8 minute read
Alimentazione
UNA CATEGORIA DI NUTRIENTI ESSENZIALI PER CANI E GATTI, CHE HANNO LE CARATTERISTICHE DI ESSERE SOLUBILI NEI GRASSI E SONO DA IMPIEGARE CON GRANDE ATTENZIONE
LE VITAMINE LIPOSOLUBILI
Le vitamine liposolubili, ovvero le vitamine A, D, E e K, sono un gruppo di nutrienti essenziali caratterizzati dall’essere solubili nei grassi. Proprio perché solubili nei grassi, esse si trovano tipicamente nella frazione lipidica degli alimenti. Per lo stesso motivo, il loro assorbimento intestinale richiede la presenza di lipidi nella dieta e una corretta capacità di digestione e assorbimento dei grassi da parte dell’animale.
Giacomo Biagi Professore Associato Dip. Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum Università di Bologna
La vitamina A: fonti e funzioni
La vitamina A è presente come tale solo negli alimenti di origine animale in forma di retinolo. Esistono però in natura dei precursori della vitamina A (provitamine A), tra i quali il beta-carotene è certamente il più importante,
PetTrend • Aprile 2020 Foto: Yuliya Harbachova - Pixabay
ben rappresentati negli alimenti di origine vegetale. Per quanto concerne la vitamina A in forma di retinolo, essa si trova in tutti gli alimenti di origine animale, con concentrazioni particolarmente elevate nel fegato, in quanto questo organo funge da deposito della vitamina. Per questo motivo, l’olio di fegato di merluzzo è in assoluto l’alimento con le più elevate concentrazioni di vitamina A. Con riferimento ai carotenoidi, è importante ricordare che mentre il cane è in grado di convertire la provitamina in vitamina A, il gatto, a causa della sua natura strettamente carnivora, non è in grado di attuare questa trasformazione. Del resto, in natura, il gatto si alimenta esclusivamente di prede, nelle quali trova la vitamina A già in forma di retinolo e a
Foto: fierronegro - Pixabay
nulla gli servirebbero gli enzimi preposti alla conversione dei carotenoidi in vitamina A. Poiché la vitamina A è una molecola sensibile al calore, questa vitamina viene in genere addizionata agli alimenti di produzione industriale, a fine lavorazione, per garantire la copertura dei fabbisogni minimi di cani e gatti.
La vitamina A: ipo e iper vitaminosi
Tipicamente, l’insufficiente assunzione di vitamina A determina disturbi della vista, alterazioni della cute e delle mucose, nonché alterato accrescimento nei soggetti giovani. È però importante ricordare che la vitamina A, ad alte dosi, può diventare estremamente tossica.
La tossicità si manifesta con alterazioni dell’accrescimento negli animali giovani (nei gattini si parla di “spondilosi cervicale deformante”), gravi alterazioni dei feti durante la gravidanza (effetto teratogenico della vitamina A) e lesioni cutanee. Si tratta per fortuna di intossicazioni rare, il più delle volte causate da un eccessivo
La digestione dei grassi
I grassi presenti nel mangime rappresentano un’ottima fonte di energia per cani e gatti ma la loro digestione è un processo piuttosto complesso. I lipidi alimentari, perlopiù in forma di trigliceridi, sono infatti molecole poco solubili in acqua e per poter essere digeriti è necessario che si crei una emulsione ad opera dei sali biliari prodotti dal fegato. I sali biliari formano con i grassi della dieta delle micelle all’interno delle quali è possibile l’azione degli enzimi digestivi, ovvero le lipasi prodotte da pancreas e intestino. Grazie all’azione delle lipasi vengono liberati gli acidi grassi contenuti nei trigliceridi che possono così essere assorbiti dalle cellule dell’epitelio intestinale (enterociti). All’interno degli enterociti gli acidi grassi formano i cosiddetti chilomicroni, a loro volta solubili in acqua, che possono passare nei vasi linfatici, attraverso i quali raggiungeranno il fegato ed infine il circolo ematico. Fanno eccezione, rispetto a quanto appena descritto, i trigliceridi ricchi di acidi grassi a media catena dell’olio di cocco e dell’olio di palmisto (quest’ultimo è ottenuto dai semi, ma non dal frutto, della palma) che, essendo discretamente idrosolubili grazie alle loro dimensioni limitate, non richiedono l’azione della bile per poter essere digeriti e assorbiti e passano direttamente nel circolo ematico, senza la formazione di chilomicroni. uso da parte dei proprietari di fegato (soprattutto se somministrato crudo) o olio di fegato di merluzzo. Si ricordi infine che l’ipervitaminosi A può essere causata da una eccessiva assunzione di retinolo ma non da un eccesso di provitamina A.
La vitamina D: fonti e funzioni
La vitamina D è rappresentata dalla vitamina D2 (ergocalciferolo, prodotto a partire dall’ergosterolo, che si trova in alcuni alimenti vegetali) e la vitamina D3 (colecalciferolo, che si trova negli alimenti di origine animale). Nell’uomo, la vitamina D può essere prodotta a partire dal colesterolo grazie all’azione dei raggi ultravioletti ma questa possibilità è praticamente assente in cani e gatti. Pertanto, i nostri animali devono trovare la vitamina D negli alimenti che assumono. La vitamina D è ben presente nel pesce e, come per la vitamina A, tende ad accumularsi in questi animali a livello epatico, per cui l’olio di fegato di merluzzo ne è ricchissimo. Viceversa, gli alimenti ottenuti dagli animali di terra, così come quelli di origine vegetale, sono piuttosto poveri di vitamina D. Inoltre, la vitamina D è molto resistente al calore ed è solo in minima parte denaturata dai processi di cottura del pet food.
La vitamina D: ipo e ipervitaminosi
Come è ben noto, una carenza di vitamina D può essere causa di rachitismo negli animali in accrescimento e concorrere a un indebolimento delle ossa (osteomalacia) nei soggetti adulti. Ultimamente, inoltre, è stato dimostrato che la vitamina D è estremamente importante per il corretto funzionamento del sistema immunitario e che questa vitamina possiede proprietà anticancerogeniche. Sono anche state riconosciute diverse condizioni patologiche di cani e gatti che predispongono a una carenza di vitamina D, quali, per esempio, la patologia renale cronica e le enteropatie croniche. Anche la vitamina D, se assunta in dosi troppo elevate, può diventare estremamente tossica, causando calcificazioni a carico di organi e tessuti, quali polmoni, reni, cuore e vasi, la cui funzionalità può venire compromessa. Come già visto per la vitamina A, anche l’eccesso di vitamina D può essere estremamente pericoloso durante la gravidanza, provocando cal
cificazioni a carico dei feti e determinandone la morte.
Ne consegue che la vitamina D dovrebbe essere aggiunta con grandissima prudenza agli alimenti prodotti dall’industria, per raggiungere le quantità minime previste da Fediaf (European Pet Food Industry Federation), e solo dopo aver valutato con attenzione quanta vitamina D è naturalmente presente nelle materie prime che vengono impiegate (ciò è particolarmente importante nelle formulazioni ricche di pesce e nei prodotti da esso derivati, come ad esempio l’olio di pesce).
La vitamina E: fonti e funzioni
Con il termine vitamina E si fa riferimento a un gruppo di 8 molecole, costituito da 4 tocoferoli e 4 tocotrienoli (denominati, all’interno di ciascun gruppo, alfa, beta, gamma e delta), ben presenti negli alimenti di origine vegetale. La vitamina E è dotata di proprietà antiossidanti che la rendono estremamente interessante sia come nutriente per gli animali sia per prevenire i fenomeni di irrancidimento a carico degli alimenti industriali. Per questo motivo, i prodotti industriali per cani e gatti vengono tipicamente addizionati di vitamina E, in genere in forma di alfa-tocoferolo, meno spesso ricorrendo all’impiego di fonti naturali di questa vitamina, come per esempio oli vegetali estratti a freddo e senza l’impiego di solventi chimici (il trattamento termico e i solventi chimici riducono infatti le concentrazioni di vitamina E nelle materie prime). Come si diceva, la vitamina E si trova soprattutto negli alimenti di origine vegetale, ed in particolare in quelli che contengono olio, trattandosi di una vitamina liposolubile. La frutta secca, l’olio di germe di frumento e quello extravergine d’oliva sono tra gli alimenti naturalmente più ricchi di vitamina E.
La vitamina E: ipo e ipervitaminosi
La carenza di vitamina E può esser causa di danni a carico della muscolatura scheletrica e cardiaca, di compromissione della fertilità, di minore efficienza del sistema immunitario e altre problematiche ancora. Nel gatto è conosciuta una patologia, detta pansteatite o “malattia del grasso giallo”, causata dalla assunzione di diete “fai da te” sbilanciate, ricche di pesce, e
Tre punti fondamentali • Le vitamine liposolubili sono nutrienti essenziali al mantenimento dello stato di salute dei nostri animali. • Con la sola eccezione della vitamina K, prodotta dal microbiota intestinale, le altre vitamine liposolubili devono necessariamente essere assunte da cani e gatti con la dieta, pena la comparsa di manifestazioni carenziali. • Le vitamine A e D, se assunte in dosi troppo elevate, possono essere responsabili di intossicazioni croniche, con conseguenze talvolta molto gravi e dovrebbero pertanto essere aggiunte con prudenza negli alimenti secchi, umidi e anche negli snack.
PetTrend • Aprile 2020 dunque di acidi grassi omega-3, fortemente predisposti alla ossidazione, e povere di vitamina E. La malattia consiste in una infiammazione del tessuto adiposo, dovuta a ossidazione del tessuto stesso, non protetto dalla azione antiossidante della vitamina E, con conseguenti anoressia, depressione, febbre e riluttanza al movimento. Alla vitamina E vengono attribuiti numerosi effetti benefici, sia per la prevenzione che per il trattamento di diverse condizioni patologiche che possono affliggere l’uomo e gli animali, quali le patologie cardiovascolari, i tumori, le malattie croniche a carico del fegato e dei reni, e altre ancora. A oggi, però, non esiste una letteratura scientifica davvero convincente a sostegno del ruolo protettivo e terapeutico della vitamina E.
È altrettanto vero che la vitamina E può essere usata a dosi relativamente elevate con una certa sicurezza, non essendo conosciuti effetti tossici da sovradosaggio.
La vitamina K: fonti e funzioni
La vitamina K comprende tre molecole: la vitamina K1, ovvero il fillochinone (presente nelle verdure a foglia verde), la K2, il farnochinone (presente negli alimenti di origine animale), e la K3, il menadione, che è di sintesi e non si trova come tale in natura. La vitamina K è essenziale per la corretta coagulazione del sangue e una sua carenza si manifesta con un allungamento dei tempi di coagulazione del sangue o con la comparsa di veri e propri eventi emorragici.
La vitamina K: ipo e ipervitaminosi
Peraltro, le carenze di vitamina K sono molto rare perché questa vitamina viene prodotta dai batteri intestinali che vivono nel colon e può essere assorbita in questa sede. Ne deriva che le carenze di vitamina K sono in genere la conseguenza di altre patologie, in particolare di quelle che sono caratterizzate da una grave alterazione del microbiota intestinale e/o da malassorbimento dei grassi e dei nutrienti in essi disciolti (come appunto le vitamine liposolubili), quali malattie croniche a carico di fegato, intestino e pancreas esocrino. Inoltre, la carenza di vitamina K può essere la conseguenza di un avvelenamento da anticoagulanti, come il dicumarolo, impiegati in molti rodenticidi. ●