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Marketing
Fabrizio Vallari
Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa
Ecologia e cambiamento climatico (citati dal 38% degli intervistati) costituiscono un aspetto importante verso il quale dovrebbe concentrarsi l’impegno della società civile e della classe politica nei prossimi 3-5 anni, dopo i problemi legati all’occupazione (70%) e alla sanità (66%). Un ulteriore 19% degli italiani auspica che gli sforzi comuni vadano nella direzione di uno sviluppo sostenibile. A evidenziare questa tendenza è la consumer survey condotta dalla società di ricerche e consulenza Nomisma nel gennaio 2021 su oltre 1.000 responsabili di acquisto compresi fra i 18 e i 65 anni, presentata in occasione del terzo appuntamento dell’OsservatorioPackaging del largo consumo. Lo scenario prospettico entro cui ci si muove è quindi quello di una ripartenza verde. Posizione che appare ancora più chiara se si pensa che 6 italiani su 10 si dichiarano preoccupati per il cambiamento climatico, L’EMERGENZA SANITARIA NON SPOSTA L’ATTENZIONE DALLA SOSTENIBILITÀ E, ALL’ALBA DEL NEW NORMAL, GLI ASPETTI AMBIENTALI SONO ANCORA PIÙ IMPORTANTI NELLA QUOTIDIANITÀ PER IL 27% DEGLI ITALIANI
OBIETTIVO: UN MONDO PIÙ “VERDE”
Markus Trier - Pixabay
il 46% per la produzione e lo smaltimento dei rifiuti e il 41% per l’inquinamento atmosferico. La presenza di microplastiche in alimenti e bevande, inoltre, impensierisce il 35% degli intervistati.
Gli elementi che definiscono la sostenibilità
Ma cosa sono disposti a fare, concretamente, gli italiani? In primis a utilizzare mezzi di trasporto amici dell’ambiente, a ridurre lo spreco alimentare e in generale ad adottare un approccio sempre più green quando si tratta di comportamenti di consumo e stili di vita. Questo si concretizza nell’acquisto di prodotti ottenuti con metodi sostenibili (il 54% lo farà regolarmente nei prossimi mesi), locali e a chilometro zero o, ancora, di alimenti biologici. A raccontare l’impegno delle persone verso la transizione verde è anche l’acquisto di beni con un ridotto impiego di imballaggio o con un packaging sostenibile - scelta che, nel giro di un anno, diventerà la norma per il 65% dei responsabili di acquisto. I grandi aspetti che, secondo i consumatori, contribuiscono a definire la sostenibilità di un prodotto alimentare sono quattro. Il primo - con un peso del 34% - concerne i metodi di produzione, seguiti, appunto, dalle caratteristiche del packaging (33%), dai temi della filiera e dell’origine delle materie prime (22%) e infine dalla responsabilità etica e sociale dell’impresa (13%).
Il fattore packaging
Il packaging si conferma un attributo in grado di definire la percezione della sostenibilità di un prodotto per il 47% degli intervistati. Un ruolo che segue, ovviamente, i più tradizionali e fondamentali compiti di conservazione (66%) e protezione organolettica (60%). Non solo, un pack non sostenibile rappresenta un motivo di abbandono: negli ultimi 6 mesi il 14% degli italiani ha smesso di acquistare prodotti dotati di una confezione priva di elementi di sostenibilità.
Fra le caratteristiche richieste a un imballaggio green ci sono l’assenza di overpackaging (55%), la riciclabilità (43%), la presenza di materie prime derivanti da fonti rinnovabili o a ridotte emissioni di CO2 (43%). Dalla ricerca emerge anche l’insoddisfazione legata alla quantità e alla tipologia di informazioni disponibili per valutare la sostenibilità dei prodotti acquistati. Per reperire queste notizie i consumatori leggono le etichette (75%) e si informano on-line (20%), ma il 26% valuta ancora insufficienti le indicazioni e un ulteriore 64% vorrebbe saperne di più. ●