliachi Centro Servizi Beato Pellegrino Civitas Vitae Angelo Ferro

Indirizzo Posti letto Via Gemona, 8 24 Via Mons. R. Bergamin, 5 25 Via San Francesco, 2 25 Via della Provvidenza, 68 34 Via Pelosa, 73 44 Via Pelosa, 73 48 Via Forese, 57 54 Via D'Annunzio, 20 56 Via Vittorio Emanuele II, 22 59 Via Valgrande, 43/A 60 Via Sottoprà, 758 60 Via Roma, 164 63 Via S. Massimo, 49 66 Via della Provvidenza, 68 72 Viale Stazione, 5 78 Via Borgo Bassano, 8 79 Via Roma, 190 90 Via Ungheria, 340 90 Via Roma, 143 96 Via dei Placco, 31 107 Via Altichiero, 2 107 Via Ippodromo, 2 108 Via Ventimiglia, 1 108 Via Botta, 15 109 Via Fossalta, 4 110 Via Delle Rose, 18 110 Via Balla, 48 116 Via Spessa, 27 120 Via Cengolina, 2/A 120 Via Garibaldi, 35 120 Via San Rocco, 14 120 Piazza Beatrice de Claricini, 12 120 Via Don Orione, 37/a 142 Via Ospedale, 16 145 Via Boccaccio, 96 164 via Fogolari, 30 200 Via Gemona, 8 213 Via Nazareth, 38 216 Via Bonora, 30 224 Via Sette Martiri, 33 277 Via Beato Pellegrino, 192 396 Via Toblino, 53 480 TOTALE 43 STRUTTURE

5.055


LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

7

Coronavirus: il rischio sanitario

Crisanti: «Abbiamo creduto alle favole Persi cinque mesi di vantaggio sul virus» Il microbiologo: «I responsabili hanno nome e cognome» «Servono tracciamenti e reti di laboratori per i tamponi» Giorgio Sbrissa / TREVISO

«I responsabili di questo disastro hanno un nome e un cognome. Sono tutti quelli che per mesi hanno detto che andava tutto bene». Andrea Crisanti, microbiologo, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, oggi non fa sconti, come sempre del resto. Lui che viene definito sprezzantemente “zanzarologo” da chi appunto ha negato la gravità della seconda ondata risponde «allora uno che studia le cavie in laboratorio lo chiamiamo topologo? Mi sta bene». Professore, dove abbiamo sbagliato? «Abbiamo creduto alle fa-

«Inqualificabile che la regione Veneto non abbia attivato l’App Immuni» vole, ora purtroppo stiamo tornando alla dura realtà. Non è stata fatta un’analisi seria del pericolo che correvamo. Ci sono medici e scienziati, che hanno nome e cognome, i quali hanno influenzato i politici a cui ha fatto evidentemente comodo credere alle stesse favole». Si riferisce alla Regione, al Governo, a chi? «A tutti i livelli. Mi auguro soltanto che le misure che si stanno prendendo in queste ore abbiano effetto». Cosa si doveva fare pri-

ma ? «Non abbiamo consolidato il vantaggio che avevamo sul virus, si è preferito aprire tutto e dovremmo smetterla di guardare ai Paesi che stanno peggio di noi, questa è una retorica da vigliacchi. E le dirò, ho sbagliato anch’io, per una volta sono stato otti-

«Ora si preoccupano Ma fino a 7 giorni fa per il governatore Zaia andava tutto bene» mista quando ho detto che sarebbe necessario un lockdown sotto Natale. La situazione, ora che superiamo i diecimila casi al giorno è ancora peggiore di quanto io stesso avessi immaginato». Perché ipotizzava Natale? «Perché le scuole sono chiuse e le attività produttive sono a scartamento ridotto e quindi anche i mezzi pubblici possono essere meno affollati. Altre attività, ancora, come quelle sportive, vengono sospese». Ma il commercio rischia di andare a rotoli, centinaia di migliaia di attività rischiano il collasso, la cura potrebbe essere peggiore del male. «Guardi, un ristoratore o un barista dovrebbe preoccuparsi del virus più che dell’attività. Quando dovessimo tornare a una situazione come quella di Bergamo di questa primavera, con le bare

portate via con i camion militari, crede che la gente andrebbe al ristorante, al bar o al cinema? Allora sì che morirebbero tutte le attività, non per una chiusura, per quanto dolorosa, di due settimane». Torniamo al tema precedente, cosa non si è fatto che si sarebbe invece dovuto? «Abbiamo investito risorse e tempo in biciclette, in banchi di legno e in altre inutilità. Quello che andava fatto era invece dotarsi della capacità di tracciare i positivi attraverso test di massa. Ha visto cosa stanno facendo in Cina? Ci sono stati alcuni casi e hanno testato quindici milioni di persone in tre giorni, per isolare subito ogni rischio di ripartenza. L’hanno stroncata sul nascere. La stessa cosa dovevamo fare noi, dotandoci di una rete di laboratori in grado di eseguire test sugli asintomatici subito, appena c’era una nuova positività. Invece ci siamo cullati sul fatto che noi eravamo sta-

«Io zanzarologo? Allora chi studia le cavie in laboratorio è un “topologo”» ti più bravi degli altri e non c’era più alcun pericolo». In Veneto, ora, c’è chi sostiene, come il dg di Treviso Francesco Benazzi che raggiungeremo il picco tra fine novembre e i primi di dicembre e che se la cresci-

vo e le province di padova, venezia e treviso escluse

Fondi statali alle “zone rosse” «Stop al ricorso del Veneto» PADOVA

Continua il braccio di ferro tra il governo e il Veneto sui 200 milioni di euro stanziati per le “zone rosse” da Covid con il primo lockdown di marzo. Dopo l’esclusione di Vo’ e delle province di Padova, Venezia e Treviso la regione ha presentato ricorso in Corte Costituzionale. E il governo ha deciso di resistere in giudizio. Sabato notte nell’infinita maratona a palaz-

zo Chigi, il consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte, ha deliberato di intervenire nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dalla regione Veneto contro gli articoli 112, commi l e 1-bis, e 112-bis, del decreto-legge 34 del 2020. Di cosa si tratta? Del Dpcm con le misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia connesse all’emergenza Covid-19. Gli articoli

della legge convertita in Parlamento riguardano il fondo per i comuni ricadenti nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza e comuni dichiarati zona rossa o particolarmente danneggiati dalla pandemia. L’oggetto del contendere sono i 200 milioni previsti appunto dall’articolo 112 per i comuni di Lombardia ed Emilia più colpiti dalla pandemia. La versione iniziale del testo com-

Andrea Crisanti microbiologo dell’Università di Padova, ha sempre insisito sulla gravità della pandemia

ta del contagio proseguirà con questi ritmi gli ospedali rischiano di non essere in grado di subirne il contraccolpo e quindi di affrontarlo. «Non so cosa dica Benazzi e non commento, dico solo che una settimana fa, o poco più, Zaia diceva che non c’era nessun problema». Cosa ne pensa di lockdown localizzati? «Che sono necessari e utili per fermare i cluster che scoppiano a macchia di leopardo». Lei, par di capire, pensa che ogni giorno passato sia un giorno perduto. «Ma quale giorno, noi abbiamo perduto 4-5 mesi. E stiamo perdendo di vista il problema principale, che è quello di tenere bassi i contagi che invece sono già tantissimi, troppi. Abbiamo pochissimo tempo per sperare di bloc-

care un incremento disastroso. E mi viene da piangere a pensare che non è stato fatto nulla in tutto questo tempo, se non insultare chi come me lanciava allarmi». Quindi lei indica come misura efficace il tracciamento più ampio possibile dei positivi e l’isolamento dei casi sospetti. «Mi lasci dire che è inqualificabile che l’app Immuni non sia stata attivata in Veneto e in altre regioni». Perché non si è fatto? «Lo chiede a me? Lo chieda a loro. Ma si metta nei panni di chi si è ammalato o ha visto morire un suo caro e scopre che con Immuni avrebbe potuto evitarlo». Cosa si augura succeda ora? «Tra pochi giorni dovrebbe essere preso in esame e presentato il mio piano, o meglio una bozza di cinque pagi-

ne che riassume il piano che ho consegnato a un ministro e presentato a un viceminisstro e sottoposto al comitato tecnico Scientifco ma rimasto lettera morta. Non posso dire di più, ma spero che sia preso in considerazione e finalmente venga applicato». In estrema sintesi? «Non posso dire di più se non che è necessario allestire una rete strettissima di laboratori per rendere possibile il tracciamento ed eseguire il maggior numero di test possibile». Cosa pensa dell’autosomministrazione dei test? «Una farsa, l’autodiagnosi con una pandemia in atto è ridicola». Sinceramente, teme che torneremo a vedere i camion che portano via le bare di notte? «Mi auguro proprio di no».—

prendeva tra i beneficiari anche i comuni dichiarati zona rossa con ordinanze regionali. Ma poi è arrivata la modifica. L’avviso di rettifica ha cancellato con un tratto di penna le parole “comuni dichiarati zona rossa”, limitando così l’accesso a quei fondi alle cinque province del Nord in cui si sono registrati più contagi. E riportando il testo alla forma che aveva nelle bozze precedenti: l’ampliamento dei beneficiari era stato inserito last minute, con il plauso dei sindaci del Sud. A dire il vero Vo’ Euganeo è stato messo in quarantena dal ministro Speranza e non dalla regione il 22 febbraio. «Non abbiamo solo Vo’, ma anche Treviso, Venezia e Padova. Sono tutte zone rosse istituite l'8

marzo che arrivavano in coda ai 10 comuni del Lodigiano. Dopo 24 ore da quell’8 marzo tutta Italia diventa zona rossa ma nessuno ha revocato le nostre zone rosse. Tutte poi sono state revocate il 13 di aprile. Ma, magia... sono sparite tutte le zone rosse del Veneto e sono rimaste quelle di Lombardia

i 200 milioni » aveva detto nel maggio scorso Luca Zaia. Dopo le parole i fatti. Con l'incarico al professor Bertolissi di ricorrere al Tar e alla Corte Costituzionale «perché il decreto va buttato nel cestino e riscritto. Andiamo davanti a chiunque perché questo decreto è offensivo per i veneti». Zaia rciordas che «c’ è stato prima un dibattito per la dimenticanza delle zone venete rosse, poi una prima stesura rispettosa delle nostre rimostranze che è diventata legge in maniera irrituale. I giuristi dicono di non aver mai visto una cosa del genere, e che è finita in Gazzetta con un nuovo testo dove noi siamo scomparsi». Ora deciderà la Consulta. C’è tutta Italia che spera. —

Il governo ha deciso di resistere alla Corte Costituzionale contro la Regione ed Emilia Romagna. È imbarazzante vedere quello che sta accadendo: cioè le zone rosse del Veneto sono state escluse dagli aiuti previsti nel decreto,

© RIPRODUZIONE RISERVATA


22

LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 LA TRIBUNA

PROVINCIA

La crisi amministrativa

Il declino di Conegliano tra progetti “congelati” e immobilismo politico I piani viabilistici fermi da decenni, la Pro loco nel caos, le associazioni in rivolta Questioni irrisolte antiche e più recenti sono sfociate nella bagarre di questi giorni CONEGLIANO

Una città troppo vuota nei fine settimana (anche prima delle misure anti-Covid) con pochi lampi (come la tappa del Giro d’Italia di sabato). Una crescita demografica, su cui erano calibrati gli ultimi Prg, che non c’è mai stata, anzi. Il correntismo dei centristi di Forza Italia e delle civiche. I difficili rapporti tra la giunta e alcune associazioni di volontariato e dei commercianti. Tanti sono i nodi, alcuni antichi e altri più recenti, venuti al pettine in questa crisi amministrativa. Sotto discussione la leadership del sindaco Fabio Chies, che le opposizioni e parte dell’ormai ex maggioranza accusano di “indecisionismo”. VIABILITÀ E PEDONALIZZAZIONI

I primi progetti di pedonalizzazione del centro storico risalgono agli inizi degli Anni Duemila. Il concorso di idee per Piazza Carducci è stato varato nel 2006. È rimasto sulla carta, anticipato dall’apertura della nuova Amerigo Vespucci (o Colombo Est) per la quale serviranno ancora settimane, dopo la “prova” col Giro d’Italia. Ancora più “antico” il progetto della tangenziale sud, il collegamento a sud della Pontebbana pensato come alternativa alla Statale per mettere in comunicazione la zona di Parè col casello dell’A27 a San Vendemiano. Era stato rispolverato nel mandato del sindaco Alberto Maniero (2007), ma poi è rimasto nel cassetto. Il Comune di San Vendemiano, qualche mese fa, stufo di aspettare Cone-

gliano, ha deciso di progettare per proprio conto il tratto di competenza. Intanto a rimetterci è la frazione di Campolongo, che avrebbe tratto vantaggio da un “alleggerimento” della Pontebbana. Qui è sorto un comitato che ha chiesto di sperimentare una viabilità diversa per migliorare la sicurezza stradale. La sperimentazione era stata promessa per l’estate del 2019, ma non è mai partita.

steward annunciati, non siano mai entrati in azione. Allora, signor Sindaco e Assessori di comparto, non venitemi a parlare di competenze e responsabilità sempre di altri: qualcuna, misera, piccola, minuscola, l'avrete anche voi, altrimenti che ci state a fare in Piazza Cima? Non è che, ancora una volta, contano di più le baruffe e le ripicche interne al palazzo che la cura della città?».

VANDALISMI E BABY GANG

PRO LOCO E CONEGLIANO IN CIMA

Per una coalizione di centrodestra che ha sempre fatto della sicurezza una delle sue principali bandiere, è significativo che le critiche più forti sul-

Il caso della Pro loco di Conegliano è scoppiato qualche settimana fa, proprio oggi una riunione decisiva del direttivo per l’elezione del nuovo presidente dopo le dimissioni di Angela Buso. L’alternativa sarà il commissariamento dell’associazione da parte dell’Unpli regionale. Nella “caduta” di Angela Buso, responsabile dell’ufficio cultura del Comune, eletta a luglio e sfiduciata due mesi dopo dalla maggioranza dei consiglieri, il problema dei rapporti con l’amministrazione comunale. Secondo una parte dei consiglieri del direttivo, la presidente non sarebbe stata abbastanza vicina alle posizioni della giunta Chies su alcuni temi e avrebbe agito con eccessiva autonomia. Il “divorzio” tra giunta e “Conegliano in Cima”, l’associazione dei commercianti capitanata da Patrizia Loberto - che ha espresso la sua vicinanza ad Angela Buso - è stato ancora più deflagrante. L’associazione voleva l’affidamento dell’organizzazione del Natale coneglianese dopo i successi degli anni scorsi, la giunta ha preferito vara-

Gianelloni (Pd) «Aspettiamo ancora gli steward annunciati per il decoro urbano» le condizioni di degrado del centro storico e dei ripetuti vandalismi siano arrivate dal centrosinistra. In particolare dal consigliere comunale del Pd Isabella Gianelloni, che anche recentemente ha denunciato sui social: «In qualità di madre sarei curiosa di conoscere il pensiero delle famiglie dei minorenni che bevono come spugne ed esaltati dall'alcol, dal branco e dalla certezza (evidente, purtroppo) dell'impunità, si abbandonano ad atti di teppismo, urlano come ossessi frasi irripetibili e spesso senza senso in piena notte. Inoltre, e qui siamo come sempre alle solite, mi viene il dubbio che i famosi

CONTRADA GRANDA

Il centro è vuoto La fine dei negozi con 100 anni di vita La crisi del commercio è iniziata in via XX Settembre, espandendosi in centro e nei quartieri. Un autentico simbolo era “Confezioni Pesca”, negozio di abbigliamento per 103 anni di fronte al Duomo. Tra gli ultimi a lasciare via XX Settembre è stato nei mesi scorsi “Drop sound”, dopo 42 anni d’attività con dischi, cd e musica. Tra i settori più penalizzati quello delle calzature e dell’abbigliamento. Nei mesi scorsi in Corte delle Rose aveva chiuso il “Quartiere Latino”. Avevano abbassato le serrande nel 2019 dopo 43 anni anche Paludetti in corso Mazzini, Vanin in piazza IV Novembre. In precedenza era toccato alle Calzature Ros dell’ex presidente di Ascom, Luca Ros, una trazione di famiglia in centro, e a Spaip di via Cavallotti dopo quarant’anni. Anche i quartieri hanno perso alcune attività storiche. L’ortofrutta Boscariol e il panificio “Pan del Piave” avevano chiuso nel 2019, entrambi avviati negli Anni ‘80, dopo 33 anni. In Borgo Madonna dopo sessat’anni invece aveva abbassato le serrande il negozio di animali “Zampa amica”. Anche gli esercizi pubblici ed i bar non sono stati esenti dalla crisi. Oltre ai diversi cambi di gestione, ha chiuso il bar Padova sulla sommità della scalinata degli alpini.

re un bando. Conegliano in Cima farà per conto proprio. PROBLEMI DI LEADERSHIP

Gli ex consiglieri di maggioranza accusano il sindaco di delegare le trattative, di aver ampiamente disatteso gli accordi pre-elettorali, di aver sacrificato il sostegno dei Popolari e poi quello di una parte di Forza Italia senza battere ciglio, e di aver costruito un “gruppo di comando” che non dialoga più con le altre parti della maggioranza. E non cerca neppure di trovare una sintesi. Su ciò che potrebbe accadere, si è soffermato anche il capogruppo Dem Alessandro Bortoluzzi: «La giunta, quella che deve esse una squadra af-

LA SPACCATURA DEI CENTRISTI

Stasera la resa dei conti in consiglio comunale CONEGLIANO

Nessuna marcia indietro. I consiglieri comunali Lepoldino Miorin e Pierantonio Bottega che, lasciando il gruppo di Forza Italia, hanno messo in minoranza in centrodestra guidato dal sindaco Fabio Chies (solo 12 voti su 25 in consiglio comunale), non intendono tornare sui loro passi. Lo ha ribadito a chiare lettere nei giorni scorsi l’ex assessore Miorin che, rispetto al mandato di Chies, ha parlato di un “errore pacchiano”

del centrodestra nell’averlo scelto come sindaco e della necessità di dare una nuova guida alla città (passando quindi per il commissariamento e il voto anticipato a primavera 2021). La crisi è interna a Forza Italia ma i dissidenti rivolgono al sindaco le stesse accuse di “indecisionismo” che piovono anche dall’opposizione. La rottura è stata formalizzata in commissione consiliare giovedì sera, con la maggioranza finita sotto per 4 voti a 6, e stasera in consiglio comunale po-

trebbe esserci il capitolo decisivo. Il consiglio comunale è convocato alle 19 per discutere una serie di variazioni di bilancio, che prevedono investimenti per 3 milioni di euro. C’è l’acquedotto di via Carpenè per 1,2 milioni, la messa in sicurezza sismica della elementare Mazzini per 800 mila euro. Ci sono anche 130 mila euro per spese impreviste per via Vespucci. 100 mila euro sono previsti come fondo d’emergenza alle imprese. Nel caso in cui la maggioranza di centrodestra si

Leopoldino Miorin

trovasse ancora in minoranza (ipotesi assai probabile, perché nei giorni scorsi i Popolari e gli altri gruppi di opposizione hanno escluso la volontà di fare da stampella al sodalizio Forza Italia-Lega-civiche), il pallino passerebbe in mano al sindaco Fabio Chies. Che ha dichiarato sui social: «Se potrò continuare a lavorare in serenità per la nostra splendida città di Conegliano continuerò a farlo con il massimo impegno e dedizione come dal primo giorno del mio mandato,

fiatata, è stata messa insieme a casaccio, mettendo in campo anche delle persone che nulla avevano da dare alla città, e nulla infatti hanno dato. E sempre parlando della giunta, ben due defenestramenti fatti senza alcuna logica e giustificazione politica, ma per mere beghe personali. In questi giorni non facili il Sindaco ha raccolto qualche manifestazione di sostegno dalla maggioranza, ma nemmeno un "like" dal vicesindaco Claudio Toppan e da quella parte politica. Non può essere un caso. La realtà infatti è sempre più complessa di quanto si crede...». — FRANCO ALLEGRANZI © RIPRODUZIONE RISERVATA

altrimenti, se non ci saranno le condizioni, torneremo al voto. Mi chiedono come faccia ad essere così tranquillo, semplicemente ritengo che il consiglio mi abbia lasciato governare e lavorare bene per la città assieme alla mia giunta. Se qualcosa muterà la democrazia prevede che si torni dagli elettori e la democrazia non deve spaventarci mai». La Lega, col commissario provinciale Gianangelo Bof, ha già dato il via libera per un Chies-bis nel caso di voto anticipato: l’alleanza Carroccio-Forza Italia sarebbe quindi confermata nella città del Cima. Ma i mesi logoranti di un eventuale commissariamento potrebbero modificare prospettive e anche alleanze. —


14

REGIONE

LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 IL MATTINO

le prove negli istituti

Maxiconcorso per 4508 precari i docenti prenotano la cattedra Da giovedì al 2 novembre le prove, i posti disponibili in Veneto sono 3.111 I professori di lettere e latino in trasferta a Milano, quelli di spagnolo a Bergamo Laura Berlinghieri / VENEZIA

Il totale è di 4.508: sono gli insegnanti che, da giovedì al 2 novembre, sosterranno la prova per il concorso straordinario nelle scuole venete, per il passaggio in ruolo. Cifra a cui aggiungere i 724 che affronteranno l’esame fuori regione, pur concorrendo per una cattedra tra le nostre province. Per un totale di 5.232 supplenti, aspiranti professori a tempo indeterminato. «Sempre che il concorso si faccia» commenta Giovanni Giordano di Snals. L’opportunità dello svolgimento di un concorso che, in tutta Italia, muoverà 66 mila persone è da settimane oggetto di lettere indirizzate alla ministra Azzolina e al premier Conte, di manifestazioni, di incontri con i prefetti. Le scuole sono state individuate: praticamente una per ogni classe di concorso, con alcune eccezioni. Ma le polemiche corrono veloci tra le catte-

Da giovedì al 2 novembre maxi concorso per i precari delle scuole

la nuova giunta regionale

L’Ance: «La crisi si vince con il sostegno all’edilizia» PADOVA

Zaia ha varato la giunta, fotocopia di quella che ha vinto le elezione e Mauro Cazzaro, Presidente di Ance Padova, invia le linee guida dell’associazione all’assessore Corazzari. «La riconferma di Corazzari ci dà grande serenità per il domani. Per la nostra provincia, e per tutta la Regione, l’edilizia, le costruzioni e le opere pubbliche rappresentano un settore strategico da un punto di vista economico ed occupazionale, capaci di portare reale benessere e pro-

marmolada

La “scalata “ di 500 alpinisti tra la neve a Punta Rocca Grande giornata per gli scialpinisti fiondati verso i 3265 metri di Punta Rocca, la seconda cima della Marmolada. Una fila lunga più di 400 appassionati, forse addirittura 500, che quasi tutti in fila indiana attraversano il ghiacciaio della “regina delle Dolomiti”, sulla prima neve cadura sulle Dolomiti.

gresso al nostro territorio. Le insidie e gli ostacoli da affrontare sono però tanti, soprattutto se consideriamo le difficoltà che hanno afflitto le nostre imprese nell’ultimo decennio a causa della precedente crisi economica – da cui eravamo riusciti ad uscire, con grande resilienza e perseveranza, nell’’ultimo biennio – e l’attuale momento storico, caratterizzato da un senso di incertezza sul futuro che ci lascia profondamente preoccupati», spiega Cazzaro. «I bisogni delle aziende e

l’ascolto degli imprenditori devono essere messi al centro di un percorso condiviso, da intraprendere con virtuosità, che veda nella tutela della concorrenza e delle imprese locali la conditio sine qua non per rilanciare il settore. Infine, un ringraziamento ed una speranza: in questi mesi abbiamo ricevuto un grande segnale di sostegno da parte di tutti coloro che lavorano negli uffici tecnici di Comuni, Provincia e Regione, che nonostante le complicazioni dettate dal Covid hanno fatto il possibile per assolvere al meglio i loro incarichi e rispondere a tutte le istanze che abbiamo posto loro. Per questo li ringrazio, perché solo con un gradissimo sforzo comune di tutti i soggetti coinvolti possiamo superare questa grande sfida». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

dre degli istituti. I colleghi di una stessa materia, non importa quale sia la loro residenza, sono stati chiamati nelle stesse scuole. Chi concorre per un posto di arte alle medie, ad esempio, sosterrà la prova tra gli istituti di Belluno, Feltre, Piove di Sacco, Abano, Rovigo, Bassano, Breganze e Valdagno. Con convocazioni nelle diverse sedi che non dipendono dall’indirizzo di casa, bensì dall’iniziale del cognome. Infastiditi i docenti di spagnolo, che dovranno sostenere la prova nel Bergamasco, e di lettere e latino, che dovranno spostarsi nel Milanese. Prendendo treni, pernottando in albergo, proprio nel pieno della seconda ondata Covid. D’altra parte erano troppo pochi i candidati e i posti a disposizione in Veneto, così le due regioni hanno deciso di accorpare i concorrenti. Ma gli spostamenti interregionali vedranno il Veneto anche come destinazione, con

l’arrivo di 154 docenti da fuori regione, la maggior parte proveniente dal sud Italia. La provincia che accoglierà la “massa” più grande è quella di Vicenza, dove sono attesi 792 insegnanti in arrivo da tutto lo Stivale, seguita dal Veronese (768), dal Trevigiano (687), dal Padovano (671), dal Rodigino (630), dal Veneziano (623) e dal Bellunese (337). Sono stati scelti soprattutto plessi di provincia, «evidentemente per evitare assembramenti in città» ipotizza Giordano. La maggior parte dei concorsi si svolgerà nei laboratori, con l’eventuale sospensione delle lezioni, una decisione in capo alla singola dirigenza. Mascherine da indossare sempre e distanziamento: previsioni che non bastano a tranquillizzare i 5.232 docenti che chiedono il posticipo del concorso o, meglio, il passaggio in ruolo sulla base dei titoli. Alla fine, dalle prove risulteranno vincitori 3 su 5, pronti a entrare in ruolo il primo settembre. Sono 3.111 i posti messi a bando, di cui 1.428 alle medie e 1.683 alle superiori. Le urgenze si avvertono nel sostegno, che conta 426 disponibilità nelle secondarie di primo grado e altre 264 in quelle di secondo grado. Ma sono molte le cattedre dalle necessità a tripla cifra. Alle medie servono 339 insegnanti di italiano, storia e geografia, 285 di matematica e scienze e 104 di arte. Alle superiori ci sono 143 posti per i docenti di lettere, ma anche

99 per matematica, 89 per scienze naturali, chimiche e biologiche e 82 per scienze e tecnologie informatiche. Una prima “sforbiciata” riguarda l'esclusione dei prof (e ce ne sono) in isolamento domiciliare, altro motivo di polemiche. «La mancata previsione di prove suppletive è molto grave. Nel 2021 ci sarà il concorso ordinario, dedicato a una platea diversa. È una vera disparità di trattamento» la denuncia di Giordano. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sit in dei presidi

Protesta davanti alla Prefettura di Padova e Vicenza Dopo l'immediata mobilitazione cominciata venerdì mattina in seguito all'ordinanza di chiusura delle scuole in Campania, il Comitato Priorità alla Scuola organizza per domani flashmob in 13 città di 10 regioni. In Veneto due manifestazioni: davanti alla Prefettura di Vicenza alle 17 e alla stessa ora analoga manifestazione davanti alla prefettura di Padova. A scendere in campo le associazioni guidate dal Comitato Presidi che vogliono ribadire che in questo momento le scuole sono sicure, luoghi di monitoraggio e prevenzione per milioni di persone altrimenti fuori controllo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

i progetti delle regioni a bruxelle s

L’economia circolare veneta per i fondi del Green Deal Ue PADOVA

Dalle Marche al Veneto alla Sicilia sono 25 finora le buone pratiche italiane frutto del gruppo di lavoro “Green deal going local” lanciato lo scorso giugno del Comitato europeo delle Regioni (CdR). Lo scopo è garantire che le città e le regioni dell'Ue siano direttamente coinvolte nella definizione, nell'attuazione e nella valutazione del Green Deal. Il punto della situazione è stato fatto a Bruxelles in occasione della settimana delle Regioni. Un esempio viene dalle Marche, dove il Fondo energia e mobilità (Fem) ha una dotazione di 16 mln di euro. Basato sui tre pilastri di sostenibilità, mobilità ed efficienza, ha portato all'efficientamento energetico degli edifici pubblici, del trasporto pubblico locale e delle piccole e medie imprese. In Sicilia, Balestrate è diventata una città green: tutti gli edifici pubblici sono stati efficientati, la percentuale di raccolta differenziata è arrivata sopra il 70% ed è aumentato l'uso dei mezzi alternativi alle auto grazie al bike sharing, l'abbattimento delle barriere architettoniche, l'ampliamento della zona a traffico limitato, l'utilizzo di mezzi elettrici per i dipendenti comunali e un trenino turistico. In Valle

La festa del’economia circolare a Este

d'Aosta, il progetto Greta usa il calore geotermico e una tecnologia a basse emissioni di carbonio per il fabbisogno energetico dell'ambiente alpino. In Friuli-Venezia Giulia, il marchio «Io sono FVG» è uno strumento che premia gli agricoltori, i pescatori e gli altri operatori agroalimentari che decidono di rendere sostenibili la loro attività. A Bologna, il patrimonio culturale è diventato motore di un risanamento urbano partecipativo e sostenibile nel quadro del progetto europeo H2020 rock. In Piemonte, il comune di Locana ha provvisto l'illuminazione pubblica di led a risparmio energetico, mentre quello di Novara porta avanti due progetti di forestazione. Il comune di Milano intende creare comunità energetiche su territori di piccole dimensioni in grado di co-

municare tra loro. In Veneto, c’è il progetto “Circe2020” per l'espansione dell'economia circolare, generata dal riciclaggio dei rifiuti, su cui la regione ha uno dei primati in Italia per la raccolta differenziata. In uno dei suoi interventi alla settimana delle Regioni, il presidente del gruppo di lavoro ha citato proprio l'esempio delle Marche. «La Regione ha utilizzato i fondi di coesione consentendo ai piccoli comuni di ricevere sovvenzioni e garanzie sui prestiti per potenziare il servizio di autobus e ammodernare gli edifici pubblici», ha detto Apostolos Tzitzikostas. «Tutti questi esempi dimostrano che il Green deal non inizia ora, ma si basa su decenni di cambiamenti positivi da parte dei governi locali e regionali». — © RIPRODUZIONE RISERVATA



II

Primo Piano

Lunedì 19 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

Il virus, i fronti aperti

Palestre tra paura e ottimismo: «Un nuovo stop ci annienterebbe» I centri sportivi hanno atteso col fiato sospeso le novità dal Governo. Che alla fine li “salva” per una settimana `

PALESTRE E DINTORNI MESTRE Per qualcuno era solo “un’altra fake news terroristica”, altri invece erano convinti che le pessime anticipazioni sarebbero state confermate dal nuovo annunciato decreto del Governo. Che poi alla fine ieri in tarda serata è stato finalmente varato, e non cambia le cose per il settore. Almeno fino alla prossima settimana, in attesa di verificare il rispetto delle rigorose norme anti-Covid. Ma su un punto tutti sono d’accordo: una nuova fase di chiusure mirate metterebbe la pietra tombale sulle palestre e i centri estetici. Ieri la Regione ha prorogato l’ordinanza con le disposizioni di sicurezza che permettono a tante attività, tra le quali appunto le palestre, i negozi dei parrucchieri, i cinema, i teatri e i centri estetici, di restare aperte. Ordinanza che però rischiava di venire scavalcata dal nuovo dpcm del governo.

IL PRESIDENTE DEL GREEN GARDEN DI MESTRE: «ASSURDO BLOCCARE IL CALCETTO, LÌ SI E’ PIÙ SICURI CHE AL SUPERMERCATO»

REQUISITI RISPETTATI

LE VOCI «Se ci fanno chiudere questa volta sarà per sempre», commentava Fabio Sapori. Il presidente del Green Garden di Asseggiano è infuriato: «Sono sconcertato da come stanno gestendo la situazione. Non c’è ancora chiarezza su morti e contagi e, non sapendo cosa fare, ipotizzano di chiudere le

palestre, le piscine e i centri estetici, come se le persone non si contagiassero negli autobus o al supermercato». Le distanze di sicurezza secondo Sapori non sono un problema: «La temperatura viene misurata, tutti indossano la mascherina e ogni angolo, attrezzo e oggetto viene igienizzato. Non capisco questo accanimento verso lo sport». Il Green Garden ha già subito un brutto colpo con lo stop al calcetto: «Si tratta di 10 persone in 800 metri quadrati, in un pallone pressostatico con un ventilatore che ricambia continuamente 10 mila metri cubi d’aria. Di certo è più pulito e sicuro di un supermercato. Siamo stanchi, devono lasciare alla gente la possibilità di scegliere e valutare dove continuare a vivere in sicurezza. Se mi faranno chiuderò pagherò io ma anche i miei dipendenti, perché non potrò continuare a pagarli».

ATTIVITA’ “A RISCHIO” Una palestra in una foto d’archivio

Appariva fiduciosa, invece, Barbara Favretto di TwoBeFit, palestra di via Ca’ Rossa: «Non voglio più ascoltare le tante voci messe in circolo per aizzare il popolo e ritengo impossibile l’ipotesi di una nuova chiusura delle palestre. Per quanto mi riguarda, la mia struttura ha tutti i requisiti necessari a restare aperta in sicurezza. I respiratori sono continuamente accesi, è più protetta di una

ASSEGGIANO Fabio Sapori, presidente del centro sportivo Green Garden scuola, viene pulita a ogni cambio di lezione e disinfettato ogni strumento. Se dovessero chiuderla dovrebbero vedersela con me». La John Reed ha tre palestre solo nel capoluogo, due a Mestre e una a Marghera: «La nostra è un’azienda solida che nel post lockdown ha acquisito una catena americana, diventando leader nel mondo - commentano dalla catena -. Ma

LA CNA DIFENDE IL DIRITTO AL LAVORO DI ACCONCIATORI ED ESTETISTI: «NUOVI LIMITI FAVORIREBBERO L’ABUSIVISMO»

ciò nonostante una nuova chiusura, in questo momento, sarebbe pesante anche per noi. Le palestre, oltre a essere alleate della lotta al Covid, sono luoghi molto più sicuri di altri che non vengono messi in discussione: non solo per il distanziamento garantito e l’igiene ma anche perché qui, grazie alle tessere, gli ingressi sono sempre tracciati. Ci sono alternative alla chiusura: potrebbero per esempio imporre un numero massimo di persone o di ampliare gli orari di apertura per diluire le presenze». A difesa di acconciatori ed estetisti interviene infine la Cna Benessere di Venezia. Il segretario metropolitano di categoria Michele Barison ha ricordato quante difficoltà stanno già cercando di su-

VENEZIA L’ipotesi di un’ulteriore stretta nelle misure di contenimento del virus, che si è alimentata per tutta la giornata fino all’annuncio di ieri sera da parte del Governo, con un provvedimento di “compromesso” che mantiene l’orario di chiusura alle 24 ma impone di interrompere il servizio al banco alle 18 - rimette sull’attenti gli esercenti della movida veneziana. L’onere di rassicurare le attività più esposte e penalizzate dalla normativa spetta in Veneto al governatore Luca Zaia, alla ricerca di una quadra che equilibri disposizioni nazionali e timori di chi, in una regione votata al turismo, gestisce numerosi bar, locali e ristoranti. E intanto a Venezia chi apparecchia i coperti tra calli e campielli non perde però lo spirito d’iniziativa.

L’IDEA NUOVA

«Stiamo pensando di aprire anche all’ora di pranzo, se non tutta la settimana almeno durante il week end», racconta Angela, giovane dipendente dell’eno-ostaria Al Timon, un luogo di ritrovo ormai quasi “istituzionale” nella Fondamenta dei Ormesini a Cannaregio. La saracinesca del bacaro si sol-

NEI LUOGHI DELLA MOVIDA VENEZIANA SI IPOTIZZANO LE CONTROMISURE PER BILANCIARE LE NUOVE RESTRIZIONI C’È CHI STA PENSANDO DI SFRUTTARE LE ORE PIU’ CALDE DEL GIORNO PER COMPENSARE LE LIMITAZIONI IMPOSTE DA ROMA

leva da sempre alle 18. La proposta di coprifuoco nazionale rischiava però di disdire di fatto l’appuntamento all’ora del tramonto degli habitué di uno dei luoghi più scenografici della città lagunare. Tutti gli ambienti legati alla ristorazione - che a Venezia gremiscono la Fondamenta della Misericordia e raccontano la tradizionale vivacità di tutti e sei i sestieri del capoluogo hanno paura che prima o poi arrivi l’ordine di chiudere i battenti in anticipo rispetto al normale orario di chiusura serale. «Dopo le sei di sera - continua Angela - potremo servire cibi e bevande soltanto a tavola. Praticamente solo all’interno del ristorante, visto il freddo che già inizia ad arrivare quando cala il sole». Tolto il plateatico, se non per i più temprati alle basse temperature, i posti a sedere diminuiscono ancora una volta.

AI FRARI La stessa problematica emer-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

APERITIVI Fondamenta degli Ormesini affollata dai giovani in una foto di archivio

Orari ridotti, i locali studiano l’antidoto: aprire anche a pranzo BAR E LOCALI

perare estetisti e parrucchieri dopo il primo lockdown: «Qualunque eventualità di una seconda chiusura o di altre restrizioni va evitata a tutti i costi. Le imprese del settore dimostrano quotidianamente di operare con il massimo rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza, e sono disponibili a confrontarsi con le istituzioni per individuare le soluzioni più efficaci. Nuovi limiti rischierebbero invece di compromettere la loro faticosa ripresa di questi ultimi mesi, e andrebbero ad acuire il fenomeno dell’abusivismo, da sempre una piaga del settore e, in tempi di emergenza sanitaria, più che mai pericoloso per la salute stessa della clientela». Melody Fusaro

ge dalle parole del bartender de Il Mercante, punto di riferimento per i cultori del cocktail dopocena ai piedi del ponte dei Frari. «Se non si libera qualche tavolino non possiamo servire i clienti al banco senza rischiare assembramenti», spiega il ragazzo da dietro al bancone. L’ambiente intimo del civico

c28e4cf9-8d6c-4b54-9e29-accd83f5d1ba

2564 di San Polo infatti non lo concede. «Nemmeno possiamo farli sostare in piedi, fuori dalla porta d’ingresso», a degustare il loro drink come succedeva fino a poche settimane fa, quando all’ultimo minuto si poteva decidere di bere il bicchiere della staffa e “fare do ciacole” al lume di candela avvicinandosi al

tavolo a fianco. Di certo i luoghi di aggregazione che orbitano attorno al mondo dell’eno-gastronomia non sono gli unici a tendere con preoccupazione le orecchie sul tema della legislazione sulla sicurezza anti Covid-19. È innegabile che il Veneto e Venezia si debbano preparare a un corpo a corpo particolarmente intenso per individuare una chiave di volta e fronteggiare il problema. Sfruttare i raggi di luce che l’acqua dei canali riflette a mezzogiorno e giocare così d’anticipo rivisitando l’agenda delle prenotazioni potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione. Una Venezia diurna, con l’indice del barometro dalla sua e la certezza che i masegni delle calli restino asciutti, potrebbe infatti far riscoprire il piacere della pausa pranzo vista acqua a visitatori e locali. Anche lì dove le imposte solitamente si aprivamo al crepuscolo. Costanza Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA


4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 19 Ottobre 2020

L’epidemianelVicentino Restaaltal’allerta tra restrizionienuovicontagi

1.545 LEPERSONE ATTUALMENTE CONTAGIATENEL VICENTINO

3.302

Quellavicentinaèlaquarta provinciavenetapernumerodi contagiati,alprimopostoc’è Trevisoconquasi1.900,seguono Verona(1.578)eVenezia(1.546)

INEGATIVIZZATI INPROVINCIA DALL’INIZIODELLAPANDEMIA

Vicenzaèalquintopostoin Venetocomenumerodi negativizzati.Alprimoc’è Verona (5.664),quindiPadova(4.847), Treviso(4.651),Venezia(3.536).

LASITUAZIONE SANITARIA. Sono 800 in Venetolepersonein piùtrovatecon ilcoronavirus

Sei morti Covid in 24 ore Oltre170nuovicontagi L’ospedaleSan Bortoloele strutture satellitiaccolgonoalmomento 84pazienticon complicazioniperil coronavirus,4 inrianimazione Franco Pepe

Sono 171, secondo il report regionale, i contagiati in più registrati nel Vicentino tra sabato e ieri; 800 in Veneto. Il totale in provincia arriva a 1.545, anche se nel 95% dei casi si tratta di soggetti asintomatici. Sei i decessi per Covid nel Vicentino sempre tra sabato e ieri mattina, nessuno nei quali è avvenuto in ospedale. La scia dolorosa si allunga a 412 lutti. Quanto ai ricoveri, nell’Ulss 8 sono al completo tutti i posti-letto dei due reparti-Covid di prima linea, malattie infettive e pneumologia. I pazienti vengono distribuiti, in base allo stadio di gravità dell’infezione, nelle varie aree Covid. Nonostante l’impennata improvvisa e massiccia di nuovi casi, non si registrano sofferenze: in questo momento i pazienti ricoverati fra San Bortolo e ospedali satelliti sono 84. Diciotto posti su 21 occupati nel reparto degli infettivi, dove gli ultimi 3 letti sono riservati ad altrettanti malati contagiosi di tbc. Dodici letti su 12 occupati in pneumologia. La scorsa notte si erano liberati 4 posti, riempiti in poche ore. Diciotto letti su 19 complessivi occupati nell’ex hospice riconvertito in geriatria-Covid. Poi altri 12 pazienti nell’ospedale di Noventa. E 20 nel reparto di medicina generale del San Lorenzo di Valdagno diventato ospedale di riferimento

per gli anziani positivi e sintomatici rimasti contagiati nei cluster esplosi nelle case di riposo dell’Ovest vicentino. In rianimazione i malati rimangono 4 all’interno di un bunker che però vede attaccati ai tubi dell’ossigeno molti altri pazienti non-Covid. Dinanzi a un afflusso più imponente di malati bisognosi di terapia intensiva, si dovrà ricorrere come nella fase 1 ai posti suppletivi della Tipo e dell’Ucic. Sempre ieri una ventina di casi sospetti transitati nel pronto soccorso Covid, e 5 ricoverati, un trend che ormai si ripete da una settimana con punte giornaliere anche più alte. Il Covid torna furiosamente anche se con modalità diverse rispetto a marzo e aprile. «In primavera – dice il primario di pneumologia Giuseppe Idotta, che anche ieri ha seguito l’evolversi della situazione alla guida di un reparto sempre più centrale nella lotta al Covid – i pazienti ricoverati erano tutti vicentini e per lo più grandi anziani, ora per la metà sono stranieri e, a parte quelli che arrivano dalle case di riposo, di età relativa-

Unaventinaicasi sospettitrattati ierialpronto soccorsocittadino Cinquepoisono statiricoverati

mente giovane. Ce n’è uno che ha 43 anni». Fra i ricoverati pazienti del Marocco, del Togo, del Bangladesh, della Romania. «È una sensazione – dice ancora il primario – per il fatto che stiamo osservando con attenzione gli sviluppi di questa nuova emergenza. L’età più giovane potrebbe però spiegare perché abbiamo meno ricoverati in terapia intensiva. Oltre tutto adesso abbiamo tutte le strutture pronte, riusciamo a ventilarli evitando che i pazienti peggiorino e debbano essere trasferiti in rianimazione. Ora, poi, sappiamo come gestire le cose, la direzione generale ha le idee chiare, c’è una catena di comando molto corta e perciò ognuno sa cosa fare, si lavora in équipe, e questo è il valore aggiunto». Altro dettaglio non secondario: «Nella prima ondata l’infezione era più violenta e la ripresa più rapida. Adesso il virus appare meno cattivo ma i miglioramenti sono più lenti». Fra i reparti-Covid del San Bortolo una osmosi perfetta proprio per riuscire ad avere sempre una certa disponibilità di posti per fronteggiare i nuovi ingressi. «In pneumologia assistiamo i malati più critici e spostiamo gli altri che hanno superato la fase più difficile. L’ex hospice e l’ospedale di Noventa sono ottime valvole di sfogo. Accolgono i pazienti in via di stabilizzazione. In questo modo non intasiamo i nostri reparti». •

Inumeri L’ANDAMENTO Quasi5 mila 300 i positivi nelVicentino dall’inizio dellapandemia. Ma,come numerodi contagi,la provinciadi Vicenza, unendoi dati delle2 Ulss, èal quintoposto frale consorellevenete. Provinciafinora “più positiva”è Veronacon 7 mila855 casi. Seguono Treviso(6 mila 911), Padova(6 mila 603), Venezia(5mila 420). Vicenzaprecede solo Belluno(2mila 542) e Rovigo(766).Laprovincia che,invece,contaoggi il maggiornumerodi positiviè Trevisocon quasi1900 casi.Verona ne ha1.578.Venezia1.546, quindiVicenza con1.545, Padova1.409. Nel Vicentino,però,il maggior numerodei decessi dao conCovid,412, dopo Veronachepiange613 vittime.Trevisoregistra 362 morti,Padova 347, Venezia338,Belluno126, Rovigo50.Sempre Verona alprimoposto come numerodi negativizzati: 5 mila664. Cisono,poi, Padova(4 mila 847), Treviso(4 mila 651), Venezia(3mila 536), Vicenza(3 mila 302), Belluno(1269),Rovigo (571). F.P.

© RIPRODUZIONERISERVATA

Sicomplica lasituazione all’internodegliospedalicon seidecessi nelleultime 24 ore

Imedici delSan Bortolo

«Ondataarrivataprima Serveresponsabilità» «Questaseconda ondata è arrivatamoltoprimadel previsto– diceil primariodi pneumologiadelSanBortolo GiuseppeIdotta -. L’aspettavamoper dicembre. Bisogneràvedere qualepotrà giocarel’impattodelclima semprepiùrigido sul peggioramentodellevirosi respiratoriee,perciò,suun ulterioreabbassamento delle difeseimmunitarie. Una personacheera positiva asintomaticapotrebbe diventaresintomaticaecreare uneffetto domino dicontagi successivi».Unavvertimento,

L’ospedaleSanBortolo poi,per i nostalgicitemeraridella movidachecercanodiaggirare le misuredicontenimento spostandosidopomezzanotte, dailocali diVicenzaa Monte Berico:«C’è ancoraunacerta

quotadipersone che nonhala benchéminima ideadiciò chesta accadendo.Unnuovo lockdown generalizzatononècerto augurabileperchésiandrebbe incontroauna debacleeconomica, mala gentedevecapireche per evitareuna chiusuratotale occorronocomportamenti responsabili.Chi nonosserva regolediprudenza famale a sée aglialtri. Diventa potenziale fonte difocolaio.Una mina vagante». «Undatosignificativo –diceil primariodelpronto soccorso FrancescoCorà – èche,tranne casimoltirari,i nuovi ricoverati finiscononeireparti medici enon interapiaintensiva.Ec’èuna grossafetta di persone asintomaticheche nonvengonoin ospedaleenoncostituiscono un problema.Rispettoamarzo e aprilecarichevirali meno altee, graziealle misurediprotezione, formepiù blande». F.P. © RIPRODUZIONERISERVATA

LATESTIMONIANZA. Michela Marzanoèintervenuta perlarassegna dellaFondazione Zoé

«Alle21 scatta ilcoprifuoco madigiorno tutti no-mask»

«QuiaParigi lasituazioneè sconfortante,c’èmolta leggerezza» Gianmaria Pitton

«Qui in Francia alle 21 di ieri sera (sabato per chi legge, ndr) stiamo vivendo il coprifuoco serale, è tutto chiuso, non si può uscire di casa. Questa mattina sono andata a fare una passeggiata e ho scattato delle fotografie: nessuno aveva la mascherina. Com’è possibile che solo alcune ore dopo ci siano persone che continuano a fare finta di niente?». La testimonianza arriva da Michela Marzano, filosofa e scrittrice, docente di filosofia morale all’Université Paris-Descartes, che ieri è stata protagonista, in collegamento dalla capitale francese, dell’appuntamento con cui Fondazione Zoé ha chiuso la rassegna “Gli orizzonti della salute”, sei giorni di incontri in Basilica palladiana.

«Una situazione sconfortante», è l’espressione che Marzano usa per descrivere quanto sta accadendo in Francia. Parole che preoccupano in prospettiva italiana, perché se è vero che le misure fin qui prese dal governo Conte sono più blande rispetto a quelle del collega Macron, non è escluso che si arrivi, nelle prossime settimane, a qualcosa di simile. A giudicare dalle scene del fine settimana, anche in Italia si vive quella leggerezza che Marzano riscontra a Parigi: «Inoltre - aggiunge - c’è il dibattito innescato da parte di chi non vuole vedere né capire. Si cerca di contrapporre la salute all’economia, ma non sono confrontabili. Senza la salute, come fa l’economia ad andare avanti?». Sollecitata dalle domande di Mariapaola Biasi, segretario generale di Fondazione

Zoé, la filosofa ha parlato di «confusione, paura, incertezza e rabbia più presenti oggi che nei mesi di lockdown». «Quando da febbraio si è capito che si era in piena pandemia, inizialmente c’è stato un atteggiamento diffuso di grande serietà, si è dimostrata capacità di resilienza. C’era separazione fisica, ma non sociale, c’era la volontà di condivisione, a partire dall’hashtag #andratuttobene». Poi si è compreso che le cose non stavano andando bene, la favola non aveva più senso. «No, nulla sarà più come prima. Ciò che sta accadendo ha cambiato completamente le carte in tavola». Nonostante questo, però, «stiamo perdendo di vista la dimensione tragica di quello che stiamo vivendo». E da qui la leggerezza, la sufficienza con cui molti prendono le misure sanita-

ria, a partire dalla mascherina e dagli assembramenti. Chi è costretto dalla malattia o dalle sue conseguenze a vivere la sofferenza, lo fa in solitudine: «È un dolore che non riusciamo nemmeno a comunicare, circondati dall’indifferenza o dallo scetticismo». Fino alle scene agghiaccianti dei no-mask che chiedono gli indirizzi dei morti di Bergamo, a cui non credono. Lo strano, nuovo mondo del Covid-19, dice ancora Marzano, è quello in cui la rarità delle risorse nel settore sanitario, problema annoso, diventa questione di vita o di morte e di scelte etiche impensabili. «In Francia attualmente il 49 per cento dei posti letto in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. Si può pensare: beh, ce n’è ancora più di metà a disposizione. Ma di solito in questo pe-

Lefoto scattatedaMichela Marzanodomenicamattina a Parigi

Ilcollegamento daremotoin Basilica palladianaper FondazioneZoé

riodo dell’anno sono tutti occupati per altre patologie o traumi. Sappiamo già che arriverà un momento in cui non ci saranno più posti. Quali criteri adotteremo per decidere chi ammettere e chi no? Finora età e disabilità non sono stati considerati rilevanti, in nome del principio di uguaglianza. Ma cosa succederà? Dovremo riscrivere commenta la filosofa da Parigi - un capitolo intero dell’etica medica». Il mondo del Covid è dominato dall’incertezza. «Siamo cresciuti con l’idea di poter avere il controllo sul nostro tempo, sulla nostra agenda. Non è più così, non è possibile programmare nulla. In molti parlano di una crisi di senso, di una crescita delle forme di ansietà e di depressione». La distanza fisica sta diventando anche sociale. «La paura del contagio fa sì che l’altro, l’estraneo, già considerato un pericolo in sé, sia ancora più pericoloso, una sorta di paura al quadrato. Come facciamo ad immaginarci il futuro senza appoggiarci su relazioni strette? E persino la compassione rischia di diventare un boomerang». • © RIPRODUZIONERISERVATA


LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 LA TRIBUNA

PROVINCIA

L a taPPa coNeGLIaNo-VaLDoBBIaDeNe

Riflettori mondiali sul Prosecco «Ma troppi assembramenti» Stefano Soldan, sindaco di Pieve: «Purtroppo anche qui avevamo i negazionisti» Il dg dell’Usl Francesco Benazzi: «Abbiamo dato indicazioni di massima cautela» CONEGLIANO

Mascherine sì, in grande maggioranza. Distanze minime invece no, troppi gruppi di spettatori se le sono dimenticate. È un bilancio agrodolce, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, quello della tappa crono Conegliano-Valdobbiadene del Giro d’Italia che si è corsa sabato. Molte immagini ritraggono il pubblico accalcato, eppure gli assembramenti vanno evitati anche nel caso in cui si usi la mascherina. LA RABBIA DEL SINDACO SOLDAN

«I negazionisti si sono palesati anche lungo le strade della tappa – testimonia Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo - mostrando il loro ardire anche alle telecamere. Ma la situazione più grave, soprattutto nei centri come il nostro, erano gli assembramenti, senza il rispetto dei distanziamenti. E purtroppo anche in questi casi si sono viste per-

Un passaggio della tappa a cronometro Conegliano-Valdobbiadene di sabato

sone prive di protezioni». Soldan ricorda che lui stesso ed i colleghi hanno vietato l’installazione di ristori o di stand di gruppi, come accade solitamente a margine del Giro. «Abbiamo ricevuto molte richieste. Le abbiamo tutte cassate. Adesso – ammette – stiamo aspettando con ansia l’e-

ventuale manifestarsi di contagi. Siamo davvero preoccupati». BENAZZI: «INDICAZIONI CHIARE»

«Posso testimoniare che le indicazioni del presidente Zaia erano di proteggersi con la mascherina ed evitare assembramenti – scende in campo il

IN BREVE

IL SUCCESSO DELL’EVENTO

Una seconda tappa del Giro, sulla “Strada del vino bianco” già il prossimo anno? Purtroppo no. La Regione Veneto ha in cantiere due tappe, ma destinate altrove. Il Consorzio Prosecco Conegliano Valdobiadene Docg si rifarà, come annuncia il presidente Innocente Nardi, con altri eventi sportivi, perché «la nostra gente se lo merita». Ma quando ritornerà ancora il Giro da queste parti? «Ogni 5 anni, questa è la media degli arrivi di tappa – risponde il sindaco Fregonese - e chissà se la prossima volta i dirigenti di Rcs non si convinceranno a far arrivare i corridori lassù a Pianezze. Sarebbe una bell’arrivo». Nardi assicura che il Consorzio ci sarà comunque, perché il Giro ha portato benefici effetti ancora prima di presentarsi sulle colline dell’Unesco. «Abbiamo recuperato - fa sapere– tutto lo svantaggio accumulato nel lockdown e nei mesi successivi». Quindi? «Anche quest’anno riusciremo a vendere 92 milioni di bottiglie». È la novità che Nardi ha portato sul palco dell’arrivo della tappa lungo la “strada del vino bianco”. Non è escluso, addirittura, che si superi la soglia dei 92 milioni se i bari ed i ristoranti resteranno aperti. — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA

VIttorIo VeNeto

Antenne 5G Il Comune farà opposizione Nessuna società ha depositato ancora richiesta d’installazione di un’antenna 5G a Vittorio Veneto, ma potrebbe essere – si afferma ai piani alti di piazza del Popolo – questione di settimane. Ancora in agosto, peraltro, il consiglio comunale, adottando il “principio di precauzione”, ha anticipato come «probabile che lo sviluppo di questa nuova tecnologia porti ad un aumento considerevole di impianti sul territorio, per cui sussiste la reale preoccupazione che l’incremento atteso con la diffusione del 5G potrebbe portare ad una crescita indiscriminata dei livelli di campo elettromagnetico». «Abbiamo deciso, in quel consiglio – ricorda il vicesindaco Gian Luca Posocco – di agire di concerto con gli altri sindaci, in modo da presentare insieme le opportune osservazioni non appena si presenteranno ipotesi di insediamento». Posocco conferma, dunque, che i Comuni procederanno in modo coordinato, «esercitando tutti i poteri e le competenze spettanti per legge al fine della tutela della salute pubblica, dell’ambiente e in generaleanche della qualità della vita dei propri concittadini». (fdm)

PaUra a MoNtIceLLa DI coNeGLIaNo

Susegana Quadri elettrici ko Presi i baby vandali

Farra di Soligo Da stasera ripartono i Lunedì Culturali

Borso del Grappa Finisce con il parapendio sui cavi della tensione

Nei giorni scorsi il Controllo del vicinato avviato a Susegna ha portato a due risultati concreti. Sono stati individuati tre minorenni italiani responsabili di aver manomesso e vandalizzato i quadri elettrici della zona di viale degli Alpini a Colfosco. Per loro si profila la sanzione dei lavori socilamente utili. Segnalata dai volontari, inoltre, la manomissione dell’illuminazione pubblica di via Garibaldi e di via Casoni a Susegana. Si sospetta che fosse stata messa in atto da malviventi intenzionati forse a commettere furti.

A partire da stasera, alle 20.30 presso l’auditorium “Santo Stefano” di Farra di Soligo, riprenderanno i “Lunedì Culturali” condotti dal professor Raffaello Spironelli incentrati sulla storia di Venezia. Le date in programma, previste a completamento del ciclo interrotto a causa del lock-down, sono il 19 e 26 ottobre e tutti i lunedì di novembre. Agli incontri si potrà partecipare gratuitamente, previa iscrizione, nel rispetto delle norme anti-Covid. Info e prenotazioni: telefono 0438 901580 / e-mail: biblioteca@farra.it .

Salvato dai Vigili del fuoco dopo aver calcolato male le distanze. Aveva deciso, vista la bella giornata, di lanciarsi con il parapendio scegliendo un punto di Borso del Grappa, ma qualche cosa è andato storto. E il turista straniero è finito sui cavi dell’energia elettrica, tranciando la bassa tensione. La vela si è fermata sui fili della tensione, per fortuna senza gravi conseguenze. Immediati i soccorsi da parte dei pompieri. Sul posto Suem e ambulanza del 118. Lo straniero se l’è cavata con botte e fratture.

caraBINIerI a SaN BIaGIo

Rolex contraffatti denunciato un giovane SAN BIAGIO

Sequestrati cinque falsi Rolex e denunciato un rumeno di 23 anni. È il bilancio di un’operazione dei carabinieri della compagnia di Castelfranco che si stanno impegnando negli ultimi tempi sul fronte della lotta ai prodotti contraffatti. Sabato mattina, i militari dell’Arma hanno fermato un rumeno di 23 anni, residente nella Marca, nei

direttore dell’Usl, Francesco Benazzi - in qualche caso non è accaduto? Va ricordato a tutti come in questo momento l’utilizzo della mascherina sia fondamentale per cercare di ridurre il contagio. Doppiamente importante metterla quando ci si trova in situazioni in cui viene meno il distan-

ziamento. Mettere la mascherina è un gesto di attenzione e di cautela nei confronti di noi stessi e delle persone che ci stanno vicino».

21

I falsi Rolex sequestrati

pressi del centro commerciale Tiziano a San Biagio di Callalta. In macchina gli hanno trovato cinque falsi Rolex ed una cospicua somma di 1300 euro in contanti. A quel punto è scattato il sequestro dei cinque Rolex, di cui il rumeno non sapeva spiegarne la provenienza. Sequestrata anche la ragguardevole somma di cui era in possesso in quanto si sospetta si tratti di soldi che sono provento della vendita di altri orologi contraffatti. Alla fine è scattata una doppia denuncia nei confronti del giovane per i reati di ricettazione e introduzione e commercio di prodotti con marchi contraffatti. —

Aggredita da scippatore in bici pensionata lo mette in fuga CONEGLIANO

Sembrava una facile preda per il ladro in bicicletta. Era sola, ormai era calato il buio e soprattutto era anziana. Ma quando le si è avvicinato per strapparle la borsetta di mano, il ladro solitario è rimasto sorpreso dalla reazione della donna che, nonostante fosse caduta a terra, è riuscita a tenere salda in mano la borsa, facendo scappare il ladro. Il fatto è successo l’altra sera, nel quartiere di Monticella a

Conegliano. Un’anziana di 73 anni, residente nella zona, è stata aggredita alle spalle da un malvivente, mentre stava rincasando. Il bandito ha spinto l'anziana a terra, afferrandole con forza la borsa: lei però ha resistito, ha trattenuto la borsa e il malvivente è stato costretto a fuggire in sella alla sua bici per timore di essere visto da qualche scomodo testimone. Gli investigatori dei carabinieri di Conegliano avranno ora il delicato compito di dare un volto

cIMaLDoLMo

Si è spento Elio Campion storico casoìn del paese CIMADOLMO

Si è spento Elio Campion, 90 anni, titolare di un negozio di alimentari con tabaccheria in centro a Cimadolmo, a lato di via Francesco Baracca. Conosciutissimo nella zona, ha gestito il suo esercizio di casoìn dal 1950 all’inizio degli Anni Duemila. Per la sua cinquantennale attività aveva anche ricevuto il riconoscimento dall’Ascom-Confcommer-

Elio Campion, aveva 90 anni

ed un nome allo scippatore di cui esiste un preciso identikit fornito dalla vittima, una donna che ha dimostrato grande coraggio e lucidità. Saranno passate al setaccio le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona in cui si è verificato l'episodio. La donna, nonostante qualche lieve contusione, non ha riportato ferite tali da far intervenire sul posto un’ambulanza del 118. A parte il comprensibile spavento per la brutta avventura. —

cio, cui era iscritto da molti anni nella sezione di Oderzo-Motta. Elio Campion lascia la figlia Alessandra, il genero Massimo Menegazzi, il nipote Giacomo e i parenti tutti. La moglie Angela Battistella, che l’aveva affiancato a lungo nella sua bottega, è morta ancora nel 2007. Il funerale sarà celebrato domani alle 10.30 nella chiesa di Cimadolmo, dove stasera alle 19.30 sarà recitato il rosario. I famigliari di Elio Campion ringraziano il personale della Casa Soggiorno “Simonetti” di Oderzo per le amorevoli cure e per l’assistenza prestata al loro caro. Molti i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia. — A.V.


4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 19 Ottobre 2020

L’epidemianelVicentino Restaaltal’allerta tra restrizionienuovicontagi

1.545 LEPERSONE ATTUALMENTE CONTAGIATENEL VICENTINO

3.302

Quellavicentinaèlaquarta provinciavenetapernumerodi contagiati,alprimopostoc’è Trevisoconquasi1.900,seguono Verona(1.578)eVenezia(1.546)

INEGATIVIZZATI INPROVINCIA DALL’INIZIODELLAPANDEMIA

Vicenzaèalquintopostoin Venetocomenumerodi negativizzati.Alprimoc’è Verona (5.664),quindiPadova(4.847), Treviso(4.651),Venezia(3.536).

LASITUAZIONE SANITARIA. Sono 800 in Venetolepersonein piùtrovatecon ilcoronavirus

Sei morti Covid in 24 ore Oltre170nuovicontagi L’ospedaleSan Bortoloele strutture satellitiaccolgonoalmomento 84pazienticon complicazioniperil coronavirus,4 inrianimazione Franco Pepe

Sono 171, secondo il report regionale, i contagiati in più registrati nel Vicentino tra sabato e ieri; 800 in Veneto. Il totale in provincia arriva a 1.545, anche se nel 95% dei casi si tratta di soggetti asintomatici. Sei i decessi per Covid nel Vicentino sempre tra sabato e ieri mattina, nessuno nei quali è avvenuto in ospedale. La scia dolorosa si allunga a 412 lutti. Quanto ai ricoveri, nell’Ulss 8 sono al completo tutti i posti-letto dei due reparti-Covid di prima linea, malattie infettive e pneumologia. I pazienti vengono distribuiti, in base allo stadio di gravità dell’infezione, nelle varie aree Covid. Nonostante l’impennata improvvisa e massiccia di nuovi casi, non si registrano sofferenze: in questo momento i pazienti ricoverati fra San Bortolo e ospedali satelliti sono 84. Diciotto posti su 21 occupati nel reparto degli infettivi, dove gli ultimi 3 letti sono riservati ad altrettanti malati contagiosi di tbc. Dodici letti su 12 occupati in pneumologia. La scorsa notte si erano liberati 4 posti, riempiti in poche ore. Diciotto letti su 19 complessivi occupati nell’ex hospice riconvertito in geriatria-Covid. Poi altri 12 pazienti nell’ospedale di Noventa. E 20 nel reparto di medicina generale del San Lorenzo di Valdagno diventato ospedale di riferimento

per gli anziani positivi e sintomatici rimasti contagiati nei cluster esplosi nelle case di riposo dell’Ovest vicentino. In rianimazione i malati rimangono 4 all’interno di un bunker che però vede attaccati ai tubi dell’ossigeno molti altri pazienti non-Covid. Dinanzi a un afflusso più imponente di malati bisognosi di terapia intensiva, si dovrà ricorrere come nella fase 1 ai posti suppletivi della Tipo e dell’Ucic. Sempre ieri una ventina di casi sospetti transitati nel pronto soccorso Covid, e 5 ricoverati, un trend che ormai si ripete da una settimana con punte giornaliere anche più alte. Il Covid torna furiosamente anche se con modalità diverse rispetto a marzo e aprile. «In primavera – dice il primario di pneumologia Giuseppe Idotta, che anche ieri ha seguito l’evolversi della situazione alla guida di un reparto sempre più centrale nella lotta al Covid – i pazienti ricoverati erano tutti vicentini e per lo più grandi anziani, ora per la metà sono stranieri e, a parte quelli che arrivano dalle case di riposo, di età relativa-

Unaventinaicasi sospettitrattati ierialpronto soccorsocittadino Cinquepoisono statiricoverati

mente giovane. Ce n’è uno che ha 43 anni». Fra i ricoverati pazienti del Marocco, del Togo, del Bangladesh, della Romania. «È una sensazione – dice ancora il primario – per il fatto che stiamo osservando con attenzione gli sviluppi di questa nuova emergenza. L’età più giovane potrebbe però spiegare perché abbiamo meno ricoverati in terapia intensiva. Oltre tutto adesso abbiamo tutte le strutture pronte, riusciamo a ventilarli evitando che i pazienti peggiorino e debbano essere trasferiti in rianimazione. Ora, poi, sappiamo come gestire le cose, la direzione generale ha le idee chiare, c’è una catena di comando molto corta e perciò ognuno sa cosa fare, si lavora in équipe, e questo è il valore aggiunto». Altro dettaglio non secondario: «Nella prima ondata l’infezione era più violenta e la ripresa più rapida. Adesso il virus appare meno cattivo ma i miglioramenti sono più lenti». Fra i reparti-Covid del San Bortolo una osmosi perfetta proprio per riuscire ad avere sempre una certa disponibilità di posti per fronteggiare i nuovi ingressi. «In pneumologia assistiamo i malati più critici e spostiamo gli altri che hanno superato la fase più difficile. L’ex hospice e l’ospedale di Noventa sono ottime valvole di sfogo. Accolgono i pazienti in via di stabilizzazione. In questo modo non intasiamo i nostri reparti». •

Inumeri L’ANDAMENTO Quasi5 mila 300 i positivi nelVicentino dall’inizio dellapandemia. Ma,come numerodi contagi,la provinciadi Vicenza, unendoi dati delle2 Ulss, èal quintoposto frale consorellevenete. Provinciafinora “più positiva”è Veronacon 7 mila855 casi. Seguono Treviso(6 mila 911), Padova(6 mila 603), Venezia(5mila 420). Vicenzaprecede solo Belluno(2mila 542) e Rovigo(766).Laprovincia che,invece,contaoggi il maggiornumerodi positiviè Trevisocon quasi1900 casi.Verona ne ha1.578.Venezia1.546, quindiVicenza con1.545, Padova1.409. Nel Vicentino,però,il maggior numerodei decessi dao conCovid,412, dopo Veronachepiange613 vittime.Trevisoregistra 362 morti,Padova 347, Venezia338,Belluno126, Rovigo50.Sempre Verona alprimoposto come numerodi negativizzati: 5 mila664. Cisono,poi, Padova(4 mila 847), Treviso(4 mila 651), Venezia(3mila 536), Vicenza(3 mila 302), Belluno(1269),Rovigo (571). F.P.

© RIPRODUZIONERISERVATA

Sicomplica lasituazione all’internodegliospedalicon seidecessi nelleultime 24 ore

Imedici delSan Bortolo

«Ondataarrivataprima Serveresponsabilità» «Questaseconda ondata è arrivatamoltoprimadel previsto– diceil primariodi pneumologiadelSanBortolo GiuseppeIdotta -. L’aspettavamoper dicembre. Bisogneràvedere qualepotrà giocarel’impattodelclima semprepiùrigido sul peggioramentodellevirosi respiratoriee,perciò,suun ulterioreabbassamento delle difeseimmunitarie. Una personacheera positiva asintomaticapotrebbe diventaresintomaticaecreare uneffetto domino dicontagi successivi».Unavvertimento,

L’ospedaleSanBortolo poi,per i nostalgicitemeraridella movidachecercanodiaggirare le misuredicontenimento spostandosidopomezzanotte, dailocali diVicenzaa Monte Berico:«C’è ancoraunacerta

quotadipersone che nonhala benchéminima ideadiciò chesta accadendo.Unnuovo lockdown generalizzatononècerto augurabileperchésiandrebbe incontroauna debacleeconomica, mala gentedevecapireche per evitareuna chiusuratotale occorronocomportamenti responsabili.Chi nonosserva regolediprudenza famale a sée aglialtri. Diventa potenziale fonte difocolaio.Una mina vagante». «Undatosignificativo –diceil primariodelpronto soccorso FrancescoCorà – èche,tranne casimoltirari,i nuovi ricoverati finiscononeireparti medici enon interapiaintensiva.Ec’èuna grossafetta di persone asintomaticheche nonvengonoin ospedaleenoncostituiscono un problema.Rispettoamarzo e aprilecarichevirali meno altee, graziealle misurediprotezione, formepiù blande». F.P. © RIPRODUZIONERISERVATA

LATESTIMONIANZA. Michela Marzanoèintervenuta perlarassegna dellaFondazione Zoé

«Alle21 scatta ilcoprifuoco madigiorno tutti no-mask»

«QuiaParigi lasituazioneè sconfortante,c’èmolta leggerezza» Gianmaria Pitton

«Qui in Francia alle 21 di ieri sera (sabato per chi legge, ndr) stiamo vivendo il coprifuoco serale, è tutto chiuso, non si può uscire di casa. Questa mattina sono andata a fare una passeggiata e ho scattato delle fotografie: nessuno aveva la mascherina. Com’è possibile che solo alcune ore dopo ci siano persone che continuano a fare finta di niente?». La testimonianza arriva da Michela Marzano, filosofa e scrittrice, docente di filosofia morale all’Université Paris-Descartes, che ieri è stata protagonista, in collegamento dalla capitale francese, dell’appuntamento con cui Fondazione Zoé ha chiuso la rassegna “Gli orizzonti della salute”, sei giorni di incontri in Basilica palladiana.

«Una situazione sconfortante», è l’espressione che Marzano usa per descrivere quanto sta accadendo in Francia. Parole che preoccupano in prospettiva italiana, perché se è vero che le misure fin qui prese dal governo Conte sono più blande rispetto a quelle del collega Macron, non è escluso che si arrivi, nelle prossime settimane, a qualcosa di simile. A giudicare dalle scene del fine settimana, anche in Italia si vive quella leggerezza che Marzano riscontra a Parigi: «Inoltre - aggiunge - c’è il dibattito innescato da parte di chi non vuole vedere né capire. Si cerca di contrapporre la salute all’economia, ma non sono confrontabili. Senza la salute, come fa l’economia ad andare avanti?». Sollecitata dalle domande di Mariapaola Biasi, segretario generale di Fondazione

Zoé, la filosofa ha parlato di «confusione, paura, incertezza e rabbia più presenti oggi che nei mesi di lockdown». «Quando da febbraio si è capito che si era in piena pandemia, inizialmente c’è stato un atteggiamento diffuso di grande serietà, si è dimostrata capacità di resilienza. C’era separazione fisica, ma non sociale, c’era la volontà di condivisione, a partire dall’hashtag #andratuttobene». Poi si è compreso che le cose non stavano andando bene, la favola non aveva più senso. «No, nulla sarà più come prima. Ciò che sta accadendo ha cambiato completamente le carte in tavola». Nonostante questo, però, «stiamo perdendo di vista la dimensione tragica di quello che stiamo vivendo». E da qui la leggerezza, la sufficienza con cui molti prendono le misure sanita-

ria, a partire dalla mascherina e dagli assembramenti. Chi è costretto dalla malattia o dalle sue conseguenze a vivere la sofferenza, lo fa in solitudine: «È un dolore che non riusciamo nemmeno a comunicare, circondati dall’indifferenza o dallo scetticismo». Fino alle scene agghiaccianti dei no-mask che chiedono gli indirizzi dei morti di Bergamo, a cui non credono. Lo strano, nuovo mondo del Covid-19, dice ancora Marzano, è quello in cui la rarità delle risorse nel settore sanitario, problema annoso, diventa questione di vita o di morte e di scelte etiche impensabili. «In Francia attualmente il 49 per cento dei posti letto in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. Si può pensare: beh, ce n’è ancora più di metà a disposizione. Ma di solito in questo pe-

Lefoto scattatedaMichela Marzanodomenicamattina a Parigi

Ilcollegamento daremotoin Basilica palladianaper FondazioneZoé

riodo dell’anno sono tutti occupati per altre patologie o traumi. Sappiamo già che arriverà un momento in cui non ci saranno più posti. Quali criteri adotteremo per decidere chi ammettere e chi no? Finora età e disabilità non sono stati considerati rilevanti, in nome del principio di uguaglianza. Ma cosa succederà? Dovremo riscrivere commenta la filosofa da Parigi - un capitolo intero dell’etica medica». Il mondo del Covid è dominato dall’incertezza. «Siamo cresciuti con l’idea di poter avere il controllo sul nostro tempo, sulla nostra agenda. Non è più così, non è possibile programmare nulla. In molti parlano di una crisi di senso, di una crescita delle forme di ansietà e di depressione». La distanza fisica sta diventando anche sociale. «La paura del contagio fa sì che l’altro, l’estraneo, già considerato un pericolo in sé, sia ancora più pericoloso, una sorta di paura al quadrato. Come facciamo ad immaginarci il futuro senza appoggiarci su relazioni strette? E persino la compassione rischia di diventare un boomerang». • © RIPRODUZIONERISERVATA


8

PRIMO PIANO

LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 LA TRIBUNA

Coronavirus: l’allarme nella Marca

Treviso, quinto giorno sopra i 100 casi Benazzi: «Il picco atteso a dicembre»

Nuova impennata dell’epidemia, il dg dell’Usl 2: «A questo ritmo mettiamo a rischio le fasce deboli e la tenuta del sistema» TREVISO

Per il quinto giorno consecutivo la provincia di Treviso registra almeno cento casi di coronavirus (esattamente 100 quelli di domenica), portando il totale a quota 6.912, mentre nell’ultima settimana i contagi accertati nella Marca sono stati 809, numero che spaventa se paragonato a quelli delle due settimane precedenti, rispettivamente 591 e 454. Crescita non esponenziale ma comunque allarmante, e come ha spiegato il primario di Microbiologia Roberto Rigoli non dipende solo dall’incremento dei tamponi: l’epidemia è tornata a correre. Anche se il fronte degli ospedali per ora regge - 46 ricoverati in totale, nessuno in terapia intensiva l’Usl 2 fa suonare l’allarme: «Bisogna invertire il trend con il nostro comportamento» ribadisce il direttore generale Francesco Benazzi, «vedo famiglie che si affollano al bar o al ristorante con gli amici e si tolgono la mascherina, così non va bene». PICCO ANCORA LONTANO

Non va bene perché l’Usl valuta che, alle condizioni attuali, i contagi continueranno ad aumentare almeno per un mese e mezzo. E altri quaranta, cinquanta giorni di crescita a questo ritmo metterebbero in crisi anche il miglior sistema sanitario del mondo: «Ci aspettiamo il picco tra novembre e dicembre» continua Benazzi, «oggi abbiamo molti positivi asintomatici, ma se non invertiamo il trend prima o poi questi positivi andranno a contagiare le fasce più deboli della popolazione, e queste finiranno nei nostri ospedali, generando situazioni di crisi». Il picco di di-

cembre si può frenare, o anticipare iniziando così la discesa, rispettando le (solite) precauzioni: «Distanziamento, mascherina, igienizzazione. Per il momento, questo è sufficiente: non serve ancora il lockdown, basta evitare di affollarsi senza protezioni portando il virus nelle case». LA SFIDA DEL TRACCIAMENTO

Trovare centinaia di contagiati ogni giorno rende complicato il tracciamento dei contatti, cioè l’identificazione di tutte le persone entra-

Venti dipendenti dell’azienda sanitaria lavorano a tempo pieno sul tracciamento te in contatto con il positivo negli ultimi giorni. Lo stesso Rigoli ha evidenziato le difficoltà delle ultime settimane, mentre Benazzi ricorda che la task force dell’Usl dedicata è stata potenziata: «Abbiamo venti persone che stanno facendo il tracciamento di tutti i positivi. Si fa al telefono, le persone sono collaborative, ma è chiaro che se continua questo trend non ce la faremo più. Devo dire che i cittadini sono scrupolosi e ci stanno aiutando, segnalano qualsiasi contatto avuto, anche se ricordo che è a rischio chi, con il positivo, ha avuto un contatto prolungato (almeno quindici minuti) e ravvicinato». Situazione frequente nelle famiglie: «E infatti è lì che registriamo le catene di contagio più importanti. I focolai che ci preoccupano di più, oggi, sono tutti in famiglia». —

l’appello

«Ancora troppi a passeggio senza protezioni» Sopra, l’effettuazione di un tampone all’ospedale di Oderzo. A sinistra, persone a passeggio con la mascherina, a destra il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi, che continua a raccomandare l’utilizzo dei dispositivi di protezione: «Vedo ancora troppe famiglie a passeggio senza protezioni, ma sono l’unica difesa che abbiamo».

ANDREA DE POLO © RIPRODUZIONE RISERVATA

maggiore frequentazione di persone. Quello di Caerano non è l’unico cluster che ha attirato l’attenzione dell’azienda sanitaria. Preoccupa il fronte aziendale, con i contagi in aumento nei giorni scorsi alla cooperativa Co-Work nel centro logistico Geox a Signoressa (una cinquantina di positivi), e la scoperta, sabato, di un’altra azienda con contagi a doppia cifra dopo l’effettuazione di alcuni test in privato. Da monitorare anche l’andamento del focolaio generato da un altro matrimonio, stavolta alle porte di Treviso, responsabile di 22 contagi. —

i cluster in provincia

Focolaio a Caerano, 8 positivi Il sindaco: «È la fase peggiore» CAERANO

Con otto persone positive al Covid-19 e ventidue in quarantena, Caerano si trova nella situazione più grave degli ultimi otto mesi secondo il sindaco Gianni Precoma. L’analisi dei dati è dello stesso primo cittadino, secondo cui i ventidue in quarantena non dovrebbero essere stati degli invitati del matrimonio segnalato

dall’azienda sanitaria come uno dei principali focolai di coronavirus nella Marca. Precoma ha reso nota la situazione con un post su un gruppo Facebook dedicato alla vita locale già sabato nel tardo pomeriggio, quando i contagiati risultavano essere solo sette. Dall’amministrazione comunale arriva dunque un invito alla prudenza ai cittadini e un impegno per inter-

venti di sanificazione: «Dobbiamo fare tutti molta attenzione, questo ritorno del virus mi preoccupa molto, mi raccomando l’uso della mascherina, manteniamo le distanze di sicurezza nei rapporti con le persone cerchiamo igienizzarci o lavarsi spesso le mani» ha scritto il sindaco, che oggi vedrà con tecnici comunali se sia il caso di fare delle sanificazioni nelle strutture pubbliche a

Il municipio di Caerano, paese con 8 casi positivi e 22 in quarantena

GINO ZANGRANDO

© RIPRODUZIONE RISERVATA


22

LUNEDÌ 19 OTTOBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

GIORNO&NOTTE

L’evento

Il miele più buono arriva da Agordo Conedera vince il premio a Limana Assegnate tre stelle alpine all’esperto apicoltore di Parech Cinquanta i partecipanti. De Zanet: «Segnale importante» Dante Damin / BELLUNO

Il miglior miele bellunese del 2020 è targato Armando Conedera. L’esperto apicoltore di Parech, frazione di Agordo, si è aggiudicato il prestigioso premio “Limana paese del miele”, trionfando con un millefiori di montagna su cinquanta concorrenti, provenienti da varie località. La rassegna è giunta alla sesta edizione, nel contesto della tre giorni di festa dedicata all'agricoltura e all'omonimo prodotto organizzata da Comune, Apidolomiti e Pro loco e domenica è arrivata in fondo, invadendo le strade di Limana. La cerimonia di consegna è avvenuta ieri pomeriggio in municipio, alla presenza di varie autorità, comprese Provincia e Unione montana Valbelluna con Stefano Deon. Cinque le categorie premiate dalla giuria presieduta da Stefania Marcuz, a ciascuna delle quali è stata assegnata da un minimo di una a un massimo di tre stelle alpine, in base alla qualità del miele prodotto. Per la categoria millefiori di montagna: una stella a Mirco Tancon e Giovanni Bora. Due stelle a Francesco Bora e tre ad Alberto Zambelli Mariani. Per il millefiori di valle: una stella ad Armando Dal Cin e Monica Caronno. Due stelle ancora a Monica Caronno e Lorena De Barba. Tre stelle ad Arman-

do Conedera. Per il Tarassaco due stelle a Lucio Canal e tre a Fausto Bogo. Per il Tiglio: due stelle a Elena De Pasqual e tre ad Armando Conedera. Per il Castagno: tre stelle a Monica Caronno. Assente invece la melata: «È stato un anno difficile», ha detto il sindaco Milena De Zanet, «anche per organizzare questa tipologia di evento, che abbiamo però fortemente voluto, perché secondo noi è un segnale importante per gli agricoltori e per l'intero settore: a fianco all’emergenza sanita-

Claudio Mioranza si è aggiudicato il riconoscimento “Miele del sindaco” ria si sta oramai paventando anche quella economica. Era quindi fondamentale dimostrare che siamo presenti, che ci siamo, che l'amministrazione è a sostegno delle attività locali e che, anche nel nostro piccolo era giusto andare ancora avanti». Con l'assessore Alex Segat sullo sfondo, De Zanet ha poi letto la lettera inviata dal governatore Luca Zaia, che ha avvalorato il coraggio dell’amministrazione di proporre la festa. Sulla valorizzazione del miele in ottica turistica si è invece

FARMACIE

ORARIO FERIALE Mattino 8.45-12.30, pomeriggio 16-19.30 (Cortina 9 - 12.45 e 16 - 19.30)

TURNO 24 ORE SU 24 BELLUNO Chimenti, Cavarzano, tel. 0437 930184; ALPAGO, Puos, via Roma 54, tel. 0437 451199; VAL DI ZOLDO, Fusine, tel. 0437 788796; BORGO VALBELLUNA, Mel, via Roma 6 tel. 0437 753352; BORCA, via Roma 31, 0435 482018; VALLE DI CADORE, tel. 0435 519070; CALALZO, via Frescura, 0435 519882; cel 346 5791175; COMELICO SUPERIORE, Candide, tel. 0435 706257; cel. 320 0180148 ALLEGHE, Caprile, tel. 0437 721112; 348 6551165; CANALE D’AGORDO, piazza Papa Luciani tel. 0437 501104;

concentrato l’intervento del consigliere provinciale Danilo De Toni, il quale ha detto che «il prodotto non industriale, ma artigianale, dev’essere il simbolo della nostra provincia. Apidolomiti raccoglie tra le sue fila 600 soci: sono realtà come queste che dobbiamo promuovere all'esterno, incentivando i nostri operatori a sostenere il prodotto della terra». «Come ha detto Zaia, il Comune di Limana ha avuto coraggio e sicuramente abbiamo lavorato nel migliore dei modi per dare l'opportunità ad agricoltori ed espositori di essere qui in sicurezza a presentare i propri prodotti», ha aggiunto il presidente di Apidolomiti Roberto Piol, «in una manifestazione che per noi è importante. Con gli investimenti fatti per la collettività provo un grande orgoglio, perché molti dei premiati hanno creato il loro miele nel laboratorio della nostra cooperativa. Stiamo ulteriormente investendo nel settore grazie ai fondi che la Regione dovrebbe stanziarci tra poco. Con l’impegno di tutti è importante proseguire su questa strada». Spazio infine alla consegna a Claudio Mioranza del premio “Miele del sindaco”, assegnatogli da Serenella Mortani dell'associazione nazionale Città del miele. —

il retroscena

Una lettera di Luca Zaia sottolinea il coraggio Tre immagini del premio “Limana, paese del miele”. Armando Conedera ha vinto il concorso con un millefiori di montagna. L’evento si è svolto tra il municipio e le strade limanesi ed è stato salutato anche dal governatore Luca Zaia, che ha inviato una lettera, nella quale ha sottolineato il coraggio dell’amministrazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CINEMA FELTRE, Villabruna, tel. 0439 42089; 392 8357355; SOVRAMONTE, Servo, tel. 0439 98448.

BELLUNO

GUARDIE MEDICHE

Via Garibaldi, 9

Cortina Codivilla (Valle del Boite, Centro Cadore); Val di Zoldo - Centro Servizi (Longaronese, Zoldo); Belluno, Ospedale (Ponte, Belluno, Limana e Alpago); Santo Stefano Via Dante (Comelico e Cadore). Canale d’Agordo via Roma (basso Agordino, valle del Biois); Caprile Via Dogliani (alto Agordino): 118 Per Mel, Lentiai Sedico, Trichiana, 0439 883783-883784; Alano, Cesio, Feltre, Seren, Pedavena, Sospirolo, Quero Vas, San Gregorio, S. Giustina, 0439 883287-883785 Lamon, Fonzaso, Arsiè, Sovramonte 0439 883781-883782

Lockdown all'italiana

ITALIA

0437-943164

Nomad - In cammino con Bruce Chatwin 18.00-19.45 Un divano a Tunisi

16.15-21.30

FELTRE

20.00

Greenland

Greenland

22.15

SILEA

Nomad - In cammino con Bruce Chatwin 17.30-20.00

Trash - La leggenda della piramide magica

17.00

0424-56631 17.25-19.50-22.15

The Farewell - Una bugia buona

17.45-21.00

Trash - La leggenda della piramide magica

MULTISALA VERDI

The Secret, le verità nascoste

18.00-22.20

Lockdown all'italiana

17.45-20.00

0438-551899

La vita straordinaria di David Copperfield 17.30-20.00-22.15

17.30

THE SPACE CINEMA CINECITY

18.00-20.30

Il giorno sbagliato

892111

Creators - The Past

19.10

The Secret, le verità nascoste

22.15

Trash - La leggenda della piramide magica

Greenland Il giorno sbagliato

22.00

18.30

20.00-21.10

Divorzio a Las Vegas

19.20-21.50 18.40-19.15-20.50-21.45 19.40-22.00

La vita straordinaria di David Copperfield 18.50-20.40-21.50

Lasciami Andare

Nomad - In cammino con Bruce Chatwin

17.30-19.55-22.15

Un divano a Tunisi

17.30-20.00-22.30

Mi chiamo Francesco Totti

La vita straordinaria di David Copperfield

VITTORIO VENETO

Via Lioni, 8

20.00-22.10

Via Sile ang. Via del Porto

BASSANO DEL GRAPPA

Via Cristoforo Colombo, 84 0439-81789

Mi chiamo Francesco Totti

Mi chiamo Francesco Totti

METROPOLIS CINEMAS

OFFICINEMA (EX ASTRA)

Piazza Cambruzzi, 4

17.30-22.15

Lockdown all'italiana Tenet

22.15 19.00-21.40-22.30 18.40-21.45


9

Nordest

PROTESTA DAVANTI AL RECINTO DEGLI ORSI Manifestazione animalista a Trento dove sono rinchiusi gli orsi catturati nei boschi dopo le fughe dei mesi scorsi: in centinaia mobilitati per difendere gli animali

Lunedì 19 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

Veneto, la Lega cerca 7 presidenti `Ipotizzata la riconferma per Boron, Rizzotto, Villanova Formata la giunta ora tocca alle commissioni consiliari In ballo anche i ruoli dei due capigruppo e del coordinatore Tra i papabili Brescacin e Sandonà. E spunta il giovane Bet `

L’INSEDIAMENTO L’aula del consiglio regionale del Veneto: giovedì scorso si è riunita per la prima volta la nuova assemblea legislativa dopo il voto di settembre

LE MANOVRE VENEZIA Fatta la giunta, adesso in Regione Veneto si apre un’altra partita. Quella dei presidenti di cinque commissioni, dei capigruppo e, novità assoluta di questa XI legislatura, del coordinatore della galassia leghista. Posto che il veronese Tomas Piccinini, unico consigliere della lista Veneta Autonomia, sarà capogruppo di se stesso, in ballo ci sono dunque sette posizioni. Eccole: i vertici di cinque commissioni su sei (la presidenza della Quarta spetta infatti all’opposizione); il capogruppo di Zaia Presidente; il capogruppo della Lega. Di questi ultimi due, uno sarà lo “speaker” della maggioranza leghista-zaiana che contempla 34 consiglieri su 51. Ed è proprio il ruolo di speaker, dopo il rifiuto di Nicola Finco, a rappresentare le maggiori incognite.

GLI ALLEATI

I DELUSI Raccontano che se fosse stato per Luca Zaia, Nicola Finco avrebbe continuato a fare il capogruppo della Lega anche in questa legislatura. Ma il vicentino Finco, che in realtà avrebbe voluto cambiare palazzo, dal Ferro Fini al Balbi, per diventare assessore, ha rifiutato, accettando infine, e suo malgrado, la proposta di entrare in ufficio di presidenza come vice vicario del presidente Roberto Ciambetti. Tra l’altro, tutti e due vicentini. L’altra ipotesi per il ruolo di capogruppo del-

L’OPPOSIZIONE PUNTA SU ZANONI PER LA QUARTA COMMISSIONE. MA IL CARROCCIO POTREBBE OPPORSI

LA STORIA VENEZIA La coincidenza è curiosa. Prima di diventare vicepresidente della giunta regionale, la veronese Elisa De Berti è stata nella precedente legislatura assessore ai Trasporti. Esattamente come Amalia Sartori, socialista, poi “azzurra”, la prima donna ad aver avuto ruoli in entrambi i palazzi della politica veneta, al Balbi e al Ferro Fini. È Amalia “Lia” Sartori, prima di Elisa De Berti, a rompere infatti la tradizione maschile nei posti di comando in Regione. In tutti i ruoli. Vicentina, classe 1947, una laurea in Lettere all’Università di Padova, Amalia Sartori detiene tutti i record: prima donna assessore (e la più giovane), prima donna vicepresidente della giunta, prima donna presidente del consiglio (peraltro per due volte). È il 1985, presidente a Palazzo Balbi è il democristiano Carlo Bernini che alla giovane “Lia”, trentottenne, esponente del Psi, dà la delega dei Trasporti. Fini-

di Salvini). Secondo la logica della continuità Silvia Rizzotto dovrebbe essere confermata capogruppo di Zaia Presidente. Escludendo invece ulteriori passaggi da un gruppo all’altro (l’ipotesi di cui sopra di Villanova e Bet), i leghisti che potrebbero essere chiamati a fare il capogruppo sono i ripescati Gianpiero Possamai e Giuseppe Pan (che, primi dei non eletti, torneranno in consiglio con le dimissioni di Federico Caner e Roberto Marcato), ma anche Marzio Favero se non gli toccherà una commissione. C’è un solo dettaglio: troppi trevigiani.

I tamponi

In aula soltanto se si è “negativi” Altro giro di tamponi per entrare mercoledì a Palazzo Ferro Fini, in occasione della seconda seduta del consiglio regionale del Veneto quando entreranno in aula i “supplenti” (cioè gli otto che prenderanno il posto degli assessori) e quindi il governatore Luca Zaia presenterà la giunta e il programma per il quinquennio 2020-2025. Come giovedì scorso, le disposizioni per entrare al Ferro Fini sono ferree: nelle giornate di domani e mercoledì mattina tutti i consiglieri regionali, gli assessori, lo stesso governatore, il personale, gli assistenti, i giornalisti dovranno presentarsi al Punto di primo soccorso a piazzale a Roma per sottoporsi al tampone rapido, stecco infilato in entrambe le narici ed esito nell’arco di una decina di minuti. Solo esibendo il referto con la scritta “negativo” si potrà entrare a palazzo. (al.va.) `VENEZIA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

la Lega e coordinatore di tutta la galassia leghista era Federico Caner che però è stato riconfermato in giunta. E allora? I favoriti per tutte le posizioni sono i consiglieri “anziani”, cioè quelli rieletti. E se anche a Palazzo Ferro Fini si seguirà il criterio della “continuità” voluto da Zaia per la giunta, ci sarà almeno una riconferma: Fabrizio Boron presidente della Quinta commissione Sanità. Papabile per la presidenza della Prima commissione, quella del Bi-

lancio, è l’altro padovano che, come Boron, era in lizza per la squadra di giunta e cioè lo zaiano Luciano Sandonà che di mestiere fa il commercialista. Ma potrebbe spuntarla anche Sonia Brescacin, laureata in Giurisprudenza, trevigiana, professione segretario comunale. Punti interrogativi per la Seconda commissione (Urbanistica) finora retta dal neoassessore Francesco Calzavara e la Terza (Attività produttive) che era appannaggio di Fratelli d’Ita-

lia con Sergio Berlato. Per la Sesta commissione (Cultura) potrebbe essere riconfermato lo zaiano trevigiano Alberto Villanova oppure rientrare in ballo il leghista trevigiano Marzio Favero che era dato tra i papabili assessori. Per il ruolo di presidente della Lega e, quindi, di coordinatore di tutti i 34 consiglieri, si parla di Villanova e del neoeletto Roberto Bet (se fosse, dovrebbero uscire dal gruppo Zaia Presidente e passare a quello

LA MINORANZA Quanto alla Quarta, la commissione che valuta le politiche pubbliche e gli effetti della legislazione regionale, la presidenza spetta a un componente della minoranza e il Pd avrebbe scelto Andrea Zanoni. Solo che l’opposizione, che ha appena 10 voti, da sola non può farcela a eleggere il presidente. Ci saranno bastoni tra le ruote da parte della Lega contro Zanoni? Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN LAGUNA Amalia Sartori (a destra) alla premiazione della Regata Storica del 1998

Donne nei palazzi della politica Il primo record battuto 35 anni fa sce il mandato e, siamo nel 1990, Sartori viene eletta presidente del consiglio regionale: una presidenza durata appena 40 giorni perché l’esponente socialista viene chiamata ad affiancare come vice il presidente della Regione Gianfranco Cremonese, peraltro ignara che di lì a due anni avrebbe retto, anche se per pochi mesi, Palazzo Balbi come presiden-

E Fratelli d’Italia? Autoesclusisi dall’Ufficio di presidenza (avevano chiesto la carica di vice, hanno rifiutato quella di consigliere segretario), facile che gli alleati si aspettino una presidenza di commissione, anche se non è detto che l’avranno. In tutto sono cinque consiglieri e il quinto, dopo la riconferma di Elena Donazzan in giunta, è il vicentino Joe Formaggio: sul finire della precedente legislatura era entrato al Ferro Fini al posto di Sergio Berlato volato a Bruxelles, mercoledì farà il bis prendendo il posto della Donazzan. Intanto, per la carica di capogruppo, il più quotato è il veneziano Raffaele Speranzon.

te facente funzioni: nel 1992 scoppia Tangentopoli, Cremonese viene arrestato, il 24 giugno si dimette, Sartori guida l’ente fino al 9 novembre, il giorno dopo si insedia la giunta di Franco Frigo. Alla legislatura successiva, 1995-2000, con la prima giunta di Giancarlo Galan, Sartori, ritorna presidente del consiglio regionale.

LE LEGISLATURE Il segretario generale Roberto Valente ricorda che nel 1970, quando nacquero le Regioni, nel consiglio veneto sedeva una sola donna, Rosetta Molinari Milani, padovana, militante della Resistenza. Nella seconda legislatura (1975-80) 2 elette su 60 consiglieri: la vicentina Giuseppina Dal Santo e la riconfermata Molina-

d514827f-5850-495a-a735-f1d79eba6dee

L’INIZIO NEL 1985: LA TRENTOTTENNE AMALIA SARTORI ENTRA AL BALBI CON LA DELEGA DEI TRASPORTI

ri. Quattro consigliere nella terza legislatura (1980-85): oltre a Giuseppina Dal Santo, la veneziana Luisa Barolo, del Psi, la vittoriese Lorenza Ferreri e la veneziana Laura Biasibetti, entrambe del Pci. Sei le elette nella quarta legislatura (1985-90): Giuseppina Dal Santo, Amelia Casadei e Annamaria Leone sui banchi della Dc, la riconfermata Laura Biasibetti a Venezia e l’architetto Luisa De Biasio Calimani di Padova nel gruppo del Pci e la socialista Amalia Sartori. Trentacinque anni fa le prime donne a sedere nella “stanza dei bottoni” del consiglio sono state Giuseppina Dal Santo e Amelia Casadei. Poi, nel 1990, anche se per pochi giorni, Amalia Sartori, ritornata sul massimo scranno dell’assemblea legislativa cinque anni dopo, nella sesta legislatura (1995-2000). Adesso in ufficio di presidenza ci sono tre donne: la vice Francesca Zottis e le consigliere segretarie Alessandra Sponda e Erika Baldin. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.