N. 6 luglio 2020 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it
I DUE CORGI COCKER INGLESE TIBETAN SPANIEL SEGUGI
“organo ufficiale ENCI”
luglio 2020
BREEDER IL NUOVO PROGRAMMA ALLEVATORI PROLIFE Un’ampia proposta di prodotti specifici a elevato contenuto tecnico studiati appositamente per le esigenze dell’allevatore
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SOMMARIO Le (molte) virtù dei Corgi Filippo Ripoli Il Cocker tuttofare Maria Pia Pasquali I preziosi leoni di Buddha Pietro Paolo Condò La memoria olfattiva e le sue meraviglie Vincenzo Ferrara Le belle cronache del Segugio Rodolfo Grassi In ricordo della Baronessa Elisabeth-Ann de Massy Pietro Paolo Condò Parla con me Renata Fossati È arrivata l’estate A.B. Antiche credenze: “per non perdere il cane ungilo di burro” Rodolfo Grassi Goemon, l’amico geniale Annamaria Baccari Leccornie proibite Sara Ceccarelli La lezione del tempo Renata Fossati Standard in pillole
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PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30
PER I GRUPPI CINOFILI
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Si informano i Gruppi Cinofili ENCI che all’interno de “I Nostri Cani” sono disponibili gratuitamente pagine dedi cate ai resoconti delle Esposizioni Internazionali e Nazionali. Per avere informazioni riguardanti gli aspetti tecnici e le modalità d’invio, contattare la redazione: redazione@enci.it - tel. 0270020358
TEMPI DI CONSEGNA DI TESTI E FOTO Pubblicità expo: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita (es. 5 novem bre per pubblicazione in dicembre) Articoli: previo accordi con la redazione Rubrica club: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita, in merito allo spazio disponibile Successi: in ordine di ricevimento, in merito allo spazio disponibile inviare a redazione@enci.it TUTTE LE RUBRICHE SONO GRATUITE Si ringrazia per la collaborazione
FORMATO TESTI E FOTO CHI E DOVE
Gli allevatori
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Testi in WORD o similari di scrittura (NO pdf) Foto in formato jpg o tif NON impaginare
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ALLEVAMENTO AMATORIALE DI SPRINGER SPANIEL INGLESE
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Due razze in apparenza simili ed egualmente apprezzate
Le (molte) virtĂš dei Corgi Welsh Corgi Cardigan
Le differenze fisiche e di carattere tra Cardigan e Pembroke preferiti dalla regina Elisabetta II d’Inghilterra
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Una storia infinita quella dei due Corgi gallesi il Pembroke e il Cardigan, tra leggende fatate, navi vichinghe e strenue teorie a difendere la “gallesità” della razza; per non parlare della regale modernità di cui gode tanto da essere definiti “i cani della regina”. Dei due tipi, il Cardigan è il più antico, mentre il Pembroke è il più diffuso. Le due razze si differenziano sia morfologi camente che caratterialmente ed hanno, nel tempo, percorso cammini differenti tanto da essere “separate” dal punto di vista zootecnico con due differenti standard. Welsh Corgi Pembroke. Foto di Marina Barbati
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WELSH CORGI CARDIGAN
Welsh Corgi Pembroke
Il più antico e il più grande dei due. Noto anche come Cardis
Narra la leggenda che in Galles, una terra fiabesca, minu scola e costellata di montagne avvolte dalla nebbia, le fate cavalcassero piccoli cani con il pelo lungo, sotto un cielo illuminato a tratti dalla luna. E fu così che alcuni fortunati mortali vennero a conoscenza di questi piccoli tesori pe losi che le fate possedevano e se ne appropriarono. Secondo alcuni, l’etimologia del nome deriverebbe dalle parole gallesi “cor gi”, che significano “cane nano”. Annoverata tra le più antiche delle razze da pastore, già dal XV secolo guidava mandrie CARDIGAN - ORECCHI di bovini ed è in Orecchi eretti, piuttosto larghi se quest’epoca che il proporzionati alla taglia del cane. Galles si trasforma Moderatamente larghi alla base nel maggior forni hanno punte leggermente tore di carne per le arrotondate, e sono distanziati circa grandi città in 8 cm. Portati in modo che le punte glesi. Col passare siano leggermente al di fuori di una del tempo, il linea retta che dalla punta del naso, Cardigan diventa passa dal centro degli occhi, e principalmente inseriti bene indietro in modo che un cane da com possano essere tenuti appoggiati pagnia pur man piatti lungo il collo. tenendo innate le sue caratteristiche Si ritiene che gli antenati dei moderni Cardigan siano stati portati in Galles più di 3000 anni fa dalle tribù celtiche che emigrarono in Galles dall’Europa centrale. Questo antico cane era il risultato dell’in CARDIGAN - COLORE crocio tra le fami I colori accettati sono Blue merle, glie dei Teckel e brindle, rosso, sabbia, tricolore brindle degli Spitz. Alcuni o tan point, tutti con o senza bianco, ricercatori sosten che non dovrebbe mai predominare gono che quando i su corpo e testa e non dovrebbe mai Vichinghi inva circondare gli occhi, i bordi di naso e sero il Galles, i occhi dovrebbero sempre essere neri, cani di tipo Spitz i colori fegato (liver) e colori diluiti che portarono con sono altamente indesiderabili, il naso sé furono incro sempre nero, gli occhi blue (uno o ciati con l’origi entrambi) o gli occhi marroni nale Corgi per punteggiati di Blue sono ammessi produrre il solo nel mantello Blue Merle. Pembroke Welsh Corgi. Questi cani erano
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così apprezzati e così importanti per il benessere finanziario dei contadini che un’antica legge gal lese imponeva severe sanzioni a chiunque po tesse ferire o rubare uno di loro. Il Cardigan fu mostrato per la prima volta nelle esposizioni canine inglesi nel 1919, in seguito, nel 1926, venne fondata la Cardigan Welsh Corgi Association inglese. Poiché a quel tempo i Cardigan e i Pembroke erano considerati una sola razza, spesso si incrociavano tra loro, causando discussioni e discordia tra gli allevatori.
CARDIGAN - CODA Simile a quella della volpe, inserita sul prolungamento della linea dorsale e moderatamente lunga (da arrivare o quasi al suolo). Portata bassa in stazione, può essere alzata un po’ al di sopra della linea del corpo in movimento, ma non arrotolata sul dorso.
Verso la fine degli anni 1920, un cane rosso e bianco di nome Bob Llwyd influenzò molto la razza. Si dice che il primo standard di razza fosse basato su di lui. Ha generato il primo campione della razza, Ch. Golden Arrow, nato nel 1928, che terminò il campionato nel 1931. Sempre nel 1931, la signora BP Bole importò dall’Inghilterra la prima coppia di Cardigan negli Stati Uniti. Uno di questi era una femmina di
CARDIGAN - MANTELLO PELO corto o medio, di tessitura dura. Impermeabile, con buon sottopelo. Preferibilmente diritto.
nome Cassie che era già una fattrice affermata in patria. Sebbene avesse un mantello poco apprez zato, (era bianca con toppe tigrate), produsse ot timi cuccioli. Uno dei suoi cuccioli, di nome Megan, divenne il primo campione americano della razza. Oggi, il Cardigan Welsh Corgi Club of 10
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CARDIGAN - TAGLIA E PESO Altezza al garrese: ideale 30 cm Peso in proporzione alla taglia, tenendo in considerazione innanzitutto l’equilibrio dell’insieme.
America, Inc. organizza un concorso annuale per soli cam pioni, chiamato Megan Com petition. Nel 1934, il British Kennel Club dichiarò che Pembroke e Cardigan erano razze separate, ponendo così fine a qualsiasi domanda sull’incrocio dei due tipi. L’anno successivo, l’Ame rican Kennel Club riconobbe Cardigan e Pembroke Welsh Corgis.
UNA QUESTIONE DI CODA Oltre alla sua lunga coda da volpe che quasi tocca terra, che lo contraddistingue, il Cardigan si differenzia dal Pembroke per le sue dimensioni più grandi, i diversi colori del mantello, i piedi leggermente rivolti verso
IL CARDIGAN IN PILLOLE • Molto vigili. • Intelligenti, intraprendenti e a volte testardi. • Hanno un forte istinto di conduttori. • Sono molto golosi e tendono ad ingrassare. • Hanno molta energia e hanno bisogno di attività fisica quotidiana.
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l’esterno e le spalle angolate di 90 gradi rispetto all’arto superiore. Il Welsh Corgis Cardigan, (WCC) noto anche come Cardigan o Cardis, ha un’espressione attenta, attiva ed intelligente.
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RESPONSABILE E COLLABORATIVO Il WCC è un compagno per tutta la famiglia, sa adattarsi a diverse situazioni e mostra sempre una comportamento responsabile. Specialmente in Gran Bretagna è spesso te nuto nelle scuderie dove si trova a suo agio, accompa gnando i cavalli sui rimorchi e tenendo loro compagnia. Il Cardigan può essere meno socievole e più territoriale del Pembroke. Fedele alla sua eredità da pastore, è un vigile cane da guardia e può essere riservato verso gli estranei. Sempre in allerta, segnalerà qualsiasi accadimento insolito che si tratti di un rumore, di un odore o qualcosa che insospet tisca la sua vista. Come ogni cane, il Cardigan ha bisogno di una socializza zione precoce che gli consenta una vita serena. Dato che ai giorni nostri l’attività di pastorizia è difficile da realiz zare, il WCC ha ancora bisogno di esercizio quotidiano sotto forma di una lunga passeggiata o di allenamento per uno sport cinofilo come l’agility. Per il resto, è felice di adattarsi sia alla vita di condominio che a quella in campagna. I Cardigan adorano i bambini, ma il loro istinto di pastori potrebbe spingerli a pizzicare le loro caviglie mentre gio cano. Tuttavia, sono in grado di imparare rapidamente che questo non è permesso. Sono generalmente amichevoli con gli altri animali do mestici di casa, purché siano stati socializzati con loro. Possono essere aggressivi nei confronti dei cani che non fanno parte della loro famiglia, ma a loro piace avere un secondo o un terzo cane in famiglia con cui giocare, in particolare un altro Corgi. Filippo Ripoli Presidente A.I.A.R.P.B.
ALCUNE PRECAUZIONI Con le sue gambe corte e il tronco molto allungato, il Cardigan può essere soggetto a lesioni alla schiena. Finché il loro sviluppo scheletrico non sarà completo, bisogna evitare che i cuccioli saltino su e giù dai mobili. Mantenere la buona abitudine di controllare le grandi orecchie ogni settimana per evitare arrossamenti o l’insediarsi di parassiti come gli acari. Pulire gli occhi da eventuali lacrimazioni. Effettuare regolare spazzolatura una volta a settimana.
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WELSH CORGI PEMBROKE
evidenziati specialmente dalle sfumature di colore nero. Meno antico del Cardigan, la teoria più comunemente accettata risale agli invasori scandinavi che portarono i loro cani con sé nelle isole britanniche, probabilmente intorno al IX o X secolo. Il cane da pastore svedese Vallhund sembra avere molte somiglianze con l’odierno Pembroke Welsh Corgi, per questo si presume che sia stato allevato con cani gallesi nativi dell’epoca. Qualsiasi cucciolata che esprimesse tratti istintivi di cane conduttore del bestiame, era allevata in maniera selettiva per migliorarne le caratteristiche. Si ritiene anche che i cani allevati dai popoli fiamminghi, che si stabilirono nel Pembrokeshire, nel Galles meridionale nel XII secolo, siano stati incrociati con i cani da bestiame del luogo, aggiungendo le caratteristiche dello Spitz che il Pembroke Welsh Corgi esprime oggi.
Il più diffuso anche in Italia rispetto all’altro. È allegro, vivace e pieno di energia
Secondo una leggenda gallese, due bambini che accudivano il bestiame della loro famiglia nelle terre reali, trovarono una coppia di cuccioli, che pensavano fossero volpacchiotti. Quando li portarono a casa, i genitori dissero PEMBROKE - ORECCHI loro che erano un dono delle fate che Orecchi eretti, di media misura, li avrebbero utilizleggermente arrotondati. La linea zati per tirare le tracciata dalla punta del naso carrozze magiche attraverso il centro dell’occhio o cavalcati in batdovrebbe, se continuata, passare per taglia… tanto che la punta dell’orecchio, o molto vicino porterebbero ane, unita all’altro orecchio, dovrebbe cora oggi i segni formare un triangolo equilatero. della sella disegnati sul mantello,
Il significato del nome della razza è difficile da definire quanto la sua origine. Una scuola di pensiero combina la parola gallese “cor”, che significa “sorvegliare o radunare” con “gi”, che in gallese significa cane. Questo era certamente il compito principale di questi piccoli cani. Un’altra ipotesi 13
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attribuisce alla parola corgi una assonanza con il termine celtico “cur” o bastardo. Infine, la diatriba si apre di nuovo con l’interpretazione che la parola “cor” significhi “nano”. Combinandola con la forma gallese riferita al cane “gi”, si ottiene “cane dei nani” o “cane nano”. Per molti anni i Corgi (entrambe le razze) sono anche stati chiamati “Ci-llathed (cane lungo da cortile) oppure “Ci Sawdlo” per la sua natura istintiva di mordicchiare i garretti.
PEMBROKE - CODA Se corta deve essere naturale, non tagliata: inserita sul proseguimento della linea dorsale, portata bassa e non arrotolata sul dorso. In movimento è portata sul prolungamento del dorso, a riposo è bassa. Indesiderabile l’attaccatura troppo alta o troppo bassa.
Il Corgi, nonostante le sue doti e le sue capacità non comuni, sarebbe rimasto un cane da fattoria se il suo destino non avesse previsto un giorno l’incontro con una bambina molto particolare. Nel 1933, l’allora duca di York, poi re Giorgio VI, acquistò un cucciolo di questa razza, Rozavel Golden Eagle, per regalarlo alla figlia Elisabetta (poi di-
ventata regina Elisabetta II). Il cane venne ribattezzato Dookie e conquistò immediatamente il cuore della famiglia reale. A questo primo soggetto se ne aggiunsero presto molti altri dando vita all’allevamento della famiglia reale conosciuto con l’affisso “Windsor”.
PEMBROKE - MANTELLO PELO di media lunghezza, diritto con sottopelo fitto, mai morbido, ondulato o duro (filo di ferro).
La popolarità del Pembroke è aumentata nel corso degli anni, il che non è sorprendente per una razza così versatile. Sebbene siano piccoli, sono ottimi per la guardia oltre che compagni affettuosi e molto collaborativi. Estremamente
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intelligenti e molto facili da addestrare; amano la disciplina e amano conoscere il loro posto all’interno della famiglia. Tuttavia, si annoiano facilmente, quindi è importante tenerli impegnati.
PEMBROKE - COLORE Monocolore Rosso, Sabbia, Fulvo, o tricolore Nero e Fuoco, con o senza macchie bianche sugli arti, petto e collo. Un po’ di bianco sulla testa e muso è permesso.
DILIGENTI E MOLTO VERSATILI L’istinto del pastore non è sopito nel Corgi, che a passeggio spesso cerca di radunare i membri della famiglia. È un cane adatto alla maggior parte delle persone, anche a quelle con meno esperienza con i cani. Sa adattarsi bene a Welsh Corgi Pembroke
qualsiasi situazione domestica. Una buona educazione di base potrà rendere la convivenza più armoniosa. Si dice che il Corgi deve “stimare” il padrone. Quindi è importante non usare coercizioni e nemmeno essere di manica troppo
larga, ma avere un comportamento coerente e comprensibile. È in grado di vivere con bambini e altri animali della famiglia tra cui gatti, altri cani e cavalli. Intelligente e laborioso, il Pembroke eccelle nella maggior parte degli sport cinofili. Questa razza richiede molto esercizio fisico su base regolare. Poiché il Pembroke brama le attività e le sfide, l’allenamento è un’esigenza assoluta. Troppa energia senza sfogo e la mancanza di allenamento possono portare ad abbaiare eccessivamente e ad altri problemi comportamentali. Molti Corgi partecipano al “Good Citizen Dog Scheme del Kennel Club” e nel 2014 una squadra di Pembrokes ha vinto la competizione di Obedience al Crufts.”
PEMBROKE - TAGLIA E PESO Altezza al garrese: circa 25,4 – 30,5 cm Peso Maschi. 10-12 kg Femmine 10 -11 kg
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La socializzazione precoce fa bene ai Pembroke che, pur tendendo ad essere socievoli con altri cani e gatti che fanno parte della loro famiglia, specialmente se allevati insieme, possono essere territoriali con cani e gatti estranei poiché la razza è stata selezionata per scacciare i cani randagi che si aggiravano intorno alle greggi.
TREKKING Sono ottimi compagni di trekking perché possono camminare per miglia e miglia. Unica precauzione , con un soggetto giovane è consigliabile attendere fino a quando non sarà completamente sviluppato per non compromettere le articolazioni e questo vale anche per tutti gli sport cinofili.
CINQUE COSE DA FARE CON IL TUO PEMBROKE
PISTA Questa attività richiede a un cane di usare il naso per trovare un oggetto specifico. I Corgi sono pensatori indipendenti e useranno la loro abilità anche in questa disciplina.
AGILITY Sono eccellenti cani d’agility grazie alla loro prontezza e capacità di captare rapidamente i comandi. Sebbene abbiano le zampe piccole, i Corgi sono stati allevati nel branco, quindi sono incredibilmente forti ed atletici.
PET THERAPY La loro adattabilità ai diversi comportamenti umani li rende preziosi compagni per le Attività Assistite, con anziani o malati.
OBEDIENCE L’estrema intelligenza del Corgi, che è stata paragonata al QI di un bambino di cinque anni, rende questi cani perfetti per l’obbedienza; amano la disciplina e amano avere qualcosa su cui concentrarsi. FLYBALL Il Pembroke ama inseguire, in particolare le palle, quindi il flyball sembra particolarmente adatto per lui. È uno sport che va bene anche per cani più piccoli poiché gli ostacoli rimangono alla stessa altezza in tutte le classi ed è un modo fantastico per consentire loro di sfogarsi in un ambiente divertente. 16
LE BUONE QUALITÀ DEL PEMBROKE • SI ADATTA ALLA VITA D’APPARTAMENTO • IDEALE ANCHE PER I NEOFITI • SOCIEVOLIE CON GLI ALTRI ANIMALI DELLA SUA FAMIGLIA • GRANDE INTELLIGENZA • FACILE DA ADDESTRARE • AMA GIOCARE • OTTIMO GUARDIANO
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Corgi al lavoro con i lama
LE DUE RAZZE IN ITALIA
discapito della tipicità del cane e, purtroppo, qualche volta anche della salute. Se da un lato continuiamo ad osservare difetti troppo ricorrenti (troppo bianco, e mi sure eccessivamente piccole od enormi), dall’altro non possiamo che felicitarci per l’attenzione che gli allevatori “seri” prestano nella riproduzione, e per questo rinno viamo l’invito a tutti, di non scegliere il proprio “corgino” sulla base del mero prezzo, ma di informarsi sull’alleva tore, sulla sua storia, di cercare cioè la dedizione e la pro fessionalità che infonde nell’allevare. Fortunatamente negli ultimi tempi, frequentando i vari campi di addestramento e di lavoro (agility, obedience, rally obedience, sheepdog ecc), possiamo avere il piacere di notare sempre più “corgini” all’opera, felici e realizzati in quello che più si confà loro. Questa tendenza ci per metterà di recuperare velocemente il gap con i nostri vi cini Europei. Filippo Ripoli
Il Welsh Corgi Pembroke ed il Welsh Corgi Cardigan in Italia negli ultimissimi anni hanno visto una crescente popolarità, grazie a molti fattori, che possiamo notare at traverso i dati delle nascite annuali in costante aumento. Gli “Allevatori Italiani”, sempre attenti allo stato di salute, nonostante questa significativa crescita, continuano a la vorare con coscienza e cognizione di causa e questo si ri flette nelle più importanti manifestazioni internazionali come Mondiali, Europee, Crufts, dove l’Allevamento Italiano balza agli onori della cronaca per i risultati otte nuti. Logicamente nell’aumento numerico importante di questi anni dobbiamo anche constatare che spesso si dedicano all’allevamento od all’importazione persone che non hanno conoscenze sufficienti della razza, che non fanno esami per testare la salute degli animali o non ricercano lo stallone “giusto” per la femmina. Ovviamente questo va a
Presidente A.I.A.R.P.B.
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Affettuoso, giocherellone e sempre allegro
Il Cocker tuttofare
Curioso e intraprendente ama la vita in famiglia ma conserva l’istinto di caccia, sempre col naso a terra in cerca di tracce interessanti
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Discendenti degli Spaniel - una delle più antiche razze canine che hanno ispirato grandi poeti come Goffrey Chaucer (1342-1400) e Shakespeare (1564-1616) - i Cocker Spaniel Inglesi nel tempo sono diventati una delle razze più amate e popolari al mondo. Si racconta che gli Spaniel abbiano anche avuto un ruolo nella separazione dell’Inghilterra dalla Chiesa cattolica (Scisma Anglicano del XVI secolo), quando il Cocker spa niel di Lord Wiltshire morse papa Clemente VIII sulla punta del piede. Alla fine, come sappiamo, Enrico VIII interruppe i suoi rapporti con la Chiesa cattolica.
gli Spaniel dal pelo liscio di oggi. A quei tempi, in una singola cucciolata di Springer Spaniel i cuccioli più grandi sarebbero diventati Springer Spaniel, quelli più piccoli Cocker Spaniel e i cuccioli di media ta glia Sussex Spaniel: solo le dimensioni costituivano la differenza. Solo un tipo di “land spaniel” fu riconosciuto come una razza propria, separato dallo Springer Spaniel, nel 1870. Verso la fine del 1800, gli allevatori inglesi incomincia rono ad esporre il Cocker Spaniel e, ancora oggi, ci sono differenze distinte tra Cocker da esposizione e Cocker da lavoro. Quelli da esposizione, tendono ad essere più com patti e più robusti e con un mantello più ricco, rispetto ai Cocker da lavoro. La popolarità della varietà da show au mentò notevolmente dopo la Seconda guerra mondiale. Da notare, che il tipo da lavoro è abile a seguire la pista della selvaggina, ha un forte istinto del riporto e una presa con la bocca molto morbida, in modo da non danneggiare gli uccelli che recupera. Prima del 1892 i Cocker Spaniel non erano riconosciuti dal Kennel Club come una razza distinta dagli altri Spaniel (springer e sussex) pertanto, nel ring delle esposizioni c’era molta confusione poiché i giovani soggetti che un anno prima erano stati esposti come Cocker, l’anno dopo, dato che erano cresciuti troppo come taglia, venivano esposti come Springer o come Sussex . I predecessori più famosi dei moderni Cocker Spaniel sono stati Obo (1879) e Obo II, considerato padre dei Cocker Spaniel Americani. Il padre di Obo era un Sussex spaniel e la madre una “land spaniel”, da caccia su terra. Il Cocker Spaniel è stato riconosciuto come razza indi pendente dal Field e dallo Springer Spaniel poco dopo la fondazione del Kennel Club inglese nel 1873.
Gli Spaniel potrebbero essere arrivati in Inghilterra du rante l’invasione di Cesare (54-55 a.C.). Si presume siano originari della Spagna poiché la parola “spaniel” potrebbe derivare dall’Hispania (Spagna) o forse dalla frase fran cese Chiens de l’Espagnol (Cani spagnoli). Alla fine del 1600, gli Spaniel furono selezionati per diffe renti compiti di caccia: acquatiche e terrestri. L’antico Spaniel inglese (ora estinto) fu impiegato per recuperare uccelli acquatici abbattuti con le frecce. Gli Spaniel terre stri, invece, per due tipi di caccia: quelli che si insinua vano tra rovi, sterpaglie e sottobosco per puntare le prede permettendo ai cacciatori di catturarle con le reti; e gli altri lanciati sul terreno a far sollevare fagiani e pernici da cacciare con i falchi, oppure scovare i conigli da inseguire poi con i levrieri. Nel corso del XVII secolo, il ruolo dello Spaniel cambiò radicalmente quando gli inglesi iniziarono a cacciare a con le prime rudimentali armi da fuoco a pietra focaia, alcuni esperti hanno scritto che questi cani furono “tra sformati da battitori selvaggi non addestrati, a cani da caccia sicuri e perfetti”. Gli Spaniel dal pelo riccio, avrebbero gettato le basi di tutti
WATER SPANIELS ENGLISH WATER SPANIEL SPANIELS LAND SPANIELS
SETTING SPANIELS ENGLISH SETTER SPRINGING SPANIELS
LARGE ENGLISH SPRINGER SPANIEL SMALL ENGHLISH COCKER SPANIEL SUSSEX SPANIEL
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IN ITALIA 1930 1931 1937
Il Cocker spaniel inglese si è diffuso largamente con suc cesso nel nostro Paese fin dai primissimi anni del dopo guerra, molti iniziarono ad allevare questa razza con suc cesso scegliendo la strada più difficile quella “del bello e bravo”. Dopo una lunga parentesi di calo dei soggetti in torno agli anni 80/90 (nel 1993 i cuccioli iscritti al libro genealogico furono 1158), verosimilmente legato ad un cambio di moda o di tipologia di attività venatoria, negli ultimi 10 anni abbiamo osservato un progressivo incre mento fino ad arrivare a ben 2452 nuovi cuccioli iscritti al Libro genealogico dell’ENCI nel 2019. Indubbiamente è una razza amata e diffusa grazie alla ta glia ridotta, il bel colore del mantello frangiato, l’aspetto dolce, il carattere allegro e gioioso che rendono il Cocker fedele amico di tanti bambini e famiglie. Non dobbiamo però mai dimenticare che è un cane con spiccate doti ve natorie. “Addestrare un cocker non è cosa da tutti”: pas sione, sacrificio in termini di tempo e denaro, profonda conoscenza delle genealogie, estrema attenzione nella selezione di soggetti sani, intere giornate trascorse sui terreni di prova, sono solo alcune delle caratteristiche che distinguono i veri allevatori ed il numero contenuto di Campioni assoluti lo dimostra. Allo stato attuale ci troviamo purtroppo di fronte ad un netto bivio che sembra dover imporre una definitiva sepa razione fra due tipologie di Cocker: Cocker da show e Cocker da lavoro. È questa la via più semplice o una scelta di comodo?
1938 1943 1949 1956 1960 1964 1966 1972 1973 1977 1978 1982 1984 1988 1991 1997 2002 2003 2005 2008 2010 2014 2016 2018
SPORTIVI, ALLEGRI E OTTIMI RIPORTATORI Il moderno Cocker spaniel inglese è diventato nel tempo uno dei cani da compagnia più diffuso al mondo. L’aspetto mansueto, la taglia ridotta, le lunghe orecchie pelose e vellutate e l’affascinante colorazione del man tello frangiato lo hanno reso irresistibile per migliaia di famiglie. Tuttavia, non ha mai sopito il suo istinto di grande cacciatore e riportatore. Come cani sportivi, hanno molta resistenza ed energia. Sono anche cani curiosi e amano indagare su tutto ciò che
Campione assoluto 2002 Magamagò del Re di Danari
Campione assoluto 1976 My Lollipop delle Grandes Murailles
BELLO E SIMPATICO • È di taglia medio piccola ed è atletico. • Ha un bel mantello frangiato in una gran varietà di colori • È vivace e giocoso, con una natura amichevole. • Solitamente, è disponibile con tutti. • Va d’accordo con gli altri animali domestici • È un cane fiducioso con tutti, quindi, non è un cane da guardia, si limitano a segnalare.
CAMPIONI ASSOLUTI DRAGO DUSE WILFUL RUFUS WILFUL SABADILLA WILFUL WALLOP WILFUL WITKIND DRAGO ALIANTE DRAGO CORNIOLA TREETOPS TOWN GUARD EAGER BONO DE LA SOLEILLETTE SCHLEDENSE DOUGLAS CLO’ DELLA VALDORCIA CIRILLO DELLA VALDORCIA CORALLO DELLE GRANDES MURAILLES PETER DELLA VALDORCIA AROLD DEL GHIARDO PAL DELLA BASSANA MYLOLLIPOP DELLE GRANDES MURAILLES ANTIQUARY DELLE GRANDES MURAILLES GECK DELLA PIOPPA PINEBLUFF DELLE GRANDES MURAILLES ELBERNARDO DELLE GRANDES MURAILLES OTTAVIO DELLE GRANDES MURAILLES GIOLLI DELLE GRANDES MURAILLES MAGAMAGO’ DEL RE DI DANARI GUENDALINA DEL NARNIENSIS FRANCINI’S DOLCEAMORE FRANCINI’S BIRRA FRANCINI’S DIVO FER WOODCOCK HUNTER DUKE FRANCINI’S JUST IN TIME FRANCINI’S ALLEGRA FOLLIA FRANCINI’S DOLCEAMARA
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IL PUNTO SUL COCKER SPANIEL INGLESE • Sono adattabili e possono vivere bene in un appartamento purché facciano esercizio quotidiano per mantenerli in forma. Questa è una razza con una grande resistenza, quindi si godrà lunghe passeggiate, anche di corsa; giochi di riporto o sport come l’agility o il flyball. • Sin da cuccioli, amano il gioco del riporto con la pallina. • Sono cani molto sensibili, pertanto l’educazione dovrà essere gentile, utilizzano rinforzi positivi come ricompense alimentari. • Imparano in fretta, ma le sedute d’addestramento non dovranno essere troppo lunghe. • Sanno essere anche impertinenti, pertanto è meglio tenere il cibo e l’immondizia lontano dalla loro portata, specialmente da cuccioli.
incontrano sia in casa che sul terreno all’aperto. Sono intelligenti, a volte possono essere testardi, soprat tutto se non vedono una buona ragione per fare quello che gli viene richiesto. L’addestramento all’obbedienza è una buona idea con qualsiasi cane, ma con i cani da caccia in particolare, è necessario insegnare sin da subito il richiamo e l’educa zione di base. Poiché sono cani molto affettuosi, è importante usare un addestramento gentile e coerente che non mortifichi il loro spirito collaborativo e la loro voglia di fare. Inoltre, l’educazione aiuta anche a mantenerli stimolati mental mente dato che sono cani che amano imparare. Poiché sono molto attaccati alle persone, si sentono molto gratificati di poter stare in famiglia e possono di ventare distruttivi se lasciati soli frequentemente, senza compagnia o attività. Vanno d’accordo con i bambini e sono buoni compagni per persone di tutte le età. Mentre sono vigili e abbaiano ai rumori, il loro carattere amichevole con tutti non li rende cani da guardia efficaci. Solitamente, vanno incontro alle persone fiduciosi e felici, agitando ininterrottamente la coda per la gioia di ricevere delle carezze. Per quanto desiderosi di compiacere e di stare vicini alle loro famiglie, conservano un ottimo istinto per la caccia, pertanto, è possibile che all’aperto, durante le passeg giate, siano incuriositi da una traccia o da una preda tanto da mettersi ad inseguirla: anche per questo motivo, è ne cessario educarli sin da cuccioli. Per la stessa ragione, hanno bisogno di movimento quotidiano. Sono cani ro 21
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MANTELLO Pelo: piatto. Di tessitura serica, mai del tipo “filo di ferro”, né ondulato. Non troppo abbondante e mai arricciato. Gli arti anteriori, il tronco e i posteriori, sopra i garretti, sono ben guarniti di frange. Colore: Unicolore: nero; rosso; dorato; fegato (cioccolato); nero focato; fegato focato; il bianco non è ammesso se non in piccola quantità sul petto. Multicolore: bicolore; nero e bianco; arancione e bianco; fegato e bianco; limone e bianco. Tutti con o senza moschettature. Tricolore: nero, bianco e focato; fegato, bianco e focato. Roano: blu roano; arancione roano; limone roano; fegato roano; blu roano focato; fegato roano focato.
busti e resistenti che adorano l’acqua e non temono ter reni scoscesi o irti di rovi e cespugli. La loro curiosità è innata come la voglia di fare e di scoprire sempre delle cose nuove.
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CONCLUSIONE Una razza davvero affa scinante che ha saputo conquistare la simpatia dei cinofili di tutto il mondo. Generoso, affettuoso, giocherel lone e fiducioso con tutti, sono le cre denziali di questa razza, diventata il cane da compagnia per definizione. Ha mantenuto integro il suo istinto di cacciatore, per
QUALCHE INCOMBENZA • Se lasciato troppo solo, soffre di ansia da separazione e potrebbe abbaiare ripetutamente o diventare distruttivo. • È necessario spazzolarlo spesso, soprattutto le frange, e regolare il mantello con forbici dentate o coltellini da stipping. • Controllare di frequente le orecchie al loro interno è indispensabile per prevenire l’insorgenza di fastidiose otiti. • Se poco educati, possono diventare possessivi col cibo o con i loro giocattoli.
Sono ansiosi di compiacere i loro proprietari, quindi l’ad destramento di solito non è troppo difficile con questa razza. Tuttavia, hanno una natura sensibile e hanno bisogno di molti rinforzi positivi. I metodi di addestramento duri possono causare paura e ansia e possono contribuire a sviluppare comportamenti indesiderati. I Cocker da lavoro sanno impiegare in maniera del tutto naturale le loro qualità venatorie e sanno comprendere con facilità le richieste del loro conduttore. 23
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CURA DEL MANTELLO I peli setosi di media lunghezza che conferiscono a questi cani un mantello così bello, possono facilmente arruffarsi. Inoltre come la maggior parte dei cani, sono soggetti alla muta. Una spazzolatura due volte a settimana manterrà il pelo lucido e libererà le frange da residui di erba, foglie secche e terriccio. Il pelo intorno alle zampe, al tronco, alla testa e all’attaccatura delle orecchie, va regolato da mani esperte che utilizzeranno apposite forbici e coltellini da stripping, specialmente se sono cani da esposizione. Le lunghe orecchie, che caratterizzano la razza, andranno controllate anche all’interno e pulite spesso per liberarle da batteri che potrebbero a lungo andare causare infezioni e generare cattivo odore.
tanto, con lui non ci si annoia mai: instancabile, curioso e… sempre affaccendato a mette il naso a terra. Maria Pia Pasquali
Presidente Club Italiano Spaniel
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Fascino segreto di un’antica razza selezionata da monaci
I preziosi leoni di Buddha
La risposta ai perché della costante diffusione dei Tibetan Spaniel. “Longevo ed accattivante ha ripreso ad incontrare simpatie”
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Il Tibetan Spaniel ha avuto origine in quello che viene spesso definito “il tetto del mondo”, ovvero il Tibet. Sebbene si sappia poco sulle origini della razza, si ritiene che siano stati allevati nei villaggi e nei monasteri del Tibet per molte centinaia di anni e che potessero esistere in una forma simile a quella attuale già intorno al 200 a.C. Vennero soprannominati “piccoli leoni” a causa della loro somiglianza con i “leoni guardiani cinesi” che simboleg giavano il trionfo del Buddha sulla violenza e l’aggres sione. Ciò diede alla razza un grande valore e prestigio e, di conseguenza, i cani non furono mai venduti; lasciarono i monasteri del Tibet solo per essere dati in omaggio alla Cina, ad altri Paesi buddisti, a dignitari di corte o ad amici che godevano di grande stima.
ANTICHISSIME ORIGINI Il professor Ludvic von Schulmuth ha studiato le origini dei resti di scheletri di cani, scoperti negli insediamenti umani, vecchi di 10.000 anni. Il professore ha creato un albero genealogico dei cani tibetani. La sua ricostruzione, mostra come un antico “cane del deserto dei Gobi” si sia evoluto nel piccolo cane da caccia dalle “orecchie a goccia”, rivestito da pelo morbido che a sua volta si è poi evoluto in alcune razze come il Tibetan Spaniel, il Pechinese e il Chin giapponese. La mescolanza del Tibetan Spaniel con le altre razze tibetane Lhasa Apso e ShihTzu avrebbe quindi portato all’occasionale nascita di cucciolate denominate “Prapso”, che presentavano un mantello che ricorda da vicino quello del Tibetan Spaniel.
Questi piccoli Spaniel Tibetani furono allevati principal mente nei villaggi e variavano considerevolmente nelle dimensioni che andavano dai 2 agli 8 kg. di peso, con i più piccoli considerati i più preziosi e spesso dati ai monasteri come regalo speciale. Il tipo allevato nei monasteri vicino al confine cinese era più corto di muso e più simile ai cani cinesi da cui erano in parte discesi. Il vero e antico tipo tibetano è stato trovato nei monasteri a ovest di Lhasa poiché in quell’area c’erano meno cani provenienti dalla 26
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Cina, quindi, meno contaminati da altre razze. Il ruolo del Tibetan Spaniel (TT) sembra essere stato quello di guardiano, molto amato e considerato prezioso anche per la compagnia. La loro vista è eccezionalmente acuta e possono vedere ad una distanza molto considerevole, anche ai giorni no stri, amano sedersi il più in alto possibile in modo da poter sorvegliare il paesaggio circostante, osservando l’avvicinarsi di persone estranee. Questa era l’usanza dei loro antenati seduti sulle mura del monastero, o in qualche altro punto sopraelevato, pronti a dare l’allarme quando accadeva qualcosa di insolito, abbaiando con insistenza per allertare il Mastino Tibetano a compiere il suo dovere di difensore. È anche risaputo che i Tibetan Spaniel furono addestrati a girare le ruote di preghiera dei buddisti, che solevano inviare le invoca zioni di tutta la famiglia in cielo. La razza, è stata allevata anche nei campi profughi nel nord dell’India. Molti allevatori americani,hanno iniziato o hanno introdotto nei loro programmi di allevamento linee di sangue nepalesi introdotte negli Stati Uniti da
SEI COSE DA SAPERE SULLA RAZZA Il Tibetan Spaniel a volte viene descritto come “un grosso cane nel corpo di un piccolo cane”. Difatti sono attivi, vigili e desiderosi di piacere. Soprattutto, amano trascorrere del tempo con i loro proprietari. Ecco alcuni degli aspetti più interessanti della loro storia e del loro carattere. 1. Non sono tecnicamente degli spaniel. Infatti, non condividono alcun antenato comune con le razze spaniel tradizionali, la maggior parte delle quali sono state allevate per essere cani da caccia. Il termine improprio, spaniel, in questo caso, deriva dalla parola francese epagneul che, nel Medioevo, si riferiva a un cane da compagnia, un beniamino molto amato dalle donne delle Corti europee e orientali. 2. Furono allevati dai monaci buddisti Vivevano (e vivono ancora) nei monasteri tibetani con monaci e Lama (sacerdoti). Grazie alla loro criniera e fattezze, sono stati definiti come “piccoli leoni”, un titolo di grande onore, dal momento che i leoni sono considerati sacri nel buddismo. 3. Il loro nome tibetano è “Simkhyi” In Tibet, è indicato come “Simkhyi”, che significa cane da caccia, cane da camera o cane da camera da letto. Ciò è in linea con lo stile di vita del Tibetan Spaniel di tenere compagnia ai monaci e ai Lama nella vita di tutti i giorni.
4. Appaiono nell’antica arte orientale Compaiono nell’arte che risale al 1100 a.C., rendendo la razza antica di almeno 3000 anni. Nessuno sa con certezza quanti anni abbia la razza; è possibile che il Tibetan Spaniel sia stato il predecessore del Pechinese e del Lhasa Apso. 5. Donato ad altre nazioni buddiste Questi cani, non furono mai venduti, solo donati. Molti furono dati a leader in Cina e in altri Paesi buddisti. Alcuni esperti ritengono che gli imperatori cinesi abbiano incrociato i Tibetan Spaniel che avevano ricevuto in dono con i propri Carlini per selezionare il Pechinese. Ma altri, al contrario, credono che i Lama tibetani abbiano ottenuto il Tibetan Spaniel incrociando il Pechinese che avevano ricevuto in dono dalla Cina con il loro Lhasa Apso, un’altra razza tibetana. 6. Erano cani sentinella Il Tibetan Spaniel aveva il compito importante di essere una vedetta per i monasteri. Si sedevano in cima alle mura e abbaiavano ogni volta che si avvicinava un intruso, in questo modo, allertavano i Mastini tibetani a svolgere il loro compito di difensori. Ancora oggi nelle case moderne mantengono questo istinto, avvisando i loro proprietari quando qualcuno o qualcosa si avvicina.
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Tom & Flo Whiting. Questi cani tendono ad essere più alti e hanno musi più stretti e più lunghi rispetto alle linee inglesi, in quanto si dice siano di “vecchio tipo”. La razza fu portata per la prima volta in Europa dai mis sionari nel XV secolo attraverso la Via della Seta durante la dinastia Han e divenne l’antenato di molte altre piccole razze conosciute oggi. Fu introdotto in Gran Bretagna nel 1895, mentre il primo riferimento autenticato dei Tibetan Spaniel in America, si riferisce a una cucciolata nata da due cani importati da un monastero tibetano nel 1965. Ci sono poche informazioni sulla razza in Inghilterra (Paese che detiene il patronato nello standard di razza) prima del XX secolo. Il primo sembra essere stato il cane da compagnia acquistato dal padre delle signore RussellAllan di Dalhabboch. La cagnolina, di nome Ching, fu acquistata da un marinaio di ritorno dall’Estremo Oriente nel 1895, e visse fino al 1908. Era piccola, distaccata e di gnitosa, di colore rosso vivo, con una criniera notevole e una coda ben portata. Ci sono testimonianze citate nel libro della signora Mayhewche che riportano di un nu mero di precedenti allevatori, ma la razza quasi si estinse in Inghilterra durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. Molti TT di oggi provengono da una piccola femmina, di nome Mughiwuli, donata a Lady Wakefield mentre an cora viveva in India. Quando fu il momento di accop piarla, il Maharaja, Sir PratapSingh di Nabba, insistette per inviare Mughiwuli con la sua RollsRoyce a Simla, dove incontrò il suo compagno, Tashi, che fu portato apposi tamente per l’occasione dal Monastero Tashi-Gong nel Tibet occidentale. Questo ac LE BUONE QUALITÀ DI UN TIBETAN SPANIEL coppiamento ebbe come ri • È piccolo e robusto, con un muso piuttosto corto e grandi occhi espressivi sultato due cuccioli nati nel • La testa non deve essere particolarmente voluminosa in rapporto al 1941 che furono successiva tronco, allungato. mente portati in Inghilterra • Gli arti anteriori presentano, caratteristica della razza, una leggerissima nel 1946 e registrati come deviazione ai metacarpi. Garpon e Potala. Un’altra • Ha un mantello spesso e morbido che si manifesta in vari colori femmina, chiamata Dolma, • È riflessivo e facile da vivere: a volte vivace e giocoso, a volte calmo e fu ottenuta per Sir Edward rilassato Wakefield dal Maharaja e • Richiede solo un moderato esercizio fisico portata in Inghilterra nel • È un buon cane da guardia ma non è aggressivo con le persone 1947. Il Maharaja era una • Di solito va d’accordo con altri animali domestici delle poche persone in grado di ottenere una femmina PICCOLE INCOMBENZE DA AFFRONTARE… Tibetan Spaniel dai monaci • Potrebbe mostrare diffidenza o timidezza quando non abbastanza tibetani in quanto sempre socializzato. molto riluttanti a separarsi • Essere testardo, ovvero, molto indipendente. dai loro cani. • Deve essere spazzolato regolarmente. In rare occasioni potevano consentire di cederli come regalo speciale o una partico 28
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alle classifiche di popolarità in quanto ancora poco cono sciuti dal grande pubblico, ma stanno acquisendo sempre più simpatie tra gli appassionati.
IN ITALIA La razza in Italia, iniziò ad apparire sui ring e nel Libro genealogico con una certa costanza intorno agli anni ‘90, le signore Marina Condò, Adriana Tarsi, Tuula Lehtinen iniziarono ad operare intorno alla razza importando sog getti importanti rispettivamente da Olanda, Cina e Finlandia attirando nuovi appassionati che ancora oggi operano nel settore. La presenza di espositori francesi, svizzeri ed olandesi ne rinvigorì l’attenzione negli anni. Vi fu poi un sostanziale declino, anche se oggi la razza, che è tutelata dal Club Cani Compagnia, sta vivendo una ri presa, allevatori di spessore si stanno dedicando a questo piccolo Spaniel tibetano, longevo ed accattivante che ha ripreso ad incontrare simpatie e diffusione. Certo siamo lontani ancora dai numeri che si verificano nei Paesi Scandinavi, ma la via è aperta…
CARATTERE I Tibetan Spaniel sono molto intelligenti e possono ap prendere rapidamente e facilmente sia i comandi di base che le regole della casa. Tuttavia, è importante utilizzare metodi di educazione delicati poiché è una razza molto sensibile e si chiude in sé stessa se si tenta di utilizzare metodi aggressivi o una mano pesante. Con la sua natura indipendente e la sua notevole agilità, è stato paragonato a un gatto. Vivace e giocoso, ma anche calmo e rilassato, questo cane dal buon carattere è facile da vivere. Si adatta in un appar tamento o in campagna con uguale contentezza. Tutto ciò
lare concessione, ma le femmine erano quasi sempre te nute nei monasteri. Il Maharaja fu in grado di ottenerne una dal monastero di Phari Dzong nella valle di Chumbi nel Tibet orientale e questa piccola femmina fu poi do nata a Sir Edward Wakefields che assieme alla moglie fu rono i fondatori della razza in Inghilterra. La Tibetan Spaniel Association (TSA) fu fondata nel 1957 per curare l’interesse della razza, mentre la Tibetan Breeds Association si sciolse a favore di club di razza separati. Quando fu fondata la TSA, gli organizzatori di alcuni dei più grandi show del Campionato inglese di tutte le razze, stavano creando classi separate per i Tibetan Spaniel ed i nuovi allevatori ne furono molto attratti. Nel 1959 le iscrizioni al Kennel Club per questa razza fu rono 58 e il Kennel Club conferì per la prima volta lo status di Campionato di razza, consentendo quattro serie di CC per il 1960. Questi, erano validi al Crufts, West of England Ladies Kennel Society, Birmingham Dog Show e il Ladies Kennel Association Show. Tutto ciò consentì alla razza di progredire notevolmente sul piano della sele zione. Da quel momento la razza è cresciuta in popolarità in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Svezia, Danimarca, Norvegia, Olanda e in altre parti d’Europa e in Australia. Non sono, e probabilmente non lo saranno mai, in cima
MANTELLO Lo Spaniel tibetano ha un bel mantello morbido e setoso che perde sorprendentemente poco e richiede pochissima cura. Non ha bisogno di essere rifinito con le forbici e necessita di spazzolature settimanali e bagni occasionali. COLORE Tutti i colori e le combinazioni di colori sono permessi. TAGLIA E PESO Altezza circa 24,5 cm Peso ideale da 4,1 a 6,8 kg
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che chiede in termini di esercizio fisico sono le passeg giate quotidiane e muoversi in libertà , correndo e sal tando come suggerisce la sua indole. Sono dediti alla fa miglia con la quale amano giocare, sono sensibili ai nostri umori e ai nostri sentimenti e non amano essere lasciati soli per lunghi periodi di tempo. Sono scalatori agili e sicuri (spesso si trovano appollaiati sul davanzale della finestra o sullo schienale alto di una sedia), tanto abili e intelligenti che spesso utilizzano la loro destrezza per ottenere ciò che vogliono. Ad esempio, useranno le loro zampe per aprire un’anta dell’armadio. Abbastanza riservati con gli estranei, non amano essere toccati da persone che non conoscono, pertanto, una so cializzazione precoce è importante per sviluppare un temperamento fiducioso ed estroverso. Molti sono ami chevoli con altri animali.
LE SETTE CARATTERISTICHE DEL TEMPERAMENTO DEL TIBETAN SPANIEL 1. Determinato- Quando si concentra su qualcosa, come un giocattolo stimolante, passerà ore a cercare di dominarlo. 2. Riservato - Se non è socializzato in tenera età, può diventare sospettoso con gli estranei. 3. Sicuro di sé - Sa bene ciò che vuole e come ottenerlo. 4. Indipendente - Molto istintivo, tende a seguire una sua logica che a volte potrebbe entrare in contrasto con le nostre richieste educative. 5. Giocoso - Ama fare esercizio ma in maniera contenuta. 6. Intelligente - È sensibile alle esigenze della sua famiglia e ti saprà stare vicino nei momenti difficili. 7. Felice - È contento di fare una passeggiata con la sua famiglia, così come trascorrere una intera giornata piovosa dentro casa.
CONCLUSIONE Una razza antichissima, di taglia molto ridotta ma dal ca rattere forte e indipendente. Sensibile ed affettuoso con la sua famiglia è il compagno ideale per chi vuole accanto a sé un cane fedele, sensibile, molto dignitoso e ottimo guardiano. Il suo mantello morbido, dalle diverse tonalità, ed il suo sguardo dolce e penetrante lo rendono un cane accatti vante ed originale. Pietro Paolo Condò
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Una dote particolarmente sviluppata nei Segugi
Muta di Segugi Italiani PR nero focati di Severino e Vincenzo Ventresca
La memoria olfattiva e le sue meraviglie Questo argomento è stato affrontato sempre con poco in teresse, come se non si trattasse di un fenomeno fonda mentale nell’allevamento canino. Interessa la totalità delle razze, ma in alcuni gruppi, come in quelli da caccia, è di basilare rilevanza. Ci siamo sempre dovuti accontentare di procedere in ma niera empirica nella conoscenza dei meccanismi genetici che avvengono nella trasmissione dei caratteri quantita tivi legati all’olfatto del cane. La speranza è che qualche scienziato capace ci illumini riguardo l’intero procedi mento legato alla memoria olfattiva del cane. Per l’uomo l’olfatto è, oltre che un senso importante per la vita, una opportunità economica, basti pensare all’inte resse generato dai profumi e dagli aromi naturali e di sintesi.
La letteratura scientifica in questo caso è più ricca rispetto a quella del mondo animale. Infatti, quando è necessario approfondire un argomento sui profumi, si ricorre oltre agli specialisti del settore: nasi, sommelier, e specialisti degli aromi, alle tecniche gascromatografiche e alle altre tecniche specialistiche che derimono tutti i dubbi sui componenti di una miscela odorosa. Il sottoscritto ha acquisito i passaggi tecnici di sotto elen cati da riviste scientifiche, quindi non è farina del mio sacco, ma grazie alle mie conoscenze di chimica e di fisio logia ho cercato di rendere fruibili alcune cose non molto semplici ai tanti appassionati di questo mistero! Sarebbe fantastico poter conoscere perfettamente tutti i passaggi più fini che consentono ad un cane di percepire e decifrare un’usta. Essendo una branca veterinaria che 31
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In un “casellario” del cervello sono conservati tutti gli odori a cui i cani fanno riferimento. Come e perché questo accade
non assicura grandi proventi economici, sono pochi gli scienziati che si impegnano a produrre lavori scientifici che riguardano questi argomenti. Ora ci focalizzeremo sulle conoscenze attuali.
3) La miscela fluida è composta dalle molecole odorose, dall’aria e dal vapore acqueo. 4) Questa miscela fluida deve essere inalata dal cane at traverso il tartufo, da qui raggiungere le fosse nasali, che sono tappezzate dalla mucosa olfattiva. 5) La mucosa olfattiva è rivestita da uno strato epiteliale di cellule nervose coperte di ciglia; ha un’estensione di 200 centimetri quadrati (20 volte più estesa di quella dell’uomo), questo ci fa comprendere la differenza di potenza olfattiva tra il cane e l’uomo. Le molecole odorose di solito sono bipolari, hanno una parte lipofila ed una idrofila, e si legano grazie al muco (lipofilo) e il vapore acqueo (idrofilo) alle ciglie nervose (anch’esse con caratteristiche bipolari) dell’epitelio ol fattivo. 6) Il legame delle molecole odorose con le ciglia nervose dell’epitelio olfattivo attiva un segnale nervoso, attra verso varie connessioni il messaggio sensoriale (se gnale nervoso) raggiunge la corteccia olfattiva (nella parte frontale del cervello). Lì si trova la Memoria Olfattiva.
LA MEMORIA OLFATTIVA Sappiamo che ogni animale, ma anche l’uomo, ha uno dei sensi più sviluppato degli altri, nel caso del cane si tratta dell’olfatto, visto che è un olfattivo puro (macro smotico). Nell’uomo (microsmotico) il senso predominante è la vista. Ma come avviene il processo dell’“Olfattazione” (termine tecnico utilizzato dai cinofili) nel cane? Attraverso varie fasi: 1) Le molecole odorose delle specie cacciate si legano ai vari supporti (terreno, erbe, rami, rocce, strade asfal tate, ecc.) 2) per essere rilevate dal sistema olfattivo del cane, de vono staccarsi da dove sono legate sotto forma di mi scela fluida (vaporizzarsi). 33
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LA SOGLIA OLFATTIVA
mero di molecole odorose vanno a legarsi all’epitelio olfattivo (situato nelle fosse nasali). 8) Raggiunta la “Soglia olfattiva”, si realizzano una serie di impulsi nervosi che raggiungono il cervello (Corteccia Olfattiva). Qui avviene il confronto tra la molecola odorosa annusata e quelle presenti nella Memoria Olfattiva. Con più o meno velocità, viene decifrata la molecola odorosa analizzata e qui si evidenzia la differenza tra un cane allenato e con centrato rispetto ad uno non allenato e non concentrato. Quindi, più la Memoria Olfattiva viene costantemente al lenata con l’esercizio, più rapidamente si procede nella risoluzione delle difficoltà olfattive che si presen tano volta per volta.
Prima di andare avanti su questi sistemi complessi, è ne cessario precisare che il cane durante l’attività di ricerca delle molecole odorose deve rimanere sempre concen trato mentalmente. È necessaria una concentrazione al tissima quando sta cercando di decifrare un punto diffi cile sul quale ci sono poche molecole dell’usta o che queste molecole si staccano con difficoltà dal supporto al quale sono legate oppure per avverse condizioni clima tiche. Solo un soggetto applicato e concentrato avrà più possibilità di decifrare l’usta che sta analizzando: sia le molecole odorose varie (di un animale, di un essere umano o di un oggetto ecc.) e sia la cronologia (da quanto tempo è stata lasciata). Ogni piccola distrazione del cane allontana la possibilità di concludere positivamente l’a zione di riconoscimento delle varie molecole odorose da tutte le altre presenti sul suo campo d’azione. Quindi, un soggetto che usa concentrazione e applicazione, nei mo menti difficili della capacità di seguire un’usta, riesce a proseguire nel verso giusto, nella giusta direzione. Ma non bastano solo le capacità olfattive del cane per decifrare un’usta, è necessaria una serie di condizioni ambientali che diano effettivamente la possibilità di deci frare le molecole odorose: Condizioni Climatiche e “Soglia Olfattiva”. 7) La “Soglia Olfattiva “si raggiunge solo se un certo nu
Ma che cos’è la Memoria Olfattiva? È una specie di casellario (localizzato nella corteccia cere brale del cervello, in posizione frontale) in cui vengono catalogati e conservati tutti gli odori con i quali un sog getto viene a contatto. Per esempio, quando si viene a contatto per la prima volta con un odore di cioccolato, il nostro cervello lo percepisce e lo classifica, inserendolo nella propria memoria olfattiva. Quando la volta successiva si viene a contatto con quell’o dore, il cervello elabora l’odore percepito e lo confronta con quelli già conosciuti e presenti nel proprio “Archivio degli Odori”.
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La Memoria Olfattiva, se al lenata, rapidamente ci fa comprendere di che tipo di odore si tratta. Questo è un processo lineare riguar dante un solo tipo di odore, nella realtà esistono mille sfumature che interven gono in questi casi. Basti pensare quando l’odore che cerchiamo di decifrare si trova miscelato con altri. Infatti, solo alcuni sono ca paci di stabilire, per esempio quando si annusa un minestrone, quali tipi di verdure sono contenuti al suo interno. Il nostro cane deve imma gazzinare milioni di infor mazioni nella sua Memoria Olfattiva. Se si tratta di un segugio che caccia, per esempio, la lepre, deve saper distin guere se si tratta di un’usta lasciata in prima serata, se si tratta di una pastura, se si tratta di una defilata che porta alla rimessa, deve fo calizzare l’odore della lepre che sta cacciando, che spesso si sovrappone a quello di un’altra lepre pre sente in quel territorio, riconoscere l’usta in mezzo a tanti altri odori che cambiano in base al tipo di terreno e delle stagioni e di tante migliaia di sfumature che distinguono un soggetto eccellente da uno mediocre. L’allenamento, comunque, determina la velocità con la quale viene decifrata e condotta l’usta da un cane. Chiaramente, in questi processi olfattivi intervengono le situazioni ambientali e climatiche (umidità, pressione, temperatura ecc.), che complicano i tentativi fatti per en trare a conoscenza delle dinamiche con le quali avviene l’“Olfattazione” nel cane. Più un cane è allenato, più riesce a decifrare le molecole odorose: in primis perché riesce ad inalare la miscela di vapore acqueo, molecole odorose e aria principalmente dal naso. Quando non è allenato fisicamente, inspira molto tramite la bocca, quindi, la quantità di miscela con tenente le molecole odorose non passa tutta per le fosse nasali, in questa situazione il cane ha minori possibilità di discernere rapidamente i vari odori. Dicevamo, che più è allenato, più decifra meglio le molecole odorose, anche perché la cosiddetta Corteccia Olfattiva Cerebrale, dele gata alla decifrazione degli odori, riesce, per un processo
di apprendimento intellettivo, a collegare l’odore della molecola da analizzare e quello che già possiede in me moria. Esempio classico: vi siete mai chiesti, quando vi trovate in campagna, come fate a dire che l’odore che state percependo è odore di ginestra? Solo perché la vostra Memoria Sensoriale Olfattiva ha già precedentemente co nosciuto e immagazzinato in memoria l’odore di ginestra.
IL GENIO Ora vi riporto quello che ho letto qualche tempo fa su di una rivista scientifica riguardo al “GENIO”. Un uomo considerato “Genio” ha un processo di ap prendimento superiore e velocissimo rispetto ad un soggetto detto “Normale”. Riesce ad immagazzinare una quantità enorme di cono scenze rispetto ad una mente più modesta. Sulla rivista veniva specificato che, comunque, il genio deve venire a contatto con la nuova conoscenza, e una volta appresa la imprime nella sua memoria e la ritrova immediatamente ogni volta che ne ha bisogno. Anche nel cane il soggetto geniale, e ne esistono, riesce velocemente a discernere e decifrare una molecola odo 35
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rosa anche in mezzo a mille altre molecole diverse. È il caso di tutte quelle situazioni difficili in cui, dei tanti sog getti che compongono una muta, solo uno riesce a perce pire un punto difficile sul quale è depositata una traccia odorosa, che consentirà di andare avanti verso la solu zione che porta al successo dell’azione di ricerca. L’allenamento, insieme con l’esperienza maturata sul ter reno, giocano un ruolo fondamentale nella formazione e nello sviluppo della memoria olfattiva. Tutte le varie razze di cani utilizzate per decifrare i diversi tipi di molecole odorose, più vengono allenate e più rapi damente le decifrano anche se sono miscelate ad altre che ne disturbano il riconoscimento. Questo capita, per esempio, ai cani antidroga, quando gli stupefacenti vengono nascosti in contenitori contenenti altre sostanze aromatiche e profumate. Anche per i se gugi, per i cani da ferma o da cerca ecc. vale lo stesso di scorso, quando il terreno è pieno di erbe profumate, co perto di polline delle piante in fiore o dopo una pioggia che causa la fermentazione delle erbe e delle foglie in decomposizione. In tutte queste situazioni di difficile “Olfattazione” l’allenamento fa la differenza, fa compren dere con maggior facilità e rapidità, ad un cane con una sviluppata memoria olfattiva, un odore difficile da deci frare. All’allenamento della Memoria Olfattiva, ad ogni uscita, si aggiunge l’allenamento fisico, che migliora le
capacità respiratorie e quindi anche l’Ossigenazione del Cervello. Un cervello che è ben ossigenato reagisce me glio alle situazioni di difficoltà, l’esempio è quello dell’at leta rispetto al dilettante, il primo riesce a ragionare anche in situazioni estreme. Le due ginnastiche sono comple mentari e a parità di capacità olfattive tra due soggetti ne determinano la differenza quali-quantitativa. Per necessità, si ricorre ad una terminologia che si ispira a quella usata per l’uomo, visto che per cercare di spiegare alcuni concetti riguardanti il cane non esisterebbero le parole appropriate.
IL MISTERO DELL’USTA È il caso dell’“Equilibrio Psichico” del cane, che essendo un animale, si dovrebbe utilizzare più il termine istinto. Ma per noi appassionati il cane è posizionato tra gli esseri superiori e useremo sempre termini che lo avvicinano all’uomo. L’“Olfattazione” nel cane sicuramente non è di semplice spiegazione, noi appassionati dei cani da se guita abbiamo ancora molta strada davanti per poter avere la conoscenza totale di questi processi. La speranza è che la scienza si occupi un po’ di più di questo fantastico fenomeno, che genera tanta curiosità e tanti dubbi tra gli appassionati, e che venga chiarito il Mistero dell’Usta, ipotizzato ma irrisolto da secoli. Vincenzo Ferrara 36
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Gruppo di Segugi nel 1931
L’impiego esalta il fascino di una razza antichissima
Le belle cronache del Segugio Nessun altro come o me cendamento dei compo glio dei Segugi fa sugge nenti del branco regolato “Quella dei segugi è una vera voce stiva la cronaca di ricerca, da gerarchie e diversità di con le inflessioni e il significato della scovo ed inseguimento del specializzazioni per uno parola umana, della quale selvatico. È un racconto, stesso fine. ogni volta diverso ed im Ecco perché nessun il segugista intende a meraviglia mediato, come lo sono le gruppo meglio della muta il concetto e la sostanza”. cronache vere, suggerito di Segugi valorizza il la (P. Bonanomi) da emozioni e timori, voro di squadra tantoché dubbi, successi o attimi di potrebbero esser presi ad smarrimento che nel si icona di quanto affermava lenzio improvviso paiono infiniti. Come se gli inseguitori John Ford: “ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme fossero giunti ai confini di un mistero che risulterà quasi un progresso ma riuscire a lavorare insieme è un suc sempre mai troppo grande per loro. Ed infine a dar pro cesso”. fondità di significato alla narrazione par che quelle voci La muta infatti non nasce mai per caso. Vivificata da spe che giungono da lontano aggiungano verità al racconto, cialisti ha gli abili a trovare la traccia, i veloci capaci, proprio come lo definiva Italo Calvino “un incantesimo nell’inseguimento, di render competitivi anche gli altri, gli che agisce sullo scorrere del tempo contraendolo o dila esperti che si accorgono delle astuzie del selvatico e le tandolo”. Tutti vi partecipano e lo conferma persino il annullano ed altri ancora, ciascuno con le sue preroga nome perché muta indica nel suo originario latino (movi tive, tutti decisi a conquistare il risultato confermando tus-movimento) il cambio nella collaborazione o l’avvi che lavorare insieme significa far di ciascuno un vincitore. 37
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NKU©
Le modulazioni della voce diventano racconto suggestivo ed originale di quanto sta accadendo nella ricerca o nell’inseguimento. Le particolari vocalizzazioni sono un riferimento innato da valorizzare nella selezione Eppoi c’è il fascino dell’ambiente in cui il coro di voci di venta l’eco di emozioni che nessun altro cane come o meglio dei Segugi riesce a confidare. Ascoltarli significa lasciarsi cullare in una musica antica ed ogni volta nuova tant’è coinvolgente come lo sono le magnifiche storie del bosco destinate a perdersi fra gli alberi, smarrirsi nei prati o rimaner semisegrete fra gli sterpi. Perché nessuno, per quanto abile, è mai riuscito, né mai sarà capace di chiu derle in una prigione di parole.
CESARE PAVESE, fra i più significativi intellettuali della prima metà del secolo scorso vi richiama l’attenzione in una poesia in cui si mescolano parole terribili e dolci, proprio come lo sono solamente quelle che vestono i ricordi e mettono a nudo la tragedia della solitudine . “L’uomo solo - che è stato in prigione - ritorna in prigione ogni volta che morde in un pezzo di pane. In prigione sognava le lepri che fuggono sul terriccio invernale. Nella nebbia d’inverno l’uomo vive tra muri di strade, bevendo acqua fredda e mordendo in un pezzo di pane. Uno crede che dopo rinasca la vita, che il respiro si calmi, che ritorni l’inverno con l’odore del vino...”.
Svelano che la muta è sulla pista di una probabile preda, … poi che ha inizio l’inseguimento… ed infine la soddisfa zione che la distanza tra fuggitivo ed inseguitori comincia a svanire… Infine l’avvistamento, il timore di una delu sione e persino lo scoramento della sconfitta che, quando accade (significa che si è smarrito il labile sentiero che solo il naso riesce a captare) precipita in un silenzio carico di tensione. 38
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Don Nando Armani
L’interrogativo è antico: perché solo e soltanto il Segugio dà voce con tanto puntiglio alla cronaca di una pratica che racchiude in breve tempo o in ore che l’ attesa rende interminabili tutte le emozioni tre pide di un racconto a puntate? Le risposte di volta in volta acqui stano forza dal progredire delle ri cerche sul comportamento e dalle esperienze rese vivide dalla… partecipazione del selvatico. Ecco perché dibattiti, dispute, opinioni contrapposte scaturite da episodi differenti danno vita ad un coin volgente romanzo destinato a per petuarsi perché ogni muta disegna con la voce proprie immagini, rac conta una vicenda simile a tante altre ma unica come lo sono le tante miriadi di emozioni che
… SE ASCOLTI NEL BOSCO LA MUSICA PER LA LEPRE… Don Nando Armani, coinvolgente parroco nel Pavese, nello stupendo manuale “Caccia alla lepre con il Segugio” ed in successivi articoli sempre puntuali con la tecnica e l’emozione, afferma che «il Segugio italiano ha una voce inconfondibile, ricca di inflessioni espressive e sconcertanti. La voce dominante, espressa in concetti musicali, si potrebbe collocare tra il fa e il sol di una scala maggiore; la voce varia da soggetto a soggetto e secondo le varie fasi muta colore ed espressione. È tranquilla, costante e risonante in pastura, imperiosa nel defilare la traccia, sincopata e sommessa sulle doppie, impetuosa, squillante e addirittura sibilante in alcune femmine allo scovo. Durante l’inseguimento la voce si fa rabbiosa raggiungendo alte tonalità. Se sappiamo ascoltare, cogliere il significato di quel linguaggio, potremo agire in proposito, ma soprattutto goderne profondamente l’effetto. Anche tra di loro i cani, e certamente meglio con noi, comunicano e si trasmettono opinioni e stati d’animo».
Il primo disegno di Angelo Vecchio. 1897
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PERCHÉ I CANI DA SEGUITA ABBAIANO E NON SI STANCANO Il quesito è solo in apparenza ozioso: perché i cani da ferma, al contrario dei Segugi che invece paiono eccitarsi unendo ciascuno la propria voce a quella dei compagni, quando abbaiano si stancano proprio come accadrebbe ad un maratoneta che camminasse cantando? Alla domanda diedero una risposta, verificata nella pratica, fra gli altri, Mario Quadri arcinoto segugista e il professor Giuseppe Solaro, presidente ENCI e veterinario illustre tanto da esser chiamato più volte, per prestazioni professionali, alla corte d’Inghilterra con quella genialità nella ricerca che gli era propria e che Andrè Gide aveva racchiuso in quel suo ”dubitate di tutti ma non di voi stessi”. Valutazioni e risultati che si aggiungono a tanti altri ed aggiungono fascino alla ricerca che continua come se ogni orizzonte mai fosse una meta ma ne svelasse un altro. Magari ancor più suggestivo. Giuseppe Solaro paragonò l’apparato olfattivo dei grandi galoppatori da ferma ad un telescopio e quello dei Segugi ad un microscopio: i primi “respirano a grandi nasate e spingono l’aria impregnata di effluvi nella parte superiore della canna nasale (zona olfattiva) e di qui ai seni frontali che fanno da condensatore per la ricezione”. La ricerca di Solaro ed i risultati confermano una volta ancora le meravigliose prerogative dei cani e come, nel tempo, le singole prerogative si siano diversificate e raffinate. I cani da seguita hanno una respirazione microlfattiva (microsfron) e millimetrica, quelli delle razze da ferma teleolfattiva (teleosfron) a grandi nasate. “Ecco perché, ascrive Mario Quadri, la voce che emettono i segugi nelle passate in pastura e in accostamento e quella altisonante in seguita, non ha proprio nessuna ripercussione sulla resistenza dei cani delle razze da seguita, capaci in certi casi di cacciare dall’alba al tramonto senza accusare la fatica e senza influenza negativa sulla capacità olfattiva”. Per sviluppare questa teoria in poche parole è necessario esemplificare i concetti. “Consideriamo la testa di un Pointer ad assi cranio-facciali convergenti, pari alla lunghezza del cranio con la canna nasale e seni frontali enormemente pronunciati ed anche nel setter inglese dove le linee supero-cranio facciali sono parallele; anche in questo cane sono richiesti seni frontali molto sviluppati; nel Breton la canna nasale è più corta del cranio, ma i seni frontali sono ancora più sviluppati. Nel Bracco Italiano le linee supero cranio facciali sono leggermente divergenti e il muso pari alla lunghezza del cranio, ma i seni frontali sono meno sviluppati. Nei Segugi le linee cranio-facciali sono divergenti, il muso pari alla lunghezza del cranio, i seni frontali assai poco pronunciati, quasi insignificanti. Il Bracco Italiano, classificato fra i cani da ferma, ha un apparato olfattivo che sta fra quello del Pointer e del Segugio, quindi non ha bisogno di seni frontali molto sviluppati, è un trottatore che normalmente defila l’usta di un selvatico prima di mettersi in ferma, tranne quando si trova a ridosso del selvatico. “Il Segugio, naso a terra, scrive Mario Quadri, non aspira l’aria a grandi nasate, ma compie una infinità di affrettate e corte aspirazioni, millimetriche, quindi non ha bisogno di aspirare grandi quantità di aria in una sola volta, bastandogli corte fiutate. Ma questa aria impregnata di odori recepiti al suolo e portati solo alla zona olfattiva del Segugio basta ad esprimere la sua millimetrica ed affrettata azione venatoria, senza ricorrere al serbatoio seni frontali, che per i segugi ha insignificante importanza. Ecco perché la parola scagnare è solo attribuzione dei cani delle razze da seguita e significa abbaiare aritmicamente, acutamente al primo sentire l’usta della selvaggina. Troviamo conferma di questo significato anche nel Grande Vocabolario della Lingua Italiana del noto filologo Salvatore Battaglia di questa attribuzione esclusiva dei segugi: Scagnare = abbaiare con insistenza dopo aver sentito l’usta della selvaggina. Nell’Enciclopedia Treccani testualmente “Nel linguaggio venatorio, abbaiare del cane segugio o di altra razza simile, quando ha levato la lepre o altra selvaggina e la insegue”.
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Il secondo disegno di Angelo Vecchio. 1904
l’hanno a protagonista ed è ciascun selvatico che la vivi fica. Proprio com’è unico il legame fra segugista, cani e selvag gina fra cui la lepre in particolare tantoché gli uni giustifi cano l’esistenza degli altri ed è un dialogo interrotto da improvvisi silenzi o rapidi mutamenti di “voci” e per il conduttore, a cui fa riferimento attimi indimenticabili destinati a rimanere nel tempo di chi li ha vissuti, far parte dei suoi ricordi e segnare la sua vita.
Segugio “vi sia la cosciente determinazione di trasmettere notizie e pensieri che scaturirebbero da un ragionamento; con la consapevolezza, inoltre, che tali segnali verrebbero correttamente interpretati e raccolti dai compagni di muta e dal canettiere. Le conclusioni alla luce degli studi di etologia, si basano sulla constatazione che tutti gli animali si servono di par ticolari fonazioni che fanno riferimento a moduli di com portamento innati, reattivi a determinati stimoli. Grosso modo si possono classificare fonazioni sollecitate da motivi sessuali, di minaccia, di richiamo, di allarme, di cura parentale. Grande importanza assumono le vocaliz zazioni relazionate al fenomeno della fame o alla pre senza del cibo. R. Chauvin in “Le società animali” (Bompiani) ricorda che il richiamo di caccia dei lupi si distingue in tre fasi fondamentali: “un urlo dolce e prolungato semplice segno di adunata, un altro di un timbro più elevato su due note, significa che la pista è calda e che bisogna batterla, infine un abbaio breve seguito da un ululato: la preda è in vista”. Ed è quel concetto espresso in un’invidiabile sintesi da Piero Bonanomi. Rodolfo Grassi
Proprio queste prerogative non possono venire assoluta mente ignorate e non essere considerate quando si scel gono i riproduttori. Lo stesso standard di lavoro fa credito di precisi intendimenti al Segugio quando afferma esplici tamente che «la voce (del segugio) è l’espressione del pensiero perché con le sue varie inflessioni è specchio di un ragionamento logico che giunge ad avere l’efficacia della parola». Queste ultime affermazioni devono però essere limitate al significato del comportamento, e quindi alla “cronaca” proprio come afferma in un suo scritto Pier Luigi Peccorini Maggi, anch’egli pavese, segugista convinto, cinofilo ac creditato e saggista fra i più vivaci. “Attribuendo un “pensiero” o comunque una intenzione al Segugio – scrive – bisognerebbe dimostrare che nel 41
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In ricordo della Baronessa Elisabeth-Ann de Massy
La Baronessa Elisabeth-Ann de Massy e Pietro Paolo Condò
Presidente del Monaco Kennel Club Il 10 giugno 2020 all’età di 73 anni si è spenta la Baronessa Elisabeth-Ann de Massy, figlia primogenita della princi pessa Antonietta di Monaco, sorella del principe Ranieri III e cugina del principe Alberto. Si è già parlato da queste pagine della Nobil Donna Monegasca per il suo impegno in cinofilia e la collaborazione sotto diversi aspetti con ENCI e l’Esposizione internazionale canina di Sanremo. Grande appassionata di sport, il tennis in particolare, “Medaille Vermeille de l’Education Physique e des Sports”, è da sempre stata un’amante degli animali, da quelli più sfortunati, ricoprendo la carica di presidente della “Société Protectrice des Animaux”, a quelli di pura razza, nelle vesti di “Presidente del Monaco Kennel Club”, “Comandante dell’Ordine dei Grimaldi”. Personalmente le ero molto affezionato, mi mancherà questa signora così amabile con la quale si poteva parlare per ore di cani affrontando qualsiasi argomento cinofilo, non solo quelli squisitamente tecnici ma anche quelli di carattere più generale, senza mai dimenticare quanto i cani siano importanti nella nostra vita. Era ironica, sensi bile, moderna e intuitiva. Sotto la sua direzione dal 2011, anno in cui prese la Presidenza l’Esposizione internazionale canina di Montecarlo cominciò il suo restyling, molto apprezzato da giudici ed espositori, pur non prendendo il fascino ed il glamour di un evento cinofilo, ma pure mondano. Il Monaco Kennel Club fu fondato dalla nonna SAS La Principessa Charlotte di Monaco nel 1927, ne restò alla direzione fino al 1950, quando a lei subentrò la Principessa Antoinette sempre coadiuvata dal Principe Ranieri anche lui grande appassionato cinofilo. Molti ricorderanno la Principessa Antoinette operativa in prima linea tra i ring sia Monegaschi che italiani a Villa Ormond di Sanremo o al Palace des Exposition di Nizza. Allevatrice con l’affisso dei Grimaldi in particolar modo di Terrier e Basenji. La prima donna a far parte del consiglio direttivo del Kennel Club Inglese, mi raccontò di quando le giurie di “Crufts” si preparavano proprio nel Principato. Nel 2011 non vide realizzarsi l’edizione del Monaco International dog show di quell’anno perché si spense qualche mese prima. Nella dinastia di una “società canina” retta storicamente da donne, subentrò per l’appunto la Baronessa de Massy. Ora, sarà sua figlia Melanie-Antoinette de Massy de Lusignan a prendere la nuova Presidenza.
Mme de Massy ha visto la sua vita costellata da cani di più razze, Barboni, Cocker, alla fine degli anni ‘90 nella sua quotidianità entrò la razza Cavalier King Charles Spaniel; come suo ultimo compagno di vita dall’inizio dell’anno il piccolo Stanislas di F. un Bassotto a pelo corto di origine Italiana, le ha tenuto compagnia. Il 17 giugno nella solenne cattedrale del Principato dove si sono tenute le sue esequie, Monsignor Dominique-Marie David Archivescovo di Monaco durante la predica ha menzionato la fedeltà del cane che da sempre caratterizza il lungo cammino dell’uomo e di come il suo Bassotto le avesse tenuto compagnia, vicino ed attaccato a lei fino all’esalazione dell’ultimo respiro nell’ospedale Principesse Grace dove è stata ricoverata per gli ultimi 40 giorni e dove la moderna mentalità dei medici operanti le hanno con cesso di tenerlo stretto a lei. Ci rimane un bellissimo ricordo di questa signora molto religiosa, sempre incline ad aiutare il prossimo, fedele devota al Principato, ha affrontato la sua malattia in ma niera esemplare e imperturbabile coraggio. Il Club Cani Compagnia, di cui la Baronessa de Massy era Socio Onorario, ha istituito un Trofeo destinato al miglior soggetto Juniores dell’anno per mantenere vivo il suo ri cordo. Pietro Paolo Condò Consigliere nazionale del Monaco Kennel Club
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Bambini e cani, una relazione senza tempo
Parla con me
Numerosi studi hanno dimostrato che i bambini con ani mali domestici hanno livelli di stress più bassi, una mi gliore autostima, fiducia ed empatia per gli altri e una ri duzione dei sentimenti di solitudine. La dott.ssa Hayley Christian, dell’Università dell’Australia occidentale e del Telethon Kids Institute, ha affermato che
le sue ricerche hanno anche dimostrato che i bambini con un cane sono più attivi. “Stanno camminando di più, stanno facendo più attività fisica in generale e hanno maggiori probabilità di soddi sfare le linee guida australiane sull’attività fisica, che è
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davvero importante per la salute e lo sviluppo - ha affer mato Christian - e sappiamo che quando gli adulti e i bambini svolgono attività fisica sono anche meno inclini all’ansia e alle depressione”.
I giochi tra bimbi e cuccioli in un lontano passato
La ricerca della dottoressa Christian ha anche scoperto che i bambini di età compresa tra cinque e sette anni che avevano un cane, presentavano meno problemi emotivi, minor difficoltà con altri bambini e meno problemi com portamentali: più disponibili a condividere, a far fronte alle situazioni ed a cooperare. Durante lo studio, sono state anche calcolate le reazioni legate alla sfera emotiva, per esempio, i bambini che pos sedevano un animale domestico avevano dal 20 al 30% in meno di probabilità di avere problemi sociali o emotivi. Altre ricerche condotte dalla Christian hanno rilevato che anche i bambini di età compresa tra 10 e 12 anni con un cane da compagnia erano più indipendenti. “Gli è stato permesso di avere importanti opportunità per sviluppare la propria indipendenza, sia che si tratti di cam minare nel parco cittadino o andare a fare la spesa o di imparare a orientarsi nel loro quartiere e di sviluppare un po’ di esperienze rassicuranti”, ha affermato Christian che continua: “Anche altri pets possono portare benefici ma il cane resta il migliore alleato, soprattutto per la salute fisica”.
È un confidente fantastico, non giudica ed elargisce una gran quantità di benefici. La scienza racconta che…
Un altro aspetto interessante di questa ricerca, è la con ferma di ciò che in passato alcuni studiosi avevano ipotiz zato attraverso dei questionari rivolti a studenti in età adolescenziale e cioè l’animale del cuore diventa un con fidente al quale rivolgersi nei momenti più difficili. Secondo la Christian, i pets hanno anche fornito un “orec chio d’ascolto” quando i bambini avevano bisogno di al leggerire le loro preoccupazioni: “Possono essere dei confidenti fantastici, qualcuno con cui parlare, special mente per i bambini, raccontare loro come si sentono è davvero importante”. “Quel che è certo, conclude la ricer catrice, è che un animale domestico sarà con noi per lungo tempo, specialmente un cane, abbiamo dei doveri nei loro confronti, ci sono tanti fattori da valutare, non solo il cibo, ma le cure, l’esercizio fisico, il tempo da dedi care loro per non parlare del costo economico ed è neces sario valutare il tutto con molta attenzione. Sono un im pegno importante, anche se la ricompensa potrebbe di certo superare tutti gli sforzi fatti”.
Nelle classi sociali più agiate bimbi e cani erano spesso ritratti insieme.
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12 BUONE RAGIONI PER AVERE UN CANE 1. Salute Gli studi in Finlandia hanno dimostrato che i bambini che vivono con i cani nel loro primo anno di vita hanno meno infezioni delle vie respiratori. L’esposizione a più batteri, introdotti in casa dal cane, sembra aiutare a rafforzare il sistema immunitario del bambino. Fatto salvo casi di gravi allergie. 2. Competenze sociali Possedere un cane migliorerà le abilità sociali: autostima, migliori risultati scolastici, rispetto per i genitori. 3. Abilità di lettura La ricerca indica che leggere con in cane affianco, è un ottimo modo per incoraggiare il bambino a leggere. Il risultato di ciò migliora le loro capacità di alfabetizzazione e la loro fiducia. 4. Lo stress Aiuta a ridurre i livelli di stress , anche nei bambini. Lo vedono come un amico fidato con cui possono parlare e accarezzarlo. Si ritiene che essere in grado di confidarsi con il proprio cane aiuti a superare eventi traumatici. 5. Esercizio fisico I bambini con cani tendono a fare più esercizio fisico rispetto ai bambini senza cani. Con tutti i videogiochi e la televisione a cui sono esposti i bambini, un cane dà loro una buona ragione per alzarsi, uscire e muoversi. 6. Abilità specialistiche Alcuni cani appositamente addestrati, possono cambiare in meglio la vita di bambini con autismo, cecità o sordità. Sono compagni fedeli e aiutano questi bambini a sviluppare più fiducia.
Per concludere, la ricerca sui benefici che la presenza di un cane può offrire a bambini e adolescenti è in continua crescita. Rispetto al passato, si approfondiscono gli studi che si protraggono nel tempo dato che i risultati, ogni volta, dimostrano una gran quantità di aspetti positivi che vanno ad incidere non solo sulla sfera emotiva ma coin volgono le relazioni sociali e il processo cognitivo dei bambini stessi. Come dire: “la vita con un cane, migliora la vita”. Certamente, è essenziale che soprattutto i bambini, ven gano guidati in questa relazione da una figura adulta che insegni loro il rispetto per tutte le creature viventi. Un legame senza tempo quello di bambini e cani, raccon tato anche da pittori famosi, romanzieri e poeti, una storia senza tempo che si ripete anche ai giorni nostri, ed ora che la scienza ci spiega quanto sia importante questo le game e quali sentimenti nobili possa far emergere dob biamo proteggerlo senza alcun indugio.
Australian Shepherd. Foto Loris Battaglia.
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LA SCIENZA CONFERMA: È UN LEGAME IMPORTANTISSIMO Dello stesso avviso dei ricercatori australiani è una rivista della letteratura scientifica riguardo gli studi portati avanti negli anni sui benefici che un cane può portare nella vita di un bambino o di un adolescente. Paul B. Tchounwou, direttore accademico alla Jackson State University (Mississippi USA) e collaboratori, hanno rivisitato i lavori pubblicati sui benefici ottenuti da bambini e adolescenti attraverso il legame con il loro cane Com’è noto, l’infanzia e l’adolescenza sono importanti fasi dello sviluppo che influenzano la salute e il benessere per tutta la durata della vita. Lo studio - dicono gli autori – fornisce una revisione delle prove per le potenziali associazioni tra proprietà del pet, il supporto emotivo, comportamentale, cognitivo, i risultati educativi e di sviluppo sociale. La ricerca, ha trovato prove per un’associazione tra la proprietà di un cane e una vasta gamma di benefici per la salute emotiva in particolare per l’autostima e la solitudine, mostrando anche benefici sul piano educativo e cognitivo. Vi sono prove crescenti che i bambini si rivolgono ai loro animali domestici per consolazione, rassicurazione e supporto emotivo quando provano rabbia, tristezza o felicità. Pertanto, è plausibile che soprattutto i cani possano potenzialmente incoraggiare una migliore salute emotiva e ridurre l’ansia e la depressione. Poiché i cani danno e ricevono affetto, possono contribuire e soddisfare parzialmente le esigenze di attaccamento affettivo, pertanto, l’importanza dello sviluppo dei legami che i bambini e gli adolescenti formano con il proprio cane non deve essere trascurata. Gli studiosi hanno anche sottolineato l’aspetto dell’autostima soprattutto nell’età dell’adolescenza, caratterizzata da scoperte e da incertezze che rende i ragazzi bisognosi di un maggiore supporto emotivo, talvolta nascosto alla famiglia. Il legame con un cane può certamente offrire supporto sociale e mediare o addirittura catalizzare le interazioni con gli umani, contribuendo a ridurre la solitudine e aumentare l’autostima. A questo proposito, ricordo un episodio accaduto ad un’amica che leggendo il diario della figlia adolescente trovò scritto: “non scappo di casa perché non voglio abbandonare il mio cane che è l’unico che mi capisce...”. E dire che in quella famiglia non c’erano problemi di alcun genere, anzi, genitori disponibili e responsabili, ma si sa, gli adolescenti sono ribelli per natura! Un’altra importante conferma ottenuta del team del dottor Paul B. Tchounwou riguarda l’influenza che gli animali da compagnia possono avere sullo sviluppo cognitivo: possono facilitare l’acquisizione del linguaggio e potenzialmente migliorare le capacità verbali nei bambini. Un cane catalizza l’attenzione, incuriosisce, attrae ed i bambini piccoli tendono ad interagire con loro lodandoli o chiamandoli per nome: una maniera naturale e divertente per sviluppare ulteriormente il linguaggio. Renata Fossati
7. Empatia I cani aiutano lo sviluppo dell’empatia. Averne cura, imparare a capire i loro segnali, le loro emozioni consentirà al bambino di trasportare questi sentimenti anche verso i propri pari. 8. Pazienza e determinazione Osservare il percorso educativo di un cucciolo consentirà al bambino di capire che nulla accade per caso, che ci vuole pazienza e metodo per insegnare e per apprendere. 9. Compagnia Uno dei maggiori vantaggi di possedere un cane è la compagnia che forniscono. Questo può essere un elemento cruciale per un bambino, poiché crescono fianco a fianco. Un figlio unico può anche vedere il cane come un fratello, costruendo insieme una relazione speciale. 10. Linguaggio del corpo I bambini molto piccoli hanno spesso una comprensione reciproca con i cani in quanto utilizzano entrambi il linguaggio del corpo (paraverbale). 11. Legame familiare I cani sono animali sociali e condividono le regole quotidiane che la famiglia stabilisce, lo stesso fa un bambino. In un ambiente sereno, svilupperanno entrambi un senso di fiducia e di appartenenza. 12. Non giudicante Non è mai troppo tardi per introdurre un cane in famiglia. Negli adolescenti che crescono in un mondo di social media, la presenza di un cane contribuirà ad infondere senso di lealtà, rispetto, fiducia senza mai giudicare. I cani non hanno sbalzi d’umore immotivati, tipici di noi umani, e sono un punto di riferimento stabile.
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È arrivata l’estate
Barbone. Foto Elena Giustarini.
ASFALTO ROVENTE
Consigli e precauzioni utili per proteggere i cani dal caldo eccessivo in città, al mare e in montagna
Capita spesso che girando in città durante l’estate si ve dano sui marciapiedi i segni che i predellini delle moto lasciano: dei veri e propri buchi; così come i tacchi a spillo delle signore che a volte affondano nell’asfalto surriscal dato. Anche i polpastrelli dei cani possono subire danni, così come respirare l’aria rovente che arriva dall’asfalto e li avvolge, potrebbe essere davvero affaticante. Evitare quindi di passeggiare al sole, di correre o di fer marsi a fare quattro chiacchiere con gli amici mentre il cane aspetta paziente, esposto al solleone.
IL MANTELLO La muta estiva aiuta i cani a pelo lungo a liberarsi dal mantello invernale , mentre il pelo estivo aiuta a proteg gere la pelle. È utile spazzolarli spesso per arieggiare la cute, mentre tosarli è controproducente dato che espor rebbe la cute ai raggi cocenti del sole. La tosatura del mantello è consigliabile solo per le razze per le quali è prevista la regolazione del mantello durante tutto l’anno. I cani a pelo corto o raso, sono quindi più esposti ai raggi del sole, i cani senza pelo (nudi), vanno protetti con appo site creme solari per evitare autentiche scottature della pelle.
I CANI IN MACCHINA Lasciare i cani chiusi in macchina quando fa caldo è con dannarli a morte certa, anche se si abbassano un poco i finestrini, o se la macchina è parcheggiata all’ombra, l’ef fetto non cambia, la canicola arriva ovunque. Purtroppo, ogni anno si registrano incidenti simili, causati da per sone irresponsabili.
IL COLPO DI CALORE Proteggerli dal sole è assolutamente necessario. I colpi di calore si manifestano quando la temperatura corporea supera i 40°. Il cane presenta sintomi anomali come tre mori, tachicardia, inquietudine, vomito, barcollamento. È necessario telefonare subito al veterinario per eseguire il primo intervento che vi verrà dettato al telefono e al con tempo, avviarsi velocemente verso l’ambulatorio dato che l’esito di un colpo di calore a volte risulta fatale.
ACQUA FRESCA A DISPOSIZIONE Sia in casa che all’aperto, controllare che la ciotola dell’acqua non sia esposta al sole e che il cane non la ro vesci in cerca di ristoro. Andrebbe comunque cambiata almeno due volte al giorno. 47
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IN MONTAGNA
Border Collie. Foto Amelia Lelli.
CANI IN VISTA Evitare di perdere di vista il cane durante le passeggiate dato che potrebbero allontanarsi seguendo un odore inte ressante o ingoiare qualcosa di spiacevole o pericoloso.
PARCHI E RISERVE NATURALI Controllare le cartellonistiche all’inizio dei parchi naturali o delle riserve protette, dato che i cani in queste zone de vono essere tenuti al guinzaglio per non disturbare la selvaggina. Per i trasgressori, le multe sono salate. È con sigliabile portarsi appresso il libretto sanitario.
PASCOLI MONTANI Anche a quote elevate è possibile incontrare bovini al pa scolo, sorvegliati da cani da pastore e da mandriani non sempre ben disposti con i cani estranei che si dovessero avvicinare al bestiame. Anche in questi casi, è necessario tenere i cani al guinza glio. Adottare per esempio una lunghina, potrebbe agevo lare il cane rispetto al guinzaglio tradizionale.
GHIAIONI E PIETRAIE I sentieri di montagna solitamente hanno un fondo er boso o comunque morbido. Al contrario, sui ghiaioni, sulle pietraie e su costoni carsici i polpastrelli dei cani potrebbero ferirsi o escoriarsi. Pertanto, è bene control larli sia durante la camminata che a fine gita.
IN GIARDINO Dovrebbero avere la possibilità di muoversi e trovare un riparo ombreggiato. Le coperture dei box devono essere adeguate e isolanti altrimenti rifrangendo i raggi del sole si surriscaldano facendo diventare il box una sorta di forno.
ALLENAMENTO E ACQUA Anche i cani hanno bisogno di allenamento, pertanto, non bisogna costringerli a camminate di ore, magari sotto il sole: i cani sono generosi e tendono a seguirci ad ogni costo. Inoltre, portare sempre con sé la ciotola e la bor raccia per l’acqua, nel caso in cui la zona ne fosse sprov vista. A.B.
LAVORI IN CORSO I cani si sa, a volte sono “appiccicosi” e tendono a seguirci ovunque. Può capitare che facendo lavori all’aperto e sotto il sole, si mettano nelle vicinanze, come per tenerci d’occhio. Non sempre hanno l’accortezza di ripararsi dal sole, pre ferendo starci vicini. In questo caso è meglio allontanarli e metterli al sicuro, all’ombra.
IL CANE IN SPIAGGIA Le spiagge attrezzate per cani sono oramai diffuse, così come è possibile a volte, frequentare spiagge libere anche con i cani. Al di la delle responsabilità del vivere civile te nendoli al guinzaglio e raccogliendo le deiezioni, quando possono giocare liberi è bene controllare che non bevano acqua salata perché, oltre a far aumentare la sete, po trebbe gonfiare lo stomaco causando gravi problemi tra cui la torsione. Altra avvertenza, a fine giornata sciacquare il mantello con acqua dolce per evitare irritazioni alla pelle e danni al pelo.
Jack Russell Terrier. Foto Evelina Polin.
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Il fascino della riscoperta di antiche credenze e medicine
“Per non perdere il cane ungilo di burro” Ponsi il ferro nel fuoco, e come ei splende E tutto del color del fuoco avvampa, La summità del capo al can s’incende, E il Divin segno vi si forma e stampa; Ineffabil virtù dal Ciel discende, Non dubitar che l’assecura e scampa; Pugna con l’infernal il Divin fuoco, Vince il Divin e l’infernal dà loco
Corallo contro la mala sorte, ventriglio di cicogna per guarir dalla peste, acero tritato per stermi nare i pidocchi e alcuni fori nelle orecchie per can cellar l’asma: prescrizioni che oggi paion perlomeno bizzarre ma cinque secoli fa erano svelate in libri come fossero preziosi se greti. Ed insieme a queste tante altre pratiche, ai no stri giorni considerate per sino barbare, che costitui vano la “veterinaria” ge stita dai medici per i cani di principi e feudatari. Perché anche allora il cane aveva un elevato costo soprat tutto se addestrato per la
caccia e perderlo signifi cava spesso sminuire il va lore della muta ed il pre stigio di chi la possedeva. Molti capitoli di questa medicina certo non secon daria riguardano i segugi addestrati allora a duellare con il cinghiale o co munque impedirgli la fuga fino a quando non fosse giunto il cacciatore per col pirlo da breve distanza con la spada o uno particolare lancia.. Michelangelo Biondo (1500-1565), medico e scienziato nel “De canibus et venatione” dà anzitutto alcuni consigli sugli accop piamenti per avere esem 49
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Nello scorso millennio molti “rimedi” che oggi paion di fantasia erano prescritti da medici. Il corallo scaccia il malocchio. Per guarire l’asma basta forare le orecchie
plari robusti ammonendo infine che “il simile si deve unire al simile, visto che da questi accoppiamenti provengono cani ottimi sia da caccia che fedeli”. Molti i cani che durante le battute rimanevano feriti o dai cinghiali o dai cacciatori che menando da cavallo poderosi fendenti con la spada contro il selvatico non raramente colpivano gli ausiliari: numerosi i metodi di cura ed i consigli di cui alcuni certamente originali. * Se il muso si gonfia in conseguenze del morso di una fiera occorre - ammoniscono gli esperti - fare un’incisione perchè esca il sangue e quindi cospargere la ferita con olio ricavato dall’iperico, una pianta medicamentosa. * Per evitare il vomito basta dare cibo privo di grasso. * I cani vanno soggetti al malocchio e per evitarlo bisogna sottrarli, fin da cuccioli, alla vista dei malevoli. Un amuleto efficace consiste in pezzi di corallo messi nel collare oppure in una corona di valeriana posta sulla testa. * Per salvarlo dalla peste gli si somministra polvere di ventriglio di cicogna stemperata in acqua. * Una soluzione in cui sia fatto bollire l’acero tritato libererà l’animale dai pidocchi ma se i parassiti sono numerosi allora bisogna far fare il bagno in un infuso di mandragola e di radiche di ginepro. * Qualora sia affetto da asma gli si forino con un ferro le orecchie: respirerà bene. * Se ha la tosse gli si iniettino, attraverso le narici, due mestole di vino in cui siano preventivamente state sciolte mandorle dolci.
Un sistema singolare per guarire il cane malato lo indica Erasmo di Valvasone (1528-1593) autore di un pregevole trattato di caccia. La cura consiste nel marchiare l’animale con un sigillo che raffigura un martire. * Se si acquista un cane adulto e gli si vuole impedire d’allontanarsi occorrer ungerlo dalla testa alla coda con burro. * Un dente di cane portato in una tasca preserva dall’attacco di animali idrofobi. * Per evitare che un cane abbai occorre aver mangiato il cuore di un suo simile. Tale sistema, afferma con arguzia Michelangelo Biondo, “può interessare tanto gli amanti che vanno dalle loro donne quanto i ladri che agiscono di notte”. Si sviluppa anche una farmacopea basata proprio sull’utilizzo delle carni canine. In quasi tutti i manuali di caccia e sempre in quelli di medicina si fa riferimento a medicamenti necessari per guarire dal morso del cane ed evitare di essere contagiati dalla “rabbia” come veniva chiamata ed ancor oggi la dizione è comune, l’idrofobia. L’insistere degli autori è la conferma di quanto fosse diffusa a quel tempo e soprattutto quanto numerosi fossero i cani cosiddetti feroci. * L’uomo morso da un cane deve mettere, sulla ferita, i peli dell’animale: bloccherà così un’eventuale emorragia e la piaga si rimarginerà in brevissimo tempo. * Il latte di cagna, arresta la crescita dei capelli ma la agevola se l’animale ha partorito da pochissimo tempo o provoca un aborto a colei che ha per già in grembo il 50
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feto morto mentre se viene dato ad una parto riente si può essere si curi che il bimbo na scerà vivo. * Bere latte di cagna misto a vino provoca l’aborto mentre l’urina (ma non quella di un cane rab bioso) è utile per curare porri e calli e lenire il prurito. * I porri, inoltre, si curano con impacchi di feci di cane ridotte in polvere e mescolate a cera; se in trise nel miele sono effi caci contro l’asma e, spalmate, guariscono le infiammazioni ghiandolari.
quello posto in salvo per primo. * La cagna priva di latte poteva averne in abbon danza cibando i cuccioli con cenere ottenuta bruciando polmone di toro: i piccoli attaccan dosi ai capezzoli avreb bero provocato la latta zione. * Semplice la dieta giorna liera: d’estate pane in acqua fredda e carne es siccata, d’inverno pane in brodo di testa di mon tone badando però che non fosse caldo perchè altrimenti avrebbe provocato vomito. * Al levriero debilitato occorre prima somministrare un purgante e quindi alimentarlo con teste di castrato cotte senza sale e con una puntina di zolfo (“dico poco anzi pochissimo, perchè il zolfo è pericoloso de farli male“), inoltre zuppa e carne priva di ossa. * Olio e pane contribuiscono non solo a rinvigorire l’ani male ma anche a fargli diventare liscio il pelo. * Ritenuti ottimi anche pezzi di carne di maiale, polenta fatta in acqua in cui sia stata bollita cicoria, polmoni di bue lessati e burro. * Contro l’inappetenza è utile far ingoiare olio e mettere nelle narici aceto. * Se, per un incidente si sia spellato una zampa biso gnerà cucire subito la pelle e tenerlo fermo perchè, con i denti, non strappi i punti. Appena la pelle si sarà riattaccata si toglierà la benda
Esistono alcuni accorgimenti per la scelta dei cuccioli ma vi sono anche ricette oggi dimenticate negli archivi della biblioteca Ambrosiana e della Sormani a Milano o nei carteggi dell’Archivio di Stato, e che indicavano sistemi di cura confermati da una lunga esperienza. * Se una cagna aveva da tempo i dolori del parto per age volare le nascite le si dava da bere dell’acqua in cui erano stati bolliti semi di viola, oppure da mangiare semi di elleboro frammisti a carne. * Qualora un maschio si rivelasse scarsamente fecondo doveva essere cibato con lupini cotti insieme a carne di pollo o montone o maiale. * Un sistema ritenuto infallibile per scegliere il miglior cucciolo consisteva nel mettere i piccoli al centro d’un cerchio di fuoco e lasciar libera la cagna: il migliore era
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prescritti bagni con lozioni formate da vino, sale trito, rose secche, salvia e rosmarino. Subito dopo però era prescritto ungere la parte malata con grasso e quindi legare il piede in modo che il cane non si leccasse la ferita. * Una medicina adatta per diversi tipi di malesssere era composta da cenere mescolata a miele. * Per guarire la gamba gonfia occorreva ungerla con olio ed aceto. * Efficace la polvere di bucce di melograno mescolato a sale e fatte scaldare in aceto bollente. “E se per questo non guarirà, lavagli il piede con acqua calda tre dì poi ongi il piede con pece liquida e guarirà” . * Per guarire i dolori del piede era consigliato legarvi la tritura fatta con una cipolla rossa e sale. * Per curare un cane ferito da un altro e c’era timore che gli avesse anche trasmesso l’idrofobia si consigliavano impiastri di una mistura composta da foglia di ruta, sale e mele e bende con lana sudicia oppure con grasso d’oca e mele o grasso di maiale o fiele di pecora mesco lato a vino. Rodolfo Grassi
tura lavando la ferita due volte al giorno con vino, sale e sugna vecchia bollita e subito si cospargerà la piaga con aloe perchè non la lecchi. * Contro la spedatura o altre piaghe ai piedi venivano
* I medici e gli esperti del Cinquecento indicano anche come far diventar bianco un cane con manto nero: basta, assicurano, strofinarlo ogni trenta giorni con una miscela composta da calce e litargirio mescolati a mele triturate. Un altro composto era formato da vetriolo usato dai calzolai frammisto a sterco d’asino: con tale mistura era sufficiente cospargere l’animale solo per dieci giorni.
La mia razza in
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Goemon, l’amico geniale Quasi dieci anni fa è entrato a far parte della nostra famiglia Goemon, un dolcissimo cucciolo di Boxer, che con il crescere si è rivelato affettuoso, estremamente socie vole e soprattutto tanto buono. L’aspetto fiero dal fisico possente contrastava con lo sguardo languido, a volte ma linconico, implorante di carezze, di passeggiate nel bosco, di giochi in terrazza. Sono tanti gli episodi buffi, divertenti, sorprendenti che lo hanno visto protagonista. Ancora mi stupisco quando penso che più di una volta mi è venuto in aiuto apren domi la porta di casa perché ero rimasta chiusa fuori, avendo dimenticato di pren dere le chiavi. O quando si avvicinava alla gatta di casa porgendole la pallina, per poi desistere sorpreso che il suo meraviglioso balocco non suscitasse interesse nella “miciona”. Goemon si è fatto amare da tutta la famiglia ma un rapporto speciale è stato quello con mio figlio Tommaso, che lo ha considerato un compagno di giochi prima, un fratello rassicurante poi. Gli saremo sempre grati per averci regalato emozioni bellissime e indimenticabili che hanno oscurato i momenti difficili affrontati durante la malattia. Annamaria Baccari 52
La mia razza in 40 righe “Racconti brevi. Storie di vita quotidiana. Aneddoti divertenti. Una razza: che passione! Dalla città alla campagna… … E tutto ciò che racconta la vita condivisa con la scelta di un cane”.
I RACCONTI SARANNO PUBBLICATI SULLA RIVISTA “I NOSTRI CANI” E SUL SITO DELL’ENCI INFORMAZIONI TESTO: in formato di scrittura (Word o similari - NO pdf). Lunghezza massima: 4.000 battute (spazi esclusi). FOTO: è possibile allegare 1 foto in formato Jpg o Tif in alta risoluzione. Avvertenze: non impaginare. Testo e foto, separati. INVIARE racconti, foto e liberatoria a: racconti@enci.it Avvertenze: ad ogni e mail, allegare solo 1 racconto ed 1 foto. È possibile inviare più racconti dello stesso autore con e mail distinte. LIBERATORIA Per la pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI si deve allegare all’invio la seguente dichiarazione: Il sottoscritto: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Autorizza la pubblicazione, sulla rivista I Nostri Cani, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI, del racconto e della foto allegati alla presente e mail. Dichiara altresì che gli stessi sono gratuiti e liberi da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.
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Giocare con loro è utile per distrarli e creare un rapporto di fiducia reciproca
Indagare le cause di abitudini fastidiose come masticare e ingoiare oggetti o escrementi
Leccornie proibite
Molti proprietari di cani si trovano sovente a combattere una battaglia persa col proprio animale che presenta il brutto vizio di raccogliere ed ingerire materiale non ali mentare. Scarpe, calzini, pezzetti legno, plastica, carta rappresen tano, infatti, per taluni soggetti delle leccornie irresistibili nonostante i tentativi fallimentari dei proprietari di impe dire loro di ingoiarli. Questo atteggiamento anomalo, se spesso è causa sola mente di comprensibili quanto colorite imprecazioni umane, dall’altra può effettivamente portare a gravi con seguenze gastro-enteriche, con ricorso, talvolta, alla ri mozione chirurgica del corpo estraneo ingerito. Nell’ambito di questi multiformi atteggiamenti, che in medicina prendono il nome generico di pica, ne ritro viamo uno in particolare che risulta assolutamente intol lerabile ed incomprensibile all’occhio umano: l’inge stione di feci o coprofagia (dal greco kópros = sterco e phageîn = mangiare). Questo fastidioso comportamento, sempre più diffuso, è
stato oggetto di numerosi studi, ma i fattori che lo deter minano sono ancora solo ipotesi, più o meno valide, così come talvolta fumosi sono i tentativi di arginarlo o ini birlo. Quello che si è potuto capire in merito è che, in natura, questo comportamento può nascere come fisiologico, per divenire una vera e propria patologia o un vizio acquisito solo in determinate situazioni. L’ingestione di feci, in effetti, si rileva naturalmente nella cagna che tiene pulita la tana dove dorme la propria cuc ciolata e che stimola la defecazione col leccamento della zona perianale dei propri piccoli. Non vi è nulla di ano malo nemmeno nella propensione dei cagnolini di due-tre mesi ad “assaggiare” il mondo ingerendo tutto quello che gli capita a tiro, comprese le proprie feci o quelle di altri cani e animali. Tale atteggiamento, parago nabile al vizio dei bambini piccoli di portare tutto alla bocca, deve però terminare col completamente della den tizione adulta, cioè attorno ai 6-7 mesi. Ancora normale può essere il caso in cui, durante la convivenza fra diversi
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soggetti, i cani sottomessi ingeriscano le feci dei cani do minanti. La patologia, clinica o comportamentale, subentra quando invece il proprietario nota questo atteggiamento in contesti assolutamente differenti. In tal caso, senza ne cessariamente farne subito un problema più grande del dovuto, è comunque bene condurre il soggetto dal veteri nario per sondare le cause più probabili. Innanzitutto, infatti, dobbiamo considerare che la copro fagia, in natura, può verificarsi quando la dieta dell’ani male non è sufficiente ad assicurare il corretto apporto di tutti gli ingredienti nutritivi.
L’IMPORTANZA DELLA DIETA ALIMENTARE I cani sono solo a livello di classificazione dei carnivori veri e propri, quando nella realtà essi si nutrono anche di sostanze vegetali, non disdegnando, in periodi di “vacche magre”, di ingerire anche feci di erbivori, ricche di fibre parzialmente digerite. Per questo motivo il veterinario passerà in rassegna, prima di tutto, la dieta del cane.
Una corretta alimentazione e la pulizia costante degli ambienti aiutano a prevenire spiacevoli manifestazioni che possono danneggiare l’intestino integrando l’alimento con prodotti commerciali specifichi (es. miscele di zolfo) che rendano il sapore delle feci del cane assolutamente sgradevoli. Altro esame routinario in corso di coprofagia deve essere quello delle feci stesse alla ricerca di parassitosi. I paras siti intestinali, infatti, nutrendosi di sostanza alimentari assunte dal cane, causano in esso fenomeni di malassor bimento e cattiva digestione e, di conseguenza, possibili carenze alimentari che potrebbero spingere il soggetto a
Essa evidentemente non dovrà essere carente, perché po trebbe spingere il cane a ricercare nutrienti nelle feci al trui che ancora ne contengono, ma nemmeno troppo ricca di proteine da rendere le deiezioni del soggetto stesso appetibili. Quest’ultimo fenomeno spiegherebbe il vizio ancor più peculiare del soggetto che ingerisce solo le proprie feci. In tal caso, il problema potrebbe essere risolto con l’adegua mento della dieta e, nei casi più estremi di vizio acquisito,
I giochi di attivazione mentale sono molto utili , impegnano il cane soprattutto quando sono in casa da soli
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COPROFAGIA: QUALCHE CONSIGLIO Distrarre il cane in presenza di feci durante una passeggiata, sgridarlo subito o ignorarlo completamente al momento in cui effettua la disgustosa ingestione, senza innescare situazioni premio in cui il cane cominci a sfruttare la situazione come modo per attirare attenzione. Anche pulire il più frequentemente possibile il canile dove risposa il cane sono tutte azioni che possono risultare utili per debellare o ridurre il problema.
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L’istintiva curiosità dei cuccioli di frugare nel terreno è comune a tutte le razze
cercare in proprio delle “integrazioni”. L’esame coprolo gico è semplice e rapido e, quindi, immediatamente dia gnostico. La coprofagia può, in taluni casi meno frequenti, essere determinata da malassorbimento digestivo per disfun zioni pancreatiche, deficit epatici o intestinali che devono evidentemente essere curati specificatamente, ad es. con la somministrazione di sostanze enzimatiche. In altri casi ancora, il veterinario dovrà indagare sullo stesso rapporto uomo-cane e cercare di capire se l’ani male può risultare un soggetto stressato, spesso solo o chiuso in canile senza alcuno stimolo e per il quale la co profagia può essere semplicemente divenuta, col tempo, un “diversivo” alla noiosa routine quotidiana. Oppure, ancora, essa può essere un meccanismo acqui sito dovuto all’istinto di sopravvivenza in una cucciolata numerosa dove l’apporto nutritivo non era assicurato in maniera sufficiente a tutti i piccoli. In alcune razze questa patologia è risultata addirittura associata ad una congenita insufficienza digestiva degli
amidi, mentre in altre razze ad una cronica carenza di vi tamina B1. È chiaro, quindi, che l’iter diagnostico deve essere com pleto prima di dare un nome ai fattori scatenati la copro fagia ma, talvolta, esso può essere anche frustrante e non portare a nulla di definitivo. In tal caso, risolvere ciò che può apparire, in fin dei conti, come un semplice vizio, non è semplice. Ma non facciamoci troppe illusioni!! Talvolta, infatti, in razze “spazza-tutto”, l’unica soluzione è rimanere costan temente vigili e, nei casi più estremi, portare a spasso il proprio cane sempre con museruola per impedire l’inge stione di qualunque escremento possa capitare loro a tiro. Questo non solo per evitare fastidiose alitosi, ma anche per scongiurare il continuo reinfestarsi con nuove paras sitosi intestinali o il presentarsi di fenomeni quali vomito o diarrea. Sara Ceccarelli medico veterinario
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I lunghi giorni trascorsi in casa hanno sortito effetti benefici
La lezione del tempo
Labrador retriever. Foto Mike Lingua.
Passare lunghe ore in casa in compagnia dei propri cani ha consentito ai proprietari di conoscerli meglio e di apprezzare le loro doti. Un sondaggio rivela alcuni aspetti sorprendenti ed altri davvero curiosi La fondazione Banfield Pet Hospital di Vancouver (Washington, Stati Uniti) che gestisce diverse cliniche ve terinarie con migliaia di dipendenti, ha promosso un sondaggio per valutare con particolare attenzione e in ogni suo aspetto, il valore del tempo trascorso in casa, causa pandemia, con il proprio animale domestico. Ne risulta un quadro sorprendente per certi aspetti che denota un aumento costante dell’interesse verso il benes sere del proprio cane. Addirittura, la chat messa a disposizione dal circuito dei veterinari per assistere da casa i pazienti - dispositivo che era già in funzione prima della pandemia con l’ausilio della telemedicina - dal 1° di marzo ha registrato un au
RACCONTAMI… Anche la comunicazione, sebbene a senso unico per così dire, è aumentata. Prendiamo, ad esempio, il numero di proprietari che ha ammesso di aver parlato con i propri cani durante la pandemia: 47%, la maggioranza dei quali erano donne di età compresa tra i 55 e i 74 anni d’età, la cosiddetta generazione “boomers”.
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mento stratosferico del 90% di contatti. Nella sua totalità, il sondaggio che ha coinvolto 1000 pro prietari di cani o gatti, ha rilevato che l’84% dei proprietari si sente più in sintonia con la salute del proprio animale domestico dopo aver trascorso più tempo a casa per via delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ciò suggerisce, secondo i funzionari dell’azienda, che stare a casa con i nostri cani e gatti è molto più che un semplice diverti mento e può avere effetti duraturi su come le persone si sentano più responsabili e disponibili con i propri ani mali. “Il legame uomo-animale ora, più che mai, svolge un ruolo fondamentale nella vita delle persone”, ha affermato Molly McAllister, direttore sanitario presso il Banfield Pet Hospital. “Alla Banfield crediamo fermamente che le cure veterinarie preventive e regolari siano la chiave per aiu
Barbone. Foto Guido Saraff.
DOPO LA PANDEMIA, SI TORNA AL LAVORO I buoni propositi dei proprietari • Il 67% vuole apportare modifiche al modo in cui si prende cura del proprio pet una volta che sarà tornato al lavoro. • Il 47% ha dichiarato di impegnarsi a trascorrere più tempo con i propri animali domestici quando saranno a casa. • Il 21% adeguerà il proprio programma per essere più spesso a casa con loro. • Il 10 % prevede di adottare un altro animale domestico affinché possano farsi compagni e sentirsi meno soli. I proprietari hanno dichiarato che i loro pet continuano a portare gioia e conforto, soprattutto durante i giorni della pandemia. Ad esempio, il 45% ha affermato che la felicità della propria famiglia è aumentata mentre trascorreva più tempo con il proprio pet, e il 39% ha rivelato che il proprio cane ha contribuito a ridurre l’ansia e l’incertezza causate dalla pandemia.
Spitz tedesco. Foto Daria Sagliocco.
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Weimaraner. Foto Claudio Scarpante.
Border Collie. Foto Elisa Torcasio.
ha dichiarato di preferire lavorare a fianco dei propri ani mali domestici rispetto ai propri collaboratori. Con alcune aziende che facilitano il lavoro da casa, il 73% delle persone è preoccupato di tornare in ufficio e passare troppo tempo lontano dai propri animali domestici; mentre il 59% è preoccupato che il proprio cane possa soffrire di ansia da separazione una volta tornati al lavoro in ufficio.
tare i nostri animali domestici a vivere una vita felice e sana. Questo sondaggio mostra che gli animali domestici sono sempre qui per noi - persino, e soprattutto, nei momenti più difficili - e siamo incoraggiati dal fatto che trascorrere più tempo insieme, ha portato le persone ad impegnarsi per trovare nuovi modi stare più tempo con il proprio pet, una volta finita la pandemia”.
PER CONCLUDERE
Dato che le persone hanno trascorso più tempo a casa come non era mai successo prima, il 20% degli intervistati
FELICITÀ E BENESSERE Anche gli animali sono più felici, secondo il sondaggio. Circa un terzo dei proprietari riteneva che i loro animali fossero più felici (38%) e più giocosi (35%) durante questo periodo di pandemia. Anche i pets hanno guadagnato notevole benessere, infatti, il 65% dei proprietari ha mostrato loro maggiore affetto e attenzioni. Potrebbero anche aver ricevuto maggiori ricompense alimentari poiché il 33% dei proprietari hanno dichiarato che il loro cane ha guadagnato peso durante la pandemia.
Nella nostra moderna società, i cani hanno conquistato un posto rilevante. Le percentuali di crescita in costante aumento anche nel nostro Paese, dimostrano un cre scente interesse delle famiglie che li ospitano, sia dal punto di vista affettivo che sociale e culturale. La pandemia causata dal COVID-19 sembra aver raffor zato il senso di rispetto e cura, aumentando le interazioni, anche le più curiose, con il proprio cane e aprendo la strada a relazioni più stabili e durature. A testimonianza di questo, risulta dal sondaggio che una notevole percentuale di persone intervistate, il 44%, ha dichiarato che trascorrere più tempo con i propri cani ha contribuito a renderli più sicuri e attenti nei loro con fronti; il 37% presta maggiore attenzione alle cure perso nali del proprio cane come la salute dentale e il 42% de dica più tempo rispetto a prima, facendo esercizi di edu cazione e addestramento. 59
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UNA VALIDA RAGIONE PER ALZARSI AL MATTINO
Bassotto a pelo duro. Foto Stefania Balbarini.
La ricerca condotta di alcune Università della California conferma l’aumento di cure e attenzione nei confronti dei cani durante il lockdown Phyllis Erdman, professore al Washington State University College of Education, e un team di collabo ratori della Colorado State University, dell’Università di San Francisco e della Palo Alto University, hanno condotto un ampio sondaggio tra proprietari che denota l’attaccamento e le preoccupazioni per il benessere e la salute dei propri cani. Erdman riferisce che dei 4.105 proprietari di cani intervistati c’era, in linea generale, una fonte di spe ranza dato che la maggior parte delle persone consi derava la relazione con i propri cani come una ragione per alzarsi al mattino e come un’opportunità di com pagnia durante un periodo così lungo e solitario. Lori Kogan, professore di scienze cliniche presso la Colorado State University, aggiunge: “Ci sembrava che fosse una vittoria per le persone e per i cani, passare più tempo con loro è la chiave che fornisce ulteriore supporto sociale”. I ricercatori hanno scoperto che le persone erano più preoccupate della mancanza di disponibilità di cibo, farmaci e cure veterinarie per i loro cani che non del resto. “Le preoccupazioni sul fatto che il veterinario vedrà o meno il mio cane anche se non è un’emergenza, o ci saranno abbastanza cibo e medicine per il mio cane, tendevano a superare le considerazioni sui problemi finanziari - ha detto Wendy Packman - professore emerito presso la Palo Alto University. Le persone ten devano a vederlo come un problema di disponibilità, molto simile alle nostre preoccupazioni umane sulla possibilità di trovare abbastanza cibo e disinfettante per le mani.” Una delle statistiche più preoccupanti riguardava la designazione di un custode per il suo cane se il pro prietario dell’animale si fosse ammalato. Nonostante la preoccupazione per i loro cani in caso di emergen za, solo il 40% degli intervistati ha effettivamente identificato un amico o un familiare che potesse pren dersi cura di un animale in caso di ricovero. Come ha spiegato Lori Kogan, “Sembrava esserci un divario tra la preoccupazione delle persone riguardo a chi si prenderà cura del loro cane nel caso in cui si ammalino e si interessino per ottenere tale impegno”. A questo proposito, i ricercatori hanno suggerito ai proprietari di cani la necessità che si creino relazioni sociali o soluzioni alternative come rivolgersi ad asso ciazioni di volontariato che possano un domani occu parsi dei cani in caso di bisogno.
GENERAZIONI A CONFRONTO Il sondaggio ha anche rivelato che il 47% dei Millennial (nati tra il 1980 e il 2000) ha riscontrato un maggiore supporto emotivo dai propri animali domestici, rispetto al 43% della generazione Z (nati da fine anni ’90 al 2010) e al 43% della generazione X (nati tra il 1965 ed il 1980).
Inoltre, il 46% dei proprietari di cani ha dichiarato che passare molto tempo con loro li ha resi più consapevoli delle loro doti di intelligenza e capacità di interazione che possiedono. Sembrerebbe quindi che la coabitazione forzata per mesi abbia dato la possibilità alle persone di conoscere meglio i propri cani e di offrire loro maggiore considerazione nella vita di tutti i giorni, pianificando al meglio per il fu turo i tempi e gli spazi, tanto da offrire loro una vita più consona rispetto alle loro esigenze. Renata Fossati 60
(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)
gli standard in pillole
Segugio dell’Appennino. Foto Marco Leonardi.
SEGUGIO DELL’APPENNINO A PELO FORTE (I) MANTELLO PELO I colori ammessi: il fulvo nelle sue diverse tonalità; il nero focato; il grigio lepre; il carbonato. PELO FORTE Pelo da 2 a 5 cm di lunghezza, mediamente ruvido al tatto, bene aderente al corpo senza formare mai riccioli o boccoli, con sottopelo denso. Cane Corso. Foto Marco Leonardi.
CANE CORSO (I) BREVI CENNI STORICI ll Cane Corso è il discendente diretto dell’antico molosso romano. Presente nell’antichità in tutta l’Italia, si è mantenuto nel recente passato solo nelle Puglie e regioni limitrofe. Il suo nome deriva dal latino “cohors” che significa “protettore, guardiano delle masserie”.
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BOVARO DELL’APPENZELL (CH) COMPORTAMENTO-CARATTERE Vivace, pieno di temperamento, sicuro di sé, senza paura. Diffidente con gli estranei; incorruttibile guardiano; allegro e recettivo. TAGLIA Altezza al garrese: Maschi 52-56 - Femmine 50-54 Bovaro dell’Appenzell. Foto Leonardo di Marino.
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Dobermann. Foto Lara Raimondi.
TAGLIA E PESO Altezza: Maschi 68 – 72 cm Femmine 63 – 68 cm Per ambedue i sessi, si ricerca una taglia media. Peso Maschi circa 40 – 45 kg Femmine “ 32 – 35 kg
(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)
DOBERMANN (D)
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tel. 0381640055 fax 0381515404 cell. 3483174281 www.allevamentosalga.it info@allevamentosalga.it
BOLOGNESE F. Bonanno “di Platino Iridio” 58/2 via Gerbiasco 21020 Mercallo dei Sassi (VA)
tel. e fax 0331/968894 cell. 330/202158 348/5802899 bonanno@triplaw.it www.canebolognese.com P.IVA 02026020129
BULLDOG INGLESE R. Giuria “Love Sonny” 4 via Bertieri 12073 Ceva (CN) tel. 0174/721532 cell. 338/5352634 www.lovesonnybulldogs.it lovesonnybulldogs@alice.it
CANE CORSO “del Rosso Malpelo” di S. Tanzarella 6 via Puccini 44042 Cento (FE)
tel. e fax 0516836441 cell. 3473757168 www.tanzarella.it / info@tanzarella.it
CAO DE AGUA F. Bazzani “do Lusiadas” 27 via Mazzini 50050 Gambassi Terme (FI)
cell. 349/5789127 www.dolusiadas.org - info@dolusiadas.it
64
B. Curwen “di Castelbarbara” 4, via Lido dei Pioppi 01037 Ronciglione (VT)
tel. e fax 0761612418 cell. 3336415302 www.chow-chow.it barbaracurw@tiscalinet.it
COCKER SPANIEL INGLESE A. Francini “Francini’s” 46 località Loppiano S. Vito 50064 Incisa V.rno (FI)
tel. e fax 055/8335842 cell. 377/2305478 www.franciniscocker.it franciniscocker@gmail.com
EPAGNEUL BRETON R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)
tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com
G. Pivato “della Piave Antica” 15/B via Livenza 31038 Paese (TV)
fax 0422484661 cell. 3477916211 www.dellapiaveantica.it breton@dellapiaveantica.it
GOLDEN RETRIEVER V. L. Bellanova “C’est Moi” 15/A Via Vittorio Fiorini 00179 Roma
tel. 06/7822979 cell. 333/7786777 www.accademiadelgolden.com lucia@accademiadelgolden.com
P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV)
tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 www.welsea.com info@welsea.com
E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)
tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com
M. Telatin “delle Grandi Ombre” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR) tel. e fax 045/6661122 www.dellegrandiombre.it info@dellegrandiombre.it
JACK RUSSELL TERRIER U. Pianezzola e P. Bresolin “dell’Antico Fiume” 33 via Vivaldi 36050 Cartigliano (VI) cell. 340/6732905 info@anticofiume.it www.anticofiume.it
LABRADOR RETRIEVER M. P. Buttarelli “Fior d’Acqua” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR)
tel. e fax 045/6661122 info@fiordacqualabrador.it www.fiordacqualabrador.it
S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it
PASTORE BERGAMASCO L. Mariani “dei Lupercali” 17 via Mondello 22073 Fino Mornasco (CO) tel. +39 031/928092 cell. +39 328/5884848 www.lupercali.it info@lupercali.it
PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE F. Simoni “Jacopone da Todi” via di Monteladrone sn 06059 Todi (PG)
tel. e fax 075/9077854 cell. 331/3667083 info@pastorimaremmanijacoponedatodi.com www.pastorimaremmanijacoponedatodi.com
PASTORE SCOZZESE COLLIE M. T. Garabelli e A. Rota “di Cambiano” 4 strada Provinciale Monte Vaso 56034 Casciana Terme (PI)
tel. fax 0587/645322 cell. 340/2529213 - 333/6392761 www.cambianocollies.com www.allevamentocambiano.it mt.garabelli@tiscalinet.it
G. Pascale Guidotti Magnani “della Cambianella” 255 via Imperiale 44124 San Bartolomeo in Bosco cell. 3483198893 fax 1782208544 collies@cambianella.it www.cambianella.it
PASTORE SCOZZESE SHETLAND M.A. Morosini “Mopava” 9 via Maguzzano 25017 Lonato del Garda (BS) cell. 3336698100 www.mopava.it marino.morosini@yahoo.it
PASTORE TEDESCO G. Becattini “di Ripoli” via del Fossato 50012 Bagno a Ripoli (FI)
tel. e fax 055/632570 cell. 368/644380, 328/3787970 info@allevamentodiripoli.it www.allevamentodiripoli.it
S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it
E. Rossi Marchi “del Monte Poliziano” 11 via della Montagna 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 798239 cell. +39 3478234547 www.montepoliziano.it info@montepoliziano.it
L. Schievano “di Sarmano” 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD)
tel. e fax 049/701258 www.contedisarmano.it info@contedisarmano.it liana@contedisarmano.it
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SAMOIEDO P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV) tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 info@welsea.com www.welsea.com
SETTER INGLESE R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)
tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com
SHIBA G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PU) tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.shiba.it delbiagio@alaskanmalamute.it
SPINONE ITALIANO N. Randi “del Buon Santo” 28 via Rivaletto 48020 S. Alberto (RA) tel. e fax 0544/528228 nerino.randi@gmail.com www.spinonidelbuonsanto.com
WEIMARANER D. Raimondi Cominesi “Royal Weim” 5 Cascina Garavella 26811 Boffalora d’Adda (LO) fax 0371/422472 cell. 335/6143838 www.royalweim.com raimondi@royalweim.com
M.A. Demuro “Sardinia Weim” Via Olgiastra snc 07021 Arzachena (OT) cell. 3348643700 www.sardiniaweimaraner.com info@sardiniaweimaraner.com
ZWERGPINSCHER S. Monduzzi Donazzi “del Foionco” 127 via Montefiorino 41056 Savignano S/P (MO) tel. 059/2403132 fax 059/739276 cell. 338/7380783 www.delfoionco.it sanmondon@gmail.com
RECENSIONE ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 6 luglio 2020 – Anno 66° DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Annamaria Baccari, Sara Ceccarelli, Pietro Paolo Condò, Vincenzo Ferrara, Renata Fossati, Rodolfo Grassi, Maria Pia Pascquali, Filippo Ripoli.
ENCI IN INTERNET: www.enci.it informazioni: info@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it libro genealogico: lg@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it biblioteca: biblioteca@enci.it
Fabio C. Fioravanzi SAMOIEDO. Albo d’Oro Antonio Crepaldi Editore Questo libro offre il tributo ad un cinquantennio di storia del Samoiedo in Italia attraverso i Campioni che hanno rappresentato al massimo livello la razza nel nostro Paese. Il concepimento di questo “Albo d’Oro” è derivato dall’idea di effettuare un’operazione editoriale di spin-off del libro “Obiettivo zootecnico sul Samoiedo”, sempre dell’autore Fabio C. Fioravanzi, pubblicato nel 2009, dove è contenuta una “Galleria dei Campioni” decennale dal 1998 al 2008. L’autore ha quindi ampliato in questa nuova opera quella “Galleria” dal 1952 al 2019, corredata da molte fotografie.
LA GIUSTA RICOMPENSA
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Associato alla Unione Stampa Periodica
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Italiana
Storica decisione in favore dei cani militari dell’esercito che vanno in pensione e potranno essere adottati dai loro conduttori che avranno anche un contributo spese annuo per le cure veterinarie. Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, rispondendo ad un’interrogazione alla commissione Difesa della Camera. “I nuclei cinofili dell’Esercito, composti da un militare qualificato conduttore cinofilo ed un cane qualificato Military Working Dog - ha spiegato Tofalo - sono uno strumento operativo che costituisce, per i nostri i militari in Patria e all’estero, un significativo aiuto in grado di rilevare la presenza di sostanze esplosive”. Al termine della carriera, quando una apposita commissione li valuterà non più idonei a svolgere il servizio, potranno in via prioritaria essere ceduti a titolo gratuito al loro conduttore. “Ciò consente - ha proseguito Tofalo - di assicurare al Military Working Dog la necessaria tutela e il dovuto riconoscimento per il servizio reso e costituisce un significativo ausilio anche per il militare che, in virtù del legame instauratosi con il proprio partner operativo, ha inteso continuare a prendersene cura”. Nel caso in cui il conduttore non possa adottarlo, la Difesa ha comunque avviato campagne informative per coinvolgere anche il privato cittadino nell’adozione dei cani riformati.
Bracco Italiano. Foto Giulia del Buono.
finalmente estate! Rhodesian Ridgeback. Foto Antonella Tarlazzi.
Border Collie. Foto Marina Caravaggi.
Golden retriever. Foto Enzo Ferraris.