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Costume esocietà

LA PANDEMIA HA RIVOLUZIONATO LE NOSTRE VITE. SONO CAMBIATE LE NOSTRE ABITUDINI QUOTIDIANE MA ANCHE QUELLE DEGLI ANIMALI CHE VIVONO CON NOI. E NON SOLO UMANI E PET: GLI EFFETTI DEL COVID

Lorena Bassis Ci siamo messi alle spalle un anno dif- una postazione tra la cucina e la sala), ficile e complicato. Il 2020 verrà ri- gli amici li salutiamo in videocall e il cordato come l’anno della pandemia caffè lo prendiamo da asporto. Poteda Covid-19, tra l’altro non ancora vano gli animali rimanere estranei a debellata. In questi mesi abbiamo im- questa rivoluzione? Praticamente imparato a usare parole nuove, come possibile. Vediamo, allora, in che maassembramento, distanziamento, lock- niera sono stati coinvolti. down, e a sfoggiare un nuovo look fatto di mascherine a volte anche bizzarre. Abbiamo imparato a salutare sfiorandoci il gomito e a fare a meno degli abbracci. Molti lavorano in smartworking (che in pratica vuol dire,

Adozioni in aumento e cresce la solidarietà

È un boom di adozioni. Un piccolo miracolo della pandemia. Dopo anni di segno meno, nel 2020 hanno trovato

Helena Lopes - Pexels

casa quasi 20mila tra cani e gatti facendo registrare una percentuale del +15% rispetto al 2019 ma che in alcune città è arrivata a sfiorare il +40% (Fonte Enpa). Alcuni canili hanno addirittura dovuto esporre il cartello “chiuso per mancanza di cani”, con grande soddisfazione dei volontari che hanno visto anche tanti pet anziani o ritenuti difficili lasciare le gabbie. Parallelamente, però, occorre fare i conti con il rovescio della medaglia. La crisi economica ha messo in difficoltà molte famiglie che, di contro, non ce la fanno più a far fronte alle spese per il mantenimento dell’amato animale. Non a caso nel luglio scorso si è arrivati alla Lettera aperta al Governo e al Parlamento, firmata da diverse sigle del settore tra cui Anmvi e Assalco, per chiedere la rimodulazione permanente dell’Imposta Iva allo scaglione unico al 10%, tanto per gli alimenti per cani e gatti quanto per le prestazioni veterinarie (oggi al 22%). Tra settembre e ottobre dello scorso anno sono inoltre aumentate del 20% le cessioni di animali da una famiglia all’altra. Questo passaggio di proprietà tra privati, purtroppo, è stato troppo spesso determinato da ragioni ben più tristi di quella economica. L’elevato numero di malati, i ricoveri e purtroppo i molti decessi, hanno lasciato cani, gatti e altre specie senza custodia. Un’emergenza che ha aperto la strada alla solidarietà tra le persone e spinto le diverse associazioni attive sul territorio a dare vita a una task force per accudire temporaneamente gli animali delle persone ricoverate e comunque a prendersene cura.

Più felici insieme

Sui compagni di quarantena a quattro zampe s’è scherzato molto. Sui social un non finire di battute e meme. In realtà, chi è rimasto chiuso per lunghe settimane con un cane o un gatto se l’è passata davvero meglio di chi invece ha condiviso gli spazi di casa solo con congiunti umani. Anche ora, che stiamo cercando, sia pur lentamente, di avviarci verso una sorta di normalità, avere accanto a sé un pet può aiutarci a gestire l’ansia del tornare a uscire di casa. Da secoli viene ribadito che gli animali instaurano con l’uomo un legame profondo e indissolubile. Un concetto che in questi mesi difficili è stato ampliato. Un recente sondaggio della Waltham Foundation (confermato anche da uno studio condotto da AstraRicerche) ha rivelato che l’86% degli intervistati ritiene di essersi legato ancora di più al proprio animale dopo il lockdown, mentre il 60% pensa che sia stato d’aiuto per mantenere una routine regolare e per il 43% la sua presenza abbia contribuito a ridurre l’ansia. Un effetto positivo apprezzato ancora di più dalle persone che vivono da sole e da coloro che hanno intrapreso lo smartworking dove, per il 58%, il pet è stata la ragione e la motivazione per una maggiore produttività.

Attenzione a non infettare il pet di casa

È stato più volte ribadito e confermato da diversi studi scientifici che non esiste alcuna evidenza sul ruolo epidemiologico degli animali da compagnia nella diffusione del virus di SARS-COV-2. E anche se in diversi Paesi sono stati segnalati casi di positività in animali sia allevati che da compagnia, non risulta che i felini o i cani giochino un ruolo nella diffusione della malattia. Ma se non trasmettono il virus all’uomo possono però essere contagiati dall’uomo stesso. È il risul-

UN PET FA BENE A TUTTE LE ETÀ

Secondo uno studio condotto dall’Università di York nel Regno Unito, soprattutto in questo momento la presenza di un animale tra le mura domestiche è giusto quel che più serve per alleviare lo stress e diminuire l’ansia. In altre parole, una compagnia preziosa che ha una valenza diversa a seconda dell’età. La presenza di un animale domestico rappresenta, per esempio, uno stimolo molto importante per la crescita affettiva, emotiva e psicologica di un bambino. “Tra il piccolo e il suo amico a quattro zampe si instaura un rapporto molto particolare, grazie al quale il bambino impara a rapportarsi con un essere vivente diverso da sé, adattandosi alle sue esigenze e riversando il proprio affetto verso qualcuno diverso dai genitori imparando a essere maggiormente indipendente”, spiega la psicologa Valentina Cavandoli, impegnata nel sostegno psicologico e psicoterapia per adolescenti e giovani adulti (psicoterapiamilano.com) a Milano. Questo rapporto virtuoso può risultare particolarmente prezioso in questo momento storico anche per l’adulto. Quante volte ci è sembrato di vedere nei nostri amici animali una sorta di manna dal cielo nei momenti più tristi? Ma ancora di più lo sarà per un anziano perché accudire un pet può aiutarlo a scandire le proprie giornate, sentendosi meno solo e più impegnato. “La presenza di un animale in tal caso è un toccasana. Prendersi cura delle necessità di un essere vivente fa sentire ancora utili, oltre a impegnare molto tempo. In più, nel caso di un cane, la necessità di movimento fisico mobilita anche l’anziano, costringendolo a non restare inerte all’interno della propria abitazione”, conclude la dottoressa Cavandoli.

tato di uno studio CovidinPet realizzato dai ricercatori dell’Università Statale di Milano e dall’Università di Bari e pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communication”. Se, quindi, da un lato i risultati confermano che il ruolo dei pet nell’infezione umana è molto limitato, al contrario i proprietari positivi possono trasmettere il virus ai quattro zampe. Nel caso perciò di un umano positivo, durante la sua quarantena, è meglio che siano evitati contatti stretti con il pet di casa. Ricordiamoci comunque che è sempre buona regola di igiene lavarsi le mani con soluzioni alcoliche prima e dopo essere stati a contatto con il pet, la sua lettiera o la ciotola.

Animali protagonisti

Nei mesi scorsi si sono visti caprioli passeggiare in paese, un tasso per le vie della città, lupi sui marciapiedi e persino un’aquila reale sui cieli di Milano. In realtà l’elenco potrebbe continuare ancora. E, per quanto in Rete girassero una serie di fotomontaggi, spesso si è trattato di panorami reali le cui cause sono da attribuirsi alla riduzione delle attività umane durante il lockdown di primavera e alle zone rosse più recenti.

L’assenza dell’uomo ha invitato gli animali a vincere ogni timore e a lanciarsi nell’esplorazione delle zone urbanizzate della città. In questo periodo gli animali, e in particolare i cani, sono anche protagonisti nella ricerca diretta a contrastare il virus SARSCOV-2. Non è ancora chiaro che cosa i cani fiutino e quale sia l’odore del Covid, ma di fatto, sulla base di alcuni esperimenti (condotti inizialmente a Helsinki e proseguiti in Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito), i cani con il loro fiuto sarebbero in grado di percepire un’infezione da Coronavirus.

Il test è semplice. Ai viaggiatori in arrivo all’aeroporto viene chiesto di asciugarsi il sudore del collo con una particolare salvietta che viene poi riposta in una scatola e collocata dietro una parete insieme ad altre sostanze odorose. Se il campione appartiene a un soggetto positivo al virus, il cane inizierà a ululare e toccare con la zampa la parete; in caso contrario non avrà alcuna reazione.

Nelle prove i cani hanno fiutato i positivi con un’accuratezza del 100% anche quando asintomatici. ●

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