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Cronaca 9
L'ARENA
Lunedì 5 Ottobre 2020
Lanostraintervista
Dopomesidi epidemiatante incognite,qualchesperanza
Unmaffeiano allaWorldhealth organization
Maturità classica al Maffei, laurea in medicina a Padova, specialistica in igiene e salute a Milano, medico del Cuuam in Tanzania, Ranieri Guerra,natoa Veronanel1953, ha
ricoperto ruoli dirigenziali ai ministeri della salute e degli esteri, ha lavoratoall’Istitutosuperioredisanità, alle Nazioni Unite, quindi, dal 2017,aGinevraall’Organizzazione
mondiale della sanità dove è direttore generale aggiunto. Esplosa la pandemia l’Oms ha inviato lui, manager esperto di infezioni e malattietropicali,a guidarel’Italia.
LACITTÀ SECONDO ILVERTICE DELL’OMS. RanieriGuerraè direttoreaggiuntoall’Organizzazione mondialedella sanitàe orientaladifesadell’Italia dalcontagio
«Verona in prima fila contro il virus» «Sempreattentacontrol’epidemiaeoranellaricerca Imedicihannosaputomitigarel’impattodelCovid-19 Elascienzasafaresquadrafrapubblicoeprivato»
Inumeri
Ilreport
1
MILIONENEL MONDO LEVITTIME DELCOVID
L’Organizzazionemondiale dellasanità,secondogli ultimidatidel3ottobre, calcolache levittimedel covidintuttoilmondosiano 1.025.729,delle quali 239.610inEuropa,inclusele 35.968italiane.Oltreil doppiosonoquelledelle due Americhe (565.437), mentre risultano118.098idecessi nelSudEstasiatico. Sono 62.790nelMediterraneo orientale;26.224inAfricae 13.557nelOvestPacifico.
34
MILIONINEL MONDOI CASI DICOVID 19CONFERMATI
Lasede dell’Organizzazionemondiale dellasanità aGinevra Maria Vittoria Adami
Italia promossa, con un compito da portare avanti, però: continuare sulla strada fin qui percorsa. Lo raccomanda Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità, «mente scientifica» che affianca il Governo da febbraio nell’affrontare la pandemia tentando di arginarla, nonché veronese. Da giorni la domanda che più gli si rivolge, nei programmi televisivi, è se dobbiamo attenderci una seconda ondata dell’epidemia. DirettoreGuerra,dobbiamodavvero aspettarci questa temuta secondaondata?
Non parlerei di ondata, ma di completamento del ciclo dell’epidemia. Il virus ha fatto il suo ingresso con valori alti all’inizio dell’anno, è diminuito grazie al lockdown e alle misure di prevenzione messe in atto; è calato in estate perché è un virus respiratorio e le temperature sono più miti. Siamo rimasti più spesso all’aperto continuando a usare mascherine e adottando il distanziamento. Per que-
sto è diminuita la frequenza delle trasmissioni. Ora è autunno, abbiamo aperto le scuole, le università, gli uffici pubblici, quindi la curva è inevitabile anche se non siamo ai livelli dei Paesi vicini. Perchélasituazioneoraèpeggioreall’estero?
Perché l’Italia ha avuto una capacità di intervento rapido e migliore. C’è tuttavia una crescita di contagi che ci deve mantenere attenti. Ora abbiamo l’esempio dei nostri vicini. L’Italia è stato il primo grande Paese colpito e allora ci guardavano gli altri. Adesso è il contrario. L’Italia ha mantenuto rigore nella gestione dell’epidemia e si vede. Gli altri Paesi no, e si vede anche questo. Perciò ora dobbiamo guardare a ciò che accade in Spagna, in determinate aree della Francia e in alcuni land tedeschi dove l’apertura non è stata gestita in maniera ottimale e se ne ravvisano gli effetti. Siamo soliti all’autocritica, ma possiamo dire che l’Italia è stata efficientedurantel’epidemia?
Certamente e per tre fattori. Il primo: il Governo ha dato
delle linee guida interpretando rigorosamente ciò che gli è stato indicato. Per una volta la politica ha seguito la scienza e ne ha ben compreso il messaggio. In secondo luogo, anche le persone sono state disciplinate e hanno recepito quanto occorreva fare. Anche i più giovani: i ragazzi quest’estate sono stati più leggeri, ma hanno capito, si sono corretti e ora sono più diligenti dei coetanei europei. Ilterzo fattore?
Il terzo punto è che quello che è percepito come uno svantaggio - ovvero l’avere un sistema amministrativo parcellizzato tra Governo, Regioni ed enti locali - si è rivelato un vantaggio: il Governo ha dato delle linee guida vaste. Le Regioni le hanno tradotte al meglio caratterizzandole in base al loro territorio. Sono state applicate secondo le situazioni locali. Hanno agito tutti molto bene. Con l’aperturadella scuola i nodi sono venuti al pettine, come ce lastiamo cavando?
Le difficoltà sono inevitabili, ma al momento emergono la disciplina e la preparazione
Lafotografiaglobale dell’Oms sui casi confermati dicovid 19dall’iniziodella pandemiasono34.495.176 dicui 6,6milioni inEuropa, compresii 309.908 dell’Italia;quasi16,9 nelle Americhe(sette milioni quellidegli Usa);7,2 nelSud Estasiatico;2,4 nel Mediterraneoorientale;1,2 inAfrica, e 621milanel Pacificooccidentale.Sono 1,2milioniinRussiache conta21.251morti.
322.751 IL TOTALE DEI CASI IN ITALIA DAINIZIO PANDEMIA
InItaliadafebbraio sono staticonfermati 322.751 casidicovid19.I decessiin questimesi sonostati 35.968,mentre231.217 personesonoguarite. Oggi cisono55.566casi di positiviintutto loStivale. Il Venetoèla quartaregione dopoLombardia,Piemonte edEmilia Romagna.Verona èundicesimadopo Milano, Torino,Brescia, Bergamo, Roma,Napoli,Genova, Cremona, Monzae Bologna.
RanieriGuerra durantela trasmissionetelevisiva Dimartedìsu La7
di istituti, dirigenti, insegnanti e operatori scolastici. Ora attendiamo: dovranno passare i primi 14 giorni, poi ancora una settimana, quindi valuteremo. Avremo un quadro chiaro della situazione a fine mese. Allora la questione da valutare sarà il tema delle infezioni dei ragazzi nelle famiglie, cioè se i giovani possono diventare veicolo, inconsapevole e incolpevole, del virus da scuola alle famiglie. Le cose andranno meglio dell’invernoscorso?
I segnali sono buoni. Ora mostriamo tempestività nell’ individuazione dei focolai. Abbiamo possibilità di fare 350mila tamponi al giorno. È una capacità diagnostica imponente, molto veloce e migliore di prima. Una capacità di fuoco che abbiamo maturato con grande dolore, ma che ora è stata assimilata. Cisonobuonesperanze?
Dipende da noi. Ora abbiamo il vantaggio di sapere cosa può accadere. Ma dobbiamo continuare con cautela. L’errore è aprire in modo non concertato e senza priorità. La situazione impone pro-
gressività di aperture, non possiamo all’improvviso riattivare tutto. Veronaèstatamoltocolpitadallapandemia,maèancheinprima linea nella ricerca del vaccino e della terapia basata sull’antiartrite reumatoide che blocca gli effetti della malattia prima che esploda.Cosa nepensa?
Ho un grande conflitto di interesse perché da veronese, sentire parlare di questo per me è musica. Verona ha mostrato una grande capacità dei medici di mitigare l’impatto della pandemia. La città è un crocevia di due corridoi, luogo di passaggio e quindi più colpita dal virus. Ha reagito con grandi capacità a un vero e proprio assedio. Ora aggiunge le potenzialità della scienza facendo leva su un suo grande punto di forza che è il saper tessere parternariati tra pubblico e privato. In questi giorni il grande dibattitoruotasuivacciniantinfluenzali.Ne avremo asufficienza?
L’approvvigionamento non è un problema. I ceppi del vaccino sono stati indicati a settembre. Per ciò che riguarda il servizio pubblico che privi-
Veronae provinciaconta no743 attualmente positivial Coronavirus, sono21icasi inpiùnelle ultime24 ore,secondo il bollettinodella Regione Venetodiramato ierisera alle 17.Il bilanciodei morti,residenti nella Provincia,rimane a 602. Intanto,sono6689i casi totalidiCovid intuttala provinciaveronese, compreseanche levittime echi nonè più positivo dopodue tamponi:i guariti,i«negativizzati virologici»,5344 persone. Iricoverati positivi,in tuttoil territorio veronese,sono37 negli ospedali:33inreparto e 4 interapia intensiva.Tra gli altricasidi positività non sisonoresi necessarii ricoveriinospedale.
legia le classi più a rischio (over 60, personale di strutture pubbliche e bambini) siamo coperti. Meno dosi sono andate al privato, ma non ci si deve preoccupare. Il commissario sta facendo un lavoro egregio. E non va sottovalutato anche un altro fattore: ci aspettiamo una diminuzione dei contagi dell’influenza ordinaria grazie alle misure di contenimento del virus che diminuiscono l’impatto anche dei malanni di stagione. Lo stiamo osservando in Australia. Ce la faremo. Mai come quest’anno abbiamo capito quanto aiuti guardare al mondo.Eviceversa.
È necessario per la ricerca. Con la pandemia abbiamo condiviso e girato esperienze, raccomandazioni, articoli, risultati e scoperte scientifiche. C’è stata una mobilitazione globale della scienza che non ha precedenti nella storia. E che ha prodotto un patrimonio globale. Non ci sono stati ostacoli di condivisione, è stata una grande esperienza. E mi auguro accada anche con il vaccino perché è anch’esso un bene globale. • © RIPRODUZIONERISERVATA
LOTTAAL CONTAGIO. Mentre aPadova sipreparano restrizioni, D’Arienzodel Pdinvita Zaia aimporne l’uso all’aperto
«Obbligo o no, sempre la mascherina» IlsindacoSboarina faun appelloallaresponsabilità «Perora nessuna misurain attesadi RomaeVenezia» «Senso di responsabilità». Il sindaco Federico Sboarina, con un post su Facebook, torna a raccomandare «mascherine, distanziamento sociale e lavaggio frequente delle mani, le tre abitudini che ognuno di noi deve continuare a mettere in pratica per garantire la propria salute e quella degli altri». Tuttavia, per il momento, fa sapere che «non ci sono prov-
vedimenti imminenti». Come quelli che invece sono preannunciati in altre città come Padova dove il collega Sergio Giordani ha già fatto sapere che sono in arrivo misure uguali a quelle adottate in Campania, Lazio, Basilicata e a Piacenza: obbligo di mascherina anche all’aperto per tutta la giornata. Ma se non è un obbligo, quella di indossare sempre la mascherina, «anche all’aperto», è una forte raccomandazione. «Facciamolo tutti», scrive Sboarina, «e facciamolo fare ai nostri figli quando sono fuori con gli amici». E
aggiunge: «Nessuno vuole tornare indietro ma al tempo stesso con l’autunno il Covid si sta ripresentando. Stiamo monitorando attentamente la situazione cittadina e, al momento, non ci sono provvedimenti in arrivo anche per non generare sovrapposizioni con le ordinanze regionali e il decreto governativo, atteso entro mercoledì. La salute della nostra comunità», conclude il sindaco, «è garantita dai puntuali controlli delle forze dell’ordine, della polizia locale e dei militari sul rispetto delle regole». Intanto, il sindaco della cit-
Distribuzionedimascherine nelle scuole
tà del Santo fa sapere che attenderà ancora qualche giorno «per vedere se dal Governo o dalla Regione arriveranno le annunciate misure che regolano in maniera ancora più prudente l’uso della mascherina negli spazi aperti, passato questo tempo», avverte, «provvederò io ad assumere delle misure particolari per Padova. Proteggersi», conclude, «è un gesto semplice, non possiamo tornare indietro. Non facciamo allarmismi, ma serve prudenza». Si rivolge, invece, al presidente della Regione Luca Zaia il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo. «Imponga in Veneto l’uso obbligatorio della mascherina all’aperto, sempre, questa è l’ora per agire per non vanificare i sacrifici
che abbiamo fatto finora, pena un tracollo economico e sociale che non possiamo permetterci. Il virus», osserva il senatore veronese, «non conosce confini e quelli che si registrano in questi giorni», sostiene, «sono i contagi causati prima dell’apertura delle scuole, per cui è probabile che i numeri cresceranno. Quindi cosa aspetta Zaia a decidere le mascherine obbligatorie all’aperto per tutto il giorno? Meno male che la maggior parte delle persone lo sta facendo dimostrando attenzione e rispetto verso gli altri. Spero anche», conclude il senatore veronese, «che in Veneto si facciano ancora più tamponi perché senza il vaccino, gli unici antidoti sono tamponi e mascherine». • E.S.
III
Primo Piano
Lunedì 5 Ottobre 2020 www.gazzettino.it
Giordani: «Aspetto fino a mercoledì, poi ordino le mascherine all’aperto» «Sto attendendo provvedimenti dal governo `«Sono sicuro che i padovani capiranno, la città altrimenti dovrò esercitare la mia autorità» si sta riprendendo, non possiamo bloccarla ancora» `
PALAZZO MORONI
SPIEGAMENTO DI FORZE Maxi blitz di carabinieri e polizia locale l’altra sera a Monselice. Tre i locali multati e fatti chiudere per cinque giorni: non hanno rispettato le norme anti Covid
consumo di alcol all’aperto e sulla vendita di bevande in bottiglie di vetro. Sabato sera l’ulteriore stretta, con l’operazione orientata alla sicurezza e alla legalità, in cui nel complesso sono state controllate 116 persone e 61 veicoli. «Vogliamo che Monselice resti una città viva – afferma la sindaca – senza rinunciare alla salute dei nostri giovani, alla sicurezza dei nostri cittadini e al decoro delle nostre piazze». Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA Lo ha detto e ripetuto fino allo sfinimento, in queste settimane: «Padovani state attenti». Un giorno mentre faceva colazione in un bar l’ha anche spiegato a un gruppo di giovani che festeggiavano baldalzosamente un compleanno, tutti senza mascherine: «Guardate che fate del male ai vostri genitori e ai vostri nonni». Sergio Giordani primo responsabile della salute dei cittadini, oltre ad una sensibilità spiccata per questi temi sa benissimo che ogni giorno di ritardo a questo punto può essere determinante per produrre nuovi contagi. Per questo già da qualche giorno ha cominciato a preparare l’opinione pubblica ad un provvedimento indifferibile, soprattutto pensando ad una città di 60mila studenti universitari che due volte alla settimana affollano il centro e si mescolano ai padovani che fanno la spesa in piazza o nei negozi. Sindaco che cosa farà? «Semplice. Se entro mercoledì il governo non imporrà l’uso delle mascherine all’aperto lo farò io. Spero che ci arrivino prima loro». In tutta la città o in centro? «Nei luoghi di assembramento. Ho chiesto al Comando della Polizia locale di farmi un report di quello che fanno negli altri capoluoghi. Poi deciderò. Non abbiamo ancora deciso se limitarci al centro storico nel fine settimana». Preoccupato per le reazioni dei cittadini? «Non credo, camminando per la strada vedo che il 70 per cento delle persone le portano già naturalmente». E le multe? «Mettere 400 euro è una esagerazione. Bastano 50 eu-
IL PROVVEDIMENTO Si attende per questa settimana il provvedimento del sindaco che imporrà l’uso della mascherina all’aperto
ro per scoraggiare. Diventerà antipatico ma se occorre...» Rischia di diventare più premuroso di Zaia... «Ma chi se ne frega. Il mio pensiero è che i cittadini stiano bene, altroché». Sembra che la sua decisione abbia già ottenuto un’ampia copertura: dalla professoressa Viola al Questore Fusiello fino a Crisanti. «Fa piacere, ma vede non è questo il mio obiettivo, io devo limitare i contagi per quanto mi è possibile». Tutti mascherati proprio adesso che c’è Van Gogh? «Guardi che è proprio questo il punto. La città si sta riprendendo, abbiamo una mostra incredibile, la più grande mai aperta in Italia, arriva una ma-
IL BILANCIO colin».
LA RIORGANIZZAZIONE
affida i lavori alla Siram spa Tommaso Caputo, direttore dei servizi tecnici e patrimoniali dell’Ulss 6 Euganea – A dirigerli sarà l’ingegner Francesco Mar-
Ma anche l’Azienda ospedaliera di via Giustiniani, come detto, prosegue con una propria organizzazione. Per i pazienti che arrivano al pronto soccorso sarà installata una tenda che li protegga in caso di vento o pioggia: «Per installare nel più breve tempo possibile la copertura necessaria per far fronte alle misure di contenimento per contrastare l’epidemia da Covid-19 – scrive l’ingegner Giovanni Spina, direttore dei servizi tecnici e patrimoniali dell’ospedale universitario – il tecnico competente ha chiesto all’impresa A.Z. Tende snc di Bovolenta di eseguire il montaggio anche in orario notturno». Il tutto per un valore complessivo di 980 euro. Un provvedimento ritenuto opportuno dal momento in cui in Azienda ospedaliera al momento si stanno concentrando tutti i pazienti Covid della provincia e anche casi più complessi provenienti da fuori. Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA Non accenna ad appiattirsi la curva dei contagi. Nella giornata di ieri se ne sono registrati 38 in più del giorno precedente a Padova e provincia, secondo i dati del bollettino serale di Azienda Zero. Venerdì erano 29 i nuovi positivi. Gli infetti da coronavirus passano quindi da 567 a 587 al netto tra guariti e contagiati. Numeri che cominciano a preoccupare anche le autorità cittadine padovane: il sindaco Sergio Giordani, infatti, ha annunciato che l’ordinanza per rendere obbligatorie nuovamente le mascherine all’aperto è pronta, chiusa nel cassetto della sua scrivania a Palazzo Moroni. E se governo o Regione non interverranno prima lo farà lui.
I DATI In tutto il Veneto si registrano 4281 persone attualmente positive, 180 ricoverati nei diversi reparti degli ospedali e 20 in terapia intensiva. Dall’inizio dell’epidemia i padovani che si sono contagiati sono 5376, ai
rea di gente, i tavolini dei bar e gli alberghi si riempiono. Bisogna convivere in sicurezza. E poi...» Dica... «Se si ferma un’altra volta la nostra economia sarà un disastro, questa volta totale». I padovani però si sono dimostrati molto attenti sul tema, che dice?
«RAGAZZI, DOVETE SAPERE CHE PUÓ TOCCARE ANCHE A VOI. E COSA COSTERÁ METTERSELA? È COME LA STORIA DEL CASCO, ORA LO PORTANO TUTTI»
I contagi sono in aumento: ieri altri 38 casi
I TEST Continuano ad aumentare i positivi in città e provincia
SALE 587 IL NUMERO DEGLI INFETTATI, UN NUOVO RICOVERATO A MALATTIE INFETTIVE ORA IN ISOLAMENTO 1.092 PERSONE
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quali si devono aggiungere gli 89 abitanti di Vo’. Se si guarda all’intera regione sono 28.701 i casi di Covid-19 dal 21 febbraio a oggi. Anche l’Azienda ospedaliera di via Giustiniani ha visto un aumento di pazienti nella sola giornata di ieri: ai 20 del reparto di Malattie infettive se ne
«Bravissimi. E sono convinto che la gente capirà la mia iniziativa. Dico solo questo: abbiamo ancora una curva dei contagi accettabile, vogliamo aumentarli?» E i ragazzi? Quanti ce ne sono in centro, a gruppi, senza mascherine... «Lo so, ma qui il lavoro dev’essere tutto sulla responsabilità. A casa, a scuola e per quanto ci compete, anche da parte nostra. Fargli capire che non è vero che non tocchi anche a loro e che se lo portano a casa sarà peggio. E poi che cosa costerà la mascherina? Anche quando è stato imposto il casco tutti criticarono, ora lo mettono tranquillamente». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA
è aggiunto uno mentre restano in quattro coloro che occupano letti in terapia intensiva. All’ospedale di comunità di Camposampiero ci sono sette pazienti positivi. Per quanto riguarda gli isolamenti fiduciari, cioè coloro che devono restare in casa in attesa dell’esito del tampone o perché entrate a contatto con un positivo (e quindi anche se il tampone è negativo devono rimanere in quarantena 14 giorni) alle 17 di ieri erano chiuse in casa 1092 persone delle quali solo due hanno sintomi riconducibili al coronavirus mentre le altre sono asintomatiche. All’interno del gruppo ci sono 320 positivi e 163 viaggiatori, cioè persone che dopo un viaggio sono rientrate infette, come è successo ai neo-diplomati che si sono recati in viaggio della maturità in Croazia o a Malta. Altri 586 sono persone in isolamento domiciliare perché entrate a contatto con un positivo. Allargando lo sguardo al Veneto, le persone che non possono uscire dalla loro abitazione sono 9.509 complessivamente. Si.Mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
TAV, PARTE IL CANTIERE BRESCIA-VERONA Oggi pomeriggio cerimonia di avvio dei lavori della linea Tav Brescia Est-Verona a Lonato del Garda con il ministro Paola De Micheli. Per il Veneto ci sarà l’assessore Elisa De Berti
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Batosta Pd, “processo” ai sottosegretari Il politologo Feltrin al convegno dei riformisti di Moretti `Baretta: «Tutti sanno che ero candidato sindaco a Venezia» «Su Lorenzoni non hanno messo la faccia». Poi la rettifica Martella e Variati: «Parleremo in direzione». Sabato la riunione `
POLITICA
Dopo il voto
VENEZIA Mettiamola così: l’”udienza preliminare” si è tenuta sabato 3 ottobre, con Alessandra Moretti che ha invitato il politologo Paolo Feltrin ad analizzare le ragioni della batosta elettorale di Arturo Lorenzoni e del Partito Democratico. E il “pubblico ministero” Feltrin - salvo l’indomani precisare - non ha lesinato sciabolate, come quando ha chiamato in causa i tre sottosegretari veneti del Governo Conte bis e cioè Andrea Martella, Pier Paolo Baretta, Achille Variati: «Sapendo che in Veneto non c’era alcuna possibilità contro Zaia e che semmai si potevano solo contenere i danni, bisognava mettere Governo contro Governo, tanto più che da 35 anni a questa parte nessun esecutivo ha avuto un gradimento altissimo come quello di Conte. Abbiamo tre sottosegretari, nessuno che ha voluto metterci la faccia. Bisogna dirlo, no? Invece l’idea che si dava era di stare il più lontano possibile». In platea, a quell’”udienza preliminare” tenutasi nella sede del Pd di Padova, con Alessandra Moretti c’erano la deputata Alessia Rotta, il segretario Alessandro Bisato, la consigliera regionale Anna Maria Bigon (non Francesca Zottis che era stata annunciata tra i relatori), lo stesso Lorenzoni, il deputato Diego Zardini. Nessuno ha obiettato. Anzi, dal sonoro del video postato su Facebook si sente qualcuno applaudire Feltrin: “Bravo”. Ecco perché la direzione regionale del Pd veneto, ora ipotizzata per sabato 10 ottobre, rischia di trasformarsi in un “processo” ai tre sottosegretari dem. Della serie: voi ci avete proposto
«SBAGLIATISSIMO CRITICARE LA SANITÀ VENETA TAV IN RITARDO? GOVERNAVATE VOI A VICENZA»
Ultime ore di lavoro in Corte d’appello Domani gli eletti `VENEZIA
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IL NUOVO ASSE RIFORMISTA Alessandra Moretti e i “riformisti” al convegno tenutosi sabato a Padova. Qui sopra Paolo Feltrin e, sotto, Pier Paolo Baretta
Arturo Lorenzoni candidato governatore senza fare le primarie, adesso non scaricate le colpe sullo sconfitto o sul segretario Bisato perché la responsabilità semmai è vostra. Una narrazione in realtà incompleta perché alla direzione regionale di febbraio che diede il via libera alla candidatura di Lorenzoni i contrari si contarono sulle dita di una mano (tra cui l’allora capogruppo Stefano Fracasso e la segretaria di Vicenza Chiara Luisetto), mentre tutta l’area di Base Riformista che con la Moretti adesso sta cercando di creare un asse unico contro la maggioranza nazionale zingarettiana si era riparata dietro l’astensione. Né no né sì. E anche questo c’è da credere che
emergerà nella direzione di sabato.
LA PUNTUALIZZAZIONE Ieri, intanto, il politologo Feltrin ha precisato: «Nella foga sono stato un po’ troppo sintetico. La mia analisi è che, in una partita data per persa come quella contro Zaia, per contenere i danni doveva emergere di più la contrapposizione Governo nazionale contro Governo regionale. E infatti è quello che è successo con Baretta a Venezia, dove si è vista la differenza tra voto comunale e voto regionale. Quando ho detto che su Lorenzoni nessuno ci ha messo la faccia era sottintesa la domanda: perché? perché non hanno voluto? perché lotte inte-
AVVISO DI GARA PER ESTRATTO
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Valore Ambiente Srl, C.trà Pedemuro San Biagio, 72 - 36100 - Vicenza, rende noto che è stata indetta, ai sensi dell’art.60 del D.Lgs. n. 50/2016, una gara a procedura aperta per la fornitura e manutenzione full-service di un trituratore e nastro trasportatore per rifiuti, per un valore complessivo a base d’asta, al netto della permuta, di € 535.000,00 di cui € 500,00 di oneri sicurezza interferenze non soggetti a ribasso, IVA esclusa CIG 84468354C0. Scadenza presentazione offerte 26/10/2020 ore 16:00. Il bando e tutti i documenti di gara sono visionabili nel sito internet www.aimambiente.it nella sezione fornitori, mentre le modalità di presentazione e partecipazione alla gara telematica sono indicate nel Capitolato Speciale di Appalto. L’avviso di gara è stato trasmesso per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il giorno 24/9/2020. Il Responsabile del Procedimento Ing. Ruggero Casolin
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non si sono spesi? Bisogna chiederlo a loro e a Lorenzoni, io non lo so. So invece che c’è la tendenza del partito a scaricare le persone e lasciare solo il candidato sconfitto. Con Feltrin concordo sul fatto che non abbiamo un’idea forte, andiamo spesso a rimorchio di Zaia e la gente sceglie l’originale». Il politologo ha chiamato in causa anche l’”agenda politica” del Pd: «Sbagliatissimo criticare la sanità veneta che è un’eccellenza. E sulla Tav, chi è che ha governato a Vicenza negli ultimi 25 anni?». Consigli al Pd? «C’è un ciclo elettorale che inizierà nel 2023 e Zaia potrebbe non esserci. Quindi partire subito». Alda Vanzan
Ultime ore di lavoro per la Corte d’Appello di Venezia che oggi esaminerà la memoria presentata dal Movimento 5 Stelle e valuterà gli ultimi verbali giunti dai sette tribunali veneti. Il M5s contesta l’esclusione dalla ripartizione dei seggi: la soglia di sbarramento per le singole liste è 3% e quella dei grillini si è fermata al 2,69%, mentre il candidato governatore Enrico Cappelletti ha ottenuto il 3,25%. Finora l’interpretazione della legge elettorale regionale è stata di escludere le liste che non hanno raggiunto il 3%, come peraltro era capitato allo stesso M5s nel 2010. Si attende poi l’ufficialità dell’elezione tra quattro candidati della lista Zaia Presidente, tutti in ballo per una manciata di preferenze: a Treviso Nazzareno Gerolimetto avrebbe battuto Stefano Busolin e a Verona Filippo Rando sarebbe stato surclassato da Alessandra Sponda. La proclamazione degli eletti è attesa per domani, la prima seduta del consiglio regionale era stata prevista per lunedì 12 o martedì 13 ottobre. Per quanto riguarda il totogiunta, il riconfermato presidente Luca Zaia attende l’insediamento dell’assemblea consiliare prima di procedere con la nomina degli assessori. Che saranno sempre dieci, di cui uno solo dovrebbe andare a Fratelli d’Italia. In casa Lega e Zaia e Presidente rinviata anche la scelta dei vertici dei gruppi consiliari: solo dopo che si saprà chi entrerà in giunta si decideranno i capigruppo.
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stine non l’hanno consentito? Io non lo so, ma l’ipotesi più semplice è quella dei litigi interni al Pd». A replicare a Feltrin è Baretta, che a Venezia ha sfidato, perdendo, Luigi Brugnaro: «Lo sanno tutti dove ero in questi mesi. E di certo non sono “scappato”, ma ho messo la faccia e se anche non abbiamo raggiunto l’obiettivo la campagna elettorale a Venezia è stata riconosciuta come una svolta rispetto al passato. Credo, peraltro, che la questione veneta e del centrosinistra in Veneto sia un po’ più complessa di come viene descritta». Martella e Variati hanno fatto sapere che parleranno in direzione. Alessandra Moretti, intanto, puntualizza: «Feltrin dice che i tre sottosegretari
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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE
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ESTRATTO AVVISO ESITO L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, con sede in Viale dell’Università, 10 - 35020 Legnaro (PD), (tel. 049/8084232; PEC izsvenezie@legalmail.it), rende noto che è stata aggiudicata la procedura aperta, di importo superiore alle soglie comunitarie, relativa alla fornitura in somministrazione di cappe biologiche, suddivisa in n. 3 lotti. Il valore stimato complessivo della procedura, ex art. 35 del D. Lgs. n. 50/2016, è di € 3.185.975,00 IVA esclusa. Operatori economici aggiudicatari: Carlo Erba Reagents S.r.l., con sede legale in Cornaredo (MI), Via Merendi n. 22, aggiudicatario del Lotto 1 per l’importo complessivo quinquennale di € 773.050,89 IVA esclusa e del Lotto 2 di importo complessivo quinquennale di € 393.114,36 IVA esclusa; Frigomeccanica Andreaus S.r.l., con sede legale in Ponte San Nicolò (PD), Viale Germania n. 5, aggiudicatario del Lotto 3 per l’importo complessivo quinquennale di € 127.080,00 Iva esclusa. Il contratto avrà durata di 5 anni. Per informazioni contattare il Servizio Gare alla pec: provveditorato.izsve@legalmail.it. I documenti della procedura sono visionabili sul profilo del committente http://www.izsvenezie.it alla sezione “Amministrazione/Bandi e gare d’appalto/Forniture di beni e servizi” nell’area dedicata alla presente procedura. Il bando è stato pubblicato nella GURI n. 98 del 21/08/2019. Il RUP è il dott. Stefano Affolati. IL DIRETTORE GENERALE FF - dott.ssa Antonia Ricci
ESTRATTO AVVISO ESITO L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, con sede in Viale dell’Università, 10 - 35020 Legnaro (PD), (tel. 049/8084232; PEC izsvenezie@legalmail.it), rende noto che è stata aggiudicata la procedura aperta, di importo superiore alle soglie comunitarie, per l’aggiudicazione della fornitura, di durata quadriennale, di piastre per la misurazione della concentrazione minima inibente mediante il metodo della microdiluizione in brodo (MIC). Il valore stimato complessivo della procedura, ex art. 35 del D. Lgs. n. 50/2016, è di € 1.096.700,00, IVA esclusa. Operatore economico aggiudicatario: Thermo Fisher Diagnostics S.p.A., con sede legale in Rodano (MI), Strada Rivoltana, aggiudicatario della procedura per l’importo complessivo quadriennale di € 486.588,00, IVA esclusa. Il contratto avrà durata di 4 anni. Per informazioni contattare la SCA2 - Acquisti e Logistica alla pec: provveditorato.izsve@legalmail.it. I documenti della procedura sono visionabili sul profilo del committente http://www.izsvenezie.it alla sezione “Amministrazione/Bandi e gare d’appalto/Forniture di beni e servizi” nell’area dedicata alla presente procedura. Il bando è stato pubblicato nella GURI n. 115 del 02/10/2020. Il RUP è il dott. Stefano Affolati. IL DIRETTORE GENERALE - dott.ssa Antonia Ricci
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DIREZIONE ACQUISTI E AA.GG. AVVISO DI RETTIFICA E PROROGA TERMINI BANDO DI GARA Procedura aperta per l’affidamento di servizi amministrativi, informatici e postali a supporto della gestione della tassa automobilistica regionale. CIG: 8405394E8B. Pubblicato bando sulla GURI V serie speciale n. 98 del 24/08/2020. Si comunica che con decreto dello scrivente n. 229 del 21/09/2020 è stata disposta la proroga dei termini per la ricezione delle offerte al giorno 19/10/2020 ore 17:00 - dal 30/09/2020 ore 17:00 - e la rettifica dei sub - criteri A2 e A4 dell’art. 23 del disciplinare di gara. Il disciplinare rettificato e tutta la documentazione di gara è consultabile sul sistema telematico Sintel e committente regionale sul profilo www.regione.veneto.it (alla sezione “Bandi, Avvisi e Concorsi”). Data di invio alla GUUE: 22/09/2020. Il direttore - avv. Giulia Tambato
10 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 5 Ottobre 2020
IL MERCATINO. Il Comune ha disposto l’alienazione di quanto ritrovato e mai reclamato: la procedura sarà gestita dall’’istituto vendite giudiziarie L’INSERTO
Tosaerba e pc tra gli oggetti smarriti Si trattadi circa 500beni ritrovati tra il 2017 e il 2019 Oltreallemoltebici,sipotrannoacquistaremonili, cellulari,maancheunascalaeundecespugliatore Alessia Zorzan
Tempo di affari per gli appassionati di aste e di oggetti usati. Il Comune si prepara infatti a liberare i magazzini dagli oggetti ritrovati e mai reclamati, cercando di far fruttare, per quanto possibile, questo patrimonio creato involontariamente da smemorati o da vittime di furti che non hanno più rimesso le mani sull’oggetto loro sottratto. La data della vendita deve ancora essere stabilita e sarà resa nota dal Comune non appena decisa, quindi è inutile per il momento cercare di anticipare i tempi rivolgendosi agli uffici. L’attesa non sarà comunque eccessiva, visto che la decisione dovrebbe arrivare entro al massimo sessanta giorni. Scorrendo gli elenchi dei beni da alienare, con quasi 500 voci, non mancano comunque le sorprese. Tra tante bici, infatti, spuntano anche flessibili, scale, decespugliatori e tosaerba. Difficile invece dire come i legittimi proprietari abbiano perso di vista tutti questi oggetti. La lista, come detto, è lunga e contiene tutti gli oggetti ritrovati all’interno dei confini comunali, e mai reclamati, tra l’agosto 2017 e il marzo 2019. Le biciclette la fanno da padrone, con 320 modelli
a disposizione di chi avrà la pazienza di rilanciare sul prezzo, fino ad aggiudicarsi uno o più modelli anche a poche decine di euro. Ce n’è per tutti i gusti, dalle classiche city-bike monocolore, a modelli più elaborati, sia nelle prestazioni che nello stile, con telai multicolor, viola e arancione, “aragosta”, fucsia, fino al colore oro. I dettagli, soprattutto in questo caso, possono fare la differenza sulla dimensione dell’affare. Se alcune biciclette, la maggior parte, sono funzionanti, altre sono in “pessime condizioni”, altre ancora mancanti di alcuni pezzi chiave, come pedali o sella. Sono comunque soluzioni appetibili per chi non ha intenzione di spendere eccessivamente per una due ruote nuova di zecca, visto che il rischio di subire un furto rimane particolarmente alto. Ma è il secondo elenco, quello dei “beni vari” a riservare più sorprese. Tra gli oggetti in cerca di un nuovo pro-
Laperiziasarà eseguitadall’Ivg Quantoinvenduto eprivodivalore dovràessere dismesso
prietario ci sono 105 telefoni cellulari, di diverse marche, ma anche orologi, gioielli e bigiotteria, computer portatili, macchinette fotografiche, tablet. In vendita anche due caschi da moto, una scala in alluminio a ponte, un taglia bordi, un decespugliatore e un tosaerba. La vendita dei beni, come anche la perizia, sarà a cura dell’Istituto vendite giudiziarie, e “dovrà essere effettuata indifferentemente, secondo la valutazione discrezionale del direttore dell’Ivg a mezzo di asta pubblica o di trattativa privata sulla base del prezzo di stima dei beni stabilito dalla direzione dell’Ivg e indicati in perizia”, si legge nella determina comunale. I beni rimasti invenduti, “saranno ceduti a trattativa privata senza limitazione di prezzo al migliore offerente. I beni obsoleti dichiarati a “valore zero” o “valore nullo” saranno dismessi con oneri a carico del Comune di Vicenza”. Tutti questi oggetti sono entrati in possesso del Comune dal momento che non sono mai stati reclamati dai legittimi proprietari, né richiesti dai ritrovatori. Secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento, infatti, chi trova un oggetto deve restituirlo al proprietario o, se non sa chi sia, deve conse-
Sonooltretrecento lebicicletteche ilComunemetteràin vendita conla prossimaasta. ARCHIVIO
Persimolti telefoni cellulari,oltreche computere tablet. ARCHIVIO
gnarlo al sindaco del luogo in cui l’ha trovato, indicando le circostanze del ritrovamento. Il ritrovamento e la consegna dell’oggetto vengono poi resi noti attraverso la pubblicazione all’albo pretorio per quindici giorni. “Trascorso un anno dall’ultimo giorno della pubblicazione senza che si presenti il proprietario, chi ha trovato l’oggetto ne diventa proprietario”. Il ritrovatore lo potrà ritirare entro novanta giorni dalla scadenza dell’anno, altrimenti il Comune ne diviene proprietario e può procedere con la vendita. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Confindustria nell’eraCovid Il GdV racconta lesfidefuture Si parla di impresa e di lavoro. Si parla di futuro. “Italia anno zero: riscrivere il futuro” è il titolo scelto per l’Assemblea annuale di Confindustria Vicenza, andata in scena sabato a Schio, ma è anche l’argomento principale dell’inserto de Il Giornale di Vicenza, in edicola domani con il quotidiano. In 28 pagine speciali, il GdV ha raccolto i resoconti, le interviste ai protagonisti dell’assemblea generale di Confindustria, i commenti e le analisi sull’economia vicentina e nazionale. Un accurato quadro dei settori produttivi vicentini completa l’inserto, che fa seguito all’evento che sabato a Schio ha chiamato a raccolta gli imprenditori berici; un’occasione in più per fornire le chiavi di lettura e le prospettive future rispetto al periodo complicato che stiamo vivendo. Parola d’ordine vincere l’ultima sfida, quella dell’economia nell’era Covid: è stato questo uno dei leitmotiv degli interventi di Carlo Bonomi, presidente nazionale di Confindustria che sabato a Schio si è confrontato con il presidente vicentino Luciano Vescovi; con Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e con Luca Zaia, presidente del Veneto appena rieletto, nella sede dell’ex Smit Textile, rinata dopo l’acquisizione da parte della Gps spa. • © RIPRODUZIONERISERVATA
ILFUTURO DELLAPARTECIPATA. Passaggiin commissionee Consiglioperil votodefinitivo
SICUREZZA. Èpartitalafase duedel progettodi monitoraggio
Cicero:«La soluzione migliore resta l’asta,escludendosostae reti»
CriticoilPd: «Meglio istituireilvigilediquartiere»
Quattro giorni per la parola definitiva. La partita Aim-Agsm è arrivata alle battute finali. Con i prossimi passaggi in programma - oggi alle 18 in commissione Controllo e garanzia e giovedì in Consiglio comunale - la pratica della fusione tra le multiutility vicentina e veronese potrebbe infatti venire chiusa, con la nuova società realtà da gennaio. Passaggi di certo non solo burocratici, anzi, visti i riflessi che la decisione avrà sul futuro delle due società e viste anche le implicazioni politiche. Non è un mistero infatti che il futuro di Aim sia uno dei temi caldi dell’agenda amministrativa, capace di dividere anche il fronte della maggioranza, che in sala Bernarda si troverà a fare i conti. Leggi Fratelli d’Italia, che in questi mesi ha più volte espresso senza tanti giri di parole la propria perplessità sull’operazione così com’era stata messa sul piatto. In particolare, il gruppo del partito della Meloni si era detto contrario a sigillare accordi senza prima «una valutazione di tutte le alternative». Una linea dura tenuta in particolare quando la prospettiva più probabile sembrava essere quella di un matrimonio a tre, ossia tra Aim, Agsm e un terzo
Controllo di vicinato, fase due. Il secondo step della campagna di monitoraggio del territorio ad opera dei cittadini ha preso il via ufficialmente con la presentazione del progetto all’ex circoscrizione 4 di via Turra. Un’assemblea pubblica sold out, tenendo conto che, in ottica Covid, i posti per il pubblico erano limitati ad una cinquantina. Dopo le aree di parco Fornaci, via Adenauer, Gandhi e Allende e la zona di Campo Marzo, viale Milano e piazzale Bologna, l’occhio del Comune si rivolge ora a Parco Città e Santa Lucia. Ad illustrare gli strumenti e le strategie del nuovo percorso il sindaco Francesco Rucco e il consigliere delegato alla sicurezza partecipata Roberto Ciambetti. Con loro anche il comandante dei carabinieri della compagnia di Vicenza Umberto Gallucci, il commissario capo, dirigente della sezione volanti della questura, Raimondo Martorano, il comandante della guardia di finanza della compagnia di Vicenza Lorenzo Marzoli e il comandante della polizia locale cittadina Massimo Parolin. Sono stati raccolti i nominativi delle persone interessate a far parte dei due gruppi e,
Aim,ultimoscattoperlafusione Controllodi vicinato LamaggioranzacoldubbioFdI Siraccolgono adesioni
Ultimetappe invista dellafusione traledue multiutilityAime Agsm
partner industriale, con la lombarda A2a in pole position. Strada, questa, che il fronte vicentino e veronese hanno poi preferito accantonare, per riparlarne eventualmente in futuro. Il progetto che sarà sottoposto alla seconda commissione consiliare, alla quale sono attesi anche il sindaco Francesco Rucco e l’amministratore unico di Aim Gianfranco Vivian, e poi al parlamentino per l’approvazione definitiva, interessa infatti solo Aim e Agsm. Non sembra bastare questo però per ricompattare “i fratelli”, anche se a differen-
za del recente passato, stavolta la posizione del gruppo appare smussata. A quanto pare, infatti, FdI potrebbe presentarsi con posizioni diverse. I primi rumors sono già in circolazione. Il “sì” di Nicolò Naclerio sarebbe dato quasi per certo, mentre l’appoggio degli altri consiglieri del gruppo non è scontato, anzi. Patrizia Barbieri, Andrea Pellizzari e Roberto D’Amore potrebbero optare per l’astensione, ma non è escluso tuttavia che decidano di non partecipare al voto e questo potrebbe comportare dei problemi qualora ci fossero altre defe-
zioni nella coalizione. Stesso partito, ma idee ben diverse quelle dell’ex assessore Claudio Cicero, che osserverà la partita dagli spalti. «La mia posizione è sempre stata chiara e rimango coerente - sottolinea - Il progetto così non va, andrebbe fatta un’asta. Individuato il pacchetto che si vuole mettere in vendita, la migliore delle soluzioni è l’asta, che permette al Comune di fissare dei paletti e a più player di competere per l’acquisizione. Andrebbero comunque escluse dalla vendita sosta e proprietà delle reti». Cicero segue dunque la prima linea del partito, quella più dura. «Ognuno è libero di votare come crede - conclude - ma ricordo che ciascuno è responsabile del proprio voto in aula e di quello che accadrà. Ricordiamoci che in una società in cui si è in minoranza, l’ago va dall’altra parte». E il riferimento è a i numeri del concambio: 38,8 per cento ad Aim e 61,2 ad Agsm. Prevedibile, poi, il muro dell’opposizione. «Due anni buttati al vento, un milione di euro di consulenze per consegnare Aim ai veronesi attraverso una fusione per incorporazione», lo sfogo di Otello Dalla Rosa, Pd. • A.Z. © RIPRODUZIONERISERVATA
Laserata di presentazionedelprogetto all’ex circoscrizione4
Ilnumero
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GLIAGENTIDI POLIZIA INSERITIIN COMANDO
Sarannocompletate nelle prossimesettimanele procedurediselezionee assunzionedeinuoviagenti “operativi”,dopo ilmaxi concorsoper106giovani aspiranti svoltosi lo scorso 3 settembrealpalazzetto dellosportdiviaGoldoni.
in particolare, a proporsi come coordinatore e vicecoordinatore. Per i consiglieri del Pd però, «una città più sicura passa anche per una città più coesa». «Il taglio dato dall’amministrazione Rucco al controllo di vicinato - sottolinea l’opposizione - illude i cittadini sulla possibilità di una gestione autonoma della sicurezza». Meglio, concludono i consiglieri, «dare seguito alla promessa elettorale di Rucco di istituire il “vigile di quartiere”: garantirebbe presidio del territorio e contatto diretto con i cittadini». • G.AR. © RIPRODUZIONERISERVATA
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Provincia
Lunedì 5 Ottobre 2020 www.gazzettino.it
DISTRUTTI I nastri rosa fatti a pezzi alla fontana dei Cavalli e gettati a terra in centro a Conegliano. Sotto, il comandante della polizia locale Claudio Mallamace
CONEGLIANO I nastri rosa della Lilt, simbolo della lotta contro i tumori fatti a pezzi e gettati a terra. Un gesto ignobile che aveva fatto indignare anche il governatore del Veneto Luca Zaia. E mentre in città a Conegliano e sul web saliva la rabbia dei cittadini, le indagini della polizia locale e del sindaco Chies chiudevano il cerchio sul responsabile dello scempio: un 19enne di Refrontolo che non ha saputo giustificare il suo gesto. «Avevo bevuto, non ricordo nulla». Ora ad attenderlo le conseguenze di questo gesto: una denuncia penale, se la Lilt procederà con la querela, o quanto meno un periodo di volontariato disposto dal Comune, magari proprio nell’associazione impegnata nella lotta contro i tumori.
Fatti a pezzi i nastri rosa della Lilt il vandalo è uno studente: «Scusate» Il sabotaggio nella notte, le indagini lampo dei vigili: identificato un 19enne di Refrontolo smo comune, soprattutto nel mese dedicato alla prevenzione e alla ricerca sulle neoplasie che colpiscono le donne».
IL PRIMO CITTADINO
IL RAID I nastri rosa che abbellivano la centralissima Fontana del Nettuno sono stati staccati e fatti a pezzi in un raid sabato notte. Un gesto ignobile, contro il quale ieri mattina ha tuonato il governatore del Veneto Luca Zaia che nel suo profilo Facebook ha postato anche alcune foto dei fiocchi devastati. «Vergogna! Quale lazzarone a Conegliano si è divertito a distruggere i nastri rosa della Lilt che simboleggiano la lotta contro il tumore al seno? Un gesto inqualificabile, che va oltre al vandali-
«Avevo bevuto, ho fatto una grande cavolata» Il sindaco Chies: ora faccia del volontariato
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L’INDIGNAZIONE SOCIAL DEL GOVERNATORE ZAIA: «UNA VERGOGNA» LA DELUSIONE DELL’ASSOCIAZIONE «AIUTIAMO LE DONNE»
Anche il sindaco Fabio Chies usa parole durissime. «Non parlatemi di essere annoiati, di non avere motivazioni, qui si tratta di educazione, appresa in famiglia, di donarsi al prossimo». E pubblica due foto che più diverse non potrebbero essere: «Qui vedete gli Amici di Diego questa mattina partire per una giornata di solidarietà, tutti assieme con gioia, da quest’altra parte l’opera di quattro imbecilli che sabato sera si sono divertiti a scapito della Lilt. I responsabili comunque sono stati già individuati e verranno puniti. Basta buonismo verso questi dementi». I fiocchi rosa sono diventati ormai il simbolo della campagna della Lilt, del mese di ottobre dedicato alla prevenzione,
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alla sensibilizzazione alla lotto contro i tumori al seno.
L’AMAREZZA «Quello che è successo- dichiara Iva Bin, responsabile della sede di Conegliano- Ci rattrista e ci lascia perplessi. La nostra associazione cerca in tutti i modi di sensibilizzare le donne nella lotta a questi tumori che sono molto frequenti ma che, per fortuna, e grazie anche alla costante ricerca, riusciamo a combattere con efficacia rispetto a qualche anno fa. È importante per noi continuare nella battaglia per far capire alle donne che solo con la prevenzione riusciamo a diminuire notevolmente i casi. Il mio appello è di non aspettare troppo e di iniziare i controlli già dall’età di 35 anni».
LE INDAGINI Dalle prime ore del mattino gli agenti della polizia locale di
Conegliano guidati da Claudio Mallamace hanno indagato sull’episodio visionando i filmati delle telecamere e incrociando i profili social e le banche dati fino a individuare l’autore del gesto. Si tratta di uno studente 19enne di Refrontolo incensurato. «Avevo bevuto un po’ e non mi rendevo conto delle cavolate che stavo facendo - ha detto ai vigili dopo essere stato raggiunto a casa - ho fatto una cosa grave, me ne rendo conto». Oggi il giovane, che era in centro a Conegliano assieme a due amici la cui posizione adesso è al vaglio, è stato convocato in Comune dal sindaco. «I genitori sono d’accordo sull’eventualità di far fare al figlio del volontariato spiegano i vigili - magari proprio con la Lilt per capire appieno il valore di questa associazione e la nobiltà di quello che i volontari fanno ogni giorno». Pio Dal Cin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Farra Spariti 25mila euro l’Arma sventa la truffa Tre bonifici dell’importo complessivo di 25mila euro verso un conto corrente ignoto. È la terribile sorpresa che si è trovata sul computer una 48enne di Col San Martino, vittima di un attacco informatico da parte, si scoprirà in seguito, di due foggiani, evidentemente esperti di “pishing”, la tecnica con la quale i malviventi che popolano il web carpiscono le informazioni bancarie delle vittime inserendosi in mail e conversazioni. L’ennesima truffa però è stata sventata grazie all’intervento dei carabinieri della stazione di Col San Martino.
Morto Sommariva, pioniere del Prosecco Docg Furgone impazzito: abbatte CONEGLIANO Lutto nel mondo del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Si è spento, all’età di 83 anni, Caterino Sommariva, che ne è stato uno dei pionieri. Originario di Bibano di Godega, viveva a Conegliano. Erano gli anni ‘70 del secolo scorso quando cominciò a diffondersi l’idea che un vino spumante prodotto dalle uve delle colline potesse conquistare il mondo. Proprio allora Sommariva e la moglie Urbana Saccon, con coraggio, comprarono pochi ettari di vigneto nel cuore della denominazione a Santa Maria di Feletto, dove ha ora sede l’azienda Sommariva Palazzo Rosso. Aveva visto giusto, lui
che era nativo della pianura, sulle potenzialità della zona collinare. Annata dopo annata, quei pochi ettari sono diventati 50 e oggi Palazzo Rosso è una tra le prime aziende a conduzione diretta della denominazione Conegliano-Valdobbiadene, dove cioè non solo si coltivano le viti, ma le cui uve vengono vinificate, producendo eccellenze.
va il suo lavoro: fino a che ha potuto, ha guidato il trattore nei vigneti della sua azienda» lo ricordano così le figlie Cinzia e Sabrina. A Conegliano Sommariva era stato consigliere comunale di maggioranza all’epoca della giunta del sindaco Achille Ghizzo, dall’inizio dell’estate del 1995 alla fine del 1997.
SUL TRATTORE
Caterino Sommariva lascia la moglie Urbana, le figlie Sabrina e Cinzia, il fratello Giuseppe (che è stato sindaco di Godega). I funerali avranno luogo domani alle 10 nella chiesa della parrocchia dei Santi Martino e Rosa, dove questa sera alle 18 sarà recitato il rosario. Sarà tumulato nel cimitero di San Giuseppe. Giampiero Maset
È stato presente quasi fino all’ultimo, anche se per i malanni dovuti all’età e problemi al cuore ha ceduto il testimone per la guida dell’azienda alla figlia Cinzia che ha svestito i panni di dottore commercialista e ha indossato quelli di imprenditrice agricola. «Era un uomo speciale con un carattere forte. Sapeva guardare avanti e ama-
L’ULTIMO SALUTO
IL LUTTO Caterino Sommariva, 83 anni: l’addio domani alle 10
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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muretto, pali e centralina CODOGNÈ Un boato, fortissimo, sabato sera, ha fatto scendere in strada i residenti di via Vittorio Veneto. Un furgone, fuori controllo, proveniente dal rettilineo verso Pianzano, lanciato a velocità folle, all’ingresso di una curva a gomito, è uscito di strada e, saltando sul marciapiede ha distrutto il pesante supporto dell’insegna di una delle attività situata al piano terra di un palazzo, che cadendo ha travolto alcune auto parcheggiate. Proseguendo la corsa, il furgone rosso, alla cui guida c’era un uomo sui 40 anni di origine romene, M.G. residente ad Albina di Gaiarine,
ha distrutto un muretto in cemento armato, la centralina dell’Enel e 4 pali della luce. Poi si è bloccato in strada piegato su un fianco. Illeso il conducente del mezzo. «Poteva essere una strage- dichiara il sindaco Lisa Tommasella - Sembrava di essere in zona di guerra: detriti e frammenti di vetro ovunque. Quel furgone era lanciato a una velocità pazzesca. Se ci fosse stato qualche pedone sul marciapiede sarebbe stata una strage». Sul posto carabinieri di Fontanelle e i vigili del fuoco di Conegliano. Il sindaco si è attivato per far intervenire l’Enel e ripristinare la corrente elettrica venuta a mancare in tutta la via. (pdc) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cronaca 9
L'ARENA
Lunedì 5 Ottobre 2020
Lanostraintervista
Dopomesidi epidemiatante incognite,qualchesperanza
Unmaffeiano allaWorldhealth organization
Maturità classica al Maffei, laurea in medicina a Padova, specialistica in igiene e salute a Milano, medico del Cuuam in Tanzania, Ranieri Guerra,natoa Veronanel1953, ha
ricoperto ruoli dirigenziali ai ministeri della salute e degli esteri, ha lavoratoall’Istitutosuperioredisanità, alle Nazioni Unite, quindi, dal 2017,aGinevraall’Organizzazione
mondiale della sanità dove è direttore generale aggiunto. Esplosa la pandemia l’Oms ha inviato lui, manager esperto di infezioni e malattietropicali,a guidarel’Italia.
LACITTÀ SECONDO ILVERTICE DELL’OMS. RanieriGuerraè direttoreaggiuntoall’Organizzazione mondialedella sanitàe orientaladifesadell’Italia dalcontagio
«Verona in prima fila contro il virus» «Sempreattentacontrol’epidemiaeoranellaricerca Imedicihannosaputomitigarel’impattodelCovid-19 Elascienzasafaresquadrafrapubblicoeprivato»
Inumeri
Ilreport
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MILIONENEL MONDO LEVITTIME DELCOVID
L’Organizzazionemondiale dellasanità,secondogli ultimidatidel3ottobre, calcolache levittimedel covidintuttoilmondosiano 1.025.729,delle quali 239.610inEuropa,inclusele 35.968italiane.Oltreil doppiosonoquelledelle due Americhe (565.437), mentre risultano118.098idecessi nelSudEstasiatico. Sono 62.790nelMediterraneo orientale;26.224inAfricae 13.557nelOvestPacifico.
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MILIONINEL MONDOI CASI DICOVID 19CONFERMATI
Lasede dell’Organizzazionemondiale dellasanità aGinevra Maria Vittoria Adami
Italia promossa, con un compito da portare avanti, però: continuare sulla strada fin qui percorsa. Lo raccomanda Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità, «mente scientifica» che affianca il Governo da febbraio nell’affrontare la pandemia tentando di arginarla, nonché veronese. Da giorni la domanda che più gli si rivolge, nei programmi televisivi, è se dobbiamo attenderci una seconda ondata dell’epidemia. DirettoreGuerra,dobbiamodavvero aspettarci questa temuta secondaondata?
Non parlerei di ondata, ma di completamento del ciclo dell’epidemia. Il virus ha fatto il suo ingresso con valori alti all’inizio dell’anno, è diminuito grazie al lockdown e alle misure di prevenzione messe in atto; è calato in estate perché è un virus respiratorio e le temperature sono più miti. Siamo rimasti più spesso all’aperto continuando a usare mascherine e adottando il distanziamento. Per que-
sto è diminuita la frequenza delle trasmissioni. Ora è autunno, abbiamo aperto le scuole, le università, gli uffici pubblici, quindi la curva è inevitabile anche se non siamo ai livelli dei Paesi vicini. Perchélasituazioneoraèpeggioreall’estero?
Perché l’Italia ha avuto una capacità di intervento rapido e migliore. C’è tuttavia una crescita di contagi che ci deve mantenere attenti. Ora abbiamo l’esempio dei nostri vicini. L’Italia è stato il primo grande Paese colpito e allora ci guardavano gli altri. Adesso è il contrario. L’Italia ha mantenuto rigore nella gestione dell’epidemia e si vede. Gli altri Paesi no, e si vede anche questo. Perciò ora dobbiamo guardare a ciò che accade in Spagna, in determinate aree della Francia e in alcuni land tedeschi dove l’apertura non è stata gestita in maniera ottimale e se ne ravvisano gli effetti. Siamo soliti all’autocritica, ma possiamo dire che l’Italia è stata efficientedurantel’epidemia?
Certamente e per tre fattori. Il primo: il Governo ha dato
delle linee guida interpretando rigorosamente ciò che gli è stato indicato. Per una volta la politica ha seguito la scienza e ne ha ben compreso il messaggio. In secondo luogo, anche le persone sono state disciplinate e hanno recepito quanto occorreva fare. Anche i più giovani: i ragazzi quest’estate sono stati più leggeri, ma hanno capito, si sono corretti e ora sono più diligenti dei coetanei europei. Ilterzo fattore?
Il terzo punto è che quello che è percepito come uno svantaggio - ovvero l’avere un sistema amministrativo parcellizzato tra Governo, Regioni ed enti locali - si è rivelato un vantaggio: il Governo ha dato delle linee guida vaste. Le Regioni le hanno tradotte al meglio caratterizzandole in base al loro territorio. Sono state applicate secondo le situazioni locali. Hanno agito tutti molto bene. Con l’aperturadella scuola i nodi sono venuti al pettine, come ce lastiamo cavando?
Le difficoltà sono inevitabili, ma al momento emergono la disciplina e la preparazione
Lafotografiaglobale dell’Oms sui casi confermati dicovid 19dall’iniziodella pandemiasono34.495.176 dicui 6,6milioni inEuropa, compresii 309.908 dell’Italia;quasi16,9 nelle Americhe(sette milioni quellidegli Usa);7,2 nelSud Estasiatico;2,4 nel Mediterraneoorientale;1,2 inAfrica, e 621milanel Pacificooccidentale.Sono 1,2milioniinRussiache conta21.251morti.
322.751 IL TOTALE DEI CASI IN ITALIA DAINIZIO PANDEMIA
InItaliadafebbraio sono staticonfermati 322.751 casidicovid19.I decessiin questimesi sonostati 35.968,mentre231.217 personesonoguarite. Oggi cisono55.566casi di positiviintutto loStivale. Il Venetoèla quartaregione dopoLombardia,Piemonte edEmilia Romagna.Verona èundicesimadopo Milano, Torino,Brescia, Bergamo, Roma,Napoli,Genova, Cremona, Monzae Bologna.
RanieriGuerra durantela trasmissionetelevisiva Dimartedìsu La7
di istituti, dirigenti, insegnanti e operatori scolastici. Ora attendiamo: dovranno passare i primi 14 giorni, poi ancora una settimana, quindi valuteremo. Avremo un quadro chiaro della situazione a fine mese. Allora la questione da valutare sarà il tema delle infezioni dei ragazzi nelle famiglie, cioè se i giovani possono diventare veicolo, inconsapevole e incolpevole, del virus da scuola alle famiglie. Le cose andranno meglio dell’invernoscorso?
I segnali sono buoni. Ora mostriamo tempestività nell’ individuazione dei focolai. Abbiamo possibilità di fare 350mila tamponi al giorno. È una capacità diagnostica imponente, molto veloce e migliore di prima. Una capacità di fuoco che abbiamo maturato con grande dolore, ma che ora è stata assimilata. Cisonobuonesperanze?
Dipende da noi. Ora abbiamo il vantaggio di sapere cosa può accadere. Ma dobbiamo continuare con cautela. L’errore è aprire in modo non concertato e senza priorità. La situazione impone pro-
gressività di aperture, non possiamo all’improvviso riattivare tutto. Veronaèstatamoltocolpitadallapandemia,maèancheinprima linea nella ricerca del vaccino e della terapia basata sull’antiartrite reumatoide che blocca gli effetti della malattia prima che esploda.Cosa nepensa?
Ho un grande conflitto di interesse perché da veronese, sentire parlare di questo per me è musica. Verona ha mostrato una grande capacità dei medici di mitigare l’impatto della pandemia. La città è un crocevia di due corridoi, luogo di passaggio e quindi più colpita dal virus. Ha reagito con grandi capacità a un vero e proprio assedio. Ora aggiunge le potenzialità della scienza facendo leva su un suo grande punto di forza che è il saper tessere parternariati tra pubblico e privato. In questi giorni il grande dibattitoruotasuivacciniantinfluenzali.Ne avremo asufficienza?
L’approvvigionamento non è un problema. I ceppi del vaccino sono stati indicati a settembre. Per ciò che riguarda il servizio pubblico che privi-
Veronae provinciaconta no743 attualmente positivial Coronavirus, sono21icasi inpiùnelle ultime24 ore,secondo il bollettinodella Regione Venetodiramato ierisera alle 17.Il bilanciodei morti,residenti nella Provincia,rimane a 602. Intanto,sono6689i casi totalidiCovid intuttala provinciaveronese, compreseanche levittime echi nonè più positivo dopodue tamponi:i guariti,i«negativizzati virologici»,5344 persone. Iricoverati positivi,in tuttoil territorio veronese,sono37 negli ospedali:33inreparto e 4 interapia intensiva.Tra gli altricasidi positività non sisonoresi necessarii ricoveriinospedale.
legia le classi più a rischio (over 60, personale di strutture pubbliche e bambini) siamo coperti. Meno dosi sono andate al privato, ma non ci si deve preoccupare. Il commissario sta facendo un lavoro egregio. E non va sottovalutato anche un altro fattore: ci aspettiamo una diminuzione dei contagi dell’influenza ordinaria grazie alle misure di contenimento del virus che diminuiscono l’impatto anche dei malanni di stagione. Lo stiamo osservando in Australia. Ce la faremo. Mai come quest’anno abbiamo capito quanto aiuti guardare al mondo.Eviceversa.
È necessario per la ricerca. Con la pandemia abbiamo condiviso e girato esperienze, raccomandazioni, articoli, risultati e scoperte scientifiche. C’è stata una mobilitazione globale della scienza che non ha precedenti nella storia. E che ha prodotto un patrimonio globale. Non ci sono stati ostacoli di condivisione, è stata una grande esperienza. E mi auguro accada anche con il vaccino perché è anch’esso un bene globale. • © RIPRODUZIONERISERVATA
LOTTAAL CONTAGIO. Mentre aPadova sipreparano restrizioni, D’Arienzodel Pdinvita Zaia aimporne l’uso all’aperto
«Obbligo o no, sempre la mascherina» IlsindacoSboarina faun appelloallaresponsabilità «Perora nessuna misurain attesadi RomaeVenezia» «Senso di responsabilità». Il sindaco Federico Sboarina, con un post su Facebook, torna a raccomandare «mascherine, distanziamento sociale e lavaggio frequente delle mani, le tre abitudini che ognuno di noi deve continuare a mettere in pratica per garantire la propria salute e quella degli altri». Tuttavia, per il momento, fa sapere che «non ci sono prov-
vedimenti imminenti». Come quelli che invece sono preannunciati in altre città come Padova dove il collega Sergio Giordani ha già fatto sapere che sono in arrivo misure uguali a quelle adottate in Campania, Lazio, Basilicata e a Piacenza: obbligo di mascherina anche all’aperto per tutta la giornata. Ma se non è un obbligo, quella di indossare sempre la mascherina, «anche all’aperto», è una forte raccomandazione. «Facciamolo tutti», scrive Sboarina, «e facciamolo fare ai nostri figli quando sono fuori con gli amici». E
aggiunge: «Nessuno vuole tornare indietro ma al tempo stesso con l’autunno il Covid si sta ripresentando. Stiamo monitorando attentamente la situazione cittadina e, al momento, non ci sono provvedimenti in arrivo anche per non generare sovrapposizioni con le ordinanze regionali e il decreto governativo, atteso entro mercoledì. La salute della nostra comunità», conclude il sindaco, «è garantita dai puntuali controlli delle forze dell’ordine, della polizia locale e dei militari sul rispetto delle regole». Intanto, il sindaco della cit-
Distribuzionedimascherine nelle scuole
tà del Santo fa sapere che attenderà ancora qualche giorno «per vedere se dal Governo o dalla Regione arriveranno le annunciate misure che regolano in maniera ancora più prudente l’uso della mascherina negli spazi aperti, passato questo tempo», avverte, «provvederò io ad assumere delle misure particolari per Padova. Proteggersi», conclude, «è un gesto semplice, non possiamo tornare indietro. Non facciamo allarmismi, ma serve prudenza». Si rivolge, invece, al presidente della Regione Luca Zaia il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo. «Imponga in Veneto l’uso obbligatorio della mascherina all’aperto, sempre, questa è l’ora per agire per non vanificare i sacrifici
che abbiamo fatto finora, pena un tracollo economico e sociale che non possiamo permetterci. Il virus», osserva il senatore veronese, «non conosce confini e quelli che si registrano in questi giorni», sostiene, «sono i contagi causati prima dell’apertura delle scuole, per cui è probabile che i numeri cresceranno. Quindi cosa aspetta Zaia a decidere le mascherine obbligatorie all’aperto per tutto il giorno? Meno male che la maggior parte delle persone lo sta facendo dimostrando attenzione e rispetto verso gli altri. Spero anche», conclude il senatore veronese, «che in Veneto si facciano ancora più tamponi perché senza il vaccino, gli unici antidoti sono tamponi e mascherine». • E.S.
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LUNEDÌ 5 OTTOBRE 2020 LA TRIBUNA
REGIONE
Dopo le elezioni Neanche a sinistra il governatore riconfermato è andato sotto il 50% con una forte attrazione su mondi considerati lontani, come il no profit
Anche il volontariato nell’urna ha scelto Zaia Diamanti: «Votato per quello che non fa» L’ANALISI SERGIO FRIGO
a clamorosa affermazione di Luca Zaia propone inedite domande e considerazioni sulla ri/composizione e il ri/posizionamento di alcune fasce di elettorato veneto fino a ieri accreditate di residue simpatie verso il centro-sinistra. Ci si riferisce in particolare ai mondi dell'associazionismo, dell'ambientalismo, del civismo, del cattolicesimo progressista, di cui il candidato-presidente sconfitto Arturo Lorenzoni per la sua storia personale e la sua breve esperienza politica da vice-sindaco di Padova (oltretutto capitale europea del volontariato) è considerato espressione organica: era la prima volta che accadeva, e mai il risultato nelle urne (anche a causa di una campagna elettorale estremamente travagliata) è stato tanto deludente. Stante l'esiguità del suo bottino elettorale è legittimo chiedersi se anche questi elettori sono infine saliti sul carro del vincitore, e perché, considerato che sicuramente non sono sospettabili di astensionismo.
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I PROTAGONISTI
Interpellando protagonisti e addetti ai lavori, e analizzando i commenti sui social, emergono sostanzialmente tre grandi spunti di riflessione. Il primo è la personalizza-
zione del voto, che ha premiato il comunicatore migliore e comunque di gran lunga meglio piazzato: è quanto sostiene, prevedibilmente, Elena Ostanel, unica eletta in Regione, assieme a Lorenzoni, per la coalizione Il Veneto che vogliamo: «La personalizzazione su Zaia ha nascosto quanto fatto, o
fra: «Neanche a sinistra Zaia è andato sotto il 50% dei consensi», aggiungendo però che il consenso deriva al governatore «più per quello che non fa che per quello che non fa, cioè per aver permesso alla società, all'economia, all'associazionismo di continuare a fare quello che già facevano». APPROCCIO NEO-DEMOCRISTIANO
Il sociologo: «Premiato l’aver permesso la continuità di condotte ereditate dal passato» non fatto, dalla sua giunta: tanta gente non sa nemmeno quali sono le competenze della Regione, non conosce gli assessori, ma vede Zaia in televisione, con la giacca della Protezione Civile, in occasione di tutte le emergenze». Questa lettura del voto convince anche il presidente del Centro Servizi per il Volontariato di Padova e Rovigo, Emanuele Alecci («La scelta della persona è stata fondamentale, i partiti sono usciti con le ossa rotte»), il quale aggiunge però il rovescio della medaglia: «Ritengo che parte di questo mondo abbia votato pragmaticamente chi ha mostrato di prestargli attenzione, anche se di diverso orientamento politico. Conosco elettori di sinistra che hanno premiato Zaia col voto disgiunto». Ilvo Diamanti a questo proposito fornisce anche una ci-
Un atteggiamento neo-democristiano, secondo il sociologo, che «bene interpreta una società in cui il passato non passa, in cui continuano a contare le “tradizioni”, e il partito maggioritario – come sapeva fare la Dc - non esprime solo una classe politica, ma fornisce un'identità sociale e incarna un sistema di valori di cui il volontariato fa parte a pieno titolo, seppure con le sue specificità: non a caso esso in quanto tale mai ha espresso una linea politica autonoma o delle candidature alternative». Il secondo elemento che
Vecchiato: «Contiguità storica con la politica per il sistema pubblico di finanziamento» emerge dalle analisi, e che sviluppa in termini più... prosaici (e problematici) l'assunto di Ilvo Diamanti, è quella che Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, definisce «la contiguità storica fra parte del
banche
Monte dei Paschi cede ad Amco 8 miliardi di crediti deteriorati SIENA
Via a 8,1 miliardi di crediti deteriorati. Mps alleggerisce la propria posizione. Impacchetta una grande parte della propria esposizione e la cede ad Amco, la società controllata totalmente dal ministero dell'Economia specializzata propria nella gestione degli Npe, l'acronico con il quale si definiscono in modo ampio i crediti in sofferenza o che si stima di diffici-
le incasso. L'operazione finanziaria, al quale ha partecipato cedendo i propri crediti anche l'investment bank Mps Capital Services, era già stata definita dall'istituto di Rocca Salimbeni e ha ricevuto il via libera con un voto quasi unanime (il 99,97% del capitale) dall'assemblea che si è riunita in sessione straordinaria attraverso deleghe. Due i passaggi chiave alla fine dei quali l'istituto riduce il proprio capitale sociale di
oltre 1,3 miliardi ma aumenta la propria efficienza: avanza il piano di uscita dai rischi che riduce gli Npe dal 12,4 al 4,3% e migliora i propri “ratio” patrimoniali, come il Cet1 fully loaded, in base ai quali la Bce misura la solidità degli istituti. L'operazione, che avrà efficacia dal primo dicembre, prevede vari passaggi e, tra l'altro, consente ai soci di minoranza dell'istituto di non aderire alla cosiddetta «opzione asimme-
Aiutare gli altri, specie se sono più deboli: un’immagine simbolo del volontariato
volontariato e la politica determinata dal sistema pubblico di finanziamento. Una fetta consistente di questo mondo è infatti associazionismo di servizio, non è orientata a dar voce ai più deboli, quindi ha bisogno del sostegno economico degli enti locali, Regione in primis: quello dell'autonomia del volontariato dalla politica, peraltro, era un problema che aveva sollevato già a suo tempo Mons. Nervo». C'è da aggiungere che questo ambiente, «è costituito da gruppi in concorrenza fra loro, e da persone che non necessariamente si amano, per cui la lotta per chi si accredita con la politica fra di loro è serrata»: soprattutto se l'ente locale di turno è l'unico “cliente”, e può decretare il proseguimento o la fine di un'esperienza che dà lavoro e reddito a decine di famiglie (migliaia su scala regionale). Questo ragionamento però dovrebbe valere fino alla cabina elettorale, se qui si trasforma in un voto è perché c'è evidentemente dell'altro, ed è il terzo punto
di queste riflessioni: una sinistra troppo autoreferenziale e che non fa la sinistra sui temi chiave cari all'associazionismo. Lo fa rilevare il sociologo Stefano Allievi: «Siamo sicuri che una proposta politica sia intrinsecamente interessante per quel mondo in quanto autodichiarata progressista?»
trica» delle scorporo verso Amco, continuando a mantenere inalterato il numero delle azioni proprie. Il primo step ha visto l'investment bank Mps Capital Service cedere alla capogruppo una parte del proprio patrimonio costituito da taluni elementi attivi e passivi, tra cui un portafoglio di crediti deteriorati finalizzato ad essere trasferito ad Amco. A questo ha poi provveduto l'altra scissione, quella realizzata dalla capogruppo Mps, con la quale l'istituto “madre” ha ceduto sia gli Npl della controllata sia le proprie attività (sofferenze e inadempienze probabili, attività fiscali differite) e passività (con tra l'altro un finanziamento bridge pari a 3,179 miliardi). In cambio di questo “patrimonio” attivo, quando l'opera-
zione sarà perfezionata, è prevista l'attribuzione ai soci della banca di azioni Amco di categoria B, che servono a sostituire azioni ordinare di Mps con un rapporto di cambio predeterminato. È proprio in questo passaggio che si attua il meccanismo di scissione «non proporzionale» perché le nuove
SCELTE CONDIVISE
«Su più di metà delle problematiche ambientali della nostra regione – specifica il trevigiano Dante Schiavon, del Forum Salviamo il paesag-
Schiavon: «Sui problemi ambientali Pd e Lorenzoni d’accordo con il leader leghista» gio - il Pd e Lorenzoni condividono le scelte di Zaia. Non sono gli ambientalisti che si sono nascosti (anzi hanno fatto liste visibilissime anche se perdenti): è la sinistra che non li vede proprio». Su questo punto replica
L'operazione efficace dal 1° dicembre. I soci di minoranza potranno scegliere di non aderire azioni «B Amco» assegnate ai soci Mps e le azioni corrispondenti di Mps che vengono annullate saranno per il circa 90% in capo al ministero dell'E-
Elena Ostanel: «La campagna elettorale de “Il Veneto che vogliamo”, che stava andando bene, è stata azzoppata dal Covid proprio quando iniziava a far conoscere sul territorio regionale i propri temi e i propri candidati. Troppo pochi sanno – anche per responsabilità del centro-sinistra che nelle passate legislature ha subito la narrazione di Zaia – che il Veneto è la regione italiana col maggior consumo di suolo, che la sua giunta ha votato contro una mozione sul cambiamento climatico proprio mentre Venezia finiva sott'acqua, che i centri commerciali nascono come funghi a causa di una legge regionale che consente di bypassare i comuni. Su tutto questo avremo molto da lavorare, ma i risultati ottenuti dove eravamo radicati dimostra che il civismo non è finito, come qualcuno immagina o auspica». Sicuramente si può convenire che il lavoro da fare per risalire la china non mancherà. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
conomia e delle Finanze, che è l'azionista di maggioranza, e per circa il 10% ai soci di minoranza. Il concambio fissa per il Mef 0,0638 azioni B Amco per ogni azioni Mps posseduta, con l'annullamento di 0,1595 azioni della banca mentre per i soci di minoranza è possibile optare per 0,0152 azioni B Amco per ogni azione Mps e un contemporaneo annullamento di 0,0380 azioni della banca. A quest'ultimi rimane comunque la possibilità di valutare se aderire o di decidere di mantenere le azioni dell'istituto di Rocca Salimbeni che già possiedono. Chi non ha votato per la “scissione” verso Amco, infine, potrà scegliere anche di recedere proprio dall'istituto vendendo tutta la propria quota. —
LUNEDÌ 5 OTTOBRE 2020 IL MATTINO
PADOVA
17
Coronavirus: le misure
Nella foto grande a sinistra via Roma presa d’assalto durante il weekend. In alto a destra i controlli in piazza dei Signori e sotto i padovani che affollano i bar all’ombra dell’orologio
Mascherine, Viola boccia l’ordinanza «Servono controlli non obblighi» L’immunologa interviene dopo l’annuncio di Giordani «Una norma c’è già ma nessuno la fa rispettare» Giorgio Barbieri
«Dal punto di vista scientifico l’obbligo indiscriminato di mascherina all’aperto non ha alcun senso. Una norma c’è già ed è quella che impone di usarla dalle 18 in poi. Sarebbe sufficiente farla rispettare». Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica-Fondazione Città della Speranza, interviene sulla decisione del sindaco
Sergio Giordani di voler fare autonomamente un’ordinanza se non interverranno sia il premier Conte che il presidente della Regione Zaia. La professoressa Viola, che insegna Immunologia all’Università di Padova, afferma di non voler accendere polemiche ma sottolinea che in una fase delicata come quella che si sta attraversando è necessario non mandare messaggi sbagliati alla popolazione e, soprattutto, prendere decisioni che siano so-
L’assessore Bonavina: «Verificheremo»
Venexino preso d’assalto Pedon: «Assunto vigilante» LA DENUNCIA
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e immagini parlano da sole. Venerdì sera, intorno alle 21. 30, una fiumana di persone tra cui tanti giovani, erano sotto i portici di via San Fermo, lato Oviesse, per l’apericena dentro e davanti al noto locale “Venexino-Non Solo Caffè”. La foto è stata scattata da Anna Tono, una signora padovana che transi-
Folla sabato sera al Venexino
stenute dalle evidenze scientifiche. Il sindaco Giordani ha annunciato che a Padova si dovrebbe ricalcare l’ordinanza imposta da Nicola Zingaretti nel Lazio, dove è previsto l’obbligo in tutto il territorio (senza differenze tra periferie e centro storico) e senza limiti di orario. LA PASSEGGIATA
«Ormai abbiamo capito cosa favorisce il contagio del virus», spiega la professoressa Viola, «ossia gli assembra-
tava a bordo della sua auto ed ha sentito il dovere di segnalare l’assembramento ai vigili. «La movida by night con tanta gente, purtroppo, non è di moda solo in piazza dei Signori», osserva la donna, «ci sono anche altri punti della città dove i giovani, davanti ai locali pubblici, creano pericolosi affollamenti. Le foto le invierò anche a Diego Bonavina, l’assessore che conosco da anni». Immediata la replica di Davide Pedon, il nuovo gestore del Venexino, che ha locali anche a Jesolo, Roma e New York. «Venerdì sera ho assunto un vigilante per evitare ogni tipo di assembramento», sottolinea Pedon, detto anche il re del tramezzino,
menti che si possono verificare davanti ai mercati, lungo le vie del centro, la sera di fronte ai locali. In questi casi l’uso della mascherina è necessario. Ma voglio anche dire di più: la Regione ha emesso una ordinanza che impone l’uso del dispositivo di protezione dopo le 18. Perché questo obbligo non viene fatto rispettare? Sabato sera a Padova c’erano i cartelli che lo indicavano. Ho notato che circa il 60 per cento delle persone la indossava. La polizia andava in giro e però non diceva nulla al 40 per cento che se ne infischiava». Nella giornata di sabato la Polizia locale non ha staccato sanzioni. «Piuttosto che imporre la mascherina a tutti indipendentemente da dove si passeggia», aggiunge l’immunologa, «non sarebbe più giusto far rispettare le leggi? Perché tanto, se non si fanno i controlli, sarà sempre la stessa storia: il 60 per cento che già la usa quando serve la userà anche in passeggiata solitaria al parco (senza che abbia un senso, solo per rispetto della legge) mentre chi già non rispetta le norme continuerà a non usarla mai, tanto nessuno fa i controlli. Io per prima mi sentirei una stupida ad usare una mascherina mentre pas-
«dopo le 21.30 sono arrivati i vigili, che hanno trovato tutto a posto. I clienti avevano tutti la mascherina. Il prossimo venerdì farò lavorare a un secondo vigilante per rispettare il distanziamento. Sono il primo a prestare la massima attenzione a tali, importanti, problematiche». Sintetico il commento dell’assessore competente. «Ringrazio la signora per avermi segnalato questa nuova situazione in via San Fermo», spiega l’assessore Diego Bonavina, «ci manderò i vigili. Mai come in questo, delicatissimo, periodo, è fondamentale evitare gli assembramenti, compresi quelli davanti ai locali pubblici». — F.PAD.
seggio in totale solitudine all’Arcella. Ritengo che avrebbe molto più senso mettere dei cartelli molto visibili in cui si spiega la norma e successivamente intensificare i controlli». L’ORDINANZA
Sopra Antonella Viola, professoressa di Immunologia Sotto il sindaco Giordani
Il post: «Sabato sera in centro a Padova c’erano i cartelli che spiegavano la legge La polizia andava in giro e però non diceva nulla al 40 per cento che se ne infischiava»
Sabato mattina il sindaco Giordani ha infatti annunciato che sul suo tavolo c’è un provvedimento forte, visto che si tornerebbe alle regole di marzo e aprile, quando la pandemia era al suo apice. Il sindaco spera che l’ordine arrivi direttamente da Roma o da Venezia, prima di essere costretto a firmarlo lui. Se così non dovesse essere, però, Giordani non si tirerà indietro: «Attenderò ancora pochi giorni per verificare se dal Governo o dalla Regione arriveranno le annunciate misure che regolano in maniera ancora più prudente l’uso della mascherina anche negli spazi aperti» conferma a tal proposito il primo cittadino, «ma passato questo tempo provvederò io ad assumere delle misure particolari per Padova con un’ordinanza». Ordinanza che dovrà prevedere delle multe per chi verrà sorpreso a girare senza mascherina. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
il bollettino
Rilevati altri 38 positivi oltre mille in isolamento PADVA
Il bollettino diffuso ieri sera da Azienda Zero per conto della Regione riporta altri 38 casi di positività al Covid 19 rilevati nel Padovano, che portano così il totale dei contagi attuali a 587 tra città e provincia, su i 4.281 del Veneto. Da inizio emergenza nella nostra provincia sono state 5.376 le persone colpite dal coronavirus, 28.701
nell’intera regione. Ieri si è registrato un nuovo ricovero a Malattie infettive a Padova dove ora pazienti Covid positivi sono 21. Ne rimangono ancora quattro in Terapia intensiva e un paziente Covid è ricoverato nell’ospedale di Camposampiero. Nel Padovano risultano 1.092 persone costrette all’isolamento domiciliare, su un totale di oltre 9.500 della regione. —
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Primo Piano
Lunedì 5 Ottobre 2020 www.gazzettino.it
Alpini, la ricorrenza
Le immagini
LA MANIFESTAZIONE Al velodromo Monti la celebrazione per i cento anni della sezione padovana degli Alpini, con l’intervento di numerose autorità
Penne nere da 100 anni «Sempre e comunque siamo qui per aiutare» Centinaia di “giovani” della sezione padovana `Il generale delle Truppe alpine Claudio Berto al Velodromo Monti per la storica ricorrenza «Non mollare mai, un valore da trasmettere» `
LA CERIMONIA PADOVA Sole splendente, a fugare ogni preoccupazione di maltempo, in cielo; 216 luccicanti medaglie d’oro (209 al valor militare) sul Labaro dell’Ana scortato dal presidente nazionale Sebastiano Favero e da diversi consiglieri, al centro del Velodromo Monti, ieri mattina, per la celebrazione del centenario della sezione padovana (comprendente anche le penne nere del Polesine) dell’Ana. E, a completamento della “coreografia”, il tradizionale arazzo raffigurante la statua della Vergine con la stele alle Penne Mozze dedicata sul Monte della Madonna; con sullo sfondo, le cupole di Santa Giustina, e poi “loro”: non tutti i tremila e passa soci
della sezione, ma comunque tanti, un migliaio.
SUL PALCO Nel grande abbraccio del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero c’è stato spazio per parole forti, emblematiche della figura dell’alpino: senso di responsabilità, impegno, disponibilità, coraggio, quel coraggio dimostrato anche nella pandemia, parte di quei valori che le penne nere vogliono trasmettere alle nuove generazioni. Lo ha chiesto ai governanti, Favero: che sia reso possibile all’Ana trasmettere quei valori. Un messaggio forte, e «se ci si crede, i risultati verranno. Gli alpini ci sono e ci saranno sempre, con questo impegno» la sua conclusione. Esempi di dovere (che viene prima dei diritti), attraverso le
generazioni in un secolo di vita dell’Ana, li ha pure citati il generale Claudio Berto comandante delle Truppe Alpine. Per il passato ha voluto sottolineare il senso dell’impegno e del “non mollare mai” del sottotenente Antonio Cantele, da Camposampiero, medaglia d’oro al valor militare, caduto il 20 gennaio 1943 sul fronte russo. Impegno, resistenza alle avversità, ai fatti negativi della vita e quel “non mollare mai” sono i valori da trasmettere alla nuova generazione. E fra quanti a livello istituzionale sono ben consapevoli del valore della presenza degli alpini nella società italiana, il presidente della giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, il cui messaggio di saluto vuole essere condivisione dello spirito di coesione e solidarietà degli alpini, sempre pronti
GLI ONORI Sopra i gonfaloni dell’Ana con le 216 medaglie d’oro. Al centro il generale Claudio Berto e sotto un gruppo di alpini
ad agire per il bene degli altri.
lA SEZIONE
IL PRESIDENTE ANA SEBASTIANO FAVERO: «SE CI SI CREDE I RISULTATI VERRANNO, NOI PER PRIMI SIAMO ESEMPIO DI CORAGGIO»
Ha esordito confessando la propria “incredulità”, il presidente della sezione Roberto Scarpa, «ma nonostante tutti gli intoppi burocratici e le restrizioni in atto, siamo qui numerosi per essere testimoni di un momento storico e pronti a scrivere nuove pagine del futuro di questa meravigliosa associazione. Siamo qui per seminare la ripartenza dopo un periodo di riflessione ‘forzata’. Abbiamo più che mai bisogno di rafforzare la relazione umana, dare spazio alla parola incontro. Unione di intenti, dunque, pur nel confronto franco che non è mai mancato nei gruppi, ha aggiunto Scarpa, indicando quindi i rapporti col mondo della scuola, con le per-
sone in difficoltà, con i più deboli, e concludendo con l’esprimere la convinzione di poter riuscire «a portare sempre un valore aggiunto alla società, anche con la semplice testimonianza ‘per non dimenticare’». A tal proposito, il cappellano della sezione, padre Federico Lauretta, che ha celebrato la messa, dopo avere sottolineato la coincidenza della festa di san Francesco patrono d’Italia con quella degli alpini padovani, ha rivolto un pensiero al suo predecessore, il francescano padre Enzo Poiana, improvvisamente e immaturamente “avanti” quattro anni fa. La manifestazione è stata accompagnata dalla Banda Ciro Bianchi e dal Coro Ana del gruppo di Cittadella. Giovanni Lugaresi © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’annuncio del consigliere-soldato: «Nel 2021 il monumento dell’Alpino» IL BILANCIO PADOVA La pandemia da Coronavirus ha certamente limitato le attività degli Alpini, ma non li ha bloccati in due ben precise direzioni di marcia - per così chiamarle: la presenza attiva della loro Protezione Civile nelle ”zone rosse”, e dovunque ci fosse una situazione critica durante il blocco. Poi, in certi appuntamenti importanti e non rinviabili per il significato emblematico che rappresentavano. Così è stato per la sezione padovana dell’Ana, che, seppur in tono minore, e a ranghi ridotti, il suo secolo di vita e di attività l’ha cele-
brato: sabato pomeriggio sul Monte della Madonna alla stele delle Penne Mozze, e ieri mattina al Velodromo Monti, come riferiamo a parte. Ma nei discorsi, nei riconoscimenti resi alle Penne Nere padovane, oltre all’impegno da queste profuso, non è mancato un
NEREO TISO: «È GIÁ CONCORDATO CON IL SINDACO E CON LA SEZIONE, ORA È IN FASE DI PROGETTAZIONE»
accenno a ciò che in questo anno centenario si sarebbe dovuto verificare, ed è invece stato rinviato proprio a causa della pandemia. Lo ha sottolineato, fra gli altri, il consigliere comunale (alpino) Nereo Tiso, che ha portato il saluto del sindaco e di tutta la città. «Una città, ha aggiunto, che ha nei gruppi dell’Ana, nel loro operare, ‘un arricchimento’. Perché gli alpini sono testimoni di come si vive nella comunità». Come del resto si è visto durante il periodo del lockdown, nel quale sono emerse la laboriosità e la solidarietà delle penne nere. Ma se la festa di ieri è stata una festa mutilata, per così dire, essa si protrarrà nel tem-
po. E’ rimandata infatti all’anno prossimo, ha promesso Tiso, l’inaugurazione del tanto atteso Monumento all’Alpino, già concordato dalla Sezione col Comune e in via di progettazione. Come, d’altra parte, proprio dalla sezione, è venuta la comunicazione del rinvio della sistemazione del magazzino della attivissima Protezione Civile, prima in àmbito Ana ad essere costituita in Italia, come sottolineato dal presidente Roberto Scarpa, pochi anni dopo il terremoto del Friuli. Sul concetto di gratitudine per le Penne Nere ha posto poi l’accento anche il presidente dell’amministrazione provinciale Fabio Bui, afferman-
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SUL PALCO L’intervento del consigliere comunale Nereo Tiso, alpino
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA FABIO BUI: «TUTTI I 102 COMUNI DEBBONO UN GRAZIE AL VOSTRO LAVORO»
do che i 102 comuni del Padovano sono uniti agli alpini, il cui esempio è sempre positivo, ponendosi come riferimento anche per semplicità e coerenza, nonché per senso identitario di appartenenza alla Patria. G.Lu. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
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Lunedì 5 Ottobre 2020
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LOTTAAL VIRUS. Lapartenza dovrebbescattarequesta settimana
TestrapidiCovid LesquadreUlss anche nelle scuole L’inputarrivato dalla Regione èdidarepriorità assolutaalle diagnosiche garantisconorisposte sicuresull’eventuale positivitàinquindici minuti Test rapidi. La risposta, per sapere se si è positivi, arriva in 15 minuti. Se viene segnalato un focolaio si corre sul posto con gli antigeni e in quarto d’ora si ha il quadro chiaro di quanto sta accadendo senza dover chiudere tutto o far scattare misure eccessive o inutili. Inizia un nuovo corso. Si parte, quasi certamente, questa settimana. Solo test rapidi per tutti. Negli ospedali, nelle case di riposo, per i casi sintomatici segnalati da medici di base e pediatri di libera scelta, nelle scuole. Il tampone soltanto in seconda battuta come conferma diagnostica dei casi risultati positivi all’esame antigenico. Questa mattina, per decidere come fare e quando iniziare, il primario microbiologo del San Bortolo Mario Rassu incontrerà a Padova, nella sede dell’Azienda Zero, il collega trevigiano Roberto Rigoli, che il governatore Zaia ha chiamato a coordinare la gestione virologica della campagna anti-Covid. L’ordine, arrivato da Venezia, è di dare priorità assoluta ai test antigenici, di farli ovunque. A cominciare dalle scuole previo consenso informato dei genitori. «Dovremo trovare il modo – spiega il dottor Rassu - per andare noi, come personale sanitario, a eseguirli. Pensare a un’autogestione sarebbe complicato». Il rischio oggi con il tampone molecolare è di dover isolare senza ragione intere classi, di mettere in crisi interi istituti, specie nelle materne e nelle elementari. O di dover sottoporre al tampone rino-faringeo che
preleva campioni respiratori file ininterrotte di bambini inviati dai pediatri in ospedale al primo sintomo sospetto mentre magari si tratta solo di una banale sindrome para-influenzale, con il risultato che finora a Vicenza su 2 mila piccoli il responso positivo è emerso solo 4 volte. Con il test antigenico si scongiura l’utilizzo immotivato del tampone, si individuano e si isolano subito i casi, si tracciano in tempo reale i contatti, si decidono più facilmente le misure di quarantena, le microbiologie respirano, e si sprecano meno risorse, anzi si risparmia una montagna di soldi. Un test antigenico costa all’Ulss 4,50 euro contro i circa 24 del tampone classico (mentre se il privato chiede di farlo di euro ne spende 61,70). L'utilizzo dei test antigenici rapidi è, quindi, in grado di assicurare una diagnosi accelerata, con il vantaggio di poter distinguere quasi in
“
Gliinfetti trovatiinpronto soccorsocon questiesamisono staticonfermati MARIORASSU PRIMARIOMICROBIOLOGO
tempo reale nei casi sospetti se si è dinanzi al Covid o a una sindrome influenzale senza dover aspettare ore o giorni tenendo sotto scacco decine o centinaia di persone. Nell’Ulss Berica, ma anche nell’Ulss Pedemontana, si passa, quindi, a questo screening su grandi numeri, che è molto efficace nell’identificare chi ha un’alta carica virale, che - come nei tamponi - va a caccia del virus, ma che, a differenza dei test molecolari Pcr con cui si ricerca la presenza di materiale genetico, serve a rilevare gli antigeni. In altre parole, i test rapidi cercano solo “il cuore” del virus, la proteina virale. Il cotton fioc, che è andato a pescare il campione di saliva e di muco, viene strofinato insieme a un liquido speciale su una “saponetta” rivestita con una pellicola di anticorpi. Se il colore del dispositivo cambia vuol dire che gli anticorpi si sono attivati, ed è questa la prova che l’infezione è in corso. Il primario Rassu anche la scorsa settimana è riuscito a processare in un giorno, grazie anche all’analisi dei tamponi in “pool”, quasi 2 mila campioni. L’adozione dei test rapidi darebbe fiato anche a questa valorosa pattuglia di specialisti che continua a reggere il peso di un’operazione giunta a numeri incredibili: 150 mila tamponi e 26 mila test sierologici. «Nel rapporto qualità-prezzo - spiega - il test migliore è sicuramente l’antigene. Se la carica virale è alta il risultato è sicuro. Tutti i casi positivi in pronto soccorso al test rapido sono stati poi confermati dal tampone». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Operatorisanitari lavoranoin undrive-inper elaborare irisultati deitest rapidianti Covid-19. ARCHIVIO
PROGETTOPILOTA. Ilmonitoraggioèstatorealizzato ad Arcugnano
Oltre400alloscreening Nessuncasodipositività Tutti gli studenti sono risultati negativi al sierologico I test sierologici effettuati sugli studenti di Arcugnano hanno dato tutti responso negativo. Tira un sospiro di sollievo la comunità dopo aver ricevuto la notizia dell’esito del primo monitoraggio sulla propria popolazione studentesca. Si è trattato di un progetto pilota della Regione Veneto, per numero di partecipanti. La buona notizia è arrivata al termine della giornata, quella di sabato 3 ottobre, dedicata allo screening, iniziata in mattinata con i bambini più piccoli e completata nel tardo pomeriggio con gli studenti universitari. Oltre la metà degli 800 “candidati” ha risposto all’appello inviato dall’amministrazione comunale. Tutti in fila, muniti di tessere sanitarie, accompagnati dai genitori, nel caso di minorenni, rispettando le
Lapalestra delle mediedi Torri trasformata inlaboratorio analisi
normative per il contenimento del contagio e indossando le mascherine, gli studenti hanno aspettato il proprio turno nella palestra delle medie di Torri, che si è trasformata per l’occasione in un laboratorio prelievi. Poi si sono sottoposti, uno alla volta, allo
screening per digitopuntura, che ha permesso di rilevare nel sangue, in tempi rapidi, gli anticorpi al Covid-19. Tutti i test sierologici sono stati eseguiti su base volontaria. Tira un sospiro di sollievo anche il sindaco, dopo aver ricevuto la notizia. «Nessun po-
sitivo sui 450 test sierologici eseguiti, sono sollevato - dice Paolo Pellizzari, sindaco di Arcugnano -. L’organizzazione è stata perfetta. Ringrazio l’Ulss 8 Berica per l’attività, per la professionalità degli operatori e per l’umanità con cui il personale ha trattato i bambini, i ragazzi e più in generale le loro famiglie. Un ringraziamento va poi ai volontari della protezione civile Ana di Arcugnano, a quelli del corpo italiano soccorso Ordine di Malta, a quelli del comitato della Croce rossa di Vicenza, al vicesindaco Gino Bedin e all’assessore al sociale, alla sanità e alle pari opportunità Loredana Zanella, che hanno seguito passo passo lo screening». «Anche in questo caso hanno vinto lo spirito di gruppo e la grande capacità di creare sinergie tra le forze del territorio» ha detto il primo cittadino, che ha poi comunicato che la lotta alla pandemia continuerà, perché «l’obiettivo è di individuare subito eventuali casi di soggetti asintomatici che potrebbero inconsapevolmente contribuire alla diffusione del contagio». • I.L. © RIPRODUZIONERISERVATA
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Franco Pepe
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LUNEDÌ 5 OTTOBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
veneto agricoltura
Vigneti resistenti, due sperimentazioni A Borgo Valbelluna si sta svolgendo una attività su un vigneto a bacca nera. Prove di valutazione anche a Seren BELLUNO
Ottimi risultati dalla sperimentazione su vigneti di varietà resistenti che sono diffusi nel Veneto. Lo annuncia l’Agenzia Veneto Agricoltura, informando dell’attività che sta svolgendo in collaborazione con l’Associazione Piwi Veneto, ente senza fini di lucro di Mel (Borgo Valbelluna) tra i maggiori produttori di varietà “resistenti” del Veneto. In particolare, i riflettori sono puntati su un vigneto sperimentale costituito dalle ultime novità “resistenti” di viti a bacca nera che possono sovrapporsi come epoche fenologiche e caratteristiche enologiche alla varietà Pinot Nero. Il nuovo vigneto è caratterizzato da germogliamento medio-precoce e maturazione precoce che sembrano ben adattarsi alla climatologia della zona montana, soggetta a possibili gelate tardive e abbondanti precipitazioni tardo estive ed autunnali. È per questo motivo che da alcuni anni nel Veneto, nell’ottica di perseguire una politica vitivinicola regionale capace di ridurre l’impatto dei fitofarmaci in vigneto, in particolare in alcune complesse situazioni locali, si sta puntando ad una strategia in-
centrata sull’utilizzo di varietà di vite “resistenti” alle principali fitopatie. Si tratta di varietà derivate da programmi di incroci naturali con altre viti portatrici dei caratteri di resistenza alle principali malattie, a cominciare da peronospora e oidio, che da sole richiedono almeno 3-4 trattamenti all’anno. Attualmente sono circa 370 le varietà “resistenti”, ot-
Il tema è di quelli cruciali per il settore primario, per ridurre l’uso della chimica tenute in 25 Paesi, compresa l’Italia, e registrate per la coltivazione. Si tratta di selezioni che presentano caratteri del tutto tipici di Vitis Vinifera. Nell’ambito di questa ampia offerta di varietà “resistenti”, la Regione Veneto ha promosso negli ultimi anni una serie di progetti, che hanno portato all’autorizzazione di 20 tipologie di vitigni “resistenti”, con un discreto interesse tra i produttori. Veneto Agricoltura, nello specifico, ha condotto prove di valutazione riguardo a due vigneti sperimentali dislocati nella zona del Li-
son-Pramaggiore (in provincia di Venezia) e nel comune di Seren del Grappa, costituiti dalle principali varietà ammesse alla coltivazione in regione. Inoltre, nel corso del 2020, l’attività sperimentale in vigneto svolta dall’Agenzia regionale si è arricchita di ulteriori progettualità. La vendemmia è al termine, anche in provincia di Belluno, e dalla Regione continuano ad arrivare insistenti raccomandazioni a coltivare vigneti resistenti. Per il settore vitivinicolo il tema è di quelli cruciali: nei vigneti l’uso della chimica deve essere ridotto, lo chiedono il mercato, la collettività e l’ambiente. Del resto, i numeri parlano da soli: nonostante oggi la lotta fitosanitaria sia condotta con strategie che rivolgono un’attenzione sempre maggiore all’ambiente, a livello di Unione Europea, la viticoltura, pur occupando solo il 3,3% della superficie agricola, utilizza per la difesa della vite dai principali patogeni fungini circa il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura, essendo le varietà diffuse di Vitis Vinifera sensibili ad un grande numero di malattie. – F. D. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«i responsabili saranno individuati»
Vandali in piazza Martiri contro i fiocchi rosa La condanna del sindaco BELLUNO
Non poteva passare sotto silenzio quanto accaduto durante la notte tra sabato e ieri in centro a Belluno. Qualche vandalo ha deciso di prendersela, a scarpate verrebbe da dire, con i fiocchi rosa che le associazioni Ados e Lilt hanno posizionato nei Giardini di
piazza Martiri per ricordare l’importanza della prevenzione per combattere il tumore al seno. L’assessore Marco Perale ha pubblicato la foto del fiocco distrutto e in serata è intervenuto anche il sindaco Massaro. «Quanto accaduto, la distruzione di alcuni dei fiocchi rosa posizionati da Ados nei
giardini di Piazza dei Martiri, è l’ennesima conferma del fatto che è sempre più importante intervenire sull’educazione dei giovani. Condanno fermamente, e con me tutta l’amministrazione comunale, il gesto stupido e meschino, e mi rifiuto di credere che nel mirino dei vandali ci fosse l’iniziativa Ottobre in rosa, una mani-
I vitigni resistenti in valle di Seren
longarone
L’Anas affida i lavori di via Uberti alla ditta Deon, per la conclusione LONGARONE
I lavori di via Uberti passano nella mani della ditta Deon. L’operazione, voluta da Anas, sbloccherà gli attesi lavori per una strada di sfogo che è chiusa da quasi due anni tra l’esasperazione dei residenti. Dopo che l’ultima tabel-
festazione importante per i suoi risvolti sociali e di prevenzione; credo piuttosto che, come accaduto qualche settimana fa in via Sottocastello, sia opera di ragazzi che non rispettano le più elementari regole del vivere in comunità. Sono sicuro che, come avvenuto per la targa di Loris Tormen, non passerà molto tempo prima che il colpevole o i colpevoli vengano individuati: un gesto del genere, nella piazza centrale sorvegliata dalle telecamere, non può passare inosservato», ha detto il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, condannando i danneggiamenti compiuti ai danni delle installazioni posizionate in Piazza dei Martiri. —
la di marcia con il termine dei lavori fissato per metà settembre, era chiaro che si erano manifestati alcuni problemi che andavano oltre ai normali ritardi. Il cantiere nelle ultime settimane era deserto. I lavori di via Uberti sono a carico di Anas, che li aveva appaltati alla ditta Cec Consorzio
Stabile Europeo Costruttori Scarl con un costo di circa 1 milione di euro. La soluzione è stata quella di ricorrere alla soluzione della ditta Deon che si sta già occupando di alcuni lotti dei lavori nel piano mondiali 2021, quelli all’ingresso di Longarone con la realizzazione della nuova corsia per la Val Zoldana, che sono a buon punto e quelli dei marciapiedi dalla stazione fino a Castellavazzo che al momento sono fermi proprio perché sono subordinati alla riapertura di via Uberti. — E.D.C.
RINGRAZIAMENTO Il marito, i figli e i parenti tutti della cara
ORNELLA LUCCHET in RIGHES
porgono un sentito ringraziamento a tutti coloro che con la presenza ed in ogni altra forma hanno voluto onorarne la memoria. Un particolare ringraziamento a tutto il personale della Casa di Soggiorno di Cavarzano per le amorevoli cure prestate. BELLUNO via Sois n.361, 5 ottobre 2020 O.F. ANTICO Borgo Valbelluna - Limana Tel. 0437/554487 condoglianze online www.anticodiego.com
È mancato all’affetto dei suoi cari
“Ecco, vengo o Signore! Sia fatta la tua volontà!”
EMILIO MINELLO
É tornata alla Casa del Padre lasciandoci un caro ricordo nel cuore
SILVANA DA PIAN ved. MATIZ
di anni 81 Ne danno il triste annuncio la moglie Emma, i figli Giuliana, Aldo e Dolores, i generi, la nuora, le nipoti, i pronipoti, i fratelli, la sorella, i cognati, le cognate, i parenti tutti. I funerali avranno luogo martedì 6 ottobre alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Codissago da dove per volontà di Emilio si proseguirà per la cremazione. I posti disponibili nella chiesa sono 40, si chiede di lasciare la precedenza a familiari e parenti e di rispettare la distanza sanitaria e tutte le norme di comportamento. Ai fiori, saranno gradite offerte da devolvere alle Cure Palliative.
La famiglia porge un sentito ringraziamento al personale tutto del reparto di Oncologia e delle Cure Palliative di Belluno per le professionali cure prestate ed a quanti in ogni modo vorranno onorarne la memoria. Codissago, via II giugno n. 54, 5 ottobre 2020 CALDART di Antonio e Walter- Belluno - Ponte nelle Alpi - Tel. 0437/944754 - Condoglianze online - www.caldartbelluno.it
di anni 84 Ne danno il triste annuncio il figlio Emilio con Manuela, le sorelle Ada, Marisa ed Elsa, i nipoti ed i parenti tutti. Le esequie avranno luogo martedì 6 ottobre alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale Santa Maria Immacolata di Mussoi. Si proseguirà per il cimitero di Caprile dove la cara Silvana riposerà. I posti disponibili nella chiesa sono 70, si chiede di lasciare la precedenza a familiari e parenti e di rispettare la distanza sanitaria e tutte le norme di comportamento. La famiglia rivolge un particolare ringraziamento al dott. Fabio Bernard e a tutto il personale della Casa di Riposo di Mel e del Reparto di Geriatria dell’Ospedale di Belluno per l’assistenza e le amorevoli cure prestate.
Si ringraziano fin d’ora quanti vorranno onorarne la memoria. Belluno, 5 ottobre 2020 CALDART di Antonio e Walter- Belluno - Ponte nelle Alpi - Tel. 0437/944754 - Condoglianze online - www.caldartbelluno.it