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Alimentazione

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Ornitologia

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QUESTI INGREDIENTI GIOCANO UN RUOLO FONDAMENTALE NEL PET FOOD PER GARANTIRE LA COPERTURA DEI FABBISOGNI PROTEICI E CONTRIBUISCONO IN MANIERA SIGNIFICATIVA ALL’APPETIBILITÀ DELL’ALIMENTO

LE PROTEINE DI ORIGINE ANIMALE

Giacomo Biagi Professore Associato Dip. Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum Università di Bologna Le proteine sono un nutriente essenziale per qualsiasi specie animale e lo sono a maggior ragione per animali ad attitudine carnivora, quali cani e gatti. Gli ingredienti impiegabili come fonti proteiche nella formulazione di un pet food sono principalmente di origine animale e vegetale e la loro qualità nutrizionale dipende principalmente dalla loro digeribilità e dalla composizione aminoacidica. In relazione a questo secondo parametro, le proteine

Foto Mat Coulton - Pixabay

animali sono più ricche di aminoacidi essenziali rispetto a quelle vegetali, e dunque nutrizionalmente più valide. Inoltre, come si può facilmente immaginare, le fonti proteiche animali sono decisamente più appetibili, per cani e gatti, di quelle vegetali.

Le fonti di proteine animali

Gli ingredienti impiegabili come fonti proteiche nella formulazione di

Aalmeidah - Pixabay

un pet food sono molto numerosi e il loro impiego è regolato in maniera molto precisa e severa dalla legislazione europea in materia di alimentazione animale. Di fatto, tutte le proteine animali che ritroviamo nel pet food provengono da animali che vengono allevati (mammiferi, volatili, pesci, ecc.) o catturati (selvaggina e pesci di cattura) per essere destinati all’alimentazione umana. Si tratta dunque sempre di alimenti assolutamente sicuri, ottenuti da animali sani la cui macellazione ha avuto luogo sotto controllo veterinario. Come si potrà immaginare, le aziende produttrici di pet food fanno principalmente ricorso a quelle parti del corpo dell’animale che, sebbene di altissimo valore nutrizionale, sono meno richieste per l’alimentazione umana per motivi di natura culturale, come per esempio il fegato, i reni, la milza e i polmoni. Queste parti vengono spesso impiegate in forma fresca o congelata e rappresentano un’eccellente fonte di proteine di altissimo valore nutrizionale ed elevata appetibilità. Similmente, anche dalla lavorazione del pesce residuano parti di ottimo valore nutrizionale che possono essere impiegate nel pet food come ingredienti freschi. Un’altra categoria di materie prime utilizzate nella produzione del pet food come fonte proteica è rappresentata dalle farine di carne (e da quelle di pesce). Con il termine “farina di carne’ si fa riferimento a un sottoprodotto della macellazione di una specie di mammiferi o volatili ottenuto attraverso la cottura, l’essiccazione e la macinazione delle parti dell’animale che non vengono destinate all’alimentazione dell’uomo (o all’impiego in forma fresca nel pet food). Si tratta, in definitiva, di farine ad alto tenore proteico che rappresentano ottimi ingredienti per la produzione di pet food, e di quello secco estruso in particolare

Uova, latticini e proteine di origine vegetale

Ci sono altre materie prime di origine animale che vengono saltuaria-

LE FONTI PROTEICHE NEI PET FOOD SECCHI E IN QUELLI UMIDI

• Pet food secco estruso: l’impiego di carne o pesce freschi/congelati è limitato dalla necessità di ottenere una crocchetta contenente circa il 10% di umidità. Per questo motivo raramente gli ingredienti freschi superano il 20-25% della formula di un mangime secco e spesso sono del tutto assenti a favore di farine di carne e/o pesce ed eventualmente concentrati proteici vegetali. • Pet food umido: non ci sono limiti alla quantità di carne o pesce freschi/congelati impiegabili nella formula di un pet food umido. È però anche possibile che un pet food umido contenga farine di carne e/o pesce opportunamente reidratate per ottenere la consistenza finale desiderata.

mente usate nella produzione di pet food. Le uova e i latticini, generalmente in forma disidratata mediante trattamento termico, possono rappresentare un’ottima fonte proteica anche se il loro elevato costo e l’inevitabile competizione con l’alimentazione umana ne limitano l’impiego. Per rimanere alle proteine di origine animale, ha destato interesse in questi ultimi anni il possibile utilizzo di insetti, in forma di farina, perlopiù ottenuta da animali allo stadio larvale. A oggi, però, gli insetti rappresentano una materia prima molto costosa e il loro impiego è di fatto limitato ad alcuni mangimi proposti per animali che soffrono di allergie o intolleranze alimentari. Ci limitiamo, in questa sede, a ricordare che anche l’impiego di alcune materie prime di origine vegetale può concorrere a elevare il tenore proteico di un pet food. Fra le fonti proteiche vegetali più spesso impiegate troviamo la farina di soia e i concentrati proteici ottenuti da mais e patata.

Le proteine vegetali sono in genere ben digeribili, ma risultano mediamente inferiori a quelle animali per quanto concerne contenuto in aminoacidi essenziali e appetibilità.

Le fonti proteiche in etichetta

Il Regolamento EU 767 del 2009 contiene tutte le indicazioni sulla corretta etichettatura degli alimenti per animali, pet food compreso. In particolare, il regolamento stabilisce che l’elenco delle materie prime che compongono l’alimento sia in ordine decrescente di importanza ponderale e sia preceduto dalla dicitura “composizione”. Per il pet food valgono, a proposito dell’etichettatura, le regole previste per i mangimi destinati ad animali che non producono alimenti per l’uomo e queste regole prevedono che il produttore, a sua discrezione, possa indicare le singole materie prime o limitarsi a indicare la categoria a cui esse appartengono. Il Regolamento 767 afferma però anche che dovranno essere riportati il nome e la percentuale in peso di una materia prima se la sua presenza è evidenziata nell’etichettatura in parole, immagini o grafici. Per indicare le materie prime presenti è necessario fare riferimento al catalogo delle materie prime per mangimi contenuto nel Regolamento UE 68 del 2013 e modificato dal Regolamento UE 1017 del 2017. La categoria in cui rientrano gli alimenti ottenuti da mammiferi e volatili (e insetti) è la numero 9, denominata “Prodotti di animali terrestri e prodotti derivati”. Di questa categoria fanno parte numerose materie prime, tra cui: 1) “Sottoprodotti di origine animale”, ovvero animali terrestri a sangue caldo o loro parti, freschi, congelati o cotti. 2) “Proteine animali trasformate”, ovvero prodotti ottenuti per trattamento termico, essiccazione e macinazione di animali terrestri a sangue caldo o loro parti. 3) “Ovoprodotti essiccati”, ovvero uova secche pastorizzate e private del guscio. 4) “Invertebrati terrestri”, tra cui gli insetti. Relativamente ai sottoprodotti di origine animale, è previsto che questa dicitura possa essere sostituita dal nome della specie animale e dalla parte impiegata (per esempio, fegato di manzo). Si ricordi che per queste materie prime il termine “carne” è utilizzabile esclusivamente per la muscolatura scheletrica.

Per quanto riguarda invece le proteine animali trasformate, esse rappresentano di base le farine di carne e la dicitura può essere integrata con la specie animale da cui la farina è ottenuta (ad esempio, proteine animali trasformate di pollo).

La categoria 10 è invece quella che comprende “Pesce, altri animali acquatici e loro prodotti” e che vede la presenza di diverse materie prime di grande interesse, tra cui i pesci interi e le loro parti, così come le farine di pesce.

Benché sia una categoria di modesta importanza per il pet food, si ricorda che i prodotti caseari sono contenuti nella categoria 8, denominata “Prodotti lattiero-caseari e prodotti derivati”. ●

OpenClipart-Vectors - Pixabay

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