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Venezia, il carnevale e la commedia dell’arte
Páxina 52 · EOI Ferrol Número 18 · ANO 2020
Rocío Tojeiro García
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A Cup of Tea and Other Things
Last year I went to London with my schoolmates and teachers. On the first day my roommate and I got up very early because we wanted to see the Harry Potter shop. When we went there, we took a cool photo
“crossing” at the wall that leads to Hogwarts. Later, all the group visited the famous Buckingham Palace, but the Queen wasn’t there. After that, we went for a walk in Hyde Park and saw squirrels and other animals like the “stars” of the park: the pelicans. We were at Westminster and went sightseeing.
In the afternoon, we went along Covent Garden to go to the Winston Churchill bunker. It was very interesting. I loved learning something new about World War II. Then, I met my friend Ana, who was living in London at that time. I was able to taste typical English tea, which was delicious.
We couldn’t go to the famous London Eye. Next time, I hope.
Back again with the group, we ate a very cheap pizza for dinner.
On Sunday we were in a great market: Camden Town, where I bought a super cool T-shirt that love. We went on a boat from Camden Town to Little Venice. It was fun. In Little Venice people live on boats. In the afternoon, we went to see the Tower Bridge. After that we visited China Town and there we had Chinese food, but didn’t like it too much.
Thanks to Charo and Kerry for an amazing trip to London. I hope to go back again someday.
Viaxes
www.eoiferrol.org
B1-2
Venezia, il carnevale e la commedia dell’arte
Ana Ares e Pilar Berrio 53
EOI Ferrol
Número 18 ANO 2020
Diálogo
B1
Domenica 23 febbraio siamo arrivate alla stazione di Santa Lucia insieme a un gruppo di compagne d´italiano della scuola. Ci siamo subito stupite della vista mozzafiato del Canal Grande e del ponte degli
Scalzi. Abbiamo fatto un bel percorso per la città, dove chiese, palazzi, piccoli canali, antichi ponti, monumenti, piazze e tutte le maschere che abbiamo visto sono impossibili da descrivere con parole. Abbiamo fatto un centinaio di foto, ma nessuna capace di raccogliere la bellezza di questa città. Alcune di noi si sono fatte dipingere la faccia e altre hanno comprato delle maschere per entrare nell’atmosfera del carnevale veneziano.
Abbiamo passeggiato fino al Ponte dei Sospiri, da dove si gode una meravigliosa veduta sulla laguna, e poi alla Piazza di San Marco, il salotto più elegante del carnevale veneziano, pieno di maschere e circondato da opere di indiscutibile valore: l’imponente Campanile e la Basilica, con le sue decorazioni di marmi e mosaici. Per finire il nostro giorno affascinante a Venezia abbiamo mangiato in un ristorante e abbiamo assaggiato il dolce tipico del carnevale veneziano: frittelle ripiene di tanti diversi sapori come cioccolato, crema, panna e anche pistacchio. Prima di ritornare alla stazione, una visita alla Libreria Acqua Alta ci ha fatto conoscere più cose di questa città.
Venezia è una città affascinante, diversa da tutte, un vero palcoscenico. La parola Venezia vuole dire misterio, leggenda, spettacolo... Soprattutto a carnevale. Certo che il turismo incontrollato e le crociere affollate hanno banalizzato questo rito annuale, dove i cittadini si mascherano e mostrano la loro arte con supremo orgoglio di sé stessi.
Ma non dobbiamo dimenticare il legame di questa festa millenaria con l´origine del teatro. Dietro l’esplosione di colori, tessuti e maschere si trovano i personaggi della commedia dell´arte, una forma di teatro popolare nata nel medioevo, con antecedenti nella commedia greca di Aristofane e Menandro e quella latina di Plauto e Terenzio.
Non conosciamo il nome degli autori dei primitivi testi drammatici italiani, scritti in diversi dialetti, ma sì quello dei personaggi. Erano amati dal popolo, che si divertiva con le loro recite: Pantalone, Brighella, Arlecchino, Arlecchina, Pulcinella, il medico della peste, Colombina, il capitano, gli zanni... Ognuno aveva il suo abito, la sua maschera e il suo ruolo stabilito e il pubblico conosceva già il suo carattere. Insomma, erano veri archetipi.
Le opere, basate sull´improvvisazione, non avevano dialoghi pianificati, ma la rappresentazione seguiva un ordine determinato dal direttore, i canovacci. Le trame si sviluppavano in tre atti, sempre pieni di lazzi o improvvisazioni, dove gli attori modificavano lo schema iniziale con gesti esagerati, canzonette e danze.
L´impronta della commedia dell´arte è chiara in autori di tutte le lingue nel grande secolo del teatro, il XVII: Molière, Shakespeare, Lope de Vega. Più tardi la troviamo nell´esperpento di Valle-Inclán, nel teatro di Pirandello o quello dell´assurdo di Ionesco. Inoltre, il suo influsso arriva fino al cinematografo muto: Chaplin, Buster Keaton, i fratelli Marx.
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