I Nostri Cani - gennaio 2021

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N. 1 gennaio 2021 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it

ASSEMBLEA 2020 • BOXER • BOVARO DELL’APPENZELL YORKSHIRE TERRIER • L’ISTINTO MATERNO “organo ufficiale ENCI”

gennaio 2021


Cane da pastore belga Groenendael. Foto Fabio Schiano.

l’incanto della neve‌.

Bovaro del Bernese. Foto Maddalena Manciani.


SOMMARIO Assemblea generale Notizie ENCI Il Boxer e le sue meraviglie Ottavio Perricone Dai pascoli alla vita di famiglia Angela Del Carro Voi e lo Yorky, parlatevi così Luciana Lastrucci Complici meravigliosi Guido Massimello L’istinto di madre fa bene ai figli Renata Fossati I cani hanno Santi in paradiso Rodolfo Grassi La torsione dello stomaco Sara Ceccarelli Memorie di un tempo Standard in pillole Freddo e gelo Ermelinda Pozzi Notizie dal Mondo Epagneul Breton più forti di Covid 19 Giorgio Bellotti Il Capodanno dei Bracchi Italiani Marco Ragatzu

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CHI E DOVE

63 Gli allevatori 64 I club

PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF­ FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE­ RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO­ SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI­ VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30

PER I GRUPPI CINOFILI Si informano i Gruppi Cinofili ENCI che all’interno de “I Nostri Cani” sono disponibili gratuitamente pagine dedi­ cate ai resoconti delle Esposizioni Internazionali e Nazionali. Per avere informazioni riguardanti gli aspetti tecnici e le modalità d’invio, contattare la redazione: redazione@enci.it - tel. 0270020358

TEMPI DI CONSEGNA DI TESTI E FOTO Pubblicità expo: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita (es. 5 novem­ bre per pubblicazione in dicembre) Articoli: previo accordi con la redazione Rubrica club: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita, in merito allo spazio disponibile Successi: in ordine di ricevimento, in merito allo spazio disponibile inviare a redazione@enci.it TUTTE LE RUBRICHE SONO GRATUITE Si ringrazia per la collaborazione

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Notizie ENCI ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI 2020

UN’ASSEMBLEA DIVERSA Dalla sede centrale di Milano si è diramato l’evento che ha coinvolto numerosissimi Soci sparsi in tutta Italia. Confronto, idee e la speranza che il prossimo anno porti maggiore serenità. I bilanci approvati a larghissima maggioranza. Ecco una breve cronaca dell’evento, da non intendersi ovviamente come il verbale dell’Assemblea

Il Presidente Dino Muto apre i lavori di questa Assemblea Generali dei Soci, insolita, diversa. Sono le 11.00 esatte del 19 dicembre 2020, in questa giornata di sabato dove nella sede di viale Corsica a Milano, il cuore dell’ENCI, c’è un grande movimento di computer, cavi e persone addette ai lavori, debita­ mente “mascherate”. Si aprono i collegamenti di questo evento obbligatoriamente svolto in streaming per i motivi che tutti noi ben conosciamo.

È emozionato, Dino Muto, e lo dice in diretta, mentre annuncia: “Apro ufficialmente i lavori dell’Assemblea. C’è stato un grande sforzo di tutti per la realizzazione di questo evento da remoto e vorrei ringraziare il Consiglio Direttivo tutto, i collaboratori, gli Uffici dell’ENCI”. Si parte, i lavori saranno suddivisi in due fasi. La prima dedicata agli argomenti all’ordine del giorno e 4


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relative votazioni. Chiusa l’Assemblea, proseguirà il confronto tra i Soci sui più diversi argomenti, anche non previsti dall’ordine del giorno. A presiedere l’Assemblea lo stesso presidente Dino Muto. Angelo Pedrazzini -direttore tecnico di ENCI – è eletto segretario, mentre Andrea Boscarello e Severino Guastaferro, sempre degli uffici, sono indicati come scrutatori. La scelta è approvata dai Soci con un solo voto contrario. Lo stesso Boscarello interviene per spiegare nel dettaglio il sistema di voto, peraltro molto semplice. È il momento del Collegio Sindacale, atto ad illustrare nel dettaglio l’opera di vigilanza sull’adeguatezza del sistema amministrativo e contabile di ENCI, sull’os­ servanza della legge, dello Statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione. In collegamento Erika Guerri, Presidente del Collegio, Giovanni Torre e Cesare Bianchetti. Quest’ultimo illustra minuziosa­ mente il lavoro effettuato dal Collegio, sottolineando che le attività dell’ENCI si sono svolte in conformità a quanto previsto e che il Collegio non ha rilievi da segnalare.

domande attraverso una prenotazione che avviene digitando semplicemente una icona dedicata. I collegamenti si sono svolti in maniera consona, fatto salvo alcune eccezioni che non dipendevano dalla piattaforma ENCI ma dai collegamenti periferici di alcuni Soci.

Silvia Paoletti chiede che venga messo a verbale che l’audio non è consono e che parte del discorso non è stato da lei udito e di non poter valutare a pieno quanto sin ora è stato detto. Informa che non le è stato consentito di visionare i relativi atti. Dichiara la sua astensione.

Dino Muto riprende la parola per sottolineare alcuni aspetti della vita dell’ENCI: “È necessaria una disami­ na più approfondita che potrà essere fatta negli Stati Generali che auspichiamo si possano svolgere in presenza nel 2021. Ci dobbiamo tutti confrontare sulla fase della ripartenza per condividere progetti, idee, collaborazioni. Quest’anno la quasi totalità delle manifestazioni è stata bloccata dalla pandemia: guar­ diamo ai prossimi mesi con speranza e ottimismo per la ripresa delle manifestazioni. Le iscrizioni al Libro sono in linea confortanti”.

L’esito della votazione sul Bilancio consuntivo dell’an­ no 2019 è stato il seguente: approvato con 1448 voti a favore, 1 astenuto e nessun voto contrario. La piattaforma utilizzata per lo svolgimento dell’As­ semblea, permette ai partecipanti di porre delle 5


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sull’intervento di Natale Tortora a sottolineare le scel­ te lungimiranti prese dal Consiglio per la promozione del Cane Sociale, da lei stessa definita “una scelta vincente”. Sottolinea anche il ruolo del cane da com­ pagnia che in questo periodo di continue e necessa­ rie restrizioni ha portato nelle famiglie sollievo e pre­ ziosi benefici. E continua: “Certamente, amministrare significa prendere decisioni, guardiamo con fiducia alle scelte per il 2021”.

È il momento di collegarsi col dr. Natale Tortora per il Bilancio di Previsione 2020 che, come sottolineerà egli stesso, si è trasformato in un Bilancio reale, già concluso, a causa del rinvio dell’Assemblea di aprile. L’accento è stato posto sulla pandemia che ha bloc­ cato di fatto alcune attività di ENCI modificando le previsioni delle entrate e delle uscite di Bilancio. Dati positivi, invece, arrivano dall’andamento del Libro genealogico che ha portato una ventata di ottimismo: una bella risposta da parte degli allevatori. Bene anche i corsi di formazione, con modalità da remoto, che hanno continuato a svolgersi.

Il Presidente, con riferimento all’intervento di Donnini, ha sottolineato: “È stato difficile prendere decisioni in questi momenti. ENCI ha guardato con attenzione alle direttive delle Regioni e del Governo… Sono state scelte difficili, come quella di annullare i derby a ridosso del loro svolgimento… è stato doloroso, ma inevitabile”. E aggiunge un pensiero agli Uffici dell’ENCI e ai Soci:

Proseguono gli interventi dai Soci collegati. È il momento di Serena Donnini che ringrazia gli Uffici, i Soci, in particolare quelli della sua Delegazione di Firenze, che in questo periodo così complesso hanno continuato il loro prezioso lavoro. Pone poi l’accento

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Notizie ENCI Giuseppe Abbatangelo si fa portavoce di numerosi Soci che attraverso le chat hanno trasmesso apprez­ zamenti e solidarietà per il lavoro svolto da ENCI. È quindi la volta di Ferdinando Asnaghi che porta apprezzamenti per i lavori assembleari, per la riuscita tecnica dell’evento e anticipa di avere formulato, in qualità di componente della Commissione Standard della FCI, una bozza di protocollo per il riconoscimen­ to delle nuove razze che al momento è al vaglio dell’ENCI. Interviene quindi Salvatore Dell’Aquila: “Tutta la cino­ filia sta pagando uno scotto a causa della pandemia, in ENCI abbiamo trovato un supporto - ha detto -, anche nel limitato svolgimento delle attività. Forte e inesauribile l’entusiasmo di Dino Muto mantenuto intatto tra un tavolo Ministeriale e l’altro”. “C’è sempre stata piena armonia tra gli Uffici e le Delegazioni, una comune linea di condotta è stata la scelta perseguita”.

Domenico De Giosa pone l’accento sulla rivalutazio­ ne dei compiti delle Delegazioni che dovrebbero avere un ruolo maggiore, per esempio nella conces­ sione degli Affissi. Ha poi rilevato che i corsi per adde­ stratori dovrebbero essere meglio monitorati. Il presi­ dente Dino Muto assicura che le proposte di De Giosa verranno valutate nelle sedi appropriate.

Continuano gli interventi. Mario Pinelli esprime soddi­ sfazione per il bilancio. Pone la questione dei cuccioli importati dall’Est che a causa della pandemia hanno fortunatamente subìto un rallentamento. Auspica il sostegno di tutti i Soci per affrontare insieme questo difficile periodo. A seguire Francesco Cochetti che si complimenta, aggiungendosi agli altri, per la piattaforma telematica che ha permesso il buon andamento dell’Assemblea. Si congratula con ENCI e Soci per i Raduni e le Prove che durante la finestra estiva si sono potuti svolgere, grazie alla tregua “concessa” dal Covid. Sottolinea il grande impegno del presidente Dino Muto, presente in moltissimi di questi eventi, con fatica e determina­ zione, sempre disponibile all’ascolto di tutti. “ENCI è una famiglia – dice Cochetti – andiamo avan­ ti con forza”; e conclude sottolineando anche l’ottimo andamento delle sessioni didattiche svolte da remoto per la formazione dei giudici.

Il Bilancio di Previsione è approvato dall’Assemblea con 1483 voti a favore, 1 astenuto e nessun voto contrario. Sono le 12,55 quando cala il sipario su questa parti­ colare Assemblea 2020, svolta da remoto. Un bel risultato che premia lo sforzo di decine di persone che si sono prodigate affinché tutto potesse funziona­ re al meglio. Al termine dell’Assemblea, il dibattito è proseguito, tra i Soci, con i Consiglieri e con il Presidente, avendo tutti, come obiettivo, la crescita del nostro Ente. Renata Fossati Rodolfo Grassi

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Notizie ENCI

CONVENZIONE TRA ENCI E ACI Si informa che il Consiglio Direttivo dell’ENCI ha deliberato di stipulare una convenzione tra ENCI e ACI che offre la possibilità di acquista­ re tessere ACI GOLD e ACI SISTEMA a prezzi scontati. Tale possibilità è offerta ai Soci Allevatori e

agli Associati dei Gruppi Cinofili e delle Associazioni Specializzate. La convenzione è valida fino al 31.12.2021. I dettagli sono consultabili sul nostro sito all’indirizzo www.enci.it/servizi-esclusivi-soci

AVVISO

AVVISO

Si avvisa che, essendo la raccomandata a.r. ritornata al mittente con motivazione “compiuta giacenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazio­ ne dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata deposi­ tata decisione relativa al procedimento disciplinare n. 62/18 nei confronti di BIOSIN CARMELO ELIO. Il termine perentorio per l’eventuale appello è di 30 gg. dalla presente pubblicazione.

Si avvisa che, essendo la raccomandata a.r. ritornata al mittente con motivazione “compiuta giacenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attua­ zione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depositata decisione relativa al procedimento discipli­ nare n. 57/18 nei confronti di COREA MARIA. Il termine perentorio per l’eventuale appello è di 30 gg. dalla presente pubblicazione.

Il Segretario Istruttore

Il Segretario Istruttore

AVVISO

AVVISO

Si avvisa che, essendo la raccomandata a.r. ritornata con motivazione “per compiuta giacenza”, in applica­ zione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depo­ sitata decisione relativa al procedimento disciplinare n. 6/19 nei confronti di MARCHESIN GIOVANNI. Il termine perentorio per l’eventuale appello è di 30 gg. dalla presente pubblicazione.

Si avvisa che, essendo la raccomandata a.r. ritornata con motivazione “destinatario sconosciuto”, in appli­ cazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depo­ sitata decisione relativa al procedimento disciplinare n. 5/19 nei confronti di PINTILEI MARIUS. Il termine perentorio per l’eventuale appello è di 30 gg. dalla presente pubblicazione.

Il Segretario Istruttore

Il Segretario Istruttore

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Le molte doti alla base di un successo da tempo consolidato

Il Boxer e le sue meraviglie

Originario della Germania e selezionato per la guardia ha ben presto conquistato simpatie per il carattere estroverso, la fedeltĂ al padrone ed ai suoi beni. Pochi consigli per valorizzare appieno tutte le sue qualitĂ


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Del Boxer si conosce sia l’anno che il luogo di nascita, era il 1895 e a Monaco di Baviera veniva registrato sul Libro origini Flocki, nato da un Bullenbeisser, morditore di tori, e da un Bulldog Inglese, e come possiamo immaginare era un cane ben lontano dal Boxer che sarebbe in seguito diventato. Questo, nella storia della razza è l’unico incrocio documentato tra il cane inglese e quello germanico. Dietro a questo primo esemplare di razza Boxer vi è un’operazione di una accurata selezione, non molto documentata, dovuta alla volontà di ridare vita a un molossoide tedesco, quasi scomparso, con un pizzico di sangue inglese che ne ha rafforzato le caratteristiche. I padri del Boxer oltre che cacciatori di bufali, orsi e cinghiali erano cani dei macellai e dei birrai che venivano

utilizzati per difendere l’uomo dai ladri e dai briganti lungo le strade malfamate. Gli antichi allevatori furono molto bravi a fissare i comportamenti che sono alla base delle attitudini del Boxer come difesa dell’uomo, qualità che gli venne riconosciuta nel 1925 per essersi distinto durante la prima guerra mondiale. È di supporto alla polizia di varie nazioni, nei servizi notturni delle pattuglie, presso le unità cinofile volontarie della protezione civile, nei terremoti per la ricerca dei feriti e delle vittime tra le macerie. Il primo standard risale al 1902 mentre in quello del 1990 già veniva descritta la forma delle orecchie integre, in quanto una legge federale in Germania ne vietava l’amputazione. 10


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LEALE, ATTENTO E OBBEDIENTE Ogni anno in Italia nascono circa 3000 cuccioli, un numero che corrisponde al grande interesse per questa razza che è diffusa in tutto il mondo ma che proprio in Italia raggiunge altissimi livelli, e il motivo di tanto successo è da imputarsi all’aspetto fisico, al carattere, alla salute. Fulvo o tigrato, maschio o femmina tutti pazzi per l’uomo, sembra quasi che sia vissuto sempre e solo in famiglia, si adatta facilmente anche in appartamento, è intelligente, leale, attento, vigile, furbo, obbediente e sempre pronto al gioco ma anche atleta instancabile e pronto a difenderti se vede un pericolo. Ha una forte individualità, in famiglia si inserisce in una scala gerarchica che riconosce un solo capo, e protegge tutti coloro che vivono con lui, rimanendo distaccato da chi non conosce senza mostrare paura o aggressività. Una volta che ha individuato il suo capo, questo ha la responsabilità di insegnargli le regole di una buona convivenza con gli uomini. Per raggiungere l’obiettivo occorre esercitare coerenza e tempestività, evitare le maniere forti, utilizzando poche parole, brevi, come sì, bravo, no. Il no deve essere deciso, ma non deve essere una punizione, pertanto va ricercata subito un’azione che meriti un sì molto enfatico. Una buona educazione di base è fondamentale e deve essere effettuata solo da quel capo evitando che altri intervengano senza coerenza e senza uno scopo ben chiaro al cucciolo. Il Boxer è proprio l’unione di caratteristiche, apparentemente diverse ma che in questi esemplari si fondono magicamente, dove gli opposti si attraggono e creano una solida stabilità dove la potenza si fonde all’affettuosità. Grande popolarità e successo sin dal suo esordio supportato anche dalla fortuna di aver avuto numerosi maestri che si sono appassionati e che molto ne hanno scritto. Che gran fortuna essere stati di grande interesse per molti italiani che hanno scelto il Boxer come compagno di vita e che li hanno studiati con gran minuzia e hanno lasciato un notevole patrimonio fatto di letteratura, scritti, riflessioni, genealogie presenti in tantissimi pedigree. Confalonieri, Scanziani, Bosi, De Sanctis, Mariotti, Bonetti e Perricone sono solo alcuni tra quelli che hanno contribuito con il loro pensiero e i loro allevamenti a scrivere la storia di questa razza e a diffonderla tra gli appassionati. Il Boxer è un atleta, un agonista, un cane potente, elegante, equilibrato, compatto, socievole che non deve essere un cane pauroso.

È UN BOXER! Così viene apostrofato da molti per dire di lui che quando entra nella nostra vita lo fa a zampa tesa e la sua passione non ci lascerà più, vuole attenzione costante, non è discreto né tantomeno riservato anzi è invadente e sempre giocoso, ma mai aggressivo verso i suoi compagni, unico è il suo atteggiamento verso i bambini per i quali nutre un sentimento di attento custode e fratello maggiore. Non sapete cosa vi siete persi se non avete mai visto un 11


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cucciolo di boxer, che già dai primi giorni rappresenta appieno le caratteristiche morfologiche e caratteriali che lo accompagneranno per tutta la vita, un allevatore esperto riconoscerà quelli della cucciolata che hanno elementi di distinzione. Attenzione però perché già da cuccioli hanno chiaro quale sarà il loro obiettivo, quello di conquistare presto un posto nella famiglia cercando di ribaltare l’ordine gerarchico a loro vantaggio, già ben determinati e con una grande personalità. Quindi sin dai primi mesi di vita dimostrano senza ombra di dubbio che sono dei veri e propri arrampicatori sociali che vogliono primeggiare non per dominare ma per conquistare una posizione che li vedrà subordinati solo ad una persona, quella che hanno riconosciuto come massimo esponente nella famiglia e che meglio ha compreso la loro personalità, mentre vedranno e posizioneranno tutti gli altri ad un gradino più basso, assumendone prote12


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zione in cambio di affetto e amicizia. E proprio per questo loro chiaro atteggiamento si sono contraddistinti come cani per nulla pericolosi, pacifici che mai hanno morso uno dei propri compagni. Intollerante alla solitudine, vi sarà grato se potrà seguirvi nelle attività all’aria aperta ma anche in auto pur di condividere il più possibile il tempo con la sua famiglia umana, unica difficoltà determinata dal “muso corto” è quella delle alte temperature estive che potrebbero causargli difficoltà respiratorie se non si prendono le giuste precauzioni.

AGILE, ROBUSTO ED ELEGANTE Quando guardiamo un boxer dobbiamo tenere a mente la funzione per cui è stata creata la razza: è un cane da difesa. La struttura generale deve consentire al boxer grande agilità, potenza, e competitività. L’aspetto è quello di un cane di media taglia, elegante, dalla costruzione quadrata, pronto a sprigionare tutta la sua potenza data da una muscolatura solida e robusta e ben sviluppata negli arti. Elemento distintivo della razza è la testa, unica per la sua conformazione, il boxer è un brachicefalo, ha, cioè, la testa larga e corta. Il rapporto fra cranio e muso è di 2:1, con assi cranio-facciali convergenti. Il muso è sviluppato nelle tre dimensioni, prognato, con la mandibola inferiore che sopravanza la mascella superiore, con una dentatura forte che deve presentare gli incisivi su una linea retta e ben distanziati. Altro elemento di distinzione è l’occhio, fondamentale nell’espressione di razza, in posizione sub-frontale, di forma ovalizzata e scuro. 13


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IL CLUB DI RAZZA L’Associazione specializzata che si occupa della razza è il Boxer Club Italia fondata a Roma nel 1946. Il Club collabora con le diverse Associazioni Europee ed in particolare con il Boxer Club Tedesco, patria dello standard, e proprio grazie a queste collaborazioni si è giunti ad uniformare le prove di Allevamento che in Italia hanno la stessa valenza e le stesse modalità di quelle fatte in Germania. Molti gli impegni che il Club si prefigge per salvaguardare la razza, ma l’impegno per la salute è un punto fermo da cui non si transige, vengono effettuati monitoraggi e controlli obbligati per quelli che sono punti di attenzione per la prevenzione delle patologie ereditarie: Displasie, Spondilosi e Cardiopatie. Le cardiopatie, sono state affrontate dal Club di Razza con una grande campagna di screening e di sensibilizzazione degli allevatori, portando ad una drastica riduzione dell’incidenza delle cardiopatie con la Stenosi subaortica passata dal 11,5% nel 1997 al 1,5% di oggi e la Stenosi polmonare dal 5% nel 1997 allo 0,5% di oggi. Tutto ciò ha migliorato la vita del Boxer rendendola più sana e più longeva. L’allevamento italiano primeggia ormai da anni, sui ring europei, dove i nostri allevatori dominano nelle più importanti manifestazioni cinofile. Questi risultati sono la giusta conseguenza al lavoro svolto nella selezione della razza mirato al miglioramento morfologico e della salute del boxer. Un Boxer è un compagno di vita giocherellone, un protagonista che non passerà mai inosservato, un amico vero. Ottavio Perricone

Vice Presidente Boxer Club Italia

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Il Bovaro dell’Appenzell

Dai pascoli alla vita di famiglia

Robusto e longevo, affidabile e vivace. Sa modulare la voce a seconda delle situazioni. Vive felicemente in casa ma è pronto al lavoro dove molteplici sono le sue abilitĂ


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L’Appenzell è una razza che se incontri sul cammino della tua vita ti “strega” con le sue qualità e ne nasce un amore unico e infinito. Affidabile, leale, un compagno di vita unico. Il Bovaro dell’Appenzell è una razza nata nell’omonimo Cantone Svizzero. Fu selezionato come conduttore delle vacche e guardiano della fattoria. Al giorno d’oggi è un cane polivalente utilizzato per la guardia, per attività di ricerca su macerie, attività sportive (sheep dog, scent game, ecc.) ma soprattutto come un eccellente cane da famiglia.

dei grandi promotori della razza, chiese alla Società Cinologica Svizzera (SCS) di adottare delle misure per la salvaguardia del Bovaro dell’Appenzell. Nel 1898, il Consiglio di Stato del Cantone di St. Gall promosse l’allevamento della razza. Su richiesta della SCS, fu poi creata una commissione che fissò le caratteristiche della razza. Più tardi alla prima esposizione internazionale di Winterthur, 8 esemplari di Appenzeller furono presentati nella classe sperimentale “cani da montagna e bovari svizzeri”. Dietro sollecitazione del Prof. Albert Heim, che si era consacrato alla salvaguardia delle varie razze da bovaro svizzere, e quindi anche all’Appenzell, nel 1906 fu creato il “Club svizzero del Bovaro dell’Appenzell”, con lo scopo di promuovere la razza mantenendone la naturale semplicità. L’iscrizione obbligatoria dei cuccioli nel “Libro delle origini del Bovaro dell’Appenzell” segnò l’inizio dell’allevamento come pura razza. Nel 1914, il Prof. Albert Heim redasse il primo valido standard di razza. Dal 1998 al 2006, la razza è stata valorizzata tramite il progetto realizzato in collaborazione con il Club di razza

LA STORIA I primi cenni di questa razza risalgono al 1853 quando, nel libro intitolato “Tierleben des Alpenwelt” (la vita degli animali sulle Alpi), la razza viene descritta per la prima volta, come “un bovaro pluricolore dal pelo corto, di taglia media, dalla voce limpida, che si può trovare in certe regioni; ha l’aspetto di Spitz molto omogeneo, utilizzato sia per la guardia alle fattorie che per radunare il gregge”. Nel 1895, il capo delle guardie forestali Max Sieber, uno 16


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Svizzero, S.C.A.S (Schweizerische Club fur Appenzeller Sennenhund) e la Pro Specie Rara (società che promuove la diversità genetica nella razze di animali da reddito/ utilità e nelle piante a rischio di estinzione). Il progetto ebbe lo scopo di aumentare la diffusione geografica e la diversità genetica della razza.

«IL CANE CHE PARLA GLI OCCHI» Il Bovaro dell’Appenzell è un cane tricolore di taglia media a pelo corto, compatto, ben proporzionato, muscoloso ma armonico in tutte le sue parti. La taglia, al garrese, è di 50-58 cm per i maschi e 48-56 cm per le femmine, con un peso all’incirca tra i 25 e i 30 kg. Il pelo è corto, fitto e lucente, sempre pulito e mai maleodorante; Il mantello può essere nero tricolore, con focature marrone-rossiccio e zone bianche sempre lucide; esiste anche una varietà color avana. I soggetti color avana sono recessivi quindi possono nascere solo da cani avana o neri portatori di avana. Caratteristica della razza è la coda arrotolata sopra la groppa o leggermente di lato, dagli amatori viene definita simile ad un “corno da caccia”. Caratteristica è la bella testa triangolare, sottolineata dalla forma triangolare delle orecchie. I suoi occhi sono maliziosi e, il Dott. Antonio Morsiani lo definì “il cane che parla con gli occhi”. Essendo cresciuta e vivendo con questa splendida razza da ormai trent’anni aggiungerei che è un cane che “parla” cioè risponde alle nostre richieste ruotando la testa. Continua è la ricerca del contatto umano, adora la vicinanza della famiglia e quando necessita di coccole si avvicina e con il suo naso sfiora il gomito. Nell’insieme è un cane tonico, armonico con portamento fiero ed attraente. 17


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Razza dalle grandi qualità caratteriali, sul lavoro con il bestiame esprime intelligenza, coraggio, serietà, devozione e obbedienza ai comandi del padrone. Negli alpeggi svizzeri, ogni soggetto aveva in custodia circa 100-150 capi di bestiame ed il pastore determinava l’area del pascolo tracciando nel terreno una linea con il piede. Compito del cane era mantenere il bestiame all’interno del perimetro tracciato dal pastore. La razza sul lavoro ha la tendenza all’uso della voce come abbaio, questa particolarità è stata determinata dalla selezione in zone montane. Per radunare il bestiame sulle montagne svizzere era fondamentale l’uso della voce come avviso per gli animali al pascolo affinché questi non si spaventassero e si dirigessero accidentalmente verso un dirupo. Non lo definirei un cane abbaione ma bensì un comunicatore, non abbaia inutilmente ma usa dei toni di voce diversi a seconda della situazione che sta vivendo (lavoro, gioco, guardia, coccole).

L’ALLEVAMENTO In Italia, la razza venne riconosciuta nel 1954 i primi soggetti iscritti al Libro genealogico risalgono negli anni 80, con la registrazione di alcuni soggetti di importazione svizzera. Negli ultimi anni la media di soggetti iscritti è di una quarantina di cuccioli l’anno. Si deduce che era ed è una razza di nicchia, d’amatore rispetto al cugino Bernese. Nonostante ciò la mancanza di notorietà offre anche dei vantaggi perché solo i veri amanti di questa razza si avvicinano e si appassionano. Anche l’allevamento ne trae dei benefici. Gli allevatori in Italia ed in Europa non sono numerosi e la maggior parte di essi cerca di collaborare ed allevare secondo validi criteri di salute, morfologia e carattere. Lo scopo comune è di consolidare ed approfondire i caratteri ereditari e mantenere la diversità genetica in una razza dove il numero di riproduttori per ogni Paese non è certamente elevato. Da anni i soggetti italiani si distinguono sui principali ring europei. Numerosi soggetti di allevamento e proprietà italiana hanno raggiunto il gradino più alto in esposizioni Europee e Mondiali e sono apprezzati come riproduttori in diversi Paesi. Sul piano demografico la Finlandia è forse al giorno d’oggi il Paese in cui la razza ha il numero più alto di iscrizioni al Libro genealogico con dei soggetti di alta qualità ed un “movimento” veramente attivo sul piano delle manifestazioni di bellezza ma anche di lavoro. Da qualche anno la razza è stata riconosciuta dall’American Kennel Club ed alcuni soggetti sono a volte presenti in esposizioni negli USA ed in Canada, ma le partecipazioni e le cucciolate rimangono ancora sporadiche al momento. Gli Appenzeller purtroppo non sono ancora riconosciuti dal Royal Kennel Club, unico dei quattro Bovari Svizzeri a non essere ancora approvato nel Regno Unito. 18


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un’incidenza reale delle patologie osteo-articolari ed è per questo che è fondamentale conoscere le proprie linee di sangue e condividere le proprie esperienze/conoscenze con altri allevatori per far accoppiamenti con la finalità di migliorare la salute della razza.

LA SALUTE È una razza molto rustica ma un allevamento attento e responsabile è di fondamentale importanza per scongiurare l’aumento d’incidenza di patologie ereditarie. Al momento non sono segnalate malattie ereditarie di tipo autosomico recessivo o tumorali. I Club di razza mondiali consigliano, e gli allevatori responsabili effettuano, gli esami per la displasia dell’anca e la displasia del gomito sui riproduttori. In Italia l’esame ufficiale, per l’emissione del certificato, dev’essere effettuato dopo i 12 mesi di età. Nell’ultimo decennio, all’estero, è stato segnalato un aumento dei casi di lussazione della rotula. È infatti consigliato effettuare il test al momento dell’esame radiografico della displasia. I riproduttori possono esser testati geneticamente per definire se sono portatori del gene avana (B-locus) e portatori del pelo lungo (coat lenght). Purtroppo, per svariati incroci effettuati in passato con la finalità di fissare delle caratteristiche, dei soggetti presentano la mutazione della lunghezza del pelo. Il numero ridotto di cuccioli nati e ancor di più il numero limitato di soggetti testati rende impossibile stabilire

Il Bovaro dell’Appenzell è una razza longeva con una vita media di 13-15 anni. Il cane anziano rimane dinamico e voglioso di fare attività fisica. Non sono rari casi di soggetti che vivono fino a 16 e 17 anni.

PER IL FUTURO PROPRIETARIO Come già detto è una razza che adora la vita familiare. Si adatta a vivere in tutti i contesti abitativi, dall’appartamento alla campagna. Compito dell’allevatore è d’informare il futuro proprietario che l’Appenzell deve essere coinvolto nelle attività della famiglia, è una razza sociale; Inoltre deve sottolineare la necessità delle uscite quotidiane necessarie per scaricare le energie, soprattutto quando vive in un contesto cittadino. È una razza adatta a persone giovani, sportive e a famiglie. Anche se è un cane di taglia media è molto muscoloso e con molte energie quindi poco consigliabile per persone anziane. 19


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L’Appenzell è testardo e con una propria personalità che dev’essere capita, compresa e rispettata. Fondamentali sono le regole chiare e coerenti che il nuovo proprietario deve dare fin dall’ingresso nella nuova famiglia. Con le persone estranee è riservato ma protettivo con tutti i componenti della famiglia. Non ha la tendenza all’attacco ma con l’abbaio avvisa del pericolo. Con i bambini è molto socievole e giocherellone, oltre a diventar più delicato ed attento. Sono stata accolta da due Bovari dell’Appenzell sin da quando sono nata e da ormai trent’anni questa razza mi accompagna nella vita. In questi anni ho conosciuto e vissuto con altre razze ma non mi è mai scattato l’amore e la passione che provo per questo Bovaro dalla coda riccia ancora sconosciuto al grande pubblico. Con lui s’instaura una sintonia, un semplice sguardo è sufficiente per capirsi. È una razza intelligente, versatile (dal divano alla passeggiata nella neve), fedele, devoto alla famiglia e coccolone; ma se richiesto ritorna un gran lavoratore con le bestie o nelle attività con attivazione mentale. Angela Del Carro

Medico Veterinario

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Poche regole per fare di ogni giorno una bella avventura insieme

Voi e lo Yorky, parlatevi cosĂŹ

Nella sua lunga storia un passato da cacciatore e compagno dei minatori. Affettuoso e volitivo, impara in fretta e non dimentica piĂš


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“Questo cagnolino ha catturato i cuori di centinaia di migliaia di persone e ha regalato innumerevoli ore di piacere e devota lealtà ai suoi proprietari” Osman Sameja

Possiamo definire lo Yorkshire Terrier come una perfetta fusione armonica e ben bilanciata tra un piccolo terrier e un impareggiabile cane da compagnia. Le origini sono umili e nella genealogia troviamo dei veri terrier da lavoro (Clysdesdale e Pasley scomparsi all’inizio del 1900), che vennero utilizzati dagli operai scozzesi, nelle miniere di carbone e nelle industrie tessili della lana, nei primi anni del 1800 quando emigrarono nella Contea dello Yorkshire e del Lancashire. Il nome Terrier, dal Latino Terra, in quanto avevano il compito di stanare le prede (topi, piccoli roditori, conigli, volpi ecc) dalle buche scavate nel terreno. Il pelo lungo e in quel momento ruvido non rappresentava un problema in quanto era utile per tirarli fuori dalle tane dove si erano infilati per inseguire le prede. È da questo tipo di terrier che discende lo Yorkshire. Molti appassionati affermano che in origine la razza fosse nota con il nome di Broken Haired Scotch Terrier ed è con questa denominazione che furono presentati gli esemplari iscritti alla prima esposizione canina del Kennel Club inglese nel 1859. Nel 1861 si aggiunse il nome di Yorkshire Terrier. È opinione diffusa che nella genealogia di questa razza ci sia anche lo Skye Terrier, l’Old Black and Tan Terrier e il Maltese. Il capostipite dello Yorkshire Terrier è il famoso Hudderfield Ben, un cane di 5 kg di peso, allevato da Mr. Eastwood nel 1865 e di proprietà di Mrs. Foster. Ben partecipò a molte competizioni canine prima come cacciatore di topi e successivamente alle esposizioni di bellezza ottenendo innumerevoli riconoscimenti. Ben, ottenuto con elevato indice di consanguineità, così da fissare determinate caratteristiche, è stato fondamentale per il diffondersi della razza anche in virtù della sua numerosa prole. Il nome Yorkshire Terrier è stato ufficialmente riconosciuto nel 1874 ma, la svolta nella sua storia, è avvenuta nel 1886 quando il Kennel Club inglese concesse il riconoscimento della razza. Da quel momento grazie all’impegno e al lavoro di alcuni allevatori (tra cui i coniugi Foster) si è avuto la diffusione e il successo della razza. In Inghilterra, divenne il più ricercato cagnolino da compagnia per le dame inglesi del periodo Vittoriano che spesso si facevano ritrarre con il piccolo in braccio o addormentato sul grembo. Nel 1870 gli “Yorkies” fecero la loro comparsa anche in America e l’AKC registrò il suo primo Yorky, una femmina di nome Belle, nel 1885. Lo Standard della razza è stato fissato nel 1898 quando venne costituito lo Yorkshire Terrier Club Inglese. 22


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lore dorato più intenso ai lati della testa, delle orecchie e del muso. La buona “uscita del collo” è necessaria per il portamento eretto della testa e l’eleganza tipica dello Yorkshire. Senza dubbio la sua caratteristica peculiare è il lungo mantello dritto che cade ai due lati del corpo con una scriminatura che va dall’occipite alla coda, di colore blu acciaio, di fine tessitura serica, pesante e che enfatizza la silhouette durante il movimento. Fino a non molto tempo fa per il giudizio dello Yorkshire in esposizione veniva utilizzato un punteggio con il massimo valore pari a 100 punti. La valutazione della qualità/colore del mantello arrivava a contare ben 50 punti, a sottolineare l’importanza di questo aspetto nello Yorky. Il movimento che è carattere di tipicità, deve essere fluido, sciolto, elegante, lo Yorky sembra avere le ruote sotto i piedi.

BELLEZZA, SALUTE E BENESSERE Lo standard di razza descrive l’ideale morfologico e rappresenta il modello di riferimento a cui uniformarsi per lavorare tutti verso lo stesso obiettivo tenendo presente la salute e il benessere del cane. Lo Yorkshire Terrier è un cane di piccola taglia, ben proporzionato e compatto che non supera 3,2 Kg di peso; nelle prime esposizioni inglesi erano previste 2 taglie dello Yorkshire in relazione al peso ma successivamente con la pubblicazione dello standard, è stato riconosciuto un unico peso. È un cane intelligente, attento, vivace e di umore costante. Nella testa troviamo espressa tutta la tipicità della razza, lo sguardo intelligente, i rapporti cranio-muso, le orecchie ben inserite e non ultimo il pelo molto lungo della testa con il noto co23


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SENSIBILE, CORAGGIOSO E LEALE Il carattere dello Yorky ci parla delle sue origini e della sua storia. Dotato di grande temperamento, è un cane molto affascinante e a dispetto della sua piccola taglia, è pieno di coraggio, fiero, leale, attento oltre che fedele. Soggetti timidi, paurosi non rispecchiano l’essenza dello Yorky. Molto protettivo, è un dolce compagno di vita ed è il cane da compagnia per eccellenza. È capace di intuire lo stato d’animo di chi gli sta accanto e si adegua alle più svariate situazioni; gioca con i bambini, fedele compagno di persone anziane, felicissimo compagno di passeggiate in campagna e non ultimo attento guardiano della casa e del proprio territorio (allertatore). Lo Yorky é cacciatore determinato e instancabile di piccoli roditori e possiamo osservarlo in giardino preso dal suo istinto di caccia. La socializzazione del nostro piccolo compagno inizia nel periodo immediatamente successivo alla nascita. Si distinguono la fase neonatale che arriva fino alla seconda settimana di vita, la fase di transizione fino alla terza settimana di vita, fondamentale perchè vede lo sviluppo dei sensi e la fase di socializzazione che va dalla 3° alla 10°. Quest’ultima si caratterizza per la socializzazione intraspecifica (con gli altri cani), interspecifica (con gli altri animali compreso l’uomo) ed per la socializzazione ambientale. In questo processo evolutivo sono coinvolti tutti e 5 i sensi del cucciolo ed è momento fondamentale in quanto si viene a determinare il carattere, il temperamento e il comportamento che il cucciolo avrà da adulto. L’educazione è d’altro canto, il processo attraverso il quale il cane impara le regole di comportamento necessarie per convivere insieme all’uomo e per adattarsi alle diverse situazioni che si possono presentare. Sotto questo aspetto molto importante è la comunicazione con il nostro cane, il capirsi a vicenda, la cooperazione. La coerenza dell’uomo, esplicitata da comportamenti costanti ed equilibrati, è fondamentale. Nella scelta della razza dobbiamo tenere ben presente le esigenze del proprietario o della famiglia, visto che la mole insieme all’istinto primordiale possono essere determinanti in certe situazioni. In questo contesto lo Yorkshire Terrier è un cane adatto alla famiglia e ai bambini (non troppo piccoli), per le caratteristiche fisiche e di carattere.

CURA DEL MANTELLO Per la cura si consiglia di spazzolare il mantello una volta al giorno. Il bagnetto ogni 2-3 settimane. Lo Yorky non ha il sottopelo, quindi non va incontro alla cosiddetta muta e non perde il pelo. Per avere un bel mantello lucido e setoso è molto importante la genetica, la selezione, ma anche la cura ha un ruolo importante. Igiene: Quando si effettua il bagnetto dobbiamo fare attenzione che lo shampoo non vada negli occhi, nelle orecchie e che non venga leccato dal cane. Una volta fatto lo shampoo e applicato il condizionatore è necessario sciacquare bene il pelo onde evitare irritazioni cutanee quindi asciugare 24


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bene con un asciugamano e poi con il phon fino a che il pelo non sarà perfettamente asciutto.

CUCCIOLI Le cucciolate possono essere formate da un solo cucciolo fino a 7-8, più frequentemente nascono 3-4 cuccioli. Il peso alla nascita si aggira intorno ai 100 gr (da 80 a 120 gr) con discreta variabilità; il colore del cucciolo è nero con piccole focature sopra gli occhi, sul muso, sulle zampe, sul petto e sotto la coda. I cuccioli nascono con gli occhi chiusi che si apriranno intorno al 13°-15° giorno. Uno dei primi sensi a svilupparsi è il tatto, fondamentale per la ricerca del calore materno e dei fratellini oltre che essere alla base dell’istinto alla nutrizione tramite la ricerca del capezzolo materno. Intorno ai venti giorni, grazie all’ulteriore sviluppo dei sensi, i cuccioli iniziano ad esplorare il mondo circostante. Sostanziale al fine di un corretto svi-

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IL CLUB DI RAZZA La SIAYT (Società Italiana Amatori Yorkshire Terrier) è stata fondata a Bologna nel 1989, dalle signore Eleonora Lodi Bertoni Carrà, Antonella Tomaselli e Franca Alessio. Eleonora Lodi Bertoni è stata presidente dall’anno della fondazione fino al 2001. La SIAYT è stata riconosciuta Associazione Specializzata di Razza nel 1995 (delibera del Consiglio Direttivo dell’E.N.C.I. del 28/02/1995). La successiva Presidente è stata Antonella Tomaselli (dal 2001 al 2009) e dal marzo 2009 a tutt’oggi la Presidente è Sonia Pagani (giudice FCI). Nel corso degli anni il club ha realizzato numerose iniziative per la corretta divulgazione, miglioramento e tutela della razza. In particolare sono stati organizzati seminari e tavole rotonde su temi specifici (salute, morfologia, alimentazione, educazione, addestramento, ecc.), incontri informali con i propri cani e corsi di addestramento, toelettatura, educazione e handling. Dal 2012 la SIAYT ha istituito il test di valutazione della colorazione del pelo per combattere l’inutile tecnica della colorazione artificiale del pelo, test tuttora impiegato nei Raduni e nelle Esposizioni Speciali. La taglia, unica per la razza, risulta molto importante e viene stabilita dallo standard con il peso che arriva fino a 3.2 Kg. Essendo lo Yorkshire uno splendido compagno di vita la SIAYT promuove la selezione di soggetti equilibrati con carattere allegro e umore costante. Luciana Lastrucci

luppo psico-fisico è tenere i piccoli con la madre per alcune settimane e comunque anche dopo e fino a 2-3 mesi di età il rapporto con la madre, che avviene sostanzialmente con il gioco, fortifica lo sviluppo del carattere. Lo svezzamento può essere iniziato intorno ai venti giorni, generalmente con il latte e intorno al mese si può somministrare il pasto con carne. La rilevazione del peso del cucciolo intorno a tre mesi di età, può dare idea del peso da adulto, generalmente si ritiene che il peso possa raddoppiare. Su questo aspetto molto importante è conoscere la genealogia del cucciolo in quanto le varie linee di sangue possono avere modalità di crescita peculiari. Il colore dello Yorky subisce una sostanziale modifica durante la crescita. Dopo alcune settimane dalla nascita, la radice dei peli sulla testa comincia a diventare grigia per poi evolvere nei mesi successivi al dorato tipico dell’età adulta. Anche il colore del mantello inizia a modificarsi dopo i primi mesi di vita e si manifesta con il caratteristico colore blue acciaio.

I PREGI RELATIVI DELLO YORKSHIRE TERRIER Il carattere impavido, gioioso e dolce, il grande temperamento, la lealtà, la testa con espressione intelligente ed attenta, la silhouette peculiare ed incomparabile, il movimento fiero e il mantello sierico blu acciaio scuro sul corpo e dorato sfumato sulla testa sono l’essenza dello Yorkshire Terrier. 26


Caratteristiche e comportamento dei Cani da Pastore dei Pirenei

Complici meravigliosi

Due identità , fisici differenti ed un carattere che li accomuna e li fa apprezzare ovunque. Ecco la loro storia‌


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I cani da Pastore dei Pirenei sono rappresentati da due razze ufficiali: il Cane da Pastore dei Pirenei a pelo lungo e il Cane da Pastore dei Pirenei a faccia rasa. La storia di questi cani, esempio di perfetto adattamento alla vita rurale montanara, è stata misconosciuta fino almeno alla metà del XIX secolo. Si pensa che il cane raffigurato nella litografia di Dartiguenave intitolata “Costumes des Pyrénées” (1855) possa essere un Pastore dei Pirenei di colore grigio-nero. Qualcuno ha riconosciuto un “Pastore a Faccia Rasa” nell’opera di Buffon “Histoire naturelle” (fine ‘700) e nel dipinto a olio del mitico Van Gogh “Le retour du berger” (metà ‘800), ma, al di là delle supposizioni, non c’è una data certa della presenza iniziale di questi Cani da pastore nei Pirenei che hanno conosciuto la notorietà, a differenza del Cane da Montagna, solo in epoca relativamente recente. Anche per questi cani, la regione ritenuta culla delle razze è quella del Labédan, dell’alto Comminges, dell’alta Garonne. Quando alcuni appassionati cinofili (tra i quali J. Dhers) hanno cominciato ad interessarsi seriamente a questi soggetti, notarono delle differenze tra quelli allevati a Saint Béat, piuttosto che ad Azun, a Bagnères o ad Arbazie. Si trattava indubbiamente dello stesso cane, ma, come scritto all’inizio di questo articolo, la scarsa comunicazione tra le valli fino ad inizio del secolo scorso, ha condotto i possessori a far riprodurre i propri cani in consanguineità, fissando con questo alcuni caratteri differenziali di secondaria importanza. Il Pastore di Arbazzie è stato scelto come quello da imitare, riconoscendo però a quello di Bagnéres la testa più tipica. È proprio la eterogeneità dei soggetti che rende ancor di più affascinante il Cane da pastore dei Pirenei e, contemporaneamente, rende molto difficile il giudicarlo perché non è facile cogliere i particolari! Se è vero che è stato scoperto al di fuori della sua zona di origine in epoca relativamente recente, il suo utilizzo è stato intenso come cane staffetta nella prima Guerra Mondiale. La ribalta non è stata una fortuna in questo caso, perché nel 1916 Théodore Dretzen, che conosceva bene la razza, fu incaricato di reclutare centinaia di soggetti per il progetto. Veloce, resistente, rustico, dotato di grande olfatto, molto intelligente ed intuitivo, questo cane era ritenuto adatto a portare rapidamente messaggi e medicine senza essere notato dagli avversari a causa del suo aspetto rustico e della piccola taglia. Tra il 1915 e il 1918 alcune migliaia di questi cani furono ospitati nei diversi canili per essere addestrati allo scopo. Il compito di aiutare a difendere la Patria era sicuramente nobile, ma fu una vera sfortuna per loro: diverse centinaia di questi formidabili e devoti cani morirono sul campo. La razza fu decimata. Solo nei primi anni ’20 del secolo scorso iniziò un percorso di selezione mirata al riconoscimento ufficiale, arrivato nel 1926 con l’ammissione al Concours générale agricole di Parigi, tempio della cinofilia francese. Seguirono nel 1927 (ma già c’era uno Standard del 1923) due studi tesi a far conoscere ulteriormente il Cane da

Studio di testa

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pastore dei Pirenei: quello di Bernard Senac-Lagrange pubblicato sull’Annuaire de la Réunion des Amateurs des Chiens des Pyrénées R.A.C.P (di cui era primo Presidente) e quello di Louis Dutrey, che scrisse la tesi “Le berceau d’une race canine: le chien de Berger des Pyrénées”, terminando così il suo percorso di studi in Medicina Veterinaria all’Università di Toulouse. Il percorso da allora fu avviato ed i Cani da Pastore dei Pirenei ebbero in Francia e in molti altri Stati al di fuori delle loro valli d’origine il giusto riconoscimento: quello di un cane straordinario per capacità, resistenza e devozione, capace di essere protagonista anche come cane da compagnia o sportivo (agility dog, ricerca in superficie, ecc.)

PECULIARITÀ E CONSIDERAZIONI Pur essendo differenziate in due razze, dotate ognuna del proprio Standard, in realtà si tratta di due varietà della stessa razza: uno “a muso normale” (cioè a pelo lungo o 29


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Laurea del Collega Louis Dutrey. Il tipo a pelo lungo è iscritto nel 1° Gruppo della classificazione FCI–Sezione 1 Cani da Pastore ed è descritto nello Standard n. 141 del 25.05.2009. Il Faccia Rasa è descritto nello Standard n. 138 del 13 marzo 2001, nello stesso Gruppo e Sezione. Le caratteristiche citate in questi scritti ufficiali sono proprie di cani (soprattutto il pelo lungo) che sono un perfetto adattamento al contesto montanaro pireneo: la taglia ed il peso ridotti; la corporatura atletica; i piedi secchi, raccolti, duri; gli arti angolati; i garretti posizionati in basso (a volte leggermente chiusi); il pelo ben fornito. Per entrare nei dettagli, il Cane da pastore a pelo lungo è di piccola-media taglia: da 42 a 48 cm nei maschi e da 40 a 46 cm nelle femmine, con tolleranza di 2 cm in più o in meno se i soggetti sono perfettamente tipici. Queste misure ridotte gli permettono un confronto fisico che non danneggia gli animali zootecnici che deve condurre, sopperendo al contempo al poco peso con qualche pizzicotto

semilungo su testa, arti e corpo) e l’altro “a faccia rasa” (cioè con pelo raso su muso e cranio e corto o di lunghezza contenuta su arti e resto del corpo). Il primo Standard ne fa menzione, così come la già citata Tesi di

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ben assestato e con la sua voce pungente. Un cane che lavori in alpeggio, che deve condurre animali ben più grossi di lui, deve avere grande energia nervosa, attenzione e vigilanza. La sua natura schiva, diffidente solo con gli estranei, sa invece dimostrarsi eccezionalmente affettuosa e devota verso il proprietario con il quale sa instaurare una complicità assoluta. Spesso la diffidenza viene interpretata dai non conoscitori della razza come paura, ma è invece il risultato (ormai fissato e trasmesso geneticamente) della sua vita in montagna, dove per mesi l’unico umano con il quale aveva contatti era il pastore. Come per il Cane da montagna, anche per i Cani da pastore dei Pirenei l’espressione del cane ha una valenza enorme. Così di seguito ne valutiamo i particolari che concorrono alla giusta tipicità.

TESTA MOLTO ESPRESSIVA Fondamentale e particolare per la corretta espressione, è il ciuffo di peli che c’è davanti agli occhi e che pare quasi scompigliato dal vento: viene definito “coup de vent” e dà veramente fascino al Pastore. Dietro a questo caratteristico ciuffo si devono vedere gli occhi, vivi e pungenti come si è descritto prima. Nella razza Pastore a Pelo lungo è compresa la varietà a pelo semilungo; esso ha in generale meno pelo e questo è di lunghezza più ridotta. Proprio a causa di ciò l’espressione della testa è più tipica (nota: fino ad alcuni decenni addietro la maggior parte dei Pastori presenti ad Argéles-Gazost, nel cuore del Labédan, erano di varietà pelo semilungo). Tutti questi particolari concorrono ad ottenere la corretta “espressione pirenea” e sono indispensabili per la tipicità!

Litografia di Dartiguenave intitolata “Costumes des Pyrénées” (1855)

La costruzione dei cani appartenenti a questi due “pastori” è sensibilmente diverso: il “pelo lungo “ è iscritto nel rettangolo (più lungo che alto), il “faccia rasa” tende ad essere iscritto nel quadrato: va da sé che il primo ha angolazioni degli arti più chiuse del secondo. Il pelo è generalmente di tessitura lanosa sul treno posteriore e di tessitura caprina sull’anteriore. È spesso, resistente, e non potrebbe essere diverso vista la funzione. Sovente i soggetti a pelo lungo hanno delle placche (“matelots”) o delle corde (“cadenettes”) di pelo morto che si deposita sul posteriore negli anni: questo è del tutto tipico e dà un aspetto più rustico al cane. Nel “faccia rasa” il pelo è raso, appunto, sulla testa e decisamente più corto e liscio sul resto del corpo. Tutti i colori sono accettati, tranne il nero focato, gli arlecchini fulvi ed il bianco che oltrepassa un terzo dell’intero mantello. L’eterogeneità fa parte della storia di queste razze e accresce il loro fascino! Guido Massimello

Presidente del Club Amatori Cani dei Pirenei

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La conferma da un importante studio sull’amore materno Prime cure ai cuccioli con una fattrice molto attenta. Cane da pastore scozzese a pelo lungo. Foto Maria Teresa Garabelli.

L’istinto di madre fa bene ai figli Il rapporto tra fattrice e cuccioli è alla base dello sviluppo dei piccoli e previene eventuali problemi di comportamento

Il mondo della scienza rivolge continuamente il suo sguardo attorno all’universo unico e allo stesso tempo variegato dei cani. Una banca dati universale e inesauribile che offre la possibilità di ricerche, confronti, statistiche e permette agli studiosi di raccontarci vicende lontane nel tempo e vicine ai giorni nostri. Recentemente, un team di studiosi francesi ha rivisitato alcuni studi svolti negli anni da altri colleghi di tutto il mondo che si sono occupati di un fattore determinante per il benessere stesso dell’allevamento: l’Istinto Materno. Natalia R Santos di ENVA, Maisons-Alfort (F); Alexandra Beck e Thomas Blondel Ceva Santé Animale, Libourne (F); Cindy Maenhoudt e Alain Fontbonne di CERCA,

Maisons-Alfort (F), hanno svolto un prezioso lavoro di ricerca e confronto nel tentativo di valutare l’impatto dell’istinto materno sulla vita futura dei cuccioli. Nonostante gli sudi fatti nel tempo, è ancora difficile ai giorni nostri valutare appieno tutte le variabili sia genetiche che ambientali e comportamentali che possano influire in maniera corretta oppure distorta nella cura e nell’allevamento dei cuccioli da parte della fattrice. I ricercatori hanno sottolineato che l’obiettivo di questa revisione è descrivere il repertorio delle interazioni madre-cucciolo e le attività comuni associate al comportamento materno nel cane, sia durante la preparazione al parto che nelle prime 3 settimane dopo il parto. Inoltre, 32


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tanza a lasciarlo, la leccata genitale e generale del cucciolo neonato, l’allattamento e il contatto diretto con la lettiera. La costruzione del giaciglio è generalmente osservata prima del parto e l’allattamento si avvia sin dalla nascita sino a circa 5 / 10 settimane dopo il parto, sia per la cagna domestica che per tutte le specie di canidi. Tuttavia, la caratterizzazione del comportamento materno per razza non risulta essere stata studiata. Le razze che sono state utilizzate nel tempo per studiare il comportamento materno (a partire da Scott. 1958) includono: Beagle Cocker Spaniel, Cane di pastore tedesco, Labrador e Golden retriever, Border terrier, English Staffordshire terrier, Greyhound, Whippet, Cane da pastore belga Groenendael, Boxer, Border Collie, Bassotto a pelo corto, Weimaraner, incroci fra razze pure e incroci fra meticci. Uno dei primi studi sull’interazione tra la cagna e i suoi cuccioli è stato eseguito da Scott et all., durante lo svezzamento. Lo stesso gruppo di ricerca si è poi concentrato sulla genetica e sul comportamento sociale dei cani. Il comportamento materno e le interazioni con i cuccioli al momento del parto e durante il primo periodo postpartum sono stati da allora studiati da molti altri gruppi (non è possibile qui citarli tutti n.d.r.). Il numero di ricerche volte a caratterizzare l’assistenza materna nei cani domestici durante le prime settimane successive al parto sono limitate, tuttavia, è stato dimostrato che tratti del carattere di cani adulti possono essere stati influenzati da variabili materne, ovvero dal comportamento della madre durante il parto e l’allattamento.

LA VASTA GAMMA DEL COMPORTAMENTO MATERNO

Al sicuro vicino alla mamma. Samoiedo. Foto Maria Grazia Cervone.

L’interazione materna con i cuccioli inizia con la preparazione al parto e include la serie di eventi che portano alla nascita, alla sopravvivenza e allo sviluppo di un cane sano e sociale. In generale, i ricercatori si sono concentrati sulle interazioni più facili da osservare e misurare come la leccata anogenitale che si osserva subito dopo la nascita e durante le prime 3 settimane di vita per stimolare la minzione e la defecazione nei cuccioli. Il comportamento materno durante il periodo neonatale è definito nella maggior parte degli studi come la quantità di tempo che la fattrice trascorre con i cuccioli (tempo trascorso a contatto e tempo trascorso nell’area della cassa parto), l’entità dell’interazione oro - nasale e il tempo trascorso ad allattare. L’inadeguata o scarsa stimolazione materna durante il periodo neonatale e quello di transizione può alterare il comportamento dei cuccioli nel corso della vita (Czerwinski et al. 2016). Sono disponibili pochissime informazioni per aiutare a definire i fattori che influenzano il comportamento materno, tuttavia, è noto che alcuni fattori ambientali lo possano influenzare. Per esempio, è stato osservato che il tempo trascorso con i cuccioli variava a seconda del materiale utilizzato come lettiera nella cassa parto.

vengono discussi i fattori che possono influenzare il comportamento materno e l’effetto dell’assistenza materna sullo sviluppo del cucciolo. Riconoscere i comportamenti che possono essere osservati al momento della nascita contribuisce a favorire il lavoro dei veterinari e degli allevatori di cani. Inoltre, una maggiore conoscenza dei fattori che possono influire sullo sviluppo futuro del cucciolo può aiutare a ridurre al minimo i problemi comportamentali nei cani adulti. Infine, questa revisione mira a evidenziare le aree in cui è ancora necessaria una futura ricerca. La prima riflessione dei ricercatori francesi dice che sebbene l’allevamento selettivo abbia prodotto una grande variazione nel fenotipo, nella funzione e nella taglia dei cani, il suo effetto sugli istinti di base come il comportamento materno, sembra essere marginale. La maggior parte delle razze canine mostra ancora un comportamento materno di base molto simile. Ciò include elementi integrati come la costruzione del giaciglio e la rilut33


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L’istinto materno di questa Golden retriever è molto evidente. Anche l’amico cucciolo di Alano trova spazio per un breve pisolino. Foto Emanuele Lissignoli.

razione descrivere quasi sempre un semicerchio che porta alle mammelle. I cuccioli sono attratti dalla ghiandola mammaria da segnali olfattivi, un comportamento che facilita l’assunzione di latte. Una volta che i cuccioli aprono gli occhi e sono in grado di muoversi, il loro tempo di contatto con la madre aumenta di nuovo perché ora sono in grado di seguirla.

INTERAZIONE CUCCIOLO-MADRE I cuccioli neonati hanno una forte tendenza a localizzare luoghi caldi, rilevano istintivamente il capezzolo e allattano il prima possibile dopo la nascita. Le attività dei cuccioli nelle prime 2 settimane di vita consistono nel dormire, cercare calore e poppare, e la direzione dell’inte34


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Tutti in cerca di contatto con la mamma. Weimaraner. Foto Gianmatteo Demuro.

CURA MATERNA NEL TEMPO

FATTRICI ALLA PRIMA ESPERIENZA E FATTRICI ESPERTE

Tutte le interazioni caratterizzate come cure materne si verificano frequentemente durante le prime settimane di vita di un cucciolo per poi progressivamente diminuire nel tempo. I ricercatori hanno osservato che nei cani in libertà, così come in molti canidi selvatici, la cura materna inizia a essere sostituita dalla cura del branco (con l’aiuto di cani adulti femmine e maschi imparentati con i cuccioli) a circa 3-4 settimane. Ciò aumenta al momento dello svezzamento, dando alla cagna l’opportunità di recuperare le sue condizioni fisiche e quindi aumentare le sue possibilità di riprodursi con successo in futuro. Nell’allevamento domestico, il tempo dello svezzamento è dato anche dal numero dei cuccioli nati, infatti, se la cucciolata è numerosa avverrà qualche giorno prima, per salvaguardare la fattrice e preservarla anche da eventuali crisi di eclampsia (ipocalcemia) dovuta allo svuotamento improvviso delle mammelle da parte dei cuccioli. Se invece il numero è limitato, i cuccioli avranno meno esigenze di essere svezzati precocemente avendo a disposizione una maggiore quantità di latte.

Il comportamento materno nelle femmine primipare e pluripare sembrava essere simile, sulla base di una valutazione descrittiva del comportamento fatto dai ricercatori negli anni Sessanta e Settanta. Attualmente, invece, è stato rilevato che una madre esperta risponde più prontamente alle esigenze del neonato il quale è meno disturbato dai cambiamenti fisiologici durante tutto il parto. Uno studio (riferito a 10 femmine di taglia medio-piccola) ha scoperto che le femmine esperte mostravano un livello molto più alto di cure materne rispetto alle femmine primipare durante i primi giorni dopo il parto, ma l’assistenza materna è aumentata nelle femmine primipare nelle settimane successive, superando infine le femmine più esperte. Una ricerca condotta presso un allevamento di Cani da pastori tedeschi delle Forze Armate svedesi ha dimostrato che i cuccioli nati da cagne più esperte, durante la loro carriera addestrativa (in età giovanile) ottenevano un punteggio migliore riguardo la fiducia e la ripetizione degli esercizi durante gli allenamenti. In uno studio presso un centro di addestramento per cani guida per 35


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Ai cuccioli tutto è permesso. Beagle. Foto Paola Nuciari.

persone non vedenti è stato invece rilevato che le fattrici che avevano partorito meno cucciolate avevano punteggi di comportamento materno significativamente più alti rispetto alle fattrici più esperte, il che riconduce all’idea di una esplorazione più approfondita sul tema che risente di notevoli variabili sia genetiche che ambientali, primo tra i quali l’indice di stress delle fattrici stesse. Uno studio di Foyer et al. del 2016, osserva che le dimensioni della cucciolata possono anche influenzare le cure fornite dalla fattrice. Le madri con un minor numero di cuccioli (da 1 a 5) sembrano dedicare più tempo ai singoli cuccioli, migliorando così la cura materna. La valutazione dell’assistenza materna in relazione al sesso del cucciolo non è stata studiata in modo specifico; in generale, non sono state osservate differenze specifiche o significative in base alle interazioni cucciolo-cagna in relazione al sesso del cucciolo stesso.

LA GENETICA E L’INTERFERENZA UMANA L’attenzione dei ricercatori si è quindi spostata sulla genetica. Anche se ancora poco conosciuta nei cani, la genetica può svolgere un ruolo importante nel comportamento materno e giustifica l’attenzione nella selezione del bestiame da riproduzione. La rimozione delle femmine che hanno un comportamento materno scadente dal programma di allevamento, sembra essere una strategia positiva per migliorare il comportamento materno in generale (Houpt 2012). In questo, modo, le fattrici con un istinto materno consolidato, forniranno meno cure ai cuccioli malati o che stanno morendo senza per questo mostrarsi ansiose. Quello che conta maggiormente sarebbe valutare con maggiore obiettività uno scarso comportamento materno nei confronti dei cuccioli sani che non prevede nulla di 36


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IMPATTO DEL COMPORTAMENTO MATERNO SULLO SVILUPPO DEI CUCCIOLI Anche se è stato suggerito che lo stile di cura e la quantità delle interazioni della cagna possono essere importanti segnali predittori del comportamento futuro dei cuccioli sino all’età adulta (Dietz et al. 2018), l’impatto dell’assistenza materna sulla cucciolata necessita di un’ulteriore valutazione. I risultati finora sono equivoci, o almeno sembrano dipendere dalla razza ma anche dall’ambiente. Il comportamento materno molto probabilmente modella il carattere dei cuccioli, portando a una serie di reazioni e adattamenti che influenzeranno il comportamento del cucciolo e probabilmente anche del cane adulto. Alcune ricerche (Guardini et al. 2015, Bray et al. 2017b, Foyer et al. 2016), hanno portato a risultarti contraddittori. Per es. nel caso di cani allevati per essere reclutati al servizio delle Forze dell’Ordine e cresciuti con elevate cure materne, si è notato una migliore disposizione nell’affrontare lo stress addestrativo; al contrario, cuccioli allevati da associazioni e addestrati per diventare cani guida per persone non vedenti, pur essendo stati allevati da fattrici premurose hanno fornito scarse prestazioni durante un’attività di risoluzione dei problemi, facendoli ritenere non idonei. Secondo Houpt (2018), il periodo di socializzazione da 4 a 14 settimane sembra essere il più importante dal punto di vista comportamentale perché durante questo periodo i cuccioli sono in grado di imparare dalle interazioni con i loro compagni di cucciolata, la madre e gli umani. Non ci sono studi che trattano l’effetto delle interazioni umane o interspecie durante il periodo neonatale, di solito limitato alle prime 2 o 3 settimane di vita, sulla socializzazione nei cani.

Sempre attenta a ciò che succede intorno. Jack Russell. Foto Michele Caricato.

buono sia per i cuccioli che per la fattrice stessa. L’interferenza umana potrebbe anche avere un impatto negativo sul comportamento materno delle fattrici. Dal momento in cui nel corso della loro vita abbiano sviluppato un legame fortissimo di dipendenza con gli umani, potrebbero addirittura mostrare cure materne peggiori e abbandonare i loro cuccioli. Inoltre, se questi cuccioli vengono poi allevati artificialmente, è più probabile che vengano inclusi nel programma di allevamento, influenzando ulteriormente il processo di selezione verso le madri povere del giusto istinto di accudimento. L’interferenza umana è un fattore comune a tutti gli allevatori. Si tende a “salvare” più cuccioli possibile, comportamento dettato per i più da un atto di innata umanità o, magari, per i pochi… con un pensiero al portafoglio. Un caso limite è quello delle future fattrici, “figlie uniche” che vivono in famiglia, troppo coccolate e umanizzate al punto tale da confondere i loro istinti, innescando in questo modo ansie e stress che le inducono, al momento del parto, a cercare tutte le soluzioni fra le braccia del padrone, o nel suo letto o nei posti più impensati dove poter “nascondere” la cucciolata in arrivo. Come dicevamo, un caso limite ma non così raro.

Resta da vedere, data la complessa interazione tra genetica e ambiente quali siano le variabili reversibili o irreversibili e la loro incidenza sulle prime esperienze di vita (Dietz et al. 2018), e se un’adeguata stimolazione durante il periodo di socializzazione sia in grado di superare gli effetti della mancanza di adeguate cure materne. La plasticità e l’adattabilità del comportamento del cane sono state ben documentate in molte situazioni, per es. quando si introduce un cane adulto in un nuovo ambiente domestico. Tuttavia, i problemi comportamentali e le fobie sono una delle cause principali dell’abbandono dei cani. Pertanto, concludono i ricercatori francesi, è importante condurre ulteriori ricerche per comprendere meglio l’effetto del comportamento materno durante ogni fase dello sviluppo del cucciolo e l’impatto complessivo sulla plasticità del cervello del cane adulto, al fine di migliorare il benessere generale dei cani nella società moderna. Renata Fossati 37


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Religione, storia ed arte offrono suggestive testimonianze

Andrea Mantegna. La Camera degli Sposi

I cani hanno Santi in paradiso Nella bibbia e nei vangeli riferimenti al rapporto privilegiato con persone votate a Dio. Il Grigio, simile ad un lupo, difendeva don Bosco dai briganti. Perché San Rocco è sempre ritratto con un cagnolino che gli porge un pane. Sant’Uberto ed i segugi

“La vera santità consiste nel fare la volontà di Dio con il sorriso”

tempo è infatti punteggiata dalla presenza del cane. Come fosse una pietra miliare a segnare il cammino percorso ed il tratto di strada che attende altri passi, altra gente, altri cani tanto da farti dire, come affermava José Saramago, che “la fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro”. Così accade di anno in anno ad iniziare dalla Bibbia in cui il cane percorre accanto alla gente i primi sentieri nel calendario degli anni e nella memoria dei secoli meritando una tepida gratitudine e traendone scarsi vantaggi. Proprio come lo ricorda fra gli altri l’evangelista Matteo rimarcandone la presenza vicino all’uomo: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci” scrive.

Madre Teresa di Calcutta

Nessun altro più del cane ha santi in paradiso. Fors’anche perché nessun altro meglio di lui lo merita e continua a non trarne vantaggio. Proprio come afferma don Pierluigi Plata, parroco nel Bresciano, nell’originale e stupefacente libro “Fratello agnello. Sorella volpe”. “Un cane senza che gli si chieda nulla aiuta chi vede nel bisogno, mentre un uomo non si accorge o peggio fa finta di niente”. Ogni epoca e ciascuna stagione nella marcia dei popoli lungo il 38


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Andrea Mantegna. Particolare della Camera degli Sposi

Andrea Mantegna. Il cane nella Camera degli Sposi

Comunque in molti testi sacri il cane fa capolino tra le righe o, come accade di frequente, cattura lo sguardo da affreschi e ritratti in cui compare, magari in un angolo, ma ogni volta pur nelle più diverse circostanze è una presenza non casuale. Proprio come testimonia quella letteratura riferita ai santi e nota come agiografia. Gli esempi sono molti, in scritti, dipinti, statue od altre forme d’arte a conferma che il cane fu e continua ad essere il quattro zampe più vicino alla gente: tutti, ed hanno un significato ben più profondo delle sembianze, sono ritratti come se inviassero a chiunque li guarda un messaggio di serenità. Ne sono esempio le immagini di cani ne la “Camera degli sposi” a Mantova affrescata da Andrea Mantegna ed alle quali il tempo continua a donare un’indicibile tenerezza ed una stupefacente vitalità. Già al primo sguardo confermano quanto ebbe a scrivere Giovanni Paolo Lomazzo, anch’egli artista conosciuto ben più per i dipinti che i saggi e le scritture, vissuto sul finire del Cinquecento: “Mantegna ci ha fatto vedere il modo di far corrispondere ogni cosa al modo di vedere come nelle opere sue, fatte con grandissima diligenza, si può osservare”. Le immagini che ritraggono scorci di vita in una delle dimore più belle della Penisola, diventano le illustrazioni di un diario delle meraviglie in cui sempre e comunque compaiono i cani. Raccontano di giorni remoti non raramente poveri di pietà ma che paragonati a moderne vicissitudini appaiono ingenui. Testimoni muti ma non per questo meno significativi ed efficaci, svelano a quanti giungono e saranno nei secoli dei secoli meraviglie e stupori delle genti e crudeltà individuali tanto che fecero esclamare a Giovanni Papini (1881-1956), vivace scrittore toscano: “La più temibile carestia oggi è la carestia di Santi”. E prima e dopo l’epoca di Andrea Mantegna le vicende del cane continuano ad animare la vita dei santi. Giovanni Bosco, (1815-1888) il

fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dichiarato da Giovanni Paolo II “padre e maestro della gioventù” raccontava di aver avuto più volte aiuto divino tramite un cane (lo chiamava “Grigio” dal colore del mantello e somigliava ad un lupo avendone alcune caratteristiche e corporatura). Lo racconta in Memorie dell’Oratorio precisando che Grigio comparve all’improvviso in alcune circostanze che avrebbero potuto rivelarsi negative. Ed il testo ha la freschezza della cronaca. L’episodio accadde nel 1852. “Una sera oscura, piuttosto sul tardi, venivo a casa solo soletto, non senza un po’ di paura, quando mi vidi accanto un grosso cane che a prima vista mi spaventò. Ma non ringhiò contro di me, anzi mi fece le feste come se fossi il suo padrone. Abbiamo fatto amicizia e mi accompagnò fino all’Oratorio. Ciò che avvenne quella sera si ripeté molte altre volte. Posso dire che il Grigio mi ha aiutato parecchie 39


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volte in maniera straordinaria. Esporrò alcuni fatti. Sul finire del novembre 1854, una sera nebbiosa e piovosa, venivo solo dalla città. Per non percorrere un lungo tratto disabitato, discendevo per la via che al santuario della Consolata porta all’Opera del Cottolengo. A un tratto mi accorsi che due uomini camminavano a poca distanza da me. Acceleravano o rallentavano il passo ogni volta che io acceleravo o rallentavo. Tentati di portarmi dalla parte opposta per evitare di incontrarli, ma essi lestamente si riportarono davanti a me. Provai a tornare indietro, ma era troppo tardi: con due balzi improvvisi, in silenzio, mi gettarono un mantello sulla testa. Mi sforzai di non lasciarmi avviluppare nel mantello, ma non ci riuscii. Uno tentò di turami la bocca con un fazzoletto. Volevo gridare, ma non ci riuscivo più. In quel momento apparve il Grigio. Urlando si lanciò con le zampe contro la faccia del primo, poi azzannò l’altro. Ora dovevano pensare al cane prima che a me.‘Chiami questo cane!’, gridarono tremanti. ‘Lo chiamo se mi lasciate andare in pace’. ‘Lo chiami subito!’, implorarono. Il Grigio continuava a urlare come un lupo arrabbiato”.

sua città natale ma con la barba lunga, i vestiti del pellegrino strappati ed impolverati devastato dalla peste era guardato con sospetto dalla gente. Allora l’intera Penisola era funestata da guerre fra le signorie ed incursioni di bande di malviventi tantochè nessuna strada era sicura e nessun sentiero privo di pericoli. Secondo la tradizione nel suo lungo viaggio il santo si fermò anche a Rimini, Forlì, Cesena, Parma e Bologna sempre assistendo ammalati ed ottenendo alcune guarigioni miracolose. Nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme e continua il suo apostolato e l’assistenza ai malati, fina a quando s’accorge di avere anche lui la peste. Subito lasciò la città rifugiandosi in una capanna ai margini di un bosco non lontano da Sarmate, nei presi del fiume Trebbia. Qui un cane lo raggiunge e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo e lo aiuta fino a quando non riprende le forze per continuare il suo cammino. Ecco perché nei ritratti compare sempre un cane accanto a lui.

San Rocco

Don Bosco

San Rocco salvato da un cane - Fra le molte immagini di San Rocco (affreschi,tele o sculture) quella di un cane che gli porge una pagnotta è la più conosciuta; “umile servitore di Gesù Cristo” come amava definirsi è fra i santi più noti in Italia e la sua vicenda terrena fra le più commoventi e tribolate. Di nobili origini - numerosissime le località che lo hanno eletto a patrono - nato a Montpellier (la data è compresa fra il 1335 e il 1350) parve avere il destino segnato fin dalla nascita perché aveva una croce di color rosso sul petto. Sin da ragazzo dimostrò grande compassione verso gli umili prodigandosi per alleviare le loro sofferenze ed in questo mai ostacolato dalla famiglia. Ancor giovane volle andare in pellegrinaggio a Roma (in molti ritratti ne ha il caratteristico vestiario: bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia) dove si distinse per l’assistenza a quanti erano colpiti da peste. Un’opera che proseguì anche nel viaggio di ritorno invocando sugli appestati la pietà del Signore ed ottenendo guarigioni miracolose. Ammalatosi decise di tornare nella 40


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Maastricht e anni dopo santificato e di ascoltarne e metterne in pratica le parole. Ubbidì. I consigli del vescovo propiziarono la conversione e quando il sant’uomo morì nel 708 Uberto prese il suo posto. Nel 721 trasferì la sede episcopale da Maastricht a Liegi ove morì nel 727. È considerato il patrono dei cacciatori e viene sempre ritratto con accanto cani utilizzati per la caccia. Ogni anno non solo in Italia viene celebrata in suo onore una funzione religiosa in cui viene letta la “Preghiera del cacciatore”

Sant’Uberto

“Abbiamo visto che il cane ama partecipare alle fatiche ed alle gioie del cacciatore. Ammirabile e generoso è l’istinto del cane che si ferma, che sembra cacciare per il suo padrone e non per se stesso! Fiuta da lontano la selvaggina e quando le è vicino, temendo che essa approfitti delle sue ali e dei suoi piedi veloci per sfuggire ai colpi del cacciatore, si ferma prudentemente, spia, affascina con l’occhio l’animale tremante, lo trattiene sotto il suo alito e quando il cacciatore avanza sotto la guida del cane si trova così vicino alla selvaggina che gli risulta facile raggiungerla. Subito il cane si precipita e porta fedelmente al suo padrone una preda che non intende spartire. Il cane custodisce il padrone quando è in casa e se quest’ultimo viaggia, lo accompagna. Corre, precede i suoi passi; come volesse illuminargli il cammino; ma non lo perde mai di vista. Va, ritorna, lo precede e lo segue, partecipa alle fatiche della strada e le addolcisce. Poi, quando il padrone assente per molto tempo ritorna felice al focolare domestico, è il cane che porta la buona notizia”.

Nei pressi di Voghera fu arrestato e processato perché scambiato per una spia. Nessuno lo riconobbe, pur avendo parenti per parte di madre di origine lombarda: condotto dinanzi al governatore, suo zio paterno, non fu neppure da lui riconosciuto ne volle farsi riconoscere e fu quindi condannato al carcere dove morì Suscitò grande emozione il riconoscimento del corpo da parte di una dama, la nonna di Rocco e madre del governatore, che grazie alla croce rossa impressa sul suo petto identificò in lui suo nipote. Il compianto di un’intera cittadinanza fu il premio di tanta virtù. Invocato contro siccità, terremoti e calamità naturali, San Rocco è fra i più conosciuti non solo in Italia dove viene pregato in oltre trecento chiese di cui 260 parrocchiali. Sempre in ogni suo ritratto è in compagnia di un cane tantochè in Francia per indicare un’amicizia indissolubile fra due persone dicono: “Sono come San Rocco e il suo cane” oppure “Chi vede San Rocco vede presto anche il suo cane” o ancora “Chi ama san Rocco ama anche il suo cane”

Da “Le Symbolisme de la nature” (1864) di Monsignor de la Bouillerie - arcivescovo di Berga e coadiutore della diocesi di Bordeaux. È un poco noto dizionario ragionato dei simboli della natura, animata e inanimata, che coglie, attraverso i testi evangelici, biblici e patristici, la stretta connessione tra la Parola divina e gli elementi naturali. Rodolfo Grassi

Uberto di Acquitania, il santo cacciatore - Uberto figlio del duca Bertrando di Acquitania e discendente da Clodoveo fu in gioventù cavaliere al servizio di Pipino padre di Carlo Martello celebre per avere fra l’altro fermato l’avanzata degli arabi sconfiggendoli nella battaglia di Poitiers (17 0ttobre 733). Guerriero valoroso e cacciatore fra i più abili riusciva a catturare una lepre in corsa si narra e uccidere con un solo pugno un cinghiale. In quasi tutti i suoi ritratti compaiono cani da caccia di cui è considerato il protettore. Il suo corno da caccia ricavato da una zanna di elefante è conservato nella Badia di sant’Uberto sulle Ardenne: è così pesante che solo un uomo di corporatura atletica riesce ad utilizzarlo. Considerava la caccia il miglior allenamento per la guerra ed i duelli fra cavalieri. La conversione avvenne d’improvviso in una selva quando comparve un cervo con una croce fiammeggiante fra le corna. I cani si fermarono, il cavallo si impennò. Uberto scese cavallo e si prostrò ascoltando una voce che gli imponeva di andare da Lamberto vescovo di

Josè Saramago

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Cuccioli che mangiano in maniera ordinata. Un’ottima abitudine alimentare. Bullmastiff. Foto Ida Frassetto

Un episodio grave a cui prestare molta attenzione

La torsione dello stomaco Ai primi sintomi fare intervenire tempestivamente un veterinario. Come avviene il difficile intervento chirurgico, le precauzioni

La dilatazione/torsione gastrica è una patologia particolarmente grave che purtroppo colpisce di frequente i cani e spesso non lascia loro scampo. Peculiare della specie canina, non ha una corrispondenza in campo umano in virtù della nostra posizione eretta che non permette, meccanicamente, che si verifichi. La dilatazione/torsione gastrica solitamente avviene in cani di taglia media, grande o gigante, raramente in esemplari piccoli. Sono soprattutto gli animali appartenenti a razze pure, dal torace stretto e profondo, maschi o femmine indifferentemente e, in particolar modo anziani, quelli che più frequentemente evidenziano questa gravissima malattia. E in effetti, pur essendo ancora una patologia dalle molteplici concause, ancora poco note, è sicuramente favorita dalla possibilità per lo stomaco di ruotare all’interno di uno spazio addominale piuttosto ampio, soprattutto se vi è concomitante rilasciamento dei legamenti epato-duo-

denale ed epato-gastrico che devono in condizioni fisiologiche, mantenere l’organo in posizione stabile. Quando, in concomitanza di questi fattori, il cane mangia rapidamente una gran quantità di cibo facilmente fermentabile, mescolato ad abbondante acqua, e si hanno movimenti quali salti o corse si può verificare un rapido accumulo di gas all’interno dello stomaco. Questo, notevolmente dilatato e non ben ancorato alla parete addominale, può cominciare una - più o meno rapida rotazione sul proprio asse, fino ad una torsione di 360’° con conseguente occlusione del piloro, valvola di passaggio del contenuto gastrico all’intestino, e del cardias, che mette in continuità lo stomaco con l’esofago. In questo modo, il cibo all’interno della cavità gastrica e il gas che continua a prodursi dalla sua fermentazione non possono in alcun modo essere espulsi. Tutto ciò determina il verificarsi di molteplici condizioni che, a cascata, possono rapidamente portare a morte l’animale. 42


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zione; esso sarà prima agitato, con grande dolorabilità allo stomaco, quindi passerà rapidamente ad uno stato di ottundimento, senza la capacità di mantenersi in stazione quadrupedale. Quanto prima l’animale viene condotto dal veterinario, tanto maggiori sono le probabilità di riuscire a salvarlo, anche se la complessità e la gravità della patologia fanno sì che talvolta, nonostante l’intervento corretto e tempestivo del veterinario, la situazione degli organi sia già talmente compromessa da determinare la morte del cane anche qualche Cuccioli che crescono in buona in armonia. Bracco Italiano. Foto Mariaceleste de Mauro. giorno dopo l’azione del veterinario. In ogni caso, quest’ultimo, accertata la patologia con radiografie e dopo aver cercato di riequiInnanzitutto, lo stomaco, aumentato spropositatamente librare con fluidi e ossigeno lo stato del paziente, tenterà di volume, va a schiacciare il diaframma e, quindi, i polsubito lo svuotamento dello stomaco per mezzo di una moni che non possono più dilatarsi correttamente per sonda gastrica. Se la torsione è già avvenuta, probabilpermettere una normale respirazione. Inoltre, la rotamente tale procedura non sarà più attuabile e si dovrà zione su sè stesso dello stomaco fa dislocare la milza, attentare la riduzione del volume gastrico tramite ago intaccata alla grande curvatura gastrica, fino a schiacciarla fisso dall’esterno sulla parete addominale o tramite intere a determinarne aumento di volume per il ristagno di vento chirurgico, con tutti gli inevitabili rischi anestetici sangue. Anche vena cava e vena porta, deputate al convoda correre dovendo agire su animale in stato di shock. gliamento di sangue verso il cuore, subiranno forti comSe chirurgicamente riesce a svuotare e riposizionare lo pressioni e rapidamente non saranno più in grado di assistomaco il veterinario valuterà anche la necessità, nello curare una corretta perfusione non solo della pompa stesso intervento, sia di asportare la milza se gravemente cardiaca, ma anche del rene, del pancreas, del fegato, compromessa sia di effettuare la cosiddetta gastropessi, dell’intestino tenue e dello stesso stomaco. ovvero l’ancoraggio della parete gastrica alle coste, per riTutto ciò, evidentemente, pone a rischio di necrosi tessudurre al massimo l’eventualità di recidive. tali tutti questi comparti e determina uno shock da abbasPurtroppo anche l’intervento chirurgico pur eseguito alla samento mortale della pressione sanguigna. Inoltre, tutte perfezione non è sufficiente da solo ad assicurare la sole tossine, derivanti dalla fermentazione gastrica e dai pravvivenza del cane che dovrà anche essere sostenuto danni alle pareti vasali, vengono riassorbite dall’orgacon cure mirate e per lungo tempo per riuscire a risolvere nismo, intossicando rapidamente l’animale. i danni legati alla compromissione di organi vitali quali Purtroppo questa complessa concatenazione di eventi cuore, reni e fegato. evolve molto rapidamente, lasciando ben poco tempo al Ai proprietari non resta che la prevenzione negli esemproprietario di rendersi conto di cosa sta accadendo e al plari a rischio, da effettuare fornendo piccoli pasti freveterinario di poter adeguatamente intervenire. quenti, evitando che l’animale corra o si agiti subito dopo I sintomi che devono rapidamente fungere da campadi essi e, possibilmente, mettendogli a disposizione il nello d’allarme sono un anomalo aumento delle dimenpasto principale durante la mattina, per tenere sotto ossioni dell’addome del cane, oltre ad un suo strano stato di servazione il cane durante tutta la giornata. irrequietezza. L’animale presto emetterà dei frequenti Sara Ceccarelli quanto inutili conati di vomito per riuscire ad espellere il Medico veterinario materiale gastrico, presenterà forte aumento della saliva43


RECENSIONI Rodolfo Grassi L’Odissea dei cacciatori FIDC Edizioni È la cronaca nella storia, il diario di giorni, nomi e volti incisi nella memoria del tempo. È il variopinto e coinvolgente ritratto della caccia italiana, descritta non come elemento a sé stante, ma ben inserita nella Storia d’Italia. È il cammino, controverso e lento, di proposte e leggi, fra cui quelle per regolamentare l’attività venatoria, inserite nei tormenti di una Società civile che sta muovendo passi sempre più faticosi verso la consapevolezza del proprio ruolo. Incontri e assemblee, congressi e proteste, proposte e promesse, nascita dell’associazionismo venatorio, con in testa la Federcaccia, sono raccontati con l’immediatezza della cronaca colta da giornali dell’epoca e scritti di personaggi che ne furono protagonisti. Un inusuale ritorno al passato per comprendere meglio il futuro, dove il cane è protagonista…

MEMORIE DI UN TEMPO… “Un’immagine vale più di mille parole”. Confucio

Le vecchie fotografie hanno il fascino silenzioso del c’era una volta. Libere dalla crudeltà del ricordo donano scintil­ le di eternità a volti di un mondo avvolto in tenere malin­ conie. Ed è il fascino silenzioso del tempo. Raccontano di affetti remoti e destinati a vivere in scintille di luce e parlare per silenzi. Come le lucciole. Così Filippo e Maria Di Pinto, fratello e sorella, e lui padre del noto cinofilo ed allevatore Mario, tornano per un attimo in quell’attualità che fermarono nell’immagine di Tom in un remoto 1936 a Posillipo. Accomunati dalla stessa passione vollero dar significato ad uno dei loro Spinoni di un allevamento amatoriale di cui il figlio e nipote continuano la tradizione.

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Cane da pastore belga Tevueren. Foto Carla Sala.

CANE DA PASTORE BELGA TERVUEREN (B) CARATTERE. Il Pastore Belga è un cane vigile e attivo, che trabocca di vitalità, e sempre pronto a passare all’azione. All’attitudine innata di guardiano del gregge, aggiunge le preziose qualità del miglior cane da guardia per la proprietà.

gli standard in pillole

Lagotto Romagnolo. Foto Marco Mencarelli.

CARATTERE. La sua attitudine naturale alla cerca e il suo ottimo olfatto fanno di questa razza un efficiente ricercatore di tartufi. È docile, poco esigente, attento, affettuoso, molto attaccato al suo padrone e facile da addestrare.

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

LAGOTTO ROMAGNOLO (I)


Saluki. Foto Elisabetta Bellomi.

SALUKI (Medio Oriente)

TIBETAN MASTIFF (Tibet) CARATTERE. Indipendente. Protettivo. Incute rispetto. Fedelissimo alla sua famiglia e al suo territorio. TAGLIA. Maschi: minimo 66 cm Femmine: minimo 61 cm al garrese.

gli standard in pillole

Tibetan Mastiff. Foto Francesco Mancina.

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

CARATTERE. Riservato con gli estranei, ma non nervoso né aggressivo. Dignitoso, intelligente e indipendente. TAGLIA. Altezza al garrese: normalmente tra 58 - 71 le femmine proporzionalmente più piccole.


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Anche i cani che vivono in casa adorano correre liberi e felici sulla neve. Bassotto. Foto Silvia Bagni.

Freddo e gelo Come proteggere i cani nella stagione invernale. Consigli utili per ogni tipo di mantello

Le basse temperature, l’umidità, il vento gelido sono avversari che bisogna combattere durante l’inverno con tutte le armi a disposizione. I cani hanno necessità di essere protetti, proprio come facciamo noi, anche nel caso abbiano un folto mantello. Si è portati a pensare che i cani a pelo lungo siano in grado di “arrangiarsi da soli”, e, se è pur vero che si difendono molto meglio dai cani a pelo corto o addirittura a pelo raso, è altrettanto vero che senza adeguati ripari possono rischiare di ammalarsi. Una raccolta di consigli utili mostra necessari accorgimenti da adottare in situazioni che quotidianamente potremmo incontrare durante l’inverno.

tutte le parti del corpo. “Le loro orecchie sono esposte, le loro zampe sono a diretto contatto con il cemento freddo, il loro naso affronta il vento”, afferma KC Theisen, direttore della Humane Society degli Stati Uniti. “Quando il termometro va sotto zero, non lasciate mai i cani fuori incustoditi per un certo periodo di tempo. Portateli fuori solo se possono essere attivi e fare esercizio. Anche allora, potrebbe essere necessario accorciare una passeggiata se fa davvero molto freddo”.

PROTEGGERLI CON IL CAPPOTTINO I cani di piccola taglia, soprattutto quelli con il pelo corto, hanno bisogno di ulteriore aiuto quando l’aria è fredda. Anche i cuccioli e i cani più anziani potrebbero avere difficoltà a controllare il loro calore corporeo. “Un maglioncino o un cappotto può essere un’aggiunta davvero piacevole che rende l’animale più a suo agio”, dice

LIMITATA ESPOSIZIONE ALL’APERTO Nessun cane, nemmeno il più forte cane da slitta artico, è destinato a trascorrere enormi quantità di tempo all’aperto in inverno dato che una folta pelliccia non protegge 47


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Theisen. Ma lascia la testa scoperta. “Se fa molto freddo, probabilmente non dovresti stare a lungo all’aperto.”

LA DIETA È consigliabile, per mantenere sano il pelo del tuo amico durante l’inverno, aumentare le proteine e i grassi nella loro dieta.

PULISCI LE LORO ZAMPE Ghiaccio, neve, sale e sostanze chimiche tossiche come antigelo e antighiaccio possono accumularsi sui piedi del cane. Se li leccano, potrebbero ingoiare i veleni. L’antigelo, in particolare, ha un sapore dolce ma può essere mortale. “Sarà quindi necessario pulirgli le zampe con un asciugamano ogni volta che entrano, dice Theisen. Inoltre, controllare regolarmente i loro cuscinetti per eventuali lesioni. Il ghiaccio e la neve possono causare crepe dolorose e sanguinamento, è anche consigliabile tagliare i peli tra le dita dei piedi per evitare l’accumulo di ghiaccio”.

NON LASCIARLI SOLI IN MACCHINA Solitamente si pensa che questa precauzione sia indispensabile durante la stagione calda, invece, vale anche per la stagione fredda. “È davvero una cattiva idea”, dice Theisen. “Le persone – spesso - non pensano alla velocità con cui le auto possono raffreddarsi in inverno. Anche se non è un rischio diretto per la salute degli animali domestici, è probabile che siano a disagio”.

RENDI LA TUA CASA A PROVA DI ANIMALI DOMESTICI Tenere d’occhio i pericoli invernali all’interno della casa, specialmente se si utilizzano stufe o caminetti a fiamma viva. I cani potrebbero bruciarsi o addirittura ribaltarli e causare un incendio. Fare molta attenzione anche ai tappetini riscaldati per animali domestici che potrebbero bruciare la loro pelle: molto meglio una cuccia con delle coperte.

CONOSCERE I SEGNALI DI PERICOLO Come prestare attenzione ai sintomi di congelamento e ipotermia per poi chiamare immediatamente il veterinario. Portarlo subito dentro al caldo se: • Si lamenta o si comporta in modo ansioso. • Non riesce a smettere di tremare o sembra debole. • Ha del ghiaccio sul corpo. • Si ferma o rallenta. • Cerca luoghi caldi in cui scavare. Questi possono essere segni di ipotermia. Sarà quindi necessario avvolgerli in coperte e chiamare il veterinario per avere ulteriori istruzioni sul da farsi. I cani che vivono all’aperto a basse temperature, corrono molti rischi e andrebbero osservati con attenzione poiché i sintomi di congelamento possono richiedere più tempo per manifestarsi.

I cuccioli che non hanno mai visto la neve sono molto incuriositi dai fiocchi che volteggiano nell’aria. Border Collie. Foto Ilaria Narcisi.

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Questi piccoli Spitz di Pomerania sono a loro agio sulla neve. Ma rientreranno volentieri in casa non appena il freddo si farà sentire e si accoccoleranno volentieri sul divano di casa. Foto Irene Spinelli.

che lo stomaco non sia completamente vuoto, in questo modo si eviterà che la neve ingoiata possa causare uno shock termico.

PROTEGGERLI CONTRO GLI ELEMENTI I cani che vivono all’aperto, dovrebbero avere un ricovero asciutto e spazioso al riparo dal vento. Il pavimento dovrebbe essere sollevato di diversi centimetri da terra e cosparso di trucioli di legno o paglia. La porta di accesso dovrebbe essere protetta da una coperta con plastica o tela impermeabile. Come già accennato, la diete va rafforzata così come il controllo dell’acqua, affinché non si congeli.

SPAZZOLARE IL MANTELLO La neve tende ad attaccarsi al mantello dei cani, specialmente sulle frange, formando delle palline ghiacciate. È assolutamente sconsigliabile utilizzare la spazzola o il pettine per rimuoverle poiché si rischierebbe di strappare il pelo causando fastidio e dolore al cane. Basterà staccarle piano, piano con le mani, oppure, aspettare semplicemente che si sciolgano una volta entrati in casa. Soltanto quando il mantello sarà completamente asciutto, si potrà procedere alla spazzolatura.

PASSEGGIATE SULLA NEVE Tutti i cani amano correre sulla neve, mangiarla, sollevarla col naso, scavare buche e giocare con i fiocchi. È buona norma, prima di farli uscire, dar loro da mangiare uno snack (un biscotto, un pezzo di pane)in maniera tale

Ermelinda Pozzi 49


NOTIZIE DAL MONDO NEL VERMONT UN RESORT DEDICATO AI CANI di montagna privata e sono aperti tutto l’anno, anche in questi giorni, gratuitamente, così il pubblico può godersi un po’ di divertimento con i cani a debita distanza sociale. “Siamo contenti di essere ancora in grado di offrire lo spa­ zio del parco come un rifugio e un’attività favorevole nono­ stante il COVID”, ha aggiunto McCann. “I cani sono liberi di correre, giocare, nuotare e (soprattut­ to) incontrare altri cani”, afferma il sito. “I cani non sono solo i benvenuti qui, ma sono amati.”

Progettato dall’artista americano Stephen Huneck, è dota­ to di stagni balneabili, un percorso di agility per cani e una galleria d’arte canina. Il resort Dog Mountain a St. Johnsbury, nel Vermont, attrae amanti dei cani e dei loro cuccioli da quasi 20 anni e il guinzaglio è facoltativo. Ma è forse la cappella che è diventata più famosa, con le sue pareti addobbate da note, immagini e poesie. “È una cappella dall’aspetto tradizionale del New England le cui pareti sono piene di ricordi, note adorabili e foto di cani che sono passati, lasciati da persone di tutto il mondo - ha detto Pam McCann, direttore generale del Dog Mountain -”. I giardini lussureggianti si trovano su 150 acri

ANVERSA - LA TARTARUGA CALCIATRICE ta: “Jaguar si è già seppellito nella sabbia da qualche parte nel nostro giardino”, dice Rudy. “In primavera appa­ rirà di nuovo, è sarà sempre un momento felice: è tornato, l’inverno è passato!”

Rudy Janssens ha trovato la tartaruga mentre camminava in una piccola foresta belga, 30 anni fa, e da allora ha condiviso felicemente il giardino con generazioni di anima­ li domestici. È stata chiamata Jaguar perché è davvero veloce: più caldo è il clima più è veloce. Un giorno, quando i figli di Rudy stavano giocando a calcio nel loro giardino ad Anversa, Jaguar iniziò a correre dietro al pallone. A quel tempo, il loro cane, un Bouvier des Flandres, si è rivelato un degno avversario di calcio per Jaguar. “Poteva prendere la palla in bocca e correre in casa, con Jaguar che lo inseguiva, ha detto Rudy” In questi giorni, il loro cane è un Bassotto, che si rivela un competitor più leale. Chiamato Marcel, si può dire che ama giocare sia in difesa che in attacco, cercando di man­ tenere il gioco il più a lungo possibile. Al momento, la stagione calcistica per la coppia è termina­ 50


NOTIZIE DAL MONDO QUANDO L’ISTINTO VINCE… A 500 MIGLIA DI DISTANZA USA - Due Barboni dal mantello rosso nati dalla stessa cucciolata - Dolly e Wally - provengono originariamente da un allevamento di Wheaton, Missouri e non si vedevano - o giocavano insieme - da quando avevano otto settimane. “Abbiamo adottato il cucciolo in maggio e l’abbiamo chia­ mato Dolly, ha detto la proprietaria Mary Zic che vive ne Tennessee. Lo scorso dicembre, Mary e sua figlia Jessica stavano pas­ seggiando con Dolly al Centennial Park di Nashville. “Non avevamo mai portato Dolly al Centennial Park prima”, ha detto Mary. Stavano camminando da poco tempo quando Jessica ha notato un cucciolo che sembrava notevolmente simile a Dolly. Mentre si avvicinavano, la proprietaria dell’altro cane, Becky Birg, ha riconosciuto Dolly (che indossava una sciarpa con il suo nome sopra) dalle foto che aveva visto su Instagram scattate quando i cani erano cuccioli. Per pura coincidenza, Birg e Wally stavano facendo tappa a Nashville durante un viaggio da Chicago alla Florida e ave­ vano scelto di sgranchirsi le gambe al Centennial Park. Dolly e Wally, a questo punto hanno iniziato ad annusarsi, poi a scodinzolare e a giocare festosamente. “Non possia­ mo ancora crederci”, ha detto Mary Zic, “Siamo rimasti tutti sbalorditi dall’incontro fortuito!”. “Dopo un anno diffi­ cile come questo, ha continuato - è bello ricordare che anche il destino può essere gentile, e doppiamente quan­ do ci sono cuccioli coinvolti che vivono a 500 miglia di distanza l’uno dall’altro”.

L’AMICO VETERINARIO Bang Pu. Il rumore del traffico lo frastornava e non riusciva a ritrovare la strada di casa. La sua proprietaria lo stava cercando da oltre 15 ore girando per le strade e chieden­ do ai passanti se lo avessero visto. Nel frattempo, girovagando senza meta, il cucciolotto si è ritrovato per caso davanti alle vetrine di una clinica veteri­ naria. Le telecamere della videosorveglianza mostrano il cane che cerca di entrare abbaiando e grattando i vetri dell’entrata. Notato dai presenti nell’ambulatorio, è stato fatto entrare e quando il veterinario lo ha visto lo ha subito riconosciuto: era di una cliente, e sin da piccolo aveva frequentato regolarmente l’ambulatorio per le vaccinazio­ ni. Evidentemente, questo luogo conosciuto è stato consi­ derato un punto di riferimento “amico” per il cucciolo che poco dopo ha potuto riabbracciare la sua padrona.

THAILANDIA - Questa storia a lieto fine sembra sfatare il detto che i cani abbiano paura del veterinario. Un cucciolo di 5 mesi sì è perso per le vie della citta di Putahracsa a

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La mia razza in 40 righe “Racconti brevi. Storie di vita quotidiana. Aneddoti divertenti. Una razza: che passione! Dalla città alla campagna… … E tutto ciò che racconta la vita condivisa con la scelta di un cane”.

I RACCONTI SARANNO PUBBLICATI SULLA RIVISTA “I NOSTRI CANI” E SUL SITO DELL’ENCI INFORMAZIONI TESTO: in formato di scrittura (Word o similari - NO pdf). Lunghezza massima: 4.000 battute (spazi esclusi). FOTO: è possibile allegare 1 foto in formato Jpg o Tif in alta risoluzione. Avvertenze: non impaginare. Testo e foto, separati. INVIARE racconti, foto e liberatoria a: racconti@enci.it Avvertenze: ad ogni e mail, allegare solo 1 racconto ed 1 foto. È possibile inviare più racconti dello stesso autore con e mail distinte. LIBERATORIA Per la pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI si deve allegare all’invio la seguente dichiarazione: Il sottoscritto: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Autorizza la pubblicazione, sulla rivista I Nostri Cani, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI, del racconto e della foto allegati alla presente e mail. Dichiara altresì che gli stessi sono gratuiti e liberi da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2021 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


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Il Campionato sociale per singoli e per delegazioni

più forti di Covid 19

Pezzulli con Luky e Jephor

Nel pieno rispetto delle regole sanitarie il tradizionale confronto sui terreni di Lajatico, Castelfalfi e Val di Cava. Le restrizioni non hanno condizionato il grande agonismo messo in campo

Anche quest’anno nonostante una difficile stagione a causa del COVID 19, con le dovute precauzioni e non poche difficoltà, la delegazione Toscana del Club italiano Epagneul Breton, è riuscita ad organizzare il Campionato Sociale per delegazioni e a singolo. Il regolamento, prevedeva che ogni delegazione, in base al numero dei soci, potesse presentare più squadre, composte da un minimo di due soggetti ad un massimo di sei soggetti. La classifica è stata redatta in base al punteggio

ottenuto durante la prova di caccia pratica, con selvatico abbattuto; la squadra che ha ottenuto il maggior punteggio è stata proclamata campione sociale, sono stati anche proclamati campioni sociali, per l’anno in corso, il miglior maschio e la miglior femmina che hanno disputato la competizione. La prova si è svolta il 18 ottobre nei terreni di Lajatico, Castelfalpi e Val di Cava, con ben sette batterie e la partecipazione di sette squadre, che viste le difficoltà è da con53


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siderarsi un risultato più che soddisfacente. Come previsto dalla attuale normativa vigente per il COVID 19, le relazioni dei soggetti qualificati, sono state lette sul campo, a fine gara, in modo da evitare assembramenti, ed i soggetti qualificati sono stati premiati all’aperto nel piazzale della struttura di Lajatico, gentilmente concessa della famiglia Ripanucci. Presente alla premiazione finale: il Presidente onorario del CIEB Guido Lapi, tutto lo staff della delegazione Toscana e naturalmente i Giudici.

Casarotti con Julieta de la Fon del llop. Campione Sociale Femmine

Il Campionato Individuale per i maschi, è stato vinto da Laky di proprietà di Mercurio Marco condotto da Mauro Pezzulli, vincitore anche della passata edizione, mentre per la categoria femmine, la vincitrice è stata Julieta De la Font Del Llop, di proprietà di Valentina Casarotti e condotta da Stefano Valcanover. Si è aggiudicata il Campionato Sociale per Delegazioni la delegazione di Brescia, seconda classificata la delegazione della Toscana e terza squadra classificata la delegazione del Veneto. Testo e foto di Giorgio Bellotti Pezzulli con Luky e Baiguera con Hyulky

Luky di Pezzulli. Campione Sociale maschi

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CLASSIFICHE 1° Batteria Giudice Mario Di Pinto 1° Ecc. Stefanensis Airon cond. Innocenti Alessandro 2° Ecc. Flash od Heraka cond. Marco Piva 3° MB Eden della Torre Antica cond. Marco Piva 2° Batteria Giudice Riccardo Acerbi 1° Ecc. Rik del Cecchetto cond. Luciano Cecchetto 3° Batteria Giudice Enrico Bixio 1° Ecc. Marwin cond. Marco Selmi 2° Ecc. Erik del Garincos cond. Marco Selmi 3° MB Nat cond. Marco Selmi 4° Batteria Giudice Daniele Gaddini 1° Ecc. Alex cond. Simone Guerrieri 2° Ecc. Hyulky de Keranlouan cond. Narciso Baiguera 3° Ecc. Colognensi’s Obi cond. Narciso Baiguera 5° Batteria Giudice Francesco Storto 1° Ecc. Nando cond. Stefano Boschi 2° Ecc. Roki cond. Stefano Boschi 3° MB Gino di Bimbo cond. Stefano Boschi 6° Batteria Giudice Giorgio Bellotti 1° CAC Laky cond. Mauro Pezzulli 2° RCAC Gephore De Keranlouan cond. Mauro Pezzulli 3° Ecc. Gao De Keranlouan cond. Mauro Pezzulli 7° Batteria Giudice Mario Isidori 1° Ecc. Julieta De La Font Del Llop cond. Stefano Valcanover 2° Ecc. Err Del Garincos cond. Giampiero Rigano 3° Ecc. Elite Del Garincos cond. Andrea Tureddi

Pezzulli va a servire Gephor

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A Volta Mantovana l’ultimo confronto 2020

dei Bracchi Italiani Mosè di Cascina Croce

Il calendario 2020 vede, per la razza Bracco italiano, l’espletarsi dell’ultima manifestazione zootecnica a questi dedicata nella giornata di 11 ottobre a Volta Mantovana. L’evento, articolato in test funzionale su selvaggina naturale e verifica morfologica, ha visto la partecipazione di ventisette soggetti in prova,(divisi in tre batterie) e quarantasei nel Raduno nazionale. Si impone con i migliori risultati ottenendo il premio di “Bello e bravo” la femmina Camilla di Cascina Laghetto di Mirco Castellani condotta da Denis Conzato. Nelle tre batterie in prova ottengono il 1° Eccellente Erpesin della Bassa Brianza condotto da Fabio Angelini, Mosè di Cascina Croce condotto da Venicio Tognolo e Orso di Cascina Laghetto condotto da Denis Conzato.

La SABI svolge come di consueto un articolato e nutrito programma di verifiche zootecniche che volgono alla tutela e miglioramento della razza rappresentata. In questa occasione ci occupiamo dell’ultima organizzata per l’anno 2020. L’evento si è potuto espletare, nel rispetto delle restrizioni e precauzioni dettate dall’emergenza Covid, grazie alla preziosa collaborazione del Gruppo Cinofilo Virgiliano nelle persone di Stefano e Remo Lui. Il Raduno si è svolto all’agriturismo “Bell’Aria”, centro ippico in prossimità di Volta Mantovana dove è stata concessa l’ospitalità nelle scuderie al coperto, che hanno permesso la valutazione morfologica in confortevole e caratteristica allocazione risolvendo le problematiche causate dal tempo piovoso.

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I tecnici fra cui il presidente onorario SABI Colombo Manfroni hanno unanimemente constato i progressi della razza. Eccellenti i risultati nelle prove di lavoro Camilla di Cascina Laghetto riceve il Trofeo Bello e Bravo da parte di Cesare Manganelli alla presenza di Colombo Manfroni

I quasi cinquanta soggetti sono stati quì verificati da Giuseppe Colombo Manfroni che ha avuto anche l’onere e l’onore di giudicare anche una delle tre batterie in prova. Queste si sono svolte nei terreni di Suzzara e Pegognaga ed hanno impegnato, oltre al Presidente Onorario Colombo Manfroni, anche Aldo Morandi e Sergio Bianconi. Sostanzialmente ottima la riuscita durante i test con classifiche che si riassumono, oltre ai già citati in testa, nelle rispettive batterie con, (Manfroni) Camilla di Cascina Laghetto al 2° Eccellente, Vittum Minosse 3° MB e Anita di Cascina Laghetto MB, mentre nella seconda, (Morandi) Bajron con il 2° Eccellente. Generalmente ottima ed univoca l’impressione generale avuta dai tre esperti giudici in prova. Opportunamente ascoltiamo il punto di vista di Giuseppe Colombo Manfroni che rappresenta un riferimento storico importante per il nostro Bracco italiano: “Si è trattato di una manifestazione molto interessante nel livello tecnico riferito alla funzionalità, ma anche ottima per quanto concerne la verifica morfologica. Una cinquantina di partecipanti in questa ultima compagine che rappresentano un buon numero per i raduni SABI se consideriamo che non tutti coloro che normalmente partecipano erano presenti. Nel contesto della prova di lavoro, (per quanto mi riguarda limitatamente a quelli che ho potuto verificare nella mia batteria), ho riscontrato una generalizzata eccellente qualità, con cani ben preparati e condotti, sottolineando in più la presenza di nuovi giovani di buon livello. Ritengo che la qualità media del Bracco italiano è buona, con riferimento alla completezza dell’aspetto morfo funzionale: abbiamo cani tipici e prestanti con ottime qualità morfologiche di razza e spiccate doti venatorie con evidente manifestazione di tipo anche durante il lavoro. Ciò è dovuto all’attenzione che è stata posta nell’allevamento ed alla serietà con la quale questo è stato condotto negli anni. Rimango felicemente impressionato dalla costatazione nell’osservare una così nutrita carrellata di tutti gli allevatori che, insieme, hanno costituito il punto di forza della razza, quelli attuali e quelli del passato. Non solo i più famosi ma anche i tanti meno noti che con capacità e cognizione sono riusciti ad ottenere tangibili e fondamentali risultati. Per quanto concerne la prova sottolineo l’appropriatezza dei terreni utilizzati e dell’ottima selvaggina reperita che hanno contribuito positivamente permettendo una verifica scevra da dubbi giudizi. Terreni ottimi per orografia ma condizioni climatiche avverse, che però non hanno ostacolato minimamente le prestazioni osservate sul campo. Oramai sono anni che si notano soggetti che racchiudono qualità venatorie e tipi-

cità nella costruzione, cani se vogliamo, di ottimo livello anche considerando la potenziale competitività con altre razze. Le nostre sono verifiche zootecniche e non gare, ma, mi si permetta di sottolineare un appunto al quale tengo data la mia, haimè, lunga esperienza: mi riferisco alla prova riservata agli italiani per “sfiorare” anche l’argomento “coppia”. Ritengo che il turno a singolo sia importantissimo nella valutazione del continentale perchè questi possa mantenere più facilmente la giusta concentrazione nell’esplorazione del terreno senza tralasciare inutilmente spazi inesplorati. Occorre metodo, a volte minuziosità, concentrazione che, se si è succubi della competizione potrebbero venir meno. Sta alle “trombette” sempre condurre il turno nella maniera più opportuna, riprendendo l’ordine e l’optimun nel modus quando questi vengono meno: a volte il conduttore corre senza giustificazione lasciando dietro di se terreno inesplorato. Questo accade perchè quello spirito competitivo prende, purtroppo, sempre più spazio in modo inopportuno e si è costantemente alla ricerca di soggetti capaci di “correre” come in gergo vengono definiti. Si deve mantenere saldo 57


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Erpesin della Bassa Brianza

il focus in ciò che dobbiamo osservare e privilegiare: le doti venatorie manifestate secondo lo stile della razza di appartenenza. Oggi il Bracco italiano vive un momento felice che è migliorato di anno in anno e, secondo il mio punto di vista, sono sempre più apprezzati quei continentali italiani che scelgono di mostrarsi nelle libere, senza temere il confronto, che non deve essere interpretato così come erroneamente di consueto facciamo. Tornando al turno in coppia, sono cosciente del fatto che se ne possano trarre importanti indicazioni, ma limitatamente a quelle prove che si svolgono in particolari situazioni e riferite solo ad alcuni target: sono le prove di caccia starne come quelle di Zara per intenderci, oppure alle classiche a quaglie. Il Bracco deve essere capace di rispondere anche a quella nota di concorso, ma per il resto, nelle prove a selvaggina, (che siano fagiani, beccacce, beccaccini o altre sopecialistiche) l’optimum è con turno a singolo quando le qualità naturali di psiche trovano giusto spazio senza inutili “ostacoli” come quello dell’osteggiato e disutile spirito competitivo. È meraviglioso assistere a barrages durante i quali insieme alle altre razze continentali partecipano anche i nostri italiani, quando ottengono podio e quando no, ma qui si manifestano in costruttivi confronti. Molto meglio di veder una verifica da soli. Oggi il Bracco italiano corre in mista tranquillamente e la prova riservata ritengo sia anacronistica. Quanto osservato nella

manifestazione di Volta mantovana non fa che rafforzare questo mio punto di vista sulla salute del Bracco italiano.” Marco Ragatzu Orso di Cascina Laghetto

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INIZIATIVA PROMOSSA DALL’ENCI PER VALORIZZARE IL CANE DI RAZZA

Foto gallery 4000 immagini!

Ringraziamo tutti i partecipanti per aver contribuito a raggiungere questo importante risultato

Se sei interessato, segui il percorso indicato Cerchiamo foto che ritraggano cani, con le seguenti caratteristiche: - Cani adulti. Cuccioli. - Cani in movimento, in stazione, seduti, a terra. - Cani negli sport cinofili. - Teste in primo piano. - Cani singoli, in gruppo. - Cani di razze diverse nella stessa foto.

- Cani ambientati nelle diverse stagioni. - Foto a colori e bianco/nero. - NO PERSONE - NO BAMBINI - Dimensioni: minimo 2MB

È possibile inviare più foto ma per evitare problemi con il server, si prega di INVIARE 1 FOTO PER VOLTA a: foto@enci.it Ogni foto dovrà essere accompagnata dalla seguente didascalia: razza, sesso e autore della foto. Per la pubblicazione gratuita delle foto su I Nostri Cani a corredo degli articoli che nel tempo potrebbero essere pubblicati e poi riversati anche sul sito ENCI, ognuna di esse dovrà essere accompagnata dalla seguente liberatoria. Il sottoscritto ……………………………………………………… autore della foto in oggetto che ritrae il cane di razza …………………………………… sesso ……………………………… autorizza l’ENCI alla pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI. Dichiara inoltre che la foto è libera da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2021 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


Affissi approvati dal Consiglio direttivo e ratificati dalla FCI Aiello Noemi “Little Angels Emy” Chihuahua Via Passaggio del Colobrì 8 90040 Isole delle femmine (PA)

Bortolotti Federica “Jpot taly” Border Collie Via Piave 8 65012 Cepagatti (PE)

Celentano Maria Luisa “Luiss Jack” Jack russell terrier Str. Prov. 80 Pollino 163 58100 Grosseto

Al Halaby Najwa & Marazzita Giovanni Spitz tedesco “Marazzita’s K&K Kennel” Via Don Luigi 19 46040 Guidizzolo (MN)

Brancato Maurizio “Go Saisei” Shiba Via della Castagnetta 20 00071 Pomezia (RM)

Celestini Alberto ”Shirawood” Cane da Past. Sc. Cascina Lassia 8 13040 Moncrivello (VC)

Albert Martina Ticiana “Lord Scott’s Blacksheep” Labrador retriever Via Settimo 44 36023 Longare (VI)

Brochetta Maura “della Brocca Antiqua” Piccolo Lev. Ital. Via San Vito 40/1 42017 Novellara (RE)

Ceschia Elisa & Masoli S. Nazareth “New Blood Am Staf” American Staf. T. Via Bernadia 18 33017 Tarceto (UD)

Angelino Luciano “dei Caivanesi” Cane corso Via Rosselli 2 80023 Caivano (NA)

Burri Deborah “Stella di Old Camp” Chihuahua Loc. Campovecchio 2 16026 Montoggio (GE)

Cioli Mario “Cesanese” Boxer Via 6 giugno 55 00035 Olevano Romano (RM)

Annunizata Lavinio “Lavi Bull Style” Bulldog Via Porzio 49 80048 Sant’Anastasia (NA)

Cadavero Greta Francesca “Tanavee’s” Spitz tedesco Via F.lli Bandiera 25/D 87036 Rende (CS)

Coccia Andrea “del Littore Romano” Boxer Via Vincenzo Tieri 86 00123 Roma

Bausani Marco “Dogville Farm Kennel” Weimaraner Via Cavour 75 19032 Lerci (SP)

Cascio Fortunato “Himeranensi’s” Setter inglese Via Gen. Cascino 90010 Cerda (PA)

Colombi Fausto “del Colombis Team” Setter inglese Str. Bertola Poligono 40/1 10040 Lombardore (TO)

Bazzi Silvia “Less Miracle” Golden retriever Via Cà Colombara 125 30173 Venezia

Caselli Elisabetta “della Caveja White” Pastore Sv. Bianco Via Calabria 1660 47521 Cesena (FC)

Croce Pietro “dei Jack Jatini” Jack russell terrier Via A. Gramsci 8 90040 San Cipirello (PA)

Bonci Giuliana “della Brigata del Faro” Jack russell terrier Via Galvani 30 21023 Besozzo (VA)

Catani Sara “Just Tiffany’s” Barbone Via Fuori il Fosso 8 B 60012 Trecastelli (AN)

D’Ammaro Francesco “del Pollino” Drahthaar Via Don Luigi Sturzo 75020 MNova Siri (MT)

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Degl’Innocenti Omar & Pini Silvia “Anahera Toa” Rottweiler Via Arnaccio 121 56021 Cascina (PI)

Gatti Germano “di Valle d’Ombra” Segugio marem. Via della Ficoncella 00053 Civitavecchia (RM)

Luongo Ignazio “Branco di Lupi” Cane Lupo Cecos. Via Macchia 21 34095 Giffone Valle Piana (SA)

Dego Ombretta “Perledorate Golden” Golden retriever Via per Cestaglia 2 23828 Perledo (LC)

Gavagna Stefano “Delizie Estensi” Zwergschnauzer Via garisenda 6/A 44020 Masi Torello (FE)

Matta Paolo “Amelie Les Liens de l’Ame” Bouledogue Via Ronco di Giacomo 3 28838 Stresa (VB)

Delli Ponti Gennaro “Asakusa Kensha” Akita “Asakusa Kensha” 72014 Cisternino (BR)

Ghinzani Martina “Cotton Candy Kennel” Spitz tedesco “Cotton Candy Kennel” 24040 Lallio (BG)

Milone Antonio “della Ferrovia” Setter inglese Via Pedagnali 50 84087 Sarno (SA)

Destefano Maria Elisabetta “Two Moon Spells” Austral. Shepherd Via Chiusa 107 35020 Sant’Angelo di Piove di Sacco (PD)

Giuliano Mauro “dell’Orso Matto” Akita americano Via Ovada 48 15072 Casalcermelli (AL)

Mirti stefano “della Regina Dogana” Cane da Past. M.A. C.da Ponzano 00035 Olevano Romano (RM)

Dinatale Maria Luisa “del Monte Resegone” Chihuahua Via Resegone 137 22038 Tavernerio (CO)

Graziano Luisa “Apache’s Berner Hose” Bovaro del Bernese Prov. Per Castello 80036 Palma Campania (NA)

Morgantini Ilaria “Little Feeling” Welsh Corgi Pem. Str. Macchia del Conte 1/B 01100 Viterbo

Faggionato Matteo “Gold & Lab” Labrador retriever Via Boito A49 Int. 2 36100 Vicenza

Lancen Romina “della Valle del Sorbo” Bovaro del bernese Via Menotti 14 20010 Pogliano Milanese (MI)

Nocera Felice “Von Jemifel” Pastore tedesco C.da dei Biasi 10 38061 Ala (TN)

Famulari Vincenzo “Famula Bull” Staff. bull terrier Via delle Carceri 9 98122 Messina

Liguori Giorgia “delle Fiabe di Fedro” Boxer Via Scordia 5 90147 Palermo

Ortis Simone Carmelo “Stars of Ortis” American Staffor. T. Via L. Longo 14 96016 Lentini (SR)

Ferlazzo Salvatore “di Valle Sauglio” Zwergschnauzer Via Ley 11 10028 Trofarello (TO)

Lipari Maria Concetta “Terra Cordis” Cane corso Loc. casalello 89842 San Calogero (VV)

Paci Francesco “vom Berg Bardaro” San Bernardo Via C. Alberto 92024 Canicattì (AG)

Ferro Chiara “Crossrose” Bulldog Vicolo San Salvatore 3/1 63750 Montecchia di Crosara (VR)

Lizzi Francesco “di Casa Lizzi” Setter inglese Fraz. Bagni 89040 Antomina (RC)

Panzarella Carmelo “of Windsor Kennel” Bullmastiff V.le Strasburgo 40 90146 Palermo

Forestan Alessandra “Aussie Paradise” Australian Shepherd Raccordo Valdastico 1 36050 Libero di Bolzano (VI)

Lorenzato Sandy & Girardi Roberta “American Golden Ranch” Golden retriever Via Peon 10 36010 Velo D’Astico (VI)

Paschini Letizia “dei Giuriuz del Melo” Bov. del Bernese Via Cleva 2 33020 Verzegnis (UD)

Gandolfi Claudia “von Hause Romagnarott” Rottweiler Via Bonifica 14/A 48121 Ravenna

Luciano Italo “dè la Selcetta” Staff. bull terrier Via dei Legatori 210 00128 Roma

Pierazzi Andrea “dei Vallaroli Scuri” Lagotto Romagn. Via radici 83 41027 Pievelago (MO)

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Pranteda Antonio “della Valle del Trionto” Gascon Saintong. Vicolo Europa 2 87060 Cropalati (CS)

Sbarra Sara “Sogno del Lago” Bracco Francese Via dei Gelsi 01023 Bolsena (VT)

Treu Roberta “Feedom of Wolves” Cane Lupo cecosl. Via Kennedy 37 24060 Bagnatica (BG)

Pretini Giovanni “del Drago Venandis” Setter inglese Via Roma 19 22073 Fino Mornasco (CO)

Sciarra Francesco “delle valli Aretine” Lagotto Romagn. Loc. Battifolle 30/F 52100 Arezzo

Vacca Marta “Smoking Bull’s” Bulldog Via S. Crabulazzi 9 07100 Sassari

Renzi Maurizio “von Maurizius” Pastore tedesco Via Salette 72 63900 Fermo

Sinibaldi Alessandra “Jackinlove” Jack Russell Ter. Via Dalmine 203 00188 Roma

Valcanover Stefano & Casarotti Valentina “di Casa Valcanover” Epagneul Breton Via Prati 20 38052 Caldonazzo (TN)

Resicato Marco & Raiola Giovanna “No Limits Kennel” Boston terrier Via Matteotti 17 27010 Copiano (PV)

Sivieri Benedetta “the Legend of Wolf” Cane Lupo Cec. C.da Piani di Sotto 6 85039 Spinoso (PZ)

Varricchio Tamara “Sweet Life Kingdom’s” Chihuahua Via delle Rubbia 2 00060 Formello (RM)

Roccamo Marco “von Roccmar” Pastore tedesco Via G. Dossetti 9 42013 Casalgrande (RE)

Spedicato Sara “della Tana dei Briganti” Pastore belga Via Collettore Acqua basse 1 41012 Carpi (MO)

Vicedomini Angelica “Labfordream” Labrador retriever Via San Gregorio Barbarigo 7 35035 Mestrino (PD)

Rotella Adele “A.R. Amstaff Kennel” Amer. Staf. Terr. Via Nazionale 66 24060 Ranzanico (BG)

Timsac Ioan “i Nanetti dalla Coda Riccia” Carlino Via Dossino 18 07010 Monticelli Pavese (PV)

Visani Sonia “Avenger Dream” American Staff. T. Via Cancelli 31 47032 Fratta Terme (FC)

Sacchetti Maria Pia “di Casa d’Ascanio” Labrador retriever C.da Madonna dei Martiri 35 04010 Maenza (LT)

Tolio Loredana “del Contado di Arboschio” Weimaraner Via Regione Arboschio 7 14010 Cantarana (AT)

Vittino Enrica “Falispabianca” Samoiedo Regione Campra 6 13895 Graglia (BI)

Saggiorato Tiziano “del Bastian Contrario” Setter inglese Via G. Falcone 6 31013 Codognè (TV)

Trasarti Paolo “il Regno di Marvel” Cavalieri King C. S. Via Rio Vaccara 06023 Gualdo Gadino (PG)

Zanfardino Vincenzo “Dangel Pom’s Kennel” Spitz tedeschi C.da S. Maria la nova 80021 Afragola (NA)

Sardo Infirri Vincenzo “Nebros Akita Ken” Akita C.da Margi 37 98070 Castell’Umberto (ME)

Zappettini Raffaella “dei Dieci Mondi” Bassotto Via Gambirasi 16 24129 Suisio (BG)

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C L U B CLUB ITALIANO GRIFFONE KORTHAL L’emergenza pandemica che ha colpito il mondo intero ha inevitabilmente inciso anche sulla cinofilia in genere e, nello specifico, in tutto ciò che attiene all’organizzazione di eventi per la nostra amata razza. Tutta la programmazione dell’anno appena trascorso ha subito un drastico ed inaspettato blocco e ci ha obbligato all’annullamento di numerose prove e raduni. Fortunatamente a metà anno la situazione aveva cominciato a dare segnali di graduale prudente ripresa e l’ENCI aveva comunicato le “linee guida” per l’organizzazione di manifestazioni cinofile. Il nostro Club ha colto la palla al balzo organizzando, nel rispetto delle suddette linee guida e osservando scrupolosamente le indicazioni sanitarie, due raduni e tre prove di lavoro. Altre erano già state messe in programma, su beccacce, ma sfortunatamente, a novembre, siamo di nuovo rimasti bloccati da un aumento significativo di contagi, per cui un nuovo DPCM e conseguentemente l’ENCI hanno, giustamente, fermati. L’ultima che siamo riusciti a svolgere è stata l’8 settembre a Rovegno (GE) su selvaggina naturale CAC-CACIT.

Ottima la partecipazione che ha visto 11 soggetti presentati sui terreni di cui 8 con la possibilità di aggiudicarsi un punto utile, giudicati dal sottoscritto e Luigi Migliaccio con il quale ci siamo trovati in perfetta sintonia sul giudizio assegnato ai soggetti. CLASSIFICA 1° Ecc. CAC-CACIT Helvire des Grandes Origines cond. Musso 2° Ecc. Gaio dell’Oltrepò cond. Musso Cal Anar di S.Ubaldo cond. Freschi Enrico Bixio CLUB ITALIANO GRIFFONE KORTHAL c/o Bixio Enrico - Via Tuia 53 16035 RAPALLO (GE) Tel. 338-1538047 Fax NON PRESENTE info@drahthaarbixio.com http://www.cigriffonekorthals.it

Premiazione. Speciale Korthals a Rovegno

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ALLEVATORI TITOLARI DI AFFISSO ENCI Per essere inseriti occorre inviare il modulo d’iscrizione (da richiedere a redazione@enci.it oppure tel. 02/70020358 fax 02/70020353) unendo uno dei seguenti importi: • Rubrica allevatori € 173,28 IVA compresa • Sito internet € 61,00 IVA compresa • Rubrica allevatori + internet € 234,28. La richiesta dà diritto a 11 inserzioni consecutive, partendo da qualsiasi mese. Con la pubblicazione in tale rubrica l’ENCI non si assume alcuna responsabilità.

 CHOW CHOW  AKITA P.S. Bastianello “Levante Ponente” 27 via Costabella 36020 Pozzolo di Villaga (VI)

cell. 3396661496 sabrina.bastianello@tiscali.it

 ALANO E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Ravinetti “dei Dogi” 210 via Quarto Mascherone 00123 Roma tel. 06/30896221 fax 06/30896072 www.alano.it info_dogi@alano.it

 ALASKAN MALAMUTE G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PS)

tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.alaskanmalamute.it delbiagio@alaskanmalamute.it P. IVA 00645710419

 BARBONE S. Bandini “Showring” toy, nani, medi 7 via Rivalazzo 43015 Noceto (PR) tel. 0521/984498 tel. e fax 0521/825531 cell. 347/7568396 www.showringkennel.it simonaforever@libero.it

L. Schievano “di Sarmano” toy e nano Red e Grigio 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD) tel. 049/701258 www.contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

 BASSOTTO G. Pascarella “del Wanhelsing” bassotti a pelo duro 96 via dei Prati 21029 Vergiate (VA)

cell. 3339701314 www.allevamentobassotti.com info@allevamentobassotti.com

 BEAGLE A. M. Gattuso “Salga” 2 via Remondò, Casoni Sant’Albino 27036 Mortara (PV)

tel. 0381640055 fax 0381515404 cell. 3483174281 www.allevamentosalga.it info@allevamentosalga.it

 BOLOGNESE F. Bonanno “di Platino Iridio” 58/2 via Gerbiasco 21020 Mercallo dei Sassi (VA)

tel. e fax 0331/968894 cell. 330/202158 348/5802899 bonanno@triplaw.it www.canebolognese.com P.IVA 02026020129

 BULLDOG INGLESE R. Giuria “Love Sonny” 4 via Bertieri 12073 Ceva (CN) tel. 0174/721532 cell. 338/5352634 www.lovesonnybulldogs.it lovesonnybulldogs@alice.it

 CANE CORSO “del Rosso Malpelo” di S. Tanzarella 6 via Puccini 44042 Cento (FE)

tel. e fax 0516836441 cell. 3473757168 www.tanzarella.it / info@tanzarella.it

 CAO DE AGUA F. Bazzani “do Lusiadas” 27 via Mazzini 50050 Gambassi Terme (FI)

cell. 349/5789127 www.dolusiadas.org - info@dolusiadas.it

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B. Curwen “di Castelbarbara” 4, via Lido dei Pioppi 01037 Ronciglione (VT)

tel. e fax 0761612418 cell. 3336415302 www.chow-chow.it barbaracurw@tiscalinet.it

 COCKER SPANIEL INGLESE A. Francini “Francini’s” 46 località Loppiano S. Vito 50064 Incisa V.rno (FI)

tel. e fax 055/8335842 cell. 377/2305478 www.franciniscocker.it franciniscocker@gmail.com

 EPAGNEUL BRETON R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

G. Pivato “della Piave Antica” 15/B via Livenza 31038 Paese (TV)

fax 0422484661 cell. 3477916211 www.dellapiaveantica.it breton@dellapiaveantica.it

 GOLDEN RETRIEVER V. L. Bellanova “C’est Moi” 15/A Via Vittorio Fiorini 00179 Roma

tel. 06/7822979 cell. 333/7786777 www.accademiadelgolden.com lucia@accademiadelgolden.com

P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV)

tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 www.welsea.com info@welsea.com


E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Telatin “delle Grandi Ombre” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR) tel. e fax 045/6661122 www.dellegrandiombre.it info@dellegrandiombre.it

 JACK RUSSELL TERRIER U. Pianezzola e P. Bresolin “dell’Antico Fiume” 33 via Vivaldi 36050 Cartigliano (VI) cell. 340/6732905 info@anticofiume.it www.anticofiume.it

 LABRADOR RETRIEVER M. P. Buttarelli “Fior d’Acqua” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR)

tel. e fax 045/6661122 info@fiordacqualabrador.it www.fiordacqualabrador.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

 PASTORE BERGAMASCO L. Mariani “dei Lupercali” 17 via Mondello 22073 Fino Mornasco (CO) tel. +39 031/928092 cell. +39 328/5884848 www.lupercali.it info@lupercali.it

 PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE F. Simoni “Jacopone da Todi” via di Monteladrone sn 06059 Todi (PG)

tel. e fax 075/9077854 cell. 331/3667083 info@pastorimaremmanijacoponedatodi.com www.pastorimaremmanijacoponedatodi.com

 PASTORE SCOZZESE COLLIE M. T. Garabelli e A. Rota “di Cambiano” 4 strada Provinciale Monte Vaso 56034 Casciana Terme (PI)

tel. fax 0587/645322 cell. 340/2529213 - 333/6392761 www.cambianocollies.com www.allevamentocambiano.it mt.garabelli@tiscalinet.it

G. Pascale Guidotti Magnani “della Cambianella” 255 via Imperiale 44124 San Bartolomeo in Bosco cell. 3483198893 fax 1782208544 collies@cambianella.it www.cambianella.it

 PASTORE SCOZZESE SHETLAND M.A. Morosini “Mopava” 9 via Maguzzano 25017 Lonato del Garda (BS) cell. 3336698100 www.mopava.it marino.morosini@yahoo.it

 PASTORE TEDESCO G. Becattini “di Ripoli” via del Fossato 50012 Bagno a Ripoli (FI)

tel. e fax 055/632570 cell. 368/644380, 328/3787970 info@allevamentodiripoli.it www.allevamentodiripoli.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

E. Rossi Marchi “del Monte Poliziano” 11 via della Montagna 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 798239 cell. +39 3478234547 www.montepoliziano.it info@montepoliziano.it

L. Schievano “di Sarmano” 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD)

tel. e fax 049/701258 www.contedisarmano.it info@contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

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 SAMOIEDO P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV) tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 info@welsea.com www.welsea.com

 SETTER INGLESE R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

 SHIBA G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PU) tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.shiba.it delbiagio@alaskanmalamute.it

 SPINONE ITALIANO N. Randi “del Buon Santo” 28 via Rivaletto 48020 S. Alberto (RA) tel. e fax 0544/528228 nerino.randi@gmail.com www.spinonidelbuonsanto.com

 WEIMARANER D. Raimondi Cominesi “Royal Weim” 5 Cascina Garavella 26811 Boffalora d’Adda (LO) fax 0371/422472 cell. 335/6143838 www.royalweim.com raimondi@royalweim.com

M.A. Demuro “Sardinia Weim” Via Olgiastra snc 07021 Arzachena (OT) cell. 3348643700 www.sardiniaweimaraner.com info@sardiniaweimaraner.com

 ZWERGPINSCHER S. Monduzzi Donazzi “del Foionco” 127 via Montefiorino 41056 Savignano S/P (MO) tel. 059/2403132 fax 059/739276 cell. 338/7380783 www.delfoionco.it sanmondon@gmail.com


ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 1 gennaio 2021 – Anno 67° DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari

BICICLETTA SALVAVITA

UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Giorgio Bellotti, Sara Ceccarelli, Angela Del Carro, Renata Fossati, Rodolfo Grassi, Luciana Lastrucci, Guido Massimello, Ottavio Perricone, Ermelinda Pozzi, Marco Ragatzu.

ENCI IN INTERNET: www.enci.it informazioni: info@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it libro genealogico: lg@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it biblioteca: biblioteca@enci.it REDAZIONE, PUBBLICITÀ: 20137 Milano - Viale Corsica 20 Tel. 02/7002031 Fax 02/70020323 IMPAGINAZIONE GRAFICA: DOD artegrafica - Massa Lombarda (RA) STAMPA: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona SPEDIZIONE PER L’ITALIA E PER L’ESTERO: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona La quota associativa dei Soci Allevatori è pari a euro 51,65 e dei Soci Aggregati a euro 5,00; ai soli fini postali, euro 2,00, sono da considerarsi quale quota di abbonamento alla rivista.

La Direzione non si assume alcuna responsabilità sulle inserzioni pubblicitarie inoltrate senza bozzetto, sulle quali, peraltro, si riserva di operare eventuali tagli al testo, compatibilmente con lo spazio prenotato. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La responsabilità per i contenuti e le opinioni espresse negli articoli pubblicati è esclusivamente degli autori

In copertina: Bovaro dell’Appenzell. Foto Angela Del Carro. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639 Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente Associato alla Unione Stampa Periodica

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Italiana

BRASILE - Un Bassotto è passato dalla condizione di cane randagio, affamato, solo e malnutrito, ad essere il compagno di vita di un giovanotto che gli dà tutto l’amore del mondo. È successo in Brasile lo scorso dicembre, e oggi la vita di entrambi è cambiata. Il quattro zampe passeggiava in una zona desolata e arida ed è stato salvato da un giovane brasiliano, che stava facendo un giro in bicicletta. Il cane era stato abbandonato dal suo precedente proprietario, e se non fosse arrivato il ciclista con ogni probabilità sarebbe morto nel giro di qualche giorno. La scena è stata fotografata dall’amministratore di una pagina Facebook chiamata «Motivação e Você», e ha già fatto il giro del web. Il ragazzo pochi minuti dopo averlo incontrato si è avvicinato, lo ha accarezzato, e gli ha subito dato acqua e cibo in modo che potesse stare meglio. Il Bassotto era infatti talmente magro che si riusciva a vedergli le ossa. Il ciclista non ci ha pensato due volte: ha preso il cane e l’ha messo nel suo zaino proseguendo il viaggio un po’ a piedi e un po’ in sella, mentre il cucciolo appoggiava le sue zampette sulla schiena del ragazzo. Il destino li ha uniti, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbero diventati compagni di avventura. Oggi sono sempre insieme, e il post sulla pagina Facebok che immortala il loro incontro ha già totalizzato migliaia di like e di condivisioni , ricevendo gli auguri di buona vita da mezzo mondo.


Dalmata. Foto Elena Corselli.

... invita al gioco Labrador Retriever. Foto Vittorio Dubini.


Samoiedo. Foto Irene Galli.

Alaskan Malamute. Foto India Scavello.


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