Progetto stress

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GESTIRE LA TENSIONE


PREMESSA

"La scoperta più grande della mia generazione è che gli esseri umani possono modificare la propria esistenza modificando il proprio atteggiamento mentale" William James.

In via preliminare si fa presente che la proponente ha una consolidata esperienza nel campo della formazione alla gestione dell’emergenza così come per le tematiche di prevenzione ai comportamenti aggressivi sul luogo di lavoro e per il supporto psicologico nei contesti di crisi. Ha operato nella formazione presso FS sui temi specifici della gara e dunque conosce le dinamiche ambientali che governano il tema di riferimento. Inoltre con i suoi professionisti ha operato e opera in contesti ad elevato contenuto tensivo e formato personale preposto alle attività di gestione nei momenti di crisi. Per tale motivo l’esperienza accumulata le permette di identificare non solo le migliori pratiche da offrire all’ente appaltante ma anche fornire la possibilità di confrontarsi con quanto viene proposto in ambienti simili o paralleli. Gestire la tensione in situazioni di emergenza Lo stress è stato da sempre inteso come una manifestazione negativa del nostro vivere. In effetti lo stress è invece un modo con il quale il nostro corpo risponde fisiologicamente agli eventi che quotidianamente ci accadono, come ad esempio un cambio di temperatura, o uno stato di allarme rispetto ad un pericolo e così via. E, pertanto, uno stato necessario affinché la macchina umana possa adattarsi ai cambiamenti e rispondere ad essi con le risorse necessarie E’ vero altresì che alcune volte il livello di stimoli a cui siamo sottoposti è talmente ampio, ravvicinato , intenso e inaspettato che il nostro corpo non riesce a gestire tutti gli eventi e non potendo contenere all’interno tutta l’energia accumulata, come in una pentola sottoposta a pressione, la lascia fuoriuscire in modo prorompente oppure non potendo farla defluire esternamente la fa esplodere internamente con conseguenze spesso devastanti per il nostro equilibrio fisico e emotivo. Oggi la complessità delle attività richieste e le continue sollecitazioni dalle quali siamo investiti ci richiede di attivare molti tasks in contemporanea e di offrire decisioni di qualità in minor tempo e con un grado di responsabilità sempre maggiore e legato sempre più alla competenza personale che a quella tecnica. I compiti molteplici possono però determinare delle “anomalie” che se immaginate preventivamente vedono il loro spegnersi con una certa facilità ma se inaspettate e cariche di emozioni possono condizionare il comportamento dell’individuo fino a bloccare i sistemi della ragionevolezza. La sensazione di tensione Ogni volta che parliamo di stress ci riferiamo più alla ridotta capacità di interagire con il contesto che alle diverse manifestazioni di disagio e di sofferenza che ci colpiscono a livello somatico e a livello psicologico. Ciò che caratterizza il vissuto dello stress è la sensazione globale che il soggetto prova, come se gli mancassero radici e non intravedesse punti di riferimento. La causa scatenante può essere rappresentata da una o più esperienze particolarmente negative: può trattarsi di relazioni particolarmente complesse, oppure di circostanze professionali che si configurano come eccessivamente pressanti o di contesti che appaiono ostili. La sensazione dominante è quella del disorientamento, che toglie smalto e spessore a tante realtà considerate fino a poco tempo prima come meritorie di attenzione e di impegno. Sembra che posto 3


davanti ad un bilancio esistenziale il soggetto si scopra perdente: gli investimenti fatti non giustificano i risultati ottenuti e questo oltre a togliere entusiasmo depaupera ulteriormente le sue energie. Lo stress sembra crearsi perché un insieme di fattori, interni e esterni, producono una disorganizzazione sia del sistema psicobiologico che del sistema etico-valoriale di una persona. Colpisce di fatto nei soggetti stressati in fase acuta il totale sovvertimento delle diverse scale di riferimento, a livello affettivo e decisionale, ma anche a livello etico. In alcune situazioni c’è un interrogativo di fondo che attraversa la condizione dell’individuo e che troppo spesso viene ricondotto alla caduta del tono dell’umore, che accompagna lo stress : ci si chiede anche se nel suo dare e avere rispetto agli altri il suo credito sia maggiore del suo debito. Quasi sempre si considera in credito, e quindi deve fare i conti con una inevitabile sensazione di vittimismo, che lo appesantisce, lo deprime ulteriormente e ne riduce la capacità di reazione. Cause e concause Nella situazione di stress gli effetti che si producono sono si sempre in funzione della intensità e della durata dei fattori stressogeni, ma soprattutto della capacità di farvi fronte da parte dell’individuo. Il grado di vulnerabilità personale è soggettivo ed è in funzione della storia personale di ognuno, della competenza maturata negli anni per fronteggiare le esperienze spiacevoli e della flessibilità con cui ci si sa adattare a sollecitazioni, che a volte appaiono come vere e proprie provocazioni. Ci sono emozioni che scaturiscono da una prolungata esposizione a fattori stressanti per lo più di tipo doloroso, che possono raggiungere una soglia di intolleranza grave per l’individuo. La sensazione di non poter reagire si accompagna alla consapevolezza di sentirsi sopraffatti dagli eventi, per cui lo scenario che ne deriva è quello di uno spiccato disorientamento. Ma in ogni caso la dimensione provocatoria è strettamente collegata alle aspettative del soggetto, la sua sensazione di inefficacia davanti agli eventi è in funzione dell’investimento emotivo che caratterizza le sue ragioni di impegno e del grado di addestramento che ha ricevuto. Ed è quest’ultimo uno degli elementi vincenti che evitano proprio il disorientamento di cui sopra. Emozioni -“Le emozioni consistono in un insieme di risposte chimiche e neurali le quali formano uno schema (pattern)” Questo è assolutamente un punto chiave perché si potrebbero concepire le emozioni come un tipo di riflesso ma, sarebbe scorretto. Quando parliamo di emozioni, trattiamo qualcosa di molto complesso che impegna non solo un sistema neurale ma anche un sistema chimico. Non c’è dubbio che il nostro equipaggiamento genetico includa strategie che ci permettono di performare un’emozione ed eseguirla. Infatti “Le emozioni giocano un ruolo nella regolazione e portano alla creazione di circostanze vantaggiose per l’organismo che le esibisce “. “Le risposte emozionali sono responsabili di cambiamenti nello schema cerebrale.” Le emozioni hanno il loro centro nell’amigdala e agiscono sull’ipotalamo e su alcuni centri come il locus coeruleus e i nuclei vagali, e poi influiscono sul sistema neuro-endocrino-immunologico . Tale conseguenza fa comprendere che non basta agire solo sulle strategie cognitive ma serve attivare dei comportamenti che vadano a produrre conseguenza sul sistema nervoso e sulle implicazioni che queste hanno con il sistema limbico. Le emozioni vissute come negative creano nel soggetto una condizione che provoca disturbi sul piano relazionale , nella prestazione e nel ritmo sonno-veglia. L’emergenza Reazioni alla tensione Le reazioni dell'organismo alle situazioni costituite da un evento catastrofico o straordinario sono sintomi definiti reazioni alla tensione. L’emergenza non è solo quella dettata dagli accadimenti ma è anche una sensazione che tutto il nostro sistema psicofisiologico percepisce e alla quale deve far fronte attraverso il sistema nervoso autonomo e che si struttura in tre momenti:

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REAZIONE D’ALLARME FASE DI ESAURIMENTO FASE DI RESISTENZA

Se è vero che il nostro corpo va alla ricerca della omeostasi e dunque è programmato per rispondere ad un evento fuori schema per riportarlo ad una condizione di equilibrio e anche vero che alcune volte si debba trattenere la risposta automatica di difesa e ci si debba invece fermare per innescare comportamenti non automatici ma strategici volti a gestire le reazioni alla tensione derivante da un evento a carica tensiva. . danni ulteriori. Automatismi e comportamenti professionali Tutti coloro i quali si trovano a dover decidere in situazioni di difficoltà o di pressione si avvalgono di procedure automatiche. Tuttavia, possiedono anche un repertorio di alternative per potere affrontare situazioni critiche. Il decisore si basa su categorie in suo possesso, tipi di comportamento, tipi di soluzione per i problemi decisionali che si aspetta di dovere affrontare. Gli automatismi nella decisione infatti garantiscono risparmio di risorse cognitive, di tempo, vantaggi materiali, sociali, simultaneità e parallelismo con altre azioni, comportamenti. Tali automatismi sono acquistati dall’individuo attraverso l’esperienza, l’educazione, l’addestramento, ma sono in parte anche frutto dell’evoluzione della specie Si può diventare pericolosi quando si risponde a modo proprio. Se ci sono le conoscenze delle procedure, l’addestramento e le competenze, il rischio di essere vittima delle conseguenze dell’emozione si riduce ampiamente. Se l’Ansia la Paura la Tristezza e il dolore o il senso di Colpevolezza che può insorgere alcuni giorni dopo l'evento, la Vergogna o l’Aggressività e l’Iperattività mentale con pensieri invadenti sull'evento, sono le risposte utili che il nostro cervello attiva , è anche vero che se non sono gestite, nei casi in cui serve la cosiddetta “presenza a se stessi e tenuta” possono creare danni ulteriori. Metodologia didattica L'istruzione riguarda il che cosa insegnare, la formazione il come insegnare ad apprendere dalle e nelle situazioni. In virtù di quanto affermato la nostra metodologia formativa considera come criteri di riferimento per progettare l’intervento formativo i seguenti postulati: costruire conoscenze ovvero partire dall'esperienza per poi giungere alla rappresentazione e alla formalizzazione ; trasmettere conoscenze ovvero strutturare la lezione, più o meno interattiva, con l'uso di attrezzature a supporto; costruire abilità ovvero usare la sequenza spiegazione - dimostrazione -esercitazione; sviluppare competenze ovvero attivare procedure di problem solving collegate all'esperienza pratica degli allievi sia dal punto di vista cognitivo che comportamentale;

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Questo nostro credo professionale ci porta a scegliere per il successo dell’iniziativa di potenziare i sistemi di padronanza poiché vanno moltiplicati i contesti d'uso delle competenze oggetto dell’attività formativa e dunque di miscelare le modalità descritte attraverso la messa in campo di 4 attività chiave: formazione attraverso attività fisiche per promuovere il controllo delle autonomie difensive del nostro sistema nervoso formazione attraverso esperienze d’aula per imparare a controllare le emozioni scatenate da eventi inaspettati e repentini formazione attraverso tecniche di visualizzazione per prepararsi agli eventi e attivare preliminarmente le risorse utili a contrastare l’emozione condizionante la presa di decisione formazione attraverso la visione di video dimostrativi costruiti appositamente per evidenziare “cosa accade se ------“ e “cosa andrebbe fatto per……..”

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