RASSEGNA STAMPA 26 SETTEMBRE 2020

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-19

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26-SET-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 27

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-35

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26-SET-2020 Estratto da pag. 14

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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-8

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23-SET-2020 Estratto da pag. 60

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26-SET-2020 Estratto da pag. 7

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

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26-SET-2020 Estratto da pag. 11

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23-SET-2020 Estratto da pag. 56

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26-SET-2020 Estratto da pag. 20

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 28

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 11

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25-SET-2020 Estratto da pag. 43

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25-SET-2020 Estratto da pag. 98

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 11

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25-SET-2020 Estratto da pag. 34

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25-SET-2020 Estratto da pag. 33

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25-SET-2020 Estratto da pag. 19

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26-SET-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 1

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26-SET-2020 Estratto da pag. 25

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26-SET-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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26-SET-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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REGIONE

SABATO 26 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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Dopo le elezioni

Pd, sabato la direzione più rovente E Camani si candida a capogruppo Il segretario Bisato: «Basta colpi bassi, servono chiarezza e verità. Zingaretti? Non l’ho più sentito» Filippo Tosatto / VENEZIA

Il risultato, obiettivamente deludente, richiede un’attenta analisi alla quale non ci sottrarremo. Il popolo del centrosinistra scampato al diluvio leghista confida che il ritornello - immancabile dopo ogni scacco elettorale - gli sia risparmiato e che stavolta, a fronte di una disfatta senza precedenti, l’abituale rito autoassolutorio del vertice ceda il passo ad un bagno nella realtà. L’occasione è offerta dalla direzione “allargata” del Pd convocata sabato 3 ottobre al Crowne Plaza di Limena da Alessandro Bisato; il segretario regionale, bocciato dalle urne a dispetto delle 5 mila preferenze raccolte senza il sostegno dei caporioni di partito, ha posto a disposizione lo scomodo mandato ma, prima di compiere un passo indietro, esige chiarezza su quanto è stato compiuto «prima e durante la campagna elettorale» nonché sulle

prospettive politiche e istituzionali dei democratici.

tribuiscono la sconfitta all’operato della segreteria. Escluso Baretta, impegnato nelle comunali ai Venezia, dov’erano i nostri sottosegretari e i dirigenti nazionali che oggi puntano il dito?».

LA SCELTA CONTROVERSA DI LORENZONI

«Non ne faccio una questione personale però occorre ristabilire la verità dei fatti e, soprattutto, segnare la discontinuità rispetto ad una linea rivelatasi perdente e sconfessata clamorosamente dai cittadini veneti», è la premessa «In fase di definizione dello sfidante a Zaia, io avanzai pubblicamente alcune riserve su Lorenzoni, rivendicando al partito democratico, la forza di gran lunga più rappresentativa nella coalizione, il diritto di esprimere un candidato presidente; la maggioranza, tuttavia, decise diversamente, escludendo le primarie, e da quel momento Arturo diventò il mio unico riferimento. Non gli muovo rimproveri, si è battuto in un contesto oggettivamente complicato e non ha avuto fortuna, rifiuto però la critica ingenerosa e sleale di quanti, nel Pd, at-

SOTTOSEGRETARI NEL MIRINO

Alessandro Bisato, Achille Variati e il segretario del Pd Nicola Zingaretti

L’allusione corre ad Andrea Martella e ad Achille Variati, “rei” di aver caldeggiato l’opzione Lorenzoni fino ad imporla ad un gruppo dirigente recalcitrante. E riecheggiano i rumors mai sopìti che chiamano in causa Massimo Bettin, l’ex segretario di Padova ora portavoce del sindaco Sergio Giordani, “indiziato” di aver architettato l’operazione per allontanare da Palazzo Moroni l’ingombrante vicesindaco. Tant’è. Tra una settimana è in calendario la resa dei conti e sono in molti, tra i dem, a sollecitare una svolta radicale capace di ripristinare una qualche sintonia con il sentiment del Veneto profondo, non riduci-

le categorie economiche

«Un consenso così ampio a Zaia genera la responsabilità di risolvere i problemi» Confapi: servono risposte urgenti su infrastrutture, investimenti ricerca e sostegno all’innovazione Confagricoltura: andare spediti verso l’autonomia differenziata VENEZIA

Le categorie economiche si aspettano molto dalla solidità del nuovo governo veneto e lo sottolineano nelle note emesse all’indomani delle elezioni. «L’ampia affermazione elettorale è frutto del buon governo e della concretezza mo-

strate in questi anni», afferma il presidente di Confapi Manfredi Ravetto «Oggi, nell’augurare a Zaia buon lavoro, auspichiamo che tenga conto delle istanze delle Pmi, che noi rappresentiamo, e che sono la vera ossatura dell’economia del Veneto». «In questo momento di grave incertezza dovuto alla pandemia, le piccole e medie industrie hanno bisogno di risposte urgenti e di un supporto concreto sul piano delle infrastrutture e degli investimenti, della ricerca e del soste-

gno all’innovazione», sottolinea la guida di Confapi Veneto, federazione regionale tra le Confapi del territorio, i cui contratti sono applicati da più di 6 mila imprese, con oltre 87 mila addetti. «Confidiamo di poter proseguire la collaborazione portata avanti in questi anni con gli organi della Regione e, a tal proposito», conclude Ravetto, «attendiamo di conoscere la composizione della Giunta che lavorerà con il presidente Zaia, sicuri che saprà dare il giusto risalto ai territori e ai

valori, politici ed economici, che essi esprimono». «L’emergenza di questo periodo richiede interventi straordinari volti al rilancio dell’economia e del lavoro in Veneto. L’attenzione della Regione dovrà essere massima nel progettare soluzioni innovative e spendere al meglio le risorse che perverranno dall’Ue». Lo dice il presidente di Confagricoltura Veneto, Lodovico Giustiniani, il quale aggiunge: «Un consenso così ampio permetterà di procedere con determinazione per risol-

Manfredi Ravaretto, Confapi

vere i problemi che sono ancora sul tappeto. Bisogna andare spediti verso un’autonomia differenziata, che permetta di amministrare al meglio i processi burocratici e di intervento calati nella realtà locale. Per fare questo il presidente Zaia dovrà assumere decisioni anche impopolari, ma che

bile a circoli e salotti della borghesia progressista. LA MOSSA DEI PARLAMENTARI

In questa direzione muovono i parlamentari Roger De Menech, Alessia Rotta, Andrea Ferrazzi; l’eurodeputata Alessandra Moretti i veterani Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia, decisi a dare battaglia. E Nicola Zingaretti? Aveva assicurato ampio sostegno nazionale alla mission impossible... «Non si è più fatto sentire», la secca replica di Bisato «vorrà dire che sarò io a chiamarlo». LUNEDÌ I CONSIGLIERI AL FERRO-FINI

Intanto la pattuglia degli eletti all’assemblea regionale prova a ripartire. Lunedì, al Ferro-Fini, i consiglieri del Pd sceglieranno il capogruppo: l’orlandiana Vanessa Camani aspira al ruolo, eventualità sorprendente a fronte dell’exploit dell’emergente Giacomo Possamai (11.500 voti personali, ad un passo da Roberto “bulldog” Marcato, recordman della Lega) che tuttavia rifiuterà il braccio di ferro. A seguire, l’incontro con i partner del “Veneto che vogliamo” - Lorenzoni, in predicato di diventare portavoce dell’opposizione, con Elena Ostanel («Mi batterò per l’unità del centrosinistra») - più Cristina Guarda di Europa Verde. Nove consiglieri, tre gruppi. Staremo a vedere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

con lungimiranza siano indirizzate alla risoluzione di problemi cruciali come la viabilità, la banda larga, l’export e la ricerca. Nel documento sottoposto ai candidati alla presidenza, abbiamo sintetizzato l’urgenza di un sostegno a un settore primario che deve sempre più confrontarsi con l’internazionalizzazione e la concorrenza di altri Paesi. Fondamentale sarà una rinnovata progettualità che veda l’agricoltura cerniera fra l’ambiente, il territorio, le attività produttive e sociali in un contesto di cambiamenti climatici e internazionali». Confagricoltura Veneto rinnova la propria disponibilità nel collaborare per far crescere economicamente e socialmente il Veneto, con una maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale e agricola. —

Gli interventi per il risparmio energetico

I SEGRETI DEL

SUPERBONUS Facciate, caldaie, infissi come avere lo sconto del 110% Assemblee condominiali le maggioranze e il rischio ricorsi Cedere il credito fiscale alla banca: le simulazioni di calcolo

Lunedì 28 settembre l’inserto di 8 pagine in omaggio con il giornale


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Primo Piano

Sabato 26 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Le elezioni, la politica GLI SCENARI VENEZIA È sull’Autorità per la laguna che si misura il primo braccio di ferro post-elettorale tra l’asse Zaia-Brugnaro e il governo. Il risultato elettorale di domenica ha rinsaldato il peso dell’alleanza tra Regione e Comune, alimentando le aspirazioni di un maggior peso specifico del Veneto e della laguna a Roma. Del resto tra le grandi città solo Firenze può contare su una assonanza amministrativa forte con il governo regionale. L’Autorità rappresenta un po’ la ”linea del Piave” per un Brugnaro ancora più forte con l’appoggio della Lega almeno tanto quanto l’autonomia lo è per Zaia. E le due battaglie in fondo sono complementari, perché nella prospettiva di un Veneto autonomo, può trovare rilancio una Venezia dove il Comune abbia quel peso che Brugnaro rivendica nell’Agenzia voluta dal governo. Però, come detto, da Roma arriva il primo “muro”.

L’OBIETTIVO È Pier Paolo Baretta, sconfitto da Brugnaro, ma componente del governo come sottosegretario all’Economia, che smorza gli entusiasmi. «Faremo squadra sicuramente per Venezia, ma l’Autorità per la laguna non è il punto da cui partire. C’è ancora tempo, le prossime settimane saranno decisive, ma non credo che il testo definitivo sarà molto diverso da quello di partenza. L’Agenzia per la laguna è stata usata come cavallo di battaglia per la campagna elettorale, la partita vera si giocherà sul recovery fund: aspetto che il sindaco, quando sarà ufficializzata la squadra, ci convochi attorno a un tavolo per parlare di progetti». In effetti il decreto Agosto dovrà essere convertito in legge entro il 13 ottobre, quindi mancano circa due settimane piene di lavoro: la prossima settimana sarà in discussione in commissione e al Senato, in quella successiva approderà alla Camera per l’approvazione definitiva. L’articolo 95 è quello che parla di Venezia, molti gli emendamenti richiesti, a partire da quello di Orietta Vanin, Cinque Stelle, che avrebbe voluto una presenza più incisiva all’interno del decreto da parte del ministero dell’Ambiente, «perché Venezia - dice - non è un’Infrastruttura e non può essere considerata come un’autostrada, mentre l’agenzia non aveva ragione di esistere, sarà un doppione di altre strutture. Ed è sconcertante che per il presidente o segretario che la guiderà non sia previsto un titolo tecnico: diventerà l’ennesima

L’ANALISI VENEZIA Ventuno della terraferma, 12 di Venezia ed estuario, due dalla provincia e due da fuori. Ecco la geografia dei luoghi di residenza dei 36 nuovi componenti del Consiglio comunale, una fotografia che dà l’idea del “peso” dei territori della città vasta che è Venezia. Dieci consiglieri sono di Mestre, intesa in senso stretto: sono l’ex presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, l’ex assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin, gli ex consiglieri Fucsia Matteo Senno ed Enrico Gavagnin. Sei le new entry. In maggioranza: Laura Besio, già presidente dell’Antica Scuola dei Battuti, Silvia Peruzzo Meggetto ed Emmanuele Muresu sempre la lista del sindaco Luigi Brugnaro. All’opposizione: Paolo Ticozzi del Pd, Riccardo Brunello della Lega e France-

ALLEATI Luigi Brugnaro e Luca Zaia ancora più alleati dopo l’esito del voto di domenica e lunedì

L’asse Zaia-Brugnaro trova un muro a Roma L’Autorità per la laguna torna nell’agenda politica del neoeletto sindaco Baretta frena: «La vera partita è il recovery fund, il primo cittadino ci convochi» `

poltrona politica».

LO STOP DEL PD Come per Baretta, anche secondo Nicola Pellicani le richieste del sindaco di Venezia di entrare a far parte dell’Autorità per la laguna o che ci sia una partecipazione nella gestione della struttura sono difficilmente accoglibili dal punto di vista gerarchico. «Un’opera come il Mose, voluta dallo Stato sulla testa dei veneziani, deve rimanere allo Stato che ne deve garantire il funzionamento e il finanziamen-

PELLICANI (PD): «NON SI PUO’ PENSARE DI FARE IL FEDERALISMO CON I SOLDI DEGLI ALTRI»

all’acqua che circonda Venezia, per le quali Zaia e Brugnaro per le rispettive parti hanno chiesto ciascuno 150 milioni l’anno per dieci anni. Ci sono le bonifiche di Marghera e la questione della Zes, la Zona economica speciale di Porto Marghera. Non solo, ma c’è tutta la partita delle infastrutture, come ad esempio il Mose e l’Alta velocità ferroviaria, fino ad arrivare a quel “sogno” dell’autostrada Alemagna verso nord, per finire con l’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali Cortina 2026.

to deve rimanere da parte dello Stato - è l’opinione ferma del parlamentare Pd - Non si può chiedere il federalismo con i soldi degli altri, non se lo sarebbe mai sognato nessuno da Rigo, a Cacciari, a Costa a Orsoni. Avremo però la garanzia che le decisioni sulla laguna si prenderanno a Venezia, a Rialto, davanti a Ca’ Farsetti. E chiederemo che venga ripristinato il nome del Magistrato alle Acque, cancellato da Renzi. Vederemo se riusciremo a riunire la competenza sulle acque, già quello sarebbe un passo avanti importante per il Comune». Quando il decreto diventerà legge, scatteranno anche i termini per la nomina del commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova, che apre un’altra partita importante sul fronte della conclusione dei lavori del Mose. Raffaella Vittadello

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I temi

Dalle bonifiche alla Zes, le principali “battaglie” comuni VENEZIA L’autonomia del Veneto, punto fondamentale dell’amministrazione Zaia insieme alla battaglia di Brugnaro per veder riconoscere a Venezia un maggior peso decisionale del Comune nell’Autorità per la laguna - sono solo due dei principali temi sui quali si salda la nuova alleanza tra Regione e Comune, dopo il voto di domenica che ha dato al “patto” istituzionale la forza dei numeri. L’Autorità è quella struttura voluta dal governo e inserita nel Decreto Agosto con cui a gestire il Mose e le tematiche della salvaguardia in

sostituzione dell’ex Magistrato alle acque. Dovrà essere un pool composto da ministeri e enti locali, ma Brugnaro chiede da tempo che il ruolo di Venezia sia riconosciuto e preciso. Ed è su questo che si è giocata anche buona parte della campagna elettorale delle scorse amministrative. Ora la battaglia riprenderà, ma ci sono anche altri temi sui quali Regione e Comune puntato a fare azione comune forti del risultato elettorale. C’è ad esempio la questione delle bonifiche del bacino scolante della laguna e delle aste fluviali che dall’entroterra arrivano fino

La “geografia” degli eletti I consiglieri di terraferma doppiano quelli di laguna sco Zingarlini di Fratelli d’Italia. Di Marghera sono l’ex assessore alla Coesione sociale Simone Venturini e l’ex consigliere delegato allo Sport e al Lavoro Paolino D’Anna, entrambi eletti in quota Fucsia, e l’ex presidente della Municipalità Gianfranco Bettin eletto con Verde Progressista. Da Favaro arrivano Renato Boraso eletto con la lista del sindaco, il deputato leghista Alex Bazzaro, l’ex consigliera sempre della Lega Silvana Tosi e il neo eletto per il Pd Alessandro Baglioni, precedentemente in Municipalità. Da Zelarino Chirigna-

go provengono l’ex assessore al Turismo Paola Mar per i Fucsia, il riconfermato consigliere Pd Emanuele Rosteghin, la neo eletta del Pd Emanuela Zanatta. Varcando il ponte e approdando in centro storico, troviamo una dozzina di consiglieri: Giovanni Giusto, già consigliere delegato alle Tradizioni, della Lega, l’ex capogruppo Pd Monica Sambo, Giuseppe Saccà neo eletto col Pd, Andrea Giovanni Martini di Tutta la Città insieme, già presidente della Municipalità, Cecilia Tonon che entra con Venezia E’ Tua. Dal Lido arrivano l’ex asses-

sore al Bilancio Michele Zuin e l’ex prosindaco Paolo Romor, entrambi con la lista del sindaco, Sara Visman per i 5 Stelle e Marco Gasparinetti da Murano, la new entry per il Pd Alberto Fantuzzo dalla Giudecca e per i Fucsia Aldo Reato da Sacca Fisola, l’ex consigliere delegato per le Isole Alessandro Scarpa Marta. Sono residenti fuori Comune l’ex assessore ai Lavori Pubblici Francesca Zaccariotto, quota Fratelli d’Italia, e Sebastiano Costalonga, neo eletto con la Lega, che risiede a Marcon. Fuori provincia risiedono Pier Paolo Ba-

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FUORI COMUNE Sebastiano Costalonga vive a Marcon

A VENEZIA E ISOLE VIVONO 12 DEI 36 NUOVI RAPPRESENTANTI I MESTRINI SONO 10 FUORI PROVINCIA BARETTA E ZECCHI

retta, candidato sindaco per il centrosinistra, a Roma, e Stefano Zecchi, candidato sindaco col Partito dei Veneti, a Milano. Va, peraltro, aggiunto che con le nomine degli assessori “interni” – cioè consiglieri eletti che si dimetteranno dal Consiglio – altri consiglieri al momento rimasti fuori entreranno a far parte del parlamentino cittadino. Sicuramente Deborah Onisto, che arriva da Dese, a cui farà posto il riconfermato al Bilancio Zuin in Forza Italia; tra i Fucsia verranno recuperate certamente Barbara Casarin e Francesca Rogliani, la prima di Mestre e la seconda di Venezia; per Fratelli d’Italia Maika Canton che dovrebbe prendere il posto di Zaccariotto; probabile l’ingresso per la Lega di Nicola Gervasutti, del Lido. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 26 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Il Veneto dopo le elezioni LE MANOVRE VENEZIA Nuovo consiglio e nuova giunta regionale del Veneto: per avere entrambi gli organismi bisognerà attendere almeno il 7 ottobre. Sempre che non ci siano ricorsi. Dopo aver catechizzato i suoi 34 eletti leghisti nella riunione dell’altro pomeriggio al K3 a Treviso, convocata via WhatsApp a notte fonda per evitare anticipazioni sui giornali, il riconfermato governatore Luca Zaia ha rinviato alla settimana prossima gli incontri con gli alleati di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Il tema sarà: rapporti di forze, composizione della giunta, incarichi nell’assemblea legislativa, vale a dire presidenze di commissione. Gli azzurri di Michele Zuin potrebbero ottenere una presidenza di commissione, i Fratelli di Giorgia Meloni un assessorato. Il toto-giunta è coperto dal più stretto riserbo, anche perché Zaia è solito fare gli annunci a cose fatte, anche se qualche indicazione c’è. La prima: chi ha ben lavorato, si è dimostrato sul pezzo e, soprattutto, non ha creato problemi può contare sulla riconferma. I nomi sono quelli di Manuela Lanzarin a Sanità e Sociale, Gianpaolo Bottacin a Protezione civile e Ambiente, Elisa De Berti a Infrastrutture e Trasporti. Poi ci sono gli indiscutibili, punti di riferimento più nel partito (con valanghe di like sui social) che a Palazzo Balbi, destinatari di vagonate di preferenze: Roberto “Bulldog” Marcato. Ci sono i cambi: a Venezia, anche se Gianluca Forcolin potrebbe essere ripescato come assessore esterno, eventualità non ancora del tutto esclusa, se la gioca Francesco Calzavara. A Treviso partita aperta tra l’uscente Federico Caner (l’altro giorno bonariamente

Dieci giorni per la giunta tra nomine e dimissioni

scelta tra Manuela Lanzarin, Roberto Ciambetti (probabilmente riconfermato a Palazzo Ferro Fini), Nicola Finco (fino a ieri “solo” capogruppo). Padova si aspetta un secondo assessore oltre a Marcato (nella trascorsa legislatura era Giuseppe Pan) e lo stesso dicasi di Verona (che aveva Luca Coletto). Il decimo assessore sarà un FdI, in ballo Elena Donazzan.

Riconferme ed equilibri, Zaia incontrerà `Chi diventa assessore deve lasciare gli alleati FI e FdI la settimana prossima subito il consiglio. Vertice dei tecnici

La proclamazione degli eletti da parte della Corte d’Appello è attesa per giovedì 1° ottobre. A quel punto potrebbero scattare eventuali ricorsi (si parlava di carte bollate nel M5s per essere stato escluso dalla ripartizione dei seggi, ma c’è anche la posizione di Nazzareno Gerolimetto escluso per 7 voti a vantaggio della new entry Stefano Busolin). Appena avuta la proclamazione degli eletti, il presidente del consiglio regionale uscente Roberto Ciambetti ha 10 giorni di tempo per convocare l’assemblea con un preavviso di 5 giorni. Ipotesi: il 1° ottobre la proclamazione, il giorno stesso la convocazione, cinque giorni di preavviso a partire dal 2 ottobre, il 7 la seduta di insediamento. Con o senza assessori? È uno dei nodi che saranno affrontati lunedì dagli esperti di Palazzo Balbi e di Palazzo Ferro Fini: teoricamente, infatti, Zaia, potrebbe nominare già il 1° ottobre i 10 assessori (deve farlo entro dieci giorni dalla proclamazione) firmando i decreti di nomina così che il 7 ottobre in consiglio subentrino i primi dei non eletti visto che la nuova norma prevede che chi fa l’assessore deve dimettersi da consigliere. Secondo alcuni, però, sarebbe preferibile - anche per evitare successive carte bollate - insediare il consiglio con i 51 eletti usciti dalle urne e procedere alle surroghe nella successiva seduta di lì a qualche giorno. La ratio è semplice: se a un certo punto della legislatura Zaia dovesse liquidare un assessore, questi tornerebbe a fare il consigliere e chi aveva preso il suo posto, cioè il primo dei non eletti, andrebbe a casa. Proprio per questo l’insediamento dei consiglieri eletti non sarebbe una formalità. Alda Vanzan

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Dove va il Carroccio

In 20 nel nuovo stato maggiore di Salvini: governatori, vicesegretari ed ex ministri

SI ATTENDE LA PROCLAMAZIONE ANCHE PER CAPIRE SE CI SARANNO RICORSI. I DUBBI SULL’INSEDIAMENTO SEGRETARIO Matteo Salvini

LA POLEMICA VENEZIA Accusati dal segretario del Partito Democratico veneto Alessandro Bisato di non essersi sufficientemente impegnati nella campagna elettorale a favore di Arturo Lorenzoni, i tre sottosegretari dem Pier Paolo Baretta, Andrea Martella e Achille Variati evitano accuratamente la polemica e si limitano a uno stringato «no comment». Ma dai rispettivi entourage emerge che le parole di Bisato non sono state affatto gradite considerato, ad esempio, che anche uno dei tre sottosegretari era candidato - Baretta a Venezia - e che già durante tutto il lockdown Variati aveva organizzato ogni settimana con i suoi due colleghi le conferenze stampa del sabato mattina per tentare di controbilanciare le quotidiane presenze televisive del governatore Luca Zaia e per affrontare tutti i temi di stretta attualità.

LO SFOGO Dunque, la situazione è di reciproca insoddisfazione. Arturo Lorenzoni, candidato presidente della Regione per il centrosinistra, sconfitto sonoramente da Zaia (76% contro il 15%) in una intervista al Gazzettino giovedì scorso ha espresso la sua delusione nei confronti del Pd: «C’era un atteggiamento rinunciatario. Ho dovuto combattere

Potrebbero essere fino a una ventina i membri della nuova segreteria politica della Lega, annunciata da Matteo Salvini, che ha deciso di dotare il partito di un nuovo organo direttivo. Dentro i vicesegretari (Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Fontana e Andrea Crippa), i due capigruppo di Camera e Senato, Molinari e Romeo, i 4 governatori della Lega, Luca Zaia, Fontana, Massimiliano Fedriga e Donatella Tesei e molti dei capi dei dipartimenti del partito salviniano, a partire dagli ex ministri Centinaio, Stefani, Bongiorno e Locatelli. Ieri, Salvini ha ribadito che si tratta di una operazione “tecnica”: «Sono abituato a delegare, quando la gente ti fa crescere devi essere più bravo e più presente». Ma per ora, nonostante la svolta ai vertici, la “Lega per Salvini premier” non ha all’orizzonte

alcun congresso. Lsp, partito nato nel 2018, prevedeva da statuto, come si legge nelle disposizioni transitorie, «un congresso federale elettivo, che dovrà essere svolto entro 12 mesi dall’approvazione del presente Statuto». Poi da convocare, come prevede l’art. 18, da parte del «segretario federale in via ordinaria ogni 3 (tre) anni». O «in via straordinaria, su richiesta della maggioranza dei membri del consiglio federale o su richiesta del segretario federale». In attesa del congresso, che dovrà comunque esserci entro il prossimo anno, si è messo in moto il toto-nomi sui delegati che prenderanno posto nella maxi-segreteria. Certa la presenza del responsabile organizzativo della Lega, Roberto Calderoli. In corsa tra gli altri il veneto Luca Coletto e il friulano Mario Pittoni.

ripreso perché al K3 è arrivato con una mezzoretta di ritardo), Alberto Villanova e Marzio Favero (questi ultimi due dati per papabili alla Cultura). A Rovigo Cristiano Corazzari pare aver recuperato posizioni, ma più che altro per questioni geografiche. Le stesse questioni geografiche che a Vicenza potrebbero imporre una

GOVERNATORE Luca Zaia eletto per la terza volta presidente della Regione Veneto

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Sul Gazzettino

Veleni e «faide» nel Pd «Bisato?Accuse gratuite» E c’è l’ipotesi congresso contro la rassegnazione». Il giorno dopo, sempre dalle colonne di questo giornale, Bisato, che da segretario veneto del partito si era candidato in Regione nel collegio di Padova risultan-

NO COMMENT DEI “PADRI NOBILI”. BARETTA: «SUBITO AL VOTO COSÌ PARLIAMO DI STRATEGIE E NON DI POLTRONE»

do battuto dall’ex parlamentare Vanessa Camani, non è stato tenero sulle cause del nuovo crollo del Pd: «Il risultato è drammatico - ha detto Bisato -. C’è una motivazione tutta interna, su cui chiamerò a responsabilità tutti: le faide dentro al partito producono all’esterno la visione di una comunità lacerata e divisa». E ancora: «Quella decisione (scegliere un candidato esterno, ndr) è stata presa subito dopo l’Emilia Romagna e appena prima del Covid, nel momento in cui il vento della novità erano le Sardine che si apriva-

no a un mondo altro rispetto a quello codificato dentro un partito. Con il senno di poi, diciamo che l’obiettivo di avere più consiglieri regionali doveva essere tenuto più in conto. Questa presunta apertura ci ha portato a non averne due in più. Ma dal punto di vista umano e politico sono molto vicino ad Arturo, la scelta va portata fino alle estreme conseguenze. Piuttosto i tre sottosegretari, nostri padri nobili, avrebbero dovuto sostenerlo molto di più. Invece il partito nazionale ha deciso di impegnarsi in altre partite maggiormente

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I TEMPI

`L’intervista di ieri al

segretario veneto del Pd Alessandro Bisato e, a sinistra, il sottosegretario (e candidato sindaco sconfitto a Venezia) Pier Paolo Baretta contendibili».

SILENZIO Interpellati dal Gazzettino, nessuno dei tre “padri nobili”, come li ha chiamati Bisato, ha replicato. Dall’entourage dei tre è stato però fatto notare che l’accusa di non essersi impegnati è del tutto gratuita, che i sottosegretari sono stati presenti già dai tempi del lockdown, senza contare che Baretta era pure candidato sindaco a Venezia, dove è stato battuto da Luigi Brugnaro. Al netto di ripensamenti visto che il giorno dopo si

terranno i ballottaggi in alcuni Comuni, sabato 3 ottobre dovrebbe dunque riunirsi a Padova la direzione regionale del Pd. Le dimissioni di Bisato - che aveva annunciato una conferenza stampa già questa settimana, salvo poi disdirla per presentarsi in partito - sono date per scontate. Ipotesi commissariamento o congresso straordinario? «Io sono per il congresso - ha detto Baretta - così non si discuterà né di nomi né di poltrone, ma di strategie politiche». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


20 Cronaca

L'ARENA

Sabato 26 Settembre 2020

PROMOZIONE IN RETE. Si chiamerà «VisitVerona.it» e darà una panoramica su capoluogo, Lessinia, Valpolicella e pianura

Online ilnuovoportale del turismo Dal30 ottobrebasterà unclickper scoprire sulweb le risorse offerte dacittà eprovincia Per scoprire, ammirare e visitare Verona e la sua provincia, dal 30 ottobre 2020, basterà un click. Dal Comune, in occasione della 41esima Giornata Mondiale del Turismo, in programma domani, 27 settembre, è partito il conto alla rovescia per la messa on-line di VisitVerona.it, il nuovo portale unico di destinazione, che promuoverà e commercializzerà l’offerta e i

prodotti turistici del territorio veronese. Uno spazio d’informazione condiviso che, per la prima volta, offre al turista un punto di osservazione unico sull’ampia e differenziata offerta di Verona, Valpolicella, Lessinia, Terre del Soave, Pianura Veronese. Un progetto innovativo, sostenuto dall’Organizzazione di Gestione della Destinazione - Ogd, di cui il Comune di è capofila, che trova il suo elemento di forza comunicativa e di efficacia proprio nell’integrazione del prodotto turistico, non più segmentato in sin-

goli territori, ma strutturato in un’unica offerta. Attraverso il portale sono proposte esperienze di visita organizzate «su misura», presentate in modo diretto ed immediato. L’idea è di ispirare, suggerire, arricchire l’esperienza di viaggio con proposte concrete, veicolando l’immagine di un territorio generoso e tutto da scoprire. Frutto di un intenso lavoro di condivisione, il portale è costruito utilizzando le potenzialità della piattaforma Dms, attivata dalla Regione e sviluppata da Feratel MediaTechnologies, leader euro-

peo nel settore della tecnologia applicata alla gestione delle destinazioni turistiche. Questo sistema offre un supporto alla gestione delle funzioni di Informazione e Accoglienza Turistica, Promozione e Commercializzazione, che integrate tra loro sono alla base dell’offerta delle Destinazioni turistiche. Il Dms è utilizzato da tutti gli Uffici turistici del territorio della Ogd e dalle Strade del Vino Valpolicella e Soave, oltre che di tutta la Regione. In questo modo i dati vengono inseriti una sola volta e distribuiti efficacemente su di-

versi canali web. Ad illustrare l’iniziativa, con l’avvio ufficiale del conto alla rovescia per la messa on-line del portale, l’assessore al Turismo Francesca Toffali. Presenti il vice presidente della Camera di Commercio di Verona Paolo Tosi, il direttore generale di Fondazione Arena Gianfranco De Cesaris, per Veronafiere Nazareno Giarola, per la Provincia Silvio Salizzoni, per Strada del Vino Valpolicella Miriam Magnani, il presidente Strada del Vino Soave Paolo Menapace e Daniel Frank di Cav Verona Booking. •

Turistisedutiai tavoliin piazzaBra a duepassi dall’Arena

SPORT E CORONAVIRUS. C’è molta preoccupazione tra chi pratica arti marziali e combattimento

FareapugniconilCovid «Sulringinmascherina mapoibotteavisoaperto» «Leregolecidisorientano:dobbiamosaliresultatamituttidisinfettatima afinelezionelametàdelsudorecheabbiamoaddossoèdell’avversario» «O riaprivo o smettevo, rispetto le norme ma non so se in modo giusto» Giorgia Cozzolino

Quando a fine giugno, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dato il via libera al combattimento nelle palestre di arti marziali e sport da ring, sui social è diventato virale un «meme» in cui si vedeva Zaia alzare un foglio con la scritta in dialetto: «Podì darve», (Potete picchiarvi). Tanta era la voglia dei praticanti di ricominciare a scontrarsi e stanchi di esercitarsi allo specchio o al sacco mantenendo le distanze di sicurezza imposte dalle normative anti Covid, che molte palestre hanno riaperto in piena estate anche se le temperature suggerivano diversamente e, più di qualcuno, pur di ricominciare, ha organizzato allenamenti all’aria aperta. Ora, però, con l’inizio delle scuole, tutte le attività sportive ripartono con i corsi per adulti e ragazzi e anche il mondo del tatami scalpita. Seppur con qualche preoccupazione in più. Infatti, dalla boxe al judo, dal krav maga alla kick boxing, il contatto fisico è molto più di una ipotesi, ne è l’essenza stessa. Limitarsi alle tecniche allo specchio, ai kata e al sacco, è fattibile, ma poco istruttivo e in taluni casi, persino inutile. E il sentimento dei praticanti oscilla tra il timore e l’incomprensione di quelle che appaiono norme poco sensate. «Saliamo sul tatami con la mascherina e tutti disinfettati e poi? Poi ci meniamo a più non posso, viso contro viso, corpo contro corpo: alla fine della lezione, la metà del sudore che hai addosso non è nemmeno il tuo», spiega Andrea Sivieri, vice presidente della Israeli Defense System Academy. «Ho la sensazione che andrà tutto bene, finché andrà tutto bene», aggiunge,

«pur rispettando tutte le norme, il rischio di contagio c’è ed è più elevato che in altri sport. Speriamo che basti seguire le regole». Anche Mauro Chieregati, direttore tecnico di KravMaga.net, un’altra associazione che divulga il sistema di difesa personale israeliano, è «moderatamente preoccupato». E chiarisce: «Facciamo tutto quello che ci dicono di fare e per tutelarci abbiamo inserito una procedura e un nuovo modulo Covid da compilare: è una sorta di patto morale tra praticanti, in cui ci impegniamo a rispettare le regole di precauzione anche fuori dalla palestra. E speriamo che basti». E conclude: «Se le regole sembrano un controsenso? Sì, è chiaramente un corto circuito, mascherina fino all’ultimo momento e poi contatto pieno, ma credo che servano per individuare più velocemente l’eventuale focolaio, restringere il cerchio in caso di contagi». Chi invece ha preferito mantenere le distanze cercando di evitare il più possibile il contatto è Pierino Ruga dell’omonima Accademia Pugilistica: «Per gli agonisti lavoriamo a contatto pieno ma abbiamo deciso di non portare più i ragazzi alle gare all’estero, troppi rischi. Mentre per gli amatori facciamo solo sparring simulato, niente contatto. Abbiamo avuto un calo del 60 per cento degli iscritti, un po’ per la paura del Coronavirus e un po’ perché dopo l’emergenza i portafogli di molti sono più leggeri». Preoccupazione anche tra i praticanti di kick boxing. Un istruttore che preferisce l’anonimato spiega: «Ho riaperto i corsi perché o riaprivo o non lo facevo più, ma ad essere onesti, pur seguendo tutte le ordinanze, non lo so se facciamo tutto quello che serve. Ci sono regole assurde». •

AndreaSivieriin unatecnica diKrav Maga

Duepraticantidurante unallenamento diAiki JuJutsu

Lasituazionenelle palestre

Judokain allenamentocon ilsensei FlavioPoccobelli

Contraddizioniepaure Ecalanogliiscrittiaicorsi

DuepraticantidellaKravmaga.net

RobertoGranatidurante unatecnicadi Aiki Ju Jutsu

Unodeipugili (inrosso) dell’Accademia pugilisticaRuga

Esisteun «cortocircuito»tra obbligomascherineevialibera alcontatto ancheper Roberto Granati,responsabile dellaTaki NoKan chedivulga l’aikijujitsu. «Conosenza mascherina, ho ideachedovremo cominciarea conviverecon questacosa. Nessunosport,nemmenoil tennisdoveci si scambiasolola pallina,ècovid-free. Le regole hannopoco senso sesi pensaa comesi diffondeil virus,ma se servonoa ripartire, ben venga, ciadattiamo.Certo èche

abbiamoperso almeno unterzo deipraticanti».E prosegue: «Abbiamoriaperto aluglio anche i corsicon i bambiniperchéerano quellicheavevanopiùbisogno di socializzareedimuoversi. L’unico limiteèla misurazionedella febbre,chi vuole indossala mascherina,ma nonèobbligatoria emoltimedicila sconsigliano quandosi pratica attività aerobica,però qualcunola usa». E sull’usodellamascherina aggiunge:«Qualcunocheha chiamatoper avereinformazioni

eracontrariato dal fattochenon fosseobbligatoria,però le regole nonle hofatte io». Anchenel judo,inquantoa calo delleiscrizioni,la situazione nonè dellemigliori..Ne parlaunodegli storicisenseidiVerona, Flavio Poccobelli:«Cisono delle contraddizioninelleregole per la ripartenzadei corsi,abbiamo divisoil tatamiinriquadri didue metriper due dove ipraticanti si allenanosingolarmente,poi però conil vialibera dellaRegione abbiamoripreso anchegli allenamentiincoppia. Inprincipio cercavamodimantenerele stesse coppiemaoraèpossibile anche lo scambiodegli“uke“».E sulla puliziaprecisa:«Anchenoi abbiamoinvestito moltosui prodottiperla sanificazioneela pulizia,abbiamo ridisegnatol’area deglispogliatoiele docce eci auguriamochevadatutto bene». Poccobellisottolinea: «Viviamo conpreoccupazione questa ripartenza,daunaparte siamo feliciesperanzosi,doposette mesidistop,riprendere gli allenamentièuna boccata d’ossigenoper l’associazioneeper ilnostro corpo, dall’altraabbiamo dovutointuttaonestà riconoscereun bonusagli iscritti cheavevanogiàpagato le quotee ciauguriamo dinondover sospenderedinuovo l’attività». G.COZ.


CASTELLANA

SABATO 26 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA

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La città dopo il voto elezioni regionali

Gerolimetto escluso per 7 voti «Farò ricorso»

Nazzareno Gerolimetto CASTELFRANCO

Anche la lista Castelfranco Rinasce attendere di prendere posizione: ormai assodato che non sarà presente in consiglio comunale, tuttavia nei giorni scorsi la capolista Grazia Azzolin ha dichiarato che per le Regionali il gruppo aveva sostenuto Luca Zaia. Ma per le comunali c’è da tener conto anche dal dissidio tra la maggioranza guidata da Stefano Marcon e la stessa Azzolin che ha portato quest’ultima ai banchi dell’opposizione come consigliera indipendente. Già al momento dei risultati Sebastiano Sartoretto ha fatto un appello ad un impegno unitario a suo favore delle liste che si sono proposte come alternativa al sindaco uscente: appello raccolto finora da Cristian Bernardi, candidato del M5s. —

Perdere per soli 7 voti la conferma in consiglio regionale è dura da digerire, soprattutto se vi sono stati voti contestati: Nazzareno Gerolimetto, consigliere regionale uscente in forza alla Lista Zaia, sta infatti valutando la possibilità di un ricorso sull’esito delle urne. Alla tornata delle Regionali gli sono state attribuite infatti 4901 preferenze, ma è stato superato dal candidato della sua stessa lista, l’ex presidente di Ascotrade Stefano Busolin che ne ha ottenuti 4908. «Ritengo che l’esito delle elezioni vada sempre rispettato: ma sto valutando con il mio legale un approfondimento della questione visto che ci sono stati voti contestati ai seggi». Nel caso i risultati venissero confermati Castelfranco perderebbe il consigliere regionale, la più vicina rappresentante a Palazzo Ferro Fini a Venezia sarebbe Silvia Rizzotto di Altivole, sempre della Lista Zaia. Ora Gerolimetto sta lavorando a stretto contatto con Stefano Marcon in vista del ballottaggio che vede contrapposto il sindaco uscente a Sebastiano Sartoretto. Ma ritiene di dover andare a fondo rispetto all’esito delle Regionali. In ogni caso assicura che il suo impegno continuerà: «Il lavoro svolto in questi cinque anni non sarà perduto: ho tessuto relazioni che mi permetteranno di essere ancora d’aiuto alla mia città e alla Castellana. Ma ritengo anche che vada rispettata la volontà espressa da chi ha scritto il mio nome sulla scheda elettorale». Ovviamente ora Gerolimetto si augura che Stefano Marcon venga confermato alla guida della città per i prossimi anni: «Grazie a lui, anche per il suo ruolo di presidente della Provincia, Castelfranco ha assunto un ruolo centrale: ritengo che gli debba essere riconosciuto l'impegno dimostrato in questi cinque anni. Per questo sono convinto che al ballottaggio sarà lui il vincitore».—

D. N.

D.N.

In senso orario da sinistra, l’ assessora Petronilla Olivato, Valeriano Beraldo, gli assessori Franco Pivotti e Sandra Piva, con Marco Ballestracci e Bruno Pozzobon del centrosinistra

Tre gli assessori bocciati e anche la sinistra non ride Trombati nell’urna Piva, Pivotti e Olivato. Deludente il numero di preferenze raccolte da Pozzobon, Ballestracci, Bianco e Cecchetto. Mentre Miatello resta fermo a zero CASTELFRANCO

Sulla carta avrebbero potuto ottenere molto di più in termini di voti: ma non è stato così. Parliamo dei risultati delle urne dove sono più che evidenti bocciature eccellenti. Basti pensare che nella giunta uscente sono ben tre gli assessori che non hanno trovato conferme da parte degli elettori, ovvero l’assessore all’urbanistica Petronilla Olivato, l’assessore a bilancio-cultura-istruzione Franco Pivotti e l’assessore al sociale Sandra Piva. La prima si è fermata alla quota di solo sei preferenze. Ma Olivato era assessore esterno. Originaria di Padova, è vero che dal 1996 al 2003 ha operato come dipendente del comune di Castelfranco, ma dal 2003 al 2017 è stata funzionario presso il comune di Camposampiero. Il ri-

sultato non l’ha sorpresa: «Anzi – dice scherzando – mi sono domandata da dove arrivavano quelle sei preferenze». Per quanto riguarda Pivotti, decisamente conosciuto in città per la sua lunga attività come dirigente scolastico, le 42 preferenze ottenute replicano sostanzialmente le 46 di cinque anni fa. Pure Valeriano Beraldo, un tempo uomo forte e vicesindaco leghista, resta a piedi. Male anche Sandra Piva che nel 2015 con 107 preferenze era risultata al terzo posto nella Lega. Stavolta i consensi sono stati solo 62. Anche nel centrosinistra i risultati non sono stati quelli che forse ci si aspettava. A sostegno di Sebastiano Sartoretto c’erano nomi decisamente noti in città per la loro competenza degli ambiti che però non entrano in consiglio: parliamo ad esempio dello stori-

co Giacinto Cecchetto che ha ottenuto 59 preferenze, lo scrittore, musicista e “attore” Marco Ballestracci fermatosi a quota 38 e il protagonista del Terzo settore Bruno Pozzobon che non è andato oltre a 62 voti. «Non ho fatto nessuna campagna elettorale – dice Ballestracci – Ho preso i voti che mi aspettavo. Sono contento del risultato complessivo e del mio: non avevo velleità di andare in consiglio comunale. Resto convinto che una campagna che si basa su temi culturali è destinata a fallire, l’aspetto culturale è sempre al margine. C’è solo un modo che torni al centro: quando la città si renderà conto di essere il fanalino di coda rispetto ad altre città vicine che porteranno avanti eventi importanti, forse qualcuno si sveglierà. Ho notato anche un altro aspetto: la campagna elettora-

Angelo Miatello, Fi, 0 preferenze

le si è basata sui contenitori della cultura, le strutture che devono ospitarla e non sulla cultura in sé». Giacinto Cecchetto, da esperto storico, analizza: «Si è verificata una dinamica abbastanza consueta: soprattutto nelle frazioni il voto si esprime anche in termine di rappresentatività effettiva in ordine delle istanze che arri-

le manovre per il ballottaggio

Appello di Sartoretto alle altre liste ma per convincere Gomierato, Zurlo e Azzolin deve offrire posti in giunta CASTELFRANCO

Per i due ormai ex candidati sindaci Maria Gomierato e Lorenzo Zurlo è il tempo della fatidica decisione se e chi sostenere al ballottaggio tra Stefano Marcon e Sebastiano Sartoretto. Lo scioglimento delle riserve che doveva avvenire ieri è stato rimandato a oggi per entrambi gli schieramenti. Ma c’è da tenere in conto anche

l’algoritmo su cui si basa la formazione del consiglio comunale se vince il sindaco uscente o il suo antagonista. Infatti, secondo le elaborazioni dell’ufficio elettorale in caso di vittoria di Marcon, sia Maria Gomierato che Lorenzo Zurlo risulterebbero eletti in qualità di candidati sindaci: in più la lista di Gomierato “Noi, la Civica” vedrebbe eletti altri due candidati consiglieri ovvero, sulla base

delle preferenze riportate, Serena Stangherlin e Michele Garbui. Molto diverso il discorso se invece dovesse vincere Sebastiano Sartoretto: in questo caso, sempre secondo le elaborazioni, Lorenzo Zurlo non entrerebbe in consiglio comunale, mentre Maria Gomierato sarebbe accompagnata da un solo consigliere, ovvero Serena Stangherlin. Un fattore dunque che non può essere

Sebastiano Sartoretto

sottovalutato e pertanto ogni decisione deve trovare anche una sua giustificazione. È ben vero che Sartoretto potrebbe mettere sul tavolo offerte di assessorati e commissioni, che valgono molto più di un semplice posto in Consiglio.

vano dalle frazioni stesse: insomma, si vota per qualcuno che mi ascolterà. In questo senso vengono premiate figure di riferimento, penso a Nazzareno Bolzon per San Floriano, piuttosto che persone note per la loro professionalità, nel caso nostro appunto Ballestracci, Fabio Sartor o anche Marco Mondi (rispettivamente 22 e 6 voti, OES)». Non nasconde invece la sua delusione Bruno Pozzobon: «Mi aspettavo di più, sinceramente, anche nei miei confronti dopo il trentennale lavoro fatto nel settore della cooperazione e del sociale. Evidentemente la memoria non è così lunga come pensavo. Dispiace anche perché il centrosinistra aveva messo su davvero un bel team che avrebbe fatto compiere un salto in avanti alla città per le competenze che esprimeva». E che dire di Ennio Bianco, 18 voti, presidente del premio Comisso e volto noto tra gli industriali, oltre che ex segretario Pci ai tempi della Prima repubblica. Pure Fiorenzo Basso, consigliere di Campigo di Fi è rimasto fuori. E che dire di Angelo Mitaello? 0 preferenze, almeno è chiaro che ha votato disgiunto e la preferenza l’ha data alla figlia Juliette candidata con Punto d’Incontro dei giovani. — DAVIDE NORDIO


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Economia

Sabato 26 Settembre 2020 www.gazzettino.it

VeronaFiere, la Regione in campo Entro ottobre l’ente scaligero deve varare un aumento di capitale da 30 milioni, parteciperà Veneto Sviluppo `

L’INIZIATIVA VERONA Portare a casa per ottobre l’aumento di capitale da 30 milioni per avere la forza di proporsi, con il sostegno della Regione tramite Veneto Sviluppo, come polo Veneto delle fiere. E andare così a misurarsi, se non a trattare, con Milano e Bologna. È questo quanto emerso ieri a Verona dalla conferenza con cui il presidente di VeronaFiere, Maurizio Danese, e il direttore generale Giovanni Mantovani, hanno tracciato il piano per far ripartire le rassegne, individuare le richieste al Governo per il rilancio del settore e delineare il possibile futuro di un comparto che in Italia fatturava, prima del Covid, oltre 1 miliardo di euro, l’80% tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Il nodo da sciogliere resta l’aumento di capitale da 30 milioni, bloccato a luglio con la maggior parte dei soci, a partire dal Comune di Verona, che in piena emergenza Covid hanno fatto slittare tutto chiedendo anche di rivedere il valore di VeronaFiere, società all’epoca dell’approvazione del piano di sviluppo a febbraio, valutata 120 milioni. «È chiaro che i valori sono cambiati, basti pensare che il settore ha perso due mesi completi di manifestazioni con un danno che è quantificabile in 7-800 milioni per le nostre società - ha detto Danese -. A cui va aggiunto un indotto diretto di 2-3 miliardi ed un apporto al territorio che è pari a 10-30 volte il fatturato di ogni fiera a seconda della sua importanza».

Il presidente Danese: «Il governo ha ignorato la nostra situazione d’emergenza per il Covid ma ora ripartiamo» `

Davanti a questo cataclisma economico, Danese ha accusato: «Il Governo ha ignorato fino ad agosto la situazione d’emergenza del settore, nonostante le continue richieste dei governatori Bonaccini, Fontana e Zaia. Solo a fine agosto è arrivato l’impegno di un contributo a fondo perduto di 63 milioni ed altri 300 milioni di finanziamenti al comparto fieristico. Poca cosa se consideriamo le perdite subite e soprattutto se crediamo nel valore di volano delle fiere per lo sviluppo del sistema Paese».

VERONAFIERE L’ente ha bisogno di un aumento di capitale da 30 milioni per costruire un polo veneto del settore. Intanto in novembre si apre al pubblico con Fieracavalli

RIDOTTI I COSTI «Per tutto questo - ha aggiunto il direttore Mantovani - come VeronaFiere abbiamo lavorato per rafforzarci dal punto di vista finanziario, grazie alla sensibilità del mondo bancario da Intesa a Unicredit. Ed attuando una riduzione dei costi pari a 35 milioni, ovvero il 45% in meno, dei quali il 20% per il personale compresi dirigenti e Cda. Questo per garantire la continuità aziendale del gruppo Verona Fiere e prepararci al recupero delle manifestazioni in questo autunno. Vogliamo tornare alle rassegne in presenza perché rimangono il modo migliore per fare affari e crescere, ma siamo anche consapevoli che il Covid ci ha aperto nuove strade, digitali, che per esempio ci permetteranno di tenere, durante OperaWine, delle degustazioni via web con i gli operatori in fiera collegati con 4 mercati oggi difficili da raggiungere in presenza: Usa, Canada, Giappone e Cina con degustazioni organizzate in

contemporanea all’ambasciata italiana a Washington, a New York ed a Chicago, come a Tokyo, Toronto e Pechino». «Il nostro piano industriale 2018/2022 prevedeva l’aumento di capitale, lo sviluppo della Fiera e poi nel 2021 le valutazioni per un’eventuale quotazione in Borsa - riprende Danese - Il Covid ha scombussolato tutto, me ora vogliamo ripartire riprendendo in mano i nostri programmi di crescita. Sono certo che i soci confermeranno l’aumento di capitale da 30 milioni. Con la rassicurazione che su questo fronte abbiamo già avuto dalla Regione Veneto, che potrebbe aumentare la sua presenza nella società attraverso Veneto Sviluppo».

FIERACAVALLI IN PRESENZA

Caseus Veneti

In mostra 400 formaggi e gemellaggio col Friuli VENEZIA Oltre 400 formaggi, 80 caseifici (31 trevigiani) e un patrimonio tutto da scoprire e gustare, Caseus Veneti conferma in tutta sicurezza la 16ª edizione che si terrà, nel parco di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova), da oggi a domani dalle 10 alle 19. Un percorso a senso unico guiderà i visitatori tra le attività promosse, non solo formaggi e produzioni casearie ma anche pizze, olio, vini, distillati e prodotti tipici. A promuovere la 16ª edizione i Consorzi di Tutela

dei formaggi Dop del Veneto: Grana Padano, Asiago, Casatella Trevigiana, Montasio (che ha segnato vendite in aumento del 5,5% nei primi sette mesi del 2020), Monte Veronese, Piave, Provolone Valpadana e Mozzarella Stg. Una festa dell’arte casearia con il mercato dei formaggi, la mostra dei prodotti tipici e poi le degustazioni guidate di formaggi Dop, pizze con il campione del mondo Gianni Calaon e cookingshow che, attraverso le mani di 7 chef,

daranno valore alle 8 denominazioni protagoniste. Presenti nelle degustazioni anche i grandi consorzi delle bollicine Prosecco Doc e Asolo Montello. Novità dell’edizione 2020 il gemellaggio con la regione Friuli Venezia Giulia dal titolo “Una Dop…Due Regioni” iniziativa dove si potranno degustare abbinamenti di prodotti Veneti e Friulani. Tutte le attività sono ad ingresso gratuito, necessarie le prenotazioni sul sito www.caseusveneti.it

La prima rassegna in presenza a VeronaFiere aperta al grande pubblico dopo l’emergenza Covid sarà Fieracavalli, per questo sviluppata sui due fine settimana del 5-8 novembre e 13-15 novembre. Prima, dal 30 settembre al 2 ottobre, la nuova rassegna digitale “Marmo+MacRestart”, quindi due fiere di settore “Oil&nonOil” e “Innovabiomed” a fine ottobre che faranno da test sui nuovi sistemi di controllo del pubblico per far rispettare le misure antiCovid. A partire da un sistema ideato da una startup collegata all’Università di Verona capace di segnalare eventuali assembramenti nelle zone del quartiere fieristico per poter subito intervenire. Per arrivare a novembre a OperaWine ed a Job&Orienta. Massimo Rossignati © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La crisi pandemica ha generato una maggiore esigenza di sicurezza e protezione. Sul fronte del lavoro le misure cautelative nate durante il lockdown hanno comportato il ricorso emergenziale a forme di lavoro da remoto, non sempre configurabili come vero e proprio Smart working, ma destinate a non essere abbandonate nel futuro. Nel complesso il sistema del Welfare si adegua alla nuova realtà ampliando l’offerta di sanità integrativa nell’orizzonte di un Paese (e di una Unione europea) che deve ritrovare la strada della crescita. Anche alla luce delle risorse proposte con il Recovery Fund.

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IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 26 Settembre 2020

VENETO

VERONA.Ancoraunnubifragioconpioggiaegrandine

Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

Nonc’èpaceperilVeronese,colpitoinquestoultimomesedavariesfuriatedelmaltempo.Ieriun fortenubifragiosièabbattutonellazonadellaValpolicella,congrandinateeraffichediventonelle areediNegrar,Pescantina,BussolengoeSanPietroinCariano.Danniperlecoltivazionidikiwi.

REGIONE. Zaiaha riunitoi neoconsiglierieletti alK3emercoledì incontroaRoma conSalvini

Ingiuntadue vicentini sonoormaiblindati

OltreaLanzarin,ancheDonazzan(FdI)èprontaarientrareinsquadra IlveronesePolato,conpiùvoti,fuoridaigiochiperunapenapatteggiata Cristina Giacomuzzo

Dopo la super vittoria di Luca Zaia, confermato presidente del Veneto dal 77% dei votanti veneti, arriva il fine settimana di pausa per riprendere fiato dopo la campagna elettorale, prima di partire con il lavoro in consiglio regionale «pancia a terra», come dice sempre il governatore. Si dovrà attendere la proclamazione degli eletti da parte della Corte d’Appello: non avverrà prima del 2 ottobre. E la giunta? Lunedì a Roma si incontreranno i due coordinatori regionali della maggioranza politica che sostiene Zaia per un confronto: cioè il veronese Lorenzo Fontana, per la Lega, e il bellunese Luca De Carlo, per FdI. Alla fine, però, a decidere sarà sempre e solo Zaia. IL CASO GIUDIZIARIO DI POLATO. Nel toto assessori, intan-

to, diventa sempre più certo che due vicentini ci saranno:

l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, eletta nella Lega di Salvini (10.370 preferenze) e pure l’assessore all’istruzione e al lavoro, Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia (10.743). Per gli altri big usciti vittoriosi dalle urne, vale a dire il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, e il capogruppo uscente della Lega, Nicola Finco, è ancora tutto da stabilire. Ma torniamo a Donazzan. All’indomani dello spoglio, sembrava messa in ombra dal risultato dell’assessore comunale di Verona, Daniele Polato (10.807), che va letto in un contesto da record: il miglior risultato in Veneto per FdI ar-

Alquartier generaleLega purelenewentry vicentine: Zecchinato eGiacomin

riva proprio dalla la provincia scaligera. La leader, Giorgia Meloni, pare abbia chiesto al governatore Zaia che questo risultato venga premiato e valorizzato. Come? Logica vuole con una nomina in giunta, per il posto che spetta a FdI, proprio di Polato. Tant’è che nei giorni scorsi per molti era ormai l’assessore regionale al turismo in pectore. Ma la situazione si è complicata. Zaia ha posto il veto. Perché? Nove mesi fa Polato ha patteggiato un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena perché è stato accusato di aver autenticato le sottoscrizioni raccolte da Forza Nuova alle elezioni del 2015. Una grana che per alcuni avrebbe dovuto addirittura bloccare la candidabilità. Per Zaia, che su questi temi è inflessibile, diventa in ogni caso l’ostacolo insormontabile che blocca l’accesso in giunta. Quindi il posto è sicuro per Donazzan. A creare tensioni a Verona c’è poi un’altra questione:

Stefano Valdegamberi, ex assessore alla sanità ai tempi di Galan, ha ottenuto un risultato di preferenze strepitoso (11.422) in Lista Zaia, secondo solo al padovano Marcato (11.660). Ma l’idea di una sua possibile nomina in giunta non va proprio giù ai leghisti della Lega di Salvini. Lo stesso Fontana gradirebbe di più un esterno di sua fiducia: Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. IL PRIMO VERTICE AL K3. In-

tanto, giovedì, Zaia ha convocato al quartier generale del Carroccio a Villorba, il K3, tutti i neo eletti consiglieri della sua lista e quelli della Lega di Salvini. All’appuntamento c’erano anche le new entry vicentine Marco Zecchinato e Stefano Giacomin con, rispettivamente, 4.326 preferenze e 2.876, della Lista Zaia. Zecchinato, urbanista di 44 anni, ha alle spalle due mandati come sindaco di Orgiano (dal 2006 al 2016). Per lui è stato un mo-

Ciambetti

«Opposizioni indifficoltà? LoStatuto nonsitocca» LucaZaia ha riunitotutti ineo-consiglierileghisti-zaiani eletti

MarcoZecchinato

StefanoGiacomin

mento importante: «Vedere una squadra così numerosa è stata una bella emozione ammette-. L’indicazione chiara che è arrivata dal presidente è di lavorare per il Veneto dei veneti». Con l’entrata al Ferro Fini di Zecchinato si torna così a dare rappresentatività all’Area Berica. Al K3 c’era anche il vicesindaco di Creazzo, Stefano Giacomin, 63 anni, diventato nonno da un anno. «Zaia ci ha dato indicazioni per me, che ho fatto il sindaco per dieci anni, scon-

tate. Un esempio? Ha ricordato che ora rivestiamo un incarico pubblico e si rappresenta una istituzione e quindi si deve mantenere un certo stile. Insomma, lo stesso discorso che facevo io da sindaco ai miei, quando iniziavo un mandato. Del resto, Zaia è diventato una sorta di sindaco dei veneti. Ecco perché è stato stra-votato». Il gruppo mercoledì andrà in trasferta a Roma per la “benedizione” del leader Salvini. •

«L’opposizionenelnuovo consiglioregionale sarà compostada9 componenti. Perfarerichiesta diunaseduta straordinaria,però,ci vorranno almeno11 firme.Così nonsi puòlavorare. Servecambiare loStatuto». AndreaZanoni,Pd, lanciaun gridodiallarme: è preoccupatoper ilsistema democraticoa palazzoFerro Fini.Arispondere èil presidentedelConsiglio regionale,Roberto Ciambetti (restaincarica anchedopola proclamazionedegli eletti perchédeveconvocarela primaseduta): «Rimettere manoallo Statutovuol dire lavorarealmenoun annoe mezzo.Eppoiperché? L’unico strumentoa cui l’opposizione nonhaaccessodirettoèil consigliostraordinario.In passato-ricorda -sono stati convocatiper Pfasebanche. Temidiattualità. Sonocerto chetroverannoaltri colleghi dispostia firmare, se si tratteràdiargomenti validi. Eppoi,cosasi aspettano?Si dovrebbecambiare lalegge perchéhannosbagliato campagnaelettorale?».

© RIPRODUZIONERISERVATA

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NUOVADECISIONEDEL TAR. LaRegione sorrideperché nonpassa larichiestadegli ambientalisti difermare ilcalendario. Ci saràun altroround

Lacacciain Venetoperde soltanto duespecie Altall’appostamentofisso contromoriglione e pavoncella,per il resto è invecetuttoconfermato Piero Erle

Un altro round a favore della Regione nello scontro davanti ai giudici sul calendario della stagione di caccia di quest’anno. «Il Tar del Veneto respinge richiesta di sospensiva del calendario venatorio 2020-21», segnala palazzo Balbi, dopo che i giudici del

Tar Veneto hanno pubblicato una nuova ordinanza rispetto al ricorso presentato da Lipu, Wwf, Enpa, Lav e Lac per fare sospendere e poi annullare il “Calendario venatorio 2020-21” in Veneto. Nello scontro legale a fianco della Regione si sono costituite anche le associazioni di cacciatori Federcaccia, Acv, Arcicaccia, Enalcaccia, Ancl e Migratoristi. Come noto il Tar aveva accolto lo stop alla pre-apertura della caccia per gazza, ghiandaia, tortora selvatica (che però ormai va a svernare

in altri Paesi), cornacchia grigia e nera, mentre aveva lasciato la possibilità di sparare a merlo e colombaccio. C’era però da decidere sulla sospensione del calendario intero: i giudici hanno dato torto agli ambientalisti che sostenevano ci fosse un obbligo di legge per una revisione del Piano faunistico venatorio (la Regione come noto ha continuato a prorogare quello esistente, scaduto otto anni fa). Inoltre il Tar dà atto alla Regione di aver compiuto «nella sua interezza la valutazione di incidenza» del Pia-

Lastagione ufficialein Veneto è iniziata domenicascorsa

no faunistico, che è in proroga ma è efficace, e quindi il calendario 2021-21 che deriva dal piano non deve essere a sua volta sottoposto a valutazione di incidenza. Unico punto a favore degli ambientalisti, il Tar riconosce che in base alle indicazioni del Ministero dell’ambiente e della Commissione europea «in assenza di specifici piani di azione deve ritenersi temporaneamente sospeso il prelievo del moriglione e della pavoncella», anche perché se si tratta di “specie in cattivo stato di conservazione”

non c’entra il fatto che questo dipenda dalla caccia o da altri fattori. Via libera anche alla caccia alla pernice rossa: la Regione ha chiarito che si tratta di volatili che vengono immessi in Aziende faunistico venatorie e l’abbattimento avviene poco dopo. La battaglia non è finita, però. Il Tar infatti scrive anche che il ricorso della associazioni ambientaliste «non appare sfornito da elementi di fondatezza»: non è del tutto bocciabile a priori. E quindi sarà «oggetto di maggiore approfondimento nella fase del merito» per alcuni dei motivi sollevati dai ricorrenti. L’udienza decisiva si terrà il 18 novembre. • © RIPRODUZIONERISERVATA

IDATIDI CAV. Passantein recupero,ma è al-5% DIREZIONEREGIONALE. Sabato aPadova

Bilancio in negativo per il traffico turistico dell’estate lungo il Passante di Mestre e la Padova-Venezia. Lo rende noto la società Cav (è di Regione e Anas) alla fine della stagione più calda. Eppure il 2020 era iniziato «in maniera alquanto promettente, con flussi superiori a quelli del 2019 nell’ordine del 5-10%». Poi è arrivato il coronavirus e già a fine febbraio è finita la crescita. Col lockdown «a inizio aprile la situazione peggiore, con un crollo del traffico arrivato a toccare quota -74% rispetto all’anno precedente. La ripre-

sa, timida ma graduale, è iniziata a maggio». In giugno e luglio il traffico è rimasto più basso ma si è via via avvicinato ai livelli del 2019, fino quasi a raggiungerli nella prima settimana di agosto. E la settimana di Ferragosto ha segnato solo -2,97% dai livelli 2019, salvo poi scendere di nuovo a un -5% che è durato fino a ora. In particolare nei week end si partiti a inizio stagione con un - 13-14%, poi è risalito da metà luglio ma è ricalato vistosamente dopo Ferragosto per rimanere a un divario del -5% rispetto al 2019. •

È stata convocata per sabato prossimo la Direzione regionale del Partito democratico: si terrà in mattinata all’hotel Crowne Plaza di Padova. All’ordine del giorno, come preannunciato, il punto “Elezioni regionali 2020, analisi politica”. Non figurano per ora le dimissioni del segretario regionale Alessandro Bisato, che ieri in una intervista al Gazzettino ha confermato che il suo incarico è a disposizione ma si è tolto alcuni sassolini dalla scarpa. Dei suoi oltre 5 mila voti, rimarca, «una grossa parte» viene da fuori parti-

to, che quindi non lo ha sostenuto nel Padovano. E ancora: «Credo sarebbe riduttivo per tutti cavarsela con il segretario che si assume tutta la responsabilità con fare enfatico: non restituirebbe la verità e la carsicità (un chiaro richiamo a movimenti sotterranei nel partito) di quello che è successo». Per cui «chiamerò a responsabilità tutti». E rispetto al candidato presidente, il civico Arturo Lorenzoni, afferma: «I tre sottosegretari (Martella, Variati, Baretta), nostri padri nobili, avrebbero dovuto sostenerlo molto di più». •

A.C. VICENZA SERVICE SRL AVVISO DI SELEZIONE DI PERSONALE La Società A.C.Vicenza Service s.r.l., società in house dell’Automobile Club Vicenza, indice una selezione pubblica, per esami, per l’assunzione di due dipendenti da dislocare presso la sede della società medesima in Vicenza (VI), Via Fermi 233 o presso altra delegazione ACI in città o Provincia di Vicenza. Fra i requisiti è previsto lo svolgimento di attività lavorativa, per almeno 18 mesi negli ultimi 3 anni alla data della scadenza di presentazione della domanda di partecipazione alla selezione, presso uno Studio di consulenza automobilistica di cui alla L. 264/1991. Trattasi di assunzione a tempo pieno ed indeterminato con inquadramento al 4° livello del CCNL del Terziario. La domanda di partecipazione alla suddetta selezione, secondo lo schema allegato al bando, dovrà essere presentata direttamente – nelle ore di apertura degli uffici - alla sede della Società o pervenire a mezzo Raccomandata A.R. o via PEC, entro e non oltre le ore 24:00 del ventesimo giorno dalla data di pubblicazione dell’avviso di selezione sul sito web dell’Automobile Club Vicenza www.vicenza.aci.it dove sarà pubblicata copia integrale del bando. Per informazioni: tel. 0444-966046. Vicenza, 25 settembre 2020 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (f.to Valter Bizzotto)

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Trafficoinautostrada,l’estate Pd,Bisatoconvocatutti èrimastasempresottoal2019 esitoglie qualchesassolino


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CRONACA VERONA

L’intervista

Sabato 26 Settembre 2020 Corriere di Verona

«Abbiamo tenuto viva l’Arena Studiamo biglietti a fasce orarie»

Mazzi: «Proviamo a portare la capienza a 4mila spettatori. Ad aprile Zucchero» «Verona ormai è Los Angeles. Tutti i grandi artisti passano da lì». A dirlo al telefono a Gianmarco Mazzi, amministratore delegato e direttore artistico di Arena di Verona srl, sono stati produttori d’oltreoceano che quest’estate hanno visto più volte l’anfiteatro scaligero al centro della scena culturale italiana. «E Tutto quello che è stato fatto è stato progettato durante il lockdown. Vedendo come stava evolvendo la situazione mondiale, mi ero convinto che dovessimo virare dai live con pubblico presente ai grandi eventi televisivi, tenendo alto il nome dell’Arena e di Verona. Credo che l’intento sia riuscito perché siamo diventati la città della ripartenza. E ho fatto delle scoperte». Quali scoperte, Mazzi? «Noi veronesi siamo abituati all’Arena notturna, che conosciamo in tutte le sue sfumature. Eppure l’Arena ha una grandissima forza diurna. L’ho visto con Nek durante le ultime riprese dei Seat Music Awards 2020, in cui sono stati trasmessi degli scorci della città da cartolina, ma anche con l’Arena trasformata in agorà durante il Festival della Bellezza, con il protagonista da solo, sul palco centrale, in questo spazio immenso». Un bel salto, da concerti cittadini a palcoscenico interVERONA

nazionale. «A metà maggio ho voluto mostrare un’Arena ferita, ma in grado di rimettersi in piedi. Così in vista dello show “Europe Shine a Light” in eurovisione, ho invitato Diodato a esibirsi qui. Il 2 giugno, 6 milioni di spettatori hanno assistito al “Canto degli Italiani” intonato da Vittorio Grigolo in diretta dopo il Tg1. E dopo c’è stato Benny Benassi, vincitore di due Grammy Awards, che a fine giugno ha realizzato una performance cinematografica». E il primo concerto streaming a pagamento? «Faceva parte del più ampio progetto “Da Verona accendiamo la musica”, che includeva i Seat Music Awards in diretta Rai, i Power Hits Estate 2020 ed Heroes che è, appunto, il pri-

Senza pubblico Diodato canta nell’Arena vuota in eurovisione a maggio

Turismo, un portale per fare scoprire Verona e il suo territorio VERONA (l.a.) Dal 30 ottobre si potranno scoprire ed ammirare le bellezze di Verona con un semplice clic su VisitVerona.it, un nuovo portale unico che offrirà al turista un punto di osservazione unico su Verona, Valpolicella, Lessinia, Terre del Soave e Pianura Veronese. Il progetto è sostenuto dall’Organizzazione di

Gestione della Destinazione (OGD), di cui il Comune di Verona è capofila, per arricchire l’esperienza di viaggio con nuove proposte. Ad illustrare l’iniziativa sono stati l’assessore al Turismo Francesca Briani e il vice presidente della Camera di Commercio di Verona Paolo Tosi, presenti il direttore generale di Fondazione Arena

Gianfranco De Cesaris, Nazareno Giarola per Veronafiere, Silvio Salizzoni per la Provincia, Miriam Magnani per Strada del Vino Valpolicella, Paolo Menapace per Strada del Vino Soave e Daniel Frank.«“Un risultato frutto di un lavoro di squadra – ha sottolineato Briani – per un’uscita dalle difficoltà © RIPRODUZIONE RISERVATA create dal Covid 19».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dettaglio A sinistra un fotogramma del video che mostra il progetto del nuovo casello di Verona Sud mostrato ieri all’Ordine degli Ingegneri

Verona sud, futuro casello con svincolo avveniristico Verona Sud arriverà con tanto di svincolo «tridimensionale», su due piani, con strade che si intersecheranno sotto terra per uscire allo scoperto in una struttura circolare. Si chiama «piazza ipogea», è uno degli ultimi «trend» in molte grande città in fatto di urbanistica e consente di gestire snodi complessi in modo ordinato e con un occhio di riguardo per l’estetica. L’intervento è una delle «grandi opere» scaligere attese da anni, e promette di rivoluzionare, migliorandola, la viabilità di Verona Sud, connettendo direttamente l’uscita con la tangenziale e con un nuovo parcheggio scambiatore, anziché immettendo le auto in arrivo in viale del Lavoro. Da A4 Holding arrivano anche ora anche dettagli più precisi sulle tempistiche: «I lavori sono previsti iniziare nel 2022 — spiega il direttore generale della Brescia — Padova Spa, Bruno Chiari — il primo stralcio si concluderà nel 2024, il secondo, con il ribaltamento

Mazzi Verona oggi è riconosciuta da tutti come capitale della musica

Il progetto

Via ai lavori nel 2022

VERONA Il nuovo casello di

mo concerto in live streaming a pagamento. Sono riuscito a mettere tutti d’accordo e la partecipazione è stata commovente: 126 artisti accomunati dalla voglia di trasmettere emozioni. Verona oggi è riconosciuta da tutti come capitale della musica, sia d’opera che popolare e televisiva». Il Festival della Bellezza è stata al centro di critiche per l’assenza di donne in cartellone. Cosa ne pensa? «Della partecipazione impari ce n’eravamo accorti subito. Ci sono state una serie di coincidenze sfortunate: ma sono pecche dal punto di vista organizzativo e non ideologico. Abbiamo cercato di correre ai ripari, contattando artiste italiane, ma le date non collimavano ed è andata così. Riguardo al contro-festival “Erosive” credo che abbiano colto al volo quest’occasione per avere uno spazio e un’attenzione che altrimenti non avrebbero avuto». Il 2021 come vedremo l’Arena? «Dal 23 aprile si ricomincia e ci sarà Zucchero. Sto studiando attentamente l’entrata e l’uscita del pubblico per aumentare la capienza a 4000 spettatori, magari con biglietti a fasce orarie, per mantenere alta la competitività dell’Arena». Marianna Peluso

del casello, tra il 2026 e il 2028». Costo totale dell’operazione: 80 milioni. La prima fase riguarderà la creazione di un nuovo asse di collegamento, lungo via Morgagni e strada la Genovesa, tra la città, la tangenziale, il parcheggio, il terminal filoviario, e la rotatoria di via Vigasio, la seconda, la creazione della viabilità «multilivello» con la nuova «piazza».La questione è stata affrontata ieri dal’Ordine degli Ingegneri, nel corso di webinar per gli iscritti a cui hanno partecipato anche gli assessori alla viabilità, Luca Zanotto e all’Urbanistica, Ilaria Segala. Un altro nodo è quello dell’Autobrennero, dove verrà realizzata la terza corsia, tra Verona e Modena. Per quanto riguarda l’A4, invece, è in corso un tavolo con il ministero per la realizzazione di una quarta corsia. Con il Covid, le autostrade che passano per Verona hanno visto un calo del 7% in pedaggi. Ma la tendenza, da giugno è verso la ripresa. D.O.

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L’altolà di Forza Italia a Tosi «Alleati con lui solo per il seggio»

Vertice di maggioranza in Comune, ma senza i vertici della Lega

VERONA Lungo vertice di maggioranza, ieri a Palazzo Barbieri, in assenza però della Lega, il cui leader, Nicolò Zavarise, era fuori Verona e aveva annunciato che non avrebbe mandato un sostituto. L’incontro c’è comunque stato, ma senza alcuna decisione concreta, mentre continuano a circolare voci sul rimpasto che dovrebbe vedere la sostituzione dei neoeletti in Regione Daniele Polato (Fratelli d’Italia) e Filippo Rando (Lega), oltre che di Edi Maria Neri (Lega), col subentro forse di Stefano Bianchini (FI), Andrea Bassi (Verona Domani) e Anna Grassi (Lega). Per i vertici degli enti, intanto, è spuntata anche l’ipotesi di Alessandro Montagnoli al posto di Roberto Mantovanelli come presidente di Acque Veronesi, se questi diventasse assessore regionale nella futura giunta Zaia. Montagnoli era stato escluso dalla lista della Lega una volta emerso che da consigliere regionale aveva chiesto e ottenuto il bonus «Covid» per le partite Iva. Dal punto di vista dei partiti, intanto, il dopo-elezioni più «strano» è quello di Forza Italia. I berlusconiani festeggiano l’elezione di un consigliere regionale che non era affatto scontata. Ma quel consigliere è Alberto Bozza, braccio destro di Flavio Tosi, che di Forza Italia non è. E a palazzo Barbieri, il posto di assessore comunale, che sulla carta spetta al partito, potrebbe es-

Massimo Ferro Tosi? Speravamo ci portasse qualche voto in più

Insieme Alberto Bozza, neoeletto in Regione, e Flavio Tosi

sere assegnato a Stefano Bianchini, che ha portato voti a Daniele Polato, che di Forza Italia era ma adesso non è più, Fratelli d’Italia.Strane vicende, appunto. Che saranno discusse la settimana prossima in un direttivo regionale del partito, in vista del quale il senatore Massimo Ferro fissa alcuni paletti. «Sia chiaro – premette Ferro – che l’unica persona che può parlare a nome di Forza Italia, a Verona, è il coordinatore provinciale, Claudio Melotti». E Tosi? «Con Tosi – spiega Ferro – abbiamo fatto un’alleanza, ed abbiamo fatto bene a farla,

Rispunta Montagnoli Ex consigliere leghista escluso per aver preso il bonus: si parla di lui per Acque Veronesi

anche se speravamo che lui ci portasse qualche voto in più: unendo i suoi consensi ai nostri (e sotto il nostro simbolo) abbiamo comunque ottenuto un consigliere regionale per Verona, mentre senza quel patto il seggio sarebbe stato assegnato a Venezia». Quel seggio però è andato a Bozza. Ma Ferro sottolinea che «Tosi ha concentrato i voti solo su di lui, mentre noi avevamo diversi candidati forti, da Melotti ad Anna Leso a Fausto Sachetto, e le preferenze si sono inevitabilmente disperse. Melotti ha fatto comunque un ottimo risultato, anche se – ricorda Ferro - è rimasto in quarantena fino a venerdì scorso». Ma adesso sarà Tosi a dettare la linea? «Ma no, – spiega il senatore – son solo chiacchiere: Tosi non è mai stato iscritto al nostro partito e il leader di FI a Verona è Melotti». Quanto a Palazzo Bar-

bieri, Ferro spiega che l’eventuale assessore forzitalista verrebbe deciso dal partito. «Bianchini – sottolinea Ferro – ha fatto campagna elettorale per Fratelli d’Italia, facendo votare Polato, e non credo sia neppure iscritto a Forza Italia». Alberto Bozza, da parte sua, spiega come e perché si troverà ad essere in maggioranza (con Lega e FdI) a Venezia e all’opposizione (contro Lega e Fdi) a Verona. «Il motivo è semplice: Zaia ha dimostrato di guidare bene il Veneto, mentre Sboarina ha dimostrato di non amministrare bene Verona. E il nostro progetto politico punta a creare una buona amministrazione comunale, nel 2022, discutendone ovviamente con i vertici di Forza Italia». Tornando al rimasto di giunta a Palazzo Barbieri, è circolata anche un’ipotesi più clamorosa, quella di Stefano Casali quale assessore di Verona Domani. Solo voci, per ora. In ogni caso si dovrà aspettare la nascita della nuova giunta Zaia in Regione: se infatti Polato, allo sprint, riuscisse a diventare assessore, Casali entrerebbe al suo posto nel consiglio veneto, e in consiglio comunale arriverebbe Enrico Guardini, primo dei non eletti di Forza Italia ma oggi vicino a Fabio Venturi, che ha pure lui votato per Polato e per FdI. Un puzzle complicatissimo. Lillo Aldegheri © RIPRODUZIONE RISERVATA



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Sabato 26 Settembre 2020 Corriere del Veneto

VE

Venezia&Mestre

NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina

venezia@corriereveneto.it

Il consiglio comunale «Faremo ricorso a tutela di tutti gli elettori e dei candidati di Fratelli d’Italia». Il coordinatore cittadino Fabio Raschillà annuncia che dopo la proclamazione degli eletti da parte del Tribunale chiederà il riconteggio dei voti. Lo farà più in là, in modo da non paralizzare le scelte del sindaco Luigi Brugnaro sulla nuova giunta né l’avvio del nuovo consiglio, la cui prima convocazione potrebbe arrivare tra una decina di giorni. Troppo poca la differenza di voti tra candidati, poca esperienza ai seggi (molti presidenti storici hanno declinato l’invito questa volta

VENEZIA

Maggioranza

Simone Venturini Renato Boraso Paolino D’Anna Paola Mar Laura Besio Matteo Senno Silvia Peruzzo Meggetto Linda Damiano Enrico Gavagnin Massimiliano De Martin Emmanuele Muresu Paolo Romor Aldo Reato Alessandro Scarpa Marta *Candidati sindaci

Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio

Opposizione

Verde Progressista Gianfraco Bettin

Lega Alex Bazzaro Silvana Tosi 1 Baretta 7 Pd Sebastiano Costalonga Monica Sambo Riccardo Brunello Emanuele Rosteghin Giovanni Giusto Emanuela Zanatta Alessandro Baglioni 2 Giuseppe Saccà Fratelli Alberto Fantuzzo d’Italia Paolo Ticozzi Francesca Zaccariotto Francesco Zingarlini

0412385631 0412385639 0412385642

FARMACIE S.Margherita CrocediMalta CittàGiardino

1

Venezia è Tua Cecilia Tonon

M5s Sara Visman*

22 Maggioranza

1

14 Opposizione

Terra e acqua Marco Gasparinetti*

1

Partito dei veneti Stefano Zecchi*

1

1

Forza Italia

Tutta la città insieme Andrea Martini*

Michele Zuin

coalizione vincente. La macchina del controllo funziona così: al momento in cui è chiusa la conta dei voti, nei seggi si compilano due verbali identici con tutte le

MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino

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Raschillà: troppi annullati, potrebbero entrare in due

Municipalità

0412385678

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La coda di consiglieri a caccia dei voti spariti FdI: faremo ricorso

per paura del covid), svarioni di trascrizioni dovuti alla mole e alla stanchezza: all’ufficio elettorale del Comune di Venezia ogni giorno una quindicina di candidati va a controllare i verbali. L’altro ieri Luca Battistella per i fucsia, ieri Maika Canton (non eletta con 191 preferenze, due in meno rispetto a Francesco Zingarlini che ne ha 193) e un folto gruppo di candidati di Fratelli d’Italia. «Ci sono troppi voti annullati e troppa poca differenza tra le preferenze dei candidati: per noi un riconteggio esatto potrebbe significare che scatta il terzo eletto. E quindi, il secondo assessore in giunta», spiega Raschillà. In Forza Italia Debora Onisto e Saverio Centenaro sono divisi da sei voti di differenza che segnano l’invalicabile linea Maginot tra chi entrerà a Ca’ Farsetti dopo la scontata designazione ad assessore al Bilancio di Michele Zuin e chi no perché la lista non ha superato la soglia del 3% e fa un solo eletto solo perché è nella

0412385659 0412385661

0415223872 0415222653 0415261130

ComunaleAllaStazione 041929439 0415951158 Zambello

Toto-giunta

5

14

Lista Brugnaro

0412385648 0412385668 0412385653

preferenze, uno viene inviato al Comune e l’altro in Tribunale. L’ufficio elettorale di Ca’ Farsetti carica i dati in tempo reale, man mano che procede lo spoglio, con celerità e a rit-

Ca’ Foscari, lauree a San Marco

La neo eletta Lippiello «La passione porta lontano» VENEZIA L’ultima volta di Michele Bugliesi

in ermellino sul palco. Già, ieri si sono concluse le cerimonie per le lauree triennali in Piazza San Marco, le prime dal lockdown e il primo ottobre sarà ufficialmente Tiziana Lippiello la nuova rettrice di Ca’ Foscari. Una prima sessione il mattino, ospite (in diretta streaming) il Ministro per l’Università e la Ricerca Gaetano Manfredi, mentre nel pomeriggio l’ospite d’onore è stata proprio la neo rettrice. «È un momento difficile della nostra storia, per voi è anche la vigilia di un nuovo inizio: spero abbiate progetti che rispondano ai vostri sogni e passioni, oltre che necessità – ha detto Lippiello – È la passione a portare lontano». Poi, un excursus sulla sua carriera accademica, partita proprio da Ca’ Foscari, e la sua passione per la cultura classica cinese cui dedica la vita. «Il concetto d’empatia, in cinese, è rappresentato da un cuore e dal verbo seguire: seguite il vostro cuore». (c. ga.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Ego-Hub

mo serrato e capita, come è capitato, che i voti vengano trascritti male. Poca roba, errori materiali che però possono fare la differenza nella mole di preferenze. Ed è in quell’ufficio che in questi giorni c’è la folla di candidati a cui non tornano i conti. Altro percorso quello del Tribunale, che ha istituito quattro seggi centrali: uno per il voto referendario, uno per quello regionale, uno per quello comunale e l’altro per le Municipalità. Gli addetti stanno caricando i dati dei verbali e quando l’operazione sarà completata, ci sarà la proclamazione ufficiale degli eletti. Ci vorrà un pò di tempo. Se anche quei dati caricati con più calma non daranno risposte ai dubbi, scatteranno i ricorsi. Le perplessità ci sono: la famiglia del candidato che vota compatta nello stesso seggio ma si ritrova un solo voto valido, è il classico esempio. «O nelle Municipalità, le preferenze di uno attribuite all’altro candidato che, nella lista, è nella riga sotto: ne abbiamo trovate», dice il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. La Lega non ha sollevato obiezioni sulle attribuzioni. Tra i fucsia è evidente che la differenza che passa tra eletti e non è di 6, 20, 40 voti in una situazione in cui la competizione era altissima. E qualche domanda sulla correttezza delle trascrizioni è sorta sopratutto per chi si è ritrovato con soli 99 voti dopo cinque anni di lavoro, come è accaduto al delegato alla Smart City Luca Battistella. Monica Zicchiero

La vicenda ● Dopo i primi risultati ufficiosi delle elezioni del 20 e 21 settembre, ora sono in corso i controlli ● Nei seggi sono stati compilati due verbali identici con le preferenze: uno è stato inviato al Comune, l’altro in Tribunale ● L’ufficio elettorale di Ca’ Farsetti ha caricato i dati in tempo reale e ora sta verificando eventuali errori ● Il Tribunale ha istituito 4 seggi centrali per referendum, Regionali, Comunali e Municipalità. Al termine del loro vaglio la proclamazione ufficiale

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La Lega prenota sicurezza, commercio Zaccariotto sicura Fucsia, sette papabili VENEZIA La sicurezza, il commercio ma anche un

pezzo di politiche sociali e magari anche le relazioni internazionali. La Lega sposta sul terreno delle deleghe il confronto per l’ingresso della giunta Brugnaro bis. L’accordo elettorale con Brugnaro – un vicesindaco e due assessori – è indiscusso. Ma se è vero che il vicesindaco sarà il segretario del Carroccio Andrea Tomaello, il partito vuole pure trattare sui referati che avrà. «Ci piacerebbe avere un pezzo del Welfare e personalmente ritengo che le Relazioni Internazionali siano centrali dopo l’acqua alta di novembre e dopo la crisi covid per rilanciare la città», dice l’onorevole e neo-eletto consigliere Alex Bazzaro. Che è fuori dal toto-giunta perché farà il capogruppo. Punto fermo sul nome di Tomaello, è da capire chi saranno gli altri due assessori: in corsa ci sono la più votata Silvana Tosi, coccolata dopo il malore da tutti i suoi e tenuta affettuosamente a riposo in vista dei prossimi impegni; Sebastiano Costalonga (391 vot i , s e t te meno della Tosi), grosso modo riconducibile pure l u i a l l ’a r e a Salvini perc h é è s t a to Matteo a darLega Tomaello FdI Zaccariotto gli in via libera all’ingresso in Lega (dopo la delusione della militanza in Fratelli d’Italia e un paio di anni di deFucsia Damiano Lega Costalonga c a n t a z i o n e dopo l’allontanamento); Riccardo Brunello, amico di Tomaello e numero due della Lega provinciale, giovane professionista pure lui del cerchio salviniano. Non pervenuti i nomi per la quota Zaia, determinante per il consenso di Brugnaro. Per Fratelli d’Italia, il partito indica la più votata, Francesca Zaccariotto. Sta al sindaco decidere la squadra e gli equilibri: schema 4-3-2-1 o 5-3-1-1. Lui aspetta la proclamazione ufficiale degli eletti dal Tribunale e nel frattempo studia le variabili. I suoi fucsia hanno sbaragliato e l’offerta è ottima è abbondante: i recordman di voti Simone Venturini e Renato Boraso, Alessandro Scarpa Marta e la sorpresa Paolino D’Anna, oltre settecento preferenze personali; le donne vincenti Paola Mar, Ermelinda Damiano e l’esordiente ma votatissima Laura Besio. E stiamo già a sette papabili. I tre incarichi alla Lega non si discutono. Uno a Fratelli d’Italia (due se il riconteggio porterà in alto il consenso). E uno a Forza Italia, poco per il partito che lo ha sostenuto dal primo secondo e che nelle urne ha pagato il tributo di visibilità più salato alla lealtà ai fucsia. Mo. Zi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Favaro, Zelarino, Marghera: incognita sugli eletti

La vittoria oltre il 60 per cento apre il quesito sui numeri alla minoranza. Una decina in ballo

Futuri consiglieri di municipalità in fibrillazione in terraferma. Il risultato elettorale con la vittoria dei candidati di centrodestra con più del 60 per cento di voti a Favaro, Chirignago Zelarino e Marghera, apre un interrogativo che non si era mai posto prima. Vale il principio di rappresentanza o la tutela della minoranza? Non è questione solo di principio, ma anche di posti perché la risposta rimette in ballo l’elezione di svariati consiglieri, di maggioranza come di opposizione, creando non poca agitazione. Le leggi elettorali sono diverse ma, per capire, un po’ MESTRE

come il 70 per cento schiacciante della vittoria di Luca Zaia in Regione, anche in alcune municipalità di terraferma come Chirignago-Zelarino e Marghera e in particolare Favaro, la vittoria dei presidenti eletti è andata oltre il 60 per cento, che rappresenta il premio di maggioranza a chi supera la soglia del 50 per cento di voti. Cosa accade però se l’elettorato assegna voti che arrivano a una quota ancora superiore? «A Favaro abbiamo preso il 70 per cento dei voti, un po’ come Zaia in Regione credo sia normale che la costituzione del Consiglio segua queste percentua-

li», fa i calcoli Marco Bellato, presidente riconfermato di Favaro. Il regolamento sulle municipalità dice che seguono lo stesso sistema elettorale del consiglio comunale (a parte il ballottaggio che non c’è) e questo sembrerebbe confermare la lettura dei neo eletti presidenti di centrodestra. Eppure sempre nel regolamento comunale per le Municipalità, all’articolo 8 «Composizione», viene spiegata la creazione del Consiglio di Municipalità «fermo restando il rapporto 60 per cento e 40 per cento». Il normale rapporto di undici consiglieri di maggioranza contro sette di

Vincitore Bellato: «Abbiamo il 70%, è normale che il consiglio segua la percentuale»

opposizione potrebbe essere sostituito quindi a Zelarino e Marghera con uno schema di dodici a sei, spostando un consigliere dall’opposizione alla maggioranza. A Favaro invece verrebbe addirittura trasformato in tredici a cinque, facendo traslocare in maggioranza due scranni. Il quesito è stato posto all’Ufficio elettorale e da qui ha preso la strada del Seggio Centrale costituito presso il Tribunale. Saranno loro a stabilire tra pochi giorni il numero esatto di consiglieri assegnati in consiglio comunale e municipalità. Maria Paola Scaramuzza © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SELVAZZANO - ALBIGNASEGO

SABATO 26 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO

IN BREVE

selvazzano

Ex seminario, lavori al via contro le intrusioni Sicurezza e stop ai selfie Gianni Biasetto / SELVAZZANO

Sono iniziati i lavori di pulizia e messa in sicurezza del complesso dell’ex seminario di Tencarola. L’Immobiliare Trifoglio di Bergamo sta liberando l’area dalle erbacce e dalla vegetazione che in alcune parti, a nord verso il centro commerciale Il Bacchiglione, nasconde il fabbricato. «Nell’incontro avuto con i responsabili della Trifoglio ai primi di agosto, avevamo chiesto fosse messo in atto un intervento urgente di pulizia dell’area», fa sapere il sindaco di Selvazzano, Giovanna Rossi. «Siamo convinti che questo scoraggi, oltre ai senza tetto e ai balordi di trovare ricovero, anche i giovani che spesso salgono sui tetti per i selfie». Il passaggio di proprietà dell’immobile di via Montegrappa tra l’Ente Seminario e la Trifoglio, è stato firmato il 3 agosto per 10,7 milioni di euro. «Da allora non ci sono stati altri contatti col privato su cosa intenda realizzare» afferma il sindaco. «Siamo fermi al protocollo d’intesa sottoscritto nel 2011, ma da allo-

Cadoneghe Lo spettacolo del cuore al palazzetto Olaf Palme Approda stasera a Cadoneghe la 70ª rappresentazione de "Lo spettacolo del cuore", del cardiologo Davide Terranova, con la regia di Giulio Businarolo, che fa parte del progetto “Cadoneghe cardioprotetta”: interverrà il promotore, dottor Edoardo Lacava. Inizio alle 21 al palazzetto Palme di via IV Novembre.

Cadoneghe Domenica per l’ambiente al parco della Repubblica

I lavori di pulizia, sfalcio e messa in sicurezza dell’ex Seminario

ra i tempi, specie nel mercato immobiliare, sono cambiati. Per ora ci interessa che l’area venga tolta dal degrado ed è quello che la Trifoglio sta facendo». Il passaggio ha visto la Diocesi e l’acquirente impegnati in una trattativa durata ben 17 anni: ora i cittadini di Selvazzano chiedono di conoscere quale sarà il futuro del complesso che sulla base del protocollo d’intesa n. 40190

del 16 dicembre 2011 prevede la realizzazione di una non trascurabile volumetria residenziale, commerciale e direzionale. Ci sono poi le opere che devono essere cedute al Comune come contropartita della trasformazione urbanistica, per un valore di circa 15milioni di euro. Un futuro, quello dell’ex seminario, in buona parte da riscrivere. –– © RIPRODUZIONE RISERVATA

Domani si terrà la prima "Domenica per l'ambiente", organizzata dal Comune con l’associazione "GiocareAps" ed Etra e due gruppi di volontari: gli "OGreen", un gruppo di ragazzi sui 18 anni, e le "Mamme dei parchi", che da qualche mese tengono spontaneamente pulito il territorio. Si inizia dal parco della Repubblica (via Vivaldi) alle 9.30. Alle 12.30 le premiazioni.

Vigodarzere Mostra Com’eri vestita? si chiude a Villa Zusto Villa Zusto ospita fino a domani (ore 9-12) la mostra “Com'eri vestita?”, creata dal centro antiviolenza Cerchi d'acqua e proposta dal Centro veneto progetti donna.

limena

Odori devastanti Appello a Zaia per una soluzione LIMENA

Sarà di nuovo la Comepa, la conferenza dei Comuni metropolitani, ad affrontare il 21 ottobre la questione delle puzze. Parte sempre da Limena la richiesta di scrivere al governatore del Veneto e al nuovo assessore regionale all’Ambiente, per rinnovare l’appello alla Regione di dotarsi di leggi contro le emissioni odorigene. «Siccome è subentrata l’emergenza legata al Covid, il problema è passato in secondo piano» sottolinea il sindaco di Limena, Stefano Tonazzo, «ma non così quello delle puzze. In queste settimane abbiamo avuto una recrudescenza del fenomeno, anche per la bassa pressione e la concimazione dei campi». Il sindaco e l’assessore Eleonora Paccagnella hanno scritto ale aziende agricole del comune, chiedendo di interrare subito i liquami e di evitare di spargere troppi reflui. «Entro fine anno» annuncia Tonazzo, «appena l’allentamento delle norme Covid consentirà l’utilizzo

dell’intera sala teatro, organizzeremo una riunione per consentire ai cittadini di chiedere e capire la problematica anche dal punto di vista normativo. Inviterò la Regione e l’Arpav, nella speranza che accettino di partecipare. Invito invece i cittadini ad evitare di segnalare gli odori solo tramite social, bensì di scrivere in Comune ad “ambiente@comune. limena.pd.it”». Ma cosa fa di Limena un territorio tanto puzzolente? «Oltre il 60% è a vocazione agricola» spiega il sindaco «con decine di aziende e confiniamo a Taggì con grandi allevamenti di bestiame. Sono insediate poi due aziende di produzione di biogas e due degli impianti più grandi di produzione di asfalti della provincia. All’inizio del mio mandato ho firmato tre ordinanze relative alle emissioni di aziende agricole e di bitume, ma mancando una legge regionale, non c’è ordinanza di sindaco che tenga. Nemmeno la Procura della Repubblica ha ravvisato colpe o dolo delle aziende». –– CRISTINA SALVATO

bragni di cadonegHe

Crisi lockdown, dopo 34 anni chiude il bar Quadrifoglio

Adriano Zoccarato, con la moglie Paola e la figlia Elisa dietro al banco del Quadrifoglio CADONEGHE

Dopo 34 anni il bar Quadrifoglio, a Bragni, chiude e cambia gestione: i titolari avrebbero anche continuato l’attività, ma il lockdown li ha messi a dura prova, dimezzando gli introiti. «I clienti venivano da Padova, da Vigonza, da Campodarsego per comprare i nostri tramezzini» racconta Adriano Zoccarato, che con la moglie Paola e la figlia Elisa ha vissuto per questo lavoro, «che trovavano buonissimi, forse perché eravamo tra i pochi nel Padovano a impiegare il sistema originale, da

me imparato in anni di lavoro a Venezia. Per 34 anni abbiamo servito i nostri clienti, alcuni dei quali, alla notizia che chiudevamo, si sono commossi. Purtroppo non potevamo fare diversamente: mia moglie e io abbiamo 65 anni e non abbiamo l’età per metterci a far debiti. Se dovessimo andare incontro a un altro lockdown, come quello che ci ha privato di metà del nostro fatturato, non so come potrebbe andare a finire». Hanno già organizzato una festa per salutare e ringraziare i loro affezionati clienti, prima di abbassare definitivamente la saraci-

nesca. «Certo la malinconia è forte e i nostri sentimenti sono contrastanti» prosegue il titolare. «Da un lato proviamo un immenso dispiacere, dall’altro il sollievo di non dover più affrontare le mille difficoltà incontrate nell’ultimo periodo. Abbiamo ceduto l’attività a una persona più giovane e speriamo di vederla riaperta al più presto. Mi piacerebbe che il nome fosse mantenuto, perché per il quartiere di Bragni significa molto. Anche noi abitiamo in via Giotto e vorremmo tornare qui a bere il caffè». –– CRI. S.


REGIONE

SABATO 26 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO

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Dopo le elezioni

Pd, sabato la direzione più rovente E Camani si candida a capogruppo Il segretario Bisato: «Basta colpi bassi, servono chiarezza e verità. Zingaretti? Non l’ho più sentito» Filippo Tosatto / VENEZIA

Il risultato, obiettivamente deludente, richiede un’attenta analisi alla quale non ci sottrarremo. Il popolo del centrosinistra scampato al diluvio leghista confida che il ritornello - immancabile dopo ogni scacco elettorale - gli sia risparmiato e che stavolta, a fronte di una disfatta senza precedenti, l’abituale rito autoassolutorio del vertice ceda il passo ad un bagno nella realtà. L’occasione è offerta dalla direzione “allargata” del Pd convocata sabato 3 ottobre al Crowne Plaza di Limena da Alessandro Bisato; il segretario regionale, bocciato dalle urne a dispetto delle 5 mila preferenze raccolte senza il sostegno dei caporioni di partito, ha posto a disposizione lo scomodo mandato ma, prima di compiere un passo indietro, esige chiarezza su quanto è stato compiuto «prima e durante la campagna elettorale» nonché sulle

prospettive politiche e istituzionali dei democratici.

tribuiscono la sconfitta all’operato della segreteria. Escluso Baretta, impegnato nelle comunali ai Venezia, dov’erano i nostri sottosegretari e i dirigenti nazionali che oggi puntano il dito?».

LA SCELTA CONTROVERSA DI LORENZONI

«Non ne faccio una questione personale però occorre ristabilire la verità dei fatti e, soprattutto, segnare la discontinuità rispetto ad una linea rivelatasi perdente e sconfessata clamorosamente dai cittadini veneti», è la premessa «In fase di definizione dello sfidante a Zaia, io avanzai pubblicamente alcune riserve su Lorenzoni, rivendicando al partito democratico, la forza di gran lunga più rappresentativa nella coalizione, il diritto di esprimere un candidato presidente; la maggioranza, tuttavia, decise diversamente, escludendo le primarie, e da quel momento Arturo diventò il mio unico riferimento. Non gli muovo rimproveri, si è battuto in un contesto oggettivamente complicato e non ha avuto fortuna, rifiuto però la critica ingenerosa e sleale di quanti, nel Pd, at-

SOTTOSEGRETARI NEL MIRINO

Alessandro Bisato, Achille Variati e il segretario del Pd Nicola Zingaretti

L’allusione corre ad Andrea Martella e ad Achille Variati, “rei” di aver caldeggiato l’opzione Lorenzoni fino ad imporla ad un gruppo dirigente recalcitrante. E riecheggiano i rumors mai sopìti che chiamano in causa Massimo Bettin, l’ex segretario di Padova ora portavoce del sindaco Sergio Giordani, “indiziato” di aver architettato l’operazione per allontanare da Palazzo Moroni l’ingombrante vicesindaco. Tant’è. Tra una settimana è in calendario la resa dei conti e sono in molti, tra i dem, a sollecitare una svolta radicale capace di ripristinare una qualche sintonia con il sentiment del Veneto profondo, non riduci-

le categorie economiche

«Un consenso così ampio a Zaia genera la responsabilità di risolvere i problemi» Confapi: servono risposte urgenti su infrastrutture, investimenti ricerca e sostegno all’innovazione Confagricoltura: andare spediti verso l’autonomia differenziata VENEZIA

Le categorie economiche si aspettano molto dalla solidità del nuovo governo veneto e lo sottolineano nelle note emesse all’indomani delle elezioni. «L’ampia affermazione elettorale è frutto del buon governo e della concretezza mo-

strate in questi anni», afferma il presidente di Confapi Manfredi Ravetto «Oggi, nell’augurare a Zaia buon lavoro, auspichiamo che tenga conto delle istanze delle Pmi, che noi rappresentiamo, e che sono la vera ossatura dell’economia del Veneto». «In questo momento di grave incertezza dovuto alla pandemia, le piccole e medie industrie hanno bisogno di risposte urgenti e di un supporto concreto sul piano delle infrastrutture e degli investimenti, della ricerca e del soste-

gno all’innovazione», sottolinea la guida di Confapi Veneto, federazione regionale tra le Confapi del territorio, i cui contratti sono applicati da più di 6 mila imprese, con oltre 87 mila addetti. «Confidiamo di poter proseguire la collaborazione portata avanti in questi anni con gli organi della Regione e, a tal proposito», conclude Ravetto, «attendiamo di conoscere la composizione della Giunta che lavorerà con il presidente Zaia, sicuri che saprà dare il giusto risalto ai territori e ai

valori, politici ed economici, che essi esprimono». «L’emergenza di questo periodo richiede interventi straordinari volti al rilancio dell’economia e del lavoro in Veneto. L’attenzione della Regione dovrà essere massima nel progettare soluzioni innovative e spendere al meglio le risorse che perverranno dall’Ue». Lo dice il presidente di Confagricoltura Veneto, Lodovico Giustiniani, il quale aggiunge: «Un consenso così ampio permetterà di procedere con determinazione per risol-

Manfredi Ravaretto, Confapi

vere i problemi che sono ancora sul tappeto. Bisogna andare spediti verso un’autonomia differenziata, che permetta di amministrare al meglio i processi burocratici e di intervento calati nella realtà locale. Per fare questo il presidente Zaia dovrà assumere decisioni anche impopolari, ma che

bile a circoli e salotti della borghesia progressista. LA MOSSA DEI PARLAMENTARI

In questa direzione muovono i parlamentari Roger De Menech, Alessia Rotta, Andrea Ferrazzi; l’eurodeputata Alessandra Moretti i veterani Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia, decisi a dare battaglia. E Nicola Zingaretti? Aveva assicurato ampio sostegno nazionale alla mission impossible... «Non si è più fatto sentire», la secca replica di Bisato «vorrà dire che sarò io a chiamarlo». LUNEDÌ I CONSIGLIERI AL FERRO-FINI

Intanto la pattuglia degli eletti all’assemblea regionale prova a ripartire. Lunedì, al Ferro-Fini, i consiglieri del Pd sceglieranno il capogruppo: l’orlandiana Vanessa Camani aspira al ruolo, eventualità sorprendente a fronte dell’exploit dell’emergente Giacomo Possamai (11.500 voti personali, ad un passo da Roberto “bulldog” Marcato, recordman della Lega) che tuttavia rifiuterà il braccio di ferro. A seguire, l’incontro con i partner del “Veneto che vogliamo” - Lorenzoni, in predicato di diventare portavoce dell’opposizione, con Elena Ostanel («Mi batterò per l’unità del centrosinistra») - più Cristina Guarda di Europa Verde. Nove consiglieri, tre gruppi. Staremo a vedere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

con lungimiranza siano indirizzate alla risoluzione di problemi cruciali come la viabilità, la banda larga, l’export e la ricerca. Nel documento sottoposto ai candidati alla presidenza, abbiamo sintetizzato l’urgenza di un sostegno a un settore primario che deve sempre più confrontarsi con l’internazionalizzazione e la concorrenza di altri Paesi. Fondamentale sarà una rinnovata progettualità che veda l’agricoltura cerniera fra l’ambiente, il territorio, le attività produttive e sociali in un contesto di cambiamenti climatici e internazionali». Confagricoltura Veneto rinnova la propria disponibilità nel collaborare per far crescere economicamente e socialmente il Veneto, con una maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale e agricola. —

Gli interventi per il risparmio energetico

I SEGRETI DEL

SUPERBONUS Facciate, caldaie, infissi come avere lo sconto del 110% Assemblee condominiali le maggioranze e il rischio ricorsi Cedere il credito fiscale alla banca: le simulazioni di calcolo

Lunedì 28 settembre l’inserto di 8 pagine in omaggio con il giornale


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LETTERE E OPINIONI

SABATO 26 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA

partecipazione al nostro dolore. La ringrazio se vorrà leggere questa lettera, e La esorto ad invitare tutti i Suoi collaboratori ad essere sempre umani nella gestione dei malati ed al tempo stesso ad essere vicini a loro ed alle loro famiglie, in quanto la situazione del malato è estremamente triste. La saluto. Anna Maria Mucci in della Monica

LA SEGNALAZIONE

Borgo Cavour tappo irrisolto e poco rispetto per i residenti lla riapertura delle scuole, auto in coda, come era da aspettarsi il "tappo" mai risolto delle soste spavalde in carreggiata davanti all'istituto Pio X e nessuna sorveglianza sulla strada e Borgo Cavour soffre. Soffre la mancanza di un raccordo ciclabile, soffre di un mancato controllo della auto in sosta vietata, soffre per il gas che tutte le mattine respira. Soffre perché i passaggi pedonali non sono tracciati a terra, come in parte tutta la segnaletica orizzontale. Soffrono le persone che stoicamente si ostinano a fare due passi a piedi per accompagnare i figli a scuola, soffrono i residenti. Residenti? Si certo in una città oltre ai commer-

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Regionali e comunali Veneto stessa barca dai monti al mare cianti, alle sagre, alle feste, alle giostrine e strombazzamenti vari esistono anche i residenti. Coloro che vivono e dormono in città, quelli che comprano le merci, che molte volte si prendono cura delle aiuole dimenticate, quelli che si fanno carico di proteggere dai vandali facciate e colonne, quelli che pagano per par-

cheggiare senza avere un parcheggio, quelli che vengono sfrattati a ogni (a volte discutibile) mercatino. Si i residenti quelli ai quali non interessano i selfie ma che cercano di fare il massimo per mantenere bella questa città che tutti noi amiamo. (Nella foto, il traffico tra via Canova e Riccati). — RENATO GUARNIERI

LE LETTERE Un laburista in Regione Zaia attivi il tavolo della concertazione A caldo, dopo il personale straordinario risultato elettorale (comunque previsto e scontato) il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato che nel cambiare volto alla regione (poteva benissimo farlo durante i suoi precedenti dieci anni di governo) le priorità saranno: sanità e lavoro. Due condivisibili obiettivi, ai quali sarebbe opportuno (suggerisco) aggiungere il welfare generativo, in alternativa all’assistenzialismo, per togliere dalla sofferenza migliaia di veneti in povertà e disoccupati. Il riconfermato “a furor di popolo” Governatore del Veneto, dott. Luca Zaia, per passare velocemente dalle promesse ai fatti concreti, opportunamente e necessariamente dovrebbe (deve) attivare il “Tavolo Permanente della Concertazione” coinvolgendo e responsabilizzando, nella programmazione della qualità e quantità delle prestazio-

ni sociosanitarie, delle politiche attive del lavoro e del welfare generativo: le Associazioni (grandi e piccole) imprenditoriali – le confederazioni CGIL CISL UIL (sulle priorità indicate dal dott. Luca Zaia e su altre particolarità venete, durante la campagna elettorale, le Segreterie delle organizzazioni sindacali e il Forum Regionale Terzo Settore, hanno presentato alla Regione delle fattive proposte per la negoziazione sociale) – le rappresentanze delle Libere Professioni – l’ANCI – le Università – gli Istituti bancari – le reti del Volontariato – i Portavoce del Terzo Settore. Lo “stile laburista” si realizza con il convinto coinvolgimento delle parti sociali, per una costruttiva concertazione, per rendere esigibili gli obiettivi concordati e per ricercare sufficienti risorse finanziarie (da non escludere una tassazione di scopo per la solidarietà e per ridurre la compartecipazione ai costi assistenziali) da finalizzare alla programmazione socio-economica” . Franco Piacentini

Grazie per l’umanità Mio marito è mancato la buona sanità no Gent. mo Direttore Generale, dott. Francesco Benazzi, mio marito è mancato alcuni giorni fa dopo una lunga malattia, che lo ha dilaniato nel corpo e nell’animo. Premetto che non Le scrivo per informarLa del mio lutto e neppure per chiedere di rendere pubblico un malfunzionamento della Sanità, bensì per congratularmi con Lei e con i Suoi collaboratori. Mio marito è stato ricoverato varie volte al Ca’Foncello; una volta venuto a casa, è stato seguito e curato sempre dal personale ospedaliero. Venivano a visitarlo e medicarlo sempre con tanta attenzione, cura, umanità ed altruismo. Dagli occhi e dalle parole dei Suoi collaboratori traspariva sempre un vero dolore nel cuore. Ora io ringrazio Lei per la ottima gestione e ringrazio tutti per il servizio, fornito a mio marito, e per la loro grande

In Veneto il Pd sapendo di perdere in partenza, si accontenta di qualche poltrona facendo da tappo ai veri riformisti, provocando un plebiscito e uomini della provvidenza senza concorrenza, qualcosa di sinistramente comico come se aprendo il gas dal fornello cominciasse ad uscire l’acqua. E anche se nella Patreve che è questo giornale siamo bene informati anche di quel che capita nelle province limitrofe, non so se sia così chiaro che il sindaco di Venezia è stato eletto non con i voti di Venezia e isole, ma bensì con quelli di Mestre, Zelarino, Chirignago, Favaro, Carpenedo e Marghera. Una Venezia che ogni mattina arriva a Venezia passando il ponte tra Mestre e Venezia, come se percorresse un cordone ombelicale, un anello tra due mondi diversi, e non invece un corridoio tra due stanze della stessa casa, un ponte in mezzo alla stessa città, un raccordo che unisce chi tuttosommato ha un unico comune interesse, visto che Venezia drena forza e bellezza da tutto il circondario, e come stiamo ben vedendo, mentre Venezia piange perché le manca un sacco (anzi una montagna di sacchi) di lavoro, la terraferma di certo non ride. E oggi che la politica è più forte-potente dell’economia, della cultura e governa politicamente la sanità, se i politici son poca cosa come statisti, ora che c’è da spendere bene il Recovery fund, siamo in un guaio tremendo, senza una illuminata mediazione tra l’Anglobalizzazione e il Suddidistan. Sia in laguna che oltre il ponte, fin sui colli e i monti. Fabio Morandin

L’INTERVENTO

Caro Presidente, non c’è solo l’autonomia Pensa anche al sociale e previsioni, anche se suffragate da tesi più che attendibili sono e rimangono tali, ma quando si trasformano in realtà e un popolo tributa a colui che è la sua guida politica e amministrativa un plebiscito tale da apparire quasi “imbarazzante”, le analisi di studiosi e opinionisti lasciano il tempo che trovano. La realtà è che nel mezzo di questa crisi epocale, densa di incognite e di una strisciante incertezza per il futuro, il popolo veneto ha messo nelle mani di Luca Zaia una delega in bianco affinché lo guidi fuori dalle secche di un’emergenza sanitaria ed economica che ha rivelato anche le debolezze di un sistema che sino a ora pareva inarrestabile nel suo processo di crescita. Lui è uomo pragmatico e fin troppo consapevole che d’ora in poi non verrà più giudicato per i suoi successi ma atteso al varco per i suoi sbagli, anche quelli umanamente inevitabili. Infatti in questi giorni mantiene un profilo basso, ben lontano dalla sicumera di Renzi dopo le europee 2014 e dall’ingenuità di Salvini nell’estate 2019, sta tenacemente resistendo alle sirene di Ulisse che lo vorrebbero già proiettato nell’agone nazionale e anziché infierire sui suoi avversari è seriamente preoccupato dalla loro inconsistenza poiché conscio che per governare bene è necessaria anche un’opposizione all’altezza. Forse qualche espressione di giubilo in più sarebbe stata gradita, soprattutto da coloro che l’hanno votato pur se espressione di altra matrice politica, ma è suo compito dare l’esempio perché le fisiologiche lotte intestine non si trasformino in deleterie rese dei conti né in solitarie fughe in avanti: la maglia rosa è nelle sue spalle e in tali deve rimanere, alla squadra il compito di vincere quante più tappe è possibile. Ora la madre di tutte le battaglie è l’autonomia, ma guai a spacciarla come panacea di tutti i mali. Le sfide sono anche altre e in un Veneto che sta facendo nuovamente con-

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IL COMMENTO

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fidenza con parole come povertà e disoccupazione, forse la ricetta giusta è proprio quella “rivoluzione laburista” proposta in questi giorni dal governatore più amato d’Italia. L’impegno continua, è lo slogan utilizzato in campagna elettorale, e oltre all’autonomia si chiama: sanità, ripresa economica e Pedemontana, ma attenzione a non dimenticare il sociale, una sfera che include sempre più persone, soprattutto quegli anziani e quei disabili che con le loro famiglie hanno pagato e continuano a pagare il prezzo più caro di questa pandemia. Oltre ad un’equa diffusione del benessere economico va ricordato che anche sanità e sociale devono progredire a pari passo poiché non si possono salvare delle persone senza essere poi in grado di garantire loro una qualità della vita accettabile, né ci si può dimenticare della disabilità alla nascita, delle malattie neurodegenerative, della non autosufficienza negli anziani, che non possono essere considerate come “malattie” ma condizioni o fasi dell’esistenza che necessitano di una risposta non solo sanitaria ma anche sociale. Non è un compito questo che spetta solo alla politica ma che dovrebbe diventare anche oggetto di etica di impresa poiché un’azienda moderna sa quanto importante sia contribuire al benessere sociale del territorio nel quale opera per favorirne un progresso equo e duraturo. Durante la fase acuta della crisi pandemica il popolo veneto e il suo tessuto imprenditoriale, con la mole di donazioni effettuate, hanno dato un’ulteriore prova, della fiducia che nutrono nel Presidente. Ora si tratta di capitalizzare tale fiducia per rendere ancora più inclusiva e solidale una comunità che già lo è da sempre. È un compito arduo in un momento ma non c’è un solo Veneto che oggi non sia disposto ad augurarle di riuscirci. Buon lavoro (e buona rivoluzione) presidente.— *COORDINATORE COMITATO MELOGRANO

DON PAOLO MAGOGA*

Il valore delle cose si impara anche dal recupero dei banchi di scuola a fatto notizia all’inizio dell’anno scolastico che la Scuola Professionale di Fonte (Treviso) abbia trasformato i propri banchi a causa del Coronavirus, da banchi a due posti a monoposto. Il risparmio economico di circa centomila euro, e il lavoro fatto in casa, ha fatto il giro della

DANIELE FURLAN*

stampa e dei social. La scuola, però, sebbene si senta parlare solo di banchi (con o senza rotelle) o di distanziamento sociale, non è solo questo. È indubbio che la paura del contagio abbia toccato anche le scuole e, conoscendo i ragazzi, non sarà facile evitare gli assembramenti e il desiderio di un saluto “per contatto” vincerà si-

curamente sulle precauzioni di rito. Ma la scuola è molto di più. Perché abbiamo provveduto al taglio dei banchi? Cosa vogliamo comunicare con questo gesto? Trasformare banchi obsoleti, da scartare, non è solo rendere "abili" vecchi strumenti di lavoro che tornano ancora "buoni". Recuperare è dire: “Sei ancora utile, prezioso, ho ancora bisogno di te. Ci vuole un po’ di fantasia, buona volontà e lavoro di squadra e il gioco è fatto!”. Sappiamo bene quanto papa Francesco lotti contro la

cultura dello scarto. «Se non si vigila su di essa – sembra dirci – ci troveremo a trattare anche le persone come trattiamo le cose. La mentalità dell’usa e getta, dagli oggetti, passerà agli uomini». Nell’educazione di un tempo, a casa, (pensando al cibo ma non solo) risuonava questo ritornello: «Non si butta via niente». Oggi questa è chiamata “economia circolare”. Tutto è utile e prezioso. Tutti sono utili e preziosi! Insegnare il valore delle cose (sia essa un’opera d'arte o una semplice opera umana) e delle persone (sia esso un personaggio o una semplice persona) è il compito

anche della scuola. A che serve sapere di storia, letteratura o filosofia se poi non imparo il rispetto per un bidello, un professore, un maestro, un compagno disabile, un banco? Possiamo essere “figli di Atene”, liceali, o “figli di Sparta”, studenti delle scuole professionali, tutti apparteniamo e viviamo, interconnessi in questa società e in questa terra. Tutti gli studenti, diventeranno lavoratori, avranno degli amici, utilizzeranno oggetti ad alcuni dei quali affideranno la loro vita (pensiamo ad un’auto). Tutti, chi seduto ad una cattedra o ad una scrivania o davanti ad

una macchina utensile, siamo chiamati a trasformare un pezzo di mondo per renderlo migliore. In quel pezzo di mondo ci vive una fetta di umanità che anche grazie a me sarà messa in condizione di stare bene oppure no. Ci è data una casa che può avere i confini del mondo, di una scuola o di una famiglia. Solo educando al senso di appartenenza, di cura, al mistero nascosto in ogni cosa potremo generare valore, il valore che si impara anche attraverso il recupero di un banco. — *PRESIDENTE OPERA MONTE GRAPPA


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