I Nostri Cani - Giugno 2020

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“organo ufficiale ENCI”

giugno 2020

N. 5 giugno 2020 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it

GREYHOUND KOREA JINDO DOG XOLOITZCUINTLE BRACCO ITALIANO



SOMMARIO Notizie ENCI Master allevatore cinofilo Greyhound, fascino e buon cuore Pierluigi Primavera Korea Jindo Dog Nancy Breakman Lo Xolo fra magia e realtà Michela Gervasoni Un amico prezioso Renata Fossati Vacanze insieme. È tutto più bello R.G. I cani fiuteranno il COVID-19... F.C. Collare o pettorina... come risolvere il problema Renata Fossati Figurine Liebig, memorie e attualità Rodolfo Grassi Standard in pillole Cani e cavalli si divertono insieme Renata Fossati L’adolescenza del cane A.B. Notizie dal mondo Il mio “angelo”... con la coda Cinzia Salerno Il cane in ufficio fa bene al lavoro R.F. Il buon cuore dello Spinone Giancarlo Cavazzoli Notizie dal Mondo Il Bracco Italiano fra storia e futuro Rodolfo Grassi La nuova geografia del Sud Tonino D’Angelo “Trofeo Mario Orsini” Stefano Alfieri Lajatico, prove Breton Giorgio Bellotti Mute di segugi a Cutro, in Calabria Stefano Alfieri

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CHI E DOVE

I successi 59 I club 61 Gli allevatori

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PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF­ FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE­ RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO­ SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI­ VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30

PER I GRUPPI CINOFILI Si informano i Gruppi Cinofili ENCI che all’interno de “I Nostri Cani” sono disponibili gratuitamente pagine dedi­ cate ai resoconti delle Esposizioni Internazionali e Nazionali. Per avere informazioni riguardanti gli aspetti tecnici e le modalità d’invio, contattare la redazione: redazione@enci.it - tel. 0270020358

TEMPI DI CONSEGNA DI TESTI E FOTO Pubblicità expo: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita (es. 5 novem­ bre per pubblicazione in dicembre) Articoli: previo accordi con la redazione Rubrica club: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita, in merito allo spazio disponibile Successi: in ordine di ricevimento, in merito allo spazio disponibile inviare a redazione@enci.it TUTTE LE RUBRICHE SONO GRATUITE Si ringrazia per la collaborazione

FORMATO TESTI E FOTO Testi in WORD o similari di scrittura (NO pdf) Foto in formato jpg o tif NON impaginare


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Notizie ENCI AVVISO

AVVISO

AVVISO

Si avvisa che, essendo la rac­ comandata a.r. ritornata con motivazione “compiuta gia­ cenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depositata lettera di contestazione relativa al pro­ cedimento disciplinare n. 139/19 anche nei confronti di FEDERICA BASCIA’.

Si avvisa che, essendo la rac­ comandata a.r. ritornata con motivazione “compiuta gia­ cenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depositata lettera di contestazione relativa al pro­ cedimento disciplinare n. 147/19 nei confronti di RINO FAONIO.

Si avvisa che, essendo le rac­ comandate a.r. ritornate dap­ prima con motivazione “com­ piuta giacenza” e successiva­ mente per “destinatario irre­ peribile”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depositata lettera di contestazione relativa al pro­ cedimento disciplinare n. 116/19 anche nei confronti di BRUNO GALDI.

Il Segretario Istruttore

Il Segretario Istruttore

Il Segretario Istruttore

AVVISO

AVVISO

Si avvisa che, essendo la rac­ comanda a.r. ritornata con motivazione “compiuta gia­ cenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depositata lettera di chiusura istruttoria e deposito atti relativa al procedimento disciplinare n. 40/19 nei con­ fronti della Sig.ra OLGA LA SPESA MARTINENGO.

Si avvisa che, essendo la rac­ comandata a.r. ritornata con motivazione “destinatario tra­ sferito”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depositata lettera di chiusura istruttoria e deposito atti relativa al procedimento disciplinare n. 05/19 nei con­ fronti di MARIUS PINTILEI.

Il Segretario Istruttore

Il Segretario Istruttore

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Notizie ENCI CANE DA PASTORE BERGAMASCO Accesso limitato al Registro Supplementare Riconosciuto

Il Comitato Esecutivo del 12/5/2020, riscontrate le considerazioni espresse dalla Commissione Tecnica Centrale (su richiesta dell’Associazione Amatori del Cane da Pastore Bergamasco), ha deliberato di limitare l’accesso dei caposti­ piti al Registro Supplementare Riconosciuto (RSR) nei Raduni e nelle Mostre Speciali a partire dal 1 gennaio 2021.

LAGOTTO ROMAGNOLO

Accesso limitato al Registro Supplementare Riconosciuto Il Comitato Esecutivo del 12/5/2020, riscontrate le considerazioni espresse dalla Commissione Tecnica Centrale (su richiesta del Club Italiano Lagotto), ha deliberato di limitare l’accesso dei capostipiti al Registro Supplementare Riconosciuto (RSR) nei Raduni e nelle Mostre Speciali a partire dal 1 gennaio 2021.

RECENSIONI Alexandra Horowitz COME PENSA IL TUO CANE Tutti i segreti del migliore amico dell’uomo Oscar Saggi Mondadori Cosa sanno i cani? Cosa pensano? Chiunque abbia la fortuna di vivere accanto a un amico a quattro zampe non può fare a meno di chiederselo. In questo libro una psicologa cognitiva (e padrona di cani) spiega come i cani percepiscono il loro mondo quotidiano, i loro simili, e quei buffi animali che li accompagnano, gli umani, permettendo ai lettori di entrare nella testa di questi straordinari animali. Come pensa il tuo cane è un saggio aggiornato ai più recenti risultati della ricerca scientifica, ma anche una miniera di utili consigli che, spiegandoci perché il nostro cane fa ciò che fa, ci indica anche la via per educarlo in modo rispettoso della sua identità.

Bash Dibra IL CANE PARLA Edizioni PIEMME L’autore, ci insegna a interpretare il misterioso, multiforme vocabolario dei nostri amici a quattro zampe; le espressioni facciali: per leggere negli occhi e sul muso del cane le sue emozioni, le sue intenzioni, il suo stato di salute. Il linguaggio del corpo: per decifrare il significato di ogni postura e posizione. La vocalizzazione: per comprendere ogni volta perché il cane abbaia, ulula, latra, guaisce, per soddisfare i suoi bisogni e prevenire problemi e disturbi. Se vi è capitato di cercare di farvi comprendere in un paese straniero, un luogo in cui nessuno sapeva capire la vostra lingua, allora sapete quale frustrazione può provare a volte un cane. Questo libro è un traduttore simultaneo per comunicare con il migliore amico dell’uomo. Per avere un cane sano, ben addestrato e davvero felice.


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Master allevatore cinofilo ENCI 2019/2020 SECONDO MODULO DELLA V° EDIZIONE

Considerato il perdurare di alcune misure per il contrasto del COVID-19, si comunica che il secondo modulo della V° Edizione del Master Allevatore ENCI/ANMVI, origi-

nariamente previsto a Cremona nei giorni 25 e 26 febbraio 2020, è stato organizzato quale Master interattivo che si svolgerà nelle giornate del 21 e 22 luglio 2020 con

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PRIMO GIORNO: MARTEDÌ 21 LUGLIO 2020 MALATTIE OCULARI E NEUROLOGICHE EREDITARIE. ORTOPEDIA PEDIATRICA E MALATTIE DELL’ACCRESCIMENTO 9.00 Registrazione presenze 9:15 Saluto, presentazione del modulo formativo 9:30 Genetica, principi base da applicare all’allevamento cinofilo con particolare riferimento alle patologie ereditarie - Stefano Paolo Marelli 11.00 Pausa 11.15 Selezione, obiettivi e strumenti - Stefano Paolo Marelli 12.00 Allevamento: tipi estremi e benessere - Stefano Paolo Marelli 13.00 14.00 14.30 15.00

Pausa per pranzo Displasia dell’anca e displasia del gomito, come si sviluppano, cosa provocano e come si controllano nei riproduttori - Aldo Vezzoni Altre patologie scheletriche dell’accrescimento da conoscere - Aldo Vezzoni La lussazione della rotula sia nei cani toy che in quelli di taglia grande, incidenza, conseguenze e controllo dei riproduttori - Aldo Vezzoni

15.30 16.00 16.45 17.30

Pausa Malattie oculari a base ereditaria - Domenico Multari Patologie dermatologiche: gestione in allevamento - Natalia Fanton Discussione e termine del primo giorno

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SECONDO GIORNO: MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2020 ALTRE MALATTIE EREDITARIE. DIFETTI DENTARI. MALATTIE NEUROLOGICHE 9.00 Registrazione presenze 9.15 Genetica, comportamento e attitudini - Stefano Paolo Marelli 10.30 Pausa 11.45 Prevenzione, controllo e gestione delle malattie cardiovascolari ereditarie Claudio Bussadori 13.00 14.00 15.30 16:00 17.15

Pausa per pranzo Malattie neurologiche a base ereditaria - Alberto Cauduro Relazione commerciale MONGE - L’importanza degli omega-3 nella gestione nutrizionale del paziente ortopedico - Elena Pagani Difetti dentari e malocclusione dentale - Mirko Radice Discussione e termine del Corso

modalità di collegamento da remoto. Al fine di agevolare i Cinofili in un momento di difficoltà dell’intero Paese, l’ENCI ha rivisto a ribasso le quote di partecipazione al modulo. Coloro che avevano già effettuato l’iscrizione al secondo modulo e confermeranno la partecipazione nelle date sopraindicate, inviando un’email all’indirizzo masterallevatore.anmvi@enci.it saranno contattati dalla segreteria per il rimborso della quota eccedente. Le nuove tariffe sono così stabilite: Soci Allevatore e titolari di Affisso ENCI/FCI € 160,00 + IVA 22% Soci ENCI € 210,00 + IVA 22% Non Soci ENCI € 260,00 + IVA 22% Sarà possibile effettuare nuove iscrizioni entro il 22 giugno 2020 al seguente link https://registration.evsrl.it/1428 L’organizzazione è a disposizione per fornire informazioni utili al seguente numero 02-70020325. L’applicazione che verrà utilizzata sarà ZOOM Cloud Meetings. Nei giorni precedenti l’evento sarà inviata una comunicazione per accedere al Master e sarà fornito un supporto utile per facilitare l’accesso agli iscritti in modalità di collegamento da remoto. Il modulo affronterà gli aspetti della pediatria, dell’accrescimento e delle più rilevanti patologie ereditarie. Le giornate saranno organizzate come da tabella. Requisiti obbligatori per la partecipazione al Master sono la sottoscrizione del Codice Etico degli Allevatori di cani (da inviare all’indirizzo e-mail masterallevatore. anmvi@enci.it) e il possesso di un indirizzo di posta elettronico valido. Il Direttore Generale Fabrizio Crivellari

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Caratteristiche e suggestioni di una razza selezionata da nobili e re

Greyhound, fascino e buon cuore Foto di Elisabeth Espedal

L’aspetto rude e la corporatura gigantesca non devono trarre in inganno: mite di carattere si affeziona alla casa ed a quanti si prendono cura di lui


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Tra le razze levriere il Foto Salmistraro Greyhound si distingue non solo per la statura e l’innata eleganza: quello che affascina già a prima vista è la capacità di infondere senso di libertà, orgoglio e determinazione. La sua antica storia si intreccia con quelle delle altre razze affini e, a ripercorrerla fin dal suo inizio, si ha la sensazione di viaggiare nel tempo, a millenni di distanza dalla nostra modernità. Tra le innumerevoli teorie ipotizzate dai ricercatori, suddivise maggiormente tra le origini egiziane o celtiche, quella prevalente ritiene che l’area Medio Orientale sia la culla dei levrieri. Cani molto simili appaiono nei disegni del tempio del 6000 a.C. nella città di Catal-Huyuk nell’attuale Turchia. Un vaso funerario del 4000 a.C., trovato nella zona dell’Iran moderno, è stato decorato con immagini di cani che assomigliano molto ai levrieri. Poiché gli artisti di un tempo lontano tendevano a rappresentare solo immagini dal significato religioso o sociale, questi soggetti dovevano essere sicuramente importanti per i popoli di allora. Nonostante a quei tempi i cani fossero considerati poco più di un arnese, e appena tollerati giusto per il servizio di guardiani che svolgevano intorno al campo, i levrieri godevano di un trattamento diverso, tanto che le tribù nomadi che vivevano nei deserti, li allevavano in recinti separati per impedire che si accoppiassero con altri cani. Le loro abilità nel cacciare accanto all’uomo li resero indispensabili alla sopravvivenza dei beduini, assegnando loro un posto all’interno delle tende, in modo che il loro allevamento potesse essere controllato. Le capacità uniche e preziose dei levrieri aiutano a spiegare perché sono cambiati molto poco nella loro lunga storia, giungendo a noi integri nell’aspetto e nello spirito. In Egitto, gli antenati dei moderni levrieri venivano usati nella caccia e tenuti come animali da compagnia. Una tomba egizia del 2200 a.C. ritrae cani che assomigliano molto al moderno levriero. Tra i faraoni noti per possedere cani di tipo levriero, vi sono Tutankhamon, Amenhotep II, Thutmose III, la regina Hatshepsut e Cleopatra VII. Nella Bibbia, l’unica razza di cane menzionata è il levriero (Proverbi 30: 29-31, Versione di Re Giacomo): “Ci sono tre cose che fanno bene, sì, che sono gradevoli: un leone, che è il più forte tra gli animali e non si allontana da alcuno; un levriero; ed anche una capra”.

I GRECI ED I ROMANI I greci probabilmente acquistarono alcuni di questi cani dai mercanti egiziani, qualche tempo prima del 1000 a.C. Nel poema

epico di Omero, l’“Odissea” (circa 800 anni a.C.), quando Ulisse torna a casa (mascherato) dopo venti anni di guerra contro i troiani, l’unico a riconoscerlo fu il suo cane Argo, descritto come un levriero. Arte e monete, dalla Grecia, raffigurano segugi a pelo corto praticamente identici ai moderni levrieri, il che rende abbastanza certo che la razza sia cambiata davvero poco dal 500 a.C.. Intorno al 325 a.C., si riporta che un cane di nome Peritas avrebbe accompagnato Alessandro Magno nelle sue campagne militari. I romani ottennero i loro levrieri dai greci o dai celti. Ovidio e Arriano si riferiscono a loro come Celt Hounds. Alcune delle loro divinità erano accompagnate da cani simili, ad esempio la dea Diana (l’Artemide greca) cacciava con cani di tipo levriero. Tali soggetti erano impiegati per la caccia e per le corse. Ovidio descrive così la corsa all’inizio del I secolo d.C.: “L’impaziente levriero viene trattenuto per dare alla lepre un buon inizio”. Flavius Arrianus scrisse nel 124 d.C. che lo scopo della corsa non è catturare la lepre, ma godersi l’inseguimento stesso: “Il vero sportivo non libera i suoi cani per distruggere le lepri, ma per il bene della corsa”.

L’ETÀ MEDIEVALE Durante i periodi di carestia nel Medioevo, i Greyhound rischiarono l’estinzione. Furono salvati dai sacerdoti che li proteggevano e li allevavano per la nobiltà diventando, di fatto, i cani dell’aristocrazia. Canuto il Grande, re d’Inghilterra, promulgò leggi forestali nel 1014, riservando ampie aree del Paese per la caccia alla nobiltà, impedendo agli altri cittadini di cacciare. Nel 1066 Guglielmo il Conquistatore introdusse leggi forestali ancora più stringenti, pertanto, i comuni cittadini che cacciavano con i levrieri in violazione di queste leggi, preferivano cani la cui colorazione li rendeva più difficili da individuare: nero, rosso, fulvo e tigrato. Al contrario, i nobili prediligevano i cani bianchi e mac-

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chiati, che potevano essere individuati e recuperati più facilmente, se persi nella foresta. Il Greyhound è la prima razza citata nella letteratura inglese. Non sappiamo con certezza dove o quando abbia avuto origine il termine. Probabilmente risale al tardo Medioevo. Potrebbe venire dal vecchio inglese “grei-hundr”, presumibilmente “cane cacciatore” o “di alto rango”. Un’altra spiegazione è che deriva da “gre” o “gradus”, che significa “primo rango”, quindi il termine levriero significherebbe “di primo rango tra i cani”. Infine, è stato suggerito che il termine derivi da Greekhound, dal momento che il cane ha raggiunto l’Inghilterra attraverso i greci. Un’altra versione ritiene che il ceppo di levriero originale fosse principalmente di colore grigio, quindi il nome si riferirebbe semplicemente al colore (Grey) del segugio. Gli artisti del Rinascimento tenevano i levrieri in grande considerazione. Le opere di Veronese, Uccello, Pisanello e Desportes, tra gli altri, raffigurano levrieri in una varietà di scenari che va dal sacro al popolare, con un’enfasi sulla caccia.

VELOCE COME IL VENTO Le corse di caccia, con i cani che inseguivano conigli vivi, divennero popolari nel corso del XVI secolo. La regina Elisabetta I d’Inghilterra (1533-1603) fece stabilire a Thomas, duca di Norfolk, regole per giudicare le gare di corsa. Vincere non dipendeva necessariamente dalla cattura della lepre, anche se ciò faceva guadagnare un punteggio elevato, e comunque molto spesso la lepre riusciva a fuggire. Sui cani da corsa erano comu-

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Foto Sobers


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nemente piazzate scommesse: il primo club di corsa ufficiale fu fondato nel 1776 a Swaffham (Norfolk), in Inghilterra. William Shakespeare (1564-1616) menzionò i levrieri in alcune sue opere teatrali. Nel discorso di Enrico V alle sue truppe, poco prima della Battaglia di Harfleur, paragona le persone ai levrieri in corsa: “Vi vedo come Greyhound pronti per essere lanciati, scalpitanti alla partenza. Che il gioco abbia inizio!”. La popolarità delle corse di levrieri in Gran Bretagna aumentò notevolmente nel diciannovesimo secolo, poiché la Rivoluzione industriale diede alle classi manifatturiere la ricchezza e il tempo di godere di tali attività. Inoltre, l’espansione della ferrovia rese più facile l’accesso alle corse, che raggiunsero il loro picco di popolarità alla fine del 1800. La Coppa Waterloo (ormai abolita da diversi anni) è stata considerata per oltre un secolo la più importante di corsa su preda viva per i Greyhound. La prima Waterloo Cup si tenne nel 1837 nella tenuta Altcar di Earl Sefton e fu vinta da un soggetto di nome “Fly”, di proprietà del signor Stanton. Con la costituzione del National Coursing Club of England nel 1858, le corse diventarono più che altro un affare di scommesse. A seguito del diffondersi delle corse, nel 1882 nacque il Greyhound Stud Book, successivamente replicato anche in altre nazioni. La prima esca artificiale (richiamo meccanico) fu usata in Inghilterra nel 1876 ed era un coniglio di peluche sistemato su una lunga rotaia che correva dritto per una lunga distanza, ma fu solo nei primi anni del 1900, quando un americano, Owen

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Patrick Smith, sviluppò un’esca che poteva correre in un cerchio su una pista come quella usata dai cavalli, che le corse iniziarono a essere considerate uno sport. Nel circuito FCI, di cui l’Italia da parte tramite l’ENCI, queste prove sono state regolamentate da tempo attraverso il Coursing ed il Racing. Il Coursing consiste in una prova di caccia simulata su lepre artificiale (detta zimbello), trainata attraverso un sistema di pulegge, nella quale i soggetti vengono fatti correre in coppie su due manche (nel corso delle quali cambiano gli abbinamenti fra i soggetti) ed il giudice valuta le loro capacità venatorie attraverso una serie di parametri (velocità, ardore, intelligenza, destrezza e resistenza), assegnando ai medesimi un punteggio che rifletterà la classifica finale della prova. Il Racing è invece una prova di velocità nella quale i Greyhound si sfidano lungo un tracciato ovale o ad U, rincorrendo una preda artificiale, anch’essa trainata meccanicamente come nel Coursing, fino a tagliare il traguardo. Si tratta di una prova che premia principalmente la velocità pura dei soggetti e la loro resistenza allo sforzo prolungato. Va precisato infine che i Greyhound utilizzati per il Coursing, e ancor di più quelli impiegati per il Racing, presentano delle caratteristiche somatiche che li differenziano chiaramente dai soggetti che di solito osserviamo nei ring d’esposizione, proprio a causa della loro specifica selezione funzionale.

CARATTERE E TEMPERAMENTO I Greyhound sono cani estremamente gentili, leali e affettuosi con gli umani. Amano molto la compagnia e possono soffrire di ansia da separazione. La loro natura sensibile suggerisce grandemente di adottare un approccio gentile e calmo per quanto riguarda l’educazione e l’allenamento. Detto questo, il loro istinto di inseguire la preda può scatenarsi in presenza di altri piccoli animali: è quindi consigliabile la costante supervisione di noi

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umani, perché la voglia di inseguire potrebbe superare l’educazione e l’addestramento ricevuti, con la conseguenza che in un istante sarebbero capaci di sparire alla nostra vista, incuranti dei richiami. Il temperamento è influenzato da diversi fattori, tra cui ereditarietà, socializzazione ambientale ed educazione. L’ereditarietà comportamentale è molto meno prevedibile dei tratti morfologici e spesso può essere modellata dall’ambiente circostante. I Greyhound sono spesso considerati grandi felini a causa di quanto siano pigri, nonché per la loro intelligenza e indipendenza. Una educazione coerente e un incoraggiamento positivo insegneranno loro che devono ascoltarci quando diamo un comando. Sono cani molto sensibili e inclini a livelli elevati di stress, in grado di avvertire se c’è tensione in casa e di risentirne in maniera visibile. Mai aggressivi con gli altri cani: se provocati, preferiscono immobilizzarsi e ignorare l’avversario. Se aggrediti, mostrano grande sicurezza, poiché sanno già non potranno mai essere raggiunti dal loro inseguitore. La loro totale mancanza di aggressività li rende animali docili e che abbaiano pochissimo. Sono gentili, dolci ed amano molto stare in casa, accoccolati sui divani. Le persone che non hanno familiarità con questa razza sono spesso sorprese dalla loro calma, dato che nell’immaginario collettivo sono soprattutto idealizzati come degli instancabili corridori: in realtà si tratta di una delle più spiritose, rilassate e rilassanti tra le razze canine. Poco conosciuti dal grande pubblico, se non per l’aspetto delle corse, celano in sé grande intelligenza, sensibilità e robustezza. Frutto di una selezione durissima, svolta in un ambiente ostile dove sabbia, sole e vento la facevano da padroni, hanno saputo dominare le avversità giungendo a noi in tutta la loro forza e bellezza. Come uno scrigno, riservato a quegli appassionati che saranno in grado di apprezzarne tutte le grandi qualità nascoste. Pierluigi Primavera


Un’affascinante ed originale razza asiatica

Korea Jindo Dog

Carattere indomito e straordinario senso dell’orientamento. Ha mantenuto nel tempo un forte istinto di caccia ed è un ottimo guardiano


MANTELLO PELO

Una delle razze asiatiche quasi sconosciute in Europa è certamente il Korea Jindo Dog (Jindogae) o Chindo, cane da caccia di tipo Spitz originario dell’isola di Jindo, in Corea del Sud. Sappiamo con certezza che è esistito su quest’isola per secoli, ma il modo in cui ci sia arrivato, rimane un mistero. Al riguardo, ci sono poche teorie sull’origine effettiva di questa razza ed anche gli scienziati non possono ancora determinare con precisione quale sia la più attendibile. Secondo la prima teoria, si è evoluto da cani che sono finiti su questa isola coreana dopo che una nave cinese ebbe un naufragio al largo della costa, avvenuto durante la Dinastia Song (960-1279). La seconda teoria dice che i Chindos sono in realtà discendenti di cani che furono importati dalla Mongolia intorno al 1400 e posti a guardia del “ranch nazionale” situato nella Contea di Jindo. La terza teoria invece sostiene che Jindo Gae è il discendente degli antichi cani coreani allevati dagli indigeni sin dal Neolitico. Presumibilmente, questa è la ragione principale per cui i coreani affermano che il suo pool genetico è sempre stato relativamente puro. Ma, probabilmente, la più accurata è la quarta teoria secondo cui questi cani si sono evoluti attraverso incroci con cani mongoli che furono portati sull’isola di Jindo, intorno al XIII secolo, quando gli eserciti mongoli invasero la Corea. Le discussioni continueranno nel tempo, ma una cosa è certa: il Korea Jindo Dog (KJD) oggi è considerato un tesoro nazionale nel suo Paese natale e riconosciuto dalla FCI nel 2005 per essere incluso definitivamente nel gruppo 5, sezione “Spitz asiatici e razze affini”.

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ISTINTIVO E INDIPENDENTE Il Korea Jindo Dog è un robusto cane da caccia, molto agile, intraprendente, devoto, intelligente e desideroso di compiacere. Farà tutto il possibile per compiacere i suoi padroni e li seguirà durante le loro attività quotidiane. Tuttavia, poiché si tratta di un cane con un forte istinto del branco e della scala gerarchica, il suo proprietario dovrà essere un vero leader con un atteggiamento risoluto. È per questo motivo che viene definito “cane di un solo padrone”, data la sua indissolubile lealtà. Inoltre, mantiene intatto un forte istinto predatorio che replicherà in ogni occasione, quando la sua leadership verrà messa in discussione da altri cani o da persone sconosciute. Poco adatto alla convivenza con i bambini poiché insofferente a situazioni imprevedibili come il troppo rumore, movimenti repentini, giochi movimentati. Se ne deduce facilmente che la sua tendenza a controllare il territorio potrebbe renderlo poco sicuro in queste situazioni. La socializzazione precoce è molto importante quando si tratta di estranei, nonché di altri animali domestici e altri cani. In effetti, lo Jindo coreano è noto come un cane territoriale che di solito è molto protettivo nei confronti della sua famiglia umana. È naturalmente distaccato e sospettoso con gli estranei ed è anche molto attento e sensibile a tutti i cambiamenti che accadono intorno a lui. Queste sono tutte qualità che rendono KJD un eccellente e incorruttibile cane da guardia, oltretutto, una delle sue caratteristiche è quella di non dare avvertimenti all’avversario, ma di passare subito all’azione.


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COLORE

EDUCAZIONE A giudicarlo dal suo atteggiamento inflessibile, dalla sua intelligenza e dal suo pensiero indipendente, potrebbe sembrare un compito davvero difficile educarlo anche se la verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Il KJD è davvero un cane “Alpha”, pronto a sfidarti in ogni occasione tuttavia, questo è un cane molto intelligente e con una buona memoria. In effetti, ogni Chindo può facilmente imparare anche i comandi più complessi, ma solo nelle mani di un leader esperto e deciso. Questo è il motivo per cui non è raccomandato alle persone che non abbiamo mai avuto cani. La parte più difficile dell’addestramento è farlo interessare e tenerlo impegnato. Quindi, è molto importante essere pazienti, calmi e rispettosi mentre si lavora con questo cane. È utile iniziare ad educare un cucciolo già all’età di 6-8 settimane, procedendo passo dopo passo con brevi lezioni di allenamento, portando sempre qualcosa di nuovo come ricompensa alimentare. Gridare o usare la forza non porterebbe ad alcun risultato. Con un addestramento adeguato, Jindo Gae può persino competere in prove di agility e obbedienza. Le principali caratteristiche dello Jindo Dog coreano sono acuta intelligenza, forte lealtà, agilità simile a un gatto, forza, resistenza, forte volontà, indipendenza, intraprendenza, prontezza, audacia, testardaggine e curiosità. In effetti, questo è un cane davvero curioso a cui piace vagare ed esplorare i dintorni in cerca di cibo o di divertimento. Inoltre, è molto agile e atletico e può saltare incredibilmente in alto, il che lo rende capace di arrampicarsi facilmente su muri o recinzioni. In altre parole, è un incredibile artista della fuga. Tuttavia, a differenza di altre razze amanti della fuga, il KJD, possiede una sbalorditiva capacità di trovare la via del ritorno anche da luoghi molto distanti. È famosa in tutta la Corea del Sud la storia di una femmina di nome Baekgu, che viveva sull’isola di Jindo con la sua proprietaria, una donna di 83 anni di nome Park Bak-don, prima di essere venduta a un nuovo proprietario in una città situata a circa 300 km di distanza. Bak-don aveva il cuore spezzato per aver

TAGLIA E PESO

dovuto dire addio alla sua migliore amica e, evidentemente, anche Baekgu, dato che fuggì dalla sua nuova casa e viaggiò da sola per sette mesi prima di riapparire nel cortile di Bak-don e correre dritta tra le sue braccia. I due, rimasero insieme per il resto della vita di Baekgu

ENERGICI E LONGEVI I Chindos sono conosciuti come cani puliti e poco inclini ad abbaiare eccessivamente ma hanno bisogno di molto movimento e di essere interessati in qualche sport o giochi interattivi dato che la loro energia è spesso definita “inesauribile”. Godono di buona salute e hanno un’ aspettativa di vita compresa tra i 12 e i 15 anni. Sembra che la maggior parte di loro non ami bagnarsi né nuotare nell’acqua corrente; siano riluttanti al bagno ed evitino il più possibile di bagnarsi quando piove. Complessivamente, una razza originale, abbastanza sconosciuta anche in Europa che richiede molte attenzioni dal punto di vista educativo. Infatti, il suo forte istinto predatorio e l’indipendenza innata lo rendono indomito e coraggioso, ma molto leale con il suo padrone. Nancy Breakman

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Storia e leggende del Cane Nudo degli Atzechi

Lo Xolo fra magia e realtà

Considerato sacro dall’antico popolo che lo riteneva guida nel regno dei morti, originalissimo d’aspetto, è allegro ed intelligente. Conoscere le sue abitudini di vita ed il carattere per convivere felicemente con lui


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Lo Xoloitzcuintle o Xoloitzcuintli, in breve Xolo, è una razza molto antica, le prime tracce risalgono a 3,500 anni fa in Nord e Centro America. Statue di ceramica raffiguranti Xolo sono state rinvenute nelle tombe di Colima in Messico. Esiste un simpatico trucco per imparare la corretta pronuncia della razza, ovvero “show – low – eats – queen – tlee”. Lo Xoloitzcuintle era il cane prediletto della civiltà Azteca, infatti Xolotl era il dio dei lampi e colui che aiutava i morti nel loro viaggio verso Mictlan, il mondo sotterraneo, Xolotl veniva spesso raffigurato come uno scheletro o come un uomo con la testa di cane, giustappunto il loro prediletto Xolo. In lingua Nahuatl “itzcuintli” era il termine per indicare il cane. Lo Xoloitzcuintli per gli Aztechi era il paggio dei morti, fedele compagno di vita del padrone che veniva sacrificato alla morte di quest’ultimo per accompagnarlo nel viaggio verso il mondo sotterraneo. Sfortunata era la sorte di questi Xolo che venivano sacrificati in rituali pagani per scacciare il maligno e visto il grande abbondare di sacrifici la razza fu quasi sull’orlo dell’estinzione. Gli Xolo erano fieri compagni di vita, utilizzati dagli Aztechi come cani da guardia ma anche come catalizzatori per le malattie; infatti la leggenda vuole che dopo 4 giorni che il malato dormiva con lo Xolo la malattia e i dolori venivano trasferiti al cane, in realtà lo Xolo ha una temperatura corporea

molto elevata rispetto a noi esseri umani e grazie a questo particolare dava sollievo contro i reumatismi, dolore cervicale, coliche e artriti. Esploratori e uomini di scienza come Cristoforo Colombo, James Cook e Charles Darwin hanno descritto nel dettaglio gli Xoloitzcuintle e grazie ai loro resoconti si è scoperto che la razza è mutata pochissimo nell’arco dei secoli; infatti prima della scoperta del nuovo mondo non erano mai stati avvistati cani nudi. Nel 1940 fu fondata la FCM (Federacion Canofila Mexicana) e proprio lo Xolo prese parte al loro logo; poco dopo nelle esposizioni della FCM apparvero i primi Xoloitzcuintle, ma la razza non era riconosciuta ufficialmente. Grazie al supporto dell’FCM nel 1954 fu organizzato un progetto di conservazione della razza, ci fu una spedizione nelle giungle nello stato di Guerrero, alla ricerca di vari branchi di Xolo e vennero presi 10 esemplari di buona qualità, 6 femmine e 4 maschi. Grazie a questo piccolo gruppo di cani lo Xolo ritornò a vivere in Messico e non solo. Tra i partecipanti alla spedizione spiccano la contessa Lascalles de Premio Real che fu una dei primi allevatori di Xolo, con affisso “Premio Real”; il colonnello Norman Pelham che successivamente scrisse il libro “The enigma of the Xolo”; e la signora Hilary Harmer che importò in Inghilterra nel 1957 due dei cani presi

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nella spedizione, i quali vennero esposti per sei mesi allo zoo di Londra in Regent Park e successivamente, nel 1960 esposti negli show inglesi. Il primo standard di razza messicano fu scritto nel 1956 e comprendeva solo la taglia standard; nel 1960 già 40 Xolo erano stati registrati ufficialmente in Messico. Nel 1994 fu incluso nello standard la taglia miniatura, nel 1999 lo standard fu ulteriormente modificato aggiungendo la taglia intermedia. Uno Xoloitzcuintle fu il soggetto dei francobolli messicani nel 1999 proprio per ricordare l’esposizione canina mondiale che ebbe luogo nel Paese, dove parteciparono molti Xolo, infatti furono iscritti 31 soggetti di taglia miniatura, 12 di taglia intermedia e 45 di taglia standard. La razza venne riconosciuta dall’FCI il 11/6/1961; l’AKC registrò i primi Xolo già nel 1887, ma con la quasi scomparsa della razza il registro venne chiuso nel 1959, il ritorno ufficiale nei ring dell’AKC avvenne nel 2011 nel non – sporting group. In Canada il CKC approvò il primo titolo di campione canadese nel 1989. Gli Xolo sono entrati anche nel cuore di famosi pittori messicani tra cui Frida Kahlo e Diego Rivera che hanno dedicato varie tele a questa razza meravigliosa e sono stati essi stessi proprietari di alcuni Xoloitzcuintle.

MANTELLO La razza esiste sia nella tipologia “hairless” (senza pelo) sia nella tipologia “coated” (con il pelo), il gene responsabile dell’assenza di pelo è dominante ma tuttavia alcuni cuccioli nascono con il pelo. L’accoppiamento tra due cani senza pelo stimola la comparsa di un gene letale che colpisce il 25% dei cuccioli omozigoti, il risultato sarà solamente una cucciolata meno numerosa.

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Considerando la rarità della razza è permesso l’accoppiamento tra Xolo con pelo e Xolo senza pelo, ma è da sottolineare che i soggetti con il pelo, utilizzati per scopo riproduttivo, devono avere entrambi i genitori iscritti al Libro delle origini con almeno una generazione che sia il risultato dell’accoppiamento tra Xolo senza pelo con Xolo senza pelo. Invece l’accoppiamento di due Xolo con il pelo non è permesso.

TRE TAGLIE UNA MORFOLOGIA Esistono 3 taglie: varietà standard (da 46 cm a 60 cm al garrese con la tolleranza di + 2 cm in cani di qualità superiore), varietà media (da 36 cm a 45 cm al garrese), varietà miniatura (da 25 cm a 35 cm al garrese). Dal punto di vista morfologico lo Xoloitzcuintle è un cane dalle proporzioni armoniose, il torace è ampio con costole ben cerchiate, gli arti e la coda lunghi ed un’ottima muscolatura. Con rapporti 10:9 misurando il corpo dalla punta della spalla ala punta della natica e dal garrese a terra, lo Xoloitzcuintle è un cane leggermente più lungo che alto. Il cranio di tipo lupoide e a forma di cuneo, le linee superiori cranio - facciali sono quasi parallele, il cranio e il muso hanno quasi la stessa lunghezza. Geneticamente l’assenza di pelo è strettamente legata all’assenza di denti, per cui è ammessa l’assenza di qualche incisivo, canino, molare e premolare; la chiusura è preferibilmente a forbice, è ammessa la chiusura a tenaglia con le estremità degli incisivi che si toccano, nella varietà con il pelo la dentatura deve essere completa. Gli occhi sono a forma di mandorla, di media misura e il colore deve essere il più scuro possibile. Gli orecchi sono lunghi ed eleganti e ricordano quelli di un pipistrello, eretti in attenzione for-


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mano col loro asse un angolo sull’orizzontale da 50 a 80 gradi; nella varietà con pelo possono avere orecchi eretti o cadenti. Il collo è snello, muscoloso e molto elegante ma senza giogaia, il corpo è ben costruito con una dorsale solida e una groppa inclinata di circa 40° con un torace ben disceso. Gli arti sono lunghi, con una giusta angolazione che permette un movimento fluido ed elegante; con un piede da lepre e dita arcuate e serrate. La coda sottile deve arrivare fino al garretto, a riposo pende e può terminare con un leggero uncino, in movimento è levata a formare una curva ma senza mai toccare il dorso.

L’ORIGINALE EPIDERMIDE Lo Xoloitzcuintle è un cane che adora stare all’aperto, soprattutto nelle giornate soleggiate dove passa ore a prendere il sole, infatti si abbronza proprio come la nostra pelle e come noi ha bisogno di una protezione solare per evitare il rischio di ustioni e bruciature. La pelle è molto liscia e gradevole al tatto, i colori variano dal nero alle varie sfumature del grigio, rosso, fegato, bronzo e biondo ma possono esserci pezzature di qualsiasi colore, generalmente sono preferiti monocolori scuri. La varietà senza pelo presenta qualche pelo irsuto, corto e spesso di qualsiasi colore, che è ammesso solo sulla fronte e sulla nuca, sui piedi e sulla punta della coda. La varietà con il pelo può essere di qualsiasi colore o combinazione di colori e di qualsiasi lunghezza e tessitura. ALLEGRO E INTELLIGENTE Lo Xoloitzcuintle è un cane tranquillo e allegro, molto attento e intelligente, a volte diffidente con gli estranei, soprattutto nella taglia standard è un ottimo cane da guardia ma mai aggressivo. Lo Xolo ha un legame molto profondo con il padrone e non esiterebbe a difenderlo in situazioni di pericolo, con i familiari è molto dolce ed educato, ma a volte non posso negare che non sia testardo e caparbio. Convive amichevolmente con altri cani della stessa razza e non solo, ma naturalmente possono nascere delle piccole dispute innocenti su chi è il soggetto predominante, è adatto per tutta la famiglia, alla quale è molto legato, ama giocare tra i suoi simili e con i suoi padroni senza mai essere iperattivo.

Per quanto riguarda la cura dello Xolo, soprattutto la taglia standard, ha bisogno di fare abbastanza movimento come ad esempio una lunga passeggiata o una bella corsa in giardino. È consigliato il lavaggio con prodotti a PH neutro per non arrecare fastidi alla pelle, accompagnati da un massaggio con una spugna abrasiva per rimuovere la pelle morta e infine idratare il corpo con una crema protettiva, invece nei mesi primaverili ed estivi si consiglia di utilizzare una crema idratante e protettiva contro i raggi solari. Lo Xoloitzcuintle nella varietà senza pelo potrebbe dare l’impressione di un cane delicato, invece è molto robusto, la sua pelle, proprio come la nostra è soggetta a ferite e cicatrici che con il tempo, se superficiali, svaniscono. Non avendo il pelo a protezione solitamente soffre il freddo, basta un cappotto idrorepellente per le passeggiate. Generalmente le femmine di Xoloitzcuintle sono ottime mamme che accudiscono i cuccioli fin oltre lo svezzamento, giocano ed interagiscono con loro e li sorvegliano sempre per poi sgridarli quando necessario; sono molto protettive nei confronti dei cuccioli e come quasi tutte le mamme non vedono di buon occhio un estraneo che si avvicina alla prole. Testo e foto di Michela Gervasoni

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Il ruolo del cane di razza a sostegno dei bimbi autistici

Un amico prezioso della cura degli animali domestici, sia i bambini con autismo che i loro genitori hanno riportato forti legami con i loro animali domestici. La proprietà dell’animale domestico non era correlata allo stress dei genitori e i genitori con più animali domestici hanno riportato maggiori benefici. Dice la Carlisle: “Dato che le caratteristiche del disturbo dello spettro autistico sono così ampie, può essere difficile identificare gli interventi che sono ampiamente benefici, alcune delle principali sfide che i bambini con autismo affrontano includono l’ansia e la difficoltà di comunicare. Dato che gli animali domestici possono aiutare ad aumentare l’interazione sociale e ridurre l’ansia, abbiamo scoperto che non sono solo utili nel fornire conforto e sostegno ai bambini, ma anche ai loro genitori”. Per i genitori che stanno valutando di aggiungere un animale domestico alla propria famiglia, Carlisle consiglia di includere il bambino nella decisione e di assicurarsi che l’indole dell’animale in materia di vivacità e disponibilità, sia adeguato a quello del bambino. Inoltre, continua Carlisle: “Alcuni bambini con autismo hanno sensibilità specifiche, quindi un cane grosso e forte che è altamente attivo potrebbe causare un sovraccarico sensoriale per un bambino, mentre un gatto silenzioso potrebbe adattarsi meglio, (così come un cane di piccola taglia dal carattere tranquillo n.d.r.). Il mio obiettivo è fornire ai genitori informazioni basate sull’evidenza in modo che possano fare scelte adeguate per le loro famiglie”.

La recente pandemia causata dal COVID 19 ha innalzato i livelli di stress di molte famiglie, tra queste, le maggiori difficoltà sono state evidenziate dai nuclei famigliari con al loro interno bambini o adolescenti affetti da sindrome d’autismo. Ora, una ricerca dell’Università del Missouri ha scoperto che gli animali domestici, soprattutto i cani, portano a forti legami affettivi e riducono lo stress sia per i bambini con autismo che per i loro genitori. Gretchen Carlisle, ricercatrice presso il Centro di ricerca per l’interazione uomo-animale presso il MU College of Veterinary Medicine Missouri-Columbia (USA) ha esaminato più di 700 famiglie (della rete di autismo interattivo) in merito ai benefici e gli oneri di avere un cane o un gatto in famiglia. Ha scoperto che, nonostante la responsabilità

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LA CONFERMA ARRIVA DA NUMEROSE RICERCHE Il recente studio della dottoressa Carlisle conferma le numerose ricerche che nel recente passato sono state fatte in merito sia ai benefici rilevati dal legame bambino- cane, che alla necessità di scegliere il cane adatto per il compito che andrà a svolgere. Tra questi, spicca l’originalità di un imponente studio fatto dai ricercatori dell’Università di Leicester (UK) che hanno notato come vi sia una notevole mole di ricerche pubblicate sul “Cane di servizio” (autism service dog), appositamente addestrato ad eseguire specifici compiti a supporto del bambino autistico, contro le esigue ricerche fatte sul “Cane da compagnia”, inserito in famiglia per facilitare la quotidianità di vita del bambino autistico e dei suo famigliari. Questo fatto, ha indotto i ricercatori dell’Università di Leicester a concentrarsi sul ruolo del “Cane da compagnia”. La corposa ricerca condotta da Hall, Wright e Mills ha prodotto interessanti risultati: “La letteratura scientifica che esplora il valore degli “autism service dogs” per i bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD) sta rapidamente emergendo – dicono i ricercatori -, tuttavia, esiste una quantità relativamente inferiore


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Allevatori e addestratori protagonisti in uno scenario complesso che richiede esperienza e collaborazione. Un aiuto anche per le famiglie coinvolte

di letteratura che riporta gli effetti dei cani da compagnia (anziché di assistenza) su questi bambini. Questo studio pilota riporta l’impatto percepito della presenza di un cane da compagnia su un bambino con autismo e sui genitori.(Lincoln Autism Pet Dog Impact Scale - LAPDIS). La scala per la valutazione comprende tre fattori: adattabilità, abilità sociali e gestione dei conflitti.” Dalla monumentale ricerca è venuto fuori che sia la scelta preventiva del cane da compagnia che la sua l’educazione mirata, hanno contribuito grandemente al successo dell’inserimento in famiglia e facilitato il rapporto col bambino. Altri elementi come la partecipazione del bambino alle sedute di addestramento/ educazione ed il coinvolgimento dei genitori in appositi seminari tenuti da esperti cinofili, hanno contribuito all’impatto positivo sulla gestione del cane da compagnia una volta arrivato in famiglia.

AUTISM SERVICE DOGS Risulta invece che sugli “Autism Service Dogs” la scienza abbia prodotto numerose indagini che hanno portato a dichiarare che la presenza di un cane addestrato migliora sensibilmente la vita di un bambino autistico, apportando benefici anche alla famiglia. Numerose però sono le variabili, e i modelli osservati riportano che a monte della scelta ci debbono essere condizioni ineludibili affinché il rapporto funzioni. Tra le maggiori esigenze da rispettare, sono gli oneri che un cane comporta in materia di mantenimento dell’addestramento ricevuto, seguendo pedissequamente soprattutto nei primi mesi d’inserimento in famiglia, i dettami dell’addestratore; garantirne la salute e una adeguata alimentazione; mantenere bassi i livelli di stress attraverso spazi quotidiani in cui il cane possa sfogarsi attraverso il gioco e le passeggiate libere. La scelta di un cane di questo tipo, comporta a monte una serie di osservazioni che possano ridurre al minimo il rischio d’impresa, considerando che l’addestramento dura in media una quindicina di mesi.

IL RUOLO DEGLI ALLEVATORI E ADDESTRATORI Il ruolo del cane di razza, risulta eclatante dalle evidenze internazionali. Addirittura, proprio su queste pagine, avevamo segnalato il “mea culpa” di un famoso addestratore americano, esperto del ramo, che per anni aveva sponsorizzato l’incrocio di cani di razza (labrador- poodle ecc ecc.) come fosse la panacea di tutti i mali, per poi giungere alla conclusione che questi incroci hanno prodotto innumerevoli problemi legati alle malattie genetiche che hanno indotto “l’artista” ad abbandonare il progetto…non senza lasciarsi alle spalle una gran quantità di problemi… Nell’ottica di un progetto complesso come l’addestramento di un “autism service dog” gli elementi fondamentali da tenere in considerazione sono numerosi, in primis, la scelta del cucciolo. Tra la notevole quantità di razze a disposizione, a livello statistico risultano prevalere i Retrievers per tre fattori determinanti che contraddistinguono questi cani: - carattere mite - istinto del riporto innato - basso livello di stress nella ripetizione degli esercizi Non è affatto escluso che queste caratteristiche possano esser trovate in soggetti di altre razze, ma nel nostro caso ciò che vale sono le statistiche e non le scelte personali mirate ad alcuni singoli soggetti. Il ruolo dell’allevatore è fondamentale per la scelta del cucciolo dato che all’interno della stessa cucciolata è possibile osservare, anche nelle prime settimane di vita, alcuni elementi rivelatori dell’indole del cucciolo. Tra le qualità maggiormente utili, troviamo: confidenza ambientale, adattabilità al cambio di ambiente, disponibilità tra cuccioli, attitudine al gioco, indipendenza e ingegnosità. I tratti indesiderabili, possono essere così riassunti: eccessiva timidezza; scarsa adattabilità ai cambiamenti, manifesta iperatti-

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vità che in genere nasconde stati d’ansia eccessivi; sbalzi d’umore; segnali di aggressività, anche se occasionali. I compiti di questi cani sono svariati e non sono mai stati codificati in un singolo tracciato addestrativo, pertanto, i protocolli esistenti sono vari e differenti tra loro. In alcuni Paesi come Stati Uniti o in Europa, possono essere venduti con cifre che variano intorno ai 30.000 dollari, oppure, ceduti gratuitamente da Associazioni non profit, dopo una lunga serie di controlli e liste d’attesa che possono durare anche un paio d’anni. Nel primo caso, il cane può arrivare in famiglia accompagnato per un certo periodo dal suo addestratore che fornisce ai genitori le istruzioni necessarie per la corretta gestione del cane. Oppure, in altri casi, la famiglia è coinvolta a tappe nel percorso addestrativo dove anche il bambino è presente. Il tutto dipende dal piano addestrativo che l’agenzia offre agli acquirenti. C’è da dire che negli ultimi due anni il fattore dello stress a cui i cani vanno in contro durante il periodo addestrativo è stato ampiamente rivalutato e sottoposto a costante monitoraggio, con tutta probabilità, per difendere l’investimento, sta di fatto che i cani saranno più tutelati.

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IL SUPPORTO FORNITO DAI CANI Tra i compiti maggiori che questi cani svolgono, troviamo: - sono addestrati a riconoscere e interrompere delicatamente i comportamenti autolesionistici dei bambini; - li aiutano a ridurre il disagio emotivo; - facilitano i contatti sociali specialmente se autorizzati a seguire il bambino anche a scuola; - facilitano la quotidianità dell’intero nucleo famigliare; - molti di loro sono anche addestrati a condurre in sicurezza il bambino per la strada (sono in grado di valutare la stima del traffico, l’evitamento degli ostacoli e il concetto di linea retta). In conclusione, che si tratti di una cane addestrato o di un cane da compagnia che possa facilitare la vita di un bambino autistico, sarebbe auspicabile riflettere su questa affermazione fatta dai ricercatori Hall, Wright e Mills: “Dovremmo forse sottolineare che i dati delle nostre ricerce si riferiscono chiaramente alle famiglie che desiderano un cane, e quindi un cane non dovrebbe essere prescritto a coloro che non sono disposti a prendere l’impegno aggiuntivo necessario per la sua corretta integrazione nella famiglia.” Renata Fossati


La mia razza in 40 righe “Racconti brevi. Storie di vita quotidiana. Aneddoti divertenti. Una razza: che passione! Dalla città alla campagna… … E tutto ciò che racconta la vita condivisa con la scelta di un cane”.

I RACCONTI SARANNO PUBBLICATI SULLA RIVISTA “I NOSTRI CANI” E SUL SITO DELL’ENCI INFORMAZIONI TESTO: in formato di scrittura (Word o similari - NO pdf). Lunghezza massima: 4.000 battute (spazi esclusi). FOTO: è possibile allegare 1 foto in formato Jpg o Tif in alta risoluzione. Avvertenze: non impaginare. Testo e foto, separati. INVIARE racconti, foto e liberatoria a: racconti@enci.it Avvertenze: ad ogni e mail, allegare solo 1 racconto ed 1 foto. È possibile inviare più racconti dello stesso autore con e mail distinte. LIBERATORIA Per la pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI si deve allegare all’invio la seguente dichiarazione: Il sottoscritto: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Autorizza la pubblicazione, sulla rivista I Nostri Cani, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI, del racconto e della foto allegati alla presente e mail. Dichiara altresì che gli stessi sono gratuiti e liberi da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


Diamo voce alla protesta contro l’abbandono degli animali

Vacanze insieme. È tutto più bello

Anche quest’anno si ripete il triste fenomeno nonostante la legge preveda pene severe. Il rinnovato appello degli zoofili Bassotto a pelo lungo. Foto Silvano Joly.

“La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento dell’uomo” Arthur Schopenhauer

Ogni anno il diario delle vacanze comincia con pagine di ordinaria crudeltà, labili racconti destinati al silenzio e troppo in fretta dimenticati. Sono pagine e pagine di un’antologia triste e le suggeriscono cani ed altri animali domestici abbandonati. Vittime delle persiane chiuse per vacanza hanno percorso solo per un breve tratto la via della sopravvivenza. Purtroppo molti fra quanti dicevano di amarli – o comunque dimostravano verso di loro attenzioni – hanno ritenuto d’improvviso che anche l’affetto avesse scadenze e “loro” fossero troppo ingombranti e da dimenticare. Inutili come vecchie fotografie di quand’erano cuccioli e facevano sognare o di compagni in lunghe camminate fra il verde oppure divertenti presenze fra le mura delle case a perpetrare l’inganno che anche loro facessero oramai parte della famiglia… Così, chiusa la porta, abbandonati in campagna o al margine di una strada nella speranza che qualche sconosciuto abbia un barlume di pietà. Si parte portando con

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IN MONTAGNA…


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Labrador retriever. Foto Gianluca Fila.

… O AL MARE, CANI FELICI DI STARE CON NOI! sé solo qualche straccio di ricordi da dimenticare presto. Ed a ben pensarci par che si ripeta quant’è scritto nella Bibbia (Ecclesiaste-1-9) “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Avvenne lo scorso anno, fotocopia di quelli precedenti e la strage continua e si ripete purtroppo in tutti i suoi cupi rituali che giungono alla vigilia di un’estate

quest’anno carica di timori e preoccupazioni. Accade nonostante la legge vieti l’abbandono, gli appelli, gli interventi di organizzazioni animaliste. Così nei giorni del solleone pare che anche l’amore per gli animali sia morto e vien da ricordare la frase, che ancor oggi suona come condanna, di Arthur Schopenhauer, il filosofo del pessimismo cosmico: “la pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il

buon comportamento dell’uomo”. Domandarsi il perché diventa persino fuorviante tant’è noto il problema che ogni anno giunge puntuale come il carnevale, la quaresima, la primavera, la festa del lavoro ed i giorni delle vacanze che son festa per tutti meno che per loro. Numerosi gli appelli ma troppi, anche se meno degli anni scorsi, gli immemori che condividono le parole soltanto. R.G.

COSA PREVEDE LA LEGGE IN ITALIA L’ABBANDONO È VIETATO I SENSI DELL’ART. 727 DEL CODICE PENALE CHE AL PRIMO COMMA RECITA: “CHIUNQUE ABBANDONA ANIMALI DOMESTICI O CHE ABBIANO ACQUISITO ABITUDINI DELLA CATTIVITÀ È PUNITO CON L’ARRESTO FINO AD UN ANNO O CON L’AMMENDA DA 1.000 A 10.000 EURO.

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I cani fiuteranno il COVID-19... Ancora una volta al nostro fianco, silenziosi alleati in cerca di affetto e considerazione e pronti a tutto per accontentarci La tremenda pandemia che ha colpito l’intero mondo sta muovendo sperimentazioni in ogni direzione e in ogni dove. Anche i cani sono stati chiamati a dare un aiuto e sono già molte le sperimentazioni in atto volte ad addestrare alcuni cani affinché possano “annusare il coronavirus”. La Gran Bretagna ha annunciato una sperimentazione per vedere se cani da fiuto

specializzati possano rilevare la presenza del virus nell’uomo. Questi animali sono già stati addestrati a rilevare gli odori di alcuni tumori, la malaria e il Parkinson, come ricorda l’ente benefico Medical Detection Dogs. La prima fase del progetto riferisce la Bbc sarà guidata dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine, insieme

Medical Detection Dogs e alla Durham University. La sperimentazione è stata finanziata con 500.000 sterline dal governo. Lord Bethell, ministro dell’Innovazione, ha fatto sapere di sperare che i cani possano fornire “risultati rapidi” per scovare il microrganismo. La sperimentazione metterà dunque alla prova un drappello di “cani Covid” Labrador e Springer spaniel - per capire se possono individuare il virus nell’uomo dall’odore, prima che compaiano i sintomi. Obiettivo, utilizzare in futuro gli animali come sistema di allarme rapido per rilevare il virus, dal momento che questi cani potrebbero valutare fino a 250 persone l’ora. La prima fase della sperimentazione coinvolgerà il personale del servizio sanitario britannico negli ospedali di Londra, impegnato a raccogliere campioni di odore da pazienti infettati e non. Sei cani Norman, Digby, Storm, Star, Jasper e Asher - seguiranno l’addestramento per identificare il virus ‘a naso’. Secondo gli ideatori del progetto la formazione potrebbe richiedere da sei a otto settimane. In Pennsylvania (USA), Cynthia Otto, professore di Working Dog Sciences and Sports Medicine e direttore del Working Dog Center di Penn Vet, inizierà lo studio con otto cani per eseguire questo preciso lavoro di rilevazione. Nel corso di tre settimane attraverso un processo chiamato “imprinting degli odori”, i cani saranno esposti alla saliva e ai campioni di urina di persone positive al COVID-19, in un ambiente di laboratorio. Una volta che apprenderanno l’odore, gli investigatori documenteranno se i cani siano in grado di discriminare tra campioni positivi COVID-19 e negativi COVID19, in un ambiente di laboratorio. “I cani per la rilevazione di sostanze odorose sono in grado di rilevare accuratamente basse concentrazioni di composti organici volatili, altrimenti noti come COV, associati a varie malattie come il carcinoma ovarico, le infezioni batteriche e i tumori nasali. Questi COV sono presenti nel sangue umano, nella saliva, nelle urine o nel respiro”, ha affermato Cynthia Ottoinoltre - “Il potenziale impatto di questi cani e la loro capacità di rilevare COVID-19 potrebbe essere notevole”. Le ricerche che si stanno svolgendo in varie parti del mondo stanno a dimostrare, ancora una volta, quanto prezioso sia l’aiuto che ogni giorno queste splendide creature ci offrono, in silenzio, cecando solo il nostro affetto e la nostra considerazione. F.C.

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INIZIATIVA PROMOSSA DALL’ENCI PER VALORIZZARE IL CANE DI RAZZA

Foto gallery 4000 immagini!

Ringraziamo tutti i partecipanti per aver contribuito a raggiungere questo importante risultato

Se sei interessato, segui il percorso indicato Cerchiamo foto che ritraggano cani, con le seguenti caratteristiche: - Cani adulti. Cuccioli. - Cani in movimento, in stazione, seduti, a terra. - Cani negli sport cinofili. - Teste in primo piano. - Cani singoli, in gruppo. - Cani di razze diverse nella stessa foto.

- Cani ambientati nelle diverse stagioni. - Foto a colori e bianco/nero. - NO PERSONE - NO BAMBINI - Dimensioni: minimo 2MB

È possibile inviare più foto ma per evitare problemi con il server, si prega di INVIARE 1 FOTO PER VOLTA a: foto@enci.it Ogni foto dovrà essere accompagnata dalla seguente didascalia: razza, sesso e autore della foto. Per la pubblicazione gratuita delle foto su I Nostri Cani a corredo degli articoli che nel tempo potrebbero essere pubblicati e poi riversati anche sul sito ENCI, ognuna di esse dovrà essere accompagnata dalla seguente liberatoria. Il sottoscritto ……………………………………………………… autore della foto in oggetto che ritrae il cane di razza …………………………………… sesso ……………………………… autorizza l’ENCI alla pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI. Dichiara inoltre che la foto è libera da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2020 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


Una questione che spesso divide i cinofili

Pettorina...

Collare o pettorina… come risolvere il problema La diatriba tra collare e pettorina si è accesa tra i cinofili oramai di alcuni anni. In passato non era così perché i collari erano molto diffusi, soprattutto in cuoio o in ferro, passando poi ai più moderni e pratici collari in nylon, lavabili e resistenti. Allora, non si parlava nemmeno di “pettorine” ma si definivano “braghette”, ed erano utilizzate per cani di piccola taglia come barboni nani, chihuahua, pinscher e via dicendo. Alle esposizioni, quasi nessuno si avventurava a presentare un cane di media taglia con la “braghetta”, e nel caso, l’inesperto conduttore veniva subito opportunamente ripreso dal giudice a sottolineare il fatto che codesto accessorio, passando sotto le spalle spingeva il cane ad aprire i gomiti durante la camminata. Le “braghette” sparirono ben presto dalle expo e nel tempo la moderna tecnologia ha prodotto collari e guinzagli di ogni tipo e dimensione, impiegando materiali leg-

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geri e maneggevoli, l’utilizzo dei quali è comunque nelle mani di chi conduce il cane nel ring e che dovrebbe evitare qualsiasi tipo di pressione sul collo: né utilizzando collari a strozzo, né dando strattoni anche quando si utilizza un collare fisso. È oramai deduzione elementare ed anche logica che è un allenamento adeguato che consentirà al cane di esprimere in tutta libertà ed eleganza la sua armonica andatura nel ring, e non certo un collare usato malamente e impropriamente. Un recentissimo studio condotto dalla dottoressa Anne Carte presso la School of Animal, Rural and Environmental Sciences della Nottingham Trent University (UK) ha esaminato il potenziale impatto della trazione esercitata da uno scatto improvviso del cane condotto al guinzaglio, e la relativa pressione sul collo, utilizzando una varietà di tipi e stili di collari. I vari collari e un guinzaglio a scorrimento sono stati testati su un modello di collo

canino a forma di cilindro con un sensore a pressione. Al guinzaglio utilizzato, sono state applicate una serie di forze che rappresentavano diverse interazioni - una forte trazione (40 Newton) una fortissima trazione (70 N) e uno strappo (141 N) - con l’area di contatto del collare e la pressione sul collo che veniva registrata. Lo studio, ha scoperto che con tutti i tipi e gli stili di collari testati - anche quelli che erano imbottiti o con una vestibilità ampia - la pressione esercitata sul modello di collo utilizzato, sarebbe stata sufficiente a rischiare di ferire il cane. Nessun singolo collare testato ha fornito una pressione considerata abbastanza bassa da ridurre il rischio di lesioni quando si tirava il guinzaglio. Si possono verificare scatti sul collare, e quindi sul collo, quando i cani condotti con guinzagli estensibili si fermano bruscamente, quando un cane si lancia di scatto tirando improvvisamente il guinza-


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glio, o quando questi viene “corretto” dal conduttore con degli strattoni. I ricercatori sostengono che, poiché tutti i tipi di collari producono un certo rischio, i cani dovrebbero essere addestrati a camminare senza guinzaglio (ma questo ovviamente comporterebbe dei rischi, soprattutto in città) od a camminare con una pettorina che non applichi alcuna pressione sul collo. “Tutti i tipi di collare per cane sono potenzialmente dannosi quando il cane tira - ha dichiarato la dott.ssa Carter -; mentre i collari forniscono un mezzo per identificare un cane o dimostrare la proprietà, sono anche spesso usati come connessione tra il conduttore e il cane e per facilitare il controllo, la moderazione della camminata o del movimento”. La tesi dei ricercatori consiste nel fatto che anche il tipo di collare migliore sia in grado

o collare... quel che conta davvero è l’educazione

La soluzione sta certamente nell’educazione. Intanto, una ricerca inglese conferma i danni collaterali di uno scorretto utilizzo da parte del conduttore di esercitare troppa pressione sul collo del cane se questi tira il guinzaglio. Pertanto, suggeriscono che l’utilità dei collari sia riferita ai cartellini identificativi, e che i cani debbano essere condotti con un pettorina o con un guinzaglio allentato che eviti qualsiasi pressione sul collo, e che non è consigliabile utilizzare i collari come mezzo di controllo per tutti i cani che non sono stati abituati correttamente al guinzaglio e quindi, possono dare strattoni in continuazione. “Ricordiamoci - afferma la Carter- che se vedono uno scoiattolo o un altro obiettivo da inseguire, i cani tendono a scattare velocemente, esercitando una forza fino a sei volte superiore rispetto a quella esercitata durante la camminata normale”. La coautrice dello studio, dott.ssa Amanda Roshier, della School of Veterinary Medicine and Science, Università di Nottingham, ha dichiarato: “Utilizzando sofisticati strumenti di ingegneria, abbiamo simulato le pressioni del collare a cui i cani possono essere esposti al guinzaglio e in che modo varia con i diversi modelli di collare e la forza esercitata da un conduttore. I nostri test miravano a fornire una visione pratica di come la scelta del collare e il suo utilizzo influiscono sul benessere dei cani”. Rachel Casey, direttore e ricercatore presso Dogs Trust, ha dichiarato: “È un problema comune per i proprietari che il loro cane tiri al guinzaglio quando sono impazienti

di uscire a fare una passeggiata. I risultati di questa ricerca evidenziano la misura in cui tutti i collari esercitano una pressione sui tessuti sensibili del collo dei cani quando c’è tensione sul guinzaglio. È per questo motivo che raccomandiamo ai proprietari di agganciare un guinzaglio a una pettorina ben adattata, in particolare se il loro cane è solito tirare il guinzaglio durante una passeggiata. Ovviamente, un cane bene educato avrà imparato a camminare correttamente, senza tirare, per questo motivo è necessario incoraggiare i proprietari a frequentare corsi di educazione al fine di eliminare a monte il problema e rendendo le passeggiate molto più piacevoli”. Lo studio è stato condotto presso i Wolfson Labs, presso la Facoltà di Ingegneria con il sostegno del professore di bioingegneria Donal McNally, dell’Università di Nottingham. Se nelle expo le “braghette” sono sparite da tempo, le pettorine per cani (a volte addirittura delle imbracature) sono invece diventate un vero e proprio business per il mercato che si rivolge ai cani di famiglia, infatti, sono molto amate dai proprietari che le utilizzano anche per cani di grossa taglia. Oramai disponibili in ogni forma e dimensione, addirittura fatte su misura, questi accessori hanno in sé certamente alcuni pregi ma anche dei difetti. Essendo posizionate sulla schiena, lasciano il collo libero da ogni trazione dato

che tutta la pressione di un eventuale strappo, sarà distribuita sull‘anteriore e su parte del tronco: ne risulta che il contraccolpo maggiore sarà a carico del braccio del conduttore. Definite più etiche e corrette per la salute del cane, rispetto ad un collare, presentano limiti che possono influire sulla gestione consapevole del proprio cane. In questo specifico caso, il discorso educativo assume un’importanza essenziale: avere sotto controllo un cane condotto con una pettorina è diverso da quello di un cane condotto con il collare fisso o semi-fisso. Con la pettorina il cane può esercitare una forza d’azione maggiore, è più libero nei movimenti e sentirà meno la direzione imposta dal conduttore. In buona sostanza, chi utilizza una pettorina con un cane di una certa taglia, dovrebbe essere certo di poter controllare il proprio cane con l’educazione impartita in precedenza attraverso uno specifico percorso, piuttosto che utilizzare la forza o continui urli che, nel momento del bisogno, solitamente ottengono l’effetto contrario di eccitare ulteriormente il cane. L’utilizzo di collare o pettorina in realtà non dovrebbe essere una diatriba, semmai potrebbe essere l’occasione per ribadire che dietro un corretto uso dell’uno o dell’altro di questi accessori c’è l’assoluta necessità di educare il cane ad indossarli correttamente attraverso un percorso mirato. Renata Fossati

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La riscoperta di una originale cinofilia per immagini

Figurine Liebig, memorie e attualità

I disegni destinati ad un collezionismo particolare e sempre più apprezzati erano in omaggio con i prodotti dell’azienda che porta il nome del fondatore. La bellezza dell’esecuzione era completata dalla descrizione dei cani e delle loro caratteristiche particolari

Senza luce d’argento sulle cime Son cresciuti gli alberi E un orizzonte di cani Abbaia lontano dal fiume. Lorca- La sposa infedele

Fra gli esemplari da “penna” diventa significativa l’immagine di un bracco di San Germano bianco arancio ed un setter Gordon in ferma ed a breve distanza da loro il cacciatore- è evidente si tratta di un titolare di riserva, com’erano indicati un tempo i conduttori delle attuali aziende faunistico venatorie - con la doppietta pronta ed il guardacaccia alle sue spalle con il carniere ed un fucile in spalla. I progenitori del bracco di Saint Germain, località in cui si trasferirono i primi allevatori, particolarmente diffuso in Francia furono Miss, Pointer bianco arancio ed un Bracco. Gli attuali derivano da un ceppo selezionato a suo tempo dal barone di Larminat.

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Le figurine Liebig hanno il fascino del ricordo e la suggestione della storia di cui ne diventano la galleria d’arte. Riscoperte nei giorni in cui il coronavirus che ha ristretto i confini del mondo alla geografia della città o nelle mura di casa conservano l’originalità dell’immagine senza la malinconia del c’era una volta. E sono in questo simili alla canzone dell’acqua capace di creare un mormorio a cui ciascuno dà significati e volti illuminando nel ricordo immagini fatte di niente. Come la nostalgia. Colorate e leggere aprono ampi spazi alla fantasia e diventano, nella verità del ritratto e portate in vita dal ricordo, suggestivi documenti d’epoca. Ripropongono infatti un mondo lontano e che la tecnologia fa crudelmente apparir remoto e diventano la moviola capace di far rivivere fremiti sopiti. Come un jukebox di remote emozioni. Raccontano un mondo oramai nascosto fra le sue ombre, da cui veniamo


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e che ha fatto parte di noi, eppure sembra tanto improbabile … Proprio come i sogni capaci di condurti per mano nel tempo per svelarti, se sai comprenderli, come sarà il domani. Raccontano vicende del costume (che poi non è altro se non la vita che si consuma nei giorni), fingendo di sorriderne con leggera indulgenza ed è un invito a riflettere senza prendersi sul serio: significa voler un po’ più bene alla gente ed un po’ meno a se stessi. Proprio come lasciò scritto il suggestivo Prevert “Lasciate entrare il cane coperto di fango: si può lavare il cane e si può lavare il fango, ma quelli che non amano né il cane né il fango, quelli no, non si possono lavare”. Considerate le antesignane di una pubblicità semiclandestina perché suggerita dalle immagini e non gridata su manifesti,

Suggestivi i “Cani del Sempione e del Monte San Bernardo”: l’illustrazione, drammatica nella sua palese ingenuità, coglie momenti esemplari della loro vita e ne svela provenienza e allevatori. Uno, chino sulla persona riversa nella neve, l’altro che ulula ai soccorritori per indicar la sua posizione, lontano due monaci del Monastero di San Bernardo che si avvicinano: il primo ha una lunga pertica di legno per sondare la neve l’altro un badile per disseppellire persone travolte da valanghe. Si noti appesa al collo di un cane la fiaschetta che conteneva cognac o grappa od altro liquore da far bere alla persona in difficoltà.

La bambina, il Terrier ed il Bulldog ed accanto a loro una trappola per topi in un locale interrato come dimostra la scala a pioli e tipico delle case di campagna: lo sportello chiuso, l’attenzione dei due cani pronti a ghermire la preda, l’espressione del volto della piccola che allunga il collo curiosa ma si mantiene in disparte dimostra che all’interno vi è un animale. L’immagine fa riferimento alla prerogativa del terrier di cacciare i roditori ed in particolare i topi. Il bull dog ha al collo un grosso collare che serviva anche come difesa in caso di combattimenti con altri cani.

pubblicate fra il 1872 ed il 1974 in 1871 serie, ciascuna dalle 6 alle 12 figurine, sono tornate ad essere la delizia dei collezionisti e dei molti che continuano a riscoprirle sicuri che l’immagine che donano sia una piccola bugia per svelare una grande verità: tutto nel mondo è bello purché si abbia la forza di crederlo perché in ogni istante – ed è Paulo Coelo a ricordarlo – abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso. E Dio ha dato a noi la consapevolezza di scegliere i passi ed essere quindi costruttori del nostro destino. Curate in ogni particolare, c osì anche nei giorni di una pandemia tanto terribile perché potrebbe in ciascun momento di ciascun giorno bussare alla porta della vita di ciascuno le “Liebig” diventano quel rifugio mai perduto che ciascuno porta in sé e fanno ricordare le parole del grande teologo e monaco trappista che

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“nessun uomo è un’isola”. Sul retro di ciascuna uno scritto, breve come una confidenza, sull’uso più appropriato dell’estratto di carne Liebig. Le parole in forma di “ricette” sono diverse per ciascuna figurina e con un riferimento neppur troppo esplicito all’illustrazione. Una maniera intelligente, e per quegli anni rivoluzionaria, di far conoscere il prodotto. Rivederle insieme, pagina dopo pagina, nella raffigurazione di mestieri ed arti, animali e genti, significa riscoprire in un originalissimo diario per immagini, storie di continenti e Paesi, vicende di nazioni e uomini e camminare nei secoli e fra i popoli solo voltando una pagina – come in una meravigliosa enciclopedia del vivere quotidiano - soffermandosi su un’illustrazione, un particolare, una parola. Come lo sguardo in un magico caleidoscopio santificato dal tempo ed in cui le

“Cani di Terra Nuova” precisa la didascalia sotto l’illustrazione indicando due esemplari con mantello diverso ma di egual conformazione. L’illustrazione è creata in modo da dare una visione completa del cane. Già nei primi anni dello scorso secoli i Terranova (la dizione è attuale) cominciarono ad essere apprezzati non solo per le loro doti particolari magnificate dagli abitanti dell’Isola ma anche per le qualità di custodi discreti delle abitazioni, guardiani incorruttibili delle persone e mai aggressivi ma con una particolare predilezione verso i bambini.

Ingenua e significativa la figura del bambino vestito da marinaretto che fa saltare un “Barbone” attraverso il cerchio: accanto a loro un “Levriere” guarda incuriosito. Già agli inizi del secolo scorso il “Barbone”, proprio per la capacità di assimilare in breve i comandi ed eseguire alcuni esercizi alla perfezione era utilizzato per gli spettacoli nei circhi oltreché nella caccia e per il riporto dall’acqua di selvatici abbattuti o feriti e si era soliti, per agevolarne il nuoto, rasarlo nella metà posteriore. Il “Levriere” ha le delicate sembianze del piccolo levriero italiano.

immagini ritornano ad illuminare storie remote e che nella cinofilia hanno l’indicibile profumo dei ricordi capaci di smarrirsi nell’attualità e rivivere in una meravigliosa continuità nel tempo. Non stupisce che in questo immenso affresco completato in oltre un secolo ed in cui si specchiano almeno quattro generazioni i cani abbiano un posto particolare che ne fermi, nell’istantanea di un’illustrazione volutamente semplice, prerogative e qualità. “Leggerne” alcune nei loro significati palesi – il cane nella caccia, nello sport, nelle attività ludiche sempre e comunque accanto alle persone in un rapporto idilliaco - non è far torto alle molte altre verità ma seminare qualche dubbio, suscitare una scintille di curiosità, socchiudere uno spiraglio nuovo, magari prima trascurato per accorgersi di quanto sia antica, varia e meravigliosa la realtà della cinofilia.

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E di come sia bella la sua storia di cui ciascuno, e tutti insieme, si è chiamati a scriverne un po’. “Per cacciare il fagiano s’impiegano utilmente i cani da ferma e in particolare i Setter. Fra questi il Setter irlandese - è scritto nella didascalia che continua cosìè un cane vivacissimo, difficile da educare ma rende una volta educato degli ottimi servigi. È un bellissimo cane con pelo lungo e serico e forme sinuose”. “Il fagiano multicolore uccello dalle splendide penne, dalla carne prelibata, è il principe della selvaggina. Difficile trovarlo – si precisadato che questa selvaggina è oramai scarsissima”. La descrizione del Setter è precisa ed essenziale: le parole diventano altrettanti colpi di pennello, il ritratto che ne scaturisce è del cane meraviglioso che tutti conoscono. “Il Setter inglese che è un setter

Non poteva mancare, nell’originalissima galleria Liebig divenuta nel tempo un prezioso riferimento per sociologi e pubblicitari, anche il ritratto del cane da pastore - richiama il Bearded Collie - accanto ad un gregge di pecore e vicino a lui anche, spiega la didascalia, “il cane da pagliaio” com’erano chiamati un tempo i meticci. Le figurine infatti - ecco una delle ragioni del loro successo - intendevano essere lo specchio della realtà o comunque interpretarne gli aspetti più comuni con un preciso richiamo, sul retro, al prodotto Liebig.

Inventate da un genio della chimica

L’Estratto di carne che ebbe gran successo fu inventato da Justus von Liebig(1803- 1873) un geniale scienziato e chimico tedesco a cui si devono oltre a molte invenzioni e scoperte fra cui quella dell’azoto come necessario fertilizzante chimico, anche l’introduzio­ ne del moderno insegnamento della chimica tramite laboratori nelle università. Nel 1865 fonda la Liebig per produrre un estratto di carne come alternativa più economica alla carne stessa. Per pubblicizzare il prodotto idea le figurine stampate in cromolitografia a 12 colori. Un’immagine che strizza l’occhio all’attualità e delinea il cane da pastore che non poteva non essere in primo piano ed avere il mantello bianco del Maremmano Abruzzese ritratto accanto ad una mandria di vacche. La razza ha avuto anche di recente un rilancio proprio per le sue particolarità di difesa degli animali da pascolo dai carnivori e significativamente del lupo che si sta moltiplicando - segnalano le cronache - in maniera preoccupante. da ferma ha un odorato finissimo ed è affezionato, docile e buono. È quindi agevole educarlo data la sua viva passione per la caccia. Provvisto di pelo lungo, morbido e fine è un cane assai bello, di forme snelle, di forte struttura, e provvisto di rare doti venatorie”. Nell’affresco della razza il Pointer trova il suo piedistallo di autentico protagonista e la descrizione ben più dell’illustrazione gli rende onore elevandolo a grande protagonista della caccia. “È un po’ difficile da educare, si afferma nella descrizione, ma possiede un fiuto meraviglioso e rende grandi servigi al cacciatore del quale diviene amico fedele. È di buona indole e si fa amare anche in casa ove è tranquillissimo. Solo a caccia spiega tutto il suo ardore”. Rodolfo Grassi

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(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

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GOLDEN RETRIEVER (UK) MANTELLO PELO. Piatto o ondulato, con belle frange. Fitto sottopelo impermeabile COLORE. Qualsiasi tonalità del dorato o crema, non rosso né mogano. Ammesso qualche pelo bianco esclusivamente sul petto.

SPRINGER SPANIEL INGLESE (UK) COMPORTAMENTOCARATTERE Amichevole, di temperamento allegro, disponibile. La timidezza o l’aggressività sono altamente indesiderabili.

Golden Retriever. Foto Paola Daffunchio. Springer spaniel inglese. Foto Maria Pia Luciani.


Basset Hound. Foto Massimo Pisconti.

CANE DA PASTORE SVIZZERO BIANCO COMPORTAMENTOCARATTERE. Carattere vivace ed equilibrato, attivo nel comportamento, attento e facilmente addestrabile. Approccio amichevole e discreto. Si distingue per socievolezza e attaccamento al suo conduttore.

gli standard in pillole

COMPORTAMENTOCARATTERE Segugio tenace d’antico lignaggio che caccia a fiuto, ha un innato istinto della muta e una voce profonda e melodiosa. Placido, mai aggressivo o timido. Affettuoso.

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

BASSET HOUND (UK)

Cane da pastore svizzero bianco. Foto Giorgio Pietro Picchini.

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L’amicizia tra specie diverse si evidenzia attraverso il gioco

Cane da pastore tedesco. Foto Elena Corselli.

Cani e cavalli si divertono insieme Su “National Geographic” è apparso di recente un articolo che racconta dell’amicizia tra due specie differenti il cane e il cavallo, l’uno predatore e l’altra preda, che sta affascinando il mondo della scienza dato che alcuni atteggiamenti di socievolezza sono sovrapponibili tra i due animali e l’origine di questo approccio resta ancora un mistero. Generalmente, gli animali, soprattutto in giovane età, riproducono nel gioco schemi di comportamento che mettono in scena, aggressività, predazione e sistemi difensivi, una finzione atta d imitare il comportamento degli adulti.

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Nel gioco entrano in campo le funzioni emotive, l’apprendimento di alcune dinamiche che determineranno in seguito alcune regole fondamentale che, a loro volta, aiuteranno la socializzazione e l’educazione. Gli studi portati avanti dai ricercatori hanno dimostrato che specie molto differenti tra loro per evoluzione e comportamento hanno saputo trovare strumenti comunicativi così efficaci da renderli per alcuni aspetti assolutamente identici e quindi perfettamente comprensibili. Il gioco tra due cani è quanto di più ovvio si possa osservare. Per esempio, l’invito di

un cane a giocare è inconfondibile: inchinandosi con le zampe anteriori e scodinzolando, sta praticamente dicendo a un altro cane: divertiamoci! I due animali si inseguono, saltano e si sovrappongono l’un l’altro, abbinando i movimenti degli altri, spesso con espressioni che noi umani interpretiamo come sorrisi. Lo studio di cui parla National Geographic riporta che per la prima volta gli scienziati dell’Università di Pisa hanno potuto osservare che cani e cavalli giocano insieme in modo simile, con la bocca aperta e comportamenti sincronizzati. In maniera straordinaria, le due specie ri-


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specchiano rapidamente anche l’espressione sulla faccia dell’altro, un comportamento chiamato “rapid facial mimicry” (rapido mimetismo facciale). Questo fenomeno si verifica nei primati, nei cani domestici, nei suricati e negli orsi polari, ma non è mai stato documentato tra partner di gioco di diverse specie.

cane e un cavallo che giocano insieme. “Ho capito che erano sincronizzati”, afferma Palagi. Incuriosita da questa particolare collaborazione tra cavalli e cani, decise di approfondire la questione. Esistono molti esempi aneddotici di gioco tra specie diverse: gatti e cani nella stessa famiglia spesso giocano insieme. Sono

stati anche osservati animali selvatici scatenarsi, come un giovane babbuino e una giovane zebra, uno gnu adulto e un rinoceronte giovane, e persino una lupa adulta e un orso bruno adulto. Palagi ha quindi chiesto ai suoi studenti di cercare video simili di cani e cavalli che giocavano con determinati criteri: gli ani-

Uno studio dei ricercatori dell’Università di Pisa sorprende gli scienziati a livello internazionale che valutano di approfondire l’origine di questo comportamento comune, soprattutto nella mimica facciale, suggerendo che tale atteggiamento sia profondamente radicato nell’evoluzione Cane da pastore scozzese. Foto Davide Lassini.

“È uno studio meraviglioso che conduce ad ulteriori importanti domande relative al comportamento del gioco”, afferma Sue McDonnell ricercatrice della University of Pennsylvania di Filadelfia che non era coinvolta nello studio - “In particolare, hanno magnificamente dimostrato in maniera inaspettata il gioco tra due specie”. Cavalli e cani convivono pacificamente oggi grazie a secoli di addomesticamento. Tuttavia, da un punto di vista evolutivo, sono predatori e prede, quindi gli scienziati sono rimasti sorpresi dal fatto che le due specie condividessero un linguaggio comune di gioco. Inoltre, lo studio rafforza l’idea che il gioco sia universale tra le specie. Il comportamento si verifica in una così vasta gamma di creature - che va dai coccodrilli alle lontre e alle vespe - che gli scienziati credono che si sia evoluto più volte. Nonostante queste diverse origini, i comportamenti di gioco, lotta, corsa, inseguimento e salto sono sorprendentemente simili in natura. Diceva Jean Jacques Rousseau che nei bambini il gioco non è mai fine a sé stesso, ha sempre uno scopo ultimo che va oltre il senso del divertimento stesso: è un’imitazione degli adulti, un gioco di ruolo per affermarsi, per stabilire le proprie abilità e quant’altro. Lo scopo che sta dietro il gioco degli animali, invece, non è così chiaro per gli scienziati. Potrebbe aiutare i giovani animali a sviluppare abilità sociali e di caccia; gli adulti possono usarlo per rilassarsi o mantenere la propria salute. Il nuovo studio, tra animali così diversi, aggiunge un ‘intrigante elemento al mistero.

LO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI PISA Nel 2018, Elisabetta Palagi, una ricercatrice dell’Università di Pisa, ha ricevuto un video da uno studente che mostrava un

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Cane da pastore tedesco. Foto Elena Corselli.

mali non dovevano avere interferenze da parte delle persone, erano liberi di muoversi e impegnati in una sessione di gioco della durata di almeno 30 secondi. Tra dicembre 2018 e febbraio 2019, Palagi e i suoi studenti hanno analizzato centinaia di video e infine ne hanno selezionati 20 per il loro studio. La ricercatrice, era particolarmente interessata a trovare e analizzare casi di rapido mimetismo facciale tra le due specie. Questo fenomeno dipende dal grado di tolleranza, affiliazione e familiarità tra i compagni di gioco. Quando il team di Palagi ha iniziato lo studio, non era noto se si potesse verificare un mimetismo facciale tra partner di diverse specie. Gli scienziati hanno analizzato le sessioni di gioco in base alla variabilità dei comportamenti di gioco mostrati da ciascun animale. Ogni sessione iniziava quando un partner - cavallo o cane - incominciava a divertirsi e il compagno di gioco rispondeva in maniera naturale. Le sessioni terminavano quando i compagni di gioco smettevano di giocare o quando uno dei due si allonta-

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nava, interrompendo il comportamento. Le sessioni di gioco sono durate in media 79 secondi. Alcuni comportamenti di cani e cavalli si rispecchiavano a vicenda; per esempio, cani e cavalli avrebbero potuto tentare di mordere, ma in realtà non lo hanno fanno. Saltavano, si spingevano, si toccavano o si rincorrevano. Dai 20 video, gli scienziati hanno selezionato casualmente frammenti di 10 secondi di ciascun video e li hanno analizzati per diversi comportamenti di gioco specifici, come i comportamenti di attacco o di difesa. Il team ha quindi registrato le varietà di comportamenti di gioco usando un indice standardizzato. La scoperta sorprendente è stata che le due specie non differivano nettamente nei loro stili di gioco. “Ciò suggerisce che ci sono alcune tattiche condivise che rendono possibile il gioco sociale tra specie miste”, afferma Palagi, coautore dello studio pubblicato nel numero di maggio di Behavioral Processes. Sebbene lo studio non documenti come sono iniziate queste relazioni di gioco ca-

ne-cavallo, mostra che il linguaggio di gioco è condiviso, ed è ciò che mantiene il loro legame. Barbara Smuts, ricercatrice dell’Università del Michigan, lo ha definito: “Uno studio importante perché mostra come due animali che osservano e si comportano in modo così diverso possano comunque riuscire a negoziare come giocare in modo che sia piacevole per entrambi”. Si potrebbe aggiungere che l’amicizia tra due specie differenti, in questo caso cane e cavallo, ma più frequentemente tra cane e gatto, è molto spesso mediata dall’umano che crea un ambiente socievolmente adatto allo svilupparsi della relazione. Lo studio della dottoressa Palagi però mette in luce un aspetto sottile, quello della mimica facciale che entrambe le specie mettono in atto in sincrono, un’intesa davvero sorprendente tra due specie così diverse: uno predatore e l’altro preda, quasi a suggerire che in un tempo lontano la loro evoluzione abbia avuto dei punti in comune. Renata Fossati


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L’importanza dell’educazione durante la crescita

L’adolescenza del cane Uno studio dimostra che la fascia d’età giovanile va seguita con molta pazienza e attenzione. La punizione peggiorerebbe qualsiasi comportamento problematico I ricercatori delle Università di Nottingham, Newcastle ed Edimburgo, hanno condotto uno studio, pubblicato sulla rivista Biology Letters, nella quale hanno evidenziato che non solo gli esseri umani ma anche i cani attraversano momenti difficili durante la pubertà, diventando meno inclini all’obbedienza e all’addestramento. Gli studiosi, hanno osservato il comportamento dei cani per verificare se l’adolescenza, che per gli esseri umani può essere molto complessa, può portare a cambiamenti significativi. «Quando attraversano questa fase, molti cani vengono abbandonati o mandati in adozione a causa della mancanza di obbedienza, ma se i proprietari riescono a mostrare pazienza e amore, il loro cane tornerà presto come una volta, proprio come avviene con gli adolescenti più turbolenti, che poi si realizzano come adulti», spiega Naomi Harvey della School of Veterinary Medicine and Science presso l’Università di Nottingham. «Molti sospettano da tempo che la pubertà influisca sul comportamento dei cani, ma non erano mai stati condotti studi scientifici al riguardo. Ora abbiamo qualche informazione in più e soprattutto le prove che si tratti di una fase passeggera», prosegue la Harvey, aggiungendo che una punizione potrebbe peggiorare qualunque comportamento problematico. «La pubertà è un momento delicato, i cani non sono più dei teneri cucciolotti e hanno bisogno di attenzioni diverse. Se i proprietari credono di non essere in grado di tenerli o addestrarli, possono decidere di abbandonarli o portarli nei canili», afferma Lucy Asher dell’Università di Newcastle. Il team ha analizzato un gruppo di 69 cani, monitorando i livelli di obbedienza, differenziando i comportamenti tra i cinque e gli otto mesi, che nei cani corrispondono rispettivamente al periodo della pre-adolesscenza e della pubertà. «La disobbedienza era più evidente nei cani di otto mesi, e ancora più pronunciata negli animali che mostravano un “attaccamento insicuro” ai proprietari. È stato anche rilevato un fatto interessante: il tempo di risposta al comando impartito dal proprietario era più lungo rispetto a quando l’ordine veniva impartito da uno sconosciuto, spiegano gli autori. «I nostri risultati indicano che esistono delle similitudini tra noi e i nostri amici a quattro zampe a livello biologico e comportamentale, nonostante percorsi evolutivi differenti. Questo significa che abbiamo molte più cose in comune con i nostri animali di quanto si ritenesse in precedenza», commenta la dottoressa Asher. A.B.

Il gioco e l’interazione aiutano una corretta crescita. Foto Margherita Abboudi.

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NOTIZIE DAL MONDO LAUREA AD HONOREM PER MOOSE Tra i laureati al Virginia Polytechnic Institute and State University (USA), pre­ miati durante la cerimonia (svoltasi in modalità virtuale causa pandemia) della classe 2020, c’era uno studente partico­ lare: Moose, un Labrador retriever di 8 anni. Il cane ha ricevuto una laurea “ad honorem” per il ruolo svolto al dipartimen­ to di medicina veterinaria. Moose è dal 2014 uno dei quattro cani impiegati a scopo terapeutico all’interno del Campus e negli anni è diventato un simbolo per migliaia di studenti: è presente a tutte le partite di football, agli eventi dell’universi­ tà, è il testimonial alle giornate di orienta­ mento universitario, inoltre svolge una funzione terapeutica per gli studenti con ansie, traumi e problemi mentali. Il Labrador color crema più famoso d’Ame­ rica ha assistito negli anni più di 7500 studenti e con risultati, dicono al Virginia Tech, straordinari. «La sua forza - spiega il proprietario, Trent Davis, che lavora da dieci anni al consultorio universitario - è

che aiuta tutti, senza giudicarli. E questo i ragazzi e le ragazze lo sentono». Così sui media americani campeggia la foto del

«dottor Moose», in posa, con il piglio soddi­ sfatto da neo laureato e il classico cappel­ lo in testa.

CACCIATORI DI FONTI TERMICHE

Uno studio dimostra come i cani siano in grado di rilevare fonti di calore anche molto deboli La scoperta rivoluzionaria ottenuta da una ricerca scientifica realizzata dall’Universi­ tà svedese di Lund e dall’Università ungherese Eötvös Loránd di Budapest su alcuni esemplari di cani di razza. Nello studio pubblicato su Scientific Reports i ricercatori dimostrano come la superficie della punta del naso del cane sia piena di terminazioni nervose che ne rendono il funzionamento analogo a un sensore a infrarossi. Il che dimostrerebbe perché i cani con vista, udito o olfatto ridotto siano ancora in grado di cacciare con successo, rilevan­ do il calore delle prede. “È una scoperta affascinante - ha com­ mentato il famoso etologo Marc Bekoff -. Un risultato che fornisce ancora un’altra finestra sui mondi sensoriali dei nasi alta­ mente evoluti dei cani”. In effetti, si tratta di una capacità che in natura era nota appartenere solo ai cole­ otteri neri, alcuni serpenti, ed al comune pipistrello vampiro. “I cani sono in grado di percepire la radia­ zione termica proveniente da corpi caldi o radiazioni termiche deboli e possono anche orientare il loro comportamento in base a questo segnale - ha detto Anna

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Bálint, ricercatrice ungherese e autrice principale dello studio -. Abbiamo cercato un’area nel cervello che mostrasse un’at­

Bassotto a pelo corto. Foto Monica Fiolini.

tività più elevata se posta in presenza di un oggetto più caldo, elemento che le scansioni cerebrali hanno confermato”.


La mia razza in

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Il mio “angelo”… con la coda

Un giorno per caso i miei occhi hanno incrociato il tuo sguardo limpido, nel quale si sono immediatamente persi. In fondo era da molto tempo che attendevano questo incontro. In quel momento la profonda sincerità che mi avvolgeva quasi mi spaventava. Lo stupore viene reso ancor più forte quando iniziando la nostra avventura di vita insieme, probabilmente incapace perché alle prime armi con un Cane da pastore belga malinois, mi sono resa conto che nonostante io non facessi nulla di particolarmente speciale tu dimostravi di andare oltre le banali apparenze e di avermi scelto. Per quanto la quotidianità non aiuti a fare emergere le qualità di ognuno, tu sei stata in grado di saper osservare davvero il mio

animo e leggendo il mio cuore mi rammentavi anche i miei pregi. Questo anche il motivo per il quale mi guardavi con occhi che esprimevano sin dal principio un affetto sincero leale profondo, di chi è disposto e pronto se occorre ad aiutarmi a difendermi e soffrire per me amandomi incondizionatamente. Quando ti scrutavo potevo immediatamente notare la tua innata attenzione e concentrazione su di me ed in secondo luogo a ciò che ci circondava, mescolando sapientemente socialità e protezione se avessi percepito una reale minaccia. In quel momento mi hai fatto sentire unica e istintivamente ti ho risposto: “Non ho fatto nulla per meritare tutto questo”. Perdonami se non sempre sono stata in grado di ricambiare come avresti meritato.

Talvolta mi sono persa nelle mie preoccupazioni, che ho condiviso con te e per le quali eravamo addolorate insieme. Nonostante tutto tu sei stata sempre pronta al mio fianco a sostenermi ed insegnarmi a ritrovare me stessa nelle azioni semplici. Tu che fin dal principio hai visto chiaramente dentro di me, ed ora mi ricordavi che io posso essere capace di imprese davvero belle. Il mio rientro a casa era per te una gioia immensa che esprimevi con la vivacità tipica del malinois, e per me un misto di felicità e continua meraviglia per il tuo atteggiamento festoso e l’immancabile scodinzolare grazie al quale nasceva spontaneo il sorriso. Occhi negli occhi davvero non c’è scelta più leale. Con semplicità mi hai permesso di riscoprire aspetti di me, che io stessa avevo sepolto con anni di fredda durezza nei confronti del prossimo. Quando con te mi sentivo dolcemente indifesa, ed abbassando ogni mia barriera permettevo al tuo e mio cuore di incontrarsi e volare. A volte ho pensato a chi non è fortunato come noi, noi che ci siamo ritrovate. Molti cani amano e purtroppo non sperimentano di poter essere ricambiati. Il loro sentimento puro può essere fiaccato solo dalla umana crudeltà. Grazie a te per avermi incessantemente e costantemente mostrato la mia luce, credendo fermamente in me anche quando io stessa non ci riuscivo. Anche se sin da subito mi hai manifestato il tuo amore, ho scelto di conquistare giorno per giorno la tua fiducia ed il rispetto non ottenendoli più velocemente con l’imposizione. Passo dopo passo ho voluto creare un rapporto molto forte, come il tessere una tela dai vividi colori. In ogni situazione riemergeva il nostro intreccio, permettendoti un sesto senso che leggeva ogni mio pensiero ed emozione. Tu, indiscutibilmente il mio angelo con la coda. Oggi insieme, perdute l’una nell’altra, ci tuffiamo in questa nuova avventura dell’addestramento agonistico che ti permette di mostrare le tue qualità di cane da lavoro. Non abbiamo pretese, ma unicamente la voglia di essere fianco a fianco per divertirci con dedizione ed abnegazione reciproca. Cinzia Salerno

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Bassotto tedesco a pelo duro. Foto Stefania Balbarini.

Il cane in ufficio fa bene al lavoro Si chiamano “aziende pet-friendly” quelle che consentono ai dipendenti di portare in ufficio i loro cani o gatti. L’idea è nata anni or sono negli Stati Uniti ma ha faticato non poco ad affermarsi, per ovvi motivi di organizzazione e di tolleranza da parte sia dell’azienda che dei dipendenti coinvolti, infatti, non tutti sono proprietari di animali. Già dalle prime raccolte dati sulle sperimentazioni d’avanguardia, i ricercatori si sono immediatamente accorti che i benefici ottenuti in termini di resa del lavoro, miglioramento dell’umore e rapporto tra dipendenti, erano molto interessanti e andavano al di la di ogni ottimistica previsione. Per la Giornata mondiale del cane in ufficio, il 21 giugno, iniziativa nata da Pet Sitters International, internazionalmente nota con il nome di “Take Your Dog To Work Day”, viene diffusa una ricerca che ha dimostrato i benefici delle presenza dei cani in ufficio, condotta dall’University of Lincoln (UK) per conto di una nota multinazionale all’avanguardia nel campo del pet food, In particolare, è stato rilevato come le persone che portano spesso il proprio cane in ufficio siano più soddisfatte (+22%) delle loro condizioni di lavoro rispetto a chi lo lascia a casa. Sono state rilevate una maggiore concentrazione sul proprio lavoro (+33,4%), la

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dedizione (+16,5%), la soddisfazione nella gestione casa-lavoro (+14,9%) e la qualità di vita lavorativa (+16,9%). L’occasione è stata buona anche per sfatare luoghi comuni che definivano la presenza del cane in ufficio “una distrazione” dalle proprie mansioni. C’è anche un risvolto positivo per i cani stessi che evitano lunghe attesa in casa, da soli. La ricerca inglese trova ulteriore conferma anche in un’indagine condotta da una piattaforma on line, leader per la ricerca di un lavoro, secondo cui il 75% dei lavoratori con un animale domestico si dichiara favorevole a portarlo in azienda. Di questi ben il 37% vorrebbe poterlo fare ogni giorno mentre il 16% si accontenta di qualche giorno/ora a settimana. Una forma di pet therapy sul luogo di lavoro che nonostante le difficoltà iniziali, sta trovando sempre più spazio. Del resto, anche in Italia sono innumerevoli le strutture socio -sanitarie, gli stessi ospedali, scuole, carceri e quant’altro, che ospitano da tempo progetti di pet therapy, quindi, la logica sembra affermare che nulla osta alla presenza dei cani sul luogo di lavoro, a patto che l’azienda e tutto il personale coinvolto ne sia a conoscenza e condivida le scelte. Tra le ragioni per le quali gli italiani vorrebbero avere il proprio animale in ufficio, al primo posto troviamo


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Risultati a sorpresa di un’originalissima ricerca inglese

REGOLE E BUON SENSO Nel nostro Paese, come nel resto del mondo, sono stati stilati dei punti essenziali per consentire un inserimento equo e responsabile del cane in ufficio. Da noi, non esiste un vero e proprio regolamento sanitario e ci si rifà ad alcuni punti sul benessere e la salute, oltre che sul buon senso.Per esempio, accertarsi che non vi siano fobie o forti allergie da parte dei colleghi; garantire la salute del proprio cane con il libretto sani­ tario; garantirne la sociabilità nei confronti delle persone e degli altri cani eventualmente presenti nella stessa struttura; rispettare le regole imposte dall’azienda sulle aree comuni; garantire al cane passeggiate regolari, durante le pause con­ sentite o concordate con l’azienda; garantire al cane un giaci­ glio comodo in una zona tranquilla; munirsi di guinzaglio, gio­ cattoli e ricompense con cui il cane ama giocare; munirsi, se richiesta, di museruola da tenersi in caso di necessità, portarlo in ufficio ben pulito e spazzolato.

la convinzione che porti allegria (43%), al secondo che contribuisca a migliorare la giornata lavorativa (31%), e infine che faciliti la socializzazione con i colleghi. Addirittura, per il 38% è da considerarsi un benefit che l’azienda dovrebbe mettere a disposizione dei dipendenti, anche perché consentirebbe a chi vuole un quattro zampe di realizzare finalmente il suo sogno, avendo le condizioni per potersene prendere cura (10%). Ma se i dipendenti sono favorevoli a una sorta di pet therapy da ufficio, il vero problema sono le aziende visto che in Italia solo una piccola percentuale di esse acconsente di accogliere con regolarità i cani sul posto di lavoro. Daniel Mills, Professore di Veterinary Behavioural Medicine, Direttore The Animal Behaviour Clinic alla University of Lincoln (UK), uno degli autori della ricerca insieme con la dottoressa

Sophie Hall, dice: “I risultati della nostra ricerca mostrano come non solo la presenza dei cani sul luogo di lavoro non costituisca una distrazione (una paura confessata da alcuni intervistati coinvolti in alcuni nostri precedenti lavori), ma anche come questa abbia il potenziale di migliorare la concentrazione del dipendente e probabilmente anche la sua produttività. Le aziende più innovative – commenta – dovrebbero valutare molto seriamente le condizioni più adatte per permettere la presenza dei cani sul luogo di lavoro”. Visto i dati interessanti delle ricerche effettuate, c’è da augurarsi che questa pratica si diffonda sempre più anche in Italia, nel rispetto delle regole di benessere sia delle altre persone coinvolte sui luoghi di lavoro che, ovviamente, dei cani coinvolti. R.F.

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La mia razza in

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Il buon cuore dello Spinone Mi chiamo Giancarlo e ho 56 anni, fin da piccolo ho avuto un cane in famiglia e non ho mai avuto la predilezione per una razza in particolare perché il mio amore e rispetto era ed è per l’animale in se stesso e quelli che ho avuto, erano tutti salvati da situazioni poco simpatiche tipo Arno incrocio Cane da pastore tedesco e Bracco picchiato dal suo vecchio padrone; Milord Barbone nero abbandonato,; Argo Cane da pastore tedesco abbandonato in un bosco legato ad una corda; Margotte, presa cucciola prima che potesse essere soppressa. Tutti mi hanno dato grande amore ed affetto. Poi, un giorno ho riscoperto un cane che vedevo spesso da bambino con un cacciatore, ma del quale non conoscevo la razza fino al giorno che sfogliando “I NOSTRI CANI”, lo vidi in una premiazione. Era lui, lo Spinone e finalmente lo avevo scoperto! Trovai un allevamento tramite un amico, mi misi in contatto e fu così che presi Ago il mio primo Spinone di 3 anni, grande mole e massa muscolare, 45 kg di cucciolone di una tenerezza pazzesca. Ago è rimasto al mio fianco per 12 anni. Oggi ho Leo Spinone di 7 anni, tosto di carattere come tutti gli Spinoni ma nello stesso tempo gentile e con un cuore immenso. Questi cani hanno occhi che ti parlano e ti scrutano nell’anima, io non sono un cacciatore, con Argo ci facciamo delle grandi scampagnate, è come camminare con un amico che non parla la lingua umana ma ci capiamo con lo sguardo e mi fa sentire fortunato di averlo al mio fianco. Giancarlo Cavazzoli

RECENSIONI Kevin Behan IL TUO CANE È IL TUO SPECCCHIO Editore De Vecchi Perché uomo e cane sono così attratti l’uno dall’altro e che cosa hanno in comune? I cani sentono ciò che noi proviamo. Ma, mentre noi umani siamo preda di mille pregiudizi, loro entrano immediatamente in sintonia con i nostri sentimenti e li riflettono, consentendoci così di conoscere la parte più autentica di noi stessi. I nostri fedeli amici sono esseri emotivi, e l’emozione è una forza della natura reale quanto quella di gravità, una fonte d’informazione spesso oscurata ai nostri occhi dalla ragione. Se capiremo questo, allora vedremo il cane non come un’entità separata, ma come uno specchio di quello che siamo.

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NOTIZIE DAL MONDO UN’AMICIZIA INSOLITA Sarge è un Pastore Tedesco che oltre a fare la guardia nella fattoria in cui vive in Ohio, ha sorpreso la sua proprietaria per la sua bontà da quando è diventato il baby sitter di una cerbiatta orfana. La proprietaria si chiama Cheryl Stephen, ed è abituata a pren­ dersi cura degli animali in difficoltà: «nella nostra fattoria gli animali crescono non per essere mangiati ma per essere amati - ha detto la donna, che è mamma di due figli -. Spesso porto a casa gli animali senza una casa o in difficoltà, e Sarge vive con noi da nove anni». È l’unico cane di razza della famiglia, perché gli altri 5 cani sono meticci. Sarge non è però sempre stato un gigante buono: quando era un cucciolo amava mordere le scarpe e rincorrere i bambini. Poi sei anni fa è emerso il suo lato più dolce e buono quando la proprie­ taria ha portato a casa una cerbiatta, che era stata salvata dopo un ritrovamento in mezzo a una strada. Era una cerbiatta orfa­ na, e Cheryl Stephen ha deciso di prendersene cura nella sua fattoria. «Appena è arrivata la cerbiatta, Sarge ha subito iniziato a darle conforto - ha raccontato Stephen - si è avvicinato a lei e l’ha tranquillizzata come se volesse darle il benvenuto in casa». Da quel momento non ha mai smesso di prendersi cura di lei, diven­ tando il suo baby sitter, e sono tante le foto della coppia sul profilo Instagram delle proprietaria che li ritraggono insieme. Un’amicizia davvero insolita che testimonia quanto gli animali sappiano intuire il bisogno d’affetto anche di specie tanto diver­ se da loro.

UNA MAMMA SPECIALE Quattro gattini di tre settimane di vita sono stati accolti dal Mini Cat Town Kitten Rescue di San Jose, California, a inizio maggio. I quattro cuccioli, oltre a essere molto piccoli e affamati, erano sporchi, e bisognosi di cure. Ma soprattutto, avevano bisogno di una “mamma” amorevole che si prendesse cura di loro. I quattro fratelli, chiamati Audi, Tesla, Ferrari e Bentley, hanno dato subito prova di essere dei campioni nello svuotamento dei biberon. E dopo esser stati ripuliti per bene, avevano bisogno di un posto caldo dove schiacciare un pisolino. Lilo, un Siberian Husky residente nel rifugio, si è mostrato subito attratto dal miagolio stridente e incessante dei quattro cuccioli ed i gattini si sono subito accoccolati vicino a lui. In questi anni, Lilo si è preso cura di molti cuccioli di passaggio. E non si è tirato indietro neanche questa volta. «I gattini gli sono corsi incontro pensando che fosse la loro mamma, e non lo hanno più lasciato neanche per un secondo, in particolar modo Audi, il più coraggioso dei quattro, che non ha perso tempo ad arrampicarsi sulla sua schiena. Si vede che lo ama, è la cosa più vicina a una madre che abbiano mai visto», ha detto una volon­ taria del rifugio. Lilo supervisiona i piccoli e veglia su di loro ad ogni passo. Dopo ogni poppata, li lecca, pulendoli dalla testa ai piedi. E non si risparmia in coccole e conforto, anche ora che hanno compiuto quattro settimane e stanno iniziando a provare cibo solido. È importante che continuino a crescere sani e forti, per prepararsi alla loro nuova casa.

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Il Bracco Italiano fra storia e futuro Per il cane, l’uomo rappresenta ciò che Dio dovrebbe essere. (Holbrook Jakson) Già al primo sguardo suggerisce l’immagine di un’icona del tempo, fra giorni ritrovati ed impiego sportivo consapevole. Perché il Bracco Italiano ha quella tranquillità tutta latina invidiata da ogni nazione d’Europa. Sa di casa, di Paese, di cose belle e giorni mai opachi. Riconduce a quella civiltà contadina fedele nel ritorno dai campi all’Avemaria ed all’odore di minestra. Per tutto questo e le sue doti venatorie essenziali fu compagno di caccia di re, nobili, industriali, bracconieri e poveri Cristi come si soleva dire un tempo di chi non aveva niente a sufficienza se non la miseria. E ben lo ricorda Dante, (anche se usa il nome di bracco indicando probabilmente segugi ma in quei remoti giorni i

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cani utilizzati per scovare la selvaggina erano “bracchi”) vestendo la caccia di quella definizione (“selvaggia dilettanza”) che ancor oggi non ha eguali nella sua bellezza veritiera. Il bracco, (fuor da ogni disputa storica che nella cinofilia moderna ha il fascino sopravvissuto dell’antico) continua a condividere con lo Spinone quello sguardo tenero e severo insieme che induce ad allungare la mano per una carezza e comprendi perché una razza così non poteva che perfezionarsi in Italia penisola di gente che, accanto ad intuizioni geniali e capacità di agire sa esprimere anche un volontariato spesso semisegreto e per questo ancor più meraviglioso. La sua conquista delle abitazioni di città – complice il carattere unico - è recente: viene dalla caccia e rimane, nonostante siano mutati tempi e comportamento dei selvatici, un compagno coinvolgente ed un protagonista nelle prove dove, per i continentali, importa il naso ed è straniera la velocità come condanna. La sua storia è

antica ma nella cinofilia ufficiale di Club e “Libro delle origini italiano” (LOI) ai giorni nostri divenuto ROI (Registro Origini Italiano) in cui sono indicati i cani che hanno avi immacolati data dal 1897 quando in Milano, nel ristorante “Orologio” (il medesimo in cui nel 1908 fu fondato il Foot-ball Club Internazionale) prese origine la “Società braccofila” destinata poi a fondersi con il Kennel Club Italiano che darà i natali all’ENCI. Ne fu primo presidente Andrea Baragiola, nato a Varese il 9 marzo 1861, nobile, appassionato di cavalli e proprietario di una fra le più significative scuderie per esemplari da competizione, impegnato nella vita pubblica e sociale fu Consigliere provinciale di Varese e reggente della concessionaria delle Terme di Montecatini: morì a Venegono in un incidente di caccia. Tanti i pareri sul Bracco e le valutazioni tecniche ma la più significativa a cui tutte riconducono è quella tracciata nel 1911 da Arturo Fancelli, fra i più noti scrittori di


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BRACCHI - Dora 5ª (L.I.R., 391, 1895) e Dora 4ª (L.I.R., 378, 1896), del CANILE DI TREGOLO.

Origini, fascino e qualità di una razza tipica della Penisola. Il re galantuomo e il generale garibaldino Cucchiari fra i suoi estimatori. Un’azione di caccia nella cronaca in versi di Lorenzo Tornieri.

sport e personaggi del Novecento. Scrisse del Bracco “Esso si presenta oggi tanto perfezionato nelle sue doti che l’educazione può da lui trarre tutto quello che vuole e la sua educazione non richiede lungo tempo, né presenta gravi difficoltà, perché il giovin alunno, facilmente e volenterosamente, apprende ciò che gli viene insegnato. Poi azzarda un paragona e tiene fede al confronto da autentico cinofilo e tecnico: “I confronti sono sempre odiosi; ogni razza ha i suoi pregi ed i suoi difetti, e il più delle volte sta al cacciatore scegliere quella più adatta all’ambiente o alla sua predilezione; ma non si può disconoscere che mentre il Pointer ed il Setter daranno risultati veramente meravigliosi, e spiegheranno la loro azione in modo impeccabile in un dato ambiente e in certe condizioni, altrettanto si mostreranno deficienti in un ambiente e condizioni diverse; tanto

che, pur compiendo 1’opera loro, saranno visibili gli sforzi da essi fatti per condurla a buon fine; ora, senza salire ai sette cieli, che si dicono continuamente ascendere da questi cani inglesi, il Bracco non ha deficienze così stridenti, in confronto dei suoi formidabili rivali, anche là ove questi emergono”. Cane generico nel più esteso senso della parola, ed è quello che si renderà sempre più adatto alla grande maggioranza dei cacciatori italiani, destinato al più grande e sicuro avvenire. Cane macchiarolo, dicevano i nostri antichi; e così egli è; abituato all’ acqua, a cui va istintivamente, al palude, diverrà un Setter migliorato; “Cosa volete di più?”. Due anni prima di lui Temistocle Strazza direttore de “La caccia” nell’interessante volume “I cani da ferma italiani” aveva sostenuto la necessità di dar vita ad un’associazione che ispirata ad idee moderne

“proponesse che non solo si dovessero conservare ma migliorare le razze da ferma nazionali, sia con la selezione dei migliori soggetti, sia approfittando di quegli elementi stranieri che potessero concorrere al più pronto risolleva mento delle stesse”. Inoltre afferma, ed è fra i primi a sostenerlo che “è bello ciò che è veramente utile” e l’affermazione, solo in apparenza generica, suona condanna alle razze da caccia straniere ed in particolare alle inglesi che cominciavano ad avere in Italia ammiratori di Setter e Pointer. “Data codesta tesiscrive – naturalmente dovevano emergere novità conflagranti colle viete tradizioni che fino a pochi anni or sono furono ritenute imprescindibili ma che non reggono di fronte alla praticità venatoria ed alla razionale estetica zootecnica”. Il Bracco Italiano ebbe anche molti testimonial d’eccezione e fra tutti il re d’Italia

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1890, Diego Ossolano, Bracco leggero bianco-arancio del CANILE OSSOLANO.

(fu il primo ad avere questo titolo) Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878) ed inoltre i Calcagno di Cuneo che avevano selezionato gli allora famosi Aschieri della Motta ed i Silva di Pizzighettone che, amici del generale Domenico Cucchiari (18061900), carrarese, una delle figure più insigni del Risorgimento gli avevano affidato alcuni loro esemplari. Amico di Garibaldi e Mazzini, condannato a morte in contumacia dagli Estensi, Domenico Cucchiari partecipò fra l’altro alla Prima guerra di indipendenza. Nominato Senatore in tarda età si dedicò con passione ed impegno alla cinofilia ed in particolare all’allevamento ed alla selezione dei Bracchi italiani. Su di lui, che dimostrò simpatia e vicinanza al Movimento anarchico, Beniamino Gemignani, uno dei più sensibili ed efficaci scrittori carraresi scrisse pagine significative e degne di memoria. Ancor oggi c’è chi afferma che proprio con il Bracco Italiano la ricerca del selvatico diventi poesia o comunque l’azione - e le prove ne sono conferma - in prossimità del selvatico e la successiva ferma lasci al cinofilo autentico il tempo per assaporare quei pochi secondi destinati poi ad essere

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incastonati fra i ricordi più belli. Così il conte Lorenzo Tornieri (1751-1834) noto personaggio vicentino, (“amante della campagna e della caccia, scrisse versi leggiadri e tese insidie agli uccelli. Presidente delle pubbliche imposte, precisa una sua biografia, e altri incarichi sostenne con somma integrità”) descrive un’azione di caccia con il Bracco e l’uso della rete per catturar la quaglia od altro selvatico immobilizzato e segnalato dalla ferma del Bracco: è una stupefacente cronaca in versi che rinnova nella lettura la suggestione vera delle doti del Bracco Italiano. Agil di corpo sia, di pelo oscuro, Ma dissimile macchia orni il suo dorso, Non tema gelo o sol, non tema rischio, Ed obbedisca alla tua mano e al fischio. Abbia nerboso il petto, il piede basso, Sia largo di narici, ed orecchiuto; Mova sì lieve e con insidia il passo, Che non oda il romor l’augello astuto. All’improvviso poi resti qual sasso, E un piè sospenda della preda al fiuto; Abbia l’occhio seren, lo sprone ai piedi,

Né ricusi lavor quando lo chiedi. La tua rete già posta in apparecchio Tu porta allora in un volume avvolta. E se voce d’augel giunge all’orecchio, Sospendi il passo ed avveduto ascolta. Ti guidi il can, che nel lavoro è vecchio, Ove nutre il terren l’erba men folta, Ove difeso dal calor del giorno Un comodo all’augel offre soggiorno. Il passo intanto, e il movimento spia Del tuo fedele a compiacerti inteso: Se nel vario cammin segna allegria, Se muove il pié nell’odorar sospeso. Se sull’orme ritorna, ove fu pria, Se porta il ventre basso e il collo steso, Infin che immoto sulle piante stando Con meraviglia tua serve al comando. Allor che sull’augel fermo rimane Alla quadrata rete dà di piglio: Convien che dieci passi t’allontane, E sia compagno all’opra il tuo famiglio: Così t’affaccia a poco a poco al cane, Che sulla preda tua non batte ciglio. Ma chiede il lino che lo copra; e poscia Il capo china, e sul terren s’accoscia. Rodolfo Grassi


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Gli importanti progressi della cinofila nel meridione

La nuova geografia del Sud

Un significativo intervento di Tonino D’Angelo presidente del Gruppo cinofilo casertano. La realtà in Puglia, Calabria e nelle altre regioni. Il fondamentale ruolo dell’ENCI per ulteriori sviluppi La cinofilia non è, nel Meridione, l’ombra lunga di grandi prove in altre geografie. Non più terreni, come accadeva un tempo, per confronti limitati e non ampie realtà territoriali. C’erano alcune prove solitamente a confini limitati ed altre con partecipazioni regionali. Una cinofilia pur importante ma con pochi protagonisti che sapessero imporsi a livello nazionale… Questo accadeva una volta ed a ricordarli paiono giorni lontani chissà quanto. Poi tutto in breve è mutato ed il merito va a quei larghi orizzonti che il presidente Dino Muto ed il Consiglio ENCI hanno saputo disegnare in una realtà che, scorta da lontano, appariva di incerti destini e con finalità legate al carniere. Così, nobilitato da capacità e passione, favorito da territori idonei e selvatici nati liberi, incentivato ad allargare i propri orizzonti il Meridione ha bruciato le tappe, sconvolto ogni previsione di tempi lunghi divenendo terra di confronto con luoghi che hanno contribuito a tracciarne la storia. Un risultato importante e non facilmente prevedibile: non sarebbe stato raggiunto se non vi fosse stata una lodevole sinergia fra tecnici ed appassionati, gente dell’ENCI, Federazione italiana della

caccia e cinofili del Sud. Il fine è la selezione delle razze con individui capaci di confermare nella pratica quanto standard prescrive, la realtà avvince il cane da caccia al carniere ma ottenuto secondo particolari tecniche. Il Sud offriva - e continua a farlo con un entusiasmo che è caratteristica delle genti del Meridione - ampi spazi, selvatici idonei ed una passione destinata a moltiplicarsi per partecipanti e risultati. C’era una realtà e il presidente nazionale Dino Muto ed i consiglieri ENCI ed i tecnici hanno saputo coglierne il messaggio ed amplificarlo con interventi idonei a cui i federcacciatori hanno risposto con entusiasmo. Passione, selvatici e luoghi: una sola realtà che doveva essere valorizzata. Il cammino non è stato facile e ripercorrerlo oggi nei tempi e nei luoghi fa parte di una storia recente ma serve anche da stimolo per raggiungere altri risultati. Uno dei più significativi punti di riferimento fu e rimane Altamura, comune di oltre 70 mila abitanti e tredicesimo nella Penisola per estensione: significa ampi territori coltivati a cereali e foraggio, e vocati allo sviluppo di starne autoctone. Terreni tenuti a battesimo, per una cino-

filia egregia, da un Derby inglesi e continentali significativo che diede il via ad altre prove a grande cerca ponendosi come tappa importante non solo in Puglia. La Calabria e significativamente la zona di Vibo Valentia ed in particolare quella di Stefanaconi gestita da Riccardo Colistra presidente del gruppo cinofilo locale è oramai riferimento sicuro per una cinofilia attenta ai selvatici nati liberi e terreni in cui continentali ed inglesi possano confermare tutte le loro qualità. In Campania esistono fra le altre, tre splendide realtà che si sono imposte come riferimenti precisi. Merito di Gennaro, Massimo e Gregorio D’Ambrosio ed insieme a loro di Amedeo di Leone. Sono i terreni suggestivi di Ciorlano, il comune nella Provincia di Caserta, con il minor numero di abitanti (poco meno di cinquecento) della regione ma con un nucleo di autentici appassionati. Il Molise si spalanca in numerose, invitanti palestre per una cinofilia che consente ai suoi interpreti di esplicare tutte le loro caratteristiche di razza. Ma assistere ai confronti su quei terreni non è la sola suggestione: vi è la meraviglia dei luoghi attraversati quasi fossero ampie vene dai tratturi, ampie vie d’erba tracciate un tempo dalle mandrie nella transumanza. Riferimento principale per una cinofilia degna di riferimento, l’ampia zona voluta dal compianto dottor Luigi Nerilli, figura importante non solo per il Meridione e cinofilo che ha lasciato nella storia delle razze una significativa impronta. Prove a beccacce- La beccaccia rende magico l’ambiente o viceversa? L’interrogativo non è mai casuale per chi se lo pone a riferimento di numerose zone del Meridione. Il paesaggio è sempre e comunque da cartolina, tenue e vario nei suoi colori d’autunno e di inverni miti che paiono un suggestivo acquerello di luci ed ombre. E ne sono conferma le prove che in Calabria nei territori di Aspromonte continuano ad essere organizzate per impulso e sotto la guida del delegato SIS di Reggio Calabra dottor Natale Tortora cinofilo d’eccellenza noto non solo in Italia. La Sicilia con il territorio di Burgio offre per una cinofilia in cui le emozioni sono esaltate dal paesaggio, confronti con le beccacce degni di essere ricordati e ripetuti come tempi e circostanze comandano. In Campania – merito dei Gruppi cinofili ed in particolare dei dirigenti della SIS di Salerno trovano riconferma le prove nel Matese ed un ritorno nel parco nazionale del Cilento ed in particolare nel Vallo Adriano. Una geografia nuova quindi suscettibile di ulteriori sviluppi perché la passione cinofila è contagiosa.

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Cecchetto e Rik del Cecchetto, vincitore del Trofeo Orsini

A Crotone importanti manifestazioni venatorie

“Trofeo Mario Orsini” L’evento ha visto quasi 200 concorrenti tra prove di lavoro e raduni di razza Tornello con uno dei suoi Kurzhaar

Il 27-28-29 febbraio e 1 marzo 2020, il Gruppo Cinofilo Catanzarese e quello Crotonese hanno organizzato la quattro giornate di prova a selvaggina naturale con il “Trofeo Mario Orsini”. L’ evento ha visto circa 200 concorrenti iscritti a catalogo delle prove di lavoro con annesse Speciali Lavoro, e circa 60 soggetti iscritti nei cataloghi dei Raduni di razza per Epagneul Breton, Drahthaar e Kurzhaar. L’edizione 2020 del Trofeo Mario Orsini è stata vinta da Luciano Cecchetto con l’Epagneul Breton Rik del Cecchetto che si è aggiudicato anche il Trofeo Bello e Bravo. Essere arrivati alla nona edizione del “Trofeo Mario Orsini”, è per noi già un grande risultato che ci riempie di orgoglio e di soddisfazione. A rendere stupendo, ancor di più, questo consolidato evento, è stata una organizzazione ineccepibile, ottima ospitalità e terreni come quelli di Cutro e Crotone che si sono rivelati altamente validi sul piano venatorio e particolarmente idonei per le verifiche funzionali a selvaggina naturale. Una grande squadra di accompagnatori, indispensabili per la buona riuscita di una prova, che hanno saputo indirizzare i giudici e lo svolgimento delle batterie con grandissima professionalità e conoscenza del territorio, a loro è pervenuto un grande plauso nelle varie relazioni che si sono susseguite da parte dei giudici.

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Odette delle Terre del Sud allev. Tornello propr. Fabio Pedalino


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Epagnuel Breton Ermes coduttore Anania

Numerosi i selvatici, tra starne e beccaccini, e ciò ha consentito a molti cani, di essere in condizioni di poter incontrare e portare a casa un risultato; purtroppo non è stato cosi per tutti e le classifiche evidenziano ulteriormente la qualità delle prove, tutt’altro che semplici e scontate. Ad onorare i due Gruppi Cinofili la presenza per le prove di lavoro di Esperti Giudici ENCI impegnati costantemente a valutare in tantissime palestre della cinofilia in Italia e all’estero e che rispondono ai nomi di: Natale Tortora, Giovanni Barbieri, Angelo Madia, Antonello D’Arrigo; per i Raduni di razza gli Esperti Giudici ENCI Giovanni Battista Dammone e Mario Sorrentino. Presenti alla manifestazione tanti cinofili sia con le razze inglesi che soprattutto con quelle continentali; ma ancor più importante a parer mio la partecipazione di tanti privati, persone che con i loro ausiliari praticano la caccia, quella vera e che, in queste oc-

Pointer in azione Conduttore Panzarella

RICORDO DI MARIO ORSINI Nacque a Catanzaro il 4 gennaio del 1930, e fu, per via del lavoro (Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri) di adozione Sanremese, lì intorno agli anni ’70 iniziò la sua carriera cinofila, Estimatore prevalentemente, della razza Epagneul Breton, è stato uno dei primi promotori della cinofila agoni­ stica a Catanzaro, dove si ritrasferì nel 1983.

Premiazione Trofeo Orsini

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A dx. il giudice Natale Tortora con alcuni concorrenti in attesa della competizione

Barbatano con i giudici Barbieri, Inturrisi e D’Arrigo La delegazione AICEB

A sx Cuper della Riserva Reale cond. e propr. Lorè. L’accompagnatore Barbatano, Rik del Cecchetto cond. e prop. Cecchetto

Pointer in azione, conduttore Panzarella

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A sx il dott. Laganà con il suo Bracco italiano e alcuni partecipanti alle prove


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Anno 66 num. 5 giugno 2020

casioni si confrontano orgogliosamente con personaggi noti della cinofilia ufficiale. Riescono così a trarre spunti di miglioramento, integrando nel contempo, l’esperienza che viene dal campo. Presenti tanti nomi noti tra i quali: Cecchetto, Rivelli, Anania, Baiguera, Maggiore,Tornello, Lorè, Panzarella, Bonaddio, Colistra, Caloiero, Ferrante, Sigilli, Osso. Tantissimi appunto i privati: Lentini, Greco, Marullo, Madea, Laganà, Marino, Gallo, Galati, Fotia, Spoleti, Vicari,Saffioti, Falbo, Pellegrino. Numeri importanti che inorgogliscono, si sono riscontrati nei Raduni di razza. La quarta edizione per l’Epagneul Breton con ben 36 soggetti a catalogo un numero non indifferente; la terza edizione per il Drahthaar con 16 soggetti a catalogo; la seconda edizione per il Kurzhaar con 6 soggetti a catalogo. Le date del Trofeo Orsini sono state anche concesse alla Fidasc per tramite ASD Fidasc La Lepre, come eliminatoria Regionale valida per il 20° Campionato a Starne, vedendo qualificare come squadra Calabria Categoria Continentali: Maggiore, Osso, Anania, Fotia. La sera stessa dei Raduni è stata organizzata una cena sociale, circa 150 commensali; durante la serata è stato proiettato un video sui nove anni di Trofeo Orsini e sono state distribuite alcune onorificenze. Tra gli ospiti, la squadra AICEB (già in loco per il trofeo) composta da Anania, Cecchetto, Maggiore e Rivelli, i quali sono stati omaggiati da parte dei Gruppi Cinofili di una targa ricordo: l’emozione è stata grande per tutti. In conclusione il G.C. Catanzarese ed il G.C.Crotonese ringraziano per la concessione delle Speciali Lavoro e Raduni di razza il Club Italiano Epagneul Breton, attraverso il delegato CIEB Calabria Eugenio Cavaretta; il Kurzhaar Club Italiano, attraverso il delegato Calabria Armando Osso; il Club Italiano Drahthaar. Si ringrazia inoltre tutto lo staff, la segreteria e gli accompagnatori che hanno reso possibile lo svolgimento della prova. Stefano Alfieri Il giudice Madia con Byron, Spinone cond. Spoleti

Petruzzelli e Tango di San Mamiliano

CLASSIFICHE 27 FEBBRAIO 2020 1 Batteria Continentali Mista. Giudice Tortora 1° ECC LOCO del Cakic cond. Maggiore CQN MILANO od Dordevica cond. Maggiore 2 Batteria Continentali Mista. Giudice Madia 1° CAC CUPER della Riserva Reale cond. Lorè 2° MB QUENTA del Cecchetto cond. Cecchetto Inglesi Mista. Giudice Barbieri 1° CAC CLEOPATRA cond. Marullo 2° ECC NEGUS cond. Madea 28 FEBBRAIO 2020 1 Batteria Continentali Mista. Giudice D’Arrigo 1° ECC BONNIE di Marsa’allah cond. Maggiore 2° ECC TANGO cond. Osso 3° MB FIGO di S. Mamiliano cond. Maggiore 2 Batteria Continentali Mista. Giudice Barbieri 1° MB CUPER della Riserva Reale cond. Lorè 2° MB RIK del Cecchetto cond. Cecchetto 3° MB ERMES cond. Anania 29 FEBBRAIO 2020 Speciale Drahthaar. Giudice Barbieri 1° MB BOSS cond. Fotia 2 Batteria Continentali Mista. Giudice Tortora 1° ECC RIK del Cecchetto cond. Cecchetto 2° ECC CUPER della Riserva Reale cond. Lorè 3° ECC OMERO cond. Cecchetto; 3 Batteria Continentali Mista. Giudice D’Arrigo 1° ECC LINETTE cond. Baiguera 2° ECC BOBAN cond. Baiguera 3° MB IGMAN cond. Pellegrino Inglesi Mista. Giudice Madia 1° ECC ALA delle Milizie cond. Rivelli 2° ECC COVERI cond. Bonaddio 3° ECC CIAK cond. Colistra 1 MARZO 20204 Speciale Epagneul Breton. Giudice Tortora 1° CAC RIK del Cecchetto cond. Cecchetto Continentali Libera. Giudice Madia 1° ECC SHUGGY cond. Lorè

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Il campionato di lavoro organizzato dal CIEB toscano e dalla delegazione di Massa-Carrara

Sui voli delle starne naturali di Lajatico i Breton tornano ad essere protagonisti

Lascialfati con Mito CAC e R/CACIT sabato 15 Elitte del Garincos con Tureddi. CAC domenica 16

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Il 15 e 16 febbraio, in un clima ancora sereno e tranquillo, inconsapevoli anche i cinofili, di quello che con il susseguirsi degli eventi, sarebbe accaduto in Italia ed in tutto il mondo, con il propagarsi dell’infezione del coronavirus, il CIEB Toscana, con il supporto della delegazione ENCI di Massa Carrara, ha organizzato due giorni di prova speciale Breton con CAC/CACIT in palio su starne e valevole per la proclamazione a Campione di Lavoro Il nuovo regolamento emanato dall’ENCI, in vigore dal 2020 prevede, che per la proclamazione a Campione di Lavoro di un soggetto, oltre ai titoli richiesti, è necessario conseguire una certificazione in una zona designata dalla società specializzata in una prova da essa organizzata. Lo stesso regolamento prevede anche che per il conseguimento di Campione di Bellezza, oltre ai titoli richiesti, un soggetto debba conseguire la qualifica minima Is de Coplilla di Valcanover CACIT sabato 15


i nostri

Cani

Anno 66 num. 5 giugno 2020

La tradizionale manifestazione caratterizzata da un’efficace organizzazione e terreni idonei. Emerso ancora una volta l’impegno del club ed i progressi di razza I concorrenti

di Molto Buono in una prova speciale di razza, designata ed organizzata dal Club. Nella prova i soggetti presenti sono stati 63 suddivisi in 6 batterie, giudicate rispettivamente, da Arcangeli, Acerbi, Bellotti, Piva, Storto e Zanetti, delegato ENCI Vettori Marco e la segreteria è stata curata in modo impeccabile da Maria Cristina Da Prato, i terreni nei quali si sono svolte le prove sono stati quelli di Lajatico, La Cava e Castelfalfi. Nel pomeriggio del giorno 15 febbraio, si è disputata anche una

batteria riservata ai giovani e una batteria riservata alle femmine. A dovere di cronaca, specialmente nelle batterie della riserva di Lajatico, concessa dalla famiglia Ripanucci, si sono trovate tante starne, già in coppia di eccellente qualità, e sentito anche il parere dei giudici presenti alla manifestazione, hanno elogiato la manifestazione e la selvaggina, oltre ad alcuni soggetti che hanno veramente interpretato la grande nota della caccia su starne, evidenziando eccellenti qualità di razza. Testo e foto di Giorgio Bellotti

Qualifiche e classifiche GIORNO 15/2/2020 1° Batteria. Gudice Gianni Luigi Arcangeli 1° CAC Tramp cond. Pezzulli 2° ECC Hyulky de Keranlouan cond. Pezzulli 3° ECC Colognensis Max cond. Pezzulli 2° Batteria. Giudice Riccardo Acerbi 1° CAC Raul cond. Selmi 2° ECC Bili cond. Selmi 3° MB Gea di Casa Smeraldo cond. Selmi 3° Batteria. Giudice Marco Piva 1° CAC Elite del Garincos cond cond. Tureddi 2° ECC Nando cond. Boschi 3° MB Rochi cond. Boschi 4° Batteria. Giudice Guglielmo Zanetti 1° CAC/CACIT Is De Coplilla con Valcanover 2° ECC Fiel cond. Zerbin 5° Batteria. Giudice Francesco Storto 1° ECC Alenergi Helka cond. Innocenti 2° MB Samba di Marco Giorgio cond. Innocenti 6° Batteria. Giudice Giorgio Bellotti

1° CAC - R/CACIT Mito cond. Lascialfari 2° ECC Mondo od Postara cond. Lascialfari 3° ECC Orange cond. Tebaldi GIORNO 15/2/20 PROVA GIOVANI Giudici Giorgio Bellotti, Gianni Luigi Arcangeli 1° CAC Dzeko cond. Selmi 2° ECC Islo cond. Iacomini 3° MB Isco cond. Selmi GIORNO 15/2/20 PROVA OAKS Giudici Riccardo Acerbi, Marco Piva 1° ECC. Gea di casa Smeraldo cond. Selmi 2° MB Mosca di Monte Salubio cond. Valcanover GIORNO 16/2/20 1° Batteria. Giudice Piva Marco 1° ECC Canon cond. Pezzulli 2° ECC Hyulky de Keranlouan cond. Pezzulli

3° ECC Muriel cond. Pezzulli 2° Batteria. Giudice Riccardo Acerbi 1° MB Lana del mont Falco cond. Selmi C.Q.N. Gea di Casa smeraldo cond. Selmi 3° Batteria. Giudice Gianni Luigi Arcangeli 1° CAC Elite del Garincos cond. Tureddi 2° R/CAC Nando cond. Boschi MB Roki cond. Boschi 4° Batteria. Giudice Francesco Storto 1° ECC. Euscadi cond. Rosi 5° Batteria. Giudice Giorgio Bellotti 1° ECC Alenergi Helka cond. Innocenti 2° ECC Tico di Marco Giorgio cond. Iacomini 3° MB Samba di Marco Giorgio cond. Innocenti 6° Batteria. Giudice Guglielmo Zanetti 1° ECC Mito cond. Lascialfari 2° ECC Pace del Cecchetto cond. Cecchetto 3° Ecc. Rik del Cecchetto cond. Cecchetto

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Pino Ponessa

Mute di segugi a Cutro, in Calabria I Gruppi Cinofili di Crotone e Catanzaro dedicano a Pino Ponessa, recentemente scomparso, la prova su lepri Si è svolta a Cutro (Crotone) nei giorni 1 e 2 febbraio, la prima prova a lepri categorie mute, organizzata dal Gruppo Cinofilo Catanzarese in collaborazione con il Gruppo Cinofilo Crotonese e la Sezione Provinciale della SIPS di Crotone e dedicata all’amico Pino Ponessa, (scomparso in un tragico incidente stradale), veterano di questa specialità ed estimatore della razza Segugio italiano, tanto da fondare l’affisso “della Canizza” e prendere parte a tante manifestazioni sia di prove lavoro sia di expo raggiungendo sempre i podi nazionali ed internazionali. I concorrenti provenienti da tutta la Calabria, hanno fatto sì che si potessero organizzare ben tre batterie, ognuna con tre mute, che si sono date battaglia sugli ottimi terreni nell’agro di Cutro nella provincia di Crotone per lo scovo della lepre, sotto l’attenta supervisione degli Esperti Giudici Gennaro Trapuzzano, Paolo Cerra e Marcello Canonico. La somma dei punteggi e la presenza nelle due giornate dei concorrenti, hanno attribuito la vittoria a Massimo Bencivenni di Satriano (CZ). Parole di stima e di ringraziamento sono state pronunciate per l’organizzazione tutta da parte dei familiari dell’amico Pino Ponessa, in particolare, la vedova ha rivolto parole di gratitudine e grande è stata la commozione nel vedere quanti amici cinofili hanno a cuore il ricordo del caro Pino. I Gruppi Cinofili Catanzarese e Crotonese hanno espresso parole di gratitudine verso tutti i partecipanti, gli accompagnatori e si sono ripromessi collaborazione in tutte le manifestazioni a venire con l’augurio che questa sia stata la prima di una lunga serie. Stefano Alfieri I campi di Cutro con i concorrenti in attesa.

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La premiazione di Massimo Bencivenni


RUBRICA GRATUITA RISERVATA AI SOCI ENCI ACCESSO ALLA RUBRICA BEST IN SHOW: 1°, 2°, 3° classificato (compresi Coppie, Gruppi, Giovani, Veterani) RAGGRUPPAMENTO: 1°, 2°, 3° classificato RADUNI E SPECIALI DI RAZZA: BIS: 1°, 2°, 3° - BOB-BOS

1° classe campioni, libera, intermedia, lavoro, giovani, veterani

successi all’estero

DAL NUMERO DI DICEMBRE 2019 SOLO RISULTATI OTTENUTI DOPO IL 31 MAGGIO 2019

CRUFTS 2020 Accesso alla rubrica per i soggetti di allevamento e/o proprietà italiana che abbiano ottenuto il 1° posto nella classe d’appartenenza. Inoltre, RISERVA CC - BOB - BOS e risultati nel ring d’onore

PER L’INSERIMENTO NELLA RUBRICA SUCCESSI ALL’ESTERO, SONO INDISPENSABILI I SEGUENTI DATI: NOME DEL CANE - RAZZA - CITTÀ, NAZIONE E DATA DELL’EXPO - RISULTATO MASSIMO OTTENUTO - NOME E COGNOME DEL GIUDICE - NOME E COGNOME DELL’ALLEVATORE - NOME E COGNOME DEL PROPRIETARIO - MICROCHIP I NOMI DEI CANI, ALLEVATORI E PROPRIETARI DEVONO CORRISPONDERE AL LIBRO GENEALOGICO. LA REDAZIONE NON È RESPONSABILE DI EVENTUALI ERRORI ENCI PUÒ VERIFICARE LO STATO DEI CANI AL LIBRO

MILKA SOPHIE Bouledogue Francese CRUFTS di Birmingham (UK) 5/3/2020 1° Limit Class

INGUARIBILE ROMANTICO Bassotto nano p/c Expo di Celje (SLO) 23/2/2020 2° classificato gruppo 4

Giudice Sue Bownds Allevatore Ferronato Emanuele Paolo Proprietario Isoli Luca

Giudice E.M. Peach Allevatore Alessio Maraglino Proprietario Donatella Bennati

PATTY Cane da pastore belga malinois Expo di Canj (MNE) 24/11/19 2° classificato gruppo 1

Giudice Vasco Mudresa Allevatore Marie Lucie Jauniaux Proprietario Glauco Iervolino

CHUDNI MEDVEZHONOK TSENTURION MAUNTANCE Siberian Husky Club Show di Sempeter (SLO) 9/11/2019 JUNIOR BOB Giudice Bruno Nodalli Allevatore Vinogradova E.V. Proprietario Renato Tomasini

ROCY Epagneul Breton b/a Expo di Canj (MNE) 23/11/19 2° classificato gruppo 7 Giudice Miodrag Vetrenic

Expo di Pristina (Kosovo) 25/11/19 3° classificato gruppo 7 Giudice Etemi Vigan Allevatore Fisekovic Miodrag Proprietario Giovanni Di Vita

KITANA Tibetan mastiff Expo di Pristina (Kosovo) 25/11/19 1° classificata gruppo 2

Giudice Saud Kajtazi Allevatore e propr. Francesco Mancina 59


successi Italia

RUBRICA GRATUITA RISERVATA AI SOCI ENCI

ACCESSO ALLA RUBRICA 1° classificato del Raggruppamento, compresi Coppie, Gruppi, Giovani e Juniores in Esposizioni Internazionali in Italia. 1°, 2°, 3° classificato del Best in Show generale

DAL NUMERO DI DICEMBRE 2019 SOLO RISULTATI OTTENUTI DOPO IL 31 MAGGIO 2019

PER L’INSERIMENTO NELLA RUBRICA SUCCESSI IN ITALIA, SONO INDISPENSABILI I SEGUENTI DATI: NOME DEL CANE - RAZZA - CITTÀ E DATA DELL’EXPO - RISULTATO MASSIMO OTTENUTO - NOME E COGNOME DEL GIUDICE - NOME E COGNOME DELL’ALLEVATORE - NOME E COGNOME DEL PROPRIETARIO - MICROCHIP I NOMI DEI CANI, ALLEVATORI E PROPRIETARI DEVONO CORRISPONDERE AL LIBRO GENEALOGICO. LA REDAZIONE NON È RESPONSABILE DI EVENTUALI ERRORI ENCI PUÒ VERIFICARE LO STATO DEI CANI AL LIBRO

ALINTAALTYERRE Border Collie Expo di Arezzo 9/2/2020 3° classificato Best in Show

Giudice Hlebarov Antoan Allevatore e propr. Claudio Branca

THOR DI CASA INES & RONDA DI CASA INES Cane da pastore tedesco p/c Expo di Arezzo 9/2/2020 1° BIS Coppie Giudice Paolo Tartaro Allevatore Fausto Gazzetta Proprietario Andrea Pascoli

EMPEROR CRIXUS OF NEWFOUNDLAND HILLS Terranova Expo di Pistoia 7/2/2020 1° classificato gruppo 2

Giudice D. Artic Allevatore e propr. Luciana Aulicino 60

MONTIDILIMBARA FALCOR Bullmastiff Expo di Cagliari 23/2/2020 1 classificato gruppo 2

Giudice Ottavio Perricone Allevatore e propr. Graziano Deidda


C L U B ASSOC. ITALIANA AMATORI RAZZE DA PASTORE BRITANNICHE Domenica 23 febbraio 2020 si è svolta la Mostra Speciale dell’Associazione Italiana Amatori Razze Da Pastore Britanniche, Associazione Specializzata per le razze Bearded Collie, Welsh Corgi Cardigan e Welsh Corgi Pembroke, nell’ambito dell’Esposizione Internazionale di Cagliari. Si trattava della prima Mostra Speciale organizzata in Sardegna. Molto apprezzata è stata la possibilità di sottoporre i soggetti al giudizio di una Specialista straniera come la Sig.ra Astrid Lundava (EE), allevatrice di Welsh Corgi Cardigan e Pembroke, che ringraziamo per i consigli elargiti a tutti gli espositori in maniera dettagliata e puntuale. Un doveroso e sentito ringraziamento va innanzitutto al Gruppo Cinofilo Cagliaritano per la splendida organizzazione che ha garantito agli espositori ring spaziosi, ordine e pulizia per tutta la durata della manifestazione. Un particolare ringraziamento va dato a Francesca Scano e Francesca Bertazzo che hanno reso ancor più piacevole l’evento con i particolari organizzativi di sicuro effetto come l’omaggio a tutti gli iscritti di una borsa di prodotti tipici sardi e di spille rappresentative delle razze giudicate. Sicuramente una giornata passata in maniera splendida che sicuramente merita di essere replicata.

Sirtaki del Larice Bianco Welsh Corgi Pembroke 1° Veterani e BOS Prop. Francesca Giuseppina Scano Bearded Collie Unforgettable del Cuore Impavido Prop. Filippo Ripoli

INTERNAZIONALE DI CAGLIARI 23/2/2020 SPECIALE BEARDED COLLIE GIUDICE LUNDAVA ASTRID (EE) MASCHI Campioni Unforgettable Del Cuore Impavido 1° ECC CACIB BOB SPECIALE WELSH CORGI CARDIGAN GIUDICE LUNDAVA ASTRID (EE) MASCHI Campioni Astersland Blue Water Sailor 1° ECC CACIB BOB SPECIALE WELSH CORGI PEMBROKE GIUDICE LUNDAVA ASTRID (EE) MASCHI Intermedia Maxbord Oscar From Foggy Albion 1° MB Veterani Sirtaki De Il Larice Bianco 1° ECC BOB VET BOS FEMMINE Campioni Dragonjoy Ladybird 1° R/ CACIB Daenery’s The Queen Across The Sea 2° ECC Libera Pemslife Just A Dream 1° CAC CACIB BOB A Sponge Cake Dei Matiblu 2° R/CAC Athena 3° MB Intermedia Maxbord Naomi Campbell 1° B Giovani Pemslife Power Of Love 1° ECC BOB GIO ASSOCIAZIONE ITALIANA AMATORI RAZZE DA PASTORE BRITANNICHE c/o Ripoli Filippo - Via dell’Immaginetta, 9 56121 Pisa (PI) Tel. 348-4931892 - Alt. 335-8217301 pastoribritannici@libero.it http://www.pastoribritannici.it/

Welsh Corgi Cardigan Asrersland Blue water Sailor CACIB BOB Prop. Francesca Giuseppina Scano

Pemslife Power of Love Welsh Corgi Pembroke BOB Giovani Prop. Esther Ferrari

Welsh Corgi Pembroke. Pemslife Power of Love BOB Giovani Prop. Esther Ferrari Pemslife Just a Dream CAC CACIB BOB Prop. Esther Ferrari Sirtaki del Larice Bianco BOB Veterani e BOS Prop.Francesca Giuseppina Scano

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C L U B ASSOCIAZIONE ITALIANA AMATORI LEVRIERI AFGHANI

AIALA: “CRUFTS 2020 STRAORDINARIO SUCCESSO DELL’ALLEVAMENTO ITALIANO”

In questo momento così particolare, mi fa piacere scrivere due righe per celebrare i grandiosi successi che, ancora una volta, nell’ambito della nostra razza gli allevatori italiani hanno conseguito all’estero. CRUFTS 2020, edizione discussa a causa dell’incalzare del COVID 19, giunto alle porte d’Europa proprio a fine febbraio/inizio marzo. “Si farà? Non si farà? Alla fine gli organizzatori e gli Enti preposti dal Governo inglese hanno dato il via libera per il normale svolgimento della manifestazione, e così anche l’edizione 2020 si è svolta nel migliore dei modi. Tanti i successi italiani, come sempre, anche ad alto livello di competizione, ma io vi voglio raccontare quello che è successo nell’ambito della mia amata razza: il Levriero Afghano. Per la giudice di fama internazionale Lotte Jorgensen, danese, 188 iscritti; pietra miliare dell’allevamento del Levriero Afghano, che possiamo dire, senza timore, ha fatto la storia della razza con i suoi soggetti Boxadan. Da qualche anno ormai la razza a Crufts è giudicata da un solo giudice in un unico ring a causa, immagino, del calo degli iscritti. Devo dire che la signora Jorgensen ha giudicato celermente e senza esitazione tutti i soggetti dando ad ognuno lo spazio ed il tempo per esprimersi al meglio. Dopo aver giudicato 90 maschi, è arrivata a selezionare dieci soggetti, vincitori delle rispettive classi e da questa magnifica line up, la Jorgensen ha selezionato una triade tutta a marchio italiano! La stimata giudice ha deciso infatti di assegnare l’ambito CC a Ch Xenos Sandor, allevato e di proprietà di Roberto Bongiovanni, magistralmente presentato da Brett Hamilton da cui il cane risiede da ormai parecchi mesi; la R/CC al giovane Way Up 2pac Shakur, allevato da me stessa (Della Rocca) e di proprietà di Flavia Rosati, il soggetto ha meno di due anni ma si è già distinto sia in UK che in Italia, vincendo la classe Yearling al Raduno AHA e aggiudicandosi il Top Afghan Junior 2019; infine, Best Puppy Dog è stato assegnato a Way Up Walker for Cloudside di otto mesi allevato sempre dalla sottoscritta e di proprietà del famoso allevatore inglese Wendell Moore (Cloudside), cucciolo molto promettente che nella sua brevissima carriera ha già vinto parecchie competizioni in Inghilterra. Una terna italiana che in un momento come questo ci rende ancor più orgogliosi, anche perché penso che nel ring della nostra razza non sia mai capitato prima. La giornata è continuata con il giudizio delle femmine, alcune presenze straniere, tra queste si è distinta la vincitrice del CC Ch Shaira Bint Benazir Von Haussman, femmina di nove anni ma ancora in eccellenti condizioni di forma, allevata dal famoso cileno Ramon Podesta e di proprietà di Erica Heilmann. La riserva CC nelle femmine viene invece accordata alla femmina di allevamento inglese, Aluann Glitz n Glamour avec Algrahart, di proprietà di Annalise Grey, proveniente dalla classe veterani ma con nulla da invidiare alle sue colleghe più giovani. Nello spareggio del BOB finale ha avuto la meglio la femmina, nonostante la performance impeccabile del nostro connazionale Sandor, probabilmente la Jorgensen ha preferito rimanere vicina ad un modello di Levriero Afghano a lei più familiare quale la femmina allevata dal Podesta. Shaira ha vinto moltissimo in Europa e che con questo BOB a Cruft conclude una brillante carriera. Il nostro giovanissimo Sandor invece continua la scalata verso il successo iniziata da giovanissimo, quando ancora residente qui in Italia ha chiuso il campionato a soli 17 mesi d’età, in Francia ha vinto la Nationale D’Elevage organizzata dalla Falapa, e dopo il suo trasferimento in Svezia ha conquistato i podi più alti di altri famosi Raduni europei: back to back BOB e BIA al famoso Sighthoundfestival di Donaueshingen, BOB e BIS al più importante Raduno svedese Skokloster, e si è aggiudicato il titolo di numero uno nella razza per il 2019 proprio in Svezia. 62

Way Up Tupac Shakur ResCC Crufts 2020

Mi sono ripromessa di scrivere due righe per questo nostro giornale, per sottolineare e far presente alla società cinofila in generale, quanto l’impegno di noi allevatori di Levrieri Afghani in Italia sia costantemente riconosciuto anche all’estero e contestualmente ringraziare tutti coloro che si rendono disponibili a divulgare il nostro lavoro e a farlo conoscere anche oltreconfine. È una razza che richiede sacrificio, non soltanto per il folto mantello, ma anche per il carattere impetuoso e la raffinatezza delle esigenze. Il plauso a chi si fa carico di allevarla con tanta dedizione va moltiplicato e spero che tutti voi possiate essere orgogliosi e riconoscerlo sempre. Agnese Della Rocca

ASSOCIAZIONE ITALIANA AMATORI LEVRIERI AFGHANI c/o Bonino Renata - Via Rivoli 17/1 - 16033 LAVAGNA (GE) Tel. 347-2998050 segreteria@aiala.it Sito web http://www.aiala.it/


C L U B Xenos Sandor CC miglior maschio Crufts 2020

Way Up Walker To Cloudside best puppy dog Crufts 2020

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ALLEVATORI TITOLARI DI AFFISSO ENCI Per essere inseriti occorre inviare il modulo d’iscrizione (da richiedere a redazione@enci.it oppure tel. 02/70020358 fax 02/70020353) unendo uno dei seguenti importi: • Rubrica allevatori € 173,28 IVA compresa • Sito internet € 61,00 IVA compresa • Rubrica allevatori + internet € 234,28. La richiesta dà diritto a 11 inserzioni consecutive, partendo da qualsiasi mese. Con la pubblicazione in tale rubrica l’ENCI non si assume alcuna responsabilità.

 CHOW CHOW  AKITA P.S. Bastianello “Levante Ponente” 27 via Costabella 36020 Pozzolo di Villaga (VI)

cell. 3396661496 sabrina.bastianello@tiscali.it

 ALANO E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Ravinetti “dei Dogi” 210 via Quarto Mascherone 00123 Roma tel. 06/30896221 fax 06/30896072 www.alano.it info_dogi@alano.it

 ALASKAN MALAMUTE G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PS)

tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.alaskanmalamute.it delbiagio@alaskanmalamute.it P. IVA 00645710419

 BARBONE S. Bandini “Showring” toy, nani, medi 7 via Rivalazzo 43015 Noceto (PR) tel. 0521/984498 tel. e fax 0521/825531 cell. 347/7568396 www.showringkennel.it simonaforever@libero.it

L. Schievano “di Sarmano” toy e nano Red e Grigio 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD) tel. 049/701258 www.contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

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 BASSOTTO G. Pascarella “del Wanhelsing” bassotti a pelo duro 96 via dei Prati 21029 Vergiate (VA)

cell. 3339701314 www.allevamentobassotti.com info@allevamentobassotti.com

 BEAGLE A. M. Gattuso “Salga” 2 via Remondò, Casoni Sant’Albino 27036 Mortara (PV)

tel. 0381640055 fax 0381515404 cell. 3483174281 www.allevamentosalga.it info@allevamentosalga.it

 BOLOGNESE F. Bonanno “di Platino Iridio” 58/2 via Gerbiasco 21020 Mercallo dei Sassi (VA)

tel. e fax 0331/968894 cell. 330/202158 348/5802899 bonanno@triplaw.it www.canebolognese.com P.IVA 02026020129

 BULLDOG INGLESE R. Giuria “Love Sonny” 4 via Bertieri 12073 Ceva (CN) tel. 0174/721532 cell. 338/5352634 www.lovesonnybulldogs.it lovesonnybulldogs@alice.it

 CANE CORSO “del Rosso Malpelo” di S. Tanzarella 6 via Puccini 44042 Cento (FE)

tel. e fax 0516836441 cell. 3473757168 www.tanzarella.it / info@tanzarella.it

 CAO DE AGUA F. Bazzani “do Lusiadas” 27 via Mazzini 50050 Gambassi Terme (FI)

cell. 349/5789127 www.dolusiadas.org - info@dolusiadas.it

B. Curwen “di Castelbarbara” 4, via Lido dei Pioppi 01037 Ronciglione (VT)

tel. e fax 0761612418 cell. 3336415302 www.chow-chow.it barbaracurw@tiscalinet.it

 COCKER SPANIEL INGLESE A. Francini “Francini’s” 46 località Loppiano S. Vito 50064 Incisa V.rno (FI)

tel. e fax 055/8335842 cell. 377/2305478 www.franciniscocker.it franciniscocker@gmail.com

 EPAGNEUL BRETON R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

G. Pivato “della Piave Antica” 15/B via Livenza 31038 Paese (TV)

fax 0422484661 cell. 3477916211 www.dellapiaveantica.it breton@dellapiaveantica.it

 GOLDEN RETRIEVER V. L. Bellanova “C’est Moi” 15/A Via Vittorio Fiorini 00179 Roma

tel. 06/7822979 cell. 333/7786777 www.accademiadelgolden.com lucia@accademiadelgolden.com

P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV)

tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 www.welsea.com info@welsea.com


E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Telatin “delle Grandi Ombre” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR) tel. e fax 045/6661122 www.dellegrandiombre.it info@dellegrandiombre.it

 JACK RUSSELL TERRIER U. Pianezzola e P. Bresolin “dell’Antico Fiume” 33 via Vivaldi 36050 Cartigliano (VI) cell. 340/6732905 info@anticofiume.it www.anticofiume.it

 LABRADOR RETRIEVER M. P. Buttarelli “Fior d’Acqua” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR)

tel. e fax 045/6661122 info@fiordacqualabrador.it www.fiordacqualabrador.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

 PASTORE BERGAMASCO L. Mariani “dei Lupercali” 17 via Mondello 22073 Fino Mornasco (CO) tel. +39 031/928092 cell. +39 328/5884848 www.lupercali.it info@lupercali.it

 PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE F. Simoni “Jacopone da Todi” via di Monteladrone sn 06059 Todi (PG)

tel. e fax 075/9077854 cell. 331/3667083 info@pastorimaremmanijacoponedatodi.com www.pastorimaremmanijacoponedatodi.com

 PASTORE SCOZZESE COLLIE M. T. Garabelli e A. Rota “di Cambiano” 4 strada Provinciale Monte Vaso 56034 Casciana Terme (PI)

tel. fax 0587/645322 cell. 340/2529213 - 333/6392761 www.cambianocollies.com www.allevamentocambiano.it mt.garabelli@tiscalinet.it

G. Pascale Guidotti Magnani “della Cambianella” 255 via Imperiale 44124 San Bartolomeo in Bosco cell. 3483198893 fax 1782208544 collies@cambianella.it www.cambianella.it

 PASTORE SCOZZESE SHETLAND M.A. Morosini “Mopava” 9 via Maguzzano 25017 Lonato del Garda (BS) cell. 3336698100 www.mopava.it marino.morosini@yahoo.it

 PASTORE TEDESCO G. Becattini “di Ripoli” via del Fossato 50012 Bagno a Ripoli (FI)

tel. e fax 055/632570 cell. 368/644380, 328/3787970 info@allevamentodiripoli.it www.allevamentodiripoli.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

E. Rossi Marchi “del Monte Poliziano” 11 via della Montagna 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 798239 cell. +39 3478234547 www.montepoliziano.it info@montepoliziano.it

L. Schievano “di Sarmano” 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD)

tel. e fax 049/701258 www.contedisarmano.it info@contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

 SAMOIEDO P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV) tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 info@welsea.com www.welsea.com

 SETTER INGLESE R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

 SHIBA G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PU) tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.shiba.it delbiagio@alaskanmalamute.it

 SPINONE ITALIANO N. Randi “del Buon Santo” 28 via Rivaletto 48020 S. Alberto (RA) tel. e fax 0544/528228 nerino.randi@gmail.com www.spinonidelbuonsanto.com

 WEIMARANER D. Raimondi Cominesi “Royal Weim” 5 Cascina Garavella 26811 Boffalora d’Adda (LO) fax 0371/422472 cell. 335/6143838 www.royalweim.com raimondi@royalweim.com

M.A. Demuro “Sardinia Weim” Via Olgiastra snc 07021 Arzachena (OT) cell. 3348643700 www.sardiniaweimaraner.com info@sardiniaweimaraner.com

 ZWERGPINSCHER S. Monduzzi Donazzi “del Foionco” 127 via Montefiorino 41056 Savignano S/P (MO) tel. 059/2403132 fax 059/739276 cell. 338/7380783 www.delfoionco.it sanmondon@gmail.com

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ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 5 giugno 2020 – Anno 66° DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Stefani Alfieri, Giorgio Bellotti, Nancy Breakman, Giancarlo Cavazzoli, Renata Fossati, Michela Gervasoni, Rodolfo Grassi, Pierluigi Primavera, Cinzia Salerno.

ENCI IN INTERNET: www.enci.it informazioni: info@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it libro genealogico: lg@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it biblioteca: biblioteca@enci.it REDAZIONE, PUBBLICITÀ: 20137 Milano - Viale Corsica 20 Tel. 02/7002031 Fax 02/70020323 IMPAGINAZIONE GRAFICA: DOD artegrafica - Massa Lombarda (RA) STAMPA: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona SPEDIZIONE PER L’ITALIA E PER L’ESTERO: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona La quota associativa dei Soci Allevatori è pari a euro 51,65 e dei Soci Aggregati a euro 5,00; ai soli fini postali, euro 2,00, sono da considerarsi quale quota di abbonamento alla rivista.

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Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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SUDAFRICA, 45 RINOCERONTI SALVATI DAI CANI ANTIBRACCONAGGIO I cani operano nel parco di Kruger e sono fondamentali per proteggere la fauna dai bracconieri. In Sudafrica, dove si trova la più grande popolazione mondiale di rinoceronti, il bracconaggio è in lento ma costante calo da cinque anni. Il merito è anche dei cani antibracconaggio, indispensabili alleati dei ranger nella tutela della fauna selvatica. Nel parco nazionale di Kruger, in particolare, opera una muta di cani che, in poco più di due anni, ha già evitato l’uccisione di 45 rinoceronti. La muta è stata addestrata nel Southern African Wildlife College, ong che si occupa di conservazione della biodiversità, che sorge nei pressi del parco di Kruger, e comprende diverse razze di cani, tra cui black and tan coonhound, malinois, cani di sant’Uberto, foxhound e bluetick coonhound. Gli animali sono stati addestrati fin dalla nascita e hanno iniziato il lavoro sul campo a 18 mesi di età, nel febbraio 2018.

L’AMICO DEL POSTINO New Jersey. Una mattinata come tante, durante la quarantena. Cyndi Dawson se ne sta seduta sul letto a leggere un libro quando, ad un certo punto, il suo cagnolino Bowie un incrocio di yorkshire, le è corso incontro abbaiando in maniera insolita e mordicchiandole i pantaloni. “All’inizio, ho pensato volesse solo giocare - ha detto Cyndi – ma, vedendo la sua insistenza ho deciso di seguirlo”. Affacciandosi sul giardino, la donna si è accorta che fuori di casa c’era il camioncino del postino William Morgan stranamente fermo contro l’auto del marito. Una volta uscita in strada, ha visto che Morgan era sul sedile, ma con le gambe fuori dal veicolo. In tutto questo il piccolo Bowie continuava ad abbaiare in maniera agitata: aveva capito che c’era qualcosa che non andava. E in effetti il postino era privo di sensi e respirava a malapena. La donna ha subito chiamato i soccorsi, indispensabili per salvargli la vita, visto che l’uomo era affetto da una grave patologia. Quando Morgan si è ripreso e ha scoperto che era stato Bowie a dare l’allarme e a salvargli la vita, si è commosso: “Ho sempre amato quel cane, non posso che essergli grato per quello che ha fatto”.


Piccolo Levriero Italiano. Foto Davide Scaravaggi.

dai‌che giochiamo!!! Spitz Tedesco. Foto Daria Sagliocco.

Tibetan Terrier. Foto Daniela Bottari.


Cane da pastore tedesco. Foto Cecilia D’Aurizio.

West Hinghland White Terrier. Foto Ginevra Dini.


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