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Storia di “SNORRY

righe 40

La mia razza in

Storia di “SNORRY”

Era un luglio afoso e bollente quello del 2019 alla fine siamo riuscite a riportarlo a casa. Ma anquando io e la mia mamma Vanda assistemmo al cora non era finita per lui che si portava addosso parto di Nynive mentre dava alla luce ben otto l’odore della clinica, dei medicinali, dei disinfetmeravigliosi ed energici cuccioli di Broholmer. tanti e stringeva il cuore vederlo elemosinare l’aUno di questi però spiccava in mezzo agli altri per more della mamma, che puntualmente lo allonavere un mantello del tutto diverso: bianco, can- tanava. Non solo, l’ago delle innumerevoli flebo dido, segnato da una bellissima stellina sulla somministrategli avevano “storto” la cartilagine schiena e da una simmetrica lista bianca sulla di una zampetta anteriore e così gli abbiamo fronte; lo chiamammo Snorry che significa in creato un piccolo “tutor” per aiutarlo a camminorreno (antica lingua della Scandinavia) “ribel- nare meglio. Sembrava “rimpicciolito”, durante le-indisciplinato”. Nella genetica del Broholmer, il qui giorni in cui era stato lontano da casa, rispetto bianco è stato sempre presente e accettato, circo- ai fratelli, lui che era il più grosso appariva ora scritto però al “petto, piedi ed estremità della come lo “scricciolo” della cucciolata. Da quel mocoda” fin dal suo riconoscimento in FCI. Ciò nonostante, per qualche congiunzione casuale i geni storici ritornano e Snorry era, suo malgrado, un “fuori standard” proprio per quel mantello chiazzato che i danesi (detentori della razza) chiamano “fiorito”. Ma a nessuno importava, né a noi né tantomeno a lui. Come talvolta accade però, la sorte si mise di traverso e a causa una infezione è stato necessario somministrare a Nynive degli antibiotici che le hanno bloccato la produzione di latte e ci hanno quindi costrette frettolosamente a intervenire con i biberon per alimentare quelle piccole creature. Tutto sembrava risolto. Durante la terza notte però Snorry ed Helga mia mamma (che dormiva con i cuccioli) ha avvertito un piccolo rantolo e si trat- mento è stato cullato, riempito di baci, carezze e tava proprio di Snorry; nella foga di trangugiare viziato all’inverosimile: non volevamo si sentisse voracemente, il latte era finito nei polmoni. Una solo. Ci sono voluti altri lunghissimi 15 giorni, afcorsa affannosa nel pieno della notte nell’ospe- finché potesse ristabilirsi adeguatamente e riendale veterinario più vicino ci mise davanti ad un trare nel suo “branco”. E lì ha trovato la sua prefeconsulto sconfortante… ma non ci arrendiamo; rita, Helga, una delle sorelline, con la quale è anraggiungiamo un’altra clinica veterinaria: stesso dato a convivere nella sua nuova casa. Una bella verdetto ma sono comunque disposti a fare un accoppiata: lui “fiorito” lei “nera”. Ora, finalmente, tentativo. Viene confermata la diagnosi di “pol- era un cucciolo felice. monite ab ingestis” e dato inizio alle terapie ur- Lui che ci ha tenute per ben tre settimane con il genti ed invasive. Prelievo del liquido dai pol- fiato sospeso e l’angoscia di poterlo perdere, oggi moni, Snorry viene intubato, flebo, antibiotici… Il ha quasi due anni ed è diventato grande e forte, poverino non molla, nei giorni seguenti la sua pesa 70 Kg ed è alto 80 cm. Ha mantenuto nel voglia di “vivere” a tutti i costi conquista l’equipe tempo una dolcezza incredibile con un affiatache si occupa di lui, diventando la mascotte della mento straordinario con gli umani, conservando clinica. Ci abbiamo creduto tutti, giorno dopo il suo innato spirito di “piccolo grande guerriero”. giorno, ma soprattutto lui per primo, Snorry, e Colette Rubini & Vanda Baldaccini

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