da pag. 13 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-12 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Tarquinio
Lettori Audipress 06/2020: 100.905 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-12 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Tarquinio
Lettori Audipress 06/2020: 100.905 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-12 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Tarquinio
Lettori Audipress 06/2020: 100.905 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 21
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 21
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 24
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 10-1 Quotidiano nazionale
Direttore: Alessandro Sallusti
Lettori Audipress 06/2020: 48.359 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 14-14 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 20
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 24 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 24 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
63
*
DIFETTO DI STAMPA
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-15 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-15 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-15 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-23
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-23
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-23
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-5 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-5 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 19 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 19 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-10 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-10 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 4 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 4 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-6 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-6 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-6 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 29 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-6 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-6 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 28
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 13 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Fabio Tamburini
Lettori Audipress 06/2020: 146.178 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-30 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-30 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-33
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-33
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-5 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 06/2020: 60.965 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
30-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
30-SET-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 9 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 06/2020: 258.925 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-5 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-5 Quotidiano nazionale
Direttore: Maurizio Molinari
Lettori Audipress 06/2020: 169.002 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 06/2020: 113.248 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
30-SET-2020
5
Primo Piano
Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it
Il leader del Carroccio in Veneto
«Luca risorsa nazionale. Fra 5 anni» Salvini a Venezia tesse le lodi di Zaia e anche di Brugnaro. Ma `Tra governatore e leader nessun pranzo o cena. «Il 77 per cento rinvia al 2025 un loro, eventuale impegno in ruoli di governo di voti? Siamo tutti leghisti. Il problema è l’assenza di opposizione» `
LA GIORNATA VENEZIA Non poteva non incoronarli. Il primo, Luca Zaia, perché in Veneto alle elezioni regionali ha sfiorato il 77 per cento dei consensi: record storico, mai successo in tutta Italia. Il secondo, Luigi Brugnaro, perché a Venezia ha evitato il ballottaggio contro il centrosinistra del sottosegretario Pier Paolo Baretta e, in virtù dell’accordo raggiunto già al primo turno, ha consentito alla Lega di entrare nella giunta comunale con il vicesindaco e «almeno» due assessori. È così che Matteo Salvini, calato in Veneto per sostenere la campagna elettorale di due Comuni chiamati domenica al ballottaggio - Castelfranco in provincia di Treviso e Portogruaro nel Veneziano - ha lanciato l’uno e l’altro in quel di Roma: «Luca e Luigi sono due risorse preziosissime a livello nazionale». Quando? Appunto. «Tra cinque anni». Che non vuol dire niente considerato che in politica qualsiasi credo ha la valenza di un secondo, ma comunque è indicativo: per il segretario della Lega Matteo Salvini sia Zaia che Brugnaro devono prima di tutto finire il proprio mandato - di governatore, di sindaco - dopodiché qualsiasi scenario è aperto. Verrebbe da dire che lo sarebbe a prescindere considerato che sia quelli di Zaia che quelli di Brugnaro sono voti personali che hanno oltrepassato i recinti dei partiti. Ma Salvini è fatto così. Prima di arrivare in Veneto, ben conscio della disparità di consensi in Veneto tra la lista della Lega (16,9%, 9 seggi su 51) e la lista Zaia Presidente (44,6%, 24 seggi su 51), aveva annunciato che con Luca Zaia sarebbe andato a cena («I giornali vogliono farmi litigare, ma non ci riusciranno, perché Luca Zaia è un orgoglio per me, per la Lega, per i veneti, per gli italiani»). A cena ci è andato, in quel di Portogruaro, lunedì sera dove ha gustato e postato sui social - una coppa di tiramisù. A pranzo ieri a Palazzina Grassi, sul Canal Grande. Ma Zaia non c’era né lì né qui. «Io e Luca siamo quasi una coppia di fatto, vedo più lui che mia mamma». Tant’è, nella trasferta veneziana il Capitano ha smussato tutti gli angoli: ieri mattina presto è andato a far visita al governatore a Palazzo
ISTRUZIONE VENEZIA Mancava la data del 22 ottobre, in piena emergenza Covid, a surriscaldare, se mai ce ne fosse bisogno, il malcontento dei precari della scuola. Un giorno in cui gli insegnanti, con almeno tre anni di insegnamento, dovranno sostenere il test del concorso straordinario per le medie e le superiori. In Veneto i posti messi a bando sono 3.111 a fronte di 5.232 domande, mentre a livello nazionale i posti sono 32mila e le domande almeno il doppio. A nulla sono valse le richieste di rinvio del concorso da parte di precari, sindacati e forze politiche. Così ieri i supplenti storici del Veneto si sono rivolti al presidente della Regione Luca Zaia con una lettera seguita da una lun-
Balbi («Abbiamo parlato di lavoro, Pedemontana, Olimpiadi, Università, futuro»), ha fatto una capatina all’hotel Monaco per una riunione “volante” del direttorio della Liga Veneta con il segretario nathional Lorenzo Fontana, il governatore Luca Zaia, Roberto Marcato, Erika Stefani e i commissari provinciali. Poi, mentre Zaia & C. lo aspettavano, Salvini ha raggiunto in motoscafo Ca’ Corner per un incontro a porte chiuse con Brugnaro («Abbiamo parlato di lavoro, di Venezia, non di assessori e consiglieri»). Poi, di nuovo al Monaco per l’incontro con tutti i consiglieri regionali e infine la conferenza stampa. L’exploit della lista Zaia? «Siamo tutti leghisti, 35 su 51. La difficoltà in Veneto sarà semmai la mancanza di opposizione». Gongolante: «Nessun eletto in Veneto dei grillini né di Renzi». Gli equilibri nazionali: «Se i cittadini danno al centrodestra 14-15 Regioni mi sembra evidente che la presidenza della Conferenza Stato-Regioni debba tenere conto di questo dato democratico». Toccherà a Zaia prendere il posto di Bonaccini? L’interessato ha già declinato. Certo è che se in Veneto la Lega - pardon, la Lista Zaia - ha stravinto, a Salvini pare interessare di più lo sbarco al Sud: i 5 consiglieri regionali eletti in Puglia, l’aumento in tutta Italia da 46 a 74 eletti. Sta di fatto che Zaia piace, piacciono i suoi toni moderati, piace il suo atteggiamento. È così che a Salvini chiedono: sta valutando se cambiare stile ed essere meno aggressivo? Figuriamoci. «Chi è stato aggredito in questa campagna elettorale siamo noi. Più che porgere, io ho finito le guance. Io e Luca abbiamo due stili diversi, ma ci compendiamo».
Giunta veneta: 7 giorni decisivi. A Fdi un assessore e una vice-presidenza LA PRIMA SEDUTA VENEZIA Luca Zaia ha deciso: prima ci sarà l’insediamento del consiglio regionale del Veneto con i 50 eletti (51 con lui), poi nominerà la giunta. E solo successivamente ci sarà la surroga: i consiglieri nominati assessori si dimetteranno dall’assemblea legislativa e subentreranno i primi dei non eletti. Presumibilmente, e compatibilmente con il lavoro di verifica della Corte d’Appello, la prima seduta del consiglio regionale si terrà giovedì 8 o venerdì 9 ottobre. Quanto alla scelta degli assessori, Zaia ai giornalisti ieri ha detto di aver già deciso, glissando peraltro sulle nomine esterne: «Per legge tutti gli assessori saranno esterni». Nel senso che i consiglieri regionali, se scelti in giunta, dovranno lasciare lo scranno di Palazzo Ferro. Ma nulla vieta a Zaia, come fatto nel 2015, di scegliere dei “non consiglieri”. L’eventualità non è remota e riguarda Verona.
GLI ALLEATI
CONFRONTO Matteo Salvini e Luca Zaia a Venezia (FOTOATTUALITÀ)
AL VOTO Poi c’è il capitolo partito. Nell’incontro a porte chiuse con i neoeletti consiglieri regionali, e prima ancora nella riunione del direttorio con il segretario Fontana, Salvini ha invitato ad “aprire” le sezioni. E ha confermato i congressi: «Entro l’inverno quelli di circolo, a seguire quelli provinciali». E quello veneto? «A Ferragosto», ha risposto il Capitano, salvo poi specificare: entro l’anno prossimo. E il federale? Sorriso: «Penso di fissarlo per il 2038». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’inchiesta
I contabili chiedono di tornare liberi MILANO Mentre da Michele Scillieri, uno dei commercialisti di fiducia del Carroccio e nel cui studio venne domiciliata la “Lega per Salvini premier”, arrivano elementi a riscontro sui fondi drenati dalla presunta vendita gonfiata del capannone per la Lombardia Film Commission, i due revisori contabili del partito,
Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, continuano a difendersi, attraverso il loro legale, e chiedono di tornare liberi. L’istanza di revoca dei domiciliari è stata discussa ieri davanti ai giudici del Riesame. Per la Procura la misura va, invece, mantenuta. Nei prossimi giorni la decisione.
Zaia ha comunicato agli alleati che in settimana organizzerà gli incontri in vista della formazione della giunta. I pronostici danno un assessore (su dieci) a Fratelli d’Italia e un incarico istituzionale (pare la vicepresidenza del consiglio) a Fratelli d’Italia. Ieri Zaia non si è sbilanciato: «Posso solo dire che saranno 10 assessori». E ha escluso bilanciamenti tra lista Zaia e lista Lega: «Sono sostanzialmente la stessa cosa». Quanto al toto-giunta, c’è fermento in Fratelli d’Italia e particolarmente a Verona: l’eletto nella lista di Giorgia Meloni è Daniele Polato, assessore nel Comune scaligero, difficilmente nominabile da Zaia per via di una condanna, sia pure in primo grado, per una storia di firme false sui moduli elettorali. Il primo dei non eletti a Verona è Stefano Casali, che ha battuto Massimo Giorgetti, e il pressing è per nominare lui in giunta. Ma se per FdI ci fosse, come pare, un po-
Scuola, concorso per 3.111 posti I precari: «Zaia blocchi le prove» ga raccolta di firme a «salvaguardia della popolazione studentesca, delle famiglie venete e dei docenti stessi», in cui chiedono un suo intervento per «bloccare le prove concorsuali del comparto scuola finché non sarà cessata l’emergenza pandemica da coronavirus».
LE PROVE Le prove dei docenti si svolgeranno nei laboratori delle scuole, già sotto stress per i continui casi di positività che si moltiplicano di giorno in giorno. Gli studenti quindi, ancora a orari ridotti per mancanza di insegnanti, non potranno frequentare i laboratori dove si svolge-
ranno le prove di concorso, con tutti i rischi che comporta l’ingresso di persone esterne in tempo di Covid. La selezione consiste in un “quiz” da svolgere a computer, a chi otterrà il punteggio più alto verrà offerta una nomina di un anno e solo alla fine ci sarà il colloquio per stabilire se il docente ha superato tutti gli step e potrà assumerà il posto in ruolo. Il concorso non risolverà comunque il problema dei posti di sostegno, drammatico in Veneto: le cattedre messa a concorso sono 790 e le domande appena 183. «Questi posti si potevano assegnare a chi ha i titoli, ma non i tre anni di anzianità previsti dal concor-
so straordinario - denuncia Sandra Biolo, segretaria veneta della Cisl scuola - ancora una volta le scelte ideologiche della ministra hanno prevalso sul buon senso. Soprattutto i ragazzi diversamente abili del Veneto e le loro famiglie pagano il conto di scelte improvvisate». A questo si somma il problema del reclutamento dei commissari che si annuncia arduo in tempi di rischio contagi e al momento non è prevista una prova suppletiva per quei candidati positivi al coronavirus o costretti alla quarantena fiduciaria.
L’APPELLO Ecco che i precari veneti, che
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MESTRE La protesta dei precari
I TEST NEI LABORATORI DEGLI ISTITUTI GIÀ SOTTO STRESS PER I CONTAGI EMERGENZA SOSTEGNO: APPENA 183 I CANDIDATI IN TUTTO IL VENETO
sto solo, Zaia sceglierà Casali o l’”usato sicuro” Elena Donazzan? Non solo: autorevoli fonti leghiste premerebbero per Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. Nel frattempo in terra scaligera hanno rifatto i calcoli: in Lista Zaia l’eletto non sarebbe Filippo Rando, ma Alessandra Sponda.
MANOVRE DEM In attesa della direzione regionale del 9 ottobre e delle dimissioni di Alessandro Bisato, da registrare le manovre in casa Pd. Raccontano che Alessandra Moretti si sia detta “disponibile” a wprendere il posto di Bisato, mentre a Palazzo Ferro Fini Francesca Zottis avrebbe manifestato il desiderio di fare non la capogruppo, ma la vicepresidente dell’assemblea legislativa, incarico già adocchiato da Andrea Zanoni. E il capogruppo? I rumors di palazzo adesso indicano il recordman di preferenze Giacomo Possamai. Un modo per contenerlo. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
EUROPARLAMENTARE Alessandra Moretti
PD, LA MORETTI SI CANDIDA A SEGRETARIO. CAPOGRUPPO, IPOTESI POSSAMAI E ZOTTIS VICE DEL CONSIGLIO REGIONALE
ancora stanno aspettando la nomina per l’assegnazione di un posto, si giocano l’ultima carta chiedendo aiuto al governatore Zaia. «Sono state rinviate all’anno 2021 tutte le procedure concorsuali dei diversi comparti scrivono nella lettera - ma il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina è in un continuo accanimento contro i precari con anni di servizio». Loro vorrebbero essere stabilizzati laddove lavorano, per titoli seguendo le procedure già utilizzate in passato. Quindi l’appello al presidente del Veneto «di intervenire con un’ordinanza, o qualsiasi altro strumento in suo potere, per bloccare la procedura concorsuale della scuola a tutela dei residenti in Veneto». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Dopo le elezioni
Salvini: Zaia leader della Conferenza Regioni Lui: «No grazie, lavorerò full time in Veneto» L’intensa giornata veneziana del segretario leghista dal Balbi all’incontro con i nuovi consiglieri: «Io e Luca coppia di fatto» Filippo Tosatto / VENEZIA
tamponi a scuola
Il gran rifiuto echeggia in mattinata al piano nobile di Palazzo Balbi, prima tappa dell’intensa giornata veneziana di Matteo Salvini. Mezz’ora di colloquio a quattr’occhi con Luca Zaia dove il segretario della Lega è lesto a congratularsi per lo scoppiettante 77% centrato alle urne mentre l’ospite sollecita sostegno politico alle priorità dell’agenda veneta: autonomia, superstrada Pedemontana e Olimpiadi di Cortina, in primis. LA SORTITA DEL SEGRETARIO
Poi, la sortita. La recente tornata elettorale - argomenta Salvini - ha accentuato la maggioranza del centrodestra a trazione leghista nella Conferenza delle regioni, divenuta un’autentica forza di governo nell’emergenza Covid; conseguente, quindi, rivendicare la presidenza retta fin qui dall’emiliano Stefano Bonaccini. Quale miglior candidato del governatore più votato nella storia del regionalismo italiano, è l’avance salviniana... «Grazie della fiducia Matteo, ma è un impegno che richiede tempo ed energie mentre io intendo dedicarmi al Veneto senza distrazioni né oneri ulteriori», la replica lapidaria che sottace l’intesa di ferro da tempo vigente con il dem.
D’Arienzo stizzito «Zaia si prende i meriti altrui»
Matteo Salvini e Lorenzo Fontana
«Fontana? Non è mai stato in discussione Record d’iscritti veneti con 20 mila tessere» nali, smettetela con questa manfrina» - e si limita a punzecchiare il Conte bis sul fatidico versante federalista: «Dieci mesi fa abbiamo presentato la nostra bozza d’accordo, pronti a firmarla in ventiquattr’ore. Qualche annuncio ministeriale, poi silenzio di tomba. A Roma non si muove più nulla». Parole ribadite al direttorio-lampo convocato da Lorenzo Fontana con i veterani Erika Stefani, Roberto “bulldog” Marcato e Massimo Bitonci.
IL DIRETTORIO CON I VETERANI
LA RICHIESTA AL SINDACO BRUGNARO
Scherzi del destino. Mentre i media e i politologi gli accreditano ottime chance di scalata al partito e al governo, Zaia compie un passo di lato, ribadisce il mantra minimalista «Non ambisco a carriere nazio-
Ma in laguna, dopo il perentorio successo raccolto da Luigi Brugnaro, sono in ballo anche le poltrone della nuova giunta comunale, così Salvini balza in motoscafo e raggiunge la prefettura per incontrare il vul-
Venezia, il governatore veneto Luca Zaia accanto al segretario federale della Lega
canico sindaco “fucsia”; esaurito il refrain abituale (Grandi navi, scavo dei canali, turismo, investimenti internazionali) la richiesta è di tre assessorati con promessa di fedeltà eterna. Si vedrà. E i cirenei del Carroccio? A mezzogiorno il gruppone dei nuovi eletti in consiglio regionale (34 addirittura sui 50 del Ferro-Fini) sciama finalmente nel salone stuc-
cato di un hotel a due passi da San Marco per la presentazione individuale al condottiero. FRECCIATE A CONTE E AZZOLINA
Al tavolo, oltre al governatore, l’inquieto Fontana che teme l’ira del Capo per il modesto esito della lista Lega a fronte dell’exploit zaiano: «La fiducia in Lorenzo? Non posso confermarla perché non è mai stata
Trattative e colpi bassi mentre il governatore avverte: «Tranquilli veneti, ho già le idee chiare»
Giunta regionale, è battaglia in Fdi A Verona la Lega lancia il manager IL RETROSCENA
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ussurri e grida tra gli aspiranti a un posto al sole nella terza stagione zaiana. La visita di Matteo Salvini ha riunito a Venezia il plotone degli eletti e i rumors raccolti confermano l’equazione a tre incognite ipotizzata dopo il voto. «La squadra è forte e tonica, il governatore ha già le idee chiare su cosa fare, direi quindi che i veneti possono dormire sonni tranquilli», rassicura Luca Zaia. Nella realtà persistono alcune criticità, a cominciare dal “caso Vicenza”. Nella ripartizione territo-
riale di Giunta, alla provincia berica spettano il presidente dell’assemblea legislativa Roberto Ciambetti e l’influente assessore a sanità e sociale Manuela Lanzarin; alle loro spalle, però, scalpita il capogruppo Nicola Finco che in campagna elettorale ha sbandierato urbi et orbi la sua ipoteca sui lavori pubblici. Problematico accontentarlo, impossibile addirittura qualora Elena Donazzan - altra vicentina, esponente di Fratelli d’Italia - mantenesse la delega a istruzione e lavoro. E qui affiora l’altra mina vagante, quella di Verona dove la destra locale preme per designare l’unico assessore “con-
Roberto “bulldog” Marcato corre per la vicepresidenza della Regione
FOTO INTERPRESS
«È finita la campagna elettorale, ma il giochino di Zaia continua. Complice la stampa veneta, si appropria delle scelte del Governo e del Comitato tecnico scientifico, annunciandole uno/due giorni prima della decisione finale. Lo fa da mesi, ormai. Altrove, neanche l’avrebbero pubblicato». Lo sostiene il senatore Vincenzo D’Arienzo, capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici. «I test rapidi a scuola» prosegue «non sono una sua decisione. Lo è, invece, la piena diffusione di questa importante opzione in tutte le scuole del Veneto. Scommettiamo che, se non sarà in grado di farlo, darà la colpa al Governo e, complice la stampa veneta» conclude «farà credere il contrario della verità?».
in discussione, aldilà dei simboli, tutti gli eletti hanno in tasca la nostra tessera e in Veneto vogliamo chiudere l’anno con il record di 20 mila iscritti. Difficile, obiettivamente, fare meglio». Che altro? Frecciate al premier Conte («Vuole abolire quota cento in piena crisi occupazionale, è fuori dal mondo») e vade retro al ministro dell’Istruzione Azzolina:
«Una calamità pubblica». L’alleato/rivale Zaia? «Io e Luca siamo una coppia di fatto, sento più lui che mia madre». Al suo fianco, il destinatario sorride sornione; «Matteo è un amico e va aiutato. A casa sua», gli ha suggerito Crozza. Finisce a colazione, con il duo allargato al famelico bulldog di Piombino Dese. Pace e bene a tutti. —
cesso” e a sostegno esibisce due circostanze: i segnali di sfondamento elettorale ai danni del Carroccio che suggeriscono di rafforzare la rappresentanza istituzionale; e il favore reso a Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fdi, paracadutato da Calalzo al collegio di Verona alle suppletive del Senato ed eletto a pieni voti. L’indicazione, allora, corre al “falco” Daniele Polato, già assessore alla sicurezza nel capoluogo: a suo carico però grava una condanna in primo grado (un anno con la condizionale per firme alterate sui moduli elettorali) e tanto basta a suscitare il non possumus del legalitario Zaio. Discussioni e nervi tesi. Il Piano B? Un altro scaligero, stavolta esterno, tipo l’uscente Stefano Casali, un moderato gradito alla maggioranza. Lo sapremo presto. Anche il Carroccio veronese annaspa. Scontata la conferma di Elisa De Berti a Infrastrutture e trasporti, per la seconda casella disponibile le figure di spicco scarseggiano ove si eccettui il “cimbro” Stefano Valdegamberi, fresco
d’iscrizione al partito e capace di racimolare oltre 10 mila preferenze. Improbabile sia lui il premiato, a circolare invece sempre in veste di esterno - è un nome sconosciuto ai più, quello di Roberto Mantovanelli: consulente aziendale, già presidente della partecipata Acque Veronesi, è un grande amico di Lorenzo Fontana, il commissario del leghismo veneto. Si vedrà. Altra questione che aleggia a Palazzo Balbi riguarda la vicepresidenza, vacante dopo le dimissioni di Gianluca Forcolin - l’uomo del bilancio - azzoppato dal ciclone estivo sul bonus Covid. Da Roberto “bulldog” Marcato a Gianpaolo Bottacin (l’ingegnere a capo della protezione civile) fino alla citata Lanzarin, i concorrenti non mancano. E c’è chi scommette su un cambio veneziano “alla pari” con Francesco Calzavara, l’ex sindaco di Jesolo apprezzato per la competenza amministrativa, erede del malcapitato commercialista di Musile. —
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FILIPPO TOSATTO © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Mercoledì 30 Settembre 2020
La sfida interna
SEGUE DALLA PRIMA
N
VENEZIA «Sia Luca Zaia che Lui-
Mascherine Matteo Salvini e Luca Zaia, ieri mattina, sulla terrazza dell’hotel Monaco a Venezia, Salvini con la mascherina «serenissima», Zaia con quella neutra (foto Vision)
Salvini: «Zaia e Brugnaro? Risorse nazionali ma per 5 anni stanno qui» E sul governatore presidente della Stato-Regioni, il segretario puntualizza: «Tante opzioni»
dalla sera del 21 settembre è questa: nessuna frizione, tutti vincitori. Così non stupisce la foto ricordo di «Luca e Matteo», vista Canal Grande , pubblicata dal segretario federale su Instagram in cui i gemelli diversi della Lega sorridono abbracciati dietro le mascherine. Poco prima Salvini ha incontrato anche Luigi Brugnaro, sindaco rieletto «nonostante la parata di ministri arrivati in città» come non manca di sottolineare il segretario. Per «Luca e Luigi», a più riprese, parole d’elogio fino alla dichiarazione sibillina: «Sono entrambi due risorse preziosissime a livello nazionale». La suggestione è un governo di centrodestra con i due veneti più popolari come ministri. A mitigare l’encomio, però, ci pensa lo stesso Salvini che ripete, anche qui secondo la formula repetita iuvant: «Abbiamo iniziato un percorso che si concluderà fra cinque anni. Stiamo già ragionando su cosa fare: le Olimpiadi del 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso, poi fra cinque anni dovremmo fare meglio del 76% di questa volta». Ai giornalisti che insistono su possibili ruoli governativi, il segretario della Lega risponde: «Entrambi sono appena stati rieletti governatore e sindaco e hanno 5 anni davanti». Insomma, pare che il lustro sia l’unità di misura della pacifica convivenza, soprattutto con Zaia che, altrettanto adamantino ripete che ha preso un impegno con i veneti. In laguna, ieri mattina, è andata in scena l’«epopea lombardo-veneta» per dirla con le parole dello stesso Salvini. Alle 9, di buon mattino, il segretario ha reso omaggio all’ultimo doge a Palazzo Balbi, una «chiacchierata», spiega Zaia con «analisi del voto inclusa, perché è stata una bella vittoria». «Abbiamo parlato del fatto d’essere sem-
VE
● L’editoriale La violenza e la rabbia dei nostri figli
di Martina Zambon
gi Brugnaro saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», dice Matteo Salvini tornato in Veneto per dare la spallata ai due ballottaggi che contano, Castelfranco e Portogruaro, ma anche per passare all’incasso mediatico incontrando il mini esercito dei 35 consiglieri regionali «leghisti». E guai a chi tenta di tornare sulla lista Zaia in grado di asfaltare la lista del Carroccio. «Ho incontrato spiega Salvini - 35 consiglieri regionali con in tasca la tessera della Lega». Segue foto di rito che 35 sono davvero un bel colpo d’occhio. La narrazione è tutto, spiegano quelli del ramo, e la narrazione, fin
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pre più inclusivi verso chi vuole avvicinarsi al partito spiega il governatore- e di come questa amministrazione sia un riferimento importante per il partito». Alle 10.30 un direttorio volante che Zaia definisce «fra sorrisi e battute, un po’ la marcia trionfale dei commissari provinciali che hanno raccontato com’è andata». Alle 11 l’incontro con Brugnaro e poi quello, all’hotel Monaco, un passo dai fasti di piazza San Marco, con i neo consiglieri che già oggi Salvini rivedrà a Roma per una plenaria con tutti i leghisti eletti nelle 7 regioni fresche di elezione. Salvini, nel frattempo, dà i numeri del partito nella regione in cui la Lega, con Zaia, vince a valanga: «Qui abbiamo superato i 160 sindaci e sul tesseramento, entro metà novembre, mi accontenterei di salire da 14 mila e 20 mila». Di fatto, con l’en plein veneto, la débâcle toscana e il nulla di fatto pugliese e campano, si archivia la stagione elettorale
I leghisti in laguna
Il fastoso hotel Monaco e poi Palazzina Grassi «L’armata» al debutto VENEZIA Nel salone dell’hotel Monaco, vista
mozzafiato sul bacino di San Marco, le sedie sono ben distanziate, i nuovi consiglieri, i veterani, gli assessori uscenti e in predicato per essere riconfermati siedono composti, applaudono un paio di volte Matteo Salvini, ascoltano le domande dei giornalisti e, dopo la foto «storica», sono un piccolo esercito, 35 eletti, sia avviano per andare a pranzo. In tempi di crisi il partito che in Veneto ha vinto tutto trova una mediazione: i fasti di uno dei più begli alberghi veneziani per l’incontro e un pranzo, più sobrio, alla palazzina Grassi. Al Monaco avevano proposto 50 euro a commensale giudicati comunque troppi. I pochissimi veneziani e gli uscenti più pratici guidano i «novellini». Zaia, però, si sfila «che la Regione non si amministra da © RIPRODUZIONE RISERVATA sola». (m.za.)
per un paio d’anni visto che sul tappeto restano giusto Roma e Torino. Tempo, dice Salvini, di superare la fase commissariale e di tornare ad eleggere, nell’ordine, segretari di sezione, provinciali e, infine, regionali. Con che tempi? Entro l’inverno i segretari delle sezioni locali, entro la primavera i vertici provinciali ed entro l’estate quelli regionali. A chi gli chiede quando si vedrà un congresso federale, il segretario risponde con una battuta: «Nel 2038». Oggi, intanto, è convocata la Stato Regioni di cui la Lega chiederà la presidenza. A Zaia? «Abbiamo molte opzioni - taglia corto Salvini - con Luca ne abbiamo parlato ma la decisione, oneri e onori, è del segretario». E l’autonomia? Salvini spiega che quand’era al governo «i 5s non hanno ceduto mai sul centralismo e questo è uno dei motivi per cui abbiamo messo fine all’alleanza».
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Salvini Per il 2020 voglio chiudere in Veneto un tesseramento record: 20 mila iscritti. Ed entro l’estate via i commissari, i militanti eleggeranno i segretari
oi abbiamo vissuto l’utopia della cultura a noi contemporanea (la musica, dai Beatles in poi; l’arte da Andy Warhol in poi; la letteratura dal Giovane Holden in poi). Noi vivevamo di speranze (del lavoro, che c’era; di un mondo migliore, dai figli dei fiori almeno fino alla strage delle Torri Gemelle). Noi abbiamo inventato la nuova tecnologia (Steve Jobs, Bill Gates e gli altri sono i nostri fratelli maggiori, loro si sono trovati a doverla usarla da bambini senza avere l’alfabeto). Non è questo un elenco di alibi, sono differenze profonde. Noi siamo vissuti nella pace, loro nella guerra. Noi nel tempo delle certezze, loro delle incertezze. Noi avevamo John Lennon che cantava Imagine che sognava una Terra buona, loro hanno una sfilza di rap e di trap che parlano solo di soldi da fare a ogni costo, donne oggetto, sfide fra bande e di droga. Rap e trap sono peraltro nati nelle periferie estreme americane, e sono la musica delle gang nere, il primo di quelle di New York, il secondo nel Sud degli Usa. Trapping in gergo vuol dire spacciare, e le gang hanno almeno un «buon motivo» (lo spaccio appunto) per sostenere che quella parte di territorio è loro. Da noi rap e trap sono gli unici genere musicali che vendono, e dire che quel che sta accadendo nelle nostre strade assomiglia a quel che accade negli Stati Uniti è poco. Perché lì è una vera disgrazia e qui pare una rappresentazione fatta male. Però, a forza di raccontare la vita come fosse un videogioco violento alla fine lo è diventata. Eugenio Tassini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Scuola,milleprecariscrivonoalpresidente Appello alla ministra: «Stop al concorso, rischio assembramenti». È caos cattedre
PADOVA Il
più «anziano» ha 33 anni di servizio. Il più giovane zero. Ci sono precari di tutte le età professionali, delle medie e delle superiori, tra gli oltre mille che hanno firmato la lettera spedita lunedì sera al presidente della Regione Luca Zaia, dopo che si è diffusa la notizia della data del 22 ottobre per i test del concorso straordinario per i docenti quello destinato a inserire chi ha almeno tre anni in cattedra alle spalle - annunciata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il testo contiene sostanzialmente una sola richiesta: quella di «bloccare» lo svolgimento dei test al pc in presen-
Precario Federico Giovannone,
za, che rischierebbero di comportare degli assembramenti tra gli aspiranti che hanno fatto domanda. «Il concorso crea un flusso di persone nelle scuole venete», precisa il coordinatore veneto dei precari Federico Giovannone, che ha fatto circolare la lettera sui social e sui gruppi Whatsapp di settore raccogliendo circa 1.400 firme in poco più di tre ore. «Uscirà un calendario di date e di località per fare le prove al pc nelle aule informatica delle scuole e nelle sedi universitarie che hanno dato disponibilità. Chiediamo al presidente di ridurre questo rischio sanitario potenziale».
Il testo punta il dito contro la ministra Lucia Azzolina che «decide di non fermarsi - si legge - nemmeno davanti ad un evidente rischio per gli studenti, per le famiglie e per tutto il personale scolastico, in un momento delicato». I docenti chiedono di sostituire il concorso con una selezione per titoli e anzianità di servizio, che permettano di stabilizzare per il 2021 chi ha trascorso più tempo in classe senza un contratto a tempo indeterminato. In Veneto i posti messi a bando sono 3.111, le domande oltre 5mila. A livello nazionale ci sono circa 32mila posti, per cui sono arrivate circa
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I posti banditi per il sostegno. Le domande arrivate sono solo 183
60mila richieste. Drammatica nella nostra regione la situazione nell’ambito del sostegno: solo 183 domande per 790 posti banditi. La Cisl scuola del Veneto ha poi aggiunto carne al fuoco: «I precari che stanno ancora aspettando le nomine, quando avranno la cattedra, dovranno lasciarla per fare il concorso, con buona pace del diritto allo studio dei loro studenti. Le scuole venete avranno così ancora cattedre scoperte». Poi il sindacato ha rivolto un appello alla ministra ad «ascoltare le ragioni dei precari». P. Carc. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere del Veneto Mercoledì 30 Settembre 2020
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Coronavirus
La ripartenza
L’EPIDEMIA
«Sì» del Comitato scientifico nazionale a 24 ore dalla richiesta di Zaia: «Serviranno allo screening»
Via libera ai tamponi rapidi a scuola Sileri: «Possono essere fatti in aula» di Michela Nicolussi Moro A 24 ore dalla richiesta presentata dal governatore Luca Zaia, il Comitato tecnico scientifico nazionale ha dato il via libera ai tamponi rapidi a scuola, per lo screening anti-coronavirus. La circolare emanata ieri dal professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, sottolinea infatti «l’utilità dei test antigenici rapidi come strumento di prevenzione nell’ambito del sistema scolastico». Sdoganati quest’estate dal Veneto, i tamponi rapidi vengono inseriti solo nel naso e non anche in gola come quelli molecolari, costano meno (4,50
VENEZIA
bilità dei tamponi rapidi tra il 99,28% e il 99,52%. Sulla base di tali dati, il governatore ha anche proposto al ministero di farli fare direttamente in classe dai camici bianchi delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale attivate da ogni Regione (nel Veneto sono un centinaio) per
affiancare i medici di famiglia nell’emergenza Covid-19. «I tamponi rapidi sono fondamentali per aumentare la potenza di fuoco nel contrasto all’epidemia — spiega Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute e medico — ed è giusto utilizzarli. Sono più affidabili dei test pungi-dito e
su popolazioni vaste, come quella scolastica, hanno una buona resa». Riguardo l’eventualità di eseguirli in aula, Sileri ragiona: «È possibile farlo dove i Dipartimenti di Prevenzione riescano a organizzarsi in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodurre il medico scola-
stico, che effettui il servizio di sorveglianza sanitaria e che nel caso specifico potrebbe gestire lo screening in più istituti». Il Veneto vorrebbe poi evitare la quarantena, se negativi al tampone, ai compagni di classe degli alunni risultati positivi. «Su questo punto non posso con-
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cordare — dice il viceministro — abbiamo appurato proprio in queste ore che l’isolamento non può essere evitato, il caso del Genoa Calcio docet (sabato il Covid-19 era stato diagnosticato a due giocatori, Mattia Perin e Lasse Schone, il resto della squadra era risultata negativa a due giri di tamponi, ma lunedì il virus è stato riscontrato in altri 14 calciatori della squadra, ndr). È l’esempio palese del fatto che se il tampone viene eseguito troppo presto è negativo, perché l’infezione ha un tempo di incubazione tra i due e i sei giorni. In questo periodo-finestra l’unica garanzia di evitare nuovi contagi è la quarantena, anche per i contatti stretti degli studenti colpiti dal virus —
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Luca Zaia Buona notizia, riducono tempi e complicazioni per i cittadini e il Servizio sanitario
Roberto Rigoli Hanno un’attendibilità superiore al 99%, costano 4,50 euro invece di 18 e in dieci minuti danno l’esito
euro contro 18/25) e garantiscono l’esito in 10 minuti, a fronte delle tre ore richieste dall’altro metodo. «La validazione da parte del Cts è una buona notizia — commenta Zaia — significa ridurre tempi e complicazioni, sia per il Sistema sanitario che per i cittadini. Il tampone rapido fornisce l’esito sul posto, senza bisogno del laboratorio. E poi, spero quanto prima, potremo entrare in classe con i nostri sanitari, evitando così le lunghe code in ambulatorio». Dopo averne effettuati oltre 25mila, 3486 dei quali «in doppio» cioè con la controprova del tampone tradizionale, il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 Microbiologie del Veneto, ha accertato un grado di affida-
aggiunge Sileri —. Se al termine di tale periodo il tampone è negativo, si può non prolungare ulteriormente l’isolamento». L’ultima richiesta del Veneto è di concedere a medici di famiglia e pediatri di libera scelta la discrezionalità in merito alla necessità o meno di sottoporre a tampone i propri assistiti. «Giusto, è follia non coinvolgerli nella diagnosi, soprattutto perché i sintomi iniziali del Covid-19 sono sovrapponibili a quelli dell’influenza e dei virus para-influenzali — chiude Sileri —. Il loro apporto nella decisione inerente lo screening mirato su soggetti dei quali conoscono bene l’anamnesi è fondamentale».
Screening Da Roma è arrivata l’autorizzazione a usare test rapidi nelle scuole. Ora sarà possibile controllare intere classi nell’arco della giornata
La petizione dei medici dell’ospedale di Padova
«Stipendi più bassi del Veneto, ora una commissione d’inchiesta» PADOVA Non vogliono essere trattati da eroi e nemmeno riempiti di elogi. Chiedono solo che i loro stipendi, i più bassi del Veneto, siano equiparati a quelli dei colleghi delle altre aziende sanitarie, come prevedeva un passaggio
della legge regionale del 25 novembre 2019, che allo scopo stanziava 6,6 milioni in tre anni. Ma è stato impugnato lo scorso gennaio dal governo davanti alla Consulta, perché ritenuto in contrasto con le norme statali. Medici e
personale del comparto dell’Azienda ospedaliera di Padova, guidati dal primario di Angiologia Giampiero Avruscio, dopo aver chiesto aiuto alla Regione hanno firmato un appello al Consiglio comunale e alla giunta cittadini perché sia
creata «una commissione volta ad approfondire e a individuare le cause delle ingiuste penalizzazioni stipendiali». «Siamo pronti a collaborare per risolvere il problema nelle sedi competenti», scrivono. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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In Comelico mascherine all’aperto e locali chiusi dalle 22
Nellavalle62positivi,lametàdelBellunese.Lescienziate:casilimite.Presidicontroil«liberitutti»fuoridascuola
PADOVA Mascherine anche all’aperto e locali chiusi alle 22. N o n è u n ve ro e p ro p r i o lockdown, ma in Comelico la situazione è seria. Tra San Pietro di Cadore, Santo Stefano e Comelico superiore si contano 62 positivi al coronavirus. Quasi la metà dei casi dell’intera provincia di Belluno, concentrati però in un territorio con una densità abitativa molto bassa. Così stabilisce l’ordinanza firmata ieri dal direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Dolomiti, Sandro Cinquetti, dopo un confronto con la Regione. Per cercare di arginare il focolaio, per i prossimi 15 giorni gli abitanti dei tre Comuni più colpiti do-
Annamaria Cattelan
vranno indossare la mascherina anche all’aperto, ad eccezione dei bambini e di chi pratica attività sportiva individuale). E i locali (bar, ristoranti e pizzerie) dovranno tassativamente abbassare le serrande alle 22. E proprio la mascherina in queste ore divide e crea polemica tra chi è ligio nell’indossarla in ogni «incontro ravvicinato» e chi appena può la abbassa sotto il naso o la fa sparire in tasca. Diverse Regioni e Comuni hanno reintrodotto l’obbligo di indossarla anche all’aria aperta, diktat nel Veneto valido solo quando non si riesca a rispettare il distanziamento sociale di un metro. Il
governatore Luca Zaia esclude al momento l’attivazione di nuove zone rosse, eppure sono diverse le occasioni — due su tutte, la leggerezza della movida o la spensieratezza dell’uscita da scuola — in cui si abbassa la guardia, specialmente tra più giovani. Lo sanno bene i dirigenti scolastici: ogni giorno notano che tra l’arrivo ai cancelli degli istituti e il suono della campanella c’è un abisso in termini sanitari. «Tutti osserviamo gli alunni che si ammassano prima di entrare, soprattutto alle medie, e poi appena mettono piede a scuola e li richiamiamo, rispettano le regole: significa che la loro vita normale, fuori,
è quella», sottolinea Luigi Zennaro, presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi. Che vede nell’educazione della consapevolezza la strada maestra per abbattere il rischio: «Ai docenti chiedo di sensibilizzare i ragazzi sull’uso della mascherina anche fuori, facendo capire che è un bene per tutti e che rischiamo di pagare con un altro lockdown. L’introduzione di regole semplici che si rispettino sempre aiuterebbe: quando si incontra qualcuno e non si tiene il metro, si indossa la mascherina, come a scuola». I medici concordano. «La mascherina all’aperto va indossata in caso di assembra-
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Cattelan Quest’estate facevamo 450 tamponi al giorno, ora sono saliti a 800
mento o nelle aree-cluster, cioè caratterizzate da focolai importanti», avverte la professoressa Evelina Tacconelli, primario degli Infetti in Azienda ospedaliera a Verona. «Quest’obbligo c’è già e va rispettato — aggiunge la dottoressa Annamaria Cattelan, primario degli Infettivi in Azienda ospedaliera a Padova — i casi aumentano. Quest’estate tra adulti e bambini facevamo 450 tamponi al giorno, oggi lievitati a 800. La mascherina e la distanza sociale ci proteggono dal Covid-19 e dalle altre infezioni». Pierfrancesco Carcassi Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA
12 Primo Piano
IL GIORNALE DI VICENZA
Mercoledì 30 Settembre 2020
IlVenetoelalottaalvirus Ierisono statiesaminati oltre11 mila tamponi
Worldmeter prevede un boom di contagi e morti? Il virologo Abdrea Crisanti replica: «Mascherine, distanziamento sociale e igiene personale da soli non sono sufficienti, è vero. Ma va anche sottolineato che non si tiene conto delle misure di sorveglianza attiva effettuate dal nostroServizio sanitarioper individuare ecircoscriverei focolai».
ANDREACRISANTI
«Èessenzialela sorveglianzaattiva»
L’ANALISIDELL’ESPERTA. AllaRail’immunologapadovanaspiegache«l’estatehaportatounlivellopiùaltodiinfezionieconilfreddocresceràancora.Noanuoveapertureadesso»
«Ilviruscresce,maorasappiamocurarlo» Viola:«Chisi ammala orasappia Ieripochidati cheabbiamo strumenti efarmaci idonei.Maèmeglio re-imporre Inisolamento lamascherina ancheall’aperto» altri657 Piero Erle
«Il virus c’è e circola. Questo non è il momento di nuove aperture. Anzi, è forse il caso di tornare a imporre l’uso della mascherina anche all’aperto». Parola della prof. Antonella Viola, immunologa e docente di Patologia generale all’Università di Padova, ospite alla trasmissione Agorà su RaiTre. «Siamo circondati da Paesi in cui la situazione è anche molto peggiore della nostra: da noi la circolazione è stata molto bassa subito dopo il pesante lockdown di cui abbiamo beneficiato nel tempo. Ma con la ripresa della circolazione delle persone il virus ha ricominciato a girare. Il momento importante spiega Viola - è stato l’estate: discoteche aperte, persone in giro e forse meno attente di prima, e così ci siamo stabilizzati su un livello più alto. Adesso abbiamo contagi che si sviluppano soprattutto nelle famiglie. Nei luoghi di lavoro siamo molto attenti, con mascherine e distanziamento. In famiglia purtroppo come è normale ci si lascia un po’ più andare: pranzi, feste e non si usa la mascherina». IL PROBLEMA NON È LA SCUOLA. Il problema scuole, ag-
giunge la prof. Viola, non è dentro gli istituti: «Lì la situazione è bene organizzata, e se si seguono le regole non ci sono grandi rischi di contagio. Ma le scuole aperte si portano dietro i trasporti, e all’uscita i ragazzi si vedono, vanno al bar insieme, e alle università giungono studenti da più regioni. Se aggiungiamo che le temperature si sono abbassate, tutto ci fa pensare che il numero dei contagi potrà aumentare». Ecco perché la famosa immunologa padovana si spinge a dire che «bisognerebbe sconsigliare alle persone di fare pranzi della domenica, o feste di compleanno: sono le situazioni
più difficili. E poi bisognerebbe tornare a utilizzare la mascherina all’aperto: sabato in centro a Padova non si camminava dalla quantità di gente, e tutti senza mascherina. Ripeto: con la temperatura ora più bassa, è un momento rischioso e dobbiamo forse tutti quanti irrigidire un po’ qualche regola». In realtà la mascherina all’esterno non servirebbe «se le persone riuscissero a capire la differenza tra assembramento e passeggiata da soli. Ma si è dimostrato coi fatti che non è così. Tra i giovani assembrati davanti ai locali di sera nessuno usa la mascherina. E allora è meglio imporla comunque, così stiamo tranquilli» LE CURE. Per Antonella Viola
bisogna assolutamente spingere sui tamponi rapidi (e ieri il Governo ha avuto l’ok del Comitato scientifico) e anche sui vaccini per l’influenza, perché i sintomi sono gli stessi del Covid «e sarebbe il caos, anche perché se si sommano più sintomi e infezioni respiratorie il rischio cresce». Ma conclude con una nota di speranza: «Il virus non è cambiato, ma noi abbiamo capito come gestirlo: i medici in ospedale hanno capito come curare i pazienti, la corsa per i nuovi farmaci è corale di tutto il mondo, e oggi i pazienti se si ammalano hanno una migliore aspettativa di guarire, non devono terrorizzarsi perché ci sono strumenti come i farmaci a base di cortisone che funzionano molto bene nei pazienti con infezione alta. All’inizio abbiamo avuto molti morti per diverse ragioni: eravamo sorpresi, c’è stato un sovraccarico di ricoveri negli ospedali, eravamo i primi in occidente a sperimentare la pandemia. Oggi sappiamo come gestirla. E poi l’uso della mascherina chiaramente riduce la carica virale che c’è in giro: questo è importante». •
L’andamentodelle infezioninelle province:quasitutti acasa
148
Solo142 consintomi
Un guasto informatico ha mandato in tilt ieri il tradizionale bollettino serale della Regione. Ieri mattina ne era uscito uno provvisorio, che indicava 79 nuovi infetti scoperti dall’altra sera. Il conto delle persone in isolamento invece - che viene diffuso una sola volta al giorno - indicava un balzo di altri 657 veneti messi in quarantena, dei quali erano quasi 3500 quelli positivi al virus, ma solo 144 di loro con sintomi evidenti. Ieri sera a “Porta a porta” su Rai1 intanto il governatore veneto Zaia ha spiegato che «la validazione da parte del Cts dei tamponi rapidi antigenici è una notizia positiva. Significa avere minori tempi e complicazioni sia per le strutture sanitarie che per i cittadini perché tampone rapido vuol dire ottenere il risultato sul posto senza bisogno del laboratorio. Benissimo per la prevenzione nelle scuole perché così potremo, io spero quanto prima, entrare con i nostri sanitari ed evitare la diaspora verso i punti di accesso rapido. Il Veneto ha testato questa modalità a Treviso con il dottor Rigoli, molto tempo fa, e siamo stati noi a fare richiesta di validazione nazionale». «Da noi per il Covid non c’è una emergenza ospedaliera: abbiamo 28 persone in terapia intensiva contro le centinaia che avevamo e poco meno di 200 pazienti contro i 2.400 che avevamo». E ha concluso annunciando che «Noi siamo pronti anche con il test rapido della saliva, soprattutto per i bambini di età pediatrica».
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Osp. per acuti
Ospedale di comunità
Ilreport settimanale diffuso ieridall’Azienda Zerosegna ladifferenzanettadi “attualmentepositivi al virus”traprovince venete:Trevisosvettasu tutte, Verona è alsecondo postocon unnumero di casi di granlungasuperiore allealtre.La consolazione sta nell’altrodato:quasi tuttisono acasa,senza sintomi
Laprof. AntonellaViola
L’ANALISIDEIMEDICIINTERNISTIFADOI. RielaboratiidatiregistratidalministerodellaSalute
Infetti,cifre20voltesuperiori agiugno:«Manonèallarme» «Il“tracing”dei contagie ilpiano della Regioneper farfronte a eventuali picchi dimalati sonoadeguati»
re all’origine del contagio. SOTTO CONTROLLO. «Anche
VENEZIA
In Veneto i casi di Covid-19 sono aumentati di 20 volte da fine giugno, ma per tutti i positivi è stato possibile il tracciamento dei soggetti a rischio. È quanto emerge dai dati del Ministero della salute rielaborati da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri. Nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio in Veneto si contavano 1,65 casi di Covid ogni 100 mila abitanti; nella settimana dal 14 al 20 settembre l’incidenza sulla popolazione è salita a 37,76. Nello stesso arco di tempo l’indice di contagiosità Rt è sceso da 1,11 a 1,06, ma comunque sopra la soglia di sicurezza uno. I focolai atti-
Ricoverinegliospedali per curareilvirus Sars-Cov2
vi a inizio estate erano 20, ora sono 492, dei quali 206 quelli nell’ultima settimana. POPOLAZIONE FRAGILE. A ciò
si aggiunge il fattore popolazione «fragile», poiché in Veneto il 23% degli abitanti è over 65 anni, e di questi il 40% con una o più malattie croniche e il 19% con due o più malattie croniche. Nono-
stante il forte aumento dei casi e dei contatti da tracciare e isolare, gli addetti al contact tracing sono riusciti a far partire il tracciamento dei contatti a rischio nel 100% dei casi, con 2,8 addetti per 10 mila abitanti, dotazione sopra lo standard minimo di riferimento che è di uno. Per tutti i 991 positivi accertati della settimana si è riusciti a risali-
in Veneto - commenta Andrea Bonanome, presidente regionale Fadoi - con l’estate si è assistito a un lieve incremento dei casi. Tuttavia la situazione appare assolutamente sotto controllo. Nei mesi scorsi la Regione ha adottato modelli organizzativi che dovrebbero consentire di affrontare con adeguata preparazione l’eventuale riaccendersi della pandemia: individuazione di ospedali Covid, organizzazione di aree “grigie” all’interno degli ospedali, potenziamento dei letti di terapia intensiva e subintensiva, potenziamento delle attività di screening e prevenzione territoriale, non da ultimo l’esecuzione di tamponi direttamente negli aeroporti di Venezia e Verona per passeggeri provenienti da paesi indicati “ad alto rischio”». •
IN PROVINCIA. A Sarego l’esito di 200 tamponi su ospiti e operatori della struttura. Medie di Altavilla, quarantena finita
Salgonoa 12 icontagiincasa diriposo Uncaso allamaternaBelfiore aValdagno:isolata mezzaclasse Matteo Guarda Antonella Fadda
Sale a 12 il numero dei contagi alla casa di riposo “Bisognin” di Meledo di Sarego. Gli ospiti affetti da coronavirus sono passati da 6 a 9 mentre gli operatori da 2 a 3. Sono questi i risultati all’esito dei 200 tamponi eseguiti tra sabato e lunedì che sono stati resi noti a partire da ieri mattina, con gli ultimi dati arriva-
ti in serata. Uno screening che ha coperto i 125 anziani ospiti e il centinaio di operatori, tra dipendenti ed esterni, oltre ai volontari che più assiduamente prestano servizio nella struttura. Altri 40 tamponi sono stati eseguiti ieri. Il risultato si attende nelle prossime ore. Da quanto si apprende, nessuno dei contagiati ha finora presentato febbre, soltanto un ospite ha tenui colpi di tosse. L’anziana che era stata trasportata all’o-
spedale di Vicenza per concorrenza con altre patologie ieri è stata riportata alla casa di riposo. Le sue condizioni sono migliorate. «I contagiati sono tutti del secondo piano - riferisce la presidente della “Bisognin”, Iside Bonavigo -, grazie ai tamponi siamo riusciti a circoscrivere il focolaio e per ora nessuno presenta peggioramenti». Intanto, in questo autunno in cui si naviga a vista anche sul fronte scolastico, arriva dalla scuola dell’infanzia Belfiore di Valdagno la notizia di un bimbo positivo al virus. La novità è stata comunicato ieri al sindaco Giancarlo
Acerbi. Subito sono stati attivati i protocolli anti-covid dall'Istituto comprensivo, in collaborazione con l’Ulss. Grazie ai nuovi spazi messi a disposizione dal Comune in seguito alle mutate esigenze conseguenti all'emergenza sanitaria, la classe di 23 alunni è stata divisa a metà, creando due gruppi-bolla autonomi. Così è stato possibile isolare solo 10 bambini e due insegnanti, anziché l’intera classe. In assenza di ulteriori casi di positività le attività del gruppo potrebbero riprendere la prossima settimana. «Per ora la situazione è sotto controllo e non c'è da allar-
marsi», afferma il sindaco. Buone notizie invece da Altavilla. Ritorneranno in classe in questi giorni i 24 ragazzi di terza della “Marconi”, a casa da 14 giorni, da quando una compagna è risultata positiva. «Ieri è stato eseguito sugli studenti il secondo tampone ed è risultato negativo spiega il sindaco, Carlo Dalla Pozza - quindi i ragazzi torneranno in aula. Il fatto che il virus sia stato circoscritto alla classe fa pensare che tutti gli accorgimenti che abbiamo preso dentro la scuola abbiano funzionato». • (Ha collaborato Veronica Molinari)
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Untamponeeseguito aunapersona anziana. ANSA
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VI
Belluno
Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it
Il ricercatore Tormen morto mentre seguiva il lupo `Punto di riferimento
per le istituzioni locali era un grande studioso IL LUPO BELLUNO È morto mentre seguiva le tracce del lupo. L’animale a cui negli ultimi anni aveva dedicato un grande impegno, venendo riconosciuto da tutti come uno dei massimi esperti in materia. Bastava parlarci pochi minuti con Tormen per rendersi conto di non parlare con un estremista o con un tifoso ma con qual-
cuno che aveva un approccio laico e rispettoso. Ad essergli fatale un malore mentre, ieri, era impegnato sulla dorsale del Visentin per controllare alcune postazioni di presenza del lupo. Una tragedia che non ha lasciato indifferenti le istituzioni. La Provincia, che di recente aveva collaborato con lui per il progetto di salvaguardia delle rondini e il Comune, con il sindaco Jacopo Massaro, sono stati i primi ad inviare alla famiglia un messaggio di cordoglio. «La scomparsa improvvisa di Bepi Tormen ci lascia senza parole. La Provincia perde un validissimo consulente, un ricercatore che da anni
collaborava con noi». Il presidente Roberto Padrin e il consigliere delegato a caccia e pesca Franco De Bon esprimono così il cordoglio per la morte del noto esperto faunista bellunese, che da sempre prestava il suo impegno a favore di diversi progetti di valenza provinciale, non ultimo quello relativo alla tutela delle rondini in centro città. «Una persona sempre rispettosa e disponibile - riprendono Padrin e De Bon - un esperto faunista che negli anni ha partecipato a diversi corsi Ispra e che ci ha dato una mano in moltissime iniziative a tutela dell’ambiente naturale e della faua. Era un ricercatore
con la mente sgombra da preconcetti, sempre pronto a lavorare per il bene del territorio e dell’ambiente, che osservava con sguardo scientifico. Ci mancherà. Un pensiero alla sua famiglia e ai suoi cari». Tormen non era solo un punto di riferimento per le istituzioni ma lo era anche per le associazioni che spesso lo invitavano per discutere dei temi d’attualità e della convivenza tra uomo e animali, un tema che in provincia di Belluno farà discutere ancora molto. Ma il dibattito dovrà proseguire senza una delle voci più autorevoli. AZ © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROGETTO RONDINI Giuseppe Tormen (il più a destra) in sopralluogo
La nuova vita della Banca d’Italia Il palazzo mantiene le storiche finiture conservando l’identità `Casagrande: «Siamo tutti concentrati sui vari dettagli, Il taglio del nastro (su invito) è previsto per sabato 10 ottobre non abbiamo avuto il tempo di goderci il risultato finale» `
Agriturismo: «La stagione è salva grazie ad agosto»
LA CITTÀ CHE CAMBIA BELLUNO Il portoncino, in quella che fu la Banca d’Italia dagli arredi anni Trenta, è socchiuso. Si scorgono scatoloni impilati, pannelli in legno, teli di nylon. E’ il cantiere che sta per trasformarsi in negozio, con la data di apertura annunciata dai poster: sabato 10 ottobre, ore 15. All’entrata il vecchio e il nuovo letteralmente si sovrappongono: c’è la targa in ottone, con la scritta incisa: «Banca d’Italia, orario di apertura tutti i giorni feriali 8.15-13.30 escluso il sabato». Sopra la targa ecco la modernità: campanello con telecamera. Tra dieci giorni deve essere tutto a posto per il nuovo store di piazza dei Martiri. E il via vai di addetti alla pulizia - pronti a togliere dai muri i residui di nastro adesivo dei dazebao delle lauree – mostrano l’impegno.
I CONTI BELLUNO Sospiro di sollievo per
Un legame, poco noto, va oltre l’edificio: quello di Roberto Chemello e Luigi Francavilla con la Banca d’Italia. Lo dice lei? «Attualmente io faccio parte del direttivo della Banca d’Italia, a Venezia. Francavilla, nello stesso direttivo, è stato in passato, per molti anni». DDD
gli agriturismi bellunesi. Il pienone di fine luglio e agosto nelle località immerse nella natura ha salvato in parte l’annata degli agriturismi bellunesi, partita con il lockdown di primavera che ha azzerato le presenze fino a fine giugno. Grandi assenti sono stati gli stranieri, mentre c’è stato un buon recupero con il turismo di prossimità e anche con la ripresa dei banchetti per i matrimoni e gli eventi all’aperto. «Considerata la pandemia, ci aspettavamo una catastrofe. Basti solo dire che a fine giugno eravamo ancora chiusi – spiega Massimiliano Guiotto, presidente di Agriturist Belluno, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, titolare dell’agriturismo Zugni Tauri de Mezzan a Grum di Villabruna -. Grazie al recupero di agosto, prevediamo invece di chiudere la stagione con una perdita del 30-40 per cento. Dati negativi, ma comunque migliori di quanto ci aspettavamo. Il boom delle presenze in montagna in agosto, con le strutture tutte piene, ci ha portato una buona boccata d’ossigeno». Secondo l’associazione c’è addirittura chi è riuscito a chiudere con un segno più rispetto allo scorso anno. «Gli spazi all’aperto tra prati e boschi, che riducono il rischio di contagio da Covid-19 - riprende Guiotto - hanno avvicinato i turisti locali, accorsi da tutto il Veneto ma anche dalla Lombardia. Chi fa ristorazione ha lavorato di più degli altri e ha potuto recuperare anche con qualche banchetto per matrimoni e anniversari. La richiesta di distanziamento ha spinto a incrementare le attività all’esterno, dai picnic alle biciclettate alle passeggiate a cavallo. Gli agriturismi meno strutturati, o con solo alloggio, hanno sofferto di più, ma prevedibilmente, se la pandemia non tornasse a manifestarsi con intensità, si potrebbe prevedere una consistente ripresa nel 2021 e quindi un ritorno alla piena attività nel 2022».
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QUESTIONE DI DETTAGLI «Siamo ora concentrati sui dettagli, ancora non abbiamo tempo per goderci il risultato», sintetizza Denis Casagrande che, insieme con il fratello Roni, è titolare della Stimm, gruppo con sede a Pieve di Soligo che metterà in mostra, sugli scaffali vintage, la collezione autunno-inverno uomo e donna. Abbigliamento e calzature. Alla Stimm la proprietà – la F.C Project di Manuela Iaderosa e Roberto Chemello in cordata con Luigi e Claudio Francavilla – aveva affittato una parte dello storico edificio ristrutturato. Con una promessa condivisa: mantenere le peculiarità storiche. Non solo la doppia scalinata in marmo con balaustra in ottone o le verdi porte blindate. Ma anche, con rispetto, il riuso dei piccoli elementi d’arredo. Promessa mantenuta. Con svelamento al taglio del nastro che avverrà in ottica prevenzione, quindi con pochi inviti.
L’EVENTO «Ha detto sì il ministro D’Incà, e speriamo che anche il presidente della Regione, Zaia, dia la sua adesione», precisa Chemello. Seguirà l’apertura, con visita, per i fornitori. E al curiosità del pubblico? Soddisfatta già sabato pomeriggio o domenica, da decidersi. Il palazzo settecentesco Navasa- Colle divenne sede della
ALL’INAGURAZIONE CI SARÀ ANCHE IL MINISTRO D’INCÀ «E SPERIAMO ARRIVI ANCHE IL PRESIDENTE ZAIA»
LAVORI IN CORSO Dietro il portoncino socchiuso l’operosità degli allestitori. Si apre sabato della prossima settimana
Banca nel 1893, condividendo le vicende economiche ed imprenditoriali della provincia. Un’opera di ristrutturazione, a firma dell’architetto Alberto Alpago Novello, risale al 1939-1940. Poi la storia è d’oggi. E’ venerdì 8 maggio 2009 quando, alle 13.30, il portoncino in legno chiaro della Banca d’Italia girava una pagina di vita cittadina. Dopo 116 anni.
IL PRESENTE Ora la nuova vita. Nello stabile andranno ad operare, negli uffici del primo piano fronte piazza, anche Banca Generali e, sotto ai portici, un negozio di abiti per bambini della bellunese Maria Mottes. Più Intimissimi e appartamenti da affittare. Il tutto fa parte di un progetto unico integrato, una cittadella per i bellunesi con collegamenti interni: ci sono i 5500 metri quadrati di Palazzo Campedel, cioè degli ex padiglioni e sale operatorie dell’Ospedale Vecchio più l’ex cinema Edison, ci sono i 4500 metri quadrati di Palazzo Caffi e i 4500 del Palazzo Navasa-Colle. Ciò permetterà, per esempio, di entrare dalla piazza al primo piano della ex Banca d’Italia ed arrivare, attraverso un ponticello, ad un giardino interno aperto a tutti. Daniela De Donà © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Più vado verso la fine del progetto più spero che i bellunesi ci seguano» rilancio. Sia io che la famiglia Francavilla teniamo a lasciare alla città qualcosa che resti».
IL COLLOQUIO «Più vado verso la fine del progetto, con il suo concretizzarsi vicino, più mi auguro che il resto degli operatori bellunesi ci seguano. Perché è questa la strada». Roberto Chemello non nasconde la soddisfazione. Un altro pezzo del puzzle “cittadella” del centro è pronto, il 10 ottobre, per il taglio del nastro. Avevate varie richieste di operatori commerciali. Perché avete selezionato Stimm? «Per la filosofa di fondo che ci accomuna. I fratelli Casagrande ci garantivano il mantenimento del retaggio storico, della natura della ex Banca d’Italia». Siete riusciti a tener fede all’impegno di aprire ad ottobre. Il lockdown, legato al Covid, non vi ha creato problemi di rallentamento? «Il cantiere, in effetti, è rimasto chiuso per ben 55 giorni. Ma noi, peraltro, non siamo stati fermi. In accordo con l’impresa Deon,
IMPRENDITORE Roberto Chemello
abbiamo proseguito in ciò che si poteva fare con lavori secondari consentiti. Ad esempio, operando sull’impiantistica». Lei, con la F.C. Project srl, ci ha messo denaro ed energie. Con che scopo? «L’obiettivo era arrivare a qualcosa che mi garantisse il valore del patrimonio ma che, allo stesso tempo, aiutasse la città, e il centro storico in particolare, nel
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Il nome che lei ha dato al nuovo palazzo, ex ospedale per sintetizzare, è Campedel. Perchè? «Non aveva nome, così si ribadiscono le radici storiche della piazza che ora è dedicata ai Martiri, ma che era il Campedel». Nel suo ufficio è circondato da riproduzioni di quadri del pittore bellunese Ippolito Caffi. Una sua passione? «Bè, siamo in via Caffi, il palazzo è palazzo Caffi....e i quadri sono di Caffi».
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Nordest
CONFESERCENTI: IN VENETO TAGLI RECORD AI CONSUMI Durante il lockdown la spesa media delle famiglie italiane è scesa di 2.304 euro: le perdite massime in Val d’Aosta (-2.915) e Veneto (-2.910 euro), dove l’epidemia costerà 1.480 euro l’anno a nucleo.
Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it
«Sì al centro di ricerca sui farmaci» Il sindaco Brugnaro plaude al progetto degli scienziati veneti `«Ringrazio i luminari per l’entusiasmo che portano alla città «Lo sosterrò, Venezia deve recuperare il ruolo internazionale» Il centro storico è cablato, gli atenei facciano squadra con noi» `
L’INTERVISTA
Il progetto del Centro farmacologico si basa sul coinvolgimento delle Università di Venezia e Padova: cosa ne pensa? «Quello è fondamentale. Dobbiamo superare le vecchie divergenze tra gli atenei e fare squadra, come già fanno la Città Metropolitana di Venezia con Padova e Treviso, le territoriali di Confindustria e le Camere di commercio. Occorre poi che ci credano anche il Governo e l’Europa. Spero di incontrare la presidente Ursula von der Leyen, che ci aveva citati nel suo discorso di insediamento, perché vorrei creare una linea diretta con la Commissione Ue per mettere i due poli di Venezia e Marghera al centro dei programmi su
segue dalla prima pagina
(...) Come abbiamo detto più volte, Venezia si presta a essere sede di centri di ricerca, agenzie internazionali, startup dell’informatica». Quali altri, dunque? «Abbiamo ricevuto tante offerte e dobbiamo ancora vagliarle. Ma una posso già annunciarla: Gino Strada è venuto da me qualche mese fa e mi ha detto che Emergency è interessata a un museo, o comunque un percorso culturale, alla Giudecca sull’idea della guerra. Lo appoggeremo: non l’ho detto in campagna elettorale perché non volevo che sembrasse propaganda, ma Venezia resta un luogo di dialogo per scienza e cultura». Anche se il Governo ha candidato Milano per il Tribunale unificato europeo dei brevetti e Torino per l’Istituto italiano per l’intelligenza artificiale? «Mai arrendersi nella vita. Prima o poi estrarranno il nostro numero, anche se in questa lotteria che va da 1 a 90 più di qualche volta è sembrato che a noi avessero dato il 91... Ma noi continuiamo a crederci e dimostreremo che a Venezia ce la possiamo fare. Tanto più in settori come la ricerca e il green: a breve Eni e Veritas annunceranno la produzione di energia pulita dalla compressione dei rifiuti umidi, uno studio del centro di Gela che verrà applicato per la prima volta nello stabilimento di Marghera».
«ABBIAMO RICEVUTO TANTE OFFERTE, ALLA GIUDECCA CON EMERGENCY FAREMO UN MUSEO SULL’IDEA DI GUERRA»
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SOCIETÀ DI AMBURGO COMPRA LA PIATTAFORMA LOGISTICA, MENTRE IN LAGUNA NON ARRIVANO NEPPURE LE NAVI DA CROCIERA
È l’ora di Venezia? «L’ora bisogna meritarsela, come succede nello sport, anche se tutti vorrebbero vincere. Dobbiamo fare leva sui nostri punti di forza, ben sapendo che nessu-
Sul Gazzettino
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VENEZIA Amburgo si compra la piattaforma logistica del porto di Trieste, in sostanza la nuova piastra commerciale del capoluogo, con banchine d’accosto, terminal e depositi, e Venezia rizza le antenne preoccupata di perdere competitività nella gestione del mercato delle merci del Nord Adriatico. La tedesca Hhla, che sta per Hamburger Hafen und Logistik Ag, operatore del porto di Amburgo, d’accordo con i soci Icop, impresa di costruzione, Francesco Parisi, di spedizioni, e l’interporto di Bologna, a fine anno diventerà primo azionista dell’infrastrutturazione dello scalo triestino, una delle più grandi opere marittime italiane degli ultimi 10 anni. Hhla è un colosso mondiale, quotato in Borsa, con 6.300 dipendenti, che mo-
Ma c’è la necessaria infrastrutturazione tecnologica ? «Il centro storico è completamente cablato. In questi cinque anni, pur con tutte le persone che hanno fatto opposizione inutile, i progetti sono progrediti. Invito quindi a farsi avanti chiunque abbia idee vere, cioè rendicontate con budget che mettono in linea le entrate con le uscite».
«È LA NOSTRA ORA? DOBBIAMO MOSTRARE DI MERITARCELA NESSUNO CI REGALERÀ NIENTE, PARLEREMO CON GOVERNO E UE»
Martedì 29 Settembre 2020 www.gazzettino.it
Il piano: un centro di ricerca per nuovi farmaci a Venezia `«La pandemia ha evidenziato la necessità Il progetto di un gruppo di scienziati veneti sostenuto da Ca’ Foscari e Università di Padova di concentrare le forze contro virus e malattie» `
limiti di sopportabilità per una città così fragile e delicata». Grazie alla sua capacità di attrazione e di accoglienza, dunque, il capoluogo garantirebbe «l’ecosistema migliore e la tranquillità necessaria per lavorare insieme ed affrontare le sfide che già nel prossimo futuro saranno messe in campo a causa delle avverse variazioni ambientali, o dell’impellente necessità di inventare nuove difese contro batteri e patogeni che vanno sempre più rapidamente acquisendo resistenza contro tutti gli antibiotici oggi esistenti, e delle molte altre sorprese che la natura potrà riservarci».
LA PROPOSTA VENEZIA Fondare a Venezia un Centro internazionale di ricerca avanzata per il disegno di nuovi farmaci. È l’obiettivo a cui sta lavorando un gruppo di scienziati veneti, con il supporto di Ca’ Foscari e dell’Università di Padova, ma con la necessità di coinvolgere anche le istituzioni scientifiche, culturali e soprattutto politiche a livello sia locale che nazionale. È dunque un progetto in divenire quello nato sulla spinta dell’emergenza Covid.
I PROMOTORI L’idea è partita da Luigi Chieco Bianchi, professore emerito di Oncologia e accademico dell’Istituto veneto di scienze lettere ed arti, a cui afferiscono anche Giorgio Giacometti, già ordinario di Chimica biologica, e Gerolamo Lanfranchi, docente di Genetica, entrambi al Bo. Fra i promotori della proposta figurano poi Achille Giacometti, che insegna al dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi di Venezia, dove dirige lo European centre for living technology, e Luca Scorrano, ordinario di Biochimica a Padova.
L’ECOSISTEMA
INFRASTRUTTURE
green economy, clima, mare, ambiente».
Perché questa iniziativa? «L’impulso per questa proposta – spiegano i fautori – è venuto dalla consapevolezza, acquisita durante la pandemia da Covid-19, della necessità di impegnare e concentrare in un Centro le migliori forze della ricerca per affrontare e proporre rimedi contro patologie presenti e future per le quali non esistono o sono scarse le difese farmacologiche». Quanto alla sede, l’ipotesi Venezia «tiene conto della necessità urgente per questa città di avviare progetti di sviluppo che attraggano nuove forze intellettuali e nuovi residenti stabili», propositi che «non possono essere basati nuovamente sul turismo, che ha ormai superato i
NELLA CITTÀ STORICA BATTEREBBE IL CUORE INFORMATICO DEGLI STUDI, A MARGHERA SORGEREBBE LA SEDE PER I TEST BIOLOGICI
Positivi sopra quota 50.000 mai così tanti in Italia da 4 mesi Allarme in Spagna e in Francia ROM A Per la prima volta dopo 4 mesi gli attualmente positivi al Covid in Italia tornano sopra i 50mila. È l’ennesimo campanello d’allarme che suona: la diffusione del Coronavirus prosegue la sua lenta e progressiva crescita ormai da otto settimane. «Dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per combattere il virus e puntare sulla ricerca scientifica per cure e vaccini efficaci e sicuri, ma nel frattempo servono ancora massima attenzione, serietà e prudenza», dice il ministro Roberto Speranza.
mentre la settimana scorsa era tra l’1,8 e il 2. Rimane invece stabile l’incremento delle vittime, 16 in più nelle ultime 24 ore, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 35.851. La curva dei contagi continua dunque a salire, come conferma anche l’incremento dei malati (+705), delle Terapie intensive (+10) e dei ricoveri nei reparti ordinari (+131). Campania e Lazio fanno segnare gli incrementi più consistenti, rispettivamente 295 e 211. Il presidente campano Vincenzo De Luca ha scritto al Viminale, chiedendo un piano straordinario delle forze dell’ordine per garantire il rispetto delle misure anti-Covid.
I DATI
IN EUROPA
L’ultimo bollettino sconta, come ogni lunedì, i pochi tamponi fatti la domenica: solo 51.109, oltre 36mila in meno rispetto a sabato, che hanno consentito di individuare 1.494 nuovi casi (-272). Ma il dato non rappresenta un calo dei contagi, anzi: il rapporto tra il totale dei contagiati e il numero di t i ff tt ti è l 2 92
Intanto la Spagna valuta nuovi provvedimenti: il totale di contagi da inizio pandemia è salito a quota 716.481, la più alta in Europa. La variazione giornaliera in Francia scende a 4.070, ma solo per difficoltà di afflusso dei dati da tutto il Paese durante il fine settimana.
LA SITUAZIONE
CAMPANIA Il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha scritto al Viminale
Il piano prevede due poli. Da un lato, il cuore informatico della ricerca batterebbe nella città storica, «già completamente cablata con fibra ottica di ultima generazione» e dunque pronta ad ospitare gli studi basati sull’utilizzo del machine learning e dell’intelligenza artificiale: «Con processi totalmente informatici si possono infatti studiare e interpretare virus o microrganismi, individuare i loro componenti biologici vitali più esposti e aggredibili e progettare e selezionare potenti molecole che li possano inattivare in modo mirato e preciso, studiando e evitando contemporaneamente in anticipo potenziali effetti collaterali sull’uomo o sull’ecosistema. Sempre con l’informatica, interpretando il genoma di organismi viventi si possono scoprire nuove molecole biologiche con efficacia terapeutica». Dall’altro lato, a Marghera, «luogo storico di sviluppo della chimica», potrebbe sorgere «un centro sussidiario per la sintesi dei nuovi farmaci progettati nel Centro veneziano e per misurare con test biologici su colture cellulari e organoidi la loro attività, tossicità e efficacia, creando così un volano virtuoso di crescita di un polo per la chimica fine e sostenibile nella terraferma veneziana». I costi dell’operazione sono in corso di definizione, ma è già chiaro che comprenderebbero le dotazioni informatiche e le borse di studio per i ricercatori, chiamati con le loro famiglie a risiedere a Venezia, generando una ricaduta positiva sul territorio. A.Pe.
`La proposta lanciata ieri
dagli scienziati sul Gazzettino e, a destra, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro
La Germania investe sul porto di Trieste, Venezia ora è in allarme vimenta 7 milioni e mezzo di Teu sviluppando un fatturato di 1,350 milioni di euro.
GRUPPO LEADER Numeri che danno il via libera alla nascita di un gruppo leader in Europa per la movimentazione mare-ferro dei Paesi al centro del continente e che il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino saluta così: «Trieste ritrova il bacino naturale di sbocco centro-nord europeo che già in passato ha fatto grande il porto franco». Se lì festeggiano, a Ve-
L’INCONTRO VENEZIA Solo due righe, infilate in mezzo a un lungo comunicato, ma sufficienti per mandare un messaggio: il Comitato olimpico internazionale è disponibile a stemperare la polemica con l’Italia. Pare di capire che possa essere letto così il passaggio contenuto nella nota diffusa ieri pomeriggio dal Cio, al termine del primo incontro (in videoconferenza) tra la sua Commissione di coordinamento e il Comitato organizzatore di Milano Cortina 2026: «Una delle pietre miliari elogiate dalla Commissione di coordinamento è stata l’adozione, da parte del Parlamento italiano, di una legge olimpica che detta l’organizzazione e la governance di Milano Cortina 2026». Toni decisamente concilianti, rispetto all’asprezza con cui domenica il presidente Thomas Bach aveva criticato la norma, arrivando ad affermare: «Siamo anche molto preoccupati per la preparazione e l’organizzazione delle Olimpiadi invernali».
EREDITÀ E SOSTENIBILITÀ
I DUE POLI
LABORATORIO Attività di ricerca generata dall’emergenza sanitaria in corso
Milano Cortina il Cio stempera: «Legge olimpica è pietra miliare»
nezia l’annuncio dell’investimento tedesco della corrazzata di Amburgo è un motivo in più per preoccuparsi del futuro dello scalo, il quale, dal canto suo, e non da ieri, si trova impantanato nelle secche di una politica che non decide né per quanto riguarda gli arrivi delle navi passeggeri – e, infatti, alcune compagnie hanno già preso la rotta proprio di Trieste – né di quelle merci che faticano ad approdare per il rischio d’incagliarsi sui canali che non vengono scavati e manutentati. Mentre il commissario
Bach ha dato il benvenuto ai partecipanti, fra cui il sindaco cortinese Gianpietro Ghedina (a nome del governatore veneto Luca Zaia è stato letto un intervento). A trarre le conclusioni è stata invece Sari Essayah, numero uno della Commissione: «Il movimento olimpico è unito nel sostenere il Comitato organizzatore affinché realizzi la sua ambizione di offrire un’esperienza irripetibile che lascerà un’eredità per generazioni di italiani». Un lascito che, è stato sottolineato, dovrà essere «sostenibile». Al riguardo è stato evidenziato il ruolo del gruppo di lavoro incaricato di valutare «la sostenibilità e l’eredità della pista di bob e dell’ovale dello speedskating», su cui lo scorso anno erano state espresse preoccupazioni. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
dell’Autorità portuale Pino Musolino si limita a commentare «è un’ottima notizia per il sistema Paese», a lanciare l’allarme sono Alessandro Santi, presidente di Assoagenti e coordinatore della Venice Port Community, e l’assessore comunale uscente allo Sviluppo economico (pronto alla riconferma) Simone Venturini.
L’AGITAZIONE
MARGHERA Il porto industriale
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Il tutto, mentre i sindacati dei lavoratori del porto hanno già annunciato lo sciopero generale il prossimo 7 ottobre e oggi è in
no ci regalerà niente e che non esistono diritti acquisiti. Da parte nostra, non abbiamo arroganza ma concretezza, quella che ci ha permesso di superare difficoltà incredibili come l’Aqua Granda, il referendum sulla separazione tra Venezia e Mestre, l’incidente nel canale della Giudecca. A proposito, ricordo al Governo che bisogna sciogliere il nodo delle navi: vogliamo scavarli questi canali, o no?». È una domanda o un attacco all’esecutivo? «Non siamo contro il Governo, siamo sempre filo-governativi. Quando dico che dobbiamo andare a combattere a Roma e a Bruxelles, intendo in senso buono. Vogliamo solo risolvere i problemi, dandoci un orizzonte almeno ventennale. Dobbiamo dimostrare ai bambini di oggi, che fra vent’anni saranno adulti, com’è possibile invertire la tendenza. Senza false promesse o inutili illusioni, ma lavorando giorno per giorno, in maniera umile». Ribadendo il fatto che la ricerca deve poggiare su due poli, cioè Venezia e Marghera, intende ricomporre la frattura elettorale fra la laguna e la terraferma? «A parte il fatto che anche in centro storico abbiamo raddoppiato i voti, preferisco dire che da queste elezioni è uscito sconfitto il partito del rancore e il risultato ha evidenziato una città viva. Dobbiamo tornare alla parola “coerenza”: dire le cose e poi farle. Per questo continuo a tenere le porte spalancate a tutti, nell’interesse della città». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
programma l’assemblea del Comitato della portualità che raduna tutte le categorie coinvolte attorno allo scalo veneziano. «La politica spinge Trieste e si dimentica di Venezia. Per Trieste non ci sarebbe neanche partita se chi deve decidere su Venezia decidesse di permetterle di esprimere tutte le proprie potenzialità che la rendono di gran lunga più competitiva», spiega Santi. «Qui le regole non le fa il mercato, ma la classe politica che su Venezia pare aver messo i dossier dei problemi aperti a dormire sonni tranquilli – riprende – Per le navi passeggeri va attuata la soluzione che il Comitatone ha individuato ancora tre anni fa per l’alternativa al passaggio a San Marco, per quelle commerciali basterebbe un pescaggio a 12,5 metri. Il ritardo è già notevole, ora bisogna agire». Venturini esprime solidarietà ai lavoratori in agitazione, parlando di «un grido d’allarme e di un clima di apprensione sempre più diffuso, di fronte a governi, questo come i precedenti, che non vogliono decidere. Nell’incertezza non possono esserci investimenti né programmazione ed è normale che 5 mila lavoratori siano preoccupati». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO
REGIONE
Coronavirus: la sanità nel Padovano il bollettino
Ospedaliera che si mobilita con strutture esterne per far fronte al meglio a un possibile pesante ritorno dell’emergenza Covid. Anche l’Usl 6 Euganea è preparata e ha noleggiato 23 pagode e due tensostrutture per riparare dalle intemperie l’utenza che, prima di accedere ai vari reparti, deve essere sottoposta alla rilevazione della temperatura corporea oltre a dover tenere il distanziamento sociale. Nello specifico a Padova verranno installate 2 pagode in via Temanza, una tensostruttura in via degli Scrovegni e una tensostruttura all’ospedale ai Colli. A Monselice all’ospedale Vecchio verranno installate invece 6 pagode, al Presidio Ospedaliero di Piove di Sacco 9 pagode, al distretto di Albignasego 3 pagode e al distretto di Piove di Sacco 3 pagode. Il noleggio delle strutture, che scadrà il 31 dicembre 2020,
la seconda ondata
Crescono gli isolamenti e i ricoveri salgono a 29 PADOVA
C’è una buona notizia per Padova ma anche per il Veneto. Nelle ultime 24 ore il bollettino della Regione non registra morti a causa del Covid 19 in strutture sanitarie. L’aumento dei contagi continua, ma a run ritmo contenuto. Tra il pomeriggio di lunedì e quello di ieri, sono stati 17 i nuovi casi positivi rilevati tra città e provincia, 90 in tutta la regione. Ad oggi il totale dei contagi nel padovano è di 523 persone su un totale di 3.676 nel Veneto. Con questi ultimi dati si arriva a quota 5.229 persone che hanno contratto il Covid da inizio pandemia nel padovano e a quota 27.307 positivi da inizio pandemia in Veneto. Le strutture sanitarie, comunque, possono gestire questa fase senza problemi. Ad oggi i malati di Covid ricoverati a Malattie infettive sono 29. Cinque sono invece quelli ricoverati in Terapia intensiva con un quadro clinico più grave. Le persone costrette all’isolamento domiciliare sono 1.260 nel Padovano, di cui 327 positivi, 218 persone rientrate da un viaggio, 694 contatti di positivi, 21 persone per altri motivi. In Veneto sono in isolamento 9.268 persone, di cui 2.445 positivi, 1.166 viaggiatori di rientro da Paesi a rischio, 5.346 persone che hanno avuto contatti con positivi, 311 persone in isolamento per altri motivi. A Padova e provincia i soggetti che stanno trascorrendo la quarantena con sintomatologia sono 10. Le città con il numero maggiore di sintomatici in regione sono Verona (47 sintomatici) e Treviso (37 sintomatici). In Veneto le persone positive con sintomi in isolamento domiciliare sono 142. — A.FER.
Lavori di sistemazione a Piove di Sacco con nuovi spazi a Malattie Infettive Tornano le tende in Azienda Ospedaliera, qui sopra lo smontaggio avvenuto a luglio per opera della Protezione civile
Gazebo, pagode e posti letto Così gli ospedali si preparano Tensostrutture in Azienda ospedaliera e all’Usl per accogliere i pazienti Alice Ferretti / PADOVA
Se da un lato ci si interroga su quale sarà l’andamento del virus da qui ai prossimi mesi, dall’altro ci si mobilita per non farsi cogliere impreparati, anche di fronte al peggiore degli scenari. Gli ospedali e le strutture sanitarie di Padova e provincia si stanno attrezzando perché tutto funzioni qualora ritornasse un’ondata aggressiva di Covid 19.E lo fanno attrezzando strutture per ricevere i pazienti e sistemando reparti in modo
da aumentare i posti letto a disposizione. GAZEBO IN AZIENDA
In Azienda Ospedaliera a Padova sono stati richiesti urgentemente dal direttore generale Luciano Flor quattro gazebo da installare nel parcheggio esterno del Pronto Soccorso Pediatrico. Il provvedimento, preso nei giorni scorsi e pubblicato nelle delibere dell’ente, nasce dalla necessità di proteggere gli utenti dell’ospedale. Per il contenimento del coronavirus i pazienti in-
fatti non possono entrare simultaneamente nelle aree d’attesa interne e devono mantenere obbligatoriamente le distanze di sicurezza. In più queste strutture mobili servono anche a evitare che le persone, e i bambini soprattutto, attendano il proprio turno sotto la pioggia, il freddo e le intemperie dell’inverno. La spesa prevista per i gazebo, che verranno installati nei prossimi giorni, è di 1. 600 euro. PAGODE ALL’USL
Ma non è solo l’Azienda
L’ospedale di Piove di Sacco
Polo sanitario di Padova Est parte la valutazione ambientale nuovo complesso ospedaliero non rientri fra le infrastrutture direttamente soggette alla procedura regionale di Valutazione di impatto ambientale, considerati gli elementi caratteristici del sito del nuovo polo ospedaliero di Padova Est– San Lazzaro, è stata in questo caso prevista. In particolare a richiedere la procedura è la presenza di una superficie boscata superiore ai 5 ettari che non so-
lo dovrà essere rimodulata ma sulla quale è prevista la realizzazione di parcheggi di uso pubblico con una capacità superiore a 500 posti auto. La valutazione ambientale rientra nell’accordo di programma, firmato lo scorso aprile dal presidente della Regione Luca Zaia, dal sindaco Sergio Giordani, dal presidente della Provincia Fabio Bui, dal rettore Rosario Rizzuto, e dal direttore generale dell’A-
PIOVE DI SACCO
Infine, sempre nell’ambito dei preparativi delle strutture sanitarie a un’eventuale ritorno consistente del virus, sono in corso dei lavori di adeguamento edile ed impiantistico, in particolare dell’impianto dei gas medicali, nei locali dell’ex Pediatria del presidio Ospedaliero di Piove di Sacco, al quinto piano del nuovo monoblocco. Qui verranno sistemati 6 posti nuovi letto di terapia intensiva, 10 posti letto di pneumologia ad alta intensità di cura e 30 posti letto di malattie infettive (uno dei reparti maggiormente interessati in caso di contagio diffuso), per un importo complessivo di 195 mila euro. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
zienda ospedaliera Luciano Flor, per il “Nuovo Polo della Salute di Padova”, composto da due presidi ospedalieri separati ma rispondenti ad un’unica visione strategica: il primo da 900 posti letto che sarà realizzato ex novo nell’area di San Lazzaro; il secondo, sempre da 900 posti letto, che verrà realizzato attraverso il riordino, la razionalizzazione ed il recupero delle strutture sanitarie esistenti nell’area di via Giustiniani. In quest’ultimo verrà abbattuto il monoblocco e vari altri edifici dell’area est, nascerà la nuova Pediatria e verrà realizzato il progetto comunale del Parco delle Mura, con la valorizzazione della cinta muraria. —
affidata alla “terre srl”
Dopo essersi occupati del masterplan per la riorganizzazione dell’ospedale di via Giustiniani e del polo di Padova Est, adesso il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Luciano Flor gli ha affidato la gestione della Valutazione di impatto ambientale (Via) in Regione. La società in questione è la Terre srl di Marghera di Roberto Rossetto e Stefano Maria Doardo. Sebbene la realizzazione di un
è costato all’Usl 40. 885 euro, ai quali è previsto un ulteriore aumento di 6 mila euro, per eventuali ulteriori implementazioni di pagode che potrebbero essere necessarie per il contenimento dell’emergenza epidemiologica.
ALICE FERRETTI
Una bozza di progetto del nuovo ospedale a Padova Est - San Lazzaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
Mercoledì 30 Settembre 2020
VENETO
VENETO.Unrecorddirichiestediaiutoperusura
LaCampaniaeilVenetosonoleregionidovenel2020sonopervenutepiùrichiestedi aiutodapartedellevittimediusura.Lodiceilcommissariostraordinarioanti-racket. Nel2020lerichiestediaiutogiuntesonounatrentinaperognunadelledueregioni.
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
DOPOILVOTO. Illeaderdella LegaaVenezia incontra i neoeletti
Salvini“chiama” ZaiaeBrugnaro: «Risorse nazionali» Inunclimaditrionfo smentisceogniattritocon ilgovernatore(«Siamocoppiadifatto»).Eidiversi risultati delle due liste? «I consiglieri sono tutti Lega» Cristina Giacomuzzo
«Con Luca Zaia? Quasi una coppia di fatto, sento più lui che mia madre». E così il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri a Venezia, mette a tacere ogni maligno che può aver pensato che il risultato delle elezioni, con la lista del governatore tre volte superiore a quella della “sua“ Lega (44,57 contro 16.93%), possa voler dire qualcosa. Di più. «Ho appena fatto una riunione con 35 consiglieri regionali, i neo eletti - ha precisato -. E hanno tutti la tessera della Lega. Vorrei avere questi numeri in tutta Italia. I problemi in Veneto ce li hanno Renzi e il M5s senza un consigliere e il Pd che ha così pochi da non poter chiedere la convocazione di una seduta straordinaria». Lega, quindi, compatta e vincente grazie al super votato Luca Zaia (76,6%), ieri al suo fianco sorridente. «LERISORSENAZIONALI». Sal-
vini era in Veneto da lunedì per fare tappa a Castelfranco e Portogruaro in vista dei ballottaggi del fine settimana. Ieri mattina, poi, la visita a palazzo Balbi, a Venezia, sede della giunta della Regione dove lo aspettava Zaia: «Abbiamo parlato di Olimpiadi, Pe-
«Anovembrestop altesseramento connumeri darecord,poi ilviaallenomine deisegretari»
demontana e sanità», ha sintetizzato Salvini. Quindi, il passaggio in un hotel vicino a piazza San Marco per incontrare il direttorio della Lega veneta allargato ai commissari provinciali con il segretario regionale, il veronese Lorenzo Fontana, a fare da padrone di casa insieme all’assessore uscente e super votato Roberto Marcato e all’ex ministro vicentino Erika Stefani, mentre era assente giustificato il capogruppo regionale uscente del Carroccio, Nicola Finco. Al termine, l’incontro con i consiglieri regionali di Lega e Lista Zaia: «35 su 51 consiglieri totali: mai avvenuto nella storia della democrazia d’Europa», ha commentato pieno di orgoglio. Quindi, è stata la volta dei consiglieri Lega del Comune di Venezia con il sindaco, neo eletto al primo turno, Luigi Brugnaro. «Sia Luca che Luigi saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», ha dichiarato. COMMISSARI E CONFERENZA STATOREGIONI. Salvini ha poi
voluto confermare l’ottimo lavoro di Fontana come commissario veneto: «Chiuso il tesseramento con numeri record, a metà novembre, ci sarà il rinnovo degli organismi dirigenti delle sezioni. Basta commissari: ogni sezione sceglierà il suo segretario. Entro l’inverno il rinnovo del livello locale, a primavera il provinciale ed entro l'estate il regionale. Il congresso federale? Per il 2038», scherza Salvini. La vittoria non solo in Veneto apre al rinnovo della presidenza della conferenza Stato-Regioni oggi del dem Bonaccini: «Vedremo chi si met-
terà a disposizione. Ne ho parlato prima con Luca», dice. Immancabile, poi, il passaggio sull’autonomia: «Grazie a Zaia è un tema di cui mi chiedono conto anche nelle Marche o in Puglia. È un patrimonio culturale e identitario nazionale. Vedremo di essere conseguenti appena torneremo al governo». TOTOGIUNTAEINCONTRI. Og-
gi gli stessi consiglieri rivedranno a Roma Salvini per l’incontro con tutti gli eletti a livello nazionale. Ancora resta da sciogliere il nodo giunta. Zaia ha confermato di voler attendere l’insediamento. Intanto ieri i primi (significativi?) movimenti: Fontana ha accompagnato a Venezia il secondo papabile assessore scaligero (dopo l’uscente Elisa De Berti data per certa): Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. Potrebbe essere chiamato come esterno nella squadra di Zaia. Al suo posto, nel puzzle delle cariche, alla guida del gestore dei servizi idrici Alessandro Montagnoli, l’ex consigliere che non si è ricandidato per il caso del bonus Inps da 600 euro. Tornando alla giunta, però, ancora resta da capire se e come Zaia intenda rispondere alla richiesta della leader nazionale di FdI, Giorgia Meloni, di “premiare“ Verona con un assessorato per l’ottimo risultato alle elezioni e come “compensazione“ del seggio senatoriale di Verona dato, alla morte di Stefano Bertacco, non ad un FdI veronese, ma bellunese. Si farebbe il nome, come esterno, dell’ex consigliere regionale Stefano Casali. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Ilgruppo deglielettisi stringeattornoal governatore LucaZaia e alsegretario federaleMatteo Salvini
CENTROSINISTRA. Primoincontrotra i consiglieridem,Veneto chevogliamo ed EuropaVerde
Lospeaker dell’opposizione? llPdnicchia suLorenzoni Sicerca ancheilnuovocapogruppo delpartito:inpole c’èCamani Il centrosinistra a palazzo Ferro Fini a Venezia cerca di organizzare le fila, ma rinvia ogni decisione. Anche quella che riguarda lo speaker dell’opposizione, la figura prevista dal regolamento, che unisce tutte le minoranze e che si affianca ai singoli capigruppo. Un ruolo che sembrerebbe andar assegnato naturalmente, al candidato presidente Arturo Lorenzoni. Ma l’idea proprio non piace al Pd. O, quanto meno, a parte del Pd. Nei giorni scorsi i sei dem neo consiglieri eletti - tra i quali il vicentino Giacomo Possamai, poi Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani e Jonatan Montanariello - si sono ritrovati per affrontare tre argomenti all’ordine del giorno: personale, capigruppo e speaker. E ci si è fermati al primo. Confrontandosi poi con il resto della coalizione, Cristina Guarda di Europa Verde, ed Elena Ostanel con Lorenzoni del Veneto che vo-
ArturoLorenzoni
VanessaCamani
gliamo, si è faticato a trovare la quadra (in ballo ci sono i dipendenti dei gruppi consiliari regionali di palazzo che attendono la conferma del contratto per i prossimi 5 anni). Quindi, argomento rinviato. Altro tema: chi sarà il successore del vicentino Stefano Fracasso che ha guidato il Pd in consiglio nell’ultima legislatura? Ancora non si sa. Su
quali criteri si baserà questa scelta? Esperienza, numero di preferenze, o altro? E qui ancora nessuna certezza. Camani sembra essere in pole. Del resto, l’ex deputata è riuscita a scalzare lo stesso segretario del Pd regionale, Alessandro Bisato, che si era candidato. Da Bisato dipende il futuro del partito Pd regionale. Cosa intende fare? Dimissioni?
Oppure si andrà a congresso? Quest’ultima soluzione non a tutti piace perché si teme di finire nelle sabbie mobili in cui si era caduti dopo il voto del 2015 che aveva portato sì ad una sconfitta, ma non così evidente. C’è anche l’ipotesi di un commissario, una figura di rilievo nel partito non veneta che potrebbe dettare la linea per rimettere in piedi il Pd finito ko. Tornando a palazzo Ferro Fini, l’ipotesi speaker delle opposizioni sarebbe un debutto. La norma lo consentiva fin dalla scorsa legislatura, ma trovare una persona capace di fare da riferimento e portavoce a Pd, M5s, tosiani non era possibile. Questa volta sulla carta non ci dovrebbero essere problemi visto che tutti i consiglieri facevano riferimento al candidato Lorenzoni presidente. E infatti Ostanel è certa: «Non ne abbiamo ancora parlato. Stiamo ragionando. Tensioni tra noi? Nessuna». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
SANITÀ: PIANO DELLA REGIONE. In base alla indicazioni del decreto “Agosto” è stata fatta la mappa di visite, screening e ricoveri rinviati col Covid
Listed’attesa:mancano 342 milaprestazioni DalloStatoarrivano 39milioni Viaastraordinari eassunzioni Piero Erle
Arrivano soldi alle Ulss venete per cercare di recuperare qualcosa come 342 mila ricoveri, visite e screening che sono saltati durante i mesi del lockdown. Lo stabilisce il “Piano operativo” preparato dall’assessore Manuela Lanzarin approvato pochi giorni prima delle elezioni dalla giunta veneta e ora pubblica-
to dalla Regione. Il decreto “Rilancio 2” varato in agosto dal Governo mette a disposizione infatti 478 milioni per le Regioni per recuperare ricoveri rimasti indietro ai tempi del lockdown, ma anche visite specialistiche e screening: i soldi servono per pagare di più per ogni ora di lavoro aggiuntivo medici, infermieri e operatori sanitari, anche con eventuali assunzioni a tempo. È prevista anche l’e-
Attese:eccoi numeri nelleprincipali Ulss BELLUNO:16 mila visite,40 milascreening, 422ricoveri TREVISO:millevisite, 54 milascreening, 9mila ricoveri VENEZIA:10 milavisite, 39 milascreening, 1700 ricoveri ROVIGO:1600visite,14 milascreening, 1300 ricoveri
PADOVA:7 mila visite,357 ricoveri(ealtri 6mila in Aziendaospedaliera) PEDEMONTANA:1700 visite, 15mila screening, 3mila ricoveri VICENZA:2300 visite,39mila screening,2200 ricoveri VERONA:10mila visite,27 milascreening, 2700 ricoveri (e2 mila inAz.ospedaliera)
ventualità che le Ulss concedano più ore per le visite di ambulatorio privato che i medici fanno in convenzione dentro gli ospedali. Tra l’altro il decreto, per aumentare la produttività del sistema, prevede che sia possibile che «i medici iscritti all'ultimo anno del corso di formazione specialistica (e anche al 4° anno per chi ne fa 5), nell’espletamento delle attività assistenziali nelle aziende del Servizio sanitario nazionale, stilano i referti con esclusivo riferimento alle sole visite, esami e prestazioni di controllo ambulatoriali».
Per il Veneto, ha calcolato la Regione, si tratta di quasi 39 milioni di euro. Il Governo imponeva di agire entro 30 giorni, e la Giunta regionale ha varato il suo piano senza molti problemi perché dal punto di vista organizzativo si tratta di «confermare le azioni già poste in essere dalla Regione per il governo delle liste d’attesa»: come noto sono previste le classi di esami e visite urgenti (U), di priorità breve (B), differibili (D) e programmate (P). I soldi pagheranno anche attività già effettuate e quelle che si possono fare entro fine anno.
L’area Sanità-sociale della Regione ha chiesto a ogni Ulss di fare l’elenco delle prestazioni che sono slittate durante i mesi del blocco da Covid, e ne sono uscite nel complesso cifre impressionanti: 55mila prestazioni ambulatoriali, 257 mila prestazioni di screening sanitario, quasi 30 mila ricoveri non attuati. In tutto, quindi, sono circa 342 mila prestazioni ancora da effettuare. Per questo sono destinati 1,8 milioni all’Ulss Belluno; 5,2 a quella Trevigiana; 6 milioni a Venezia e 6,3 a San Donà; 2 milioni a Rovigo; 3,4 milioni a Padova (e 2,8 all’Azienda ospedaliera); 2,8 milioni a Bassano e 3,4 a Vicenza; 2,2 a Verona (e 2,3 all’Azienda ospedaliera). • © RIPRODUZIONERISERVATA
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Primo Piano
Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it
La politica, le strategie
Salvini lancia Brugnaro: «Una risorsa» «Con Luigi e Luca Zaia abbiamo iniziato un percorso che `Colloquio riservato a Ca’ Corner: «Abbiamo parlato di lavoro si concluderà tra cinque anni con le Olimpiadi a Cortina» Ora il Governo porti a Venezia una grande istituzione europea» `
POLITICA VENEZIA Una giornata da mattatore per Matteo Salvini, arrivato a Venezia la sera prima per parlare con i suoi prima di incontrare il governatore Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro tessendo le loro lodi e immaginando un asse Venezia-Roma quando lui sarà “a capo del governo”. Il primo incontro è stato con Zaia, quindi ha raggiunto in motoscafo Brugnaro a Ca’ Corner, dove lo attendeva (gli spazi per l’occasione erano blindati dalla polizia) e dopo un incontro di circa 20 minuti ha raggiunto Zaia e tutti i consiglieri leghisti che siederanno a palazzo Ferro-Fini la prossima legislatura.
mento, non ce ne sono di noti.
RISORSE NAZIONALI «Non ho parlato di giunta con il sindaco - ha risposto ieri a margine dell’incontro con i neoconsiglieri regionali - non sono entrato nel merito di chi fa l’assessore o chi fa il consigliere, sarà il nostro segretario provinciale a concordare i nomi con il sindaco. Esprimo soddisfazione perché in passato abbiamo avuto baruffe e litigi e adesso siamo in cinque consiglieri della Lega. Abbiamo poi esaminato i risultati e da Mestre alla Giudecca a Castello evi-
ASSESSORI In questi giorni Brugnaro, proclamato ieri ufficialmente, si sta consultando con i suoi e con gli alleati per varare la giunta che resterà in carica fino al 2025. Da quello che si sa degli equilibri di coalizione, alla Lega dovrebbero spettare vicesindaco (per accordi già presi sarà il segretario provinciale del Carroccio Andrea Tomaello). A Forza Italia e Fratelli d’Italia un assessore ciascuno e gli altri cinque rientrano in quota fucsia. Per la Lega si è parlato in questi giorni come possibili assessori di Sebastiano Costalonga e Riccardo Brunello. A quanto pare, servirebbe però una donna per equilibrare la giunta con le quote rosa e uno dei sue potrebbe saltare. Nomi, al mo-
PRANZO A PALAZZINA G Prima della partenza per Roma, Salvini ha pranzato con i leghisti veneziani e veneti al Palazzina G
ASSESSORI, SPUNTA L’IPOTESI DI UNA DONNA: «CI PENSERANNO IL SINDACO E IL SEGRETARIO PROVINCIALE»
dentemente c’è voglia di concretezza. Abbiamo ragionato anche di come Brugnaro possa essere utile come riferimento anche su altri piani. Sia Luca (Zaia) che Luigi (Brugnaro) saranno due risorse preziosissime a livello nazionale. Abbiamo iniziato un percorso che si concluderà fra cinque anni e le Olimpiadi di Milano e Cortina del 2026 saranno il coronamento di questo percorso».
LAVORO E SVILUPPO Il sindaco ha invece posto i temi del lavoro e dello sviluppo della città, che in questo momento sta soffrendo molto. «Abbiamo parlato di navi e di scavo dei canali - ha proseguito Salvini - sono bloccati migliaia di posti di lavoro che aspettano risposte a livello nazionale. Parlavo con il sindaco anche delle sfilate dei ministri che
son venuti a Venezia in campagna elettorale per sostenere il loro candidato. Adesso ci aspettiamo fatti, lo scavo dei canali, contributi, operatività. Ci aspettiamo - ha concluso - che il Governo porti su scala europea la candidatura di Venezia come sede ospitante di organismi comunitari che escono da altre nazioni, come la Gran Bretagna. Non può essere solo il sindaco a chiederlo, occorre un ap-
(Sebastiano Casellati/Fotoattualità)
poggio da parte del Governo, perché Venezia è patrimonio mondiale e alcune multinazionali e alcune organizzazioni potrebbero trovare sede a Venezia. Il livello dell’occupazione delle camere d’albergo in questo periodo è del 20 per cento. Non si può contare ancora troppo a lungo sul sacrificio degli imprenditori veneziani». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Favero e Santandrea hanno già scelto Dal Ben e Drigo in pole per fare il vice PORTOGRUARO Con l’avvicinarsi del ballottaggio tra Stefano Santandrea (centrosinistra) e Florio Favero (centrodestra) iniziano ad intensificarsi le indiscrezioni e le voci sulla futura composizione della giunta comunale, composta da 5 assessori. In caso di vittoria del candidato Florio Favero, pare scontato che alla Lega spetti anche il ruolo di vicesindaco, che potrebbe essere assegnato a Mattia Dal Ben, il giovane segretario della sezione di Portogruaro che è risultato il più votato della sua lista con 166 voti personali di preferenza. Un assessorato potrebbe essere assegnato a “Forza Portogruaro”, la seconda lista di Favero più votata. A raccogliere più preferenze sono stati Riccardo Rodriquez (150 voti) e il consigliere di maggioranza uscente Cristian Moro (81 voti). Competenza e continuità potrebbero essere i motivi di una
SINISTRA Stefano Santandrea
A POCHI GIORNI DAL BALLOTTAGGIO, ECCO SU CHI PUNTEREBBERO I DUE SFIDANTI IN CASO DI SUCCESSO ELETTORALE
riconferma anche dell’assessore uscente, Luigi Toffolo, che già si è occupato di servizi sociali. Toffolo è iscritto alla Lega ma è il più votato della Lista Toffolo, con 97 voti. Guardando alle liste che si sono apparentate, in giunta dovrebbe entrare quasi sicuramente anche l’assessore uscente alle Attività produttive Luigi Geronazzo, braccio destro di Maria Teresa Senatore nei suoi cinque anni di amministrazione, mentre l’ex prima cittadina dovrà invece accontentarsi del ruolo di consigliere comunale. Favero ha infatti già escluso la possibilità che il sindaco rimasto fuori dal ballottaggio entri nell’esecutivo. Infine, si vocifera della presidenza del consiglio comunale assegnata a Gastone Mascarin di Fratelli d’Italia. Nel centrosinistra, che vede la candidatura di Stefano Santandrea, i giochi sembrano più semplici, visto che l’apparentamento con le liste di Graziano Padovese, che hanno ottenuto il 4,4 per cento, non dovrebbe sbi-
lanciare di molto gli equilibri. È molto probabile che la squadra, in caso di vittoria, scelga anche di nominare degli assessori esterni. Vicesindaco potrebbe essere nominata Irina Drigo, la più votata della lista del Pd (283 voti), che aveva già ricoperto il ruolo di assessore nella giunta Bertoncello. La lista Santandrea sindaco è stata la più votata dopo quella del Pd. Da qui potrebbe uscire un altro assessore, magari Maria Teresa Ret (203 voti), anche lei con un’esperienza di giunta nell’ambito della Cultura. Stando solo ai dati sulle preferenze anche Marco Terenzi della lista Città per l’Uomo (172 voti) potrebbe far parte della futura giunta Santandrea. Intanto, proprio Santandrea ha annunciato di voler chiudere ufficialmente la campagna elettorale domani, giovedì 1 ottobre, con la partecipazione e l’intervento musicale straordinario del maestro Enrico Bronzi, già direttore artistico del Festival di Musica. L’appuntamen-
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CENTRODESTRA Favero (a sx) con il leader della Lega Matteo Salvini
SE VINCE LA DESTRA LA LEGA FAREBBE L’EN PLEIN. L’EX SINDACA SENATORE NON ENTREREBBE NELL’ESECUTIVO
to è alle 20 in piazza della Repubblica. «Portogruaro – ha detto Santandrea – ha bisogno di valorizzare le sue competenze. Non abbiamo bisogno di quei leader politici che fanno solo demagogia, parlano di tutto ma non di Portogruaro, puntano sulle paure e si disinteressano della città e delle sue esigenze». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO
TERME COLLI
abano e montegrotto
I due Comuni parti civili contro Luca Claudio Il caso Progetto Cina con l’erogazione di 175mila euro, che vede coinvolta con l’accusa di concorso in abuso Anmin Peng Federico Franchin / ABANO
I comuni di Abano e Montegrotto si costituiscono parte civile e chiederanno i danni nel doppio procedimento al via prossimo 12 novembre che vede approdare riuniti in aula sia quello a carico dell’ex sindaco aponense Luca Claudio (reati d’abuso d’ufficio e peculato) e sia quello dell’imprenditrice cinese Anmin Peng (concorso in abuso) nell’ambito dello stesso caso detto “Progetto Cina”. Si tratta della vicenda che ha visto i due comuni erogare in totale 175 mila euro all’allora Consorzio Terme Euganee per un progetto di promozione turistica in terra cinese tra-
mite la società di cui è titolare Anmin Peng. Progetto che non ebbe alcun sviluppo. «Ci costituiremo parte civile», annotano l’assessore agli Affari Legali del comune di Abano, Gian Pietro Bano, e il sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello. «Con i nostri legali l’obiettivo è arrivare ad ottenere per intero le somme versate e un risarcimento per i danni d’immagine». Concorso in abuso d’ufficio è il reato che viene contestato all’ex primo cittadino di Abano e Montegrotto. Il magistrato sottolinea, nella richiesta di rinvio a giudizio che lo stesso ex sindaco ed ex consigliere del direttivo del Consorzio Terme Euganee (assistito dall’avvo-
due carrare
Squadra d’assessori tutta riconfermata per il sindaco Moro DUE CARRARE
Ad una settimana esatta dal voto per il rinnovo del Consiglio comunale, il sindaco riconfermato di Due Carrare, Davide Moro, ha reso noti i nomi degli assessori che andranno a comporre la giunta e dei consiglieri comunali di maggioranza con delega. La presentazione in consiglio comunale della squadra di governo avverrà il 6 ottobre in occasione della seduta per la convalida degli eletti. Per quanto riguarda la composizione della giunta non cambia nulla rispetto alla legislatura uscente. Entrano nella stanza dei bottoni Andrea Rosina, il più gettonato della tornata elettorale con 310 voti di preferenza, che oltre alla riconfermata carica di vicesindaco, si occuperà di Sicurezza, Promozione sportiva e Benessere della persona, Viabilità e
Il sindaco Davide Moro
Rapporti con le associazioni. Riconfermato assessore anche Gino Favero che dovrà seguire Istruzione ed edilizia scolastica, Bilancio e rapporti col revisore contabile, Innovazione tecnica e Ced.
abano terme
Nuove code e proteste alle poste di San Lorenzo ABANO TERME
Ancora proteste e ancora lunghe code agli uffici postali di Abano, in particolar modo in quello del quartiere San Lorenzo. Anche in questi giorni attese infinite in coda per pagare bollette, effettuare operazioni agli sportelli postali. C’è chi rischia di rimanere in attesa anche un’ora con inevitabile grido di protesta degli utenti. L’assessore ai Lavori Pub-
blici Gian Pietro Bano scende in campo in difesa degli utenti delle poste, soprattutto di quelli più colpiti dal disagio, quelli dell’Abano Storica. «Anche oggi ho visto una lunga coda all’ufficio postale nei pressi del municipio», osserva. «L’attesa è lunghissima per gli utenti e la preoccupazione si fa più intensa se pensiamo che stiamo andando verso la stagione fredda e attendere fuori al gelo, soprattutto per gli anziani, non
cato Ferdinando Bonon) “Abbia omesso di astenersi, pur in presenza di un interesse proprio e di Anmin Peng (persona con cui era affettivamente legato si sottolinea nell’ordinanza ndr) nello svolgimento delle proprie funzioni, provocando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale alla donna consistente nell’affidamento di un incarico per la promozione turistica e culturale del Bacino Termale Euganeo nel mercato cinese”. Al reato avrebbe concorso Anmin Peng che ricevette tra il luglio 2014 e il giugno 2015 circa 212 mila euro circa dal Consorzio Terme Euganee. Claudio avrebbe anche fatto partecipare la donna il 12 giu-
Le due donne che garantiscono la parità di genere come prevede la legge sono Alice Carpanese, capogruppo con deleghe alla Biblioteca, Turismo e Valorizzazione del territorio e Gestione della destinazione turistica, Attività produttive e agricole, Relazioni con la Pro loco e Iniziative e opportunità della Comunità europea. Cinzia Menegazzo continuerà a seguire Politiche della famiglia e Pari opportunità, Politiche per le persone con disabilità, Personale e formazione, Politiche dell’immigrazione. Il sindaco Moro ha tenuto per sè: Lavori pubblici, Manutenzioni, Protezione civile, Ciclo dei rifiuti, Edilizia privata e Affari generali. Quattro i consiglieri con delega: Federico Baldon (Ambiente, Patrimonio e Urbanistica); Anita Mingardo (Politiche giovanili, rapporti con la stampa, Gestione social media, Eventi culturali); Marianna Lorniali (Gentilezza e Progetti e iniziative per i ragazzi di età scolare); Franco Penello (Lavoro e Progetti lavorativi, Politiche della terza età). «Siamo partiti con il piede giusto, con responsabilità e voglia di realizzare il programma elettorale con cui ci siamo presentati ai cittadini», afferma il sindaco. –– G.B.
sarà certamente piacevole. Urge trovare una soluzione, tenendo presente purtroppo che l’ufficio postale id San Lorenzo è piccolino e che le normative Covid-19 impongono di entrare un utente alla volta. Chi può utilizzi i canali multimediali per effettuare le operazioni». «È chiaro che serva pensare ad un futuro diverso per le poste di San Lorenzo» continua Bano «Serve un ufficio più grande e quindi assieme alle Poste in questi giorni intavoleremo un discorso per capire se è possibile ragionare su un allargamento della sede attuale o su un trasferimento in un locale più ampio, magari in piazza del Sole e della Pace». –– F. FR.
gno 2014 ad una riunione del Consorzio Terme Euganee per l’avvio del progetto. In più Claudio aveva deliberato contributi da parte del Comune di Abano a favore del Consorzio per il Progetto Cina pari a 119 mila euro. Claudio è accusato anche del reato di peculato d’uso continuativo, perché “nella sua veste di sindaco”, scrive il gip Margherita Brunello, “avendo il possesso e la disponibilità di un telefono cellulare fornitogli dal Comune per far fronte alle sue esigenze di attività istituzionali ne faceva ripetutamente uso momentaneo per effettuare chiamate e conversazioni di esclusivo interesse personale”.–– © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ex sindaco di Abano e Montegrotto Luca Claudio
operaia e scrittrice di 23 anni
Serena e il Covid-19 Ecco il libro-diario del lockdown a Vo’ VO’
“Serena e il Covid-19”. È il titolo del libro-diario scritto durante il periodo del luckdown da Serena Beghin, una giovane operaia di 23 anni che abita a San Biagio di Teolo. L’opera è stata presentata domenica pomeriggio nel piano nobile di Villa Contarini Venier di Vo’ Vecchio alla presenza delle assessore alla cultura dei comuni di Vo’e Teolo, Lisa Calaon e Laura Rico. L’autrice ha scelto una copertina molto accattivante che raffigura un campo di papaveri con sullo sfondo i Colli Euganei. Il volumetto racconta in maniera semplice le emozioni e le paure vissute dall’autrice nel periodo della quarantena e già arrivano gli inviti a presentarlo ai ragazzi delle scuole. Primo fra tutti quello delle
Serena Beghin e il suo libro
scuole dell’Istituto comprensivo di Lozzo Atestino e Vo’. «Premetto che non sono una scrittrice, mi sono diplomata all’istituto Leonardo da Vinci di Padova, indirizzo professionale dei ser-
cervarese santa croce
Il castello di San Martino assediato dalle erbacce CERVARESE SANTA CROCE
Le erbacce infestanti assediano il castello di San Martino della Vaneza, roccaforte militare eretta intorno all'anno Mille. Impossibile non accorgersi delle condizioni di trascuratezza in cui versa l’ampia area verde a ridosso del turrito maniero, da tempo chiuso alle visite. Domenica scorsa, un gruppo di persone da Montegalda ha deciso a recarsi a vedere i nobili spazi e i
reperti custoditi dalla fortezza, ma ha visto frustrato il proprio interesse. La proprietà del castello e la gestione sono in capo alla Provincia, ma più di un anno fa ha avuto inizio l’iter per trasferire al Comune la gestione, grazie a un protocollo d’intesa. Supervisore del progetto, è la Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio. All’inizio dell’anno, è stato affidato a un archeologo il compito di stilare una relazione sui reperti cu-
vizi commerciali, ho scoperto la passione per lo scrivere durante il lockdown», afferma la ragazza che per hobby alleva pappagalli. “Nel libro racconto il dolore che ho provato nel vedere alla televisione le immagini di tante persone morire negli ospedali senza nemmeno il conforto di un familiare. Ci sono anche pagine divertenti dove racconto dei momenti felici passati in giardino a giocare con il mio cagnone Thiago. Non avrei mai pensato che il Covid mi portasse a scrivere un libro che dai primi riscontri sembra piacere soprattutto ai giovani”. Il primo a complimentarsi con Serena Beghin è stato il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Credo davvero che tutti voi abbiate dimostrato una grande resilienza nell’affrontare il lockdown”, si legge nella missiva inviata dal Governatore in occasione della presentazione di domenica. “Questo significa essere una comunità forte e coesa che è stata d’esempio per il Veneto e per tutto il Paese. Sono certo che il suo lavoro editoriale sarà apprezzato, essendo una finestra spazio temporale sulla pandemia, evento che ci ha segnato nel profondo”. –– GIANNI BIASETTO
stoditi dentro la sala delle ceramiche medievali e rinascimentali, la sala degli utensili in bronzo e in ferro e vasellame di età preistorica, paleoveneta, romana e medievale, la sala delle piroghe, cioè il Museo del Bacchiglione. La relazione dell’esperto è già arrivata in Provincia, chiamata a mettere in atto i passaggi per arrivare alla firma con il municipio e aprire il castello agli eventi pubblici. Manifestazioni sportive, esercitazioni della protezione civile, teatro e musica hanno a disposizione l’ampia area esterna, la quale necessita di una modifica della pendenza del terreno per evitare che le acque del Bacchiglione vi entrino nel caso di piogge abbondanti. –– PIERGIORGIO DI GIOVANNI
MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA
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Dopo le elezioni Il sottosegretario Martella parla di elezioni e Recovery Fund «Convocheremo un congresso Pd con un valore costituente»
«Il governatore dica onestamente che il Mes serve alla sanità veneta» L’INTERVISTA Francesco Furlan
ottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Andrea Martella, nella sfida delle elezioni regionali il Pd ha tenuto ma nel Veneto è stata una disfatta. Secondo lei perché? «La partita era quasi proibitiva, e tale si è rivelata. Il taglio “moderato” di Zaia gli ha consentito di andare oltre il bacino elettorale della Lega. Ma questo è anche un voto ha visto premiati tutti i Presidenti uscenti. La presenza mediatica quotidiana di Zaia nella case dei veneti ha contribuito ad accrescerne visibilità e consenso. Arturo Lorenzoni doveva recuperare un distacco che viene da lontano, ed è stato anche fisicamente costretto allo stop dal virus. In più le corse solitarie di Sbrollini e Rubinato hanno indebolito ancor di più il fronte alternativo a Zaia. La vittoria ha assunto proporzioni che vanno ben oltre i suoi meriti». È mancata la costruzione di un’alternativa, e così anche elettori moderati del centrosinistra hanno premiato Zaia. Non le pare che molti nel Pd abbiano fin da subito data per persa la sfida, lasciando solo Lorenzoni? «Evitiamo letture distruttive. La sconfitta viene da lontano e oggi va superata con una analisi senza sconti ma anche con
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la volontà di ripartire al più presto. Bisogna ragionare di squadra. La scelta di un candidato presidente che rappresenti l’ambizione del Pd a costruire un progetto inclusivo, in dialogo con la società e il civismo era ed è un’impostazione valida e, in questo senso, il sostegno a Lorenzoni non è mai mancato. Ma tutto questo per trasformarsi da ambizione a realtà ha bisogno di tem-
La sconfitta viene da lontano, adesso serve la voglia di ripartire non di distruggere po, per crescere tra le persone e attorno a progetti concreti». Avreste dovuto cercare con più ostinazione un’intesa con il M5S? «Ci abbiamo provato. Sarebbe stata una soluzione coerente con lo scenario nazionale e sarebbe stata proficua anche per loro, visto che così non sono riusciti neppure ad entrare in Consiglio regionale». Resta il fatto che in Veneto c’è un centrosinistra da ricostruire. Partendo da dove? «Innanzi tutto dai consiglieri regionali, che hanno competenze ed energie valide. Bisogna però lavorare fuori dal Palazzo ripartendo dai problemi che rimangono aperti nel Veneto. La sanità pubblica che continua a subire tagli e ridimensionamenti, e che sta slittando nel privato. Il dissesto
idrogeologico e la sciagurata politica di sfruttamento del suolo. L’insufficiente spinta verso lo sviluppo dell’economia green. Da qui dobbiamo ricostruire una forza democratica veneta e una proposta credibile. Ci sono le basi per convocare nei prossimi mesi un congresso del Pd che abbia un valore costituente, rifondativo, dal quale far emergere la nostra visione alternativa. Non so cosa farà Zaia nei prossimi tempi ma è bene ricordare che il 22 settembre è cominciato il dopo Zaia». A Venezia, al ballottaggio, non è riuscita la rimonta di Pier Paolo Baretta su Luigi Brugnaro. Perché il Pd non vince più tra classi medie in crisi e quartieri popolari? «Va riconosciuto a Baretta il merito di aver guidato questa campagna elettorale in modo instancabile, con competenza e passione. Un lavoro prezioso che ha riacceso entusiasmo, impegno e dialogo con la città. Un punto di ripartenza per il centrosinistra veneziano che ha idee e risorse per riprendersi in fretta sia tra le classi medie che nelle periferie per raccoglierne aspettative e bisogni reali. Possiamo fare rapidamente un lavoro di rafforzamento di tutto un fronte, politico e civico culturale, che alle elezioni si è posto in alternativa al centrodestra». Crede che l’alleanza di governo tra Pd e M5S possa avere avuto ripercussioni sull’esito del voto regionale?
Andrea Martella, Partito democratico, veneziano e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
«I fatti stanno dimostrando che non è così. Semmai a livello nazionale è il centrodestra che si ritrova nella necessità di ricomporsi attorno ad una leadership, visto lo stato di appannamento di Salvini». Il governo sta lavorando alla stesura del piano per il Recovery Fund. Quali priorità vede per il Veneto? «Le risorse vanno investite in progetti per accrescere la competitività del sistema manifatturiero, per sburocratizzare, per migliorare il sistema logistico e le reti immateriali e infrastrutturali. Penso alla possibilità di poter accelerare sulla Tav, l’Alta velocità tra Brescia, Verona e Padova, fondamentale per il Veneto. Anche la Zona logistica speciale (Zls) per Porto Marghera è un’occasione che abbiamo colto e che va potenziata per un nuovo sviluppo del Veneto. Ci confron-
teremo con le parti sociali, anche territoriali». Transizione digitale e transizione climatica sono le due principali linee guida stabilite dalla Commissione europea. L’Italia saprà essere all’altezza? «L’Italia dovrà essere all’altezza. Saremo giudicati proprio sulla capacità di vincere questa sfida. Il nostro futuro, e in particolare quello delle nuove generazioni, passa da queste due transizioni». Tra i comparti più penalizzati dalla pandemia c’è il turismo. Il turismo vale il 10% del Pil regionale. « Non c’è regione più interessata del Veneto al rilancio del turismo, e le risposte ci sono. Si va dal tax credit per le strutture ricettive, per una loro riqualificazione, alla prosecuzione della de-contribuzione, da un piano di rilancio di tour opera-
Un patto fra pubblico e privato per la crescita sostenibile
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GIANCARLO CORÓ
IL COMMENTO
n grande patto fra pubblico e privato è quanto propone il presidente di Confindustria per far tornare l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenibile, consapevole che la finestra di opportunità aperta dalle politiche europee non può essere sprecata. Dietro la montagna di risorse pubbliche prospettate dall’UE si cela, infatti, anche un grande pericolo: l’ulteriore dilatazione di uno Stato assistenziale che attraverso l’elargizione di sussidi a pioggia
tor e agenzie di viaggio». E poi c’è la partita del Mes, che fa litigare il governo. «Io sono per utilizzare le risorse del Mes, sottraendo il tutto ad ideologismi superati. Mi piacerebbe che anche Zaia dicesse onestamente che quelle risorse sono indispensabili per modernizzare anche il sistema sanitario del Veneto». Si parla di un possibile rimpasto del governo Conte. Goffredo Bettini, uno degli uomini più ascoltati del Pd, ha parlato della necessità di «un rafforzamento politico». Che ne pensa? «Chi pensava di dare una spallata al governo si è ritrovato con una lussazione. Se il tema da porsi non è il rimpasto, bisogna ugualmente concentrarsi su un ulteriore rafforzamento del governo. Per concentrarsi sulle priorità». —
punta al consenso immediato invece che creare condizioni affinché il paese sia capace di competere e creare lavoro attraverso l’impiego produttivo delle nuove tecnologie. Il dibattito aperto da Mario Draghi su debito buono e debito cattivo sta proprio in questa differenza. Che la politica sembra tuttavia avere già dimenticato. Basti pensare alla nuova campagna di Matteo Salvini a favore di Quota 100 – una delle più inique redistribuzioni di ricchezza a danno delle nuove generazioni – o al-
la acritica difesa del reddito di cittadinanza da parte dei Cinque stelle. La proposta di Carlo Bonomi per un nuovo patto pubblico privato indica come obiettivo l’incremento di produttività del sistema economico. Proprio la produttività – un concetto che indica la capacità di creare reddito attraverso un impiego efficiente delle risorse disponibili – è stata la grande assente dello sviluppo italiano degli ultimi due decenni. Senza aumenti di produttività un’economia matura è de-
stinata alla stagnazione. Ma questi aumenti si possono ottenere intervenendo su due piani: da un lato attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche e organizzative nelle imprese; dall’altro con miglioramenti dell’ambiente esterno in cui le imprese operano, a partire dal buon funzionamento delle infrastrutture, del sistema educativo, della giustizia civile, della pubblica amministrazione. È giusto, perciò, che il presidente di Confindustria proponga un patto al governo,
poiché è solo dalla collaborazione fra pubblico e privato che la produttività del sistema paese può tornare a crescere, e con essa il reddito, l’occupazione, la prosperità. Sappiamo, inoltre, che lo sviluppo si trova oggi di fronte a nuove e difficili sfide, come quelle create dai cambiamenti climatici e dalle crescenti disuguaglianze sociali, che le imprese non possono certo affrontare da sole. Tuttavia, le imprese hanno anche responsabilità cui non possono sottrarsi. Come la necessi-
tà di dedicare maggiori risorse agli investimenti in ricerca e innovazione. Rinunciare, almeno in parte, al rigido controllo familiare per favorire aggregazioni, nuove alleanze e la crescita dimensionale. Soprattutto devono riconoscere la centralità che il capitale umano riveste per lo sviluppo e l’innovazione dei prodotti. Il che non rinvia solo a un problema di rinnovi contrattuali, bensì ad una profonda riforma della governance aziendale. Solo se ognuno farà la sua parte – lo Stato da un lato, le imprese dall’altro – questo paese potrà uscire dalla crisi e tornare a crescere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
E mail belluno@corrierealpi.it
Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
verso le olimpiadi milano-cortina 2026
Tra governo e Cio sepolta l’ascia di guerra E la Commissione segnala «passi avanti» Il sindaco Ghedina e Zaia (per bocca di Malagò) hanno tenuto il punto sulla pista da bob e su tutti gli altri impianti previsti CORTINA
La pista di bob di Cortina e gli altri impianti previsti per i Giochi del 2026 sono «irrinunciabili» e, in ogni caso, l’investimento lo garantirà la Regione Veneto. Parola di Luca Zaia, il governatore. Ma anche del sindaco Gianpietro Ghedina. Così rassicurato, Thomas Bach, presidente del Cio, che domenica aveva polemizzato con il governo per la riforma dello sport, ieri ha ringraziato l’Italia per come ha combattuto il covid e ha dato atto a Milano-Cortina dell’esemplarità con cui entrambe stanno già preparando le Olimpiadi. COMMISSIONE
Bach e Ghedina sono intervenuti in videoconferenza, in perfetta lingua inglese, alla prima verifica della Commissione di coordinamento del Cio, presieduta dalla finlandese Sari Essayah, ex campionessa e, si badi, segretaria del Partito dei democratici cristiani finlandesi. Zaia, trattenuto da impegni istituzionali, ha inviato un lungo e rassicurante messaggio a Giovanni Malagò, capo del Coni, perché lo leggesse al Cio. Hanno partecipato anche il presidente Fontana della Lombardia, il sindaco di Milano Sala, i presidenti di Trento e Bolzano, Fugatti e Kompatscher, Vincenzo Novari, ad del Comitato organizzativo. C’ERA VALERIO TONIOLO
Ha partecipato all’incontro anche Valerio Toniolo, rappresentando il ministro Spadafora. Toniolo? Sì, il commissario dei Mondiali di Cortina 2021 per conto del Governo. «Cortina può ritenersi in una botte di ferro», ha commentato Ghedi-
na, dopo oltre tre ore di seduta.
per la maggiore ad esempio ad Auronzo.
BACH SENZA IL BRONCIO
I PRINCIPI
E, già che ci siamo, vale la pena di dire subito che il presidente del Cio non aveva il broncio come domenica ai Mondiali di ciclismo di Imola. È intervenuto con toni certamente molto rassicuranti, mentre a Roma il ministro Spadafora preparava una dichiarazione dai toni concilianti. La riforma dello sport garantirà l’autonomia del Coni e la frattura con Thomas Bach sarà ricomposta, ha lasciato intendere. Insomma, la burra-
Hanno parlato anche Sala, Fontana, Kompatscher, Fugatti. Toniolo ha portato il saluto di Spadafora e del governo, ovviamente rinnovando le assicurazioni. E l’ad Novari, presentando il progetto, ha insistito sulle fondamenta concettuali delle Olimpiadi 2026. La sostenibilità, si diceva. Ma anche la continuità degli impianti. Il bob a Cortina, ad esempio, diventerà almeno per 20 anni centro federale. E poi la partecipazione, il coinvolgimento, a iniziare dai giovani.
A tirare le somme della videoconferenza la finnica Sari Essayah «La strada è giusta»
CONCLUSIONI
sca è passata. SOSTENIBILITA’
Bach, dunque, il presidentissimo, ha ricordato ancora una volta le caratteristiche dei Giochi 2026, fondati sull’agenda 20-20, quindi in primo luogo sulla sostenibilità. Ovvero impianti a costo ambientale zero. Il numero 1 del Cio, rivolgendosi all’Italia, quasi recuperando la sensazione critica che le sue parole ad Imola avevano dato, ha riconosciuto lo straordinario esempio dato con la lotta al Covid, la straordinaria determinazione nell’affrontarla, la capacità gestionale dimostrata. Come dire, comportatevi allo stesso modo con l’appuntamento olimpico e tutto andrà per il meglio. L’ORGOGLIO DI CORTINA
In un fluente inglese, il sinda-
La pista da bob di Cortina nelle condizioni in cui versa attualmente
co Ghedina è intervenuto dopo i presidenti Malagò («Siamo pronti ad affrontare come squadra molte importanti sfide future per offrire un’edizione indimenticabile dei Giochi olimpici») e Pancalli, rassicurando che ai piedi delle Dolomiti continua quella partecipazione popolare alla preparazione dell’evento dimostrata fin dai primi istanti della candi-
aveva 97 anni
Addio al professor Richebuono storico e cittadino onorario IL LUTTO
l professor Giuseppe Richebuono, storico e cittadino onorario della Magnifica, è venuto a mancare all’età di 97 anni a Bolzano, dove oggi si terrà il funerale. Richebuono era cittadino onorario di Cortina dall’ottobre del 2010; ha poi ricevuto nel 2013 la croce d’oro dal
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Land del Tirolo, la più alta onorificenza della regione austriaca, e nel 2018 ha ricevuto l’onorificenza per meriti di Cittadino ladino dell’anno. Nato a Genova il 25 aprile del 1923 da genitori con radici del Cadore, si è laureato a Milano, all’Università Cattolica, con una tesi di laurea sulla storia medioevale del Cadore e di Cortina. La sua costante ricerca storica per
decenni è stata impegnata nel promuovere la riunificazione delle quattro valli ladine e la loro uguaglianza. Ha insegnato a Cortina, Bressanone, Merano e Bolzano; inoltre ha dato lezioni di storia dei ladini delle Dolomiti all’Università di Innsbruck. «Grande amante e profondo conoscitore del nostro territorio», è il ricordo del sindaco Gianpietro Ghedina, «a
datura. «Partecipiamo perché», ha spiegato il sindaco, «ci sentiamo orgogliosi del compito affidatoci. Da qui il lavoro a ritmo serrato. Per esempio la progettazione della pista da bob è definita. E vogliamo tutte le discipline assegnateci, a cominciare dal bob. CHI PAGA
Se il Cio teme per qualche inve-
cui ha dedicato numerosi scritti tra cui “Storia d’Ampezzo” , nel quale ha approfondito diversi aspetti della nostra meravigliosa storia, tra cui i nomi degli antichi ampezzani, la Compagnia degli Scizar, la Parrocchia di Ampezzo. Il suo amore per questo territorio lo ha portato a chiedere di far riposare le sue ceneri presso la nostra terra, nel cimitero di Cortina. I suoi studi e la sua passione per le nostre valli ladine ci accompagneranno nel cammino di crescita del paese». Addolorati anche i ladini. «Esprimiamo ai famigliari le più sentite condoglianze», dichiara Elsa Zardini, presidente dell’Unione dei ladini d’Ampezzo, «ringraziamo il professor Richebuono per
stimento, sappia – ha rassicurato Zaia attraverso la voce di Malagò – che la Regione paga. «La pista è fortemente voluta e, quindi, nessuna discussione sarà accettata», ha detto Zaia. Quel che è stato affidato a Cortina, va mantenuto. Una pista, quella di bob, che non farà la fine di quella del 2006 a Torino, ma che sarà utilizzata perfino d’estate con il fun bob, che va
IL RICORDO DEL SINDACO GHEDINA «UNA GRANDE PASSIONE PER LE NOSTRE VALLI»
Esequie oggi a Bolzano le ceneri riposeranno in terra d’Ampezzo Il cordoglio dei ladini
«Milano-Cortina 2026 ha compiuto notevoli progressi nonostante le sfide poste dal Covid-19», ha riconosciuto anche lei, la signora Essayah, «l’integrazione dell’Agenda Olimpica 2020 e della nuova norma nel progetto, in particolare per quanto riguarda l’uso dei luoghi esistenti, fornirà un’eredità sostenibile sia per lo sport internazionale e sia per le comunità locali in Italia», ha aggiunto, «il movimento olimpico è unificato nel sostenere il Comitato organizzatore per realizzare la sua ambizione di offrire un’esperienza irripetibile che lascerà un’eredità a generazioni di italiani». SALVINI
Incontrando ieri a Venezia Luza Zaia, Matteo Salvini aveva commentato: «Stiamo già ragionando su cosa fare in questi 5 anni: le Olimpiadi 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso». — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA
tutto il lavoro svolto per la conoscenza della nostra storia e cultura e per l’amore per la nostra terra che ha espresso in ogni momento. Il suo ricordo rimarrà vivo nella nostra comunità anche attraverso il suo testamento spirituale che ci ha voluto lasciare il 7 maggio 2009 e che ci auguriamo segni la strada per le nostre future generazioni. Il suo spirito aleggerà sulla valle d’Ampezzo ogni volta che la croce sul Pomagagnon brillerà baciata dal sole». I funerali oggi alle 11 nella chiesa parrocchiale di Muri Gries a Bolzano. Appena possibile le ceneri saranno portate nel cimitero di Cortina per sua espressa volontà. — ALESSANDRA SEGAFREDDO © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 30 Settembre 2020 Corriere del Veneto
VE
Economia
Zaia e la Tav: «Il commissario? Ce lo facciamo noi in casa» 78 ❞ Le fiere
«Un commissario per l’alta velocità in Veneto? A Roma nominassero quello che ha seguito Vaia...». Luca Zaia si candida, anzi, candida la Regione (e sarebbe un bell’anticipo di campionato sull’autonomia) a far correre più veloci i cantieri della Tav. «Se si affidasse la pratica a noi spiega meno faceto e decisamente più serio il governatore - di sicuro la sbloccheremmo, abbiamo gli oltre 2 miliardi di cantiere della Pedemontana che lo testimoniano». È un inciso non casuale su quello che Zaia definisce spesso «il più grande cantiere d’Italia», quella superstrada dall’iter tribolato ormai in dirittura d’arrivo, usata come credenziale per una delle 23 materie richieste dall’autonomia vagheggiata: le infrastrutture. Ma mettendo da parte la fame di autonomia del Veneto riconfermata a furor di popolo con quel quasi 77% tributato allo Zaia-ter alle ultime Regionali, il tema del quadruplicamento della Milano-Venezia resta sul tavolo. Domenica il Corriere del Veneto riportava l’intervista in cui l’Ad di Iricav Due, general contractor per la tratta Verona-VicenzaPadova, Nicola Meistro, spiegava come il «modello Genova» potrebbe accorciare di molto i 78 mesi di cantieri previsti per l’arrivo alle porte di Vicenza. Significherebbe, però, lavorare h24, 7 giorni su 7, come si è fatto sul Polcevera per il nuovo ponte e individuare una figura, reclama il Veneto, in grado di sciogliere le pastoie burocratiche che rallentano l’avanzata dei binari. Commissario sì o commissario no? Meistro spiega che se ognuno facesse la sua parte, probabilmente non servirebbe. Franco Miller, decano VENEZIA
Verona-Padova l’intesa cammina Il focus si amplia ai congressi PADOVA Un dialogo che
entra nel vivo, ruotando intorno alle possibili sinergie, anche tra manifestazioni. E che a breve affronterà il merito di proposte più concrete: come, per esempio, la gestione «di squadra» delle grandi strutture congressuali del Nordest. Con l’incontro di due giorni fa, il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani e quello di Padovafiere, Luca Veronesi, hanno dato inizio al dialogo. Un incontro positivo. Che alimenta tutt’intorno le voci di scenari futuri più integrati. Il come è ancora tutto da vedere. C’è la Fiera di Verona col suo potenziale di quartiere fieristico nazionale (vedi Vinitaly e Fieracavalli). C’è la Fiera di Padova che cerca un orizzonte per il suo, di quartiere fieristico, cui può sommare il potenziale sul piano congressuale. È stata definita «alleanza». Per adesso sembra un passo verso quell’idea di polo fieristico veneto in cui le peculiarità farebbero squadra, aiutandosi anziché combattersi per salvarsi dalla crisi. L’incontro sull’asse Verona-Padova ha aperto le interlocuzioni, secondo una priorità che rimane quella di trovare un perimetro economico sostenibile per entrambe le realtà. Nessuna prospettiva di fusioni, bensì di sinergie. Può essere l’inizio di un percorso - in parallelo alle collaborazioni nazionali, con Verona che guarda a Bologna e Milano - dopo quello soltanto abbozzato con la manifestazione d’interesse che Veronafiere aveva presentato per la gestione del quartiere padovano di via Tommaseo, in seguito tramontata. In tutto ciò, una parte in gioco è anche quella della politica. Mentre in Regione ballano le cariche da riassegnare, l’ex assessore allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, riflette: «Io ho sempre immaginato un grande polo regionale con declinazioni territoriali autonome: Verona con vino e cavalli, Padova con auto-moto d’epoca e congressuale, Vicenza con il lusso. Una maggior collaborazione tra le fiere è una via obbligatoria». M.S.
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L’industria di Gianni Favero
VICENZA Liquidità fresca per 70
milioni di euro e un nuovo assetto societario per Burgo Group, il colosso della carta di Altavilla Vicentina, che predispone così un imponente piano di rilancio e di diversificazione della propria presenza sul mercato. La Holding Gruppo Marchi, riferibile all’omonima famiglia vicentina che esprime, attraverso Alberto Marchi, la presidenza di Burgo, e il fondo di private equity indipendente QuattroR Sgr, hanno sottoscritto un’intesa che prevede la creazione di una Newco, partecipata al 50% ciascuno, la quale controllerà il 91% del gruppo cartario, veicolo nel quale la Sgr farà confluire 70 milioni di euro. A completare la compagine degli azionisti rimangono le quote di Mediobanca (oggi
I mesi di cantiere per arrivare da Verona al Bivio di Vicenza, secondo il cronoprogram ma di Iricav Due, sono 78
dell’alta velocità fra Transpadana e Confindustria, resta convinto che sia la chiave di volta per corredare i Giochi olimpici invernali del 2026 di un’infrastruttura tutt’altro che accessoria, considerando che le due sedi sono giusto Milano e Cortina. Sull’utilità della figura commissariale, a lungo emblema delle «grandi opere» berlusconian-galaniane, ormai il tabù pare esser caduto e il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, la dem Paola De Micheli, ha stilato una lista di opere da commissariare nel programma «Italia Velo-
ce». Inizialmente, vi si ritrovava solo la riqualificazione della linea storica fra Venezia e Trieste. Qualche sopracciglio all’epoca si era sollevato, visto che si annunciava il commissariamento di un’opera ancora non partita mentre nulla si diceva sulla tratta veneta dell’alta velocità. Nella nuova versione dell’elenco del Mit, invece, compare anche la Tav. Qui si apre, però, un nuovo capitolo tutto romano. Da fonti ministeriali si apprende che per il Mit, il profilo del commissario ideale è una figura squisitamente tecnica.
Meistro Pronti a lavorare h 24, 7 giorni su 7
In cantiere I lavori per la linea ad Alta Velocità/Alta Capacità tra Brescia e Verona
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Burgo pianifica il rilancio Entra il fondo QuattroR, liquidità fresca per 70 milioni 11,6%), Generali (11%) e Italmobiliare, gli istituti bancari finanziatori storici e due nuove banche, le quali parteciperanno con altre componenti di liquidità. L’accordo giunge al termine di una trattativa in esclusiva avviata alla fine del marzo scorso e che puntava, fra gli obiettivi principali, all’uscita del gruppo da un piano di risanamento secondo lo schema previsto dall’art.67 della legge fallimentare e che risale al 2015. Allora le banche avevano trasformato più di 200 milioni dei crediti vantati, su un totale di circa 900, in quote di capitale. Il primo creditore è Mediobanca, seguito da Banco Bpm. Fra gli altri soci c’è pure il fondo Pillarstone, il quale aveva rilevato parte dei crediti di Intesa e di Unicredit. Il Gruppo Marchi detiene il
Il colosso della carta L’imponente sede veneta di Burgo Group ad Altavilla Vicentina
50,59%. QuattroR, con l’operazione di questi giorni, assorbe in larga misura gli strumenti partecipativi in capo dal 2015 agli istituti finanziari.
In buona sostanza: se si tratta di un’opera viaria in cui è coinvolta Anas, il commissario «tecnico» dovrebbe uscire dall’Anas stessa, se si tratta di ferrovie, la provenienza dovrebbe essere Rete ferroviaria italiana (Rfi), che è la committente, ad esempio, della Tav in Veneto. L’elenco è stato depositato settimane fa a Palazzo Chigi ma il consiglio dei ministri si sarebbe arenato su una discussione tutta interna: davvero una figura tecnica sarebbe la scelta più adeguata? A Palazzo Chigi c’è chi ritiene che il «commissario classico», in grado cioè di interloquire con enti locali e ministeri, resti la strada maestra da seguire. Da Roma fanno capire che si è ancora alla discussione sulle caratteristiche dei commissari eppure nell’elenco ci sono già dei nomi ipotizzati. Dal Mit si conferma che la linea sull’elenco inviato a Palazzo Chigi è quella del riserbo. Di concreto, quindi, per ora c’è solo la disponibilità del general contractor di mettere in campo un «labor intensive», una modalità progettuale e realizzativa che accorci i tempi, proposta che, nel caso, dovrebbe però essere concordata con Rfi e quindi col governo. Protestano, infine, i «Cittadini contro il Tav», comitato veronese capitanato da Daniele Nottegar che ironizza sui cantieri nel Bresciano: «Lunedì (è prevista un’inaugurazione ndr) partiranno i lavori di scavo della galleria di Lonato, che sarà fatta con una talpa costruita in Cina da tecnici cinesi ma pagata con i soldi degli italiani. E per fortuna il Tav serve per creare posti di lavoro... sì, ma in Cina». Martina Zambon
Lo storico gruppo Burgo, fondato nel 1905, oggi opera attraverso una rete di 11 stabilimenti in Italia e uno in Belgio, impiega 3.400 persone
(di cui 2.800 nel nostro Paese) e ha chiuso il 2019 con ricavi per 1,7 miliardi, con un utile netto di 10 milioni di euro. Fra il 2018 e il 2020 l’azienda ha ampliato il proprio business, con l’ingresso nel mercato del cartone per imballaggio e la riconversione degli stabilimenti di Avezzano (L’Aquila) e di Verzuolo (Cuneo). «L’investimento di QuattroR – ha rilevato l’amministratore delegato, Ilario Capuano - è per Burgo Group un passaggio fondamentale che ci consentirà di completare il piano di riposizionamento in segmenti ad elevate potenzialità di crescita, come quello della produzione di carta per imballaggi, oltre a consolidare la nostra leadership nei settori tradizionali delle carte grafiche e speciali. Inoltre QuattroR ci supporterà nello sviluppo di soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale, tema per noi sempre più centrale». Tanto Capuano che l’attuale management saranno confermati. L’operazione, il cui perfezionamento è previsto nelle prossime settimane, è soggetta all’approvazione da parte dell’autorità Antitrust europea. © RIPRODUZIONE RISERVATA