Intervento del Ministro Lollobrigida
Interrogazione a risposta immediata, Senato della Repubblica, 6 marzo 2025
Signor Presidente, ringrazio l’onorevole senatore per aver posto questo settimo quesito delle opposizioni rispetto alla vicenda ENCI. Proverò a chiarire le questioni che l’interrogante pone ulteriormente perché il Parlamento abbia coscienza e contezza e questo report, ovviamente, è uno dei più seri, perché dice la verità, rivolgendosi a un’Assemblea per la quale proviamo grande e profondo rispetto. Lei, senatore Fina, ha parlato - correttamente - di relazione tra il Ministero dell’agricoltura e l’ENCI, esercitata, però, non in maniera preminente, perché ha un solo rappresentante all’interno del Consiglio direttivo su 15, dei quali 11 sono eletti su base associativa, due cooptati dagli eletti e uno è un rappresentante dall’Associazione italiana allevatori (AIA) e le vicende alle quali fa riferimento, solo per precisare, sono tutte avvenute prima dell’insediamento dell’attuale Governo.
Come già evidenziato anche nelle altre occasioni in cui abbiamo fornito risposte compiute e trasparenti, l’ENCI è un ente di diritto privato, riconosciuto con regio decreto del 13 giugno 1940, n. 1051, dotato di un proprio statuto, che ne regola l’attività e le funzioni e ne specifica lo scopo. La natura giuridica privata è stata confermata anche dalla giurisprudenza amministrativa, in particolare il Consiglio di Stato, con sentenza n. 250 del 2016, ha ribadito che l’ENCI conserva la propria identità giuridica privata pur svolgendo funzioni di interesse pubblico, come la tenuta dei libri genealogici e dei registri anagrafici delle razze canine. Il potere di vigilanza del Ministero dell’agricoltura - in quella sentenza si specifica - è limitato esclusivamente alla verifica del corretto esercizio, da parte dell’Ente, dell’attività di tenuta dei libri genealogici e dei requisiti anagrafici delle razze canine. La giurisprudenza citata ha chiarito che al Ministero è consentito intervenire in via sostitutiva mediante la nomina di commissari ad acta solo nel caso in cui si verifichino fatti o eventi che pongano in pericolo la corretta gestione del libro genealogico. Per il resto della sua attività, l’Ente gode di piena autonomia e il Ministero non può - né, mi permetta di dire, deve - interferire con le
scelte gestionali, tra le quali naturalmente le decisioni in merito all’impiego di risorse a disposizione, come lei ricordava. Allo stesso modo, saranno eventualmente la magistratura o gli altri organi competenti, nei quali crediamo, che potranno invece intervenire.
L’ENCI non beneficia di contributi pubblici a nessun titolo. Oggi ha un bilancio particolarmente sano, come lei ricordava. È una rarità trovarci a contestare una gestione virtuosa, o almeno io non lo faccio.
Però voglio aggiungere una cosa che credo per lei sia importante. I fatti avvengono tutti prima del 2022. I membri che sono all’interno del consiglio di amministrazione, nominato dal Ministero, sono stati designati dal precedente Governo, quindi dal mio collega Patuanelli. Anche i revisori dei conti sono stati nominati dal mio collega Patuanelli. Devo dire la verità: con il collega Patuanelli ho avuto sempre un rapporto di rispetto e stima, senza dubbio da parte mia, tanto da farmi pensare che lui abbia agito nella nomina con grande oculatezza e le persone che sono lì dentro, in piena autonomia, come devono agire i revisori dei conti e il consigliere d’amministrazione, agiscano a tutela della visione che il Ministero ha di correttezza legittima.
Quello che volevo significarle è che noi non solo abbiamo fatto questo, ma abbiamo anche nominato nel 2023 una commissione per verificare la parte che riguarda il Ministero. Di più non possiamo fare: non credo che vogliate mettere in discussione le oculate nomine di allora, visto che facevate parte di quel Governo. Io ero all’opposizione, quindi non sappiamo molto del metodo di scelta delle persone. Certamente quello che potevamo fare l’abbiamo fatto, la trasparenza dell’ENCI è stata testimoniata dal punto di vista delle mie competenze. Il resto, quello che esula dalle mie competenze, come le cose che ha citato di natura televisiva o programmatoria, non spettano in alcun modo a me. Spero che anche le trasmissioni televisive attenzionino la nostra relazione e provino a entrare nel merito, senza fare un grande calderone nel quale, nella confusione, si tendono ad attribuire responsabilità a chi le avrebbe volen-
tieri, ma non le ha. In questo caso, le assicuro che quello che dovevamo fare sull’ENCI non solo l’abbiamo fatto, ma voglio ribadire che chi lavora nell’ENCI e anche tutto il mondo della gestione del settore lavora con alta qualità e alto profilo da quello che vedo e da quello che posso verificare nella mia azione quotidiana.
(resoconto stenografico)
IL BRACCO
Giulia Del Buono pag. 14

CRUFTS 2025 TRIONFO PER L’ITALIA
servizio a cura della redazione INC pag. 3

NOTIZIE ENCI
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE, MASAF E ENCI VINCONO IL RICORSO AL TAR
Si informano i Soci che il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha pronunciato la sentenza sul ricorso proposto da Silvia Paoletti, Raffaele Pozzi e il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Cinofili contro il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali (oggi MASAF) e nei confronti dell’ENCI per l’annullamento del Decreto del Ministero recante la ratifica del Regolamento di Attuazione dell’ENCI (approvato dall’Assemblea dei Soci del 20.11.2021) - nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e consequenziale. Il TAR, definitivamente pronunciando sul ricorso, lo ha rigettato “perché manifestamente infondato”. Si accoglie con soddisfazione l’ennesima sentenza favorevole. Continueremo a lavorare come sempre. Con serietà, concretezza, rispetto delle regole e attenzione alle esigenze dalla cinofilia moderna.
Il Presidente Dino Muto





LA SELEZIONE TRA BELLEZZA E LAVORO
Il trottatore italiano

RICERCA
GESTIONE GENETICA DEL BRACCO ITALIANO
Università di Pisa e Camerino (Francesca Cecchi - Roberta Ciampolini – Silvano Presciuttini)
La gestione della “Variabilità Genetica del Bracco Italiano “è una sfida prioritaria che la SABI ha accolto con coraggio e determinazione. La Variabilità Genetica presente oggi all’interno della razza, costituisce un patrimonio originale ed al contempo prezioso, da conoscere a fondo per essere gestito, ed assolutamente da difendere, da preservare e da far evolvere per gli anni a venire. L’evoluzione della Variabilità Genetica all’interno della razza, l’andamento del livello medio della Consanguineità nelle ultime generazioni ed il monitoraggio di questo stesso per il futuro così come l’incidenza di alcune patologie a base genetica, sono aspetti fondamentali per una corretta gestione della razza. Tali obiettivi di studio riguardano sia le popolazioni a ridotto effettivo numerico che quelle aventi consistenze più importanti ma che possono ugualmente utilizzare in maniera intensiva un numero ristretto di stalloni. Lo studio della Variabilità Genetica intra-popolazione e tra popolazioni, permette di valutare sia l’originalità genetica di una razza che i legami genetici che possono intercorrere tra razze diverse ed appartenenti alla stessa specie Canis Familiaris
VARIABILITÀ GENETICA
La caratterizzazione e la valutazione della variabilità genetica possono fornire un utile strumento di indagine per l’individuazione di adeguate strategie nella corretta gestione del patrimonio genetico di popolazioni canine caratterizzate da un ridotto effettivo numerico, quali il Bracco Italiano. In tal senso, gli strumenti forniti dalla biologia molecolare consentono di approfondire le conoscenze relative al livello di variabilità ed alla stratificazione genetica della popolazione allo studio.
VARIABILITÀ FENOTIPICA
L’elaborazione delle misurazioni analitiche ha messo in evidenza che l’età del soggetto non è risultata mai significativa (i pochi soggetti con età inferiore all’anno non hanno mostrato differenze con gli animali adulti) mentre l’operatore è risultato significativo per alcune misurazioni, e questo è dovuto essenzialmente al fatto che alcuni operatori hanno misurato un diverso numero di maschi o femmine… Le differenze tra i sessi, differenze altamente significative si rilevano per l’altezza al garrese (circa 3-4 cm di differenza tra i due sessi).
Molte sono risultate le correlazioni fenotipiche significative tra i vari caratteri misurati. In particolare osserviamo che l’altezza al garrese risulta correlata positivamente ed in maniera altamente significativa con la Circonferenza al Torace, la Circonferenza allo stinco e al metacarpo ed in maniera minore con la larghezza della groppa rilevata agli ilei e la sua lunghezza. Questo significa che con l’aumentare dell’Altezza al garrese, si osserva un aumento di tutti gli altri parametri. La correlazione genetica tra l’altezza al garrese e la lunghezza della groppa è risultata pari a 0,302.
Questa particolare ricerca svoltasi alcuni anni fa, ha fornito importanti parametri per la selezione. Infatti, dalle conclusioni emerge che nonostante la consanguineità (non elevata e inevitabile specialmente dopo gli eventi bellici degli anni ‘40) la razza è vitale e non mai stata a rischio estinzione. Ci sono stati 3 grandi maschi riproduttori che tornano spesso nei pedigree di una razza che comunque è stata riselezionata dopo la Seconda guerra mondiale con i pochi soggetti sopravvissuti.
Questo studio ha dato la spinta ad una maggiore consapevolezza e ricerca da parte degli allevatori nell’utilizzo dei loro soggetti con il determinante contributo degli esami sul DNA e in pieno sostegno dei provvedimenti adottati da ENCI in merito. I risultati saranno da valutare nell’ immediato futuro, dato che la selezione rimanda sempre ai principi di: conservare, migliorare e proteggere.
Resta determinante l’impegno della SABI di tutelare al meglio una delle razze italiane più antiche e conosciute che ha conservato un forte istinto venatorio e un carattere stabile, affettuoso e collaborativo.
Giulia Del Buono
Il Bracco Italiano è uno dei cani da caccia più antichi di sempre, nonché capostipite delle razze da ferma che insieme a lui compongono il gruppo 7 della classificazione FCI.
In qualità di prodotto made in Italy ante litteram, la sua origine e la sua evoluzione sono indissolubilmente legate a quelle del nostro Paese, col quale ha condiviso epoche di grande splendore ma anche di profonda decadenza.
La presenza di un cane braccoide con la tendenza alla ferma infatti, si attesta già dal Medioevo.
La sua origine è da ricercarsi tra i cani da rete (couchants) – che indi-
viduata la selvaggina si arrestavano per farsi coprire insieme ad essa da una rete – ed i cani da falco (d’oysel), adibiti invece a scovare la selvaggina per farla involare così che il falco potesse completare l’opera.
Il Bracco Italiano di oggi rispecchia senza dubbio l’avvincente storia che lo ha forgiato nell’aspetto, nel carattere e nell’indole, rendendolo un ausiliare rustico, versatile ed efficace ma anche un compagno di vita docile, riflessivo, dall’occhio seren e lo sprone ai piedi
Perché il Bracco Italiano è anche un po’ quello delle eccezioni, veda-
L’ASSOCIAZIONE SPECIALIZZATA
La SABI è l’associazione specializzata riconosciuta dall’ENCI per la tutela e la valorizzazione del Bracco Italiano. Dal 1949, persegue le finalità statuarie svolgendo un’azione di indirizzo della selezione nell’allevamento della razza, volta al miglioramento genetico della popolazione. https://ilbraccoitaliano.org
Nel 2023 è stata rifondata la SABI International con lo scopo di intensificare i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo per mantenere ottimale lo stato di salute della razza e sotto controllo l’aderenza agli Standard attuali di bellezza e lavoro, per preservare e uniformare la razza in tutto il mondo.

si lo sperone ovvero il quinto dito vestigiale degli arti posteriori che comunemente viene asportato, mentre nel suo caso rappresenta(va) caratteristica di razza – dato che un tempo si riteneva fosse l’unico dettaglio a fare la differenza tra i soggetti puri e gli incroci con il Pointer. Si tratta di un cane di taglia medio-grande, di costruzione forte e armonica con aspetto vigoroso. Preferiti i soggetti ben proporzionati e di media taglia con arti asciutti, muscoli salienti, linee ben definite nonché testa scolpita con evidente cesello sub-orbitale, elementi questi che conferiscono distinzione alla razza.
L’altezza al garrese va dai 55 ed i 67 cm preferibilmente, l’altezza dei maschi va dai 58 ai 67 e quella delle femmine dai 55 ai 62, con un peso che oscilla fra i 25 e 40 kg, in proporzione all’altezza.
CACCIATORE AVIDO
La sua mole non deve trarre in inganno.
La sua struttura oltre a definirne in gran parte il tipo, non è sinonimo di pigrizia e pesantezza, al contrario esprime grande forza, energia, potenza ma anche solidità, classe ed eleganza.
Il Bracco Italiano è infatti un cacciatore avido ed un atleta di fondo, la cui costruzione, nel confronto con le razze omologhe, lo predispone ad
una maggiore robustezza che lo avvantaggia in territori più duri, così come l’andatura al trotto gli garantisce una migliore sostenibilità, sia in termini di risparmio energetico che di resistenza sotto sforzo. Per quanto amante delle comodità e della vita domestica, è proprio sul terreno di caccia che il Bracco Italiano esprime la sua essenza ed è un privilegio ammirarlo al lavoro, specialmente quando impegnato in una singolar tenzone con la selvaggina. È impossibile non emozionarsi vedendolo allungare il collo per agganciare l’emanazione, socchiudere gli occhi per assaporarla, continuare l’azione a testa alta per poi scalare le marce e ritrovarsi in una filata lenta ma implacabile sulla scia del selvatico, fino ad arrestare tutto il corpo in una ferma sicura e alta sulle zampe in vigile attesa che il cacciatore lo raggiunga per servirlo. È in questi momenti che il Bracco Italiano ha occasione di sfoggiare l’andatura che lo contraddistingue: il magnifico movimento al trotto, potente ed innato così come lo sono la cerca meticolosa, la ferma espressiva, il riporto ma soprattutto, il collegamento con il proprietario/conduttore: il suo centro di gravità permanente sul campo come nella vita. Con lui il Bracco Italiano tende a sviluppare un legame al limite della simbiosi, diventando la sua ombra in tutte le attività in cui desideri coinvolgerlo, con
la certezza di poter contare sull’energia inesauribile e la predisposizione all’apprendimento di un cane da lavoro, ma anche sull’adattabilità e l’intelligenza di quello che è a tutti gli effetti un “italiano” che scodinzola, abile nel destreggiarsi in ogni situazione con la veracità e la classe di casa nostra.
FEDELE COMPAGNO
Proprio queste doti, unite ad un’estetica d’altri tempi, all’espressività e al carattere mite, hanno consentito alla razza, in tempi relativamente recenti, di guardare ben al di là del semplice impiego venatorio, diffondendosi sempre più anche al fianco di chiunque desideri un compagno a quattro zampe che lo accompagni nello sport e nel tempo libero, ma soprattutto un amico affidabile, affettuoso ed equilibrato da accogliere nella propria vita come insostituibile membro della famiglia.
Peculiare è il suo bisogno di incontrare il nostro sguardo, cercando i nostri occhi come se volesse leggerci il pensiero. Nella sua espressione distintiva, che trasuda una bontà vivace, spiccata intelligenza e profonda devozione che risiede l’essenza di questa razza antichissima, capace di attraversare i secoli reinventandosi per rimanere sempre fedele a sé stessa.
Giulia Del Buono www.ilbraccoitaliano.org
ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI
Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n.4 aprile – Anno 71°
DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari
REDAZIONE: Renata Fossati
PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano

DINAMICO E IN SALUTE
La riselezione della razza operata negli ultimi 50 anni, mantenendo al centro lo scopo venatorio, ha permesso al Bracco Italiano di migliorarsi anche sotto il profilo sanitario, liberandolo dall’antica pesantezza e da quel linfatismo quasi invalidante che oltre a renderli inefficaci sul terreno da caccia, predisponeva molti soggetti a patologie importanti come dermatiti e piodermiti, la cui casistica oggi è drasticamente ridotta.
Un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita dinamico, che ben si adattino alle esigenze psico-fisiche di un cane da lavoro, restano comunque imprescindibili per il benessere del Bracco Italiano che oggi si può considerare una razza in salute.


HANNO COLLABORATO: Alessia Corradini, Orsola Corrieri, Enrico De Gaspari, Claudio De Giuliani, Giulia Del Buono, Giovanni Liguori, Ermelinda Pozzi
ENCI IN INTERNET: www.enci.it ufficio gestione registri: ugr@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it affissi: affissi@enci.it addestratori: addestratori@enci.it campioni: campioni@enci.it
REDAZIONE, PUBBLICITÀ: 20137 Milano - Viale Corsica 20 Tel. 02/7002031 Fax 02/70020323
IMPAGINAZIONE GRAFICA: DOD artegrafica - Massa Lombarda (RA)
STAMPA: Postel spa Viale Europa 175 00144 Roma
SPEDIZIONE PER L’ITALIA E PER L’ESTERO: POSTE ITALIANE SPA
La quota associativa dei Soci Allevatori è pari a euro 51,65 e dei Soci Aggregati a euro 5,00; ai soli fini postali, euro 2,00, sono da considerarsi quale quota di abbonamento alla rivista.
La Direzione non si assume alcuna responsabilità sulle inserzioni pubblicitarie inoltrate senza bozzetto, sulle quali, peraltro, si riserva di operare eventuali tagli al testo, compatibilmente con lo spazio prenotato. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La responsabilità per i contenuti e le opinioni espresse negli articoli pubblicati è esclusivamente degli autori
FOTO PERSONE MINORENNI
Si comunica che tutte le foto pubblicate sulla rivista che ritraggono persone di minore età sono state autorizzate dai rispettivi genitori.
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639
Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente

