I Nostri Cani - febbraio 2021

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“organo ufficiale ENCI”

febbraio 2021

N. 2 febbraio 2021 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it

CÃO DE AGUA PORTUGUÊS • GRIFFONI BELGI SLEDDOG • CINOFILIA E SCIENZA IL CANE ANZIANO


Lapinporokoira. Foto Roberta Rigo.

Cane da pastore tedesco. Foto Cristina Gaudenzi.

... per grandi e piccoli... Jack Russell Terrier. Foto Giovanni Fischietti.


SOMMARIO Cão de Agua Português, una bella storia di mare Fabiana Bazzani GRIFFONI. Tre razze, un solo cuore Pietro Paolo Condò Il Samoiedo e lo sleddog Maurizio Drigo Il cane è migliore dell’uomo Rodolfo Grassi Notizie ENCI Quando la cinofilia incontra la scienza Renata Fossati Cucciolo educato,cucciolo fortunato Paola Daffunchio Cane e gatto insegnano a vivere insieme Renata Fossati Invecchiare in salute Giusy Mazzalupi Una dieta adeguata allunga la vita A.B. Falsa gravidanza Sara Ceccarelli Standard in pillole La conta delle Beccacce Marco Ragatzu

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Affissi

PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF­ FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE­ RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO­ SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI­ VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30

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Dalle barche dei pescatori di merluzzo alle abitazioni

Cão de Agua Português, una bella storia di mare

Superlativo per i collegamento fra le imbarcazioni, ha saputo meravigliosamente adattarsi alla vita di città. La “conquista” delle case cominciò nel 1934 a Lisbona... e continua ancor oggi. È sereno, tranquillo, ama la gente e soffre di solitudine


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MANTELLO PELO Tutto il corpo è ricoperto abbondantemente di un pelo resistente, senza sottopelo. Ci sono due varietà: uno ondulato l’altro arricciato. Il primo è leggermente lucido e lanoso e cresce 1 cm e mezzo al mese. Il secondo è più corto, fitto, opaco, e forma compatti riccioli cilindrici e cresce un po’ meno del primo. Tranne che sotto le ascelle e all’inguine, il pelo ricopre uniformemente tutto il corpo. Sulla testa, il pelo ha la sua crescita più bassa, mentre quella più abbondante rimane nel posteriore, motivo per cui, proprio li veniva tosato per evitare appesantimento in acqua e con il nuoto.

In passato, quando i pescatori portoghesi lavoravano sulla Costa Atlantica del Portogallo alla ricerca del merluzzo bianco, ad aiutarli c’erano cani di taglia media con mantello riccio lungo che spingevano i pesci nelle reti, avvistavano banchi di squali, recuperavano l’attrezzatura persa e nuotavano portando messaggi da una barca all’altra. Lo stesso cane, seguiva il pescatore nella sua casa e viveva in famiglia come uno dei componenti più affettuosi. Un tempo conosciuto in vari modi come Cão de Agua o Cane da pesca portoghese o Portuguese Water Dog, la razza ha modificato il suo impiego principale ma si è mantenuta caratterialmente intatta fino ai giorni nostri come lo conosciamo: un cane equilibrato, intelligente, allegro ed esuberante e, ovviamente, amante dell’acqua. Diverse sono le caratteristiche di questa razza, ma due sono quelle distintive: i piedi palmati per una nuotata più vigorosa e un mantello che convive bene con le persone allergiche. Tuttavia, non c’è uniformità di vedute su come il Cão de Agua Português sia arrivato in Portogallo. Una teoria suggerisce che i loro antenati abbiano accompagnato i Visigoti dall’Europa orientale all’Europa occidentale. Questa razza primitiva divergeva in tre tipi: Barboni, Löwchen e Cane da acqua portoghese. L’altra teoria afferma invece che sono discendenti di cani portati dai Mori durante le loro conquiste dell’VIII secolo. Da qualunque parte provenissero, sappiamo che il Cão de Agua Português esisteva nel 1297. Un documento scritto da monaci in quell’anno descrive come un marinaio naufragato fu salvato al largo della costa portoghese da un cane con un “mantello nero, il pelo lungo e ruvido, tagliato alla prima costa e con ciuffo 6


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di coda”. Questa descrizione ben si adatta al Cão de Agua Português. Erano i cani preferiti dei pescatori. Nella piccole imbarcazioni, che navigavano prevalentemente nella zona dell’Algarve, il Cão non solo proteggeva la loro casa, ma faceva compagnia ai bambini, aiutava nelle operazioni in mare, essendo dotati di grande voglia di aiutare, ed erano anche formidabili nuotatori e tuffatori. I pescatori portoghesi andavano in tutto l’Atlantico, dalla costa portoghese all’Islanda e Terranova. Invariabilmente, sarebbero stati accompagnati da Cão de Agua Português che hanno svolto vari ruoli sulla nave. Agivano come messaggeri, nuotando da nave a nave o da nave a riva. Sulle grandi navi i cani venivano seguiti da personale addetto e venivano ricompensati con uno stipendio in percentuale sul pescato. Sfortunatamente, la razza era popolare solo tra i pescatori e presto, con l’avvento delle moderne tecnologie di pesca, sono stati dimenticati. Negli anni ’34 furono presentati alla expo di Lisbona, per la prima volta 2 Cão de Agua e questo suscitò l’interesse di 7


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Vasco Bensaude, un ricco armatore navale che, decise di impiegare il suo tempo nella salvezza di questa razza. La maggior parte dei moderni Cão de Agua Português discendono dal suo programma di allevamento istituito negli anni ’30. Vasco Bensaude riuscì con grande dispendio di tempo ed energie a recuperare pochissimi soggetti ancora impiegati nel lavoro in mare (Leao, Nero, Vanesa) che gli vennero ceduti con fatica dai pescatori dell’Algarve. Uno di essi, Leao, fu il modello su cui venne redatto lo standard di razza, tuttora in vigore. Nei decenni seguenti la razza poté incrementarsi fino al giorno in cui, il più grande allevamento portoghese di Concita Branco fu chiuso dai sanitari del governo e la razza negli anni ’70 tornò, in Portogallo e in Europa ancora una volta nell’oblio. Di quei periodi resta il triste primato registrato nel Guinness come il cane più raro nel mondo. Poco prima di questa chiusura alcuni Cão furono importati in America dove presto sono diventati relativamente popolari. Per la sua storia, abbiamo visto questo cane, impiegato principalmente alla provincia di Algarve, che è ora considerata la sua regione di provenienza. Poiché la presenza di questi cani lungo le coste del Portogallo risale a tempi molto remoti, il Cão de Agua Português va riconosciuto come una razza portoghese autoctona con prevalente impiego in questa provincia.

ATLETICI ED ELEGANTI Come ci si aspetterebbe da un cane allevato per il nuoto, i Cão de Agua Português. sono una razza atletica e scattante, con muscolatura a fibra lunga e con mantelli molto resistenti agli agenti atmosferici. Le loro teste sono caratterizzate da un solco centrale nella fronte, insieme a un ampio muso. Il colore del tartufo corrisponde al colore del mantello mentre gli occhi sono solitamente marrone scuro nei neri e un po’ più chiari nei mantelli marroni, così come la pigmentazione di mucose e pelle. Lo sguardo di un vero portoghese è ardente, attento e vigile. Le loro orecchie sono spesse a forma di cuore e pendono lungo il lato della testa al di sotto del livello degli occhi. Sono cani larghi con un torace profondo che scorre nell’addome con una moderata piega. I Cani da acqua portoghesi hanno dita palmate sui loro piedi rotondi. La pelle tra le dita dei piedi è ricoperta di pelliccia e si estende fino alla punta, conferendo alle loro zampe un aspetto simile a una lontra.

AMICHEVOLI, ALLEGRI E MOLTO INTELLIGENTI I Cão de Agua Português sono una razza amichevole e giocherellona con le persone di famiglia, tuttavia, hanno la tendenza ad essere piuttosto indipendenti, quindi potrebbero non essere adatti a proprietari inesperti, perché mantengono una loro capacità di ragionamento. Sono molto energici il che li rende perfetti per chi ha uno stile 8


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di vita attivo, preferibilmente con facile accesso ad una fonte di acqua. Sono una razza altamente sociale che ama stare con le persone e sono persino amichevoli con gli estranei. Questa cordialità li rende popolari come cani da terapia che visitano ospedali e case di cura. Se vengono lasciati soli per lunghi periodi, tuttavia, possono essere suscettibili all’ansia da separazione, che può manifestarsi come masticazione inappropriata. Come altri retriever, il Cão de Agua Português è una razza affettuosa, quindi avrà bisogno di giocattoli da masticare appropriati per esprimere questo comportamento. La noia è un altro motivo per una masticazione inappropriata. Sono una razza intelligente, che necessita di stimoli mentali tanto quanto esercizio fisico. Vanno d’accordo con i bambini con i quali bisogna supervisionare la loro esuberanza. Se socializzati correttamente, possono andare d’accordo con gatti e altri cani. Sono amanti del gioco, molto amichevoli, allegri e super affettuosi. Per una famiglia attiva, soprattutto con una piscina, una spiaggia vicina o una barca, possono essere una scelta eccellente. Chi conosce bene il Cão sa però che è un amante di tutto quello che si adatta “al fare” e che hanno un entusiasmo profondo per ogni cosa possa es-

sere fatta con l’amico umano, perciò apprezzano campagna e montagna, ivi compresa la neve (che li diverte moltissimo) forse quanto l’acqua proprio perché è una possibilità concreta di interagire con la famiglia.

LO SPORT IN ACQUA Le gare appositamente studiate per loro sono i Water Trial, istituiti in Italia da pochi anni, ma sono adatti anche a sport come l’agility, l’obbedienza ecc. Possono essere impiegati in Protezione Civile riuscendo molto bene in quasi tutte le discipline come salvataggio e ricerca in superficie o su macerie grazie al grande fiuto che possiede e alla curiosità di cercare e alla voglia di fare. È adattabile a molte situazioni di vita – se potrà fare abbastanza esercizio fisico può essere un cane da appartamento - e tende a stare tranquillo in casa. Il suo fisico sportivo ed attivo può gestire bene le ore di appartamento proprio perché quello è il nucleo, il luogo dove la famiglia vive e, lui si considera a pieno titolo cane appartenente a questo gruppo. Di certo è un cane che chiede del tempo alla sua famiglia, con la quale ritiene di dover convivere in modo più pieno possibile. Poco si adatta alla vita solitaria da giardino dove penserebbe di essere stato abbandonato. 9


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ADDESTRABILITÀ I Cão de Agua Português sono una razza intelligente che si addestra bene e apprende rapidamente. Come con tutti i cani, la socializzazione è una parte importante di qualsiasi fase di addestramento. Esporre i cuccioli a nuove persone, animali e luoghi garantirà che siano attrezzati per reagire in modo appropriato alle nuove situazioni in età adulta. Data la loro struttura atletica, sono ottimi saltatori e dotati come sono di grande coraggio sono abili tuffatori e adorano stare in piedi sulle zampe posteriori. L’addestramento deve essere costruito con pazienza però, perché imparando in fretta, tendono ad andare avanti e a considerare noiose le basi del lavoro.

TOELETTATURA I Cão de Agua Português non hanno sottopelo, quindi la muta è minima in questa razza e si nota solo nel cambio di mantello da giovane ad adulto. Tuttavia, il mantello necessita di un paio di spazzo10


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lature alla settimana, di bagni frequenti con l’utilizzo di un buon condizionatore. Può essere tagliato, accorciato o tosato in qualsiasi momento a seconda delle esigenze, se si tratta di un cane da lavoro, oppure lasciato il più lungo possibile se si tratta di un cane da esposizione. Per l’esposizione è richiesta la tradizionale toelettatura “leonina”. Nel taglio leonino al cane viene tosato il posteriore, il muso e due terzi della coda. Secondo lo standard FCI il mantello viene lasciato il più lungo possibile, mentre in USA e Canada il mantello, anche su taglio leonino, viene scolpito e modellato. Nel taglio Retriever, il taglio è uniforme su tutto il corpo Come per qualsiasi cane che trascorre molto tempo in acqua, è importante risciacquare accuratamente il mantello con acqua dolce dopo il nuoto per rimuovere sostanze chimiche, sale e altri elementi che possono causare problemi al pelo o alla pelle. Inoltre, pulire e asciugare accuratamente anche l’interno delle orecchie per prevenire infezioni.

ha subito pressioni da mode o pubblicità ingannevoli e si è fatta strada con il riconoscimento delle proprie qualità. Ha buoni apprezzamenti in ambito espositivo e viene ottimamente valutato da addestratori per la sua voglia di apprendere.

ACQUA CHE PASSIONE… Per un Paese come il nostro, circondato dall’acqua di mare per la maggior parte del suo perimetro e ricco di laghi, fiumi e torrenti, questa razza sarebbe davvero il cane ideale per molte famiglie che abbiamo la passione per gli sport all’aria aperta legati all’acqua. Completa il quadro un carattere allegro e socievole, pieno di energia e un mantello originale che lo rende simpatico e accattivante.

FAMOSI CANI DA ACQUA PORTOGHESI Sebbene non si trovino più sulle navi da pesca, il Cão de Agua Português è riuscito a farsi strada e ad essere apprezzato nel mondo svolgendo lavori e attività, o semplicemente come grande compagno affettuoso e gioioso. In questo suo girovagare è arrivato persino alla Casa Bianca, prima con Il Senatore Ted Kennedy e poi con Barack Obama che ne possiede tutt’ora due esemplari di nome Bo e Sunny. In questo caso conviene ricordare che il mantello del Cão De Agua, è adatto a persone con problemi di allergie ai cani.

LA SALUTE Il Cão ha necessità di seguire un suo protocollo di test genetici e di esami per essere riprodotto, che potranno dare la certezza di poter avere cuccioli sani e forti. Un allevatore coscienzioso sottoporrà sempre i suoi cani al controllo ufficiale della Displasia Anca e Gomito e sarà in contatto con i laboratori europei e americani per i test dna sulle malattie quali prcd-PRA, GM1, Improper Coat, Jdcm e Microphtalmia

IN ITALIA Dopo un primo ingresso negli anni ’70, In Italia la razza si è ripresentata negli anni ’90 e da allora ha seguito un andamento costante e leggermente in ascesa. Non

Fabiana Bazzani 11


Griffone Belga - Griffone di Bruxelles - Piccolo Brabantino

Tre razze, un solo cuore

Cuccioli di Griffone di Bruxelles

Condividono l’antica origine e la taglia ridotta. Come si sono evolute nel tempo e l’attenzione del Club per una corretta selezione in Italia


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Griffone di Bruxelles

Nel variegato panorama delle razze canine la storia dei piccoli Griffoni del Belgio assume un carattere particolare e coinvolgente. Accumunati da un antico antenato originario dei dintorni di Bruxelles, di piccola taglia e dal pelo duro, conosciuto come “Smousje”, la loro selezione fu portata avanti in tre distinte varietà – Griffone Belga, Griffone di Bruxelles e Piccolo Brabantino, ricorrendo anche al sangue di razze differenti quali King Charles Spaniel, Carlino, Affenpinscher e alcuni terrier. I tre piccoli griffoni hanno una storia interessante e antica: conosciuti già nel Medioevo, periodo in cui i cani di piccola taglia erano i preferiti di reali e aristocratici (del resto solo i nobili potevano permettersi cani da compa-

gnia), vennero definiti per lungo tempo “cani di lusso”, a richiamare la classe aristocratica e, a seguire, l’alta borghesia che poteva permettersi di godere della loro compagnia. Gli antenati dei piccoli griffoni erano cani di corte di taglia ridotta e di razza indefinita che furono accoppiati con soggetti somiglianti agli attuali Affenpinscher. Nel tempo, il risultato di questi accoppiamenti portò alla fissazione di caratteri morfologici che portarono ai piccoli griffoni di oggi, che nell’aspetto evidenziano l’apporto degli incroci effettuati a suo tempo con il Carlino. Un fatto interessante che viene rilevato dagli esperti è che, dai loro antenati, i piccoli griffoni hanno preso solo le mi13


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Piccolo Brabantino

gliori qualità: dal Carlino, ad esempio, hanno ereditato il caratteristico muso corto e bellissimi occhi grandi e scuri, mentre il resto delle qualità le hanno ereditate principalmente da piccoli cani a pelo duro, compatti e robusti. Alcune delle loro peculiarità, invece, sono uniche, per esempio, a differenza dei loro antenati, i griffoni del Belgio possono presentarsi con una diversa tessitura del mantello e diversi colori: fulvo, rossiccio (Griffone di Bruxelles) e nero, nero focato (Griffone Belga e Barbantino). La selezione si è completata all’inizio del XX secolo. Purtroppo, il periodo bellico non ha facilitato l’allevamento, anzi, le ha portate sull’orlo dell’estinzione. Fortunatamente, negli anni del dopoguerra, il numero di razze fu parzialmente ripristinato, ad esempio, nel 1928, la varietà Griffone Belga fu riconosciuta ufficialmente e internazionalmente. Tuttavia, i tempi difficili della guerra hanno lasciato segni indelebili e ancora oggi i griffoni belgi sono considerati razze rare. Nello specifico, si ritiene che il Griffone di Bruxelles derivi da incroci e selezioni tra Yorkshire, Affenpinscher, Miniature Schnauzer e Carlino. Come il Griffone Belga,

suo parente stretto, è raffigurato come un cane da compagnia nei dipinti del XVII secolo. Il Piccolo Brabantino (Petit Brabançon), invece, ha ereditato la sua espressione “umana” e il suo mantello liscio unicamente dal Carlino, con il quale fu incrociato nel XIX secolo. Il Carlino era molto popolare all’epoca in Olanda, che, come sappiamo è un Paese vicino al Belgio. Anche il King Charles Spaniel ha dato il suo contributo nella razza, nella faccia, nel tronco “cobby” e probabilmente nel mantello nero focato, una delle quattro livree di questo piccolo spaniel. La razza divenne una delle preferite della famiglia reale e fu particolarmente popolare quando la regina del Belgio Marie-Henriette iniziò ad allevarla. Anche per questa varietà le due Guerre furono determinanti nel fargli rischiare l’estinzione nella madrepatria. L’allevamento è stato portato avanti in altri Paesi come l’Inghilterra e gli Stati Uniti e ha nuovamente suscitato l’interesse del grande pubblico negli anni ’50. A differenza dell’Europa, in America, i piccoli griffoni sono considerati un’unica razza. 14


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Griffone Belga

GRIFFONE BELGA

vuole, mettendo in atto comportamenti anche “arroganti”. In generale, la razza va d’accordo con i gatti, anzi, il problema potrebbe essere più nel comportamento del felino, che non del cane. È molto importante seguire lo sviluppo del rapporto con il gatto che potrebbe essere aggressivo e danneggiare gli enormi occhi sporgenti di un Griffone. Socializza piacevolmente con altri cani e solitamente non compete con gli animali domestici. È un “minuscoli pacifista” pronto a tutto per mantenere un’atmosfera tranquilla e trovare rapidamente il suo posto nella scala gerarchica degli animali di famiglia. Il Griffone è un “cane da grembo” adatto anche per le persone anziane. Ha un basso istinto di caccia e durante le passeggiate non tende ad allontanarsi. È estremamente affettuoso, sensibile e giocherellone. Si educa facilmente ma sarà necessario entrare in empatia con lui perché riesce a captare anche il più piccolo cambiamento di umore, di voce, di gestualità. L’incoraggiamento verbale e le ricompense alimentari sono un ottimo aiuto per catturare attenzione e sviluppare fiducia.

FACILE DA EDUCARE E MOLTO SENSIBILE È una razza vivace e determinata, per niente timida e, nonostante la taglia ridotta, pronta a proteggere il proprietario. È un delizioso compagno di vita, si affeziona rapidamente al proprietario e soffre in sua assenza. Ama i giochi attivi, quindi è sempre felice di interagire anche con i bambini, verso i quali è molto protettivo. Con i bambini piccoli l’interazione deve avvenire sotto la supervisione di un adulto, sia per la taglia ridotta del cane sia per la spontaneità del bimbo che potrebbe compiere gesti fastidiosi e dannosi. È molto intelligente, percepisce immediatamente l’umore del proprietario ed è in grado di essere rispettoso e riservato a seconda delle situazioni. Ha bisogno di essere considerato, è molto sensibile e non ama essere sgridato. Può diventare testardo se non educato sin da piccoli. La mancanza di regole e le coccole eccessive possono indurlo a pensare di poter fare ciò che 15


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GRIFFONE DI BRUXELLES CURIOSO, GIOCHERELLONE E SEMPRE VIGILE Affettuoso, allegro e divertente, ama moltissimo il suo proprietario e partecipa attivamente alla vita della famiglia. Sempre pronto al gioco condiviso con i membri del suo gruppo sociale. Più tempo trascorre con loro, più è felice. È attivo quando ha la possibilità di fare movimento, ma una volta a casa è un cane abbastanza calmo e sa essere discreto. È molto intelligente e capisce rapidamente cosa ci si aspetta da lui purché l’atteggiamento ei metodi utilizzati siano gentili e coerenti. È curioso e attento e ben si adatta a giochi di attivazione mentale. Ha una vigilanza molto accentuata e non esiterà ad avvertire il minimo rumore o un evento insolito. In origine, del resto, veniva utilizzato anche dai cocchieri per vegliare sulle stalle. Di natura piuttosto curiosa, all’aperto ama esplorare ed è interessato a tutto ciò che lo circonda. È un cane di piccola taglia sempre vigile e attento. È Griffone di Bruxelles

Griffone di Bruxelles

È un cane molto goloso, si distingue per la sua voracità, quindi il proprietario deve monitorare rigorosamente la quantità e la qualità di cibo elargito e la frequenza dei pasti. È longevo, ma una giusta dieta può garantirgli una vita migliore.

TOELETTATURA I Griffoni Belgi sono una razza a pelo duro. Il mantello di copertura richiede un’attenta cura per presentarsi al meglio. È consigliabile ogni due mesi eliminare i peli morti a mano (epilazione) e procedere alla corretta pulizia e sagomatura della barba fatta, operazione, questa, che deve essere seguita da mani esperte, specialmente se si tratta di soggetti da esposizione. Una spazzolata settimanale manterrà il sottopelo in ordine. La muta è piuttosto moderata, perde pochissimi peli e questo potrebbe essere un vantaggio rispetto ad altre razze. 16


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Piccolo Brabantino nero

adatto anche a famiglie alla loro prima esperienza perché è un cane di piccolo, che può essere portato ovunque, non è difficile da addestrare ed è molto piacevole da vivere quotidianamente. È un cane molto socievole che generalmente va d’accordo con altri animali da compagnia.

PICCOLO BRABANTINO (Petit Brabançon) SICURO DI SÉ E INTRAPRENDENTE Il Petit Brabançon - com’è chiamata la razza nella patria d’origine - ha una grande personalità. È molto legato alla

COLORE Griffone di Bruxelles: rosso, rossastro; un po’ di nero è tollerato all’acconciatura della testa. Griffone Belga: nero, nero focato. Le focature devono essere nette e di colore acceso. Si trovano sugli anteriori, dal piede al carpo, sui posteriori dal piede fino al garretto. Risalgono all’interno degli arti. Vi sono pure focature al petto, sulle guance, al mento, sopra gli occhi, all’interno degli orecchi, sulla parte inferiore della coda e attorno all’ano. È ammessocje il nero possa essere mischiato col rosso-bruno, anche se il nero puro e il nero focato sono preferiti Piccolo Brabantino: stessi colori che nei Griffoni Belgi. Ha una maschera scura. Del grigio nella maschera di cani più avanti negli anni non sarà penalizzato. Nelle tre razze, qualche pelo bianco è tollerato al petto, ma non ricercato. Griffone di Bruxelles

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Piccolo Brabantino

sua famiglia e in particolare al suo padrone verso il quale nutre un affetto sconfinato. È un adorabile cagnolino affascinante, curioso e attento. Ha bisogno di sentirsi incluso nella famiglia, non ama la solitudine, se lasciato solo troppo a lungo mostrerà vocalmente il suo disagio. È sicuro di sé e non ha paura di affrontare cani molto più grandi, è necessario quindi prestare attenzione perché il suo atteggiamento temerario potrebbe avere spiacevoli conseguenze. Ha un carattere molto vivace, attivo e giocoso. Tuttavia, a causa del suo temperamento sensibile, non è una razza particolarmente raccomandata per i bambini, potrebbe non accettare l’essere trattato in maniera per lui inadeguata.

PESO Varia da 3,5 a 6 Kg. È UGUALE PER TUTTI E TRE LE VARIETÀ.

L’educazione del Petit Brabançon sarà facile, si raccomanda di educarlo fin da piccolo, è un cane intelligente ma anche un po’ manipolatore, furbo e intuitivo tanto da 18


Acconciatura della testa: nei Griffoni, l’acconciatura (barba e baffi) comincia sotto la linea naso-occhio e va da un orecchio all’altro, ricoprendo bene il muso e le guance con un pelo ben fitto e più lungo che su tutto il resto del corpo. Sopra gli occhi, il pelo deve essere più lungo che sul resto del cranio e forma delle sopracciglia.

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Griffone di Bruxelles

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Nel 1883 furono iscritti al L.O.S.H. (Libro delle Origini St. Hubert) i primi Griffoni di Bruxelles: Topsy (L.O.S.H. Nr. 163) e Foxine (L.O.S.H. Nr. 164). Verso il 1900 diventarono molto popolari, grazie, fra l’altro, all’interesse loro dimostrato dalla regina Marie Henriette del Belgio. Molto soggetti furono esportati e contribuirono alla diffusione e popolarità della razza.


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Esemplare di Griffone Belga nero e nero focato

di Jan den Otter, allevamenti modello nei quali ho potuto costatare non solo una qualità altissima di decine e decine di soggetti ma pure un encomiabile equilibrio psichico. Per quanto questi allevamenti non siano più operativi, le linee di sangue sono ancora fruibili, sono un patrimonio da preservare e non perdere, visto il tipo e la stabilità mentale e tuttora i signori Bleeker e den Otter possono dare supporto e indirizzi alla selezione.

cercare di fare sempre di testa sua. È importante farlo socializzare perché può essere un po’ sospettoso e timido nei confronti di persone nuove che incontra e di nuove situazioni.

IN ITALIA La razza in Italia ha interessato allevatori appassionati già a partire dal dopoguerra, tra gli allevamenti storici Italiani non si può non citare quello di Ilde Pucci (allevamento Fiamma), allevatrice di grande spessore con la quale ho potuto confrontarmi e attingere alle informazioni più dettagliate quando il Club decise di aprire agli accoppiamenti infrarazza anche in Italia. Hanno dato un forte e concreto apporto alla razza a livello mondiale gli allevamenti Von Platte Belsken di Hans Bleeker a Leo Beligicus

Come detto sopra, in Italia come in altri molti Paesi le tre razze di Griffoni possono essere accoppiate tra di loro, questo su nulla osta rilasciato dal CCC, richiesto due mesi prima dell’accoppiamento e nel caso in cui l’accoppiamento sia mirato a un razionale e realistico progetto di selezione. 20


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Griffone Belga

Tali accoppiamenti, oltre che allargare la base genetica piuttosto ridotta a livello mondiale, vengono praticati per mantenere determinate caratteristiche di tessitura del manto che, se non venissero mantenute con nuove linee di sangue tra una varietà e l’altra, si perderebbero. Certo è che tali accoppiamenti devono essere compiuti da persone esperte e cum grano salis, onde apportare qualità e non disperdere il lavoro di selezione portato avanti nel tempo. Per dare la giusta idea di quanta attenzione abbiano dedicato gli allevatori Italiani a questo argomento, basti pensare che nel 2018 sono stati attuati solo 2 accoppiamenti infrarazza; 6 nel 2019 e, per quanto la razza sia cresciuta numericamente, ancora solo 6 nel 2020. Pietro Paolo Condò

Presidente del Club Cani Compagnia Griffone Belga nero e in evidenza le focature del nero focato

TESSITURA DEL PELO Il Griffone di Bruxelles e il Griffone Belga sono due peli duri con sottopelo. Il pelo è naturalmente duro, leggermente ondulato, non arricciato, ma toelettato. Il pelo deve essere sufficientemente lungo per permettere di apprezzarne la struttura. Un pelo troppo lungo nuoce alla silhouette e non è ricercato. Un pelo serico o lanoso è un grave difetto. Il Piccolo Brabantino ha il pelo corto. Il pelo è ruvido, adagiato e brillante, di 2 cm al massimo. Acconciatura della testa: nei Griffoni, l’acconciatura (barba e baffi) comincia sotto la linea naso-occhio e va da un orecchio all’altro, ricoprendo bene il muso e le guance con un pelo ben fitto e più lungo che su tutto il resto del corpo. Sopra gli occhi, il pelo deve essere più lungo che sul resto del cranio e forma delle sopracciglia.

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Il punto di vista di un musher

Il Samoiedo e lo sleddog Storia di ordinaria passione per una razza forte, resistente e affezionata all’uomo in maniera indelebile

Rapito dalla bellezza e dolcezza di questa razza, quando ho avuto il mio primo samoiedo, 30 anni fa, ero completamente ignaro che si trattasse di un cane da lavoro. Adoravo il mio cane ma ho capito che potevo fare qualcosa di più quando ho visto i primi documentari sui cani da slitta e conosciuto un mio caro amico che già praticava questo sport con i Samoiedi. Con i primi cani che provenivano da allevamenti italiani e successivamente con esemplari svizzeri, norvegesi e svedesi dai quali ho avuto dei cuccioli, sono arrivato ad avere 10 samoiedi o “bambini” come li chiama affettuosamente mia moglie Marika. Certo l’inizio non è stato facile, ma con tanta fatica e costanza siamo arrivati alle prime gare, inizialmente dogtrekking e bike dog fino ad arrivare al mio team attuale di 8 cani. Ci sarebbero molti argomenti da trattare: allenamento, alimentazione, benessere, condizionamento, linee di sangue ecc., ma vorrei soffermarmi maggiormente sul rapporto che si crea tra il musher (conduttore della slitta) e i suoi cani. 22


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SPEDIZIONE ITALIANA NEL MARE ARTICO SULLA “STELLA POLARE” CONFERENZA di S.A.R. il Duca degli Abruzzi e del Comandante Umberto Cagni Roma 14 gennaio 1901 Il brigantino a palo Stella Polare venne costruito a Sande Fjørd nel 1881 con il nome di Jason per un commerciante norvegese. Scafo in legno. Lunghezza del ponte metri 40, lar­ ghezza 9,25. Pescaggio 5,50 metri. Disponeva di un motore ausiliario di 60 cavalli nominali che imprimeva una velocità di 6,5 nodi. Nel gennaio 1899 venne acquistata dall’Italia per utilizzarla in una spedizione scientifica e di esplo­ razione che, comandata dal Principe Luigi Amedeo di Savoia, allora ventiseienne Tenente di Vascello della Regia Marina, aveva lo scopo di raggiungere l’ancora inviolato Polo Artico. Il bastimento venne portato nel cantiere di Colin Archer a Laurvik per le modifiche necessarie al nuovo compito. Il 28 maggio 1899, terminati i lavori, la Stella Polare lasciò Laurvik per Oslo. Il 12 luglio la nave partì da Arcangelo verso l’Arci­ pelago dell’Imperatore Francesco Giuseppe, sco­ perto solo 26 anni prima, giungendovi il 20 luglio. Al termine della notte, lasciato l’equipaggio di guardia, il 20 febbraio 1900 la spedizione partì in tre gruppi con cani e slitte in direzione del Polo Nord. Giunta con immani fatiche alla latitudine di 86° e 34′ Nord la spedizione, impossibilitata a prosegui­ re, il 25 aprile 1900 iniziò il viaggio di ritorno alla Stella Polare, che venne raggiunta il 23 giugno solo da due gruppi di esploratori, del terzo, non si ebbe più notizia.

Intervento del duca degli Abruzzi riguardo ai cani impiegati “Il 30 giugno 1899 la “Stella Polare”si ormeggia nel porto di Arcangelo. I centoventi cani ordinati da Trontheim erano già giunti da parecchie settimane . Il mio primo pensiero fu per quelle bestie, parte così importante della spedizione. In un recinto lungo una ventina di metri e largo dieci giacevano i cani attaccati uno per uno, con catene, a tavole fissate sul suolo. Il nostro arrivo fu salutato da un abbaiare furioso... ve ne erano di tutti i mantelli: neri, bianchi, giallo­ gnoli, con pelo corto e lungo, orecchie piccole e dritte, larghe e cascanti. I più grandi non erano più alti di 60 cm e la loro stato di magrezza... mi fece crollare le spalle per il doloroso pensiero che giammai quegli animali avrebbero potuto compiere 1200 miglia, trainando tutto il necessario per la spedizione. Ora, a spedi­ zione finita, come li giudico diversamente e con­ danno il mio troppo precipitato e sfavorevole giudi­ zio! Resistenti alle fatiche, non avendo bisogno d’ac­ qua per bere, ché un po’ di neve spegne loro la sete, vivendo di una piccola barretta di pemmi­ can… non soffrendo per il freddo e sempre dispo­ ste al lavoro, quelle bestie, sul campo dell’azione, hanno mostrato quanto valevano, e d’essere il solo e vero elemento di aiuto all’uomo in una spe­ dizione tra i ghiacci”.

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Da “1000 giorni nell’Artico” di EG Jackson - 1899

Inizio col dire che questo non è uno sport ma uno stile di vita che condiziona 365 giorni l’anno. Bisogna accudire, pulire, curare, coccolare i propri cani e giocare con loro per creare un buon feeling. Per quanto riguarda l’allenamento, nel periodo estivo faccio esclusivamente dog-trekking, avendo la fortuna di abitare in montagna. Da settembre passo ad allenare con il carrello all’alba o al tramonto, quando cioè ci sono le temperature ideali, per pochi chilometri, per arrivare a metà dicembre con 3/4 uscite settimanali di 10/20 chilometri dipendentemente dalla tipologia di gara che si vorrà

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fare in inverno (sprint, media o lunga distanza). La vita di un musher sicuramente è molto intensa perché oltre ad allenare il team dovrà egli stesso avere un’ottima preparazione atletica. L’intesa con il team deve essere perfetta. Il cane deve rispettare il suo musher ma non temerlo; lo stesso musher deve essere deciso e sicuro nel dare i comandi, disponibile ed affettuoso nel prendersi cura dei suoi cani, ricompensandoli e lodandoli prima e dopo la corsa. I cani sanno assecondare un buon musher ma rifiutano istintivamente quello debole, nervoso ed incerto. Per avere un buon team è necessaria reciproca fiducia. Solo così si raggiungerà un’armonia perfetta. Consiglio a tutti di provare almeno una volta questo meraviglioso sport che coinvolge uomo, cane e natura, anche a coloro che possiedono soltanto un cane. È un vero peccato che in Italia sia l’unico che partecipa a competizioni agonistiche di sleddog con questa splendida razza che non ha nulla da invidiare agli altri nordici. Nel Nord Europa il Samoiedo è molto più presente sui trails e raggiunge ottimi risultati. Per concludere... non lasciatevi attrarre soltanto dal proverbiale sorriso…..dietro c’è molto di più! Maurizio Drigo 25


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Storia dello Sleddog. Bob Ward con il suo team di Samoiedo a Tucker in California durante il Campionato del mondo sleddog nel 1949

SLEDDOG: IL BENESSERE DEI CANI IN PRIMO PIANO Il regolamento che controlla lo svolgimento delle gare di sleddog è molto severo, e mette al centro la salute ed il benessere dei cani impiegati. Ci sono anche estreme conseguenze, come la squalifica del musher (il condut­ tore della slitta), per chi non lo rispetta. Per esempio, il musher per incitare i cani non può utilizzare nessun altro mezzo, oltre la voce. La slitta è dotata di un sacco (basket) che viene utilizzato, oltre che per il carico, per trasportare un cane che durante la gara si fosse ferito o fosse indisposto. In questi casi, il musher ha l’obbligo di sistemarlo subito nel “basket”e condurlo al punto di soccorso più vicino (check point), sistemati lungo il per­ corso, per affidarlo alle cure di un veterinario. Prima della gara, sia i musher che i cani sono sottoposti ad appositi controlli di salute.

LE ZAMPE Sono protette con apposite scarpette che servono a preservare le zampe dal ghiaccio e tendono a favorire una migliore aderenza al manto nevoso. All’arrivo, sarà necessario toglierle e controllare immediatamente lo stato dei polpastrelli, delle unghie e del pelo infradito.

ALIMENTAZIONE Riveste un aspetto importante per la salute ed il buon rendimento della corsa. 26

Come veri e propri atleti, andranno nutriti con diete bilanciate che seguiranno l’andamento delle stagioni, delle gare e delle sezioni di allenamento, spesso svolte su terra battuta o strade bianche. Indispensabile l’apporto di veterinari ed esperti nutrizio­ nisti affinché la dieta sia bilanciata a seconda del sog­ getto.

SPORT E PASSIONE L’andamento della gara è ovviamente condizionato dalle attività atmosferiche che possono cambiare all’im­ provviso con tormente di neve e repentino calo delle temperature oltre ogni previsione. Il buon musher dovrà essere in grado di valutare la situazione, senza pretendere ciò che i cani in quel momento non sono in grado di esprimere, dato che l’o­ biettivo primario dovrebbe essere quello di arrivare al traguardo e non quello di vincere a tutti i costi. La gioia dei cani alla sola vista delle imbracature per il traino è palpabile ed accompagnata da abbai festosi e assordanti: sono razze nate per correre sul quel manto bianco e soffice che li ha viste nascere agli albori del tempo, sta all’uomo, in questo caso al musher, saper trasformare questo atavico istinto in divertimento e pas­ sione. A.B.


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Scrittori, poeti, filosofi e gente di cultura concordi...

Il cane è migliore dell’uomo Solo eccezionalmente è possibile riscontrare unanimità ed originalità di giudizi che accomuna Mark Twain a Victor Hugo, Schopenhauer al suggestivo Jacques Prevert, Edith Warton all’incantevole Neruda. Ed insieme a loro tanti altri

È impossibile rompere un’amicizia con un cane fedele e darlo via equivale ad un omicidio”.

Konrad Lorenz con i suoi cani nel giardino di Altenberg all’inizio degli anni ’80

Konrad Lorenz

Nessuno più del cane, in un ideale processo alla storia, avrebbe applausi solamente perché il banco dell’accusa scompare nella desolazione del vuoto. Non accadrebbe perché sull’orizzonte, rimasto sgombro, possono essere scritte solamente lodi. Tutti concordi infatti, dai saggi ai povericristi, dagli scrittori agli scienziati e uomini politici a riconoscere le virtù che oscurano i rari difetti del quattro zampe. Peraltro sempre imputabili all’uomo. Le testimonianze sono concordi, sorprendenti e persino, a leggerle una dopo l’altra, con qualche ombra di monotonia se non fosse per l’originalità che le libera dai ceppi dell’ovvio. ARTHUR SCHOPENHAUER (1788-1860), pensatore fra i più noti sua l’affermazione che fa la delizia e diventa filosofia dell’esistere di generazioni di studenti e di pessimisti senza cielo e speranza: “La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra dolore e noia passando attraverso l’intervallo fugace e per lo più illusorio del piacere e della gioia”. Schopenhauer si rallegrò un giorno alla vista di un articolo apparso sul Times che raccontata di come un grosso cane tenuto sempre a catena, si ribellò al padrone mordendolo ferocemente. Immedesimandosi nel cane stesso, scrisse: “Tu non sei il mio padrone, ma il mio diavolo, che rende un inferno la mia breve esistenza!”. Che questo accada a tutti coloro che incatenano i cani MARK TWAIN (1835-1910) autore fra l’altro di “Racconti brevi”, “Il principe e il povero”, “Le avventure di un artista 27


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Mark Twain

Edith Warton

EDITH WARTON, (1862-1937) autrice fra l’altro de “l’Età dell’innocenza” e prima scrittrice a vincere il premio Pulitzer (il più importante riconoscimento negli USA gestito dalla Columbia University, riservato a giornalismo, successi letterari e composizioni musicali) soleva dire: “Il mio piccolo cane! Un battito di cuore ai miei piedi”. Scrittore e politico spagnolo (1864-1936) – fra le sue opere Nebbia e L’ultima leggenda di Caino – MIGUEL DE UNAMUNO – addolorato per la scomparsa del suo cane scrisse: “ Io ero la tua religione, la tua gloria. Se tu potessi sapere, o mio caro cane, quanto il tuo dio è triste per la tua morte… Gli dei piangono quando muore il cane che gli leccò la mano”. Commosse e commoventi – proprio come i suoi versi immortali che hanno fatto sospirare generazioni di amanti, le parole di PABLO NERUDA (1904-1973), diplomatico e politico cileno noto per le sue poesie che continuano a commuovere nuove generazioni (fra i suoi libri più noti “Venti poesie d’amore” “Cento sonetti d’amore”). “È l’antica amicizia, la gioia di essere uomo tramutato in un solo animale che cammina nuovamente davanti a lui avendo sei zampe e una coda intrisa di rugiada”.

defunto” lasciò una testimonianza che è anche una dichiarazione d’amore. Soleva dire, e lo lasciò scritto “È sincero, non tradisce, è generoso, è altruista, ha fiducia. In paradiso si entra solo per favoritismi. Se si entrasse per merito tu resteresti fuori ed il tuo cane entrerebbe al posto tuo”. VICTOR HUGO (1802-1885), poeta, scrittore e drammaturgo francese, autore fra l’altro di romanzi che hanno fatto piangere intere generazioni (I Miserabili, Notre dame de Paris) e numerose poesie fra cui Le foglie morte e Canti del crepuscolo soleva dire “Se guardi negli occhi il tuo cane come puoi ancora dubitare che non abbia un’anima?” Il poeta e sceneggiatore francese JACQUES PREVERT (1900-1977) idolo degli adolescenti del secondo Novecento, autore ancor oggi celebrato di “Poesie d’amore”, “Questo amore”, ”Le foglie morte”, diede voce ad un’originalissima dichiarazione d’affetto che spazia in un’efficace appello contro l’abbandono ed acquista significativi risvolti sociali: “Lasciate entrare il cane coperto di fango: si può lavare il cane e si può lavare il fango, ma quelli che non amano né il cane, né il fango, quelli no, non si possono lavare”. 28


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ARTHUR SCHOPENHAUER E I SUOI CANI BARBONI

Jaques Prevert

Nessuno a leggerne le opere filosofiche riterrebbe Arthur Schopenhauer capace di un grande amore per i cani e, significativamente, i Barboni. Colpa del suo “pensiero” che molti hanno ritenuto e ritengono a torto disperato e disperante perché legato ad un pes­ simismo in apparenza senza cielo. La sorpresa, nel percorrere la sua biografia diventa, pagina dopo pagina, suggestiva come un diario inti­ mo a cui è affidata, come un segreto da custodire, la tenerezza dell’uomo. Ci s’accorge infatti superando la barriera degli scritti filosofici in cui c’è il rischio di non comprenderne la profondità, che fra i suoi affetti c’erano i cani ed in particolare i Barboni. Sempre, da quand’era giovane, fino alla morte ne ebbe uno per amico ed il nome era sempre il solito, Atma che in sanscrito significa “anima del mondo”. Contraddittorio il suo affetto per le donne e decisa l’affermazione che l’amore era un inganno “inventa­ to” dalla specie per continuare a perpetuarsi. Originale anche l’affermazione che gli uomini tradiva­ no ed erano traditi quindi si trovavano (nell’incoscien­ za di ignorarlo) nella scomoda situazione di essere “conquistatori” e “sconfitti” nello stesso tempo. Molti di loro come il Petrarca, soleva dire a mò di esempio, “si sono trascinati dietro per tutta la vita, come una palla al piede, la loro sete d’amore inappagato affi­ dando i loro sospiri alla solitudine dei boschi”. Per i cani, lui che era ritenuto restio ad ogni legame e di pessimo carattere, aveva un affetto sincero ed esclusivo. “Ciò che mi rende così piacevole la compa­ gnia del mio cane è la trasparenza della sua natura. Il mio cane è trasparente come il vetro”. Sua la frase “chi non ha mai avuto un cane non sa cosa significa essere amati”.

SAMUEL BUTLER intellettuale inglese (1835-1903) ribelle alla tradizione della famiglia che lo aveva destinato al sacerdozio anglicano e noto per le sue analisi sull’ ortodossia cristiana, i suoi studi sulla teoria dell’evoluzione e dell’arte italiana e per i suoi scritti di storia e critica letteraria e le traduzioni dell’Iliade e dell’Odissea soleva affermare “La grande gioia di avere un cane è quella di poter fare l’idiota davanti a lui: non soltanto non ti rimprovererà ma anche lui farà lo stesso”. JULES RENARD (1864-1910) autore di numerosi libri fra cui Pel di Carota e noto per graffianti aforismi (“La pigrizia non è altro- lasciò scritto- che l’abitudine di riposarsi prima di stancarsi” e “L’amore è come una clessidra: quando si riempie il cuore si svuota il cervello”), amava dire: “A vedere certi monumenti su cui i cani fanno i loro bisogni c’è da credere che i cani siano dei veri estetisti”. DANIEL PENNAC, originario di Casablanca (1944) scanzonato e piacevolissimo autore di, fra l’altro, ”Il paradiso degli orchi”, “Diario di scuola”, “Abbaiare stanca” ebbe a 29


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Pablo Neruda

Arthur Schopenhauer

dire: “ Uno crede di portare fuori il cane a fare pipì mezzogiorno e sera ed è un grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione”. E dopo di lui tanti e tanti altri scrittori e poeti, gente di cultura ed artisti a magnificare le virtù del cane. E questo accade dal principio dei secoli e mai, anno dopo anno vi sono stati ripensamenti: che sia vero quanto scrisse Platone: “Il cane ha l’animo di un filosofo” e confermò Seneca nel primo secolo dopo Cristo: “L’affetto di un cane dona grande forza all’uomo”. Rodolfo Grassi

Notizie ENCI AVVISO

AVVISO

Si avvisa che, essendo la raccomandata a.r. ritornata con motivazione “compiuta giacenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata deposi­ tata lettera di chiusura istruttoria e deposito atti relati­ va al procedimento disciplinare n. 104/19 nei confron­ ti di LANT SONYA.

Si avvisa che, essendo la raccomandata a.r. ritornata con motivazione “compiuta giacenza”, in applicazione dell’art. 39.3 del Regolamento di attuazione dello Statuto Sociale ENCI presso la Segreteria della Commissione di Disciplina di 1a Istanza è stata depo­ sitata lettera di contestazione relativa al procedimen­ to disciplinare n. 56/20 nei confronti di STOPPONI MASSIMILIANO.

Il Segretario Istruttore

Il Segretario Istruttore

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George. Golden retriever. Foto Dolores Genco

L’importanza della selezione delle razze in ambiti sociali e sanitari

Quando la cinofilia incontra la scienza Allevatori e addestratori ENCI in prima fila per garantire affidabilità, sicurezza e adeguata socializzazione nei vari compiti che i cani svolgono. Importanti riscontri scientifici da uno studio italiano che ha avuto risonanza internazionale

Il panorama cinofilo offre una vasta gamma di razze allevate e selezionate per svolgere compiti specifici, non ultimo quello della “compagnia” che si sta rivelando prezioso non solamente in questi duri tempi di pandemia ma, in generale, svolge un ruolo determinante per il miglioramento della vita delle persone sia dal punto di vista psicologico che relazionale ed anche fisico. Il lavoro dei nostri allevatori si è reso ancora più prezioso per affinare ulteriormente il carattere e renderlo sempre più adatto ai compiti di compagnia, di supporto sociale, anche in situazioni delicate. La selezione è frutto di conoscenza, passione e attesa… utile al raggiungimento di un obiettivo ambizioso come deve essere chi persegue la creazione di soggetti in buona

salute, morfologicamente armonici, rispondenti allo standard ed equilibrati nel carattere. Non è facile, ma è sicuramente possibile. I nostri allevatori sono famosi in tutto il mondo, hanno carattere e una passione a volte addirittura esuberante. Hanno prodotto nel tempo soggetti in grado di calcare i ring, essere ottimi stalloni o fattrici per poi dedicarsi anche alla pet therapy (IAA - Interventi Assistiti con gli Animali), dimostrando un equilibrio notevole, capacità di adattamento e una disponibilità sorprendente. Caratteristiche queste che sono il risultato di una corretta selezione e di una crescita serena, ordinata e piena di stimoli che hanno favorito l’apprendimento ed un corretto inserimento sociale. 31


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L’ARTE DI ADDESTRARE Un altro importante contributo alla formazione di un soggetto equilibrato e ben adattabile all’ambiente è certamente l’opera degli addestratori, molti dei quali davvero abili e preparati ad individuare in ogni soggetto la “chiave” per entrare in empatia con loro ed utilizzare al meglio le moderne tecniche educative/addestrative a seconda dei compiti che il cane andrà a svolgere. Anche nel campo delle IAA il lavoro dell’addestratore può rivelarsi prezioso dato che i compiti di questi cani sono vari ed il loro impiego se da un lato deve essere posto sotto controllo, per evitare qualsiasi imprevisto, dall’altro il cane dovrebbe conservare un aspetto di “spontaneità” che generalmente è legato alla razza, per poter meglio relazionarsi con i pazienti, quindi per l’addestratore è necessaria una conoscenza ed una sensibilità davvero particolare.

PROFESSIONISTI A CONFRONTO Il mondo della cinofilia è davvero variegato, allevatori e addestratori hanno spesso anche un’altra professione che svolgono in ambiti diversi. Per esempio ci sono allevatori che hanno un numero limitato di cani e producono poche cucciolate, oppure addestratori che lavorano part time, o ancora che riescono ad abbinare queste esperienze alla professione primaria che svolgono. È questo il caso di Caterina Ambrosi Zaiontz, addestratore ENCI, handler ENCI che di professione è psicologa-psicoterapeuta e docente universitaria la cui passione per la cinofilia l’ha riportata sui “banchi di scuola” a conseguire riconoscimenti importanti che le hanno consentito di mettere insieme le sue diverse professionalità sino ad ottenere con i suoi progetti scientifici nel campo degli IAA, una risonanza fuori dai confini nazionali. Ma cosa spinge un professionista a mettersi in gioco in un campo così differente dal proprio? “Ho sempre avuto la passione per i cani – dice Caterina Ambrosi - ma solo dopo essere rientrata in Italia dal Regno Unito ho potuto coltivare la mia passione per le razze retrievers. Ho preso un Golden Retriever, poi un altro… e mi sono resa conto che avrebbero potuto dare molto anche nella mia professione di clinico in particolare nei progetti di cura all’interno delle strutture sanitarie ed è stato così che ho ricominciato a studiare. Ho trovato un mare di offerte in internet ma ho pensato di rivolgermi

Apple Pie. Golden retriever. Foto Massimo Telatin

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Ariel. Golden retriever. Foto Caterina Ambrosi

ai corsi dell’ENCI, (addestratori e handler) mi davano più fiducia e in effetti, la mia esperienza è stata estremamente positiva. Ho incontrato docenti molto preparati, programmi didattici rigorosi ed ho avuto l’occasione di incontrare alcuni allevatori con i quali collaboro ancora oggi”. L’incontro tra due professionalità così differenti è stato molto proficuo. Se da un lato c’era l’esperienza con le persone fragili, dall’altro il mondo della cinofilia ufficiale poteva offrire risposte e garanzie per attuare progetti interessanti. Sappiamo che la stragrande maggioranza di animali che lavorano in questi ambiti è costituita da cani di razza. La scelta è dovuta alle “garanzie” che possono offrire dal punto di vista caratteriale, di equilibrio mentale e di salute fisica.

Aaron. Golden retriever Foto Caterina Ambrosi

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Imperio.Flat coated retriever. Foto Dolores Genco

La selezione fatta dagli allevatori è in grado di mettere in evidenza le migliori qualità necessarie per assolvere ad un compito specifico e di assegnare la giusta razza per la mansione richiesta, ma non solo. La capacità di scegliere, all’interno di una stessa cucciolata, il soggetto adatto per un bimbo o un anziano in difficoltà è una sensibilità che sono un allevatore esperto potrà esprimere. Infatti, la conoscenza delle linee di sangue, l’esperienza conseguita nel tempo, la pazienza di osservare per ore, per giorni e per settimane l’andamento di una cucciolata, è prerogativa solo di un allevatore. “Mi sono resa conto immediatamente delle potenzialità che i cani potevano offrire alle persone fragili – afferma Ambrosi - ma, allo stesso tempo, avevo bisogno di approfondire tutti gli aspetti inerenti l’applicazione degli IAA, per questo sono diventata Coadiutore del cane e Responsabile di progetto in campo educativo e terapeutico (E/TAA) e, a questo punto ho potuto preparare i miei Golden e iniziare anche la collaborazione con gli allevatori ENCI preparati e disponibili oltre ogni mia aspettativa”.

Seabel. Golden retriever. Foto Dolores Genco

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LO SGUARDO DELLA SCIENZA

Nuvola. Golden retriever Foto Elena La Marca

Ed è così che la lunga professionalità nel campo della psicoterapia e della ricerca si unisce all’esperienza dei cinofili - allevatori e addestratori ENCI - e si forma una squadra che nel tempo ha prodotto diversi progetti sul territorio. Tra questi, uno in particolare ha avuto risonanza internazionale. Questo studio è stato condotto presso la Fondazione Santa Chiara Centro Multiservizi per la Popolazione Anziana di Lodi (reso possibile grazie ad un Bando della Comunitaria di Lodi) e mirava ad investigare gli effetti degli IAA sulla sfera emozionale in particolare sulla Depressione e sulle interazioni sociali su un campione di circa 20 soggetti anziani istituzionalizzati presso la Fondazione stessa, messi a confronto con un gruppo di controllo di soggetti anziani che non godevano dell’interazione con i cani. I dati ottenuti mostrano una diminuzione del 33% dei sintomi depressivi del campione che ha ricevuto l’Intervento di IAA - rispetto al gruppo di controllo - con un alto livello di significatività statistica e l’11% di diminuzione della percezione del dolore fisico nel campione. Oltre al risultato interessante ottenuto, la comunità scientifica internazionale ha evidenziato lo strumento analitico utilizzato (scale e dati statistici) durante le sedute, al punto da essere pubblicato su Psychogeriatrics, Journal Ufficiale della Società Psicogeriatrica Giapponese Editore Wiley; presentato successivamente nel 2019 al Congresso Internazionale di Gerontologia di Roma, e citato, ad oggi, in 24 studi scientifici internazionali: titolo originale dell’Articolo: Randomized Controlled Study on the Effectiveness of Animal-Assisted Therapy on Depression, Anxiety and Illness Perception in Institutionalized Elderly di Caterina Ambrosi, Charles Zaiontz, Giuseppe Peragine, Simona Sarchi, Francesca Bona.

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Wendy. Golden retriever.Foto Paola Daffunchio

genza, per l’affetto che ci dimostrano e per la pazienza che li accompagna durante i nostri sbalzi d’umore, la nostra fretta esagerata e a volte, la nostra noncuranza. Loro sono sempre lì, ci osservano, ci seguono con tranquillità e ci supportano con la loro presenza silenziosa o esuberante come può essere quella dei cuccioli. Tutte queste doti sono emerse in maniera evidente e preponderante con l’avvento della pet therapy (IAA). Il loro contributo si è rivelato essenziale, insostituibile e primario in ogni circostanza, al punto tale che la scienza osserva costantemente attraverso studi scientifici l’andamento di questo fenomeno. Importante ed essenziale è divenuto il lavoro degli allevatori e degli addestratori della cinofilia ufficiale a supporto di professionisti della salute umana sia mentale che fisica. Un patto sociale e solidale che permetterà la continuità di un lavoro speciale, unico, basato sull’antica alleanza tra l’uomo e il cane che da millenni ci accompagna.

I CANI SONO PROTAGONISTI “In questo progetto – continua Ambrosi – sono stati impiegati cani di razza Golden retriever e Flat coated retriever, tutti provenienti da allevatori ENCI con affisso e preparati con l’ausilio di addestratori ENCI. Questa scelta di affidarci alla cinofilia ufficiale, è continuata nel tempo dato che la nostra “squadra” si è allargata di molto ad altri soggetti anche di razze diverse che offrono le stesse caratteristiche, così come il team certificato di Coadiutori del cane che li conduce durante le sedute. Sono fermamente convinta che la validità di un progetto debba comprendere la giusta scelta dei cani da condurre nelle sedute, così come un corretto strumento di validazione dei dati che non farà altro che avvalorare il prezioso contributo che i cani sono in grado di offrirci in situazioni delicate e gravose”.

CONCLUSIONE Sappiamo con certezza che le abilità dei cani sono innumerevoli, ogni volta ci sorprendono per la loro intelli-

Renata Fossati 36


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Come le buone abitudini possono aiutare una corretta crescita ambientale già nelle prime settimane di vita

Cucciolo

cucciolo fortunato Ritengo che la prima educazione del cucciolo sia compito dell’allevatore. Sappiamo ormai che il momento della socializzazione primaria inizia nel cucciolo intorno alla terza settimana, per lo più quando l’allevatore provvede allo svezzamento. È qui che si comincia a vedere nel cucciolo un notevole cambiamento, diventa più esploratore, potendo contare su una scoperta mobilità, si confronta coi fratelli per raggiungere il nuovo cibo attratto dalla sua appetibilità, cerca comunque la mamma per una poppata finale, compensativa. E poi arrivano i primi giochi, le interazioni guidate dal bravo allevatore che avrà la premura di intervallare i momenti di riposo con quelli alimentari, con l’esplorazione dell’ambiente, con la proposta di brevi momenti ludici per imparare lui stesso a conoscere il suo cucciolo, costruendo la sua personalità.

L’impegno dell’allevatore per garantire alle famiglie un soggetto ben socializzato. I ritmi acquisiti in allevamento sono una preziosa risorsa per affrontare serenamente la nuova quotidianità

È importante in questa fase creare piccoli gruppi, soprattutto se la cucciolata è numerosa, per dare modo al cucciolo di interagire correttamente con i fratelli senza creare eccessivo antagonismo. L’allevatore sa per esperienza che cucciolate dove la presenza di maschietti è maggiore sono più scatenate, come peraltro quelle dove la prevalenza è femminile: il giusto equilibrio tra maschi e femmine garantisce di solito più armonia nelle attività.

Verso la settima settimana arriva il momento più delicato per la crescita psicofisica del cucciolo e qui l’impegno dell’allevatore aumenta. I cuccioli sono più esigenti nel gioco e le uscite per insegnare loro la gestione dei bisogni sono importanti. In questa fase il buon allevatore imposta un ritmo alimentare che può favorire la gestione dei bisogni. Il cucciolo fa il primo pasto del mattino e poi viene accompagnato all’esterno della sala parto, dove impara a 37


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sporcare subito sull’erba. È importante avere pazienza, far si che il cucciolo possa annusare il suo angolino preferito e decidere di dedicarsi ai suoi bisogni senza essere disturbato. Dopo di che si gioca, si corre, ci si scatena per una ventina di minuti per fare in modo che una volta rientrato stanco, possa dedicarsi al suo riposo meritato. È in questo momento che ci si può allontanare, approfittando del fatto che il cucciolo dorma; quando si risveglierà avrà nuovamente bisogno di fare i suoi bisogni e di uscire anche brevemente. Si arriva poi al secondo pasto verso mezzogiorno e di nuovo l’uscita per i bisogni scandirà il primo pomeriggio. Una bella passeggiata e un nuovo momento ludico meritato per poi ritornare a riposare. Prima di cena una breve uscita per una pipi pomeridiana e dopo la cena verso le 18,00h una bella passeggiata che stancherà il cucciolo per indurlo al riposo notturno. Per sicurezza un’ultima pipi verso le ore 22,00 consentirà al cucciolo di dormire tranquillo fino al mattino. Questo protocollo per la gestione dei bisogni, per l’impostazione delle uscite a passeggio e per dedicarsi ai giochi col cucciolo, va impostato in allevamento nell’ultima settimana prima della consegna del cucciolo alla nuova famiglia. Le abitudini apprese in allevamento possono essere riprogrammate con i proprietari e per loro sarà più facile abituarsi con precisione alle esigenze del cucciolo comprendendone le necessità. L’allevatore insegnerà al cucciolo in questo ultimo periodo anche ad accettare il guinzaglio, restando fermo al fianco, ricevendo un premio se si calma. Insegnerà a rispondere al richiamo, premiando il cucciolo al suo arrivo. È un lavoro impegnativo che un buon allevatore svolge con passione per consegnare un cucciolo di qualità alla nuova famiglia che ne sarà entusiasta. Paola Daffunchio 38


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Un originale studio di ricercatori degli atenei di Perugia e Pisa

Condivisione in amicizia. Foto Elena Corselli

a vivere insieme Nelle abitazioni si sta creando una nuova alleanza che cancella realtà proverbiali e confermate nei secoli

Ci sono storie che la tradizione ha tramandato e raccontato all’infinito sino a farle diventare parte della nostra realtà, come per esempio l’inimicizia tra cane e gatto. La storia atavica del gatto lo rappresenta sempre a caccia di nocivi sull’aia di una cascina, tra i depositi di granaglie

o nella stiva di una nave mercantile. Una sorta di animale indipendente, misterioso e inafferrabile. L’attualità dei giorni nostri ci racconta invece un’altra storia. Il gatto, oltre ad essere stato selezionato in diverse varietà pregiate, è diventato un animale da compagnia, 39


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anche in veste di gatto comune europeo, detto anche soriano. Nelle nostre case, oggigiorno, è abbastanza facile incontrare cani e gatti che convivono più o meno felicemente anche se in alcuni casi, è il gatto che stenta a gradire la compagnia del cane rifugiandosi in alto sul mobilio di casa; in altri, al contrario, è il cane che scappa dall’intruso. Ci sono diverse variabili che condizionano la convivenza più o meno pacifica tra le due specie e, tra queste, il ruolo del proprietario assume una valenza fondamentale al punto da riuscire a trasformare l’incontro in una vera e propria convivenza pacifica.

YOGURT E SALOMÈ Questa è la storia di Yogurt, gatto dal bianco mantello e Salomè – Tibetan Mastiff - la vecchietta di casa che odiava i gatti, come il resto della truppa ad onor del vero. Ho sempre confidato nel buonsenso dei miei cani riguardo ai cuccioli di ogni specie, in quanto indifesi; e così è stato all’arrivo di svariati gatti nel corso degli anni. Forse perché Salomè era la reginetta del branco, forse perché aveva una calma apparente, o semplicemente perché il suo muso odorava stranamente di lavanda, Yogurt la scelse; da cucciolo ciucciava il suo latte del tutto immaginario, più tardi cominciò a mangiare dalla sua ciotola insieme a lei, si appisolava sulla sua lana e in tutto questo lei non sembrava accorgersi di lui, semplicemente accettava la sua costante presenza come si accetta il fatto che abbiamo un’ombra. Gli anni passavano e Salomè ormai quindicenne era sempre più statica; così Yogurt si adattò allo stile di vita “geriatrico” e le restava immancabilmente a fianco. Gli ultimi giorni di vita di questa meravigliosa creatura furono accompagnati da una colonna sonora fatta di fusa e coccole feline. Yogurt, che la scelse, la amò e la vegliò sino alla fine. Elisabeth Zancato

La ricerca scientifica si è occupata varie volte di questa insolita “alleanza” sino a produrre uno studio recente, tutto italiano, che evidenzia le particolarità del rapporto ed il ruolo svolto da tutti gli “attori” coinvolti in questa originale rappresentazione di vita quotidiana con particolare attenzione alla parte di chi dirige la relazione: il proprietario. Nutrito il gruppo di ricercatori: Laura Menchetti, Silvia Calipari, Chiara Mariti, Angelo Gazzano, Silvana Diverio. Laboratorio di Etologia e Benessere Animale (LEBA), Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Perugia. Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Pisa, che hanno prodotto una corposa ricerca che parte da una riflessione: il fatto che cane e gatto condividano lo stesso tetto, può renderli migliori amici? Attraverso la somministrazione di 1270 questionari a persone possessori sia di cani che di gatti, lo studio ha confrontato e analizzato i vari approcci messi in atto tra le due specie ed il ruolo svolto dal proprietario. I pregiudizi culturali potrebbero influenzare le capacità di

Gioco e coccole. Foto Elena Corselli

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Aspettando che si faccia posto... Foto Elena Corselli

UN GIGANTE PER AMICO La storia di Simba (gatto diciannovenne) con i cani, ha inizio molto tempo fa... In un allevamento di cani un gattino deve adattarsi subito e mettere a punto strategie per la convivenza. Durante la sua crescita, Simba è stato più o meno amico di molti cani. Adesso condivide con un Mastiff, Tigro, la casa, sono ottimi compagni, spesso li trovo insieme sul divano dove Simba si acciambella su una montagna di cane, come se cercasse protezione e calore. Si mette vicino ai punti più caldi: sull’addome, oppure davanti al petto, sotto il suo collo. Talvolta sembrano quasi incorporati in un unico animale: è impressionante... Quando si appoggia sul torace e Tigro russa, ondeggia leggermente, ad ogni respiro, come fosse su una nave. Ed è sempre Simba che va a cercare il contatto con il suo amico Tigro, la sua “stufa vivente” durante l’inverno. Credo che anche cane e gatto possano essere amici e condividere gli spazi... Qualche volta li ho sorpresi a giocare e quando Simba sale in alto sulla cucina per rubare il cibo, allora Tigro cerca di farlo scendere, quasi gli voglia dire di non combinare guai. Claudia Lippi

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attaccamento dei proprietari dato che molti di loro hanno maggiori aspettative sulle capacità del cane di relazionarsi con loro, di apprendere ed esprimere affetto che non sulle capacità del gatto di fare altrettanto. In realtà – si legge nello studio – cani e gatti mostrano capacità comunicative interspecifiche e manifestano un comportamento di attaccamento verso il loro proprietario. Mantengono le loro caratteristiche etologiche della specie nelle abitudini di vita e sociale anche quando condividono lo stesso ambiente. Il cane spesso cerca il contatto fisico con il gatto mentre l’approccio del gatto è meno interattivo. Però, la convivenza e la familiarità consentono al gatto di formare legami sociali interspecifici.


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Stretti, stretti. Foto Claudia Lippi

Relax sul divano. Foto Elisabeth Zancato

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Cane da pastore tedesco. Foto Elena Corselli

Molti cani e gatti che vivono nella stessa famiglia dormono e giocano insieme e pochi proprietari hanno dichiarato di aver osservato comuni interazioni aggressive. Inoltre, sebbene le due specie abbiano linguaggi del corpo diversi, i cani e i gatti si capiscono e rispondono di conseguenza: se il gatto si avvicina con la coda in alto, il cane risponde amichevolmente mentre se il cane si avvicina con la coda in alto, il gatto reagisce. I risultati di questo studio, attraverso un approccio multifattoriale, hanno confermato che l’apprendimento e il contesto sociale modulano la socievolezza dell’animale, ma è principalmente una caratteristica specifica della specie. Sono anche state analizzate le reazioni di cani e gatti, osservate dai proprietari, in risposta alle diverse posture e approcci del loro compagno di stanza. La maggior parte di loro, ha dichiarato che i loro cani e gatti reagiscono amichevolmente in risposta ai diversi comporta-

Due guardie del corpo eccezionali. Foto Elisabeth Zancato

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In cerca di calore. Foto Claudia Lippi

Mastiff. Foto Claudia Lippi

menti del coinquilino. Per esempio, anche se lo scodinzolio nei cani si verifica in diverse situazioni come l’eccitazione, lo stress o la sottomissione, di solito esso comunica intenzioni amichevoli, come fosse un saluto affettuoso. I risultati del test mostrano che lo scodinzolio della

coda si verifica principalmente quando il gatto si piega sul le zampe anteriori, gli si avvicina per un saluto naso a naso o con la coda alzata e si sdraia accanto a lui. Pertanto, il cane vede gli atteggiamenti di questi gatti come un segnale positivo al quale risponde con socievolezza. In ef-

L’APPROCCIO È IMPORTANTE PER DIVENTARE AMICI… PER SEMPRE! Litigare come cane e gatto? Non sempre è così! Fra cane e gatto spesso si instaurano bellissimi rapporti di amicizia purché si adottino accorgimenti per facilitare i primi giorni di convivenza, che sono sempre quelli più delicati. Usare un kennel o un piccolo recinto per fare in modo che si possano studiare con calma è un grande aiuto così come intervenire con tranquillità per calmare i primi giochi se troppo esuberanti. Ho preso il mio primo gattino quando il mio Cane da pastore tedesco anziano non riusciva più a fare lunghe passeggiate, in modo che potesse fargli compagnia quando era a casa qualche ora da solo… e devo dire che hanno fatto subito amicizia. Quando è mancato il cane anziano e mi sono decisa a prendere un nuovo cucciolo della stessa razza, il gatto, a cui nel frattempo ne avevo affiancato un altro, era già abituato ai cani ed è entrato subito in sintonia con il cucciolo, aiutandolo anche nell’adattarsi alla nuova casa e alla nuova vita. L’avvicinamento è stato graduale per consentire a tutti e tre di conoscersi con calma e adesso il branco è più che formato… giocano, mangiano e dormono sempre tutti e tre insieme rispettando le loro diversità. Elena Corselli

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UNA BALIA PERFETTA New York. Quando in un cortile sono stati trovati due gattini, infreddoliti, affamati e molto spaventati non è stato facile per i soccorritori prenderli per offrirgli la vita migliore che si meritavano. Erano molto diffidenti e una volta portati in un rifugio gestito da volontari non accettavano di buon grado le cure di cui avevano bisogno. A questo punto, una volontaria, Asa, ha deciso di portarli a casa e di affidarli alle cura della sua cagnolina Kona, di sette anni, che già in passato si era presa cura di altri orfanelli. Kona sembra esser nata per fare la mamma. Ha tutte Kona le doti che servono per prendersi cura di un cucciolo, anche se non è della sua stessa specie. Blair e Chester erano decisamente dei gattini diffidenti ma lei, con i suoi modi dolci e la sua pazienza, è riuscita a conquistarli ed entrare subito in sintonia con loro. In fondo avevano bisogno solo di un caldo abbraccio, e lei non glielo ha mai fatto mancare. Chester non voleva neanche uscire dal trasportino, allora Kona è entrata per tenergli compagnia e fargli capire che tutto andava bene e non c’era nulla da temere. «Non ho idea di come Kona riesca a conquistare tutti i gattini – ha detto Asa, credo che abbia un tocco magico». Grazie a questa cagnolina così speciale, Blair e Chester sono usciti dal loro “guscio” e questo gli consentirà di trovare presto una famiglia che li possa accudire con tanto affetto.

fetti, i gatti toccano il naso e alzano la coda come un saluto e un comportamento di affiliazione.

mento e della loro straordinaria amicizia. A questo proposito, diventa preziosa la testimonianza di alcuni allevatori e addestratori che vivono in prima persona questa avventura che quotidianamente regala emozioni e piacevoli sorprese. Quasi a dire che noi umani dovremmo prendere esempio di come il buon senso, la pazienza e la comprensione reciproca possano abbattere qualsiasi barriera culturale.

Questa corposa ricerca che ha coinvolto le Università di Perugia e quella di Pisa trae una conclusione certamente condivisibile quando afferma che non esistono sostanziali differenze tra cani e gatti nella relazione che si sviluppa con persone famigliari, mentre l’approccio agli estranei e ai conspecifici è più amichevole nei cani e più disinteressata nei gatti. Inoltre, le caratteristiche di specie, i diversi processi di addomesticamento e gli atteggiamenti delle persone possono motivare queste differenze. In definitiva, come per tutte le specie, il periodo di socializzazione, le esperienze vissute e le opportunità offerte dall’uomo possono fare la differenza tra la buona riuscita o il fallimento di una convivenza tra cane e gatto, a cui si aggiunge la capacità del proprietario di saper leggere in maniera corretta i segnali che arrivano da entrambe le parti, in questo caso, si potrebbe dire che il cane parta avvantaggiato in quanto la scienza ha dedicato molti più studi sul comportamento canino rispetto a quello del gatto. Diventa così più agevole per il proprietario saper leggere con più facilità il linguaggio del cane. Spesso, sono gli animali stessi - sia cane che gatto - che insegnano all’uomo la corretta lettura del loro comporta-

Renata Fossati

Tibetan Mastiff. Foto Elisabeth Zancato

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Il cane anziano tra scienza e stili di vita

Invecchiare in salute Labrador retriever Mousse 12 anni e Lindt di 11: un’amicizia senza tempo. Foto Giusy Mazzalupi

Uno dei più grandi privilegi per il proprietario di un cane è vederlo invecchiare e poter vivere insieme fino alla fine dei suoi giorni. Fortunatamente la demografia della popolazione degli animali da compagnia ci conferma che attualmente i cani vivono molto più a lungo rispetto al passato. Dal punto di vista “tecnico” un cane si definisce anziano quando il soggetto supera gli otto anni, ma bisogna considerare che il grado di invecchiamento viene influenzato da molti fattori: razza, taglia, alimentazione e stile di vita. L’invecchiamento non è sinonimo di malattia, ma certamente implica una serie di inevitabili cambiamenti nei processi biologici dell’organismo che porta ad una riduzione della capacità dell’animale di gestire le pressioni psicologiche interne e ambientali. Tutto ciò porta ad un calo nella salute fisica e mutamenti nella consapevolezza e reattività mentale. I comportamenti che vengono maggiormente lamentati da parte dei proprietari dei cani anziani sono: la distruttività, la minzione, le defecazioni inappropriate, le eccessive vocalizzazioni. La disfunzione cognitiva rappresenta un disordine neurodegenerativo connesso all’ invecchiamento che sfocia in un declino delle funzioni encefaliche comprese quelle implicate nella memoria e nell’apprendimento. Tale disfunzione può essere considerata molto simile al morbo Alzheimer degli essere umani. Il deterioramento delle capacità cognitive viene definito come “demenza”. Una giusta anamnesi può aiutare a scoprire precoce-

Come gestire un periodo sensibile della vita dei nostri più fedeli amici. L’importanza dei segnali e come intervenire per assicurare loro una vita serena adeguata all’età

mente i cambiamenti comportamentali. Quattro sono le principali categorie di mutamenti comportamentali associati alla disfunzione cognitiva dei soggetti anziani: disorientamento, cambiamenti nelle interazioni sociali e ambientali; cambiamenti nei cicli sonno - veglia e crollo nell’educazione all’igiene domestica. I cani che soffrono di demenza ritardano nel riconoscere le persone, luoghi ed oggetti. I cani anziani spesso vagano attorno alla casa disorientati e confusi, abbaiano agli oggetti come se non li avessero mai visti prima, alcune volte manifestano anche paura. Spesso manifestano l’incapacità di riconoscere la strada di casa mentre ritornano da una passeggiata, oppure fissano qualcosa senza motivo. Significative sono le alterazioni nelle interazioni sociali tra il cane e i proprietari e la diminuzione dell’entusiasmo nei saluti. A volte non rispondono ai “comandi” e questo comportamento viene interpretato dai proprietari come un atteggiamento di ribellione. Nelle interazioni con gli altri cani non è raro vedere un aumento delle reazioni aggressive da parte degli altri cani che si sentono minacciati dal comportamento “strano” del soggetto anziano. I cani anziani affetti da demenza diventano irritabili e poco propensi ad interagire e a giocare con altri cani. I cani che presentano demenza soffrono molto spesso di alterazioni del ciclo sonno-veglia, dormono molto nelle ore diurne e si svegliano durante la notte, si agitano, vocalizzano e cercano i proprietari. Nei cani anziani si riscon46


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Nina, Golden Retriever femmina di 14 anni. Il sole primaverile è utile per riscaldare ossa e muscoli ma durante l’inverno il caldo della casa è determinante per garantire a cani molto anziani una serena vecchiaia. Foto Andrea Rizzardi

trano spesso degli episodi di eliminazione inappropriata, spesso c’è una diminuzione progressiva della capacità di sporcare che induce ad espellere in un ampia varietà di luoghi inadatti. Si possono aiutare i nostri amici anziani con alcune terapie comportamentali. I cani perdono, spesso, la capacità di eseguire semplici azioni di rispondere a comandi precedentemente conosciuti, per questo è importante usare ricompense consistenti e non ambigue per le risposte appropriate. Molto utile potrebbe essere l’aumento della prevedibilità dell’ambiente. È importante che i successi siano concretamente ricompensati. Il proprietario va incoraggiato ad introdurre giochi che forniscono uno stimolo mentale ed aumentare le interazioni sociali con l’animale. Il gioco dovrebbe essere di breve durata con compiti semplici ripetuti frequentemente che finiscono con un rinforzo positivo per l’animale. Molto utile potrebbe essere effettuare passeggiate brevi per stimolare l’animale e il suo rapporto con il proprietario. Potrebbe essere molto proficuo introdurre giochi di “cerca e trova” nascondendo bocconcini appetitosi che il cane possa facilmente trovare. Per ovviare il problema di sporcare in casa si dovrebbe fare uscire il cane assiduamente e sempre dopo aver dormito, mangiato e giocato. Sicuramente il periodo della vecchiaia dei nostri amici a quattro zampe potrebbe essere causa di varie difficoltà che abbiamo affrontato precedentemente, ma seguirli con amore e pazienza in questo delicato lasso temporale rappresenta una piccola parte dell’amore che ci hanno donato durante la loro intera esistenza. Solo dopo la loro morte ci renderemo conto di quanto ci mancano, avvertendo un vuoto incolmabile, allora si che potremmo dire che vi era una vera relazione! Giusy Mazzalupi

Tequila, Cane da pastore belga Groenendael maschio 15 anni d’età portati splendidamente, frutto di una attenta selezione, di una dieta corretta e di un ambiente sereno nel quale vivere. Foto Rosita Trotti

Etologa

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Una dieta

Le passeggiate all’aria aperta sono consigliabili per i cani anziani e proteggerli con un cappottino aiuta quando le temperature non sono ancora ottimali per loro. Cocker Spaniel Inglese, Gipsy, 14 anni. Foto Eleonora Erika Pesci

allunga la vita I consigli dei veterinari per adeguare i nutrienti da somministrare al cane anziano. Alcune precauzioni per agevolare l’assunzione del cibo Una lunga vita è il risultato di buoni geni, buone cure ed anche… buona fortuna. Tuttavia, la nutrizione del cane anziano suscita ancora dibattiti in merito ai nutrienti da utilizzare. L’Association of American Feed Control Officials (AAFCO) e il National Research Council ritengono non sia così semplice determinare i requisiti dietetici più efficaci. In parte perché i cani anziani variano così tanto nelle loro esigenze individuali e questo potrebbe spiegare come gli alimenti commerciali a loro dedicati variano così ampiamente nei livelli di nutrienti. L’attenzione si rivolge quindi ad alcuni aspetti fondamentali esaminati da veterinari esperti in questo settore.

LE PROTEINE In passato si credeva che i cani anziani dovessero mangiare meno proteine. Ora sappiamo che è vero il contrario. I cani anziani in buona salute, hanno bisogno di più proteine, non di meno, per alimentare i muscoli. La perdita di massa muscolare è un grave problema, Alcuni di loro possono perdere la massa muscolare ed avere notevoli difficoltà nella deambulazione. Secondo i ricercatori, i cani più anziani hanno bisogno di circa il 50% in più di proteine per mantenere la massa muscolare rispetto a quelli più giovani. Il veterinario Ernie Ward, fondatore dell’Associazione per la prevenzione dell’obesità degli animali domestici, raccomanda dal 28 al 32% di proteine su base secca per cani anziani sani, specialmente nei casi in cui è necessaria la perdita di peso.

LE CALORIE I cani non troppo anziani, tendono ad essere in sovrappeso. Ma i cani molto anziani tendono ad essere sottopeso. Uno studio del 2011 ha rilevato che le calorie negli alimenti per cani anziani variavano ampiamente, da 246 a 408 calorie per ciotola. Quindi, lo stesso cibo per cani an48


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L’utilizzo della brandina imbottita è consigliabile poiché evita il diretto contatto col pavimento. Thari. Samoiedo femmina di 14 anni. Foto Roberta Sassi

problema abbiano, ma se ciò fosse impossibile, meglio bagnare il loro cibo o dar loro da mangiare cibo umido o morbido, oppure, dare semplicemente crocchette di dimensioni più piccole.

ziani può essere un’ottima scelta se il cane ha bisogno di perdere peso. Ma potrebbe essere una cattiva scelta se hanno bisogno di aumentare di peso. Sarebbe buona norma iniziare una dieta adeguata molto prima che inizi la vecchiaia. Due studi di riferimento condotti dalle principali aziende di alimenti per cani, hanno entrambi scoperto che limitare le calorie per tutta la vita migliora la longevità e riduce le malattie. In sostanza, una buona cura per i cani anziani inizia nella giovinezza.

I cani anziani possono essere a disagio chinandosi verso la ciotola o stare in piedi per lunghi periodi per mangiare. È molto utile, in questi casi, somministrare i pasti su una piattaforma rialzata o, in casi particolari, incoraggiali a mangiare nella posizione di “terra”.

SALUTE E BENESSERE

I cani molto anziani spesso perdono l’appetito. Riscaldare il cibo può aumentare il suo aroma e può aiutare a stimolare l’appetito, oppure, raffreddarlo può renderlo meno nauseabondo per chi soffre di nausea. Nei cani molto anziani non è il caso di insistere perseguendo l’obiettivo di una dieta sana ed equilibrata a tutti i costi. La tattica “aspetta finché non ha abbastanza fame” non funziona in questi casi perché il loro “meccanismo della fame” potrebbe non funzionare correttamente. Inoltre, a questa età… è un po’ tardi preoccuparsi di viziarlo, e anche se lo fai, non se lo merita? A.B.

Altri fattori da considerare sono i problemi di salute dei cani anziani come malattie cardiache e renali. Per entrambe le condizioni, è consigliato un alimento a basso contenuto di sodio. Sono disponibili diete su prescrizione veterinaria per cuore, reni e altre malattie che tengono conto di queste esigenze nutrizionali.

RENDERE APPETIBILE IL CIBO Ci sono anche aspetti pratici da considerare nella somministrazione del cibo. I cani anziani possono avere problemi dentali che rendono la masticazione difficile o scomoda e dovrebbero prima essere trattati per qualunque 49


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Diagnosi precoci indispensabili per affrontare al meglio situazioni difficili

Raccolta di giocattoli “sostitutivi” dei cuccioli

Falsa gravidanza

La produzione di latte per cuccioli che non ci sono è causa di complicazioni anche gravi. Quando è opportuno intervenire

L’argomento trattato in questo articolo è, purtroppo, affrontato spesso negli ambulatori veterinari, sia per la possibilità di prevenzione che viene sovente consigliata in merito, sia a causa della forte frequenza con cui, nonostante ciò, la patologia in questione si presenta comunque agli occhi del clinico. I tumori mammari nelle cagne rappresentano, infatti, circa la metà delle neoplasie che si verificano nei soggetti anziani. Molto più raramente essi si evidenziano in femmine giovani o nei maschi. Purtroppo il 50% circa di questi tumori risulta maligno, con forti probabilità di es-

sere irreversibile. Sommariamente, possiamo dire che l’età media della comparsa si aggira attorno agli 8-10 anni di vita della cagna e, in linea generale, più questa sarà anziana, più il rischio aumenterà. Tra i fattori scatenanti più importanti, oltre all’età, è doveroso ricordare la mancata sterilizzazione della cagna o, anche, la sua sterilizzazione tardiva. In effetti, ormai numerosi studi hanno dimostrato che i tumori mammari sono, senza dubbio, ormonodipendenti, ovvero risultano fenomeni patologici la cui insor50


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genza è dovuta o facilitata dall’attività di alcune sostanze proteiche, come gli estrogeni che, prodotti dalle ovaie, per tutta la vita del soggetto vanno a “bombardare” alcuni recettori mammari. Anche il numero delle lattazioni che si hanno durante le cosiddette false gravidanze, secondo alcuni studiosi, possono proporzionalmente aumentare la frequenza dei tumori mammari. Questo accadrebbe perché la cagna non sterilizzata che presenta, al posto del semplice calore, una falsa gravidanza, produce latte per cuccioli che non ci sono. Questo latte, ristagnando troppo a lungo negli acini mammari, può col tempo indurre alterazioni cellulari e tumori. Anche l’utilizzo frequente di contraccettivi iniettivi, per scongiurare cucciolate indesiderate, può farne aumentare considerevolmente il rischio. Proprio per questi motivi i veterinari, talvolta inascoltati, consigliano spesso ai proprietari di cagne non destinate alla riproduzione, la sterilizzazione. Ma questa considerazione, da sola, non appare sufficiente dato che, secondo studi approfonditi ed ampie casistiche, è stato provato che per ridurre allo 0,5 % il rischio di comparsa di tumori mammari, la cagna deve essere sterilizzata entro il primo calore. La sterilizzazione fra il primo e il secondo calore riduce il rischio fino all’8% circa, rischio che raggiunge già il 25% subito dopo il secondo calore. In linea generale, quindi, pare che la sterilizzazione dopo tale periodo non abbia più alcuna funzione protettiva relativamente allo sviluppo di neoplasie in tal sede.

Cesta pronta per il parto immaginario... al momento occupata dai giocattoli...

I proprietari di soggetti non sterilizzati in età precoce dovranno, quindi, conoscere questi potenziali rischi e, soprattutto su cagne adulte ed anziane, imparare essi stessi a monitorare periodicamente le strutture mammarie. Le mammelle della cagna sono disposte in due file parallele, formate ciascuna da cinque unità. È utile abituare il soggetto alla palpazione delle stesse che deve essere abbastanza accurata per riuscire a percepire noduli che, alla loro insorgenza, possono avere dimensioni ridottissime per divenire poi estremamente grandi, del diametro di molti centimetri. Solitamente le mammelle più colpite sono le ultime tre caudali. Quando un proprietario si accorge di ciò, la visita di controllo dal veterinario si rende assolutamente necessaria in quanto, come spesso accade, prima si affronta rigorosamente il problema, maggiore è la possibilità di un’effettiva guarigione.

DIAGNOSI E PROGNOSI

CONTROLLI PERIODICI

In linea generale, l’iter sommario più logico sarà quello di sottoporre il soggetto, in cui il nodulo o i noduli saranno stati evidenziati, ad una visita più approfondita che dovrà comprendere, oltre alle routinarie analisi ematiche, un’e-

Per quanto riguarda la predisposizione di razza, essa non sembra particolarmente rilevante, e, curiosamente, molti incroci vengono sovente segnalati per tali patologie. 51


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cografia addominale ed una radiografia toracica. Queste ultime, infatti, sono essenziali per rilevare la possibile concomitante diffusione del tumore anche in altre sedi, in particolar modo i polmoni, fattore che, plausibilmente, potrebbe già spingere il clinico ad emettere diagnosi e prognosi infausta senza consigliare ulteriori interventi chirurgici probabilmente non risolutivi. Fermo restando che tali analisi non possono evidentemente rilevare metastasi così piccole da coinvolgere ancora poche cellule, se esse risultano negative il veterinario potrà ancora optare per l’asportazione chirurgica del o dei noduli e, conseguentemente, per il loro esame bioptico. Questo, infatti, è l’unico esame che permette, senza dubbi, di stabilire se la massa è effettivamente di origine neoplastica o, più fortunatamente, non si tratti ad esempio di un accumulo di grasso (lipoma). Qualora si rilevi un tumore, tale esame permetterà di capirne la natura, maligna o benigna (capace o meno, cioè, di diffondersi nell’organismo) e di valutarne lo “stadio” di avanzamento, il grado di malignità. Tra i fattori prognostici che possono ulteriormente aiutare il veterinario nella valutazione della gravità della situazione, quelli che vengono considerati infausti sono: - Le dimensioni della massa tumorale maggiori di 5 cm di diametro - Cute ulcerata al di sopra della massa

- Massa tumorale accresciutasi piuttosto rapidamente - Grave infiammazione attorno alla stessa - Metastasi linfonodali Tutto ciò aiuta ovviamente il veterinario ad emettere una prognosi, mentre l’intervento chirurgico rimane l’unico presidio risolutivo in corso di tumori localizzati. La chemioterapia viene utilizzata raramente, mentre la radioterapia nelle cagne non ha particolare rilevanza medica. Generalmente il 50% dei tumori rilevati risulta fortunatamente benigno. Per la restante percentuale, purtroppo, le recidive sono molto alte e non sempre la chirurgia, anche se effettuata su tutte le filiere mammarie, riesce ad evitare il diffondersi della patologia che, più o meno rapidamente, può portare a morte il soggetto per cachessia, metastasi polmonari, epatiche… Resta comunque valido il fatto che la sterilizzazione preventiva - per i soggetti non destinati alla riproduzione - il controllo periodico della cagna e un eventuale intervento chirurgico tempestivo sul soggetto malato possono ridurre drasticamente le conseguenze negative che i tumori mammari recano sulla vita della cagna. Sara Ceccarelli

Medico veterinario

Pausa dopo la finta lattazione dei cuccioli immaginari

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CARATTERE Segugio tenace d’antico lignaggio che caccia a fiuto, ha un innato istinto della muta e una voce profonda e melodiosa. Placido, mai aggressivo o timido. Affettuoso.

CIRNECO DELL’ETNA (I) CARATTERE È dotato di grande temperamento, inflessibile nel suo lavoro, affezionato e sempre allerta, un cane risoluto, molto attaccato al suo padrone. Fondamentalmente un cane da caccia che usa il suo infallibile fiuto, ma anche un eccellente compagno. Cirneco dell’Etna. Foto Franco Tellini.

gli standard in pillole

BASSET HOUND (UK)

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

Basset Hound. Foto Selene Favretto.


CARATTERE Intelligente, capace e dignitoso. Audace, estroverso, di temperamento gentile ed equilibrato.

SETTER IRLANDESE ROSSO CARATTERE Acuto, intelligente, energico, affezionato e leale. Setter Irlandese rosso. Foto Simone Luca.

gli standard in pillole

SETTER GORDON (UK)

(Il testo completo per tutte le razze è disponibile sul sito www.enci.it/standard)

Setter Gordon. Foto Federico Sanguinetti.


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Beccaccia in volo

Il tradizionale censimento nei boschi di Burgio

La conta delle Beccacce L’iniziativa promossa dal Gruppo Cinofilo Trinacria e dall’Associazione beccacciai e perniciai. Il contributo dei cani alla salvaguardia della fauna selvatica

Purtroppo il 2020 ci ha lasciati con un bilancio in netto negativo: le attività zootecniche alle quali eravamo abituati hanno avuto una flessione evidente a causa delle numerose restrizioni che si sono alternate ai pochi momenti di “limitata libertà” di azione. L’ENCI comunque non ha arrestato il suo processo operativo, così come alcuni dei sodalizi ad essa affiliati: siamo stati testimoni della presa d’atto delle difficoltà legate alle disposizioni del nostro Governo per contrastare l’evento pandemico, per le quali l’Ente ha provveduto a stipulare delle linee guida per la messa in atto delle manifestazioni zootecniche, (dal punto di vista funzionale e morfologico) affinché il processo di tutela delle razze canine e del benessere animale non si arrestasse.

Bracco italiano

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Modus operandi per la realizzazione di prove cinofile ed esposizioni, oltre che sviluppo della comunicazione a distanza nella realizzazione delle fondamentali ed utili sessioni didattiche. Tutto ciò condiviso pienamente dagli associati individuali e collettivi dell’ENCI che si sono adoperati nell’organizzazione di eventi e nella partecipazione a questi. L’ultimo periodo è stato forse peggiore del preliminare all’insorgere della pandemia COVID 19 ma, malgrado ciò c’è stato chi, nel pieno rispetto delle vigenti norme del momento, non si è concesso arresti ed ha potuto continuare con le operazioni legate alla selezione zootecnica del cane all’unisono con quelle indirizzate alla tutela della fauna selvatica. L’esempio è rappresentato dal Gruppo Cinofilo Trinacria in collaborazione con l’Associazione Beccaciai e Perniciai: il sodalizio siciliano (Gruppo Cinofilo dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) è riuscito a mettere in atto la prosecuzione dei monitoraggi sulla beccaccia, (Scolopax rusticola, L.), grazie alla partecipazione dei numerosi monitoratori formati dalla Regione Siciliana, (riconosciuti dall’ENCI) durante i corsi organizzati dal Servizio 3 – Gestione Faunistica del Territorio Assessorato Regionale dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, progetto già avviato nel 2018 per acquisire dati utili per avviare un’analisi del trend demografico e di abbondanza della Beccaccia che transita e/o sverna in Sicilia. Tutto si è svolto nei Demani Forestali di Burgio (AG), coordinato dal consigliere nazionale Antonino La Barbera, Michele Pizzuto e Franco Messana: i partecipanti hanno aderito nel pieno rispetto delle norme per il contrasto del COVID-19 ed hanno, a fine censimento, compilato la scheda approntata tanti anni fa dal professor Silvio Spanò, la massima autorità scientifica in materia di beccacce nel nostro Paese.

Bracco francese

Epagneul Breton

Kurzhaar

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Nelle giornate di 19 e 20 dicembre 2020, oltre una sessantina di cani da ferma coadiuvati dai loro conduttori si sono impegnati nell’esplorazione del territorio indicato all’interno delle località boschive di Campello Piccolo, Campello, Campello Alto, Cinta, San Benedetto e Case Coloniche, nei monti di Palazzo Adriano. Oltre le aspettative sono risultati i dati faunistici raccolti: infatti, nonostante il numero limitato di cani appartenenti alle razze da ferma utilizzati - Pointer, Setter inglesi, Epagneul breton, Bracchi francesi, Kurzhaar, Drahthaar e Weimaraner - il numero di beccacce involate è stato mediamente di ventidue. Volendo fare un raffronto con gli anni precedenti siamo passati da trentadue con centoottantanove cani nel 2018, ventuno con centoquarantotto cani nel 2019 e appunto ventidue con sessantasei cani nell’e-

Pointer

Setter inglese

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dizione di cui stiamo trattando per il 2020. È evidente l’aumento rispetto allo scorso anno ed è facile presupporre che se, come in passato, si avesse avuta la possibilità di avere a disposizione più cani, (altri specialisti di questa disciplina) forse oggi avremmo dati ancor più confortanti sullo stato di salute di questo meraviglioso uccello del Paleartico Occidentale. Quindi, malgrado la stasi forzata e senza venir meno alle normative che tutelano la salute pubblica, ancora una volta il cane è riuscito, al fianco dell’uomo, a donare il suo fondamentale contributo per la tutela della fauna selvatica, grazie a quelle peculiarità che sono state selezionate nel tempo per tramite del serio lavoro adoperato dall’ENCI. Speriamo che il nuovo anno ci consenta, ancora una volta, di poter svolgere la nostra attività a favore della scienza, della conoscenza e della zootecnia. Marco Ragatzu

Weimaraner

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Affissi approvati dal Consiglio direttivo e ratificati dalla FCI

Adinolfi Leonardo “I Dreamed of You “ Bouledogue Via III Traversa Mazoni 2 84010 San Marzano sul Sarno (SA)

Bertagna Samuele “Melamordo” Pastore Olandese Via dei Cribj 10 21030 Mesenzana (VA)

Casati Silvio “dei Diamanti Rossi” Setter Irlandese Rosso Via San Pietro 1 28805 Vogogna (VB)

Agostini Lorenzo “della Terra dei Lari” Cane da P. Belga Via Passo di Roma 2 2040 Tarano (RI)

Bertin Arianna “dell’Alta Sorgente” Pastore Tedesco Via Vottero 31 12032 Barge (CN)

Casula Salvatore “di Torecasula” Beagle Via Regina Elena 53 07039 Valledoria (SS)

Agostino Maria Teresa “dell’Antica Malea” Alano Contrada Scinà 89045 Mammola (RC)

Betti Marco “della Poderina” Bracco Italiano Loc. Bellaria 62 53049 Torrita di Siena (SI)

Catamo Angelo “di Casa Catamo” Cane Corso Via Titina de Filippo 32 90135 Palermo

Andreacchio Antonio “Colleaspro” Marem. Abruzzese Via Aspro 93 00045 Genzano di Roma (RM)

Boatti Arianna “Kiss Me Baby” Barbone Via Corrado Villa 13 13047 San Germano (VC)

Cecconi Chiara “Dreaming Time” Bassotto Via A. Gramsci 137 56038 Ponsacco (PI)

Bangrazi Mirko “Proud and Rebels” Deutscher Jagdterrier Via delle Mimose 20 00033 Cave (RM)

Bonelli Roberto “degli Angel-i Neri della Bisalta” Rottweiler Via Rifreddo 31 12081 Beinette (CN)

Cencini Roberto “del Re di Quaglie” Setter Inglese Via della Resistenza 43 53045 Montepulciano (SI)

Barilà Francesco “di Casaljack” Jack Russell Terrier Via XI febbraio 26 56029 S. Croce sull’Arno (PI)

Bortolozzo Sara “Shougai No Tomo” Akita Via G. Boccaccio 1 57016 Rosignano Marittimo (LI)

Centore Giovanni “de Centore” Setter Inglese Via Trieste 40 Int. 9 81020 San Nicola la Strada (CE)

Bellini Sabino “Pittihalo Pittihalo” Griffone di Bruxelles Via Chiesa Sud 121/A 41016 Novi di Modena (MO)

Bruni Davide “del Codice da Vinci” Pointer inglese Via Fangacci 460 51015 Monsummano Terme (PT)

Coco Francesco “della Vitulia” Cane Corso Via Salluzzo 18 B 95017 Piedimonte Etneo (CT)

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Cofani Roberto “Valli di Monticello” Pastore Tedesco Loc. Le Valli 10 06059 Monticello (PG)

Di Maggio Clemente “Team Clely Step By Step” Siberian Husky Via Pane 2 81050 Francolise (CE)

Francescangeli Cinzia “delle Fonti Chianelle” Epagneul Breton Via del Daino 33 05100 Terni

Colussi-Mas Ilaria “Diamond Breed Supremacy” Australian Shepherd Strada dei Prati Nuovi 2 10035 Mazzè (TO)

Di Marco Paolo & Mosca Sara “Haruken Kensha” Akita Via C. Battisti 7 64024 Notaresco (TE)

Galantucci Danilo “Silver Project” Weimaraner Viale dei Normanni 2 Int. 4 84135 Salerno

Corradi Edoardo “Lupus Vitae” Maltese Via Toschi 56 42121 Reggio Emilia

Di Marzo Antonella “Sunrise of a New Day” Maltese Via Roma 51 70131 Bari

Galeazzi Fabrizio “dei Lupi Neri – Beauceron Ancona” Pastore di Beauce Via Coppetella 1 60035 Jesi (AN)

Cortese Sartori Federica “Inugami No Shiiku” Shiba Via ai Calpi 39 A 38060 Brentonico (TN)

Di Pasquale Franz “of the Goliards Kingdom” Bouledogue Via Lucerne 4 B 47122 Taranto

Griggio Riccardo “Go Ukiyo Kensha” Shiba Via Argine Basso 7 35016 Piazzola sul Brenta (PD)

Cupello Aldo “von Haus Isca” Pastore Tedesco Via della Civiltà 48 87027 Paola (CS)

Fanari Daniela “dell’Antico Nuraghe” Chihuahua Via dei Tigli 8 02038 Scandriglia (RI)

Grindean Dorel Ghita “Carpathian Iron Guard” Romanian Car. S.D. Via Pianure 879 37067 Valeggio sul Mincio (VR)

D’Amico Maurizio “della Viariana” Dobermann Via Ariana 10 02020 Belmonte in Sabina (RI)

Ferentini Marta “di Casa Viola” Beagle Via Leopardi 96 20010 Marcallo Casone (MI)

Gullì Mario “d’Alkontres” Alaskan Malamute Via Comandante Todaro 24 98026 Nizza di Sicilia (ME)

De Angelis Cristina “della Valle dei Pomerania” Spitz Tedeschi Via Autunno 3 00060 Formello (RM)

Ferraccioli Tiziana “di Cà Scalini” Lagotto Romagnolo Via Pagnina 12 40027 Mordano (BO)

Tenasescu Nicoleta “delle Piccole Gemme” Chihuahua Via Maglio 55 25037 Pontoglio (BS)

De Paoli Simone “del Fiume Rio” Akita Via Carpinetana est 87 00037 Segni (RM)

Ferrero Gianni “dei Trerivi” Jack Russell Terrier Frazione tre rivi 54 12040 Monteu Roero (CN)

La Corte Loredana “Peterpan-dog House” Maltese Via de le Bas Pere 12 38019 Ville d’Anaunia (TN)

De Luca Margherita “Sicet Simpliciter” Bassotti Via G. Garibaldi 16 33080 Roveredo in Piano (PI)

Fiadotava Krystsina “Chiaradia’s Kennel” Bouledogue Via Provinciale 89 87064 Corigliano (CS)

Lauretti Ruggero “delle Mole di Monte Leano” Setter Inglese Strada Statale Appia km 98 04019 Terracina (LT)

Degli Esposti Barbara “Old Greygun” Cane Lupo Cecoslovacco Via Stradone dei Bei Camini 3 44011 Argenta (FE)

Fontana Tania “Nocturnal” Bull Terrier Inglese Via Ronchetrin 29 37060 Gazzo Veronesi (VR)

Leali Norma Lucia “di Villa Fontanella” Dalmata Via Fontanella 9 24039 Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG)

Dellabora Elisabetta “le Orme della Fenice” Basenji Via Costanti 21 25080 Nuvolera (BS)

Forni Clemente Maria “di Villa Forni” Labrador Strada Cognento 111 41126 Modena

Leone Francesco Carmine “Ajia No Hoseki” Shiba Via Puccini 15 95030 Gravina di Catania (CT)

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Leoni Elia & Leoni Achille “di Castel Peccio” Springer Spaniel Inglese Via degli Ulivi 44 B 05018 Orvieto (TR)

Martorano Maria Teresa “du Mon Pays” Jack Russell Fraz. San Giacomo 7 13046 Livorno Ferraris (VC)

Musto Felice “Mons Militum” Rottweiler Via S. Eusebio 28 83038 Monte Miletto (AV)

Lionetti Giuseppe “Labtroublemaker” Labrador Retriever Via Roma 9 26010 Castelvisconti (CR)

Maurelli Erika “dei Colli Esini” American Staff. Terrier Loc. Marcucci 5/A 62011 Cingoli (MC)

Oreni Lino “dei Diavoli Nerazzurri” Zwergpinscher Via Venezia 80 24045 Fara Gera d’Adda (BG)

Lo Nigro Domenico “Kemonia’s” Bull Terrier Inglese Via Pitrè 204 90135 Palermo

Mazzocca Francesco “Vulcane Soldiers Kennel” Malinois Via Torre 163 80039 Saviano (NA)

Panattoni Cinzia “Template” Fox Terrier pelo ruvido Via Misciano 23 G 55041 Camaiore (LU)

Lombardi Osvaldo Antonio “the Royal Lions Kennel” Chow Chow Contrada Monte snc 87012 Castrovillari (CS)

Mazzoli Graziella “Black Diamond Star” Carlino Strada Prov. S. A. Pobtone 112 L 60019 Senigallia (AN)

Papa Cosimo Nicola “delle Timperosse” Segugio Maremmano C.da Tippe Rosse 89821 Vallelonga (VV)

Maffeis Michele “delle Martinenghine” Bull Terrier Via G. Bosco 3 25034 Orzinuovi (BS)

Menella Cristina “Sofia’s Bouledogue Kennel” Bouledogue Via Corso Umberto I 80030 Scisciano (NA)

Parmigiani Valentina “Vale della Rocca” Bouledogue Via Granelli 20 29012 Caorso (PC)

Mandelli Cristina “del Clan Kodai Samurai” Akita Via Aurelia 84 01019 Vetralla (VT)

Miglionico Fulvio “del Passo di Mira” Golden Retriever Via Donnadezio 135 85100 Potenza

Parra Claudio “di Casa Charly” Epagneul Breton Via Le Rene 25 56121 Pisa

Maragno Vito “del Fiore di Loto” Border Collie Via La Martella 86 75100 Matera (MT)

Milani Giada “dei Cento Camini” Chihuahua Via della Chiesa 25/27 59015 Artimino Carmignano (PO)

Pascale Maria Antonietta “dei Maltesi di Sofysofia” Maltese Strada Boschetto 11 12042 Bra (CN)

Marchetti Giuseppe “dei Colli Flamini” Bracco Italiano Via C. A. Dalla Chiesa 63 00067 Morlupo (RM)

Millanta Francesca “Fab Tribe” Jack Russell Via F. Baracca 1 50127 Firenze

Passantino Ginevra “Like a Lullaby” Chihuahua Via S. Scrofani 10 90143 Palermo

Marchetti Rodolfo “Aussie’s Heart” Australian Shepherd Via Canton Ciare 52 10036 Rivarolo Canavese (TO)

Molteni Aldo “del Fermento” Setter Inglese Via Giovanni XXIII 1/A 22071 Cadorago (CO)

Paventi Giuseppe “Monteverdelab” Labrador Retriever Contrada Torre 15 86019 Vinchiaturo (CB)

Marinelli Eleonora “Re Dog Kennel” Autralian Shepherd Loc. Radice 16 05010 Porano (TR)

Montella Marco “i Bulli del Monte” Bullmastiff Via Montecasale 2 42031 Baiso (RE)

Pederzani Cristina “delle Anime Nere” Rottweiler Via Marmolada 7 43122 Parma

Martinas Catalin “del Mamaor” Epagneul Breton Via Cappellin 1 37060 Sona (VR)

Motta Tindaro Daniele “Futsutachi Kensha” Akita C.da Castriciani 98050 Terme Vigliatore (ME)

Piacentini Carlo “Habemus” Kurzhaar Via Albucceto 36 00061 Anguillara Sabazia (RM)

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Ponzin Pier Paolo “Euganean Hills” Bassethound Via Malusa 28 35034 Lozzo Atestino (PD)

Ravazzani Giovanna Andrea “della Contea di Devon” Jack Russell Via Parodine 8 15060 Capriata d’Orba (AL)

Veneziani Carola “Love of Love” Cavalier K. C. S. Strada di Macchiano 10 00063 Campagnano di Roma (RM)

Pulvirenti Marta “Dare to Charm” Siberian Husky Via G. Verdi 14 31030 Arcade (TV)

Rocca Andrea “il Regno del Nord” Akita Via Bassa del Castello 53 10060 Bibiana (TO)

Violante Angelo “Lupi del Pollino” Cane Lupo Cecoslovacco Via Leopardi 9 85035 Noepoli (PZ)

Rossini Paola “Colle di Sale” Barbone Via Colle di Sale 11 65013 Città Sant’Angelo (PE)

Tasciotti Luca “the City Boston” Boston Terrier Via Ortella 104 03038 Roccasecca (FR)

Zaccheddu Daniele “del Monte Ualla” Epagneul Breton Via Castelvetrano 64 00135 Roma

Russo Maria “F.E.M. Sisters” Chihuahua Via F. Petrarca 5 52041 Civitella in Val di Chiana (AR)

Tallarida Giuseppe “di Epizefiri” Setter Inglese Via Torino 12 89044 Locrì (RC)

Zerbi Franco “Italian Bad Boys” Bull Mastiff Via XVII Gennaio 5 44039 Tresignana (FE)

Saccoccio Giorgia “Chihuahua che Passione” Chihuahua Via Piazza San G. Bosco 86 00175 Roma

Togni Luisa “del Pian di Neve” Pastore Tedesco Piazza Garibaldi 11 25040 Esine (BS)

Zettin Francesca “Moon and Stars” Australian Shepherd Via alla Fonte 15 22024 Lanzo d’Intelvi (CO)

Schiavoni Mirco “dei Passum Templi” Pastore Tedesco Via Fontanelle Passatempo 3 60027 Osimo (AN)

Trotta Matteo Pio “Lupi del Gargano” Pastore Tedesco Via Papa Benedetto XIII 24 71030 Mattinata (FG)

Zotti Antonio “Codariccia” Shiba Strada Negri 31 10090 Castagneto Po (TO)

Scuderi Donatella “dell’Antico Olimpo” Beagle Via S.S. Salvatore 90034 Corleone (PA)

Tucci Maria “delle Terre d’Ercole” Jack Russell Terrier Via Kennedy 50 75025 Policoro (MT)

Zottola Roberto “Souljack” Jack Russell Terrier Via Pennino 5 84046 Ascea (SA)

Signorini Monica “di Casa Pamina” Bassethound Via Casale Scavarda 1 28060 Vinzaglio (NO)

Turacchi Laila “delle Terre del Bruna” Boxer Via dell’Asina Montemassi 58027 Roccastrada (GR)

Simeone Fabio “dei Nanetti di Pheby” Bassotto Via Gaetano Luporini 59 00124 Roma

Turchi Simone “i Giunchi del Montefeltro” Lagotto Romagnolo Via Roma 14 61040 Mercatello sul Metauro (PU)

Statella Martina “Sakura Hanami” Shiba Contrada Luppineria 4 90030 Castelmola (ME)

Vaccaro Naomi “Carlino’s Way” Carlino Via Fratelli Kennedy 2 20872 Cornate d’Adda (MI)

Stella Ivana “dei Diamanti Rari” Piccolo Levriero Italiano Via Betteloni 14 31029 Vittorio Veneto (TV)

Vecchi Massimo “Justkiss” Golden Retriever Via P. Mascagni 9 Int. 12 40141 Bologna

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La mia razza in 40 righe “Racconti brevi. Storie di vita quotidiana. Aneddoti divertenti. Una razza: che passione! Dalla città alla campagna… … E tutto ciò che racconta la vita condivisa con la scelta di un cane”.

I RACCONTI SARANNO PUBBLICATI SULLA RIVISTA “I NOSTRI CANI” E SUL SITO DELL’ENCI INFORMAZIONI TESTO: in formato di scrittura (Word o similari - NO pdf). Lunghezza massima: 4.000 battute (spazi esclusi). FOTO: è possibile allegare 1 foto in formato Jpg o Tif in alta risoluzione. Avvertenze: non impaginare. Testo e foto, separati. INVIARE racconti, foto e liberatoria a: racconti@enci.it Avvertenze: ad ogni e mail, allegare solo 1 racconto ed 1 foto. È possibile inviare più racconti dello stesso autore con e mail distinte. LIBERATORIA Per la pubblicazione gratuita sulla rivista “I Nostri Cani”, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI si deve allegare all’invio la seguente dichiarazione: Il sottoscritto: nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico. Autorizza la pubblicazione, sulla rivista I Nostri Cani, sul sito www.enci.it e su qualsiasi altra pubblicazione dell’ENCI, del racconto e della foto allegati alla presente e mail. Dichiara altresì che gli stessi sono gratuiti e liberi da copyright. L’iniziativa terminerà il 31 dicembre 2021 Si ringraziano con anticipo tutti gli appassionati che vorranno aderire all’iniziativa.


ALLEVATORI TITOLARI DI AFFISSO ENCI Per essere inseriti occorre inviare il modulo d’iscrizione (da richiedere a redazione@enci.it oppure tel. 02/70020358 fax 02/70020353) unendo uno dei seguenti importi: • Rubrica allevatori € 173,28 IVA compresa • Sito internet € 61,00 IVA compresa • Rubrica allevatori + internet € 234,28. La richiesta dà diritto a 11 inserzioni consecutive, partendo da qualsiasi mese. Con la pubblicazione in tale rubrica l’ENCI non si assume alcuna responsabilità.

 CHOW CHOW  AKITA P.S. Bastianello “Levante Ponente” 27 via Costabella 36020 Pozzolo di Villaga (VI)

cell. 3396661496 sabrina.bastianello@tiscali.it

 ALANO E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Ravinetti “dei Dogi” 210 via Quarto Mascherone 00123 Roma tel. 06/30896221 fax 06/30896072 www.alano.it info_dogi@alano.it

 ALASKAN MALAMUTE G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PS)

tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.alaskanmalamute.it delbiagio@alaskanmalamute.it P. IVA 00645710419

 BARBONE S. Bandini “Showring” toy, nani, medi 7 via Rivalazzo 43015 Noceto (PR) tel. 0521/984498 tel. e fax 0521/825531 cell. 347/7568396 www.showringkennel.it simonaforever@libero.it

L. Schievano “di Sarmano” toy e nano Red e Grigio 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD) tel. 049/701258 www.contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

 BASSOTTO G. Pascarella “del Wanhelsing” bassotti a pelo duro 96 via dei Prati 21029 Vergiate (VA)

cell. 3339701314 www.allevamentobassotti.com info@allevamentobassotti.com

 BEAGLE A. M. Gattuso “Salga” 2 via Remondò, Casoni Sant’Albino 27036 Mortara (PV)

tel. 0381640055 fax 0381515404 cell. 3483174281 www.allevamentosalga.it info@allevamentosalga.it

 BOLOGNESE F. Bonanno “di Platino Iridio” 58/2 via Gerbiasco 21020 Mercallo dei Sassi (VA)

tel. e fax 0331/968894 cell. 330/202158 348/5802899 bonanno@triplaw.it www.canebolognese.com P.IVA 02026020129

 BULLDOG INGLESE R. Giuria “Love Sonny” 4 via Bertieri 12073 Ceva (CN) tel. 0174/721532 cell. 338/5352634 www.lovesonnybulldogs.it lovesonnybulldogs@alice.it

 CANE CORSO “del Rosso Malpelo” di S. Tanzarella 6 via Puccini 44042 Cento (FE)

tel. e fax 0516836441 cell. 3473757168 www.tanzarella.it / info@tanzarella.it

 CAO DE AGUA F. Bazzani “do Lusiadas” 27 via Mazzini 50050 Gambassi Terme (FI)

cell. 349/5789127 www.dolusiadas.org - info@dolusiadas.it

64

B. Curwen “di Castelbarbara” 4, via Lido dei Pioppi 01037 Ronciglione (VT)

tel. e fax 0761612418 cell. 3336415302 www.chow-chow.it barbaracurw@tiscalinet.it

 COCKER SPANIEL INGLESE A. Francini “Francini’s” 46 località Loppiano S. Vito 50064 Incisa V.rno (FI)

tel. e fax 055/8335842 cell. 377/2305478 www.franciniscocker.it franciniscocker@gmail.com

 EPAGNEUL BRETON R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

G. Pivato “della Piave Antica” 15/B via Livenza 31038 Paese (TV)

fax 0422484661 cell. 3477916211 www.dellapiaveantica.it breton@dellapiaveantica.it

 GOLDEN RETRIEVER V. L. Bellanova “C’est Moi” 15/A Via Vittorio Fiorini 00179 Roma

tel. 06/7822979 cell. 333/7786777 www.accademiadelgolden.com lucia@accademiadelgolden.com

P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV)

tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 www.welsea.com info@welsea.com


E. Lissignoli “del Dosso degli Ulivi” 21 via Volta 25040 Monticelli Brusati (BS)

tel. 030652173 cell. 3392007616 www.allevamentodossodegliulivi.com info@allevamentodossodegliulivi.com emanuele.lissignoli53@gmail.com

M. Telatin “delle Grandi Ombre” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR) tel. e fax 045/6661122 www.dellegrandiombre.it info@dellegrandiombre.it

 JACK RUSSELL TERRIER U. Pianezzola e P. Bresolin “dell’Antico Fiume” 33 via Vivaldi 36050 Cartigliano (VI) cell. 340/6732905 info@anticofiume.it www.anticofiume.it

 LABRADOR RETRIEVER M. P. Buttarelli “Fior d’Acqua” 6 via E. Fermi 37060 Buttapietra (VR)

tel. e fax 045/6661122 info@fiordacqualabrador.it www.fiordacqualabrador.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

 PASTORE BERGAMASCO L. Mariani “dei Lupercali” 17 via Mondello 22073 Fino Mornasco (CO) tel. +39 031/928092 cell. +39 328/5884848 www.lupercali.it info@lupercali.it

 PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE F. Simoni “Jacopone da Todi” via di Monteladrone sn 06059 Todi (PG)

tel. e fax 075/9077854 cell. 331/3667083 info@pastorimaremmanijacoponedatodi.com www.pastorimaremmanijacoponedatodi.com

 PASTORE SCOZZESE COLLIE M. T. Garabelli e A. Rota “di Cambiano” 4 strada Provinciale Monte Vaso 56034 Casciana Terme (PI)

tel. fax 0587/645322 cell. 340/2529213 - 333/6392761 www.cambianocollies.com www.allevamentocambiano.it mt.garabelli@tiscalinet.it

G. Pascale Guidotti Magnani “della Cambianella” 255 via Imperiale 44124 San Bartolomeo in Bosco cell. 3483198893 fax 1782208544 collies@cambianella.it www.cambianella.it

 PASTORE SCOZZESE SHETLAND M.A. Morosini “Mopava” 9 via Maguzzano 25017 Lonato del Garda (BS) cell. 3336698100 www.mopava.it marino.morosini@yahoo.it

 PASTORE TEDESCO G. Becattini “di Ripoli” via del Fossato 50012 Bagno a Ripoli (FI)

tel. e fax 055/632570 cell. 368/644380, 328/3787970 info@allevamentodiripoli.it www.allevamentodiripoli.it

S. Eynard “Golden Knopf” 7 via Sarnico 24060 S. Paolo D’Argon (BG) tel. 035/951188 cell. 347/2483210 info@goldenknopf.it www.goldenknopf.it

E. Rossi Marchi “del Monte Poliziano” 11 via della Montagna 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 798239 cell. +39 3478234547 www.montepoliziano.it info@montepoliziano.it

L. Schievano “di Sarmano” 18 via Pisana 35010 Cadoneghe (PD)

tel. e fax 049/701258 www.contedisarmano.it info@contedisarmano.it liana@contedisarmano.it

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 SAMOIEDO P. Daffunchio “Welsea” 32 via San Biagio 27045 Casteggio (PV) tel. e fax 0383/83000 cell. 335/6357789 info@welsea.com www.welsea.com

 SETTER INGLESE R. C. U. Boscato “delle Vallate” 45 via Italia 34070 Brazzano (GO)

tel. 0481/60204 fax 0481/630038 sites.google.com/site/allevamento delle vallate allevamentodellevallate@gmail.com

 SHIBA G. Biagiotti “del Biagio” 82/d località Metaurilia 61032 Fano (PU) tel. e fax 0721/884021 cell. 335/353657 www.shiba.it delbiagio@alaskanmalamute.it

 SPINONE ITALIANO N. Randi “del Buon Santo” 28 via Rivaletto 48020 S. Alberto (RA) tel. e fax 0544/528228 nerino.randi@gmail.com www.spinonidelbuonsanto.com

 WEIMARANER D. Raimondi Cominesi “Royal Weim” 5 Cascina Garavella 26811 Boffalora d’Adda (LO) fax 0371/422472 cell. 335/6143838 www.royalweim.com raimondi@royalweim.com

M.A. Demuro “Sardinia Weim” Via Olgiastra snc 07021 Arzachena (OT) cell. 3348643700 www.sardiniaweimaraner.com info@sardiniaweimaraner.com

 ZWERGPINSCHER S. Monduzzi Donazzi “del Foionco” 127 via Montefiorino 41056 Savignano S/P (MO) tel. 059/2403132 fax 059/739276 cell. 338/7380783 www.delfoionco.it sanmondon@gmail.com


ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 2 febbraio 2021 – Anno 67° DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari

L’ATTESA...

UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Fabiana Bazzani, Pietro Paolo Condò, Sara Ceccarelli, Paola Daffunchio, Maurizio Drigo, Renata Fossati, Rodolfo Grassi, Giusy Mazzalupi, Marco Ragatzu.

ENCI IN INTERNET: www.enci.it informazioni: info@enci.it soci: soci@enci.it segreteria: segreteria@enci.it libro genealogico: lg@enci.it expo: expo@enci.it prove: prove@enci.it redazione: redazione@enci.it biblioteca: biblioteca@enci.it REDAZIONE, PUBBLICITÀ: 20137 Milano - Viale Corsica 20 Tel. 02/7002031 Fax 02/70020323 IMPAGINAZIONE GRAFICA: DOD artegrafica - Massa Lombarda (RA) STAMPA: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona SPEDIZIONE PER L’ITALIA E PER L’ESTERO: ELCOGRAF S.p.A. Via Mondadori 15 37131 Verona La quota associativa dei Soci Allevatori è pari a euro 51,65 e dei Soci Aggregati a euro 5,00; ai soli fini postali, euro 2,00, sono da considerarsi quale quota di abbonamento alla rivista.

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In copertina: cuccioli di Cão de Agua Português. Foto di Fabiana Bazzani. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639 Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente

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Italiana

MESSICO - La pandemia racconta storie che hanno anche un risvolto positivo, oltre la tragedia. All’ospedale Nuevo Laredo, Tamaulipas, un cane meticcio di media taglia è rimasto più di un mese ad aspettare il suo padrone che, ricoverato per Covid, purtroppo non ha mai fatto ritorno, sopraffatto dalla malattia. Convito, così è stato ribattezzato il cane dal personale sanitario, ha continuato a sperare, incurante dei giorni e delle notte che passavano. La sua presenza non è passata inosservata al personale sanitario: medici e infermieri hanno deciso di chiamarlo Covito, (di Covid memoria), e si sono preoccupati di dare al piccolo meticcio cibo, acqua e coccole. Proprio la responsabile del reparto Covid-19 si è affezionata a Covito: «Lui ci ha regalato molta felicità in questo periodo difficile». La donna spiega ai giornali locali che il cane si è subito dimostrato molto docile e simpatico, anche per questo ha conquistato il cuore di tutti i lavoratori dell’ospedale. Fortunatamente la storia del meticcio ha varcato i confini messicani e Kendra Hernández, rappresentante di un’associazione animalista texana, è andata a Tamaulipas per prenderlo, vaccinarlo e trovargli una nuova famiglia che lo adotti. Per ora Covito vive insieme ad altri 43 animali – tra cani e gatti – ed è sereno in attesa che una famiglia lo adotti per sempre. Tutti i suoi amici dell’ospedale raccontano di sentire la sua mancanza, ma sono consapevoli del fatto che meriti una vita migliore. E Covito la merita di sicuro.


Tibetan Mastiff. Foto Francesco Mancina.

... la neve diverte tutti quanti!

Cane da pastore scozzese. Foto Guido Albinola.


Shiba. Foto Giuseppe Biagiotti.

Siberian Husky. Foto Marisa Drioli.


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