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I Segugi sul sentiero dei cinghiali
Asti, la prova per cani da seguita nel rispetto delle norme anti Covid
La muta vincitrice di Morra
I Segugi sul sentiero dei cinghiali
Terreni idonei, mute ben allenate e numerosi selvatici hanno reso indimenticabili due giorni di autentico agonismo finalizzato a verifiche zootecniche. Encomiabile l’organizzazione messa in campo dal Gruppo Cinofilo Astigiano e dalla Federcaccia di Asti
Verifiche zootecniche per cani da seguita su cinghiale, organizzate nella categoria coppie e mute ad Asti nei giorni 20 e 21 febbraio 2021 con CAC in palio: un eccezionale e partecipato evento che ha visto la presenza di oltre cento cani delle differenti razze interessate, ad opera del Gruppo Cinofilo Astigiano e Fidc di Asti. Forte e fondamentale la collaborazione delle squadre di caccia al cinghiale dell’Atc AT1 che hanno concesso la disponibilità delle zone e responsabili del servizio di accompagnatori per le diverse batterie. Risultanze finali confortanti per quanto concerne lo sviluppo di selezione delle razze da seguita, qui misurate non solamente nell’aspetto funzio-
Boglio con la sua coppia di Beagle
La muta di Ivan Sorba nale ma anche morfologico: tra i numerosi concorrenti delle razze al test, Beagle, Porcelaine, Griffon Bleu di Gascogne, Segugio Maremmano, Griffoni Nivernesi, Petite Gascogne Saintongeois, Ariegeois e Briquett Griffon Vendeen, (questi due ultimi in maggioranza) si impongono, rispettivamente, la coppia di Beagle di Giampiero Boglio, Moro e Fata e la muta di Ariegeois di Gabriele Morra e Giuseppe Cavallero composta da Argo, Laika, Isi, Golia, Emma e Keppy.
Le razze canine del gruppo della seguita costituiscono una parte preponderante e di notevole importanza nel palcoscenico di quelle che l’ENCi tutela nel nostro Paese. Normalmente vengono espletate centinaia di verifiche zootecniche indirizzate alla funzione su tutto il territorio nazionale, (soprattutto in Centro Italia e Sardegna) che hanno come obiettivo il cinghiale, selvatico diffusissimo e sempre in maggiore incremento nei nostri spazi rupestri. Quella di cui trattiamo ha rappresentato un momento di notevole importanza in quanto, grazie a coloro che si sono adoperati nella sua organizzazione ma anche a ciò che ENCI ha permesso di realizzare stilando le linee guida per le modalità di esecuzione in tempo di pandemia, è stata l’unico seguito al Derby di Montaione a Firenze tenutosi nei giorni 11, 12 e 13 settembre 2020, con circa trecento cani in prova nei due giorni e ottocento al raduno. Inoltre, si tratta forse della primissima prova organizzata da Fidc e il Gruppo di Asti. Sono intervenuti in giudizio gli esperti Felice Bracco, Mauro Casetta, Massimo Favo e Gianni Gaino. Tutto si è svolto nei terreni dell’ATC 1 di Asti, più precisamente a Refrancore, Portacomaro, Bramairate e Viatosto: il teatro d’azione era rappresentato da zone boscate di acacie e querce, con rimesse molto fitte di rovi e ginestre attorniate da verdeggianti coltivi ad inizio produzione. La manifestazione si è svolta con due batterie di mute da quattro e una batteria di coppie da quattro, oltre ad una batteria composta da quattro coppie e una muta al sabato, mentre per la domenica due batterie di quattro mute cadauna ed altrettante di coppie in medesimi numeri. Ovviamente la partecipazione, seppur in numeri importanti, era riservata ai soli residenti della Regione Piemonte a causa delle note restrizioni che hanno caratterizzato la “zona gialla” del momento. La verifica zootecnica, nel pieno rispetto ambientale e faunistico, si è svolta secondo i canoni previsti per tale disciplina: ai cani, (sia in coppia che in muta), dopo essere stati sottoposti alla valutazione morfologica, (che pure incide nella qualifica finale) viene richiesto di rispondere a quattro differenti quesiti: il primo step è rappresentato dalla cerca, (in silenzio a rilevare il punto dove è transitato l’animale obiettivo della prova) quindi l’accostamento, (l’avvicinamento all’animale segnalato vocalmente nel percorso che questi ha composto durante la notte, intensificando la voce nell’avvicinamento alla rimessa di riposo) seguito dall’abbaio a fermo (vocalizza-
Ariegeois al lavoro
zione per segnalare la presenza con abbaio di timbro e tono differente ed espressivo, manifestando sicurezza senza spavalderia e con rispetto privo di intenzione a caricare) concludendo con la seguita (alla partenza in fuga i cinghiali vengono inseguiti vocalizzando intensamente e cercando di mantenerne il contatto prolungato fino alla fine del turno). Tutto questo permette all’esperto giudice di avere sufficienti elementi per attribuire la qualifica. Nulla di cruento quindi viene rivolto alla selvaggina, qui reperita eccezionalmente in quantità importanti concedendo a tutti la possibilità di incontro: una densità di cinghiali impressionante pur trattandosi di zone di bassa pianura, molto coltivata e poco rurale, con coltivi di mais, frumenti e vigne in vicinanza di centri abitati. Ciò testimonia inequivocabilmente la sempre più massiva frequentazione da parte di questi selvatici negli spazi urbanizzati.
Classifica finale
CLASSIFICA FINALE CLASSE COPPIE
1° BOGLIO GIAMPIERO BEAGLE ECC. 2° COLOMBARO LUCA ARIEGEOIS ECC. 3° PORCELLATO MARCO
BRIQUET GRIFFON VENDEEN ECC. 4° RAIMONDI ANDREA
BRIQUET GRIFFON VENDEEN Buono CLASSIFICA FINALE CLASSE MUTE
1° MORRA CAVALLERO ARIEGEOIS ECC. 2° GALLO ALESSANDRO SEGUGI MAREMMANI ECC. 3° SORBA IVAN ARIEGEOIS MB. 4° GRECO MAURO ARIEGEOIS Buono
Mauro Greco con la sua muta di Ariegeois
Tali prove permettono l’ottenimento di dati tecnici ma anche avere idea della densità dei selvatici contribuendo alla loro tutela ed alla salvaguardia ambientale ed agricola: nel libretto delle relazioni, in coda, viene utilizzato l’apposito spazio che si riferisce appunto alla raccolta dei dati inerenti la densità e le specie degli ungulati reperiti durante il turno, dati che, in intenzione, dovrebbero essere destinati a comunicazioni presso gli Enti preposti alla tutela faunistica e ambientale appunto. Oltre a questo, l’esercizio della prova stessa permette di “muovere” i selvatici scovati, costringendoli a consistenti spostamenti che evitano l’imbrancamento numeroso, lasciando respirare l’habitat e le coltivazioni. Sotto il profilo tecnico si è potuto apprezzare la correttezza di molti soggetti, non soltanto nei confronti del target ricercato, il cinghiale, ma anche nei numerosissimi caprioli reperiti, (ed ignorati) nei terreni di prova: riscontrato un livello medio alto nella composizione delle mute e coppie, sotto i punti di vista che riguardano l’addestramento, il lavoro svolto e lo stile di razza, così come la qualità morfologica. Riportiamo l’asterisco di due degli esperti giudici intervenuti. Massimo Favo: “Molti concorrenti giovani che in questa specialità attestano una continuazione per il futuro in ambito cinofilo. Oggi non si parla più di “cacciatori di cinghiale” ma di cinofili attenti alla componente tecnica e morfologica. Evidente l’apprezzamento da parte dei concorrenti per la possibilità di effettuare la prova in
Segugi durante il lavoro
tempo di Covid, grazie a quanto ha messo in atto l’ENCI. Il risultato della partecipazione da parte dei giovani è grazie a quanto è stato fatto dalla SIPS e dall’ENCI per la formazione e informazione in questo ambito”. Con lui presente anche Felice Bracco Esperto di lunga data che sottolinea: “È molto migliorato l’aspetto tecnico dei soggetti così come la sportività dei concorrenti. Ho ideato il “Circuito Mari e Monti”, prova nazionale dislocata in otto tappe con la quale, nel contesto delle tante verifiche zootecniche che si svolgono in questa disciplina, è nata una grande possibilità di scambio di linee di sangue, accoppiamenti e cucciolate contribuendo ad una migliore e maggiore diffusione in tutto il territorio nazionale e tra le regioni italiane, con conseguenti risultati che hanno condotto ad una migliore salute di queste razze”.
Marco Ragatzu
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In copertina: Cane da pastore Maremmano Abruzzese
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639
Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente NEW YORK Mike Francow stava pranzando in un parco di East Hampton quando il suo Bulldog Sampson è scappato. Per ore lo ha cercato, ma senza successo. Qualche kilometro più avanti, il ferroviere Christian Beck alla guida del treno diretto a Montauk, non poteva credere ai suoi occhi: c’era un cane sui binari che trotterellava con aria affranta: “Essendo un amante dei cani, vederne uno sui binari è stato davvero tremendo – ha dichiarato fortunatamente era su un tratto di binario in cui la velocità massima permessa è di 40 miglia l’ora e c’è stato il tempo di frenare”. Beck e il suo collega Fragale dopo aver fermato il treno sono scesi per prenderlo, cercando di fare tutto il più in fretta possibile, per evitare pericoli. Sampson, però era molto spaventato, e si è nascosto sotto una carrozza. Fortunatamente, dopo pochi minuti sono riusciti a farlo uscire e a metterlo in sicurezza a bordo del treno. Gli hanno dato un po’ d’acqua e hanno continuato il loro viaggio verso Montauk, arrivando puntuali. Terminato il turno Beck, Fragale e gli altri membri dell’equipaggio della Lirr (la compagnia ferroviaria) hanno iniziato a pubblicare le foto di Sampson in una serie di gruppi Facebook dedicati agli animali scomparsi. In poche ore Francow, il proprietario, è stato rintracciato e ha potuto riabbracciare il suo Bulldog. Phil Eng, presidente della Lirr, si è detto orgoglioso del salvataggio operato dai suoi ferrovieri, dichiarando: “Essendo io stesso proprietario di cani, sono lieto che il nostro equipaggio sia andato ben oltre il loro compito per salvare Sampson e metterlo in contatto con il suo proprietario. Non vedo l’ora di offrire loro un encomio”.
... di corsa verso l’estate
Welsh Corgi Pembroke e Cane da Pastore Tedesco. Foto Elena Corselli.