I Nostri Cani - Agosto 2020

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“organo ufficiale ENCI”

N. 7 agosto 2020 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it

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BOVARO DEL BERNESE • BOSTON TERRIER ANSIA DA SEPARAZIONE PROVE A ROCCARASO E COLFIORITO


Alaskan Malamute. Foto India Scavello.

estate: acqua, sole... Epagneul Breton. Foto Cristian Umili.


SOMMARIO BOVARO DEL BERNESE L’orso dai molti contrasti Maddalena Manciani

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Notizie ENCI

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BOSTON TERRIER Un “gentleman” che raccoglie consensi Pietro Paolo Condò

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I cani di Zhokhov Renata Fossati

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ALIMENTAZIONE E FORMA FISICA Quando la taglia fa la differenza Sara Ceccarelli

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ALIMENTAZIONE E FORMA FISICA Dolce far niente A.B.

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DOMINANZA ED EQUILIBRIO TRA CANI E qui comando io... Renata Fossati

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COME AFFRONTARE L’ANSIA DA SEPARAZIONE DEI CANI Non lasciarmi solo R.F.

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Il cane rampante Rodolfo Grassi Alla ricerca del passato remoto Ermelinda Pozzi Standard in pillole Notizie dal Mondo Se l’edera si attacca al cane... Rodolfo Grassi Roccaraso riapre il sipario Marco Ragatzu I quattro giorni di Colfiorito Marco Ragatzu

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PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF­ FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE­ RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO­ SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI­ VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30

PER I GRUPPI CINOFILI Si informano i Gruppi Cinofili ENCI che all’interno de “I Nostri Cani” sono disponibili gratuitamente pagine dedi­ cate ai resoconti delle Esposizioni Internazionali e Nazionali. Per avere informazioni riguardanti gli aspetti tecnici e le modalità d’invio, contattare la redazione: redazione@enci.it - tel. 0270020358

TEMPI DI CONSEGNA DI TESTI E FOTO Pubblicità expo: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita (es. 5 novem­ bre per pubblicazione in dicembre) Articoli: previo accordi con la redazione Rubrica club: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita, in merito allo spazio disponibile Successi: in ordine di ricevimento, in merito allo spazio disponibile inviare a redazione@enci.it TUTTE LE RUBRICHE SONO GRATUITE Si ringrazia per la collaborazione

FORMATO TESTI E FOTO CHI E DOVE

I club Gli allevatori

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Testi in WORD o similari di scrittura (NO pdf) Foto in formato jpg o tif NON impaginare


Allevamento Santa Caterina del Sasso di Emilio Lago

CAMPIONE ITALIANO INTERNAZIONALE KUMAN DI SANTA CATERINA DEL SASSO ALLEVAMENTO DAL 1976 SOLO KURZHAAR BRACCO TEDESCO

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Versatile, fedele e maestoso

L’orso dai molti contrasti

Il Bovaro del Bernese continua a raccogliere consensi a livello internazionale. In Italia è all’apice del successo. Come tutelare la salute


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Come si fa a non amare un Bernese… Me lo sono chiesta mille volte e non sono riuscita mai a darmi riposta. E ripensandoci, mi vengono in mente le parole di Albert Heim, studioso e padre della razza che scrisse più di cento anni fa: “A me pare che per l’integrale armonia delle forme e dello splendido mantello il Bovaro del Bernese sia il cane più bello in assoluto”. Ed in queste poche righe è racchiuso il senso di questa splendida creatura. Perché mi viene spontaneo aggiungere che se così è, inequivocabilmente, dal punto di vista morfologico, lo è ancor di più dal punto di vista caratteriale.

fattoria. Originariamente, era chiamato “Dürrbächler” dal nome della borgata e della locanda di Dürrbäch vicino a Riggisberg nel Cantone di Berna, dove questo bovaro tricolore a pelo lungo era particolarmente diffuso. Già nel 1902 e poi nel 1904 e 1907, nelle esposizioni canine svizzere, erano presenti alcuni soggetti di questa razza. Nel 1907, appunto, alcuni allevatori della regione di Berthoud, decisero di promuovere l’allevamento di questo bovaro autoctono, fondando il “Club svizzero del Dürrbächler” e fissando le caratteristiche della razza in un primo standard, che lo catalogava come cane da lavoro, impiegato per aiutare il contadino nello svolgimento quotidiano delle attività della fattoria, quindi come conduttore di bestiame, cane da guardia e come cane da traino per portare i bidoni del latte, il formaggio e quant’altro servisse in perfetta armonia. E proprio la simbiosi con il proprietario è l’essenza cardine della razza al giorno d’oggi. Il Bovaro del Bernese infatti è conosciuto in tutto il mondo non solo per quel suo magnifico aspetto e per il suo mantello tricolore dalle pezzature ben suddivise, ma è apprezzato soprattutto per il suo spirito di adattamento e le sue grandi qualità di cane da famiglia. È un fedele compagno che non sopporta essere lasciato da solo per più di poche ore, e non sarebbe

STORIA DI UNA RAZZA DAL CARATTERE POLIVALENTE Molte sono le famiglie che giornalmente ci contattano per avere informazioni sul Bernese, chiedendoci al contempo a chi è adatto questo orso tricolore. Per trovare una risposta logica e veritiera a questo quesito non dobbiamo mai dimenticare la genesi della razza. Il Bovaro del Bernese è un cane d’antichissima origine, impiegato nelle Prealpi Bernesi e nelle campagne del centro del Cantone di Berna come cane polivalente da 6


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adatto a chi, per esigenze lavorative o per altri motivi, si vedesse costretto a passare fuori buona parte della giornata. È un cane molto affettuoso, fedele, genuino, sensibile e dai modi gentili ma anche un po’ rustici, che ama vivere a stretto contatto con la persona, e mal tollera il fatto di non essere ammesso dentro casa, perché ai suoi occhi apparirebbe come un incomprensibile punizione. Proprio per questo, chi si avvicina a questa razza deve sapere che non esiste parco e giardino più lussuoso al mondo che venga apprezzato tanto quanto un metro quadro dentro casa, possibilmente sui piedi o vicino alla gamba del proprietario, perché niente è più vero di quel detto che dice che “se c’è un cane che si siede sui piedi, guardandoti e dandoti la zampa, di sicuro è un Bernese”. Sì, perché lui ama vivere la famiglia, esserne parte integrante e partecipare con essa alla maggior parte delle attività quotidiane. Ama andare in macchina perché questa è

la cosa che lo porterà a stare vicino a voi in qualsiasi momento e che gli eviterà di aspettarvi per lunghe ore a casa da solo; perché è giusto ricordare che, se tutti i cani sono animali sociali e necessitano di regolare frequentazione del genere umano e della propria specie, il Bernese è il cane sociale per eccellenza. Ama in egual modo tutti i membri che appartengono al nucleo famigliare e che vi ruotano attorno, ed è incredibile come naturalmente riesca a rapportarsi in maniera differente a seconda di chi ha davanti: energico e dinamico con gli adulti ed i giovani, paziente, attento, docile e protettivo nei confronti dei bambini, affettuoso, sottomesso e statico con gli anziani. Non lasciatevi però fuorviare dalla sua tranquillità perché è comunque un cane vigile, attento, attivo e dinamico (aggettivi questi ben definiti nello standard di razza) che riuscirà ad assecondarvi ed accompagnarvi in ogni vostra iniziativa se gliene darete modo; ama gli spazi aperti, le

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passeggiate con il padrone, la vita rustica e rurale, ma non disdegna affatto di dormire e russare per molte ore al giorno dentro casa, se gli si lascia la possibilità di farlo. Il Bernese dovrebbe essere sicuro di sé in ogni occasione, ma a volte, riuscirà a sorprenderci spaventandosi di un qualcosa che non ha mai visto prima; ma la paura vera e propria come del resto l’aggressività non dovrebbero mai e poi mai fare parte del suo modo di essere perché deve sempre e comunque essere sotto controllo in qualsiasi situazione che gli si presenti davanti. Non c’è una grossa diversità di comportamento fra maschio e femmina, come spesso si trova in altre razze: entrambi sono consigliati per famiglie con bambini appartenenti ad ogni fascia di età. La vera differenza è nella struttura fisica poiché il dimorfismo sessuale nei Bernesi è ben evidente. Nel rivolgersi a questa razza bisognerà essere capaci di apprezzarne i suoi molteplici aspetti contrastanti rispettando la sua natura di cane da lavoro, non relegandolo a “peluche”o“cane da divano”.

ATTIVO E VOLENTEROSO Il Bovaro del Bernese è molto più di un grosso cane da compagnia: è un cane versatile, polivalente, volenteroso e proprio per questo suo modo di essere è diventato sempre più conosciuto e diffuso a livello mondiale. Attualmente gode di un vero e proprio status sociale lo si vede sempre più impiegato in molteplici attività di supporto all’ uomo: non è raro vederlo al fianco della Protezione civile e dei Vigili del fuoco nella ricerca su macerie e nella ricerca di persone, vederlo affiancare i volontari nei servizi sociali, praticare il soccorso nautico, come non è raro vederlo partecipare con successo ad attività sportive come l’obedience, la rally obedience, il carting, e molto altro ancora. Ricordatevi però che non ha un intelligenza ubbiditiva altamente spiccata come possono averla delle razze tipicamente “da lavoro” appartenenti al gruppo 2 (gruppo FCI del quale fa parte se pur in una sezione a sé che è quella dei Bovari Svizzeri), ma nonostante ciò rimarrete stupiti dalla versatilità e dalla predisposizione ad imparare e fare qualsiasi cosa voi gli chiediate, che eseguirà ineccepibilmente solo per amore, fiducia, e gratitudine nei vostri confronti.

UN PROPRIETARIO AD HOC Il Bernese è un cane che non riconosce un solo proprietario ma è ben disposto verso tutto e tutti, ama assecondare in ogni cosa il bipede, a patto però che sia un compagno “ad hoc”. Ora voi vi domanderete cosa significhi e cosa questo comporti per un Bernese. Il partner perfetto, dal punto di vista di un Bovaro, è colui che è un 8


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leader, un capo inteso come capobranco naturale: un tipo pacato, che non perda mai la pazienza inutilmente, che si sappia far rispettare e che lo sappia guidare in tutte le situazioni con dolcezza ma anche con fermezza. Non lasciategli quindi la possibilità di “comandare” e non umanizzatelo con comportamenti troppo indulgenti, assecondandolo in ogni sua richiesta, capriccio o paura, perché non ne apprezzerebbe il senso e questo atteggiamento, contribuirebbe a renderlo un cane insicuro, fragile e infelice. È facile viziare un cucciolo del genere, perché se è vero che tutti i cuccioli sono incredibilmente belli, il Bernese lo è ancor di più. Ma dietro a quel suo aspetto da orsacchiotto indifeso, si cela comunque un cane rustico, ben determinato, furbo e un po’ testardo che avendo la possibilità di scegliere, deciderà per la via più facile. Va educato con “la diligenza del buon padre di famiglia”, sapendo al-

ternare amore e comprensione a fermezza e autorevolezza. Siate quindi dei compagni attenti e mai superficiali, perché otterreste il risultato poco piacevole di vivere con un cane di grossa taglia maleducato ed indifferente alle vostre richieste... e quando ci si mette, il Bernese sa essere talmente testardo e cocciuto da vanificare in un secondo parole e parole spese a celebrare questo rustico cane Svizzero. Quindi, ricapitolando, a chi è adatto un Bernese? A tutti coloro che non si faranno rapire esclusivamente dalle apparenze,innamorandosi esclusivamente del meraviglioso ed imponente aspetto fisico, ma ne apprezzeranno nel contempo la loro intrinseca, complessa e a volte contraddittoria personalità. E se riuscirete a coglierne il senso, credetemi, non riuscirete più a farne a meno. 9


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pelo lungo così nero e lucente da farlo splendere ovunque si trovi. Ma sebbene tutto sia così poetico ed entusiasmante, allevare questa razza non è per niente semplice. È difficile perché in essa tutto è equilibrato ma allo stesso vige un interessante quanto affascinante “gioco dei contrasti”: una distribuzione precisa dei colori, una morfologia così ben equilibrata e definita, un carattere così speciale... perché se è vero che deve essere potente, robusto e di forte ossatura è pur vero che nel contempo deve essere agile, dinamico e scattante e che ogni parte del suo corpo deve essere così ben bilanciata da svolgere a lungo la funzione di razza per la quale è stato selezionato senza andare incontro ad usura di giunture e articolazioni nel tempo. Ed è vero che la testa deve essere potente, ma non al punto tale da diventare pesante e non essere più in armonia con l’insieme ed acquisire le caratteristiche di un vero e proprio molossoide. Il suo muso deve essere possente, ma questa caratteristica non deve mai essere accompagnata da un labbro aperto perchè il Bernese non deve mai sbavare ed in lui niente è in eccesso. E così potrei continuare per molti altri aspetti ancora...

Il CIABS, Club Italiano Amatori Bovari Svizzeri, club ufficiale per la tutela della razza in Italia, promuove ed invita anche i semplici possessori di Bernesi, all’ invio di un campione di sangue e alla compilazione di un questionario proposto dal CNRS-Equipe Génétique du Chien, e a richiedere qualsiasi informazione aggiuntiva alla segreteria del club che si mette a disposizione per questo e per qualsiasi altro quesito relativo alle razze tutelate.

MORFOLOGIA E ALLEVAMENTO Quello che ci colpisce al primo impatto visivo è la perfezione della distribuzione dei colori, quasi dipinti, un tricolore così ben posizionato da sembrare finto, unito ad un

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come in altre razze, ha un incidenza piuttosto marcata. Gli studi sono ancora in corso ed è fondamentale per poter dare continuità alla ricerca e per ottenere presto una svolta, che un massiccio numero di campioni arrivi ai ricercatori di Rennes.

LA SALUTE A quanto detto, va poi legato un aspetto essenziale: la salute. Ed è per questo che l’allevamento è un fatto assai complesso, in cui non bisogna lasciare nulla al caso, soprattutto per quanto riguarda quest’ ultimo punto. Perché il benessere animale e la qualità di vita di questo stupendo compagno è ciò che deve stare a cuore a tutti: la scelta di riproduttori sani, tipici ed equilibrati è quindi un atto dovuto per la preservazione della razza sia che la cucciolata venga fatta a livello professionale, amatoriale o da chi in famiglia si cimenti allevatore anche solo per una volta . La selezione su displasia dell’anca e del gomito in riproduzione è, per esempio, un atto “minimo” dovuto, per limitare al massimo l’insorgenza di questa patologia dell’ accrescimento multifattoriale e genetica, le cui cause più importanti sono una predisposizione poligenica congenita, fattori ambientali sovrapposti, uno squilibrio tra la massa muscolare primaria e una crescita scheletrica eccessivamente rapida. Essendo un cane di grossa taglia, necessita di particolari attenzioni durante il primo anno di vita (ed anche più): va da sé quindi, che il compito di un proprietario attento, è quello di cercare di usare tutti gli accorgimenti possibili e immaginabili per evitare che il fattore ambientale vada a nuocere sulla crescita del cucciolo. Avrà bisogno così di un’alimentazione ben calibrata e di frequenti passeggiate di tanti minuti quante sono le sue settimane vita, evitando accuratamente di lasciarlo correre liberamente senza prima passare per un esercizio appropriato di passo e trotto, che lo aiuterà a formare una muscolatura adatta a sostenere lo scheletro in crescita. Il progresso e la scienza sono andati avanti e ciò che prima sembrava lontano adesso è realtà: da diversi anni sono stati messi a punto dei vari test genetici che sono un utile strumento di ausilio per gli allevatori per escludere alcune malattie ereditarie quali la mielopatia degenerativa e molte altre ancora. Ultimo in ordine di tempo ma non in ordine di importanza è il pre-test, ora diventato test, dell’SH (Sarcoma Histiocityc), messo a punto da un equipe di genetisti del CNRS di Rennes (Francia) che dopo anni di studi è riuscita ad evidenziare delle regioni del genoma coinvolte nella malattia e ad identificare dei marker genetici associati al rischio di sviluppare e trasmettere questo tumore che nel Bernese,

ALL’APICE DEL SUCCESSO Negli ultimi 20 anni in Italia il Bernese ha avuto un incremento delle nascite pressoché costante che, dai 500 soggetti circa nati nel 2000, ha portato il numero dei soggetti iscritti al ROI ai circa 2000 attuali: se da una parte un’evoluzione del genere non può che farci piacere, dall’altra sottintende un rovescio della medaglia che purtroppo tutte le razze “in voga” subiscono e che sono ben evidenti sia a livello morfologico che comportamentale. L’unico modo per salvaguardare questa razza e poter godere a pieno e soprattutto a lungo di questi splendidi cani, è quello di rivolgersi ad allevatori o persone che attraverso la conoscenza, lo studio delle linee di sangue e la scelta dei riproduttori, si cimentano in una selezione completa, coscienziosa ed etica, diffidando di chi propone a prezzi concorrenziali cani tricolore senza pedigree o provenienti da chissà dove, che nulla hanno a che vedere con il vero ed unico Bovaro del Bernese. Testo e foto di Maddalena Manciani (Presidentessa del CIABS)

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Notizie ENCI CANE DA PASTORE BERGAMASCO

BASSOTTO TEDESCO

Prova di lavoro tramite Herding Working Test

Modifica età minima per la conferma di taglia

Il Consiglio Direttivo del 20/5/2020, in considerazione delle valutazioni e del parere favorevole espresso dalla Commissione Tecnica Centrale, ha deliberato di accoglie­ re l’istanza avanzata dell’Associazione Nazionale Amatori del Cane da Pastore Bergamasco, prevedendo che la razza sia inclusa tra quelle sottoposte a prova di lavoro con il superamento dell’HWT (Herding Working Test) con entrata in vigore dal 1 gennaio 2021, e la conseguente possibilità di partecipare alle Esposizioni di bellezza, nella classe lavoro. Si precisa che Il CAC rimane uno solo ed è assegnato dal giudice al soggetto ritenuto idoneo tra i vincitori delle clas­ si libera, intermedia e lavoro.

Il Consiglio Direttivo in data 20/5/2020 in relazione alla richiesta dell’Amici Bassotto Club, acquisito il parere della Commissione Tecnica Centrale, ha deliberato di approvare la modifica del Regolamento per la conferma di taglia. L’età minima per tale conferma, a partire dal 1 gennaio 2021 è di 15 mesi.

RECENSIONE Jeffrey Moussaieff Masson I CANI NON MENTONO SULL’AMORE CAIRO Editore L’autore si concentra sull’esplorazione del misterioso universo interiore del “nostro migliore e più sincero amico” con gli strumenti che la professione di psicoanalista gli ha insegnato a usare. Attingendo dunque al mito, alla letteratura, agli studi scientifici - da Senofane a Voltaire, da Freud a Lorenz, da Thomas Mann a Kundera - ma soprattutto alle storie personali e a quelle degli amanti dei cani, Masson racconta i «moti del cuore» canino. E rende omaggio alla loro emozione per eccellenza: l’amore, su cui i cani, diversamente

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BOSTON TERRIER - L’americano che arrivò dall’altra parte dell’oceano

Un “gentleman” che raccoglie consensi

Robusto, gioioso e gentile. Lo sguardo sognante e l’originale pezzatura del mantello lo rendono unico


PICCOLO E GIOCOSO • È piccolo ma robusto, agosto 2020 e non è un cane da guardia • Ha occhi grandi ed espressivi • Ha un elegante mantello Certamente americano per l’attenta selezione avvenuta condo piano, di facile manutenzione proprio nella città di Boston , la razza fonda le sue lontane Barnard aveva un • Di solito è gentile radici in Inghilterra. Intorno al 1860, gli incroci tra il allevamento ben con tutti, compresi altri Bulldog e il West Highland White Terrier erano molto poorganizzato, e le paanimali domestici polari. Erano famosi per la loro abilità di “ratter” e per i reti erano ricoperte di • In genere ama combattimenti; in questi incroci - che mostravano anche stampe e foto di tutti i giocare e inseguire un’intelligenza fuori dal comune - si evidenziavano le principali cani di enpalle migliori caratteristiche dei loro antenati Bulldog e Terrier. trambi i Paesi. Il signor Alcuni di questi cani di taglia media, tigrati e bianchi fuBarnard era orgoglioso del rono trasportati a mezzo delle navi nel Massachusetts, e progresso del suo unico hobby, il immediatamente divennero famosi tra gli appassionati di “Bullet Headed Dog”, com’era chiacani nella zona di Boston. mato allora. Che questi cani a testa Uno dei primi di questi appassionati fu il dr. James tonda fossero il risultato dell’incrocio origiBoutelle che scrisse come la razza mosse i primi passi. nale tra Bull Terrier era ammesso da tutti, senza conVerso la fine del 20° secolo, tramite i suoi scritti diede un troversie”. affascinante resoconto degli inizi del Boston Terrier: “Ci Tuttavia, questa affermazione non trova d’accordo altre sono molte persone che si affermano all’inizio della selepersone che sostengono che la razza sia stata ottenuta zione di questi terrier, ma a John P. Barnard Jr., di Boston, attraverso incroci casuali tra varie razze. Il racconto di Massachusetts, va il maggior merito. In una delle più faBoutelle dimostra, quasi fin dall’inizio, che questi primi mose scuderie di hacking di proprietà di John. P. Barnard appassionati allevatori avevano uno scopo chiaro per Syndicate, situato in Myrtle Street,sopra l’ufficio, al secreare la razza perfetta. Guidati dal talento di Barnard,

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stavano lavorando verso un obiettivo definito e il loro progresso era straordinariamente veloce. Edward Axtell ha scritto un tributo illuminante ed evocativo a Mr. Barnard - il “padre della razza” - e ci parla anche di alcuni importantissimi primi cani. «L’altra sera ero seduto accanto al fuoco e mi passò per la testa una revisione della razza da quando l’ho vista per la prima volta molti anni fa. Un bel giovanotto che portava in Beacon Street, a Boston, due cani di un tipo diverso da quello che non avevo mai visto prima, che sembrava aver impresso su di loro una personalità e uno stile individuali. Non erano Bulldogs, né erano Bull Terrier; razze con cui avevo avuto familiarità per tutta la vita; ma sembrava essere una felice combinazione di entrambi. Devo dire che uno era “Barnard’s Tom” e l’altro era suo fratello, “Atkinson To-by”. Tom era quello destinato a fare la storia di Boston Terrier, poiché era il padre di Mike di Barnard. Mr. Barnard è stato giustamente chiamato il “Padre del Boston Terrier”».

PILLOLE DI SAGGEZZA • Durante l’estate evitare di portarlo a passeggiare durante le ore calde ed accertarsi che abbia sempre una zona fresca dove riposare. • Durante l’inverno proteggerlo dal freddo poiché il suo mantello è inadeguato alle basse temperature, non ha sottopelo e il pelo di copertura è cortissimo. • Tenere sempre gli occhi ben puliti e asciutti utilizzando appositi prodotti consigliati dal veterinario. • In genere, sono cani silenziosi e gentili. A volte i maschi possono essere scontrosi con altri cani che ritengono stiano invadendo il loro territorio.

L’entusiasmo per questi cani molto attraenti e accattivanti si diffuse rapidamente, ma la “razza” era ancora limitata principalmente alla città di Boston e all’area circostante. Alcuni allevatori esperti delinearono un piano per la selezione con un’immagine mentale ideale di come dovesse essere e rapidamente cominciò ad emergere ed a stabilizzarsi un tipo definitivo di Boston Terrier.Tuttavia, durante questi primi passi della selezione, sembranon sia stata prestata molta attenzione al colore – che ora è una parte ben distintiva della razza - dato che alcuni dei primi soggetti erano in realtà principalmente bianchi, pezzati o tigrati e sono quindi stati compiuti maggiori sforzi per ridurre le dimensioni e dare un’impronta distintiva di razza.

• Possono essere troppo ghiotti , quindi è meglio tenere il loro peso sotto controllo. • A volte sono testardi, quindi la perseveranza e la coerenza sono raccomandati nei metodi dieducazione. Sono sensibili al tono di voce e la punizione può farli chiudere in sé stessi, quindi l’educazione dovrebbe essere moderata nei tempi e motivazionale.

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Nel libro“ The Boston Terrier and All AboutIt” pubblicato nel 1910, l’auPESO tore Edward Axtell commenta questi cani impor• sotto i 6,8kg tati, come dice ironica• da 6,8 a 9 kg mente, “dall’altra parte” • da 9 kg a non oltre in altre parole, dalla Gran gli 11,35 kg Bretagna! ‘Un certo numero di altri cani di piccola taglia sono stati successivamente introdotti nella razza, che era diventata piuttosto disomogenea. Questi erano in gran parte importati dalla Gran Bretagna e avevano un carattere simile a Hoopers Judge (uno dei cani di Edward Burnett). Uno dei più noti è stato Jack Reede. Era uniformemente macchiato, tigrato rossastro e bianco, con il mantello un po’ ruvido e un peso di 14 libre. Un altro cane molto piccolo era Perry, importato dalla Scozia, di colore bluastro e bianco, con una coda dritta di tre quarti e un peso di sei libbre. È anche interessante notare che un certo numero di primi allevatori di Boston ha anche allevato e Bulldog francesi e anche questi devono essere entrati nel mix della selezione.” Gli allevatori di Boston erano ovviamente molto fiduciosi della loro nuova razza distintiva e del suo futuro e sentivano che ciò doveva essere confermato dal riconoscimento ufficiale dell’American Kennel Club. Una quarantina di allevatori provenienti da tutta Boston organizzarono un club e nel 1891 fu presentata una richiesta di adesione. Il nome stabilito per questo club era “American Bull Terrier Club”. Ma non ottennero il riconoscimento a causa delle vivaci obiezioni sollevate dagli allevatori di Bull Terrier. Anche il nome “Round-Headed Terrier” fu rifiutato. Un noto scrittore e autorità in campo cinofilo, James Watson, suggerì che, poiché la razza era stata allevata a Boston, perché non chiamarla “Boston Terrier”? Il suggerimento ovviamente ha portato fortuna. Nel 1893 la razza ricevette il riconoscimento ufficiale come Boston Terrier e il Boston Terrier Club fu ammesso a far parte dell’AKC. Questi primi appassionati allevatori iniziarono rapidamente a formulare uno standard, scritto con estrema cura Nei primi anni del xx secolo, la razza crebbe con una incredibile rapidità. Non era insolito che fosse già la razza più rappresentata alle esposizioni canine nelle aree di Boston e New York, e presto questo incredibile successo fu replicatoin tutti gli Stati Uniti. Negli anni ‘20 il Boston Terrier era diventato molto simile a come lo è oggi. Uno degli allevamenti che ha dominato la scena in quel periodo era l’affisso Haggerty Boston. Un profilo di questo allevamento è descritto nel libro di J. Flamholtz “Boston Terrier, The Early Years”, assieme ad altri come “Million Dollar”, famoso negli anni Venti e 16


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Trenta, che esportò un soggetto in Inghilterra a Eveline, presso la contessa dell’Essex, che fece molto per diffondere la razza nel Regno Unito. Nonostante le premesse iniziali, il BostonTerrier rimase una di razza poco conosciuta nel Regno Unito e in Europa. Tuttavia, ai giorni nostri l’interesse per l’“American Gentleman” è esploso. Si può solo pregare che questo splendido cane, non subisca troppo l’influsso della moda e si mantenga in buona saluta come lo è adesso.

MANTELLO: PELO: corto, liscio, lucido e di fine tessitura COLORE: striato, foca, nero, con macchie bianche MACCHIE RICHIESTE: striscia bianca attorno al muso, striscia bianca fra gli occhi, fronte bianca

AFFABILE CON TUTTI Il Boston Terrier è una razza eccezionalmente amichevole, anche congli estranei. Hanno una natura vivace e sono molto intelligenti, la loro tipica espressione attenta e gentile è una caratteristica importantissima per la razza e sono sempre desiderosi di compiacere. Generalmente buoni con i bambini, a volte possono essere turbolenti nel gioco, quindi sono adatti ai bambini un po’ grandicelli.

A causa delle loro piccole dimensioni, è possibile che i bambini li feriscano accidentalmente. Quindi, per la sicurezza di tutti, è importante insegnare ai bambini come gestirli correttamente. Le loro personalità estroverse possono rendere questi

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cani felici e facilmente adattabili in famiglia. Amano l’attenzione e abbaiano per ottenerla, soprattutto quando qualcuno di nuovo arriva in famiglia. La razza è eccezionalmente socievole il che lirende ottimi cani da compagnia, anche se ciò significa che possono essere inclini a soffrire di ansia da separazione. Di solito sono anche buoni con altri animali domestici se introdotti in modo appropriato. La loro natura amichevole anche verso gli estranei significa che non sono buoni cani da guardia. Nonostante il loro carattere deciso, il Boston Terrier è di solito desideroso di compiacere, il che significa che sono facilmente addestrabili anche se tendono a distrarsi osservando qua e là e si rende utile interessarli alle nostre richieste con dei giochi e delle ricompense alimentari. Alcuni di loro ultimamente si possono notare cimentarsi in alcuni sport cinofili, più per divertimento che per velleità agonistiche. All’aperto, sono affidabili, con una buona educazione di base si ottiene un buon controllo sul cane anche perché è sempre desideroso di restare vicino al padrone.

IN ITALIA La razza vive la fortuna di essere seguita da abili allevatori, tanto che sui ring la qualità è costantemente medio alta. Il numero delle iscrizioni al Libro genealogico è in trend attivo. La tutela è affidata al Club Cani Compagnia ed è collocata nella sezione interna alla associazione dedicata ai piccoli molossoidi, la sezione numero 7.

ORECCHIE Le orecchie di solito verso i 2/3 mesi salgono, certi cuccioli a due mesi le hanno già su. Si può dire che si rizzano da sole dai 40 giorni ai 3 mesi

Una razza che sta guadagnando consensi per l’originale aspetto e per il carattere allegro e disponibile con tutti. Da cuccioli sono incredibilmente attraenti per quell’aria un poco imbambolata che nasconde in realtà un carattere curioso e giocherellone. La taglia ridotta lo rende un cane da compagnia ideale anche se alcune attenzioni sono indispensabili, specialmente d’estate. Pietro Paolo Condò Presidente del Club Cani Compagnia (Fotoservizio Liliana Carta)

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Una piccola isola della Siberia nasconde affascinanti segreti

I cani di Zhokhov

Siberian Husky. Foto Gianluca Borgatello.

Ritrovati antichissimi reperti e manufatti per il traino delle slitte. La scienza riscrive la storia dei “cani del Nord” Le razze nordiche hanno sempre affascinato i popoli. In passato per la loro resistenza, collaborazione e infinita dedizione, tutte qualità che hanno sostanzialmente contribuito alla sopravvivenza di queste tribù in ambienti tanto ostili da mettere a dura prova la sopravvivenza di ogni giorno. Nei tempi moderni, invece, tornati alla ribalta per le loro qualità estetiche come occhi azzurri, candidi mantelli, sguardi da lupo che riportano a lontani scenari polari affascinanti e sconosciuti, hanno conquistano un posto rilevante nella cinofilia con appassionati allevatori in tutto il mondo. I “cani da slitta” hanno anche saputo riavvicinare alcune persone ad una attività atavica, divenuta oggi uno sport lo “sleddog” popolare soprattutto negli Stati Uniti e nei Paesi Scandinavi che ha trovato anche in Italia autentici sportivi che lo praticano assiduamente in competizioni anche di livello internazionale. Pur essendo un gruppo specialistico, le razze da slitta – Samoiedo, Siberian Husky, Alaskan Mamamute e Groenlandese – ed in genere i cani del Nord, non sono mai stati oggetto di indagini preistoriche legate al loro

sviluppo genetico, ma com’è logico pensare, ciò è dipeso anche dalla casualità delle scoperte fatte da paleontologi, archeologi e scienziati che dal materiale rivenuto eseguono nel tempo indagini approfondite anche sul DNA. A tal proposito, una scoperta sensazionale, poiché unica nel suo genere, è stata fatta nella piccola isola siberiana di Zhokhov, (soli 10 km di lunghezza, nella regione della Sacha-Jacuzia) condotta da ricercatori della University of Copenhagen (Facoltà di Scienze della salute e mediche) e di altri ricercatori russi, groenlandesi e spagnoli. Durante gli scavi del sito di Zhokhov (sull’isola di Zhokhov), gli archeologi hanno scoperto le prove più antiche dell’uso dell’allevamento di cani da slitta rinvenendo alcuni oggetti riconducibili alle slitte e resti ossei di cani di età compresa tra gli 8 e 9 mila anni or sono. Sono stati trovati resti ossei che ricordano elementi di fissaggio che i moderni Eschimesi (Inuit) usano per il “tiro” dei cani da slitta. La scoperta nel suo complesso ha interessato il mondo della ricerca e dell’editoria internazionale (tra cui REUTERS/Peter Nicholls), tanto che la prestigiosa rivista 19


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Si legge nell’articolo di SCIENCE che: “Sebbene i cani da slitta siano uno dei gruppi più specializzati di cani, la loro origine ed evoluzione ha ricevuto molta meno attenzione rispetto a molti altri gruppi di cani. Abbiamo applicato un approccio genomico per indagare sulla loro apparizione spazio-temporale sequenziando i genomi di 10 moderni cani da slitta della Groenlandia, un cane siberiano di circa 9500 anni - associato a prove archeologiche per la tecnologia utilizzata per la slitta - e un lupo siberiano di circa 33.000 anni. Abbiamo trovato notevole somiglianza genetica tra l’antico cane di Zhokhov e i moderni cani da slitta. Abbiamo rilevato il flusso genico dei lupi siberiani pleistocenici, ma non dei moderni lupi americani”, ha affermato Mikkel Sinding, uno dei ricercatori protagonisti dello studio.

“Possiamo osservare che i moderni cani da slitta hanno la maggior parte dei loro genomi in comune con il cane di Zhokhov. Quindi, sono più strettamente legati a questo antico cane che ad altri cani o ai lupi. Ma non solo - possiamo vedere tracce di incroci con lupi come il lupo siberiano di 33.000 anni, ma non con i lupi moderni, afferma Mikkel Sinding.”

SCIENCE ha dedicato la copertina del numero di giugno 2020 agli “Artics Dogs”. Mikkel Sinding, ricercatore presso il Globe Institute, Sezione per la Genomica evolutiva, della University of Copenhagen (DK) , spiega che: “Questo nuovo studio evidenzia che il cane da slitta è molto più vecchio di 3000 anni fa, come si credeva, e mette l’accento sul fatto che i cani da slitta non sono geneticamente collegati al lupo moderno, ma piuttosto che i cani da slitta della Groenlandia traggono la maggior parte del loro genoma dal cane preistorico di Zhokhov. Abbiamo estratto il DNA da un cane di 9.500 anni dall’isola siberiana di Zhokhov, da cui prende il nome il cane. Sulla base di quel DNA abbiamo sequenziato il genoma completo del cane più antico scoperto fino ad oggi, e i risultati mostrano una diversificazione estremamente precoce dei cani nordici in altrettanti tipi di cani da slitta”. Fino ad ora, era opinione comune che Zhokhov, il cane siberiano di 9.500 anni fa, fosse una specie di cane antico - uno dei primi cani domestici - e appartenesse alla versione più accreditata sull’origine di tutti i cani. Ma secondo il nuovo studio, è risultato che i moderni cani da slitta come il Siberian Husky, l’Alaska Malamute e il cane da slitta della Groenlandia condividono la maggior parte del loro genoma con il cane di Zhokhov.

Secondo i ricercatori i moderni cani da slitta hanno più sovrapposizioni genetiche con altre razze di cani moderni rispetto al cane di Zhokhov, ma gli studi non mostrano dove o quando ciò si è verificato. Tuttavia, tra i moderni cani da slitta, quelli della Groenlandia si distinguono poiché hanno la minima sovrapposizione con altre razze, il che significa che il cane da slitta della Groenlandia è probabilmente il cane da slitta più originale al mondo.

Come detto, per saperne di più sulle origini del cane da slitta, i ricercatori hanno ulteriormente sequenziato i genomi di un lupo siberiano di 33.000 anni e di dieci moderni cani da slitta groenlandesi. Hanno poi confrontato questi genomi con i genomi di cani e lupi di tutto il mondo. 20

I CANI SAMOIEDO Nell’articolo non si fa cenno alla razza di cani Samoiedo. È legittimo pensare che essendo la tribù dei Samoiedi collocata in una zona remota della Siberia tra i monti Urali e il fiume Yenisei, non sia stata al momento oggetto di ricerca. Un’opportunità per il futuro dato che sappiamo quanto questa razza sia stata conservata integra per secoli, tanto che l’ornitologo di origine russa Vladimir Beregovoy incontrò nel 1962, in una remota regione della Siberia non raggiunta né da strade né dalla modernità, una tribù di Samoiedi con i loro cani bianchi del tutto simili ai nostri moderni cani Samoiedi. Una delle razze asiatiche più arcaiche, che lo stesso Beregovoy cita nel libro scritto con Jill Moore “ Primitive Breed – Perfect Dogs ” (Hoflin).


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Maurizio Drigo con il suo team di Samoiedi

ADATTAMENTI GENETICI FUNZIONALI ALL’AMBIENTE

Alaskan Malamute al “Malamute Day”

Oltre a migliorare la comprensione comune sull’origine dei cani da slitta, il nuovo studio mostra ai ricercatori maggiori informazioni sulle differenze tra cani da slitta e altre razze. Per esempio, per i cani moderni vige una dieta ricca di zuccheri e amidi, invece, per gli antichi cani del Nord venivano somministrate diete ricche di grassi, con meccanismi metabolici simili a quelli descritti per gli orsi polari e per le persone dell’Artico. “Ciò sottolinea che i cani da slitta e le popolazioni artiche hanno avuto lo stesso adattamento ambientale per oltre 9.500 anni. Possiamo anche constatare che hanno avuto adattamenti che sono probabilmente collegati a un migliore assorbimento di ossigeno, il che ha senso in relazione alle antiche origini della tradizione delle slitte”, afferma Shyam Gopalakrishnan, professore associato presso la University of Copenhagen che ha condotto lo studio. I professori Christian Sonne e Rune Dietz dell’Artic Research Center dell’Università di Aarhus (DK) che hanno fornito i campioni di cani da slitta, affermano: “Lavoriamo a stretto contatto con i cacciatori in Groenlandia da quasi 40 anni. Siamo stati in grado di raccogliere campioni preziosi da questi cani che ci hanno permesso di dimostrare che i cani da slitta possono bruciare grandi quantità di grasso, avere un buon fisico ed mantenersi in forma. I cani da slitta, gli orsi polari e gli Inuit usano grassi sani in modo da non sviluppare malattie legate allo stile di vita moderna, come coaguli nel sangue e diabete. Il contenuto di acidi grassi, minerali e vitamine li aiuta anche a contra21


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STORIE DI DONNE E UOMINI, DI SLITTE E DI CANI Nel remoto villaggio di Yar-Sale, nella Siberia settentrionale, un insediamento di ex pastori nomadi di renne, attualmente vive in isolamento totale, una piccola comunità che non vuole rinunciare a tradizioni arcaiche. Col passare del tempo, il clima rigido della tundra unito alle conseguenze fisiche dell’invecchiamento ha spinto molti membri della comunità a stabilirsi in città e rinunciare al loro stile di vita nomade. Com’era prevedibile, ciò si è tradotto in una sfortunata dissonanza tra gli individui stazionari e la loro comunità nomade. Il fotografo documentarista, Oded Wagenstein quando venne a sapere delle persone anziane a Yar-Sale, prese un volo internazionale per Mosca, proseguì poi in treno per la Siberia con un viaggio durato sessanta ore. Da lì, ha guidato per sette ore attraverso un fiume ghiacciato per incontrare i membri della comunità di Yar-Sale, ascoltando le loro storie mentre fotografava il paesaggio e i cittadini del villaggio. Le immagini ottenute compongono la sua serie Forgotten Like Last Year’s Snow, un racconto malinconico delle vite isolate delle donne anziane a Yar-Sale.

Foto storica di Zhiteli Goroda

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Team di Alaskan Malamute in attesa della competizione. Foto Giuseppe Biagiotti.

stare gli effetti negativi delle tossine ambientali - come PCBS e mercurio - a cui sono esposti essendo l’ultimo anello della catena alimentare”.

UN’ALLEANZA MILLENARIA Vladimir Pitulko, responsabile del progetto della Russian Science Foundation conclude affermando: “I cani da slitta e gli abitanti dell’Artico hanno una storia comune di 9,5 millenni: vivevano insieme, si muovevano per lunghe distanze e cacciavano. L’adattamento congiunto non poteva che lasciare un’impronta sul genoma animale. La tradizione di usare team di cani da parte delle popolazione dell’estremo Nord esiste da molto tempo e persiste tutt’ora in diverse regioni dell’Artico, tuttavia, nel nord dell’Eurasia, venne probabilmente soppiantata dall’uso di team di renne.” L’adattamento alle condizioni ambientali e all’attività fisica si manifestò quindi negli antichi cani trovati sull’isola di Zhokhov, a livello genetico, il che indica una selezione abbastanza lunga eseguita dall’uomo nell’interesse di creare una varietà di cani con una ben definita funzionalità.

DALLA PREISTORIA AD OGGI È affascinante la ricerca scientifica che ci trasporta lontano di migliaia di anni e ci racconta nei risvolti più segreti la vita di allora. Storie di uomini e cani legati dall’istinto di sopravvivenza, avvolti dal gelo perenne, sfiancati dalla fatica alla perpetua ricerca di cibo e riparo. Un mondo arcaico, primitivo e selvaggio che improvvisamente ci viene svelato, trasportato segretamente per millenni nel DNA dei cani del Nord ed ora svelato a noi, persone dell’era moderna che si affacciano con meraviglia su questo mondo perduto di cui possiamo vedere un riflesso nello sguardo di una cane da slitta che accompagna i nostri passi in un mondo dove i ghiacciai rischiano di diventare solo un ricordo. Renata Fossati 23


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ALIMENTAZIONE E FORMA FISICA

Irish Wolfhound. Il gigante delle razze canine. Altezza al garrese per i maschi cm 86. Foto Marcello Poli.

Un originale raffronto fra le età dell’uomo e del cane

Quando la taglia fa la differenza Tante volte ci saremo domandati come facesse il nostro vecchio Breton a continuare a profondere vitalità ed energico impegno in battuta, nonostante un’età che, paragonata a quella del­l’uomo, ci sembrava ormai avanzata. Quante altre invece abbiamo cercato di comprendere perché il nostro adorato Hannoveriano, con vista annebbiata ma volontà tenace, si strascicasse lentamente nelle lunghe passeggiate pur avendo, a parer nostro, un’età che, nell’uomo, sarebbe stata quella di un adolescente. In quante circostanze, insomma, abbiamo davvero stentato a comprendere come e se lo scorrere dei nostri anni potesse avere una qualche correlazione con il progredire dell’età del cane pur percependo chiaramente un senso di ineluttabilità nel destino di quell’amico che, un giorno, avrebbe improvvisamente smesso di esserci accanto. Una precisazione è d’obbligo: non esistono formule certe per comparare i loro anni ai nostri, non vi è 24


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Classica differenza di taglia tra un Chihuahua ed un Alano

Alimentazione, cure e attenzioni per rendere migliore la vita del nostro “migliore amico”

alcun attendibile paragone poiché fatti e circostanze che caratterizzano la lunghezza della vita di un cane sono estremamente variabili. L’unica certezza è che per i cani, a confronto con noi, le fasi della vita corrono molto più veloci e che la loro esistenza rispetto alla nostra è molto breve. Nonostante questo però, possiamo riscontrare in tutte le razze tappe fisse che ne caratterizzano i primi mesi di vita, assolutamente paragonabili, dall’Alano al Barbone, nel maschio come nella femmina. Esse, possono essere così suddivise: Periodo Neonatale: è rappresentato dalle prime due settimane di vita, periodo in cui il cucciolo è cieco, sordo e dorme per il 90% della giornata. Riesce a malapena ad orientarsi nello spazio e, pur avendo un minimo di equilibrio, si muove con estrema difficoltà, senza la forza di sollevarsi sugli arti. Ancora non è in grado di fare nemmeno pipì e feci da solo, se non accuratamente stimolato dalla madre. Dato che ancora non riesce a mantenere costante la pro-

pria temperatura corporea, tende a raggrupparsi con i fratelli o addosso alla madre. Periodo di Transizione: è molto breve, dai 14 ai 21 giorni di vita del cucciolo. Inizia con l’apertura degli occhi e, finalmente, con la scoperta… della madre, che adesso non è più solo una fonte di calore e di latte, ma un individuo da seguire e da cui imparare. Il cucciolo comincia a diminuire le proprie ore di sonno. Inizia da ora, e durerà fino a circa quattro mesi, la cosiddetta “impregnazione”, cioè il cucciolo comincerà a riconoscere come simili tutti gli altri cani e come specie amiche e, quindi non predabili, l’uomo ed eventuali altri animali (es. il gatto di casa, il pollo nel cortile...). Periodo di Socializzazione: può variare per durata, potendosi prolungare dalla terza settimana fino al sesto mese o all’anno. È un periodo importantissimo in cui si svilupperanno le capacità del cucciolo di comunicare col mondo esterno, la sua curiosità nell’esplorare, la possibilità di controllarsi e di gestirsi. Piano, piano diventerà un giovane, capace di distaccarsi dalla madre: questo di solito 25


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avviene prima per i maschi, intorno ai sette mesi, anticipando di poco la maturità sessuale, mentre le femmine possono rimanere ancora legate per mesi alla madre. Questa differenza fra i sessi si suppone sia dovuta, in natura, al fatto che i maschi giovani debbano esser presto allontanati dal branco dal maschio dominante per evitare accoppiamenti innaturali con la madre al momento del nuovo calore. Da 6 ad 8 mesi i maschi in particolare cominciano a cercare “una propria strada”, un po’ come i nostri adolescenti. Il loro atteggiamento diventa ogni giorno più di sfida nei confronti degli adulti e cominciano i primi goffi tentativi di imporsi nella gerarchia. Solitamente in questa fase i capobranco fanno loro capire in maniera decisamente manifesta che dovranno ancora per molto mantenere il loro ruolo di subordinati. Oltre questi primi stadi di vita, che abbiamo visto relativamente fissi al variare del sesso e della razza, crescendo, la vita di un cane può invece essere fortemente influenzata da questi due fattori. Innanzitutto, la maturità sessuale, cioè la capacità di riprodursi, può essere più precocemente raggiunta dalle femmine, dalle razze piccole piuttosto che dalle medie e dalle grandi. Comunque è compresa di solito fra 8 e 12 mesi. Più tardivo è, invece, lo sviluppo mentale e sociale, che si manifesta con il raggiungimento da parte del cane di una piena autonomia di comportamento e di azione. Anche in questo caso femmine ed esemplari di piccola taglia tenderanno a svilupparsi più precocemente rispetto ai maschi, soprattutto se di grossa taglia, che tenderanno a rimanere “bamboccioni” fino anche ai 24-36 mesi. Da questo stadio di vita in poi la differenza fra taglie di notevole mole e cani più piccoli si fa sempre più evidente. Per Setter, Bracchi, grandi Segugi come quello di Sant’Uberto, per non parlare di Levrieri quali il gigantesco Irlandese, la piena maturità avviene tanto prima quanto è maggiore la loro mole standard: se per un Kurzhaar il completo vigore sarà raggiunto e mantenuto far i 4 e gli 8 anni, un grande Bloodhound di 50 kg comincerà un po’ prima il declino fisico. Non potremo, quindi, più paragonare gli 8 anni del nostro ancor vivacissimo Breton con quelli di un cane di taglia medio grande, già meno brillante di qualche annetto prima.

Chihuahua. Il peso ideale è compreso tra 1,5 e 3 kg. Foto Viola Caroti.

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Per non parlare poi degli otto anni di un cane di taglia gigante, che a quest’età soffre ormai dei più tipici acciacchi di una vecchiaia avanzata. E, così, le aspettative di vita inevitabilmente si accorciano proporzionalmente alla mole raggiunta; mentre i cani di tagli medio piccola concluderanno la loro carriera anche oltre i 16 anni di vita, quelli di taglia gigante hanno un’aspettativa di vita minore. Anche i cani da lavoro andranno valutati attentamente per l’usura delle articolazioni e l’affaticamento di muscoli e tendini Ovviamente, riportata questa valutazione di base, molte altre ne andrebbero fatte:

Epagneul nano continentale Papillon. Altezza ideale al garrese cm. 28. Foto Egle Dildaite.

se ha vissuto in piena salute sarà più tardivamente preda di acciacchi; un cane ben nutrito e gestito avrà maggiori aspettative di vita; le femmine di solito vivono un po’ di più rispetto ai maschi. Questo per capire, con un po’ di logica, che indubbiamente ogni valutazione deve sempre essere integrata da una buona dose di soggettività che ci permetta di agire di conseguenza. Sara Ceccarelli Medico veterinario

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ALIMENTAZIONE E FORMA FISICA

Tibetan Mastiff. Altezza minima al garrese per i maschi cm. 66. Foto Francesco Mancina.


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ALIMENTAZIONE E FORMA FISICA

Dolce far niente La mancanza di attività fisica associata ad una dieta ricca di grassi e proteine non aiuta la salute dei cani… e nemmeno quella dei loro padroni

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1. Costole e spina dorsale visibili a distanza. Nessun grasso corporeo 2. Le costole possono essere visibili e facilmente percepibili. 3. Le costole possono essere sentite senza grasso in eccesso. 4. Le costole possono essere sentite con difficoltà sotto uno strato di grasso pesante. Grasso visibile vicino all’attaccatura della coda sulla spina dorsale. 5. Depositi di grasso su collo, arti e spina dorsale. Evidente distensione addominale. L’Università di Copenhagen ha condotto una originale ricerca secondo la quale i cani obesi hanno in buona percentuale un proprietario altrettanto obeso o comunque in sovrappeso Lo stesso afferma un ricerca italiana condotta da Pet Obesity Task Force italiana secondo la quale oltre la metà dei cani in Italia sarebbero alquanto grassi. Dicono i ricercatori danesi che l’alimentazione “fai da te” somministrata ai cani corrisponde spesso ad una dieta alimentare poco sana e senza regole dei rispettivi padroni. Come visto nel procedente articolo, le cause che fanno ingrassare i cani sono diverse, e riguardano l’età, la razza, la scarsa attività fisica, tutte caratteristiche che si riflettono anche nella quotidianità delle persone a cui spesso si aggiunge una dieta frettolosa e poco bilanciata. Lo studio danese ha preso in esame 268 cani, il 20,5% dei quali era in sovrappeso. La valutazione dei dati raccolti ha evidenziato che i cani obesi erano più del doppio se i padroni erano obesi rispetto a quelli con proprietari senza problemi di peso, con percentuali del 35% nel primo caso, contro il 14% del secondo. Charlotte Bjørnvad che ha coordinato lo studio afferma: “Quando il padrone in sovrappeso si siede sul divano, davanti alla tivù e mangia un panino o dei biscotti, spesso li condivide anche con il suo cane», Potrebbe sembrare una banalità del tipo: … che male può fare un piccolo biscotto o un pezzetto di pane… ma in realtà le piccole cattive abitudini quotidiane hanno un peso non indifferente… sia sulla bilancia… che sulla salute del nostro cane… e anche su quella dei loro padroni. A.B. 28


DOMINANZA ED EQUILIBRIO TRA CANI

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E qui comando io...

Due razze molto differenti per storia e funzione esprimono nel gioco complicità ed equilibrio. Golden Retriever e Rhodesian Ridgeback. Foto Antonella Tarlazzi.

La vita famigliare con più di un cane richiede sempre maggiori attenzioni. Tra gli allevatori è tradizione sottolineare ai futuri acquirenti che due cani non costituiscono la somma di due parti ma il risultato produce un piccolo branco, ovvero, l’unione delle due parti potrebbe produrre effetti positivi che condurrebbero ad una solida alleanza nella vita quotidiana, nel gioco… e nelle marachelle, oppure, si potrebbe verificare una situazione di dominanza/sottomissione dove la convivenza tra le parti risulterebbe sempre falsata da atteggiamenti di prepotenza/accettazione che se non governati finirebbero per compromettere la serenità della vita quotidiana dell’intera famiglia. Sul concetto di dominanza e relative “devianze” del significato è stato scritto molto dato che l’errata comprensione del termine o, addirittura il suo abuso, ha portato a situazioni incresciose soprattutto nel campo dell’educazione/addestramento: vedi alcuni addestratori esteri che attraverso l’utilizzo sconsi29


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Perfetto equilibrio di gioco tra razze di taglie e origini differenti. Schnauzer, Pastore del Caucaso, Cane da pastore tedesco. Foto Veronica Giuliani.

Nuove ricerche sul concetto di dominanza mettono in luce aspetti importanti che aiutano la relazione tra cani in famiglia

derato e criminale nel collare a strangolo ottengono la sottomissione… Già nel 2003, Barry Eaton – addestratore, esperto di comportamento – scriveva un piccolo libro intitolato “Dominanza: realtà o mito?” (Ed. Haquihana), efficace ed ironico sin dalla copertina dove una vignetta riproduce un cane che sognando afferma: “… oggi la famiglia… domani il mondo!”, dove al suo interno sono contenuti alcuni principi che sottintendono moderne teorie sulla dominanza sostenute da recenti ricerche (come vedremo più avanti) come per esempio: “ la dominanza è in realtà una questione di conquistare o perdere risorse, e non di raggiungere uno status più alto e questo spiegherebbe perché alcuni cani diventano aggressivi se fatti scendere dal divano o dalla poltrona preferita”. Eaton riporta diverse citazioni di famosi esperti del settore come John Fischer: “non credo assolutamente che i cani ci considerino loro simili e, di conseguenza, non competono con noi per lo status”; Devid Mech: “… in un

branco di lupi allo stato naturale la dominanza non si manifesta in termini di ordine gerarchico… lotte per la dominanza tra lupi sono rare, se non addirittura inesistenti… se la preda è piccola, i riproduttori mangeranno per primi, ma se il cibo è veramente scarso sono i cuccioli ad avere la precedenza”. Nel libro si pone l’accetto sugli equivoci provocati dallo studio del branco di lupi in cattività che, al contrario di quelli in libertà, dice lo stesso Mech lottano spesso per elevare il proprio status: “più alta è la posizione da raggiungere, maggiori saranno lo sforzo e le energie messe in campo”. Tutto sommato è una questione si spazi e di territori da difendere. I lupi in libertà hanno la possibilità di scegliere, di spostarsi, di cacciare in piena autonomia, quelli in cattività sono a volte composti da lupi che non appartengono alla stessa famiglia, di diverse età e sesso ed è qui che si creano le maggiori contese, soprattutto durante il periodo degli accoppiamenti. 30


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Lo studio della “legge del branco” applicata all’educazione e all’addestramento dei cani ha portato fuori strada molti degli addetti ai lavori, qualcuno di loro è ancora convinto che sopraffare il cane fisicamente e psicologicamente (punendolo e privandolo della libertà) possa indurre il cane a riconoscerci come “capo branco”, in realtà induciamo nel cane solo ansia e paura. Non apparteniamo allo stesso branco, non abbiamo lo stesso linguaggio, non usiamo gli stessi segnali e la selezione cui sono stati sottoposti da noi umani li ha resi così lontani dai lupi da non essere più in grado di cacciare in maniera proficua, come dimostrano gli studi fatti sui cani abbandonati e rinselvatichiti che vagano sugli Appennini la cui sopravvivenza è data a livelli percentuali bassissimi. Per citare una frase cara ai coniugi Ray e Lorna Coppinger: “Il cane è così lontano dagli antenati, i lupi, come noi lo siamo dai nostri, le scimmie”.

LA SCIENZA INDAGA Un studio pubblicato nel 2018 ad opera di Lisa J. Wallis, Ivaylo B. Iotchev, Enikő Kubinyi e ripreso nel marzo 2020 dagli stessi autori, ha analizzato ,attraverso questionari, le risposte di 1.156 proprietari di più di un cane (in Ungheria) per capire l’interpretazione del concetto di dominanza espresso da proprietari di cani che vivevano in famiglia. Il termine “dominio” è spesso usato dai proprietari di cani per descrivere i cani; tuttavia, potrebbe esserci un piccolo accordo sul suo significato, poiché il dominio viene definito in modo diverso in etologia, psicologia, tra il pubblico e nella stampa popolare. Quindi, i ricercatori hanno deciso di esaminare cosa intendono dire i proprietari quando parlano del dominio tra i cani. Precedenti studi etologici hanno stabilito che esistono relazioni di dominanza tra coppie/gruppi di cani da compagnia, di solito misurando comportamenti specifici mostrati dai cani quando interagiscono in un laboratorio, in una struttura o in un parco giochi per cani. Gli scienziati registrano i comportamenti dei cani durante l’interazione, il che consente loro di determinare la posizione di ciascun cane e di prevedere come si comporteranno i cani nelle future situazioni di conflitto. Questa informazione è di vitale importanza quando si tratta di gestire più cani che vivono nella stessa famiglia.

I PROPRIETARI DEI CANI La novità di questo studio consiste nel fatto che, rispetto agli scienziati, i proprietari di cani si trovano in una posizione unica, poiché osservano quotidianamente i loro cani per tutta la vita e quindi hanno una vasta conoscenza delle relazioni e delle interazioni dei loro cani

Coccole e attenioni del cane giovane verso quello più anziano. Cocker spaniel inglese. Foto Eleonora Erika Pesci.

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Poiché pochi studi hanno esaminato in modo specifico il legame fra i tratti della personalità del cane e lo stato di dominanza, nel questionario si richiedeva ai proprietari di specificare se il cane aveva uno stato dominante o sottomesso e l’esperienza sociale precedente (interazioni con membri del gruppo e estranei). Sono emersi alcuni principali fattori di personalità: assertività, addestrabilità e aggressività intraspecifica. L’assertività (sicurezza di sé, nel rispetto degli altri) ha rappresentato il 34% della variabile nello stato di dominanza, l’addestrabilità il 5% e l’età del cane ha contribuito al 4%. I cani percepiti come dominanti dai loro proprietari hanno ottenuto punteggi più alti in termini di assertività e addestrabilità, il che può aiutare a spiegare perché la dominanza sia stata spesso suggerita dai proprietari come un tratto di personalità, piuttosto che uno status sociale specifico (dovuto all’esperienza) nel rapporto di coppia. Nel complesso, lo studio propone uno sfondo multifattoriale delle relazioni di dominanza nei cani da compagnia, suggerendo che non solo l’esperienza precedente di interazioni sociali tra individui, ma anche i tratti di età e personalità influenzano lo stato di dominazione percepito dal proprietario nelle famiglie con più cani.

IL RISCHIO DI SOPRAFFAZIONE L’uso improprio del termine dominanza ha contribuito all’aumento delle tecniche di addestramento coercitivo, come colpire, scuotere, ringhiare e usare altra forza fisica, come l’utilizzo sconsiderato del collare a strangolo e schiacciare il cane a terra, atteggiamenti che nella maggior parte dei casi provocano comportamenti paurosi o aggressivo/difensivi nel cane.

tato a supporre che la dominanza fosse dovuta esclusivamente ad un tratto della personalità. Jones e Gosling hanno successivamente scoperto che tale dominanza era caratterizzata da comportamenti come il rifiuto di spostarsi, il bullismo contro altri cani, la protezione del cibo e il mangiare prima. Pertanto, il termine dominanza viene spesso definito come un tratto della personalità dei cani, sia in letteratura che dagli addetti ai lavori senza tenere in alcun conto le esperienze vissute.

Affermano i ricercatori che in passato si è creata una gran confusione su alcuni studi sugli animali che avevano por-

Empatia e fiducia sono alla base di un corretto rapporto con il cane. Border Collie. Foto Alessandro Romano.

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Riconoscere i segnali giocosi è determinante, soprattutto durante le corse sfrenate. Foto Simona Nani.

essere dominanti (secondo il proprietario), rispetto ai cani che erano più giovani. I cani di un anno avevano circa il 50% di probabilità di essere dominanti, aumentando all’80% all’età di otto anni.

UN QUESTIONARIO AD HOC Invece di utilizzare i questionari già esistenti i ricercatori ne hanno sviluppato uno nuovo per includere sia la valutazione dei proprietari riguardo i tratti della personalità dei loro cani, sia la precedente esperienza dei loro cani con altri cani in famiglia e durante gli incontri con altre persone. Ipotizzando che i cani dominanti come percepiti dai proprietari fossero più anziani e possedessero tratti di personalità specifici, come elevata assertività, sicurezza o audacia, elevata aggressività fisica e alta addestrabilità, in contrasto con i cani subordinati. Le razze coinvolte sono state per il 4,4% di razza sconosciuta o mista, mentre le razze più frequentemente presenti nel campione erano il Cane da pastore tedesco (8%), Border collie (6,0%), Vizsla (5,3%), Spaniel (compresi Cocker e Springer 4,7%), Bassotto (4,6%), Golden retriever (4,0%), Labrador retriever (3,6%) e Cane da pastore belga (3,3%). Tutte le altre razze erano rappresentate da meno del 3% del campione. I cani che sono stati descritti come più assertivi (sicuri di sé) avevano più probabilità di essere dominanti rispetto ai cani con un punteggio più basso in assertività. I cani che sono stati descritti come più addestrabili avevano più probabilità di essere etichettati come dominanti, rispetto ai cani che avevano un punteggio più basso nell’addestramento. I cani che erano più anziani avevano più probabilità di

La scoperta principale di questa ricerca è che i cani a cui è stato assegnato uno stato dominante hanno mostrato maggiore assertività e capacità di allenamento ed erano più vecchi dei cani subordinati. Gli elementi associati all’assertività, cioè alla sicurezza di sé, indicano fiducia, iniziativa e persistenza percepite nelle interazioni sociali.

INTELLIGENZA E ADDESTRABILITÀ Anche i cani altamente addestrabili tendevano a ricevere uno status dominante dai proprietari. È stato riferito dai proprietari che i cani con un’elevata capacità di addestramento sono intelligenti, apprendono velocemente, sanno “leggere bene” le persone ed erano obbedienti. Tuttavia nell’attuale studio è stato rilevato come i cani subordinati non siano meno intelligenti ma inibiscano il loro comportamento nell’ambiente domestico al fine di evitare conflitti con l’animale dominante.

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DOMINANZA FORMALE O DOMINIO AGONISTICO Si legge nella ricerca che contrariamente alle previsioni fatte, i cani classificati come dominanti dai proprietari non hanno mostrato punteggi più alti nel fattore “aggressività intraspecifica”. Alcuni cani a cui è stato assegnato uno stato dominante dal proprietario possono avere una relazione di dominanza formale (visualizzare segnali ritualizzati e/o salutari che sono indipendenti dal contesto) con l’altro cane della famiglia e adottare un atteggiamento non conflittuale con i cani sconosciuti, e quindi raramente mostrano aggressività o potrebbero avere una relazione non interattiva con altri cani, il che comporterebbe anche bassi punteggi di aggressività intraspecifica. In effetti, studi sul campo sia nei cani che nei macachi suggeriscono che il dominio agonistico (associato a una maggiore aggressività) è meno probabile del dominio formale nel predire la leadership. Le interazioni aggressive sono generalmente influenzate dalla motivazione e dal contesto (ad es. attività riproduttiva) e si verificano più spesso in relazioni meno consolidate e pertanto potrebbero non corrispondere alla gerarchia sottostante Quindi, i risultati implicano che gli individui classificati come dominanti dai proprietari esprimessero con maggiore probabilità il dominio formale.

I GIOVANI CANI Sebbene i cani adolescenti possano essere sessualmente maturi, non tendono a mostrare un

comportamento completamente adulto fino ai 2-3 anni di età. La maggior parte dei cani giovani subisce un’ondata ormonale che influenza il loro comportamento, diminuendo la loro capacità di prestare attenzione e rispondere ai segnali appresi in precedenza. Alti livelli di attività e motivazione, nonché carenze nel controllo dell’azione durante questo periodo, potrebbero indurre i proprietari a interpretare il comportamento del loro cane come espressione di dominio e portarli a concludere che il cane è dominante.

CONCLUSIONE I ricercatori ritengono che questo nuovo studio suggerisca una complessità di fattori che determinano lo stato di dominanza nei cani da compagnia. Con tutta probabilità lo status di dominanza non è determinato solo dalla precedente esperienza di interazioni sociali tra i membri del gruppo, come suggerito dagli etologi, ma comprenda anche fattori di personalità come proposto dagli psicologi. Poiché i proprietari hanno basato le loro risposte sulla stima delle caratteristiche dei loro cani e sulle precedenti esperienze durante la socializzazione con altri cani sia in famiglia che durante gli incontri con altri individui, questo studio ha combinato sia le caratteristiche del soggetto che le precedenti interazioni con altri cani. Questo importante lavoro dimostra che alcuni tratti della personalità dei cani - vale a dire assertività e addestrabilità - possono aumentare le probabilità che un proprietario gli attribuisca uno status più elevato all’interno della famiglia. Di fatto, un prezioso aiuto nel comprendere l’atteggiamento dei cani nella loro quotidianità e la certezza che, ancora una volta, la scienza si spenda nel dichiarare come la sopraffazione e la coercizione non portino altro che ansia e paura nei cani, relegandoli ad una vita di sospetto e di angoscia verso un proIl gioco rispettoso prietario o un addedelle differenze è sinonimo di una stratore privi encorretta relazione trambi di coscienza tra le parti. etica e dignità Boxer e Bassotto. umana. Foto Magda Bernasconi. Renata Fossati 34

DOMINANZA ED EQUILIBRIO TRA CANI

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COME AFFRONTARE L’ANSIA DA SEPARAZIONE DEI CANI

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Non lasciarmi solo

L’attaccamento di un cucciolo alla madre è simile a quello che poi svilupperà verso il padrone. Alano. Foto Monica Pagano.

Secondo l’American Veterinary Medical Association, tra il 20 e il 40% dei cani visitati dagli esperti del comportamento in Nord America, sono stati diagnosticati affetti da ansia da separazione. L’American Kennel Club ha riferito che circa il 14% di tutti i cani può soffrire di questo disturbo. Come sappiamo, alcuni sono geneticamente predisposti al problema, ma l’ansia da separazione può anche essere scatenata più avanti nella vita di un cane, spesso per un evento traumatico come finire in un rifugio oppure, dovuta ad un drastico e improvviso cambio di routine quotidiana.

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Con la pandemia da coronavirus, milioni di persone sono rimaste a casa con i loro cani tutto il giorno creando delle aspettative che si sono poi dissolte con la ripresa del lavoro. “I cani crescono serenamente contando sulla coerenza e sulla prevedibilità, come tutti noi, quindi ogni volta che c’è un brusco cambiamento, può insorgere lo stress”, ha detto la dottoressa Karen Sueda, veterinaria comportamentista presso il VCA West Los Angeles Animal Hospital. Un cane con ansia da separazione subisce un attacco di panico vero e proprio quando viene lasciato solo, e può reagire abbaiando, distruggendo o causando incidenti. I bruschi cambiamenti nella routine di tutti i giorni possono scatenare l’ansia da separazione nei cani, specialmente quando le persone iniziano a tornare al lavoro dopo un lungo periodo di lockdown. Impostare nuove abitudini, togliersi il cane di dosso, praticare brevi assenze, incrementare l’addestramento e le ricompense adeguare allo scopo, si rende necessario per

aiutare un cane ad affrontare gradatamente la solitudine. Alcuni esperti intervistati da Soshi Parks, una giornalista freelance, hanno prospettato alcune soluzioni per ovviare o perlomeno rendere gestibile una patologia che potrebbe avere effetti molto sgradevoli sia per il cane che per la famiglia che lo ospita. Per alcuni cani, la transizione verrà seguita con successo a grandi passi, ma altri, in particolare quelli che hanno sofferto di ansia in passato, sperimenteranno ulteriore stress, paura o persino panico. KAREN SUEDA, veterinaria esperta in comportamento, ha fornito una prospettiva clinica sull’ansia da separazione e dice: “Prima di tornare al lavoro o a scuola, è consigliabile aumentare gradualmente la quantità di tempo in cui si è assenti, anziché saltare da zero a 10 ore al giorno. È possibile aumentare gradualmente il tempo di permanenza per un periodo da una a due settimane. Durante questo periodo, osservare la reazione del cane attraverso una webcam, sarebbe davvero utile

Consigli e suggerimenti per prevenire e gestire una fastidiosa patologia. Cosa dicono gli esperti e come seguire i loro consigli

I cuccioli imparano dagli adulti le regole del gioco. Dalmata e Cane da pastore tedesco. Foto Elena Corselli.

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Sueda ha affermato che i feromoni (DAP) ed i nutraceutici (principi nutritivi contenuti negli alimenti che hanno effetti benefici sulla salute e che si trovano in natura) come Zylkene o Anxiatane possono contribuire a ridurre l’ansia e che sarebbe utili somministrarli già prima del distacco. Inoltre, consentire al cane di trascorrere un po’ di tempo da solo anche quando siamo in casa, aiuterebbe a rassicurarlo. Anche le visite a domicilio di un addestratore o di un dogsitter potrebbero aiutare a facilitare il passaggio del cane verso un periodo di solitudine più lungo rispetto ai giorni del lockdown.

“Nel caso in cui il cane abbia invece già manifestato in passato crisi di ansia da separazione, è particolarmente importante determinare quanto tempo dopo essere usciti, inizia la crisi di panico. In questo caso l’utilizzo di una webcam è indispensabile. Ovviamente ci saranno reazioni soggettive, se i risultati non arrivano, è meglio rivolgersi ad un veterinario specializzato; l’importante comunque è non affliggersi perché la situazione di isolamento che abbiamo dovuto affrontare è stata unica e molto difficile”. In conclusione, l’isolamento forzato causato dalla pandemia ha messo a dura prova cani e padroni. Le soluzioni per aiutare i cani sono alla portata di chiunque abbia a cuore la salute del proprio cane: certamente, occorrerà organizzarsi. Piccoli accorgimenti come le assenze graduali, l’utilizzo di giochi interattivi o giocattoli commestibili possono essere d’aiuto, come indispensabile in alcuni casi sarà installare un webcam per osservare i comportamenti in nostra assenza, che a tutt’oggi è facile da reperire anche a prezzi bassi. Un’altra soluzione ottimale è costituita dall’ingaggio di un addestratore cinofilo a domicilio o un dogsitter a spezzare la lunga attesa. Le esperienze americane sono maggiormente utili in quanto i dati delle ricerche o delle esperienze fatte sul campo sono basati su un gran numero di soggetti valutati che rendono le statistiche più interessanti e consentono interventi mirati in tempi abbastanza brevi.

JENNIFER PRATT, l’istruttrice certificata per l’ansia da separazione, sostiene che una delle cose più importanti che i proprietari di cani possono fare ora è stabilire una routine che ricordi da vicino quella che avevano prima del lockdown. Mentre non esiste una “bacchetta magica” quando si tratta di prevenire l’ansia da separazione, ci sono cose che si possono fare per preparare il cane al ritorno facilitato alle vecchi abitudini. Se “togliersi il cane di dosso” durante la quotidianità è importante, è altrettanto importante non trattenere le dimostrazioni d’affetto quando si è insieme a lui. “Dai ai tuoi cani amore, dai loro attenzioni e non pensare che il tuo cane debba apprendere tutto con una sola seduta. Niente di tutto ciò ha a che fare con il tuo cane che ha l’ansia da separazione”, ha detto Pratt. E continua: “In realtà ho visto i cani peggiorare quando i loro proprietari trattenevano le manifestazioni d’affetto, potrà sembrare strano ma per i cani è causa di stress”.

L’unica critica che si potrebbe muovere loro è il metodo a volte troppo “manieristico” per educare e addestrare, del resto, la maggior parte di loro sono comportamentisti e pochi di loro sono cognitivisti. C’è però da dire che negli ultimi tempi gli innumerevoli studi sullo stress dei cani ha portato gli americani a “cambiare rotta” in quanto i risultati ottenuti hanno chiaramente dimostrato che stressare un cane durante l’educazione o l’addestramento non conviene a nessuno dato che costituisce solo una perdita di tempo, energie e soldi. Come a dire che dove non arriva l’empatia, arriva il denaro. R.F.

MALENA DEMARTINI-PRICE, specialista nell’ansia da separazione che vive a Milwaukee, Wisconsin, con un’esperienza ventennale nel campo dice i cani che non hanno mai sofferto di questa patologia, potrebbero dare segnali di stress nel momento in cui si troveranno ad affrontare un cambiamento radicale quando i loro padroni riprenderanno ad andare al lavoro. “Sarebbe necessario in questi casi mettere in atto un piano di “assenze” per gradi, uscendo per un’ora e osservando la reazione del cane al rientro e poi a seguire, aumentando il tempo di assenza”.

COME PREVENIRE L’ANSIA DA SEPARAZIONE Di recente, il New York Times ha dato ampio spazio al fenomeno delle adozioni di cani durante il periodo di quarantena che negli Stati Uniti ha raggiunto picchi mai visti lasciando alcuni rifugi completamente vuoti e al contempo ha valutato, attraverso alcun i esperti, l’incidenza dell’ansia da separazione nei cani dal momento che le persone hanno ripreso ad andare al lavoro. Fra gli esperti, Brian Larsen, (Maryland – USA) titolare di una società di integratori per cani e gatti e da sempre interessato al benessere animale, ha espresso alcune interessanti considerazioni per alleviare il distacco dal proprietario ed evitare al minimo veri e propri attacchi di panico. Uno di questi è la capacità del proprietario di identificare per tempo segnali anche minimi riconducibili allo stress che il cane esprime.

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SEGNALI DI ANSIA Nei cani può manifestarsi in vari modi e spesso accade che i proprietari li confondano facilmente con problemi comportamentali. Alcuni cani che soffrono di ansia da separazione possono urinare o defecare all’interno della casa o dimostrare comportamenti distruttivi come masticare o scavare. Altri possono abbaiare, ululare o tentare di fuggire da casa o dal giardino. I segni indicativi di un disagio immediato tra i cani includono ansimare e sbavare, che possono aumentare quando i proprietari si preparano a partire e vengono contrastati da grandi esplosioni di affetto quando il proprietario fa rientro a casa.

I giochi tra cuccioli rinsaldano i legami affettivi. Australian Shepherd e Jack Russell Terrier. Foto Veronica Giuliani.

CAMBIARE LA ROUTINE DI PARTENZA Gesti come prendere le chiavi della macchina o mettere le scarpe possono segnalare ai cani che il proprietario si sta preparando a partire, e successivamente scatenare una reazione allo stress e comportamenti ansiosi. Per questo motivo, è importante che i proprietari dissocino l’atto di prendere le chiavi con quello di allontanarsi e uscire. Per indebolire questi segnali è utile compiere azioni come prendere le chiavi, indossare le scarpe o una giacca senza lasciare la stanza: nel tempo, indebolendo questa associazione si riducono i comportamenti legati allo stress. Per ridurre ulteriormente l’angoscia che un cane può sperimentare quando è esposto all’ansia da separazione, i proprietari possono creare associazioni positive con le loro partenze. Per esempio, elargire premi sotto forma di giochi interattivi immediatamente prima della partenza o giochi commestibili da rosicchiare. L’associazione tra la partenza del proprietario ed un’esperienza positiva è possibile possa ridurre la risposta allo stress.

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COME PREVENIRE L’ANSIA DA SEPARAZIONE

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La mia razza in 40 righe “Racconti brevi. Storie di vita quotidiana. Aneddoti divertenti. Una razza: che passione! Dalla città alla campagna… … E tutto ciò che racconta la vita condivisa con la scelta di un cane”.

I RACCONTI SARANNO PUBBLICATI SULLA RIVISTA “I NOSTRI CANI” E SUL SITO DELL’ENCI INFORMAZIONI TESTO: in formato di scrittura (Word o similari - NO pdf). Lunghezza massima: 4.000 battute (spazi esclusi). FOTO: è possibile allegare 1 foto in formato Jpg o Tif in alta risoluzione. Avvertenze: non impaginare. Testo e foto, separati. INVIARE racconti, foto e liberatoria a: racconti@enci.it Avvertenze: ad ogni e mail, allegare solo 1 racconto ed 1 foto. È possibile inviare più racconti dello stesso autore con e mail distinte. LIBERATORIA Per la pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI si deve allegare all’invio la seguente dichiarazione: Il sottoscritto: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Autorizza la pubblicazione, sulla rivista I Nostri Cani, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI, del racconto e della foto allegati alla presente e mail. Dichiara altresì che gli stessi sono gratuiti e liberi da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


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CULTURA Dall’araldica sorprendenti conferme alla cinofilia sociale

Il cane rampante

Perché il veltro, il mastino ed il bracco compaiono sulle insegne di re e nobili. Dante nell’Inferno scrive che…

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… E NELLA BANDIERA DEI COMUNI

Anche in tutta Europa non è difficile incontrare stemmi o bandiere con l’effige di cani come per esempio le Isole Canarie o Liptov, una regione della Slovacchia. Gli stemmi entrarono in uso ad opera dei signori e dei cavalieri feudali in battaglia nel XII secolo. Nel XIII secolo, le armi si erano diffuse oltre il loro uso iniziale sul campo di battaglia per diventare una bandiera o un emblema per le famiglie delle classi sociali superiori dell’Europa, ereditate da una generazione all’altra. Nelle tradizioni araldiche di Inghilterra e Scozia , un individuo, piuttosto che una famiglia, aveva uno stemma. In quelle tradizioni gli stemmi sono proprietà legali trasmesse da padre in figlio; mogli e figlie potrebbero anche portare le braccia modificate per indicare la loro relazione

Molti i Comuni che vollero il cane nel loro stemma civico e quindi sulla bandiera e sulle insegne del loro esercito ed è una conferma di quanto fosse tenuto in considerazione sia per l’utilità che come simbolo tanto da render pienamente comprensibile l’affermazione fatta da Buffon secondo cui l’aver addomesticato il cane fu per l’uomo la conquista più importante. Fra i numerosi comuni che hanno il sostantivo cane nel loro nome sarà sufficiente ricordare Canelli in Piemonte, Canegrate, Carnate e Zelo Buon Persico in Lombardia, Canossa in Emilia, Canistro in Toscana. Fra gli stemmi civici su cui campeggia il cane vi sono quelli di Canegrate, di Trezzo sull’Adda, Campi di Bisenzio, San Vito Romano, Marsico Nuovo, Marebbe e Bardi. 40


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con l’attuale detentore delle armi. Le armi indifferenziate vengono utilizzate da una sola persona in un determinato momento. Altri discendenti del portatore originale potevano sopportare le braccia ancestrali solo con una certa differenza: di solito un cambiamento di colore o l’aggiunta di una carica distintiva.

Se il tronco è a contatto del terreno e la testa eretta è coricato, dormiente invece se anche la testa poggia al suolo. “Il cane è privo di ragione ma ha una sensibilità che equivale alla ragione” S. Basilio Magno (329-379)

COSÌ IL CANE SUGLI SCUDI

L’araldica è la fiction della storia. La racconta per immagini illuminandola di fantasia e barlumi di verità. Crea un incantato mondo di affabulatori in cui ogni vicenda sembra fantastica e ciascuna favola ha squarci di reale. Perché rinasce un universo remoto vivificato da dame e cavalieri, sovrani e regine ed il popolo può sbirciar solo dalla finestra. Ogni imperatore, ciascun monarca e la grande piramide

La posizione di un cane, le più significative sono la rampante e la passante, è indicata dal numero di zampe sul suolo e dal portamento della testa e del tronco. Di solito ha lo sguardo a destra, in senso di marcia quando lo scudo è sul braccio sinistro. Se è rivolto a sinistra è detto rivoltato. Quando la testa è volta all’indietro si dice con la testa rivoltata.

Il cane rampante è sostenuto da una sola zampa posteriore, e le altre sono rivolte in avanti, col tronco e testa verticali. Se eretto, con le zampe posteriori al suolo, e squilibrato in avanti è detto saltante, qualora il corpo sia in verticale spaventato una dizione non valida per il cavallo che in tale posizione è inalberato o il toro che appare furioso.

della nobiltà, dai conti ai baroni, dai prelati ai condottieri avevano propri stemmi, detti anche armi o scudi ed equivalevano a certificati genealogici: indicavano casato e stirpe ed erano così precisi ed immutabili che persino le dispute per un segno in più, un petalo in meno o l’immagine d’un’aquila ad una o due teste si macchiavano del sangue dei duellanti o addirittura dei soldati. Animali, fiori, piante avevano ciascuno un proprio significato che avrebbe dovuto essere la proiezione esterna della missione di chi li esibiva, lo scopo in definitiva della sua vita. Un po’ come la confessione pubblica della sua presenza nel mondo. Fin qui, almeno la teoria perché nella pratica la vita di molti regnanti e nobili era una festa crudele ed il conto veniva sempre pagato, in tributi e sangue, dal popolo. Così

Se le zampe posteriori lambiscono il terreno ed il tronco resta orizzontale si dice corrente È invece passante se ha una zampa alzata e arrestato o posato quando le anteriori sono diritte. Se il treno posteriore è poggiato al suolo, mentre il tronco è ritto, è aggruppato se le zampe anteriori sono alzate, e seduto quando sono posate a terra. 41


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era il mondo in un passato che a ben guardarlo muta ma non muore mai rinascendo ogni volta da se stesso. Ciascun stemma compariva sulle vesti da cerimonia, sventolava nelle bandiere del casato, annunciava stragi sulle insegne degli eserciti e soprattutto sugli scudi durante tornei e contese. È sufficiente sfogliare alcune pagine del gran libro dell’araldica per incamminarsi in un mondo meraviglioso popolato da animali e piante, stelle e foreste. Ad ogni pagina come se avvenisse ad ogni svolta del sentiero lungo un bosco incantato, appaiono animali misteriosi o conosciuti da tutti, piante mai cresciute in alcun parco o fiori di campo. E ciascuno ha un proprio significato e tutti insieme nascondono nella suggestione del c’era una volta un’epoca in cui era lecito vender terreni, mandrie e contadini.

a chi si doveva gratitudine o sudditanza. È per questo infatti che viene sempre rappresentato con il collare e la catena come a dire: “sono legato a te e non ho alcuna necessità né voglia di liberarmene, anzi…”. Ed è anche per questo che alcuni comuni, nel tempo del Barbarossa, lo lasciarono come simbolo ma con la catena spezzata. Del cane ne sono evidenziate tre varietà che poi altro non sono se non i capostipite delle razze, il veltro o levriere che ha il corpo magro e slanciato, gli orecchi tesi, sempre in attenzione, il mastino con orecchi e coda mozzati e simbolo di combattente altero e mai domo e infine il bracco con orecchi cascanti e legato alla simbologia della caccia e quindi di piena collaborazione con il sovrano. La simbologia era tanto diffusa che Dante ricorda nell’Inferno il significato di giustiziere del veltro che giunge per

Il cervo ad esempio, raffigura una nobiltà antica e generosa, l’amore per la musica perché, secondo una leggenda, accorreva al suono del flauto, il pentimento e la preghiera. E fu forse per questo che venne scelto a strumento per la conversione di Uberto, antico cavaliere che lo incontrò nel bosco e divenne cristiano quando fra le corna del selvatico comparve una croce fiammeggiante. Il cinghiale è l’immagine dell’audacia e della ferocia, l’emblema della caccia e diventava minaccioso sulle insegne dei Galli ma anche di altri popoli guerrieri che non conoscevano la pietà. La lepre invece sta a svelare un animo mite, propenso alla riflessione, magari anche un po’ timido. Il cane è il simbolo della fedeltà, della vigilanza, dell’amicizia che non tradisce mai e dell’attaccamento alla casa ed ai valori tradizionali. La sua immagine quindi era anche utilizzata per simboleggiare la fedeltà al sovrano, all’imperatore o comunque

riportare la pace e quindi a sconfiggere la lupa che impersona la discordia e la malvagità. “Molti son li animai a cui s’ammoglia E più saranno ancora infin che ‘l veltro Verrà che la farà morir di doglia” (Inf. I- 100-102) (.d. r la lupa simbolo della malvagità) Ed insieme a questi anche altri significati ben più ampi ma che comunque confermano l’importanza non secondaria ma anzi spesso fondamentale del cane nella Società antica. Un ruolo che oggi spazia dal soccorso all’antidroga, dalla pet terapy alla lotta alla solitudine ed è diventato così importante da far sembrare le meravigliose vicende di dame e cavalieri, di scudi e stemmi vecchie malinconiche favole vissute. Rodolfo Grassi 42


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Una nuova sperimentazione per gli Human Remains Detection Dog

Alla ricerca del passato remoto

L’archeologa Vedrana Glavaš (a destra) con Andrea Pintar ed i Malinois Arwen e Panda

Alcuni cani sono stati addestrati a rilevare resti umani sepolti da migliaia di anni. Il metodo testato con successo in Croazia utilizza moderne tecnologie digitali e si sta espandendo in tutto il mondo

addestrati aiutano a trovare i dispersi e i morti in catastrofi, incidenti, omicidi e suicidi. Ma l’esperimento in Croazia ha segnato l’inizio di una delle indagini più accurate mai condotte attraverso un insolito metodo archeologico. La spedizione archeologica ebbe inizio con Vedrana Glavaš, archeologa all’Università croata di Zara. La ricercatrice sapeva già molto della necropoli di Drvišica, dopo aver accuratamente scavato e analizzato il contenuto di tre tombe. All’interno di ciascuna c’erano ampie casse di sepoltura di materiale calcare. Lei e il suo team hanno recuperato perle di ambra, fibbie per cinture, spille di bronzo, denti e falangi. Ogni cassa conteneva almeno due corpi, confermati dalla datazione al radiocarbonio di 2.700 anni fa. Il materiale scheletrico era tuttavia altamente frammentato e ancora oggi è in fase di analisi. La certezza che nel sito ci fossero altre tombe suggerì l’impiego di cani addestrati per localizzarle meglio e in minor tempo. “Alcuni dei casi di polizia su cui Andrea Pintar ha lavorato hanno 30 anni - spiega Glavaš - così, ci siamo entrambi chiesti se i cani fossero in grado di fiutare anche resti

In Croazia, sulla catena montuosa del Velebit, caratterizzata da rocce carsiche e terreni aridi sferzati dalla Bora alcuni scienziati hanno fatto delle interessanti scoperte portare alla luce con l’aiuto del fiuto di alcuni cani appositamente addestrati: Human Remains Detection Dog (HRD Dogs). L’archeologa Vedrana Glavaš, dell’Università di Zara in Croazia, già nel 2014, con un team di colleghi stavano lavorando sulla montagna di Velebit quando portarono alla luce parti di un forte e una necropoli risalenti a 3000 anni fa. Per esplorare ulteriormente, aveva però bisogno di un ulteriore aiuto così nel 2015, Glavaš ha chiesto la collaborazione dell’addestratore di cani Andrea Pintar, la cui azienda era già specializzata nella ricerca di resti umani dato che da tempo collabora con la polizia per risolvere attraverso l’impiego degli HRD Dogs, alcuni dei più complicati casi giudiziari dei nostri tempi.

ALLA SCOPERTA DEL PASSATO I cani per il rilevamento di resti umani, (HRD Dogs), sono impiegati in tutto il mondo su terra e acqua. Quelli ben 43


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umani sepolti da millenni e di certo non ci aspettavamo che scovassero resti umani dell’VIII secolo a.C.

Fabel, addestrato dall’archeologa svedese Sophie Vallulv

Al momento i cani hanno scoperto più di sei tombe, una a circa 50 metri dall’ altra. Glavaš ha scavato sei di quelle tombe, portando alla luce cassapanche in pietra, manufatti e ossa di dita e piedi umane. Per localizzare le tombe vengono utilizzati strumenti telematici come il rilevamento sul campo, la fotografia aerea, l’imaging satellitare a infrarossi, il georadar (radar penetrante nel terreno) e altre tecnologie, dopo di che entrano in azione i cani che svolgono un lavoro prezioso e insostituibile.

A CACCIA DI MOLECOLE Le nuove ricerche dimostrano che un cucciolo ben addestrato può captare i cosiddetti composti organici volatili “profumi della morte” da resti vecchi di secoli. Precisamente quali composti stanno annusando rimane un mistero, ma il prezioso lavoro dei cani potrebbe aiutare a far luce su di un passato lontano di millenni i millenni. Sappiamo che il naso del cane è ultra sviluppato rispetto al nostro (10.000 volte meglio), in particolare, i cani raccolgono composti a basso peso molecolare che evaporano facilmente a temperatura ambiente e spesso trasportano un odore, ciò che gli scienziati chiamano “odore della morte”, ed questi cani possono rilevare una delle parti in ogni trilione di particelle. Nel caso di resti umani, i cani potrebbero annusare una delle diverse molecole specifiche. Una possibilità è che i cani rilevino gli acidi grassi in adipocere, un materiale che gli scienziati hanno notato per secoli e indicato come “cera per cadaveri” o “il grasso dei cimiteri”. Questo materiale può aiutare gli scienziati poiché ha persistito su resti congelati stimati avere più di 300 anni, come quelli trovati nel scioglimento dei ghiacciai nella Columbia Britannica nord-occidentale, in Canada; o quelli ritrovati in Germania nel 2009, risalenti a 1600 anni fa. Poiché i composti minuscoli che penetrano nella roccia e nel suolo possono restare intrappolati per migliaia di anni, Glavaš sospetta che la superficie porosa del Carso, ad esempio, possa preservare particolarmente bene queste molecole.

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riamente degli indizi”. Vallulv ha scoperto che Fabel poteva distinguere tra resti umani e quelli animali con una precisione superiore al 94,2%. Il loro miglior lavoro è stato a Sandby Borg, un insediamento fortificato sull’isola di Öland, al largo della costa orientale della Svezia, che risale a più di un millennio. Lì, Fabel ha trovato resti umani di 1.600 anni sepolti a un metro e mezzo di profondità. Anche qui sono stati impiegati strumenti elettronici come il GPS per registrare le posizioni di Fabel dato che il cane si muoveva così velocemente che non sempre si riusciva a stargli dietro.

DAX al lavoro in Montana

IN NORD AMERICA Nel frattempo, in Nord America, un altro progetto sta spingendo ulteriormente l’addestramento di HRD Dogs. Nel 2018, l’antropologa Lauri Travis, all’epoca al Carroll College, si unì alla studentessa Hannah Decker per vedere se Dax, un Border collie di 12 settimane potesse essere addestrato per rilevare le ossa dei mammiferi che gli umani avevano cacciato e consumato in passato. “Volevo scoprire cosa avessero mangiato i nativi [nel Montana] durante due importanti siccità, 8.000 anni fa e 2000 anni fa - spiega Travis - e Dax poteva essere d’aiuto”. Hannah Decker ha trascorso gran parte del suo ultimo anno al college ad addestrare Dax. Prima al chiuso, quindi al di fuori, all’aperto. Durante le sessioni di addestramento, Decker ha usato ossa di mammiferi non umani, debitamente datati, utilizzando i guanti per evitare contaminazioni. “Ho iniziato macinando le ossa in polvere, poiché ciò consente più superficie e più odore - spiega -”. Mescolò quindi la polvere ossea con un giocattolo e lo lasciò a terra per essere scoperto da Dax. Più tardi, ha semplicemente nascosto la polvere ossea e, infine, ha iniziato a seppellire ossa intere a pochi centimetri di profondità. Dax imparò presto a segnalare che aveva trovato qualcosa con una serie di abbai. A formazione conclusa, Dax riusciva a trovare ossa se-

UNA RICERCA CONDOTTA A LIVELLO MONDIALE La Glavaš non è l’unico archeologo che impiega gli HRD Dogs, e le teorie sulle molecole che i cani fiuterebbero, sono controverse. L’archeologo Matthew Collins, congiuntamente all’Università di Copenaghen e all’Università di Cambridge, studia la persistenza di antiche proteine nei resti umani, alcune delle quali durano più di un milione di anni. Ed è convinto che le molecole che i cani annusano non siano la conseguenza della decomposizione dato che le proteine a cui Collins è interessato esistono solo in resti ben conservati, privi di decomposizione e a supporto della sua teoria indica le storie di esploratori nel nord-ovest del Canada che hanno utilizzato cani addestrati per trovare avorio nei resti congelati dei “mammut”.

IN SVEZIA Fabel è un vivace ed instancabile Cane da pastore tedesco di 7 anni addestrato dall’archeologa Sophie Vallulv: “Fabel prende molto sul serio il suo lavoro - dice - è totalmente concentrato e non gli piace che io sia troppo vicina a lui quando sta lavorando. È un vero maniaco del lavoro, con un’enorme quantità di energia”. La Vallulv ha iniziato ad allenare Fabel nel 2013, quando aveva solo 5 mesi. Ha pubblicato la sua tesi di laurea sugli esperimenti con Fabel in un ambiente di laboratorio sterile, al coperto. “Volevo vedere se fosse in grado di distinguere tra ossa animali e ossa umane - afferma -, questo è stato molto importante, poiché erano i resti scheletrici umani che volevamo trovare”. Insieme, il team ha condotto 120 ricerche di allenamento, ogni sessione aveva quattro opzioni di resti scheletrici in cui solo un campione era di origine umana. “Io come conduttore non avevo idea di quale dei barattoli contenesse il giusto odore - dice - in modo da non inviargli involonta-

IN TENNESSEE Paul Martin, un addestratore di cani HRD e John Sullivan, archeologo alla Università statale a Winterville Mounds vicino a Greenville, hanno lavorato con i cani HRD in un vasto terreno appartenuto in passato agli indiani nativi americani. Seguendo le buche scavate da alcuni roditori i cani hanno fiutato resti umani che un antropologo forense ha confermato provengano dalle ultime sepolture, risalenti al 1450 d.C. circa.

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quattro i cani da cadavere di Pintar e di Nikolić: Panda, Mali, un terzo Malinois e un Cane da pastore tedesco. Li hanno lavorati su ricerche sia note che in doppio cieco, cioè in aree dove nessuno sapeva se fossero state individuate tombe. A settembre 2019, il Journal of Archaeological Method and Theory ha pubblicato i risultati del loro studio: “Questa ricerca ha dimostrato che i cani HRD sono in grado di rilevare quantità molto piccole di odore specifico di decomposizione umana e di indicare sepolture notevolmente più vecchie di quanto precedentemente ipotizzato”, hanno scritto la dott.ssa Glavaš e Pintar.

HRD Dog al lavoro

polte 10 mesi prima ad una profondità di oltre un metro e ottanta centimetri. In uno di questi esperimenti, ha trovato ossa di animali che avevano più di 3.500 anni. Ad agosto 2019, il cane ha trovato ossa di mammiferi complete nel terreno e Travis riferisce che, più recentemente, Dax ha trovato un osso di 5.000 anni che si trovava a tre metri e mezzo di profondità.

CONCLUSIONE Da quando lo studio di Glavaš e Pintar è stato pubblicato, diversi archeologi europei e croati hanno chiesto loro aiuto per identificare i siti. Per quanto riguarda la necropoli dell’età del ferro, sulla cresta rocciosa di Drvišica, battuta dalla Bora che arriva dal mar Adriatico, la dottoressa Glavaš ha detto che non intende tornare a scavare lì: “Qualcosa deve essere lasciato per i futuri archeologi.” Una pillola di saggezza in un mondo dove l’arrivismo è imperante.

IL PARERE DEGLI ESPERTI Osservano alcuni esperti non coinvolti sul campo d’azione che le nuove sfide sono difficili, ed i resti umani antichi probabilmente presentano un differente tasso di odore, più debole rispetto ai cadaveri più recentemente seppelliti soprattutto quando i decenni si trasformano in secoli e poi millenni e può capitare che si verifichino falsi negativi. L’olandese Adee Schoon, esperto addestratore del settore afferma: “Penso che i cani siano davvero in grado di farlo, ma penso che sia una sfida soprattutto logistica, non è qualcosa che puoi replicare ancora e ancora, ed è difficile allenarsi. I cani sono grandi rilevatori di anomalie, qualcosa di sottile come un terreno disturbato di recente può suscitare un falso allarme da un cane che non è rigorosamente addestrato”. Tuttavia, il parere di sembra in contrasto con i riteam croato che è tornato nella per i primi test controllati a set2015, e ancora per un tutto l’anno sivo. Entrambe le volte, hanno usato

Ermelinda Pozzi Shiraz, Malinois che opera in Florida nel sito Gulf Breeze

S c h o o n sultato del necropoli tembre succestutti e 46


Wolfspitz Keeshond. Foto Irene Spinelli.

SPRINGER SPANIEL INGLESE COMPORTAMENTO CARATTERE. Amichevole, di temperamento allegro, disponibile. La timidezza o l’aggressività sono altamente indesiderabili. TAGLIA. Altezza approssimativa al garrese: circa 51 cm.

Springer Spaniel Inglese. Foto Francesca Meliota.

gli standard in pillole

COLORE. Grigio sfumato (o grigio-lupo o grigio-nuvola). TAGLIA. Altezza la garrese 49 cm +/- 6 cm. CARATTERE. È sempre attento, vivace ed eccezionalmente devoto al suo padrone.

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

WOLFSPITZ/KEESHOND


Cane da pastore belga Malinois. Foto Claudia Scatizza.

CANE DA PASTORE BELGA MALINOIS

COMPORTAMENTO CARATTERE. Tradizionalmente d’indomabile coraggio e tenacia. TAGLIA. Altezza desiderabile al garrese: da 35,5 a 40,5 in armonia col peso.

Staffordshire Bull Terrier. Foto Vanessa De Marco.

gli standard in pillole

STAFFORDSHIRE BULL TERRIER

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

COMPORTAMENTO-CARATTERE. Il Pastore Belga è un cane vigile e attivo, che trabocca di vitalità, e sempre pronto a passare all’azione. All’attitudine innata di guardiano del gregge, aggiunge le preziose qualità del miglior cane da guardia per la proprietà.


NOTIZIE DAL MONDO A CACCIA DI COZZE CANADA. Ad Alberta in Canada due Labrador retriever ed un Cane da pastore tedesco sono letteralmente a “caccia di cozze” Lavorano lungo i confini internazionali e provinciali e anche nelle riserve d’acqua per annusare e scovare le «cozze zebra» e le «cozze quagga», specie invasive. «Le cozze non hanno predatori naturali e si riproducono rapidamente - ha detto Cindy Sawchuk, che controlla le operazioni che riguardano le specie acquatiche invasive dell’Alberta Environment and Park -. Hanno dei filamenti che usano per attaccarsi ad ogni superficie dura, e questo è la causa di non pochi problemi». Per i tre cani però annu­ sare le cozze è un divertimento: «noi chiediamo ai quattro zampe di cercarle e loro ottengono un premio quando le trovano», raccontano i proprietari. Seuss, Hilo e Diesel sono anche molto amichevoli, «e in questo modo è più facile per noi ottenere l’aiuto delle per­ sone per combattere le cozze». Un altro problema è che «le cozze invasive si attaccano una sull’altra e possono ottu­ rare addirittura le fognature oppure gli impianti di irrigazio­ ne - ha aggiunto George Bohner, del St. Mary River Irrigation District -. Un grave danno per l’industria di quel settore, l’aiuto dei cani è davvero prezioso per mantenere pulito l’ambiente da queste specie infestanti”.

AUGIE COMPIE 20 ANNI TENNESSEE. Nel Tennessee (USA) vive il Golden Retriever più longevo della storia. Si chiama August ma per tutti è “Augie” ed ha una storia che ha dell’incredibile. All’età di 14 anni, viene adottata dai coniugi Jennifer e Steve Hetterscheidt, dopo che per ben due volte era stata abbandonata in canile dagli ex proprietari. “È dolce. Non c’è niente da non amare di lei - dice Jennifer -, è felice se fa qualcosa ed è felice se non fa nulla. Non riesco a immaginare la vita senza di lei”. L’età sicuramente oggi si fa sentire, ogni tanto infatti inciampa ed è più lenta, ma per lei c’è sempre la sua famiglia pronta ad aiutarla”. Augie ha spento le 20 candeline il 24 aprile scorso, e Golden Hearts, un blog dedicato a questa razza di cani, ne ha certificato il primato raccontando la sua storia. Ci sono stati casi di Golden di 17 o 18 anni (in media questi cani vivono 14 anni) ma Augie sarebbe la prima a rag­ giungere i 20 anni. Il giorno del compleanno Augie l’ha trascorso con i suoi due proprietari, e con i suoi tre fra­ telli pelosi nella loro casa di Oakland, nel Tennessee. “Le abbiamo preparato una torta di carote per cani e la casa tutta decorata in suo onore - ha raccontato la proprieta­ ria -. Ha ricevuto tutti i suoi cibi preferiti come mirtilli, pane e pasta, ovviamente, con moderazione data l’età”. 49


NOTIZIE DAL MONDO STORIA A LIETO FINE DI NERONE… ABBANDONATO TRA I GHIACCI RUSSIA. Un gruppo di pescatori nota nel mare ghiacciato un cane di grossa taglia di colore nero che vaga da solo, cercano di avvicinarlo ma lui scappa terrorizzato. Si ipotiz­ za sia stato abbandonato da una nave e che il cane sia rimasto lì in attesa… Non potendo avvicinarlo, gli gettano del cibo e così per due mesi, senza riuscire mai a catturalo. Ma con il passare del tempo arriva il disgelo e il cane rischia di finire su una lastra di ghiaccio che, staccandosi, potrebbe portarlo in mare aperto. A quel punto gli animalisti decidono di catturarlo: un’im­ presa non facile, durata sei ore, ma alla fine ci sono riusci­ ti e l’hanno portato in un centro di riabilitazione. Nerone, così è stato chiamato per il colore del suo manto, dovrà rimanere nella struttura per poter superare qualche problema comportamentale. Ma ha già una famiglia: uno dei pescatori che lo ha nutrito ha deciso di adottarlo. Impossibile non rimanere colpiti da un cane che ha saputo dimostrare tanta fedeltà verso chi lo ha abbandonato.

L’attesa del cane che per 2 mesi ha vagato sul mare ghiacciato

IN THAILANDIA PER AMORE DEI CANI THAILANDIA. Non soltanto paesaggi da sogno e viaggi indi­ menticabili, la Thailandia è anche una terra che ospita molti cani di strada e sull’ isola di Koh Kood non ci sono veterinari né rifugi per cani. Ci hanno pensato i lituani Mantas e sua moglie Rasa che sei anni fa sono arrivati sull’isola per una vacanza… e non l’hanno più lasciata per amore dei cani. Da allora hanno adottato e accolto nella loro casa 15 ran­ dagi, di cui due ciechi e quattro disabili gravi, che non sarebbero mai sopravvissuti da soli per strada. E la coppia cerca si prendersi cura anche dei cani che vivono ancora per strada, guidando fino a 40 chilometri al giorno per nutrire, dare medicine e fare controlli giornalieri a decine di randagi. Prima con l’aiuto della Khon Kaen University, poi di altre organizzazioni locali e non, Mantas e Rasa hanno organiz­ zato il primo progetto di sterilizzazione sull’isola, riuscendo a far operare dal 2015 ad oggi oltre mille cani. Per aiutare sempre più cani, la coppia ha aperto la pagina social Sabai Dog Koh Kood, dove raccontano la loro attivi­ tà e raccolgono fondi per finanziare l’acquisto di cibo e medicine. «Non siamo veterinari - dicono - quindi chiedia­ mo costantemente aiuto da remoto a dei veterinari lituani. Abbiamo imparato le tecniche di primo soccorso e faccia­ mo del nostro meglio». Una vita così lontana della Lituania e dalle vecchie abitu­ dini che la coppia non rimpiange assolutamente, una scelta radicale che li rende felici e soddisfatti. 50


INIZIATIVA PROMOSSA DALL’ENCI PER VALORIZZARE IL CANE DI RAZZA

Foto gallery 4000 immagini!

Ringraziamo tutti i partecipanti per aver contribuito a raggiungere questo importante risultato

Se sei interessato, segui il percorso indicato Cerchiamo foto che ritraggano cani, con le seguenti caratteristiche: - Cani adulti. Cuccioli. - Cani in movimento, in stazione, seduti, a terra. - Cani negli sport cinofili. - Teste in primo piano. - Cani singoli, in gruppo. - Cani di razze diverse nella stessa foto.

- Cani ambientati nelle diverse stagioni. - Foto a colori e bianco/nero. - NO PERSONE - NO BAMBINI - Dimensioni: minimo 2MB

È possibile inviare più foto ma per evitare problemi con il server, si prega di INVIARE 1 FOTO PER VOLTA a: foto@enci.it Ogni foto dovrà essere accompagnata dalla seguente didascalia: razza, sesso e autore della foto. Per la pubblicazione gratuita delle foto su I Nostri Cani a corredo degli articoli che nel tempo potrebbero essere pubblicati e poi riversati anche sul sito ENCI, ognuna di esse dovrà essere accompagnata dalla seguente liberatoria. Il sottoscritto ……………………………………………………… autore della foto in oggetto che ritrae il cane di razza …………………………………… sesso ……………………………… autorizza l’ENCI alla pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI. Dichiara inoltre che la foto è libera da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


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Alla scoperta di piante ornamentali pericolose per gli animali

Se l’edera si attacca al cane... Casa e giardino sono disseminate di micidiali trappole per i cani. Una sola foglia infatti può causare la morte di un cucciolo o di un adulto. Proprio come potrebbe accadere per l’edera. Attenzione quindi.

mucose, possono provocare dermatiti e edemi di labbra e lingua, ipersalivazione, diarrea, vomito, disturbi nella deglutizione, fino ad emorragie gengivali. MUGHETTO (Famiglia Convallariaceae) L’intera pianta può essere molto velenosa se ingerita dai nostri cani, determinando diarrea, vomito, difficoltà respiratoria, aritmie e crampi. OLEANDRO (Famiglia Apocynaceae) Questa pianta, molto diffusa in tutta Italia, è un vegetale estremamente velenoso in tutte le sue parti, in special modo le sue foglie, ricche di glucosidi cardiotossici, se ingerite uccidere, per arresto cardiaco, non solo i nostri cani ma anche animali molto più grandi, compreso l’uomo. ORNITOGALO (Famiglia Liliaceae) L’ingestione del bulbo di questa pianta può determinare vomito, forte apatia e perdita d’appetito fino a problemi ancora più gravi quali insufficienza renale ed epatica. RODODENDRO (Famiglia Ericaceae) Pianta molto diffusa, le cui foglie, per ingestione, causano vomito, nausea, forte salivazione, diarrea, depressione, coliche, talvolta risentimento renale ed epatico.

EDERA (Famiglia Apiaceae) Questa pianta presenta foglie e bacche piuttosto velenose che, se ingerite, possono determinare da una lieve gastroenterite con nausea, vomito e diarrea fino a difficoltà respiratorie, coma e morte. ELLEBORO (Famiglia Ranuncolaceae) L’intera pianta, sia per contatto sia per ingestione è molto tossica, dando ipersalivazone, coliche, vomito, diarrea sanguinolenta, fino a disturbi cardiaci, paralisi e convulsioni. FICUS (Famiglia Moraceae) Il Ficus, pianta a foglie ovali, può determinare sintomi gastroenterici se, oltre a queste, ne viene ingerito anche il fusto. In tal caso il cane potrà presentare vomito e diarrea; anche il solo contatto può determinare la formazione di vesciche su di cute e mucose. Di rado si ha risentimento renale. FILODENDRO (Famiglia Araceae) Le foglie a cuore, i loro piccioli e il fusto possono determinare edema linguale e stomatite, formazione di vescicole sulla cute, coinvolgimento di rene e l’apparato respiratorio. GIGLIO (Famiglia Liliaceae) Il cane può intossicarsi per assunzione delle foglie o del bulbo. A seguito di ciò i sintomi evidenziabili nell’animale sono vomito, apatia e perdita di appetito, curabili se trattati velocemente. GLICINE (Famiglia Fabaceae) I suoi semi e baccelli, se ingeriti, possono causare forte vomito, diarrea e dolori addominali. IRIS (Famiglia Iridaceae) Le sostanze tossiche, forse degli alcaloidi, sono localizzate nei bulbi; questi, se ingeriti dal cane incuriosito dalla loro forma, possono determinare sintomatologia gastroenterica. MIMOSA GIAPPONESE (Famiglia Leguminose) L’ingestione accidentale dei suoi semi nel cane può determinare vomito, diarrea sanguinolenta, coliche, tetania e convulsioni. MONSTERA (Famiglia Araceae) Le foglie e gli steli irritanti, al contatto diretto con cute e

In genere i cani sanno distinguere istintivamente le piante dannose e le ignorano. Cane da pastore tedesco. Foto Marilena Marchese.

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STELLA DI NATALE (Famiglia Euphorbiaceae) Le foglie verdi, il suo fusto, più raramente le brattee rosse possono, per contatto, causare irritazione oculare, con congiuntiviti, cheratiti e lacrimazione abbondante. Se tali parti vengono ingerite, il cane presenterà anche stomatiti, scialorrea, vomito e diarrea. SOLANO (Famiglia Solanaceae) L’assunzione delle bacche può determinare gastroenterite emorragica con forti dolori addominali, seguiti nei casi più gravi, da sintomatologia nervosa. SPATIFILLO (Famiglia Araceae) L’ingestione accidentale delle sue foglie o del suo stelo possono provocare soprattutto sintomi gastroenterici, più raramente emorragie e disturbi respiratori.. TASSO (Famiglia Taxaceae) Le sue foglie, i suoi semi, il legno e la corteccia sono parti-

colarmente velenosi se ingeriti, in virtù dei sintomi essenzialmente nervosi che sono rappresentati da: tachicardia seguita da bradicardia, difficoltà respiratoria, alterazione della minzione, dilatazione della pupilla, agitazione e tremori che anticipano uno stato di estrema depressione, fino alla morte per paralisi cardiaca e respiratoria. TULIPANO (Famiglia Liliaceae) L’ingestione accidentale dei suoi bulbi può determinare sintomatologia prettamente gastroenterica, non particolarmente grave. VISCHIO (Famiglia Lorantaceae) Le bacche di questa pianta, ricche d’alcaloidi, sono molto tossiche e, se ingerite, possono determinare vomito e disturbi neurologici, fino a morte per arresto cardio-circolatorio. Rodolfo Grassi

In alcuni casi è sufficiente una sola foglia, un pezzetto di radice o di corteccia ingeriti per provocare gravissimi danni o addirittura la morte

Livelli di tossicità dei vari elementi costituenti le piante ornamentali e da giardino LEGENDA

da lieve a moderata

NOME PIANTA Edera (Famiglia Apiaceae) Elleboro (Famiglia Ranuncolaceae) Ficus (Famiglia Moraceae) Filodendro (Famiglia Araceae) Giglio (Famiglia Liliaceae) Glicine (Famiglia Fabaceae) Iris (Famiglia Iridaceae) Mimosa Giapponese (Famiglia Leguminose) Monstera (Famiglia Araceae) Mughetto (Famiglia Convallariaceae) Oleandro (Famiglia Apocynaceae) Ornitogalo (Famiglia Liliaceae) Rododendro (Famiglia Ericaceae) Solano (Famiglia Solanaceae) Stella di Natale (Famiglia Euphorbiaceae) Spatifillo (Famiglia Araceae) Tasso (Famiglia Taxaceae) Tulipano (Famiglia Liliaceae) Vischio (Famiglia Lorantaceae)

da moderata a grave FOGLIE

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FUSTO

FRUTTO

da grave a mortale RADICI

SEMI

FIORI


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Con le prove classiche a quaglie ricomincia la stagione agonistica. Trecento i soggetti in gara Giancarlo Passini al lavoro durante i turni

Roccaraso riapre il sipario I tradizionali confronti nei tre giorni hanno confermato il valore della cinofilia nazionale capace di superare tutte le difficoltà create dalla pandemia. Unanimi i consensi per il positivo impegno dell’ENCI Le prove classiche a quaglie riaprono il sipario: dal 26 al 28 giugno a Roccaraso sono tornate in scena le verifiche zootecniche che ogni anno caratterizzano il palcoscenico dalla primavera all’inizio dell’estate. In opera un nutrito comitato organizzatore costituito dai Gruppi Cinofili Irpino, Marsicano, Sannita, Casertano, Stabiese, Chieti, Acquilano Gran Sasso, Partenopeo, Pescarese e Teramano. Accorsi in gran numero i rappresentanti delle razze inglesi e continentali per rispondere al quesito della pregiata nota di concorso. Grande soddisfazione per l’ENCI che raccoglie i frutti di un determinato impegno nella ripresa. Da questa convocati gli Esperti Ermenegildo Bonfante, Mario Di Pinto, Claudio Lombardi, Alberto Montervino, Tullio Moretti, Sandro Pacioni, Giancarlo Passini, Americo Procaccini e Guglielmo Zanetti. Finalmenti ci siamo: il momento tanto atteso, il ritorno sui terreni di prova dove ogni anno abbiamo la possibilità di ammirare la beltà e l’impegno del cane da ferma nelle sue mirabili prestazioni. Abbiamo trascorso un periodo che ci ha messo tutti alla prova, molto duro e caratterizzato da rinunce, ma lo abbiamo superato con pronte reazioni. Un lungo momento di apparente pausa: tutto fermo, tutto sospeso ma c’è stato chi ha comunque continuato ininterrottamente per essere pronti alla ripartenza: un mirabile

impegno quello dell’ENCI, del suo compatto Consiglio Direttivo e degli uffici che hanno coadiuvato con professionalità e dedizione tutto il processo che ha portato l’Ente ad essere pronto allo start dopo il lockdown. Roccaraso ha avuto l’onore e l’onere di riaprire il sipario e lo ha fatto con grande determinazione nel poco tempo concesso, fruendo delle linee guida che proprio l’impegno di ENCI ha generato durante un lungo e costante lavoro; “binari” innovativi che garantiscono il raggiungimento degli obiettivi di sempre, permettendo di mettere in campo gli usuali strumenti nel nuovo contesto con indiscutibili e determinanti innovazioni organizzative che godono della tecnologia. La nota della classica a quaglie, lo spettacolo al quale hanno possibilità di assistere nei nostri Confini numerosi appassionati in scenari di incomparabile bellezza dove gli allievi dei più rinoimati dresseur italiani realizzano la nostra scuola cinofila, l’unica presa a riferimento. Quasi trecento cani tra continentali ed inglesi nelle tre giornate di prova tra i quali risultano migliori il Setter inglese Torero del Sole condotto da Rudy Lombardi e il Kurzhaar Rolex condotto da Roberto Scarpecci. Al di là delle ovvie considerazioni è obbligo ascoltare dalla voce di chi ha dato vita a questo splendido evento. 54


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TITTY CECCARELLI in regia così ci racconta a caldo mentre rientra verso Napoli dall’Altopiano delle Cinquemiglia: “L’inizio non è stato facile, dentro di noi la preoccupazione per essere i primi a ricominciare con una manifestazione dopo il lockdown causato dal COVID19, con tanti dubbi e incertezze. Molte le cose da prevedere, come distanziamenti e postazioni sanificanti, limitazione degli accessi alle aree comuni e richieste continue di indossare la mascherina. Poi l’organizzazione generale dell’evento, che è stato formalizzato solo la settimana precedente, costringendoci a fare tutto di fretta e contattare gli Esperti con così poco preavviso. Non ultimo riuscire a reperire le quaglie, introvabili perché gli allevamenti non avevano schiuso le uova. È stato veramente difficile. Si è poi aggiunto, a tutto ciò, il nuovo programma gestione prove, con molti dubbi sia da parte del team di segreteria per testare e utilizzare un programma fin d’ora sconosciuto, sia per le ritrosie da parte dei conduttori che mal accettavano la richiesta di formalizzare le iscrizioni il giorno prima dell’evento, abituati da tempo immemorabile ad iscrivere la mattina della prova dopo aver valutato condizioni ambientali e altre variabili. Il programma invece si è dimostrato molto semplice e veloce nella gestione, grazie sopratutto all’assistenza ricevuta da Luca Mollo e Claudio De Giuliani. Solamente i primi giorni sono stati veramente impegnativi ma la domenica abbiamo lavorato in maniera fluida e senza problemi. I conduttori hanno in primo tempo manifestato un po’ di scetticismo, per poi apprezzare questa nuova gestione che, contrariamente agli anni precedenti, è iniziata in orario e terminata nei tempi previsti. Tutto ciò anche perché, fortunatamente, Roccaraso ci ha accolto con un tempo magnifico e, si sa, quando c’è il sole ed in una bella giornata si è immersi nella natura, le questioni più pesanti passano in secondo piano. Tutto è stato animato da un comune intento di voglia di cinofilia, quella per ricominciare, con la consapevolezza che qualcosa è cambiato, ma queste condizioni hanno reso ogni cosa più facile ed il risultato è evidente nella partecipazione e nelle classifiche ottenute. Molti infatti i complimenti all’organizzazione per la tranquillità in cui si sono svolti i turni, organizzazione comunque ormai collaudata e formata da rappresentanti dei Gruppi Cinofili di Napoli, Benevento e Chieti, capintèsta di tutti i gruppi cinofili abruzzesi e campani”. Queste le sensazioni di chi si è adoperato nell’organizzare, mentre sul campo erano impegnati due dei Consiglieri ENCI che giungono a Roccaraso proprio dopo il lungo periodo durante il quale si sono impegnati per preparare la ripartenza e qui hanno avuto l’ccasione di apprezzarne i frutti. Lombardi con Torero del Sole2

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Rolex con Scarpecci

GIANCARLO PASSINI “Nonostante il forzato lockdown che ha toccato tutto e tutti, compreso i cani, abbiamo avuto la soddisfazione di ammirare splendidi risultati, anche da parte dei veterenai che confermano le loro qualità, pur dimostrando la mancata possibilità della preparazione alla quale erano abituati nelle edizioni degli anni precedenti. Gli allenamenti, comprensibilmente, sono ripresi tardi e a ridosso di questo evento. Una partecipazione importante con una media di circa cento cani al giorno. Rifletto su quello che è stato tutto il lavoro di ENCI, dei Consiglieri che si sono incontrati e degli uffici; intendo rimarcare quanto è stato fatto, un grande lavoro a risolvere le numerose difficoltà grazie ad un Presidente che ha dato l’anima con l’intento di far ripartire tutto nel pieno rispetto delle normative che caratterizzano la società odierna, a tutela della salute di tutti noi e del sempre considerato benessere animale. Con grande determinazione si è voluti ripartire con Roccaraso. I Gruppi dell’Abruzzo e della Campania si sono impegnati in una atmosfera particolare per garantire la sicurezza di tutti. Anche se non previsto nell’obbligatorietà era presente l’accompagnatore che misurava la temperatura malgrado la prescrizione non dovuta. Ribadisco: un enorme ringraziamento a Dino Muto per la capacità e la volontà di aver coordinato ciò che era necessario per giungere a questo risultato. Io mi sono occupato dei continentali. C’erano Filippo Venturelli, Roberto Scarpecci e Dario Berna (lui con due spinoni). Ammetto con soddisfazione che c’è stato un bel livello qualitativo anche nella preparazione malgrado le difficili condizioni che hanno anticipato questa verifica zootecnica. Risultati e qualifiche pienamente guadagnati senza nessuna eccezione. Un pizzico di delusione per la mancata presenza degli epagneul breton che non hanno affiancato numerosi i kurzhaar invece accorsi in gran quantità. Sono veramente orgoglioso, ripartire con una manifestazione che racchiude molta gente era un segnale che andava dato, soddisfatto per ENCI e per la cinofilia”.

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Chiudiamo con i commenti di SANDRO PACIONI che invece è stato impegnato in campo con le razze inglesi: “Bellissima conferma di un risultato che speravamo nel periodo durante il quale ci siamo incontrati molto spesso per preparare tutto. In ombra, on line durante riunioni eteree che hanno permesso di contrastare una inutile stasi. Non poche difficoltà ma non ci siamo tirati indietro. Compattezza nelle decisioni e fruttuoso impegno per giungere ad oggi nell’optimum necessario ad affronatre questa nuova epoca con innovazioni che si sono fatte apprezzare malgrado la diffidenza iniziale. Era la prima, i cani pronti malgrado il fermo. Torero di Lombardi ed Herman di Cantoni i migliori inglesi in campo. Un entusiasmo da far paura per la riuscita dell’evento. Il Presidente Dino Muto ha avuto un ruolo determinante per la ripartenza ed anche Paolo Gulinelli ha dimostrato grande impegno, addirittura riuscendo a reperire all’estero le quaglie risolvendo il problema riscontrato in Italia a causa del fermo degli allevamenti che non le mettevano a disposizione. Anche il KCI ha contribuito in maniera decisiva, ma sopratutto la maggior parte dei Consiglieri ENCI. Vorrei parlare di un particolare che nel corso della nostra lunga storia cinofila ha contribuito alla realizzazione di questi eventi: mi riferisco a u quagliaru. Effettivamente commosso mi sono fermato a riflettere su cosa pensasse Giggino Tramontano (detto “u quagliaro”) che da sempre scorre in lungo e in largo l’altopiano di Roccaraso durante le classiche per la determinante semina di quaglie. Cosa passerà per la sua mente oggi nel vedere le mutate condizioni che caratterizzano inevitabilmente questo palcoscenico? Con il sorriso negli occhi e le rughe del tempo che testimoniano l’esperienza quassù, tranquillizza sostenendo che questo paradiso è magnifico come sempre, i cani continuano a regalarci quel sogno di cinofilia che inseguiamo costantemente e che nulla, neanche questo maledetto virus, potrà arrestare”. Sandro Pacioni con Giggino Tramontano

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La fila dei furgoni in attesa dei turni a bordo campo

Tutti concordi: l’ENCI ha lavorato ininterrottamente in quella condizione che in molti hanno erroneamente interpretato come “stasi obbligata”, ma che invece si è poi rivelata nella possibilità di rimettere tutto subito in atto, (appena possibile terminato il lockdown) pur in condizioni variate dal punto di vista organizzativo ma con innovazioni tali da rendere facile e addirittura migliorare l’or-

ganizzazione. Alcune perplessità hanno anticipato il restart, se vogliamo, a causa del modificarsi di abitudini radicate, (comprensibili) ma è bastato iniziare per capire i numerosi vantaggi e la possibilità di continuare a vivere la cinofilia in pieno allineamento con questa nuova era. Marco Ragatzu

I terreni di Roccaraso durante i turni

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In Umbria riprese le prove sul campo di lavoro

I quattro giorni di Colfiorito

Nella frazione montana del comune di Foligno, continentali e inglesi si sono confrontati senza esitazione dopo la lunga e obbligata pausa. I Gruppi Cinofili Sabino e Perugino soddisfatti per l’andamento dei lavori e per i risultati ottenuti

Terreni di Colfiorito

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Filippo Venturelli con Kevin e il suo proprietario Saverio Toscano

A Colfiorito, nel Comune di Foligno (PG), nei giorni di 11, 12, 18 e 19 luglio si sono svolte le prove classicche su quaglie che, dopo Rocca­ raso, chiudono il calendario 2020 per questa pregiata disciplina. Si sono alternati nei due fine settimana i comitati organizzatori di Gruppo Cinofilo Sabino e quello Perugino. Come durante le precedenti edizioni in Abruzzo anche qui la partecipazione ha visto raggiungere numeri importanti con una media di oltre centotrenta cani iscritti al giorno. Tra i protagonisti i Kurzhaar Rolex e Frank condotti da Roberto Scarpecci, l’Epagneul Breton Venturelli’s Kevin di Filippo Venturelli,

I Consiglieri ENCI Pacioni e Passini alle relazioni della batteria

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Scarpecci a servire Rolex al punto con Venturelli e Brack in consenso

lo Spinone italiano Saffo di Dario Berna e il Bracco italiano Tasmania di Cascina Croce di Venicio Tognolo. A loro si aggiungono per gli inglesi, i Setter Torero del Sole e Kakà dell’Antonio Carvico di Rodolfo Lombardi, Hermann di Giacomo Cantoni e i Pointer Artù di Rodolfo Lombardi, Raul del Nocino di Davide Bruni e Ato di Claudio Giavarini. In palio due premi: il primo, riservato ai kurzhaar, “Trofeo Facchini” che è assegnato a Rolex, mentre quello “Canicom” per il miglior cane viene guadagnato da Venturelli’s Kevin nei continentali e da Kakà dell’Antonio Carvico per gli inglesi. In giuria Giuseppe Bettocchi, Amedeo Bovicelli, Luigi Cataldi, Roberto Collodoro, Piero Frangini, Alfio Guarnieri, Pietro Nurra, Sandro Pacioni, Giancarlo Passini, Marco Piva, Americo Procaccini, Artemio Spezia e Luigi Taccon; delegato ENCI Paolo Andreini. Una manifestazione articolata in quattro giornate di metà luglio perfettamente riuscita che ha visto una cospicua partecipazione di concorrenti. Le oggettive modifiche organizzative e logistiche dovute alla situazione che stiamo vivendo dopo il lungo lock down avevano fatto pensare che sarebbe stato complicato ritornare alle consuete abitudini nel mondo cinofilo, qui riferito alle prove di lavoro. Eppure, grazie sopratutto all’intervento di ENCI che mai ha interrotto i suoi lavori, oggi possiamo fruire di innova-

Lombardi con il Setter inglese Torero del Sole

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in campo Paolo Andreini. Inoltre, ritornando agli aspetti tecnici, sottolineo la soddisfazione avuta nel verificare la batteria dei giovani setter, nella quale ho potuto osservare un alto livello qualitativo nei giovani di oggi che saranno per noi il domani. In alcuni casi, prestazioni migliori addirittura della libera. Qui si impone Putin condotto da Antonio Landi con il 1° Eccellente”. Da Giancarlo Passini invece ascoltiamo: “Nono­ stante le problematiche sociali che tutti conosciamo, ho osservato un’importante risposta da parte dei concorrenti accorsi in buon numero: rispetto al 2019 forse erano presenti circa una ventina di cani in meno, ma, considerando ciò che era plausibile attendersi, questo calo minimo non testimonia affatto una riduzione tangibile. Certo è che la preparazione che ha preceduto le verifiche ha risentito delle stasi forzate, ma malgrado questo chi ha partecipato ha saputo mettere in scena soggetti ben preparati e in forma fisica. L’ambiente di Colfiorito si ripropone sovrapponendo esattamente quello di Roccaraso: indiscutibile la qualità dei terreni, logistica perfetta ed un’armonia felicemente condivisa. Garantita la rotazione delle giurie e condivisa anche la soddisfazione per il nuovo programma. Ancora qualche leggero intoppo che nasce dal modificarsi delle abitudini che vedevano in passato la possibilità di decidere all’ultimo momento la partecipazione dei cani: oggi, una volta iscritti, fatto salvo indiscutibili motivi causa forza maggiore, chi è iscritto partecipa e deve garantire lo svolgimento della batteria di appartenenza. In ogni caso si tratta di sporadici lamenti che non hanno assolutamente offuscato la luce che ha brillato nelle classiche di Colfiorito”. Ancora una volta l’impegno di ENCI e dei suoi collaboratori, ha permesso il manifestarsi di verifiche zootecniche che, come sempre, donano nelle aspettative importanti indicazioni zootecniche.

Venicio Tognolo alla premiazione con il Bracco italiano Tasmania di Cascina Croce

zioni tecnologiche che hanno tangibilmente facilitato questa ripresa. Oltre a ciò si deve considerare anche il fatto che, malgrado il “fermi tutti”, nelle verifiche zootecniche espletate ad oggi nella nota della classica a quaglie si sono potute osservare prestazioni generalmente importanti dal punto di vista qualitativo, ciò a testimonianza della bontà della selezione cinofila italiana e della professionalità dei numerosi addetti ai lavori. Nelle due manifestazioni ancora presenti i Consiglieri ENCI Sandro Pacioni e Giancarlo Passini, che così si sono espressi. Il commento di Sandro Pacioni: “Anche in questa occasione è andato tutto a meraviglia. Molti cani a partecipare, direi in numeri sovrapponibili a quelli di Roccaraso e anche tanto pubblico. Colfiorito, grazie ai suoi spazi, permette la frequentazione di tanto pubblico che ha potuto, nel rispetto delle vigenti norme e mantenendo il distanziamento sociale previsto, assistere alle esibizioni di continentali ed inglesi. Molto entusiasmo e soddisfazione anche da parte del comitato organizzatore, il Gruppo Cinofilo Sabino, che ha potuto giovare dell’innovativo programma che ENCI ha messo a disposizione, permettendo lo svolgimento dell’evento coordinato magistralmente. Vorrei rimarcare l’aiuto giunto dagli uffici di ENCI, sopratutto, in questa occasione, da Luca Mollo che ha coadiuvato il nostro Delegato

Marco Ragatzu 62


C L U B CLUB ITALIANO GRIFFONE KORTHAL LAJATICO PROVA SPECIALE E RADUNO DI BELLEZZA L’11 luglio a Lajatico (PI) ha avuto luogo una speciale Griffone Korthals su selvaggina naturale e un Raduno con una partecipazione totale di 10 soggetti. La Speciale è stata accompagnata anche dal selezionatore Burzi per poter iniziare a visionare i soggetti per formare la squadra per la Coppa Italia 2020. La Speciale ha visto la partecipazione di 7 soggetti, tutti nella nota del concorso. Batteria 1 Giudice Bixio CQN Yoko cond. Troysi CQN Cusi del Padule di Orbetello Casini

Migliore di razza

Anche nel Raduno c’è stata la partecipazione di 7 soggetti, giudicati dall’esperto Simone Panerai.

In base al punteggio ottenuto il Trofeo Bello & Bravo veniva assegnato a Cusi del Padule di Orbetello, proprietario e conduttrice Marta Casini.

MASCHI Intermedia Omero CAC Big Gim del Padule di Orbetello R/CAC Lavoro Reartù CAC BOS

Enrico Bixio Il Presidente del Club Italiano Griffone Kortharls

CLUB ITALIANO GRIFFONE KORTHAL c/o Bixio Enrico Via Tuia 53 - 16035 RAPALLO (GE) Tel. 3381538047 info@drahthaarbixio.com - http://www.cigk.eu

FEMMINE Giovani Yoko 1° M B Libera Cusi del Padule di Orbetello CAC BOB Anar di S.Ubaldo R/CAC Lara 3° ECC Migliori Femmine

Reartù CAC BOS

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ALLEVATORI TITOLARI DI AFFISSO ENCI Per essere inseriti occorre inviare il modulo d’iscrizione (da richiedere a redazione@enci.it oppure tel. 02/70020358 fax 02/70020353) unendo uno dei seguenti importi: • Rubrica allevatori € 173,28 IVA compresa • Sito internet € 61,00 IVA compresa • Rubrica allevatori + internet € 234,28. La richiesta dà diritto a 11 inserzioni consecutive, partendo da qualsiasi mese. Con la pubblicazione in tale rubrica l’ENCI non si assume alcuna responsabilità.

 CHOW CHOW  AKITA P.S. Bastianello “Levante Ponente” 27 via Costabella 36020 Pozzolo di Villaga (VI)

cell. 3396661496 sabrina.bastianello@tiscali.it

 ALANO E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Ravinetti “dei Dogi” 210 via Quarto Mascherone 00123 Roma tel. 06/30896221 fax 06/30896072 www.alano.it info_dogi@alano.it

 ALASKAN MALAMUTE G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PS)

tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.alaskanmalamute.it delbiagio@alaskanmalamute.it P. IVA 00645710419

 BARBONE S. Bandini “Showring” toy, nani, medi 7 via Rivalazzo 43015 Noceto (PR) tel. 0521/984498 tel. e fax 0521/825531 cell. 347/7568396 www.showringkennel.it simonaforever@libero.it

L. Schievano “di Sarmano” toy e nano Red e Grigio 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD) tel. 049/701258 www.contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

 BASSOTTO G. Pascarella “del Wanhelsing” bassotti a pelo duro 96 via dei Prati 21029 Vergiate (VA)

cell. 3339701314 www.allevamentobassotti.com info@allevamentobassotti.com

 BEAGLE A. M. Gattuso “Salga” 2 via Remondò, Casoni Sant’Albino 27036 Mortara (PV)

tel. 0381640055 fax 0381515404 cell. 3483174281 www.allevamentosalga.it info@allevamentosalga.it

 BOLOGNESE F. Bonanno “di Platino Iridio” 58/2 via Gerbiasco 21020 Mercallo dei Sassi (VA)

tel. e fax 0331/968894 cell. 330/202158 348/5802899 bonanno@triplaw.it www.canebolognese.com P.IVA 02026020129

 BULLDOG INGLESE R. Giuria “Love Sonny” 4 via Bertieri 12073 Ceva (CN) tel. 0174/721532 cell. 338/5352634 www.lovesonnybulldogs.it lovesonnybulldogs@alice.it

 CANE CORSO “del Rosso Malpelo” di S. Tanzarella 6 via Puccini 44042 Cento (FE)

tel. e fax 0516836441 cell. 3473757168 www.tanzarella.it / info@tanzarella.it

 CAO DE AGUA F. Bazzani “do Lusiadas” 27 via Mazzini 50050 Gambassi Terme (FI)

cell. 349/5789127 www.dolusiadas.org - info@dolusiadas.it

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B. Curwen “di Castelbarbara” 4, via Lido dei Pioppi 01037 Ronciglione (VT)

tel. e fax 0761612418 cell. 3336415302 www.chow-chow.it barbaracurw@tiscalinet.it

 COCKER SPANIEL INGLESE A. Francini “Francini’s” 46 località Loppiano S. Vito 50064 Incisa V.rno (FI)

tel. e fax 055/8335842 cell. 377/2305478 www.franciniscocker.it franciniscocker@gmail.com

 EPAGNEUL BRETON R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

G. Pivato “della Piave Antica” 15/B via Livenza 31038 Paese (TV)

fax 0422484661 cell. 3477916211 www.dellapiaveantica.it breton@dellapiaveantica.it

 GOLDEN RETRIEVER V. L. Bellanova “C’est Moi” 15/A Via Vittorio Fiorini 00179 Roma

tel. 06/7822979 cell. 333/7786777 www.accademiadelgolden.com lucia@accademiadelgolden.com

P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV)

tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 www.welsea.com info@welsea.com


E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Telatin “delle Grandi Ombre” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR) tel. e fax 045/6661122 www.dellegrandiombre.it info@dellegrandiombre.it

 JACK RUSSELL TERRIER U. Pianezzola e P. Bresolin “dell’Antico Fiume” 33 via Vivaldi 36050 Cartigliano (VI) cell. 340/6732905 info@anticofiume.it www.anticofiume.it

 LABRADOR RETRIEVER M. P. Buttarelli “Fior d’Acqua” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR)

tel. e fax 045/6661122 info@fiordacqualabrador.it www.fiordacqualabrador.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

 PASTORE BERGAMASCO L. Mariani “dei Lupercali” 17 via Mondello 22073 Fino Mornasco (CO) tel. +39 031/928092 cell. +39 328/5884848 www.lupercali.it info@lupercali.it

 PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE F. Simoni “Jacopone da Todi” via di Monteladrone sn 06059 Todi (PG)

tel. e fax 075/9077854 cell. 331/3667083 info@pastorimaremmanijacoponedatodi.com www.pastorimaremmanijacoponedatodi.com

 PASTORE SCOZZESE COLLIE M. T. Garabelli e A. Rota “di Cambiano” 4 strada Provinciale Monte Vaso 56034 Casciana Terme (PI)

tel. fax 0587/645322 cell. 340/2529213 - 333/6392761 www.cambianocollies.com www.allevamentocambiano.it mt.garabelli@tiscalinet.it

G. Pascale Guidotti Magnani “della Cambianella” 255 via Imperiale 44124 San Bartolomeo in Bosco cell. 3483198893 fax 1782208544 collies@cambianella.it www.cambianella.it

 PASTORE SCOZZESE SHETLAND M.A. Morosini “Mopava” 9 via Maguzzano 25017 Lonato del Garda (BS) cell. 3336698100 www.mopava.it marino.morosini@yahoo.it

 PASTORE TEDESCO G. Becattini “di Ripoli” via del Fossato 50012 Bagno a Ripoli (FI)

tel. e fax 055/632570 cell. 368/644380, 328/3787970 info@allevamentodiripoli.it www.allevamentodiripoli.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

E. Rossi Marchi “del Monte Poliziano” 11 via della Montagna 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 798239 cell. +39 3478234547 www.montepoliziano.it info@montepoliziano.it

L. Schievano “di Sarmano” 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD)

tel. e fax 049/701258 www.contedisarmano.it info@contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

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 SAMOIEDO P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV) tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 info@welsea.com www.welsea.com

 SETTER INGLESE R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

 SHIBA G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PU) tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.shiba.it delbiagio@alaskanmalamute.it

 SPINONE ITALIANO N. Randi “del Buon Santo” 28 via Rivaletto 48020 S. Alberto (RA) tel. e fax 0544/528228 nerino.randi@gmail.com www.spinonidelbuonsanto.com

 WEIMARANER D. Raimondi Cominesi “Royal Weim” 5 Cascina Garavella 26811 Boffalora d’Adda (LO) fax 0371/422472 cell. 335/6143838 www.royalweim.com raimondi@royalweim.com

M.A. Demuro “Sardinia Weim” Via Olgiastra snc 07021 Arzachena (OT) cell. 3348643700 www.sardiniaweimaraner.com info@sardiniaweimaraner.com

 ZWERGPINSCHER S. Monduzzi Donazzi “del Foionco” 127 via Montefiorino 41056 Savignano S/P (MO) tel. 059/2403132 fax 059/739276 cell. 338/7380783 www.delfoionco.it sanmondon@gmail.com


ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 7 agosto 2020 – Anno 66° DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Sara Ceccarelli, Pietro Paolo Condò, Renata Fossati, Rodolfo Grassi, Maddalena Manciani, Ermelinda Pozzi, Marco Ragatzu.

ENCI IN INTERNET: www.enci.it informazioni: info@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it libro genealogico: lg@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it biblioteca: biblioteca@enci.it REDAZIONE, PUBBLICITÀ: 20137 Milano - Viale Corsica 20 Tel. 02/7002031 Fax 02/70020323 IMPAGINAZIONE GRAFICA: DOD artegrafica - Massa Lombarda (RA) STAMPA: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona SPEDIZIONE PER L’ITALIA E PER L’ESTERO: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona La quota associativa dei Soci Allevatori è pari a euro 51,65 e dei Soci Aggregati a euro 5,00; ai soli fini postali, euro 2,00, sono da considerarsi quale quota di abbonamento alla rivista.

La Direzione non si assume alcuna responsabilità sulle inserzioni pubblicitarie inoltrate senza bozzetto, sulle quali, peraltro, si riserva di operare eventuali tagli al testo, compatibilmente con lo spazio prenotato. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La responsabilità per i contenuti e le opinioni espresse negli articoli pubblicati è esclusivamente degli autori In copertina: Bovaro del Bernese Foto Maddalena Manciani Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639 Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente

Associato alla Unione Stampa Periodica

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Italiana

RECENSIONI PER I PIÙ PICCOLI Ilia PalmerinI OTTO L’incredibile storia di un cane e del suo più caro amico Porziuncola Edizioni Lele e il suo fidato cagnolino Otto sono i protagonisti di una serie di incredibili avventure che lasciano il segno. Una storia in cui i giovani lettori potranno riconoscersi: Lele è un bambino fragile, un po’ solitario, che ama viaggiare con la fantasia e coltiva grandi sogni... Sarà l’incontro con Otto che lo aiuterà, passo dopo passo, a diventare grande e a superare le sue paure.

Amber Richards IL LIBRO DELLE RAZZE CANINE PER BAMBINI Sono tutti cani Babelcube Boolks È un e-book per bambini che introduce all’idea di diverse razze di cani. Questo libro è educativo e divertente, e può essere letto dai genitori ai bambini più piccoli o direttamente dai bambini che stanno imparando a leggere. Può diventare facilmente uno dei preferiti per la famiglia, da leggere ai bambini per avere in cambio sorrisi e risa. Il libro contiene le fotografie di 21 diverse razze canine, alcune comuni ed altre insolite. Contiene degli esercizi da fare insieme genitori e bambini per divertirsi e migliorare il rapporto.

A. P. Hernàndez IL MIO PRIMO CANE Babelcube Books Sofia ha sette anni e vuole un cane. Lo vuole per giocare a prendere il tè, spazzolarlo e cavalcarlo come una vera fantina. Sofia vuole il cane, e lo vuole subito. Quasi tutti i suoi amici di scuola hanno un cane tranne lei. Per questo motivo, e dopo molte insistenze, finisce per convincere i suoi genitori a prendere un cane. E così, un bel giorno... Timba arriva a casa! Ma Timba non è disposto a giocare con Sofia. A Timba non piace prendere il tè, non gli piace essere spazzolato né, tanto meno, gli piace che qualcuno gli salga in groppa. Sofia capisce così che Timba non è un giocattolo e che sarà fondamentale conquistarne la fiducia e l’affetto.


Border Collie. Foto Claudio Branca.

... neve e vento

Saluki. Foto Elisabetta Bellomi.


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