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Ricerche scientifiche
MARCO MORESCO
Pixabay - Archivio pexels
Nel linguaggio comune il pappagallo e la scimmia sono animali che spesso vengono considerati come esempi proverbiali di imitazione pedissequa. La scoperta sorprendente è che, quando si tratta di imitare un dato comportamento e ci confrontiamo con i cani, siamo noi esseri umani a risultare i più portati alla “sovra-imitazione” (over-imitation). Dagli studi condotti da Laurie R. Santos, professoressa di
Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Yale, l’uomo è infatti apparso più portato a copiare “alla cieca” determinati comportamenti rispetto a quanto faccia il cane.
Imitare con e senza criterio
In un confronto realizzato tra cani e bambini, il team della professoressa Santos ha osservato che i primi sono decisamente più selettivi rispetto ai secondi nella scelta dei comportamenti corretti da imitare. In altre parole, i cani sollecitati a imitare un dato comportamento hanno mostrato la capacità di saper scegliere le informazioni fondamentali rispetto a quelle non funzionali a perseguire lo scopo desiderato. Al contrario, i bambini hanno dimostrato di copiare tutto quello che vedono, senza saper distinguere tra i gesti superflui e quelli indispensabili al raggiungimento dell’obiettivo.
Lo svolgimento del test
L’esperimento che ha portato a queste conclusioni si è svolto mostrando a dei cani e a dei bambini come aprire una scatola. Allo scopo sono state poste in essere tutta una serie di azioni tra le quali solo alcune erano utili all’apertura della scatola. Dopo aver osservato quanto veniva compiuto dai membri del team della professoressa Santos, i cani hanno saputo selezionare i gesti utili all’apertura della scatola da quelli puramente preliminari, mentre i bambini hanno dato uguale importanza a tutti i gesti senza saper at-
DA UNA SERIE DI ESPERIMENTI CONDOTTI NEGLI STATI UNITI RISULTA CHE I CANI SONO DOTATI DI UN SORPRENDENTE SENSO CRITICO QUANDO SI TRATTA DI IMITARE
IL CANE È PIÙ RAZIONALE DELL’UOMO?
tuare una corretta selezione tra quelli inutili e quelli indispensabili.
Cani e dingo: il ruolo dell’addomesticamento
A seguito di questi primi esperimenti, si sono confrontati i comportamenti tenuti in situazioni simili dai cani e dai dingo australiani. Gli studi condotti sulla sovra-imitazione nei cani si sono svolti nel Canine Cognition Center di Yale da parte della professoressa Laurie Santos, mentre quelli condotti sui dingo sono stati di competenza del Dingo Discovery Centre (DDC) di Gisborne in Australia. Il dingo è un canide introdotto dall’uomo in Australia e che ormai da tempo immemorabile vive alla stato selvatico: lo studio australiano è stato mosso dall’idea di esplorare il ruolo dell’addomesticamento nella sovra-imitazione. In quattro diverse prove, gli animali sono stati incentivati ad aprire una scatola per recuperare un premio alimentare posto all’interno. Queste scatole erano dotate di una maniglia del tutto inutile al fine dell’apertura e di un coperchio che era invece necessario far scattare per raggiungere il bocconcino. All’inizio di ogni test, un ricercatore ha posto in essere davanti agli animali una serie di gesti, alcuni rilevanti altri irrilevanti, per aprire la sca-
tola. Dai risultati dell’esperimento è risultato che tanto i cani che i dingo hanno saputo distinguere tra gesti utili e inutili ai fini dell’apertura della scatola: le azioni compiute sulla maniglia sono infatti state per lo più riconosciute come irrilevanti. Sebbene nessuno fra cani e dingo abbia mostrato segni di sovra-imitazione, tuttavia sono apparse delle differenze di comportamento fra i due gruppi. I dingo hanno infatti dimostrato maggior disinteresse verso la maniglia di quanto abbiano fatto i cani. Questo perché i dingo, essendo animali selvatici, sono abituati a risolvere i problemi posti dall’ambiente in modo più indipendente, mentre i cani sono animali addomesticati che hanno sviluppato una tendenza a farsi guidare dall’essere umano nella soluzione dei problemi.
I gesti essenziali per raggiungere lo scopo
Grazie ai risultati ottenuti con i suoi studi, la professoressa Laurie R. Santos è stata invitata al Liberty Science Center Genius Gala, una serata dedicata a persone che si sono particolarmente distinte nella ricerca scientifica. Durante il suo intervento la professoressa Santos ha condotto sul palco un esperimento per mostrare quanto emerso dalle sue ricerche. L’esperimento ha avuto ancora una volta come oggetto una scatola dalla quale sporgeva da un lato una maniglia. La scatola è stata dapprima tenuta per mezzo della maniglia e quindi scossa ripetutamente, dopodiché è stata appoggiata a terra e aperta sollevando la sua parte superiore. Fatto ciò la professoressa Santos ha richiuso la scatola e ripetuto una seconda volta tutta la sequenza. Poi ha detto che, in base alla sua esperienza, se avesse chiesto a uno spettatore di aprire la scatola, questi avrebbe ripetuto esattamente tutti i suoi gesti. Ha quindi fatto salire sul palcoscenico un cane a cui ha mostrato la sequenza di gesti già eseguiti davanti al pubblico, scuotendo la maniglia più volte e solo alla fine aprendo la scatola dall’alto. Il
QUANDO LA SOVRA-IMITAZIONE È UTILE
Naturalmente la sovra-imitazione non è un atteggiamento insensato: può certamente in molti casi fuorviare le persone, ma a guardar bene i benefici sono molto maggiori. A partire dalle attività banali come lavarsi mani e piedi: è importante infatti che i bambini replichino questi comportamenti, indipendentemente dal fatto che comprendano il ragionamento alla base dell’azione. Se pensiamo poi all’uomo preistorico, la sovra-imitazione deve essere stata fondamentale per imparare tutta una serie di attività che richiedono ripetizione e costanza dei gesti per raggiungere l’obiettivo voluto. Per accendere un fuoco, per esempio, molti gesti preliminari possono apparire inutili finché non raggiungono lo scopo: è necessario trovare legni adatti allo scopo che vanno sfregati con forza per diversi minuti e così via. La sovra-imitazione svolge poi un ruolo fondamentale nel trasmettere rituali e tradizioni di generazione in generazione, tutti aspetti che hanno contribuito a sviluppare culture e tecnologie raffinate. Va tenuto presente tuttavia che la nostra sovra-imitazione può anche condurci spesso fuori strada e che, a volte, i cani possono aiutarci a capire meglio cosa è davvero importante e cosa no.
Andrea Piacquadio - Pexels
cane, che era interessato a un premio alimentare inserito all’interno della scatola, ha guardato con attenzione le varie fasi della sequenza, poi ha annusato un po’ di volte la scatola e, ignorando del tutto la maniglia, ha aperto con il muso la parte superiore della scatola. Il cane insomma ancora una volta ha dimostrato che, a differenza di quanto avviene per gli esseri umani, per lui i gesti preliminari non avevano nulla a che fare con l’apertura della scatola stessa.
Esseri umani e sovra-imitazione
La professoressa Laurie R. Santos sostiene che i cani dimostrano una grande attitudine a imparare da noi e che addirittura sembrano in questo più abili di quanto lo siano gli esseri umani nell’imparare gli uni dagli altri. Il fatto davvero sorprendente, secondo la ricercatrice della Yale University, è che i cani si dimostrano meno irrazionali quando si tratta di imitare i comportamenti degli esseri umani. Le persone cadono infatti facilmente preda della cosiddetta sovra-imitazione. Questa tendenza a imitare in modo pedissequo si traduce in una sostanziale mancanza di senso critico nel discernere tra azioni utili e inutili, comportamenti intelligenti e poco intelligenti. ●
“Dogs might be more rational than humans” www.livescience.com Laurie R. della Santos Yale University
Department of Psychology New Haven, CT 06520 U.S.A