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Alimentazione

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Comportamento

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COME OTTENERE UN’ADEGUATA DURATA DI CONSERVAZIONE DEL PET FOOD, COME LEGGERE LE DATE DI SCADENZA SULLA CONFEZIONE E COME CONSERVARE CORRETTAMENTE GLI ALIMENTI. ECCO LE RISPOSTE

DATE DI SCADENZA ECORRETTA CONSERVAZIONE

Tra le varie informazioni presenti sulla confezione di un alimento per animali da compagnia, la data di scadenza è probabilmente una di quelle a cui l’acquirente presta meno attenzione. La percezione comune identifica il pet food come un prodotto a lunga conservazione: il meccanismo è lo stesso che ci porta a non guardare la data di scadenza quando acquistiamo un pacco di pasta o un barattolo di conserva di pomodoro, mentre siamo molto più attenti quando mettiamo nel carrello una mozzarella o della carne tritata. Dal punto di vista del produttore, invece, è una informazione fondamentale: secondo il Reg. CE 767/2009 l’indicazione della durata di conservazione fa parte delle cosiddette “prescrizioni obbligatorie specifiche in materia di etichettatura dei mangimi composti”, ovvero rientra tra le informazioni da inserire sempre in etichetta.

La durata di conservazione La durata di conservazione (o shelf life) viene definita come: “periodo durante il quale la persona responsabile dell’etichettatura garantisce che un dato man-

Diana Vergnano Medico Veterinario Nutrizionista, Diplomata all’European College of Veterinary and Comparative Nutrition (ECVCN)

Monika Schröder - Pixabay

gime, in condizioni di conservazione appropriate, mantiene tutte le sue proprietà dichiarate”, ovvero le caratteristiche nutrizionali (per esempio il contenuto di vitamine), organolettiche (l’insieme delle qualità chimico-fisiche di un alimento percepite con olfatto, vista, gusto) e la sicurezza microbiologica (assenza di microrganismi patogeni e delle loro tossine). Nell’Articolo 17 dello stesso Regolamento Europeo vengono indicati due possibili modalità per esprimere la data di scadenza, ovvero: «da consu-

CONSIGLI PER I CLIENTI

Avvisiamo il cliente che dal momento dell’apertura della confezione il TMC non è più garantito: i prodotti umidi devono essere conservati in frigorifero ben sigillati e consumati entro pochi giorni. Anche se i prodotti secchi hanno una durata maggiore, devono comunque essere conservati correttamente: in luogo fresco e asciutto, al riparo da luce e fonti di calore. A tal proposito, molte persone scelgono di riporre le crocchette in appositi bidoni che spesso però non sono realmente adatti a preservare il prodotto rispetto al packaging originale. È necessario poi tenere in considerazione che più il bidone si svuota e più aria entra, aumentando così l’esposizione dell’alimento al rischio di ossidazione e deterioramento. Per preservare al meglio le crocchette, la soluzione migliore sarebbe inserire nel bidone il prodotto ancora all’interno della confezione originale e chiudere molto bene il sacco e il bidone dopo ogni utilizzo.

marsi entro (use before)», seguita dall’indicazione della data (giorno, mese e anno), per i mangimi molto deperibili (se scaduto, il prodotto non deve essere somministrato perché, oltre alla perdita delle proprietà nutrizionali, può essersi deteriorato e avere effetti negativi sulla salute); «da consumarsi preferibilmente entro (best before)», seguita dall’indicazione della data (mese e anno), per i mangimi poco deperibili (se scaduto da poco tempo ma la confezione è integra e non viene rilevata nessuna anomalia dal punto di vista organolettico, anche se legalmente non può più essere venduto, il prodotto potrebbe essere ancora consumato). Nella maggior parte dei casi, sia il pet food secco sia quello umido ricadono nella seconda modalità, ovvero viene applicato quello che in gergo si chiama TMC (termine minimo di conservazione). Mediamente, la scadenza viene fissata tra i due e i quattro anni dalla data di produzione per gli alimenti umidi e tra i 18 e i 24 mesi per gli alimenti secchi. Solitamente, il TMC viene stampigliato in fase di confezionamento sul packaging, in un punto ben visibile, insieme al numero di lotto. Queste due informazioni sono essenziali per la rintracciabilità del prodotto. Per questa ragione, nel caso in cui non fosse possibile inserirle nel punto dell’etichetta dove sono presenti le altre informazioni obbligatorie, deve essere qui indicato dove trovare questa informazione sulla confezione.

Come si ottiene una lunga shelf life

Per assicurare una lunga conservazione, durante la quale vengano mantenute in primis la salubrità dell’alimento ma anche le sue proprietà organolettiche e nutrizionali, il produttore deve attuare una serie di strategie: vediamo le principali.

Materie prime fresche e/o stabili.

Le caratteristiche e lo stato delle materie prime rappresentano un punto cruciale da cui partire: per esempio, se gli ingredienti di partenza non sono ben conservati, il prodotto finito avrà quasi certamente problemi di stabilità e/o di qualità organolettica. È sempre consigliabile acquistare da fornitori qualificati, effettuare controlli alla consegna e conservare gli ingredienti in condizioni adeguate in stabilimento.

Tecnologie produttive adeguate.

I prodotti umidi, immediatamente

dopo esser stati confezionati, subiscono un trattamento termico, la sterilizzazione. È indispensabile che quest’ultima raggiunga un valore di Fc (fattore che indica il tempo di permanenza oltre i 121°) uguale o maggiore a tre, ovvero 121°C per tre minuti al cuore del prodotto (in alternativa, possono essere impiegati dei parametri equivalenti al rapporto tempo-temperatura descritto). Inoltre, durante questo procedimento, all’interno della confezione si crea il vuoto: l’insieme delle due cose fa sì che il prodotto sia stabile e sicuro dal punto di vista microbiologico e possa quindi mantenere le sue caratteristiche nutrizionali per lunghi periodi, a condizione che il packaging primario (lattina, bustina o vaschetta) rimanga intatto. Anche i prodotti secchi (in particolare le crocchette) vengono sottoposti, durante il processo di estrusione (in base al quale l’impasto viene miscelato con acqua e vapore e fatto passare per dei piccoli fori in condizioni di pressione e temperatura elevate, favorendo l’espansione degli amidi e dando la forma voluta alla crocchetta), a un trattamento termico (minimo 90°C) fondamentale per inattivare eventuali microrganismi presenti nelle materie prime. Poiché le temperature impiegate sono meno elevate rispetto a quelle utilizzate per gli umidi e siccome l’alimento non viene sempre confezionato sottovuoto, per impedire la proliferazione secondaria di muffe e batteri le crocchette subiscono un processo di essiccazione al fine di raggiungere un’umidità inferiore al 10% e una activity water (aW) sotto il valore di 0.65.

Utilizzo di antiossidanti. Il più

Birgl - Pixabay

grande ostacolo alla lunghezza della shelf life (soprattutto per i prodotti secchi) è rappresentato dai processi ossidativi che si verificano primariamente a carico dei grassi. I fattori che favoriscono l’ossidazione lipidica sono molti: tra questi ci sono l’ossigeno, le temperature elevate, la luce, la presenza di agenti pro-ossidanti (per esempio ioni ferro e rame) e il grado di insaturazione degli acidi grassi presenti nella ricetta (i grassi polinsaturi, come gli omega 3, si ossidano più facilmente rispetto a quelli saturi). Le conseguenze di queste reazioni sono diverse: innanzitutto si verifica un deterioramento dei nutrienti, in particolare acidi grassi, vitamine e proteine, comportando, di conseguenza, un impoverimento dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, possono formarsi sia sostanze potenzialmente dannose per la salute, sia alcuni composti responsabili di cattivi odori e sapori (quelli che percepiamo negli alimenti irranciditi), che causano un’importante riduzione dell’appetibilità. Per contra-

NO AGLI SPRECHI

Se da un lato, come abbiamo visto, è importante rispettare le date di scadenza, dall’altro lato la regola del “preferibilmente entro” rende meno rigido il termine ultimo per il consumo. Per questo motivo, a partire da quest’anno, il Ministero della Salute ha regolamentato la possibilità per le aziende produttrici di cedere gratuitamente, a canili e gattili, il pet food considerato non più idoneo alla vendita per motivi commerciali, come appunto gli alimenti prossimi al raggiungimento della data di scadenza o con il TMC superato da poco. In un periodo delicato come quello attuale, questa misura permette sia di aiutare i rifugi che spesso si trovano in difficoltà economica, sia di ridurre gli sprechi alimentari, sempre da condannare anche quando si tratta di pet food.

stare l’avvio e la propagazione dei processi ossidativi, le ricette degli alimenti secchi vengono solitamente arricchite con degli additivi: gli antiossidanti. Queste sostanze possono essere di origine artificiale, come per esempio BHA e BHT, oppure naturale, come i tocoferoli (vitamina E).

Packaging idoneo. La confezione deve essere in grado di proteggere il prodotto dall’aria e dalla luce che, se non controllate, possono causare l’accelerazione del processo di ossidazione. È importante che il packaging sia ben sigillato, non trasparente e sufficientemente resistente alle movimentazioni.

Come conservare correttamente gli alimenti

Per raggiungere il TMC è fondamentale la corretta conservazione dell’alimento, dal momento in cui è stato prodotto a quando viene esposto in vendita e consumato. Diversi fattori possono ridurre fortemente la durata della vita di un prodotto.

La movimentazione scorretta può causare il danneggiamento della confezione, permettendo l’ingresso di aria e il conseguente eventuale sviluppo di muffe o addirittura fermentazioni. Per questo motivo, i prodotti vanno movimentati in modo idoneo, soprattutto per quanto riguarda le lattine: nel caso in cui queste ultime dovessero presentarsi danneggiate a livello della chiusura tra il corpo della lattina e il coperchio, ovvero a livello dell’aggraffatura, il prodotto all’interno potrebbe risultare avariato. Le fermentazioni possono addirittura portare all’esplosione della lattina: se questa si presenta gonfia, si sconsiglia fortemente di aprirla.

La temperatura elevata e la luce (es. sole) possono causare l’accelerazione dei processi di ossidazione e una variazione delle caratteristiche fisiche del prodotto come il colore e l’odore: è meglio evitare di lasciare i prodotti in vetrina o esposti al sole e consigliare al cliente di non riporli sul balcone o lasciarli nel bagagliaio di un’automobile per lungo tempo in estate.

Gli ambienti umidi (es. magazzino, o cantina nel caso del cliente): i prodotti secchi, soprattutto se aperti, tendono ad assorbire l’umidità con il rischio di sviluppare muffa e microrganismi indesiderati. ●

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