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Ornitologia

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GLI ALIMENTI AD ALTO TENORE PROTEICO SONO PREFERIBILI A QUELLI DAL CONTENUTO PROTEICO MENO ELEVATO? IL CONSIGLIO DEL MEDICO VETERINARIO È FONDAMENTALE IN PRESENZA DI DETERMINATE PATOLOGIE

IPERPROTEICO: COME E QUANDO

Giacomo Biagi Professore Associato Dip. Scienze Mediche Veterinarie

Alma Mater Studiorum Università di Bologna

Molecole di grandi dimensioni costituite da aminoacidi, le proteine sono un nutriente la cui presenza è essenziale nell’alimentazione di qualsiasi animale. I fabbisogni proteici variano tuttavia a seconda della specie animale e del momento fisiologico: accrescimento, gestazione e allattamento sono fasi della vita caratterizzate da fabbisogni proteici più alti rispetto a quelli di mantenimento di un animale adulto. Le proteine sono macromolecole formate da aminoacidi e svolgono numerose funzioni negli organismi viventi. Una prima funzione è quella strutturale in quanto le proteine sono il principale costituente delle fibre muscolari, di quelle cardiache e, più in generale, della maggior parte delle cellule che costituiscono l’organismo. Le proteine giocano poi un ruolo fondamentale nel metabolismo, in forma di enzimi, ormoni e componenti del sistema immunitario. Infine, gli aminoacidi possono rappresentare una fonte di energia, particolarmente importante nell’alimentazione degli animai carnivori.

I fabbisogni proteici minimi di cani e gatti

Come si può immaginare, animali ad attitudine carnivora, come il cane e - a maggior ragione - il gatto, presentano fabbisogni proteici più alti rispetto a quelli degli altri animali da compagnia: del resto, in natura, la dieta di un carnivoro è per forza di cose molto ricca di proteine. A questo proposito la Fediaf (Federazione Europea dell’Industria degli Alimenti per Animali da Compagnia) ha stabilito quali sono i fabbisogni proteici (e aminoacidici) minimi di cani e gatti (Box 1) al fine di garantire che gli animali non soffrano di una carenza di questi nutrienti. La capacità di un alimento di coprire i fabbisogni proteici non dipende però solo dalla quantità di proteine presenti ma anche dalla loro qualità, caratteristica legata soprattutto alla digeribilità e alla composizione in aminoacidi delle proteine stesse. Da ormai diversi anni sono disponibili sul mercato alimenti caratterizzati da un tenore proteico più elevato rispetto a quanto eravamo abituati. Questo vale in particolare per i secchi estrusi (le crocchette), dato che gli umidi sono da sempre molto ricchi di proteine, potendo essere del tutto privi di carboidrati digeribili (amido, in primo luogo). Gli alimenti secchi estrusi devono invece necessariamente contenere amido, una componente che non riveste soltanto il ruolo di fonte di energia ma serve anche a conferire compattezza alla crocchetta che, altrimenti, tenderebbe a sbriciolarsi.

È sempre un bene l’alto tenore proteico?

Oggi è possibile acquistare alimenti dal tenore proteico anche doppio rispetto al fabbisogno minimo di proteine indicato da Fediaf. Sono infatti in commercio alimenti secchi per cani contenenti il 35-40% di proteine e alimenti per gatti che si avvicinano al 50%, a fronte di una quantità di amido molto contenuta (in genere tra il 12 e il 20% circa). Al più elevato contenuto di ingredienti proteici di origine animale, in genere corrisponde una più elevata appetibilità e un costo mediamente più alto rispetto agli alimenti più “tradizionali”. Non di rado il produttore rinuncia all’impiego dei cereali come fonte di amido, dato che i carnivori in natura non li consumano, sottolineando invece come l’elevato tenore proteico renda l’alimento più adatto a nutrire correttamente un carnivoro. Nasce così la categoria dei cosiddetti alimenti “grain-free”, i quali, però, contengono patate o legumi, in quanto, come si è già detto, una certa quantità di amido è indispensabile per ottenere una crocchetta. Sorvoliamo in questa sede sulla naturale propensione degli animali carnivori al consumo di patate e legumi... Soffermiamoci invece su una domanda: è sempre vero che per cani e gatti sia un bene l’alimento iperproteico? Proviamo a rispondere ragionando sul peso che un alimento ad alto tenore proteico assume per un animale sano e per uno affetto da determinate problematiche.

FABBISOGNI PROTEICI MINIMI DEL CANE E DEL GATTO

I fabbisogni sono espressi come grammi di proteine su 100 grammi di sostanza secca di un alimento che apporti 4 kcal di energia metabolizzabile per grammo di sostanza secca (Fediaf, 2019).

CANE

ACCRESCIMENTO ACCRESCIMENTO (prime 14 settimane) (dopo le 14 settimane) e RIPRODUZIONE

25 20

GATTO ACCRESCIMENTO

RIPRODUZIONE

Iperproteico e animale sano

A oggi non esistono evidenze che un alimento di mantenimento o accrescimento ad alto tenore proteico sia da preferirsi, da un punto di vista nutrizionale, a un alimento dal contenuto proteico più moderato, se questo comunque soddisfa i fabbisogni proteici minimi dell’animale.

L’argomentazione che in natura un animale carnivoro consuma pasti ricchi di proteine non è sufficiente, da un punto di vista scientifico, per affermare la “superiorità” nutrizionale degli alimenti ad alto tenore proteico. Del resto si è già ricordato come esistano dei fabbisogni minimi di proteine, calcolati, con ampio margine di sicurezza, sulla base di dati scientifici, che assicurano la salute e il benessere di ogni animale. Quando potrebbe dunque essere il caso di somministrare un alimento molto ricco di proteine? Un’ipotesi può essere rappresentata da quei cani che svolgono un’attività fisica piuttosto intensa.

A questi soggetti viene consigliata una maggiore assunzione di proteine, sia a sostegno dell’integrità e della funzionalità delle strutture muscolotendinee, sia per ridurre l’incidenza della cosiddetta “anemia dell’atleta” (si ricordi però che il cane che svolge attività fisica di tipo aerobico ricava l’energia che gli serve principalmente dai grassi dell’alimento).

Patologie per cui è consigliabile l’iperproteico

I cani e i gatti possono essere afflitti da molte problematiche e la gestione terapeutica di alcune di esse richiede che il medico veterinario ragioni con attenzione sul tenore proteico dell’alimento più indicato, sia che si abbia come scopo il semplice mantenimento, sia particolari fini nutrizionali.

Esistono quindi situazioni patologiche che possono beneficiare dell’impiego di alimenti a elevato tenore proteico? La risposta è sì, senza alcun dubbio (Box 2). In presenza di diabete mellito, per esempio, gli alimenti ad alto tenore proteico e dal moderato contenuto in carboidrati sono di aiuto nella gestione della malattia, poiché rendono più facile il controllo della glicemia. Nel gatto, che spesso soffre di un diabete mellito da insulino-resistenza (conosciuto in medicina umana come diabete di tipo 2), è ad

dirittura possibile che un alimento con queste caratteristiche, insieme al contenimento di un eventuale sovrappeso, favorisca la remissione della patologia.

L’obesità è un’altra situazione patologica per la quale è auspicabile l’apporto di un alto tenore proteico e basso contenuto in amido e grassi. Un alimento con queste caratteristiche favorisce il dimagrimento, preservando la massa magra a discapito di quella grassa, e garantendo al contempo una buona appetibilità.

Patologie per cui è sconsigliabile l’iperproteico

Esistono invece delle patologie per le quali l’impiego un alimento ad alto tenore proteico è assolutamente sconsigliato. In presenza di una patologia renale cronica, per esempio, la funzionalità dei reni si riduce progressivamente con gravissime conseguenze per l’organismo, fra le quali la ridotta eliminazione con l’urina delle scorie che originano dal metabolismo delle proteine che, accumulandosi, contribuiscono a peggiorare il quadro clinico

QUANDO È NECESSARIO UNO SPECIFICO TENORE PROTEICO

Nei cani e nei gatti esistono delle condizioni particolari, patologiche e non, che richiedono uno specifico tenore proteico dell’alimento.

TENORE PROTEICO ELEVATO

TENORE PROTEICO MODERATO RESTRIZIONE PROTEICA

Attività fisica intensa Patologia renale cronica Diabete mellito Insufficienza epatica

Obesità Calcolosi urinaria da ossalato e da cistina dell’animale. Esistono poi forme di calcolosi delle vie urinarie in presenza delle quali è importantissimo evitare alimenti ricchi di proteine. Questo vale per i calcoli da ossalato di calcio, molto comuni in cani e gatti, poiché l’ossalato origina in parte da alcuni specifici aminoacidi. Meno frequenti, ma piuttosto comuni in alcune razze canine predisposte (bulldog inglese, bassotto e altre), sono i calcoli da cistina, una molecola costituita da due molecole dell’aminoacido cisteina. Poiché una dieta ricca di proteine tende ad aumentare la presenza di ossalato e cistina nelle urine degli animali predisposti, la gestione di queste calcolosi urinarie richiede l’impiego di alimenti dal tenore proteico moderato. Un altro organo che partecipa attivamente al metabolismo delle proteine è il fegato. Tra le altre cose, il fegato deve convertire l’ammoniaca, che si forma quando le proteine sono usate dall’animale come fonte di energia, in urea, una sostanza decisamente meno tossica. Ecco perché in presenza di gravi forme di insufficienza epatica è fondamentale somministrare all’animale un alimento dal tenore proteico moderato, pena l’aumento delle concentrazioni di ammoniaca nel sangue. ●

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