N. 8 settembre 2020 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it
RUSSIAN TOY • SPANIEL TEDESCO PASTORE DELLA LESSINIA E DEL LAGORAI PROVE CONTINENTALI E INGLESI
“organo ufficiale ENCI”
settembre 2020
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20 Kg
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SOMMARIO Notizie ENCI RUSSIAN TOY. Il piccolo atleta Pietro Paolo Condò Lo Spaniel tedesco Maria Pia Pasquali PASTORE DELLA LESSINIA E DEL LAGORAI.“La linea del gregge” Federico Torresan LEVRIERI. E... via col vento! Marcello Poli Il cane da fattoria danese e svedese Olga Larssenn UCLA. Angeli con la coda Renata Fossati Dodici minuti di felicità Renata Fossati Standard in pillole Non sempre è buon appetito Sara Ceccarelli Il cane, il vento e il conduttore Rodolfo Grassi SIS: prove in altitudine Marco Ragatzu “Trofeo Ammannati” Marco Ragatzu Terni: continentali al lavoro Marco Ragatzu Imperia: Vicino al cielo Marco Ragatzu
CHI E DOVE
3 6 12 17 23 28 31 34 36 38 41 47 52 55 59
62 I successi 63 Gli allevatori 64 I club
PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30
PER I GRUPPI CINOFILI Si informano i Gruppi Cinofili ENCI che all’interno de “I Nostri Cani” sono disponibili gratuitamente pagine dedi cate ai resoconti delle Esposizioni Internazionali e Nazionali. Per avere informazioni riguardanti gli aspetti tecnici e le modalità d’invio, contattare la redazione: redazione@enci.it - tel. 0270020358
Notizie ENCI AVVISO Si avvisa che, essendo le raccoman date a.r. ritornate dapprima con moti vazione “compiuta giacenza” e suc cessivamente per “destinatario trasfe rito”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata deposi tata lettera di contestazione relativa al procedimento disciplinare n. 159/19 nei confronti di GIUSTO GIUSEPPE. Il Segretario Istruttore
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La mia razza in 40 righe
“Racconti brevi. Storie di vita quotidiana. Aneddoti divertenti. Una razza: che passione! Dalla città alla campagna… … E tutto ciò che racconta la vita condivisa con la scelta di un cane”.
I RACCONTI SARANNO PUBBLICATI SULLA RIVISTA “I NOSTRI CANI” E SUL SITO DELL’ENCI INFORMAZIONI TESTO: in formato di scrittura (Word o similari - NO pdf). Lunghezza massima: 4.000 battute (spazi esclusi). FOTO: è possibile allegare 1 foto in formato Jpg o Tif in alta risoluzione. Avvertenze: non impaginare. Testo e foto, separati. INVIARE racconti, foto e liberatoria a: racconti@enci.it. Avvertenze: ad ogni e mail, allegare solo 1 racconto ed 1 foto. È possibile inviare più racconti dello stesso autore con e mail distinte. LIBERATORIA Per la pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI si deve allegare all’invio la seguente dichiarazione: Il sottoscritto: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Autorizza la pubblicazione, sulla rivista I Nostri Cani, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI, del racconto e della foto allegati alla presente e mail. Dichiara altresì che gli stessi sono gratuiti e liberi da copyright.
L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.
Dalla Russia un terrier agile e intelligente
Il piccolo atleta
Ha l’aspetto di una delicata ceramica ma possiede molto carattere. Russian Toy vispo e curioso, con le sue orecchie piumate che lo rendono inconfondibile
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La storia della razza in Russia si intreccia più volte con quella del Toy Terrier Inglese. Gli studiosi distinguono due periodi ben definiti per raccontare l’evolversi di questo piccolo terrier nella madre patria Russia, qui, tra il XIX secolo e l’inizio del XX c’era un terrier a pelo liscio che alcuni allevatori selezionavano con un nome generico, oppure come black and tan terrier. La seconda stagione della razza invece si riferisce al lavoro più recente di selezione portato avanti dagli allevatori che hanno creato il Russian Toy nelle due varietà a pelo liscio e a pelo lungo
cole dimensioni, l’eleganza e l’agilità nei movimenti li resero molto rinomati come cani da compagnia. Nel 1917 a San Pietroburgo venne pubblicato un libro di A. Fedorovich-Shenets con una descrizione molto dettagliata non solo dei cani da caccia e da guardia, ma anche dei cani d’appartamento. Nel libro si legge la storia dei terrier a partire dall’etimologia del termine (terrier = cane di terra)… e riguardo al Toy Terrier: “una razza speciale di cani che possiede una passione per la caccia di animali in agguato nelle tane. Questa razza si distingue per la sua grazia, rapidità e facilità di movimento. Al momento, non sono usati per la caccia, ma sono tenuti esclusivamente come cani d’appartamento, in quanto sono molto belli e fedeli al loro padrone…” Oltre a questa edizione sui terrier, la stessa descrizione è ripetuta quasi identica nel libro di VI Kapitanov “Watchmen, Hunting and Indoor Dogs”.
La storia ancora più lontana si palesa nel Museo Zoologico di San Pietroburgo dove si può ammirare un’effige di terrier a pelo liscio con un’altezza al garrese di circa 35 cm, risalente al periodo Kunstkamery (1716-1725). La didascalia recita: “Un cane di razza terrier a pelo liscio soprannominato Lisette. Apparteneva personalmente a Pietro il Grande. ” I Toy Terrier inglesi in Russia divennero famosi grazie alla moda per tutto ciò che proveniva dall’Inghilterra. Le pic-
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LA RICERCA DEL TIPO Con difficoltà, gli allevatori iniziarono un lungo lavoro di ricerca del tipo desiderato. All’inizio selezionarono i cani per taglia, accoppiando soggetti il più possibile simili tra loro, cercando di rendere omogenea la selezione. Nel 1967, alla 2º All-Union Exhibition, furono esposti 100 Toy Terrier di tipo russo. Il recupero della razza si sviluppò simultaneamente a Mosca, Leningrado, Sverdlovsk e Irkutsk.
UNA SELEZIONE A TUTTO CAMPO Fino alla metà degli anni ’50, il materiale documentale era molto scarso. Solo in alcuni cataloghi delle esposizioni che vedevano la partecipazione principalmente di razze da caccia e di servizio, ci sono riferimenti a cani d’appartamento. Nel 1960, il “Catalogo della mostra russa di cani da caccia, armi, attrezzature per la caccia e la pesca” pubblicò gli “Standard provvisori di razze di cani d’appartamento e decorativi”. Tra di loro, anche il Toy Terrier. Questa prima descrizione della razza fu in effetti il primo standard. Secondo questo standard, 34 maschi e 43 femmine terrier furono esaminati durante la mostra. Quasi tutti i cani erano neri e marrone chiaro. 11 vennero classificati “Eccellenti”, 32 “Molto Buono” e 11 “Buono”.
Dopo la nascita di Chiki, il primo soggetto a pelo lungo dall’aspetto molto gradevole nel suo insieme, un appassionato cinofilo di Mosca Y.E. Zharova operò un accoppiamento tra Chiki ed una femmina che aveva il mantello simile alla madre di Chiki stesso. L’esperimento ebbe successo: nacquero tre cuccioli a pelo lungo. Presto gli allevatori seguirono l’esempio per ottenere soggetti a pelo lungo e si presume che fu introdotto sangue di Pechinese o cani di vecchio tipo, simili a dei Chihuahua. Ciò diede risultati positivi nel fissare il pelo lungo e accentuare la struttura specifica del mantello su orecchie e frange. Nel 1966, a Mosca fu redatto il primo standard del Toy Terrier a pelo lungo ed altri soggetti furono allevati in altre città dell’Unione Sovietica.
Lo standard dei Toy Terrier selezionati in Russia non corrispondeva a quello inglese. In particolare, l’altezza richiesta nei maschi non doveva superare i 25 cm e non più di 23 cm nelle femmine, il cranio era arrotondato, con uno stop pronunciato, la coda era corta. I colori ammessi, oltre al nero e marrone chiaro, erano: marrone e rosso di qualsiasi tonalità. Quindi , in quel tempo, l’isolamento politico nel Paese portò l’Unione Sovietica a selezionare per conto proprio il suo Toy Terrier Russo, significativamente diverso dal suo omologo inglese.
GLI ANNI RECENTI DELLA SELEZIONE Nel maggio del 1972 alla “7° Mostra di cani da compagnia di Mosca”, la descrizione del Toy Terrier fu redatta con alcune modifiche. Alla mostra furono presentati 28 cani maschi e 59 femmine; 68 soggetti di colore nero e marrone chiaro, 4 neri, 2 marrone e marrone chiaro, 9 marrone, 1 sabbia, 1 cervo, 2 cani rossi. Vi furono anche sog8
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getti a pelo lungo: 11 maschi, 24 femmine. Di questi 16 neri e marrone chiaro, 2 neri, 12 marroni, 4 rossi, 1 rosso con un riflessi scuri.
Nel 2006, la razza è stata esaminata dalla FCI e ha ricevuto lo status di “condizionatamente riconosciuta”. Attualmente, la razza è stata definitivamente riconosciuta dalla FCI.
Questi standard “non ufficiali” dei soggetti a pelo lungo furono ristampati e trasferiti da club al club. Allo stesso tempo, erano in corso lavori per l’approvazione di questi standard da parte del Consiglio Cinologico dell’Unione che fu approvato Il 23 dicembre 1980. Invece, lo standard dei soggetti a pelo liscio fu approvato solo nel 1985. Negli anni ’80. con la caduta della “cortina di ferro” e l’inizio dell’interesse sempre crescente per cani rari ed esotici, l’interesse per la razza diminuì. All’inizio degli anni ‘90, il numero di Toy Terrier russi era notevolmente diminuito e quelli della varietà a pelo lungo aveva raggiunto un livello critico. Ma la razza è riuscita a sopravvivere grazie al lavoro di una nuova generazione di allevatori.
LA SITUAZIONE IN ITALIA Pioniere della razza è stato Paolo Tartaro che ha importato soggetti di un certo riguardo dalla Russia. Con buona lungimiranza onde diffondere ed accelerare i tempi di selezione, Tartaro ha interessato più persone del Club Cani Compagnia di già comprovata esperienza nell’allevamento, con lui la compianta Patrizia Bernicchi accreditata allevatrice di Lhasa Apso, inoltre, Gianna Toribolo esperta allevatrice di Barboni ma pure Raffaella Gozzi, Gemma Carone, e molti altri appassionati. Da lì a poco la razza ha incominciato ad attirare su di sé sui i ring Italiani tutta l’attenzione dovuta, vuoi per la sua esoticità o per la contenuta tipicità agli albori. Man mano e nel giro di pochi anni si son fatti eccellenti migliorie nel tipo; nuovi allevatori si sono appassionati a questo piccolo cane esile ed intelligente, e nel giro di un solo decennio contiamo soggetti di qualità rilevante e gli appassionati del “piccolo cane russo” stanno crescendo. Grazie alle sue doti di spiccata intelligenza e fedeltà è una razza di taglia contenuta destinata a crescere di fama ed a coinvolgere altri appassionati cinofili.
Nel 1998, RKF ha approvato un nuovo tipo di Toy Terrier Russo. All’interno dello standard, i soggetti a pelo liscio e quelli a pelo lungo sono stati riconosciuti come due varietà della stessa razza. Nel 1999, il RKF ha deciso di unire entrambe le varietà in una razza e il nome del Russian Toy Terrier a pelo corto e pelo lungo. Lo standard comune è stato adottato nel 2000. 9
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PELO Nella razza esistono due varietà: pelo liscio e pelo lungo • Pelo liscio pelo corto, aderente e lucente, senza sottopelo o zone prive di pelo. • Pelo lungo: il corpo è ricoperto di pelo moderatamente lungo (3-5 cm.) diritto o leggermente ondulato, aderente, che non nasconde il naturale profilo del corpo. Il pelo sulla testa e sulla parte anteriore degli arti è corto e aderente. Ben definite frange sul lato posteriore degli arti. I piedi hanno pelo lungo, serico che nasconde completamente le unghie. Gli orecchi sono ricoperti di pelo lungo che forma frangia.
PICCOLI ATLETI SEMPRE VIGILI Il Russian Toy è un cane di piccola taglia, molto allegro e vivace che lo rende un ottimo compagno di famiglia. È adatto in una casa con persone anziane e bambini piccoli che hanno bisogno di compagnia. È un cane molto fragile a causa della leggera struttura ossea. Dovrebbero essere maneggiati con cura poiché possono facilmente farsi male. Hanno orecchie grandi ma la testa è piccola rispetto al suo corpo. I loro occhi sono grandi e larghi che attraggono per la loro espressione curiosa e vigile. Si adattano ala vita d’appartamento molto facilmente poiché sono piccoli e il loro fabbisogno di attività fisica all’aperto è contenuto. È un cane attivo, quindi è necessario per loro fare movimento regolare per mantenersi in forma; non hanno bisogno di molto esercizio fisico ma sono necessarie passeggiate giornaliere anche per esplorare il mondo esterno e soddisfare la loro curiosità. Molto leali e allegri, sebbene piccoli, hanno una grande personalità e sono pronti a proteggere i loro familiari, in particolare i bambini. La loro natura giocosa li rende divertenti e complici. Poiché sono piccoli e hanno un corpo delicato, i bambini dovranno essere abituati a comportarsi gentilmente con loro e gestirli delicatamente. Intelligenti e audaci, sono pronti ad apprendere nuove cose. Sono cani svegli e molto attenti alle attività che si svolgono intorno a loro. Quindi, sono ottimi cani da guardia che avvertono il loro proprietario di qualche attività insolita, abbaiando. Dal momento che sono molto vocali, se lasciati da soli per lungo tempo, potrebbero disturbare il vicinato. Sono molto obbedienti e disponibili ad imparare e apprendono 10
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TAGLIA E PESO Altezza al garrese maschi e femmine: 20-28 cm. Peso maschi e femmine: fino a 3 Kg.
velocemente. L’utilizzo di metodi positivi come ricompense alimentari ed elogi porteranno a risultati sorprendenti. Pur essendo cani socievoli, sono riservati con gli estranei ed abbaieranno alla loro presenza. Pertanto, un’adeguata socializzazione fin dalla tenera età è importante. Ai cani che partecipano alle mostre dovrebbe essere insegnato a essere calmi stando sul tavolino nel ring, ed abituati ad essere toccati da mani estranee. Un cane ben educato dovrebbe abituarsi alla normale spazzolatura (con una spazzola speciale). Sono cani sensibili ed avvezzi ad essere al centro dell’attenzione, pertanto sin da piccoli è consigliabile stabilire delle piccole regole quotidiane per evitare di viziarli troppo. Sono molto intelligenti e nonostante la taglia molto ridotta hanno una personalità ben definita che sa bene quello che vuole e come ottenerlo. Una razza ancora poco conosciuta da noi ma che sta costantemente aumentando la sua popolarità. Pietro Paolo Condò Presidente del Club Cani Compagnia
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Poco conosciuto al di fuori della Germania sta incontrando molte simpatie anche in Italia
Lo Spaniel tedesco
Eccellente cane da cerca ha un animo gentile ed affettuoso anche con gli estranei che ben si adatta alla vita in famiglia. Il nome tedesco Wachtelhund significa letteralmente “cane da quaglia�
FAMOSI SPANIEL TEDESCHI Lord Augusta è visto come il settembre 2020 maschio dal quale sono discesi la maggior parte degli spaniel tedeschi moderni, con la Germania ha femmina Baby auf der avuto una seleSchanze a cui è stato zione moderna diattribuito il merito di aver venendo “Wachtel introdotto la colorazione hund”. La razza, ricomarrone roano che nosciuta nel 1903, non ancora oggi è è molto nota al di fuori presente. della Germania, ma è stata riconosciuta anche dal Kennel Club (UK) nel 1996. Una razza robusta, ben costruita, con un mantello dalle varie tonalità di marrone con alcune macchie bianche che può essere addestrata per seguire le tracce della selvaggina anche su lunghe distanze
LO SVILUPPO DELLA RAZZA A Frederick Roberth, un allevatore di cani tedesco, va il merito di aver creato il moderno Deutscher Wachtelhund intorno al 1890. Discendente dallo Stoeberer (oramai estinto) del quale vi sono tracce in letteratura a partire dal lontano 1719, si pensava che avesse un naso potente come un Bloodhound. Gli Stoeberer erano generalmente di proprietà delle classi dirigenti, che in quel periodo avevano il monopolio della caccia in Germania. Tuttavia, in seguito alle rivoluzioni del 1848 negli Stati tedeschi, contadini e cacciatori furono autorizzati a cacciare e avevano quindi bisogno di un cane versatile per l’attività di cerca e riporto e trovarono queste caratteristiche nello Stoeberer. Alla fine del XIX secolo, quando Roberth stava lavorando alla sua nuova razza, trovò esemplari dello Stoeberer in Baviera che incrociò con cani da acqua e Spaniel per ottenere il moderno Spaniel tedesco. Nel 1903, il Deutscher Wachtelhund fu riconosciuto come una razza, e in seguito fu organizzato il club di razza tedesco, il Verein fur Deutsche Wachtelhund (VDW). Da allora il termine Stoeberer è diventato una categoria di cani da caccia in Germania e il Wachtelhund è l’unico membro di quella categoria. John Scott, 1º conte di Eldon, Lord Cancelliere della Gran Bretagna possedeva uno Spaniel tedesco di nome Pincher, che si pensava fosse il suo cane preferito, che fu dipinto da Edwin Henry Landseer. Il cane originariamente apparteneva a suo figlio William Henry, ma divenne il suo inseparabile compagno. Lord Eldon scrisse del comportamento di Pincher nelle sue lettere a Lady FJ Bankes nel dicembre 1831: “Quando arrivai a Southampton, Pincher, che manda i suoi più cordiali saluti, marciò fino alla camera da letto in cui avevo dormivo le ultime due volte in cui ero stato lì. La cameriera però mi ha fornito un’altra stanza, dato che la casa era piena di ospiti. Pincher era a disagio per questo, e credo che se avesse potuto parlare, non l’avrebbe permesso”. Dopo la morte di Lord Eldon, una somma di denaro fu lasciata a sua figlia Lady Frances specificamente per pagare le cure del cane. Di solito, in passato questi cani di proprietà di silvicoltori
Tra le razze da caccia, nello specifico “cani da cerca”, si sta facendo largo una varietà poco nota che ultimamente guadagna consensi anche in Italia. Lo Spaniel tedesco, noto anche come Deutscher Wachtelhund (cane da quaglia), è una razza che in Germania gode di una vasta popolarità con nascite che superano i 700 cuccioli l’anno ed un Club che conta circa 4000 soci. È apprezzato non soltanto per le sue abilità venatorie ma anche per il carattere socievole, allegro e sempre disponibile. Ha una storia che lo pone come diretto discendente dello Stoeberer - antica razza germanica – divenuta popolare, dopo le rivoluzioni negli stati tedeschi del 1848, tra le persone più umili che necessitavano di un versatile cane da caccia. Lo Stoeberer è ora un tipo di cane da caccia che in 13
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e cacciatori tedeschi, non erano tenuti come cani di casa, ma solo per le attività venatorie. Negli anni ’60 e ’70 diversi Spaniel tedeschi furono importati negli Stati Uniti e i discendenti di quei cani sono ora impiegati in Canada per rintracciare e stanare l’orso nero americano: si pensa che ci siano circa 100 Spaniel tedeschi in Nord America. Un altro allevatore di cani, Rudolf Friess, ebbe una grande influenza sul successivo sviluppo della razza. Egli si prodigò al fine di allevare due linee separate di Wachtelhund, con i cani marroni riconosciuti per la loro maggiore velocità a breve distanza e la capacità di riportare la selvag-
gina, ed i cani marroni con focature che hanno una maggiore velocità sulla lunga distanza e la capacità di seguire una scia odorosa su enormi distanze. Sebbene questa politica riproduttiva sia continuata per decenni, oggi non viene più praticata.
ENERGICO E VERSATILE Questa è una razza estremamente energica, sempre vigile e desiderosa di essere in movimento. Inoltre è molto docile e amichevole con gli estranei, non mostra mai aggressività non provocata e la sua natura sicura significa che difficilmente si spaventa o si trova a disagio, quindi è generalmente affidabile anche nei confronti dei bambini. L’istinto predatorio è estremamente sviluppato , ciò significa che si potrebbe facilmente annoiare mettendosi a scavare od a masticare… Sebbene sia estremamente socievole con altri cani, con gli animali più piccoli come gatti o conigli potrebbe non essere facile la convivenza. Lo Spaniel tedesco è facilmente addestrabile alle attività venatorie, eccellente cane da cerca e buon riportatore. Sebbene la socializzazione sia importante per qualsiasi cane, questa non dovrebbe presentare alcuna difficoltà per questa razza così amabile. Comportamenti indesiderati, per esempio un abbaio incessante, sono generalmente il risultato di una stimolazione inadeguata così come di una scarsa educazione. A tal proposito, l’educazione e l’addestramento dovrebbero essere basati sull’empatia e sulla coerenza piuttosto che sul rigore. Essendo un cane sportivo, quando non è impiegato nelle attività di caccia dovrebbe comunque essere in grado di soddisfare tutte le sue energie attraverso lunghe passeggiate, nuotate, sport cinofili e qualunque attività all’aria
DEUTSCHER WACHTELHUND IN PILLOLE Il pelo di questi cani non provoca allergie alle persone. Sono amichevoli con tutti ma abbaiano se notano qualcuno di insolito avvicinarsi alla casa. Sono cani attivi e hanno bisogno di movimento. Se lasciato solo per lunghi periodi di tempo, può sviluppare ansia da separazione. Sono affettuosi con tutti i membri della famiglia. Hanno un notevole istinto predatorio e potrebbero inseguire piccoli animali. Amano stare all’aria aperta ed anche vivere a stretto contatto con la famiglia. Sanno essere tenaci e assertivi durante la caccia… e sono rilassati e socievoli in casa, sempre in cerca di coccole.
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aperta che gli permetta di esprimere tutta la sua vitalità ed allegria. Se durante le passeggiate lo si perde di vista, in genere non ci si dovrebbe preoccupare in quanto starà sicuramente frugando, naso a terra, qualche odore interessante ma allo stesso tempo sarà pronto a tornare al vostro richiamo una volta soddisfatta la sua ispezione. Ovvia mente, questo comportamento è il frutto di una accurata educazione unita al devoto affetto che il cane manifesta per il proprietario. È un cane che ben si adatta anche alla vita in casa dato che sviluppa un fedele attaccamento a tutta la famiglia. I problemi di salute sono rari nello Spaniel tedesco che hanno un’aspettativa di vita media da 12 a 15 anni.
IN ITALIA Nel nostro Paese lo Spaniel Tedesco è poco conosciuto e viene utilizzato quasi esclusivamente in Lombardia e Toscana per la caccia al cinghiale.
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CURA DEL MANTELLO Sebbene il fitto sottopelo si stacchi completamente specialmente in primavera e in autunno, il mantello non richiede una cura intensiva. La spazzolatura da settimanale a due volte a settimana dovrebbe essere sufficiente per la maggior parte dell’anno, con bagni occasionali quando serve. La toelettatura professionale non è essenziale, anche se mantenere in ordine le lunghe frange sugli arti può aiutare a tenere pulito il cane. Le orecchie pendule dello spaniel necessitano di una pulizia regolare con un appositi detergenti per prevenire infezioni o fastidiose otiti. Solo negli ultimi due anni alcuni soggetti hanno iniziato a confrontarsi con altre tipologie di selvatico (fagiani, pernici, mini lepri etc.) nelle prove spaniel organizzate dal Club Italiano Spaniel rendendo inizialmente impossibile accettare, da parte dei nostri giudici, in base allo standard di lavoro degli spaniel, alcune loro peculiarità come ad esempio l’abbaio per segnalare il selvatico e la cerca molto allargata spesso non completamente collegata con il conduttore, ritenute invece doti essenziali e peculiari nell’ambito dello standard di lavoro dello spaniel tedesco utilizzato in Germania, Paese di origine della razza. Tale difficoltà apparentemente insuperabile poiché dovuta a differenti “visioni” di cultura cinofila che vede contrapporsi quella più tipicamente italiana con il cane “specialista” o addirittura “super specialista” (da ferma, da cerca e riporto, da lepre, da tana, da cinghiale etc.) a
quella tedesca che predilige invece il cane tuttofare definito come “completo”, ha reso necessaria la elaborazione da parte del Club che presiedo di uno standard di lavoro “dedicato” agli Spaniel Tedeschi. Si è trattato di un percorso faticoso che ha impegnato a lungo consiglieri, giudici esperti, proprietari e conduttori ma alla fine ce l’abbiamo fatta ed ora lo standard è operativo essendo stato definitivamente validato ed approvato dall’ENCI . Da oggi lo Spaniel Tedesco potrà quindi cimentarsi nelle prove spaniel in batterie a loro riservate e giudicate da giudici dedicati. Benvenuti quindi “spaniel tedeschi”, vi aspettiamo numerosi alle nostre prove. Maria Pia Pasquali Presidente Club Italiano Spaniel
MANTELLO PELO lungo, forte, ben aderente, solitamente ondulato, talvolta anche ricciuto (Astrakan) o liscio, con fitto sottopelo. Pelo però non troppo lungo e ancor meno leggero, o anche serico. Spesso arricciato sulla nuca, orecchi e groppa; ricco di frange sui lati posteriori degli arti e sulla coda. Sovente presenza di collare (jabot); è ben fornito di pelo sul ventre. Regione del muso e cranio: pelo corto, ma sempre fitto. Gli orecchi sono ricoperti di riccioli o pelo molto ondulato, che arrivano oltre il bordo interno; le membrane interdigitali sono ricoperte di pelo fitto ma non troppo lungo.
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Il Pastore della Lessinia e del Lagorai
“La linea del gregge”
Una nuova razza italiana con notevoli abilità e straordinario senso dell’orientamento. Conduttore e guardiano, rustico e affidabile ha mantenuto nel tempo le sue originali caratteristiche
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“Al suo vecchio cane nero bastava poi un cenno, nemmeno una parola, che lui capiva il suo pensiero”.
chese salmastro della laguna, sono i fischi intonati di un uomo col bastone, simili a una strana filastrocca, e il tenace abbaiare di un cane che ne consegue, magari a impedire che un agnello perda il contatto col resto gregge o che una pecora finisca in un fosso, a riscrivere quotidianamente quest’antica alleanza. Il pastore era ed è ramingo, dedito a spostamenti un tempo molto più ampi degli attuali, di centinaia di chilometri, oltre i valichi montani, in paesi stranieri. Un vagabondare ancora oggi regolato dallo stato dei pascoli, dall’allungarsi e dall’accorciarsi delle giornate, dalla benevolenza del tempo, dall’alternarsi dei santi del calendario. Uomo di mondo, che la necessità ha costretto a saper farsi capire anche in contrade dov’era forestiero, capace di superare le barriere linguistiche e culturali e farsi intermediario e traghettatore tra nazioni di usi, conoscenze, costumi e ricchezze genetiche.
(Mario Rigoni Stern, Storia di Tönle, Asiago 1977-78)
In un giorno che non sappiamo, in terre di cui ignoriamo il nome, proseguendo nell’intuizione dei cacciatori primitivi, genti nomadi delle steppe stringevano quel patto prodigioso che ancora oggi unisce insieme l’uomo e il cane da pastore. Furono quegli stessi popoli provenienti dalla regione pontico-caspica a introdurre, nell’Europa dell’Età del Bronzo, l’allevamento della pecora e, geneticamente, la tolleranza al lattosio. I loro spostamenti contribuirono alla nascita e alla diffusione delle lingue indoeuropee, tant’è che nel loro Proto-Indo-Europeo, il termine usato per indicare il cane doveva essere *kwon, tramandato poi fino al greco κύων o kýŌn, al nostro latino canis, al germanico hunt o hund, all’inglese hound, al cinese quan o kou, e come radice con lo stesso significato in molte altre lingue, dall’India all’Irlanda. E nel Triveneto, fino alle più vicine piane lombarde ed emiliano-romagnole, dai gotici pinnacoli delle Alpi al tur-
Il cane del gregge di queste provincie, invece, corrisponde quasi inesorabilmente sempre alle stesse caratteristiche morfologiche. Nonostante pastori e mandriani abbiano, se non altro per una questione di sopravvivenza, privilegiato la funzione all’aspetto, quest’ultimo si è poi necessariamente omologato alla prima, ed entrambi appaiono da più di un secolo fissati stabilmente. 18
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lavoro richiesto, il carattere per eccellere nell’utilità, selezionati da un impiego che è fatica dura, quello del cane da transumanza. Inserita nel 2019 dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale, questa pratica pastorale racconta a ogni stagione la meravigliosa natura dell’uomo e del cane, pastori, che vincono il tempo e lo spazio, ripetendo l’immagine di quello che possono essere stati loro stessi alcuni milioni di anni fa. Non è un mestiere, né una tradizione, piuttosto un’ossessione insita nei geni. Qualcosa chiama, e uomini e animali debbono andare, i luoghi da raggiungere solo vagamente accennati. E non che significhi solo camminare, al caldo umido, nella polvere sollevata dalla mandria mentre la carovana sale all’alpe in compagnia delle zanzare o sotto un acquazzone, o con le zampe nei sentieri infangati che ge-
REGISTRO SUPPLEMENTARE APERTO Localmente prende anche appellativi diversi, ma è oramai generalmente noto come Pastore della Lessinia e del Lagorai, nome con il quale il 24 giugno scorso l’ENCI ha deliberato l’attivazione del Registro Supplementare Aperto per l’iscrizione di soggetti appartenenti a popolazioni tipiche italiane in fase di recupero, con relativa emissione di certificati RSA, provvedimento indispensabile per scongiurare l’estinzione di un patrimonio zootecnico e della cultura rurale che lo accompagna, che oggi pagano la sfida col mondo moderno. Sancendo dunque per questa popolazione canina l’inizio di una nuova realtà. La vera origine della razza, prima che nella storia, va cercata nel sangue. Il corpo è costruito appositamente per il
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lano, quando è il freddo ad addormentare e a rubare i colori delle pianure invernali vicine al mare. È pericolo costante, di notte e di giorno, di predatori, di pietre che cadono, di cibo che manca, di animali smarriti. Si può trarne motivo di incubi. È solo la paura di non campare che ha diviso chi doveva fermarsi da chi ha potuto trasmettere ai discendenti le proprie attitudini favorevoli. Quando si parte si muore un po’, afferma il detto, ma può anche darsi che si muoia del tutto. La transumanza è un rito sacrificale e crudele.
FUNZIONALE E ARMONICO Non esiste forse dedizione pagata a così caro prezzo, per cui la funzionalità che risponde allo scopo deve essere massima, ne deriva che l’allevamento tradizionale del cane da pastore dei monti trentini e degli altopiani veneti, ha da sempre ripugnato l’eccesso di selezione e l’ipertipo, che lo avrebbero reso inadatto al lavoro. È dunque necessariamente mesomorfo, ben proporzionato e armonioso nei movimenti, mentre la costruzione rettangolare è la più efficiente nel consentirgli il passo del trottatore da resistenza. Questo, unito ad arti anteriori e posteriori della stessa lunghezza e moderatamente angolati, con linea dorsale orizzontale, metacarpi e metatarsi leggermente inclinati, piede che si muove radente senza distendersi privo di utilità in avanti o sollevarsi oltre bisogno dal terreno, scheletro leggero, gli consente il minor dispendio di energia e l’aumento delle distanze percorribili, che possono essere di decine di chilometri al giorno. Sia per la transumanza a corto raggio, che per quella estesa che tradizionalmente si sovrappone al tracciato delle antiche Claudia Augusta Padana e Claudia Augusta Altinate, i due rami della grande strada romana completata nel 47 d.C. che collegava le montagne venete e trentine al mare, e che, in direzione opposta, scavalcando le Alpi giungeva fino in Baviera.
cane che deve muoversi con sicurezza in montagna. La testa lupoide, asciutta, il muso leggermente più corto del cranio, gli assi superiori della testa che tendono alla divergenza, uniti al tipico portamento aperto delle orecchie a riposo mostrano l’espressione del buon cane del Lagorai: a un tempo intelligente e pronto, di chi può aggiungere l’esperienza propria del mestiere campagnolo nel risolvere i problemi, amichevole, ma temerario e all’occorrenza protettore dei suoi beni o di quelli del suo padrone per l’atavica diffidenza verso le tante insidie che, con la luce e con le tenebre, hanno messo a rischio l’esistenza dei suoi predecessori. Le orecchie appunto, in genere erette, ma talvolta semi erette o cadenti, desiderio selettivo di quei pegorarii che non accettavano di buon grado una anche lontana somiglianza con il rivale lupo. Lo stop di conseguenza mai troppo marcato, se non altro per deviare lo zoccolo di una bestia indocile. La coda è lunga, indispensabile timone nei repentini cambi di direzione che la professione richiede.
La struttura generale, con un peso più leggero di quanto l’occhio tenda a stimare, nasconde una muscolatura forte, suggerisce agilità e velocità in condizioni anche estreme e in terreni impervi. L’elasticità sia nella mente che nelle giunture, consente al pastore della Lessinia e del Lagorai di essere sempre pronto a interrompersi, riprendere, fermarsi e scattare, qualsiasi cosa stia facendo. Mentre il salto degli ostacoli naturali, recinzioni e filo spinato, gli è facile ed euforico, contraddistinto da una disinvoltura estrema. La saltuaria presenza di speroni, rimanda alle peculiarità di un
PELO E COLORI Un cane da gregge che si troverà di frequente a trascorrere la notte all’addiaccio, ben che gli vada al riparo di una roccia o sotto il carro del pastore o nella gelida stalla della malga. Un mantello atto a proteggerlo dalle sventure del meteo è quindi d’obbligo, con un pelo semi lungo così che ghiaccio e fango non lo appesantiranno, dal buon sottopelo, che ripari dal freddo e dalla pioggia scrosciante come dalle scottature del sole o dalle mosche. Duro e caprino sul dorso, cosa che patrocina l’entrata nei rovi e il passaggio tra i cardi, le spine e le recinzioni. 20
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Nero il colore, meno frequente il marrone in varie diluizioni, di certo più comune il fantasioso mantello blue o red merle, con quella particolare chiazzatura irregolare, screziata di bianco, grigio porcellana, blu o fulvo che lo rende ben individuabile sullo sfondo verde pastello del pascolo o tra le stoppie. A volte, per tutte le tinte, un accenno di focature.
ESPRESSIONE L’occhio è sempre vivo, vispo, mai debole o spento neppure a fine giornata, con l’iride nocciola o ambra nei manti solidi, si fa talvolta gazzuolo nel merle, oppure si arricchisce di un’eterocromia iridea totale o parziale, senza che questo rivesta però alcun significato patologico.
TESTIMONE DELLA STORIA Se per le Tre Venezie, gli studi osteologici attestano l’esistenza di un’economia pastorale tendente alla mobilità vecchia di 4.000 anni, con picchi di eccellenza tanto che Plinio ebbe a scrivere delle lane della penisola che nessuna avanza in bianchezza quelle che sono intorno al Po, e se i resti del cane delle palafitte di Ledro, incentrate sull’allevamento caprovino e bovino, testimoniano la presenza di un cane del neolitico alpino di tipo lupino, è il marchio biologico del gene merle, comune ad altre etnie pastorali, che ci rimanda alla meno datata dispersione sul continente, in Francia, Germania e Ungheria soprattutto, nel corso dei sec. XVIII e XIX, di cani conduttori iberici, a seguito della perdita del ricco monopolio spagnolo nell’allevamento della pecora merino. Flussi genici diversi provenienti da nord, di là da Alpi e Prealpi orientali, selezioni naturali, speciazioni improvvise, “tagli di sangue” sulle piste transumanti sono stati in
tipizzati dai pastori dell’alto Veneto e delle valli trentine. Lo stesso termine Lagorai, ovvero “lo spazio erboso attorno all’acqua”, col quale si indica la catena montuosa del Trentino orientale, fa riferimento storicamente all’alpeggio e ai transumanti per vocazione della sottostante Conca del Tesino, protagonisti di viaggi e scambi abituali nelle terre tedescofone. Popolari a tal punto che, fino al dialetto friulano, tesin è sinonimo di pastore, e ancora il cane è detto pastore mòcheno nella valle del Fersina, da mòch col significato di montanaro, abitante delle colonie di lingua germanica, tedesco. 21
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pulso assopito, viene appreso per imitazione, affiancando per consuetudine il cucciolo, fin dai primissimi mesi, al cane più vecchio e capace. Perseveranza, temperamento desideroso trovano equilibrio in un’elevata addestrabilità e affidabile lealtà.
RUSTICO E FEDELE Nel gregge non si è mai amato buttare risorse, una regola che ne ha fatto un cane rustico, dai pochi bisogni, uso a risparmiare, a rimandare la fame e la sete, non solo per una volta o due. Tuttavia, ha animo sensibile, instaura con l’uomo un saldo legame che si basa sulla fiducia, sa che dai tempi delle notti nelle brughiere, la sopravvivenza di uno è stata necessaria a quella dell’altro. Nel gergo dei pastori era ed è ancora chiamato cane baio, o baiùs, o bàjo, e così si chiamano tra di loro i pastori veneti e di Lamon con il significato di amico, socio e appellativo di appartenenza al proprio gruppo sociale. È legittimo quindi che il cane della Lessinia Lagorai non smetta mai di essere pastore, e quella dell’uomo costantemente accanto sia per lui una necessaria presenza. Federico Torresan
Società Italiana Pastore della Lessinia e del Lagorai Fotoservizio di Leopoldo Marcolongo
“LA LINEA DEL GREGGE” Oggi come un tempo, questo cane nasce con nient’altro a disposizione che il suo cervello e le sue gambe, instancabili, tanto che il soggetto impossibilitato a esercitare la vocazione agreste, avverte la mancanza del lavoro e deve dissipare le energie con altre occupazioni. Oggi è quindi frequente l’impiego nelle discipline sportive come l’agility dog, o nei compiti di protezione civile o di utilità. L’organo pensante ha invece una spiccata specializzazione all’orientamento e all’intelligenza spaziale, alla soluzione delle grane che si presentano nello spostamento delle mandrie, all’iniziativa e all’interpretazione. La capacità di riconoscere e discriminare le linee di confine, il margine di disuguaglianza tra il campo coltivato e il prativo, il distinguere il dentro dal fuori, si rifanno alla sua funzione principale e più antica: quella di “tenere la linea del gregge” all’interno di un limite per proteggere le colture agricole. Il numero delle bestie e la loro fame rende proporzionalmente difficile questo compito. Ma pur istintivamente mansueto con gli animali domestici e con l’uomo, rimane sempre circospetto. È anche e soprattutto cane da spinta, irruento come un’eruzione vulcanica e poco riflessivo, sempre sotto tensione, nato per spronare e dare impulso al movimento della massa di pecore che, non vivendo in ovile sono al limite della selvatichezza. Oltre a un abbaio pressante e minaccioso, la loro testardaggine potrebbe richiedere un morso pinzato, doloroso ma che non trafigge. Ciò che manca come istinto, o è im22
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Dall’Appennino modenese ripartono le prove per i Levrieri
Afghano
E... via col vento!
Tanta la voglia di ricominciare a correre sulle Piane di Mocogno con ben 200 batterie disputate. Testati con successo il nuovo software ENCI PROVE ed il protocollo organizzativo per lavorare in piena sicurezza
Alzi la mano chi avrebbe mai immaginato di vivere un periodo come quello che abbiamo trascorso in questo scorcio del 2020! Pandemia per noi tutti era solo una parola strana, collegata ad eventi catastrofici che potevano avvenire solo in Paesi lontani e sottosviluppati o, per i non più giovani come me, richiamava le narrazioni dei nostri genitori o dei nonni sui periodi di guerra e sulla “spagnola”. Invece è toccato anche a noi, nel civile occidente, nell’epoca delle scienze e della tecnologia, dover subire lutti e cambiare drasticamente le nostre abitudini di vita a causa di un subdolo virus. È stato un periodo difficile per chi ha dovuto vivere chiuso in casa per diverse settimane, difficile, impegnativo, talvolta angosciante, per chi lo ha vissuto in prima linea, nelle strutture sanitarie o nella pre-
stazione dei servizi essenziali, come ad esempio nei supermercati. La vita “normale” si è interrotta e con essa pure le attività legate alla cinofilia. Anche se le manifestazioni sono state interdette di fatto per 6 mesi, le attività di back-stage non si sono fermate. ENCI ed alcuni suoi Soci collettivi hanno utilizzato questo tempo per riorganizzarsi ed essere pronti a ripartire – non appena ve ne fosse stata la possibilità - con maggior slancio e proponendo una miglior qualità rispetto al passato. Un grande lavoro è stato fatto per definire i protocolli per la limitazione del rischio di diffusione del contagio dal virus SARS 2 Covid-19. Questi testi sono stati talvolta accolti come un aggravio burocratico per i comitati organizzatori, non capendo che erano invece uno strumento ne23
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Greyhound
mentazione del nuovo software ENCI PROVE. La gestione sul campo delle prove di lavoro dei levrieri è particolarmente complicata. Nel coursing serve preparazione del catalogo con dati provenienti non solo dal Libro genealogico, gestione delle verifiche veterinarie, creazione delle batterie, stampa dei supporti per i giudici, raccolta e input punteggi, classifiche della prima manche, creazione delle nuove batterie con criteri diversi, gestione punteggi seconda manche, creazione delle classifiche finali, attribuzione delle qualifiche, delle classifiche, dei titoli… Un lavoro molto impegnativo, tenendo anche conto del parziale disallineamento di alcuni criteri fra Regolamento FCI e Regolamento Nazionale, che convivono però nelle prove con CACIL in palio. Nonostante l’informatizzazione che da anni il Club del Levriero ha attivato per la gestione delle proprie prove, operare in segreteria era un’attività riservata a pochissimi specialisti. Nell’ambito del progetto di gestione informatizzata delle verifiche zootecniche, ENCI ha invece commissionato la realizzazione di uno strumento di tutt’altro livello, disponibile oggi per tutti i
cessario a fornire tutela sia ai partecipanti agli eventi, che agli organizzatori stessi. Senza la loro stesura ed il loro rispetto, nessuna attività sarebbe stata autorizzata dalle autorità competenti. Per le prove di lavoro delle razze levriere abbiamo contribuito alla redazione di un protocollo particolarmente dettagliato. Nel momento in cui abbiamo incontrato i Sindaci dei Comuni che avrebbero ospitato le prime prove dopo la riapertura, ci siamo resi conto di quanto sia stato opportuno essere così scrupolosi! Ovviamente le attività open-air sono quelle che più facilmente possono essere organizzate, per le esposizioni di bellezza la collocazione all’interno di padiglioni fieristici rappresenta ad oggi un limite difficilmente superabile. Ma non dipende evidentemente dal protocollo, dipende dalle dinamiche di questa pandemia e dalle limitazioni che le autorità sanitarie giustamente impongono.
ENCI PROVE Abbiamo trovato un altro modo utile per impiegare il nostro tempo in periodo di lock-down: il collaudo e l’imple24
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Borzoi
comitati organizzatori, di facile utilizzo. Un grande passo avanti per il mondo dei levrieri e non solo! Ora la gestione delle prove verrà eseguita in modo omogeneo su tutti i campi di gara e gli addetti alla segreteria sono guidati in modo da eliminare – o almeno minimizzare – le possibilità di errore, a garanzia ancora una volta dei partecipanti e degli stessi comitati organizzatori. I risultati delle manifestazioni aggiornano immediatamente gli archivi ENCI. Siamo stati coinvolti nella fase di analisi preventiva, abbiamo collaudato il software prodotto fin dalle prime versioni di test, potendo contribuire ad eliminare qualche imperfezione e suggerire ulteriori migliorie. Abbiamo trovato una grande collaborazione, Claudio De Giuliani, consulente del progetto, si è impegnato in prima persona, senza limiti di tempo e senza misurare le energie. Fino al giorno del debutto del software sul campo di gara. Quel giorno è arrivato, nell’ultimo week-end di agosto.
Mocogno, sull’Appennino modenese. Essendo la prima volta che si correva in quella location, si è preferito incontrare personalmente il Sindaco del Comune di Lama Mocogno, per spiegare cosa - ma soprattutto come - intendevamo fare. Illustrare il protocollo è stato molto utile ed il Sindaco, oltre a rilasciare il suo nulla-osta, ha deciso di concedere il patrocinio del Comune alla manifestazione. Aperte le iscrizioni, non abbiamo mancato di raccomandare ai partecipanti di prendere conoscenza e di impegnarsi a seguire i comportamenti previsti nel protocollo. Ai fini di limitare le possibilità di affollamento e, conseguentemente, garantire più facilmente il distanziamento interpersonale, abbiamo spalmato la prova su due giorni: al sabato l’avviamento al coursing – ovvero la sessione di rilascio delle licenze ai cani che iniziano l’attività sportiva – e la corsa per alcune razze, alla domenica la corsa per le rimanenti razze, incluse le più numerose, quali Whippet e Piccolo Levriero Italiano. È stata organizzata anche una sessione di misurazione di taglia per queste due razze, necessaria al momento del rilascio della licenza e per la verifica definitiva dopo il compimento del secondo anno di età di ogni soggetto. Fra gli appassionati della disciplina, la voglia di ricominciare a correre, così come quella di far debuttare i propri cani giovani, era
LA SFIDA DI PIANE DI MOCOGNO Nel momento in cui la situazione sanitaria a livello nazionale è migliorata ed ENCI ha deciso di riaprire all’organizzazione delle verifiche zootecniche, il Club del Levriero ha iniziato a lavorare per tener fede alla data che aveva messo in programma, un coursing nazionale a Piane di 25
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Piccolo Levriero Italiano
tanta e questo ha consentito di avere alla partenza un rilevante numero di soggetti, in relazione al tipo di prova: 35 levrieri all’avviamento, 21 alle misurazioni, 60 al coursing nazionale.
manifestate appena al termine della premiazione della domenica, quasi a testimoniare che la fortuna era stata dalla nostra parte.
LE RAZZE PROTAGONISTE
LO SCENARIO DI GARA
Le razze maggiormente rappresentate sono state gli Whippet ed i Piccoli Levrieri Italiani (PLI), rispettivamente in numero di 27 e di 12, complessivamente per le categorie Standard e Sprinter, tanti anche gli Afghani (ben 11) ed i Greyhound (5). Hanno corso anche Azawakh, Podenco Ibicenco, Chart Polski, Saluki e Borzoi. Alcune corse sono state veramente entusiasmanti ed il giudice Simone Banderali, al suo debutto, ha dovuto attribuire punteggi piuttosto alti, non per generosità, ma per merito. Negli Whippet solo 2 soggetti non hanno conseguito (per poco) la massima qualifica. Il migliore – con il punteggio più alto di tutta la manifestazione – è risultata essere la femmina Firebomb Baby Hawk. Nei PLI capita talvolta
Il campo di gara era un ampio prato in dolce pendenza, pertinenza del delizioso B&B Cà Amorotti. La conformazione del terreno ha consentito lo sviluppo di un tracciato piuttosto tecnico, che ha messo adeguatamente alla prova le abilità dei levrieri che vi hanno corso. Gli ampi spazi disponibili ed il fondo soffice hanno consentito delle corse in piena sicurezza e non si è registrato alcun infortunio, nemmeno lieve, nonostante le oltre 200 batterie corse. Anche il meteo è stato molto favorevole: splendido sole, ma temperatura gradevole, sufficientemente fresca grazie all’altitudine di Piane di Mocogno ed alla brezza pomeridiana che vi soffiava. Due gocce d’acqua si sono 26
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Whippet
che anche soggetti di grande esperienza ed ardore interrompano improvvisamente la propria corsa, venendo di conseguenza fortemente penalizzati nella valutazione; è purtroppo successo anche qui ad alcuni soggetti di punta. Il miglior PLI della giornata è risultato comunque essere un maschio ben titolato, Bat Wings Benito. Al sabato i punteggi migliori erano stati realizzati invece dal Greyhound femmina Kollaps Stream e dal Levriero Afghano femmina Pasoadelante Brivido Divino. Altri migliori di razza sono stati la Chart Polski Kalinka Koncordia, la Saluki Farak, la Azawakh Tigidit Yurta, il Podenco Ibicenco Tigidit Babirussa. I cani che hanno superato la prova di avviamento al coursing, ottenendo così la licenza, sono stati ben 25. Le procedure di premiazione, in epoca Covid-19, hanno purtroppo impedito la cerimonia finale. Peccato, ne avremmo avuto il tempo, visto che grazie all’utilizzo del nuovo software ENCI PROVE le attività di segreteria si sono concluse con un risparmio di tempo pari ad almeno un paio d’ore, se comparate al passato. Questo non ci ha impedito però di vedere tanta gente soddisfatta, felice dei
risultati dei propri levrieri e di aver trascorso una bella giornata in mezzo alla natura e ritrovando buoni amici. Mi sia consentito di chiudere, pur senza voler nominare una ad una le persone, con un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questa ripresa delle attività in modo veramente ottimale. Oltre le autorità locali e le cortesi padrone di casa, i Soci del Club del Levriero che hanno dato il supporto logistico ed organizzativo, quelli che hanno lavorato al traino ed alla segreteria, gli amici del CPLI che ci hanno dato una buona mano. Tutti sanno quanto sia apprezzato il loro impegno. Ma il ringraziamento più grande va ai partecipanti: hanno iscritto e presentato i loro levrieri in condizioni veramente invidiabili, nonostante le poche occasioni di allenamento avute in corso d’anno, hanno seguito le regole di rispetto reciproco, che ci siamo dati in questo periodo particolare. Verrà il tempo in cui ci si potrà togliere la maschera, si potrà abbracciarsi o solo stringersi la mano per complimentarsi dei risultati dei propri cani. Intanto però… abbiamo ricominciato a correre! Marcello Poli 27
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Contesa tra Danimarca e Svezia una razza piccola e vivace
Il cane da fattoria Il suo carattere socievole e gioviale lo rende adatto ai bambini. Attento e vigile, ottimo per la guardia. Intelligente e disponibile per molti sport cinofili Nato in Scandinavia nel 1700, il Farmdog danese-svedese noto come Dansk-svensk gårdshund (DSG) nella sua terra natale, crebbe rapidamente in popolarità grazie alla sua
versatilità e personalità gioviale. Sono stati riconosciuti dagli agricoltori per il loro coraggio quando respingono animali più grandi, così come per la loro capacità di gio-
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care dolcemente con i bambini piccoli e integrarsi bene nella vita familiare. Per secoli, questo tipo di cane era conosciuto nelle fattorie non solo in Danimarca, Svezia meridionale e Germania settentrionale, ma anche nei Paesi Baltici. Erano animali utili che distruggevano i nocivi come topi, ratti e altri piccoli roditori, ma tenevano anche le volpi lontane dai pollai. La maggior parte degli esperti presume che i suoi antenati fossero incroci Pinscher-Fox Terrier. Altri invece ritengono che questo tipo di cane esista da 200 anni. Altri ancora affermano che la sua storia risalga ai Vichinghi e che questi cani furono raffigurati già nel XV secolo. Si dice che Rudolf Steiner (1861-1925), filosofo austriaco e riformatore sociale, conoscesse la razza e avesse uno speciale attaccamento a uno di loro chiamato “Pschulek”. È stato fotografato due volte con un cane da fattoria, forse uno era Pschulek. Nel 1891, Steiner ha conseguito un dottorato in filosofia presso l’Università di Rostock, nel Nord della Germania. Rostock si trova nella regione in cui è stato sviluppato il Farmdog danese-svedese.
cole fattorie scandinave, ora sono più spesso tenuti come animali da compagnia molto amati, che si comportano particolarmente bene con i bambini piccoli. La loro natura placida e compassionevole li rende ideali per qualsiasi famiglia che sia disposta a fornire loro un adeguato esercizio fisico.
Steiner era interessato all’anima dei cani e ha tenuto conferenze su questo argomento: Über das Verhältnis der Tierseele zur Mensenseele (La relazione tra anime animali e anime umane) e Die Seele der Tiere im Lichte der Geistenswissenschaft (L’anima degli animali nella prospettiva degli studi umanistici).
Inevitabilmente, con l’avvento di nuove tecnologie e macchinari, gli agricoltori divennero meno dipendenti dai loro cani e la popolarità del DSG iniziò a diminuire. Alcuni credono che la partecipazione a un popolare programma televisivo locale chiamato Matador abbia avuto un ruolo nel preservare la razza. Allo stesso modo, nel 1900, la razza era diventata una sorta di icona nei suoi Paesi nativi. Un cane associato abitualmente alla quintessenza della fattoria scandinava come gli edifici rossi della fattoria, questa non era una razza che gli scandinavi avrebbero potuto mettere a rischio di estinzione.
ALLEGRO E SOCIEVOLE Un cane piccolo e compatto, questo cane da fattoria ha una personalità allegra e impressionante capacità d’apprendimento. Eccellono in quasi tutti i compiti loro assegnati , che si tratti del mondo più tradizionale della pastorizia e della sorveglianza, o nell’agility e nel flyball. Sono agili ed energici, desiderosi di compiacere il loro proprietario e sono noti per la loro memoria impressionante. Una volta impiegati come ratter e cani da guardia in pic-
RICONOSCIMENTI UFFICIALI Negli anni ‘60, la Svenska Hundklubben in Svezia fece i primi tentativi per ottenere il riconoscimento nazionale per la razza. Poiché la stessa si è sviluppata separatamente in Danimarca e Svezia, non c’è sincronicità nelle date storiche. Il piccolo Farmdog è stato riconosciuto solo circa 30 anni fa, ma le fonti non sono unanime sui dettagli. Il primo club di razza - Rasklubben för Skånsk terrier - è stato fondato in Svezia nel 1983. In un incontro a Malmö, in Svezia, nel febbraio 1986, 107 cani sono stati fotografati, filmati e registrati. Alla fine della giornata, i proprietari hanno concluso che i cani erano di un tipo simile, una conclusione positiva quando si tratta dello sviluppo di una razza.
MANTELLO PELO corto e liscio, duro sul corpo COLORE il bianco domina. Permesse macchie di diversi colori, misure e combinazioni, (nero, fuoco, marrone e diverse sfumature di fulvo). Con o senza focature. Permesse le moschettature
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cizio, giochi, e giocattoli da masticare dovrebbero garantire al cane una vita serena all’interno della casa. Al cane da fattoria svedese danese può essere insegnato a fare qualsiasi cosa. Amano imparare e svolgere nuovi compiti, anche per i proprietari meno esperti. Rispondono meglio al rinforzo positivo e all’allenamento calmo e coerente. Non raggiungono la piena maturità fino a circa tre anni di età, possono impiegare più tempo per svilupparsi mentalmente rispetto ad altre razze e la pazienza è richiesta nei loro primi anni. Eccellono in obbedienza e sono rinomati per la loro memoria e la capacità di apprendere un gran numero di compiti diversi.
ESERCIZIO FISICO E ATTIVITÀ LUDICA Questo è un cane che apprezza tutte le forme di attività ed esercizio e non dirà mai di no a un’avventura. È necessaria almeno una vigorosa passeggiata di un’ora al giorno, che dovrebbe essere integrata con una varietà di giochi e attività per mantenere attiva la sua mente . Il flyball, l’obbedienza, la guardia e la pastorizia sono solo una selezione dei potenziali sport che si possono praticare ottenendo grandi soddisfazioni. Dato che sono curiosi e amano esplorare, è preferibile l’accesso a un giardino ampio e sicuro, ed è consigliabile tenerlo al guinzaglio se vicino ci sono piccoli animali, come gatti o scoiattoli, poiché il loro istinto di caccia potrebbe prendere il sopravvento. Una razza appartenente al Gruppo 2 che in Italia è poco conosciuta ma che possiede caratteristiche interessanti a partire dal carattere gioviale ed affettuoso e dalla taglia contenuta. Olga Larssenn
Nel 1987, il Cane da fattoria danese-svedese è stato riconosciuto dal Danish Kennel Club (dkk.dk) e dallo Swedish Kennel Club (skk.se). I cani da fattoria danesi svedesi si trovavano principalmente nella Danimarca orientale e nella Svezia meridionale, regioni separate dallo stretto di Kattegat, e nel 1987 Danimarca e Svezia scrissero insieme il loro standard di razza e concordarono il loro nome internazionale.
ECCELLENTI GUARDIANI E OTTIMI ALLIEVI
Utilizzati in passato come cani da guardia nelle fattorie, oggi servono come cani da guardia perfettamente adattati; i loro sensi acuti, abbaieranno per avvisare il loro padrone di un intruso alla prima occasione. Nonostante il loro aspetto simile a un Terrier, il cane da fattoria svedese danese non mostra molti dei tratti indesiderati associati alle razze Terrier, come l’abbaiare incessante, l’iperattività o l’aggressività del cane. Detto questo, la mancata possibilità di uno sbocco adeguato e appropriato per la loro grande quantità di energia potrebbe potenzialmente portare a comportamenti indesiderabili, come masticare mobili o scavare nel giardino. Un sacco di eser30
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UCLA L’importanza del ruolo del cane per la salute degli umani
Angeli con la coda Una delle più prestigiose Università al mondo con un programma che ha valutato 10.000 sedute di Terapia Assistita con gli Animali. Risultati sorprendenti scientificamente dimostrati
Tra le maggiori e prestigiose Università mondiali spicca certamente UCLA (Università della California, Los Angeles) le cui origini risalgono al 1882, dapprima come ramo meridionale della California State Normal School (ora San Jose State University) per poi diventare il ramo meridionale della University of California nel 1919. UCLA offre annualmente circa 340 corsi di laurea e di laurea specialistica in un’ampia gamma di discipline, iscrivendo oltre 30.000 studenti universitari l’anno a fronte di circa 120.00 richieste annue che la rendono l’Università americana più richiesta in assoluto. In un panorama così variegato e complesso, a partire dal 1994 UCLA ha incominciato ad occuparsi di Animal Assisted Therapy (AAT), attraverso un programma denominato PAC (People-Animal Connection). Negli Stati Uniti le AAT prendevano avvio negli anni Settanta attraverso sperimentazioni e progetti pilota un po’ in tutti gli Stati ed i primi dati raccolti già delineavano una linea d’azione ben determinata a scoprire quali fossero i meccanismi che sottostavano alla produzione di benefici così evidenti in pazienti di ogni età. La scienza voleva capire, essere certa che fosse proprio la sola presenza di un cane a suscitare cambiamenti così rilevanti sia a livello fisico che psicologico nei pazienti, e nel tempo le risposte affermative sono arrivate, sempre più numerose e sempre più circostanziate. A livello internazionale sono oramai innumerevoli gli studi in favore dell’applicazione delle AAT ma l’esperienza di UCLA è rilevante poiché mostra quanto essenziali siano, talvolta addirittura insostituibili, le AAT, poiché la presenza e l’interazione con un cane possono arrivare a smuovere emozioni positive laddove nessun’altro intervento c’era riuscito.
Blizzard. Cane da pastore scozzese a pelo lungo
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aiuta a ricordare ed a sequenziare eventi temporali in pazienti con lesioni alla testa o malattie croniche come il morbo di Alzheimer. • Può fornire una via di fuga dalle preoccupazioni o una felice distrazione. • Può agire da catalizzatore nel processo terapeutico: può aiutare a “rompere il ghiaccio.” può ridurre la resistenza iniziale che potrebbe accompagnare la terapia. Per la salute fisica: • Abbassa la pressione sanguigna e migliora la salute cardiovascolare. • Riduce la quantità di farmaci di cui alcune persone hanno bisogno. • La respirazione rallenta in coloro che sono ansiosi. • Rilascia molti ormoni come la feniletilamina che ha lo stesso effetto del cioccolato. • Diminuisce il dolore fisico generale. • Le persone sono più rilassate durante gli esercizi : I partecipanti sono stati motivati, hanno apprezzato maggiormente le sessioni di terapia e hanno ritenuto che l’atmosfera della sessione fosse meno stressante durante la terapia con i cani. • Per i bambini con autismo: Molti bambini con autismo sentono un legame profondo con i cani e sentono di essere in grado di relazionarsi meglio con loro che con non gli umani. I bambini con autismo erano impegnati in un uso significativamente maggiore del linguaggio e l’interazione sociale era evidente durante le loro sessioni di terapia che includevano animali rispetto alle sessioni di terapia standard senza di loro.
Abby. Cane da montagna dei Pirenei
PAC Agli inizi del 1994 il programma UCLA People-Animal Connection (PAC) partiva con un solo team cane/conduttore e attualmente ne conta oltre 60 con cani di diverse razze. Sono volontari perfettamente formati che rendono quello di UCLA uno dei programmi di Terapia Assistita con Animali più completi degli Stati Uniti. I team di PAC effettuano più di 900 visite di pazienti al mese, vedendo più di 10.000 bambini e pazienti adulti in condizioni critiche, nonché innumerevoli famiglie e amici che vanno in visita in ospedale. I cani impiegati si legano istintivamente con i pazienti di tutte le età, culture e stili di vita e le loro visite aiutano a migliorare la guarigione fisica e il benessere emotivo. Con una tale mole di dati a disposizione, i ricercatori UCLA hanno predisposto una serie di studi scientifici che hanno portato ad una classificazione dei benefici ottenuti nel tempo, sia dal punto di vista fisico che psicologico, attraverso la presenza e l’interazione con un cane LA PRESENZA DI UN CANE Per la salute mentale: • Il semplice atto di accarezzare un cane produce una risposta di rilassamento automatica: si è scoperto che l’atto di accarezzare un cane promuove il rilascio di serotonina, prolattina e ossitocina, tutti ormoni che possono svolgere un elevato ruolo sull’umore. • Riduce l’ansia e aiuta le persone a rilassarsi. • Fornisce comfort. • Riduce la solitudine • Aumenta la stimolazione mentale:
Logan. Golden retriever
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INTERVENTI ASSISTITI CON GLI ANIMALI (IAA) IN ITALIA Il nostro Paese è all’avanguardia nella formazione di operatori di IAA. La figura del “Coadiutore del Cane” prevede un nutrito e complesso percorso con un notevole monte di ore divise tra teoria e pratica ed una vasta gamma di materie inerenti sia la branca animale che quella umana. Proposti da vari Enti di formazione tra cui anche ENCI, ed organizzati seguendo le Linee Guida del Centro di Referenza Nazionale per gli IAA , per conto del Ministero della Salute, prevedono vari step ed un esame finale al fine di valutare la competenza del futuro “Coadiutore del cane”, stante la sensibilità dei pazienti che in futuro potrebbero incontrare nei vari ambiti socio-sanitari ed educativi. ENCI negli ultimi anni ha proposto diversi progetti sul territorio sia in ambito scolastico che penitenziario. Ultimamente, a questo panorama si è aggiunto un prezioso progetto di ricerca scientifica che si sta svolgendo presso l’ospedale Bambin Gersù di Roma. Notevole successo è stato ottenuto da ENCI attraverso la trasmissione di RAI 2 “4 Zampe in Famiglia”, andata in onda dal 16 maggio per otto puntate dove alcune esperienze di IAA sono state raccontate con umanità e competenza e dove il cane ancora una volta si è dimostrato assoluto protagonista.
Lulu. Labrador retriever
Il programma UCLA-PAC ha contestualmente evidenziato le differenze di preparazione/addestramento che intercorrono tra un cane da terapia (therapy dog) e un cane di servizio/assistenza (service dog) I cani da terapia svolgono un compito di presenza e interazione col paziente attraverso sedute organizzate in apposite equipe di specialisti, a seconda dell’ambiente interessato (ospedali, case di riposo, scuole, carceri ecc.ecc), condotti in visita dal pet partners, da noi in Italia denominato “coadiutore del cane”, secondo le Linee Guida emanate dal Ministero della Salute attraverso il Centro di
Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA). Mentre i cani di servizio nel nostro Paese non hanno ancora avuto la notorietà che meriterebbero ed il loro addestramento è ancora in fase di omologazione.
SERVICE DOGS Affidato (o venduto) a persone con disabilità fisiche o psicologiche che necessitano di assistenza. Addestrato per svolgere compiti specifici che alleviano le problematiche del disabile La formazione è specifica per una sola persona.
CANI DA TERAPIA Addestrati per interagire con una varietà di persone. Di solito hanno un temperamento stabile e una personalità amichevole e accomodante. Aiutano a fornire terapia psicologica o fisiologica a persone diverse dal loro proprietario. Aiutano a fornire conforto e gioia alle persone che incontrano. Visitano persone in vari contesti sociali come ospedali, scuole, case di cura, ecc. Renata Fossati
Tommy. Bichon a poile frisè
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Quello che la scienza dice sulle abilità dei cani
Dodici minuti di felicità Coccole e carezze sono in grado di rassicurare pazienti in serie difficoltà. Importanti risultati incoraggiano i ricercatori a incrementare le sedute di “pet therapy”. Molteplici le razze protagoniste
Uno studio pubblicato sulle riviste scientifiche dell’American Heart Association, ha scoperto che una visita di 12 minuti con il migliore amico dell’uomo ha aiutato la funzione cardiaca e polmonare abbassando le pressioni, diminuendo il rilascio di ormoni dannosi e l’ansia tra i pazienti ospedalizzati con insufficienza cardiaca. I benefici hanno superato quelli risultanti da una visita con il solo volontario umano o dall’essere lasciati soli. Tuttavia, l’approccio terapeutico dell’utilizzo dei cani per calmare la mente delle persone e migliorare la salute è sempre stato considerato più una “palliativo” che una scienza credibile, ha affermato Kathie M. Cole, autrice principale dello studio, coadiuvata da un’infermiera clinica presso l’UCLA Medical Center di Los Angeles e dai Co-autori Anna Gawlinski e E. Neil Steers.
destrati di 12 razze diverse, questi giacevano sui letti dei pazienti, in modo che gli stessi potessero toccarli e interagire con loro per una durata di 12 minuti. I ricercatori hanno monitorato l’andamento della pressione sanguigna dei pazienti, la funzione cardiaca e della resistenza dei vasi sanguigni. Hanno misurato questi valori appena prima della seduta (che sarebbe durata 12
Per determinare scientificamente i potenziali benefici della “therapy dog ” sulla salute, i ricercatori hanno studiato 76 pazienti ospedalizzati con insufficienza cardiaca e le loro reazioni a tre tipi di situazioni: una visita da parte di un pet partner con un cane, un volontario umano sena cane, o nessuna visita (detto: il gruppo a riposo). I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a uno di questi tre approcci. “Abbiamo esaminato gli effetti dei cani sulle variabili che caratterizzano l’insufficienza cardiaca, compresi i cambiamenti nella funzione cardiaca, l’attivazione neuroendocrina (ormone dello stress) e i cambiamenti psicologici dell’umore”, ha detto Cole. Nel gruppo dei pet partners con cani appositamente ad-
Tucker. Cavalier King Charles Spaniel
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minuti) e quattro minuti dopo la seduta. I ricercatori hanno anche misurato i livelli di adrenalina e noradrenalina e hanno eseguito un test d’ansia prima e dopo l’intervento. I risultati sono stati sorprendenti. I punteggi di ansia sono diminuiti del 24% per i partecipanti che hanno ricevuto una visita del volontario con il cane; la presenza del solo volontario ha prodotti un abbassamento dell’ansia del 10%, mentre è rimasto invariato quando il paziente era da solo. Anche i livelli di ormoni dello stress sono calati in media del 14% in presenza dei cani, del 2% in presenza
del solo volontario e aumentati in media del 7% quando il paziente era solo. Per quanto riguarda cuore e polmoni (discesa della pressione atriale e del cuneo capillare polmonare) i dati restano a favore della presenza del cane: 10% a fronte del 5% quando il paziente era solo. “Questo studio dimostra che anche un’esposizione a breve termine ai cani ha effetti benefici fisiologici e psicosociali sui pazienti che lo desiderano”, ha detto Cole. “Questa terapia con i cani merita una seria considerazione in aggiunta alla terapia medica nei pazienti ospedalizzati con insufficienza cardiaca. I cani sono di grande conforto. Rendono le persone più felici, più calme e si sentono più amate. È un beneficio enorme per i pazienti di questo tipo.” Renata Fossati
Carly .Cavalier King Charles Spaniel
Pierre. Buoledogue Francese
Zander. Barbone media mole
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Cavalier King Charles Spaniel. Foto Gisella Maraschio.
Chin. Foto Gianni Emilio.
CHIN (J) COLORE. Bianco con pezzature di nero o rosso. Si desiderano macchie simmetricamente distribuite attorno agli occhi, sopra gli orecchi, come pure sull’intero corpo. TAGLIA. Altezza: Maschi 25 cm circa Femmine leggermente più piccole dei maschi
gli standard in pillole
CARATTERE. Sportivo, affettuoso, assolutamente senza paura. Allegro, amichevole, non aggressivo; non ha alcuna tendenza al nervosismo.
(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)
CAVALIER KING CHARLES SPANIEL (UK)
Chow Chow. Foto Massimo Pisconti.
TAGLIA. Altezza al garrese Maschi 48-56 cm. Femmine 46-51 cm.
PICCOLO LEVRIERO ITALIANO TAGLIA E PESO. Altezza al garrese: maschi e femmine da 32 a 38 cm. Peso: Maschi e femmine massimo 5 kg. Piccolo Levriero Italiano. Foto Denis Baldi.
gli standard in pillole
CARATTERE. Cane tranquillo, buon guardiano. Indipendente, fedele, ma distaccato
(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)
CHOW CHOW (CINA)
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Cuccioloni in pausa dopo un lauto pasto. Bracchi italiani. Foto Martina Rubino.
L’importanza di riconoscere le allergie alimentari
Non sempre è buon appetito Attenti alle reazioni che denotano le intolleranze La velocità con cui l’uomo vive la propria esistenza e la mancanza del tempo necessario per ritagliarsi degli spazi propri anche per esigenze primarie, quali un tranquillo pasto, sembrano coinvolgere, con il passar del tempo, anche la salute dei cani. Una realtà non tanto paradossale proprio perché alcune patologie possono essere ricondotte alla gestione “industrializzata” della loro alimentazione. In effetti, cibi canini preconfezionati, e spesso arricchiti con additivi, e una dieta non variata risolvono indubbiamente la già complicata vita dei proprietari, ma possono essere causa di reazioni immunitarie comunemente definite “allergie alimentari”. Terza causa di dermatite pruriginosa dopo l’allergia da morso di pulce e da inalazione, quella alimentare risulta
effettivamente tanto più frequente quanto più a lungo per mesi o negli anni uno stesso alimento viene somministrato ad un esemplare e quanto più sia scadente o ricco di additivi e conservanti. Ma alla base del tutto, se pur volessimo semplificare, sta comunque una reazione soggettiva e fuori controllo del sistema immunitario del cane che reagisce con la produzione esacerbata dei cosiddetti “anticorpi” a seguito dell’ingestione di sostanze che gli studiosi definiscono “antigeni”. Questi antigeni altro non sono se non componenti dell’alimento; tra i maggiori indiziati le proteine, meno frequentemente carboidrati, additivi e conservanti. Tra i cibi che più spesso provocano allergie, ricordiamo la carne bovina o di pollo, le uova, il mais, il frumento, i pro38
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Samoiedo. Mantello lucente e denti in perfetta salute sono sinonimo di una alimentazione adeguata. Foto Irene Galli.
dotti lattiero-caseari, la soia. Raramente le allergie alimentari sono, invece, da imputarsi a carne di maiale, riso o pesce. Il sintomo che fa sospettare questa patologia è essenzialmente un prurito piuttosto intenso, non stagionale, che inizia solitamente nell’animale giovane sotto l’anno di età e che si localizza soprattutto ai piedi, all’addome, alle ascelle e all’inguine, talvolta esclusivamente nella parte interna del padiglione auricolare. Ovviamente, a forza di grattarsi, il cane può aggravare questa sintomatologia provocandosi aree alopeciche (senza pelo) e lesioni cutanee che aprono la strada a infezioni batteriche. Meno frequentemente può essere presente una forma gastro-enterica con vomito e diarrea. Diagnosticare un’allergia alimentare non è tanto difficile concettualmente, quanto nella messa in pratica della procedura che lo permette. Questo accade
perché, una volta escluse altre frequentissime cause di prurito (es. le parassitosi), il proprietario deve essere erudito su una necessaria nuova gestione alimentare del cane mediante un cibo con cui l’animale non sia sicuramente mai venuto a contatto precedentemente per poterlo, nell’arco di molte settimane, “disintossicare” da quello sospetto. Fermo restando l’importanza della gradualità del passaggio alla nuova dieta in almeno 3-5 giorni, essa, una volta iniziata, dovrà essere assolutamente rigorosa ed esclusiva per almeno due mesi, tempo necessario per capire se veramente il prurito fosse o meno causato dal cibo somministrato precedentemente. Tale dieta, ovviamente, dovrà essere in grado di rispondere alle esigenze alimentari del cane e dovrà consistere nell’associazione di una nuova, unica fonte proteica e di una di carboidrati. Solitamente, vista la frequenza con cui vitello e 39
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Ottima forma fisica. Bassotto a pelo corto. Foto Kateryna Kukovytska.
QUALITÀ E SALUTE La vasta gamma di cibi pronti offre la possibilità di scegliere il mangime più adatto alle specifiche esigenze alimentari di un cane. I prodotti di alta qualità offrono maggiori garanzie per la salute.
pollo entrano nella composizione dei più comuni alimenti per cani, saranno pesce (per es. salmone), anatra, coniglio, quaglia, fino ai più esotici struzzo e canguro, a rappresentare le fonti monoproteiche delle cosiddette diete commerciali “ad esclusione”. Queste ultime, indubbiamente molto pratiche e complete, hanno però la grande incognita di contenere additivi e conservanti, essi stessi imputabili come potenziali allergeni. Data l’enorme offerta commerciale innovativa, il consiglio è di leggere attentamente le etichette e di scegliere prodotti di qualità superiore. Ma d’altronde trovare il tempo per preparare accuratamente al nostro beneamato una dieta casalinga bilanciata, con fonte proteica e di carboidrati come il riso (rapporto 1 a 2), in un’epoca frenetica come la nostra risulta piuttosto ostico. In ogni caso, dieta commerciale o casalinga che sia, dopo una durata di almeno due mesi, durante i quali nessun’altra fonte alimentare, nemmeno in quantità irrisoria, deve giungere al palato vorace del cane, il veterinario potrà cominciare a tirare le prime somme per un tentativo di diagnosi. Se nel frattempo il prurito è scomparso, le lesioni regredite, il pelo ricresciuto sulle aree precedentemente alopeciche, è probabile che il nostro cane fosse e sia un soggetto allergico all’alimento precedentemente somministrato. Sara Ceccarelli Medico veterinario
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Il corretto comportamento dell’ausiliare sul terreno venatorio
Il cane, il vento e il conduttore
Pointer Inglese. Foto Roberto Mafficini.
Come si propaga l’emanazione del selvatico. L’importanza di essere in posizione favorevole per cogliere anche il minimo effluvio EOLO E I QUATTRO FRATELLI
TUTTI I VENTI DELLA ROSA
Eolo per i Greci antichi era il dio dei venti. Figlio di Poseidone ed Arne e viveva nelle Eolie, arcipelago Nord della Sicilia. Giove lo nominò signore dei venti chiusi in caverne e in un un otre a Lipari. Tra loro c’erano quattro fratelli (associati ai quattro venti principali): Borea,vento del nord, forte e violento. Innamoratosi delle cavalle di Dardano, si tramutò in cavallo e fu padre di dodici puledri veloci come il vento. Il vento dell’Ovest, Zefiro che porta la primavera e l’estate ed è calmo e salutare; Euro, vento dell’Est portatore di bel tempo o siccità e Austro vento del Sud,che precede la pioggia. Eolo donò ad Ulisse, sopravvissuto alla guerra di Troia, l’otre di pelle con i venti contrari alla navigazione e che vennero successivamente scatenati dai compagni di viaggio del re di Itaca. Credendo infatti che l’otre contenesse chissà quali tesori, questi l’aprirono ed i venti che ne uscirono scatenarono un orribile tempesta.
La rosa dei venti è lo schema dei punti cardinali: Nord, Sud, Est ed Ovest e delle direzioni che indicano. La usarono per primi i naviganti di Amalfi ai tempi delle Repubbliche marinare. La più semplice ha 4 punte formata dai punti cardinali: • Nord (N 0°) chiamato anche settentrione o mezzanotte e da cui spira la tramontana • Est (E 90°) anche oriente o levante e da cui spira il levante • Sud (S 180°) detto meridione e da cui spira il mezzogiorno od ostro • Ovest (W 270°) detto occidente o ponente e da cui giunge il ponente Tra i quattro punti cardinali principali si possono fissare 4 punti intermedi da cui hanno origine altri venti e successivamente altri quattro punti o multipli di quattro dando a ciascuno il proprio nome. 41
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Non hanno patria ne destinazione, sono senza “persistenti” ma anche gli Alisei ed i Polari. frontiere eccetto quelle dell’anima: per Eppoi i monsoni che allentano la forza senza questo gli antichi immaginarono i venti mutar direzione e le brezze che paiono un magici figli degli dei come ne fossero il soffio leggero leggero e viaggiano ad una “Se riveli al vento respiro adirato o lieve. E li identificarono velocità compresa fra 6 e 20 chilometri. i tuoi segreti, nel soffio animatore del mondo. Ed allungano l’elenco il Grecale, lo non devi poi Ed in verità è suggestivo fantasticarli Scirocco, il Maestrale, il Ponentino e via rimproverare al vento giungere da Dio o credere, alla maniera via tutti gli altri fra cui gli “intermittenti” di rivelarli agli alberi” che “funzionano”proprio come un cuore degli arabi, che siano messaggeri fatti di niente. Come gli angeli. e giungono a folate e se ne van via lascianAnche i nomi si rivelano originali ed alcuni doti una quiete improvvisa e breve perché li legano ancor più alla terra evocando persino tornano e la loro voce somiglia ad una cantiil carattere degli uomini. Ci sono i “costanti” ed i lena tra foglie, cespugli e rami. Così almeno volle ascoltarla Federico Garcia Lorca, il grande poeta spagnolo fucilato a 38 anni dai falangisti di Franco il 19 agosto 1936 “I versi son le foglie nere/sulla bianca terra/e la voce che Segugio italiano a pelo forte. li legge/è il soffio del vento”. Chiudono l’elenco i “locali” Foto Gianluca Pinotti. sempre dominanti. Per ogni loro comportamento c’è un vocabolo ed una spiegazione che - confessiamolo - te li rendono un po’ meno magici. Ed esiste anche una loro carta geografica e d’identità insieme e non poteva non avere il nome più bello dal fiore più suggestivo, la rosa dei venti. E li indica quattro alla volta o suoi multipli, vale a dire 4, 8,12 e così via. E non puoi non tralasciare che si tratta di un numero magico simbolo del tangibile, del concreto come il quadrato che non subisce deformazioni ed esprime idea di compiutezza così come sono quattro gli elementi dell’universo (terra, acqua, fuoco ed aria), uguali in numero ai punti cardinali, alle stagioni, alle emozioni (gioia, tristezza, paura, dolore), ai regni (minerale, vegetale, animale ed umano). E persino il cristianesimo vi fa riferimento con i quattro evangelisti e le virtù cardinali. Ciascun vento ha una sua identità ed una voce differente dagli altri ma tutti si alzano, spirano, soffiano, mutano direzione, sibilano, si placano, cadono. E possono essere caldi, gelidi, umidi, secchi, a folate, a raffiche.
TABELLA DELLA VELOCITÀ DEL VENTO Beaufort - Velocità del vento (Km/h) Indicazione Concetto 0 0-2 Il fumo ascende verticalmente 1 2-5 Il fumo devia verso un lato 2 6 - 12 Il vento si percepisce sulla pelle 3 13 - 20 Le bandiere si muovono leggermente 4 21 - 29 Si sollevano la polvere e la carta 5 30 - 39 Piccoli alberi cominciano a muoversi 6 40 - 50 Gli ombrelli non si possono aprire 7 51 - 61 Alberi mossi/difficoltà ad andare contro vento 8 62 - 74 I rami si spezzano molto 9 75 - 87 Danni alle coperture di edifici 10 88 - 101 Notevoli danni agli edifici 11 102 - 116 Gravi danni agli edifici 12 117 > Cadono le costruzioni più resistenti
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valutazione tranquillo dolce dolce moderato moderato vivo forte forte forte molto forte fortissimo fortissimo uragani
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Bloodhound. Foto Laura Vascia.
Restano comunque e sempre il solo veicolo che trasporta emanazioni e il cane che non ne tien conto resterà sempre men che mediocre neppur adatto ad esposizioni se si vuol dare a queste l’importanza di palestra per la selezione a completamento delle prove di lavoro. Perchè bisogna sempre considerare che il cane, per quanto “intelligenza” tu gli attribuisca, in caccia pensa col naso ed è quello a cui dà retta perché da lì capta le tracce nell’aria o sul terreno, le invia al cervello che le elabora trasformandole poi in impulsi. E tale prerogativa di discernimento del naso è addirittura stupefacente considerando che dove l’uomo ha cinque milioni di cellule lui ne possiede dai cento milioni in su ed è capace di far una selezione rapida come un computer distinguendo l’odore della starna da quello della beccaccia, della lepre, della quaglia e di tutti gli altri selvatici
che l’uomo gli ha saputo selezionare con l’addestramento. Ecco perché, ammonivano i Padri, “il cane ha sempre ragione” anche quando par che tutte le circostanze gli diano torto e significa che molte mancanze attribuite al naso sono da imputare al conduttore che l’ha avuto a scuola e possiede quindi l’ausiliare che merita. Accade oggi ma accadeva anche in giorni in cui la selvaggina nasceva libera e continuava ad esserlo ed i pochi ripopolamenti erano, come si soleva dire, mirati, magari con starne nate sotto “americanine” e portate da queste a spasso nei maggesi per una ventina di giorni. Fino a quando non se n’andavano per conto loro. Ma non tutti i venti son favorevoli ai cani: se spira forte non aiuta l’olfatto ed il perché è intuitivo. Ben diversamente dalle brezze costanti a mai eccessivamente veloci. E seppe scriverlo con la solita maestria il grande Alberto 43
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Chelini andatosene troppo presto non solo dal nostro mondo privilegiato di cacciatori ma anche da quello di tutti gli altri. “Il vento trasporta il pennacchio odoroso in forma coniforme con l’asse del solido più o meno parallela al terreno: proprio come il fumo di un fuoco. E proprio come il fumo di un fuoco l’assenza di vento favorisce invece il ristagno della emanazione nei pressi del selvatico” (Alberto Chelini). Già nel sedicesimo secolo in “Dialogos de la Monteria”, un anonimo spagnolo consigliava al cacciatore, appena giunto sul terreno, di “notare la direzione del vento e sguinzagliato il cane velocissimo obbligarlo ad incrociare sotto vento dirigendolo a destra e a sinistra perchè per la sua cerca estesa gli facesse risparmiar passi e potesse scovare gli uccelli che non avrebbe trovato se fosse stato lento e portasse la testa alta e fiera per dimostrarsi maggiormente signore dell’aria, ovviare al rischio di cadere meno facilmente fra la selvaggina” Nel 1888 Eliazar Blaze sembra proprio gli rifaccia il verso nel suo “La caccia con cane da punta” scongiurando il cacciatore di non commettere il peccato mortale di far
A raffiche, di solito freddo anticipa tempo asciutto e cielo terso. NORD-EST 45° Grecale o Greco Soffia a raffiche dai Balcani, freddo porta tempo asciutto. EST 90° Levante Il nome indica la direzione “da dove leva il sole”. Debole anticipa lo Scirocco e annuncia tempo in peggioramento. SUD-EST 135° Scirocco Il nome svela che giunge dalla Siria. Caldo, crea mare mosso e si carica di umidità. Indica arrivo di perturbazioni. SUD 180° Mezzogiorno o Ostro È debolissimo e poco avvertito se non nelle zone dell’Adriatico. SUD-OVEST 225° Libeccio La Libia da cui proviene gli dà il nome. Nasce rapido, ha forza notevole, cala d’improvviso e resta bel tempo. Crea mare mosso. OVEST 270° Ponente Indica dove cala il sole. Estivo, pomeridiano indica tempo buono. NORD-OVEST 315° Maestrale Il nome deriva da Roma, “magistra” per gli anti chi. Freddo, più forte della Tramontana, porta bel tempo e cieli puliti. NORD 0° Tramontana
trascurare il vento. “Cominciate prima dal prendere il vento, cioè se il vento viene dal Nord bisogna camminare verso il Nord, se viene da mezzogiorno dovete camminare verso mezzogiorno, non fate un cattivissimo affare regolandovi diversamente. Due gravi inconvenienti ne sarebbero infatti la conseguenza necessaria: la selvaggina sentirebbe il rumore dei vostri passi ed il cane non fiuterebbe la selvaggina. Avviene il contrario allorchè la brezza leggera batte in faccia a voi, essa porta fino alle narici del cane le particelle odorose della lepre o della starna”. Per ogni razza il vento determina il modo di portar la testa, cioè metter le narici nella miglior condizione di captare gli effluvi. Il vento dunque è il regolatore insostituibile di cerca, filata, ferma, guidata ed il cane che non sa adeguarvisi mai diventerà cacciatore autentico. Per l’onesto ausiliare infatti stare sul terreno con cerca impostata correttamente costituisce la premessa indispensabile per esplicare con efficacia gli atti che compongono l’azione venatoria. Ecco perché han torto anche quanti guardano con sufficienza alle prove od ai confronti che avvengono, da stagione venatoria conclusa a settembre nei campi preparati. Nelle pianure prive di intralci, il vento è necessario per reperire il selvatico e primeggia chi ha meglio imparato come sfruttarlo, come adeguarsi a lui, cogliere anche il più lieve effluvio: quando accade si vedrà una cerca da manuale con il cane che sembra seguire un ideale sentiero nell’aria e non si smarrisce mai. E se esemplare di cervello lo si scopre protagonista magnifico che esalta la cerca e la trasforma in un’autentica danza, proprio come ebbero ad identificarla i grandi giudici ed i grandi cacciatori non escludendo alcuna razza che la cinegetica impone al sevizio del fucile.”Ogni specie- scrive a questo proposito Sandro Pacioni- ha proprie caratteristiche ed a seconda delle possibilità che gli si è data di fare esperienza saranno memorizzate. Ecco il significato del gergo “metter l’emanazione nel naso”.
Setter Inglese. Foto Federica Saviori.
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Sono questi i momenti più esaltanti della caccia quando l’uomo si sente pienamente inserito nella natura, anche lui a celebrare un rito antico e magico che lo riporta all’alba del mondo. Il vento non è mai eguale anche in rapporto alla zona. Su terreni ondulati o rotti di collina e di montagna che lo rimbalzano, gli intralci vegetali che lo deviano, nei corridoi interminabili delle vigne dove l’impostazione proficua di cerca richiede perspicacia diventa infatti addirittura fantasioso e può soltanto essere dominato dal cane. Inglese o continentale, da seguita o da cerca che sia autentico artista. Attenzione però a non gridare all’eccezionalità od a comportamenti strabilianti: non occorrono particolari doti perché “per il cane - scrive Felice Steffenino uno dei più grandi autori italiani - stare sul terreno con
nizioni, al limite del paradosso, briglia sciolta alla fantasia: un modo pessimo per esser cinofili rifuggendo dalla caccia che si identifica con la concretezza delle circostanze. Ammaestra ancora a tal proposito Felice Steffenino “Durante la cerca deve avventare e discernere tra gli odori quelli dell’uccello da reperire. Può provocare l’arresto subitaneo se esso è vicino come dar inizio alla filata eseguita secondo le caratteristiche di razza se è discosto, per accertarne la presenza e fermarli. Ma la filata non precede necessariamente la ferma: il cane rimontata nel vento l’emanazione e vagliatane l’inconsistenza riprende subito la cerca”. E sono attimi irripetibili per il cacciatore. Nel vento puoi cogliere filate esaltanti, quelle che un tempo venivano definite con evidenti esagerazioni che il linguaggio sportivo comunque sempre pretende, “chilometriche” e ti esaltano l’emozione della caccia, ti mantengono in continua tensione, in ansia. Sai che c’è il selvatico, segui il cane ma comprendi anche che il vento può diventar di colpo malandrino e magari congiurare col pennuto tradendo il cane prima e te subito dopo. Son queste le filate che vengono suscitate da beccacce e beccaccini, starne e fagiani e sui monti dove il silenzio e tanto intenso da diventar uno strepito nell’anima. Ma ogni specie ha proprie caratteristiche ed a seconda della possibilità che si è data al cane di fare esperienza saranno state memorizzate. Ecco il significato del gergo: metter l’emanazione nel naso. La quaglia “rilascia” nell’aria tracce leggere, quella della beccaccia giunge da più lontano nonostante gli intralci della vegetazione ed occorre un fermatore che non si faccia imbrogliare dalle camminate che disegnano nel sottobosco un labirinto ma sappia sfruttare anche il più leggero alito di vento. Il beccaccino pedina quand’è in pastura, mai sotto ferma o comunque son poche le eccezioni Resta immobile attendendo l’attimo favorevole per aggrapparsi al cielo. Ma quando accade ci s’accorge che, come tutti i volatili che vogliono avere sopra di se nient’altro che l’aria, si lascia fermare da lontano ed allora non si può non riconoscere che il cane abbia colto la magia del vento che gli ha tracciato un labile sentiero nell’aria. Ci s’accorgerà d’avere un autentico protagonista quando avventata l’emanazione si accerterà rapidamente con la filata se vi sia il selvatico evitando persino di cogliere il cenno del conduttore che magari cerca di indirizzarlo in tutt’altra direzione. Ma la scuola classica in cui il grande inglese, ma anche la stirpe dei bracchi e non ultimi i breton eccelle non può prescindere dalle starne, “selvatico docente per antonomasia- dice Steffenino- a caccia non dovendo confondere lo stile con il comportamento perchè il primo è congenito, il secondo funzionale”. Ed inoltre scrive Felice Delfino “La superiore potenza dell’olfatto non attribuisce un valore proporzionalmente redditizio se non è sostenuta da una superiore capacità nel sapersene servire”. Rodolfo Grassi
Setter inglese. Foto Barbara Monti.
cerca impostata correttamente costituisce la permessa indispensabile per esplicare con efficacia gli atti che compongono l’azione venatoria”. Congiurano col vento però anche altre circostanze. “Sull’emanazione - ebbe a dire il grande Giulio Colombo - ci sarebbe da scrivere un intero capitolo. E’ bene considerare che agli effetti della percettibilità essa è più o meno efficace a seconda del favore del vento, non solo ma dell’umidità, dell’asciutto,della vegetazione nella quale la selvaggina alberga”. Ed aggiunge poi che la rugiada più della pioggia trattiene l’emanazione, la brina è ottima conduttrice, la nebbia trattiene e stagna. Logico che nasca proprio dal vento quel senso del selvatico che molti hanno definito addirittura capacità divinatoria o derivante da facoltà rabdomantiche lasciando in queste defi45
INIZIATIVA PROMOSSA DALL’ENCI PER VALORIZZARE IL CANE DI RAZZA
Foto gallery 4000 immagini!
Ringraziamo tutti i partecipanti per aver contribuito a raggiungere questo importante risultato
Se sei interessato, segui il percorso indicato Cerchiamo foto che ritraggano cani, con le seguenti caratteristiche: - Cani adulti. Cuccioli. - Cani in movimento, in stazione, seduti, a terra. - Cani negli sport cinofili. - Teste in primo piano. - Cani singoli, in gruppo. - Cani di razze diverse nella stessa foto.
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È possibile inviare più foto ma per evitare problemi con il server, si prega di INVIARE 1 FOTO PER VOLTA a: foto@enci.it Ogni foto dovrà essere accompagnata dalla seguente didascalia: razza, sesso e autore della foto. Per la pubblicazione gratuita delle foto su I Nostri Cani a corredo degli articoli che nel tempo potrebbero essere pubblicati e poi riversati anche sul sito ENCI, ognuna di esse dovrà essere accompagnata dalla seguente liberatoria. Il sottoscritto ……………………………………………………… autore della foto in oggetto che ritrae il cane di razza …………………………………… sesso ……………………………… autorizza l’ENCI alla pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI. Dichiara inoltre che la foto è libera da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.
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Speciale Setter inglesi su cotorne
Daniele Rotta con Clem dei Galli Forcelli
Prove in altitudine
Le Alpi comasche hanno fatto da scenario. Una palestra a millenovecento metri di altitudine per cani specializzati dove cinofilia e natura si incontrano in perfetta armonia
In data 23 agosto 2020 si è svolta la prova speciale organizzata dalla SIS (Società Italiana Setters) su selvaggina di montagna, (con particolare riferimento alla coturnice) in località Giovo nel Comune di Gravedona ed Uniti del Comprensorio alpino delle Alpi Comasche. Si tratta della prima Speciale Setter su cotorni della storia che ha visto una nutrita partecipazione con quarantaquattro soggetti iscritti e divisi in due batterie. Tra tutti sale sul trono Luca delle Milizie, Setter inglese condotto da Umberto D’Alessandris di proprietà di Lino Cannella che ottiene il
1° Eccellente. Seguono nella classifica ancora con l’Eccellente Clem dei Galli Forcelli di Daniele Rotta e, con il Molto Buono, Navar di Domenico Pensa e Aron dei Galli Forcelli di Rotta. Testare i cani da ferma durante le comuni verifiche funzionali, (prove su selvaggina, caccia starne e via dicendo) rappresenta lo strumento utile a mettere in evidenza quei soggetti che per particolari caratteristiche manifestate possono contribuire alla selezione delle differenti razze di appartenenza. La Società Italiana Setters (SIS), in questa come in altre occasioni, 47
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Sandro Pacioni e Fabio Rossi insieme a Lorenzo Colombi nel teatro di prova in montagna
predilige una particolare nota di concorso chemette in risalto la razza nelle sue attitudini: la prova su selvaggina di montagna a tu per tu con le cotorne. Non esistono surrogati, persistono condizioni ambientali e abitudini del selvatico puro che conducono inequivoca-
bilmente all’ottenimento di risultanze che non passano inosservate e rappresentano uno dei target fondamentali per la selezione zootecnica del Setter, con evidente ed innegabile chiave venatoria. La SIS ha voluto in maniera determinante questa prova, l’ha organizzata e messa in atto con chiaro intento, notevole impegno e, alla fine, quell’atteso, utile e ottimo risultato. Ecco il coronare di tanto lavoro e concretezza che vede, nel meraviglioso scenario delle Alpi fino a quasi millenovecento metri, la manifestazione di bellissimi turni nelle due batterie al test, durante i quali in alta percentuale i soggetti sono stati capaci di portarsi a contatto con un selvatico difficile e scaltro come la coturnice. Pur avendo avuto occasione con un buon numero di branchi la batteria giudicata da Sandro Pacioni e Fabio Rossi si chiude con la classifica vuota, mentre l’altra, verificata da Matteo Toniato e Davide Ricciardi, vede ben quattro cani classificati con due massime qualifiche e due Molto Buono. Per la SIS è stato incaricato dell’organizzazione il Consigliere nazionale Luca Guaresi, presente all’evento
D’Alessandris con Luca delle Milizie
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In primo piano il bianco arancio Luce delle Milizie vincitore della batteria
insieme al suo Vicepresidente Sandro Pacioni e agli altri Consiglieri Toniato e Lorenzo Colombi. Proprio da Guaresi abbiamo assunto l’asterisco nel merito dell’evento:”Presente per conto della SIS alla prova specialistica mi ritengo, per quanto potuto toccare con mano, estremamente soddisfatto delle risultanze ottenute e di quanto messo in atto, che definisco di grande utilità nel processo di selezione zootecnica che la nostra Associazione sta conducendo in Italia. Devo sottolineare che l’asticella qualitativa dei soggetti presenti era posizionata mediamente in alti livelli, opinione confortata dalle osservazioni degli Esperti giudici intervenuti e che hanno relazionato in merito al termine dei test. Tutto si è svolto nel rispetto delle nuove norme che interessano eventi di questo tipo nell’assoluta ottemperanza di quelle che si riferiscono al contenimento della pandemia Covid-19; non è stato complicato per fortuna e ciò grazie al comportamento diligente dei partecipanti all’evento, della semplicità con la quale è stato possibile mantenere gli opportuni distanziamenti, anche, agli ampi spazi salubri che la
Da destra, Matteo Toniato, Sandro Pacioni, Umberto D’Alessandris che ritira il premio, Davide Ricciardi, Luca Guaresi e Fabio Rossi
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Domenico Pensa con Navar e Silver
rizzo verso le attitudini per le quali esse sono state selezionate. Tanto è che sono stati istituiti per queste specialità precisi Trofei: di montagna, beccacce e selvaggina naturale, che potranno fornire indicazioni anche per la formazione delle squadre dei Campionati Europei, indicando, per tramite d questi, due soggetti che di diritto saranno parte della squadra e lasciando al selezionatore la scelta dei rimanenti cinque. Qui si inquadra la prova del Giovo. Doverosamente, ma anche in modo sentito, devo un ringraziamento a chi organizza, viste le comprensibili difficoltà maggiorate a causa del periodo che stiamo vivendo; senza l’impegno delle delegazioni e di chi le rappresenta, in questo caso Luca Guareschi, tutto ciò non avrebbe potuto aver luogo e gli scopi non si sarebbero potuti raggiungere. Il nostro lavoro è sviluppato sulla linea della piena considerazione e collaborazione con l’ENCI, presupponendo questi come unico riferimento per comunione di intenti. Desidero aggiungere, ad arricchimento, che per quanto riguarda la caccia pratica cercheremo di selezionare zone dove la selvaggina sia tale e, di conseguenza, probante.”.
montagna mette a disposizione. Una nutritissima presenza di concorrenti e pubblico di circa una settantina di presenze a testimonianza dell’apprezzamento di questo tipo di verifica zootecnica e, non ultimo, per giovare della possibilità di vivere la magnificenza che le Alpi mette a disposizione. Commenti favorevoli da parte di tutti i presenti, concordi con me nel doveroso ringraziamento al Gruppo Cinofilo Comasco, nella persona del Presidente Piera Corsini, che mi ha ben supportato, ma anche al Comprensorio delle Alpi Comasche che ha concesso i fantastici terreni e, non per ultimo, al Comune di Gravedona ed Uniti.”. Fodamentali sono anche le note del Presidente della SIS Paolo Gulinelli che, pur assente alla prova, così commenta a posteriori nel merito degli intenti che hanno mosso questa manifestazione ma che riguardano un lavoro ad ampio spettro: “Il Consiglio SIS, rispettantdo il programma proposto e votato dai Soci, ricomincia dalle prove specialistiche e dalla caccia pratica proponendo un programma innovativo che, si ritiene, sarà di forte contributo alla selezione delle razze tutelate con preciso indi50
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Concorrenti in attesa del turno
In giuria anche il Vicepresidente SIS e Consigliere nazionale dell’ENCI Sandro Pacioni che sottolinea: “Abbiamo assistito a quanto la gestione dell’uomo può condurre in ambienti come questo e, soprattutto, nella fauna selvatica che li popola. Parliamo di cotorne, di chi, in termini di selvaticità, trova veramente pochi termini di paragone nel nostro Paese; oltretutto di un target che, per la natura dell’habitat che predilige e per il suo schivo comportamento, è difficile da realizzare. Occorrono cani importanti: o si è cane da cotorne o no, non ci sono vie di mezzo! E il cacciatore di montagna lo sa e si affida a quei soggetti dotati di tutte le qualità che lo rendono non solo cane da montagna, ma cane da coturnici. Questo è ciò che abbiamo visto nella splendida giornata del 23 agosto: cani e partecipanti all’altezza della nota di caccia specialistica, di un alto grado qualitativo e, limitatamente ai Setter osservati, anche un’eccellente qualità stilistica. La montagna - comunque gli habitat in genere - ha necessità della presenza dell’uomo e di quelle attività che lo legano da
sempre alla natura. Sono disutili la mummificazione dei territori ed i grandi e numerosi divieti, occorre invece la presenza in modo opportuno dell’essere umano e magari anche delle antiche e tradizionali modalità di gestione. L’attività umana di pastorizia e frequentazione è necessaria alla conservazione dell’habitat e della pregiata fauna selvatica. In questa occasione ne abbiamo avuto tangibile riscontro: cotorne presenti abbondantemente in ambienti dove l’uomo è ben inserito in pieno equilibrio con la natura”. Le scelte delle Associazioni di razza sono di fondamentale importanza per la selezione zootecnica che l’ENCI conduce ed assumono particolare rilevanza nelle risultanze. Senso di responsabilità, passione e competenza aiutano ad ottenere tutto ciò che attiene alla salvaguardia delle razze canine ed al loro benessere, in pieno spirito cinofilo. A ciò si aggiunga anche il fondamentale intento per la salvaguardia dell’habitat e della fauna selvatica. Marco Ragatzu 51
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A Livorno le prove per continentali e inglesi
“Trofeo Ammannati”
La relazione in campo di Bucchi per la batteria degli inglesi
Ripartenza col botto con oltre centosessanta iscritti. La soddisfazione del Gruppo Cinofilo Livornese al via con il nuovo comitato organizzatore
Tra le prime prove su selvaggina naturale che riprendono il calendario formalizzato prima del periodo “Covid”, ha avuto luogo quella di Livorno organizzata dall’omonimo Gruppo Cinofilo nei giorni di 16, 17 e 18 luglio 2020. Al test soggetti delle razze continentali - in prove speciali il primo giorno - ed inglesi, con numeri che sfiorano le centosessanta iscrizioni totali: il 16 solo Speciali per Bracchi italiani, Kurzhaar, Drahthaar ed Epagneul Breton, con oltre settanta iscritti; il giorno seguente libere continentali con CACIT, (numeri sovrapponibili alle speciali) e il 18 CACIT per inglesi: trentasette tra Setter e Pointer, entrambe rientranti nel “Trofeo Ammannati”. La giuria era
composta da: Riccardo Acerbi, Giorgio Bellotti, Andrea Bucchi, Paolo Bachini, Daniele Gaddini, Corrado Genovesi, Massimo Salutini, Danilo Sassarini e Guglielmo Zanetti. Generalmente eccellenti le prestazioni rilevate con qualifiche molto importanti e l’assegnazione di ben otto certificazioni nazionali - tra CAC e Riserve CAC - e tre internazionali: CACIT e Riserva CACIT. Nelle speciali chi si impone a confronto con la pregiata selvaggina naturale delle campagne maremmane sono i Bracchi italiani Artù di Cascina Croce condotto da Fabio Angelini e Amelie di Massimo Scevi; gli Epagneul Breton 52
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Atina di Andrea Tureddi, Nando di Stefano Boschi e Gemma di Casa Smeraldo di Marco Selmi; il Drahthaar Ozzy di Lorenzo Amadori e il Kurzhaar Kuman della Sarga. Per le libere invece sono in gara i continentali con lo Spinone italiano Lupo di Cappella Reale di Fabio Angelini, l’Epagneul Breton Isco di Giorgio Selmi e il Bracco francese Shuggy di Roberto Renzi. Per gli inglesi è il Pointer Vinci delle Furie dei Biagioni di Samuele Aringhieri ad ottiene il risultato migliore. Nel complesso, il soggetto che è riuscito a qualificarsi maggiormente nelle giornate dedicate è il l’Epagneul Breton Gemma di Casa Smeraldo condotta da Marco Selmi. Indubbiamente la manifestazione è riuscita molto bene grazie alla qualità della selvaggina naturale che popola i terreni magnifici della provincia livornese, ma soprattutto all’operato del neonato comitato organizzatore del Gruppo Cinofilo Livornese, per il quale erano presenti i consiglieri Franco Pioli e Alessia Tronconi. Da quest’ultima ascoltiamo una riflessione sulla prova: “La ripartenza post Covid non è stata facile a livello organizzativo tenuto conto delle nuove e numerose norme da rispettare: preponderante l’incombenza delle tante autorizzazioni da richiedere alle Istituzioni di competenza che ci hanno dato non poco filo da torcere; malgrado ciò siamo soddisfatti delle risultanze ottenute al termine del lavoro, grazie anche alla collaborazione dell’ENCI che ci ha coadiuvato nell’approccio con i nuovi programmi. La nostra è una vera e propria ripartenza, anche a prescindere dal solo momento post Covid, data appunto la riorganizzazione del Gruppo di Livorno che si è adoperato per rilanciare questa manifestazione che aveva sempre rappresen-
Angelini con Lupo di Cappella Reale insieme a Bellotti, Sassarini e De Marchi
Il giudice Corrado Genovesi con il gruppo dei Drahthaar di Nicolo Degli Innocenti, Cristiano Vadorini e Lorenzzo Amadori
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tato uno dei fiori all’occhiello della cinofilia toscana. Non ci aspettavamo tanto successo a proposito di numeri e risultanze zootecniche e siamo gratificati dal nuovo start, direi, col botto. Abbiamo goduto della collaborazione di alcune aziende faunistiche della provincia di Pisa che hanno fornito un tangibile valore e di quella dei numerosi concorrenti presenti che si sono avvicendati sulla selvaggina maremmana. Dobbiamo anche considerare che, oltre al guadagno zootecnico inerente la qualità dei cani da ferma esaminati, si è rivelato anche utile il nostro supporto in quanto determinante per censire la popolazione di fagiani presenti nei terreni esplorati con numerose covate, ciò a testimoniare l’importante lavoro svolto dalle associazioni venatorie, dagli ATC e dai comitati di gestione, che hanno permesso il mantenimento di habitat e fauna selvatica per la salvaguardia di un così completo ed importante tesoro sociale”. Marco Ragatzu
Ozzi Drahthaar di Lorenzo Amadori con Corrado Genovesi
Barrage del CACIT dei continentali con Franco Pioli, Giorgo Bellotti e Giorgio Selmi con l’Epagneul Breton Isco (CACIT), Roberto Renzi con il Bracco francese Shuggy
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Centoventotto concorrenti per le prove in Centro Italia
Terni: continentali al lavoro
I terreni di Terni
Nel fine settimana di 18 e 19 luglio ha avuto luogo a Terni una delle prove più rinomate dedicate alle razze continentali: Terni cinofilia 2020, organizzata dall’omonimo Gruppo Cinofilo. Importante la partecipazione che ha visto in due giorni centoventotto iscrizioni, tra prove libere e speciali: Club Italiano Bracco Francese, Magyar Vizsla Club Italiano, Club Italiano Drahthaar e Kurzhaar Club Italia oltre ai Raduni nazionali per Weimaraner, Bracchi blu d’Alvernia, Kurzhaar, Drahthaar, Vizsla e Bracchi francesi, quest’ultimo valido per il Campionato Sociale. Nelle speciali si evidenziano per migliori risultati: il Kurzhaar Ardruber Ulvio con il CAC condotto da Leonardo Scarpinati; il Bracco francese Connor, CAC, condotto da Sergio De Santis; i Weimaraner, con medesimo risultato di 1° Eccellente nelle due differenti batterie Semper Adamas de Revenge di Giulio Rigamonti e Fala Love’a Albus Severut At Powershot di Cristina Soldati e il Drahthaar Ozzy di Lorenzo Amadori, CAC. Nelle libere si impongono per gli italiani il Bracco Vince di Giorgio Ziron che si aggiudica anche il “Memorial” intito-
lato a Giovanni Grecchi per il 2020, e le Kurzhaar Raven di Giuseppe Busca e Ardruber Fiona di Leonardo Scarpinati le quali, dopo barrage finale, ottengono rispettivamente il CACIT e la relativa Riserva. Raven si rivela come il “miglior continentale” nelle due giornate grazie alle qualifiche ottenute. In palio anche due importanti riconoscimenti: il Trofeo Gruppo Cinofilo Ternano “Bello e Bravo” assegnato al Drahthaar Ozzy e il “Trofeo Città di Terni” per il “Bello e Bravo vinto, nelle rispettive razze, dalla Bracca francese Sidy e dalla Kurzhaar Hodette. Terni da sempre rappresenta una meta di elezione per la cinofilia del Centro Italia, grazie all’appropriatezza dei terreni che mette a disposizione ed alla selvaggina che li popola. Autentica selezione zootecnica, severa e probante che vede in questa occasione maggiori difficoltà a causa della limitazione, rispetto agli anni precedenti, della popolazione degli animali oggetto di ricerca. Delle zone frequentate alcune si mantengono con una effettiva possibilità di incontro mentre altre risultano essere scarne di selvaggina. La stagione non ha certo aiutato: un caldo esagerato e la vegetazione secca in terreni, quando spogli,
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I terreni aridi hanno fatto la selezione. Organizzazione mirata e misure appropriate hanno garantito il benessere di concorrenti e cani Ardruber Ulvio di Leonardo Scarpinati
Vinci alla premiazione del Trofeo intitolato a Giovanni Grecchi
anche eccessivamente aridi, non hanno di certo facilitato il lavoro dei cani. Il Gruppo organizzatore aveva previsto tali difficoltà tanto da mettere in atto batterie limitate all’indispensabile, onde favorire la resistenza dei candidati messi nelle condizioni di manifestarsi dal mattino molto presto e mai fino
ad orari proibitivi in ore già calde. Si deve anche sottolineare il mantenimento dell’eccellente ospitalità: le nuove norme di contenimento del Covid sono state rispettate con facilità e nulla è mancato per l’accoglienza di esperti giudici e concorrenti, senza mai dover cadere in inutili assembramenti. Tutto ciò grazie all’impegno del Gruppo
Raven condotta da Giuseppe Busca
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De Santis con Connor e Bonasera con Ophelia prima della verifica in coppia
Ozzy ritira il premio per il bello e bravo
Cinofilo Ternano che ha saputo giovare delle nuove implementazioni tecnologiche che ENCI ha messo a disposizione in questa fase di transizione tra il “vecchio e nuovo modus�. La giuria interessata era composta da: Libero Asioli, Giovanni Barbieri, Claudio Cortesi, Mario Di Pinto,
Alessandro Evangelisti, Piero Frangini, Corrado Genovesi, Antonio Pietro Nurra e Marco Ragatzu. Solamente il 16,4% ha ottenuto qualifiche rientrando in classifica e in tre hanno invece guadagnato il CQN. Effettivamente basse le percentuali rispetto alle normali di solito realizzate, ma si deve pur tener conto delle effettive difficoltĂ
Barrage tra Raven (CACIT) e Ardruber Fiona (Ris.CACIT) con giuria e concorrenti
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legate alla stagione secca, (quindi a quelle inerenti la possibilità di realizzare proficuamente sulla selvaggina) oltre che a quelle enunciate precedentemente legate alla ridotta densità di animali rispetto al passato. Di fatto: dal punto di vista zootecnico la verifica assume connotazioni probanti ed è occasione di guadagni fonda-
mentali anche in virtù delle condizioni sopracitate che hanno potuto evidenziare soggetti effettivamente concreti; dal punto di vista organizzativo si riconferma la qualità del gruppo ternano che si è impegnato con palesi risultanze per ospitalità e logistica. Marco Ragatzu
Sidy Bracco francese di Renzi in azione
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Insieme alla giuria i due Bracchi francesi al barrage per il CACIT
Prove per continentali e inglesi organizzate dal Gruppo Cinofilo di Imperia
Vicino al cielo A quota 1600 in un habitat incontaminato concorrenti da tutta Italia hanno potuto ammirare le bellezze dei monti liguri di Pieve di Teco
Dal 1º al 3 agosto 2020 si sono svolte le prove su selvaggina naturale nel meraviglioso palcoscenico delle montagne liguri del comprensorio di Imperia a cura dell’omonimo Gruppo Cinofilo che ha organizzato le tre giornate caratterizzate da una importante partecipazione di concorrenti, (quattrocentocinquanta iscrizioni) provenienti da tutta Italia. Tra prove libere, speciali, oaks e brevetti di riporto si sono sviluppate quattordici batterie al giorno che hanno interessato sia le razze inglesi che quelle continentali, verifiche con CAC in palio ed alcune a carattere internazionale con CACIT. Classifiche nutrite che hanno visto l’assegnazione di numrose qualifiche di alto grado con un buon numero di Certificazioni: per le razze inglesi chi si è evidenziato con costanza è il Setter Mur di Sergio Scattini che in tre occasioni riesce ad ottenere la massima quali-
fica di Eccellente mentre nei Pointer è Hiena della Cervara di Luca Carnevale che guadagna il 1° Eccellente CAC. Per le razze continentali, maggiormente rappresentate, si sono imposti: con il CAC/CACIT il Bracco francese Shuggy di Roberto Renzi e il l’Epagneul Breton Is di Stefano Valcanover con il CAC; negli italiani Heidy del Tognolo, Bracco italiano di Van Den Dan S. con il CAC, e lo Spinone Argo di Giuseppe Giancotti due volte in classifica con l’Eccellente. Buona anche la partecipazione da parte dei Weimaraner che hanno visto evidenziarsi Semper Adamas Shark Superb di Giulio Rigamonti con maggior numero di qualifiche ed ottime anche le prestazioni del Griffone a pelo duro Korthals Margot des Grandes Origines di Giacomo Ghirardo con una Riserva CAC ed un Eccellente. Nei Kurzhaar il concorrente francese Alain Cammarata ottiene il maggior numero di qualifiche con la femmina 59
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Hiena della Cervara di Luca Carnevale alla fine del turno
tono il test di quelle qualità imprescindibili per il cane da utilizzarsi nell’attività venatoria, quali la forma fisica, l’equilibrio, la tempra e la determinazione nella volontà di reperire il sevatico con cognizione delle sue abitudini e dell’habitat che lo ospita. Argo di Giuseppe Giancotti
Mur di Sergio Scattini
Nais des Pres du Cougulier e nei Breton è invece Julieta de la Font del Llop di Valentina Casarotti a classificarsi con maggiore frequenza e migliori risultati. Da sottolineare, nella presenza di numerose razze in verifica, anche la prestazione del Bracco borbonese Primo de la Croix d’Angouleme condotto da Tullio Bottani che ottiene anch’egli l’Eccellente. Lo scenario di queste prove si distacca palesemente da quelli che vedono, di norma, lo svilupparsi delle abitudini sociali che, comprensibilmente, sono caratterizzate da facili aggregazioni, tali da imporre le restrittive norme per il contenimento della pandemia ancora in vigore. È stato come volare altrove, trasferirsi in paradisi protetti dove viene facile sentirsi al sicuro: le prove su selvaggina svoltesi nelle montagne liguri sovrastanti Pieve di Teco, che costituiscono il confine tra Liguria e Piemonte ad una altitudine di oltre 1600 metri, hanno permesso di verificare un gran numero di soggetti con determinanti risultanze tecniche. Terreni caratterizzati da particolari difficoltà che permet60
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Semper Adamas Shark Superb
Da sinistra Alain Cammarata con Nais des Pres du Cougulier e Julieta de la Font del Llop di Valentina Casarotti con l’esperto giudice Ernesto G.
Il punto di Is de Copilla - CAC
Un comitato organizzatore ben coordinato, che ha saputo mettere in atto tutte le precauzioni necessarie per quanto concerne la normativa vigente in argomento “Covid-19” senza peraltro influire minimamente nello svilupparsi dell’evento zootecnico, facilitando spostamenti e ospitalità in situazioni che mai sono state caratterizzate dal minimo assembramento. Una giuria numerosa che concorda su quanto di positivo si sia ottenuto durante le prove di Imperia: Josè Luis Aragon Diez, Florindo Aquino, Gianmario Barzanò, Angelo Bonacina, Giorgio Gaggero, Ernesto Ghirardo, Ange Franchi, Olivier Massiera, Giuseppe Molinari, Aldo
Morandi, Marco Ragatzu e Mario Testa. In definitava: eccellente il risultato del comitato che ha organizzato questo evento durante il quale è stato possibile verificare un così importante numero di cani, ottima la presenza delle razze largamente rappresentate, terreni appropriati ed impegnativi con una sufficiente presenza di animali che hanno manifestato un buon comportamento. Numerose le qualifiche assegnate e presenza in classifica di soggetti di tutte le differenti razze, per donare tangibile contributo al raggiungimento dello scopo per il quale questi eventi zootecnici hanno luogo. Marco Ragatzu 61
C L U B sima qualifica a dimostrazione del buon momento che sta attraversando la razza. MASCHI Libera Leccio 1° ECC BOS Ronco 2° ECC Acaulis Bullo 3° ECC FEMMINE Campioni Helvire des Grandes Origines 1° ECC BOB Libera Anar di S.Ubaldo CAC Cusi del Padule di Orbetello R/CAC Ramà 3° ECC Lavoro Bora CAC
CLUB ITALIANO GRIFFONE KORTHAL SPECIALE DI PIANA CRIXIA (SV) Il 7 agosto a Piana Crixia (SV) ha avuto luogo l’annuale speciale Griffone Korthals su selvaggina naturale CAC CACIT e il Raduno con una buona partecipazione. Nella speciale sono scesi in campo 9 soggetti, tutti nella nota del concorso ma, come in tutte le verifiche, con alterne fortune. Batteria 1 - Giudice: Bixio 1° Eccellente Genna dell’Oltrepò cond Musso 2° Eccellente Bora cond Musso 3° Molto Buono Lara di S.Donato cond. Olcese
In base al punteggio ottenuto il Trofeo Bello&Bravo è stato assegnato a: Bora di Stefano Sironi Enrico Bixio Presidente Club Italiano Griffone Kortharls
Anche nel raduno c’è stata la partecipazione di 9 soggetti, giudicati dall’esperto giudice Luisa Salinas e a tutti è stata assegnata la mas-
CLUB ITALIANO GRIFFONE KORTHAL c/o Bixio Enrico - Via Tuia 53 - 16035 RAPALLO (GE) Tel. 338-1538047 info@drahthaarbixio.com - http://www.cigk.eu
Bora di Sironi vincitrice del Trofeo Bello & Bravo
Helvire des Grandes Origines di Germano Migliore di Razza
Leccio Miglior Maschio di Ramella
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RUBRICA GRATUITA RISERVATA AI SOCI ENCI ACCESSO ALLA RUBRICA BEST IN SHOW: 1°, 2°, 3° classificato (compresi Coppie, Gruppi, Giovani, Veterani) RAGGRUPPAMENTO: 1°, 2°, 3° classificato RADUNI E SPECIALI DI RAZZA: BIS: 1°, 2°, 3° - BOB-BOS
1° classe campioni, libera, intermedia, lavoro, giovani, veterani
successi all’estero
DAL NUMERO DI DICEMBRE 2019 SOLO RISULTATI OTTENUTI DOPO IL 31 MAGGIO 2019
CRUFTS 2020 Accesso alla rubrica per i soggetti di allevamento e/o proprietà italiana che abbiano ottenuto il 1° posto nella classe d’appartenenza. Inoltre, RISERVA CC - BOB - BOS e risultati nel ring d’onore
PER L’INSERIMENTO NELLA RUBRICA SUCCESSI ALL’ESTERO, SONO INDISPENSABILI I SEGUENTI DATI: NOME DEL CANE - RAZZA - CITTÀ, NAZIONE E DATA DELL’EXPO - RISULTATO MASSIMO OTTENUTO - NOME E COGNOME DEL GIUDICE - NOME E COGNOME DELL’ALLEVATORE - NOME E COGNOME DEL PROPRIETARIO - MICROCHIP I NOMI DEI CANI, ALLEVATORI E PROPRIETARI DEVONO CORRISPONDERE AL LIBRO GENEALOGICO. LA REDAZIONE NON È RESPONSABILE DI EVENTUALI ERRORI ENCI PUÒ VERIFICARE LO STATO DEI CANI AL LIBRO
DRAGONJOY STAR TREKKER Welsh Corgi Pembroke CRUFTS di Birmingham (UK) 7/3/2020 CC - BEST DOG Giudice Andrew Carter Allevatore e propr. Allev. Dragonjoy
DRAGONJOY DREAM OF THE STARS Welsh Corgi Pembroke CRUFTS di Birmingham (UK) 7/3/2020 BEST OF BREED Giudice Andrew Carter Allevatore e propr. Allev. Dragonjoy
RUS ELODSER XSTRA STAR Griffone di Bruxelles Speciale di Split (HR) 25/7/2020 BOB Giudice Valentina Bocak
Speciale di Szilvàsvàrad (H) 23/8/2020 BOB Giudice Viera Vitkova
Raduno di Szilvàsvàrad (H) 23/8/2020 BOB
Giudice Dagmar Klein Allevatore Liudmila Serova Proprietario Alessia Maria Raspagni
RUS ELODSER GIGOLO Piccolo Brabantino Speciale di Split (HR) 25/7/2020 BOB - Giudice Valentina Bocak Speciale di Szilvàsvàrad (H) 23/8/2020 BOB - Giudice Viera Vitkova Raduno di Szilvàsvàrad (H) 23/8/2020 BOB - Giudice Dagmar Klein
Allevatore Liudmila Serova Proprietario Alessia Maria Raspagni
SWAROVSKI DI CAMBIANO Cane da pastore scozzese p/l Expo Sampeter (SLO) 6/8/2020 1° classificato gruppo 1 Giudice Selimovic
Expo di Sampeter (SLO) 7/8/2020 3° classificato gruppo 1
Giudice Branislav Rajiv Allevatore Maria Teresa Garabelli Proprietaria Deborah del Sere
C’CHANTAL BERANKOVI Poitevin Expo di Vrtojba/Sempiter (SLO) 7/8/2020 2° classificato gruppo 6 Giudice Branislav Rajic
Expo di Vrtojba/sempiter (SLO) 9/8/2020 2° classificatp gruppo 6 3° BIS Giovani Giudice Igor Selimovic Allevatore Svatava Berankovi Proprietario Sonia Medolago
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GOLDEN RETRIEVER V. L. Bellanova “C’est Moi” 15/A Via Vittorio Fiorini 00179 Roma
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P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV)
tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 www.welsea.com info@welsea.com
E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)
tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com
M. Telatin “delle Grandi Ombre” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR) tel. e fax 045/6661122 www.dellegrandiombre.it info@dellegrandiombre.it
JACK RUSSELL TERRIER U. Pianezzola e P. Bresolin “dell’Antico Fiume” 33 via Vivaldi 36050 Cartigliano (VI) cell. 340/6732905 info@anticofiume.it www.anticofiume.it
LABRADOR RETRIEVER M. P. Buttarelli “Fior d’Acqua” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR)
tel. e fax 045/6661122 info@fiordacqualabrador.it www.fiordacqualabrador.it
S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it
PASTORE BERGAMASCO L. Mariani “dei Lupercali” 17 via Mondello 22073 Fino Mornasco (CO) tel. +39 031/928092 cell. +39 328/5884848 www.lupercali.it info@lupercali.it
PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE F. Simoni “Jacopone da Todi” via di Monteladrone sn 06059 Todi (PG)
tel. e fax 075/9077854 cell. 331/3667083 info@pastorimaremmanijacoponedatodi.com www.pastorimaremmanijacoponedatodi.com
PASTORE SCOZZESE COLLIE M. T. Garabelli e A. Rota “di Cambiano” 4 strada Provinciale Monte Vaso 56034 Casciana Terme (PI)
tel. fax 0587/645322 cell. 340/2529213 - 333/6392761 www.cambianocollies.com www.allevamentocambiano.it mt.garabelli@tiscalinet.it
G. Pascale Guidotti Magnani “della Cambianella” 255 via Imperiale 44124 San Bartolomeo in Bosco cell. 3483198893 fax 1782208544 collies@cambianella.it www.cambianella.it
PASTORE SCOZZESE SHETLAND M.A. Morosini “Mopava” 9 via Maguzzano 25017 Lonato del Garda (BS) cell. 3336698100 www.mopava.it marino.morosini@yahoo.it
PASTORE TEDESCO G. Becattini “di Ripoli” via del Fossato 50012 Bagno a Ripoli (FI)
tel. e fax 055/632570 cell. 368/644380, 328/3787970 info@allevamentodiripoli.it www.allevamentodiripoli.it
S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it
E. Rossi Marchi “del Monte Poliziano” 11 via della Montagna 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 798239 cell. +39 3478234547 www.montepoliziano.it info@montepoliziano.it
L. Schievano “di Sarmano” 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD)
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SAMOIEDO P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV) tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 info@welsea.com www.welsea.com
SETTER INGLESE R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)
tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com
SHIBA G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PU) tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.shiba.it delbiagio@alaskanmalamute.it
SPINONE ITALIANO N. Randi “del Buon Santo” 28 via Rivaletto 48020 S. Alberto (RA) tel. e fax 0544/528228 nerino.randi@gmail.com www.spinonidelbuonsanto.com
WEIMARANER D. Raimondi Cominesi “Royal Weim” 5 Cascina Garavella 26811 Boffalora d’Adda (LO) fax 0371/422472 cell. 335/6143838 www.royalweim.com raimondi@royalweim.com
M.A. Demuro “Sardinia Weim” Via Olgiastra snc 07021 Arzachena (OT) cell. 3348643700 www.sardiniaweimaraner.com info@sardiniaweimaraner.com
ZWERGPINSCHER S. Monduzzi Donazzi “del Foionco” 127 via Montefiorino 41056 Savignano S/P (MO) tel. 059/2403132 fax 059/739276 cell. 338/7380783 www.delfoionco.it sanmondon@gmail.com
ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 8 settembre 2020 – Anno 66°
CHIHUAHUA “SALVA VITA”
DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Sara Ceccarelli, Pietro Paolo Condò, Gabriele Dalle Mulle, Renata Fossati, Rodolfo Grassi, Olga Larssenn, Maria Pia Pasquali, Marcello Poli, Federico Torresan, Marco Ragatzu.
ENCI IN INTERNET: www.enci.it informazioni: info@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it libro genealogico: lg@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it biblioteca: biblioteca@enci.it REDAZIONE, PUBBLICITÀ: 20137 Milano - Viale Corsica 20 Tel. 02/7002031 Fax 02/70020323 IMPAGINAZIONE GRAFICA: DOD artegrafica - Massa Lombarda (RA) STAMPA: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona SPEDIZIONE PER L’ITALIA E PER L’ESTERO: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona La quota associativa dei Soci Allevatori è pari a euro 51,65 e dei Soci Aggregati a euro 5,00; ai soli fini postali, euro 2,00, sono da considerarsi quale quota di abbonamento alla rivista.
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In copertina: Russian Toy.
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639 Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente
Associato alla Unione Stampa Periodica
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Italiana
È accaduto nel North Carolina. Rudy Armstrong, veterano 86enne ha avuto un ictus mentre si trovava nella sua casa galleggiante, ad Oriental. E a chiamare i soccorsi prima che fosse troppo tardi ci ha pensato il Chihuahua Boo-Boo che ha capito la situazione d’emergenza e non ha perso tempo prezioso. “Dopo pranzo mi sono seduto sulla sedia, ho bevuto il mio caffè e mi sono reso conto che non riuscivo più a muovere una mano e un piede» ha raccontato Armstrong. In poco tempo la situazione è degenerata e l’uomo, pur cercando di raggiungere il suo telefono cellulare per chiedere aiuto, non ce l’ha fatta. Con lui c’era solo Boo-Boo e ha fatto capire al cane che aveva bisogno di aiuto e che doveva correre a chiamare qualcuno. «Sarei potuto rimanere anche due
giorni lì per terra prima che qualcuno mi trovasse», ha detto Ray, che è stato soccorso nel giro di pochi minuti e ora si trova nel centro di riabilitazione Carolina East Health System. Il cagnolino ha richiamato l’attenzione del gestore del porto, abbaiando insistentemente tanto da convincerlo a seguirlo sino a casa dove ha trovato l’uomo bloccato e ha chiamato l’ambulanza. Trascorsi cinque giorni dall’ictus, Rudy è riuscito a incontrare il suo amato Boo-Boo: il Chihuahua ha potuto fargli visita per qualche minuto nel giardino della clinica, e per lui non c’è stato momento migliore. Appena lo ha visto, ha iniziato a piangere: «Mi manca così tanto», ha detto, affermando anche che si tratta del suo «piccolo miracolo». Una storia a lieto fine che vede protagonista un piccolo cane con un coraggio da leone e un grande cuore.
Cane da Pastore tedesco. Foto Roberta Madera.
Saluki. Foto Roberto Posani.
... frescura d’estate
Cane lupo di Saarloos. Foto Alessia Poncina.
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