RASSEGNA STAMPA 27 SETTEMBRE 2020

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27-SET-2020 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 18

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 19

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23-SET-2020 Estratto da pag. 52

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-17

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 18

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 28

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 138-138

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 83

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 32

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

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25-SET-2020 Estratto da pag. 32

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

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25-SET-2020 Estratto da pag. 34

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

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25-SET-2020 Estratto da pag. 32

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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27-SET-2020 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1-10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


27-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2020 Estratto da pag. 19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

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25-SET-2020 Estratto da pag. 40

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2020 Estratto da pag. 40

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2020 Estratto da pag. 40

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


25-SET-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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25-SET-2020 Estratto da pag. 1-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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27-SET-2020 Estratto da pag. 7

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Primo Piano

Domenica 27 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Il Veneto dopo le elezioni ice di aver avuto «tre vite» in Regione del Veneto, contraddistinte dalle campagne elettorali. «Quella del 2010, meramente politica. Quella del 2015, soffertissima, i numeri erano tutti contro di noi, il Pd a Nordest alle Europee aveva avuto il 42 per cento. E quest’ultima che volutamente ho fatto amministrando». Ora che ha avuto il 76.79% dei consensi, Luca Zaia ammette: «Ancora non me ne sto rendendo conto, solo ora a distanza mi rendo conto che ci sono sezioni dove tutti hanno votato per me. Questa è una grandissima responsabilità, che trasferisco a tutta la squadra».

questo nuovo corso e che il nuovo elettorato che si avvicina grazie all’attrattività dei nostri amministratori deve essere rassicurato in merito al progetto politico, altrimenti è inevitabile che tornerà nel proprio alveo. Chiedo: dopo di me rinunciamo al consenso che ho trascinato? Questo è un progetto da cinque anni».

D

Presidente Zaia, nel 2015 il suo slogan fu “Scelgo Zaia”. Oggi l’hanno scelta 3 veneti su 4. Il rischio è deluderli. «Hanno scelto l’uomo. Io devo rappresentarli, magari un domani torneranno a votare i loro originari partiti, ma oggi è giusto che siano messi in prima fila. Se sa creare un cordone ombelicale con i suoi concittadini, il governatore è percepito come l’uomo della porta accanto, è da qui che viene fuori il 77%». Non avverte il pericolo di montarsi la testa? «Non è il mio caso. Se per me si abbassasse l’interruttore, mi spiacerebbe, ma non è che dovrei ricrearmi un contesto sociale nuovo, il mio contesto sociale è lo stesso di quando avevo vent’anni. Di una cosa invece sono fiero». Quale? «Nel 2010 mi sono reso conto subito che i veneti erano trattati male, eravamo la periferia dell’impero. Ora è rinato l’orgoglio veneto. E questo può essere un motore sociale, culturale, economico, può ripartire un nuovo Rinascimento. Io ho portato autorevolezza al Veneto, abbiamo dettato molti temi dell’agenda nazionale». Giunta, i criteri per scegliere gli assessori? «Einaudi diceva: conoscere per deliberare. E quindi competenza a 360 gradi. E poi dedizione, continuità, rappresentanza geografica. Ai miei ho detto: qua non si viene per la buca davanti a casa, ma per un grande progetto. Non ci sono rendite di posizione, le preferenze hanno un peso relativo, tutti invece dobbiamo ringraziare la Lega che ci ha dato questa opportunità». Spese elettorali? «Sempre autofinanziamento dei candidati. Ho chiesto espressamente di non avere neanche un centesimo dai privati, pur avendo avuto offerte da far paura. Non è illecito, ma è libertà per me e anche per loro».

Ha detto che resterà in Veneto. Per quanto? «Io spero di concludere questo mandato, non ho nessun obiettivo extra Veneto». È immaginabile un quarto mandato di Zaia modificando la legge? «No, è passata l’idea che c’è il blocco dei mandati e bisogna prenderne atto». Ha in mente un suo delfino? «Sono contrario all’idea dei delfini, ma ovvio che fra cinque anni un parere io lo metterò. Anche su chi non avrà eventualmente fatto il suo dovere».

GOVERNATORE Luca Zaia dopo la riconferma alle ultime regionali con quasi il 77 per cento dei voti

L’intervista Luca Zaia

«Così nascerà la mia giunta Lega, serve scatto in avanti» `«L’elettorato premia i nostri amministratori, «Assessori, nella scelta contano competenza e dedizione. Le preferenze? Hanno peso relativo» ma deve essere rassicurato sul progetto politico» `

Quando incontrerà gli alleati di FdI e FI? «La prossima settimana. Il viaggio si fa assieme, anche se i numeri sono inclementi».

«SONO FIERO DI UNA COSA: NOI VENETI ERAVAMO LA PERIFERIA DELL’IMPERO. ORA È RINATO L’ORGOGLIO. SIAMO AUTOREVOLI» «SPESE ELETTORALI? HO CHIESTO DI NON AVERE UN CENTESIMO DAI PRIVATI. NON È ILLECITO, MA È LIBERTÀ. PER ME E PER LORO»

Autonomia, tra pochissimo il terzo anniversario del referendum. «Il ministro Boccia deve decidere se scrivere una pagina di storia firmando l’intesa con la Regione Veneto o se passare alla storia per aver perso una grande opportunità. È imbarazzante perché quello che noi chiediamo è previsto dalla Costituzione. Solo che adesso ne parliamo dall’alto del 77% dei consensi». Dopo il messaggino di congratulazioni ha più sentito il segretario Matteo Salvini? «Sì, ci siamo ancora messaggiati, lo vedrò martedì a Venezia con tutti gli eletti».

Cosa pensa del progetto di Salvini di fare una nuova segreteria politica con dentro anche i governatori? «Durante il periodo Covid facevamo dei webinar con questa formazione, si va a consolidare qualcosa che già è avvenuto». Lei ha detto che alla Lega serve un consolidato progetto politico. Cioè? «La Lega è diventata grande perché ha avuto scatti in avanti grazie a progetti amministrativi. Formentini, il primo sindaco di Milano, ha nobilitato l’idea che la Lega potesse andare a governare un Comune. E poi Gentilini, Gobbo, Pagliarini, Castelli. Molti valenti sindaci, come un formicaio, hanno fatto diventare grande la Lega. Oggi c’è un altro scatto in avanti, il cittadino che sceglie la persona. È successo con i sindaci, ora con le Regioni. La Lega deve prendere atto che c’è

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«AUTONOMIA, IL MINISTRO BOCCIA DEVE DECIDERE SE SCRIVERE UNA PAGINA DI STORIA O PASSARE ALLA STORIA PER NON AVERLO FATTO» «NON SO SE CI SARÀ UN NUOVO LOCKDOWN. OGGI IL 95% DEI POSITIVI NON HA SINTOMI, BISOGNERÀ VEDERE COME EVOLVE»

Covid, cosa ci dobbiamo aspettare? «Si sta verificando quello che temevo: la psicosi e la diagnosi differenziale intasano il sistema, bisogna insistere sui test rapidi. Abbiamo chiesto all’Iss di ridare autorità e ruolo ai pediatri, che siano loro a valutare se serve il tampone per i piccoli». Ci sarà un altro lockdown? «Questo non lo so, ad ora il 95% dei positivi non ha sintomi e si negativizza. Bisogna vedere se questa percentuale inizierà a scendere, vorrebbe dire che il virus sta riprendendo quota». Secondo lei come ha agito il premier Conte in questi mesi? «Non ci ha dato l’autonomia e questo non è positivo». Aiuti europei, voi governatori avete chiesto di essere coinvolti nella gestione e ripartizione dei fondi. Con quali criteri? «Il sistema migliore è prendere la torta e dividerla in maniera ragionata tra le Regioni. La preoccupazione grande è che Roma punti sull’assistenzialismo. Il Veneto sarà attento a vigilare sui 209 miliardi, se mai arriveranno». Lei ha un ottimo rapporto con il Capo dello Stato. Chi dopo Mattarella nel 2022? «Non so, so però che questo Paese dovrebbe riformarsi e far eleggere al popolo il Capo dello Stato e il presidente del Consiglio. In America va a votare il 25%, noi invece siamo un Paese che ancora va alle urne, è un peccato non approfittarne». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 27 Settembre 2020

CRONACADIVICENZA Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: cronaca@ilgiornaledivicenza.it

L’INTERVISTA. Ilpresidentedegliindustrialivicentini avverte lanecessitàdi un cambiodimarcianel sistema Italia.Echiede un cambiodi mentalitàanche aisindacati

«Usciamo dall’anestesia del Covid» LucianoVescovi: «Isoldieuropei sonodelle futuregenerazioni edobbiamo usarliperinvestire IlVeneto?Modello dicoesione» di MARINO SMIDERLE

L

a sua ultima assembleada presidente arriva nel momento più complicato. Siamoallafinedisettembre e Luciano Vescovi, guida di Confindustria Vicenza, vorrebbe avere qualcosa di definitivo da dire agli associati che si riunirannosabato 3 ottobre alla ex Smit, ora Gps, di Schio. «Invecele difficoltà sono ancoramolte-attacca -e nonè semplice andare avanti con questa persistente condizione di incertezza. Però occorre dire che nel Vicentino molte imprese hanno dimostrato una grande capacità di reazione e, dopo aver investito nella sicurezza per poter lavorare bene anche in tempi di Covid, ora stanno riconquistando quote di mercato». Pensachequesto benedetto RecoveryFunddeliberatodaunarediviva Europa possa essere la scintillagiustadacuifarscaturirel’incendio dellaripresa?

Prima di tutto vorrei ricordare che il termine giusto di questo grande intervento concordato dall’Europa è Nex Generation Ue. Giusto per capire che siamo parlando di soldi che appartengonoalle future generazioni, non sono nostri. E le future generazioni ce li stanno prestando. Peraltro sono debiti che, nel casodell’Italia,vannoadaggiungersi a un’altra montagna di debiti semprepiù alta.Come sifaa non seppellirelegenerazionicheverranno?

Semplice: bisogna usare bene quei soldi. La classe dirigente, compresa quella che rappresento, deve dimostrare responsabilità, guardareal futuro e avere l’orgoglio di costruire il futuro con investimentiguidati da lavoro e competenza. Guai a partire con la questua, con un approccio da piagnisteo. Lo dico chiaro: se il governo pensa di girare parte di quei soldi a progetti di mero assistenzialismo, a noi non interessano, se li tengano pure.

Moltiimprenditorivicentinihanno venduto, molti altri sono tentati di farlo. Dov’è finita la vocazione all’impresa leggendaria di questoterritorio?Ildnaèancora intatto?

Sabato in assemblea avete invitato anche Luca Zaia, reduce da un plebiscito senza precedenti alle ultime regionali. Pensa che la gestione dell’emergenza Covid,lodataanchedallastampainternazionale, sia stata determinante per questo record di consensi?

La vocazione c’è ancora ed è pazzesca.Lo noto nella passione che c’è, nel confronto quotidiano con i colleghi a cui rubo ideee concetti. Certo,tali e tante sono le difficoltà di fare l’imprenditore in Italia che la tentazione di vendere e fare il benestante è grande. Molti, infatti, hanno venduto, ma nella maggior parte dei casi si è trattato di un allargamento della base societaria per crescere e rimanere in azienda.

Il modello veneto non è fatto dichiacchiere, di comizi, di populismo, di stupidaggini razziste. Questo modello parte da amministratori pubblici, e non mi riferisco solo a Zaia, che credono in quello che fannoatutti i livelliterritoriali. Favorendo quella coesione sociale che si basa sulla creazione di lavorovero arrivandoa unavolontà di collaborazione con le istituzioni che, per chiudere il cerchio, cementa il modello stesso.

Cosadirebbeaungiovaneintenzionatoa fare l’imprenditore?

Un esempio per capire la filosofiadelloZaiastan?

L’ho già citato più volte ma vale la pena fare ancora riferimento agli Spisal: anziché andare in giro a fare sanzioni in modo rigido, preferiscono agire preventivamente, per esempio aiutando gli imprenditori inlockdownacostruireunpercorsodi gestione dell’emergenza, spiegando come comportarsi per mettere in sicurezza le aziende.

LucianoVescovi,presidente di Confindustria Vicenza, guideràl’assembleadell’associazione aSchio

L’assembleadi Confindustria Vicenza

Pardicapiredallesueparoleche consideri la Lega di Zaia un’altra cosarispettoallaLegadiSalvini. Quello che è populista a Roma nonlo è più inVeneto?

Non parlo di politica. Mi limito però a ricordare la questione degli immigrati: le nostre fabbriche senza di loro, e senza i loro figli che qui sono cresciuti e si sono integrati rispettandole regole,avrebberoavuto più di qualche difficoltà. Certo, negli ultimi anni siamo stati colpiti da un’invasione di ragazzi che balzavano agli occhi perché giravano per le città sfaccendati. Quel modello è perdenteper definizione, quello veneto, basato sull’integrazione a partire dal lavoro e dalle fabbriche, è vincente. Èdaquichenascelarichiesta,anchequestaplebiscitaria,diautonomiadel Veneto?

Icinqueanni passatiallaguida dell’associazione sonostatidigran lungaipiùbelli dellamiavita

Beh,è chiaroche questo diventaunrichiamoversounmodelloche nonchiede di essereassistito ma accompagnato dalle istituzioni per la condivisione della ricchezza che creiamo sul territorio. È un tema di identità territoriale che vuole rivendicare modelli virtuosi imperniati su lavoro, umiltà, impegno e passione.

Senta, Beppe Grillo se n’è uscito dicendoche è ora di smetterla di parlare di reddito come «ricatto dellavoro»ediprocederecolreddito universale, cioè come diritto solo per il fatto di essere nati. Chene pensa?

Sognouna Vicenzacolorata comenel500 econoperein gradodirompere glischemi

ho avuto la fortuna di dedicare anche tanto tempo alla mia famiglia e al mio lavoro. E questo aiuta. Sono presidente pro tempore: conta il presidente degliindustriali,non contaLuciano Vescovi.

Se l’atteggiamento che useremo nei confronti dei fondi dell’Europa è questo, alla fine non prenderemo un soldo. La

pianificazione dell’utilizzo delle risorse deve essere rigorosa. Il Covid ha anestetizzato anche la situazione del bilancio pubblico,comecispiegheràbeneVeronica De Romanissabato a Schio. E di fronte a questa emergenza sanitaria come pensiamo di usare il Mes? Sarebbe sciagurato non usarlo, ma non serve a coprire i buchi di cassa, serve, appunto, a fare gli investimenti necessari per la sanità. Se parliamo di reddito come ricatto del lavoro, stiamo freschi. A proposito di sanità, come siamomessi?

CarloBonomi

MaurizioLandini

L’INCONTRO.Sarà l’ultima assembleadi Confindustria VicenzaconLuciano Vescovi presidente,ilcui mandato scadràlaprossima primavera.Esarà un’assemblea particolarmente significativa,tanto peril momentocomplicato a causa delCovid, quantoperla presenzadi illustri ospiti. A cominciaredal presidente nazionalediConfindustria, CarloBonomie dal governatoredel Veneto, frescodi rielezione plebiscitaria,Luca Zaia. L’appuntamentoèfissato persabato3 ottobrealle10 allaexSmit, oraGps,in zona industrialea Schio. Iltitolo sceltoperilconsessodi imprenditorila dicelunga: Italiaanno zero,riscrivereil futuro.Sarà suquesto chesi soffermeràla relazionedi Vescovi,seguitapoi dall’interventodi Veronica DeRomanis, docente alla LuissGuido Carli ealla StanfordUniversity di

Firenze. Spetteràpoial presidente Bonomie alsegretario generaledella Cgil, Maurizio Landini,discutere sulfuturo dellerelazionisindacali. Il tuttoinun Venetodoveha sempre prevalsola concretezzaalladisfida ideologica. Neparlerannoproprio davantia Zaia, checon categoriee sindacati del Venetoha sempre cercatodi dialogareinmodo costruttivo. Saràla suaprima uscita ufficialedopo larielezionein uncontesto importante comel’assemblea di ConfindustriaVicenza, dove sonoattesicirca mille imprenditori.Ilpadronedi casa,Daniele Grotto, presidentedellaGps,ha seguitol’organizzazione dell’incontrocheprevede la partecipazionedi unmigliaio diimprenditori nello stabilimentoex Smit dapoco acquisito.Condurrài lavori MariangelaPira, diSkyTg24.

Detto che il modello veneto ha dimostrato quello che vale anche in questo campo, mi preme sottolineare un’assurdità del sistema Italia: noi abbiano un buco drammatico nella quantità di medici, siamo costretti a importarli dall’estero, però rendiamo più o meno inaccessibilela facoltà di medicina perché le scuole di specializzazione non hanno la capienza adeguata a reggere l’arrivo dei neolaureati. Un Paese intelligente investirebbe nelle cliniche universitarie per fare entrare nuovi giovani senza creare sbarramenti idioti. Così sprechiamo le occasioni. Una domanda personale: cosa hanno significato per lei cinque anniallaguidadegliindustrialivicentini?

A parte gli affetti, questa è stata l’esperienza più bella che ho fatto nella mia vita. Credo che una delle fortune che ho avuto sia stata quella di non aver fatto il presidente di professione, ma il rappresentante della categoria,grazie anche alla collaborazione di una struttura di prim’ordine.Hodedicato,penso, il tempo giusto che merita questo importante ruolo, ma

Gli direi che è difficile trovare una professione che ti dà più soddisfazione. Puoi optare anche per una scelta più comoda ma se hai la fortuna di poter fare l’imprenditore, rinunciare a una sfida così non è facile: questa professione è adrenalina pura. Magari dormi male la notte,ma la sensazionediessere protagonisti di un progetto condiviso con i tuoi collaboratori è un punto a favore che non ha eguali. VeniamoaVicenza, eallecittàin genere: non crede che nel corso degli anni siano diventate più brutte?

Sognouna Vicenzacolorata come nel 500: mi piacerebbe chetornasseronelle cittài colori della repubblica veneta, e lo dicocome spirito. Nonsopporto più le città color “pannetta”. Vorrei città più vive. Mi viene in mente il progetto di Apple PiazzaLiberty, nel cuoredi Milano:cosaè ’sta cosa?Ecco,Milano è capace ancora di sorprendere. Vorrei che a Vicenza qualcuno ficcasse in centro qualcosa che rompa gli schemi.Perché avreivoglia divedereuna cittàilluminata ecolorata. In assemblea ci saranno il presidentediConfindustria,CarloBonomi, e il segretario della Cgil, MaurizioLandini.Siaspettascintille?

Bonomi ha voluto cambiare marcia, e per fortuna. Però, mi creda, è un moderato rispetto alla media degli imprenditori. C’è bisogno di sincerità e di essere diretti. NeancheLandinilemandaadire. Cosa si aspetta dal leader della Cgilinassemblea?

Dobbiamo costruire con i sindacati un progetto, un modello, così come nel 2018 abbiamo scritto il patto della fabbrica,punto di partenzain cuicredevamo e crediamo. Peccato che una parte, a partire proprio da Landini, faccia di tutto per bloccarlo e per disconoscerlo. Il cambio di marcia non è una scelta degli imprenditori: è irrinunciabile. Se il modello si basa sulla creazione di ricchezza e sulla redistribuzione del risultato, funzio-

na, se invece vogliamo tornare amodellidi piattaforma sindacale basati sugli automatismi a prescindere, abbiano perso la partita come sistema manifatturiero e come Paese. Mi aspetto dal leader della Cgil uno scatto in avanti. Dobbiamousciredall’anestesiadel Covid. Ci sono altri focolai, certo, ma non aspettano mica noi in giro per il mondo. L’Italia resta in piedi col surplus commerciale generato dall’industria manifatturiera. Le imprese, e l’Italia in genere, si sono dimostrate attente alla sicurezza in chiave Covid. Più di moltiPaesiesteria cuisiamosolitiguardare coninvidia...

Sì, ed è la prima volta che lo dico: gli italiani sono stati più disciplinati e attenti di tutti gli altri. Lo avrei definito un approccio british, se non fosse chenoistavolta, comeha ricordato opportunamente Mattarella a Boris Johnson, siamo stati più seri. Com’è stato il rapporto con le banche nel momento della crisi da coronavirus? I decreti del governo sono stati processati o hannoincontrato ostacoli?

Dagliufficiinternidell’associazione emerge un bilancio positivo. E poi, per quel che riguarda il governo, noi lo critichiamo spesso e volentieri, ma le prime manovre, quelle che hanno partorito i decreti Cura Italia e Liquidità, sono state molto efficaci. Più confusionario, invece, pare il decreto Rilancio:quei 55miliardi pertutti, senza un criterio di efficienza, sono tipici di un modello da abbandonare: se ci avviciniamo all’Europa così ci becchiamo un pugno nei denti. Però l’Europa, che di fatto ha deciso anche il cambio di governo da gialloverde a giallorosso, stavoltaha battuto un colpo...

Il Covid ha messo in evidenza unfatto: essere inuna comunità allargata nei momenti di burrasca è fondamentale. L’Italia altrimenti sarebbe annegata. I limiti ci sono e hanno bisogno di essere superati, ma se noi siamo qui a guardare con ottimismo al futuro è perché l’Europa ha favorito la creazione di condizioni pensate per la ripartenza delle aziende. E molte stanno già andandobene,peccato che nonsitrovino persone, giovani, competenze.E quiemergeiltemadella formazione dei lavoratori in cassa integrazione: se li lasci anestetizzati, alla fine li penalizzi. Chiudiamoconlascuola.Lelezioni sono cominciate da un po’ ma mancano ancora i prof e quanto aibanchi...

Lascerei da parte il delirio dei tre milioni di banchi. Parlerei piuttosto di mentalità: oltre a guardare al 14 settembre, inizio delle lezioni, bisognerebbe guardare ai prossimi 20 anni. Vogliamo la replica di un modello obsoleto? Il Covid, come è successo per molte imprese, è diventata l’occasione per fare una rivoluzione: le aziende l’hanno fatta in un mese, alla scuola in sei mesi non s’è mossa foglia. Non c’è giustificazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA


BELLUNO

DOMENICA 27 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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Coronavirus: la situazione sanitaria in provincia

Case di riposo, l’incubo della pandemia bis I protocolli stanno funzionando, ma preoccupano la mancanza di personale ed eventuali assenze per quarantene Paola Dall’Anese / BELLUNO

Le case di riposo si stanno preparando all’autunno, con l’incubo di un possibile ritorno del Covid-19. Il moltiplicarsi del numero di contagi degli ultimi giorni, infatti, induce i responsabili delle varie strutture per anziani a tenere la guardia alta. Se i protocolli restano praticamente gli stessi, una novità riguarda l’ingresso di nuovi ospiti nelle strutture: l’isolamento non sarà più di 14 giorni, ma di 9 di cui due a casa dell’anziano dopo il tampone e gli altri in struttura durante i

quali ci saranno dei test sierologici (non più tamponi) a cadenze prefissate. SICUREZZA AL TOP

I dispositivi di protezione ci sono: dalle mascherine ai guanti ai gel igienizzanti. Lo ha appurato nelle settimane scorse anche la stessa Usl, tramite il gruppo di lavoro di distretto. Presenti anche i termometri e le stanze per la quarantena, in caso di paziente positivo, sono già state approntate mesi fa. Per il personale vige un rigido protocollo, pensato per evitare di far entrare il virus nelle stanze degli ospiti. E per ora

pare funzionare. LE VISITE DEI PARENTI

Anche le visite dei familiari stanno procedendo regolarmente: all’aperto, su appuntamento e con il distanziamento sociale di due metri. In vista dell’inverno molte strutture stanno anche valutando la possibilità di trovare degli spazi interni da destinare ai colloqui, senza però “intaccare” i reparti. Ma tutti sono pronti a bloccare gli accessi esterni, in caso di necessità. Già alla Gaggia Lante, dove due dipendenti sono risultati positivi al Covid-19 nelle settimane scorse

in arrivo il direttore sanitario

Uneba e Uripa: «Spreco di soldi per figure inutili» BELLUNO

Uneba e Uripa perplessi sulla decisione dalla Regione Veneto di prevedere l’introduzione nelle case di riposo della figura del direttore sanitario. Ad avere riserve sulla necessità di inserire questa figura medica è Paolo Santesso, componente del cda di Uripa (Unione regionale istituti per anziani) veneta. «La Regione», spiega Santesso, «ha deliberato qualche mese fa l’introduzione di una nuova figura nell’organizzazione di vertice delle strutture per anziani: il direttore sanitario. Ma le nostre case di riposo hanno già dei medici che operano all’interno e anche un professionista coordinatore che si interfaccia con loro e con l’Usl 1 Dolomiti». La giunta veneta ha chie-

sto alle case di riposo di dotarsi di tale figura nel giro di sei mesi: «Ma non è del Direttore sanitario che sentiamo il bisogno», sottolinea Santesso. «Le case di riposo del Veneto non hanno avuto un tracollo durante il lockdown, come invece è capitato alle realtà della Lombardia, dove il direttore sanitario è già operativo. E poi l’introduzione di questa figura implica dei costi aggiuntivi per la Regione (si parla di 9 milioni di euro l’anno), soldi che potrebbero essere utilizzati per altri scopi», prosegue l’amministratore unico di Sersa. «E come farà il direttore sanitario a integrarsi al volo nel meccanismo delle strutture? Ma soprattutto, se non si riescono a trovare medici disposti a venire in provincia, come si pensa di intercettare una figura che deve avere una specializzazione in igie-

Paolo Santesso

ne o in medicina preventiva o del lavoro?». Per Santesso questa norma è di fatto inattuabile, proprio per la mancanza di questi specialisti. Dello stesso avviso il referente di Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) Francesco Facci, che gestisce alcune strutture in provincia, a cominciare da quella di Alano. Anche per Facci «ci sono già medici che operano all’interno dei centri di servizi ed esiste anche il medico coordinatore che, per quanto riguarda le nostre strutture, è presente ogni settimana». Anche il responsabile Uneba fatica a comprendere la necessità di istituire una figu-

(per ora non ci sono né ospiti né altri addetti contagiati), le visite parentali sono state sospese in via cautelativa. MANCANO GLI INFERMIERI

Quello che preoccupa davvero è la carenza di personale: infermieri e operatori sociosanitari. Una carenza che potrebbe acuirsi con l’apertura delle scuole, come fa presente il direttore delle tre case di riposo di Borgo Valbelluna. «Non sarà facile gestire questa situazione», evidenzia Paolo Battocchio, «soprattutto con l’avvio delle lezioni. Vediamo ogni giorno quanti bambini e ragaz-

ra, che potrebbe creare delle sovrapposizioni di ruoli all’interno delle case di riposo. «Ma soprattutto non capisco dove potremo trovare questi direttori sanitari, vista la grave carenza di camici bianchi». Sia Santesso che Facci si dicono più propensi a investire sulla formazione degli infermieri, figure oggi contese da case di riposo e ospedali. «Noi li stiamo cercando in ogni dove», dice Facci, «siamo andati perfino dal prefetto di Belluno per evidenziare questa situazione. E ora che andiamo verso l’autunno, con il possibile ritorno dell’epidemia, trovarci sguarniti di questi laureati potrebbe essere davvero rischioso. La Regione potrebbe riprogrammare il numero annuale di infermieri per garantire a tutti i centri di servizi la loro presenza». Resta la perplessità per una decisione della Regione, che vuole imitare quella lombarda il cui sistema sanitario ha dimostrato in questa pandemia tutti i suoi limiti. «Tramite Uripa abbiamo inviato una lettera all’assessore Lanzarin perché sospenda questa iniziativa e potenzi il ruolo del medico coordinatore», conclude Santesso. — PDA © RIPRODUZIONE RISERVATA

zi vengono mandati ai drive in per sottoporsi ai tamponi. E in caso di positività anche di un solo alunno, un’intera classe deve rimanere a casa in quarantena. Se ciò dovesse accadere a un figlio dei nostri dipendenti, è probabile che lo stesso lavoratore debba restare a casa per badare al minore, con gravi ripercussioni sull’organizzazione della casa di riposo». Tra il personale delle strutture inizia ad aleggiare molta incertezza, e c’è chi sta pensando di mettersi in aspettativa. TAMPONI RAPIDI

Tra quarantene e aspettative,

le rsa rischiano di restare sguarnite. Perciò alcuni responsabili delle rsa chiedono l’utilizzo di test rapidi, «perché già la scorsa primavera», sottolineano, «la lunga procedura legata ai tamponi, ci aveva creato criticità nel gestire personale e ospiti». Preoccupa, infine, anche un possibile “crash” del sistema: «L’accesso massiccio ai drive in scolastici diventa sempre più pesante rischia di ingolfare il sistema», concludono, «con ripercussioni per chi ha urgenza di eseguire un tampone e avere l’esito in tempi rapidi». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

le novità

Al via i rimborsi alle rsa e le “quote di accesso” BELLUNO

La Regione avvia la sperimentazione della “quota sanitaria di accesso” per le persone non autosufficienti nelle case di riposo. In poche parole, la giunta assegnerà una somma di 30 euro per la copertura sanitaria delle persone entrate nelle strutture senza impegnativa definitiva di primo o secondo livello, persone che, a oggi, stanno pagando la tariffa intera. La somma che verserà palazzo Balbi non potrà eccedere il 10% della quota sanitaria del titolare dell’impegnativa standard. Questo significa, come spiegano alcuni referenti dei centri di servizi del Bellunese, «che per la rsa quei 30 euro si tradurranno in qualche euro al giorno in più. Meglio andrà per le famiglie, che risparmieranno rispetto alla quota intera che versano ora». Per questo palazzo Balbi ha stanziato all’Usl 1, quale riparto provvisorio per le persone non autosufficienti,

una somma pari a 32,4 milioni di euro, 1.281.150 a copertura della nuova “quota sanitaria di accesso”. Ma c’è un’altra novità: la giunta Zaia ha deciso di impinguare le casse delle case di riposo, in rosso dopo le perdite subite durante il Covid. La quota sarà determinata in base ad alcuni parametri, ma i direttori delle strutture, sebbene lo salutino positivamente, non ritengono l’intervento risolutivo. «Innanzitutto la somma versata dalla Regione andrà a coprire la quota sanitaria, non i mancati incassi della quota alberghiera, che saranno comunque persi», dice Paolo Santesso della Sersa. «Bisognerà intervenire ulteriormente», aggiunge Francesco Facci dell’Uneba, «per aver il pareggio di bilancio, infatti, dovremmo avere la piena occupazione dei posti, ma solo tenere stanze libere per eventuali contagi ci impedisce di avere i conti a posto». — PDA


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REGIONE

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Dopo le elezioni Il politologo dell’università di Padova sul voto regionale: «Il presidente in forte vantaggio già prima dell’emergenza Covid»

Almagisti: «Vince chi interpreta il territorio Zaia in sintonia con il Veneto più profondo» L’INTERVISTA FRANCESCO JORI

L

a persona sempre più in primo piano; ma non tanto da cancellare le vecchie culture politiche, che continuano ad avere il loro peso. Marco Almagisti, docente di Scienza Politica all’università di Padova, invita a una lettura del voto regionale che non si fermi in superficie. Molti, specie tra chi ha perso, chiamano in causa l’effetto Covid. C’è stato e in che misura? «Non c’è dubbio che la pandemia abbia dato ulteriore visibilità ad alcune figure apicali, a cominciare dal premier Conte per proseguire con i presidenti di Regione uscenti; i quali hanno comunque saputo rappresentare un riferimento per i loro cittadini, rafforzando il bisogno di rassicurazione: come dimostra l’ampia riconferma dei

vari Zaia, De Luca, Emiliano, Toti». Quindi sarebbe eccessivo dire che hanno vinto grazie all’esposizione mediatica, insomma che è stata la tv a farli vincere? «La tv e la ribalta mediatica in genere hanno amplificato le loro figure, non le hanno costruite. Prendiamo il Veneto: che Zaia partisse da una situazione di forte vantaggio già prima dell’esplodere del Covid, era palese. E sarebbe un autoinganno sostenere che la vittoria sua e dei suoi colleghi è stata frutto del virus: Zaia era egemonico ancor prima». È una forzatura sostenere che a vincere siano state le persone e non i partiti? «Non c’è alcun dubbio che anche in queste elezioni il processo di personalizzazione della politica abbia conosciuto un’ulteriore accelerazione. Ma ciò non significa che siano state cancellate le culture politiche locali: non è mai casuale che i cittadini nel voto si com-

fetto Zaia? «Zaia ha costruito gran parte delle sue fortune ergendosi a interprete del senso comune dei cittadini veneti: il peso della sua leadership si innesta su una questione molto sentita in regione come l’autonomia; e di nuovo siamo quindi alla questione territoriale». A questo proposito, si può di-

«La sinistra? Dovrà ascoltare gli elementi vitali della società fuori dalle istituzioni» Marco Almagisti, docente di Scienza Politica all’università di Padova

portino in un certo modo». Come dire che la parola territorio non è obsoleta? «Nel voto si è visto che i presidenti di Regione veicolano semmai un ritorno ai riferimenti territoriali: l’esperienza dimostra che hanno successo quando sanno entrare in sintonia con gli elementi profondi delle culture politiche locali.

Dal 29 settembre in edicola con

Le quali non scompaiono, semmai evolvono, e non si lasciano travolgere dai processi di omogeneizzazione. Di più, sono diverse tra loro: il Veneto ad esempio non è la Toscana; dove ha funzionato un richiamo all’identità della società locale anche in presenza di un candidato poco trascinante». E in Veneto, cosa insegna l’ef-

re che esista in Veneto una cultura locale preesistente alla stessa Dc, espressione della “cultura bianca”? «Esiste certamente in questa terra un tratto di fondo antico, che precede la Dc, e che si esprime in un localismo antistatalista: il riferimento immediato è la società locale prima che lo Stato e le istituzioni, e viene

premiato chi sa farsi interprete politico di questo sentimento diffuso». Quale strategia ha consentito a Zaia di stracciare Salvini? «Durante la campagna elettorale è stato molto abile a mantenere un profilo rigorosamente distinto da quello che il leader della Lega ha assegnato al partito, oltretutto così diverso rispetto a quello della Lega di Bossi. E questo spiega perché Zaia abbia ottenuto un successo così elevato in una realtà come il Veneto». Perché la sinistra in Veneto non solo ha perso di brutto, ma risulta irrimediabilmente perdente e sempre più marginale? «Nel 2005 il centrosinistra aveva ottenuto il 42%; se oggi è al 16, significa che negli ultimi dieci anni si è trovato di fronte a un competitor molto agguerrito come appunto Zaia. Per il resto, i motivi sono tanti. Ricordo che una dozzina di anni fa un suo interprete colto e valido quale Giaretta diede vita a una scuola di formazione politica cui partecipavano molti giovani veneti: era un’occasione per mettere in circolo idee e volti nuovi, ma venne lasciata languire. Oggi in Regione l’opposizione è schiacciata; occorre mettere in moto un processo che torni a sintonizzarsi con gli elementi vitali della società fuori dalle istituzioni». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

L’INTERVISTA VENEZIA Il patto con il sindaco Brugnaro prevede che la Lega avrà il vicesindaco e gli assessori al Commercio e alla Sicurezza. Se il primo incarico è già sicuro per Andrea Tomaello, commissario provinciale del partito, tutto è in gioco per gli altri due posti in Giunta. Per loro è in corsa, e dato in forte ascesa, Riccardo Brunello, 32 anni di Mestre, commercialista, neo eletto consigliere comunale con 158 preferenze dopo due mandati consecutivi in Municipalità a Mestre Carpenedo in cui “si è fatto le ossa”.

Domenica 27 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Brunello parla da assessore: «Sicurezza, si può fare di più» Il neo eletto consigliere, 32 anni, è uno dei giovani `Il Carroccio punta anche al Commercio: «Qui rampanti della Lega: «A disposizione per la giunta» abbiamo sbagliato nella passata amministrazione» `

ha cannibalizzato i voti, come qui Brugnaro ha avuto un consenso molto importante per la sua lista civica. Bravo lui. Noi abbiamo rappresentato un valore aggiunto in seno alla coalizione».

Brunello, farà l’assessore? «Lo deciderà il partito, se proporre il mio nome e poi lo deciderà il sindaco Brugnaro a cui spettano le nomine. C’è questa possibilità e io ho dato la mia disponibilità. Dovessi essere chiamato, io sono pronto».

Cinque anni fa non c’era stato neanche l’apparentamento. «Qualcosa è andato storto e le colpe sono anche nostre. Adesso è tutta un’altra storia e i nostri numeri sono diversi, più consistenti. La nostra rappresentanza è significativa».

Sarebbe un doppio salto per lei. «L’elezione in Consiglio comunale mi inorgoglisce. Se dovessi entrare nella squadra di governo della città darò il mio contributo, ma con piena libertà per le scelte del partito».

Dopo due esperienze in Municipalità, a questa tornata ha pensato di candidarsi in Comune. «Sono iscritto e milito in Lega dal 2008. Da ottobre dello scorso anno opero a stretto contatto col commissario provinciale Tomaello per la riorganizzazione del partito sul territorio. Certi errori del passato vanno superati. Abbiamo fatto un lavoro chirurgico e costruito una bella squadra che ci sta dando tante soddisfazioni. Siamo molto contenti della nostra pattuglia di eletti tra Comune e Municipalità».

La Lega stavolta ha sostenuto da subito la riconferma del sindaco e ora vuole contare di più. «L’alleanza è forte e compatta. Abbiamo chiesto due deleghe a noi care. Sul Commercio nella scorsa consiliatura abbiamo sbagliato qualcosa anche noi con le tre dimissioni in serie delle nostre esponenti. Sulla sicurezza sicuramente il sindaco ha fatto molto, la situazione rispetto al passato è cambiata, però bisogna fare ancora di più, i cittadini segnalano i problemi e chiedono risposte». Il risultato elettorale, col 12%, è stato però al di sotto delle aspettative. «E’ vero. Puntavamo al 15-18%, ma in Comune è successo quello che è accaduto in Regione: lì Zaia

«IL SINDACO BRUGNARO HA FATTO MOLTO E’ LUI LA GUIDA DOBBIAMO DARE LE RISPOSTE CHE LA GENTE CHIEDE»

MANOVRE DI GIUNTA La Lega (in alto i candidati alle Comunali) prepara il suo ingresso nella seconda Giunta Brugnaro; nel tondo, il coordinatore comunale Riccardo Brunello, probabile assessore

Il leader della Lega in provincia

Salvini domani a Portogruaro e martedì a Venezia con i neo-eletti

LEGA Matteo Salvini

VENEZIA Tappa veneziana per il “Capitano” della Lega Matteo Salvini che domani e martedì avrà una serie di incontri con i referenti locali del partito. Salvini arriverà domani a Portogruaro dove si vedrà con il commissario provinciale Andrea Tomaello e con i dirigenti del carroccio alle prese con il ballottaggio che domenica prossima vedrà impegnato il candidato Florio Favero con l’avversario del centrosinistra Stefano Santandrea. Salvini rimarrà

in zona, dato che martedì mattina si incontrerà a Venezia con i consiglieri regionali neo-eletti con le liste della Lega e di Zaia presidente. Al termine dell’incontro Salvini terrà una conferenza stampa in centro storico. Nel pomeriggio Salvini dovrebbe vedere i consiglieri comunali eletti nella coalizione a sostegno di Luigi Brugnaro con i quali si parlerà verosimilmente dei prossimi incarichi di Giunta e degli obiettivi della Lega in città per

Esclusi eccellenti Giovanni Pelizzato

Non bastano 1.050 voti a Venezia «Farò politica fuori dalle istituzioni» IL PERSONAGGIO VENEZIA Mille e cinquanta preferenze nella città storica per il consiglio regionale: il valore più alto in questa tornata elettorale tra i candidati veneziani del Pd: Monica Sambo, la più votata tra i dem per il consiglio comunale, do voti ne ha raccolti 750. Un risultato importante che tuttavia non ha permesso al candidato Giovanni Pelizzato di entrare in consiglio regionale. E inoltre con il nuovo consiglio comunale l’editore veneziano non sarà più consigliere perdendo il suo ruolo di vicepresidente. Ma il risultato raggiunto testimonia il grande supporto da parte della città. «E’ un numero che va oltre ogni aspettativa - ha commentato Pelizzato - a dar valore a una candidatura che è stata fortemente voluta nell’intento di dare a Venezia una rappresentanza in Regione che le manca da decenni, soprattutto nel

IN CORSA PER LA REGIONE Giovanni Pelizzato

centro sinistra. L’intento, purtroppo, non è andato a buon fine ma la testimonianza di un così alto consenso da parte dei miei concittadini mi da una grande responsabilità, mi sembra quasi un lascito. Anche se non nel ruolo istituzionale di consigliere comunale o di consigliere regionale, sento comunque un mandato a proseguire, a

continuare nel mio impegno. Certo, in modi diversi rispetto a quelli che ho percorso negli ultimi 5 anni. Ma credo che la politica si faccia anche fuori dalle sedi istituzionali e continuerò a farla attraverso le azioni». L’impegno di Pelizzato ripartirà con un nuovo progetto che parte dalla Toletta, libreria di cui è titolare: «Dalla primavera, se la situazione lo consentirà, riaprirò un nuovo Spazio Eventi all’interno del magazzino della Toletta. - ha proseguito Giovanni Pelizzato - Questa può essere una prima pietra nella costruzione di qualcosa che partirà fuori dalle istituzioni ma che prima o poi è destinato a tornare nelle istituzioni. E’ necessario ripartire a Venezia, non si può lasciare la città nelle mani del centro destra. Questo è il nostro compito e lo sentiamo fortemente». Virginia Grozio © RIPRODUZIONE RISERVATA

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i prossimi cinque anni. Com’è noto nell’ambito degli accordi con Brugnaro la Lega avrebbe “prenotato” la poltrona di vicesindaco, che spetterebbe allo stesso Tomaello, e due assessorati di peso come il Commercio e la Sicurezza, per i quali sono in pole position Riccardo Brunello e Sebastiano Costalonga. Ma a un ruolo di peso ambiscono anche i consiglieri uscenti Silvana Tosi e Giovanni Giusto, già delegato alle tradizioni locali.

Con Tomaello, lei e il deputato e neo consigliere comunale Bazzaro, che terrà il doppio incarico, la nuova Lega cittadina sta ricostruendo la classe dirigente fondata sui giovani? «E’ un segnale positivo. Ci abbiamo messo la faccia, stiamo tutti lavorando tantissimo e ci auguriamo di portare a casa risultati molto concreti assieme al sindaco che guiderà la squadra di Giunta». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA

«LA NUOVA CLASSE DIRIGENTE DEL NOSTRO PARTITO? CI ABBIAMO MESSO LA FACCIA. AVREMO RISULTATI»


REGIONE

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Dopo le elezioni

Salvini vuole Zaia alla guida delle Regioni La Lega punta a togliere la presidenza al Pd Bonaccini ma il governatore del Veneto dà priorità al patto sull’autonomia

Archiviate le elezioni con il plebiscito, Luca Zaia si prepara alla “madre di tutte le battaglie”: la riforma dell’autonomia, con la consapevolezza che difficilmente porterà a casa le 23 materie del 116-117. E i 9 decimi di residuo fiscale sul modello Bolzano restano uno slogan con cui ha vinto il referendum del 2017. Nulla più. Il vero tra-

pandemia, con i vertici quotidiani con il ministro Boccia in cui si decidevano le linee guida poi messe in atto dalle Usl. Una sorta di “governo parallelo” a quello di Conte che ha fatto discutere. I governatori hanno massima autonomia, tant’è vero che in Emilia e in Veneto, Bonaccini e Zaia hanno aperto gli stadi agli spettatori per la serie A del calcio, mentre Zingaretti nel Lazio è irremovibile sul no, in sinto-

Il leader del Carroccio vorrebbe un “governo ombra” per negoziare sui fondi della Ue

Fra Venezia e Bologna un asse privilegiato uscito più forte dall’emergenza Covid

Albino Salmaso / PADOVA

Bonaccini (a sinistra) e Zaia davanti al premier Giuseppe Conte

guardo da raggiungere è il trasferimento dei poteri amministrativi, come fece Bassanini quando inventò l’autocertificazione per mettere a digiuno la burocrazia. Insomma, poter governare a Venezia il Mose e la laguna e non a Roma. Ecco perché Zaia sta costruendo un patto di ferro con Stefano Bonaccini, per rinsaldare l’asse del Nord ora che la Lombardia è invischiata nelle inchieste per il Covid dei camici di Fontana e non

brilla più come capitale “morale” contro Roma “ladrona” per dirla con Bossi. Un asse per bloccare De Luca ed Emiliano, rieletti come difensori di Campania e Puglia che attendono i fondi della perequazione per il Sud. Tra un vertice e un taglio di nastro, Zaia ha trovato il tempo per discutere anche degli equilibri della Conferenza Stato-Regioni guidata dal presidente dell’Emilia Roma-

gna. Dopo il 20 settembre i rapporti di forza sono cambiati: 14 poltrone al centrodestra e 6 al Pd, con la Val D’Aosta al centrosinistra. Zingaretti non è più in discussione grazie alla vittoria in Toscana e Bonaccini dovrà rinviare a tempi migliori la sua scalata da Modena al Nazzareno. Salvini pensa a un “governo ombra” delle Regioni per negoziare i 209 miliardi del Recovery Fund Ue. E vuole

che Luca Zaia assuma la presidenza della Conferenza per diventare il vero interlocutore del premier Conte, un progetto che decollerà con la nuova segreteria a 20 della Lega, nella quale entrerà anche l’ex ministra Erika Stefani oltre a Lorenzo Fontana. Zaia pronto a spodestare Bonaccini? Il ribaltone è congelato perché il tavolo Stato-Regioni ha dato grande prova di efficienza durante la

nia con il Cts del ministro Speranza. Il “ribaltone” disegnato da Salvini rischia però di inceppare il dialogo sull’autonomia tra Veneto ed Emilia Romagna. Tra pochi giorni il ministro Francesco Boccia trasmetterà la sua legge quadro agli uffici di presidenza di Camera e Senato che poi la assegneranno alle commissioni competenti per il dibattito. La fase preliminare del negoziato tecnico è conclusa e le

A Lorenzoni forse il ruolo di speaker ma i tre gruppi che l’hanno sostenuto resteranno divisi In gioco anche la poltrona di vicepresidente del Consiglio e la guida della IV Commissione

Capogruppo Pd: corsa a quattro Camani, Possamai, Zanoni, Zottis GLI SCONFITTI

R

iuscirà mai il centrosinistra a nominare Arturo Lorenzoni speaker dell’opposizione, secondo l’antica scuola anglossassone del bipartitismo perfetto? Il regolamento lo prevede, anche se con un ruolo puramente formale. In ogni caso l’abuso di posizione dominante della Lega verrà contrastato da tre gruppi autonomi a palazzo Ferro Fini perché le quotazioni del professore sono in netto ribasso: Pd, Veneto che vogliamo ed Europa Verde intendono conservare la loro autonomia. In corsa per la poltrona di capogruppo Dem ci sono Vanessa Camani, Giacomo Possamai, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, che si giocano la vicepresidenza del consiglio e la guida della IV Commissione, che per statuto va alle opposizioni. Basta leggere il commento di Paolo Giaretta per capire che il feeling si è spezzato: «Purtroppo le prime interviste di Lorenzoni confermano

la sua assoluta incompetenza politica. Quando si ottiene un risultato così disastroso occorre molta generosità. Partire da una autocritica, non accusare il Pd di scarso impegno e ritenere di non avere nulla da rimproverarsi. Come si può pensare che sia un leader politico? Anche Cadorna dopo Caporetto disse che la colpa era della viltà dei soldati» scrive Giaretta su Facebook nell’ analisi della disfatta. Il centrosinistra nel 2005 con Massimo Carraro aveva raccolto il 42,3% e 15 anni dopo è crolla-

Vanessa Camani

che vogliamo di Arturo Lorenzoni ed Elena Ostanel e poi Europa Verde di Cristina Guarda. Giovedì primo ottobre la Corte d’Appello di Venezia dovrebbe proclamare i 51 eletti e tutti attendono il verdetto sul seggio che “balla” per il

Giaretta attacca il candidato presidente sconfitto: «Assoluta incompetenza politica»

Domani prima verifica sulla leadership fra i nove consiglieri del centrosinistra Andrea Zanoni

to al 16,4% di Lorenzoni, perdendo 6 punti e 116.000 voti rispetto alla Moretti e 211 mila rispetto al 2005. «Bisogna ripartire» scrive l’ex senatore Pd «e ridisegnare la leadership. In consiglio regionale sono entrate personalità impor-

tanti e promettenti. Io penso che Giacomo Possamai per il consenso ricevuto, per la campagna elettorale fatta, per le competenze acquisite possa guidare una possibile riscossa del Pd. Tra l’altro ha pure un lavoro suo e non vive di politi-

ca. Non voglio danneggiarlo con questo endorsement ma credo che sia un fatto oggettivo» scrive Giaretta. La prima verifica sulla leadership ci sarà domani a Venezia con il summit tra i sei consiglieri regionali Pd, il Veneto

M5s: quel 3,3% del candidato presidente Enrico Cappelletti è e vanificato dalla lista ferma al 2,7 quando la legge impone la soglia del 3 per cento. Nel 2010 David Borrelli fu vittima di un pasticcio analogo e c’è solo da sperare che i magistra-

bozze di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna già consegnate alla Bicamerale per il federalismo fiscale. Ottobre sarà il mese cruciale per rilanciare la riforma storica del federalismo, avviata 2001 con la modifica del titolo V della Costituzione che il M5s intende riscrivere in larga parte in questa legislatura. Tagliato il numero dei parlamentari, si tratta di superare il bicameralismo perfetto trasformando il Senato nella rappresentanza delle autonomie locali e poi va messo ordine anche alle 23 materie concorrenti, per evitare i conflitti alla Consulta. La legge quadro di Boccia impone 60 giorni di tempo al Parlamento per pronunciarsi sulle preintese tra governo e Regioni, dopo di che si passerà alla firma del testo che verrà approvato o bocciato in aula senza ulteriori modifiche. La legge quadro di Boccia fissa i Lep su quattro materie: asili nido, trasporti, mense, assistenza sociale e sanità. E poi il fondo di perequazione sulle infrastrutture da finanziare con i 209 miliardi Ue, con il 36% delle risorse vincolate al Sud. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

ti facciano prevalere la volontà dell’elettore grillino sull’interpretazione letterale della norma, altrimenti l’esclusione è già scritta. Il M5s annuncia ricorsi al Tar e ricorda che nel 2015 fu costretto a cedere una poltrona a Marino Zorzato, che alla fine riuscì ad entrare a palazzo Ferro Fini. In casa Pd tiene banco il dibattito sulla sconfitta. E tra i tanti errori si segnala l’ultimo: sabato 3 ottobre la direzione prenderà atto delle dimissioni di Bisato. Peccato che il giorno dopo ci siano i ballottaggi a Portogruaro e a Castelfranco e le divisioni non saranno certamente d’ aiuto. «Mi auguro che la convocazione venga rinviata di una settimana», spiega Vanessa Camani, neo eletta a palazzo Ferro Fini. Che poi mette le mani avanti sulla scelta della leadership. «Sia chiaro, penso che l’ultimo dei nostri problemi sia discutere gli incarichi. Domani c’è un primo incontro e sapremo trovare un equilibrio, siamo solo in 6 e non sarà difficile assegnare i ruoli. C’è un grosso problema da risolvere: gli elettori del Pd di Belluno e Rovigo non sono rappresentati in consiglio e dovremo superare questo gap con nuove formule organizzative. Credo si debba mettere un freno alle polemiche e fare un appello alla mobilitazione per conquistare i sindaci nei ballottaggi. Poi decideremo anche gli assetti organizzativi per ripartire dopo la sconfitta. Io non chiedo nulla». — ALBINO SALMASO © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Domenica 27 Settembre 2020

L’emergenza

Cinque casi rilevati all’ex Zanusso di Oderzo, il primo collegato a un migrante colpito durante la vendemmia

Profughi infetti, caserma isolata In 170 rifiutano di fare il tampone ODERZO (TREVISO)

La recrudescenza

store mi ha garantito che le distanze possono essere rispettate». Tutti gli altri tamponi a cui i migranti, singolarmente o in gruppi affini si erano sottoposti (per contatti di varia natura) erano risultati negativi. Poi, alcuni giorni fa, un ragazzo è rientrato dalle vigne con la febbre e il tampone ha dato esito positivo: la manodopera, anche non qualificata, è richiesta in misura massiccia e molte persone arrivano pure dall’estero per la vendemmia del Prosecco e del Piave. Quattro contatti

stretti del lavoratore sono stati contagiati e così, venerdì, l’Usl, in accordo con il gestore «Nova Facility», si era attivata per eseguire i tamponi su tutti gli ospiti della Zanusso. Ma i sanitari sono stati respinti: «Non essendo possibile sta-

bilire la presenza di eventuali altre positività negli ospiti, impegnati in attività lavorative sul territorio (che presentavano rischio di contagio), per motivi di salute pubblica è stata disposta la quarantena per tutti gli ospiti — precisa

Il sindaco: sciocchi a non fare il tampone, comportamento socialmente grave

l’Usl Marca Trevigiana —. Dei positivi uno è ricoverato a Vittorio Veneto, gli altri 4, asintomatici, sono in isolamento nella struttura. In settimana saranno testati gli operatori». La quarantena per i profughi durerà fino al 9 ottobre. «Sono stati sciocchi a non fare il tampone, è un comportamento socialmente grave — commenta Scardellato — non sapere se si è stati contagiati in un ambito chiuso come quello può compromettere la salute di altre persone. Vorrei però tranquillizzare i miei concittadini. Ciò non deve creare ansia o impedirci di vivere o lavorare, ma far tenere alta l’attenzione, usando sempre la mascherina e rispettando la distanza sociale». Non ci sono stati nuovi arrivi alla Zanusso, il virus è entrato in caserma dal territorio. «Sono molto dispiaciuto per i ragazzi, stanno discutendo, spero decidano di fare i test quanto prima — dice Gianlorenzo Marinese, presidente di «Nova Facility», che gestisce il centro di accoglienza per conto della prefettura di Treviso —. Dovranno affrontare la quarantena in un momento importante come la vendemmia, fase in cui molti di loro sono impegnati. Purtroppo però questo virus è molto democratico, colpisce tutti e colpisce ovunque». Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA

Contagi oltre la soglia d’allarme «Stop al pubblico negli stadi» L’alt del Comitato scientifico, ma l’ordinanza di Zaia resta valida

VENEZIA Sale sopra il livello di allarme di 1 la curva del contagio (Rt) da Covid-19 nel Veneto, giunta a 1.01, contro una media nazionale di 0,95. Significa che ogni infetto può contagiare un’altra persona e poco consola il fatto che la stessa situazione si registra in altre undici tra Regioni e Province autonome d’Italia, partendo da Liguria con 1.31, Bolzano con 1.28 e Trento, con 1.24. Sotto l’1 invece Lombardia (o.75), Emilia Romagna (0.78) e Piemonte (0.96). Nelle ultime 48 ore il Veneto ha registrato 454 nuovi casi (per un totale di 26.883 da febbraio) e quattro vittime, che complessivamente salgono a 2176. Le persone in isolamento sono 9.314, contro le 9051 di venerdì (+263), mentre i ricoveri salgono a 202 in area non critica (+56) e a 21 (+3) in Terapia intensiva. E infatti l’ultimo report del ministero della Salute indica un aumento tra il 4% e il 5% delle degenze in Malattie infettive e Pneumologia e del 2%-3% in Terapia intensiva e avverte: il

VE

sanitaria

L’EPIDEMIA

Cinque positivi al Covid-19 e 175 persone in isolamento, con l’edificio blindato in entrata e in uscita, monitorato notte e giorno dalle forze dell’ordine. L’ex caserma Zanusso di Oderzo, centro di accoglienza per migranti, è osservata speciale com’era stata per tutto il mese scorso l’ex caserma Serena di Casier, dove i contagi erano arrivati a quota 247. È ancora la Marca ad affrontare un focolaio tra i profughi, confinati nelle loro stanze per scongiurare l’estensione dell’epidemia. Anche questa volta ci sono state proteste: non violente come nel caso precedente (una guerriglia con sequestri di persona e danneggiamenti) ma legate ai tamponi che 170 richiedenti asilo si sono rifiutati di fare. E stavolta il virus ha viaggiato fra le cerchie sociali e lavorative degli ospiti, ma con un dettaglio che connota un territorio fortemente vitivinicolo: il contagio di uno dei migranti è avvenuto probabilmente durante la vendemmia, in un’azienda agricola nella quale il giovane lavorava nel periodo più importante per le campagne trevigiane. «La situazione nell’ex Zanusso ora è sotto controllo — spiega il sindaco di Oderzo, la leghista Maria Scardellato —. Alla luce di un numero di persone accolte non più elevato, passato dai 500 di diversi mesi fa ai 175 di oggi, l’ente ge-

7

76% dei contagi avviene in famiglia. Ma c’è anche una crescita del 6,3% dei focolai associati ad attività ricreative e del 5,6% per quelli relativi all’ambito lavorativo. Dal 21 febbraio sono stati eseguiti 1.866.163 tamponi, 16.415 solo venerdì. Ripete il professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute: «Si devono mantenere comportamenti prudenti, soprattutto evitando in tutti i modi assembramenti che possano mettere a rischio la salute degli individui e delle comunità e mantenendo il distanziamento fisico». Alla luce di tutto ciò, ieri il Comitato tecnico scientifico nazionale ha analizzato il documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni per la partecipazione del pubblico alle manifestazioni sportive, sconsigliando la riapertura di stadi e palasport ai tifosi. «Per quanto riguarda la partecipazione del pubblico agli eventi delle discipline sportive e delle diverse serie, confermando che essi rappresen-

tano la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus anche in considerazione dell’avvio dell’anno scolastico — scrivono gli esperti del Cts — sulla base degli attuali indici epidemiologici, si ritiene che non esistano, al momento, le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dalle Regioni. Pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, si ritiene che la proposta delle Regioni potrà essere riconsiderata sulla base del monitoraggio di impatto (sulla pandemia) delle riapertura delle scuole». Ma cosa succede nelle Regioni che hanno già riaperto al pubblico stadi e palasport? Nel Veneto l’ordinanza firmata dal governatore Luca Zaia il 19 settembre scorso, che autorizza fino a mille tifosi all’aperto e fino a 700 al chiuso, resterà in vigore fino al 3 ottobre. «Per ogni evento autoriz-

Allo stadio La sanificazione

zato dalle norme in vigore resta imprescindibile assicurare la prenotazione e la pre-assegnazione del posto a sedere con seduta fissa — avverte il Cts — il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno un metro, l’igienizzazione delle mani e l’uso delle mascherine». Ora sta al governo recepire o meno le indicazioni del Cts e a Zaia rinnovare o meno l’ordinanza. Intanto gli scienziati studiano l’evoluzione della pandemia. «Con le riaperture, i viaggi, le vacanze e la ripresa della vita sociale il virus ha ricominciato a circolare e ora è

anche favorito dall’abbassarsi delle temperature — ragiona la professoressa Antonella Viola, immunologa e direttore scientifico dell’Istituto di ricerca pediatrica «Città della Speranza» di Padova — non era pensabile che l’Rt rimanesse vicino allo zero. In questo momento però la situazione è sotto controllo, si riescono a tracciare i contatti dei soggetti positivi al tampone, ma dopo aver riavviato scuole e Università non possiamo riaprire altro. Anzi, sarebbe meglio pensare a qualche regola più severa, se non vogliamo ritrovarci a dover chiudere di nuovo tutto. Mi riferisco all’obbligo di mascherina anche all’aperto — chiarisce Viola — a evitare eventi, a sconsigliare feste e riunioni tra parenti non conviventi, dato che il 76% dei contagi oggi avviene in famiglia. Non ci troveremo mai più nelle condizioni di marzo, ma dobbiamo contenere i contagi, per scongiurare nuove zone rosse» M.N.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo studio

La liquirizia pura protegge le cellule dal Covid-19 PADOVA La liquirizia purissima protegge dal Covid-19. L’assunto è al centro dello studio condotto dal gruppo di ricerca dell’Università di Padova guidato dal professor Decio Armanini, endocrinologo, con la collaborazione del dottor Giampiero Avruscio, primario di Andrologia dell’Azienda ospedaliera di Padova. Il lavoro, accettato per pubblicazione dalla prestigiosa rivista «Frontiers in Pharmacology»,ipotizza l’associazione tra liquirizia e Spironolattone nel trattamento dell’infezione da coronavirus. «Per entrare nelle cellule e moltiplicarsi, il virus ha bisogno di due fattori — spiega il professor Armanini — il primo è il recettore dell’enzima ACE2, che si trova nelle cellule polmonari e in altri organi, e l’altro è un enzima attivato dagli ormoni maschili, presenti anche nella donna. La liquirizia ha una potente azione protettiva sulla membrana delle cellule: come dimostrato da nostri studi sui globuli rossi, stimola la produzione di Interferone, sostanza che potenzia le difese dell’organismo e riduce la produzione di androgeni, sia nelle ghiandole surrenali che nei testicoli e nelle ovaie». C’è però un problema: la liquirizia aumenta la pressione e riduce i valori di potassio nel sangue. Per evitarlo, e qui entra in gioco l’équipe di Avruscio, è necessario associarla allo Spironolattone, farmaco usato da oltre 50 anni in certe forme di ipertensione e in patologie epatiche, perché non solo blocca l’azione ipertensiva della liquirizia ma mostra pure una potente azione anti-androgena, quindi impedisce l’accesso del virus all’interno della cellula. «Le due sostanze hanno infine una potente azione anti-infiammatoria — aggiunge Armanini — e proprio la reazione infiammatoria ai polmoni prima e in tutti gli organi poi scatenata dal Covid-19 provoca i maggiori danni». Numerosi studi sono in corso sull’uso delle sostanze separatamente. La novità dell’associazione proposta dai ricercatori padovani sta nel fatto che non solo si potenzia la possibile azione protettiva anti-virus ma si elimina pure l’effetto indesiderato delle due sostanze separate. Ora tale procedura dev’essere validata da studi sui pazienti. (m.n.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 15

L'ARENA

Domenica 27 Settembre 2020

GIALLO REGIONALI. Al presidente del seggio di Borgo Milano è venuto il dubbio rivedendo i numeri trascritti delle schede BORGOROMA. Tra eventi,giochi emusica

ElezionediRandoarischio Siricontanolepreferenze Al candidatoLista Zaia sonostatiassegnati 114 voti «Disolitounadecinadipreferenze allavolta,così tantein uncolpo solosonoimpossibili,sonofuori»

Giallosul numerodi preferenzedelcandidato alleregionaliRando

io di preferenze in un seggio soltanto. Se è così, sono fuori. Non so che dire, mi spiace. Ora aspetto la comunicazione ufficiale». Ed è stato questo, infatti il campanello d’allarme, nel presidente di seggio che ora ha deciso di chiedere il riconteggio delle schede. L’uomo, a memoria, ricordava il numero «14», riferito a Rando, non il «114», che poi è balzato, ovviamente all’occhio. Filippo Rando, 46 anni, dai conteggi depositati aveva preso 2.860 preferenze.

«Cento preferenze fanno la differenza, non ci sarebbe storia», ha detto l’assessore sconfortato. Ora se questo errore di conteggi fosse confermato, andrebbe in consiglio regionale, Alessandra Sponda, 29 insegnante, laureata in architettura, consigliere comunale del Carroccio a Lavagno. La professoressa, alle regionali, rappresentava la parte Est del territorio veronese e la Lessinia. Sponda a Lavagno è stata, con il sindaco Simone Albi, assessore all’urbanistica e all’edilizia privata. •

Accordotra PalazzoBarbieri el’associazione NuovaAcropoli L’area verde di Santa Teresa, tra la Fiera e Borgo Roma, supera la concezione di parco per diventare luogo di cultura, incontro, gioco e musica, grazie all’accordo tra il Comune e l’associazione Nuova Acropoli Verona che prevede una serie di iniziative ed eventi per rendere viva l’area ma anche e soprattutto per coinvolgere i cittadini nel prendersene cura. Stoppate sul nascere per il Covid, le iniziative promosse da Nuova Acropoli sono partite durante l’estate, animando l’area verde non solo durante la settimana ma anche nel weekend. Tra le proposte più apprezzate, la “bibliomobile“, struttura in legno dotata di ruote e carica di libri che si sposta da una parte all’altra del parco per avvicinare più bambini possibile alla lettura. In pochi mesi la piccola biblioteca viaggiante è riuscita a dotarsi di un centinaio di testi, libri illustrati e fumetti, grazie alla generosità di alcuni cittadini ma soprattutto grazie al supporto delle Biblioteche comunali. Oltre alla lettura, vengono proposti laboratori di vario genere tra cui quelli musicali, con i bambini che possono provare l’esperienza di suonare gli strumenti di una vera

Alessandra Vaccari

Filippo Rando potrebbe essere fuori dal consiglio regionale. Un errore di trascrizione del numero delle sue preferenze mette in bilico la sua presenza in laguna. La certezza ci sarà soltanto dopo il riconteggio delle schede che non potrà avvenire prima di domani. O meglio, prima che venga depositata in tribunale la richiesta del riconteggio e siano riaperte le buste sigillate. Il seggio che potrebbe aver inserito il numero «1» davanti al numero «14» (che potrebbero essere le reali preferenze dell’attuale assessore comunale allo sport), è quello di Borgo Milano. La notizia è iniziata a circolare ieri sera: «Non ne so niente, ma cosa sarebbe successo? Mi hanno segnato 114 preferenze in un unico seggio? È impossibile una cifra del genere», dice tra l’amareggiato e lo sconsolato l’assessore Rando, «di solito ho messo insieme, manciate di voti qui e là, mai arrivate un centina-

ParcoSantaTeresa adessodiventa «benecomune»

FilippoRandopotrebbenon essere statoelettoin Regione

La«bibliomobile» al parco

batteria, dai tamburi ai piatti, seguiti dai professionisti dell’associazione Accademia 19, una delle tante realtà territoriali che collaborano al progetto di sussidiarietà. Nuova Acropoli si prepara all’autunno con nuove proposte, feste e manifestazioni. Un calendario che i cittadini possono contribuire a arricchire, nell’ottica della partecipazione attiva che contraddistingue i patti di sussidiarietà, come ha ricordato il sindaco Sboarina che ieri mattina ha visitato il parco e incontrato i volontari di Nuova Acropoli. •

MEMORIASTORICA. La quartacircoscrizionehacontattato ivolontari per diversiinterventi

Cippi e monumenti, Santa Lucia siaffidaagliAngelidelBello Ora stanno pulendo i nomi dei 500 cadutiincisisullasteleinpiazza Decine di nomi, incisi nella pietra, che riaffiorano per evocare il passato di guerra. Si tratta dell’intervento di ripristino in fase di esecuzione in questi giorni da parte dei volontari degli Angeli del Bello, attuato per restituire dignità a tutti quei nomi e cognomi che compongono il monumento ai Caduti nell’omonima piazza di Santa Lucia. L’invito a rimettere in sesto i manufatti storici del territorio a sudovest di Verona è arrivato a giugno dalla quarta circoscrizione stessa che, dovendo rinunciare alla programmazione degli eventi culturali a causa dell’emergenza sanitaria, ha scelto di destinare la cifra messa da parte per rimborsare dei materiali utili al restauro i cittadini volontari. «Siamo stati contattati dalla circoscrizione per intervenire sul monumento ai caduti della Prima e della Seconda guerra mondiale e, in generale, per tornare a rendere leggibili i vari cippi, anche quelli vincolati che si trovano nel cimitero vicino alla chie-

sa», spiega Aldo Allegretto, coordinatore dei lavori per gli Angeli del Bello di Verona. «Si tratta di persone che hanno perso la vita anche sotto i bombardamenti, o cercando di fuggire dal nemico». Il monumento, mai prima pulito, richiede un intervento accurato, che si sta realizzando da circa un mese e che proseguirà per almeno un’altra decina di giorni, grazie all’intervento di quattro volontari al giorno. «I passanti si fermano, fanno domande e talvolta ci raccontano degli aneddoti», riferisce Allegretto. «Le scritte che riportano i nomi e i cognomi dei deceduti sono ormai illeggibili e le stiamo pulendo a mano, una per una, aiutandoci con apposite macchinette per il carteggio». L’elenco è lungo, si tratta di circa 500 nomi posizionati su una serie di targhe che compongono i lastroni inclinati. E poi ci sono il monumento all’Aquila e i monumenti funebri sia al cimitero che in stradone Santa Lucia, a ricordo degli ufficiali caduti nella battaglia combattuta il 6 maggio 1848 tra l’armata del Regno di Sardegna e l’esercito asburgico, e ancora il

GliAngelidelBello al lavorosul monumento aicaduti in piazza aSantaLucia

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Unamacchina pulitrice perridaresmalto almonumento

Metteranno mano ancheall’Aquila ealmemoriale chericorda labattagliadel 6maggio1848 monumento ai Caduti in via XXVIII gennaio, e quello di via Ottavio Caccia. A questi si aggiungono il monumento al bambino ebreo Sergio De Simone, ucciso dai nazisti, e quello all’Arti-

gliere in via Velino, il capitello in piazza Martiri d’Istria e il monumento di via Prina, e infine l’edicola votiva tra via Po e via Roveggia, realizzata negli anni ’50. «La circoscrizione ci ha fornito i materiali di consumo e come al solito abbiamo il supporto dell’Amia», conclude Allegretto. «Stiamo quindi per procedere alla pulizia di tutte le regaste San Zeno, sia del parapetto che delle panchine, inoltre abbiamo mappato le aree verdi della città per programmare i prossimi interventi». •

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CASTELFRANCO

DOMENICA 27 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA

verso il ballottaggio del 4-5 ottobre

lunedì in piazza

Gomierato sta con Sartoretto «Riprendiamoci l’ospedale»

Salvini torna per sostenere il sindaco uscente

La lista “Noi, la civica” si schiera: «Marcon ha mollato il San Giacomo Serve uno scatto dei cittadini». Azzolin incerta, il suo gruppo si riunirà ancora

CASTELFRANCO

Davide Nordio / CASTELFRANCO

Maria Gomierato e la sua lista “Noi, la civica” saranno dalla parte di Sebastiano Sartoretto nel ballottaggio tra il candidato sindaco del centrosinistra e il sindaco uscente Stefano Marcon: anche se, in caso di vittoria del primo, dovranno rinunciare a un rappresentante della lista in consiglio comunale. «Stare dalla parte di Castelfranco vuol dire sostenere al ballottaggio chi farà la battaglia per il cambiamento. Il candidato sindaco che vuole il cambiamento non è Marcon, ma è Sartoretto», dichiara Gomierato. «Con questa scelta noi siamo consapevoli di “rimetterci”: se vince Marcon avremo tre posti in consiglio comunale, se vince Sartoretto ne avremo solo due. Ma a noi non interessano le poltrone né le careghe o gli sgabelli. A noi interessa Castelfranco, il suo futuro. Noi rinunciamo consapevolmente a una “poltrona” pur di dare a Castelfranco la possibilità di cambiare marcia. Siamo tutti d’accordo: Michele Garbui, il consigliere che entrerebbe come terzo, accetterebbe con grande generosità. Per il bene di Castelfranco». Lo scioglimento della riserva arriva a quattro giorni dal voto, periodo in cui la lista che sosteneva la candidatura di Maria Gomierato ha discusso al suo interno su quale posizione prendere per l’appuntamento del 4 e 5 ottobre prossimi. E sebbene Stefano Marcon parta da un 47,38 per cento che gli

Il candidato al ballottaggio Sebastiano Sartoretto, a destra dall’alto Maria Gomierato e Maria Grazia Azzolin

ha fatto sfiorare la vittoria al primo turno, per Gomierato nulla è ancora perduto: «Cambiare è ancora possibile. Il ballottaggio non è per niente scontato e i voti della coalizione civica che mi ha sostenuto, insieme ai voti di Sartoretto che è arrivato secondo, portano in dote un 40% di consensi che sono per Castelfranco la possibilità di ripartire. Il nostro voto è decisivo. Può ridare a Castelfranco la sua forza, pos-

siamo riavere il nostro ospedale». Un punto sul quale la coalizione civica ha battuto molto a fronte di servizi che sono venuti meno al San Giacomo: «Noi castellani paghiamo le tasse, abbiamo gli stessi diritti degli altri cittadini. I fondi per la sanità adesso ci sono: vanno spesi anche a Castelfranco, non solo a Treviso, Conegliano o Valdobbiadene. Marcon questa battaglia non la farà,

lui ha già deciso di lasciare il nostro ospedale a Venezia e a Padova. E noi allora da che parte dobbiamo stare? Noi vogliamo stare dalla parte di Castelfranco, dalla parte dei castellani, dalla parte della nostra Città e della nostra salute. Dalla parte della svolta e del cambiamento. Stare dalla parte di Castelfranco e del nostro ospedale vuol dire sostenere al ballottaggio chi farà la battaglia per il cambiamento», con-

clude Gomierato, auspicando che tutti gli elettori partecipino al ballottaggio. Ma se è esplicito il consenso a favore di Sartoretto da parte di Maria Gomierato (che dunque mantiene la promessa fatta prima del votoche il terzo arrivato avrebbe aiutato il secondo), diverso invece il discorso per l’altra lista della coalizione civica, capitanata da Grazia Azzolin. La capolista infatti annuncia che non darà indicazioni di voto ai suoi elettori: «Un gruppo coeso che continuerà il suo impegno nel mondo dell’associazionismo castellano a cui gran parte dei componenti già appartiene». Ma si tratta al momento di una posizione personale: all’interno della lista infatti è ancora viva la discussione su quali dei due candidati sostenere, anche alla luce del fatto che parecchi di loro “tendono” al centrodestra e pertanto alle elezioni regionali hanno sostenuto Luca Zaia, come già dichiarato dalla capolista, ma non Marcon, per una scelta nel merito (non ideologica) tutta castellana. Una risposta ufficiale e definitiva dovrebbe arrivare dopo lunedì. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il leader della Lega Matteo Salvini torna nella Castellana per sostenere Stefano Marcon nella corsa verso il ballottaggio. Sarà domani alle 17.30 in piazza Giorgione insieme al responsabile “nazionale” della Lega, Lorenzo Fontana, e al responsabile provinciale Gianangelo Bof. È la seconda volta che Salvini interviene nella campagna elettorale castellana: la precedente il 5 settembre in una appuntamento tenutosi per questioni logistiche all’Antica Postumia a Fanzolo dedicato ai militanti della Lega insieme a Luca Zaia. — D. N.

da domenica si vota

Ultima settimana di campagna elettorale CASTELFRANCO

Nuovo appuntamento con le urne tra una settimana per i 30.559 elettori castellani (14.794 uomini e 15.765 donne) che domenica 4 e lunedì 5 ottobre dovranno scegliere tra il candidato del centrodestra Stefano Marcon e quello del centrosinistra Sebastiano Sartoretto chi guiderà la città nei prossimi cinque anni. Gli orari di apertura dei seggi saranno gli stessi del primo turno: domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Poi inizierà lo spoglio, che in serata darà il nome del nuovo sindaco della città. —

punto d’incontro

Zurlo: «Noi indipendenti incalzeremo i 2 contendenti» Nessun appoggio ufficiale ma la richiesta a entrambi di sostenere il programma ambientalista: «Piantate 750 alberi all’anno» CASTELFRANCO

Apartitici sono nati e apartitici vogliono rimanere: nessuna presa di posizione dei “giovani” di Punto D’Incontro che sostenevano la candidatura a sindaco di Lorenzo Zurlo. «Riteniamo che qualunque privazione, anche parziale, della nostra indipendenza possa inficiare la produttività e l’energia positiva di un progetto in cui crediamo», scrivono. Convinti dell’idea «di non appoggiare pubblicamente

Lorenzo Zurlo

uno dei due candidati al ballottaggio, mentre riteniamo doveroso fare un appello a tutti i nostri elettori ad andare a votare e a farlo in maniera consapevole, con un’analisi obiettiva delle proposte dei due candidati», Punto

d’Incontro, facendo emergere la sensibilità ambientalista che contraddistingue molti dei suoi componenti che hanno partecipato ai Fridays for Future, chiede ad ambedue i candidati l’impegno a piantare un albero ogni dieci residenti, ovvero 750 in un anno, 3.750 in cinque: «La lista si rende disponibile a reperire le risorse per il mantenimento e la conservazione di queste aree, con un approccio di partecipazione attiva e coinvolgimento della cittadinanza, oltre che di soluzioni creative». Fino a tarda ora, comunque, ieri i componenti della lista stavano definendo nei dettagli la linea da tenere. — D.N. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Corriere del Veneto Domenica 27 Settembre 2020

PD

Rovigo

NUMERI UTILI

Municipio Questura

04252061 0425202518

rovigo@corriereveneto.it

Prefettura VigiliUrbani Carabinieri Polstrada

0425428511 0425204611 042529381 0425426611

Servizioveterinario CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto

Ormaifaida-centrosinistra LescosseaPalazzoNodari

Il ko del centrosinistra alle Regionali arriva Palazzo Nodari, spaccando la maggioranza di Edoardo Gaffeo (in foto). «Casus belli» la richiesta di analisi della sconfitta di Giorgia Businaro dopo che, per la prima volta, l’area progressista polesana è rimasta senza eletti a Palazzo Ferro Fini. L’affondo della capogruppo comunale Pd letto come attacco a Gaffeo. «Lettura sbagliata e pretestuosa — si difende Businaro — l’analisi del voto è un atto politicamente sensato e dovuto. Nel capoluogo il centrosinistra governa bene, ma severo il giudizio degli elettori. Interesse di tutti capire dove sbagliamo». Nel capoluogo forte frammentazione del centrosinistra nelle urne regionali. Il più votato Aldo D’Achille, 778 preferenze (su 2.038 a livello provinciale) in «Veneto che vo-

gliamo», con l’appoggio della civica di Gaffeo. Qualcosa meno del sindaco di San Bellino hanno preso i due candidati top del Pd, il consigliere uscente Graziano Azzalin (745 su 1.860) e l’ex deputato Diego Crivellari (701 su 2.538) che, primo dei non eletti su scala regionale, subentrerebbe in caso di improbabili dimissioni di Lorenzoni, il candidato presidente surclassato da Zaia. La civica di Gaffeo attacca Businaro, chiedendo che il Pd ne valuti la sfiducia da capogruppo. «L’amministrazione Gaffeo in poco più di un anno, nonostante la pandemia, sta facendo rinascere la città — sottolinea una nota — Dalle strade alla cultura, dal commercio alla tutela dell’ambiente, affrontando capitoli aperti da anni, come piscine ed “ex Maddalena” ora in via

di soluzione». Difende Businaro la segretaria comunale Pd, Tosca Malagugini. «Il Pd rimane il primo partito del centrosinistra in città e il perno della coalizione che amministra Rovigo — sostiene Malagugini — L’esigenza di un’autocritica complessiva della maggioranza, richiamata dalla capogruppo, considerato l’esito disastroso per Lorenzoni, fa parte della normale dialettica, non è lesa maestà». Invita tutti alla calma Giuseppe Traniello Gradassi. «C’è un equivoco, va chiarito nelle sedi opportune e in un contesto di civile confronto» sostiene il segretario provinciale Pd. Intanto a Porto Tolle prosegue il duello tra il sindaco Roberto Pizzoli e l’opposizione di centrosinistra che ha scritto al prefetto, sostenendo di essere stata censurata nell’ultimo

Il villaggio turistico nell’ex centrale Enel avanza con tanta fatica

consiglio comunale sulla richiesta di dimissioni di Raffaele Crepaldi, assessore indagato indagato per truffa e favoreggiamento in concorso con Alessandro Duò per aver amministrato «Oibì Srl», una «start up» nata nel 2016 nel settore ittico che, secondo un’inchiesta della Finanza, avrebbe incassato, senza averne diritto oltre 900 mila euro, di cui 220 mila di fondi europei gestiti dalla Regione e gli altri 700 mila dal Fondo di garanzia per piccole e medie imprese. «Il presidente del consiglio comunale si è scusato per il comportamento sopra le righe — dice il sindaco Roberto Pizzoli — Per noi resta la fiducia in Crepaldi con la presunzione d’innocenza». Nicola Chiarini (ha collaborato Antonio Andreotti)

V

Porto Tolle Raffaele Crepaldi, assessore indagato: duello in Consiglio, minoranza scrive al prefetto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Morta al Covid Hospital un’altra anziana ricoverata alla «Madonna della Salute» Salgono i contagi e aumentano i decessi da coronavirus in Polesine: ieri un altro ex paziente della Casa di cura di Porto Viro «Madonna della Salute» è morto nell’ospedale Covid a Trecenta. Undici i pazienti della clinica-ospedale del Delta del Po deceduti per il focolaio di virus sviluppatosi dal 4 settembre scorso e che ha contagiato in tutto finora 42 persone tra pazienti e operatori sanitari. Poi altre tre persone positive in provincia, su un totale attuale di 116 casi (309 le persone in isolamento domici-

Gli eventi

liare con sorveglianza attiva). Riguardo l’undicesimo paziente della Casa di cura di Porto Viero deceduto, il direttore generale dell’Usl 5 «Polesana» Antonio Compostella ha spiegato che si tratta di «un’anziana di 85 anni residente in Basso Polesine, ricoverata per patologie pregresse. Trasferita in Area medica Covid di Trecenta dopo la scoperta della positività, oggi (ieri, Ndr) è deceduta». Intanto tornata alla normalità l’attività complessiva della struttura portovirese: dopo le operazioni di sanificazione d’inizio settimana tutti i re-

Al «Battaglini»

Stasera chiude Deltablues ROVIGO Torna da oggi e fino

al 29 novembre, la domenica mattina ai Concordi, la duplice rassegna «Musica e Poesia-Musica e Pittura», dedicata alle «Frontiere». Oggi alle 11 nella Sala Oliva «Colazioni sull’erba: dalla musica en plein air di Beethoven alla Francia di Proust». Ingresso gratuito e prenotazione via mail a kammermusik@conservat oriorovigo.it. E chiude stasera alle 21.30 il Deltablues Festival, con headliner Fabio Treves nella prima serata e i Bud Spencer Blues Explosion nella seconda, al nuovo polo culturale «La Fabbrica dello Zucchero» al CenSer. (A.A.-Na.Cel.)

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parti hanno riaperto regolarmente. Tre le nuove persone riscontrate positive in provincia: una 37enne del Basso Polesine già in isolamento e asintomatica; una donna di 68 anni dell’Alto Polesine che ha effettuato il tampone per un accesso al Pronto soccorso del capoluogo per motivi non legati al Covid (non ha sintomati compatibili col coronavirus ma, a scopo precauzionale, ricoverata in Malattie Infettive a Rovigo); un uomo 43enne di origini marocchine, residente in Alto Polesine che ha eseguito il

tampone per il rientro dal suo Paese di origine (in isolamento dalla data del rientro e asintomatico). I ricoveri per il virus a quota 18: oltre alla nuova degenza in Malattie Infettive all’ospedale di Rovigo, le altre 17 all’ospedale di Trecenta, di cui due in Terapia intensiva, il resto in Area medica Covid. Sul fronte controlli di casi sospetti su bambini e ragazzi in età scolare, ieri l’Usl ha eseguito 54 tamponi, tutti negativi. Antonio Andreotti Natascia Celeghin

Aumento di contagi Tre nuovi positivi in Polesine, due donne e un uomo

ari lustri fa scrissi in un articolo che, tra i miei sogni, vi era quello che la centrale termoelettrica di Porto Tolle smettesse di funzionare e che al suo posto vi fosse un villaggio turistico, all’interno del quale, come Rick (Humphrey Bogart) nel mio film preferito «Casablanca» poter gestire un locale indossando come lui uno smoking con giacca bianca e al polso un orologio Rolex Prince. Ora pare che il villaggio turistico verrà realizzato, vedremo se ci sarà spazio per me. Peraltro l’amico Maurizio Ferro, ora in pensione, ma per anni rappresentante dei lavoratori Enel di Porto Tolle, mi dice che secondo lui, dopo tante parole, non si vedono fatti concreti all’orizzonte. Ferro aggiunge che non capisce perché Enel non abbia accettato la proposta d’acquisto di una cordata di validi imprenditori, guidata da un facoltoso polesano d’adozione ed abbia optato per un bando di gara. Rispondo che Enel rientra nell’ambito degli organismi di diritto pubblico e che, a mio avviso, la gara era obbligatoria. Per avere un aggiornamento telefono al sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli,il quale mi precisa che vi è stato un rallentamento anche per il periodo Covid-19 e che, essendo la centrale Enel inattiva dal 2009, vi sono molti problemi preliminari da risolvere. Intanto i carotaggi sono terminati nel 2019 e la società «Human Company», che ha vinto la gara, ha definito le aree a futura destinazione residenziale, relativamente alle quali si dovrà stabilire, con estremo rigore, se sia o meno necessaria una bonifica. Intanto tre imprese con una trentina di dipendenti stanno effettuando un’attività preparatoria alle demolizioni e c’è anche il problema della necessità di procedere al cambio di destinazione urbanistica delle varie zone. Questi indispensabili adempimenti dimostrano, secondo il sindaco, l’avvio dell’attuazione del progetto «Delta Farm» che prevede l’utilizzazione di 110 ettari, venti dei quali ad area boschiva, per realizzare un villaggio turistico di alto livello che potrà ospitare fino ad ottomila turisti al giorno. Una vera « manna» per il © RIPRODUZIONE RISERVATA Polesine!

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Rivincità rossoblù sul Valorugby ma una parte dei tifosi da denuncia Tribuna «Quaglio», supporter polesani violano il distanziamento

Debutto avvincente quello della Rugby Rovigo tornata a giocare ufficialmente col pubblico in presenza ieri sera nella prima amichevole di pre-season allo stadio «Battaglini». I Rossoblù hanno ritrovato la vittoria nella sfida di ritorno battendo il Valorugby 26 a 7 (all’andata aveva vinto in casa il Reggio Emilia 28 a 24). Ha convinto la difesa, con fasi statiche dominanti sia in touche che in mischia. Ben quattro le mete realizzate dai Bersaglieri: Cioffi e Borin nel primo tempo (una sola trasformata da Menniti Ippolito), Cozzi e Bacchetti nel secondo (trasformate da Cozzi). I «Diavoli» di Reggio Emilia invece hanno trovato solo una meta, trasformata, con l’ex rossoblù Farolini nei primi 40 minuti. Anche il

ROVIGO

Macchia di leopardo Alcuni tifosi rispettano le regole anti-virus altri no (Biasioli)

cambio tra primo e secondo tempo di quasi tutti i Bersaglieri, deciso da coach Umberto Casellato, ha funzionato in modo netto ed equilibrato.

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di Luigi Migliorini

Virus nella Casa di cura: undicesima vittima

ROVIGO

FARMACIE SanBortolo

I segreti di Pulcinella

Fibrillazioni dopo il ko alle Regionali, la lista di Gaffeo al Pd: valutate la sfiducia alla capogruppo Businaro. Da lei giunte critiche al sindaco ROVIGO

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Infortunato alla caviglia nei primi minuti il rossoblù Moscardi, sostituito da Coronel. L’esordio di una parte del popolo rossoblù sugli spalti, caloroso come sempre, è in-

vece da correggere poiché poco rispettoso delle regole anti- Covid. La nota stonata in una serata attesa da oltre sei mesi, dopo lo stop per il lockdown dell’attività, dalla

Tribuna «Quaglio» dove il pubblico non ha rispettato le distanze di sicurezza. Se nella tribuna opposta, la «Lanzoni», il pubblico è stato disciplinato e rispettoso di divieti e obblighi, dalla parte opposta in Tribuna Ovest gli spettatori, nonostante i richiami ripetuti della società col megafono e l’annuncio del rischio di sospensione della partita, sono rimasti seduti troppo vicini. I tifosi alla «Quaglio» non si sono distanziati neanche dopo l’intervento dei numerosi steward ingaggiati dalla società rossoblù e di parte delle forze dell’ordine. Sempre sul fronte sportivo, ma del calcio, annullata la partita di esordio casalingo del Delta Porto Tolle (Rovigo) in Serie D che si doveva disputare contro l’Union Feltre a causa di una sospetta positività al Covid-19 riscontrata su un giocatore del Delta che si sottoporrà domani al tampone definitivo. Na. Cel. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 27 Settembre 2020

VENETO

MONSELICE.Partelaguerraallamovidaesagerata

IlComunediMonselicedecidedidichiarareguerraallamovidaseraletropposcatenataper difendereil centro. Finoal14 ottobre nonsi potranno consumare bevandealcoliche all’aperto disera.Enonsidovrannoutilizzarebottiglieebicchieridivetro.Maxi-multeaitrasgressori

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

ZAIAIERIA“CASEUS VENETI”. Dal centro scaligerolapistaportaversoPadova e Longarone

Polofieristico veneto ÈincampolaRegione

Ilpernoè“Veronafiere”,chedeverifarepianoindustrialeeaumento dicapitalecollegato:verràinaiutolafinanziaria“VenetoSviluppo” Piero Erle

PIAZZOLA SUL BRENTA

La Regione è in campo per spingere verso un polo fieristico veneto. Lo conferma il governatore Luca Zaia, ieri a una delle sue prime uscite post-rielezione e letteralmente preso d’assalto dalla gente che ha riportato aria di festa a villa Contarini per “Caseus Veneti 2020”: «Dopo il lockdown», spiega il Zaia, che ha ringraziato Bruno Bernardi e il presidente terenzio Borga di Aprolav per essere riusciti a organizzare la 16a mostra: «Con 50 mila presenze vale come una fiera. Anche questa è una forma di ripartenza, assolutamente rispettosa delle regole: abbiamo tutti la mascherina». POLO FIERISTICO. Tra la visita

allo stand di ogni singolo espositore e le mille foto chieste da operatori e visitatori senza mai negarsi a nessuno - Zaia risponde per un attimo ai giornalisti su alcuni temi

di peso. Primo tra tutti, la questione fieristica: Veronafiere, che ha subito come le altre i colpi del lockdown, si prepara a rilanciare l’aumento di capitale e aprire la porta a possibili aggregazioni. E la Regione, pur rispettando i ruoli dei vari azionisti in campo, c’è. Anche perché Zaia fa capire chiaro che guarda prima di tutto all’interno dei confini regionali: «Noi oggi abbiamo un problema che è quello di salvaguardare i nostri patrimoni e dare vita a un polo fieristico veneto. Dopo di che altre collaborazioni fuori regione le decide chi si occupa di queste attività. Se la prospettiva dei nostri ope-

Autonomia:parole duresuBoccia Eperlenominein giuntaavvisa: «Primasiinsedierà ilnuovoConsiglio»

ratori, in particolare quella di Verona, è di tessere accordi, noi ci siamo per portare avanti poi la sfida. Però è bene che ognuno faccia il suo mestiere». E la Regione uno strumento prezioso che “fa il suo mestiere” anche in questo campo ce l’ha: la sua finanziaria Veneto Sviluppo. È possibile che sia protagonista nella nuova stagione di Veronafiere? «Stiamo pensando anche a questo». Poche parole che indicano il quadro che si intravede. Primo, “Veronafiere” deve ora rifare un Piano industriale, col connesso aumento di capitale che si basa su una perizia di valore della società, partendo però dai numeri nuovi che fuoriescono dalla batosta mondiale che ha dato il Covid-19 a tutti i sistemi fieristici. Secondo, la Regione è pronta da schierare “Veneto Sviluppo” a dare una mano all’operazione (entrando nell’aumento di capitale, sembra di poter dire, ma suloccorrerà vedere le scelte tec-

niche) che è comunque tutta veronese. Terzo, a partire dal perno della fiera di Verona che è sicuramente un asset di quelli pesanti per l’intero Veneto, il tentativo di creare un polo regionale non potrà che coinvolgere altre fiere oggi operative come Padova e Longarone, anche loro ovviamente alle prese con i problemi post-pandemia. Quarto, in Veneto c’è anche Vicenza, che però è legata a Rimini nella società Ieg, la quale ha già annunciato trattative per un’aggregazione con Bologna: un aggancio per un approccio veneto-emilianoromagnolo ci sarebbe, ma evidentemente non esiste finché non siano stati compiuti tutti e tre i primi passi. AUTONOMIA. Di fronte a ope-

ratori e visitatori di Caseus, Zaia lo ribadisce: l’obiettivo è l’autonomia. Ma se provi a chiedergli dell’annuncio del

Ipremiatiberici Eccoipremi di“Caseus Veneti2020” aivicentini. AsiagoDop Fresco, Stagionatovecchioe stravecchio,GranaPadano Dop:CaseificioPennar di Asiago;Asiago Dop Stagionatomezzano: LatteriasocialeVilla di Castelgomberto;Grana PadanoDop:Latteria socialediBolzano Vicentino;Provolone ValpadanaDopdolce e piccante,e Formaggi aromatizzati:Caseificio Albierodi Montorso Vicentino;Malgavecchio (alpeggio2019e prima): Nicolie Pozzatodi

Bressanvido;Caciotta pastamollecon crosta: CaseificioCastellan di Rosà;Pasta semidura: FattoriaSan Micheledi Bassano;Pasta dura: CaseificioSan Roccodi Tezzesul Brentae“La Campagnola”diVillaga; Formaggidi caprapasta molle/tenera:“Ca' prelibatezze”di Thiene.

Ilgovernatore Luca Zaia(e leautorità)visita la mostradeiformaggi

ministro Francesco Boccia che sostiene di aver chiuso la bozza di legge-quadro sull’autonomia in dialogo con le Regioni e di averla mandata alle forze di maggioranza, liquida tutto con poche parole. E Zaia le dice con la forza di chi ha appena stravinto un’elezione con cifre da record storico che gli danno automaticamente un peso da protagonista anche della futura politica nazionale: «Noi non siamo della maggioranza. E Boccia ora ha due alternative: scrivere la storia, o farla scrivere da qualcun altro». GIUNTA. Nel gruppo che ac-

compagna Zaia ci sono, oltre all’eurodeputata Mara Bizzotto, anche gli attuali asses-

sori Federico Caner e Giuseppe Pan. È chiaro che la grande domanda che accompagna il governatore è una: chi vorrà in giunta? Lui sorride alla domanda dei giornalisti: «È l’ultimo dei problemi. Darò i nomi dopo che si sarà insediato il Consiglio regionale, perché eventuali futuri assessori che sono già consiglieri devono prima essersi insediati in Consiglio.La nomina avverrà solo dopo. È certo che ci sarà qualche riconferma (il toto-nomi intanto dice Lanzarin, De Berti, Bottacin e Marcato), poi vedremo le caratteristiche dei candidati, l’operatività; chi vuole fare l’assessore deve fare quello e non perdersi in altro». • © RIPRODUZIONERISERVATA

LA DECISIONE DELL’AUTORITÀ EUROPEA. Siaprelaportaaconsiderarliununico“gruppodisostanze”.Eildannoècheriduconol’effettodeivaccini

L’Efsatagliail limitemassimo diPfas nel cibo Dopounaconsultazionedi duemesiaperta atutti ha fissato 4,4 nanogrammi per chilodipeso allasettimana Pfas: l’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, riduce drasticamente dopo 2 anni il “valore guida” di esposizione cumulativo per i quattro Pfas che vengono più ritrovati nel sangue umano. E la decisione apre anche le porte a riconoscimento dei Pfas come “classe di sostanze”, e non più quindi singole molecole, in linea con i recen-

ti pronunciamenti già emersi da Reach, Ocse e Agenzia europea dell’ambiente. Si tratta quindi di un nuovo approccio, spiegano gli esperti, che apre le porte a un futuro allargamento della lista delle sostanze oggetto di valutazione: non più solo quattro (Pfoa, Pfos, Pfna, Pfhxs) ma tutti i Pfas la cui presenza viene evidenziata negli alimenti. Perché tutti hanno caratteristiche di forte persistenza e mobilità, indipendentemente dalle diverse tossicità di ciascuno. I perfluorurati Pfas come noto legano atomi di car-

bonio al fluoro invece che all’ossigeno e danno grandi effetti di impermeabilizzazione: vengono utilizzati in vari settori industriali (tessile, prodotti per la casa, prodotti antincendio, automobilistico, alimentare, edile, elettronico). E nel Veneto sono tristemente ben noti per l’immane inquinamento di Pfas della falda idrica sotterranea che interessa un’ampia fascia di sottosuolo regionale, a partire soprattutto dal sito dell’ex Miteni di Trissino da cui l’inquinamento si è propagato per decenni nella falda,

contaminando quindi l’acqua pescata dai pozzi di acquedotto finché la Regione non ha imposto il trattamento con filtri a carboni attivi e un sostanziale “limite zero Pfas” almeno per la trentina di Comuni inseriti nella “zona rossa” dell’inquinamento. Ma il filtraggio non avviene per le altre acque di falda e pozzi, e quindi c’è da chiarire la questione della contaminazione di terreni, cibi (frutta, uova) e animali (a iniziare dai pesci). L’Efsa ha quindi stabilito una nuova soglia di sicurezza per i quattro princi-

LECIFRE DELLAPANDEMIA. A Oderzoquarantenaper un’excaserma

Virus, salgono tamponi e infetti Registratialtriquattrolutti Non c’è niente da fare: in Veneto si torna ai livelli di mesi fa per le cifre della pandemia da coronavirus. Ieri sera l’ultimo il bollettino diffuso dalla Regione ha indicato che sono stati scoperti in 24 ore 224 nuovi infetti da Sars-Cov2. Sono cifre che non comparivano nei report quotidiani dallo scorso aprile, anche se va sempre ricordato che il numero di tamponi che vengono fatti ora - ieri ne sono stati portati a risultato oltre 16.400, più di tre volte tanto i numeri dei mesi primaverili -

consente di scoprire molti più infetti senza sintomi di quanto non si faceva nel pieno della crisi. Ecco perché il totale degli “attualmente infetti” è ora di 3456 (+103 rispetto all’altra sera), con 9314 persone in isolamento, ma di tutti questi solo 144 risultano avere sintomi. Anche ieri però il numero di “ricoverati Covid” è rimasto sopra quota 200, come era tre mesi fa, con 26 persone in terapia intensiva (di cui 21 ancora positive). Purtroppo il report ha regi-

L’excasermaaOderzo

Analisianti-Pfas

pali Pfas che si accumulano nel corpo umano: la dose settimanale tollerabile di gruppo (Dst) è 4,4 nanogrammi per chilo di peso corporeo alla settimana, per evitare così rischi per la salute umana derivanti dalla presenza di queste sostanze negli alimenti. I pareri scientifici di due anni fa avevano invece identificato come soglie di sicurezza 13 nanogrammi per chilo di peso corporeo alla settimana per i Pfos e 6 nanongrammi/chilo per i Pfoa. Insomma, la riduzione è nettissima: Efsa aveva proposto 8 nanogram-

mi, ma la soglia è stata ridotta dopo una fase di consultazione pubblica cui hanno partecipato organismi scientifici, cittadini, enti competenti degli Stati Ue, iniziata in febbraio e conclusa il 20 aprile. E c’è un’altra novità: gli esperti hanno ritenuto che l’effetto più critico per la salute umana dovuto ai Pfas sia la diminuita risposta del sistema immunitario alle vaccinazioni. Nel 2018, invece, l’Efsa riteneva che l’effetto negativo principale fosse l’aumento del colesterolo. L’Efsa è impegnata ora ad aiutare le autorità ad assumere decisioni sulle modalità più opportune per tutelare i consumatori. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

MONTAGNA. Coldiretti:«Un’estate positiva» strato altri quattro lutti tra Veronese (ora a quota 600 morti), Trevigiano e Rodigino. I dimessi dagli ospedali da inizio pandemia sono ora 4082 (ieri +2) e tutti i “negativizzati” al virus sono a quota 21251 (ieri +117). Intanto le autorità sanitarie hanno disposto la quarantena per 175 migranti ospiti della ex caserma “Zanusso” di Oderzo (Tv), molti dei quali avevano rifiutato di sottoporsi ai tamponi dopo l’accertamento nei giorni scorsi di 5 casi positivi al virus SarsCov2. Lo ha precisato l’Ulss 2, che venerdì si era attivata per l’esecuzione dei test nella struttura ma molti migranti hanno rifiutato di eseguire il tampone. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Cadela primaneve sullecimedi Cortina Assaggio d’inverno sulle montagna del Veneto, con la neve che ieri notte ha fatto la comparsa a Cortina e in modo più consistente sui passi dolomitici. Alcuni centimetri lo spessore sui valichi, come il Falzarego, e termometro sotto lo zero. Le cime della conca ampezzana appaiono tutte imbiancate, conseguenza dell’irruzione fredda che ha accompagnato il maltempo di ieri in Veneto: in particolare i fiocchi sono caduti fin da quota 1.400 metri. Coldiretti Veneto sottolinea che gli allevatori

Nevein zonadi Cortina

hanno provveduto in tempo alla transumanza del bestiame liberando le malghe e rientrando nelle aziende agricole. E mentre il termometro è sceso bruscamente anche in pianura, in montagna è stato invece freddo vero invece in montagna: Cortina ha registrato 2 gradi, con valori anche di 4-5 gradi sotto lo zero in quota. Coldiretti sottolinea che si chiude una stagione estiva caratterizzata dal maltempo «ma che ha visto la montagna veneta protagonista con un turismo vocato alle passeggiate, escursioni, attività sportive dopo l’emergenza sanitaria, in cerca di tipicità, benessere e salute. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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CORTINA - CADORE

DOMENICA 27 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

comelico superiore

Donna soccorsa in ipotermia nella notte, muore il cane meteo. La neve era prevista e non era serata per una passeggiata in alta quota. I due escursionisti erano d’accordo d’incontrarsi alle 17 di venerdì a Malga Silvella, a quota 1827 metri, in Val Digon, nel territorio comunale di Comelico Superiore. Avevano in mente di percorrere il sentiero che porta al rifugio austriaco Filmoor Standschützenhütte, che si trova a 2.350 metri, a Kartitsch, nella zona di Lienz. Qui avrebbero dovuto trascorrere tre giorni di vacanza insieme. Non si sa perché e non è nemmeno rilevante, ma la donna è arrivata in ritardo e i due sono partiti alle 19, insieme a un cagnolino. Era lui a conoscere il tragitto e, in condizioni normali, non sarebbe successo niente di tragico. Ma a un certo punto è iniziato a nevicare, even-

Insieme a un amico era diretta in Austria sotto la neve I soccorritori sono intervenuti a mezzanotte passata a Casera Pian Formaggio

Gigi Sosso / COMELICO SUPERIORE

Gita in notturna sotto la neve. Una donna va in ipotermia e il suo cagnolino muore di freddo. C’era anche un uomo, che invece se l’è cavata. La missione del Soccorso alpino della Val Comelico, in collaborazione con gli uomini della Guardia di finanza, si è conclusa alle 2 del mattino passate, con un bilancio pesante e soprattutto che si sarebbe potuto evitare, se solo A.S., 27 anni, trevigiano di Mogliano Veneto, e V.F.M, 32 anni, bresciana di Gardone Val Trompia, avessero dato una letta alle previsione

Un intervento in notturna del Soccorso alpino

cortina

Un momento delle indagini della polizia

Furto di pelliccia: banda di serbi finisce in tribunale CORTINA

La pelliccia nascosta nella panciera. Una banda di quattro serbi aveva colpito in una boutique di Cortina, rubando un giaccone da 12.745 euro. Per i fatti dell’8 febbraio 2015, le indagini della polizia del Commissariato ampezzano avevano portato a Nenad Teodosic, Jelena Milovanovic, Jelena Orlovic e Dejan Terzic. Teodosic e Terzic sono stati portati a processo - uno dei due ha scelto

l’abbreviato - mentre Milovanovic e Orlovic non si trovano. Sono entrambi irreperibili, quindi il giudice Feletto ha disposto nuove ricerche, rinviando al 13 settembre 2021. Gli avvocati bellunesi impegnati sono Fascina e Rui e, accanto a loro, c’è la vicentina Peron. Secondo la ricostruzione della polizia, Terzic ha fatto il palo, fermandosi in macchina e Teodosic, Milovanovic e Orlovic sono entrati nel negozio di corso Italia. Milovanovic ha

distratto la commessa, facendola girare per i vari reparti di abbigliamento. Approfittando della sua disattenzione, Teodosic ha coperto con un capo di abbigliamento Orlovic, permettendogli di nascondere la pelliccia sotto il cappotto, aiutandosi con una panciera contenitiva. Tutto questo è accaduto nel giro di pochi secondi. Una volta consumato il furto, i tre sono rimasti nel negozio per almeno altri due minuti per poi uscire, salutando. La responsabile del negozio si è accorta solo al momento dell’inventario che mancava qualcosa di prezioso e ha chiamato la polizia, descrivendo tre stranieri e fornendo il video. Gli investigatori hanno pensato di visionare anche le telecamere posizionate nel parcheggio di largo Poste, vicino al luogo del furto. Effettivamente, le immagini avevano ripreso i tre mentre di stavano allontanando a bordo di una monovolume nera Citroen Picasso C4. È stato possibile accertare era un quarto complice non presente al momento del furto, ma alla guida dell’auto targata Lubiana, la capitale della Slovenia. La collaborazione della polizia slovena ha permesso di stabilire che si trattava di un veicolo preso a noleggio da un cittadino serbo di nome Dejan Terzic. — G.S.

auronzo

I Fondi dei Comuni di confine per l’emergenza Coronavirus Il Comune decide di approfittare della possibilità data nel 2020 e finanzia quattro progetti per sostenere i cittadini che si trovano in difficoltà AURONZO

Mezzo milione di euro dai Fondi di confine per il Comune di Auronzo. È l’annualità di competenza 2020, ma come sarà investita? Quattro i

progetti in campo: 100 mila euro saranno impegnati per l’adeguamento alle misure volte a fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 della Residenza per anziani Beata Gaetana Sterni; altri 50 mila euro verranno destinati a sostegno delle famiglie per la riduzione del digital divide per l’istruzione e per lo smart working; 200 mila euro serviranno al sostegno della attività produttive

del Comune per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19; infine 150 mila euro per il progetto di marketing e promozione territoriale per il rilancio del comprensorio di Auronzo e Misurina. «La giunta», sottolinea Pais Becher, « esprime soddisfazione per l’approvazione del progetto 2020 da 500 mila euro. L’amministrazione, che in precedenza con questo fondo annuale aveva in

to questo, che era stato previsto dai meteorologi. C’è stata una prima telefonata al 118, che però è servita solo a dire ai soccorritori che l’escursione sarebbe proseguita, malgrado la precipitazione in corso. Più allarmata la seconda, quando i tre si trovavano a 150 metri di dislivello dalla forcella al confine con l’Austria. Il Soccorso alpino ha detto all’uomo di avvertire, al momento del loro arrivo. Ma a mezzanotte e un quarto sono tramontate per sempre le possibilità di proseguire. Terza chiamata, perché i due avevano deciso di non andare avanti e di rientrare dal Comelico, attraverso Casera Pian Formaggio. Sei soccorritori del Cnsas e due del Soccorso alpino della Guardia di finanza hanno percorso in fuoristrada i 10 chilometri che separano Se-

auronzo

Andrea Bedin con le azzurre Master 40

Regionali U14: le canoe tornano a sfrecciare sul lago AURONZO

Con la “benedizione” di Luca Zaia, oggi ad Auronzo sarà il grande giorno dei campionati regionali di canoa velocità 1000 e 2000 metri riservati alle giovani promesse del territorio, di età compresa tra i 9 ed i 14 anni. Un evento confermato nonostante le difficoltà organizzative da rimandare al Covid 19. «Questi campionati regio-

programma il finanziamento del rifacimento delle piazze del paese, iniziando da piazza San Lucano e piazza Santa Giustina già finanziate con l’annualità 2018 e 2019, ha deciso di rinunciare a un’altra opera pubblica per sostenere chi si trova in difficoltà per le ripercussioni economiche dell’emergenza Covid 19, purtroppo ancora viva». Il Comitato paritetico del fondo Comuni confinanti, presieduto dall’onorevole Roger De Menech, ha infatti approvato i programmi di intervento annui destinati ai 48 comuni confinanti, introducendo la possibilità di prevedere fra gli ambiti di azione anche misure atte a fronteggiare l’emergenza Co-

nali per noi sono l’evento della rinascita», ha commenta il direttore organizzativo della kermesse, Andrea Bedin, «perché, dopo molti mesi di confinamento e con la pandemia ancora in atto, volevamo dare un segnale concreto alla comunità cadorina e ai club veneti. Non dobbiamo dimenticare che Auronzo, oltre alle restrizioni Covid 19, è stata colpita anche dalle emergenze idriche di fine luglio e fine agosto

vid-19. Tra le ipotesi emerse in vari incontri ad Auronzo per utilizzare il fondo in tal senso, con la possibilità di finanziare esclusivamente spese di investimento, individuate le seguenti: finanziare investimenti legati alla sanificazione di negozi, alberghi, ristoranti e altre attività pro-

Il sindaco Pais Becher rimanda così al 2021 il finanziamento di alcuni lavori pubblici duttive; finanziare le famiglie che effettuano investimenti per materiale informatico e collegamento a internet. Ed ancora, finanziare un

ga Digon dalla Casera e hanno poi proseguito a piedi. Quando hanno raggiunto i tre, la donna era in ipotermia e il suo cane aveva perso la vita per la bassa temperatura. V.F.M. è stata caricata sulla Jeep e accompagnata fino all’ambulanza per il successivo trasporto all’ospedale. Confortanti, invece, le condizioni di A.S., che pur infreddolito non aveva bisogno di cure particolari. I soccorritori sono rientrati alle due del mattino, alla fine di una missione rischiosa: «Era il caso che i due consultassero le previsioni meteo», sottolinea Fabio “Rufus” Bristot del Cnsas, «era noto che sarebbe nevicato, a maggior ragione a quella altitudine e non era il caso avventurarsi in un’escursione, tanto meno in orario notturno». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

con il conseguente ammasso di molti detriti legnosi sul lago. È con grande orgoglio che possiamo comunicare che il campo di gara, dopo un grande lavoro della macchina organizzativa del Comune di Auronzo e dell’associazione Venice Canoe & Dragon Boat, è pronto e nella migliore condizione». Complimenti, prima ancora di iniziare, sono giunti dal presidente della Regione, Luca Zaia, che ha inviato una lettera di sostegno agli organizzatori ricordando che proprio il lago di Santa Caterina sarà il palcoscenico dei Mondiali di canoa del 2023 per le categorie Junior e Under 23. E le novità non sono finite: fari puntati su quattro atleti locali, tutti appartenenti all’Asd Canova Kayak Auronzo Misurina: nel k1 4, 20 2000 metri Allievi B maschile il tifo sarà tutto per Elia Zandegiacomo Mazzon e Mattia Moroder. Nel k1 4, 20 2000 metri Allievi B femminile sarà invece per Dalila Lauri. Nel k1 2000 metri Cadetti A maschile attenzioni concentrate su Enrico Matteo Pais De Gabriel. Tutti e quattro i ragazzi sono allenati da Alessandro Viglino e Chiara Zandegiacomo Mazzon. L’inizio delle gare è previsto alle 11. — GIANLUCA DE ROSA

progetto ad hoc di promozione e marketing per rilanciare il territorio di Auronzo e Misurina a livello nazionale e internazionale; finanziare gli interventi volti a rendere la casa di riposo ancora più sicura in caso di un possibile contagio. Il sindaco Pais Becher spera di trovarsi nelle condizioni di finanziare le attese opere pubbliche, con la riqualificazione delle piazze, già il prossimo anno, quando la pandemia dovrebbe essere meglio affrontabile con il vaccino. Molto apprezzato il sostegno alle famiglie per superare le difficoltà che in Val d’Ansiei ancora si riscontrano per i collegamenti via internet. — FRANCESCO DAL MAS


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